L`ordinanza completa

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L`ordinanza completa
Proc. n. 1003/2013 R. G. N. R.
Proc. n. 3466/2013 R. G. G.I.P.
N. 97/2014 R. O. C. C.
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA
SEZIONE DEI GIUDICI PER LE INDAGINI PRELIMINARI
ORDINANZA DI APPLICAZIONE DI MISURE CAUTELARI
(artt. 272 e ss. C. p. p.)
Il Giudice per le Indagini Preliminari, dott. Domenico Santoro,
esaminati gli atti del procedimento in epigrafe indicato,
nei confronti di:
1. BATTAGLIA Domenico Demetrio, nato a Reggio Calabria il 23.10.1963, ivi
residente in via Crocevia n. 30 - Pellaro;
2. BERLINGERI Damiano Roberto, nato a Melito Porto Salvo il 23.12.1986, residente
a Reggio Calabria alla via Sottolume di Pellaro n. 28;
3. CILIONE Giovanni, nato a Melito Porto Salvo in data 11.07.1976, residente a
Bagaladi in via Carlo Manti n. 38, di fatto domiciliato in via Reggio Campi II Trav.
Plutino n. 14;
4. CIRILLO Ivano Alessio, nato a Reggio Calabria il 22.02.1988, ivi residente nel
Quartiere Archi CEP Lotto VI n. 2 i. 2;
5. FORTUGNO Vincenzo, nato a Reggio Calabria il 07.03.1968, ivi residente in via
Riparo Vecchio Cannavò nr. 88;
6. MORO Teodoro, nato a Cardeto il 23.05.1955, residente a Cardeto in c/da Lamberta
n. 3, di fatto domiciliato in c/da Sala di Mosorrofa n. 29/M;
7. MURINA Massimo, nato a Reggio Calabria il 12.05.1975, ivi residente nel Quartiere
Archi CEP lotto VI sc. B int. 5;
8. PICCOLO Massimo, nato a Reggio Calabria il 27.12.1979, ivi residente in via Torr.
Malavenda Archi 53;
9. QUATTRONE Francesco, nato a Reggio Calabria il 23.10.1984, ivi residente in c/da
Figurella di Croce Valanidi - Ravagnese n. 43;
1
10. QUATTRONE Vittorio, nato a Reggio Calabria il 14.10.1955, ivi residente in c/da
Figurella n. 43, Ravagnese - Croce Valanidi;
11. SURACE Osvaldo, nato a Reggio Calabria il 19.06.1978, ivi residente in via Quartiere
Archi Cep Lotto VI n. 5;
12. TRIPODI Carmelo, nato a Reggio Calabria il 26.12.1987, ivi residente in via Archi
Carmine n. 41/B;
13. ZAMPAGLIONE Giuseppe, nato a Montebello Jonico (RC) il 04.02.1975, residente
in via S. Sperato nr, 72.
I NDA G A T I
per i seguenti fatti – reato:
CAPO A
BATTAGLIA DOMENICO DEMETRIO, BERLINGERI DAMIANO ROBERTO, CILIONE
GIOVANNI, FORTUGNO VINCENZO, MORO TEODORO, MURINA MASSIMO, PICCOLO
MASSIMO, TRIPODI CARMELO, ZAMPAGLIONE GIUSEPPE.
Delitto di cui all’art. 416, commi 1, 2, 3 C. p., per essersi associati fra loro allo scopo di
commettere un numero indeterminato di delitti contro il patrimonio, in particolare furti e
rapine in appartamento, mediante le condotte individuali di seguito meglio descritte:
ZAMPAGLIONE Giuseppe, MORO Teodoro e MURINA Massimo, ai vertici
dell’associazione quali organizzatori della stessa e dei singoli reati-fine, alla cui realizzazione
contribuiscono attivamente; costituiscono il punto di riferimento per tutti gli associati,
individuano gli obiettivi, pianificano le azioni, convocano i sodali per l’esecuzione materiale
dei furti e delle rapine, stabiliscono gli accorgimenti da adottare per eludere eventuali controlli
delle forze dell’ordine, si occupano di nascondere e ricettare la refurtiva;
PICCOLO Massimo, quale membro stabile dell’associazione e partecipe attivo nella
programmazione e realizzazione dei reati-fine;
CILIONE Giovanni e FORTUGNO Vincenzo, quali membri stabili dell’associazione,
partecipano alle riunioni convocate dagli organizzatori, nonché alle singole azioni criminose.
BATTAGLIA Domenico Demetrio, quale membro stabile dell’associazione, partecipa
attivamente alla realizzazione dei singoli reati oggetto del programma delinquenziale ed
assicura supporto logistico, mettendo a disposizione la propria jeep per commettere i reati-fine
ed il capanno nei pressi della sua abitazione per nascondere la refurtiva;
TRIPODI Carmelo e BERLINGERI Damiano Roberto agiscono principalmente quali
semplici esecutori materiali dei reati-scopo, cooptati di volta in volta dai vertici
dell’associazione per la realizzazione delle singole rapine oggetto del programma
delinquenziale.
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Con l’aggravante per ZAMPAGLIONE Giuseppe, MORO Teodoro e MURINA Massimo di
aver promosso, diretto ed organizzato l’associazione.
Con la recidiva semplice per FORTUGNO Vincenzo (art. 99 co. 1 c.p.)
Con la recidiva specifica per MORO Teodoro e MURINA Massimo (art. 99 co. 2 n. 1 c.p.)
Accertato in Reggio Calabria, nel mese di aprile 2012, con condotta perdurante fino
all’attualità.
CAPO B
MORO TEODORO, MURINA MASSIMO, PICCOLO MASSIMO, ZAMPAGLIONE
GIUSEPPE
Delitto p. e p. dagli artt. 99, 110, 628 commi 1 e 3 n. 1, n. 2 e n. 3 bis, 61 n. 5 c.p. perché, in
concorso tra loro e al fine di procurarsi un ingiusto profitto, nello svolgimento dei compiti a
ciascuno attribuiti in esecuzione del generico programma delinquenziale di cui al capo A,
dopo essersi introdotti il MURINA, il PICCOLO e lo ZAMPAGLIONE nell’appartamento di
VADALÁ Caterina e VADALÁ Antonia Margherita, con violenza e minaccia consistite nel
tenere ferma e puntare contro VADALÁ Caterina un coltello, rovistando e mettendo a
soqquadro tutta la casa, si appropriavano della somma di € 300,00, di preziosi per un valore di
circa € 500,00, di un apparecchio telefonico fisso, di una ricetrasmittente portatile, di due
fucili, di una carabina e di nr. 10 cartucce a palla asciutta; mentre MORO Teodoro, dopo avere
procurato lo scotch per immobilizzare le vittime e le batterie per alimentare la luce tascabile e
dopo avere fornito le indicazioni utili per raggiungere l’abitazione, nonché dopo avere riferito
informazioni sulle due vittime e su come muoversi in casa loro, attendeva i complici
all’esterno.
Con le aggravanti di avere commesso la minaccia con armi e di avere agito in più persone
riunite, ponendo VADALÁ Caterina in stato di incapacità di agire, in un luogo di privata
dimora, profittando della circostanza di trovarsi in un luogo isolato e dell’età avanzata delle
vittime.
Con la recidiva specifica per MORO Teodoro e MURINA Massimo (art. 99 co. 2 n. 1 c.p.)
Commesso in Cardeto, il 17 aprile 2012
CAPO C
BATTAGLIA DOMENICO DEMETRIO, MORO TEODORO, ZAMPAGLIONE GIUSEPPE
Delitto p. e p. dagli artt. 99, 110, 628 commi 1 e 3 n. 1, n. 2 e n. 3 bis c.p. perché, in
concorso tra loro e con altri soggetti non identificati, al fine di procurarsi un ingiusto profitto,
nello svolgimento dei compiti a ciascuno attribuiti in esecuzione del generico programma
delinquenziale di cui al capo A, con violenza consistita nell’aggredire alle spalle MARINO
Santo mentre si accingeva ad aprire il portone di casa propria e con minaccia consistita nel
puntare un fucile a canne mozze ed un coltello da cucina appuntito contro il MARINO e
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contro GIARDINIERE Lucia, MARINO Alessia e FIORE Elvira, si appropriavano della
somma di € 100,00, di un assegno da € 1.500,00, di nr. 4 cellulari, delle armi conservate in un
armadio, di gioielli e delle chiavi dell’auto.
Con le aggravanti di aver commesso la minaccia con armi, in più persone riunite, con il volto
travisato, ponendo le vittime in stato di incapacità di agire e in un luogo di privata dimora.
Con la recidiva specifica per MORO Teodoro (art. 99 co. 2 n. 1 c.p.)
Commesso in Reggio Calabria, il 2.12.2011
CAPO D
BATTAGLIA DOMENICO DEMETRIO, MORO TEODORO, ZAMPAGLIONE GIUSEPPE
Delitto p. e p. dagli artt. 99, 56, 110, 624 bis e 625 n. 5 c.p. perché, in concorso tra loro e al
fine di procurarsi un ingiusto profitto, nello svolgimento dei compiti a ciascuno attribuiti in
esecuzione del generico programma delinquenziale di cui al capo A, ponevano in essere atti
idonei diretti in modo non equivoco a commettere il delitto di furto nell’abitazione di
MARINO Santo, evento che non si verificava per cause indipendenti dalla loro volontà, nello
specifico, per essere scattato il sistema di allarme e per la presenza di un cane nel giardino di
casa, circostanze che mettevano in fuga i correi.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto in tre persone.
Con la recidiva specifica per MORO Teodoro (art. 99 co. 2 n. 1 c.p.)
Commesso in Reggio Calabria, il 2.11.2011
CAPO E
BATTAGLIA DOMENICO DEMETRIO
Delitto p. e p. dagli artt. 110, 628 commi 1 e 3 n. 1 e n. 3 bis, 61 n. 5 c.p. perché, in
concorso con altri soggetti rimasti ignoti, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, in
esecuzione del generico programma delinquenziale di cui al capo A, dopo essersi introdotto
nell’abitazione di CAMPOLO Marco, sita in località Campicello di Pellaro, in zona precollinare ed isolata, con violenza e minaccia consistite nel puntare contro CAMPOLO Marco
una pistola, rovistando e mettendo a soqquadro tutta la casa, si appropriava della somma di €
200,00, prelevandole dalle tasche dei pantaloni della vittima.
Con le aggravanti di aver commesso la minaccia con armi e di avere agito in più persone
riunite, in un luogo di privata dimora, profittando della circostanza di trovarsi in un luogo
isolato e dell’età avanzata della vittima.
Commesso in Reggio Calabria, il 15 maggio 2011
CAPO F
CILIONE GIOVANNI, MORO TEODORO, ZAMPAGLIONE GIUSEPPE
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Delitto p. e p. dagli artt. 99, 110, 628 commi 1 e 3 n. 1, n. 2 e n. 3 bis, 61 nn. 4 e 5 c.p.
perché, in concorso tra loro, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, nello svolgimento dei
compiti a ciascuno attribuiti in esecuzione del generico programma delinquenziale di cui al
capo A, con violenza consistita nell’aggredire PRATICÓ Francesca, nel trascinarla dentro
casa, nel legarle i polsi con una corda, stendendola sul pavimento e colpendola ripetutamente
con calci, cagionandole le lesioni personali meglio descritte al capo G, nonché con minaccia
consistita nel puntarle contro una pistola intimandole di non gridare, si appropriavano della
somma di € 2.000,00 e di alcuni oggetti in oro, tra cui una grossa collana con un medaglione a
forma di testa di donna e alcune paia di orecchini.
Con le aggravanti di aver commesso la minaccia con armi, in più persone riunite, con il volto
travisato e ponendo la vittima in stato di incapacità di agire.
Con le aggravanti ulteriori di avere agito in un luogo di privata dimora (art. 61 n. 5 c.p.) e con
crudeltà verso la persona (art. 61 n. 4 c.p.)
Con la recidiva specifica per MORO Teodoro (art. 99 co. 2 n. 1 c.p.)
Commesso in Reggio Calabria, il 13.12.2011
CAPO G
CILIONE GIOVANNI, MORO TEODORO, ZAMPAGLIONE GIUSEPPE
Delitto p. e p. dagli artt. 99, 110, 582 , 585 (in relazione all’art. 576 n. 1 c.p.) c.p., perché,
in concorso tra loro, al fine di commettere il delitto di cui al capo F, colpendo PRATICÓ
Francesca (di anni 73) con violenza consistita nell’assalirla, nel trascinarla dentro casa, nel
legarle i polsi con una corda, stendendola sul pavimento e nello sferrarle ripetuti calci,
cagionavano alla persona offesa lesioni personali consistite in “trauma cranio-facciale;
contusioni multiple: polsi dx e sin., torace e addome e ginocchio dx”, giudicate guaribili in
giorni 21 salvo complicazioni.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di eseguire il delitto di cui all’art. 628 co.
3 (capo F).
Con la recidiva specifica per MORO Teodoro (art. 99 co. 2 n. 1 c.p.)
Commesso in Reggio Calabria, il 13.12.2011
CAPO H
FORTUGNO VINCENZO, MORO TEODORO, ZAMPAGLIONE GIUSEPPE
Delitto p. e p. dagli artt. 99, 110, 624 e 625 nn. 2 e 5 c.p., perché, in concorso tra loro, nello
svolgimento dei compiti a ciascuno attribuiti in esecuzione del generico programma
delinquenziale di cui al capo A, dopo essersi introdotti nel terreno di SERA Vincenzo,
tagliando la recinzione esterna e danneggiando la serratura di tre porte ed i relativi catenacci,
si impossessavano di un motocoltivatore marca “VALPADANA” Mod. Blit 120 con motore
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Lambordini 3LD.510, matricola telaio n. 3934116 e motore nr. 270180, di un decespugliatore,
di vari attrezzi da giardinaggio, di un bidone contenente circa 5 lt. di benzina e di 1 lt. d’olio,
sottraendoli al legittimo proprietario e detentore.
Con le aggravanti di avere commesso il fatto con violenza sulle cose ed in tre o più persone.
Con la recidiva semplice per FORTUGNO Vincenzo (art. 99 co. 1 c.p.)
Con la recidiva specifica per MORO Teodoro (art. 99 co. 2 n. 1 c.p.)
Commesso in Reggio Calabria, il 21.05.2012
CAPO I
FORTUGNO VINCENZO, MORO TEODORO
Delitto p. e p. dagli artt. 99, 110, 624 bis e 625 n. 2 c.p., perché, in concorso tra loro, nello
svolgimento dei compiti a ciascuno attribuiti in esecuzione del generico programma
delinquenziale di cui al capo A, dopo essersi introdotti nell’abitazione di FOTIA Carlo,
rompendo il lucchetto del cancello e forzando la porta di ingresso, rompendo, altresì, i
lucchetti posti a chiusura della cassaforte, si impossessavano di un fucile marca LAMES
avente matricola n. 8840; dieci cartucce a palla cal. 12; un fucile cal. 9 FLOBERT avente
matricola n. 3738; un fucile mono canne cal. 9 marca SZS A. BINIOTTI avente matricola n.
18617 canna e n. 18617 bascula; un fucile da caccia cal. 12 marca FRANCHI avente matricola
T07846 canna; uno zainetto contenente un numero imprecisato di cartucce di vario calibro;
una saldatrice, due flessibili per tagliare il ferro, una sega circolare per tagliare il legno, una
motosega elettrica e due motoseghe a motore, sottraendoli al legittimo proprietario e detentore.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto con violenza sulle cose.
Con la recidiva semplice per FORTUGNO Vincenzo (art. 99 co. 1 c.p.)
Con la recidiva specifica per MORO Teodoro (art. 99 co. 2 n. 1 c.p.)
Commesso in Reggio Calabria, tra il 7 e l’8.05.2012
CAPO L
CIRILLO IVANO ALESSIO, MURINA MASSIMO, PICCOLO MASSIMO, SURACE
OSVALDO
Delitto p. e p. dagli artt. 99, 110, 624 bis e 625 n. 2 c.p., perché, in concorso tra loro, nello
svolgimento dei compiti a ciascuno attribuiti in esecuzione del generico programma
delinquenziale di cui al capo A, PICCOLO Massimo quale compartecipe nella fase
organizzativa, gli altri tre quali concorrenti materiali nel reato, dopo essersi introdotti
nell’abitazione di BATTISTELLA Franca, rompendo il vetro della porta-finestra del salone, si
impossessavano di una fotocamera digitale marca YASHICA EZF12W, un anello in oro giallo
con pietra di colore azzurro, due spille in oro giallo, sottraendoli alla legittima proprietaria.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto con violenza sulle cose.
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Con la recidiva infraquinquennale per SURACE
Osvaldo (art. 99 co. 2 n. 2 c.p.)
Con la recidiva specifica per MURINA Massimo (art. 99 co. 2 n. 1 c.p.)
Commesso in Reggio Calabria, tra il 5 e il 7.05.2012
CAPO M
MURINA MASSIMO, PICCOLO MASSIMO
reato p. e p. dagli artt. 99, 110, 61 n. 2 e 624 c.p., perché, in concorso tra loro, al fine di commettere il reato di
cui al capo L [rectius N), n. d. e.], si impossessavano dell’autovettura BMW 320D, targata CW309TK di
proprietà di IERO Demetrio, sottraendola allo stesso.
Con la recidiva specifica per MURINA Massimo (art. 99 co. 2 n. 1 c.p.)
Commesso in Reggio Calabria, in epoca prossima e antecedente al 18.05.2012
CAPO N
MURINA MASSIMO, PICCOLO MASSIMO
Delitto p. e p. dagli artt. 99, 110, 629 c.p., perché, in concorso tra loro, con condotta
consistita nel minacciare a IELO Demetrio un male ingiusto e, segnatamente, la mancata
restituzione dell’autovettura BMW 320D targata CW309TK di sua proprietà, qualora non
avesse pagato € 3.000,00, costringendo la persona offesa a versare la somma indicata, si
procuravano ingiusto profitto con altrui danno.
Con la recidiva specifica per MURINA Massimo (art. 99 co. 2 n. 1 c.p.)
Commesso in Reggio Calabria, in epoca prossima al 18.05.2012
CAPO O
FORTUGNO VINCENZO, MORO TEODORO, ZAMPAGLIONE GIUSEPPE
Delitto p. e p. dagli artt. 110, 628 commi 1 e 3 n. 1, n. 2 e n. 3 bis c.p. perché, in concorso
tra loro e con un quarto soggetto non identificato, al fine di procurarsi un ingiusto profitto,
nello svolgimento dei compiti a ciascuno attribuiti in esecuzione del generico programma
delinquenziale di cui al capo A, con violenza consistita nell’immobilizzare MINNITI Paolo,
adagiandolo sul letto e ponendogli un cuscino sul viso esercitando una certa pressione, si
appropriavano di una banconota da € 50,00, di nr. 2 fucili da caccia, oro ed un assegno da €
1.500,00.
Con le aggravanti di aver commesso la minaccia in più persone riunite, ponendo la vittima in
stato di incapacità di agire ed in un luogo di privata dimora.
Con la recidiva semplice per FORTUGNO Vincenzo (art. 99 co. 1 c.p.)
Con la recidiva specifica per MORO Teodoro (art. 99 co. 2 n. 1 c.p.)
Commesso in Reggio Calabria, il 20.03.2012
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CAPO P
BATTAGLIA DOMENICO DEMETRIO
(in concorso con BERLINGERI Damiano Roberto, per il quale si è proceduto separatamente)
del delitto di cui agli artt. 81, 110, 624 bis commi 1 e 3 c.p. (in relazione all’art. 625 n. 7
c.p.) perché, in più occasioni, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, in concorso con
BERLINGERI Damiano Roberto, si introduceva nella villa formalmente intestata a GATTO
Paolo ma riconducibile a Luciano LO GIUDICE – sottoposta a sequestro penale nell’ambito
del proc. n. 3541/11 RGNR DDA – e sottraeva al custode-amministratore giudiziario un
ciclomotore YAMAHA 500, avente telaio JYASY031000024992, mobilia, elettrodomestici e
quanto altro specificato nella denuncia di furto sporta il 15.11.2011 dal custodeamministratore giudiziario.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto su cosa sottoposta a sequestro.
Commesso in Reggio Calabria, il 15.11.2011
CAPO Q
BATTAGLIA DOMENICO DEMETRIO
del reato p. e p. dall’art. 697 c.p. perché illegalmente deteneva, all’interno della propria abitazione, nr. 98
cartucce da caccia di diverso calibro e, all’interno di un capanno nella sua disponibilità, nr. 124 cartucce da
caccia di diverso calibro e nr. 4 proiettili per pistola cal. 7,65.
Accertato in Reggio Calabria, il 30.04.2012
CAPO R
QUATTRONE VITTORIO QUATTRONE FRANCESCO
del reato p. e p. dagli artt. 99, 110 e 648 C. p. perché, in concorso tra loro, non essendo
concorsi nei reati presupposti, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, acquistavano preziosi
in oro di provenienza delittuosa in quanto provento di furti e rapine aggravati. Nello specifico,
acquistavano da MURINA Massimo circa 27 grammi di oro rubato, al prezzo di € 24,00 al
grammo.
Con la recidiva specifica per QUATTRONE Vittorio (art. 99 co. 2 n. 1 c.p.)
Commesso in Croce Valanidi, il 30.04.2012
***
Vista la richiesta del P. M., depositata in data 21/2/2014, per l’applicazione, in relazione ai
reati di cui sopra (ad eccezione di quelli sub M) e sub Q), della misura della custodia cautelare in
carcere nei confronti di:
1. BATTAGLIA Domenico Demetrio,
2. BERLINGERI Damiano Roberto,
8
3. CILIONE Giovanni,
4. CIRILLO Ivano Alessio,
5. FORTUGNO Vincenzo,
6. MORO Teodoro,
7. MURINA Massimo,
8. PICCOLO Massimo,
9. QUATTRONE Francesco,
10. QUATTRONE Vittorio,
11. SURACE Osvaldo,
12. TRIPODI Carmelo,
13. ZAMPAGLIONE Giuseppe
O SSE R V A
A) LO SVILUPPO DELLE INDAGINI DI CUI AL PRESENTE PROCEDIMENTO.
La richiesta in esame rappresenta il primo approdo di una complessa attività
investigativa che, partendo dalle emergenze di diversi filoni investigativi, ha
consentito di delineare i tratti essenziali, allo stato noti, di un pericoloso
sodalizio criminale dedito alla commissione di reati contro il patrimonio, in
particolare rapine e furti in luoghi di privata dimora.
Rimane sullo sfondo, come si avrà modo di osservare, il collegamento (per vero
apprezzabile già da alcuni passaggi dell’informativa) di alcuni dei personaggi
coinvolti nelle vicende in esame con rilevanti figure della criminalità
organizzata, dalla quale non appare distante l’operato degli odierni indagati,
specie se si consideri l’elevata disponibilità e/o capacità di procurarsi armi da
costoro dimostrata.
Al fine di dare contezza della complessità del quadro investigativo portato alla
cognizione del requirente e, in particolare, dell’intersecarsi di vari procedimenti
che ha implementato, via via, il quadro indiziario che si è ritenuto di porre al
vaglio del decidente, appare opportuno riportare lo stralcio iniziale della richiesta
del P. M., nella parte in cui si osserva quanto segue:
“…
9
In data 5.04.2012, alle ore 9.30, personale della Stazione Carabinieri di Pellaro
procedeva all’arresto di BATTAGLIA Domenico Demetrio, nato a Reggio Calabria il
23.10.1963, in seguito alle risultanze della perquisizione effettuata a suo carico, presso
l’abitazione di residenza, sita in via Crocevia di Pellaro n. 30; ivi, i militari della Stazione
Carabinieri di Pellaro rinvenivano delle armi, illegalmente detenute e, soprattutto, una
scatola in cartone per biscotti di colore blu e giallo riportante la scritta “schoka lebkuchen
sterne herzen brezelen”, avvolta in una busta in cellophane di colore bianco, riposta su uno
scaffale sito in una stanza adibita a ripostiglio, contenente nr. 10 formelle di tritolo del
peso complessivo di 1.900 grammi, risalenti all’epoca bellica, di dimensioni originarie di
cm 6,7 x 5 x 4 circa cadauna, con su un lato il foro di alloggio per innesco e nr. 5 detonatori
modello “R41” ed “R42”, risalenti anch’essi all’epoca bellica.
Dai primi accertamenti effettuati sulla materia esplodente si stabiliva che il
materiale oggetto di ritrovamento era esplosivo di tipo tritolo.
Il BATTAGLIA veniva, quindi, dichiarato in stato di arresto e condotto presso la
Casa Circondariale di Palmi. In sede di interrogatorio di garanzia, innanzi al GIP, in merito
alla detenzione dell’esplosivo, l’arrestato forniva una versione dei fatti assolutamente
inverosimile, ritenuta tale dal GIP al punto che, oltre a convalidare l’arresto in flagranza,
applicava al predetto la misura cautelare della custodia in carcere.
Per questi fatti, BATTAGLIA Domenico Demetrio, imputato nel p.p. n. 2032/12
R.G.N.R., con sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti emessa in data
14.12.2012 (divenuta irrevocabile il 3.01.2013), veniva condannato alla pena di anni tre e
mesi dieci di reclusione, oltre € 7.111,00 di multa per i reati di cui agli artt. 1-7 e 2 l.
895/1967 ed art. 697 c.p.
L’arresto di BATTAGLIA Domenico Demetrio per detenzione di tritolo/TNT ad alto
potenziale riconosciuto dello stesso tipo di quello rinvenuto nelle stive della nave “LAURA
C”, affondata durante l’ultimo conflitto mondiale nei fondali antistanti Saline Joniche (RC),
forniva l’input per avviare le indagini volte ad individuare la provenienza del suddetto
materiale esplodente, indagini di cui in passato la Direzione Distrettuale Antimafia di
Codesta Procura si era occupata, ravvisandovi il coinvolgimento della criminalità
organizzata.
Veniva così iscritto il procedimento penale n. 2254/12 R.G.N.R./I DDA nei
confronti di ignoti, per il reato di cui agli artt. 1 l. 895/67 e 7 l. 203/91 e, in quell’ambito,
veniva avviata attività tecnica di intercettazione ambientale in carcere con riguardo a
BATTAGLIA Domenico Demetrio e di intercettazione telefonica dei soggetti gravitanti
nella sfera d’azione del BATTAGLIA.
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Dall’intercettazione dei colloqui in carcere emergeva il coinvolgimento, infatti,
attorno a questa vicenda, di altri personaggi, le identità dei quali, in parte, veniva svelata
grazie all’attività di intercettazione ambientale disposta nell’ambito di altri procedimenti
penali (procedimento penale n. 6637/10 R.G.N.R./I DDA relativo al duplice omicidio
CLEMENO/DASCOLA e procedimento penale n. 1872/12 R.G.N.R./I DDA relativo
all’omicidio MUNNO), in trattazione da parte del medesimo Nucleo Investigativo che si
occupava delle indagini nel p.p. n. 2254/12 R.G.N.R./I DDA.
Si coglie, pertanto, la correttezza della superiore premessa, laddove si intende
bene, dalle considerazioni del requirente, il peculiare (ma non sorprendente) dato
per cui diverse attività investigative condotte dal Nucleo Investigativo del
Comando Provinciale dei Carabinieri hanno permesso di svelare l’identità dei
soggetti intimamente legati al Battaglia e con costui impegnati nelle attività
delinquenziali in esame.
Si giustifica, pertanto, il procedere della richiesta nei termini che seguono:
Il raffronto degli elementi probatori emersi ed i successivi riscontri consentivano di
svelare l’esistenza di un’associazione a delinquere dedita al traffico di armi, esplosivo,
sostanze stupefacenti, rapine ed altro, i cui membri si sono evidenziati anche per la loro
contiguità alla più vasta organizzazione criminale denominata ‘ndrangheta, con specifico
riferimento alle cosche SERRAINO e FRANCO.
Per completezza, si riportano di seguito i colloqui in carcere di BATTAGLIA
Domenico Demetrio, dai quali sono stati tratti i primi spunti investigativi successivamente
compendiati nell’informativa n. 56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013, trasmessa dal Reparto
Operativo – Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria,
che, nel corso della presente trattazione, di volta in volta, verrà richiamata nelle parti di
interesse.
CAPITOLO I
I COLLOQUI IN CARCERE DI BATTAGLIA DOMENICO DEMETRIO
Il 7 aprile 2012, veniva disposta l’intercettazione 1 dei colloqui effettuati dal detenuto
BATTAGLIA Domenico Demetrio presso la Casa Circondariale di Palmi.
1
RIT. 756/12 DDA - P.P. 2254/12 R.G.N.R./I DDA.
11
Colloquio in carcere del 13.04.2012 (allegato 1)
In avvio di conversazione la moglie afferma che in settimana avrà dei soldi e che li darà
all’avvocato per le prime spese. BATTAGLIA appare sorpreso e chiede lumi: “Peppe è
venuto?”. La donna spiega che la moglie di Peppe è andata da lei per dirle che se ne
sarebbero occupati assieme a “Compare Rocco”. Continua affermando che la volta scorsa è
stata accompagnata al carcere da tale Evaristo. Nel proseguo della conversazione, BATTAGLIA
rappresenta ai congiunti di avere già in mente cosa fare una volta uscito dal penitenziario e
chiede alla moglie di preservare ad ogni costo un determinato sito, mostrandosi parecchio
preoccupato e innervosito dall’avere appreso che tale Filippo vi si sarebbe introdotto senza
dire nulla, per poi rasserenarsi ed esclamare “… Comunque la non è mio!”, come a voler
dire che quel posto non è di sua proprietà e/o comunque a lui non direttamente
riconducibile. Ritornando a discutere di Evaristo, SCHIAVONE Francesca dice al marito che
anche suo cognato Felice (di Evaristo) è detenuto nella stessa struttura. Il dialogo continua e
BATTAGLIA chiede di portare i saluti a tale “CIOK” (fonetico) ed in conclusione ribadisce alla
moglie di non consentire a nessuno di accedere all’interno del posto di cui hanno discusso
in precedenza.
Colloquio in carcere del 17.04.2012 (allegato 2)
BATTAGLIA ribadisce i suoi intenti vendicativi alla moglie, affermando che la sua reazione
sarà direttamente proporzionale al periodo di detenzione, nel senso che più starà dentro e
peggio sarà una volta uscito, riferendosi evidentemente a qualcuno che lo ha coinvolto nella
vicenda. La moglie lo informa che tale Stefano si era proposto di accompagnarla in carcere,
ma che il nipote Evaristo gli ha fortemente sconsigliato di accettare di essere accompagnato
da questi “anche Evaristo me lo ha detto”. BATTAGLIA la ammonisce a non accompagnarsi a
Stefano, perché convinto che vedendoli assieme qualcuno potrebbe collegare cose che non
devono essere collegate “digli a Stefano di starsi a casa sua!... digli a Stefano di stare alla
larga!..nommu ndi vidunu a corpu.. mu colleganu cosi chi non hannu a collegari”, pertanto
chiede di riferire a Stefano che suo zio “ha i cosi che gli pendono”, nel senso che è in grado di
gestire da solo la situazione. Successivamente la moglie lo rende edotto che Roberto è
andato da lei per chiederle se avesse bisogno di qualcosa e BATTAGLIA, fortemente
contrariato, esclama: “e non l’hai preso a calci nel sedere?”. La donna riferisce che Roberto
le ha chiesto di avere il “casco” e lei ha risposto di averlo buttato assieme a tutte le altre
cose. BATTAGLIA s’innervosisce e le dice che il casco non avrebbe dovuto buttarlo. Di contro
la donna precisa di aver riferito a Roberto che “tutto quello che c’era là dentro è stato
buttato via”. BATTAGLIA riafferma nuovamente di non permettere a nessuno di prendere i
suoi ferri e la moglie lo tranquillizza dicendogli che l’unico che domanda sempre se ci sono
novità è Filippo. La discussione continua e nel portare i saluti di un vicino di casa, SCHIAVONE
12
Francesca chiede al marito se effettivamente era a conoscenza di avere in casa l’esplosivo
“ma tu lo sapevi che ce li avevi?” - la risposta: “sìì! Ma dopo me ne sono ricordato”. In
conclusione discutono nuovamente del cognato di Evaristo, anche lui ristretto presso lo
stesso istituto in regime di alta sicurezza.
Colloquio in carcere del 20.04.2012 (allegato 3)
SCHIAVONE Francesca informa il marito che anche stavolta li ha accompagnati Evaristo,
mentre la figlia Jessica gli dice che Stefano ieri è andato da loro. BATTAGLIA, rivolgendosi ai
congiunti, chiede loro se il cognato di Evaristo si chiama Felice AVERSA o MAINA, in quanto
ha appreso che nel suo settore vi sono soltanto due detenuti col nome Felice. I familiari
ribadiscono che il Felice parente di Evaristo è detenuto in regime di alta sicurezza. La
discussione verte su di una comunicazione giunta alla SCHIAVONE, relativa ad una vettura
SUZUKI oggetto di sequestro. La donna chiede al marito dove si trovi questa Jeep e
BATTAGLIA le dice di rivolgersi a tale “CIOKMAN” (fonetico). Di seguito, BATTAGLIA dice di
riferire a Stefano che è stanco di averlo tra i piedi.
Colloquio in carcere del 27.04.2012 (allegato 4)
SCHIAVONE Francesca informa il marito della strategia difensiva adottata dal loro legale.
BATTAGLIA appare da subito molto sofferente, anche perché la moglie gli riferisce che non è
possibile fare il patteggiamento. BATTAGLIA le chiede se qualcuno è stato da lei e la donna
lascia intendere che è andato nuovamente Stefano, al quale lei ha detto di non andare più,
perché il marito, al colloquio precedente, le aveva chiesto di riferirgli questa cosa. La donna
riferisce al marito che Stefano gli consigliato di disfarsi di un motorino custodito all’interno
della baracca. BATTAGLIA chiede inoltre alla moglie se ha aperto là sotto, facendo evidente
riferimento a quel posto di cui aveva parlato nel primo colloquio del 13 aprile. La donna
ribadisce di non averlo fatto, perché ha paura solamente ad andarci là sotto.
Colloquio in carcere del 04.05.2012 (allegato 5)
SCHIAVONE Francesca informa il marito della perquisizione condotta dai CARABINIERI e del
rinvenimento dello scooter TMAX, nonché dell’intervento da parte dei tecnici ENEL per il
ripristino dello status dei luoghi, relativamente alla fornitura di energia elettrica.
BATTAGLIA appare ovviamente stupito ed esclama: “chi cazzo gli ha detto di aprire là?”.
Nel proseguo del discorso, BATTAGLIA dice alla moglie di mandare suo “nipote là sopra” per
riscuotere i soldi che gli devono.
Colloquio in carcere del 08.05.2012 (allegato 6)
BATTAGLIA, dopo avere chiesto alla moglie se i Carabinieri sono nuovamente andati da loro,
le ordina di recarsi da “Peppe ZAMPA”, per riferirgli di aggiungere nel suo collegio di difesa
13
anche quell’avvocato donna che lui conosce. Nel proseguo del discorso chiede alla moglie se
“qualcuno” si sia fatto vedere più a casa e se il nipote stia ancora andando da loro ed
esclama: “… guarda quel giorno del 30 è da allora che penso qua dentro (con la mano indica
la fronte)… ”, come a voler dire che ritiene il nipote uno dei responsabili dei suoi problemi
(ndr riferito al suo stato di detenzione). La donna gli risponde che nessuno è più andato da
loro in quanto era stata proprio lei che, facendosi portavoce del volere del marito, aveva
detto loro di non farsi più vedere.
Nel corso delle indagini scaturite dal rinvenimento dell’esplosivo, sulla base degli
elementi raccolti con l’attività tecnica di intercettazione sopra riportata, in data
30.04.2012, personale della Stazione Carabinieri di Pellaro, unitamente a personale della
Seconda Sezione del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo del Comando Provinciale
Carabinieri di Reggio Calabria, effettuava una nuova perquisizione domiciliare presso
l’abitazione del BATTAGLIA 2, perquisizione estesa anche ad un capanno di costruzione
artigianale pertinente l’abitazione in uso al predetto, ubicato a circa 15 metri di distanza
dalla stessa: si trattava del sito che il detenuto chiedeva alla moglie di preservare
assolutamente (cfr. colloquio in carcere del 13.04.2012).
La ragione di tale richiesta la si comprendeva alla luce di quello che veniva
rinvenuto nel corso della perquisizione del 30.04.2012: all’interno dell’abitazione, in un
fustello di plastica sito in un locale adibito a ripostiglio, venivano rinvenute nr. 98 cartucce
da caccia di diverso calibro, mentre nel capanno venivano trovati:
1.
124 cartucce da caccia di diverso calibro;
2.
4 proiettili per pistola cal. 7.65;
3.
5 coltelli di diversa misura e materiale;
4.
diversi monili, preziosi ed orologi;
5.
tre agende personali di BATTAGLIA Domenico Demetrio e della documentazione che
permetteva di attribuire in maniera inequivocabile la disponibilità del luogo allo stesso
BATTAGLIA.
Sempre all’interno del capanno venivano rinvenuti:
1.
una targa per motociclo;
2.
tre libretti tecnici ed un libretto della garanzia del motociclo YAMAHA TMAX
targato CV48115,
3.
2
una ricevuta fiscale per un intervento di manutenzione sul mezzo in questione.
Allegato 27 capitolo 3.
14
Accanto al capanno, in un’area recintata con dei paletti in ferro e della rete
metallica, alla quale si accede attraverso un cancelletto in ferro che, al momento della
perquisizione, si presentava chiuso con un passante metallico, veniva rinvenuto, coperto da
un telone di colore verde, uno scooter YAMAHA TMAX di colore amaranto 3, privo di
targa e con evidenti segni di effrazione al gruppo chiave. In virtù del materiale recuperato
all’interno del capanno, considerato che la targa CV48115 poteva essere attribuita con
buona probabilità al mezzo in argomento, veniva effettuato un accertamento in Banca Dati
che consentiva di stabilire che la targa era associata al n. di telaio JYASY031000024992,
corrispondente al motociclo YAMAHA 500, intestato a MOGAVERO Vincenza 4.
Emergeva, inoltre, che, il 15.11.2011, l’Arch. Antonia TAMIRO 5, nella qualità di custode amministratore giudiziario nel procedimento n. 3541/11 R.G.N.R. DDA - 3704/11 RG GIP
DDA, a carico della cosca LO GIUDICE, ne aveva denunciato il furto, essendo il mezzo
custodito all’interno della villa ubicata in località Loggia di Pellaro, anch’essa posta sotto
sequestro nell’ambito del medesimo procedimento penale.
Durante le fasi del controllo, si constatava che all’interno del capanno vi erano delle
prese di corrente alle quali erano attaccati alcuni attrezzi da lavoro, pertanto, veniva
richiesto l’intervento di una squadra ENEL per verificare se vi fosse stato un allaccio
abusivo alla rete elettrica. I tecnici ENEL riscontravano effettivamente l’irregolarità,
redigendo apposito verbale di verifica con cui fornivano dettagliate indicazioni circa la
realizzazione dell’impianto abusivo che serviva il capanno.
Successivamente, in fase di sommarie informazioni, SCHIAVONE Francesca
dichiarava che quella baracca era nella disponibilità esclusiva del marito.
Dalle risultanze investigative fin qui evidenziate, emergeva l’evidente responsabilità
di BATTAGLIA Domenico Demetrio in ordine ad una serie di altri reati, oltre quello per il
quale era stato tratto in arresto, fra i quali: la ricettazione (originariamente ipotizzata) del
TMAX, nonché di altri oggetti provento di furto e/o rapina 6, il furto di energia elettrica 7,
detenzione abusiva di munizioni (CAPI P e Q).
3
Si veda in proposito il progressivo 600 (allegato 4 capitolo 3), quando si parla di uno scooter TMAX custodito
sotto casa di BATTAGLIA.
4
Nata a Scilla il 01.12.1976, convivente di LO GIUDICE Luciano, nato a Reggio Calabria il 19.07.1974,
fratello di Antonino “Nino” LO GIUDICE alias “Il Nano”, tratta in arresto nell’ambito delle indagini a carico
del clan LO GIUDICE”.
5
Nata a Villa San Giovanni il 23.04.1967.
6
Per tali ipotesi di reato è stato iscritto a carico di BATTAGLIA Domenico Demetrio il proc. pen. n. 5880/12
R.G.N.R.
7
Per il quale si è proceduto separatamente nell’ambito del proc. pen. n. 2757/12 R.G.N.R.
15
Nel prosieguo delle indagini svolte nell’ambito del procedimento n. 2254/12
R.G.N.R./I DDA e di quelle effettuate nell’ambito del procedimento n. 5881/12 R.G.N.R. a
carico di BERLINGERI Damiano Roberto, emergerà che la detenzione del TMAX e degli
altri oggetti riconducibili a furti e rapine non era dovuta alla ricettazione, bensì al fatto di
essere stato, BATTAGLIA Domenico Demetrio, coautore dei furti e delle rapine, in
concorso con il BERLINGERI e con altri soggetti di cui appresso si dirà.
…”
Le conversazioni captate in occasione dei colloqui in carcere fra il Battaglia ed
i suoi familiari permettono, dunque, di cogliere chiari riferimenti ad alcuni dei
partecipi all’associazione ipotizzata al capo A).
E, infatti, discutendo delle problematiche connesse al timore per quanto si
trovava all’interno del capanno nella disponibilità del Battaglia, si apprende
della presenza, nei suoi pressi, di un motorino, di cui, evidentemente per la sua
illecita provenienza, occorreva disfarsi ed in relazione al quale si coglierà la
corresponsabilità del prevenuto unitamente al Berlingeri Damiano Roberto.
La situazione detentiva del Battaglia era, per costui, fonte di sofferenza, al
punto che impartiva alla moglie direttive onde recarsi dallo Zampaglione per
chiedergli di aggiungere un legale al suo collegio difensivo: si comprende,
pertanto, il vincolo di solidarietà criminale esistente fra costoro, con lo
Zampaglione (Peppe Zampa) che si doveva prodigare per le strategie
difensive del sodale.
Emerge, ancora, il riferimento ad altro partecipe,
successivamente identificato in Cilione Giovanni (vd. infra).
tale
Ciok,
Se il quadro generale delle risultanze investigative che hanno consentito di
individuare alcuni degli episodi delittuosi per cui si procede e di identificarne i
responsabili è efficacemente rappresentato nell’informativa n. 56/4-9 di prot.
del 15 febbraio 2013, stilata dal Reparto Operativo – Nucleo Investigativo
del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, e negli ulteriori
atti posti a sostegno della richiesta, nel prosieguo della presente ordinanza
verrà seguito lo schema adoperato dal P. M. nell’atto di impulso cautelare, che,
oltre ad aver sintetizzato ed esaminato criticamente, ed in maniera dettagliata, le
risultanze investigative, ricostruisce, in maniera ordinata e con consequenzialità
logica, le diverse ipotesi di reato individuabili quali delitti – fine del sodalizio e,
infine, l’esistenza del costituto associativo ed il ruolo in esso rivestito dai diversi
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indagati, così come gli elementi di prova acquisiti a carico di chi del medesimo,
allo stato, non è ritenuto partecipe.
È, dunque, questa la traccia che verrà seguita al fine di verificare la fondatezza
dell’impostazione accusatoria e, seguendo lo schema indicato dal P. M. nella
richiesta, se ne riporteranno, di seguito, ampi stralci, con alcuni commenti dal
decidente ritenuti utili, per la rilevanza degli elementi illustrati, ai fini del
giudizio inerente la gravità indiziaria.
Si passerà, poi, all’esame dei vari dati di prova attinenti alle singole rapine e/o
altri delitti – fine, con le conclusioni del G. I. P. in ordine alla posizione dei
diversi indagati attinti dalle relative contestazioni.
Verrà, quindi, affrontato il profilo della conferma dell’ipotesi d’accusa
inerente la sussistenza della compagine associativa e saranno, infine, individuati,
attraverso brevi riflessioni, i ruoli in essa rivestiti dai diversi indagati.
Da ultimo, verranno esposte le esigenze cautelari reputate esistenti nei
confronti di coloro i quali siano stati considerati attinti dai gravi indizi di
colpevolezza.
B) CENNI AI CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI ELEMENTI DI PROVA.
Appare, tuttavia, opportuno affrontare, da subito, la questione inerente i
criteri di valutazione del materiale indiziario, come detto fondato, in primis,
sugli esiti di intercettazioni di comunicazioni e conversazioni tra presenti captate
in occasione dei colloqui intrattenuti in carcere dal Battaglia e delle
conversazioni che hanno impegnato, a bordo delle autovetture a loro in uso,
alcuni degli indagati.
Non trascurabile, poi, è l’esito del monitoraggio delle conversazioni
telefoniche intervenute tra gli indagati.
A tal riguardo, si riportano alcuni principi generali, certamente condivisibili,
con riferimento ai criteri da utilizzare allorquando il materiale investigativo sia
costituito, come nel caso di specie, da intercettazioni.
17
La peculiare natura del dato probatorio in questione impone osservazioni e
precisazioni che possono rilevare ai fini dell’apprezzamento del mezzo di
indagine, in relazione agli aspetti:
1) dell’identificazione degli interlocutori;
2) dell’intelligenza del contenuto delle conversazioni captate;
3) della valutazione, sotto il profilo argomentativo e probatorio, delle
stesse.
Quanto al primo aspetto, inerente la identificazione degli interlocutori, i
risultati conseguiti nelle indagini sono stati generalmente assicurati in termini di
sicura affidabilità, atteso che trattasi, anzitutto, di captazioni operate in
occasione di colloqui in carcere, con soggetti ammessi agli stessi e, pertanto,
previamente identificati.
Si hanno, poi, conversazioni captate all’interno delle autovetture nella
disponibilità degli indagati, con sicura identificazione di costoro, oltre che
degli altri soggetti che, via via, si trovavano a bordo dei veicoli o erano oggetto
dei riferimenti effettuati nel corso delle conversazioni ivi tenute.
Quanto alle intercettazioni telefoniche, infine, si è pervenuti all’identificazione
degli interlocutori grazie alla disponibilità delle utenze intercettate da parte
degli indagati (trattandosi di utenze telefoniche comunque risultate in uso ai
soggetti monitorati), alle notizie fornite (circa l’identità degli interlocutori)
dagli stessi conversanti, nonché attraverso le investigazioni svolte dalla P. G.,
di guisa che possibili dubbi sull’identificazione sono, via via, venuti meno. Deve,
poi, considerarsi che la P. G., a seguito della lunga attività d’ascolto, ha
sicuramente avuto modo di riconoscere i soggetti conversanti, attribuendo,
pertanto, la voce ad un individuo ben determinato anche sulla scorta di tale
esperienza tractu temporis maturata, che assume un valore di estrema rilevanza
se si considera che è compiuta da soggetti “a contatto” quasi quotidiano, per
ragioni di servizio, con gli indagati.
Quanto precede, come si anticipava, evidenzia, in linea generale, l’affidabilità
delle indicazioni offerte dagli inquirenti circa i dati investigativi che hanno
portato all’identificazione degli interlocutori delle diverse conversazioni
captate nelle persone degli odierni indagati.
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Si richiama, a definitiva conferma di quanto sopra, il contenuto
dell’ infor mativa e, in particolare, delle schede personali alla stessa allegate
(ff. da 1 a 264), che danno contezza dei criteri adoperati dagli investigatori al
fine di pervenire all’identificazione dei singoli indagati.
Passando al secondo profilo segnalato, ovvero quello inerente la ermeneutica
delle conversazioni, occorre osservare che sono chiaramente comprensibili le
indicazioni offerte nelle dichiarazioni rese sia nei dialoghi intrattenuti in
carcere dal Battaglia, il cui contenuto riservato o non esplicito è stato facilmente
sviscerato, sia nelle conversazioni intrattenute presso le autovetture in uso agli
indagati.
Si tratta, infatti, con tutta evidenza, di dialoghi che hanno ad oggetto le
vicende di cui al presente procedimento ed una serie di commenti che
attengono non solo alle varie condotte delittuose ma anche, in sostanza, alle
dinamiche ed ai ruoli dei singoli nella compagine associativa.
Quanto, invece, ai dialoghi telefonici, le precauzioni adoperate dai conversanti
hanno talora determinato l’uso di locuzioni verbali che possono apparire
avulse dal contesto reale cui si riferisce il dialogo: in questi casi, l’utilizzo di
perifrasi va ricondotto, in base al principio della comune esperienza e secondo
criteri di stretta coerenza logica e cronologica, all’uso convenzionale di un
linguaggio allusivo, il cui senso, nel contesto delle indagini, non appare
altrimenti giustificabile se non in relazione alle illecite attività oggetto di
procedimento.
Si pensi, ad esempio, all’uso del termine mangiata (o di suoi sinonimi) per
indicare, nelle comunicazioni fra i sodali, la prossima esecuzione di condotte
delittuose.
Circa, infine, i criteri interpretativi che consentono di individuare la
valenza probatoria delle conversazioni intercettate, ovvero la “credibilità”
delle affermazioni intercettate, occorre evidenziare come la giurisprudenza di
legittimità distingua quelle totalmente auto-accusatorie, quelle parzialmente
auto-accusatorie e quelle totalmente etero-accusatorie.
Le intercettazioni auto-accusatorie sono tali in quanto è lo stesso
conversante che, esplicitamente od implicitamente, accusa se stesso di aver
commesso un dato reato, sicché le affermazioni pronunciate dall’imputato o
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dall’indagato “contra se” equivalgono ad una sorta di confessione extragiudiziale
e, pertanto, “hanno integrale valenza probatoria” (cfr. Cassazione, Sezione 6^,
n. 27656 del 9.7.2001, CORSO G. ed altri). La Suprema Corte, a proposito della
valenza probatoria delle intercettazioni auto-accusatorie, ha, altresì, sottolineato
che “in materia di intercettazioni telefoniche non trovano applicazione gli artt. 62 e 63 c. p. p.,
in quanto le ammissioni di circostanze indizianti, fatte spontaneamente dall’indagato nel
corso di una conversazione telefonica, la cui intercettazione sia stata ritualmente autorizzata,
non sono assimilabili alle dichiarazioni da lui rese del corso dell’interrogatorio dinanzi
all’Autorità giudiziaria od a quello di polizia giudiziaria, né le registrazioni ed i verbali delle
conversazioni telefoniche sono riconducibili alle testimonianze de relato sulle dichiarazioni
dell’indagato, in quanto integrano la riproduzione fonica o scritta delle dichiarazioni stesse di
cui rendono in modo immediato e senza fraintendimenti il contenuto” (cfr. Cassazione,
Sezione 6^, n. 31739 del 28.7.2003, Corteggiano ed altri).
Le intercettazioni parzialmente auto-accusatorie sono, invece, quelle nel
corso delle quali uno dei conversanti accusa sé di avere commesso un dato
reato, in concorso con un terzo del tutto estraneo alla conversazione.
Tali conversazioni possono, in linea di principio, costituire prova diretta della
responsabilità, senza bisogno di ulteriori elementi di conferma, ma, essendo
coinvolto un terzo estraneo alla conversazione, la loro valutazione deve avvenire
con particolare rigore.
Infine, le intercettazioni totalmente etero-accusatorie sono quelle nel cui
ambito uno od entrambi i conversanti accusano un terzo di avere commesso
un determinato reato. In relazione a tali intercettazioni la Corte di Cassazione
ha, in più occasioni, sottolineato che “… nel caso di generiche affermazioni fatte da
terze persone nel corso di conversazioni alle quali non è partecipe l’indagato, è necessario che
esse trovino riscontro in altri elementi di supporto che integrino con riferimenti specifici la
genericità dell’accusa …” (Cassazione, Sezione 1^, n. 6234 del 2.11.2000,
Zavettieri; n. 6232 del 2.11.2000, Primerano).
Andranno distinti, ovviamente, i casi in cui la dichiarazione etero –
accusatoria si sia risolta in una scarna ed isolata affermazione da quelli in cui sia
stato possibile valutare compiutamente un complesso di dichiarazioni (o di
elementi di conferma) che si integrano, si raccordano e si riscontrano tra loro,
disvelando un compiuto quadro probatorio.
La necessità di valutare con la dovuta attenzione le dichiarazioni etero –
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accusatorie, peraltro, non deve far ritenere indispensabile l’acquisizione di
riscontri estrinseci ed intrinseci, richiesti dal legislatore nell’ipotesi di chiamata
in correità, prevista dall’art. 192, terzo comma, C. p. p., come, del resto, ha
pacificamente chiarito e ribadito anche recente giurisprudenza di legittimità,
osservando che: “il contenuto di una intercettazione, anche quando si risolva in una
precisa accusa in danno di terza persona, indicata come concorrente in un reato alla cui
consumazione anche uno degli interlocutori dichiara di aver partecipato, non è in alcun
modo equiparabile alla chiamata in correità e pertanto, se va anch'esso attentamente
interpretato sul piano logico e valutato su quello probatorio, non è però soggetto, nella predetta
valutazione, ai canoni di cui all'art. 192, comma terzo, cod. proc. pen.” (Cassazione, Sezione
4, sentenza n. 35860 del 28.9.06, DELLA VENTURA; negli stessi termini: Cassazione Penale,
Sezione V ^, n. 13614 del 19.1.2001, PRIMERANO; Cassazione Penale, Sezione V ^, n.
38413 del 9.10.2003, ALVARO ed altri; Cassazione Penale, Sezione V ^, n. 603 del
13.1.2004, GRANDE ARACRI; Cassazione Penale, Sezione I ^, n. 1683 del 21.1.2004,
BARILLA’ ed altri).
Particolarmente interessante risulta la parte della motivazione della sentenza n.
603 del 14.10.03, sopra citata, in cui la Corte spiega, in maniera chiarissima, le
ragioni per le quali una dichiarazione etero-accusatoria intercettata non è in alcun
modo equiparabile alla chiamata in correità: “Non è fondata la tesi - secondo motivo di
impugnazione - secondo la quale le parole dei conversanti debbano essere suffragate da altri
elementi ai sensi dell'articolo 192 comma 3^ c.p.p.. La parificazione tra conversanti e
chiamanti in correità è, infatti, improponibile. Il chiamante in correità è persona che
interrogata da un giudice o da un ufficiale di polizia giudiziaria accusa altre persone di
avere commesso reati. Si tratta di una situazione di indubbia delicatezza, perché molte
possono essere le motivazioni che spingano una persona ad indicare altri come autori di
un reato e non si può, quindi, escludere che ciò venga fatto a scopo di calunnia. La
situazione si è resa ancora più delicata da quando le norme tese a favorire il c.d. fenomeno del
pentitismo hanno previsto misure premiali anche consistenti per chi, pur autore di gravi delitti,
decida di collaborare con gli organi di giustizia. Queste sono senz'altro indicazioni assai
preziose che più volte hanno consentito di individuare gli autori di gravissimi delitti rimasti
impuniti per molti anni. È evidente, però, specialmente quando i collaboranti provengano da
ambienti di criminalità organizzata, la necessità di una valutazione attenta e prudente di tali
prove. Ed è per tale ragione che il legislatore, pur non mettendo in dubbio il principio del
libero convincimento del giudice e pur non volendo introdurre nel processo penale forme di
prova legale, ha ritenuto di dettare precisi criteri di valutazione di prove siffatte che sono
quelli indicati dall'articolo 192 comma 3^ C. p. p.. La giurisprudenza di legittimità, sensibile
alla complessa problematica, ha poi, in applicazione della norma citata, ulteriormente
precisato detti criteri, che impongono ai giudici una prudente valutazione di tali prove.Il
discorso fatto non vale ovviamente per i c. d. conversanti. In questo caso, infatti, si tratta
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di persone che non scelgono deliberatamente di accusare qualcuno all'Autorità
Giudiziaria, ma di persone, che, non sapendo che le loro conversazioni sono intercettate,
parlano liberamente di vari argomenti, spesso anche irrilevanti ai fini del processo per il
quale è stata disposta la intercettazione. Tra le tante questioni discusse capita, quando
vengano intercettate conversazioni di persone appartenenti ad organizzazioni criminali, che i
soggetti intercettati discutano di problemi di lavoro, come del resto capita di fare a molte
donne c.d. uomini, ovvero di imprese criminali già realizzate o da porre in essere e dei soggetti
che hanno compiuto reati e con i quali loro siano in contatto. La differenza tra le due
categorie di persone - collaboratori di giustizia e conversanti - appare del tutto evidente,
perché nel caso dei conversanti non vi è alcuna consapevolezza di accusare qualcuno e
l'intento di chi parla non è quello di accusare, ma essenzialmente quello di scambiare
libere opinioni con un sodale. È allora evidente che tutte le riserve e tutte le prudenze
necessarie per valutare la genuinità delle dichiarazioni del collaboranti non sussistono
quando si tratta di conversazioni intercettate, perché in siffatte situazioni la spontaneità
e la genuinità sono più semplici da accertare. Una volta accertato che i conversanti non
sanno di essere intercettati, infatti, i criteri da utilizzare per la valutazione della prova
sono quelli ordinari e non può farsi riferimento ai criteri indicati dall'articolo 192
comma 3^ c. p. p... Del resto la Suprema Corte ha già chiarito che il contenuto di una
intercettazione, anche quando si risolva in una precisa accusa in danno di una terza
persona, indicata come concorrente in un reato alla cui consumazione anche uno degli
interlocutori dichiara di avere partecipato, non è in alcun modo equiparabile alla
chiamata in correità e pertanto, se va anche esso attentamente interpretato sul piano
logico e valutato su quello probatorio, non va però soggetto, nella predetta valutazione, ai
canoni di cui all'articolo 192 comma 3^ c. p. p. (così Cass. Pen. 19 gennaio 1991,
Primerano, CED 218392; Cass. Pen. 2 aprile 1992, Filice, in Cass. Pen. 93, 2590; Cass. Pen. 3
maggio 2001, Corso, in CED 220227, che ha sostenuto che le dichiarazioni, captate nel corso
di attività di intercettazione regolarmente autorizzata, con le quali un soggetto si accusa della
commissione di reati, hanno integrale valenza probatoria)”.
Nel caso in esame si reputa opportuno evidenziare che le c. d. dichiarazioni
auto-accusatorie intercettate (rivelatesi, nella specie, intrinsecamente attendibili
e logicamente credibili) non necessiterebbero di alcun elemento di riscontro o di
conferma, che pure spesso in concreto è stato acquisito.
Rimandando le valutazioni specifiche al prosieguo, basti osservare come, per
gli indagati che siano stati direttamente intercettati, le rispettive dichiarazioni
costituiscano elementi di sostanziale ammissione di responsabilità circa
l’inserimento nel contesto delinquenziale dedito alla commissione di rapine e
di furti in appartamento delineato dalle indagini.
Va, poi, osservato che non é emersa ragione alcuna per ritenere che le
22
dichiarazioni auto – accusatorie registrate fossero oggetto di invenzione o
fantasia, tenuto anche conto dell’assoluta delicatezza ed importanza delle
questioni oggetto dei dialoghi. Né, nelle dichiarazioni in esame, è dato rinvenire
elementi sintomatici di millanteria da parte dei conversanti che narravano delle
loro efferate imprese criminose.
Quanto alle dichiarazioni parzialmente auto – accusatorie (pure in
abbondanza rinvenute nel presente procedimento), la valutazione delle stesse,
sebbene rigorosa, ha condotto ad identiche conclusioni in termini di attendibilità
e logica credibilità.
Circa, infine, le dichiarazioni etero – accusatorie, é evidente che queste
abbiano una maggiore e più pregnante valenza probatoria soprattutto quando la
fonte conoscitiva del soggetto conversante sia diretta e, nel procedimento in
esame, le dichiarazioni etero – accusatorie provengono da stretti congiunti degli
accusati (si pensi, ad esempio, alle conversazioni del Battaglia con i familiari) o,
comunque, da soggetti tra di essi intimamente collegati (si pensi alle
conversazioni tra gli indagati che chiamano in causa altri sodali in relazione a
talune delle condotte delittuose – il riferimento, in particolare, è al contenuto
della lunga conversazione ambientale del 17/4/2012 –), cioè da individui che non
avrebbero avuto alcun motivo per rendere dichiarazioni di tipo accusatorio nei
confronti di persone vicine in relazione a fatti penalmente rilevanti ove questi
non fossero stati veri.
Ebbene, a conferma della corretta interpretazione delle conversazioni
intercettate, specie quelle parzialmente auto-accusatorie ed etero-accusatorie,
elemento di riscontro oggettivo esterno all’interpretazione del reale
contenuto delle conversazioni ambientali (siccome di quelle telefoniche)
intercettate nel senso prospettato dagli inquirenti è costituito dalle risultanze
delle indagini di P. G., consistite in una minuziosa opera di analisi dei tabulati
telefonici degli indagati (che ha permesso di accertare la loro localizzazione al
momento delle condotte delittuose oggetto di contestazione, e, dunque, di
verificarne la corrispondenza ai dati indiziari rivenienti dalle intercettazioni), nel
confronto fra il contenuto dei dialoghi e le dichiarazioni rese dalle persone
offese all’atto delle denunzie sporte in occasione delle diverse rapine, in ulteriori
attività di indagine esperite, come individuazioni di cose o acquisizioni
documentali.
23
Definitiva conferma della correttezza dell’interpretazione dei dialoghi oggetto
di intercettazione, in ogni caso, è venuta dalla circostanza che, proprio
monitorando alcuni dei protagonisti delle vicende per cui si procede, si è
pervenuti all’arresto del Moro, dello Zampaglione e del Fortugno nella
flagranza del furto in danno del Canale Antonio.
E, pertanto, sicuro affidamento può farsi sulle emergenze della disamina dei
dati del traffico telefonico, confermativi – in più di un’occasione – della
ricostruzione delle responsabilità dei singoli che emergeva dalle dichiarazioni
rese dagli indagati nei dialoghi captati in ambientale. Si rammenti, d’altronde,
come i dati emergenti dai tabulati telefonici relativi a conversazioni intercorse tra
apparecchi di telefonia mobile in uso a soggetti (nella specie chiamati in correità) ben
possono costituire elemento di riscontro esterno individualizzante alle
dichiarazioni accusatorie (nella specie provenienti dal chiamante), in assenza di
plausibili spiegazioni alternative dei contatti avuti tra essi in luoghi e momenti
significativi ai fini dell'accertamento del reato (cfr. Cassazione, Sez. 1,
Sentenza n. 29383 del 24/06/2009 Ud. (dep. 16/07/2009) Rv. 244303).
Parimenti dicasi per le risultanze delle dichiarazioni rese dalle persone offese
dei vari reati, che si connotano (partendo, peraltro, dal presupposto che trattasi di
denunce e/o querele sporte, quasi sempre, a carico di ignoti) per la sicura
credibilità intrinseca ed estrinseca, potendosi apprezzare la spontaneità del
narrato, la precisione e la coerenza logica dello stesso e, in particolare, l’assenza
di qualsivoglia dato da cui inferire malanimo o, peggio, intenti calunniatori nei
confronti delle persone che si sono, alfine, rivelate sospettate della commissione
dei gravi delitti in loro danno. E, d’altronde, a tal riguardo, occorre rammentare
che, fra le tante, Cassazione, Sezione 2^, Sentenza n. 770 del 28/11/2007,
dep. 9/1/2008, Rv. 239499, evidenzia che, in tema di misure cautelari personali,
nella valutazione delle dichiarazioni della persona offesa non si applica la regola
della necessaria presenza di riscontri esterni, dal momento che esse hanno natura
indiziaria soltanto nel senso che concorrono alla formazione di un giudizio di
probabilità di colpevolezza e non anche che si differenziano concettualmente
dalle prove. Cassazione, Sezione 5^, sentenza n. 27774 del 26/4/2010,
dep.16/7/2010, Rv. 247883, ribadisce, poi, che, in tema di misure cautelari
personali, le dichiarazioni accusatorie della persona offesa, ancorché costituita
parte civile, possono integrare i gravi indizi necessari per l'applicazione della
24
custodia cautelare in carcere, senza necessità di riscontri oggettivi esterni ai fini
della valutazione di attendibilità estrinseca.
I dati investigativi che si esamineranno, complessivamente presi in
considerazione, dunque, ben testimoniano come il complesso indiziario sia
perfettamente coerente alle ipotesi formulate dagli inquirenti nella disamina ed
esegesi dei contenuti dialogici registrati. Il giudizio, pertanto, è di massima
affidabilità e valenza indiziaria, non emergendo, ripetesi, effettive ragioni di
calunnia o millanteria. Si tratta, perciò, di acquisizioni probatorie
particolarmente credibili, indicative e concludenti, generalmente suscettive di
fornire una ricostruzione degli eventi in maniera aderente ai reali accadimenti.
Tali apparendo, in generale, i principi cui richiamarsi nella valutazione del
materiale captativo e degli ulteriori elementi di prova, conclusivamente si
osserva che, nel caso di specie, non può prescindersi dalla preliminare
considerazione che l’indagine che ne occupa si caratterizza per la prevalenza
delle dichiarazioni auto-indizianti e parzialmente auto-accusatorie, rese
dagli stessi indagati, coinvolti in prima persona nelle rapine e negli ulteriori
delitti contro il patrimonio, e, pertanto, si pongono limitati problemi di
valutazione degli indizi indicati dall’accusa, offrendo le conversazioni un
compiuto quadro dei reati oggetto d’indagine. Le dichiarazioni in questione
possono ritenersi, con tutta evidenza, dotate di genuinità ed attendibilità
intrinseca, peculiarmente perché non inficiate da millanteria o da intenti
calunniatori e perché provenienti da fonte conoscitiva diretta, ossia da soggetti
facenti parte della stessa struttura illecita o da individui ai primi strettamente
collegati.
Nei casi in cui sono emerse dichiarazioni di natura etero – accusatoria, invece,
elementi di conferma del contenuto dei dialoghi nel senso ipotizzato dagli
inquirenti sono venuti o da ulteriori conversazioni che hanno visto direttamente
interloquire il soggetto di cui i terzi parlavano o da dati di riscontro provenienti
da ulteriori conversazioni captate e, in ogni caso, dalla complessiva attività
d’indagine della P. G., che ha sviscerato, come si anticipava, non solo i dati
tecnici connessi alla localizzazione degli apparati cellulari o dei veicoli in uso
agli indagati, ma ha operato anche un raffronto fra quanto colto dalle
dichiarazioni dei soggetti intercettati e le informazioni rese agli investigatori
dalle vittime dei reati.
25
C) LE SINGOLE FATTISPECIE DI REATO.
Si passa, pertanto, di seguito, ad indicare il materiale indiziario riportato nella
richiesta con riferimento ai singoli fatti di reato in contestazione nel presente
procedimento e ad una fattispecie, già oggetto di giudizio di merito, pure
riconducibile al costituto associativo di cui al capo A).
C) 1: IL CAPO B)
Nella richiesta del P. M. si evidenzia, in merito alla rapina compiuta in danno di
VADALA’ Caterina e di VADALA’ Antonia, oggetto della provvisoria
imputazione di cui al capo B), quanto segue:
“…
2.1 LA RAPINA COMMESSA AI DANNI DI VADALÁ CATERINA E VADALÁ ANTONIA
MARGHERITA IL 17 APRILE 2012 (CAPO B)
Dall’informativa n. 56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013, trasmessa dal Reparto
Operativo – Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria:
CAPITOLO II
LA RAPINA A CARDETO DEL 17 APRILE 2012
Questo Nucleo sta svolgendo indagini nell’ambito del Proc. Pen. 1872/2012 DDA, trattato dal
Dott. Giuseppe LOMBARDO e dalla Dr.ssa Antonella CRISAFULLI, ed instaurato a seguito
all’omicidio di MUNNO Paolo 8, avvenuto a Reggio Calabria il 24 marzo 2012. Tra le attività
poste in essere in quel procedimento, è stata disposta l’intercettazione ambientale 9, con
rilevamento satellitare, delle comunicazioni all’interno della vettura FIAT Palio targata
BG088CS, intestata a PICCOLO Massimo 10, ed in uso a MURINA Massimo 11.
In data 17 aprile 2012, su detta autovettura si registrano diverse conversazioni dalle quali è
possibile evincere, in maniera lapalissiana, che MURINA Massimo 12, con la complicità di
PICCOLO Massimo 13, ZAMPAGLIONE Giuseppe 14 e MORO Teodoro 15, hanno portato a
8
9
10
11
12
13
14
Nato a Reggio Calabria il 05.05.1975.
con il R.I.T. 670/12 DDA.
Nato a Reggio Calabria il 27.12.1979, ivi residente in via Vico MALAVENDA I n. 53 Archi.
Nato a Reggio Calabria il 12.05.1975, ivi residente in via Quartiere CEP lotto VI n. 2 Archi.
Nato a Reggio Calabria il 12.05.1975, ivi residente nel Quartiere Archi CEP lotto VI sc. B int. 5
Nato a Reggio Calabria il 27.12.1979, ivi residente in via Torr. Malavenda Archi 53
Detto “Peppe ZAMPA”, nato a Montebello Jonico (RC) il 04.02.1975, residente in via S. Sperato nr, 72
26
compimento una rapina all’interno di un’abitazione sita in località Castanea di Cardeto nr.
36 16, in relazione alla quale il Comando Stazione Carabinieri di Cardeto ha redatto la nota nr.
67/1 del 18.04.2012, depositata il 19.04.2012 presso la Procura della Repubblica del
Tribunale Ordinario di Reggio Calabria.
Il 18.04.2012, personale dell’Arma di Cardeto, su richiesta della locale Centrale Operativa, si
portava presso l’abitazione della famiglia VADALÁ che ne aveva richiesto l’intervento
(allegato 1 al Capitolo II). Sul posto erano presenti VADALÁ Caterina e la madre VADALÁ
Antonia Margherita, entrambe in atti identificate, le quali riferivano che la sera precedente
erano state vittime di una rapina perpetrata da tre individui di sesso maschile, travisati con
passamontagna e guanti, uno dei quali, armato di coltello, prendeva in ostaggio VADALÁ
Caterina.
Dall’abitazione venivano asportati:
1. nr. 1 fucile automatico marca FRANCHI cal. 12 mod. 48 AL ST, avente matricola nr. 34121
nonché canna avente matricola DBA 3791;
2. nr. 1 fucile a due canne cal. 12 avente matricola nr. 23160;
3. nr. 10 cartucce a palla asciutta cal. 12;
4. nr. 1 carabina ad aria compressa di libera vendita e di marca GAMO;
5. nr. 1 apparato ricetrasmittente portatile per comunicazioni vocali a breve distanza, di
marca POLMAR modello SMART;
6. nr. 1 apparecchio telefonico fisso;
7. oggetti preziosi per un valore complessivo di circa € 500,00;
8. denaro contante per complessive € 300,00.
Dall’ascolto delle conversazioni ambientali registrate 17 a bordo della vettura del MURINA e
dall’analisi dei tracciati GPS, si evince che il 17 aprile 2012, MURINA Massimo e PICCOLO
Massimo, alle ore 14:42 18 partono dal quartiere Archi CEP e raggiungono la via San Sperato,
ove effettuano una sosta dalle ore 15:07 circa 19, sino alle ore 15:12 circa 20. Dai colloqui
registrati durante la sosta, si comprende chiaramente che i due attendono l’arrivo di un terzo
soggetto. Ciò si concretizza alle ore 15:12, quando ZAMPAGLIONE Giuseppe, si avvicina alla
15
16
17
18
19
20
Detto “Teo”, nato a Cardeto il 23.05.1955, residente a Cardeto in c/da Lamberta n. 3, di fatto domiciliato in
c/da Sala di Mosorrofa n. 29/M
Episodio oggetto di denuncia sporta il 18.04.2012 da VADALÁ Caterina, nata a Cardeto il 27.10.40 e
VADALÁ Antonia Margherita, nata a Cardeto il 04.12.20.
Linea 4895 sistema SIO Integra.
Progressivo 571 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 2, capitolo 2).
Progressivo 573 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 3, capitolo 2).
Progressivo 577 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 4, capitolo 2) (Lat. N 38.05,792 Lon. E.
015.40,509).
27
loro autovettura e riferisce a MURINA che: “… Vincenzo ha la febbre, mentre “coso” li
attende là sopra e quindi dovranno essere loro ad entrare… ”.
Alle 15:13 si spostano. MURINA e PICCOLO con la loro vettura e ZAMPAGLIONE, che li
precede, con un altro mezzo.
Alle 15:21 21 la vettura di MURINA si ferma e gli occupanti scendono. Pochi minuti dopo 22
MURINA e PICCOLO risalgono in auto e riprendono la marcia.
Alle 15:43 circa 23, la vettura condotta da MURINA si ferma e sale in auto Giuseppe
ZAMPAGLIONE. I tre iniziano a discutere su come comportarsi una volta dentro l’abitazione
“… li chiudiamo dentro una stanza e buona notte… ”, nonché di altre azioni da portare a
compimento, facendo evidente riferimento alla rapina che si accingono a compiere: “…
roba facile, villette disabitate… ” e di altre già compiute con l’appoggio anche di tale
Vincenzo 24 (successivamente identificato in FORTUGNO Vincenzo). I tre continuano 25 con la
pianificazione del colpo e ZAMPAGLIONE afferma di dover rintracciare Vincenzo per
comunicargli la loro posizione: “… Io devo rintracciare Vincenzo o lo rintraccio io no,
quando comincia ad uscire dal bosco …”.
Nel prosieguo 26, emerge chiaramente che la banda ha un basista (che si capirà poi essere
MORO Teodoro) che conosce perfettamente il luogo all’interno del quale stanno per entrare
“quelli sanno tutto li dentro, tutto vita e miracoli … vita e miracoli … già per dire, ora vedi
come dice lui, già lui è facile che già sa pure dove sono le armi, forse non le ha nemmeno
dentro, in uno stanzino forse fuori … forse, se ho capito giusto”.
ZAMPAGLIONE, con riferimento al MORO, afferma 27 che è una vera e propria sfortuna il fatto
che quest’ultimo, proprio in quanto conosciuto dalle vittime, non possa entrare
nell’abitazione, poiché asserisce che il MORO, quando compie le rapine è molto violento e
risoluto “guarda, se poteva entrare lui il primo, perché entra sempre lui il primo … ha una
presa che sopra la madonna che - non gabbu e non maravijja - poi se arriva ad avvicinarsi
qualcuno, minchia gli mena una botta così che li lascia secchi… secchi arrivano a terra, manchi i cani - ha una forza, li agguanta e possono dimenarsi per ore che non stanca mai”.
Pochi minuti dopo 28 è proprio il MORO, a bordo di un altro mezzo, che raggiunge MURINA,
PICCOLO e ZAMPAGLIONE. Quest’ultimo domanda al primo se sia riuscito a mettersi in
contatto con Enzo (ndr successivamente identificato in FORTUGNO Vincenzo) “… vi siete
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28
Progressivo 578 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (Lat. N 38.05,784 Lon. E. 015.40,528). (allegato
5, capitolo 2).
Progressivo 579 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 6, capitolo 2).
Progressivo 580 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 7, capitolo 2) (Lat. N 38.06,130 Lon. E.
015.45,762).
Progressivo 582 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 8, capitolo 2).
Progressivo 589 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 9, capitolo 2).
Progressivo 595 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 10, capitolo 2).
Progressivo 597 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 11, capitolo 2).
Progressivo 603 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 12, capitolo 2).
28
sentito con Enzo… ” e il MORO lo informa di averlo chiamato nel corso della mattinata “l’ho
chiamato questa mattina”.
Alle 16:32 29, i tre risalgono in auto e ZAMPAGLIONE rimprovera agli altri due di non avere
portato nulla per coprirsi il volto.
Da questo momento in poi, il gruppo criminale, in attesa che si realizzino le condizioni
ottimali per “entrare in azione”, discorrerà più volte sull’arresto di BATTAGLIA Domenico
Demetrio e del rinvenimento a casa di questi del tritolo. Come si avrà modo di vedere, a
più riprese, tutti si mostreranno convinti del fatto che l’arresto del BATTAGLIA sia stata
opera di una “imbeccata” fatta ai Carabinieri “guarda qua, se vengono, vengono di notte o
nella mattinata… ti smantellano pure il signore… perciò li sono andati appositamente per
quelle cose… loro quanto sono arrivati ed hanno allungato… hanno trovato quello che
dovevano trovare…”.
Alle 17:25 circa 30, ZAMPAGLIONE riceve uno squillo sul telefono da parte di un soggetto di
nome Gianni (successivamente identificato in CILIONE Giovanni alias CIOCCHI). La
conversazione tra i due avviene al progressivo seguente 31, allorquando ZAMPAGLIONE
chiama Gianni e, utilizzando un linguaggio volutamente criptico ben noto all’intero
sodalizio, lo invita ad unirsi a loro nell’azione criminale che si apprestano a compiere “Alla
bellezza di compare Gianni !!… minchia lo squillo… tutti con questo cazzo di squillo !…
stasera ci vogliamo mangiare una bella capretta, … se tu mi dici che ti sbrighi io ti spiego la
strada che devi fare, perché io sono già qua che stiamo cucinando, … è una bella capretta,
hanno vino buono, … guarda se ti sbrighi ci scialiamo, c’è una bella compagnia, c’è
organetto e tamburello…” (in merito si richiama il contenuto del paragrafo successivo
denominato: “L’identificazione di CILIONE Giovanni detto Gianni, CIOK o CIOCCHI”).
A bordo 32 della vettura sale MORO Teodoro che dimostra di conoscere molto bene il luogo
e soprattutto le abitudini di chi vive in quell’abitazione che si apprestano a rapinare, tant’è
che quando ZAMPAGLIONE propone di avvicinarsi all’abitazione per tenere la situazione
sotto controllo “no, ma in modo di tenere sotto controllo tutte cose”, il MORO gli dice “non
c’è bisogno no, perché noi ce ne andiamo di sotto e li sentiamo parlare perché loro non
smettono mai di parlare”.
A seguire 33, MORO riferisce di avere preso lo scotch, che servirà per assicurare le vittime,
nonché le batterie per alimentare la luce tascabile; successivamente si dimostra indispettito
per non essere riuscito a reperire dei guanti in lattice, in quanto al negozio dove era andato
avevano solo guanti di quelli del tipo utilizzati nei cantieri “Ora mi sono fermato la per
comprare lo scotch e non aveva guanti, aveva quelli …noooo! di quelli grossi … nelle
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Progressivo 604 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 13, capitolo 2).
Progressivo 631 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 14, capitolo 2).
Progressivo 632 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 15, capitolo 2).
Progressivo 634 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 16, capitolo 2).
Progressivo 635 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 17, capitolo 2).
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ferramenta mi sono fermato, mi sono fermato al tabacchino per prendere le batterie per la
lampadina e non aveva il … inc… per la la lampadina …”.
Nel prosieguo della conversazione 34 emerge che i rapinatori si serviranno di coltelli e
bastoni durante l’azione “questi non li abbiamo neanche, solo i coltelli ... ah no, ce l’ho pure
io uno nella macchina che quello me lo porto sempre”.
MURINA, PICCOLO, ZAMPAGLIONE e MORO, tutti a bordo della FIAT Palio di MURINA, si
spostano in direzione della c/da CASTANEA. Durante il tragitto 35, MORO fornisce dettagliate
indicazioni utili a raggiungere l’obiettivo, nonché altri possibili luoghi da derubare, incontrati
strada facendo.
MORO fa poi riferimento ad un'altra rapina che avrebbe compiuto insieme a Domenico
BATTAGLIA inteso “Mico” “eravamo io… inc… e Mico si sono spaventati tutti e due, sono
assai, veramente ad entrare solo in due … e allora ero da solo e … inc … solo tre, siamo stati
un poco poi … inc …”.
Continuando la conversazione 36, i quattro pianificano nel dettaglio l’operazione, ritenendo
opportuno rimanere fermi in attesa che cali la notte. Discutono delle vittime predestinate e
dei loro vicini di casa, oltre che dei mezzi nella loro disponibilità, nonché delle armi di cui
dispongono per compiere la rapina, nonché dell’utilizzo 37 di apparati ricetrasmittenti per
coprirsi la fuga.
Successivamente 38, MORO riferisce ai complici che, nonostante la vittima più anziana
percepisca “tre pensioni”, sarà alquanto difficile trovare del denaro “sua mamma la vecchia
ce l’hanno là … e prende tre pensioni … il problema di questi soldi … di tutte queste zone …
delle vecchie … è difficile che si trovano … perché …”.
Gli indagati 39 discutono su dove posizionarsi e ZAMPAGLIONE si preoccupa di avere lasciato
le ricetrasmittenti in macchina, inoltre stabiliscono che ad entrare saranno in tre, MURINA,
PICCOLO e ZAMPAGLIONE.
I soggetti 40 stabiliscono di prelevare immediatamente i cellulari e di distruggere il telefono
fisso non appena all’interno dell’abitazione, proprio perché, come già riferito in precedenza,
il MORO rischia di essere riconosciuto dalle vittime.
Poco dopo 41, il gruppo si sposta e MORO indica la strada da percorrere. Durante la
conversazione, emerge chiaramente che ZAMPAGLIONE è solito portare con sé delle armi
ed afferma di essere pronto ad usarle se necessario, specificando che il giorno precedente,
34
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41
Progressivo 645 e 646 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegati 18 e 19, capitolo 2).
Progressivo 650 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 20, capitolo 2).
Progressivo 652, 653, 654, 655 e 656 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegati 21, 22, 23, 24 e 25,
capitolo 2).
Progressivo 658 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 26, capitolo 2).
Progressivo 661 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 27, capitolo 2).
Progressivo 663 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 28, capitolo 2).
Progressivo 681 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 29, capitolo 2).
Progressivo 701 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 30, capitolo 2).
30
durante il compimento di una rapina a Pellaro, avrebbe minacciato la vittima con un fucile
a canne mozze, “io se non ho a Caterina (pistola) di dietro, ieri a Pellaro con il canne mozze
… imprecazione … quello si che faceva impressione... se uno prende a fare … almeno lo tira,
si deve difendere poi una persona per davvero, se deve andare male che vada male,
vaffanculo … oh, un’arma è sempre un’arma”. Nel proseguo della conversazione, emerge
altresì che MORO possiede un rilevatore microspie e che MURINA ne ha dato uno al fratello
di Osvaldo SURACI 42.
Mentre stanno per entrare “in azione”, MORO riferisce 43 che le vittime sono madre e figlia, la
prima di circa 90 anni e la seconda tra i 60/70 “mamma e figlia, mamma e figlia … sempre la
figlia ha sui 60 anni … 65 … 70 … sua madre ne ha 90 … dove c’è questa lampadina, questo
con la luce di fuori questa è la scala, salite, a destra sono loro”.
ZAMPAGLIONE invita gli altri ad indossare guanti e cappuccio “quelli che dovete
agguantare vi prendete i cosi … dammi i guanti … ma senti un cappello c’è? dallo a me che
quello non mi entra. Massimo tieni questo qua … questo è tipo cappuccio … vi rimane solo
un poco davanti …”. Appena pronti scendono dal mezzo.
Compiuta la rapina 44, PICCOLO riferisce che hanno prelevato tre fucili ed una carabina
“andiamocene prima che esca questa e faccia bordello ed avverta … tre fucili già … una
carabina”, mentre ZAMPAGLIONE dice di avere trovato delle vecchie lire ed un paio di
orecchini, nonché un telefono ed un “baracchino” “e basta, no io ho trovato una cosa qua,
sono, penso soldi vecchi, al buio li ho presi, sono, ma due tre pezzi, non so, dieci lire,
cinquanta, cento lire, mille lire, non lo so due orecchini li ho trovati … inc… ce l’ho qua,
dov’è il telefono ah quell’altro no, quell’altro è qua … ma penso che è un baracchino”.
Durante la fuga, emerge ancora una volta la totale assenza di scrupoli del gruppo che,
compiaciuti, raccontano dello stato di terrore in cui versavano le due povere anziane “la
vecchia pure che piangeva quando gli ha detto daglieli gli faceva, daglieli e lasciali stare
che non ci facciano male gli faceva la vecchia, apposta … inc … ho detto io, digli di darmeli
perché l’ammazzo”.
Gli indagati concordano di nascondere le armi nel “giardino” di MORO “e dove li posiamo
la da te coso? nel tuo giardino si!”. Alle 20:40 circa si fermano, MORO scende dalla vettura
per prelevare il suo furgone e proseguire la marcia in solitario verso casa.
A bordo della FIAT Palio rimangono in tre 45, MURINA, PICCOLO e ZAMPAGLIONE. Discutono
della spartizione del bottino e ZAMPAGLIONE consiglia a MURINA di cedere la carabina a
42
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44
45
SURACI Osvaldo, nato a Reggio Calabria il 19.06.1978, ivi residente in via Quartiere Archi Cep Lotto VI n.
5. Da accertamenti anagrafici il cognome esatto è “SURACE”.
Progressivo 703 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 31, capitolo 2).
Progressivo 704 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 32, capitolo 2).
Progressivo 705 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 33, capitolo 2).
31
MORO e di tenere per sé i fucili “Vuoi sentire il mio consiglio? lasciagliela se vuole
prendersela lui e prenditi prenditi il fucile, sai perché? questa qua, è quella di libera vendita
”.
Alle 20:48 circa, si fermano e scendono dal mezzo. Assieme a loro vi è anche MORO con il suo
vecchio Fiorino diesel. Iniziano il trasbordo della refurtiva sulla vettura di ZAMPAGLIONE che,
come stabilito in precedenza, cede la carabina a MORO.
MURINA e PICCOLO, muniti di ricetrasmittenti, riprendono la marcia con funzione di
apripista per ZAMPAGLIONE “Massimo allora, o li scendo io e tu vai avanti o vado avanti io
… Allora te ne devi andare avanti, ti do un walkie talkie e se c’è il posto di blocco … inc… ,
quanto ti dico il pulsante che devi premere e mi fai suonare subito – subito …”.
Nel corso della conversazione 46, si apprende che MURINA e PICCOLO hanno trafugato anche
del denaro che hanno trattenuto per loro all’insaputa degli altri “vediamo quanto gli
abbiamo fottuto ora, vedi che ho visto pezzi di 50 ah”. Nasce il problema della spartizione, in
quanto MURINA e PICCOLO ritengono di averci perso non essendosi tenuti la carabina,
pertanto intendono parlare con ZAMPAGLIONE per dividere tutto in parti uguali “Peppe
abbiamo valutato che non intendiamo prendere per il culo, non l’amico nostro (ndr, MORO)
e che non ci prendiamo, altrimenti abbiamo finito, neanche abbiamo iniziato che abbiamo
finito, dobbiamo dividere tutto, quanto si prendono 100 euro da quella carabina, 100 euro,
tanto io l’ho vista bene o male”.
Gli indagati continuano a discutere 47 della spartizione in parti eque, ed alle 21:06 circa si
fermano per dare a MORO i passamontagna ed il giubbotto “ahh, i passamontagna fermati,
fermati che glieli diamo”, dopodiché proseguono la marcia in direzione San Sperato sino a
raggiungere l’abitazione di ZAMPAGLIONE alle ore 21:11 circa 48.
Alle 21:52 seguenti 49, risalgono in auto e commentano il fatto di avere visto alcune armi a
casa di ZAMPAGLIONE e, non essendo esperti in materia, ipotizzano di farle visionare da tale
Luca, persona di loro massima fiducia. Successivamente fanno rientro ad Archi 50.
CAPITOLO II
PARAGRAFO I
L’IDENTIFICAZIONE DEGLI AUTORI DELLA RAPINA A CARDETO DEL 17 APRILE 2012
Gli autori della rapina vengono identificati in MURINA Massimo 51, PICCOLO Massimo 52,
ZAMPAGLIONE Giuseppe 53 e MORO Teodoro 54.
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47
48
49
50
51
52
Progressivo 706 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 34, capitolo 2).
Progressivo 707 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 35, capitolo 2).
Progressivo 708 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 36, capitolo 2).
Progressivo 709 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 37, capitolo 2).
Progressivo 710 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 38, capitolo 2).
nato a Reggio Calabria il 12.05.1975, ivi residente nel quartiere Cep lotto VI sc. B int. 5 Archi.
nato a Reggio Calabria il 27.12.1979, ivi residente in via Torr. Malavenda Archi n. 53.
32
a) MURINA Massimo è la persona che utilizza l’autovettura Fiat Palio, targata BG088CS, già
monitorata nell’ambito del P.P. 6637/10 DDA e RIT 366/11 DDA. Durante le
conversazioni, viene ripetutamente chiamato dai suoi interlocutori con il nome
“Massimo” ed in una circostanza 55 pronuncia più volte il proprio cognome ad alta voce
“MURINA… MURINA… MURINA”. In data 23.11.2011, viene tratto in arresto in flagranza
di reato per spaccio di sostanze stupefacenti dai Carabinieri del Comando Stazione Rione
Modena, i quali, nel corso di una perquisizione effettuata proprio a bordo
dell’autovettura Fiat Palio 56 rinvengono circa 6 grammi di marijuana.
b) PICCOLO Massimo è la persona intestataria dell’autovettura FIAT Palio, targata BG088CS,
utilizzata dal MURINA e monitorata con il RIT 366/11 DDA, nell’ambito del Procedimento
Penale 6637/10 R.G.N.R. DDA. Durante le conversazioni ambientali registrate su detta
autovettura, viene sempre chiamato dai suoi interlocutori con il nome “Massimo”. In una
circostanza 57, PICCOLO fornisce al suo interlocutore l’utenza telefonica mobile
3276767217, intestata alla fidanzata 58 PAGANINI Alessandra 59 e a lui in uso, intercettata
nell’ambito del P.P. n. 6637/10 R.G.N.R. con il RIT 365/11.
c) ZAMPAGLIONE Giuseppe è il soggetto che MURINA Massimo e PICCOLO Massimo
chiamano “Peppe”. Dalle conversazioni registrate a bordo della vettura FIAT Palio,
targata BG088CS, utilizzata dal MURINA e monitorata con il RIT 670/12 DDA nell’ambito
del Procedimento Penale 1872/12 R.G.N.R. DDA, è possibile addivenire
all’identificazione certa del personaggio. Il 17.04.2012, alle ore 15:07 circa 60, infatti, la
vettura condotta dal MURINA, con a bordo PICCOLO, effettua una sosta lungo la via San
Sperato 61. In quel frangente, MURINA riferisce 62 a PICCOLO che l’abitazione deve
comunque essere quella che stanno osservando, in quanto ha notato che vi sono stesi i
pantaloni che indossava l’altra sera. MURINA riferisce, inoltre, che la sua autovettura
dovrebbe essere una BMW e dovrebbe possedere anche una motocicletta.
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detto “Peppe”, nato a Montebello Jonico (RC) il 04.02.1975, residente in via S. SPERATO nr. 72.
nato a Cardeto il 23.05.1955, ivi residente in c/da LAMBERTA n. 3, di fatto domiciliato in c/da Sala di
Mosorrofa n. 29/M.
Progressivo 141 RIT 366/11 DDA PP 6637/10 RGNR DDA (allegato 39, capitolo 2) - linea 3347.
Progressivo 34229 RIT 366/11 DDA PP 6637/10 RGNR DDA (allegato 40, capitolo 2) - linea 3346.
Progressivo 1074 RIT 366/11 DDA PP 6637/10 RGNR DDA (allegato 41, capitolo 2).
Numerose sono infatti le conversazioni dal tono sentimentale registrate sull’utenza in uso a PICCOLO
Massimo e l’utenza n. 3298446728 intestata ed in uso a PAGANINI Alessandra. Vds ad esempio progressivi
n° 725, 800, 844, 1043 e 4821 costituenti l’allegato 41-1 RIT 365/11 DDA PP 6637/10 RGNR DDA
PAGANINI Alessandra, nata a Reggio Calabria il 03.02.1987, ivi residente in via Udine 4.
Progressivo 573 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 3, capitolo 2).
Lat. N 38.05,792 Lon. E. 015.40,509.
Progressivo 575 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 42, capitolo 2).
33
ZAMPAGLIONE Giuseppe riferisce 63 a MURINA e PICCOLO che sua moglie si chiama
Antonella. Gli interlocutori chiedono 64 a ZAMPAGLIONE Giuseppe se ha una figlia e lui
conferma.
Di ritorno dalla rapina di Cardeto 65, MURINA e PICCOLO si fermano in un punto in cui si
erano fermati in precedenza 66. Da un controllo effettuato successivamente, nel punto in
cui in via San Sperato si è fermata la vettura condotta da MURINA, vi è il civico n. 72
presso il quale risulta abitare ZAMPAGLIONE Giuseppe 67, coniugato con BRUZIO
Antonella 68, dalla quale ha avuto tre figlie: Annalisa 69, Francesca 70 e Noemi 71. Lo stesso è
intestatario dell’autovettura BMW 320D di colore grigio targata CW145KL, nonché del
motociclo Suzuki GSX-R targato AF66437. Da accertamenti effettuati, risulta controllato in
data:
• 07.03.2012 alle ore 09:32, in località Bivio Porto del Comune di Montebello Jonico a
bordo dell’autovettura BMW targata CW145KL;
• 02.06.2008 alle ore 09:36, in località Motta San Giovanni SS 106 km 20+600 a bordo
del motociclo Suzuki GSX-R targato AF66437;
• 24.08.2007 alle ore 17:15, in località Pellaro alla via San Giovanni a bordo del
motociclo Suzuki GSX-R targato AF66437.
Inoltre, durante il colloquio in carcere del 08.05.2012, BATTAGLIA ordina alla moglie di
recarsi da “Peppe ZAMPA” per riferirgli di aggiungere nel suo collegio di difesa anche
quell’avvocato donna che lui conosce. Giuseppe ZAMPAGLIONE in occasione del suo
arresto avvenuto il 23.05.2012, ha inteso nominare quale legale di fiducia, l’avvocato
Natalina LA TORRE del Foro di Reggio Calabria.
d) MORO Teodoro si identifica nell’omonimo, la cui individuazione è certa grazie alle
conversazioni registrate a bordo della vettura FIAT Palio, targata BG088CS, utilizzata dal
MURINA e monitorata con il RIT 670/12 DDA, nell’ambito del Procedimento Penale
1872/12 R.G.N.R. DDA. In una circostanza 72, MORO, rivolgendosi ai suoi interlocutori,
dice di avere un figlio di nome Giovanni ed uno di nome Filippo. In un’altra occasione 73,
ZAMPAGLIONE racconta di un episodio in cui hanno dovuto abbandonare un colpo che
avevano programmato assieme a Teodoro.
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73
Progressivo 583 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 43, capitolo 2).
Progressivo 586 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 44, capitolo 2).
Progressivo 708 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 36, capitolo 2).
di cui al Progressivo 573 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 3, capitolo 2).
detto “Peppe ZAMPA”, nato a Montebello Jonico (RC) il 04.02.1975, residente in via S. Sperato nr. 72.
nata a Reggio Calabria il 14.07.1980.
nata a Melito Porto Salvo il 24.09.1999.
nata a Melito Porto Salvo il 17.06.1998.
nata a Reggio Calabria il 03.12.2003.
Progressivo 663 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 28, capitolo 2).
Progressivo 590 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 45, capitolo 2).
34
Ed ancora, ZAMPAGLIONE racconta 74 di quando durante un’azione criminale Teodoro ha
dimenticato di distruggere uno dei telefoni trafugati che poi si è messo a squillare “che
poi li abbiamo spaccati e li abbiamo buttati, madonna mia suonavano tutti quei
telefonini che non si capiva niente, mannaggia la marina, c’era quello Gianni, TAC, TAC,
TAC, TAC, TAC, Teodoro ne ha dimenticato uno in tasca e qua minchia pensavamo che
era il coso allarmato… l’armadietto, quando suonava, perché dove cazzo era, i telefoni li
avevamo buttati tutti ed invece TEODORO si era dimenticato di averne uno in tasca”.
In svariate occasioni poi, gli interlocutori si rivolgono a MORO chiamandolo per cognome
“Compare MORO, ancora le mani come sono?… ditegli quella femmina che ha 80 anni”
75 76
- . “MORO, gli dobbiamo dare i soldi pure a lui” 77; “te le ha date ora MORO li,
ah?” 78. Nel corso di quest’ultima conversazione, alle ore 21:06:51, si registra una sosta in
contrada Sala di Mosorrofa, nel corso della quale MURINA e PICCOLO interloquiscono
proprio con MORO, il quale preleva dalla vettura di MURINA i passamontagna ed il
giubbotto utilizzati durante la rapina. Partendo proprio da quest’ultimo dato, da una
verifica condotta successivamente nel punto in cui si è fermata l’autovettura, è emerso
che sul lato sinistro della strada, percorrendo la stessa in direzione mare - monte, insiste
una traversa privata che conduce all’abitazione di MORO Teodoro e dei figli Filippo 79 e
Giovanni 80. MORO Teodoro in data 23.05.2012, in ordine ai fatti per i quali è
procedimento penale, è stato tratto in arresto da questo Reparto assieme a
ZAMPAGLIONE Giuseppe e FORTUGNO Vincenzo.
***
Dai progressivi dell’intercettazione ambientale sopra richiamati, oltre a trarsi
inconfutabili elementi di prova circa la colpevolezza di MURINA, PICCOLO,
ZAMPAGLIONE e MORO in ordine alla rapina di Cardeto del 17 aprile 2012, si evince,
altresì, la sistematicità e la frequenza con cui il gruppo criminale si organizza e porta a
termine i delitti programmati, si divide la refurtiva, nonché la partecipazione di altri
soggetti.
Si segnala, in particolare, il passaggio del progressivo 650 RIT 670/12 DDA 81,
allorquando MORO Teodoro racconta di un’altra rapina, perpetrata in precedenza, insieme
a “Mico”, il quale altri non è che BATTAGLIA Domenico Demetrio:
74
75
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77
78
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81
Progressivo 593 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 46, capitolo 2).
Progressivo 689 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 47, capitolo 2).
Progressivo 694 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 48, capitolo 2).
Progressivo 706 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 34, capitolo 2).
Progressivo 707 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 35, capitolo 2).
Nato a Reggio Calabria il 13.10.1983, ivi residente in c/da Sala di Mosorrofa n. 29 /N.
Nato a Reggio Calabria il 06.08.1981, ivi residente in c/da Sala di Mosorrofa n. 29/M.
Progressivo 650 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 20).
35
Prg
Data Ora
Durata
650
17/04/2012
18:13:45
0:09:58
Sintesi
Autovettura in movimento con a bordo MURINA, PICCOLO,
ZAMPAGLIONE e MORO
Avviano la marcia.
[18:14:30]
MORO dice che lui non entra e invita gli altri a fare attenzione a non
lasciare impronte.
MURINA dice che a lui hanno preso anche le impronte dei piedi nel
periodo in cui ad Archi si sono verificati tutta quella serie di omicidi.
ZAMPAGLIONE rivolgendosi a MORO gli chiede: "ma quando siete
andati allora con coso chi eravate che siete andati?
MORO: "eravamo io ...inc... e Mico"
ZAMPAGLIONE e allora ...inc... l'avete fatta?"
MORO: "si sono spaventati tutti e due, sono assai, veramente ad
entrare solo in due, ...e allora ero da solo e ...inc... solo tre, siamo
stati un poco poi ...inc..."
MURINA si rivolge a MORO chiede indicazioni su quale strada
percorrere.
Durante il tragitto si soffermano davanti ad un'abitazione con il
tetto amaranto e MORO fornisce dettagliate indicazioni circa le
autovetture in uso agli occupanti dello stabile.
Incontrano altre abitazioni e MORO fornisce le indicazioni per
raggiungere l'abitazione presso la quale debbono entrare.
Difatti, BATTAGLIA Domenico Demetrio, già prima del suo arresto, era stato
oggetto di attenzione da parte dei Carabinieri della Stazione di Pellaro, in quanto ritenuto
responsabile, in concorso con altri soggetti, della rapina aggravata commessa ai danni di
CAMPOLO Marco il 15.05.2011 82 (CAPO E, cfr. informativa CC di Pellaro nr. 18/2-3 del
29.05.2011 e seguito nr. 18/2-14 dell’8.10.2011, infra), nonché, insieme a ZAMPAGLIONE
Giuseppe, della rapina ai danni di MARINO Santo commessa il 2.12.2011 (CAPI C e D, cfr.
informativa CC di Pellaro nr. 18/7-2011 del 20.06.2012, Capitolo 5 par. 7 informativa
R.O.N.INV.).
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
La disamina delle conversazioni captate sul veicolo in uso al Murina Massimo
consente di comprendere come costui ed il Piccolo Massimo (titolare del mezzo),
il 17 aprile 2012, si siano portati in Via San Sperato, ove attendevano l’arrivo di
un terzo, lo Zampaglione Giuseppe, che si univa a loro alle ore 15.12.
82
P.p. n. 2801/11 R.G.N.R. mod. 44, riunito al presente procedimento.
36
Dopo poco, i tre, a bordo dell’auto, discutevano di come operare all’interno della
dimora presa di mira, progettando, infatti, di chiudere le vittime in una stanza.
Al contempo, facevano riferimento a nuove condotte delittuose, siccome ad altre
già commesse in passato.
Tanto si ricava dal progressivo n. 580 del 17/4/2012, di cui si riporta la sintesi:
Prg
Data Ora
Durata
580
17/04/2012
15:39:17
0:07:21
Sintesi
Auto in movimento in movimento, autoradio acceso.
[15:40:16] MURINA e PICCOLO Massimo parlano di una cosa che si sono
trascinati dietro.
[15:42:23] Auto ferma. Si sente MORO all'esterno dell'auto dire che adesso
devono aspettare a quelli... ... MURINA commenta che è bella la collina che
vedono da là, sale in auto ZAMPAGLIONE Giuseppe che dice che devono
aspettare la, MURINA chiede se il cancello lo lasciano aperto, risponde di si
Peppe dato che stanno lavorando, MURINA chiede se quella è una Madonna,
Peppe risponde una statua... il redentore.... ZAMPAGLIONE gli consiglia di
fermarsi davanti la statua. Si fermano nei presso di questa statua. MURINA
racconta che la hanno fatto un incidente, PICCOLO dice che la macchina l'ha
verniciata lui 4 anni fa, e portavano anche delle barche sul tetto. Peppe dice che
uno sul fiorino voleva portarsi una barca, MURINA dice che in un fiorino
entra, Peppe dice che se li vedono in quel modo li fermano mentre se erano con
la jeep con il gancio da traino arriva caricano e se ne vanno.
[15:45:40] MURINA chiede sino a dove devono arrivare con la macchina.
ZAMPAGLIONE risponde che adesso vedono quando arrivano ...inc... la
posano più sopra ...inc... li chiudiamo dentro una stanza e buona notte.
ZAMPAGLIONE dice che aveva progettato un altro lavoro, roba facile,
villette disabitate... così prendono televisori, cose...
Il seguito dei dialoghi consente di comprendere come i tre avessero un basista,
che conosceva perfettamente il luogo in cui doveva essere consumata la rapina
[cfr. progressivo n 595: ZAMPAGLIONE: "quelli sanno tutto li dentro, tutto vita e
miracoli, ...vita e miracoli, ...già per dire, ora vedi come dice lui, già lui è facile che già sa
pure dove sono le armi, forse non le ha nemmeno dentro, in uno stanzino forse fuori,
...forse, se ho capito giusto"], tanto che essi si rammaricavano del fatto che questi
non potesse prendere parte attiva alla spedizione (proprio perché conosciuto dalle
vittime), essendo un esperto di simili condotte e, peraltro, aduso a modi
estremamente violenti ma efficaci [cfr. progressivo 597: Autovettura in sosta con a
bordo Massimo MURINA, Massimo PICCOLO e Giuseppe ZAMPAGLIONE.
ZAMPAGLIONE: ...Quando si vedono presi in quella maniera sai come fanno, come i gattini,
..quando si va avvicinando qualcun altro - PAM addosso, buttati a terra, butta sangue! - ai
voglia che vadano, non ti dico nella testa, nelle gambe, nella schiena, ma una botta che si
senta però" MURINA: "la debbono sentire è normale, se non la sentono "
ZAMPAGLIONE: "gliela dai piano non gli fa niente" MURINA: "io voglio che ci impostiamo
e voglio vedere a questi qua se escono pure fuori" ZAMPAGLIONE: "guarda, se poteva
37
entrare lui il primo, perchè entra sempre lui il primo, ...ha una presa che sopra la madonna
che - non gabbu e non maravijja - poi se arriva ad avvicinarsi qualcuno, minchia gli mena
una botta così che li lascia secchi, ..secchi arrivano a terra, - machi i cani - ha una forza, li
agguanta e possono dimenarsi per ore che non stanca mai"].
Ebbene, poco dopo, al Murina, al Piccolo ed allo Zampaglione si aggiungeva
Moro Teodoro, il quale discuteva con lo Zampaglione del fatto di aver chiamato
in mattinata altro sodale, il Fortugno Vincenzo. Si intende, pertanto, come
anche quest’ultimo fosse interessato alla rapina di che trattasi.
Al progressivo n. 604, ancora, si registra la conversazione in cui Zampaglione
rimprovera ai complici di non aver portato alcunché per celare le proprie fattezze
[Auto in sosta. All’esterno della vettura si sentono dialogare MURINA, PICCOLO,
ZAMPAGLIONE e MORO. Discutono su cosa utilizzare per coprirsi il volto e
ZAMPAGLIONE rimprovera MURINA e PICCOLO per non avere portato nulla con se.
MURINA, PICCOLO e ZAMPAGLIONE risalgono in auto].
Alle 17.25 circa, poi, sempre Zampaglione riceveva [cfr. progressivo 631 – vds. in
allegato 11 all’informativa –] una chiamata da tale Gianni, che invitava ad unirsi
a loro nell’azione che stavano per porre in essere, adoperando una
espressione criptica già in uso al sodalizio: stasera ci mangiamo una bella
capretta.
Emerge, quindi, altro partecipe al sodalizio, il Cilione Giovanni, in maniera
espressa convocato dallo Zampaglione, mediante l’uso del solito linguaggio
cifrato, per unirsi ai quattro nella consumazione del delitto.
La conversazione di cui al progressivo n. 634 permette, poi, di comprendere
come a bordo del veicolo fosse salito anche il Moro, il quale, oltre a dimostrare
di conoscere perfettamente le abitudini delle vittime, riferiva di aver preso lo
scotch per legarle e le batterie per la torcia che sarebbe stata adoperata,
rammaricandosi di non aver rinvenuto dei guanti in lattice.
Si comprende, pertanto, come, nell’organizzazione ed esecuzione della
condotta, ognuno degli indagati avesse uno specifico ruolo, evidentemente
preordinato.
Di seguito il sunto della conversazione:
Auto in sosta, a bordo MURINA, Massimo PICCOLO e ZAMPAGLIONE Giuseppe
Trascrizione da minuto [17:36:33] :
MORO : Salutiamo
38
ZAMPAGLIONE: Salve eh
MORO si rivolge a Massimo MURINA e gli chiede se può accomodarsi in macchina.
MORO sale a bordo e MURINA esclama: "queste sembrano buone queste calze!".
ZAMPAGLIONE rinvolgendosi a MORO: "Ma ora che facciamo andiamo salendo?"
MORO: "NO"
ZAMPAGLIONE: "è presto?"
MORO: "no, se non fa buio"
ZAMPAGLIONE: "no, ma in modo di tenere sotto controllo tutte cose"
MORO: "non c'è bisogno"
ZAMPAGLIONE: "niente?"
MORO: "no, perchè noi ce ne andiamo di sotto e li sentiamo parlare perchè loro non smettono mai di
parlare".
Il prosieguo del dialogo, registrato ai progressivi n. 645 e n. 646, evidenzia
come, per la consumazione della rapina, i malviventi avessero progettato di
avvalersi di coltelli e bastoni [progr. 645: ZAMPAGLIONE :...inc... questi non li
abbiamo neanche, solo i coltelli MORO: ...inc... ZAMPAGLIONE :ah no, ce l'ho pure io uno
nella macchina che quello me lo porto sempre MORO: no ho il coso, pure, il pennello, ...pure
il pennello ZAMPAGLIONE : perchè se no, ...va bè se si può la facciamo lo stesso se non non
ci fa niente, ...per il coso non ci fa niente MORO: la posta a carde...; progr. 646:
ZAMPAGLIONE: che ha detto ? MURINA: ha (inc) un maruggiu (bastone) ? MORO: ....inc ...
ZAMPAGLIONE: ora mi prendo la giacca la io ...... di che .... alza quanto mi prendo ....].
I quattro, quindi, si spostavano in contrada Catanea e, durante il tragitto, come
dimostra il dialogo di cui al progressivo n. 650, era il Moro a dare le
indicazioni per raggiungere il posto ove commettere la rapina, oltre a
segnalare ulteriori, possibili obiettivi.
Ciò non senza fare un riferimento ad altra rapina commessa unitamente al
Battaglia Domenico, che, pertanto, sin da ora (anche ove si considerino i
commenti in ordine al suo precedente arresto per la vicenda del tritolo), emerge
essere altro soggetto legato da vincoli di solidarietà criminale con gli
indagati in quel frangente monitorati.
Di seguito il dialogo:
Prg
Data Ora
650
17/04/2012
18:13:45
Durata
Sintesi
Autovettura in movimento con a bordo MURINA, PICCOLO,
ZAMPAGLIONE e MORO
Avviano la marcia.
[18:14:30]
MORO dice che lui non entra e invita gli altri a fare attenzione a non
lasciare impronte.
0:09:58 MURINA dice che a lui hanno preso anche le impronte dei piedi nel periodo in
cui ad Archi si sono verificati tutta quella serie di omicidi.
ZAMPAGLIONE rivolgendosi a MORO gli chiede: "ma quando siete
andati allora con coso chi eravate che siete andati?
MORO: "eravamo io ...inc... e Mico"
ZAMPAGLIONE e allora ...inc... l'avete fatta?"
MORO: "si sono spaventati tutti e due, sono assai, veramente ad entrare
39
solo in due, ...e allora ero da solo e ...inc... solo tre, siamo stati un poco poi
...inc..."
MURINA si rivolge a MORO chiede indicazioni su quale strada percorrere.
Durante il tragitto si soffermano davanti ad un'abitazione con il tetto amaranto
e MORO fornisce dettagliate indicazioni circa le autovetture in uso agli
occupanti dello stabile.
Incontrano altre abitazioni e MORO fornisce le indicazioni per raggiungere
l'abitazione presso la quale debbono entrare.
Le conversazioni di cui ai progressivi da n. 652 a n. 656, quindi, consentono di
comprendere come i quattro avessero deciso di attendere che calasse la notte
prima di entrare in azione, mentre si coglie dal progressivo n. 658 come essi
disponessero di apparati ricetrasmittenti da utilizzare per coprirsi in
occasione di eventuale fuga.
Prg
Data Ora
Durata
652
17/04/2012
18:26:19
0:01:03
653
17/04/2012
18:27:32
0:00:26
654
655
17/04/2012
18:28:06
17/04/2012
18:28:50
0:00:36
0:00:18
656
17/04/2012
18:30:45
0:00:46
Prg
Data Ora
Durata
658
17/04/2012
18:33:33
0:00:32
Sintesi
Auto in sosta. MURINA chiede dei coltelli e ZAMPAGLIONE dice che ci
sono. MORO dice che è meglio che aspettano fermi ed evitare di andare in
giro perché se li vedono perdono il lavoro... Decidono di fermarsi... ed
aspettare il buio
Auto in sosta. MORO fornisce dettagliate indicazioni sulle persone che
risiedono nell'abitazione presso la quale debbono entrare, nonchè su loro
vicini di casa
Auto in sosta, parlano dei mezzi che potrebbero avere queste persone e su chi
ci potrebbe essere in casa
Auto in sosta, continuano a discutere in relazione alle vetture presenti in loco
MORO dice che il suo (coltello) la sua impressione la fà, altrimenti vanno
a prenderli nel furgone
ZAMPAGLIONE rivolgendosi agli altri dice che il suo coltello fa la sua
figura.
Sintesi
MURINA e ZAMPAGLIONE, parlano di comunicare con il walkie talkie
se vedono arrivare la macchina, in maniera tale da poter guadagnare la
fuga. ZAMPAGLIONE aggiunge di stare tranquillo atteso che gli apparati
hanno una portata di 12 km.
Al progressivo n. 661, poi, viene registrata una conversazione in cui i quattro
commentano la difficoltà di rinvenire del denaro liquido in occasione della
rapina, mentre i dialoghi di cui ai progressivi n. 663 e n. 681 indicano le
modalità operative prescelte: ad entrare nella dimora sarebbero stati il
Murina, il Piccolo e lo Zampaglione, mentre, una volta dentro, avrebbero
immediatamente sottratto alle vittime i cellulari e reso inservibile il telefono
fisso (onde evitare che esse potessero invocare aiuto).
Di seguito il dialogo di cui al progressivo n. 663
Auto in sosta, a bordo MURINA, PICCOLO, ZAMPAGLIONE e MORO.
Discutono su dove posizionarsi una volta completato il colpo e ZAMPAGLIONE si preoccupa di avere lasciato
i walkie talkie nella sua macchina. ZAMPAGLIONE e MURINA concordano di entrare in tre
40
(ZAMPAGLIONE, MURINA, PICCOLO)
Trascrizione integrale della conversazione ambientale Linea 4895 progressivo 663 delle ore 18:41 del 17.04.2012
ZAMPAGLIONE: (inc)se c'è quello piccolino che cazzo (inc)
PICCOLO:(inc)
MURINA: dobbiamo salire
ZAMPAGLIONE: se sai che ti basta la nafta è meglio
PICCOLO: e che cazzo....
MURINA: ma da lui possiamo arrivare
MORO: no io ho il furgone
MURINA:(inc)
ZAMPAGLIONE: io i walkie talkie li ho in macchina cazzo
MURINA: i walkie talkie non ci interessano
PICCOLO: no
MORO: ma se io mi fermo la a monte e vedo le luci della macchina e vado la a monte
ZAMPAGLIONE: (inc)è un'altra macchina
MURINA: certo arriva la e ci chiama
ZAMPAGLIONE: e se è un'altra macchina? poi, mettiamo caso che è un'altra macchina che scende
MURINA: si ma in ogni caso sempre la sotto lui si mette, al buio cosa vede ? lo dobbiamo vedere noi quando
arriva, o si piazza qua sopra
ZAMPAGLIONE: qua , io questo qua ti stavo dicendo qua , perchè uno di qua
MURINA: ci entriamo tutti e tre ...peppe ah ?
ZAMPAGLIONE: tutti e tre
MORO: non so...non so se si tira perchè ne ha ....ne ha scarso mezzo il serbatoio nel mio furgone ...gli tiriamo un
paio di litri di nafta
MURINA: no questa è a benzina
MORO: a... a benzina è ?
MURINA: no ma penso che ....venti euro li ho messe ....quando è stato ieri? e non è che ho camminato sono
andato a Reggio e sono tornato siccome ha anche la lancetta un poco sballata...non è che
ZAMPAGLIONE: non vorrei che (inc)
MURINA: no a voglia...penso
ZAMPAGLIONE: se prende ...che restiamo....lo sa il signore
PICCOLO: fare avanti e indietro non so quanto ci conviene
MORO: sotto la da lui ci sono i bidoni con la benzina
MURINA: i bidoni con la benzina....
MORO: al mille per mille
MURINA: e facciamo l'uno e l'altro....eheheheh..
MORO: ci sono i bidoni con la nafta
MURINA: hahahah glie lo ho detto che mi fai morire tu , glie lo dicevo a Peppe prima hahahah, ragazzi
facciamoci una bella botticella che siamo tutti senza soldi è ho i coglioni proprio...scassati al massimo
MORO: entro il 22 devo portare millecinquecento euro in banca , se non vado entro il 22 devo pagare
milleottocentosessanta euro
ZAMPAGLIONE: e la quanto ( inc)
MURINA: ti hanno fatto lo stralcio forse ?
MORO: allora
MURINA: e gli devi dare questi soldi? in quanto in tre o in una volta ?
MORO: no, no no
MURINA: solo questi e basta
MORO: mille e cinquecento euro perchè se mio figlio (inc)
MURINA: minchia
MORO: ora
MURINA: il signore
MORO: per mille e cinquecento euro per un cazzo mi chiami...che ho la villa di Filippo, e lui la sa ( rivolto a
ZAMPAGLIONE) una villetta e quella di Giovanni...no ha Giovanni glie l'ho fatta ad (inc, pare dica Archi) , la
casa mia il terreno
MURINA: ah perchè vi hanno toccato il terreno le case le cose ....
41
MORO: si la toccano perchè io non ho altro
MURINA: mmmm
MORO: e se toccano la
MURINA: certo
MORO: posso andare veramente a tagliarmi , non per impiccarmi che non mi impeccherei mai
ZAMPAGLIONE: quanto diceva allora Vincenzo che si pigliavano la?
MORO: da suo zio?
ZAMPAGLIONE: si
MORO: (inc) mila euro piu l'or..... ]
Ecco, invece, la sintesi della conversazione di cui al progressivo n. 681: Auto in
sosta. Discutono di cosa fare una volta entrati dentro e stabiliscono di prelevare subito i
telefoni cellulare e di distruggere il fisso.
I quattro, quindi, si spostavano e (mentre Zampaglione si gloriava della
disponibilità di armi, evidenziando che, il giorno prima, nel commettere una
rapina, aveva minacciato la vittima con un fucile a canne mozze), al
progressivo n. 703, erano registrate le conversazioni da cui si comprende come i
quattro stessero per entrare in azione. Moro, infatti, indicava che le vittime
erano madre e figlia, la prima novantenne, l’altra sui 60/70 anni, mentre
Zampaglione invitava gli altri ad indossare guanti e cappuccio.
(ALL.31)
[20:08:56] Si sente aprire e richiudere la portiera dell'auto.
MURINA: siamo soli qua ragazzi, quà ci vuole due ore che arrivi una pattuglia.
ZAMPAGLIONE chiede a MORO se abbiano potuto telefonare al figlio per dire di avere visto una macchina
[20:10:33]
PICCOLO: ma sono marito e moglie ?...
MURINA: "...due sorelle!"
MORO: mamma e figlia, mamma e figlia...
MURINA: "sempre la figlia ha sui 60 anni.....65....70....sua madre ne ha 90......
MORO che non ne abbia 80 la figlia
MURINA: "ehhh, minchia sua madre allora
PICCOLO: allora la madre com'è ....
MORO: "andate piano piano però, andate piano piano per non fare tanto rumore
MURINA: "120"
ZAMPAGLIONE: "abitano qua le bestie?
MORO: "ah?"
ZAMPAGLIONE: "qua abitano?"
MORO: "dove?"
ZAMPAGLIONE: "qua ...inc..."
MORO: "dove c'è questa lampadina, questo con la luce di fuori"
MURINA: "no, c'è, c'è uno qua, hanno cose aperte
MORO: "dove?"
MURINA: "no, c'è una cosa aperta, una luce, può essere?"
ZAMPAGLIONE: penso di si perchè cè pure della legna accatastata, tagliata fresca"
MORO: "qua abita ...inc... al giorno, che sale un'ora al giorno due tre volte la settimana, qua, ...anadte più avanti
che c'è lo spazio per lasciare la macchina"
ZAMPAGLIONE: "meglio andare a piedi un poco"
MORO: "questa è la scala, salite, a destra sono loro"
ZAMPAGLIONE: non dobbiamo andare più avanti noi"
Moro: "si"
ZAMPAGLIONE: "più avanti, ...arriviamo in quella che c'era la finestra ...imprecazione... "
42
PICCOLO: "e quella non sta di lato?"
MORO: "stretta, stretta qua, bo, bo, bo"
PICCOLO: "senti ma quello con la jeep arriva quà ?"
MORO: spegni...spegni, spegni le luci"
ZAMPAGLIONE: ma scusate per avanti dove usciamo ?
MORO: "dove eravamo"
ZAMPAGLIONE: di quà ?
MORO: si
MURINA: "di quà siamo venuti"
PICCOLO: "e quella nella finestra dov'è? ...molto piu' avanti ?
MURINA: "quella nella finestra?"
MORO: "è là sopra, è la sopra"
MURINA: "più sopra è"
PICCOLO: "e quello con la jeep per tornare a casa di qua deve passare?
MURINA: "di qua"
MORO: si...ma io......
MURINA: non ha importanza, noi siamo fermi qua sopra
PICCOLO: "....ma siamo in mezzo la strada, no?"
MORO: "si ma nella strada non ci stà nessuno"
MURINA: "certo"
MORO: "...inc... qua, o la vicino"
PICCOLO: "la macchina la puoi mettere pure per là se sei in mezzo la strada"
MURINA: "no....c'è lui..qua.....una cosa o l'altra parte"
ZAMPAGLIONE: "quelli che dovete agguantare vi prendete i cosi"
MURINA: "dammi i guanti"
MORO: "non fate rumore"
MURINA: "ma senti un cappello c'è ?"
PICCOLO: dammelo a me un coso di quelli....
MORO: di questo qua...
PICCOLO: dallo a me che quello non mi entra Massimo"
MURINA: nemmeno a me mi entra...Massimo...
MORO: tieni questo qua.......questo è tipo cappuccio....vi rimane solo un poco d'avanti...
PICCOLO: non ci fà niente....è buono....
MORO: aspetta un attimo...
[20:12:47] Si sentono aprire le portiere dell'auto....
Preparatisi, Murina, Piccolo e Zampaglione uscivano dal veicolo per
commettere la rapina, ultimata la quale, per come si coglie dalla lettura delle
conversazioni di cui al progressivo n. 704, Piccolo riferiva della sottrazione di
tre fucili, con una carabina, mentre Zampaglione indicava di aver rinvenuto
delle vecchie lire, un paio di orecchini, un telefono ed un baracchino.
Se i commenti degli indagati ne rivelano la particolare protervia, indicando come
le due anziane vittime versassero in condizione di vero e proprio terrore e come
al loro riguardo fossero state indirizzate minacce di morte, si comprende anche
come i prevenuti avessero deciso di nascondere le armi sottratte presso un
giardino del Moro, il quale, alle 20.40, sceso dalla vettura, saliva sul proprio
furgone.
Questo il sunto della conversazione:
Prg
704
Data Ora
17/04/2012
Durata
0:09:59
Sintesi
si aprono gli sportelli e MURINA, PICCOLO, ZAMPAGLIONE e MORO
43
20:32:19
salgono in auto:
PICCOLO: andiamocene prima che sca questa e faccia bordello ed avverta"
ZAMPAGLIONE: "vai piano qua, ...o minchia è possibile che non ha niente
niente?"
MURINA: "va bè, che abbiamo preso ragazzi"
PICCOLO: "tre fucili già"
ZAMPAGLIONE: "che?"
PICCOLO: "una carabina"
ZAMPAGLIONE: "e basta, no io ho trovato una cosa qua, sono, penso
soldi vecchi, al buio li ho presi, sono, ma due tre pezzi, non sò, dieci lire,
cinquanta, cento lire, mille lire, non lo sò"
MURINA: "mannaggia la miseria, ...oh, ragazzi, togliamoci questi guanti,
queste cose, ...e i fucili dove li avete messi?"
MORO: "qua sono"
ZAMPAGLIONE: "posate queste cose"
MURINA: "e dove li posiamo la da te coso?"
MORO: "si, si"
MURINA: "nel tuo giardino si!"
ZAMPAGLIONE: "il coltello lo hai tu?"
MURINA: "si, tieni"
ZAMPAGLIONE: "no, no, qua scendi, mettiamoli in macchina e ce li
scendiamo, nno ...inc..."
MURINA: "ce li scendiamo no?"
PICCOLO: "no!"
ZAMPAGLIONE: "si, perchè no, ...ti vedono, non ti preoccupare"
MURINA: "dai scendi tu dai"
ZAMPAGLIONE: "...inc... dobbiamo prendere tutte cose "
MURINA: "Minchia che bella quella carabina ragazzi, chi l'ha trovata
coso, tu l'hai trovata?"
MORO: "si"
MURINA: "maria"
MORO: "se non fossi venuto non l'avremmo trovata quella"
ZAMPAGLIONE: "si non l'avremmo trovata"
MURINA: "vabbè, saremmo entrati"
PICCOLO: la dentro era, ancora non eravamo andati"
ZAMPAGLIONE: "ho girato la nel coso ...imprecazione... da sopra a sotto"
MORO: "...inc..."
PICCOLO: "Massimo sali piano "
MURINA: "UTTANA, CON LO SCHERZO DEL CAZZO RAGAZZI , CON
LO SCHERZO DEL CAZZO"
ZAMPAGLIONE: "ma li abita qualcuno"
MURINA: "no, del buon anima di suo marito ha detto che erano"
MORO: " ...la casa del genero"
MURINA: "posso andare dritto?"
MORO: "si, si, dritto"
MURINA: "il buon anima di suo marito diceva"
PICCOLO: "si suo marito, ....Massimo devi cercare di camminare"
MURINA: "non posso camminare così o spacco tutte cose"
MORO: "vai Massimo"
ZAMPAGLIONE: "direttamente la dentro, nascondiamo subito la cassaforte"
MORO: "la dentro la"
MURINA: "da te no, sempre"
ZAMPAGLIONE: "due orecchini li ho trovati ...inc..."
MURINA: "va bè, non ha importanza ragazzi, l'importante è ricavare,
uttana dovevamo fare a quello la e ci siamo fatti meglio a questo, per
dove?"
44
MORO: "dritto, dritto, dritto"
PICCOLO: "niente niente, qua abbiamo tirato ...inc... di 5000 euro "
MURINA: "no, non li valgono"
ZAMPAGLIONE: "quello è uno degli ultimi"
MURINA: "no, di meno"
PICCOLO: "di meno?"
MURINA: "5/600 euro se ce li danno, ...la carabina"
ZAMPAGLIONE: "...inc... ma ci sono due colpi qua"
MURINA: "e stiamo attenti"
PICCOLO: "per dove deve andare"
MORO: "dritto, dritto, dritto, dritto, dritto"
PICCOLO: "minchia mi fa male la schiena"
MURINA: "non la toccare ora che non abbia qualche colpo Peppe"
MORO: "no"
MURINA: "che possa scappare qualche colpo, non si sa mai"
MORO: "...inc... guido io "
MURINA: "no, non vedo niente hai capito"
MORO: "...inc.. quel coso la"
MURINA: "massimo accendi questo cazzo di coso qua"
MORO: "guardatela, guardatevi ...inc..."
MURINA: "si, si, ...gliel'hai preso il telefono per non farli chiamare "
MORO: "a destra, a destra"
ZAMPAGLIONE: "ce l'ho qua, dov'è il telefono"
MORO: " a destra"
MURINA: "a destra"
PICCOLO: "sotto il sedile "
MORO: "qua c'è un tratto dove dovete camminare più che sia possibile"
PICCOLO: "rettilineo"
MORO: "no, ancora qua no"
MURINA: "che vuoi buttare Peppe?"
ZAMPAGLIONE: "il telefono"
MURINA: "si poi lo buttiamo ora la, togliete la batteria perchè vedete che lo
prendono pure dov'è"
ZAMPAGLIONE: "no, la batteria dura poco di questo"
MURINA: "sembrava uno baracchino altro che telefono"
ZAMPAGLIONE: "ah quell'altro no, quell'altro è qua, ...ma penso che è
un baracchino"
MURINA: "e, ma quello buttiamolo pure "
PICCOLO: "...inc..."
ZAMPAGLIONE: "ne debbono avere un altro pure loro, ne debbono avere un
altro"
MURINA: "certo, buttiamolo questo "
ZAMPAGLIONE: "però soldi, minchia a non trovare un centesimo, ...li ha da
qualche parte nascosti"
PICCOLO: "a me duole il cuore Peppe"
ZAMPAGLIONE: "la vecchia pure che piangeva "
PICCOLO: " a me duole il cuore"
ZAMPAGLIONE: "quando gli ha detto daglieli gli faceva, daglieli e
lasciali stare che non ci facciano male gli faceva la vecchia, apposta ...inc...
ho detto io, digli di darmeli perchè l'ammazzo"
PICCOLO: "onestamente abbiamo trovato le armi, che cazzo me ne fotto
Peppe"
MORO: "eh"
ZAMPAGLIONE: "no, il cazzo"
MURINA: "e vabè, se uno, ma il tempo c'era però ragazzi per fare quello
che volevamo, potevamo rovistare la quanto volevamo "
45
PICCOLO: "si ma è brutto con il sequestro"
MORO: "ma ...inc... ragazzi , eravamo potuti rimanere un altro quarto
d'ora"
ZAMPAGLIONE: "io ora ...inc... alla fine dei conti che quella la dentro ha
l'oro"
MURINA: "e vero!"
MORO: "...imprecazione...."
ZAMPAGLIONE: MORO, il cazzo"
PICCOLO: "io sai che voglio, che abbiamo allarmato a quello di sotto ora con
questo fatto"
ZAMPAGLIONE: "no"
MURINA: "no, quello, quello, quello con la calma ora"
ZAMPAGLIONE: per ora pensiamo ad andarcene"
MURINA: "quello con la calma, perchè ora questa qua gli dice che gli hanno
preso le armi e ora quelli la si allertano "
ZAMPAGLIONE: "si"
MURINA: "quello sempre con la pistola la sera è, prima di coricarsi"
ZAMPAGLIONE: "no, sempre ...inc..."
MURINA: "si ma quella la ha dei figli maschi"
MORO: "...inc..."
ZAMPAGLIONE: "il fatto che i figli non si danno pace"
MURINA: "certo!"
PICCOLO": "che succede, si allarmano?"
MURINA: "certo è logico"
MORO: "si allarmano ma non così"
ZAMPAGLIONE: "ma pare che la dobbiamo fare domani mattina, il lavoro ce
l'abbiamo"
MURINA: "certo!"
ZAMPAGLIONE: "...inc..."
MORO: "...inc... "
MURINA: "e come vuole DIO ragazzi"
MORO: "tirate, tirate, dove potete tirare tirate barone"
MURINA: " e sto tirando più che posso
PICCOLO: "prima e seconda"
MURINA: "e Massimo sono di seconda già, non vedi che non va "
ZAMPAGLIONE: "chissà che non c'era pure qualche pistola?"
MURINA: "no, ha detto che le pistole non le aveva suo marito"
PICCOLO: "glio ho domandato, gli facevo dove sono le pistole? -Non c'è ne
sono pistole- il bello sai perchè, ho visto l'armadio con il lucchetto e gli ho
detto, qua perchè ce l'hai chiuso, -ci sono i fucili di mio maritoMURINA: "ah, ah, ah, ah, ah si, questo andavamo cercando noi"
PICCOLO: "apposto!"
ZAMPAGLIONE: "...inc..."
MURINA: "maria che bella, no?"
ZAMPAGLIONE: "...inc..."
MURINA: "quando ho visto a lui la dentro con quella carabina, ho detto io,
qua"
ZAMPAGLIONE: "...inc..."
MORO: "la carabina ...inc..."
PICCOLO: "la carabina?"
MORO: "...inc..."
PICCOLO: "tutto, pure i fucili ...inc..."
MURINA: "no di suo marito, tutta roba di suo marito secondo me"
PICCOLO: "mi ha detto il fucile di mio marito, mi ha detto quella "
MORO: "...inc..."
ZAMPAGLIONE: "la quando saliamo, saliamo di sopra"
46
MORO: "si ...inc..."
ZAMPAGLIONE: "ce ne andiamo a piedi ...inc..."
PICCOLO: "minchia credimi, che il signore mi perdoni ma che mi sembra
brutto a me"
ZAMPAGLIONE: " ....inc... di questi scrupoli qua"
MURINA: "no era tranquilla, era tranquilla Massimo"
ZAMPAGLIONE: "anzi magari erano tutte in questa maniera"
MURINA: "uttana! per davvero! ...si è seduta in una sedia, non l'hai vista
nel letto?"
PICCOLO: "credimi, vedi che io posso essere il più bastardo che esiste,
ma sono sensibilissimo"
ZAMPAGLIONE: "sii"
MURINA: "pure io, non hai visto che gli dicevo bella stai tranquilla, siediti
che siamo, sai che gli abbiamo studiato?"
PICCOLO: "ti sto dicendo uno, l'ho preso così, l'ho seduto, ho preso pure
schiaffi, però non aveva dove andare hai capito?"
ZAMPAGLIONE: "ti voglio dire io"
PICCOLO: "mi sembrava male pure picchiarla"
ZAMPAGLIONE: "ma ti voglio dire io"
PICCOLO: "quando ho visto ...inc... che cazzo me ne fotto, mi metto a
menargli uno schiaffo, già ho il rimorso "
MORO: "...inc..."
MURINA: "ah Peppe, sai che gli abbiamo detto, ...gli abbiamo detto che
abbiamo problemi che dobbiamo operare a nostro fratello ih, ih, ih"
PICCOLO: "gli abbiamo detto di darci i soldi"
MURINA: "di darci i soldi -no ne ho, mia figlia li ha, mia figlia se li è portati-"
MORO: "E' facile che se li è portati mia figlia"
ZAMPAGLIONE: "deve essere ...inc..."
MURINA: "dov'è, da dove?"
MORO: "dritto, dritto, dritto"
ZAMPAGLIONE: "...inc..."
MURINA: "questo lo devi volare Peppe, lo devi volare, lo devi buttare perchè
se ha quell'altro ci"
ZAMPAGLIONE: "...inc... non ci fa niente (si sente un bip come quello
emesso da una radio-veicolare)
PICCOLO: "getta questo coso"
ZAMPAGLIONE: "no l'ho aperto e ora l'ho chiuso"
MORO: "no, gli squilla là"
MURINA: "certo Peppe, ci prendono, ci prendono subito"
PICCOLO: "getta questo coso Peppe, per favore, che cazzo dobbiamo fare "
MORO: "no, no, no, qua, per la pace di DIO, se lo trovano qua dicono là lo
hanno trovato ...inc..."
ZAMPAGLIONE: "...inc..."
MURINA: "poi ...inc..."
ZAMPAGLIONE: "ora vedo se è chiuso"
MORO: "vai intanto ora per metterci dentro qua"
MURINA: "ora gli hai lasciato le impronte pure, lo devi gettare da una parte
dove spaccarlo"
MORO: "gli buttiamo un colpo di mazza ora ...inc..."
MURINA: "per spaccarlo, ...erano garbati"
ZAMPAGLIONE: "nella stanza la dentro era?"
MURINA: "la poveretta di sua madre era al buio non si"
PICCOLO: "piano Massimo"
MURINA: "ma come mai l'hanno lasciata al buio a sua madre, non credo che
avevano i soldi la dentro, dove c'era sua madre al buio?"
MORO: "fermatevi qua"
47
ZAMPAGLIONE: "gli diceva di darglieli lei, di darglieli lei"
MORO: "Dove c'è il cancello"
ZAMPAGLIONE: "si ma non è che possiamo starcene qua che potrebbe arriva
qualcuno"
MORO: "qua, qua, qua, aspettate che apro il cancello "
ZAMPAGLIONE: "ma per fermarci qua?"
MORO: " e devo prendere il furgone ...pure... un minuto"
MURINA: "si vai avanti poi"
ZAMPAGLIONE: " e scendi che non arrivi qualcuno, andiamocene"
MURINA: "dacci una sigaretta"
MORO: sul furgone ce l'ho"
ZAMPAGLIONE: "andiamocene, parti per favore "
[20:40:40]
Si chiude unso sportello e MORO scende dalla vettura per prendere il suo
furgone.
MURINA: "guarda che è bella questa carabina, dov'è? dietro il coso"
ZAMPAGLIONE: "la carabina ce l'ha lui, non lo so"
MURINA: "guarda che è quella di precisione, hai visto?"
PICCOLO: "è bellissima!"
ZAMPAGLIONE: "...minchia, il cannocchiale pure ha!"
MURINA: "si, perchè loro da una montagna ad un'altra ammazzavano, cosi,
...questa è un bestione di carabina"
ZAMPAGLIONE: "a me l'automatico interessa, basta, a me non m'interessa, ne
ho, di queste cose ne ho, ...no andiamocene, senti quello che ti dico io che non
arrivi qualcuno"
MURINA: "ehhh, che dobbiamo fare con questi guanti glieli diamo a lui"
ZAMPAGLIONE: "si diamoglieli a lui"
MURINA: "tutte cose diamogliele a lui"
ZAMPAGLIONE: "ah, lascia che vedo che cosa ho trovato"
MURINA: "però dimmi una cosa"
ZAMPAGLIONE: "dove cazzo le ho messe ora"
MURINA: "Peppe come dobbiamo fare, Peppe? ...Peppe come dobbiamo
fare?"
ZAMPAGLIONE: "questi sono i miei, che?"
MURINA: "scende lui"
ZAMPAGLIONE: "andiamocene"
MURINA: "li scende lui, li scende lui"
ZAMPAGLIONE: "no questi sono i soldi spicci che avevo io"
MURINA: "li scende lui con"
ZAMPAGLIONE: "ah? ho preso i soldi spicci io, ...li buttiamo nel cofano pure
della macchina, andiamocene però che solo nella macchina in quella maniera
non se l'aspettano mai "
MURINA: "ma li scendi tu?"
ZAMPAGLIONE: "si andiamocene per favore"
MURINA: " e aspetta, lo lasciamo qua che sta uscendo"
ZAMPAGLIONE:" ...inc... vedere che cazzo sono"
MURINA: "Massimo dagli questi guanti, questi cosi, se no ci mettono pure
omicidio, ...ohh ho visto una luce là, ah lui è "
ZAMPAGLIONE: "tò, vedi quello che sono, tò"
MURINA: "le cinquecento lire di una volta strappate"
ZAMPAGLIONE: "vebbè, si aggiungono, tò, ...a terra erano, dentro a quel
pensile ...buttalo li, buttalo li "
MURINA: "no, no, lasciali fottere"
ZAMPAGLIONE: " andiamocene, lascialo stare, andiamocene per favore"
MURINA: "prendi un pacco di sigarette che siamo senza sigarette"
ZAMPAGLIONE: "non si fa questo lavoro, lui se ne può venire tranquillo"
48
MURINA: "prendi le sigarette, Massimo fatti dare due sigarette"
ZAMPAGLIONE: "le cose dove le ho messe ...inc... andiamocene, cammina
Massimo, lui lo fa apposta "
MURINA: "li getto queste cose Peppe?"
ZAMPAGLIONE: "gettali che..."
termina il progressivo.
Sceso il Moro, i tre complici discutevano di come spartire il bottino.
Tanto si desume dal progressivo n. 805, che si riporta:
Prg
Data Ora
Durata
705
17/04/2012
20:42:19
0:08:14
Sintesi
[20:42:22] AUTO FERMA
ZAMPAGLIONE: oh ragazzi, se sale qualcuno siamo fottuti
MURINA : Muoviti hou , se sale qualcuno , siamo fottuti .
ZAMPAGLIONE: fatti dare le sigarette e ce ne andiamo, lui è inutile che mi fa
aspetta qua, aspetta qua, aspetta il cazzo
MURINA : Muoviti Massimo , che se quella la , prende qualche telefono e
telefona subito la
PICCOLO: " ...inc...nelle vicinanze, andiamocene"
ZAMPAGLIONE: Qua non c'è niente da aspettare hai capitò, non c'è niente da
aspettare, non dobbiamo aspettare a nessuno
[20:42:35] auto in movimento
MURINA : "senti una cosa, che valore può avere questa carabina Peppe ?
PICCOLO: ci vogliono più di 1000.00 euro per questa carabina ?
ZAMPAGLIONE: "...inc..."
PICCOLO: "più di mille euro, la carabina stai dicendo?"
MURINA : No , voglio sentire a Peppe io ....
ZAMPAGLIONE: Vuoi sentire il mio consiglio ? lasciagliela se vuole
prendersela lui e prenditi prenditi il fucile , sai perchè ?
MURINA : eh
ZAMPAGLIONE: questa qua , è quella di libera vendita
MURINA : ah , di quelle la normali sono ?
ZAMPAGLIONE: si
PICCOLO: "non è con i colpi?"
MURINA : a di quelle a compressione è ?
ZAMPAGLIONE: si
MURINA : ah di quella .....
PICCOLO: di quella a compressione che cazzo me ne fotto
ZAMPAGLIONE: "e non la hai vista cazzo!"
MURINA : No , non l'ho inquadrata io
ZAMPAGLIONE: questa qua , sicuramente ( inc )
PICCOLO: "Massimo vedi che devi camminare a destra"
MURINA : Fammi accendere ...
PICCOLO: Vacci più vicino Massimo
ZAMPAGLIONE: Ma tu non gli dire niente però se no non se la prende,
PICCOLO: "...inc..."
ZAMPAGLIONE: "... lui ha visto il binocolo e pensa che sia la carabina inc )
MURINA : e poi domani , quando la vede ad aria compressa , dice , ragazzi
non era meglio che ( inc )
PICCOLO: "ehhh, bello!"
ZAMPAGLIONE: io quando l'ho comprata, poi la mia me la sono fatta
ritirare, ho pagato 370 euro .
PICCOLO: Peppe , vedi se qua non dobbiamo sbagliare e andiamo in un altro
posto
49
ZAMPAGLIONE: "no, no, giusto ...inc... lui se ne doveva andare cazzo "
MURINA : va bè ora prendi la tua macchina tu no ? .... io non me lo porto ora
ad Archi questo coso
ZAMPAGLIONE: Lo posiamo da me questa notte
MURINA : ma che sono un automatico è un 12 ( ndr, calibro ) che è ?
PEPPE: l'automatico quanto è ?
PICCOLO: "l'automatico
ZAMPAGLIONE: "questo è il ...inc...un 20 ( ndr, calibro ) è ragazzi"
PICCOLO: c'è il 12 , il 16 ed il 20
ZAMPAGLIONE: no i miei sono tutti sovrapposti ...inc... dove cazzo l'ha
messo ora ...inc... li dobbiamo buttare questi cosi
PICCOLO: "Oh, vedi di ...inc... qua
ZAMPAGLIONE: "questo cazzo di coso la pure ...imprecazione... non lo vedo
più
PICCOLO: "tieni qua"
ZAMPAGLIONE: "ah, lo hai tu?"
PICCOLO: "no, l'accendino, l'ho trovato ...inc...quel cazzo di baracchino"
ZAMPAGLIONE: " e quello è che voglio trovare
MURINA : ...inc... la macchina dove ce l'hai tu? ...qua è?
ZAMPAGLIONE: "dove cazzo l'ho messo ...imprecazione...
PICCOLO: "guarda come si ingarbuglia"
MURINA: "che non l'abbia preso coso?"
ZAMPAGLIONE: "no, eccolo qua"
MURINA: " e questo si deve rompere vedi ah!"
PICCOLO: "qua sotto no, qua abitano"
MURINA: "si, si, si"
PICCOLO: "qua abitano non vedi "
ZAMPAGLIONE: Lo buttiamo in un vallata per spaccarsi proprio ...inc... lo
spacco, lo butto, se avevamo trovato quell'altro era buono, quell'altro ...inc..."
PICCOLO: queste cazzo di cose , pure in un bidone della spazzatura .... fermati
Massimo
MURINA : No , che la vanno e guardano la prima cosa .
ZAMPAGLIONE: "minchia quattro colpi li dovevamo prendere pero"
MURINA: " e ma se c'erano, non li abbiamo trovati però, ti sembra che non li
andavo cercando anche io i colpi"
PICCOLO : Massimo di qua , fermati e buttali da li .
MURINA : No, vediamo se c'è la sua macchina qua e li buttiamo direttamente ,
butta qua in queste cose
ZAMPAGLIONE: Lo hai detto, me lo hai detto
MURINA: "no, non li buttare qua"
PICCOLO: mi stai cacando il cazzo ( sorriso ) ma ce li vogliamo portare a casa
...inc...
[20:46:22] si sente rumore di qualcosa che hanno buttato via
MURINA : Uttana , per poco rompevi anche il vetro .
ZAMPAGLIONE: Si ma lui non doveva scomparire in questo modo , ci deve
battere un pò la strada adesso a scendere
PICCOLO: Massimo vai un poco più a destra vedi che qua devi camminare
MURINA no tranquillo , tranquillo Massimo
ZAMPAGLIONE: Massimo allora , ho li scendo io e tu vai avanti o vado
avanti io ......
MURINA : si, si, no no, scendili tu, scendili tu
ZAMPAGLIONE: Allora te ne devi andare avanti, ti do un walkie talkie e se
c'è il posto di blocco ...inc..., quanto ti dico il pulsante che devi premere e mi
fai suonare subito - subito, ...dove cazzo l'abbiamo messa la macchina che non
mi ricordo più niente?
MURINA : di vedere , la dobbiamo vedere !
50
PICCOLO: "... di qua forse"
ZAMPAGLIONE: No , no , no , dove vai ? dove vai ?
MURINA : qua dove usciamo a Gallina ?
ZAMPAGLIONE: torna indietro, torna indietro che non esca qualcuno
PICCOLO: " e andiamocene muoviti"
ZAMPAGLIONE: "se vedi salire qualche macchina ...inc...
PICCOLO: Minchia ! ma lui è scomparso con il furgone puttana della miseria
ZAMPAGLIONE: lui cammina pericoloso
PICCOLO: e cammina lui"
ZAMPAGLIONE: "ma questo è sbagliato, ci doveva aspettare ...inc...
PICCOLO: "non è che cammina che"
ZAMPAGLIONE: ci doveva aspettare ...imprecazione...
PICCOLO: "abbiamo detto ci vediamo domani"
MURINA: "che ti ha detto?"
PICCOLO: "no dico, se avevamo detto ci vediamo domani"
MURINA: "vedi se vedi la tua macchina, che non ti ricordi poi è capace il
posto dove l'abbiamo messa
ZAMPAGLIONE: "qua deve essere, ....qua deve essere,la vedi?"
PICCOLO: "che non si sia fermato lui con il furgone nella macchina, tu dici?
...ma mi sembra che vedo luci, vai piano, ...lui dai "
ZAMPAGLIONE: " Ah lui è, ..."
[20:48:36]
SI fermano, scendono dal mezzo e si sente il rumore di un vecchio motore
diesel. Scendono dalla vettura ed iniziano il trasbordo e la spartizione delle
armi
PICCOLO: "chiudi queste cazzo di luci "
ZAMPAGLIONE: "andavi correndo"
MORO: "dammi due tre sigarette che ...inc... fumando"
ZAMPAGLIONE: "ora ...inc... volete la carabina voi ...inc.."
MORO: "si, se è possibile si"
ZAMPAGLIONE: "qua la carabina! ...dove sono loro, ...inc... apri lo sportello
(rumori e voci in lontananza)"
PICCOLO: "tieni, sopra il cruscotto c'è il pacco delle sigarette
MORO: "andiamo va, ci sentiamo va, ci sentiamo"
MURINA: "ciao bello!"
Si scambiano i saluti
PICCOLO: "ci siamo Peppe?"
MURINA: "dammi il walkie talkie, mostragli il tasto che deve premere .
PICCOLO: " e poi per spegnerlo sempre il call? ...andiamocene"
MURINA : si ma ora che vogliono fare , questo qua si vuole prendere il
sovrapposto solo ( ndr, fucile ) e noi due?
PICCOLO: e noi non abbiamo guadagnato niente
MURINA : e ci deve dare
PICCOLO: che cazzo stai dicendo Peppe!"
MURINA : va be , il prossimo giro , facciamo, poi il 12 che cazzo , meglio il
sovrapposto !
PICCOLO: noi ci siamo tenendo la roba più scarsa e poi uno ( ndr, fucile )
in due ? ma che state scherzando Peppe ... o no ?
MURINA : Certo !
PICCOLO: che stai dicendo, ma lui me lo ha detto a me , ragazzi se volete
, ( inc ) , altrimenti vi do qualche altra cosa io non m'interessa a me
MURINA : No Peppe, dividiamo in tre, dacci una pistola !
PICCOLO: dacci una pistola, vai piano che c'è una macchina che sale
MURINA : Eccoli qua quelli con la jeep Massimo, ora stanno ritornando
51
Alle 20.48, quindi, i tre si fermavano, scendendo dal veicolo. Con loro vi era
pure il Moro, che li aveva raggiunti, ed iniziava il trasbordo della refurtiva
sulla vettura dello Zampaglione, mentre al Moro veniva consegnata la
carabina.
Di seguito il progressivo n. 705, che rappresenta le fasi ora indicate:
[20:42:22] AUTO FERMA
ZAMPAGLIONE: oh ragazzi, se sale qualcuno siamo fottuti
MURINA : Muoviti hou , se sale qualcuno , siamo fottuti .
ZAMPAGLIONE: fatti dare le sigarette e ce ne andiamo, lui è inutile che mi fa aspetta qua, aspetta qua, aspetta il
cazzo
MURINA : Muoviti Massimo , che se quella la , prende qualche telefono e telefona subito la
PICCOLO: " ...inc...nelle vicinanze, andiamocene"
ZAMPAGLIONE: Qua non c'è niente da aspettare hai capitò, non c'è niente da aspettare, non dobbiamo
aspettare a nessuno
[20:42:35] auto in movimento
MURINA : "senti una cosa, che valore può avere questa carabina Peppe ?
PICCOLO: ci vogliono più di 1000.00 euro per questa carabina ?
ZAMPAGLIONE: "...inc..."
PICCOLO: "più di mille euro, la carabina stai dicendo?"
MURINA : No , voglio sentire a Peppe io ....
ZAMPAGLIONE: Vuoi sentire il mio consiglio ? lasciagliela se vuole prendersela lui e prenditi prenditi il
fucile , sai perchè ?
MURINA : eh
ZAMPAGLIONE: questa qua , è quella di libera vendita
MURINA : ah , di quelle la normali sono ?
ZAMPAGLIONE: si
PICCOLO: "non è con i colpi?"
MURINA : a di quelle a compressione è ?
ZAMPAGLIONE: si
MURINA : ah di quella .....
PICCOLO: di quella a compressione che cazzo me ne fotto
ZAMPAGLIONE: "e non la hai vista cazzo!"
MURINA : No , non l'ho inquadrata io
ZAMPAGLIONE: questa qua , sicuramente ( inc )
PICCOLO: "Massimo vedi che devi camminare a destra"
MURINA : Fammi accendere ...
PICCOLO: Vacci più vicino Massimo
ZAMPAGLIONE: Ma tu non gli dire niente però se no non se la prende,
PICCOLO: "...inc..."
ZAMPAGLIONE: "... lui ha visto il binocolo e pensa che sia la carabina inc )
MURINA : e poi domani , quando la vede ad aria compressa , dice , ragazzi non era meglio che ( inc )
PICCOLO: "ehhh, bello!"
ZAMPAGLIONE: io quando l'ho comprata, poi la mia me la sono fatta ritirare, ho pagato 370 euro .
PICCOLO: Peppe , vedi se qua non dobbiamo sbagliare e andiamo in un altro posto
ZAMPAGLIONE: "no, no, giusto ...inc... lui se ne doveva andare cazzo "
MURINA : va bè ora prendi la tua macchina tu no ? .... io non me lo porto ora ad Archi questo coso
ZAMPAGLIONE: Lo posiamo da me questa notte
MURINA : ma che sono un automatico è un 12 ( ndr, calibro ) che è ?
PEPPE: l'automatico quanto è ?
PICCOLO: "l'automatico
ZAMPAGLIONE: "questo è il ...inc...un 20 ( ndr, calibro ) è ragazzi"
PICCOLO: c'è il 12 , il 16 ed il 20
ZAMPAGLIONE: no i miei sono tutti sovrapposti ...inc... dove cazzo l'ha messo ora ...inc... li dobbiamo buttare
52
questi cosi
PICCOLO: "Oh, vedi di ...inc... qua
ZAMPAGLIONE: "questo cazzo di coso la pure ...imprecazione... non lo vedo più
PICCOLO: "tieni qua"
ZAMPAGLIONE: "ah, lo hai tu?"
PICCOLO: "no, l'accendino, l'ho trovato ...inc...quel cazzo di baracchino"
ZAMPAGLIONE: " e quello è che voglio trovare
MURINA : ...inc... la macchina dove ce l'hai tu? ...qua è?
ZAMPAGLIONE: "dove cazzo l'ho messo ...imprecazione...
PICCOLO: "guarda come si ingarbuglia"
MURINA: "che non l'abbia preso coso?"
ZAMPAGLIONE: "no, eccolo qua"
MURINA: " e questo si deve rompere vedi ah!"
PICCOLO: "qua sotto no, qua abitano"
MURINA: "si, si, si"
PICCOLO: "qua abitano non vedi "
ZAMPAGLIONE: Lo buttiamo in un vallata per spaccarsi proprio ...inc... lo spacco, lo butto, se avevamo trovato
quell'altro era buono, quell'altro ...inc..."
PICCOLO: queste cazzo di cose , pure in un bidone della spazzatura .... fermati Massimo
MURINA : No , che la vanno e guardano la prima cosa .
ZAMPAGLIONE: "minchia quattro colpi li dovevamo prendere pero"
MURINA: " e ma se c'erano, non li abbiamo trovati però, ti sembra che non li andavo cercando anche io i colpi"
PICCOLO : Massimo di qua , fermati e buttali da li .
MURINA : No, vediamo se c'è la sua macchina qua e li buttiamo direttamente , butta qua in queste cose
ZAMPAGLIONE: Lo hai detto, me lo hai detto
MURINA: "no, non li buttare qua"
PICCOLO: mi stai cacando il cazzo ( sorriso ) ma ce li vogliamo portare a casa ...inc...
[20:46:22] si sente rumore di qualcosa che hanno buttato via
MURINA : Uttana , per poco rompevi anche il vetro .
ZAMPAGLIONE: Si ma lui non doveva scomparire in questo modo , ci deve battere un pò la strada adesso a
scendere
PICCOLO: Massimo vai un poco più a destra vedi che qua devi camminare
MURINA no tranquillo , tranquillo Massimo
ZAMPAGLIONE: Massimo allora , ho li scendo io e tu vai avanti o vado avanti io ......
MURINA : si, si, no no, scendili tu, scendili tu
ZAMPAGLIONE: Allora te ne devi andare avanti, ti do un walkie talkie e se c'è il posto di blocco ...inc..., quanto
ti dico il pulsante che devi premere e mi fai suonare subito - subito, ...dove cazzo l'abbiamo messa la macchina
che non mi ricordo più niente?
MURINA : di vedere , la dobbiamo vedere !
PICCOLO: "... di qua forse"
ZAMPAGLIONE: No , no , no , dove vai ? dove vai ?
MURINA : qua dove usciamo a Gallina ?
ZAMPAGLIONE: torna indietro, torna indietro che non esca qualcuno
PICCOLO: " e andiamocene muoviti"
ZAMPAGLIONE: "se vedi salire qualche macchina ...inc...
PICCOLO: Minchia ! ma lui è scomparso con il furgone puttana della miseria
ZAMPAGLIONE: lui cammina pericoloso
PICCOLO: e cammina lui"
ZAMPAGLIONE: "ma questo è sbagliato, ci doveva aspettare ...inc...
PICCOLO: "non è che cammina che"
ZAMPAGLIONE: ci doveva aspettare ...imprecazione...
PICCOLO: "abbiamo detto ci vediamo domani"
MURINA: "che ti ha detto?"
PICCOLO: "no dico, se avevamo detto ci vediamo domani"
MURINA: "vedi se vedi la tua macchina, che non ti ricordi poi è capace il posto dove l'abbiamo messa
ZAMPAGLIONE: "qua deve essere, ....qua deve essere,la vedi?"
53
PICCOLO: "che non si sia fermato lui con il furgone nella macchina, tu dici? ...ma mi sembra che vedo luci, vai
piano, ...lui dai "
ZAMPAGLIONE: " Ah lui è, ..."
[20:48:36]
SI fermano, scendono dal mezzo e si sente il rumore di un vecchio motore diesel. Scendono dalla vettura ed
iniziano il trasbordo e la spartizione delle armi
PICCOLO: "chiudi queste cazzo di luci "
ZAMPAGLIONE: "andavi correndo"
MORO: "dammi due tre sigarette che ...inc... fumando"
ZAMPAGLIONE: "ora ...inc... volete la carabina voi ...inc.."
MORO: "si, se è possibile si"
ZAMPAGLIONE: "qua la carabina! ...dove sono loro, ...inc... apri lo sportello (rumori e voci in
lontananza)"
PICCOLO: "tieni, sopra il cruscotto c'è il pacco delle sigarette
MORO: "andiamo va, ci sentiamo va, ci sentiamo"
MURINA: "ciao bello!"
Si scambiano i saluti
PICCOLO: "ci siamo Peppe?"
MURINA: "dammi il walkie talkie, mostragli il tasto che deve premere .
PICCOLO: " e poi per spegnerlo sempre il call? ...andiamocene"
MURINA : si ma ora che vogliono fare , questo qua si vuole prendere il sovrapposto solo ( ndr, fucile ) e
noi due?
PICCOLO: e noi non abbiamo guadagnato niente
MURINA : e ci deve dare
PICCOLO: che cazzo stai dicendo Peppe!"
MURINA : va be , il prossimo giro , facciamo, poi il 12 che cazzo , meglio il sovrapposto !
PICCOLO: noi ci siamo tenendo la roba più scarsa e poi uno ( ndr, fucile ) in due ? ma che state
scherzando Peppe ... o no ?
MURINA : Certo !
PICCOLO: che stai dicendo, ma lui me lo ha detto a me , ragazzi se volete , ( inc ) , altrimenti vi do qualche
altra cosa io non m'interessa a me
MURINA : No Peppe, dividiamo in tre, dacci una pistola !
PICCOLO: dacci una pistola, vai piano che c'è una macchina che sale
MURINA : Eccoli qua quelli con la jeep Massimo, ora stanno ritornando
A quel punto, Murina e Piccolo riprendevano la marcia, fungendo da battistrada
allo Zampaglione.
Nel prosieguo (vd. conversazioni di cui al progressivo 706), Piccolo e Murina, rimasti
soli, commentavano la circostanza di aver prelevato anche del denaro, trattenuto
all’insaputa dei complici, e, a riprova del vincolo di solidarietà criminale, si
riproponevano di parlarne con lo Zampaglione, per dividere tutto in parti eguali.
Assai significative le espressioni dei due sull’esigenza di comunicare a Peppe
Zampaglione che non intendevano prendere per il culo i sodali, dovendo
dividere tutto …altrimenti abbiamo finito, neanche abbiamo iniziato che
abbiamo finito…
Ecco, dunque, la trascrizione del progressivo n. 706, che tanto consente di
affermare:
MURINA : uttana non sapeva che neanche aveva i fucili di suo padre questo, vediamo quanto gli abbiamo fottuto
ora, vedi che ho visto pezzi di 50 ah!"
54
PICCOLO: Massimo qua li ho, tutti nella tasca di qua
MURINA: "ho visto pezzi di 50 bello ( ndr, euro )
MURINA : mi posso spogliare tutto nudo e farmi a pezzi"
PICCOLO: morsa morsa no ( ndr, a pezzi no )
MURINA : tu lo sai, se dobbiamo fottere gli altri li fottiamo , ma noi non ci dobbiamo fottere , se ci
fottiamo noi la facciamo nel culo .... non valiamo più niente
PICCOLO: maria come ha detto, qua ci sono i fucili, mi è presa una cosa di speranza
MURINA : che hai toccato ? non gli toccare niente ..... rispondi .
PICCOLO: hou
MURINA : devi premere il tasto ,
PICCOLO: "lascia fottere"
MURINA: "e va bò dai"
PICCOLO: "lui, lui"
MURINA : poverina quella vecchia che non si poteva muovere ,
PICCOLO: "che mi è sembrato...inc...Signore perdonami, ...bella mia ! ...mi è sembrato brutto
MURINA: "io me ne sono andato e l'ho baciata pure, la dentro, gli ho detto " Non ti preoccupare bella grazie,
...fammi accendere Massimo"
PICCOLO: "Massimo ...inc...
MURINA : ( INC ) non c'era nessuno, non c'era, a quell'ora sono tutti dentro, gli ha detto sua madre -oh, vedi che
hai lasciato la finestra aperta perchè sbatte- gli ha detto la vecchietta !
PICCOLO: "le poverine, no! ...inc..."
MURINA:
" ...questo si è preso quella carabina ed è scappato? l'aveva comprata Giovanni COMI a 170 euro , la stessa , mi
sembrava vera a me
PICCOLO: ma la teneva la dentro assieme alle altre
MURINA : Massimo ma lo sai che era vera forse?
PICCOLO: "ci hanno fottuti vedi, ci hanno mollato un pacco, ...questo te lo stai prendendo tu, quest'altro me lo
prendo io ...inc... se no facciamo il contrario
MURINA: "certo!"
PICCOLO: "...inc..."
MURINA : No ci prendiamo il sovrapposto noi e il 12 te lo prendi tu
PICCOLO: Massimo, noi siamo in due dobbiamo prendere ...inc...
MURINA : Il sovrapposto ha 10 colpi, a due colpi
PICCOLO: si ma, in due , ci esce qualcosa, tu sei solo
MURINA : certo! poi quella carabina mi sembrava verà perchè era troppo arrugginita
PICCOLO: ci hanno fottuti, ...comunque vedi che quest'altro
MURINA : mi pare "pazziceddu" pure a me
PICCOLO: ah?
MURINA : chi questo con la jeep
PICCOLO: quello, quest'altro discorso con la jeep , non è che ti sembra che è facile la, che non scappi il morto
pure la"
MURINA : la si
PICCOLO: Massimo e che non ti sembri tanto ...inc...
MURINA : si allura
PICCOLO: vedi, sembra che sanno , sanno e poi
MURINA : altri 5 minuti di tempo avevamo perso e ci stringeva quella jeep la, quella macchina la
PICCOLO: Ha visto ? Minchia quando me lo sento io che ce ne dobbiamo andare , che cazzo stiamo a fare
MURINA : Ma quel cane che faceva ?
PICCOLO: "quale cane?
MURINA: "c'era un cane non lo hai visto che veniva fino a dentro
PICCOLO: Non l'ho visto per niente
MURINA : Gli ha dato un calcio forse Peppe , un cane di caccia mi è sembrato
PICCOLO: i poveretti in un fondo di letto!
[20:57:08]
PICCOLO: Vai piano
MURINA : che è successo ?
55
PICCOLO: ma chi era coso ?
MURINA : eh , l'ha nascosta là, ...con quelle cazzo di luci di dietro non vedo un cazzo, ha i fari alti
PICCOLO: fallo passare avanti a lui se c'è posto .....
MURINA : (sorride) che tipo che è questo
PICCOLO: Cammina tipo che è solo lui
MURINA : Ora io sai che gli dico, Peppe ma dimmi una cosa, è un amico nostro?"
PICCOLO: "chi?"
MURINA: "MORO, gli dobbiamo dare i soldi pure a lui "
PICCOLO: "giusto!"
MURINA: " fai come ti dice Massimo, quanto si prendono, dice -ma lui si è è accontentato di quella- quella è
una carabina buona, quella altro che cazzo, il cannocchiale è buono, non è cannocchiale quello di mille lire"
PICCOLO: "il cannocchiale no, li vendono professionali pure per quelle cose
MURINA: "per quelle carabine?"
PICCOLO: "si, si deve veder, io non lo ho presa in mano , com'era ?"
MURINA : a Giovanni COMI gliel'ho vista una carabina la stessa di questa, ma è l'ultima generazione che sono
uscite ora"
PICCOLO: "questa è antica
MURINA: "questa è antica"
PICCOLO: "che non sia una carabina"
MURINA: "quella è una carabina vera che sparavano da una roccia ad un altra , in quei tempi
PICCOLO: che non l'abbiano usata per sparare i cinghiali
MURINA : eh, può essere, i lupi, i cinghiali, tutte cose, ( parla in terza persona ) -Peppe abbiamo valutato che
non intendiamo prendere per il culo, non l'amico nostro ( ndr, MORO ) e che non ci prendiamo,
altrimenti abbiamo finito, neanche abbiamo iniziato che abbiamo finito , dobbiamo dividere tutto , quanto
si prendono 100 euro da quella carabina, 100 euro, tanto io l'ho vista bene o male .
PICCOLO: qua che c'è, come mai con il lucchetto ...inc...
Da ultimo, la conversazione di cui al progressivo n. 707 consente di cogliere non
solo il seguito della discussione sulla spartizione del bottino ma anche la
consegna di passamontagna e giubbotto allo Zampaglione.
MURINA: "che sono i soldi?
PICCOLO: "si, ...nella scatoletta li aveva
MURINA : quanto sono
PICCOLO: questi sono cento ,...... 40 ...... 90
MURINA : 190 ? ( breve pausa ) lo buttiamo questo coso ?
PICOLO: "di Peppe è"
MURINA: "va bè ce li dividiamo pure con la carabina 190 ?
PICCOLO MASSIMO : ci escono altrre 100 pulite
MURINA: "certo"
PICCOLO: "...inc... 2,4,6, neanche, .... vai piano Massimo
MURINA : l'ha nascosta la dietro quella cosa
PICCOLO: "Ah?"
MURINA: "se l'è nascosta la dietro"
PICCOLO: Mi ha preso il dolore di testa , meno male che non mi sono mangiato quel poco di pane con la frittata
...ora ci corichiamo qua stasera ... poveretta! ...minchia che brutto quando sono lucidi e sono buttati in un fondo di
letto, mamma, la cosa più brutta che ...inc...
MURINA : certo, specialmente sua sua madre che era lucida, hai visto ?
PICCOLO: hai visto? ...che brutto vedi, ...Natale
MURINA : Natale? e che vuole vedi"
PICCOLO: "...inc..."
MURINA: "vedi che non sia successo qualcosa, questo qua come mai alle nove a quest'ora ti sta chiamando? ti ha
chiamato qualche volta a quest'ora?"
PICCOLO: "no"
MURINA: "qualche problema, si è ubriacato"
56
PICCOLO: e che è non risponde, Hei Natale bello allora ( ndr, risponde al telefono ) , sto arrivando che eravamo
a Bagnara che ci siamo fatti due calate a Bagnara, sto arrivando per strada, perchè? AH? il tempo di arrivare che
siamo quasi a Scilla, va bò, va bene bello, ciao"
MURINA : che ha detto ?"
PICCOLO: "...inc ma lo hai sentito ubriaco ( inc )
PICCOLO: un poco rauco, -sfatticeddu- ... quello il furgone di la sta andando, che cazzo centra"
MURINA: "io pure me ne vado di qua"
PICCOLO: "e perchè?"
MURINA: "perchè tagliamo"
PICCOLO: "la sai tu la strada? ...ci dobbiamo perdere"
MURINA: "non ci dobbiamo fermare da Peppe?"
MURINA: "va bè, ancora siamo qua sopra"
PICCOLO: "puttana quanto abbiamo tagliato"
[21:06:51] auto ferma , si sente il rumore di un vecchio motore diesel e di sportelli che si aprono e chiudono
MURINA : qua sono forse, la sopra
ZAMPAGLIONE: "....inc..."
MORO: "...inc... così non posso fare niente"
PICCOLO: "che è successo?"
MURINA: "gli occhiali forse gli sono caduti"
MORO: "gli occhiali, il giubbotto, ...il giubbotto lo scendo si?
MURINA: "si, si, prenditelo, ...inc...queste cose
MORO: "questi poi li butto io dai, ...ciao, ciao, belli"
MURINA: "ciao bello"
MORO: "ci sentiamo"
PICCOLO: "ci sentiamo domani?"
MURINA: "ahh, i passamontagna"
PICCOLO: "fermati, fermati che glieli diamo"
Si apre uno sportello e continua sempre a sentirsi il rumore di un vecchio motore diesel
Lo sportello si richiede e PICCOLO risale in auto
PICCOLO: "mamma mia"
MURINA: "che cazzo è ? ...ti è preso un crampo? ...ih, ih, ih, questo è il troppo fottere, ...il troppo fottere, che è
li? "
PICCOLO: "...inc... lo sapevo che non potevo farlo questo movimento così azzardato, ...vedi se ci sono sigarette
li, non li ho aperte Massimo"
MURINA: "tieni, ma hai menato un colpo?"
PICCOLO: "no, mi sono strappato "
MURINA: "tieni"
PICCOLO: "che vuoi?"
MURINA: "le sigarette, non le vuoi?"
PICCOLO: "la, quel pacco di MERIT che sono andato a prendere che mi sembrava che non c'erano sigarette,
...che è una canna Massimo"
MURINA: ne ho trovata mezza nel posacenere se lo vuoi sapere"
PICCOLO: "ho preso a sudare dal dolore ...inc..."
MURINA: "...inc..."
Poi MURINA risponde al telefono e dice all'interlocutore di stare rientrando da Bagnara.
PICCOLO: "per un pacco di sigarette vuote "
MURINA: "c'è tieni"
PICCOLO: "te le ha date ora MORO li, ah?"
MURINA: "non so se erano di Peppe
PICCOLO: "di Peppe, dove le hai trovate, dietro?"
MURINA: "uh"
Si comprende, infine, dal dialogo di cui al progressivo n. 710, come Murina e
Piccolo, alle 22:07:49, abbiano fatto ritorno ad Archi, le operazioni tecniche
57
permettendo di cogliere come si fossero, a quell’orario, fermati, scendendo dal
veicolo.
La sequenza dei dialoghi è, francamente, impressionante, dando atto non solo di
tutte le fasi preparatorie del delitto, ma anche, mediante i successivi commenti
dei protagonisti, della violenza di cui i quattro sono stati capaci nel corso della
sua esecuzione.
Le inequivoche affermazioni auto-accusatorie degli indagati nelle
conversazioni che si sono sopra riportate, pertanto, esonerano da
qualsivoglia ulteriore commento dimostrativo della loro responsabilità in
ordine alla rapina in danno delle Vadalà.
Ad ogni buon fine, va detto che la denuncia orale sporta da Vadalà Caterina il
18/4/2012, presso la Stazione Carabinieri di Cardeto, nell’evidenziare come i
malviventi fossero muniti di passamontagna e di coltello e la particolare violenza
adoperata, nei suoi riguardi in particolare, descrive (vd. allegato 1 al capitolo 2
dell’informativa) le fasi della rapina in termini sovrapponibili a quanto si coglie
dalle conversazioni auto-accusatorie degli indagati.
Sussistono, pertanto, nei confronti di Moro Teodoro, Murina Massimo,
Piccolo Massimo e Zampaglione Giuseppe, gravi indizi di colpevolezza in
ordine al delitto di cui al capo B).
Devono, poi, ritenersi sussistenti tutte le circostanze aggravanti provvisoriamente
contestate.
Ed invero, Cassazione, Sez. 2, Sentenza n. 48584 del 14/12/2011,
dep. 29/12/2011, Rv. 251756, evidenzia che, ai fini della circostanza aggravante
di cui all'art. 628, terzo comma, n. 3 bis cod. pen., è sufficiente che la rapina sia
commessa in uno dei luoghi previsti dall'art. 624 bis cod. pen., non essendo
rilevante che la vittima abbia o meno prestato il consenso all'ingresso in essi.
Nella specie, alcun dubbio può sussistere sulla natura del luogo in cui è stata
commessa la rapina.
Quanto, poi, alla circostanza dell’essere stata commessa la rapina da più persone
riunite, occorre ricordare che Cassazione, Sez. U, Sentenza n. 21837 del
29/03/2012, dep. 05/06/2012, Rv. 252518 (con riferimento al reato di estorsione),
indica che la circostanza aggravante speciale delle più persone riunite richiede la
58
simultanea presenza di non meno di due persone nel luogo ed al momento di
realizzazione della violenza o della minaccia. Anche in tal caso, la narrazione
dei fatti operata dalla p. o. e quanto si evince dalle intercettazioni non lasciano
dubbio di sorta sulla sussistenza dell’aggravante de qua.
Parimenti integrata quella dell’uso delle armi, attesa la descritta presenza di
coltelli, riguardo alla quale, in ogni caso, si rammenta come, secondo la
giurisprudenza di legittimità [Cassazione, Sez. 2, Sentenza n. 44037 del 01/12/2010
Ud. (dep. 15/12/2010) Rv. 249042], in tema di rapina, sussiste la circostanza
aggravante dell'uso delle armi anche qualora la minaccia sia realizzata
utilizzando un'arma giocattolo.
Con riguardo, ancora, alla circostanza aggravante della minorata difesa,
Cassazione, Sez. 5, Sentenza n. 38347 del 13/07/2011 Ud. (dep. 24/10/2011),
Rv. 250948, evidenzia che, ai fini della configurabilità della stessa, l'età avanzata
della vittima del reato, a seguito delle modificazioni legislative introdotte dalla
legge n. 94 del 2009, rileva in misura maggiore attribuendo al giudice di
verificare, allorché il reato sia commesso in danno di persona anziana, se la
condotta criminosa posta in essere sia stata agevolata dalla scarsa lucidità o
incapacità di orientarsi da parte della vittima nella comprensione degli eventi
secondo criteri di normalità. E non v’è dubbio che simili condizioni sussistessero
in capo alle vittime della rapina in esame, specie alla luce dell’inaudita violenza
sprigionata nei confronti delle predette (con la Vadalà che, non a caso, riferisce
dello shock emotivo da cui è stata attinta – vd. denuncia citata –). Si rammenta,
ancora, che [cfr. anche Cassazione, Sez. 1, Sentenza n. 7196 del 10/05/1994,
dep. 17/06/1994, Rv. 199810] l’uso di violenza è funzionale a porre la vittima in
stato d'incapacità d'intendere e di agire proprio per meglio eseguire il reato,
sicché la circostanza aggravante ben ricorre nella fattispecie in esame. E
Cassazione, Sez. 2, Sentenza n. 10075 del 20/01/1987, dep. 28/09/1987, Rv.
176727, evidenzia, infatti, che sussiste il delitto di rapina aggravata, di cui all'art.
628, terzo comma n. 2 cod. pen., qualora la violenza, che caratterizza tale reato e
lo differenzia da quello di furto, consista nel porre taluno in stato di incapacità di
volere o di agire, che può essere procurata anche mediante l'uso di sostanze
stupefacenti o con qualsiasi altro mezzo. Si rammenti, infine, come risulti che i
malviventi, nell’occasione, fossero travisati.
59
C)2: I CAPI C) E D).
Circa la rapina commessa nei confronti di MARINO Santo, ed il connesso furto
tentato, rubricati sub C) e D) della richiesta, il P. M. evidenzia quanto segue:
“…
2.2 LA RAPINA COMMESSA AI DANNI DI MARINO SANTO IL 2 DICEMBRE 2011 (CAPI C E D)
Su questa rapina, oggetto del procedimento penale n. 7425/11 R.G.N.R. mod. 44
(riunito al proc. n. 715/14 R.G.N.R. mod. 21 – già p.p. 2801/11 R.G.N.R. mod. 44, confluito
nel presente procedimento), hanno svolto indagini i Carabinieri della Stazione di Pellaro,
con esiti compendiati nell’informativa n. 18/7-2011 di prot. del 20.06.2012, che si riporta
integralmente:
In data 2.12.2011 alle ore 20.15 circa, all’interno dell’abitazione del nucleo familiare
Marino – Giardiniere sita in via SS.106 IV Tratto nr.733, località Bocale II°, veniva consumata
una rapina, posta in essere da tre soggetti, con volto travisato da passamontagna,
indossanti una tuta comprensiva di cappuccio, di carta, del tipo da “lavoro”, di colore blu,
tutti calzanti guanti di colore beige e scarpe del tipo da “lavoro” imbrattate da schizzi di
pittura.
I tre malviventi, dopo aver atteso fuori dall’abitazione l’arrivo del Marino, armati
rispettivamente di fucile a canne mozze, coltello e bastone, sotto la costante minaccia delle
armi, posta in essere nei confronti di tutti i presenti, appartenenti al predetto nucleo
familiare, compresa la figlia minorenne, dopo varie fasi, concitate, riuscivano nel loro intento,
asportando dall’abitazione, prima di darsi alla fuga, la somma in contanti di euro 100,00, un
assegno bancario di euro 1.500,00, quattro telefoni cellulari, nonché un armadio metallico,
blindato, contenente un fucile sovrapposto marca Beretta cal. 20, un fucile monocanna
marca Breda cal. 20, una pistola marca Walther cal. 7,65, nr. 100 cartucce per pistola cal.
7,65 e nr. 250 circa cartucce per fucile ca. 20, tutte armi e munizioni legalmente detenute da
Marino Santo nato a Reggio Calabria il 10.07.1956, in aggiunta ad una consistente quantità
di oggetti preziosi, di valore, tra i quali anelli, collane, bracciali, orecchini ed orologi.
Refurtiva, descritta nei particolari, sulla denuncia sporta dal Marino in data
03.12.2012 e sul seguito della stessa sporta in data 20.12.2011 presso gli Uffici della Questura
di Reggio Calabria. (Allegato 1);
Durante le fasi della rapina, la moglie del Marino, Giardiniere Lucia, in altri atti meglio
generalizzata, approfittando di un momento di distrazione dei rapinatori, riusciva a fuggire
dall’abitazione ed avvisare la Polizia di Stato che, giunta poco dopo sul posto, dava inizio a
tutte le operazioni di P.G. richieste dal caso.
60
Premesso quanto sopra, al fine di spiegare meglio i fatti a Codesta A.G. e le
motivazioni che hanno indotto questo Comando a richiedere, con la presente informativa,
una misura cautelare custodiale nei confronti dei soggetti in rubrica indicati, in relazione alla
loro partecipazione, a vario titolo, al gravissimo evento delittuoso sopra riportato.
Pertanto appare opportuno rievocare e descrivere cronologicamente tutti gli
accertamenti investigativi posti in essere da questa Stazione Carabinieri, in riferimento alla
rapina occorsa alla famiglia Marino – Giardinere, in correlazione ad altri accertamenti riferiti
a delitti dello stesso genere e di altra natura, consumatisi in questa Giurisdizione.
Nello specifico, in data 29.05.2011, questo Comando depositava presso il locale
Ufficio di Procura, una minuziosa informativa di reato, inerente la rapina a mano armata,
perpetrata da tre soggetti di sesso maschile, travistati, occorsa in data 15.05.2011 alle ore
20:15 circa, presso l’abitazione di tale Campolo Marco sita in località Campicello civico nr. 29
di questo centro.
L’attività di indagine, condotta e minuziosamente descritta nell’informativa di reato
redatta, in aggiunta ai successivi accertamenti delegati dal Dott. Luca Miceli nell’ambito dello
scaturito procedimento penale nr. 2801/2011 R.G.N.R. Mod. 44 della Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, ha consentito di accertare, a parere di
quest’Ufficio, il coinvolgimento diretto nell’esecuzione dell’evento delittuoso di tale
BATTAGLIA Domenico Demetrio, nato a Reggio Calabria il 23.10.1963, ivi residente in questa
via Crocevia nr.30, sino a quel momento soggetto ritenuto da questo Comando di nessun
interesse operativo.
Tuttavia, sul conto del predetto, non veniva emessa alcuna comunicazione giudiziaria
da parte dell’A.G.
Circostanza quest’ultima, che non faceva venir meno l’attività investigativa da parte di
questo Comando nei confronti del Battaglia, attesa la ferma convinzione che lo stesso fosse
stato compartecipe alla rapina commessa ai danni di Campolo Marco, unitamente ad altri
soggetti dei quali non si è giunti ad una certa identificazione, ma che i successivi accertamenti
hanno consentito quantomeno di gettare un’ombra di sospetto su tale MALARA Ivan Nicola,
nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 29.07.1985, pregiudicato, CILIONE Giovanni, nato a Melito
di Porto Salvo (RC) il 11.07.1976, pregiudicato e MONORCHIO Antonino nato a Melito di
Porto Salvo il 05.01.1974 .
Sospetti sulle potenzialità a delinquere da parte del Battaglia, che trovano legittima
conferma, quando in data in 05.04.2012, personale di questo Comando, lo traeva in arresto
in flagranza di reato, poiché, a seguito di perquisizione domiciliare eseguita presso la sua
abitazione, venivano rinvenute, abilmente occultate, dieci formelle di tritolo già predisposte
con foro d’innesco, cinque detonatori del tipo r41 ed r42 (materiale esplodente ad alto
potenziale risalente al periodo bellico), una cartuccia calibro 22 short e due cartucce calibro 6
flobbert, oltre ad una serie di irregolarità riscontrate, commesse in riferimento alle armi
legalmente detenute.
A seguito del rinvenimento dell’esplosivo sopra indicato, in data 30.04.2012,
personale di questo Comando, coadiuvava personale della Seconda Sezione del Reparto
61
Operativo – Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, in
una nuova perquisizione domiciliare effettuata presso l’abitazione del Battaglia,
perquisizione estesa anche ad un capanno di costruzione artigianale pertinente l’abitazione
in uso al predetto, ubicata a circa 15 mt. di distanza dalla stessa. (Allegato 2);
In quest’ultimo luogo, venivano rinvenuti, numerosi oggetti preziosi di dubbia
provenienza, nr. 4 cartucce cal. 7,65 per pistola, nr. 118 cartucce cal. 20, nr. 6 cartucce cal.
12, nr. 5 coltelli di vario genere, documentazione varia riconducibile al Battaglia, una targa e
documentazione varia riconducibile a tale Mogavero Vincenza ed altri oggetti.
All’esterno della baracca, in un’area recintata attigua alla stessa, veniva rinvenuto
uno scooter privo di targa con segni di forzatura sul blocco accensione. La targa rinvenuta
all’interno era associata allo scooter rinvenuto all’esterno, entrambi risultati essere
oggetto di furto. Tutto il materiale sopra elencato veniva posto sotto sequestro penale da
parte del personale operante. (Allegato 3).
A seguito dell’avvenuto arresto e del successivo rinvenimento di oggetti preziosi e
cartucce di probabile provenienza furtiva, in considerazione dei contatti telefonici e personali
avuti dal Battaglia con soggetti pregiudicati già noti a quest’Ufficio, residenti in questa e in
altre giurisdizioni, tenuto conto del verificarsi in questo centro, a far data dal 15.05.2011, di
una serie di reati concernenti furti in abitazioni ed esercizi commerciali, nonché rapine, poste
in essere probabilmente per tipologia e “modus operandi” dalle stesse persone, facenti parte
di una vera e propria organizzazione a delinquere, questo Comando, facendo seguito
all’informativa di reato inerente la rapina in danno Campolo Marco, con nota informativa nr.
18/2-15-2011 di protocollo, depositata in data 20.04.2012 presso il locale Ufficio di Procura,
richiedeva l’emissione del decreto di acquisizione dei tabulati relativi al traffico telefonico in
entrata ed in uscita sulle utenze mobili in uso a BATTAGLIA Domenico Demetrio 349/7276480
e tale BERLINGERI Damiano Roberto 334/1055402 – 389/6914796, relativamente all’arco
temporale compreso tra le ore 07.00 del 15.05.2011 e le ore 24.00 del 20.04.2012.
Il BERLINGERI, soggetto pregiudicato residente in questo centro, particolarmente
vicino al Battaglia, ultimamente deferito all’A.G. da quest’Ufficio, perché resosi responsabile
di furto di gasolio e danneggiamento aggravato a mezzo fuoco di un’autovettura di proprietà
di Alampi Rosa Orsola residente in questo centro.
Dalla disamina dei tabulati telefonici sopra indicati, in particolare da quelli del
telefono in uso al Battaglia, emergevano una serie di contatti telefonici ritenuti di alta
valenza probatoria, i quali associati ad altri accertamenti investigativi espletati da personale
di questo Comando, che nello specifico verranno sotto riportati, consentono in modo
inequivocabile di affermare che, il Battaglia unitamente allo Zampaglione in rubrica entrambi
meglio indicati, in concorso con altri soggetti in via d’identificazione, si sono resi responsabili
dell’evento delittuoso in danno alla famiglia Marino – Giardiniere.
E, più precisamente:
•
Descrizione fisica dei tre rapinatori, abbigliamento indossato, inflessione dialettale,
particolarità:
62
- Tre soggetti di sesso maschile;
- Primo soggetto, armato di fucile a canne mozze, colui il quale dalle dichiarazioni rese
dalla vittima in denuncia ed in sede s.i.t. era quello che impartiva gli ordini e coordinava
gli altri rapinatori; utilizzando un linguaggio con inflessione tipica del dialetto “reggino”;
altezza 1,70 circa, corporatura media ma abbastanza possente; indossante una tuta
intera comprensiva di cappuccio di carta di colore “blu” del tipo da “lavoro”, un
passamontagna, guanti da lavoro di colore “beige” e scarpe del tipo da “lavoro” sporche
di pittura; inoltre, questo primo soggetto, essendo colui il quale ha avuto un contatto più
ravvicinato con le vittime, ha dato modo alla Sig.ra Giardiniere Lucia, mentre cercava di
tapparle la bocca, di farle respirare uno sgradevole odore di nicotina emanato dai guanti
indossati dal rapinatore;
Caratteristiche fisiche, inflessione dialettale, abbigliamento indossato, in aggiunta alla
particolarità di essere fumatore, riconducibili senza dubbio al BATTAGLIA;
Alto 1,70 circa, di corporatura media, inflessione dialettale tipicamente “reggina”, di
professione operaio edile, fumatore; (Allegato 4)
- Secondo soggetto, armato di coltello; altezza 1,85 circa, corporatura abbastanza
robusta; indossante una tuta intera comprensiva di cappuccio di carta di colore “blu” del
tipo da “lavoro”, molto attillata a causa delle sue fattezze fisiche, un passamontagna,
guanti da lavoro di colore “beige” e scarpe del tipo da “lavoro” sporche di pittura;
Soggetto in via d’identificazione;
- Terzo soggetto, armato di bastone; altezza 1,68 circa, corporatura esile; indossante una
tuta intera comprensiva di cappuccio di carta di colore “blu” del tipo da “lavoro”, molto
attillata a causa delle sue fattezze fisiche, un passamontagna, guanti da lavoro di colore
“beige” e scarpe del tipo da “lavoro” sporche di pittura;
Soggetto in via d’identificazione;
•
Disamina dei tabulati telefonici “vodafone” in ingresso ed in uscita dall’utenza
telefonica mobile nr. 349/7276480 intestata ed in uso a Battaglia Domenico Demetrio il
giorno 02.12.2011 negli orari precedenti e successivi la rapina: (Allegato 5 )
chiamato - chiamante - data inizio
-
data fine
zona cella
1) 3899182355
3497276480
02/12/2011 18:02:50 - 02/12/2011 18:03:15 RC località San Giovanni
2) 3497276480
vodafone
02/12/2011 18.06:26 - 02/12/2011 18:06:26 RC località Bocale II°
3) 3497276480
3899192355
02/12/2011 18:12:44 - 02/12/2011 18:12:54 M.S.G. via Nazionale nr.71
63
4) 393462378797 3497276480
5) 3462378797
3497276480
02/12/2011 18:57:47 - 02/12/2011 18:58:00
M.S.G. via Nazionale nr.71
02/12/2011 18:57:47 - 02/12/2011 18:58:00 Montebello I. Loc. Murolo
6) 393497276480 3899182355
02/12/2011 19:10:52 - 02/12/2011 19:10:59
7) 3497276480
3899182355
02/12/2011 19:55:10 - 02/12/2011 19:55:19 RC Località Bocale II°
8) 3899182355
3497276480
02/12/2011 19:55:48 - 02/12/2011 19:55:56 RC Località Bocale II°
9) 3899182355
393497276480 02/12/2011 19:55:48 - 02/12/2011 19:55:57 RC via Sottolume ang. I Tr.
non indicata
10) 393489289274 3497276480
02/12/2011 20:20:23 - 02/12/2011 20:20:27
RC Località Bocale II°
11) 3489289274
3497276480
02/12/2011 20:23:15 - 02/12/2011 20:23:21
RC Località Bocale II°
12) 3497276480
3899182355
03/12/2011 07:51:44 - 03/12/2011 07:51:56 RC via Sottolume ang. I Tr.
Intestatari delle utenze telefoniche sopra indicate che sono stati contattati o che hanno
contattato il Battaglia, negli orari precedenti e successivi alla rapina:
•
•
•
3899182355 Berlingeri Damiano Roberto nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 23.12.1986,
ivi residente in via Sottolume nr. 28, località Pellaro;
3462378797 Cilione Giovanni nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 11.07.1976, residente in
Bagaladi (RC), via Carlomanti nr.38, ma di fatto domiciliato in Reggio Calabria, via Reggio
Campi II° tronco nr.235 ;
3489289274 Bruzio Antonella, nata a Reggio Calabria il 14.07.1980, ivi residente in via
San Sperato I Tv. Nr.72, moglie di Zampaglione Giuseppe nato a Montebello Ionico (RC) il
04.02.1975.
Dalla disamina delle chiamate sopra riportate, appare evidente come il Battaglia, nelle fasi
precedenti e successive alla rapina, abbia contattato o sia stato contattato da soggetti,
pregiudicati, a più riprese già citati nelle presente informativa.
Inoltre, appare inequivocabile, come stabilito dalle chiamate contrassegnate dai nr. 10 e nr.
11 dell’elenco sopra riportato, effettuate dal BATTAGLIA all’indirizzo dell’utenza telefonica
riconducibile a ZAMPAGLIONE, rispettivamente alle ore 20:20:23 e alle ore 20:23:15, come il
telefono del BATTAGLIA agganciasse la cella sita in località Bocale II°, luogo in cui si è
consumata la rapina.
Le circostanze temporali indicate da una delle vittime, Marino Santo al momento del suo
arrivo presso l’abitazione, sul verbale di denuncia 20:00/20:10 e sul verbale di s.i.t
20:05/20:15, lasciano ragionevoli margini di dubbio sul ricordo preciso da parte dello stesso
circa l’ora di arrivo presso l’abitazione.
Non lasciano invece trasparire dubbi, gli orari delle chiamate fatte dal BATTAGLIA
all’indirizzo dello ZAMPAGLIONE, il primo nascosto, insieme ad altri due complici, in attesa
dell’arrivo sul posto del MARINO.
64
Ultima chiamata delle ore 20:23:15 della durata di sei secondi, fatta probabilmente per
accertarsi dell’ormai arrivo prossimo della vittima, attraverso lo ZAMPAGLIONE, posizionato
di vedetta in zona, come svelato dalla disamina dei tabulati telefonici, in quanto il telefono in
uso allo ZAMPAGLIONE nel momento in cui riceve le chiamate da parte del BATTAGLIA,
aggancia la cella posizionata in località Bocale II°.
Da quanto sopra analizzato, emerge chiaramente il ruolo di basista dello ZAMPAGLIONE
nella compartecipazione all’evento delittuoso, che ben conosce, il luogo teatro dei fatti,
l’aspetto fisico e le abitudini delle vittime, deduzioni pienamente dimostrate nel prossimo
punto che verrà trattato.
Inoltre, le chiamate contrassegnate dai nr. 2-3-4-7-8 nel sopra indicato elenco, fatte e
ricevute dal BATTAGLIA, confermano ancora una volta come lo stesso, negli orari precedenti
alla rapina, si aggirasse nella zona teatro dei fatti, agganciando le celle posizionate in
località Bocale II° e in via Nazionale nr.71, località Lazzaro del Comune di Motta San
Giovanni, cella quest’ultima che dista qualche centinaio di metri in linea d’aria,
dall’abitazione della famiglia Marino – Giardiniere.
Altra particolarità riscontrata, ritenuta di non poco conto, che emerge da un’attenta analisi
dei tabulati inerenti il traffico telefonico dell’utenza in uso al BATTAGLIA, relativo al periodo
15.05.2011 – 05.04.2012, è data dalla circostanza che, il giorno della rapina, il telefono di
questi cessa di chiamare e di ricevere chiamate proprio dopo l’ultima telefonata fatta allo
ZAMPAGLIONE alle ore 20:23:15, per poi riprendere il giorno successivo alle ore 07:51:44 con
una chiamata in ingresso ricevuta da BERLINGERI Damiano Roberto.
Infine, appare opportuno riferire, sempre in relazione all’analisi del traffico telefonico
riconducibile all’utenza del BATTAGLIA, considerando l’arco temporale precedentemente
riportato, che sono più di 300 i contatti telefonici in orari diversi, tra il BATTAGLIA e lo
ZAMPAGLIONE, a testimonianza dello stretto rapporto di conoscenza tra i due correi, che
proprio con l’uso del telefono pianificano e mettono in atto le proprie azioni delittuose.
•
Dichiarazioni rese in sede di s.i.t. dalla vittima Marino Santo nato a RC il 10.07.1956
(Allegato 6 )
Dalle dichiarazioni rese in sede di sommarie informazioni testimoniali presso questo
Comando in data 04.06.2012, si evince come ZAMPAGLIONE Giuseppe, nel mese di
maggio/giugno dell’anno 2008, espletando l’attività lavorativa di imbianchino, abbia
effettuato i lavori di pitturazione presso l’abitazione della famiglia Marino –
Giardiniere, avendo modo di acquisire notizie sulle abitudini della famiglia vittima del
reato, nonché sulla dislocazione interna dell’abitazione e sulle potenzialità economiche
della stessa, avendo avuto modo di verificare la presenza di una cassaforte, all’interno
della camera da letto. Inoltre, circostanza non trascurabile quella di avere avuto la
possibilità di localizzare, durante il periodo di lavori presso l’abitazione, la presenza di un
piccolo appezzamento di terreno con annessa casa rurale, disabitata, posta a pochi metri
dal cancello d’ingresso dell’abitazione MARINO, utilizzata successivamente come base dai
complici per attendere, senza essere visti, l’arrivo della vittima.
65
La presenza dello ZAMPAGLIONE in zona, viene ulteriormente confermata nelle
dichiarazioni rese dal Marino, allorquando lo stesso, unitamente al cognato, dopo il fatto
criminoso, si era recato presso il distributore Q8 sito sulla SS.106 al Km 13, ove incontrava
all’interno del bar dell’area di servizio lo ZAMPAGLIONE.
Quest’ultimo nella circostanza, riferendosi al MARINO, domandava spontaneamente
cosa gli fosse accaduto, notandolo preoccupato. Il Marino al momento preferiva non
fornire alcuna indicazione sulla rapina da lui subita poco prima. Trascorsi alcuni minuti,
i due si incontravano a bordo delle rispettive autovetture ed il Marino a quel punto gli
riferiva di aver subito una rapina. A tale rivelazione, lo ZAMPAGLIONE mostrandosi
freddo e poco sorpreso si allontanava dal piazzale a bordo del suo fuoristrada Range
Rover vecchio modello.
Un ulteriore coinvolgimento dello ZAMPAGLIONE nella rapina, viene desunto dalle
dichiarazioni rese dal Marino, il quale riferisce di un incontro casuale raccontatogli dalla
moglie, avvenuto circa un mese dopo l’evento delittuoso, tra la stessa e la signora
Bruzio Antonella, moglie dello ZAMPAGLIONE, da lei ben conosciuta, avvenuto presso
l’A.S.L. di Reggio Calabria. Nella circostanza, la signora Giardiniere notava la Bruzio
portare al polso un orologio femminile, marca ALVIERO Martini, stranamente, stesso
modello di quello a lei sottratto dai rapinatori.
•
Verbale di individuazione di cose, eseguito mediante visione di diapositive, redatto a
carico della vittima Giardiniere Lucia nata a RC il 21.12.1966 (Allegato 7 )
Ulteriore conferma del coinvolgimento del BATTAGLIA nell’evento delittuoso in
questione, viene data dal riconoscimento fotografico degli oggetti preziosi effettuato
da Giardineire Lucia in data 04.06.2012, presso questi Uffici, allorquando alla stessa
venivano mostrate le foto ritraenti gli oggetti preziosi rinvenuti e sequestrati da personale
del R.O.N.I. dei Carabinieri di Reggio Calabria, unitamente a personale di questo
Comando, durante la perquisizione effettuata in data 30.04.2012 presso l’abitazione del
BATTAGLIA.
In particolare, come indicato nell’allegato verbale di individuazione di cose, corredato
da fascicolo fotografico, venivano riconosciuti come propri ed asportati durante la
rapina, tutti gli oggetti preziosi mostrati, ad eccezione della collana a rosario di colore
marrone con croce, di quella di colore blu con relativa croce e di un piccolo oggetto
prezioso color vetro trasparente, questi ultimi, presumibilmente, proventi di altro
evento delittuoso in via di accertamento, essendo anche quest’ultimi rinvenuti fuori
dall’abitazione del BATTAGLIA, ma in luogo in uso allo stesso.
Inoltre, appare opportuno evidenziare come il rinvenimento di nr. 4 cartucce cal. 7,65 per
pistola e nr. 118 cartucce cal. 20, all’interno della costruzione artigianale sopra indicata in
uso al BATTAGLIA, non ne giustifica la detenzione, in quanto tra le armi legalmente
detenute non vi è riscontro di un fucile cal. 20, né tantomeno di una pistola cal. 7,65, che
invece sono riconducibili entrambe alle munizioni prelevate durante la rapina
66
dall’abitazione Marino – Giardiniere, che come in documentazione deteneva armi e
munizioni compatibili con il calibro di quelle rinvenute al BATTAGLIA.
Se con l’informativa sopra riportata i Carabinieri di Pellaro individuavano due dei
tre colpevoli della rapina consumata il 2.12.2011 in BATTAGLIA Domenico Demetrio e
ZAMPAGLIONE Giuseppe, importanti riscontri e l’individuazione del terzo correo in
MORO Teodoro provenivano dall’attività di intercettazione ambientale effettuata
nell’ambito del proc. pen. n. 1872/12 R.G.N.R./I DDA, compendiata nell’informativa n.
56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013 del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di
Reggio Calabria:
CAPITOLO V
PARAGRAFO VII
LA RAPINA AI DANNI DI MARINO SANTO (REGGIO CALABRIA 2 DICEMBRE 2011)
Durante le fasi precedenti la rapina in danno della famiglia VADALÁ 83, a bordo della vettura di
MURINA, ZAMPAGLIONE racconta 84 di una rapina portata a compimento con MORO a
Bocale di Reggio Calabria, tentata una prima volta e non andata a buon fine per la presenza
di un sistema d’allarme 85, consumata poi a distanza di circa 20 giorni. MORO descrive le
fasi iniziali dell’evento affermando che, non appena la vittima è scesa dall’autovettura, gli
sono corsi dietro. ZAMPAGLIONE precisa che all’interno dell’abitazione vi erano tre donne
ed un cane, che poi sarebbe morto in quanto gli avrebbero fatto ingerire delle lamette da
rasoio.
Da un’analisi dei fatti reato avvenuti in questa provincia 86, è stata individuata una rapina le
cui modalità di esecuzione e le circostanze di tempo e luogo, rispecchiano analiticamente
quelle narrate da ZAMPAGLIONE e MORO.
Il 2 Dicembre 2011, personale della Questura interveniva in località Bocale di Reggio Calabria
poiché era stata consumata una rapina presso l’abitazione di MARINO Santo 87. Il
denunciante dichiarava che appena sceso dalla sua autovettura, nell’apprestarsi ad entrare in
casa veniva aggredito alle spalle da un uomo armato di fucile a canne mozze con il volto
travisato da passamontagna, alto circa 175 cm e con un accento caratteristico della fascia
jonica. Il malvivente era accompagnato da due complici di cui uno armato di coltello.
All’interno dell’abitazione vi erano la moglie, la figlia e la suocera (di MARINO), nonché un
cane di razza pastore tedesco. Le vittime venivano rinchiuse in cucina e mantenute sotto
83
84
85
86
87
Capitolo 2.
Progressivi 687 (allegato 62 capitolo 5) e 688 (allegato 63 capitolo 5) RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR
DDA.
Si tratta del tentativo di furto in abitazione denunciato da MARINO Santo il 2.11.2011
e contestato al CAPO D.
Allegato 64 - Segnalazione rapina MARINO Santo cl. 56.
Nato a Reggio Calabria il 10.07.1956, residente nella frazione BOCALE - SS 106 IV Tratto n. 733.
67
tiro dal rapinatore armato di fucile, mentre i complici rovistavano nelle altre stanze,
appropriandosi di alcuni telefoni cellulari, delle chiavi di un’autovettura, del portafoglio di
MARINO contenente denaro contante ed un assegno, nonché di un armadio blindato con
dentro le armi regolarmente detenute e diversi preziosi.
Da un controllo in Banca Dati SDI, MARINO Santo, in data 3.11.2011, denunciava che la sera
precedente ignoti avevano tentato d’introdursi nella sua abitazione, desistendo dal farlo a
seguito dell’attivazione del sistema d’allarme, nonché per la presenza di un cane nel
giardino di casa, che appariva malconcio come se fosse stato malmenato da qualcuno.
È interessante porre l’attenzione sulle dichiarazioni di MARINO, il quale ha parlato di un
soggetto dall’inflessione dialettale tipica e provvisto di un’arma particolare, nonché di un
complice armato di coltello. Il primo rapinatore s’identifica senza ombra di dubbio in
ZAMPAGLIONE Giuseppe, originario di Montebello Jonico, la cui cadenza dialettale è emersa
chiaramente dall’attività tecnica effettuata nel presente procedimento penale.
ZAMPAGLIONE, inoltre, aveva la piena disponibilità di un fucile a canne mozze trafugato
assieme a BATTAGLIA Domenico Demetrio 88.
Il complice di ZAMPAGLIONE s’individua in MORO Teodoro, il quale per compiere azioni
criminali è solito utilizzare dei coltelli 89. Anche il 23.05.2012 in occasione del suo arresto,
MORO ne aveva diversi nella sua disponibilità 90.
Dunque, i tre soggetti responsabili della rapina ai danni di MARINO Santo e della
sua famiglia, venivano identificati in ZAMPAGLIONE Giuseppe, MORO Teodoro e
BATTAGLIA Domenico Demetrio. Al contempo si evidenziavano i frequenti contatti tra
quest’ultimo ed altri soggetti, odierni indagati, quali BERLINGERI Damiano Roberto e
CILIONE Giovanni.
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
La disamina delle esposte risultanze indiziarie consente di evidenziare che, se la
descrizione fisica dei rapinatori pone in luce dei profili di corrispondenza di uno
di essi con le fattezze del Battaglia Domenico Demetrio, l’esame dei tabulati
telefonici (sviluppato, nel corso delle indagini, dalla Stazione CC di Pellaro) indica, senza
dubbio, la presenza del predetto, in occasione delle telefonate effettuate alle
ore 20.20.23 ed alle ore 20.23.15, nel luogo in cui è stata commessa la rapina
[la diversa indicazione temporale data dal Marino rispetto all’epoca di consumazione della
88
89
90
conversazione ambientale 601 del 17.04.2012 FIAT Palio PP 1872/12 DDA e 670 RIT/DDA.
Vedasi la rapina compiuta a Cardeto il 17.04.2012 in danno della famiglia VADALÁ.
Un coltello a serramanico con manico in legno custodito all’interno del vano cruscotto lato passeggero e un
pugnale tipo subacqueo marca CRESSI SUB custodito sotto il sedile lato guida dell’autovettura FIAT Fiorino
Pick-up targato AC828LH, oltre ad un coltello a serramanico marca Paolucci della lunghezza di circa 17 cm
di cui 7 di lama, rinvenuto nella tasca anteriore sinistra dei pantaloni.
68
rapina apparendo riconducibile, come correttamente si indica da parte della P. G., assai
verosimilmente, ad un suo errato ricordo].
Altre telefonate effettuate in precedenza (vd. f. 31 richiesta), ancora, attestano la
presenza del Battaglia nella zona teatro dei fatti nel medesimo arco
temporale, evidentemente in attesa di agire.
L’ultima delle due telefonate prima citate, poi, è indirizzata allo
Zampaglione, che, nel momento in cui la riceve, si trova sempre nella stessa
zona, ovvero quella coperta dalla cella posizionata in località Bocale II°: in
altri termini, anche lo Zampaglione si trova sul luogo del fatto.
Ne deriva, dunque, la correttezza dell’inferenza che, in questo caso, lo
Zampaglione abbia svolto il ruolo di basista.
E, d’altra parte, Zampaglione, per quanto riferito, in sede di s. i. t., dalla persona
offesa Marino Santo, aveva effettuato lavori di manutenzione della dimora del
predetto, avendo, quindi, modo di conoscere non solo le abitudini della famiglia
ma, soprattutto, le condizioni economiche della stessa, la presenza di una
cassaforte e di un manufatto limitrofo, verosimilmente utilizzato dai malviventi
come base per attendere l’arrivo della vittima senza essere visti.
La presenza dello Zampaglione in quell’area, ancora, viene confermata dalle
dichiarazioni rese dal Marino, che, quando, con il cognato, poco dopo il fatto, si
era recato presso il distributore Q8 sito sulla S. S.106, all’interno del bar aveva
incontrato lo Zampaglione stesso, che, riferendosi al Marino, gli aveva
domandato spontaneamente cosa gli fosse accaduto, notandolo preoccupato. Il
Marino, sul momento, non aveva dato alcuna risposta ma, dopo pochi minuti,
nuovamente incontratisi con le rispettive autovetture, aveva riferito al prevenuto
di aver subito una rapina, con lo Zampaglione che, mostrandosi freddo e poco
sorpreso, si era, quindi, allontanato.
Sempre Marino, poi, riferiva di un incontro casuale, raccontatogli dalla moglie
ed avvenuto circa un mese dopo l’evento, tra costei e la signora Bruzio
Antonella, moglie dello Zampaglione. Nella circostanza, la signora Giardiniere
aveva notato che la Bruzio portava al polso un orologio femminile, marca
Alviero Martini, dello stesso modello di quello a lei sottratto dai rapinatori.
Da ultimo, dal verbale di individuazione di cose del 4/6/2012, eseguito,
mediante visione di diapositive, dalla Giardiniere Lucia, emerge come costei,
69
mostratele le foto ritraenti gli oggetti preziosi rinvenuti e sequestrati dai
Carabinieri durante la perquisizione effettuata in data 30/4/2012 presso
l’abitazione del BATTAGLIA, abbia riconosciuto come propri e come
asportati durante la rapina tutti gli oggetti preziosi visionati ad eccezione di
una collana del tipo rosario di colore marrone con croce, di un’altra di colore blu
con relativa croce e di un piccolo oggetto prezioso color vetro trasparente.
Oggetti, questi, che, come si è visto, sono stati rinvenuti in un luogo nella
certa disponibilità del Battaglia.
Quanto, poi, alla posizione del Moro, oltre che dello stesso Zampaglione,
occorre rinviare alla lettura dei progressivi n. 687 (allegato 62) e 688
(allegato 63) RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA.
687
688
17/04/2012
19:26:48
17/04/2012
19:30:17
0:03:23
Auto in sosta discutono di effettuare altri colpi e MORO dice che un giorno ne
aveva parlato con Vincenzo per fare quella di suo zio. Sono preoccupati di
mettere in preallarme la vittima ed in proposito ZAMPAGLIONE li
tranquillizza raccontando di una rapina fatta con MORO a Bocale dove
dopo che sono entrati dentro è suonato l'allarme e sono dovuti andare via,
ma nonostante tutto, dopo circa 15/20 giorni sono ritornati lo stesso
facendo la posta tutte le sere. MORO dice che sono trascorsi circa 20
giorni ed essendoci loro dentro (riferito alle vittime) erano tranquilli.
MORO continua dicendo che non appena quello (padrone di casa) è sceso
dalla macchina gli sono corsi dietro e ZAMPAGLIONE continua dicendo
che la madre e la figlia.... termina il progressivo.
0:00:48
ZAMPAGLIONE continua a parlare del colpo fatto a Bocale e MORO
dice che la sera in cui lo hanno fatto in casa c'erano Madre, figlia e sorella
e ZAMPAGLIONE aggiunge che c'era anche un pastore tedesco che poi è
morto perché il giorno precedente gli avevano dato delle lamette da
mangiare.
Si comprende, pertanto, come il contenuto delle conversazioni sia chiaramente
riconducibile, grazie alle affermazioni dello stesso Zampaglione e del Moro,
proprio alla rapina di cui si è ora detto.
Peraltro, il cenno fatto al tentativo di circa 15/20 giorni prima (seguito da
continui appostamenti che hanno preceduto la rapina) non può che essere
riconducibile al tentato furto denunciato il 3/11/2011 dal Marino Santo.
Il combinarsi degli elementi investigativi già valutati dalla P. G., che portavano
ad identificare nello Zampaglione il complice del Battaglia Domenico Demetrio,
da subito indicato come sospetto, tanto che entrambi venivano deferiti all’A. G.,
70
e delle dichiarazioni auto-accusatorie rese nelle sopra menzionate conversazioni
tra presenti da Moro e dallo stesso Zampaglione, in definitiva, consente di
ritenere dimostrata la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, a carico del
Moro e dello Zampaglione, in ordine alla rapina di cui al capo C) ed al
tentato furto aggravato di cui al capo D).
Richiamate le considerazioni operate in ordine alle circostanze aggravanti in
sede di valutazioni conclusive inerenti il capo B), si rammenta, quanto a quella
del travisamento, contestata al capo C) che si esamina, che Cassazione, Sez. 2,
Sentenza n. 18858 del 27/04/2011 Ud. (dep. 13/05/2011) Rv. 250114, evidenzia
che, ai fini della sussistenza della medesima nel delitto di rapina, è sufficiente
una lieve alterazione dell'aspetto esteriore della persona, conseguita con qualsiasi
mezzo anche rudimentale, purché idoneo a rendere difficoltoso il riconoscimento
della persona stessa (fattispecie in cui l'aggravante è stata riconosciuta in relazione al
travisamento realizzato indossando un cappello con visiera ed un paio di occhiali scuri). Ne
consegue, pertanto, come l’aggravante sia stata correttamente contestata.
Quanto alla posizione del Battaglia Domenico Demetrio, poi, le risultanze
dell’esame dei tabulati telefonici, la corrispondenza delle sue caratteristiche
fisionomiche con quelle di uno dei rapinatori, per come descritte dalla persona
offesa, e, soprattutto, la chiarissima rilevanza indiziaria dell’avvenuta
individuazione fotografica, da parte della moglie del Marino, fra le cose
sequestrate il 30 aprile 2012 presso un locale nella sua certa disponibilità, di
molti monili trafugati in occasione della rapina di che trattasi, non consentono di
nutrire alcun dubbio in ordine al suo coinvolgimento attivo nella stessa.
Sussistono, pertanto, a suo carico, gravi indizi di colpevolezza in ordine
all’addebito di cui al capo C).
Sebbene probabile (e suscettibile di acquisizioni probatorie confermative nel prosieguo
delle indagini), il coinvolgimento del Battaglia Domenico Demetrio nel tentato
furto che ha preceduto la rapina, espressamente ammesso (per sé) dal Moro e
dallo Zampaglione, non è, allo stato, asseverato da indizi di pari rilevanza, sicché
non può essere accolta la richiesta avanzata nei suoi confronti anche con
riferimento al capo D). Consegue il venir meno, allo stato, della contestata
aggravante dell’aver agito in tre persone.
71
C)3: IL CAPO E).
Di seguito, invece, i dati indiziari inerenti la rapina in danno di CAMPOLO
Marco, contestata al Battaglia Domenico Demetrio al capo E):
“…
2.3 LA RAPINA COMMESSA AI DANNI DI CAMPOLO MARCO IL 15 MAGGIO 2011 (CAPO E)
Anche su questa rapina, oggetto del procedimento penale n. 715/14 R.G.N.R. già
p.p. n. 2801/11 R.G.N.R. mod. 44 (confluito nel presente procedimento), hanno svolto
indagini i Carabinieri della Stazione di Pellaro, con esiti compendiati nelle informative n.
18/2-3 di prot. del 29.05.2011 e n. 18/2-14 di prot. dell’8.10.2011.
In data 15.5.2011, alle ore 22,00 circa, veniva segnalato alla Centrale Operativa dei
Carabinieri che in località Campicello di Pellaro, al civico nr. 29, presso l’abitazione di
CAMPOLO Marco, si era verificata una rapina a mano armata ad opera di tre soggetti col
volto travisato da passamontagna.
Giunti sul posto, i militari apprendevano dal CAMPOLO e dalla badante presente ai
fatti, STOICA Firuta, che tre individui con il volto coperto da passamontagna, dei quali
uno armato di pistola, verso le ore 20,15 avevano fatto irruzione all’interno dell’abitazione,
mettendo la casa a soqquadro e facendosi consegnare dall’anziano la somma di € 200,00; i
malviventi, prima di allontanarsi, avevano minacciato la donna, intimandole di non
chiedere aiuto per quanto accaduto, altrimenti sarebbero tornati in nottata per farle del
male; subito dopo, si erano dileguati nelle campagne circostanti.
I militari del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Reggio
Calabria che erano intervenuti nell’immediatezza, escutevano a sommarie informazioni
CALORE Antonino, l’uomo che aveva informato la Centrale Operativa dell’avvenuta
rapina e che, immediatamente prima, si era recato a casa del CAMPOLO. Il CALORE
riferiva che quella sera, durante il percorso per raggiungere la suddetta abitazione, aveva
notato un’autovettura marca OPEL modello FRONTERO di colore verde scuro che si
aggirava nei pressi dell’abitazione del CAMPOLO, attirando la sua attenzione (la casa di
CAMPOLO è, infatti, ubicata in zona pre-collinare ed isolata, con strade dal fondo
sconnesso e non agevolmente percorribili). L’autovettura descritta dal CALORE veniva
successivamente scorta dai Carabinieri ad una distanza di circa 400 metri dall’abitazione
del CAMPOLO.
72
Ipotizzando l’esistenza di una correlazione tra la presenza del veicolo abbandonato
e la rapina avvenuta poco prima presso l’abitazione del CAMPOLO, i militari procedevano
ad ispezionare il veicolo, il quale si presentava regolarmente chiuso e non oggetto di furto;
notavano, poi, la presenza di diversi assali in legno adagiati sotto le ruote della vettura,
deducendone che verosimilmente il conducente, nel percorrere il tratto di strada
sconnesso che attraversava la collinetta sovrastante l’abitazione del CAMPOLO, fosse
rimasto bloccato nelle asperità del terreno, con direzione di marcia verso valle.
Alle successive ore 23,45, giungevano sul posto ove si trovava la OPEL FRONTERA,
tre soggetti di sesso maschile a bordo di un’autovettura NISSAN TERRANO di colore
amaranto. Uno dei tre, identificato in BATTAGLIA Domenico Demetrio, si dichiarava
proprietario della OPEL FRONTERA; gli altri due soggetti venivano identificati in FOTI
Danilo Massimiliano e CILIONE Giovanni.
Il BATTAGLIA, nella circostanza, per giustificare la presenza in loco della propria
autovettura in stato di abbandono, riferiva ai militari che verso le ore 19,30 si era recato da
solo in località Campicello per provare il veicolo sullo sterrato, poiché, avendolo acquistato
pochi giorni prima, ne voleva testare le condizioni; nel percorrere la stradina interpoderale
collinare, si era infossato in alcuni calanchi formatisi nel terreno, che ne avevano impedito
la marcia. Lo stesso aveva cercato di sbloccare la vettura, facendo uso di tavole e mezzi di
fortuna recuperati da un cantiere edile per la realizzazione di un acquedotto sito a poca
distanza dal luogo ove era rimasto bloccato, ma, risultati vani i suoi tentativi, era stato
costretto a chiedere aiuto a dei suoi amici per poter rimorchiare il mezzo.
Il giorno dopo la patita rapina, il CAMPOLO sporgeva denuncia-querela e,
nell’occasione, forniva ulteriori dettagli su quanto avvenuto la sera prima, dando una
descrizione dei tre malfattori, tutti vestiti con una tuta di colore scuro; tutti e tre si
esprimevano in italiano e dialetto calabrese, uno di loro impugnava una pistola che
avvicinava al CAMPOLO per incutergli timore; precisava, infine, che, durante lo
svolgimento della rapina, udiva nitidamente un fischio umano proveniente dall’esterno,
circostanza che lo aveva indotto a presupporre la presenza di un quarto complice
posizionato a mo’ di palo.
Nel prosieguo delle indagini, i Carabinieri provvedevano ad escutere a sommarie
informazioni i tre soggetti sopraggiunti a bordo della NISSAN TERRANO:
-
FOTI Danilo Massimiliano, il quale riferiva di essere stato contattato, alle ore 23,45
circa, sulla propria utenza telefonica n. 349/7945895, da BATTAGLIA Antonino, il
quale gli chiedeva di prestare soccorso al di lui padre, Domenico, rimasto incagliato con
il proprio fuoristrada in località Campicello Trapezi; alle ore 23,55 circa, BATTAGLIA
73
Domenico, in compagnia di CILIONE Giovanni, raggiungevano l’abitazione del FOTI,
sita in via Nazionale di Pellaro e, a bordo della NISSAN TERRANO, raggiungevano alle
ore 24,00 la località Campicello per recuperare L’OPEL FRONTERA del BATTAGLIA;
-
BATTAGLIA Domenico Demetrio, proprietario della vettura OPEL FRONTERA sopra
indicata, riferiva che in data 15.05.2011, alle ore 16,30, si era allontanato da solo dalla
propria abitazione sita in via Crocevia di Pellaro a bordo della predetta autovettura,
dirigendosi verso Motta San Giovanni e, raggiunta l’altezza dello svincolo di località
Cambareri, verso le ore 19,15-19,30, aveva imboccato la strada che raggiunge la località
Campicello di Pellaro, rimanendo incagliato su un promontorio, in direzione di marcia
monte/mare; pertanto, non potendo proseguire, contattava il suo amico CILIONE
Giovanni sull’utenza telefonica n. 346/2348797, chiedendogli soccorso per liberare
l’autovettura. Il CILIONE lo informava di trovarsi a Reggio Calabria e che lo avrebbe
raggiunto presso l’abitazione nelle ore successive. A quel punto, BATTAGLIA
cominciava a vagare a piedi alla ricerca di mezzi che lo avrebbero potuto aiutare a
sbloccare l’autovettura e, a circa 450 metri di distanza dal luogo in cui era rimasto
incagliato, individuava un cantiere del costruendo acquedotto, dal quale prelevava un
tavolone che provvedeva a collocare sotto le ruote del fuoristrada, senza riuscire
tuttavia a liberarlo. Non rinvenendo più il proprio cellulare, decideva di raggiungere a
piedi la propria abitazione, nella speranza di trovare qualcuno che potesse aiutarlo a
recuperare il mezzo. Raggiunta la propria abitazione alle ore 21,00, contattava
telefonicamente il figlio Antonio che lo raggiungeva alle ore 22,00 e provvedeva a
contattare un suo amico (FOTI Danilo Massimiliano), il quale si rendeva disponibile ad
aiutare il BATTAGLIA a disincagliare la OPEL FRONTERA con il proprio fuoristrada
NISSAN TERRANO. Frattanto CILIONE Giovanni aveva raggiunto il BATTAGLIA
presso la sua abitazione e insieme si recavano a casa del FOTI, ove giungevano tra le ore
22,45 e le ore 23,15. A quel punto, tutti e tre si portavano in località Campicello, ove
poi incontravano i Carabinieri.
-
CILIONE Giovanni riferiva che la sera del 15.05.2011, attorno alle ore 21,30, era stato
contattato dal suo amico BATTAGLIA Domenico sulla propria utenza telefonica n.
346/2348797 e di essere stato informato dallo stesso dell’inconveniente occorsogli in
località Campicello di Pellaro. Il CILIONE precisava che, nel momento in cui veniva
contattato telefonicamente, il BATTAGLIA raccontava di stare facendo ritorno a piedi
a casa, senza precisargli il luogo dal quale stava effettuando la telefonata. CILIONE
rispondeva che avrebbe potuto aiutare il BATTAGLIA dopo le 22,00, finito di lavorare
con il proprio gregge, e che lo avrebbe raggiunto nella sua casa di via Crocevia in
74
Pellaro. Qui il CILIONE diceva di giungere alle ore 23,30 circa e di avere accompagnato
il BATTAGLIA presso l’abitazione del FOTI. In seguito tutti e tre, a bordo della
NISSAN TERRANO del FOTI, raggiungevano la località Campicello, con l’intento di
recuperare il FRONTERA del BATTAGLIA. In sede di s.i.t., il CILIONE descriveva
l’abbigliamento del BATTAGLIA il quale, al momento del loro incontro, indossava “un
paio di pantaloni di velluto scuro, una maglia a maniche corte ed un cappello di colore
rosso”.
Dopo avere raccolto le sommarie informazioni di cui sopra, il personale del Comando
Stazione di Pellaro effettuava un’accurata ispezione e ricognizione dei luoghi interessati
dalla vicenda delittuosa, al fine di ricostruire tutte le fasi che avevano preceduto e seguito
la rapina, nonché di riscontrare le dichiarazioni acquisite (cfr. fascicolo dei rilievi
fotografici eseguiti in data 17.05.2011). Venivano, così, esattamente individuati:
l’ubicazione della casa di CAMPOLO Marco, teatro della rapina; il luogo in cui si era
incagliata l’autovettura OPER FRONTERA, riconosciuto grazie al rinvenimento di quattro
tavole in legno, di varie dimensioni, evidentemente utilizzate per tentare di disincagliare
l’auto; il cantiere del costruendo acquedotto di via Campicello in cui erano state reperite le
tavole di legno, come evincibile dalla circostanza che si trattava della stessa tipologia di
tavole rinvenute nel cantiere, distante circa 450 metri dal punto in cui si trovava l’auto ed
in pendenza rispetto ad esso. Veniva, altresì, individuata una telecamera esterna collocata
presso l’abitazione di tale RAMIRO Carmelo, sita lungo il tragitto di via Campicello in
direzione Pellaro. Dalla visione dei filmati registrati si aveva modo di notare il passaggio,
alle ore 22,32, di tre soggetti appiedati di sesso maschile che percorrevano la via
Campicello con direzione a valle, uno dei quali indossava un cappellino di colore rosso ed
aveva le fattezze fisiche del BATTAGLIA.
Quanto riscontrato si poneva in evidente contrasto con la versione dei fatti e dei
tempi fornita dal BATTAGLIA:
-
BATTAGLIA asseriva di trovarsi in località Campicello attorno alle 19,15-19,30,
mentre il CALORE aveva notato l’autovettura OPEL FRONTERA alle ore 20,00;
-
BATTAGLIA riferisce di avere contattato il proprio amico CILIONE tra le ore 19,30 e
le ore 19,40, al fine di farsi aiutare a recuperare l’autovettura rimasta incagliata in
località Campicello, mentre il CILIONE attestava con certezza di essere stato chiamato
dal BATTAGLIA alle 21,30 del 15.05.2011;
-
BATTAGLIA riferisce di avere smarrito il proprio cellulare dopo avere contattato il
CILIONE alle ore 19,30-19,40 e che per questo si vedeva costretto a cercare mezzi di
75
fortuna in loco per disincagliare il veicolo, ma, non riuscendo nell’intento, decideva di
incamminarsi a piedi verso casa, dove giungeva alle ore 21,00;
-
BATTAGLIA riferisce di avere tentato di sbloccare l’auto con l’ausilio di un tavolone
recuperato vicino l’acquedotto, distante circa 450 metri. In realtà, nel punto in cui era
bloccata l’auto, sono state rinvenute quattro tavole, una delle quali di notevoli
dimensioni, della lunghezza di circa tre metri ed un spesso di circa 5 cm, nonché un
peso approssimativo di 25/30 kg, mentre le altre erano di un peso variabile tra i 5 e i 10
kg circa, sicché appare assai improbabile che una persona da sola possa avere
trasportato, nei tempi riferiti, con più viaggi tutte le tavole, anche in considerazione
della distanza e della pendenza della strada tra l’autovettura e il cantiere;
-
BATTAGLIA riferisce di essersi allontanato dal punto in cui l’auto era rimasta
incagliata tra le ore 19,45 e le ore 20,00, percorrendo la via Campicello, la via San
Cosimo, la via Lia e proseguendo fino a via Crocevia; in realtà, visionando le immagini
estrapolate dalla telecamera posta sulla via Campicello, viene riscontrato un unico
transito pedonale di tre soggetti, avvenuto alle 22,32, il che contrasta chiaramente con
quanto dichiarato dal BATTAGLIA;
-
BATTAGLIA riferisce di non avere incrociato nessuno lungo la via di ritorno a casa,
eccezion fatta per un’autovettura FIAT PANDA nuovo modello; sempre dalla visione
della registrazione sequestrata emerge l’effettivo passaggio di un’autovettura FIAT
PANDA nuovo modello, avvenuto alle ore 22,34 del 15.05.2011; ancora una volta viene
smentita la versione del BATTAGLIA secondo cui avrebbe percorso la via Campicello
tra le 20,00 e le 20,30; d’altro canto, l’aver detto di avere incrociato quest’auto, dato
corrispondente al vero, conferma il fatto che uno dei tre soggetti inquadrati dalla
telecamera di casa ROMIRO fosse proprio lui.
Gli elementi sin qui raccolti ed analizzati, convincevano gli operanti circa l’evidente
coinvolgimento del BATTAGLIA nella rapina a mano armata ai danni di CAMPOLO
Marco la sera del 15.05.2011.
Al fine di ottenere ulteriori riscontri, veniva disposta l’acquisizione dei tabulati di
traffico telefonico sviluppato sulle utenze in uso a BATTAGLIA Domenico Demetrio,
FOTI Danilo Massimiliano e CILIONE Giovanni relativamente all’arco temporale
compreso tra le ore 14,00 del 15.05.2011 e le ore 2,00 del 16.01.2011.
Dall’analisi dei suddetti tabulati emergevano ancora una volta le incongruenze delle
dichiarazioni rese da BATTAGLIA Domenico Demetrio, in particolare, non vi era traccia
della asserita telefonata che il BATTAGLIA avrebbe fatto al CILIONE attorno alle 19,30.
76
Che in BATTAGLIA Domenico Demetrio potesse senz’ombra di dubbio ravvisarsi
uno dei tre autori della rapina effettuata ai danni di CAMPOLO Marco trovava, poi,
conferma nella descrizione dei tre malfattori fornita da STOICA Firuta, la quale parlava di
due soggetti alti e magri e di un terzo, quello armato di pistola, più basso e robusto, fattezze
fisiche queste ultime rispondenti a quelle del BATTAGLIA.
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
La disamina degli elementi indiziari sopra indicati, ad avviso del decidente,
permette di ritenere sussistenti i presupposti di cui all’art. 273 C. p. p. nei
riguardi del Battaglia Domenico Demetrio.
Ed invero, la presenza dell’autoveicolo Opel Frontera al predetto riconducibile
nelle vicinanze della dimora della persona offesa e, soprattutto, il fatto che lo
stesso fosse stato notato dal CALORE aggirarsi nei pressi della medesima
abitazione poco prima [il CALORE riferiva, infatti, ai militari del N. O. R. M. di
essere passato dalla dimora del CAMPOLO (ove spesso si porta, ivi custodendo
un cane) verso le ore 20 circa, dunque un quarto d’ora prima della consumazione
della rapina – vd. informativa Stazione Carabinieri di Pellaro del 29/5/2011 –)]
costituiscono dati, già di per sé, indizianti nei confronti dell’indagato.
Si aggiunge, poi, la constatazione che le dichiarazioni rese dal Battaglia e dagli
altri due soggetti che a lui si accompagnavano per recuperare il veicolo, rimasto
incagliato nel terreno, appaiono contrastanti con le emergenze di generica, specie
se si considera la discrasia fra quanto indicato dal Battaglia circa l’essersi munito
di un tavolone per cercare di spostare il mezzo e l’avere, invece, i militari
rinvenuto ben quattro assi in legno, che assai difficilmente avrebbero potuto
essere spostati dal solo Battaglia.
Ulteriori smentite alla narrazione del Battaglia vengono dalle emergenze della
visione della telecamera di videosorveglianza installata sulla via Campicello, che
consente di cogliere il passaggio di tre soggetti alle ore 22.32, differentemente
dall’indicazione del prevenuto per cui sarebbe transitato per quella via intorno
alle ore 19.45 – 20.00.
Infine, l’analisi dei tabulati non permette di cogliere la telefonata che, a dire del
Battaglia, questi avrebbe inoltrato, verso le 19.30, al Cilione Giovanni.
77
Quanto precede, dunque, costituisce (anche se si considera la corrispondenza
delle fattezze del Battaglia con quelle di uno dei tre rapinatori, per come descritte
dalla persona offesa) quadro probatorio che, specie se letto nel complessivo
contesto delle condotte delittuose emerse come poste in essere dal Battaglia,
deve ritenersi altamente probante. Occorre, in altri termini, reputare che, una
volta commessa la rapina unitamente ai complici, rimasto incagliato nel terreno
il suo veicolo, il prevenuto sia stato costretto a fare ritorno sul luogo del delitto
per recuperare il mezzo a lui in uso, pericolosamente rimasto nelle vicinanze
della dimora saccheggiata.
Occasione, questa, in cui veniva sorpreso dalla P. G., già intervenuta su
sollecitazione del Calore, ed abbozzava una serie di scusanti rivelatesi, come si è
detto, prive di elementi di conferma.
Possono, dunque, reputarsi sussistenti, nei confronti del Battaglia Domenico
Demetrio, gravi indizi di colpevolezza in ordine all’addebito di cui al capo
E).
C)4: I CAPI F) E G).
Di seguito, invece, i dati indiziari inerenti la rapina ai danni di PRATICO’
Francesca ed il connesso delitto di lesioni, di cui ai capi F) e G):
“…
2.4 LA RAPINA COMMESSA AI DANNI DI PRATICÓ FRANCESCA IL 13 DICEMBRE 2011
(CAPI F E G)
Su questa rapina, oggetto del procedimento penale n. 7734/11 R.G.N.R. mod. 44
(poi n. 801/14 R.G.N.R. mod. 21, confluito nel presente procedimento), ha svolto indagini
la Questura di Reggio Calabria.
Stando al racconto della persona offesa riferito dagli operanti che si erano portati
presso la sua abitazione ed ivi l’avevano trovata con il volto tumefatto e ricoperto di
sangue, attorno alle ore 18,30 del 13.12.2011, nel rientrare a casa, PRATICÓ Francesca
veniva aggredita da tre uomini. Uno dei tre la prendeva dalle spalle e la bloccava,
mettendole una mano sulla bocca per non farla urlare, un altro cercava di legarla, mentre il
terzo si recava nella camera da letto. Riferiva la donna (s.i.t. del 14.12.2011) di essersi
78
dimenata e di avere opposto resistenza fino a quando, sfinita, cadeva in terra e veniva
legata dai rapinatori, che le assestavano un forte colpo alla testa. Riferiva, ancora, che uno
dei rapinatori le aveva puntato una pistola dicendole di non urlare, che tutti e tre avevano
il volto travisato da un passamontagna di colore verde, che indossavano dei guanti, che due
erano alti circa 1,70 mt., mentre il terzo era alto circa 1,75 mt. Nel dimenarsi, la donna
riusciva a sottrarre al malvivente più grande, dell’apparente età di 50 anni, gli occhiali da
vista da lui indossati (occhiali che venivano sottoposti a sequestro e, successivamente, ad
accertamenti tecnici volti a rilevare impronte e tracce biologiche).
Inizialmente la donna, escussa a sommarie informazioni presso gli Ospedali Riuniti
di Reggio Calabria, ove la stessa, a causa delle lesioni riportate, veniva ricoverata, asseriva
che uno dei tre rapinatori fosse un suo nipote, tale MODAFFERI Girolamo, sennonché le
indagini svolte dalla Polizia, unitamente alla considerazione che la donna fosse mossa da
motivi di astio nei confronti del predetto, conducevano alla conclusione circa la probabile
estraneità del MODAFFERI e la possibilità di ascrivere il delitto a soggetti estranei al
nucleo familiare (cfr. copia atti del p.p. 10081/11 R.G.N.R. a carico di MODAFFERI
Girolamo, archiviato).
Ad ogni modo, il giorno della rapina, la Polizia Scientifica provvedeva ad effettuare
rilievi fotografici e dattiloscopici, rinvenendo e sottoponendo a sequestro gli occhiali che la
PRATICÓ era riuscita a sottrarre ad uno dei malviventi (quello descritto come più alto e
più grande d’età), oltre a diverso materiale biologico (tracce ematiche) che dagli
accertamenti tecnici è risultato appartenere esclusivamente alla vittima. Anche gli
accertamenti tecnici sugli occhiali non hanno permesso di rinvenire tracce biologiche o
impronte digitali utili per l’individuazione di almeno uno dei responsabili, mentre sono
tuttora in corso accertamenti volti a stabilire la gradazione delle lenti.
L’episodio delittuoso appena descritto combacia perfettamente con uno dei racconti
captati sull’autovettura FIAT PALIO oggetto di intercettazione ambientale, allorquando
ZAMPAGLIONE Giuseppe racconta a MURINA Massimo e PICCOLO Massimo, alla
presenza di MORO Teodoro, l’ennesima rapina effettuata insieme a quest’ultimo e a
“CIOCCHI”, alias CILIONE Giovanni.
Si riporta la trascrizione integrale del progressivo n. 689 RIT 670/12 del 17.04.2012
ore 19:31:35, i cui interlocutori sono stati individuati dal personale del R.O.N.INV. 91
A: ZAMPAGLIONE Giuseppe;
91
Allegato 47 capitolo 2.
79
B: MORO Teodoro;
C: PICCOLO Massimo;
D: MURINA Massimo.
B: ti ressi picchì l’annu intra.. (trad.: te li ha dati perché li avevano nella disponibilità)
A: l’annu intra.. (li avevano disponibili)
incomprensibile (pioggia che batte sull’autovettura)
A: eu ci l’ava dari sti cazzu i sordi a iddu… però a banca (inc..) (trad.: io glieli dovevo quei
soldi.. però la banca…)
B: varda.. ndaiva sulu vecchi daintra.. tutti cu lu (inc..).. tutti.. (trad.: all’interno vi erano solo
anziani.. tutti con (inc..).. tutti..)
A: cu stu fattu chi non ponnu pigghiari assai, vannu tutti i iorni e pigghiuni i sordi.. (trad.: dato
che non possono prelevare tanto, vanno tutti i giorni a prelevare)
C: mm mm mm mm
B: (inc..) si tenunu e casi, pirchì si schiantunu.. chi ci mangiunu… (trad.: si tengono i soldi a
casa loro, perché hanno paura.. che glieli possono far scomparire)
A: cu stu fattu chi si schiantunu… apoi, passandu 5000 euro ha pavari a tassa.. (trad.: col fatto
che hanno paura… non sanno che superati 5000 euro si deve pagare una tassa)
B: mi tenunu intra.. (lascia che li tengano dentro)
C: ormai i sordi, si bonnu viriri cacchi lira, dà mmucciati l’inna tiniri.. sinnò.. (trad.: oramai i
soldi, se vogliono vedere qualche spicciolo, li devono tenere nascosti là.. altrimenti..)
B: non sulu…picchì (inc..) non cumbeni mi ti pigghi a briga mi ti menti a banca, mi ti menti a
posta… (trad.: non solo.. perché (inc..) non conviene proprio metterli in banca o alla posta)
C: no… (inc..) l’interessi na vota fruttaunu l’interessi, ora ti futtunu.. (trad.: no.. inc.. gli
interessi una volta fruttavano, ora invece la banca o la posta fa in modo di fregarti)
A: chiddu chi dicu ieu, sintiti.. vardatimi a mia… (trad.: ascoltatemi..)
B: (inc..)
A: quando si veni cà… o dassupra.. e simu cincu cristiani, per lo menu…. è differenti u
discursu.. (inc..).. o no? (trad.: quando veniamo qua oppure la sopra, e siamo cinque
persone.. per lo meno.. il discorso è diverso.. (inc..).. o no?)
C: i cincu ci vonnu puru fora, si rrivunu.. (trad.: si, cinque, ma devono esserci persone anche
fuori.. se dovessero arrivare..)
A: apposta ricu ieu… cincu cristiani… tri trasunu.. (trad.: ecco perché… cinque persone.. tre
entrano..)
C: ci ndi vonnu sempri dui fora.. si i frati venunu sempre a dui, uno ne blocca du frati.. (trad.:
ce ne vogliono sempre due fuori… se i fratelli non vengono mai da soli, una sola persona non
riesce a bloccarli)
A: du fora e tri intra.. (trad.: due all’esterno e tre dentro)
C: du fora ci vonnu.. (trad.: ce ne vogliono due fuori..)
A: e tri intra.. (trad.: e tre dentro)
C: uno.. non mai.. offendendo a nessuno ah, ma uno dui ne blocca sulu... (trad.: una persona
sola, senza offendere nessuno, non riuscirebbe a bloccarli entrambi..)
A: ne blocca.. (trad.: non li blocca)
B: (inc..)
80
C: tu ricisti na fimmina, non gabbu signuri.. non rinisciru ma.. (trad.: hai detto che era una
donna, perbacco, non sono riusciti a …)
A: na signora? Mpari Teodoro, ancora i mani comu sunnu? Ah? Nciata diri dà fimmina.. si
ndavi 80 anni.. (trad.: una signora? Compare Teodoro, le mani vi fanno ancora male? Ah?
Raccontategli di quella donna… aveva 80 anni..)
B: dà? Non avistuvu abilità pi nenti pi nenti.. (trad.: in quella situazione? Non siete stati per
nulla capaci..)
A: e cu cazzu si non c’eranu.. (trad.: ma che dici? Se non c’erano..)
B: non vui e non Ciocchi (trad.: non voi e non Ciocchi)
A: a verità è a verita… si ieu non cia fazzu, ieu non cia fazzu.. mi tegnu.. non aiu forza nte
mani.. mi mi bloccu comu a iddu…iddu no.. iddu.. (trad.: dico la verità… quando non ce la
faccio, non ce la faccio.. a tenere.. non ho più forza nelle mani… rischierei di bloccarmi come
a lui… lui no, invece, lui..)
B: (inc..)
C: e quant’anni aiva chista? (trad.: e quanti anni aveva questa signora?)
A: aiva 75.. (inc..) (trad.: ne aveva 75.. (inc..))
C: e non cià facivi? (trad.: e non sei riuscito a fermarla?)
D: (inc..) non è cu pozzu rassari drittu u brazzu.. (trad.: inc.. non posso lasciare il braccio
alzato..)
A: e non criri? (trad.: non mi credi?)
C: si ma già sulu na vecchia comu ci fa forza, si rumpiru l’ossa.. (trad.: si, ma si sa che appena
ad una anziana usi un po di forza, le sue ossa si spezzano..)
A: chi cosa? Era impossessata chista, bella impossessata.. na lavuratura, zappatrici..
benestanti.. rossa.. una zappatrici è dura.. (inc..) (trad.: che cosa dici? Era una donna
impostata, possente… una lavoratrice, contadina… benestante… grossa di statura… una
contadina è dura.. (inc..)
C: travagghiatrici (trad.: lavoratrice)
in sottofondo si sente altra voce, D, che parla in modo incomprensibile con B
A: u ginocchi unto fiancu.. iddi non furu capaci mi ci taccunu i peri (trad.: un ginocchio nel
fianco.. non sono stati in grado di legarle i piedi)
C: e mancu i mani.. (trad.: e nemmeno le mani)
A: e mancu i mani… e ci giraru a manu.. (trad.: e nemmeno le mani… e le hanno girato la
mano)
A: mi iutu.. non fu veru… ciata diri comu faciva.. (inc..) canterra..ah? puntati.. puntati.. a
macinammu.. 8 iorna o spitali si fici.. (trad.: mi sono buttato ad aiutarli.. da non credere…
ditegli come faceva.. (inc..) per terra.. ah? Le abbiamo dato tanti calci, l’abbiamo distrutta…
tanto da fargli trascorrere otto giorni in ospedale per le ferite riportate)
B: ieu sbagghiaia da sira chi non fici trasiri a Ciocchi prima ma pigghia.. (trad.: io quella
sera ho sbagliato… dovevo fare entrare prima dentro Ciocchi per prenderla)
A: minchia, si turciva minandu puntati.. (trad.: dal dolore si girava e rigirava, riuscendo allo
stesso tempo a dare calci)
D: a iddu no cchiappau.. ma si l’aiva cchiappatu nci aiva tagghiatu i cugghiuni.. (trad.: a lui
non lo ha preso, altrimenti gli avrebbe tagliato i testicoli)
A: ieu mi guardava.. ieu mi guardava (trad.: io le sono stato lontano)
81
B: a mia mi muzzicau ca.. mi muzzicau ca.. (trad.: mi ha morso in questo punto)
A: man manu ca tiniva, ca nguantava, ci mbrugghiava u spagu pi cossì e si sciugghiva..
(trad.: man mano che la tenevo, che la bloccavo, la legavo con la corda in questo modo, ma
lei riusciva a slegarsi)
D: (inc,,)
A: tiniumu a idda, iva mi (inc..).. e si mi fuiva chidd’atra manu… e minandu puntati.. ti dicu
ti guardavi i na parti, guardavi i natra.. ti dicu guarda non si rrindiu mancu si vinni diu.. na
cosa impressionanti.. (trad.: la tenevamo, andavo per (inc..) e se non riuscivo a bloccarle
l’altra mano.. e continuava a tirare calci.. dovevi stare attento da più fonti.. credimi, non si
arrendeva neanche con l’arrivo di Dio sulla terra… mai visto una cosa simile)
B: du iornu (inc..) chi non fici trasiri a Ciocchi prima ma.. (trad.: quel giorno (inc..) a non far
entrare prima Ciocchi per..)
A: vidi chi danterra, quando mi ndaccurgia, aiva chiù di un litru e menzu i sangu.. (inc..)..
all’ultimu ieu non cia fici proprio cchiù.. nci rissi ieu basta, iamunindi e bonanotti. Chiddu
chi pigghiammu pigghiammu.. (trad.: ti faccio notare che per terra, quando me ne sono
reso conto, c’era più di un litro e mezzo di sangue.. (inc..).. alla fine, allo stremo, ho detto
basta, andiamo via, prendiamo quello che siamo riusciti a prendere e buonanotte..)
Dal tratto della conversazione sopra riportato si evince che:
-
ZAMPAGLIONE Giuseppe, MORO Teodoro e CILIONE Giovanni hanno fatto una
rapina ai danni di una persona anziana (“Raccontategli di quella donna… aveva 80
anni..”);
-
Nel corso di questa rapina hanno incontrato difficoltà nel legare la donna perché lei
si dimenava mentre era a terra ("non sono stati in grado di legarle i piedi” … “e
nemmeno le mani” … “e nemmeno le mani… e le hanno girato la mano”);
-
I tre hanno colpito con violenza la donna, cagionandole lesioni tali da richiedere il
ricovero in ospedale ("Le abbiamo dato tanti calci, l’abbiamo distrutta… tanto da
fargli trascorrere otto giorni in ospedale per le ferite riportate”), facendole perdere
molto sangue (ZAMPAGLIONE dice che ad un certo punto ha guardato per terra ed
ha visto oltre un litro e mezzo di sangue).
Confrontando il racconto di ZAMPAGLIONE e MORO con quanto riferito dalla
PRATICÓ ed alla luce del modus operandi del gruppo, emergono evidenti coincidenze
dalle quali si trae che la rapina ai danni di un’anziana di cui al progressivo 689 citato è
l’efferato delitto consumato ai danni di PRATICÓ Francesca, la quale ha riportato
consistenti lesioni personali (trauma cranio-facciale e contusioni multiple ai polsi, al
torace, all’addome e al ginocchio destro).
Altri particolari assumono rilievo a supporto della superiore conclusione:
-
la donna, nel dimenarsi, è riuscita a sottrarre, ad uno dei malviventi, gli occhiali che
82
indossava, MORO Teodoro effettivamente porta degli occhiali (di modello identico
a quelli rinvenuti a casa della PRATICÓ, cfr. scheda personale di MORO Teodoro
allegata all’informativa del R.O.N.INV. ove è riportata la fotografia scattata il
23.05.2012, in occasione del suo arresto per il furto ai danni di CANALE Antonio);
-
uno dei tre malviventi era armato di pistola e gliela puntava contro, intimandole di
non gridare, ZAMPAGLIONE Giuseppe è solito utilizzare armi, come lui stesso
racconta al progressivo 701 92 (“io se non ho a Caterina (pistola) di dietro, ieri a
Pellaro con il canne mozze … imprecazione … quello si che faceva impressione”,
aggiungendo che, laddove le cose dovessero degenerare, non si farebbe alcuno
scrupolo ad utilizzare le armi “se uno prende a fare … almeno lo tira, si deve
difendere poi una persona per davvero, se deve andare male che vada male,
vaffanculo … oh, un’arma è sempre un’arma”);
-
nell’abitazione della PRATICÓ veniva rinvenuta la corda multi fibra di colore
bianco utilizzata per legarle i polsi: ZAMPAGLIONE riferiva di avere utilizzato uno
spago (“man mano che la tenevo, che la bloccavo, la legavo con la corda in questo
modo, ma lei riusciva a slegarsi”), col quale, peraltro, non era riuscito a legarle i
piedi, mentre, con l’aiuto di MORO, era riuscito infine a legarle le mani;
-
dai rilievi fotografici effettuati dalla Polizia Scientifica il 13.12.2011, si ha modo di
constatare la presenza di un asciugamano intriso di sangue e degli imbrattamenti di
sostanza ematica sul pavimento e sulla porta d’ingresso: ZAMPAGLIONE, nel
concludere il racconto, ricorda di avere visto per terra “più di un litro e mezzo di
sangue”;
-
anche la descrizione fisica dei tre rapinatori fornita dalla persona offesa combacia
con quella di ZAMPAGLIONE, CILIONE (più giovani e più bassi di MORO) e di
MORO, sui cinquant’anni e con gli occhiali.
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
Con riferimento alla fattispecie di rapina di cui al capo F) ed al reato di lesioni di
cui al capo G), ad avviso del decidente, il contenuto della conversazione prima
riportata (progressivo n. 689) appare riconducibile chiaramente alla rapina in
danno della Praticò Francesca.
Ed invero, la narrazione della condotta tenuta dallo Zampaglione, dal Moro e dal
Cilione Giovanni, effettuata nel dialogo con gli altri sodali da parte dello
92
Allegato 30 capitolo 2.
83
Zampaglione e del Moro, il quale ultimo lamentava di non aver fatto subito
entrare il Cilione (Ciocchi) per bloccare la vittima, palesa evidente coincidenza
con le dichiarazioni della persona offesa, la quale, difatti, narra della resistenza
posta in essere nei confronti dei rapinatori. Ebbene, sono proprio le parole dello
Zampaglione e del Moro a far intendere quanto la vittima dell’episodio
delittuoso si sia strenuamente opposta all’aggressione. Ciò, nonostante la sua
avanzata età: essi, infatti, fanno riferimento ad una donna ben messa fisicamente
ma sui 75 anni di età e, in effetti, la Praticò, nata nel 1938, all’epoca della
commissione del fatto, aveva all’incirca quell’età. Altro profilo di indubbia
coincidenza con la narrazione auto-accusatoria dei due consiste nel riferimento
alla circostanza che la donna sottrasse gli occhiali ad uno dei rapinatori ed al
fatto che il Moro porti, per come appurato dalla P. G., degli occhiali indicati
dello stesso modello di quelli poi rinvenuti sulla scena del crimine. Ancora, in
loco, la P. G. intervenuta per i rilievi del caso ha rinvenuto, oltre ad un
asciugamano intriso di sangue, delle macchie ematiche ed evidente è la
coincidenza di quanto sopra con il fatto che lo Zampaglione abbia operato
riferimento, nella conversazione intercettata, alla selvaggia aggressione nei
riguardi della vittima, la quale aveva, conseguentemente, perso molto sangue.
Altro dato che segnala la descritta coincidenza, poi, è rappresentato dalla
circostanza del rinvenimento, nella dimora della persona offesa, di una corda,
esattamente in modo corrispondente alle parole dell’indagato, che descrivono il
suo affannarsi per legare la vittima.
E, ancora, l’uso della pistola per la minaccia verso la Praticò coincide con la
circostanza che lo Zampaglione sia solito usare delle armi nelle proprie scellerate
e violente condotte delittuose.
Vero è che gli accertamenti tecnici in proposito delegati dal P. M. non hanno
offerto ulteriori elementi di conferma, ma non vi è dubbio che tutto quanto
precede, unitamente all’indicazione fornita dai prevenuti stessi circa il fatto che
la donna da loro colpita aveva dovuto ricorrere alle cure ospedaliere, sia
dimostrativo della coincidenza del fatto da essi narrato in occasione delle
conversazioni captate con la rapina denunciata dalla Praticò Francesca, il cui
referto medico (vds. nell’allegato procedimento n. 801/2014 R. G. N. R.) è
ampiamente significativo, infatti, delle lesioni patite in conseguenza della brutale
aggressione.
84
Le dichiarazioni dei prevenuti nella conversazione oggetto di captazione, poi,
rivestono certamente rilevanza indiziaria nell’ottica della ricostruzione del
costituto associativo e della partecipazione allo stesso dello Zampaglione, del
Moro e del medesimo Cilione Giovanni (indicato come chiaro partecipe alla
condotta delittuosa oggetto del dialogo).
Sussistono, pertanto, allo stato degli atti, gravi indizi di colpevolezza, in
ordine alla rapina contestata al capo F), nei confronti del Moro Teodoro,
dello Zampaglione Giuseppe e del Cilione Giovanni.
Identiche, ovviamente, le conclusioni da rassegnare in merito al connesso
addebito di lesioni sub G), il cui limite edittale, tuttavia, ai sensi dell’art. 280,
comma 2, C. p. p., come recentemente innovato, non appare consentire
irrogazione di misura custodiale. Consegue, per l’effetto, il rigetto della
richiesta limitatamente al capo G).
C)5: IL CAPO H).
La parte della richiesta che si riporta attiene, invece, al furto commesso in
danno di SERA Vincenzo (capo H):
“…
2.5 IL FURTO DEL 21 MAGGIO 2012 AI DANNI DI SERA VINCENZO (CAPO H)
In data 22.05.2012, alle ore 14:30 circa, si presentava presso il Comando Stazione
Carabinieri di Gallina, avente competenza sul territorio della via Ravagnese Vico Scala, il
Sig. SERA Vincenzo 93, il quale denunciava 94 un furto ad opera d’ignoti, avvenuto tra le ore
20:00 del 21.05.2012 e le ore 08:00 del 22.05.2012. Il denunciante riferiva che, nel corso
della mattina, il padre Salvatore si era recato nel terreno di loro proprietà, constatando che
la recinzione perimetrale era stata tranciata e che dal casolare sito all’interno della
proprietà era stato trafugato un motocoltivatore marca VALPADANA mod. BLIT 120, un
decespugliatore, vari attrezzi da giardinaggio, una tanica di benzina, etc. Inoltre, i
catenacci posti a chiusura delle tre porte d’accesso del casolare, erano stati divelti.
93
94
Nato a Reggio Calabria il 01.01.1968, ivi residente in via Ciccarello Traversa Paviglianiti n. 8.
Allegato 39 Cap. V.
85
Sulla scorta degli elementi acquisiti mediante l’attività tecnica di intercettazione
telefonica e di localizzazione satellitare dell’autovettura FIAT Fiorino targata AC828LH in
uso a MORO Teodoro – che di seguito si riportano – non vi è dubbio che a compiere il
furto ai danni di SERA Vincenzo siano stati MORO Teodoro, ZAMPAGLIONE Giuseppe,
FORTUGNO Vincenzo e TRIPODI Carmelo.
Si riporta il paragrafo II del Capitolo V dell’informativa del 15.02.2013 relativo
all’episodio in questione.
CAPITOLO V
PARAGRAFO II
FURTO AI DANNI DI SERA VINCENZO (REGGIO CALABRIA 21 E 22 MAGGIO 2012)
Il 21.05.2012, sulle utenze mobili in uso a MORO Teodoro, FORTUGNO Vincenzo e
ZAMPAGLIONE Giuseppe, si registrano diverse conversazioni dalle quali si comprende, atteso
il solito linguaggio criptico, che i tre con la complicità di un quarto soggetto identificato in
TRIPODI Carmelo 95, stanno programmando una nuova azione criminale.
Alle ore 19:25, MORO Teodoro chiama 96 Vincenzo FORTUGNO. I due concordano di vedersi a
casa di MORO. Dopo pochi minuti, MORO chiama 97 TRIPODI per invitarlo ad unirsi a loro per
la “solita Mangiata” “… tanto il tempo c’è ancora, che ora ci SIAMO MESSI A CUCINARE …”.
Come di consueto, il gruppo concorda 98 di riunirsi a casa di ZAMPAGLIONE. Nel frattempo,
FORTUGNO chiede 99 a MORO di raggiungerlo sopra casa sua e di portare con sé una cesoia.
Alle successive ore 20:31, TRIPODI chiama 100 MORO. Nel corso della conversazione viene
utilizzato il solito linguaggio criptico delle “cene e mangiate” per far riferimento ai furti ed
alle rapine. Nella circostanza MORO fa intendere al TRIPODI di non aver trovato ancora un
buon obbiettivo da colpire nella sua zona, e chiede all’interlocutore, sempre in maniera
criptica, se vi sia qualche buon obbiettivo nella sua zona, ossia nel quartiere di Archi “… e
siccome per qua non hanno organizzato, non hanno potuto organizzare … ora se tu ti regoli
che c’è qualche pizzeria per la, ci facciamo una mangiata!”. TRIPODI dal canto suo, si
dimostra immediatamente disponibile a colpire nella sua zona di residenza “ti sto dicendo di
si, si, si … ” ma quando comprende che MORO ha intenzione di entrare in azione da li a breve
“e allora ci vediamo la, mezz’oretta e siamo la” il TRIPODI fa chiaramente intendere che
ancora è troppo presto per porre in essere un furto o una rapina, e che è necessario che si
95
96
97
98
99
100
detto “Melo”, nato a Reggio Calabria il 26.12.1987, ivi residente in via Archi Carmine n. 41/B.
Progressivo 406- 3203284393 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 8, capitolo 5).
Progressivo 407 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 9, capitolo 5).
Progressivo 105 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 10, capitolo 5).
Progressivo 417 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 11, capitolo 5).
Progressivo 423 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 12, capitolo 5).
86
faccia più tardi “… nooo per là che andiamo ora no !!!! all’una stasera ci vediamo, andiamo
da quell’amico mio e mangiamo …”.
La circostanza che anche il TRIPODI faccia parte in maniera stabile e continuativa
dell’associazione è dimostrata dal fatto che anche lui conosce alla perfezione metodi,
forme e termini dell’associazione, tant’è che nella conversazione in esame, comprende al
volo e soprattutto utilizza, con una certa familiarità, il medesimo linguaggio criptico utilizzato
dal gruppo criminale.
L’identificazione di TRIPODI Carmelo è resa possibile grazie ad una serie di conversazioni
telefoniche registrate sull’utenza di MORO. Il 12.05.2012, MORO riceve una chiamata da un
soggetto che si presenta dicendo di essere Carmelo da Archi 101. L’utenza chiamante risulta
essere intestata a TRIPODI Antonino 102. Da un accertamento anagrafico effettuato presso
l’anagrafe del Comune di Reggio Calabria, è emerso che il predetto ha un figlio di nome
Carmelo, nato a Reggio Calabria il 26.12.1987. Il 19.05.2012, MORO riceve una chiamata 103
dallo stesso numero fisso che lo ha contattato il 12.05.2012. Risponde la moglie di MORO e
l’interlocutore della donna si presenta dicendo di essere Carmelo e chiede di riferire al marito
della sua chiamata. Nella conversazione nr. 407 sopra riportata, MORO effettua una
chiamata per contattare TRIPODI dalla sua utenza verso il numero 3473954387, ed
interloquisce con lo stesso soggetto delle precedenti conversazioni. MORO si rivolge a lui
chiamandolo “Melo”. L’utenza chiamata da MORO risulta essere intestata a TRIPODI
Carmelo 104. Da un controllo effettuato in banca dati SDI, TRIPODI Carmelo, in data
23.11.2011, forniva quale utenza telefonica dove poter essere contattato il numero
096543230.
Alle 20:34 del medesimo giorno 21.05.2012, FORTUGNO, MORO e ZAMPAGLIONE danno il
via all’azione, lo si comprende dal contenuto di una conversazione 105 intercorsa tra
FORTUGNO e ZAMPAGLIONE e registrata sull’utenza mobile di FORTUGNO, nel corso della
quale quest’ultimo avverte l’interlocutore che “loro” stanno per partire “e noi pure stiamo
partendo qua”.
L’ultimo contatto lo si registra alle ore 20:56 sull’utenza di FORTUGNO, quando
ZAMPAGLIONE effettua uno squillo 106, dato questo da decifrarsi come un segnale convenuto.
101
102
103
104
105
106
Progressivo 230 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 13, capitolo 5).
nato a Reggio Calabria il 19.10.1951, ivi residente in via Archi Carmine n. 41B.
Progressivo 348 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 14, capitolo 5).
detto “Melo”, nato a Reggio Calabria il 26.12.1987, ivi residente in via Archi Carmine n. 41/B.
Progressivo 110 RIT 968/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 15, capitolo 5).
Progressivo 111 RIT 968/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 16, capitolo 5).
87
Nell’ambito delle attività tecniche disposte in seno al presente Procedimento Penale, in data
16.05.2012, veniva autorizzata l’attività di rilevamento satellitare GPS a bordo della vettura
FIAT Fiorino targata AC828LH, utilizzato da MORO Teodoro.
Il 21.05.2012, in corrispondenza delle chiamate effettuate per l’organizzazione dell’azione
criminosa sopra evidenziata, vengono registrati diversi spostamenti del mezzo,
dettagliatamente descritti di seguito:
• Alle ore 20:45, il furgone si trova 107 presso l’abitazione di MORO Teodoro sita in c/da
Sala di Mosorrofa;
• Alle ore 20:46, si sposta 108 in direzione San Sperato.;
• Alle 20:46:23, effettua una breve sosta 109;
• Alle ore 20:51, percorre 110 la via San Sperato in direzione Modena;
• Alle 20:54, raggiunge il bivio Modena dirigendosi 111 verso l’entrata in autostrada dir.
Taranto;
• Alle ore 20:56, percorre la SS 106 jonica in direzione 112 Taranto;
• Alle ore 20:56, effettua una sosta 113 nei pressi di Piazza Chiesa Arangea, via Ravagnese
Gallina Primo tronco;
• Alle ore 21:01, si sposta 114 in direzione di Ravagnese;
• Alle ore 21:03 circa, raggiunge l’incrocio della via Ravagnese Gallina Primo tronco con le
vie Abate Sant’Elia e la via Ravagnese - Vico Scala dove effettua una breve sosta 115;
• Alle 21:05, si ferma 116 in via Ravagnese Vico Scala e vi rimane per circa un’ora;
• Alle ore 22:09 e seguenti riparte 117;
• Alle ore 22:10, imbocca 118 la via Abate Sant’Elia;
• Alle 22:11, transita 119 lungo la contrada Maldariti in direzione della SS 106 Jonica;
• Alle 22:13, imbocca l’uscita del raccordo autostradale 120SS 106 Jonica - Reggio Modena;
• Alle 22:14, percorre 121 in direzione mare monti la via Vecchia San Sperato;
• Alle ore 22:15, raggiunge 122 l’incrocio delle vie Boschicello, San Sperato e Vecchia San
Sperato;
• Alle 22:18, percorre 123 la provinciale per San Sperato in direzione mare monti;
107
108
109
110
111
112
113
114
115
116
117
118
119
120
121
122
Allegato 17, capitolo 5.
Allegato 18, capitolo 5.
Allegato 19, capitolo 5.
Allegato 20, capitolo 5.
Allegato 21, capitolo 5.
Allegato 22, capitolo 5.
Allegato 23, capitolo 5.
Allegato 24, capitolo 5.
Allegato 25, capitolo 5.
Allegato 26, capitolo 5.
Allegato 27, capitolo 5.
Allegato 28, capitolo 5.
Allegato 29, capitolo 5.
Allegato 30, capitolo 5.
Allegato 31, capitolo 5.
Allegato 32, capitolo 5.
88
•
•
•
•
•
Alle ore 22:19, effettua una sosta 124 di circa 30 minuti;
Alle 22:46, riparte 125 percorrendo la Provinciale per San Sperato in direzione Monti
Mare;
Alle ore 22:53, raggiunge 126 il bivio per la contrada Riparo Vecchio di Cannavò;
Alle ore 22:56, effettua una breve sosta 127 lungo la strada denominata Riparo Vecchio;
Alle ore 22:58, si ferma 128 presso l’abitazione di MORO Teodoro sita in contrada Sala di
Mosorrofa.
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
Non vi è dubbio che le conversazioni captate il 21/5/2012 sulle utenze in uso al
Moro, al Fortugno ed allo Zampaglione denotino la comune operatività
delinquenziale di costoro, palesando il preliminare contatto del Moro con il
Fortugno e, poco dopo, l’invito al Tripodi ad unirsi ai due. Parimenti, non è
discutibile il rilievo delle conversazioni in argomento nel senso di evidenziare
come essi fossero avvezzi a comunicare adoperando termini criptici che sono
risultati quelli solitamente utilizzati dal sodalizio in occasione delle azioni
criminose. Chiarissimo, in tal senso, il riferimento alla mangiata (termine, come si
è visto, usato per comunicare la prossima consumazione di un fatto delittuoso), con il
Tripodi che rivela di essere consapevole del contenuto del messaggio che, con
tale interlocuzione criptica, viene realmente inviato.
Ciò posto, elemento che consentirebbe di individuare la condotta delittuosa
programmata nei sensi espressi dal dialogo sopra riportato nel furto oggetto di
contestazione sarebbe quello desumibile dalla localizzazione del mezzo in uso al
Moro, in orario compatibile con quello di consumazione del reato, all’altezza del
vico Scala di Ravagnese, luogo ove è sita la dimora oggetto dell’attività
predatoria, denunciata come compiuta fra le 20.00 del 21/5/2012 e le 08.00 del
giorno dopo. Dato, questo, certamente di rilievo indiziario ma, allo stato degli
atti, ad avviso del decidente, non tale da assurgere, da solo, al rango di gravità
richiesto ex art. 273 C. p. p., specie in assenza di ulteriori elementi che
permettano di ricollegare la condotta delittuosa programmata nei termini di cui
123
124
125
126
127
128
Allegato 33, capitolo 5.
Allegato 34, capitolo 5.
Allegato 35, capitolo 5.
Allegato 36, capitolo 5.
Allegato 37, capitolo 5.
Allegato 38, capitolo 5.
89
alle conversazioni sopra riportate al furto patito dal SERA (dovendosi, peraltro,
osservare come non sia in tal senso determinante l’indicazione del Fortugno al
Moro di portare una cesoia – specie alla luce dell’avvertenza che, nell’allegata
trascrizione del relativo dialogo, si parla di una forca –).
Ne consegue come la richiesta del P. M., in relazione al reato di cui al capo
H), debba essere, allo stato degli atti, essere rigettata.
C)6: IL CAPO I).
Di seguito, invece, i dati indiziari inerenti il furto commesso nei confronti di
FOTIA Carlo, oggetto della contestazione sub I):
“…
2.6 IL FURTO DEL 7 E 8 MAGGIO 2012 AI DANNI DI FOTIA CARLO (CAPO I)
In data 08.05.2012, si presentava presso il Comando Stazione Carabinieri di Reggio
Calabria - Cannavò il Sig. FOTIA Carlo, il quale denunciava che, tra le ore 23:00 della
notte precedente e le ore 07:30 di quel giorno, ignoti, dopo avere divelto il lucchetto posto
a chiusura del cancello d’ingresso, nonché la porta principale dell’abitazione di via Spirito
Santo n. 5, si erano introdotti all’interno della stessa forzando la cassaforte ove erano
custodite le armi e le munizioni regolarmente detenute. Assieme alle armi erano stati
trafugati degli attrezzi da lavoro per un valore complessivo di circa € 1.500,00.
Anche in questo caso, gli elementi raccolti in sede di indagine e, nello specifico, le
conversazioni telefoniche intervenute tra MORO Teodoro e FORTUGNO Vincenzo in
data 7.05.2012, incrociate con i dati relativi alla cella agganciata da MORO Teodoro
durante la chiamata delle ore 22,42, depongono inequivocabilmente nel senso della
responsabilità dei predetti indagati in ordine al furto avvenuto la notte tra il 7 e l’8 maggio
2012.
Si riporta il paragrafo III del Capitolo V dell’informativa del 15.02.2013 relativo
all’episodio in questione.
CAPITOLO V
PARAGRAFO III
FURTO AI DANNI DI FOTIA CARLO (REGGIO CALABRIA 7 E 8 MAGGIO 2012)
90
Assodato che il gruppo criminale sia solito utilizzare un linguaggio convenzionale quando
prepara o compie i furti e le rapine, dall’attività tecnica d’intercettazione dell’utenza 129 di
MORO Teodoro, in data 07.05.2012, si registrano diverse conversazioni dalle quali è possibile
desumere quanto segue.
MORO e FORTUGNO prendono accordi 130 per vedersi a distanza di 15 - 20 minuti in un luogo
non meglio indicato.
Nella circostanza, FORTUGNO chiede a MORO l’autorizzazione a portare con loro una terza
persona trovando il consenso di quest’ultimo.
Alle ore 19:41, FORTUGNO richiama 131 MORO per comunicargli la sua posizione.
Nella circostanza, MORO chiede se quella persona di cui gli aveva parlato nella conversazione
precedente andrà con loro a “mangiare” e nella circostanza FORTUGNO gli risponde di no.
Alle successive ore 22:42 circa, i loro telefoni vengono riaccesi e viene registrata una
conversazione 132 tra MORO e FORTUGNO i quali, inizialmente sembrano intrattenere un
normalissima conversazione amichevole ma, nella parte conclusiva, in virtù delle pregresse
cognizioni investigative assunte nell’odierno Procedimento Penale, la stessa assume una
connotazione del tutto differente divenendo elemento chiarificatore dell’agire criminale di
MORO e FORTUGNO.
Più nello specifico FORTUGNO dice a MORO che si vedranno il giorno successivo e
nell’occasione raccomanda all’interlocutore di non fare parola con nessuno di quanto
accaduto quella notte “Ohh! … che non sappia niente nessuno, OK, io e voi soltanto”,
trovando rassicurazione da parte del MORO “no, certo, certo, certo!”.
In data 08.05.2012, si presentava presso il Comando Stazione Carabinieri di Reggio Calabria Cannavò il Sig. FOTIA Carlo 133, il quale denunciava 134 che tra le ore 23:00 della decorsa notte
e le ore 07:30 del giorno 08.05.2012, ignoti, dopo avere divelto il lucchetto posto a chiusura
del cancello d’ingresso nonché la porta principale dell’abitazione di via Spirito Santo n. 5, si
erano introdotti all’interno della stessa forzando la cassaforte ove erano custodite le armi e
le munizioni regolarmente detenute. Assieme alle armi erano stati trafugati: una saldatrice,
due flessibili, una sega circolare per legno, una motosega elettrica e due a motore.
Atteso il modus operandi col quale è stato portato a compimento il furto, viste le risultanze
emerse in precedenza, considerato che MORO e FORTUGNO nell’affermare che devono
andare a “mangiare” insieme fanno evidente riferimento al fatto che dovranno vedersi per
commettere un furto/rapina in abitazione, valutato l’incrocio dei dati relativi alla cella
129
130
131
132
133
134
3203284393 RIT 871/12.
Progressivo 138 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA Allegato 40, capitolo 5.
Progressivo 140 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA Allegato 41, capitolo 5.
Progressivo 141 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA Allegato 42, capitolo 5.
nato a Cardeto il 21.08.1953, ivi residente in via Dromo n. 1, di fatto domiciliato in via Spirito Santo n. 5.
Vds copia della denuncia Allegato 43, capitolo 5.
91
agganciata dal telefono di MORO Teodoro durante la chiamata delle ore 22:42, dalla quale
è palese che l’apparato di MORO si trova nella zona d’irraggiamento della cella che copre
anche l’abitazione del FOTIA, si ritiene che a compiere il furto a casa di FOTIA Carlo siano
stati MORO Teodoro e FORTUGNO.
A: abitazione di FOTIA Carlo
B: posizione della cella agganciata alle ore 22:42:11 dal telefono di MORO Teodoro
C: abitazione di MORO Teodoro
- Omissis -, n. d. e.
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
Anche in questo caso, Moro e Fortugno intrattengono conversazioni che
denotano la programmazione di un’attività criminosa, come ben si comprende
dall’uso del termine di prassi per il sodalizio: essi, infatti, indicano di dover
andare a mangiare. La localizzazione del cellulare in uso al Moro nella zona di
irraggiamento della cella che copre anche l’abitazione della persona offesa
dovrebbe essere rilevante nel senso di far ritenere ascrivibile al predetto ed al
Fortugno il reato per cui si procede, anche alla luce del compendio intercettivo
che vede Fortugno dire al Moro, alle ore 22.42, quando riattivavano i cellulari,
che si sarebbero visti il giorno successivo, raccomandandogli di non parlare con
nessuno di quanto accaduto quella notte [“Ohh! … che non sappia niente nessuno,
92
OK, io e voi soltanto”] e venendo rassicurato da parte del MORO [“no, certo, certo,
certo!”].
Sennonché, deve osservarsi che, nella denuncia sporta in data 8.5.2012, il
FOTIA indicava che il furto si era consumato tra le ore 23:00 della sera prima e
le 7.30 di quel giorno.
Il dato della localizzazione del cellulare di uno dei complici, pertanto, rimane,
anche alla luce di questa discrasia temporale, insufficiente (in assenza,
comunque, di ulteriori elementi di conferma) a far ritenere integrato, almeno in
atto, un quadro indiziario che possa reputarsi della gravità richiesta ex art. 273 C.
p. p. per l’irrogazione di misura coercitiva.
Ne consegue come la richiesta del P. M. in merito all’addebito di cui al
capo I), allo stato, debba essere rigettata.
C)7: IL CAPO L).
Così, invece, la richiesta indica gli elementi di prova attinenti il furto in danno
di BATTISTELLA Franca, oggetto di contestazione al capo L):
“…
2.7 IL FURTO DEL 7 MAGGIO 2012 AI DANNI DI BATTISTELLA FRANCA (CAPO L)
La spregiudicatezza degli odierni indagati emerge con evidenza dirompente in
occasione del furto, pianificato nei minimi dettagli, perpetrato ai danni di BATTISTELLA
Franca, approfittando della circostanza che la donna (o, come si accerterà in seguito, un
suo congiunto) fosse ricoverata in ospedale e studiando i movimenti dei familiari che la
assistevano.
Si rinvia integralmente alla ricostruzione chiara ed esaustiva dell’episodio riportata
al paragrafo IV del Capitolo V dell’informativa del 15.02.2013, dalla quale si evince la
responsabilità, per il suddetto furto, degli indagati MURINA Massimo, SURACI Osvaldo,
CIRILLO Ivano Alessio e PICCOLO Massimo.
CAPITOLO V
PARAGRAFO IV
FURTO AI DANNI DI BATTISTELLA FRANCA (REGGIO CALABRIA 7 MAGGIO 2012)
93
Tra il 5 ed il 7 maggio 2012, a bordo della vettura FIAT Palio utilizzata da Massimo
MURINA 135, venivano registrate diverse conversazioni dalle quali era possibile evincere che
MURINA Massimo 136, CIRILLO Ivano detto “Alessio” 137 e SURACI Osvaldo 138, avevano
perpetrato un furto all’interno dell’abitazione sita alla via dei Monti n. 41 di Villa San
Giuseppe, in danno di BATTISTELLA Franca 139.
A partire dalla ore 12:48 del 05.05.2012, MURINA Massimo e PICCOLO Massimo si trovano a
bordo della vettura FIAT Palio in sosta presso il parcheggio degli Ospedali Riuniti di Reggio
Calabria, dove era ricoverata la madre di MURINA. Intraprendono una discussione 140 in
merito ad una persona ricoverata presso quella struttura ed alla possibilità di effettuare un
furto presso la sua abitazione visto che attualmente è disabitata appunto perché la donna si
trova ricoverata in ospedale e continuamente assistita dai propri familiari.
Nello stesso pomeriggio, intorno alle ore 17:08, a bordo della Palio vi sono MURINA, PICCOLO
ed un terzo uomo identificato in SURACI Osvaldo sopra generalizzato. I tre si recano in via dei
MONTI della frazione Villa San Giuseppe, con l’intento di effettuare il sopralluogo presso
l’abitazione della donna ricoverata e nella quale hanno intenzione di compiere il furto. Nel
corso del sopralluogo 141 il gruppo, dimostrando altissima professionalità, cura nei minimi
dettagli tutti particolari per la buona riuscita del colpo, non tralasciando di annotare le
targhe delle autovetture presenti nei pressi dell’abitazione, e preoccupandosi di appurare,
tramite Massimo MURINA, quando i parenti della donna faranno la notte in ospedale.
Nel proseguo del sopralluogo 142 continua la cura dei dettagli per portare a termine il colpo
parlando inoltre dei necessari passamontagna che dovranno portarsi. Emerge inoltre, ancora
una volta, la pericolosità del gruppo che non si fa alcuna remora a ricorrere alla violenza
laddove dovessero sorprendere qualcuno all’interno dell’abitazione “non si permettano a
toccarci perché li squarto”.
Nonostante PICCOLO abbia partecipato alla pianificazione iniziale del colpo di via dei Monti,
di fatto poi non vi ha preso parte, questo perché in data 07.05.2012, a bordo della FIAT Palio
condotta da MURINA, si registrano delle conversazioni tra lui, SURACI Osvaldo e CIRILLO
Ivano Alessio, dalle quali si comprende perfettamente che i tre hanno derubato l’abitazione
presso la quale il 05.05.2012 erano andati ad effettuare il sopralluogo. Alle ore 20:07 143,
135
136
137
138
139
140
141
142
143
Procedimento Penale 2254/12 RIT 890/12 DDA Ln. 5029 Sistema SIO INTEGRA.
nato a Reggio Calabria il 12.05.1975, ivi residente nel Quartiere Archi CEP lotto VI sc. B int. 5.
nato a Reggio Calabria il 22.02.1988, ivi residente nel Quartiere Archi CEP Lotto VI n. 2 i. 2.
nato a Reggio Calabria il 19.06.1978, ivi residente in via Quartiere Archi Cep Lotto VI n. 5.
nata a Milano il 15.10.1966, residente a Reggio Calabria, frazione Villa San Giuseppe via Dei Monti 41.
Progressivi 61 e 62 RIT 890/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 44-45, capitolo 5).
Progressivo 76 RIT 890/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 46, capitolo 5).
Progressivo 93 RIT 890/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 47, capitolo 5).
Progressivo 174 RIT 890/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 48, capitolo 5).
94
MURINA, SURACI e CIRILLO partono da Archi di Reggio Calabria e si dirigono verso la frazione
Villa San Giuseppe.
Durante il tragitto MURINA ha la direzione delle “operazioni” e dispensa tutta una serie di
consigli a CIRILLO e SURACI su come dover agire, cosa e dove andare a cercare una volta
dentro l’abitazione “ora questi qua … sicuramente se sono in ospedale … se hanno un poco
di oro, vedi che l’hanno nascosto, avanti avanti non lo tengono giusto, cioè si deve cercare
no devi cercare di guardare, se abbiamo il tempo, e poi puoi guardare è buono … non c’è
nessuno … tutto chiuso … solo questa macchina qua che c’era ieri pure, che sono saliti la,
perciò già puoi scendere a suonare, ora giro, scendi e suoni ti fai quattro passi a piedi e
arrivi la sopra se vedi che non c’è nessuno, altrimenti arrivi la dentro, rompi il vetro e te ne
vai, perché sicuramente non c’è nessuno …”.
Dispone poi di prendere tutte le raccomandazioni del caso per non essere individuati quali
autori dell’azione criminale “i guanti dove sono? no!, non ti deve vedere i guanti ora che ci
suoni fratello!, quando sei la sopra te le devi mettere.. ora ti faccio vedere io di preciso … tu
suona, una cosa o un'altra, se vedi che non risponde nessuno, direttamente puoi salire, gli
rompi il vetro e te ne vai, per tornare poi tra 10 minuti 15 minuti, non più di questo
Osvaldo”.
Nel corso del tragitto, vengono poi affrontati una serie di argomenti di altissimo interesse
investigativo. Nello specifico, a riprova della costante disponibilità di armi da parte del
gruppo MURINA racconta al SURACI ed al CIRILLO che qualcuno avrebbe sottratto loro della
armi e che MURINA avrebbe ritenuto un soggetto responsabile del furto il quale, messo alle
strette dallo stesso, si sarebbe messo a piangere in ginocchio proclamandosi innocente e
implorando pietà al MURINA “lui si è messo in ginocchio coso! lo ha beccato e gli ha detto
che se avesse fatto una cosa del genere si sarebbe ucciso subito, gli ha detto lui, l’ho fatto il
danno per la disperazione però una cosa del genere non la avrei fatta mai e poi mai dopo
che ho già fatto quel danno, ne dovevo fare uno più grosso? Ha detto io devo morire, mi
puoi ammazzare qua se io ho potuto fare una cosa del genere, mi potete già ammazzare
qua, si è messo in ginocchio piangendo, ha detto io non ho fatto niente sopra a questo (ndr,
questa vicenda), che vuoi che ti dico Osvaldo … io ora mercoledì ho la risposta sicura …
voglio sapere chi è che è andato per ultimo … chi le ha portate la … e chi le ha fatte
scomparire, chi è che glielo ha detto (inc) … perché non le potevano trovare mai e poi mai
hai capito?… , chi le ha portate”.
Nel proseguo poi della conversazione fanno riferimento ad una partita di soldi falsi di cui
avrebbe disponibilità il CIRILLO “sono buoni questi soldi Osvaldo? Ma ne hanno soldi?
Quanto ti … se te li deve dare 2 – 3 mila euro te li danno?”, che sarebbero ben fatti ma, che
a dire dello non avrebbero superato la prova della macchinetta verifica-banconote, “si glielo
dico … no no per questo no, con me no, con gli altri si con me no … (inc) con mio zio, gli ha
95
portato i soldi … la macchinetta ha suonato! Li abbiamo provati con la macchinetta dei
soldi ed ha suonato”.
Sempre nel corso della medesima conversazione, si fa riferimento ad un collaboratore di
giustizia e MURINA si dimostra molto preoccupato che questi possa fare delle dichiarazioni
anche sul suo conto “ma pure a me Alessio … io pure mi spavento che non abbia parlato
qualcuno … questo qua che sta parlando che ci sono dichiarazioni … sai come me lo fanno il
culo a me … tanto … a me se mi stringono … che questo ha parlato come ti dico io … mi
fanno un culo tanto … che vogliono sapere di mio cugino … da me! E se non gli dico … tu te
ne fai più di tuo cugino carcere hai capito?” (ndr il cugino a cui fa riferimento è MURINA
Carmelo Consolato, in atto detenuto).
Alle ore 20:17 144, si trovano sempre sull’obiettivo, MURINA indica con precisione l’abitazione
da colpire, CIRILLO scende dalla vettura, MURINA e SURACI proseguono la marcia e poco
dopo ritornano nel punto in cui CIRILLO è sceso, per riprenderlo a bordo. CIRILLO risale in
auto commentando di essersi aperto un varco come concordato. I tre stabiliscono che uno
entrerà nell’abitazione, uno rimarrà di vedetta sul balcone, mentre il terzo attenderà in auto.
CIRILLO e SURACI scendono dalla vettura, mentre MURINA rimane ad attenderli. Ancora una
volta MURINA dispensa raccomandazioni ponendo in risalto la sua ferocia, dichiarandosi
disponibile ad entrare anche lui all’interno dell’abitazione per prendere in ostaggio gli
eventuali malcapitati presenti all’interno “lo sto dicendo Osvaldo, altrimenti non faccio più
niente, che muoia mia mamma, io voglio tutto, con te facciamo belle cose, ne facciamo
cose belle, perché ora io scasiddai (ndr, sono fuori di testa), entro pure io, pure se ci sono
loro, io li tengo in ostaggio, se facciamo 2 – botte (colpi), 4 botte (colpi), questo lo faccio
sicuro vedi ah … non è che mi preoccupo io!”.
MURINA fa poi chiaro riferimento alla figura del suo ricettatore, al quale si comprende è
solito rivolgersi, a qualsiasi ora della notte e del giorno per vendere l’oro rubato “… vedi che
la stanza di letto è in fondo ah!… la dentro proprio, devi andare dritto come entri, dritto
così che c’è la stanza di letto a destra … a quanto te lo togli l’oro, a quanto te lo pagano ?…
a me me lo pagano a 24 (ndr, euro al grammo), pure ora, tra mezz’ora, andiamo e ce lo
portiamo!”. I ricettatori a cui MURINA fa riferimento si identificano in QUATTRONE Vittorio e
QUATTRONE Francesco, rispettivamente padre e figlio, di cui si è già parlato 145.
Alle 20:40 circa, SURACI e CIRILLO ritornano in auto 146 affermando (falsamente 147) di non
avere trovato nulla fuorché le chiavi di un’autovettura ed una fotocamera. Si avviano e
durante il tragitto visionano altri possibili obiettivi. Pare opportuno evidenziare che nel
144
145
146
147
Progressivo 175 RIT 890/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 49, capitolo 5).
Vds Capitolo 4 paragrafo 4° dell’informativa.
Progressivo 178 RIT 890/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 50, capitolo 5).
Vds a proposito al denuncia sporta dalla sig.ra BATTISTELLA Franca in allegato 51.
96
momento in cui il SURACI risale in auto, si sente un rumore compatibile con lo scarrellare di
una pistola.
Il giorno seguente, MURINA discute 148 con PICCOLO del colpo effettuato la sera precedente,
dicendosi convinto di essere stato fregato dai suoi complici e che avrà modo di conoscere la
verità su quanto è stato rubato nell’abitazione, atteso che oggi in ospedale incontrerà il figlio
della vittima e quest’ultimo gli dirà effettivamente cosa è stato rubato. MURINA afferma che
se OSVALDO gli ha mentito non gli rivolgerà più la parola, mentre CIRILLO lo condurrà in una
zona isolata per fargli scavare la sua “fossa”.
In data 09.05.2012, si presentava presso il Comando Stazione Carabinieri di Catona la Sig.ra
BATTISTELLA Franca sopra generalizzata, la quale denunciava che ignoti, tra le ore 14:30 del
07.05.2012 e le ore 07:30 del 08.05.2012, si erano introdotti all’interno della sua abitazione
sita in via dei Monti n. 41 asportando:
1. una fotocamera digitale YASHICA EZF12W;
2. un anello in oro giallo con pietra di colore azzurro;
3. due spille in oro giallo.
La vittima dichiarava di essere uscita di casa il 07.05.2012 intorno alle ore 14:30 circa, di
essersi recata presso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria per prestare le cure al padre che lì
era ricoverato e che i malfattori si erano introdotti all’interno dell’abitazione attraverso una
porta finestra il cui vetro era stato frantumato (allegato 51).
Gli autori del furto in questione vengono identificati in:
1. MURINA Massimo 149;
2. SURACI Osvaldo 150, alla cui identificazione si è giunti attraverso l’incrocio di una serie di
dati derivanti dall’intercettazione ambientale della FIAT Palio condotta dal MURINA, il
quale si rivolge a lui chiamandolo sempre Osvaldo. A ciò debbono aggiungersi i controlli
del territorio presenti allo SDI, dai quali si evincono le frequentazioni tra PICCOLO
Massimo, MURINA Massimo, SURACI Osvaldo e CIRILLO Ivano Alessio, come ad esempio il
controllo effettuato dalla Questura di Reggio Calabria il 26.11.2008 in via Italia di Reggio
Calabria, quando i predetti sono stati tutti controllati a bordo della vettura FIAT Palio di
proprietà del PICCOLO ma di fatto in uso a MURINA. È doveroso altresì rappresentare che
SURACI vanta numerosi precedenti per reati in materia di armi e sostanze stupefacenti,
nonché abita nello stesso quartiere del MURINA;
3. CIRILLO Ivano Alessio 151 alla cui identificazione si è giunti attraverso l’incrocio di una serie
di dati derivanti dall’intercettazione ambientale della FIAT Palio condotta dal MURINA, il
148
149
150
151
Progressivo 180 RIT 890/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 52, capitolo 5).
nato a Reggio Calabria il 12.05.1975, ivi residente nel Quartiere Archi CEP lotto VI sc. B int. 5.
nato a Reggio Calabria il 19.06.1978, ivi residente in via Quartiere Archi Cep Lotto VI n. 5.
nato a Reggio Calabria il 22.02.1988, ivi residente nel Quartiere Archi CEP Lotto VI n. 2 i. 2.
97
quale si rivolge a lui chiamandolo sempre Alessio. A ciò debbono aggiungersi i controlli del
territorio presenti allo SDI dai quali si evincono le frequentazioni tra PICCOLO Massimo,
MURINA Massimo, SURACI Osvaldo e CIRILLO Ivano Alessio, come ad esempio quello
effettuato dalla Questura di Reggio Calabria il 26.11.2008 in via Italia di Reggio Calabria,
quando i predetti sono stati tutti controllati a bordo della vettura FIAT Palio di proprietà
del PICCOLO ma di fatto in uso a MURINA. È doveroso altresì rappresentare che CIRILLO
vanta numerosi precedenti per reati quali furto, ricettazione, violenza sessuale, minaccia,
favoreggiamento ed altro, nonché abita nello stesso quartiere del MURINA. Sempre allo
SDI, risulta a suo carico una denuncia di smarrimento presentata presso il Comando
Stazione Carabinieri di Archi il 12.06.2007, dove lo stesso in duplice veste di denunciante e
vittima, afferma di chiamarsi CIRILLO Ivano Alessio. A questo deve aggiungersi un’altra
denuncia di smarrimento presentata in data 16.04.2010, presso il Comando Stazione
Carabinieri di Archi, dalla madre CIRILLO Giovanna Rosaria 152, la quale dichiara che
essendo il figlio impossibilitato ad uscire di casa, denuncia per suo conto lo smarrimento
del portafoglio con all’interno alcuni documenti.
Agli autori materiali del furto in questione individuati dalla P.G. deve senz’altro
aggiungersi PICCOLO Massimo, il quale ha fornito un apprezzabile contributo nella fase
ideativa ed organizzativa del reato, rilevante ai sensi dell’art. 110 c.p.
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
Anche in questo caso, l’esame delle conversazioni tra presenti captate a bordo
del veicolo in uso al Murina Massimo permette di comprendere il dipanarsi
dell’attività delittuosa, potendosi cogliere, difatti, sia le fasi preparatorie sia
quelle esecutive del furto ai danni della Battistella.
Ed invero, le conversazioni di cui ai progressivi n. 61 e n. 62 del 5/5/2012
denotano la programmazione del furto nei termini che, di seguito, si riportano:
Prg
Data Ora
61
05/05/12
12:48:44
152
Durata
Sintesi
Autovettura ferma. A bordo MURINA Massimo e PICCOLO Massimo
[12:49:01]: MURINA dice a PICCOLO che proprio adesso si poteva
saltare a casa (ndr, a rubare) di questa donna che ha i genitori là.
PICCOLO chiede dove si trova e MURINA dice che si trova dove sono
0:02:05 gia' andati per il motore della barca, dicendo che li e' pieno pieno d'oro.
[12:49:47]: MURINA dice che stasera vede se possono entrare visto che
lei (la donna) gli deve fare la notte, dicendo che si possono prendere
sicuramente tutto l'oro per rivenderlo, aggiungendo che la donna di cui
parlano va in giro a fare la morta di fame e invece... MURINA dice a
nata a Reggio Calabria il 01.06.1972 ivi residente in via Archi Cep lotto VI n. 2 i. 2.
98
PICCOLO che stasera si possono fare questa botta, entrando con i
guanti, visto che stasera non c'e' nessuno e che la casa e' isolata.
[12:50:31]: scendono dalla vettura. MURINA dice a PICCOLO di
vedere quale macchina ha (la donna), in maniera da poter vedere quando
escono di casa.
Prg
62
Data
Ora
05/05/12
13:58:06
Durata
Sintesi
Autovettura ferma. A bordo MURINA Massimo e PICCOLO Massimo. I
due parlano di alcuni parenti che sono scesi da su ( nord ) e che rischiano
0:03:20 di incontrare a casa (ndr, si riferiscono alla casa che vorrebbero
svaligiare stanotte). MURINA afferma che rischiano di incontrarli sul
posto.
Nel pomeriggio, quindi, si assiste al sopralluogo dei prevenuti sull’obiettivo così
individuato, per come si comprende dal dialogo di cui al progressivo n. 76 e da
quello registrato al progressivo n. 93, il cui sunto si riporta.
Prg
Data Ora
76
05/05/12
17:08:46
Durata
Sintesi
Auto in sosta con a bordo MURINA Massimo, PICCOLO Massimo
e Osvaldo SURACI.
Autovettura in movimento, MURINA dice a Osvaldo di mandare la sua
parte di 250 euro al fine di dare lui i 500 dovuti.
MURINA dice di segnare tutto quello che daranno a Tonino, dicendo di
dirlo anche ad Umberto, al fine di non fare storie successivamente.
[17:13:12]: MURINA dice che si fottono tra di loro, in quanto deve
stare attendo e controllare tutto (ndr, si riferisce al bottino ricavato dai
furti), dicendo che ha detto a lui ( riferito a terza persona), di spogliarsi
per controllare la refurtiva, per non passare situazioni brutte senza
ricavare soldi, visto che qualcuno fa il furbo e si fotte le cose.
[17:14:35 - n38 10.890 e 15 39.756 - Reggio di Calabria , Reggio di
Calabria via Dei Monti, 13 > 15]: all'altezza di via dei monti numero
15 (direzione Gallico - Villa San Giuseppe) MURINA dice ad Osvaldo
che il punto e' questo indicando il balcone di sopra e aggiungendo
0:09:58
che devono vedere una macchina prendendone la targa. Osvaldo
dice che si tratta di un’Alfa che e' troppo vicino alla casa. MURINA
dice che lui le cose le pianifica per bene altrimenti non le fa,
Osvaldo chiede se stanotte fanno la notte (ndr, riferendosi ai parenti)
[17:15:30 - n38 10.928 e15 39.819 - Reggio di Calabria , Reggio di
Calabria via Dei Monti, 21 - 20 > 34]: Murina dice di avere anche
visto la finestra che gli è parsa aperta, constatando che si puo'
anche saltare visto che no c’è la persiana. Murina afferma che col
buio si potrà fare tranquillamente, perche' si riescono anche a
vedere se ci sono persone dentro. MURINA dice ad Osvaldo di
aprire la porta con una botta secca senza andare dal balcone per poi
rompere i vetri
[17:17:23 - n38 11.137 e15 40.113]: MURINA dice ad Osvaldo che
faranno questo colpo per poi fare tante altre cose. Osvaldo dice che
lui vorrebbe farlo alle 22.30 mentre MURINA non e' d'accordo
99
perche' e' senza assicurazione nella macchina.
Prg
Data Ora
93
05/05/12
18:32:31
Durata
Sintesi
Autovettura in movimento con a bordo PICCOLO Massimo e
MURINA Massimo
[18:33:33]: MURINA rivolgendosi a PICCOLO dice a bassa voce: no a
me sai che fanno ora, .. (inc) passamontagna, quello a me (inc) ... hai
0:09:59 capito, quello vogliono la certezza, la certezza sicura... prendiamoli di
paura, io li prendo la batosta piu' grande.
PICCOLO: non si permettano a toccarci perche' li scuarto .
[18:34:27]: MURINA dice a Piccolo che si vedranno domattina per le
08:00 - 08:30
Saranno le conversazioni captate il 7 maggio 2012, quindi, a permettere di
comprendere come la condotta delittuosa sia stata materialmente consumata
non dal Piccolo, ma dal Murina Massimo, dal Surace Osvaldo e dal Cirillo
Ivano Alessio.
Questo il tenore della conversazione di cui al progressivo n. 174:
Prg
174
Data Ora
07/05/12
20:07:51
Durata
0:09:58
Sintesi
[20:07:52]: Rumore di sportelli. Autovettura in movimento con a
bordo MURINA Massimo, Osvaldo SURACI ed un’altra persona di
nome Alessio.
MURINA Massimo: ho detto io , questa è una presa per il culo
SURACI Osvaldo: eh ma io che ti ho detto subito, prima informati, mi
sembra strano, sanno di fuori ragazzi, perché sanno che si ( inc ), questo
qua!
MURINA Massimo: erto e' il massimo
SURACI Osvaldo: eh ragazzi, non le fanno piu' queste cazzate, hai
capito?
MURINA Massimo: lui si e' messo in ginocchio coso! lo ha beccato
SURACI Osvaldo: eh
MURINA Massimo: e gli ha detto che se avesse fatto una cosa del
genere si sarebbe ucciso subito, gli ha detto lui, l'ho fatto il danno per la
disperazione pero' una cosa del genere non la avrei fatta mai e poi mai
dopo che ho gia' fatto quel danno, ne dovevo fare uno piu' grosso? ha
detto io devo morire, mi puoi ammazzare qua se io ho potuto fare una
cosa del genere, mi potete gia' ammazzare qua, si e' messo in ginocchio
piangendo, ha detto io non ho fatto niente sopra a questo (ndr, questa
vicenda), che vuoi che ti dico Osvaldo… io ora mercoledi' ho la risposta
sicura... voglio sapere chi e' che e' andato per ultimo ..... chi le ha
portate la .. e chi le ha fatte scomparire, chi e' che glielo ha detto (inc )
... perche' non le potevano trovare mai e poi mai hai capito? ..., chi le ha
portate
SURACI Osvaldo: chi le ha portate
MURINA Massimo: chi le ha portate gliele ha fatte trovare
100
SURACI Osvaldo: eh e' normale!
MURINA Massimo:(inc) e' sicuro Osvaldo, hai voglia che si e' messo a
terra a piangere e a fare ...non so se mi sono spiegato in quello che
voglio dire? …non c’è altro
SURACI Osvaldo: si si
MURINA Massimo: dammi una sigaretta Alessio per favore! ... sto
morendo ...sto morendo con questo fatto di mia madre, sto morendo
...ero sopra che ho preso la vestaglia sua, piangendo ho detto sei tornata,
hai visto che sei tornata ... sto morendo Osvaldo perche' sono ore e
chiude gli occhi ...bella mia! (impreca nei confronti della madonna
dicendo ma na pisedda a mino da intra prima che me ne vado), (ndr, per
dire che a qualcuno lo picchia in ospedale)
SURACI Osvaldo: vedi di non inguaiarti pure Massimo
MURINA Massimo: se la devono ricordare per tutta la vita, se la
devono ricordare
SURACI Osvaldo: fai le cose pulite, non andare ad inguaiarti per
dargli..., tu cerca... pensa che c'e' tuo padre malato, che la madonna
faccia un miracolo salvandola, per davvero che la salvi.
MURINA Massimo: Osvaldo sai che deve fare? vedi che c'e' una
bottiglia di acqua qua sotta Alessio per favore, dagliela ad Osvaldo che
me la butta qua nel vetro, quanto lavo questo vetro che non vedo un
cazzo
SURACI Osvaldo: che la madonna veramente la salvi... lo metto a (inc)
MURINA Massimo: mina mina mina, mina che basta che la porti da
questa parte e lo laviamo ... sono buoni questi soldi Osvaldo?
SURACI Osvaldo: sono buoni, ti dico che sono buoni!
MURINA Massimo: ma ne hanno soldi?
SURACI Osvaldo: a voglia...!
MURINA Massimo: e li vogliono pagati in contanti no ... i cornuti?
SURACI Osvaldo: no ... a me me li danno
MURINA Massimo: quanto ti ...se te li deve dare 2 - 3 mila euro te li
danno?
SURACI Osvaldo: si glielo dico... no no per questo no, con me no, con
gli altri si con me no ... (inc) con mio zio, gli ha portato i soldi…
Alessio: (inc)
SURACI Osvaldo: la macchinetta ha suonato! Li abbiamo provati con
la macchinetta dei soldi ed ha suonato
Alessio: ehhh
SURACI Osvaldo: (inc)
Alessio: (inc)
MURINA Massimo: ah? ...si pero' se ci fermano e ci beccano (forze
dell'ordine) con un soldo per uno di questi qua
SURACI Osvaldo: ricettazione!
Alessio: lo so!
MURINA Massimo: meglio che si esce con un piede con 2 - 3 pezzi di
10 - 20, cosi' almeno dice che a me me lo hanno incollato qualcuno
(ndr, dato) che avevo cambiato 200 euro l'altro giorno e mi hanno dato
100 sicuramente falsi e 100 buoni... hai capito? perche' altrimenti dice
come hai questi 100 euro cosi? ...ti ricordi Alessio la, il distributore a
Villa?
Alessio: eh...
101
MURINA Massimo: quella quando siamo entrati dove c'era la piazzetta
e sei entrato la e sei rimasto incastrato e poi e' venuto a tirarti Massimo?
Alessio: eh eh....
MURINA Massimo: c'e' la figlia che ha tre anni (di vita) e che da 11
mesi e' alla rianimazione per una cosa (patologia) al cervello non
riescono a ... gliela stanno tenendo in vita ... 11 mesi ..... [20:13:32]: si
deve entrare anche dove ci sono polacche che tengono sti vecchi, hai
capito che ti voglio dire ? dove ci sono polacche ...la si deve menare, la
si deve menare (ndr, la bisogna andare), perche' quelle sono sicure che
sono vecchie e sono sole con quella, quella che la tiene ...e ci vuole
sempre viso coperto e guanti ... cacciat... se tu non ti metti questo ...tu
con me …ti dico la verita' io non faccio niente con te! perche' ci
troviamo nei guai tutti, non solo tu ... tutti perche' quando rischiamo,
richi tu ...rischio io ... insieme a te ..perche' poi, ti prendono (ndr, le
forze dell'ordine) …ti tastano ...solo non eri? e per quanto ci puoi dire
che eri solo, ti tastano fino a che..
Alessio: ehh allora non mi conosci?
MURINA Massimo: ti conosco, ti conosco, lo so quanto sei forte
Alessio! lo so quanto sei forte che hai resistito a cose piu' brutte! pero' ti
voglio dire io figlio... perche' devi rischiare quando a te ti riescono le
cose?
Alessio: eh Massimo …se questo e' un ragionamento che tu mi fai a me
...allora ti spiego
MURINA Massimo: a te lo faccio, per chi lo faccio, chi cazzo!
Alessio: e allora non mi mettere che mi tastano Massimo, perché a me
mi possono menare
MURINA Massimo: e non lo tartassano Osvaldo, non lo tartassano?
SURACI Osvaldo: si (inc)
Alessio: quando (inc) mi buttano una fucilata, non mi interessa…
MURINA Massimo: ma pure a me Alessio ...io pure mi spavento che
non abbia parlato qualcuno ...questo qua che sta parlando che ci sono
dichiarazioni...
Alessio: si ...ma se uno...
MURINA Massimo: sai come me lo fanno il culo a me ...tanto ...a me se
mi stringono ...che questo ha parlato come ti dico io ...mi fanno un culo
tanto ...che vogliono sapere di mio cugino ...da me! e se non gli dico
...tu te ne fai piu' di tuo cugino carcere (ndr, il cugino a cui fa
riferimento e' MURINA Carmelo Consolato, in atto detenuto), hai
capito?
Alessio: ( inc ) no?
MURINA Massimo: no ti voglio dire io, se non...
Alessio: non lo sopporti lo so!
MURINA Massimo: eh lo so, lo so
Alessio: quando le cose le fai bene, (inc) dopo che fai (inc)
MURINA Massimo: io ti sto dicendo che se si puo' evitare, perche' no?
Alessio: ma ...quando uno fa una cosa, sa anche a quello che va incontro
MURINA Massimo: ma io lo so a quello che vado incontro, pero'
perche' devo andare a buttarmi nella merda a sbattermi la merda in
faccia, quando so che mi sto sbattendo la merda in faccia
Alessio: ma tu hai ragione su questo
MURINA Massimo: se posso evitare evito questo
102
Alessio: si si
MURINA Massimo: poi se vengono altre cose dopo ...non e' che so,
intanto quello dove riesco a ripararmi e che mi faccio …mi guardo
Alessio: ma si , non e' che sto dicendo no io ....
MURINA Massimo: vedi questa e' un'altra casa sola, pero' non so che
roba c'e' qua dentro Osvaldo, ...qua ci sta uno solo
SURACI Osvaldo: e' sempre chiusa
MURINA Massimo: qua dentro, sopra, ma non ho capito che tipo e'
questo ...perche' sono entrato io una volta non ho trovato niente, ho
cercato alla meglio, siamo scappati velocemente allora
[20:15:59]: ora questi qua, ...sicuramente se sono in ospedale ..se
hanno un poco di oro, vedi che l'hanno nascosto, avanti avanti non
lo tengono giusto, cioe' si deve cercare
Alessio: a me, che non vadano arrivando …inc…
MURINA Massimo: no devi cercare di guardare, se abbiamo il tempo, e
poi puoi guardare e' buono
Alessio: non e' (inc)
MURINA rallenta la marcia
MURINA Massimo: non c'e' nessuno, ...tutto chiuso ...solo questa
macchina qua che c'era ieri pure, che sono saliti la, percio' gia' puoi
scendere a suonare, ora giro, scendi e suoni
Alessio: eh
MURINA Massimo: ti fai quattro passi a piedi e arrivi la sopra se
vedi che non c'e' nessuno, altrimenti arrivi la dentro, rompi il vetro
e te ne vai, perche' sicuramente non c'e' nessuno
Alessio: dentro dove ?
MURINA Massimo: dentro, sopra ...i guanti dove sono ?
Alessio: qua, (inc)
MURINA Massimo: suona ora ti sto dicendo
Alessio: eh sopra dove , dove c'e' la finestra ?
MURINA Massimo: ora ti faccio vedere io di preciso ... tu suona,
una cosa o un altra, se vedi che non risponde nessuno, direttamente
puoi salire, gli rompi il vetro e te ne vai , per tornare poi tra 10
minuti 15 minuti, non piu' di questo Osvaldo?
SURACI Osvaldo: certo!
MURINA Massimo: perche' poi i tempi si allungano sempre di piu'
Alessio: ora mi metto i guanti
MURINA Massimo: no!, non ti deve vedere i guanti ora che ci suoni
fratello!, quando sei la sopra te le devi mettere
Alessio: eh poi mi devo mettere sempre (inc) i guanti (inc) ...rompo il
vetro e me ne vado
SURACI Osvaldo: attento, attento a questo
MURINA Massimo: rompi il vetro e te ne vai ora no!
Alessio: eh non mi servono i guanti
103
Di seguito, invece, la conversazione di cui al progressivo n. 175:
Prg
175
Ln
5029
Data Ora
07/05/12
20:17:50
Durata
Sintesi
Murina in macchina con Osvaldo SURACI e Alessio
Alessio: ora tu mi devi dire qual'e' il balcone
MURINA Massimo: certo, ora mi fermo io e ti faccio vedere... ti dico
tutto quello che e' il procedimento così ti rassicuri
Alessio: no io sono sicuro! non e che
MURINA Massimo: però ti voglio rassicurare, o no? non ti vuoi
rassicurare? lo so che sei sicuro figlio, però se ti rassicuro e' meglio...
allora, lo vedi questo balconcino qua, dove c'e' l'antenna? questa antenna
parabolica?
Alessio: eh
MURINA Massimo: e' questa casa qua, l'ultima, questa di sopra ...tu
suona, vedi se non esce nessuno
Alessio: ma perché non e' sopra e sotto assieme?
MURINA Massimo: no no, sotto lo devono affittare ancora che non la
hanno affittato
Alessio: eh
MURINA Massimo: suona, vedi, se non risponde nessuno ti butti la
dentro
Alessio: quindi sopra devo (inc )
MURINA Massimo: sopra si deve rompere si, ora vai scendendo
Alessio: allora posso rompere quelle mattonelle
0:10:00 MURINA Massimo: rompi quello che vuoi sopra, tutto sopra devi fare,
sotto non devi fare niente
[20:18:55]: si sente scendere dalla vettura Alessio e l'autovettura riprende
la marcia
MURINA Massimo: Osvaldo, che non si nasconda cose (ndr, riferito ad
Alessio), che si spoglia e che esca le cose, io te lo dico io
SURACI Osvaldo: no io te lo dico io (inc)
MURINA Massimo: lo sto dicendo Osvaldo, altrimenti non faccio piu'
niente, che muoia mia mamma, io voglio tutto, con te facciamo belle
cose, ne facciamo cose belle, perché ora io scasiddai (ndr, sono fuori di
testa), entro pure io, pure se ci sono loro, io li tengo in ostaggio, se
facciamo 2 - botte (colpi), 4 botte (colpi), questo lo faccio sicuro vedi
ah ... non e' che mi preoccupo io!
SURACI Osvaldo: si ...no ...appena arriviamo a casa
MURINA Massimo: perciò gli devi dire …Alessio spogliati che voglio
che siamo precisi, io me ne fotto dei 100 di sopra o dei 100 di sotto
MURINA Massimo: gia' è sopra ?
SURACI Osvaldo: eh?
MURINA Massimo: gia' e' sopra! ha detto che gli suonava, …non la
finisce questo ragazzo!...ma non la vuole finire, non la vuole finire
questo ragazzo, con questi bordellini e con questi teatrini
104
SURACI Osvaldo: ...in questa casa …
MURINA Massimo: noi lo dobbiamo prendere qua però a lui, altrimenti
prendono il numero di targa e vanno a prendere a Massimo (ndr,
PICCOLO, l'autovettura e' intestata al predetto), e' a nome suo la
macchina ...che facciamo non dobbiamo fare ( inc ) ...aprimi gli occhi
pure tu, se vedi che non ho lucidità, dammela pure tu, dammela pure tu la
lucidità
SURACI Osvaldo: sali, sali ...dagli il tempo di rompere, noi stiamo
passeggiando....
MURINA Massimo: entri pure tu con lui adesso o (inc) io
SURACI Osvaldo: si
MURINA Massimo: ...vedi che la stanza di letto e' in fondo ah!, ...la
dentro proprio, devi andare dritto come entri, dritto così che c'e' la stanza
di letto a destra… a quanto te lo togli l'oro, a quanto te lo pagano ?
...a me me lo pagano a 24 (ndr, euro al grammo), pure ora, tra
mezz'ora, andiamo e ce lo portiamo!
SURACI Osvaldo :eh , allora andiamo e ce lo portiamo
MURINA Massimo: pure all'una di notte
SURACI Osvaldo: 20 a me, 20
MURINA Massimo: a 24 (ndr, euro al grammo )
SURACI Osvaldo: e andiamo la e glielo portiamo, ma basta che lo
chiami?
MURINA Massimo: no!, andiamo a casa direttamente! si e' fatto male
(ndr, riferito ad Alessio )
SURACI Osvaldo: si e' fatto male
MURINA Massimo: si e' fatto male, si e' fatto male!
SURACI Osvaldo: si e' fatto male, si è tolto
MURINA Massimo: apposto?
[20:23:02]: si sente aprire lo sportello e risale a bordo Alessio.
SURACI Osvaldo: cammina, facciamoci un giro
Alessio: hou, ( minai na lignata!), ho dato un colpo (inc)
MURINA Massimo: apposto, non voglio che ci allontaniamo assai! che
non arrivi nessuno
Alessio: ah, niente (inc) ho dato un colpo , ho rotto (inc) tac e sono
entrato dentro ... guarda che gli ho combinato, che cazzo dovevo fare?
SURACI Osvaldo: si vede?
MURINA Massimo: va bò dai, l’importante
Alessio: non potevo scendere e prendere una pietra
MURINA Massimo: apriamo gli occhi adesso ragazzi ora che ...Alessio
vedi che non voglio che non siano di ritorno, hai capito ...io penso che
per le 21 - 21.30 qualcuno sia di ritorno, apriamo gli occhi ...voglio che
facciamo....
SURACI Osvaldo: 2 minuti, 2 minuti
MURINA Massimo: voglio che siamo, piu' veloci possibili, ma ora e' gia'
aperto?
Alessio: (inc ) non ho trovato nessuno entriamo e saltiamo (inc)
MURINA Massimo: mmm, io ti dico di non allontanarci assai ...visto che
ora non c'e' nessuno ...che facciamo ...arriviamo la sotto e ce ne saliamo,
vediamo che non venga questa cazzo di FORD del cazzo.
105
Alessio: …inc… Massimo, 2 stanze Massimo, hai capito?
SURACI Osvaldo: 2 stanze di letto
Alessio: eh va be
MURINA Massimo: nella stanza da letto puoi andare a certo ...un
cornuto di questo, non ci vuole niente che li ha tolti dalla stanza da letto e
li abbia messi in un altra stanza ...hai capito?
Alessio: se viene qualcuno e' meglio, pure 2 secondi, non ci vuole niente
(inc) pero' , non ci vuole niente (inc) vienimi dentro ...( inc ) che dovevo
fare Massimo? no ma e' una zona tranquilla, non si e' affacciato nessuno
MURINA Massimo: lo so Alessio, mi spavento che non arrivino
SURACI Osvaldo: ma hai fatto bordello assai?
Alessio: no, no
MURINA Massimo: ho paura che non arrivino hai capito Alessio?
Alessio : io mi sono fermato piu' avanti ?
MURINA Massimo: Osvaldo, uno stia fuori ...uno, tu ti stai vicino al
balcone e lui cerca, o tu cerchi, perche' dovete tenere sempre allerta che
non arrivi qualcuno avete capito?
Alessio: ma la luce non l'ho accesa, ma pure che vanno venendo
MURINA Massimo: la luce della stanza di letto puoi accendere da la
dentro che non
Alessio: sai che (inc ) Massimo
MURINA Massimo: che non c'entra niente, di la dentro c’è la stanza da
letto
[20:25:38]
Alessio chiede a Murina se in casa ci sono anche dei fucili e Murina gli
dice di non saperlo.
[20:26:15]
MURINA dice ad Alessio di dare un guanto ad Osvaldo e chiede ad
entrambi quale via di fuga prenderanno in caso di necessità. Alessio dice
che andranno verso sopra
[20:27:18]
Osvaldo si lamenta di Alessio che è sceso in strada indossando i guanti
Siamo, chiaramente, nelle fasi che precedono la consumazione del furto, con il
Cirillo Ivano Alessio che è già pervenuto innanzi all’abitazione della Battistella ed
ha avuto modo di aprirsi un varco e con i tre che sono, dunque, pronti ad entrare in
azione. Già, peraltro, il Murina ed il Surace progettano di recarsi immediatamente
dal ricettatore, commentando il prezzo che viene pagato per ogni grammo di oro
di illecita provenienza procurato.
È il progressivo n. 178 che consente di comprendere come il furto sia stato
consumato, con il Surace ed il Cirillo che si sono portati sul posto ed il Murina
che è rimasto in macchina ad attendere il loro ritorno, sorvegliando l’esterno.
Prg
178
Data Ora
07/05/12
Durata
0:09:59
Sintesi
MURINA in macchina attende il rientro dei complici Osvaldo e
106
Ln
5029
20:39:50
Alessio che rientrano in auto alle ore [20:40:32].
Osvaldo appena rientrato dice che in casa non c'era nulla e che
anche la luce era staccata. Pare abbiano rubato una fotocamera
digitale e le doppie chiavi di una Fiesta.
Guardano altre case da derubare.
Fanno altri sopralluoghi.
MURINA dice che conosce un'altra casa dove abita una anziana e
dove gia' era entrato una volta con Massimo (PICCOLO) e che
mentre stavano rubando sono dovuti scappare perche' e' arrivata
gente. MURINA si ferma con la macchina per far vedere ai due
complici la casa di cui ha appena parlato.
Murina, tuttavia, si fida poco del Surace e del Cirillo, tanto che, il giorno dopo,
commenta con il sodale Piccolo l’esito del furto, palesandogli che verrà a
conoscenza dell’effettiva entità di quanto asportato nel momento in cui, in
ospedale, incontrerà il figlio della vittima. L’indole violenta e spregiudicata del
Murina si rivela quando dice all’accolito che, se Surace e Cirillo hanno prelevato
altro rispetto a quanto comunicatogli nei termini esposti dalla conversazione che
precede, con il primo interromperà ogni rapporto mentre al secondo … farà
scavare la sua fossa da solo.
Ecco il dialogo di che trattasi:
Prg
Data Ora
180
08/05/12
09:26:02
Durata
Sintesi
Auto in movimento.
[09:34:39]
MURINA con PICCOLO parlano del furto di ieri e del fatto che
Osvaldo sia entrato nell'abitazione ed una volta uscito ha detto che in
casa non ha trovato nulla e che c'era persino la corrente staccata.
MURINA non è convinto che non abbiano rubato nulla, difatti dice che
0:09:59
sicuramente incontrerà in ospedale il figlio del proprietario
dell'abitazione svaligiata ieri, e che questi sicuramente gli dirà se hanno
rubato oro o meno. MURINA dice che se dovesse scoprire una cosa del
genere litigherà con Osvaldo al quale non rivolgerà più la parola e poi
prenderà Alessio e lo porterà in una campagna e gli darà una pala per
fargli scavare la fossa da solo per avergli mentito.
Orbene, le risultanze delle operazioni tecniche evidenziano, senza alcun dubbio, la
responsabilità del Murina Massimo, del Piccolo Massimo e del Surace Osvaldo
[con riferimento al cognome del predetto, rettificato da Suraci in Surace, si rimanda alla
lettura della nota del R. O. N. I. in data 3/10/2013], oltre che del Cirillo Ivano Alessio,
in ordine all’addebito di che trattasi.
Ed invero, nei dialoghi in esame, Murina, Piccolo e Surace sono colti mentre
procedono al sopralluogo dell’area ove trovasi la dimora della Battistella, che, si
107
rammenti, doveva recarsi in ospedale, per come noto al Murina, la cui madre era
pure ricoverata.
Ancora, gli indagati vengono intercettati nel momento dell’esecuzione del furto,
con il Cirillo che sale per primo nell’abitazione, creandosi un varco per l’accesso
con un’effrazione, ed in quelli immediatamente successivi alla sua consumazione,
con il Surace ed il Cirillo che fanno rientro in macchina comunicando lo scarso
bottino conseguito, comprendente, tuttavia, una fotocamera digitale, esattamente
come sarebbe stato denunciato dalla persona offesa.
Il Piccolo, poi, è sicuramente compartecipe del furto, avendo prestato un
contributo sia nella fase di ideazione sia in quella del sopralluogo sia, ancora, in
quella di esecuzione, consegnando ai complici il veicolo con il quale si sono
portati sul posto per commettere il reato. E di quanto si opina si ha conferma nel
momento in cui il prevenuto viene informato dal Murina dell’esito della
spedizione e del sospetto che Cirillo e Surace si siano appropriati di altre cose,
senza darne comunicazione ai complici.
Nel contesto disvelato dalle indagini, che vede il binomio Murina – Piccolo
operare in maniera simbiotica, evidente è come il furto di che trattasi, alla luce dei
dati sopra evidenziati, non possa che essere ascritto anche al Piccolo, sebbene
questi non vi abbia materialmente preso parte.
Sussistono, pertanto, nei confronti di Murina Massimo, Piccolo Massimo,
Surace Osvaldo e Cirillo Ivano Alessio, gravi indizi di colpevolezza in ordine
all’addebito di cui al capo L).
C)8: I CAPI M) E N).
Nel prosieguo, invece, si illustrano gli elementi indiziari riguardanti una sorta di
variante sul tema da parte di due dei sodali, il Murina ed il Piccolo, i quali, in
questo caso, si rendono protagonisti di un’estorsione seguendo, in buona
sostanza, il meccanismo classico del cavallo di ritorno. Si riporta il contenuto
108
del relativo paragrafo della richiesta (avanzata dal requirente limitatamente al
reato di cui al capo N):
“…
2.8 L’ESTORSIONE AI DANNI DI IERO DEMETRIO (CAPI M E N)
L’attività di intercettazione ambientale sull’auto in uso a MURINA Massimo,
disposta nell’ambito del procedimento penale n. 2254/12 R.G.N.R./I DDA, consentiva di
apprendere un altro fatto di reato posto in essere dal medesimo e da PICCOLO Massimo.
Dall’informativa n. 56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013, trasmessa dal Reparto
Operativo – Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria:
CAPITOLO V
PARAGRAFO V
L’ESTORSIONE AI DANNI DI IERO DEMETRIO
Il 18.05.2012, a bordo della vettura FIAT Palio utilizzata da Massimo MURINA 153, si registrano
diverse conversazioni i cui principali interlocutori sono MURINA Massimo e PICCOLO
Massimo, nonché un terzo soggetto di nome Demetrio, identificato in IERO Demetrio 154. Dal
contenuto delle intercettazioni, è chiaro che MURINA Massimo e PICCOLO Massimo hanno
estorto del denaro a IERO Demetrio attraverso la pratica nota come “cavallo di ritorno”.
MURINA e PICCOLO, entrati in possesso delle chiavi della vettura di IERO, ne hanno simulato
il furto con l’intento di estorcere del denaro a IERO.
Alle ore 09:30, MURINA Massimo e IERO Demetrio discutono del furto della macchina. IERO
gli chiede se vi siano novità. MURINA risponde dicendogli che andrà ad Archi per chiedere
notizie, raccomandando al suo interlocutore di non dire nulla per telefono. Nel corso del
dialogo 155, MURINA chiede a IERO il numero di targa della sua autovettura e IERO risponde:
“CW309TK”.
Alle ore 10:18, MURINA informa 156 PICCOLO di avere nascosto l’autovettura, ma che al più
presto dovrà spostarla per sistemarla in un luogo più sicuro. PICCOLO chiede al suo
interlocutore come è riuscito a prendere le chiavi della macchina di IERO e MURINA afferma
che se l’è fatte dare con una stratagemma. I due concordano di riferire a IERO che a rubare la
153
154
155
156
Procedimento Penale 2254/12 RIT 890/12 DDA Ln. /5029 Sistema SIO INTEGRA.
nato a Reggio Calabria il 26.10.1959, residente in via Consortile Cannavò - Reggio Calabria, di fatto
domiciliato alla via Fiume di Reggio Calabria.
Progressivo 451 RIT 890/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 53, capitolo 5).
Progressivo 454 RIT 890/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 54, capitolo 5).
109
sua auto siano stati degli “zingari”, e per riaverla indietro, dovranno riuscire a “scucire” a
IERO non meno di 1.500 euro. Alle ore 13:48, MURINA e PICCOLO discutono 157 sempre della
macchina trafugata a IERO. PICCOLO chiede a MURINA com’è riuscito a farsi dare le chiavi da
IERO. MURINA dice di avergli detto di doversi recare a Rosarno e di avere bisogno delle chiavi
nell’eventualità di doversi riprendere la vettura. MURINA dice a PICCOLO di dover prendere
tempo per far capire a IERO di essere andato a Rosarno e che debbono al più presto spostare
la macchina. Nel proseguo della conversazione, PICCOLO preoccupato che IERO possa dirgli di
andare con lui esclama: “e se dice volevo venire pure io?” e MURINA: “no, non devi vedere
nessuno perché non vogliono conoscere nessuno, che sanno se tu hai la Questura di dietro,
non esiste proprio non … vado e te la prendo io è già un rischio, no, non è un rischio perché
non hai fatto la denuncia gli dico e non succede niente, ma se avevi fatto la denuncia non
mi avvicinavo neanche io a prenderla, poteva andare poi la Questura a trovarla”. I due,
quindi, si apprestano a spostare la vettura di IERO e durante il movimento 158 PICCOLO si
preoccupa che a bordo della stessa possa esservi installato un antifurto satellitare.
Successivamente 159 MURINA Massimo e Demetrio IERO discutono della somma da
consegnare a coloro i quali hanno rubato la vettura. IERO: “quanto gli dobbiamo dare a
questi !… 3.000,00 euro”. MURINA poi finge di aver avuto una lunga trattativa con le persone
che avrebbero rubato l’auto a IERO e con le quali, a fronte di una richiesta iniziale di 3.500
quale cavallo di ritorno, sarebbe riuscito ad abbassare il prezzo a 3.000 euro “parlava di
3.500,00… gli ho detto … se te li da 3.000,00, ha detto 3500 - 3.500… gli ho detto 3.000,00 e
voglio la macchina indietro ragazzi … mi sono buttato fino a qua (ndr, finge di essere
andato a Vibo), ma si è convinto … perché l’ho visto che era convinto, mi ha detto … fammi
sapere, perciò quando ti ho detto 3.000,00 e tu mi hai detto fammi sapere per stasera ti do
… e prendili dai … prendili Demi, prendi e ti togli il pensiero così vado e te la piglio subito
questa cosa (ndr, macchina), vediamo se me la danno … penso che me la dovrebbero dare”.
IERO dice di potergli dare 2.000 euro il giorno successivo e i rimanenti 1.000 giorno 27,
quando gli verrà accreditato lo stipendio “senti una cosa, praticamente a me mi pagano il
27, gliene dai 2.000,00 e gli altri glieli dai dopo, glieli posso dare dopo, te la danno ?”. Si
accordano in tal senso, IERO si dice molto rattristato di quanto verificatosi, poiché questa
cosa gli ha creato grossissime difficoltà economiche “Massimo guarda che questo scoppolo è
troppo brutto per me! … e dopo di questa non ho una lira ragazzi e non so come cazzo devo
fare”. Continua la discussione 160 tra IERO e MURINA. IERO sempre più disperato per la critica
situazione economica in cui già versava “gli dovevo dare i soldi a mio fratello … ahi, ahi, ahi
… non ci voleva questa botta Massimo … mannaia la madosca mi piange il cuore Massimo,
non è che mi spiego … mi piange il cuore e basta”. Il malcapitato, difatti, dopo aver contato
157
158
159
160
Progressivo 465 RIT 890/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 55, capitolo 5).
Progressivi 466 e 467 RIT 890/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 56 – 57, capitolo 5).
Progressivo 513 RIT 890/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 58, capitolo 5).
Progressivo 515 ln 5029 RIT 890/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 59, capitolo 5).
110
insieme al MURINA più volte il denaro 161 “200, 300, 400, 500, 600, 700, 800, 900, 50, 100,
1000”, implora il MURINA di intercedere i fantomatici ladri d’auto abbassino ancora un po’ il
prezzo del riscatto “vedi se puoi scendere per togliercela subito a 2.500”, ma risposta di
MURINA è disarmante e IERO saluta il suo interlocutore disperato per avergli dovuto
consegnare tutti i suoi risparmi: “Demetrio non mi fare perché già ho parlato fratello, non
mi fare perché mi metto, perché già gliel’ho detto erano 3.500, gli ho detto 3.000 vi do,
perciò non mi fare a mettermi a polemica e coso, fammi questa cortesia, vado gli do questi
2.000, speriamo che me la danno direttamente e poi giorno 26 - 27”.
In conclusione, è chiaro che PICCOLO Massimo e MURINA Massimo hanno simulato il furto
della vettura, con l’intento di estorcere 3.000 euro a IERO Demetrio, il quale, inconsapevole
di quanto orchestrato da quelli che ritiene i suoi “amici”, impegna tutti i suoi risparmi per
riavere l’autovettura.
L’identificazione di IERO Demetrio è avvenuta sulla scorta del contenuto della conversazione
n. 873 sopra riportata, quando MURINA Massimo chiede a IERO Demetrio il numero di targa
della sua autovettura e questi gli comunica “CW309TK”. A ciò deve aggiungersi che MURINA
si rivolge al suo interlocutore chiamandolo “Demi” e/o “Demetrio”. Da un controllo
effettuato presso la banca dati ACI/PRA, la targa corrisponde ad una vettura BMW 320D,
avente n. di telaio WBAVC31030PS26275, di proprietà di IERO Demetrio, nato a Reggio
Calabria il 26.10.1959, ivi residente in via Consortile snc. Da un successivo controllo in BB DD
SDI del 06.06.2012, effettuato sulla targa e sul proprietario dell’autovettura, è emerso che la
stessa BMW 320D è stata utilizzata da IERO Demetrio, il quale non ha denunciato alcun furto
e che in data 07.11.2011, sempre a bordo della stessa BMW 320D, è stato controllato
unitamente a MURINA Massimo 162 lungo la via Fiorentino di Reggio Calabria, da personale
della locale Questura.
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
Anche in questo caso, l’esame delle conversazioni tra presenti captate a bordo
dell’autovettura in uso al Murina ed al Piccolo, per di più con la presenza della
stessa persona offesa Iero Demetrio, permette di ricostruire agevolmente la
vicenda.
Lo Iero viene fatto segno di una condotta estorsiva dai due complici, i quali,
operato il furto delle chiavi della sua autovettura, di fatto, simulano la sottrazione
161
162
Progressivo 516 ln 5029 RIT 890/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 60, capitolo 5).
nato a Reggio Calabria il 12.05.1975, ivi residente nel Quartiere Archi CEP lotto VI sc. B int. 5.
111
della stessa e, fingendo di essersi adoperati per ottenerne la restituzione, riescono
a conseguire, con la minaccia della perdita del veicolo in caso di mancato
versamento del prezzo del riscatto, una cospicua somma di denaro.
Di seguito, pertanto, si riporta il contenuto dei dialoghi che tali conclusioni
permettono di operare.
Prg
Data Ora
Durata
451
18/05/12
09:30:05
0:09:58
Sintesi
MURINA chiede a Demetrio se ci sono novità e Demetrio risponde di avere
parlato con Paolo che gli ha detto di aspettare. MURINA invita Demetrio a non
parlare per telefono del fatto che gli hanno rubato la macchina, altrimenti lui
non si muove perché li arrestano
[09:31:10] Si sente Demetrio parlare al telefono con tale Paolo a cui chiede la
sua auto.
[09:32:12] Demetrio risponde al telefono. MURINA gli dice che adesso va lui
ad Archi e vede di trovare un mezzo per salire li sopra. Murina si raccomanda
ancora una volta di non parlare per telefono. Poi MURINA chiede il numero di
targa della vettura CW309TK ed aggiunge che nel caso in cui non dovesse
trovarla bisogna andare a presentare denuncia.
[09:36:22] Auto in movimento.
Nel progressivo n. 454, invece, si registra il seguente dialogo:
Prg
Data Ora
454
18/05/12
10:18:35
Durata
Sintesi
[10:18:36] Auto in movimento con a bordo MURINA Massimo
[10:19:29] Sale a bordo PICCOLO Massimo che dice al MURINA che Natale
(OLLIO) sta arrivando.
MURINA dice a PICCOLO che la macchina l'ha presa lui nascondendola li vicino
ma che adesso deve spostarla.
PICCOLO dice a MURINA che Natale sta andando a casa sua (di Murina).
[10:20:51] Piccolo chiede come mai non l’ha spostata (la macchina) e MURINA
dice che quella è stata l'unica occasione che ha avuto.
0:05:37
[10:22:21] Piccolo chiede se Demetrio ha lasciato le chiavi sul tavolo. Murina
dice che Demetrio gli ha prestato la macchina perché lui gli ha detto che doveva
andare in un posto, quindi l’ha parcheggiata da un’altra parte e lui non l’ha più
vista. MURINA racconta che Demetrio era disperato per il furto della macchina
[10:23:18] Piccolo immedesimandosi negli “zingari” che hanno rubato la vettura,
domanda a Murina quanto possono chiedere per questa macchina. Murina afferma
che almeno 1000 – 1500 deve darli, perché la macchina vale almeno 10/12.000
euro.
In quello n. 465, ancora, si coglie l’evolversi del disegno criminoso dei due,
con la predisposizione del piano atto a far credere allo Iero di essersi portati a
Rosarno onde recuperare il veicolo in cambio di denaro.
Prg
Data Ora
Durata
465
18/05/12
13:48:02
0:09:55
Sintesi
Auto in movimento con a bordo MURINA Massimo e PICCOLO Massimo.
MURINA dice che debbono andare a spostare questa cosa (ndr, la macchina di
Demetrio), visto che si è preso le chiavi.
112
PICCOLO chiede come ha fatto a prendere le chiavi e MURINA dice che è stato
Demetrio a dargliele poiché lui (MURINA) gli ha detto che si stava recando a
Rosarno per parlare con delle persone e nell’eventualità che la macchina fosse a
Rosarno avrebbe potuto riportarla indietro.
MURINA continua dicendo di aver detto a Demetrio, che per avere indietro la
macchina c’è la probabilità che queste persone chiedano del denaro.
MURINA dice che dovranno spostarla in quanto sicuramente passerà il sabato e
la domenica visto che la banca è chiusa.
MURINA: “almeno devo fargli capire di essere arrivato a Rosarno”
PICCOLO gli chiede se ha riferito a Demetrio di andare in banca.
MURINA dice che Demetrio gli ha risposto che se gli chiederanno 1000 euro la
lascerà a loro (i ladri).
MURINA: “l’interesse ora è spostarla che poi glielo dico io a lui”
MURINA dice a PICCOLO che debbono portarla in un posto riservato e
tranquillo per evitare che magari possa vederla qualche suo parente e lo avverta.
[13:50:38]
MURINA: “Mi deve macinare cervello per vedere come posso fare qualche
lira, ma ti rendi conto!”
I due discutono su dove nascondere la vettura nell’attesa che Demetrio lunedì
possa andare in banca per prelevare il denaro. MURINA dice che dirà a
Demetrio che se non ha intenzione di pagare la smonteranno e la venderanno a
pezzi.
PICCOLO: “e se dice volevo venire pure io?”.
MURINA: “no, non devi vedere nessuno perché non vogliono conoscere
nessuno, che sanno se tu hai la Questura di dietro, non esiste proprio non,
…vado e te la prendo io è già un rischio, no, non è un rischio perché non hai
fatto la denuncia gli dico e non succede niente, ma se avevi fatto la denuncia
non mi avvicinavo neanche io a prenderla, poteva andare poi la Questura a
trovarla”.
Prg
Data Ora
Durata
467
18/05/12
14:08:02
0:05:02
Sintesi
Auto in sosta con a bordo PICCOLO Massimo. Poco dopo sale anche MURINA
Massimo che chiede a PICCOLO Massimo se dove l’ha nascosta è un buon
posto.
[14:08:29] PICCOLO chiede se lui (Demetrio) avrebbe potuto trovare la
macchina. MURINA dice che la macchina ha il navigatore ma non l’antifurto
satellitare. MURINA continua dicendo che dovranno aspettare fino a lunedì.
Sono, poi, il Murina e lo Iero a discutere della somma da consegnare a chi ha
provveduto al furto, con il primo che simula di aver avuto una difficile trattativa
con gli autori dello stesso (progressivo n. 513) ed il povero Iero che rivela
l’ingente danno economico che la sottrazione che ritiene di aver subito e la
conseguente estorsione della somma per ottenere la restituzione del mezzo gli
hanno provocato:
Prg
Data Ora
Durata
513
Ln
5029
18/05/12
19:19:24
0:05:22
Sintesi
Auto in sosta con a bordo MURINA Massimo e IERO Demetrio.
IERO Demetrio: che cosa bobbiamo fare ?
MURINA Massimo: Non lo so .. dimmi tu Demi dimmi tu ....
IERO Demetrio: quanto gli dobbiamo dare a questi ! ...3.000,00 euro
113
MURINA Massimo: Per me glieli puoi dare direttamente ...si certo, se li hai
daglieli!
IERO Demetrio: e non li ho!
MURINA Massimo: dici 2.500,00 che hai?
IERO Demetrio: 2.500,00 ho
MURINA Massimo: e poi gli dai altre 500 euro ...poi glieli portiamo!
IERO Demetrio: eh...
MURINA Massimo: che non vengano a rubarla un altra volta nel meglio ...noi
siamo precisi, loro hanno detto 3.000,00 e noi 3.000,00
IERO Demetrio: e ma non li ho domani 500 euro …non li ho lunedì
MURINA Massimo: 2.500,00 euro
IERO Demetrio: no, ora ne ho...
MURINA Massimo: ah 2.500,00 hai detto!
IERO Demetrio: devo pagare la casa
MURINA Massimo: e la casa scusa se rinvii che ti dicono?
IERO Demetrio: come fai a rinviare ...quanto gli devi dare a questi ?
MURINA Massimo: dagli più di quello che puoi, l'importante che ti prendi
questa cosa (ndr, macchina) il più presto possibile per non rimanere a piedi tutti
questi giorni, dagli quello che vuoi ...gli vuoi mandare 2.500,00 e probabilmente
vado a prendermela domani io, e altri 500 glieli porto dopo, forse non hai
capito? io più presto gli do i soldi e più presto vado a prendermela...
IERO Demetrio: senti una cosa, praticamente a me mi pagano il 27, gliene dai
2.000,00 e gli altri glieli dai dopo, glieli posso dare dopo , te la danno ?
MURINA Massimo: e gli altri glieli diamo dopo?
IERO Demetrio: quando prendo lo stipendio !
MURINA Massimo: però mi devi dire il giorno preciso per portarglieli Demi
IERO Demetrio: quando mi pagano, prendo 1.000,00 euro e glieli do
MURINA Massimo: ah ...basta che siamo ...mi dici preciso quando...
IERO Demetrio: 2.000,00 euro gli devo dare a loro?
MURINA Massimo: parlava di 3.500,00 ...gli ho detto ...se te li da 3.000,00, ha
detto 3500 - 3.500 ...gli ho detto 3.000,00 e voglio la macchina indietro ragazzi
...mi sono buttato fino a qua (ndr, finge di essere andato a Vibo), ma si è
convinto …perchè l'ho visto che era convinto, mi ha detto... fammi sapere,
perciò quando ti ho detto 3.000,00 e tu mi hai detto fammi sapere per stasera ti
do...
IERO Demetrio: e che fai, te li do domani mattina quando parti senza che ti porti
...vai indietro con 2.000,00 euro?
MURINA Massimo: no no, dammeli, prendimeli ora direttamente, li metto da
parte e domani mattina prendo e parto e vado e glielo do direttamente, così mi
faccio (inc)
IERO Demetrio: per ora posso prendere
MURINA Massimo: casomai vado a Vibo, vado e me la prendo, mi porto pure a
Massimo (ndr, Piccolo) vediamo
IERO Demetrio: no il discorso è il bancomat ...non posso prendere 2000.00 euro
...ora ne posso prendere altri 500,00, perchè non me li da
MURINA Massimo: e altri 500.00 dici domani
IERO Demetrio: altri 1.000,00 domani
MURINA Massimo: altri 1,000,00 domani mattina!
IERO Demetrio: eh !
MURINA Massimo: allora domani mattina devo passare da te io, in ogni caso
IERO Demetrio: per forza ...mannaia....
MURINA Massimo: e prendili dai ..prendili Demi, prendi e ti togli il pensiero
così vado e te la piglio subito questa cosa (ndr, macchina), vediamo se me la
danno ...penso che me la dovrebbero dare
IERO Demetrio: gli devi dire che io aspetto lo stipendio e che mi devono pagare
a fine mese e glieli diamo il 27
114
MURINA Massimo: quanto ne abbiamo oggi?
IERO Demetrio: 18 ...19 domani
MURINA Massimo: speriamo che va
IERO Demetrio: una settimana
MURINA Massimo: va bene, vediamo se ce la danno, penso che ce la dovranno
dare tanto la volontà vedono che gliela vogliamo pagare
IERO Demetrio: ora ne prendo altre 500,00 me li metto in tasca e sono 1,000,00
MURINA Massimo: ora domani mattina passo e ti prendo così prendiamo gli
altri 1,000,00
IERO Demetrio: Massimo guarda che questo scoppolo è troppo brutto per me!
MURINA Massimo: figlio che vuoi che ti faccio io, la scoppola che ti sembra
che non vedi qua, bastano i problemi di questo di quest'altro di quell'altro
IERO Demetrio: ti dico .... ti voglio dire una cosa Massimo
…si sente rumore di sportello
IERO Demetrio: io da questo momento in poi chiudo con tutto, va bò ? ...chiudo
con tutto !
MURINA Massimo: ma vuoi chiudere con me non ho capito, che vuoi dire?
IERO Demetrio: no che c'entra!
MURINA Massimo: che c'è l'hai, che so figlio non ti capisco?
IERO Demetrio: no ...poso la macchina? cioè non voglio sapere niente di niente!
MURINA Massimo: nel parcheggio la macchina la sera!
IERO Demetrio: si si ...ora si
MURINA Massimo: o nel parcheggio o me la porto io la macchina la sera ...mai
per offesa ah !
IERO Demetrio: no …la lascio
MURINA Massimo: perchè per adesso tu sei mirato con questa qua ...parliamoci
chiaro
IERO Demetrio: questa qua (ndr, macchina) gliela hanno segnalata quindi non
penso....
MURINA Massimo: questa qua... non sono venuti di testa loro, qualche cosà c'è
stata ...pure Rossana qualche cosa c'è
IERO Demetrio: gli amici suoi gliela hanno segnalata
MURINA Massimo: perchè non è una cosa che a me ...il fatto che è a Vibo, mi
può illudere il fatto qua che è a Vibo
IERO Demetrio: va bò che significa
MURINA Massimo: altrimenti la cosa mi preoccupa diversamente
IERO Demetrio: loro volevano che io avessi chiamato per vedersela loro hai
capito? ...e dopo di questa non ho una lira ragazzi e non so come cazzo devo fare
[19:24:31] ancora rumore di sportello, con Demetrio che scende dalla vettura
(ndr, per andare a prelevare)
Prg
Data Ora
Durata
515
18/05/12
19:27:02
0:04:03
Sintesi
Auto in sosta con a bordo MURINA Massimo e IERO Demetrio.
IERO Demetrio: dovevo aggiustare la barca, avevo conservato i soldi io per fare
un sacco di cose
MURINA Massimo: quando si va per fare un progetto ...sempre così finisce
....me lo dici a me? …ho cercato di non farne mai progetti, non hai visto che
quando andavamo al mare non volevo …sai domani andiamo qua …domani
andiamo la ...perchè lo sapevo io che i progetti che facciamo non esce mai niente
di buono!
[19:27:38] auto in movimento
IERO Demetrio: gli dovevo dare i soldi a mio fratello ...ahi, ahi, ahi, ...non ci
voleva questa botta Massimo ...l'accendino dove cazzo l'ho messo ...te l’ho dato
a te forse?
MURINA Massimo: qua forse ...mannaia la madosca buttana ...sta cazzo di
115
macchina tutta macinata è un altra volta!
IERO Demetrio :eh ?
MURINA Massimo: sta cazzo di macchina
IERO Demetrio: ma tu alle 9 ( ndr, 21:00 ), non li devi chiamare?
MURINA Massimo: no li chiamo ...certo che li devo chiamare
IERO Demetrio: per sapere se c'è ( ndr, la macchina)
MURINA Massimo: alle 9( ndr, 21:00 ) li chiamo ...gli dico domani sono la,
immancabilmente sono la gli dico ...immancabilmente, così capiscono pure che
gli voglio dire! ...probabilmente mi dice ...già gli faccio pensare che
probabilmente vado e mi prendo la macchina io domani
[19:30:23] autovettura ferma
IERO Demetrio: e che facciamo ...te li do domani mattina che te li do a fare ora
questi soldi
MURINA Massimo: dammeli ...li vado posando a casa ...eh domani mattina
vengo, ...mi prendo quelli la, passo un minuto da casa, me li prendo e me ne
vado, me li puoi dare tranquillo ...tanto non è che me li devo tenere io
IERO Demetrio: mannaia la madosca mi piange il cuore Massimo, non è che mi
spiego
MURINA Massimo: ti piange il cuore ...però figlio ...ti piange il cuore pure se
vai a comprare un altra macchina penso!
IERO Demetrio: mi piange il cuore e basta
Prg
Data Ora
Durata
516
18/05/12
19:32:35
0:09:58
Sintesi
Auto in sosta con a bordo MURINA Massimo e IERO Demetrio
IERO Demetrio: aspetta che li conto io
MURINA Massimo: dammi qua ...dammi qua, dammi qua, aspetta ...uno ...due
...tre ...quattro ...cinque ...sei ...sette ...otto …nove ...50 ...e dieci
IERO Demetrio: fammeli ricontare
MURINA Massimo: aspetta, aspetta!
IERO Demetrio: tre …quattro …cinque ...fammeli contare!
MURINA Massimo: 2,4,6,8,10 e sono 100 vedi?
IERO Demetrio: 100
MURINA Massimo: 200, 300, 400, 500, 600, 700, 800, 900, 50, 100, 1000.
IERO Demetrio : lei a me non mi chiama
MURINA Massimo: domani pomeriggio la stringo io a lei e gli dico due belle
parole ...la porto a prendersi quelle 4 cose che si deve prendere
IERO Demetrio: gli devi dire, prima, io non ci sono quando viene lei
MURINA Massimo: certo certo, tu non ci devi essere
IERO Demetrio: assolutamente non la voglio vedere ...proprio ...ciao …mi devi
scusare !
[19:34:24] rumore di sportello, Demetrio che scende dalla vettura
MURINA Massimo: ci vediamo verso le 08:30 ?
IERO Demetrio: vedi se puoi scendere per togliercela subito a 2.500,00
MURINA Massimo: Demetrio non mi fare perché già ho parlato fratello, non mi
fare perché mi metto, perché già gliel'ho detto erano 3.500,00, gli ho detto
3.000,00 vi do, perciò non mi fare a mettermi a polemica e coso, fammi questa
cortesia, vado gli do questi 2.000,00, speriamo che me la danno direttamente e
poi giorno 26 - 27
IERO Demetrio : non è che glieli dai senza...
MURINA Massimo: se non mi da la macchina non gli do niente, altrimenti gli
lascio i 500,00 euro, mi porto i 1.500,00 indietro e quando mi porta la macchina
glieli diamo, male male che va
IERO Demetrio: si può lasciare una macchina appesa in questo modo?
MURINA Massimo: ma appunto ti sto dicendo io?
IERO Demetrio: e dove li prendo?
116
MURINA Massimo: noi gli diamo i 2.000,00 domani, gli diamo i 2,000 e poi i
1.000,00 ha detto che glieli dai quando è il 27?
IERO Demetrio: eh
MURINA Massimo: gli posso dire il 27 no?
IERO Demetrio: gli puoi dire quando prendo lo stipendio ...il 27
MURINA Massimo: ci vediamo domani mattina?
[19:35:23] auto in movimento, stereo acceso, con a bordo MURINA Massimo
[19:35:56]
MURINA Massimo:
questo è pazzo ! ... il 27 mi da (inc)
L’ordito criminale del Murina e del Piccolo, dunque, è efficacemente
svelato dalle loro stesse affermazioni e da quelle dello Iero, che viene colto nel
momento stesso in cui evidenzia al Murina il grave danno arrecatogli con il furto
che reputa di aver subito e con la conseguente somma che, a titolo estorsivo,
deve pagare per ottenere la restituzione del veicolo.
Ancora una volta, si tratta di una dimostrazione della pervicacia criminale e
dell’assoluta spregiudicatezza con cui i due indagati compiono azioni delittuose,
nel caso di specie in danno, addirittura, di una persona vicina al Murina stesso.
Sussistono, pertanto, nei confronti del Murina Massimo e del Piccolo
Massimo, gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto di cui al capo N),
per il quale vi è richiesta.
Si osserva, a tal riguardo, come indubbia sia la correttezza della contestazione
del delitto di estorsione, atteso come, in casi similari, laddove la componente
simulatoria potrebbe indurre a ritenere configurabile il diverso reato di truffa, la
giurisprudenza, in maniera costante, osservi che integra il reato di estorsione, e
non quello di truffa, la prospettazione di un male futuro per la vittima in termini
di evento certo e realizzabile ad opera del soggetto agente o di altri, poiché in tal
caso la vittima é posta nella ineluttabile alternativa di far conseguire all'agente il
preteso profitto o di subire il male minacciato (La Corte ha precisato che ricorre invece
il reato di truffa se é prospettato un male come possibile ed eventuale, in ogni caso non
proveniente direttamente o indirettamente dal soggetto agente, in modo che la vittima non sia
coartata ma si determini alla prestazione perché tratta in errore) – vd. Cassazione, Sez. 2,
Sentenza n. 35346 del 30/06/2010 Ud. (dep. 30/09/2010) Rv. 248402; conformi:
N. 5845 del 1995 Rv. 201333, N. 26272 del 2001 Rv. 219943, N. 29704 del
2003 Rv. 226057, N. 21537 del 2008 Rv. 240108 –.
E, nel caso di specie, non è chi non veda come il male prospettato allo Iero sia
in termini di certezza, non lasciando al predetto, nonostante le sue condizioni
117
economiche, alcuna alternativa al versare la somma di denaro richiesta dal
Murina onde rientrare nel possesso della propria autovettura.
C)9: IL CAPO O).
Di seguito, invece, i dati indiziari inerenti la rapina in danno di MINNITI
Paolo, di cui al capo O):
“…
2.9 LA RAPINA DEL 20 MARZO 2012 AI DANNI DI MINNITI PAOLO (CAPO O)
Di un ulteriore episodio delittuoso si è avuta contezza nel corso dell’attività tecnica
di intercettazione ambientale sull’autovettura utilizzata da MURINA Massimo. I
protagonisti dell’ennesima rapina perpetrata ai danni di un anziano si evincono dal tratti di
conversazione delle ore 16,06 del 17.04.2012 e si identificano in ZAMPAGLIONE
Giuseppe, MORO Teodoro, FORTUGNO Vincenzo ed un quarto soggetto rimasto ignoto.
CAPITOLO V
PARAGRAFO VI
LA RAPINA AI DANNI DI MINNITI PAOLO
(REGGIO CALABRIA 20 MARZO 2012)
Dalle conversazioni ambientali registrate il 17.04.2012 a bordo della vettura utilizzata da
Massimo MURINA 163, in concomitanza con la rapina effettuata a Cardeto presso l’abitazione
della famiglia VADALÁ (Capitolo 2 della presente informativa), si registrava una
conversazione 164 alle ore 16:06, nel corso della quale ZAMPAGLIONE Giuseppe racconta di
avere effettuato una rapina ad un anziano, al quale ha asportato 2 fucili, una pistola, 50 euro
che aveva indosso, ed un assegno “gli abbiamo preso due, una pistola e tutto l’oro … 50
euro a lui addosso, un assegno di 1500 euro ed abbiamo dovuto bruciarlo”.
Analizzate le rapine compiute a Reggio Calabria nell’ultimo periodo, sulla base degli elementi
raccolti, veniva individuata una rapina compiuta il 20.03.2012 in danno di MINNITI Paolo 165,
il quale, in data 21.03.2012, presso il Comando Stazione Carabinieri di Rosario Valanidi,
denunciava che la notte precedente, intorno alle ore 22:00, quattro soggetti si erano
163
164
165
Procedimento Penale 1872/12 DDA e RIT 670/12 DDA.
Progressivo 592 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (vedasi allegato 27 capitolo 4).
nato a Reggio Calabria il 19.11.1934, residente a Serro Valanidi in via San Paolo n. 4.
118
introdotti nella sua abitazione forzando la porta d’ingresso principale, dirigendosi
immediatamente verso la camera da letto e chiedendogli tutti i soldi in suo possesso,
“perquisendolo e sottraendogli l’unica banconota da 50 euro che aveva indosso assieme a
due fucili da caccia.”
MINNITI in fase di denuncia (allegato 61) dichiarava che i rapinatori:
1. una volta dentro la camera da letto lo avevano immobilizzato a letto ponendogli con forza
un cuscino sul volto per impedirgli di muoversi;
2. erano in quattro a volto scoperto;
3. erano di carnagione scura e parlavano in lingua italiana ma con un accento che non era del
luogo, tanto da fargli ritenere fossero cittadini stranieri;
4. erano alti circa 170 cm, tranne uno che era più alto rispetto gli altri e portava i baffi.
Viste le numerose analogie tra quanto riferito in ambientale da ZAMPAGLIONE nella citata
conversazione, atteso il contenuto delle dichiarazioni rese da MINNITI Paolo con particolare
riguardo ai punti 2, 3 e 4, confrontando le foto di ZAMPAGLIONE Giuseppe, MORO Teodoro e
FORTUGNO Vincenzo tratti in arresto il 23.05.2012, tenuto conto delle risultanze emerse
nell’odierno Procedimento Penale, si ritiene che alla rapina in danno di MINNITI Paolo, oltre
a ZAMPAGLIONE Giuseppe, abbiano partecipato anche FORTUGNO Vincenzo e MORO
Teodoro, i quali per come ampliamente emerso nel corso delle attuali intercettazioni
telefoniche ed ambientali a loro carico, parlano un dialetto tipico della zona preaspromontana di Cardeto, che si differenzia per tono, accento e cadenza, dal caratteristico
dialetto reggino. A ciò deve aggiungersi la descrizione fatta da MINNITI di uno dei quattro
rapinatori, che era più alto rispetto gli altri e portava i baffi. Dei tre soggetti arrestati il 23
maggio u.s., effettivamente MORO non solo è più alto di ZAMPAGLIONE e FORTUGNO, ma
porta anche i baffi.
Agli elementi sopra evidenziati, va aggiunto un implicito riscontro evincibile
dall’analisi dei tabulati telefonici concernenti l’utenza n. 348/9289274 in uso a
ZAMPAGLIONE Giuseppe. Detta utenza ha prodotto traffico fino alle ore 20,40 del
20.03.2012 (sera della rapina ai danni del MINNITI, avvenuta intorno alle ore 22,00),
allorquando riceveva una chiamata dall’utenza n. 3493552066 in uso a FORTUGNO
Vincenzo, della durata di 78 secondi. La cella chiamante veniva individuata in località via
S. Anna Secondo Tronco, traversa Falcone di Reggio Calabria, mentre la cella ricevente,
sita in via Del Tulipano San Sperato di Reggio Calabria, è quella che serve la porzione di
territorio in cui si trova l’abitazione di ZAMPAGLIONE Giuseppe. Si richiama, a tal
proposito, il modus operandi già riscontrato del gruppo criminale, i cui membri sono soliti
mantenersi in contatto sino a poco prima di entrare in azione, per poi interrompere di fatto
119
ogni comunicazione sino al giorno seguente. Parimenti, è opportuno ricordare come i
malfattori usino prendere di mira le abitazioni di anziani residenti in luoghi isolati e non
raggiunti da copertura radio-cellulare, munendosi per le loro comunicazioni “di servizio”
di apparecchi del tipo walkie-talkie.
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
Nel caso di specie, la corrispondenza fra la descrizione di un’ulteriore condotta
delittuosa offerta dallo Zampaglione in occasione delle conversazioni captate
mentre gli accoliti si apprestavano a consumare la rapina in danno delle Vadalà e
le indicazioni che si traggono dalla denuncia della persona offesa appare
evidente.
Si riporta il contenuto della conversazione di cui al progressivo n. 592:
592
17/04/2012
16:06:39
0:00:23
Autovettura in sosta con a bordo Massimo MURINA, Massimo PICCOLO e
Giuseppe ZAMPAGLIONE.
ZAMPAGLIONE: "non gli abbiamo lasciato niente lo stesso, ...quelle sono
belle guarda, quelle sono belle"
PICCOLO: "ci vogliono colpi di questi che uno sa che hanno soldi dentro"
MURINA: "gli avete preso il fucile?"
ZAMPAGLIONE: "Ah!"
MURINA: "il fucile?"
ZAMPAGLIONE: "gli abbiamo preso due, una pistola e tutto l'oro, ...50
euro a lui addosso, un assegno di 1500 euro ed abbiamo dovuto bruciarlo".
Chiara, dunque, si rivela la coincidenza con le indicazioni rese dalla persona
offesa in sede di denuncia circa la dinamica della condotta delittuosa, con la
comune indicazione (dello Zampaglione nella conversazione intercettata e della
vittima in sede di denuncia) circa l’avvenuta asportazione di due fucili e, in
particolare, della banconota da 50 euro che era indosso al povero Minniti.
Ciò posto, sussistono gravi indizi di colpevolezza nei confronti dello
Zampaglione Giuseppe in ordine all’addebito di cui al capo O).
Non pregnanti, invece, si appalesano gli elementi indicati dagli inquirenti con
riferimento alla partecipazione al fatto del Moro Teodoro e del Fortugno
Vincenzo. Solo attraverso l’implementazione delle investigazioni, ad avviso del
decidente, i dati di prova a loro carico potrebbero acquisire il connotato di
gravità richiesto ai sensi dell’art. 273 C. p. p. per l’irrogazione di misura
coercitiva. Ne consegue, allo stato, il rigetto della richiesta nei confronti del
120
Moro Teodoro e del Fortugno Vincenzo in ordine all’addebito di cui al capo
O).
C)10: UNA DELLE CONDOTTE RICONDUCIBILI AD ALCUNI DEGLI INDAGATI, GIÀ
TRATTI IN ARRESTO E PARZIALMENTE GIUDICATI.
Di seguito, quindi, i dati indiziari inerenti il furto in danno di Canale
Antonio, non oggetto delle provvisorie imputazioni in quanto, per lo stesso,
sono stati tratti in arresto in flagranza di reato Moro Teodoro, Fortugno
Vincenzo e Zampaglione Giuseppe.
Come si anticipava, si tratta, in altri termini, di una conferma delle modalità
operative degli accoliti e della loro continua dedizione ad attività criminose
contro il patrimonio oggetto del generico programma del sodalizio di
appartenenza.
Il superiore assunto viene confermato dalle considerazioni operate dal P. M.,
nella richiesta, nei termini che seguono:
“…
2.10 IL FURTO DEL 22 MAGGIO 2012 AI DANNI DI CANALE ANTONIO
(NON OGGETTO DEL PRESENTE PROCEDIMENTO)
Nell’informativa n. 56/4-9 di prot. Del 15 febbraio 2013, la P.G. riferisce un
ulteriore fatto di reato “intercettato” nel corso delle investigazioni e che ha formato
oggetto di separato procedimento penale, scaturito dall’arresto in flagranza di reato di
MORO Teodoro, FORTUGNO Vincenzo e ZAMPAGLIONE Giuseppe, arresto reso
possibile proprio dall’attività investigativa in corso.
Il suddetto procedimento penale – n. 3239/12 R.G.N.R. mod. 21 – veniva definito
con sentenza di applicazione della pena su richiesta nei confronti di FORTUGNO
Vincenzo (condannato alla pena di mesi 8 di reclusione ed € 300,00 di multa, irrevocabile),
con il rito abbreviato nei confronti di MORO Teodoro (condannato alla pena di mesi 8 di
reclusione ed € 300,00 di multa, pende giudizio di appello) ed è tuttora pendente in fase
dibattimentale innanzi al Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di ZAMPAGLIONE
Giuseppe.
Sebbene si tratti di fatti oggetto di un diverso procedimento penale e, per tale
ragione, non contestati nuovamente in tale sede, se ne riferisce dal momento che
121
forniscono una riscontrata chiave di lettura delle conversazioni telefoniche intercettate,
ove gli indagati, nella fase preparatoria, utilizzano un linguaggio criptico e convenzionale
analogo a quello utilizzato in occasione della rapina di Cardeto del 17.04.2012. Dall’intera
vicenda, inoltre, emergono ulteriori riscontri sull’esistenza dell’associazione criminale
dedita alla commissione di furti e reati contro il patrimonio in genere.
Si riporta, per completezza, il paragrafo I del Capitolo V dell’informativa del
15.02.2013, ove è ricostruito l’intero episodio.
CAPITOLO V
I FATTI REATO
PARAGRAFO I
FURTO AI DANNI DI CANALE ANTONIO (REGGIO CALABRIA 22 E 23 MAGGIO 2012)
In data 23.05.2012, personale di questo Reparto traeva in arresto in flagranza di reato
FORTUGNO Vincenzo 166, MORO Teodoro 167 e ZAMPAGLIONE Giuseppe 168, per il furto
perpetrato in località Arangea – Vico Sant’Antonio, presso il deposito di proprietà di CANALE
Antonio 169. I fatti in argomento formano il Procedimento Penale n. 3239/12 RGNR Mod. 21
(trattato dal dr. Matteo CENTINI). Agli arrestati, immediatamente giudicati, venivano
applicate le seguenti misure cautelari:
1. MORO Teodoro arresti domiciliari;
2. FORTUGNO Vincenzo obbligo di dimora nel Comune di Reggio Calabria, col divieto di
allontanarsi dalla propria abitazione dalle ore 20:00 alle ore 07:00 del mattino;
3. ZAMPAGLIONE Giuseppe obbligo di dimora nel Comune di Reggio Calabria, col divieto di
allontanarsi dalla propria abitazione dalle ore 20:00 alle ore 07:00 del mattino.
Dall’attività tecnica posta in essere nel procedimento penale 2254/12 RGNR DDA, il
22.05.2012, sulle utenze mobili in uso ai predetti, si registrano in concomitanza con l’evento,
diversi contatti telefonici dai quali è evidente che i tre stanno organizzando un colpo.
Durante le conversazioni viene utilizzato il linguaggio criptico adottato durante la rapina di
Cardeto del 17.04.2012 (di cui si è ampliamente detto al Capitolo 2° della presente
informativa), ovvero il riferimento alle “mangiate”.
166
167
168
169
nato a Reggio Calabria il 07.03.1968, ivi residente in via Riparo Vecchio Cannavò nr. 88.
detto “Teo”, nato a Cardeto il 23.05.1955, residente a Cardeto in c/da Lamberta n. 3, di fatto domiciliato in
c/da Sala di Mosorrofa n. 29/M.
detto “Peppe ZAMPA”, nato a Montebello Jonico (RC) il 04.02.1975, residente in via S. Sperato nr. 72.
nato a Reggio Calabria il 26.04.1951, ivi residente in via Ravagnese Gallina II tratto Vico I n. 40.
122
Alle ore 19:16, nel corso dell’ennesima conversazione 170 tra ZAMPAGLIONE Giuseppe e
FORTUGNO, attraverso il loro solito linguaggio convenzionale “… ti porto due litri di vino …”
si accordano per vedersi a casa di ZAMPAGLIONE.
Alle successive ore 20:00, MORO Teodoro chiama 171 FORTUGNO Vincenzo con il quale
concorda di incontrarsi nei pressi del BAR di Modena che si trova vicino il distributore di
carburanti.
Alle 20:54, MORO richiama FORTUGNO. Nel corso della telefonata 172 quest’ultimo,
utilizzando il solito linguaggio criptico, fa intendere all’interlocutore che stanno per
definirsi gli ultimi dettagli, pertanto lo invita ad attendere sue notizie “… ohh, scusate, per
quella mangiata fermatevi li dove potete che poi vi telefono io che ancora non hanno
organizzato …”. Nel corso di un’ulteriore conversazione 173 il gruppo stabilisce di spostarsi e
di incontrarsi nei pressi dell’abitazione del MORO.
A questo punto è doveroso rammentare, come riportato nel verbale d’arresto redatto a
carico dei tre sopra citati, che per compiere il furto in danno di CANALE Antonio, sono state
utilizzate la vettura FIAT Punto targata BT487AE di FORTUGNO Vincenzo e il furgone FIAT
Fiorino tipo Pick UP targato AC828LH di MORO Teodoro, entrambi sottoposti a sequestro
nell’ambito del Procedimento Penale instauratosi in seguito al loro arresto. Detto ciò, si
comprende il contenuto della seguente chiamata registrata sull’utenza di MORO
Teodoro 174, nel corso della quale FORTUGNO, che si trova già sul luogo convenuto per
compiere il furto (Piazza Chiesa Arangea – Reggio Calabria), chiede a MORO dove stia
andando nella convinzione che questi abbia sbagliato strada. Alle successive ore 21:21
ZAMPAGLIONE chiede 175 a FORTUGNO di andare a prenderli.
Ripercorrendo le fasi dell’arresto di MORO, ZAMPAGLIONE e FORTUGNO, si rammenta che la
sera del 22 maggio 2012, questo Comando, dopo aver carpito dall’attività tecnica che il
gruppo criminale aveva pianificato l’ennesima azione delittuosa, considerato che qualche
tempo prima vi era stata una rapina in località Mortara di Pellaro sfociata poi con l’omicidio
della vittima e considerato il tenore delle conversazioni telefoniche ed ambientali dalla quale
emergeva tutta la violenza e la ferocia utilizzata dal gruppo criminale per portare a termine le
proprie azioni, poneva in essere un folto dispositivo di osservazione, pedinamento e controllo
finalizzato a bloccare il gruppo.
Il trio quindi, a bordo di due mezzi, la Fiat Punto nera di FORTUGNO e la Fiat Fiorino di
MORO, veniva dapprima localizzato ed individuato nei pressi della Piazza Chiesa di
170
171
172
173
174
175
Progressivo 515 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 1, capitolo 5).
Progressivo 445 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 2, capitolo 5).
Progressivo 450 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 3, capitolo 5).
Progressivo 451 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 4, capitolo 5).
Progressivo 452 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 5, capitolo 5) 3203284393 RIT 871/12.
Progressivo 518 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 6, capitolo 5).
123
ARANGEA. Poco dopo il Fiorino condotto da MORO arrestava la sua marcia in uno slargo
posto a monte dello svincolo autostradale che da Arangea conduce verso Gallina. Pochi
minuti dopo, veniva notata sopraggiungere l’autovettura FIAT Punto di colore nero targata
BT487AE, a bordo della quale venivano riconosciuti FORTUGNO Vincenzo alla guida e
ZAMPAGLIONE Giuseppe lato passeggero. I due si affiancavano al Fiorino, dal quale
scendeva Moro che prendeva posto sui sedili posteriori della FIAT Punto. Tutti e tre i
soggetti imboccavano la via Ravagnese – Gallina con direzione monte – mare. Gli stessi
venivano persi di vista per poi essere nuovamente localizzati nei pressi della via Abate
Sant’Elia, da dove si allontanavano nuovamente, in direzione mare-monte, verso la piazza
Chiesa di Arangea. Si rappresenta che, in quella circostanza, solo l’autovettura del MORO,
rimasta in sosta, era equipaggiata con apparato di radiolocalizzazione.
Intorno alle successive ore 22:45, si notava transitare a velocità sostenuta in direzione della
Piazza Chiesa di Arangea la Fiat PUNTO nera del FORTUGNO. Non riuscendo a verificare chi
occupasse il veicolo, veniva data immediata comunicazione all’equipaggio Radiomobile, nel
frattempo fatto posizionare di proposito nei pressi del Bar “Villa Arangea” ubicato nella citata
piazza, affinché procedesse ad un controllo della stessa, a bordo della quale, si constatava la
presenza del solo MORO Teodoro, mentre degli altri due occupanti non vi era alcuna traccia.
Considerato che da una rapida ispezione sul mezzo in questione non veniva notato nulla di
particolare, il MORO, veniva di proposito rilasciato immediatamente. Quest’ultimo si
allontanava imboccando l’autostrada in direzione di Reggio Calabria dove veniva
nuovamente perso di vista. Si capirà dalle successive attività tecniche, che il MORO si era
recato a prendere il suo Fiat FIORINO che sarebbe servito per caricare e trasportare la
refurtiva più ingombrante.
Emerge in tale circostanza, ancora una volta, l’assoluta spregiudicatezza del gruppo criminale
che, sebbene appena controllato da una pattuglia dei Carabinieri che gravitava in quella
zona, non pensa minimamente a desistere dall’intento di portare a termine il furto. Lo stesso
MORO infatti, non appena rilasciato dai Carabinieri contatta 176 i due complici rimasti nel
frattempo all’interno del luogo del furto ai quali, dopo aver fatto intendere di aver qualche
“difficoltà” nel recuperare il proprio Fiat Fiorino, li invita, per il momento, a portar fuori
solo refurtiva di piccolo ingombro “ehhh, sai che devi fare, esci roba da mangiare, roba
leggera, roba piccola, qua sotto e ci troviamo e mangiamo la … e non ho cosa fare, … io
vengo da sotto ora… ehhhh! … si è guastato il furgone … nel furgone”.
Trascorsi circa 30 minuti, veniva nuovamente notata, passare a velocità sostenuta, la Fiat
Punto che questa volta veniva controllata da un secondo dispositivo Radiomobile con colori
d’istituto all’uopo allertato. A bordo del mezzo, in tale circostanza vi era sempre il MORO
Teodoro, accompagnato questa volta dal FORTUGNO Vincenzo.
176
Progressivo 453 - 3203284393 RIT 871/12 PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 7, capitolo 5).
124
L’immediata perquisizione effettuata sul mezzo consentiva di rivenire, all’interno del
cofano posteriore numerose tute da lavoro con il logo delle “FS”, altre con logo
“federazione Italiana bocce” due paia di scarpe antinfortunistica, il tutto nuovo ed in buste
di cellophane, nonché un paio di guanti neri in lattice usati, questi ultimi rinvenuti nella
console centrale dell’abitacolo, vicino alla leva del cambio. Tutto materiale questo, che, era
assente durante il controllo effettuato 30 minuti prima. Era questa la refurtiva che il MORO
nella precedente telefonata aveva indicato come “roba piccola, roba leggera”. I due si
stavano recando nuovamente nei pressi della Piazza Chiesa Arangea per recuperare il
Fiorino del MORO, con il qual sarebbero ritornati a prendere ZAMPAGLIONE ed il resto
della refurtiva ingombrante che veniva successivamente rinvenuta adagiata fuori dalla
sede della “Federazione Italiana Bocce sez di Reggio Calabria, ubicata sulla via Vico
Sant’Antonio e costituita da numeroso materiale tra cui attrezzi agricoli ed utensili vari ed
altro.
Nel frattempo venivano intensificate le ricerche di ZAMPAGLIONE Giuseppe che veniva poco
dopo notato a piedi, sulla via Ravagnese Gallina in direzione della Piazza Chiesa Arangea. Lo
stesso, che aveva nel frattempo raggiunto e trovato riparo all’interno del furgone del MORO,
veniva bloccato dai militari operanti. Alle ore 05:00 del 23.05.2012, MORO, ZAMPAGLIONE e
FORTUGNO vengono dichiarati in stato di arresto poiché responsabili dei reati di cui all’art. 4
della legge 110/75 e 624 c.p. e 110 c.p., per fatti commessi in Reggio Calabria il 22.05.2012 ai
danni di CANALE Antonio sopra generalizzato.
A questo punto è doveroso richiamare il contenuto delle conversazioni ambientali
registrate in concomitanza con la rapina effettuata in contrada Castanea di Cardeto il
17.04.2012, a bordo della vettura di FIAT Palio di Massimo MURINA costituente il 2
Capitolo della presente informativa, quando ZAMPAGLIONE Giuseppe e MORO Teodoro
fanno più volte riferimento ad un soggetto di nome Vincenzo, perfettamente inserito nelle
loro dinamiche criminali e che, alla luce dei fatti per i quali si procede, è da identificarsi in
FORTUGNO Vincenzo 177.
Dalle intercettazioni emerge che anche MURINA Massimo e PICCOLO Massimo avrebbero
dovuto partecipare al furto in argomento.
Il 20.05.2012 178 PICCOLO chiama ZAMPAGLIONE per fissare un incontro. Il giorno seguente
ZAMPAGLIONE 179 contatta PICCOLO per chiedergli come mai non si è presentato
all’appuntamento e una volta chiarito il malinteso lo invita ad andare con lui. PICCOLO
177
178
179
nato a Reggio Calabria il 07.03.1968, ivi residente in via Riparo Vecchio Cannavò nr. 88.
Prog. 445 del 20.05.2012 ore12:02 - RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA 3489289274 (allegato 7-1,
capitolo 5).
Prog. 464 del 21.05.2012 ore 09:08 - RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA 3489289274 (allegato 7-2,
capitolo 5).
125
afferma di dover rintracciare MURINA, pertanto, i due si accordano per risentirsi da lì a
breve.
Effettivamente dopo circa un’ora ZAMPAGLIONE 180 richiama PICCOLO, il quale riferisce di
non esser riuscito a mettersi in contatto con “Massimo” (ndr MURINA) e quindi viene fissato
un nuovo appuntamento presso l’abitazione di ZAMPAGLIONE. Alle ore 15:05 MURINA
chiama ZAMPAGLIONE 181 concordando un rendez-vous per le ore 17:00 sempre a casa di
quest’ultimo. Eloquente è il tratto della conversazione in cui ZAMPAGLIONE esclama “e a che
ora vuoi che ci vediamo, tanto noi ci dobbiamo vedere per forza oggi!”. Alle 17:04 182 viene
registrato un tentativo di chiamata da parte di PICCOLO verso ZAMPAGLIONE. A distanza di
circa tre ore dall’incontro, ZAMPAGLIONE 183 chiama MURINA, il quale gli comunica di non
poterlo raggiungere poiché la sua vettura è in panne, pertanto, MURINA lo invita a rimandare
il tutto di un giorno.
ZAMPAGLIONE raccomanda al suo interlocutore di non mancare all’appuntamento visto che
per muoversi hanno necessità di due autovetture: “E come facciamo, ci serve sempre
un’altra macchina! … Se no provvedo perché ormai la carne non è che la posso buttare”.
MURINA lo rassicura: “No, no, domani sera, domani sera dai, non voglio, … te l’ho
promesso!”. Fissano un nuovo appuntamento a casa di ZAMPAGLIONE per l’indomani alle
ore 19:00. La mattina seguente ZAMPAGLIONE 184 riceve una chiamata da PICCOLO, il quale lo
avvisa che non prenderanno parte alla “mangiata”. ZAMPAGLIONE tenta di convincerli
affermando che la sola presenza di uno dei due è sufficiente (ndr per una buona riuscita del
colpo), ma PICCOLO è inamovibile, pertanto, ZAMPAGLIONE alquanto deluso esclama: “Va bè
provvedo io allora ok, va bene”.
È chiaro che ZAMPAGLIONE vuole incontrare i suoi complici per una pianificazione e che la
riunione avesse questo fine trova fondamento nel fatto che durante la conversazione tra
MURINA e ZAMPAGLIONE, successiva alla riunione delle ore 17:00, quest’ultimo faccia
esplicito riferito alla necessità di doversi spostare con due autovetture, così come del resto,
avvenuto anche in occasione del furto in danno di CANALE Antonio, circostanza in cui sono
state utilizzate il Pick Up di MORO e la vettura di FORTUGNO.
…”.
180
181
182
183
184
Prog. 466 del
capitolo 5).
Prog. 476 del
capitolo 5).
Prog. 480 del
capitolo 5).
Prog. 488 del
capitolo 5).
Prog. 498 del
capitolo 5).
21.05.2012 ore 10:03 - RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA 3489289274 (allegato 7-3,
21.05.2012 ore 15:05 - RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA 3489289274 (allegato 7-4,
21.05.2012 ore 17:04 - RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA 3489289274 (allegato 7-5,
21.05.2012 ore 19:52 - RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA 3489289274 (allegato 7-6,
21.05.2012 ore 11:03 - RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA 3489289274 (allegato 7-7,
126
Le sopra esposte emergenze, acquisite mediante l’attività tecnica, consentono di
cogliere, sotto un primo profilo, i prodromi del furto commesso in danno del
Canale Antonio, evidenziandosi i contatti finalizzati ad organizzare il delitto e, in
particolare, la convocazione mediante l’uso del solito termine criptico, mangiata.
Si coglie, poi, la disponibilità di mezzi e strumenti del sodalizio al fine di portare
a compimento i vari delitti – fine, nella fattispecie concreta essendosi gli accoliti
avvalsi del Fiorino in uso al Moro e della Punto del Fortugno, soggetto, questo, si
rammenti, già emerso in occasione delle conversazioni preparatorie della rapina
consumata in Cardeto il 17/4/2012 in danno delle Vadalà.
Quanto constatato de visu dai militari, sviluppando le risultanze dell’attività
tecnica in corso, ha permesso di riscontrare come i meccanismi comunicativi
criptici utilizzati nel corso delle conversazioni captate fossero stati adeguatamente
sviscerati, tanto da pervenire, attraverso i correlati servizi di osservazione e di
controllo del territorio, all’arresto dei tre indagati nella flagranza del reato di
furto.
Se l’episodio, dunque, è efficacemente rappresentativo delle modalità operative di
alcuni componenti il sodalizio, sintomatiche del legame fra i diversi indagati
attinti dalla contestazione sub A) si rivelano le conversazioni captate il 20/5/2012,
aventi ad oggetto la richiesta dello Zampaglione al Piccolo ed al Murina di
prendere parte anche a questa spedizione.
L’imprevisto diniego di costoro a partecipare al furto viene commentato
negativamente dal sodale che, nell’esclamare come servisse una seconda
autovettura per portare a compimento la condotta programmata, rende conferma
del coinvolgimento dei due nelle dinamiche criminose del costituto associativo.
E non è certo un caso che, esattamente come comunicato al Piccolo, nel furto
conclusosi con l’arresto in flagranza dello Zampaglione, del Moro e del Fortugno,
sarebbe stata utilizzata, oltre al Fiorino del Moro, la vettura del Fortugno:
appunto la seconda macchina che Zampaglione aveva comunicato al Piccolo
essere necessaria per il buon fine del trasporto della refurtiva trafugata
dall’obiettivo individuato.
127
D) L’ADDEBITO ASSOCIATIVO DI CUI AL CAPO A).
Si può, pertanto, alla luce di questa premessa, di assoluto rilievo nel senso di
intendere l’esistenza del sodalizio ipotizzato dal requirente al capo A), passare
alla disamina del capitolo della richiesta dedicato agli elementi di prova che
denotano la sussistenza della suddetta associazione per delinquere.
Così, dunque, il P. M.:
“…
3. L’ASSOCIAZIONE
Dalla disamina dei singoli reati-fine passati in rassegna e da una valutazione
complessiva del materiale indiziario ad essi relativo, appaiono chiari i tratti del contesto
associativo di cui al CAPO A, del quale fanno parte, con i ruoli e i compiti di cui si dirà,
BATTAGLIA
Domenico
Demetrio,
MURINA
Massimo,
PICCOLO
Massimo,
ZAMPAGLIONE Giuseppe, CILIONE Giovanni, BERLINGERI Damiano Roberto,
FORTUGNO Vincenzo e TRIPODI Carmelo.
L’esistenza di un gruppo di persone in costante contatto tra loro e dedite alla
commissione di reati emerge in prima battuta, nel corso delle indagini relative al proc. pen.
n. 1872/12 RGNR DDA mod. 44, dalle conversazioni intercettate a bordo della vettura
FIAT PALIO utilizzata da MURINA Massimo, allorquando il predetto indagato,
unitamente a PICCOLO Massimo e ZAMPAGLIONE Giuseppe, commenta l’arresto di
BATTAGLIA Domenico Demetrio.
CAPITOLO III
LE RIVELAZIONI SULL’ARRESTO DI BATTAGLIA
Come già accennato, durante le fasi preparatorie della rapina di cui al precedente capitolo, i
soggetti a bordo della vettura FIAT Palio di MURINA faranno più volte riferimento all’arresto
di BATTAGLIA Domenico Demetrio, che indicano con il nome Mimmo e/o Mico, fornendo
dettagliate indicazioni sulla vicenda che riguarda il rinvenimento del tritolo nella disponibilità
di BATTAGLIA.
MURINA e PICCOLO discutendo 185 dell’arresto di BATTAGLIA Domenico, si dimostrano
preoccupati del fatto che sia stato recluso nella Casa Circondariale di Palmi e non in quella
di Reggio Calabria, ipotizzando che il BATTAGLIA possa “collaborare” e che quindi, proprio
185
Progressivo 572 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 1, capitolo 3).
128
per tutelarlo, lo abbiano mandato via da Reggio. Al tempo stesso, si mostrano molto
meravigliati del fatto che non sia stata messa a soqquadro tutta l’abitazione e che i
Carabinieri siano andati a colpo sicuro trovando subito l’esplosivo ed ipotizzano, pertanto,
che vi sia stata una “soffiata”.
Poco più tardi, a bordo dell’auto sale anche ZAMPAGLIONE che, con i due affronta 186
nuovamente l’argomento relativo all’arresto di BATTAGLIA Domenico Demetrio, che viene
sempre indicato con il nome di “Mimmo”.
ZAMPAGLIONE sembra conoscere perfettamente BATTAGLIA e la vicenda del suo arresto,
tant’è che adduce quale possibile giustificazione del suo trasferimento a Palmi, una
questione di sicurezza legata anche ad altre vicende passate “per come dicono per le celle di
sicurezza, carcere di sicurezza”. Sempre ZAMPAGLIONE, quasi a volerli rassicurare, informa i
propri interlocutori dei positivi sviluppi processuali della vicenda, affermando: “… ma
comunque io ho sentito dire che hanno detto che il Giudice gli ha creduto …”.
Nel proseguo della conversazione, ZAMPAGLIONE critica 187 il comportamento, a suo dire,
troppo superficiale tenuto da BATTAGLIA “ehh, la confortano! doveva pensarci prima lui …
doveva pensare prima … Massimo questa è una stupidaggine”, colpevole, a suo giudizio, di
non avere immediatamente restituito quanto rubato, facendo evidente riferimento al tritolo.
Come riferito dagli indagati, BATTAGLIA avrebbe agito con la complicità di un altro uomo di
nome Roberto (successivamente identificato in BERLINGERI Damiano Roberto), che
conosceva il posto in cui il tritolo era custodito.
Emerge poi chiaramente dall’ascolto della conversazione che, del trafugamento del tritolo,
ne sarebbe venuto a conoscenza un nipote del BATTAGLIA (successivamente identificato in
PORCHI Stefano) che a sua volta avrebbe intimato più volte allo zio di restituire il tritolo ai
“legittimi” proprietari “allora, tu intanto non non ha … allora ti ha portato Roberto va bene,
sei andato, appena sono venuti a chiamarti che si è saputo il fatto, anzi appena te lo ha detto
tuo nipote che sei andato a dirglielo, tu li dovevi prendere subito e portarli subito”.
La discussione prosegue sullo stesso argomento 188.
MURINA concorda con l’analisi fatta in precedenza da ZAMPAGLIONE, aggiungendo che
BATTAGLIA avrebbe immediatamente dovuto dire a Stefano (PORCHI Stefano) “Stefano vatti
a prendere subito queste cose”. MURINA continua affermando di avere appreso che Stefano
si sarebbe assunto la responsabilità di questa vicenda e che Stefano è il nipote di BATTAGLIA.
Sempre secondo MURINA, “Mimmo” (ndr BATTAGLIA), una volta uscito dal carcere, per
giustificarsi con i soggetti a cui è stato rubato l’esplosivo dirà loro: “… io gliel’avevo dato,
186
187
188
Progressivo 597 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 11 capitolo 2).
Progressivo 598 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 2, capitolo 3).
Progressivo 599 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 3, capitolo 3).
129
gliel’avevo ridato perché avevo saputo che era roba vostra e Stefano mi ha detto di tenerli a
casa mia …”.
ZAMPAGLIONE non si spiega però come abbia fatto BATTAGLIA ad avere anche i detonatori,
da chi li abbia potuti prendere perché sapeva con assoluta certezza che quella sera sia
BATTAGLIA che Roberto non avevano alcun detonatore. Ad un tratto interviene PICCOLO che,
facendo proprio il pensiero di ZAMPAGLIONE, afferma “… tu dici che pure Stefano c’è in
mezzo?… ”, e ZAMPAGLIONE da una risposta affermativa al quesito “ehhh, senti se li aveva
solo lui, io non dico perché non so, però..”. La convinzione che sia stato Stefano PORCHI a
fornire i detonatori al BATTAGLIA, deriva allo ZAMPAGLIONE da un ragionamento logico per
esclusione: dal tenore della conversazione, infatti, emerge chiaramente che a conoscenza
della vicenda del tritolo, erano ZAMPAGLIONE, BATTAGLIA, BERLINGERI e PORCHI;
ZAMPAGLIONE esclude nella maniera più categorica che sia stato BERLINGERI a fornirglieli ed
esclude altresì che li abbiano presi nella stessa circostanza in cui hanno preso il tritolo,
rimane dunque il solo PORCHI “e poi penso che li si sa chi gli ha dato i detonatori, invece,
perché se li aveva solo Stefano, se Roberto non ne aveva … incomprensibile … se no li avevano
presi quella sera, giusto!”.
D’altronde, afferma ZAMPAGLIONE, se fosse stato diversamente, lui certamente lo avrebbe
saputo in quanto, come lui stesso afferma, tra lui e BATTAGLIA non vi erano segreti “…
allora, a me Mimmo mi diceva tutto”, come la volta in cui gli raccontò che BATTAGLIA era
stato convocato da un soggetto, che si comprende essere di un certo spessore criminale, e
che da tutti viene indicato come “Zio Pino”, proprio in segno di reverenza, ed avrebbe
ordinato al BATTAGLIA di restituirgli subito l’esplosivo “… poi mi ha detto, è venuto lo Zio Pino
e mi ha chiamato, qua e là, ha detto che glielo devo tornare …”, circostanza durante la quale,
BERLINGERI e BATTAGLIA sarebbero anche stati picchiati “mi ha raccontato il fatto di quando
sono andati a casa sua e gli stavano menando a casa sua …”. Se ne deduce, pertanto, che lo
“Zio Pino” (identificato in FRANCO Giuseppe di cui si dirà oltre) è la persona, o comunque una
delle persone, a cui è stato sottratto il tritolo.
I due poi, affrontano 189 una problematica che deve essere risolta quanto prima. Nello
specifico, fanno riferimento a del materiale che si comprende essere provento di furti e
rapine e che si troverebbe all’interno di un capanno/baracca. Tra le cose che si
troverebbero dentro il capanno in questione vi sarebbe anche uno scooter TMAX. A tal
proposito ZAMPAGLIONE, che afferma di sapere dove siano nascoste queste cose in quanto
correo del BATTAGLIA nelle varie rapine e furti compiuti; dice di aver già mandato
“un’ambasciata” alla moglie “allora, io gli ho mandato un’ambasciata che vado pure io che
so bene o male dove sono, li prendo che c’è pure quel TMAX, quelle cose, gli tolgo tutto di
la dentro”, la quale gli avrebbe riferito che gran parte delle cose erano già state prelevate e
portate via da un suo nipote (ndr PORCHI Stefano), circostanza quest’ultima confermata
189
Progressivo 600 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 4, capitolo 3).
130
anche dall’analisi del colloquio in carcere del 27.04.2012 nel corso del quale la SCHIAVONE
dice al marito che Stefano le ha consigliato di far sparire “il motorino” da sotto il capanno 190.
Sia MURINA che ZAMPAGLIONE lasciano trapelare tutta la loro preoccupazione, atteso che
tra le cose da far sparire al più presto vi sono dei passamontagna, questi ultimi sicuramente
utilizzati da tutto il gruppo criminale e che potrebbero perciò ricondurre gli investigatori a
loro “sua moglie gli ha detto a questa qua che è andato già un po’, la maggior parte di cose
le ha prese suo nipote, un nipote suo e le ha tolte, che a me interessa che ci sono i
passamontagna”.
I tre temono 191 che “Mimmo” (ndr BATTAGLIA) possa collaborare con la giustizia e riferire
quindi anche circa le responsabilità penali del resto del gruppo, augurandosi, al contempo,
che BATTAGLIA riferisca ai giudici di aver trovato casualmente il tritolo “Speriamo che
Mimmo è tranquillo ah si, la Madonna della Montagna! il signore guarda che gli illumini il
cervello e che gli dica di averli trovati”.
Gli interlocutori si dicono sempre più convinti che l’arresto del BATTAGLIA sia stato causato
da una soffiata “perché quando, scusa un attimo, ti trovano queste cose e non ti smantellano,
non ti perquisiscono tutto?..."li hanno mandati di sicuro" …."glieli hanno mandati " “e
volevano trovare quelle cose soltanto"… "solo quelli, solo quelli volevano trovare, glieli hanno
mandati solo"”, ipotizzando che “a fare la spia” sia stato Roberto.
Emerge, altresì, che il posto in cui è custodito ciò che deve essere fatto sparire, si trova
sotto casa di BATTAGLIA e che tra le cose custodite vi sarebbe anche un fucile a canne
mozze che ZAMPAGLIONE afferma di avere trafugato assieme a “Mico”: “sicuramente, ti
dico una cosa io, guarda qua, allora sotto, c’era un canne mozze e la lo sapeva solo Roberto
che c’era un canne mozze e Mico lo ha preso e quando lo ha preso lo abbiamo preso io e
Mico, che lo abbiamo portato qua a Reggio”.
I tre interlocutori sono quindi convinti che ci sia stata una “soffiata” 192. Tale convincimento
nasce dal fatto che l’abitazione di BATTAGLIA e la zona sottostante non siano state
“smantellate”, facendo evidente riferimento al fatto che non sia stata eseguita una
perquisizione più approfondita “Allora glieli hanno mandati a Mimmo, diretti per questo
discorso!...eh guarda altrimenti è impossibile! …..altrimenti gli smontavano tutto si, ma una
volta che ti trovano queste cose ti smantellano tutto ... ti smantellano pure il signore … perciò
li sono andati appositamente per quelle cose …”, e soprattutto al fatto che i Carabinieri siano
andati a fare la perquisizione nel primissimo pomeriggio sapendo che BATTAGLIA era in casa,
e non di notte come in genere avviene “alle due e mezza hai capito, che ti vedano tutti come
si chiama … incomprensibile … con il rischio se hai una cosa già ti vedono, non puoi scappare,
che sono sicuri che tu sei già a casa e tutti … inc … è impossibile guarda … è impossibile …”.
190
191
192
Vedasi al riguardo colloquio in carcere del 27.04.2012, pag. 4 (allegato 4, capitolo 3).
Progressivi 601 e 602 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegati 5 e 6, capitolo 3).
Progressivo 604 (allegato 13 capitolo 2) e 605 (allegato 7, capitolo 3) RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR
DDA.
131
L’idea che ci sia stata una soffiata si rafforza allorquando MURINA afferma 193 che debbono
prestare massima attenzione, altrimenti rischiano di essere arrestati anche loro, convinti
che sulla macchina di Roberto (BERLINGERI) vi siano installate delle microspie “li sai cosa è
successo, sai cosa è successo li, che se non stiamo attenti ci prendono pure a noi … c’è
Roberto che ha le microspie sulla macchina”.
Le affermazioni di MURINA, che trovano concordi gli altri presenti, dimostrano che
BATTAGLIA, MURINA, PICCOLO, ZAMPAGLIONE e BERLINGERI, sono compartecipi di un
unico gruppo criminale.
Ciò trova immediata conferma nella conversazione 194 nel corso della quale ZAMPAGLIONE,
parlando di Roberto, precisa di averlo “mal digerito” dal momento in cui si è accorto che
parlava parecchio a telefono. A tal riguardo cita una circostanza, il compimento di una
rapina, durante la quale avrebbe commesso addirittura l’errore di portare con sé il cellulare
facendolo squillare ed ancora quando si è accorto che riferiva fatti e circostanze a chiunque
incontrasse “gli raccontava tutte cose per telefono, per cose, ma se andavamo a qualche
parte … si portava il telefonino, il telefonino pure aperto che gli suonava mentre eravamo
pronti … mannaia alla buttana, ma stiamo scherzando! un giorno chiedigli come l’ho fatto,
che l’avevo ammazzato veramente, buttana, pronti ad agire suona e lo sentono il telefono le
persone e ci inguaiamo noi, ma che cazzo dici! Oltre a quello, allora, sai perché a me non è
mai piaciuto? quando mi sono accorto che con chi si incontrava, si incontrava, gli nominava le
cose … ”.
ZAMPAGLIONE conferma nuovamente che Roberto e BATTAGLIA sarebbero stati picchiati
qualche giorno prima dell’arresto di quest’ultimo “a me fino a qualche giorno addietro, prima
che arrestassero Mimmo, dopo che gli hanno menato loro, però io non gli ho detto niente a
loro … si, non è da assai, sarà un mese si e no … No, ora è stato che lo hanno picchiato, non
vedi che già oggi quanto ne abbiamo? 17 già sono dodici giorni che hanno arrestato a
Mimmo, perciò sempre altri 10 giorni c’erano, metti un 20, 25 giorni.”. Successivamente,
ribadisce 195 che “Mico” (ndr BATTAGLIA) è stato poco intelligente, perché avrebbe dovuto
immediatamente rimettere le cose al loro posto invece di cullarsi sulle parole del nipote
Stefano (PORCHI) che lo rasserenava dicendogli di stare tranquillo visto che martedì sarebbe
rientrato lo “Zio” (successivamente identificato in FRANCO Giuseppe). “… cose loro, se erano
stati intelligenti pure quando, mettili subito qua, ora me li dovete dare, ora li voglio, poi ha
chiamato a Mico, pure Stefano e gli ha detto: " non ti preoccupare" gli ha detto " per martedì
torna … " gli ha detto "… lo zio …"”. Riprende poi a parlare 196 di Roberto (BERLINGERI),
193
194
195
196
Progressivo 606 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 8, capitolo 3).
Progressivo 607 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 9, capitolo 3).
Progressivo 608 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 10, capitolo 3).
Progressivi 609 e 610 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegati 11 e 12, capitolo 3).
132
descrivendolo come una persona pericolosa e priva di scrupoli, tanto da arrivare a derubare
anche il suo datore di lavoro GIRONDA.
MURINA interrompe ZAMPAGLIONE chiedendogli se recentemente è deceduto un GIRONDA.
ZAMPAGLIONE gli dice che si trattava di Paolo GIRONDA, morto a seguito di una
broncopolmonite, mentre quello che era stato detenuto era Filippo. ZAMPAGLIONE continua
dicendo che quando sono stati picchiati BATTAGLIA e Roberto, alla spedizione punitiva ha
preso parte anche Giovanni “MARBIZZA”.
ZAMPAGLIONE non si spiega 197 come mai BATTAGLIA non abbia restituito quanto rubato, una
volta che si era saputo che era stato lui a commettere il furto “eh ma se no, ma Mico no,
quando gliel’ha detto, gli ha detto si qua e la gli ha detto tutta la realtà non aveva problemi,
lui glieli dava, solo che non ho capito il motivo perché non glieli ha tornate queste cose”, e
come mai avesse anche i detonatori, atteso che quando il tritolo è stato trafugato non li
aveva con sé “e come ha fatto ad avere questi cazzo di cosi lui? allora, per darglieli qualcuno
glieli ha dovuti dare per qualche motivo però scusa.. di questi cosi lui no ne aveva eh, non ne
aveva”. Di tale ultima circostanza ZAMPAGLIONE dice di esserne certo, poiché ha visto
personalmente il tritolo, che per un periodo ha anche detenuto per poi restituirlo a
BATTAGLIA, quando quest’ultimo gliel’ha chiesto per renderlo a sua volta indietro alla
persona alla quale lo avevano sottratto e dopo che sarebbe stato anche picchiato il
BERLINGERI “Ma si, li avevo visti io hai capito!… me li ha fatti vedere pure a me quei cazzo di
cosi che poi li aveva dati a me, questi pezzi qua li aveva dati a me, che l’ho pregato come i
santi per toglierglieli da la dentro hai capito … me li aveva dati, poi mi ha detto che sono
andati ed hanno menato pure a Roberto che doveva tornarglieli, - Mico qua ci sono i cosi”.
Che effettivamente i detonatori inizialmente non vi fossero, e che siano stati recuperati dal
BATTAGLIA solo in un secondo momento lo si evince chiaramente quando è proprio MURINA
che domanda a ZAMPAGLIONE se il BATTAGLIA gli abbia dato solo l’esplosivo o anche i
detonatori “ti ha dato solo il coso, gli altri non te li ha voluti dare” e ZAMPAGLIONE ribadisce
di aver ricevuto solo l’esplosivo ed afferma che addirittura il BATTAGLIA non sapeva neanche
che per innescarlo fossero necessari i detonatori, ritenendo erroneamente che potessero
essere attivati con una semplice miccia “non sapeva nemmeno, Mico sapeva che funzionano
con la miccia, Mico sapeva che funzionano con la miccia quelle cose, perché c’era la miccia li
dentro pure, un pezzo di miccia”.
Nel proseguo della conversazione 198, ZAMPAGLIONE fa dapprima riferimento ad un furto, a
quanto pare di carburante, che il BERLINGERI avrebbe compiuto ai danni di GIRONDA il
quale, pare lo abbia scoperto, in quanto ripreso dalle telecamere di sicurezza “per la nafta
197
198
Progressivi 611, 612 e 613 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegati 13, 14 e 15, capitolo 3).
Progressivi 614, 615, 616 e 617 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegati 16, 17, 18 e 19, capitolo
3).
133
che lo hanno preso mentre, li … non lo so se lo hanno preso, sono andati poi … telecamere a
GIRONDA gliel’ha presa!” e fa poi riferimento anche ad un altro furto, sempre di
carburante, commesso questa volta da ZAMPAGLIONE in danno di un’azienda che stava
effettuando alcuni lavori sulla strada (SS106), ditta che, specifica ZAMPAGLIONE, avrebbe
denunciato la cosca IAMONTE “No, siamo andati a Saline da quelli, nella ditta di che hanno
denunciato i IAMONTE … da quelli là siamo andati noi, che avevano i cosi, i mezzi sulla strada
… incomprensibile …” 199. Compiuto tale furto, ZAMPAGLIONE riferisce che, mentre si trovava
sotto casa di BATTAGLIA intento a travasare il carburante rubato all’interno della propria
auto, avrebbe notato “scendere a piedi” il BERLINGERI che, con assoluta disinvoltura, portava
un fucile automatico all’interno di un borsone “quando siamo arrivati a casa poi, che io
mettevo la nafta nella macchina, scendeva ROBERTO da sopra con l’automatico, dentro ad
una borsa, bello, "u cuntu non era u soi"” sottolineando il comportamento assolutamente
irresponsabile, considerato che nello stesso palazzo del BATTAGLIA vi abita un maresciallo dei
Carabinieri ora in congedo “li abitano ispettori della DIA, un maresciallo in pensione dei
Carabinieri 200, cristiani di tutti i modi, bello, per i cazzi suoi, normale.”. A questo punto
ZAMPAGLIONE avrebbe chiesto lumi al BATTAGLIA, per capire cosa stessero facendo e questi
gli avrebbe spiegato che BERLINGERI gli aveva chiesto il fucile cedendogli in cambio il tritolo e
gli aveva detto di riferire, se mai qualcuno gli avesse chiesto qualcosa, che lui aveva restituito
tutto e che da quel momento in poi sarebbero stati solo problemi suoi (di Roberto) “"che
state facendo?", ah dice: "cazzi suoi!", gli ho detto: "Mico ma che è?" ha detto: "ha voluto il
coso, si è portato il coso e mi ha lasciato i cosi" ha detto: " di dirgli che io (MIMMO) gli ho
tornato tutte le cose e che se la vede lui" sono cazzi suoi …”.
Per evitare guai, ZAMPAGLIONE avrebbe consigliato a BATTAGLIA di chiamare chi di
competenza per raccontare tutto in presenza di Roberto, sollevandosi in tal modo da ogni
responsabilità “quindi sono cazzi di Roberto no … vedi che ti inguai, vedi che già quelle
persone sono venute a chiamarti e lo sanno che qua e la, non è che ti hanno visto che sei
andato a consegnarglieli, se tu vuoi fare un discorso di questi tu chiami a quelle persone
subito, prima che esce Roberto da qui dentro e gli devi dire - guardate che le cose se li sta
portando Roberto - se no ti inguai vedi”.
Riassumendo, da quanto emerge dall’ascolto del proseguo della conversazione, BERLINGERI
199
200
Da un controllo delle segnalazioni pervenute a questo Comando Provinciale nell’anno 2011 e sino al
17.04.2012, risultano due denunce di furto di carburante avvenute nel comprensorio di Saline. La prima è del
09.07.2011 ed è relativa ad un furto di gasolio avvenuto nella frazione Saline del comune di Montebello
Jonico, consumato in danno di automezzi comunali. La seconda è del 14.03.2012 e riguarda un furto di
gasolio perpetrato in danno di automezzi del comune di Montebello Jonico, parcati all’interno di un’area
attigua alla palestra comunale di Saline. Non è da escludere la possibilità che il furto di carburante non sia
stato denunciato.
Effettivamente all’interno del palazzo in cui abita BATTAGLIA, risiede il Brigadiere dell’Arma dei
Carabinieri, oggi in pensione, Giuseppe MARRA nato a Reggio Calabria il 17.04.1956.
134
si sarebbe preso il fucile a canne mozze e BATTAGLIA si sarebbe invece tenuto l’esplosivo
concordando di dire a chi lo avesse chiesto, che invece il tritolo lo aveva preso BERLINGERI
sollevando da ogni responsabilità il BATTAGLIA “vedi che ti inguai … no … Roberto si è portato
quest’automatico e Mico si è tenuto le cose a casa”. Le cose però, successivamente,
sarebbero degenerate, tanto che alcune persone, tra i quali si comprenderà esservi
GIRONDA, andranno fin sotto casa del BATTAGLIA dove eseguiranno un primo pestaggio ai
danni di BERLINGERI “poi sono andati e li hanno richiamati … aspè, poi sono andati e li hanno
richiamati di nuovo, sono andati a richiamarli ed hanno menato a Roberto … si erano messi
sotto per menargli, la da Mico”. In considerazione poi del fatto che si era creata troppa
confusione sotto casa del BATTAGLIA, con molte persone che, sentendo le urla erano accorse
in strada a vedere cosa stesse accadendo, GIRONDA avrebbe fatto salire i due (BATTAGLIA e
BERLINGERI) in auto, li avrebbe condotti all’interno del capannone della propria azienda dove
avrebbe ottenuto una confessione del BERLINGERI “no, gli ha detto la subito, la sotto
direttamente che poi sono uscite le persone fuori e se li è portati GIRONDA la sopra nel suo
capannone, gli ha detto no gli ha detto, il fucile ce l’ho io e lo torno io, i cosi ce l’ha Mico e li
torna Mico gli ha detto, i cosi gli ha detto Mico ve li torno io, parole sue… come infatti Mico
gli doveva tornare queste cose e Roberto gli doveva tornare l’automatico”.
Successivamente BATTAGLIA si sarebbe impegnato a restituire il tritolo anche perché, a
seguito dell’intervento del nipote Stefano (ndr PORCHI), aveva ricevuto rassicurazioni da
questi che entro il martedì successivo sarebbe rientrato in possesso del fucile “che dopo
Stefano gli ha detto, zii Micu non ti preoccupare che torna pure il tuo che sappiamo pure
dov’è il tuo, per martedì gli ha detto ce l’hai qua”.
Ancora un volta ZAMPAGLIONE afferma che il BATTAGLIA non aveva alcun interesse per il
tritolo “si, ma Mico non aveva alcuna utilità ad avere quelle cose, che non sapeva nemmeno
quello che cazzo sono …”, ma che sarebbe servito a lui esclusivamente come merce di
scambio.
Sempre ZAMPAGLIONE riferisce che con quel fucile automatico, BERLINGERI avrebbe dovuto
fare un qualcosa di non meglio specificato, certamente un’azione criminale per la quale non
poteva essere utilizzato un altro fucile a canne mozze che era nella disponibilità del
BATTAGLIA “il fucile se l’è preso per portarglielo a quello che dovevano fare il lavoro perché
quello di Mico non lo potevano più adoperare, hai capito, perché un cannemozze, appena
usciva fuori e quelli lo sapevano … incomprensibile …”.
Sembrerebbe infine, che il BERLINGERI non abbia più restituito il fucile automatico al
BATTAGLIA, che anzi avrebbe dato in pegno per saldare un debito di 1000 euro che aveva con
terze persone.
Si fa poi riferimento a numerose pistole che sarebbero nella disponibilità del gruppo
“questo qua avanzava 1000 euro da Roberto e gli ha dato questo fucile (p’amuri mi scuntinu)
135
per scontare, hai capito ora mi sto ricordando" hai capito?… ed in più, stava andando a
prendersi, dice che ne ha nove(calibro) russe cose, due fusti pieni"”.
ZAMPAGLIONE afferma 201 di avere sempre detto a “Mico” (ndr BATTAGLIA) che Roberto
era uno che non gli piaceva, nonostante fosse stato lui a presentarglielo, dice di aver
tuttavia provato a contattarlo (a Roberto) senza però riuscirci, per far spostare quelle divise
custodite sotto casa di BATTAGLIA, atteso che lui ne era a conoscenza: “… non mi ha mai
garbato e non mi garba, e l’altro giorno poi gli volevo telefonare per vedere dato che lui … lui
sa … incomprensibile … gli toglie quelle divise, quelle cose da la dentro però non puoi dal
telefonino, sono andato da una cabina, il telefonino l’aveva chiuso”.
Sempre con riferimento 202 alla figura di BERLINGERI, riferisce di un soggetto che indica con il
nome di “Cicciareddu” al quale BERLINGERI avrebbe commesso uno “sgarro”, molto
probabilmente un furto) e che per ritorsione avrebbe tagliato gli pneumatici della macchina
“c’era Cicciareddu che era… incomprensibile… dice: " voglio vedere se è vero che è stato lui
che mi è entrato dentro e mi ha preso le cose" ha detto "lo ammazzo veramente" ha detto
che gli ha tagliato pure una gomma della macchina.” (episodio, quest’ultimo, effettivamente
riscontrato 203).
Successivamente afferma di essere a conoscenza che BERLINGERI, negli ultimi periodi,
intratteneva una relazione extraconiugale con una donna di nazionalità rumena con la quale
sarebbe andato ad abitare nel quartiere del rione Modena di Reggio Calabria. MURINA
afferma 204 che BATTAGLIA teneva molto a Roberto e se una cosa del genere fosse vera non
avrebbe potuto più guardarlo in faccia. ZAMPAGLIONE a riguardo, sempre nella
considerazione che l’arresto di BATTAGLIA e la conseguente perdita del tritolo patita
dall’organizzazione criminale siano da attribuire ad una “soffiata” fatta da BERLINGERI, si dice
convinto che quest’ultimo adesso corra seriamente il rischio di gravi ritorsioni “… compare, si
deve vedere ancora ora come, per ora penso, … se non lo toccano per ora, penso che non lo
toccano pure loro perché hanno preso a Mico se no già non so guarda, … non se la possono
tenere specialmente ora, poi per tenersela debbono essere fessi”.
I tre interlocutori sono concordi nel ritenere 205 che questa situazione l’hanno voluta loro e
che tutti hanno delle colpe: “Mico”, Stefano (ndr indicato nella conversazione come il ragazzo
con la Citroen) e lo stesso GIRONDA che non si è preoccupato di seguire la vicenda “l’ha
201
202
203
204
205
Progressivo 618 e 619 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegati 20 e 21, capitolo 3).
Progressivi 620 e 621 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegati 22 e 23, capitolo 3).
A distanza di circa due settimane dalla data di registrazione della conversazione ambientale in argomento, si
è riusciti ad individuare la vettura utilizzata dal BERLINGIERI, pertanto, in data 01.05.2012, si richiedeva
l’intervento di una pattuglia dell’aliquota radiomobile di Reggio Calabria, che riscontrava in via LUME di
Pellaro l’effettiva presenza dell’autovettura FIAT Marea di colore amaranto in uso al BERLINGERI, priva di
targhe, con il vetro posteriore destro in frantumi e le ruote ant. dx e post dx a terra. Allegato 23 BIS relazione
di servizio del 01.05.2012.
Progressivo 622 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 24, capitolo 3).
Progressivi 623 e 624 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegati 25 e 26, capitolo 3).
136
scacciata (ha sbagliato) pure Mico, perché Mico la ha scacciata, la ha scacciata proprio,
perché tu ormai … l’arma è tua si, dagliela subito … si quel ragazzo con la citroen!… dacceli
subito (inc) ha le cose qua, quello, GIRONDA e tutti, prendetevelo e portatevelo … va bè, vi
guardo io, vai dove li hai preso e li rimetti a posto … basta !”..
MURINA e PICCOLO, quindi, si mostrano preoccupati per il fatto che il
BATTAGLIA sia stato recluso nella Casa Circondariale di Palmi anziché in quella di Reggio
Calabria, ipotizzando che ciò fosse dovuto alla possibilità che il BATTAGLIA “collabori”.
Più tardi si aggiunge alla conversazione ZAMPAGLIONE Giuseppe, il quale mostra
di conoscere bene BATTAGLIA e le circostanze del suo arresto.
I tre parlano della vicenda del tritolo per il quale BATTAGLIA è stato arrestato,
trafugato con la complicità di tale “Roberto” (identificato in BERLINGERI Damiano
Roberto), anch’egli parte del gruppo, sebbene mal digerito da ZAMPAGLIONE.
MURINA e ZAMPAGLIONE affrontano, poi, la problematica del materiale
conservato all’interno del capanno nella disponibilità di BATTAGLIA, materiale
evidentemente provento di furti e rapine commessi insieme al BATTAGLIA.
ZAMPAGLIONE, in particolare, fa espresso riferimento ai passamontagna, anch’essi
conservati nel capanno.
Conversazione tra MURINA Massimo e ZAMPAGLIONE Giuseppe progr. 600 del
17.04.2012 ore 16,22 (RIT 670/12) 206:
17/04/2
012
600
16:22:0
5
0:00:17
Autovettura in sosta con a bordo Massimo MURINA, Massimo
PICCOLO e Giuseppe ZAMPAGLIONE.
MURINA: "Quelle cose ora sua moglie glieli spostiamo"
ZAMPAGLIONE: "allora, io gli ho mandato un'ambasciata che
vado pure io che so bene o male dove sono, li prendo che c'è
pure quel TMAX, quelle cose, gli tolgo tutto di la dentro"
MURINA: "certo!"
ZAMPAGLIONE: "sua moglie gli ha detto a questa qua che è
andato già un pò, la maggior parte di cose le ha prese suo
nipote, un nipote suo e le ha tolte, che a me mi interessa che
ci sono i passamontagna"
Conversazione tra MURINA Massimo, PICCOLO Massimo e ZAMPAGLIONE
Giuseppe progr. 601 del 17.04.2012 ore 16,23 (RIT 670/12) 207:
206
207
Allegato 4 capitolo 3.
Allegato 5 capitolo 3.
137
17/04/2
012
601
16:23:0
9
0:00:34
Autovettura in sosta con a bordo Massimo MURINA, Massimo
PICCOLO e Giuseppe ZAMPAGLIONE.
MURINA: "Speriamo che Mimmo è tranquillo?"
ZAMPAGLIONE: "ah si, la Madonna della Montagna!"
MURINA: "il signore guarda che gli illumini il cervello e che gli
dica di averli trovati"
ZAMPAGLIONE: "e che non vadano più, per dire, però che li
tolga, che tolgano tutte quelle cose da la dentro"
PICCOLO: "si ma a me mi pare pure strano, Peppe"
ZAMPAGLIONE: "guarda io..."
PICCOLO: "perché quando, scusa un attimo, ti trovano queste
cose e non ti smantellano, non ti perquisiscono tutto?"
ZAMPAGLIONE: "li hanno mandati di sicuro"
MURINA: "glieli hanno mandati "
PICCOLO: "e volevano trovare quelle cose soltanto"
MURINA: "solo quelli, solo quelli volevano trovare, glieli
hanno mandati solo"
ZAMPAGLIONE: "sicuramente, ti dico una cosa io, guarda qua,
allora sotto, c'era un canne mozze e la lo sapeva solo
Roberto che c'era un canne mozze e Mico lo ha preso e
quando lo ha preso lo abbiamo preso io e Mico, che lo
abbiamo portato qua a Reggio
Come già anticipato, dalle conversazioni in auto del 17.04.2012, si evince
chiaramente che BATTAGLIA Domenico Demetrio, MURINA Massimo, PICCOLO
Massimo, ZAMPAGLIONE Giuseppe, CILIONE Giovanni e BERLINGERI Damiano
Roberto, unitamente a FORTUGNO Vincenzo e TRIPODI Carmelo, sono compartecipi di
un unico gruppo criminale dedito alla commissione di reati contro il patrimonio quali furti
e rapine ed avente nella propria disponibilità un cospicuo numero di armi.
Si riporta lo stralcio dell’informativa n. 56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013 in cui
sono posti in evidenza gli elementi a sostegno della riscontrata fattispecie associativa.
CAPITOLO IV
PARAGRAFO III
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL’ASSOCIAZIONE
138
L’esistenza dell’associazione è suffragata dalle conversazioni intercettate il 17.04.2012 a
bordo della vettura FIAT Palio del MURINA, nonché dalle intercettazioni poste in essere
nell’ambito del Procedimento Penale 2254/12 RGNR/I DDA.
In relazione alle conversazioni ambientali registrate il 17.04.2012 a bordo della FIAT Palio di
Massimo MURINA 208, debbono sottolinearsi alcuni aspetti che dimostrano la natura
consolidata dell’associazione, la partecipazione di altri soggetti rispetto a quelli già citati, la
determinazione nel proseguire con le attività illecite. Le conversazioni dimostrano che sono
state effettuate dal gruppo diverse rapine e/o furti, che altre saranno a breve portate a
compimento e che l’associazione ha ampia disponibilità di armi.
Il primo elemento utile a dimostrare la volontà di portare a compimento le rapine, lo si
registra 209 all’interno della FIAT Palio 210, quando ZAMPAGLIONE riferisce a MURINA e
PICCOLO di avere progettato “… un altro lavoro, roba facile, villette disabitate …” e che
qualora il colpo previsto (rapina abitazione VADALÁ - Cardeto) dovesse fallire, potranno
andare ad effettuare un sopralluogo in un altro obiettivo.
In un’altra conversazione 211, emerge che il gruppo capeggiato da ZAMPAGLIONE ha
effettuato altre azioni, alle quali ha preso parte anche FORTUGNO Vincenzo, che dal
colloquio emerge chiaramente essere inserito in pianta stabile nell’organizzazione. La figura
di FORTUGNO Vincenzo compare nuovamente 212, quando ZAMPAGLIONE dice ai suoi
interlocutori di dovere rintracciare Vincenzo per far sì che si unisca a loro. Parlando di
FORTUGNO, ZAMPAGLIONE dice che questi, il giorno precedente non era andato a lavoro per
il maltempo mentre nella corrente giornata, durante la quale stanno appunto per mettere a
segno l’ennesimo colpo, essendo uscita una bella giornata, FORTUGNO è dovuto andare a
lavoro “lo deve rintracciare Vincenzo o lo rintraccio io no, quando comincia ad uscire dal
bosco … vedi, ieri che c’era il cattivo tempo a casa, oggi disgrazia amara è uscita la giornata e
lo ha fatto andare a lavorare..”. Effettivamente si rappresenta che, all’epoca dei fatti,
emergeva dall’attività tecnica che il FORTUGNO lavorasse su alcuni cantieri 213 per il
208
209
210
211
212
213
Procedimento Penale 1872/12 RGNR DDA - RIT 670/12 DDA linea 4895 sistema SIO Integra.
Progressivo 580 (vedasi allegato 7 capitolo 2) e Progressivo 581 (allegato 25 capitolo 4) RIT 670/12 PP
1872/12 RGNR DDA.
Procedimento Penale 1872/12 RGNR DDA - RIT 670/12 DDA.
Progressivo 582 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (vedasi allegato 8 capitolo 2).
Progressivo 589 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (vedasi allegato 9 capitolo 2).
Da un controllo in BB DD INPS FORTUGNO Vincenzo nel corso dell’anno 2012 per i mesi di Marzo, Aprile
e Maggio, ha percepito reddito da lavoro dipendente dalla SGF I.N.C. Gruppo IMPREGILO spa, con sede a
Milano in via DEI MISSAGLIA edif. A /397, la cui attività precipua è l’edilizia specializzata. La
IMPREGILO è capofila tra le aziende impegnate nei lavori di ammodernamento dell’autostrada A3 Salerno Reggio Calabria. FORTUGNO Vincenzo in sede di udienza di convalida nel giudizio direttissimo instaurato
a seguito del suo arresto del 23.05.2012, dichiarava di essere dipendente della ditta SGF.
139
rifacimento dell’autostrada dove, in caso di condizioni meteo avverse, evidentemente gli
operai non si recano a lavorare.
A conferma delle ipotesi investigative e della stabilità e continuità del gruppo criminale, si
registra una conversazione 214 dalla quale è evidente che ZAMPAGLIONE e gli altri hanno
effettuato una rapina alla quale ha preso parte non solo Teodoro MORO, ma anche “Mico”
BATTAGLIA.
ZAMPAGLIONE, MURINA e PICCOLO pianificano un’altra azione da portare a compimento
nei confronti di un intero nucleo familiare 215, mentre ZAMAPAGLIONE racconta 216 di
un’ennesima rapina consumata in danno di una persona anziana “non gli abbiamo lasciato
niente lo stesso … quelle sono belle guarda, quelle sono belle … gli abbiamo preso due, una
pistola e tutto l’oro … 50 euro a lui addosso, un assegno di 1500 euro ed abbiamo dovuto
bruciarlo”.
Alla lista dei malviventi si aggiunge anche Gianni, che ZAMPAGLIONE indica 217 assieme a
Teodoro MORO tra i partecipanti ad un’altra azione nella quale hanno prelevato un
armadietto metallico “che poi li abbiamo spaccati e li abbiamo buttati, madonna mia
suonavano tutti quei telefonini che non si capiva niente, mannaggia la marina, c’era quello
Gianni, TAC, TAC, TAC, TAC, TAC, Teodoro ne ha dimenticato uno in tasca e qua minchia
pensavamo che era il coso allarmato … l’armadietto, quando suonava, perché dove cazzo
era, i telefoni li avevamo buttati tutti ed invece Teodoro si era dimenticato di averne uno in
tasca”, mentre in un’altra conversazione 218 si parla di compiere un furto anche in un’altra
una villa all’interno della quale è presente una camera blindata “qua c’è un’altra villa con
una camera blindata si, come so io è sola, solissima proprio, c’è una casa che penso, da qua
a quel traliccio la fuori”.
Di Gianni si parla nuovamente in altre conversazioni 219, quando ZAMPAGLIONE chiama
Gianni al telefono per invitarlo ad unirsi a loro nella rapina che debbono compiere.
In queste conversazioni, emerge chiaramente come gli interlocutori utilizzino, nel corso delle
conversazioni telefoniche, volutamente un linguaggio criptico parlando di organizzare delle
“mangiate” a base di carne di capra, mentre in realtà reale motivo dell’incontro è finalizzato
alla commissione di furti e rapine. Ecco infatti che proprio mentre il gruppo sta per mettere
214
215
216
217
218
219
Progressivo 590 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (vedasi allegato 45 capitolo 2).
Progressivo 591 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 26 capitolo 4).
Progressivo 592 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 27 capitolo 4).
Progressivo 593 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 46 capitolo 2).
Progressivo 596 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 28 capitolo 4).
Progressivi 631 (vedasi allegato 14 capitolo 2) e 632 (vedasi allegato 15 capitolo 2) RIT 670/12 PP 1872/12
RGNR DDA.
140
in atto un altro colpo, lo ZAMPAGLIONE contatta Gianni e chiedendogli se anche lui vuol
prendere parte alla “mangiata” che porteranno a termine a breve “Sempre con queste cazzo
di pecore … ma il telefono non ce l’hai di dietro che ti avevo telefonato prima … ah … ha
tagliato la linea … e mannaia la madosca! … e senti un attimo non è che stasera scendi per
Reggio per portare 4 ricotte ?… e perché … e si ci vogliamo mangiare una bella capretta…
per le 19, 19:30, 20, non è che abbiamo problemi … per le 21… le 21:00, le 21:30 ?… eh lo
devo sapere … se tu mi dici che ti sbrighi, io ti spiego la strada che devi fare, perché io sono
già qua che stiamo cucinando … e ti dico la strada che devi fare … e ci incontriamo sulla
strada direttamente e poi ti faccio vedere … è una bella capretta guarda … hanno vino
buono pure !… hou mi senti ? eh … tu devi sapere … se riesci … eh … eh … eh … eh e quando
? ah sta scassando ? e va bene, andiamo e la troviamo al lavoro … andiamo domani …
dopodomani, ma ti ho detto che aspettavo a te che chiamassi … eh … e vedi quando è la che
andiamo … e non ci rispondere lascia stare … quella (inc) va bene, va bene … va benissimo,
vedi se ti puoi liberare va bene … eh … e prima che parti tu mi telefoni … perché dove sono,
non so se prende il telefono se non prende non lo so ! se non prende il telefono vuol dire che
niente … penso di si … eh … mi fai lo squillo che ti chiamo io e ti dico dove devi uscire, va bò …
ho capito … va bò, se non ti sbrighi non fare nessuno squillo e ci sentiamo domani … ti ho
detto si, non ti preoccupare tranquillo, tranquillo che andiamo … e te lo avevo detto che
aspettavo a te io … e va bene ci sentiamo domani allora … cerca di sbrigarti … e cerca …
guarda se ti sbrighi ci scialamo, ma ci scialamo davvero, che c’è una bella compagnia … che
c’è organetto e tamburello, ci saliamo (ndr, non ci conteniamo) guarda, ci ubriachiamo penso
tutti … va benissimo, ok, va bè… ciao ciao … ”
Quella oggetto di analisi è una serie di progressivi che compongono una lunghissima
conversazione ambientale 220 che viene registrata tra MURINA, PICCOLO, ZAMPAGLIONE e
MORO mentre gli stessi stanno attendendo le condizioni ottimali per entrare in azione e
compiere l’ennesima rapina. Gli stessi non disdegnano di pianificare altre rapine da portare
a compimento e nel contesto emerge la perfetta conoscenza da parte di ZAMPAGLIONE e
di MORO di numerosissimi altri obbiettivi da andare a colpire.
In particolar modo il MORO, fa riferimento a due possibili obbiettivi consistenti nelle
abitazioni di un tale detto “CIAPPA” 221 e quella di un altro detto “FADDEDDA”, che dista “in
linea d’aria 500 mt da queste due vecchiette” (abitazione familiare VADALÁ c/da
CASTANEA).
Successivamente 222, il soggetto di nome Gianni, che ZAMPAGLIONE in precedenza aveva
220
221
222
Progressivi dal 636 al 644 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegati 29,30,31,32,33,34,35,36,37 capitolo
4).
Progressivo 639 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA.
Progressivo 644 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA.
141
chiamato al telefono per invitarlo ad unirsi a loro, viene indicato con l’appellativo di
“CIOCCHI”. Anche quest’ultimo, si evince chiaramente essere un componente stabile del
gruppo criminale, tanto che quando il MORO chiede allo ZAMPAGLIONE delucidazioni circa
l’assenza del “CIOCCHI”, questi lo rassicura del fatto che CIOCCHI, contattato al telefono
avrebbe riferito di essere impegnato ma che se fosse riuscito a liberarsi avrebbe certamente
raggiunto il gruppo per unirsi a loro nell’azione criminale “.. vabbè che non ci vuole niente che
arrivi CIOCCHI …. ora era - ringatu - (arrivato) lui, se riesce a liberarsi ….. ZAMPAGLIONE: gli
ho detto io, ha detto lui per le sette ti prende il telefono, gli ho detto io, penso di si, per le
sette lui mi fa lo squillo …”
Nella parte conclusiva della conversazione, emerge altresì che MORO ha portato a
compimento un’altra rapina in danno di un anziano al quale, dopo averlo immobilizzato a
letto, ha preso un fucile ed una pistola.
La spregiudicatezza e la totale assenza di scrupoli del gruppo criminale emerge anche dal
fatto che gli stessi non disdegnano di colpire anche persone che conoscono e che quindi
potrebbero a loro volta riconoscere i rapinatori; significativa è difatti la circostanza che il
MORO asserisce che è meglio che lui rimanga in macchina in quanto amico di vecchia data
con le due persone anziane che dovranno rapinare e che quindi potrebbero riconoscerlo
“perché, ancora ancora sua madre che mi ha visto crescere a me, sua madre e suo padre, ma
avendo l’età … magari la fisionomia degli occhi non sa ... ma suo figlio se mi guarda pure a
100 metri mi conosce lui mi conosce, mi conosce il bastardo”.
Nel corso della conversazione poi, il gruppo fa riferimento ad altre decine di rapine portate
a termine, esternando la loro predilezione a colpire persone anziane in quanto “prede più
facili”, come la volta in cui il MORO riferisce di aver rapinato un anziano e di averlo sorpreso
addirittura nel letto mentre la vittima dormiva “ce ne sono vecchietti … inc … in un
vecchietto solo … si è coricato ed ha lasciato la chiave nella porta.. si coricava e lasciava la
chiave nella porta, che la lasciava dietro la porta … e l’ho beccato nel letto, l’ho beccato nel
letto, gli ho preso il fucile, la pistola nel comodino, senza un centesimo, i soldi …”.
Il trio discute 223 di mettere a segno nuovi colpi, cercando però di muoversi mantenendo un
basso profilo. La conversazione prosegue sullo stesso piano e, discutendo dell’altro complice
MORO Teodoro, MURINA e ZAMPAGLIONE lo indicano come “una persona seria e di loro
gradimento”. ZAMPAGLIONE riferisce che MORO ha sempre fatto questo tipo di cose e che
ha le spalle coperte da un “suo fratello che la comanda”, facendo evidente riferimento al
fatto che il germano è inserito in posizione di vertice all’interno della locale cosca di
‘ndrangheta.
223
Progressivo 647 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (vedasi allegato 1 capitolo 4).
142
Nel corso della stessa conversazione, emerge parimenti che MURINA è interessato
all’acquisto di sostanza stupefacente volgarmente detta “erba” e che ZAMPAGLIONE,
essendone coltivatore, è in grado di potergliene fornire a breve termine anche 500, 600, 700
chili “… non ti preoccupare, se esce quella, se si fa quella guarda, se si fa quella mi basta
che si faccia la metà, … la metà neanche, un quarto basta, un quarto ce n’è penso 500, 600,
700 chili …”.
Nella conversazione emerge inoltre la costante disponibilità di armi da parte del gruppo,
tant’è che nella circostanza, quando ZAMPAGLIONE apprende che nessuno ha portato con sé
neanche una pistola inizia ad imprecare, poiché afferma che lui aveva la pistola ma di non
averla portata perché non pensava che nessuno ne portasse almeno una “e poi neanche
pistole abbiamo addosso … no, ma io ce l’ho per là, ma so i cazzi che non porti niente
completamente mannaggia a … imprecazione …”.
MURINA e ZAMPAGLIONE parlano poi del MORO e della sua consolidatissima esperienza nel
compiere rapine, specificando che lo stesso predilige l’utilizzo di armi da taglio “ma vedi che
lui è da una vita!… è da una vita … lui … inc … lui sai come entra, solo e sempre con i coltelli,
solo con i coltelli, basta … e lui sempre, l’ottanta per cento, una volta sempre solo andava,
solo solo … solo, lui lo vedi, partiva così quando non lavorava, partiva durante il giorno
così, si buttava qua a terra nascosto bene, quando … inc … ZACCHETE”, ribadendo infine che
il MORO ha un fratello organico alla ‘ndrangheta nella sua organizzazione territoriale
denominata cosca SERRAINO “della montagna” “ha diversi fratelli … ne ha uno che la
comanda un fratello di la sopra”.
Nel proseguo della lunga conversazione 224, viene chiaramente ribadito che del gruppo fanno
parte “Mico” BATTAGLIA, MORO Teodoro, Giovanni “CIOCCHI” e Vincenzo ed emerge che
per compiere le azioni, spesso veniva impiegata la JEEP di BATTAGLIA Domenico Demetrio.
Quest’ultimo dato appare di notevole valenza investigativa atteso che BATTAGLIA Domenico
Demetrio è effettivamente proprietario di una Jeep Marca Opel modello FRONTERA di colore
verde targata AV430JT. Che il gruppo fosse dedito in modo continuativo e duraturo a
compiere rapine e furti in abitazione è dimostrato inoltre da un’altra rapina, perpetrata in
data 16 maggio 2011 in cui, certamente vi ha partecipato il BATTAGLIA. Dalla relativa
segnalazione con cui viene descritto il fatto reato, si legge: “16 MAGGIO 2011. ORE 22:00
CIRCA, IN REGGIO CALABRIA, FRAZIONE DI PELLARO, MILITARI INTERVENIVANO IN VIA
CAMPICELLO 29 OVE POCO PRIMA TRE INDIVIDUI TRAVISATI DA PASSAMONTAGNA, DI CUI
224
Progressivi 648 (allegato 38 capitolo 4), 650 (vedasi allegato 20 Capitolo 2) e 660 (allegato 39 capitolo 4)
RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA.
143
UNO ARMATO DI PISTOLA, DOPO ESSERSI INTRODOTTI ALL’INTERNO DELL’ABITAZIONE DI
PROPRIETÁ DI CAMPOLO MARCO (RC 04.09.1937) LO DERUBAVANO DI 200 EURO IN
CONTANTI, DILENGUANDOSI PER LE VIE LIMITROFE A BORDO DI UNA OPEL FRONTERA DI
COLORE VERDE METALIZATO”.
Altro elemento che dimostra la stabilità nonché la meticolosa organizzazione del gruppo
criminale, emerge da un altro tratto della conversazione 225 nella quale si capisce chiaramente
che i criminali sono dotati di apparati per le comunicazioni del tipo walkie talkie utilizzato
dal gruppo per segnalarsi vicendevolmente l’eventuale arrivo di auto sospette o di forze
dell’ordine.
MURINA chiede 226 se vi sono altri luoghi ove poter colpire e MORO fa loro da “Cicerone”,
cosa che si ripete anche in altre conversazioni 227.
In un’altra conversazione 228, MORO Teodoro e MURINA Massimo affrontano una discussione,
citando alcuni personaggi di rilievo del mandamento tirrenico della ‘ndrangheta. Li citano
non soltanto per nome ma anche per soprannome, a dimostrazione della perfetta
conoscenza delle dinamiche territoriali della ‘ndrangheta e dei personaggi che ve ne fanno
parte. Nello specifico, fanno riferimento a Ciccantonio “Brachetta”, che si identifica in
GIOFFRÈ Francesco Antonio, nato a Sinopoli il 20.01.1921, inteso "Brachetta", assassinato in
un agguato di tipo mafioso portato a compimento da killer armati di “lupara” sulla statale
che da Bagnara conduce in Aspromonte, “capo bastone” di Sinopoli.
La spregiudicatezza, il disprezzo per la vita altrui, la ferocia che determina la volontà di agire
dei consociati, viene perfettamente alla luce in un altro tratto della conversazione 229, quando
sempre ZAMPAGLIONE racconta di un colpo effettuato assieme a “CIOCCHI” e MORO, nel
corso del quale hanno selvaggiamente picchiato la vittima, una donna di 80 anni: “Compare
MORO, ancora le mani come sono?… ditegli quella femmina che ha 80 anni ….loro non sono
stati capaci di legargli neanche i piedi e le mani, io gli giravo la mano per aiutarli…. non è
stato verso, ditegli come faceva pero, lei buttata a terra, calci, calci.. ti dico l’abbiamo
macinata, otto giorni in ospedale ….. ad un certo punto ha guardato per terra ed ha visto
oltre un litro e mezzo di sangue, pertanto, hanno deciso di andare via portando con loro
quello che avevano preso”.
225
226
227
228
229
Progressivo 658 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (vedasi allegato 26 Capitolo 2).
Progressivo 659 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 40 capitolo 4).
Progressivi 664 (allegato 41 capitolo 4) e 665 (allegato 42 capitolo 4) RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA.
Progressivo 671 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 43 capitolo 4).
Progressivo 689 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (vedasi allegato 47 capitolo 2).
144
L’inaudita violenza adoperata nei confronti delle vittime che, di volta in volta, vengono
rapinate, pare sia un elemento costante nelle azioni criminali poste in essere dallo scellerato
gruppo.
Nel corso di un’altra conversazione 230 ambientale infatti lo ZAMPAGLIONE, descrivendo il
suo modus operandi, la descrive come fase fondamentale di ogni rapina per poter avere
immediatamente il controllo sulle vittime “… Quando si vedono presi in quella maniera sai
come fanno, come i gattini … quando si va avvicinando qualcun altro - PAM addosso,
buttati a terra, butta sangue! - ahi voglia che vadano, non ti dico nella testa.. nelle gambe,
nella schiena, ma una botta che si senta però”. In seguito, discutono 231 di organizzare un
altro colpo presso l’abitazione di un fabbro sita a Masella, frazione del Comune di Montebello
Jonico, in merito alla quale, essendo dotate di resistenti inferriate costruite dallo stesso
fabbro, ipotizzano di accedervi sfondando una parete.
MORO racconta 232 di un’altra rapina compiuta con “Mico” BATTAGLIA, nella quale, dopo
avere legato le vittime, BATTAGLIA ha esclamato: “e che ti vuoi fare la fotografia, ti sei
messo in posizione”. A seguire, il gruppo discute 233 delle conseguenze che potrebbero
derivare dalle loro azioni, qualora venissero arrestati e tutti temono che venga loro
contestato il reato di sequestro di persona.
Nelle conversazioni, risalta la figura di ZAMPAGLIONE che assurge a “dominus” del gruppo e
che assieme a MORO appare il più tenace ed avvezzo a compiere queste azioni anche
attraverso l’utilizzo di armi da fuoco e da taglio, come pugnali ed accette, dato questo
pienamente confermato anche dalla perquisizione effettuata in occasione dell’arresto a
carico dei tre, avvenuto in data 23 maggio 2012, circostanza in cui, venivano rinvenuti a
bordo del pick up di MORO, un coltello a serramanico con manico in legno, un pugnale tipo
subacqueo ed un’accetta con manico in legno.
Sulla scorta di questi elementi venivano prese in considerazione le rapine compiute nel corso
degli anni 2011 e 2012, individuandone tre 234 che per caratteristiche attuative corrispondono
a quelle perpetrate dagli odierni indagati. Sempre con riferimento all’utilizzo delle armi,
230
231
232
233
234
Progressivo 597 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 11 capitolo 2)
Progressivi 691 (allegato 44 capitolo 4) e 692 (allegato 45 capitolo 4) RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA.
Progressivo 698 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 46 capitolo 4).
Progressivi 699 (allegato 47 capitolo 4), 700 (allegato 48 capitolo 4) e 701 (vedasi allegato 30 capitolo 2) RIT
670/12 PP 1872/12 RGNR DDA.
Il 17.07.2011 due individui col volto coperto di cui uno armato di fucile a canne mozze e l’altro di coltello a
serramanico rapinavano i coniugi VIGLIANITI Candeloro nato a Reggio Calabria il 31.01.1932 e POLIMENI
Francesca nata a Reggio Calabria il 19.01.1939, residenti a Pellaro di Reggio Calabria alla via Vico FOTI n.
7. Il 02.12.2011 veniva consumata la rapina in danno di MARINO Santo di cui si è sopra detto (Allegato 64
Capitolo5). Il 13.01.2012, un individuo col volto travisato da passamontagna ed armato di coltello, rapinava
CARACCIOLO Francesco nato a Reggio Calabria il 05.05.1944 e la madre BOSURGI Carmela nata a
Reggio Calabria il 12.03.1920, entrambi residenti in via ARANGEA n. 57. Si allegano le segnalazioni
(allegato 49).
145
continuando nel suo racconto, ZAMPAGLIONE asserisce di girare spesso e volentieri armato
“io se non ho a Caterina (pistola) di dietro, ieri a Pellaro con il canne mozze … imprecazione
… quello si che faceva impressione”, aggiungendo che, laddove le cose dovessero
degenerare, non si farebbe alcuno scrupolo ad utilizzare le armi “se uno prende a fare …
almeno lo tira, si deve difendere poi una persona per davvero, se deve andare male che
vada male, vaffanculo … oh, un’arma è sempre un’arma”.
(…)
CAPITOLO IV
PARAGRAFO VI
LE RIUNIONI A CASA DI ZAMPAGLIONE
In data 09.05.2012, dall’attività tecnica posta in essere in seno al procedimento penale
2254/12 RGNR DDA, emergeva che, nel corso del pomeriggio, presso l’abitazione di
ZAMPAGLIONE Giuseppe sita alla via San Sperato n. 72, si sarebbe tenuto un incontro, al
quale avrebbero dovuto partecipare ZAMPAGLIONE Giuseppe, MORO Teodoro, FORTUGNO
Vincenzo (tratti in arresto da questo Nucleo in data 23.05.2012) ed altre persone allo stato
rimaste ignote.
Alle ore 18:05, ZAMPAGLIONE comunica 235 a MORO di recarsi a casa sua. Immediatamente
dopo chiama 236 FORTUGNO per dirgli che ha urgente bisogno di vederlo, da solo, per potergli
parlare “perché c’è un discorso che devi essere presente … obbligatorio”. FORTUGNO lo
informa di non potersi liberare prima delle 19:20 e ZAMPAGLIONE gli chiede di fare prima
possibile, dicendogli che nell’attesa cercherà di prendere tempo con le altre persone che li
attendono. Trascorrono una manciata di minuti ed ecco che MORO informa 237
ZAMPAGLIONE che a breve lo raggiungerà a casa. Identica cosa accade poco dopo per
FORTUGNO che chiama 238 ZAMPAGLIONE per informarlo che sta per raggiungerli a casa di
questi. Nel corso della telefonata, ZAMPAGLIONE, parlando al plurale, gli dice che lo stanno
aspettando “e va bò non ti preoccupare, siamo qua a casa… allora lascia che faccio una
telefonata, ciao”.
(…)
Per riscontrare quanto appreso dalle intercettazioni telefoniche, nella stessa
giornata del 9.05.2012 personale del Reparto Operativo Nucleo Investigativo effettuava un
235
236
237
238
Progressivo 203 RIT 871/12 PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 64, capitolo 4).
Progressivo 204 RIT 871/12 PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 65, capitolo 4).
Progressivo 206 RIT 871/12 PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 66, capitolo 4).
Progressivo 207 RIT 871/12 PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 67, capitolo 4).
146
servizio di osservazione (allegato 68, capitolo 4) innanzi all’abitazione di ZAMPAGLIONE
Giuseppe, dove, tra le ore 19:15 e le 19,35, venivano notate, fra gli altri veicoli parcati sulla
pubblica via (riportati nell’annotazione di servizio), le seguenti autovetture:
o BMW 320D targata CW145KL intestata a ZAMPAGLIONE Giuseppe,
o AUTOBIANCHI Y10 targata RC494299 intestata a FORTUGNO Vincenzo,
o FORD Fiesta targata CW669TN intestata a BRUZIO Antonella (moglie di
ZAMPAGLIONE Giuseppe),
o FIAT Fiorino tipo Pick Up targato AC828LH, utilizzato da MORO Teodoro.
Dal quadro indiziario fin qui ricostruito, emerge con tutta evidenza l’esistenza di un
gruppo di persone associate tra loro allo scopo di commettere un programma
indeterminato di delitti contro il patrimonio, quali furti e rapine.
I membri della compagine criminale si conoscono tra di loro, utilizzano un comune
linguaggio criptico, si tengono in contatto e si incontrano periodicamente presso le
abitazioni degli organizzatori, dispongono di un cospicuo numero di armi e di attrezzatura
strumentale alla commissione dei delitti (passamontagna, guanti, walkie talkie), si
ripartiscono la refurtiva, avvalendosi, fino all’arresto di BATTAGLIA, del capanno di questi
per nasconderla in attesa di rivenderla.
…”
Le conversazioni passate in rassegna nella parte della richiesta dedicata agli
elementi indiziari significativi dell’esistenza dell’associazione per delinquere,
valutate unitamente alle considerazioni operate in precedenza ed alle conclusioni
cui si è pervenuti in merito ai gravi indizi di colpevolezza riguardanti i singoli
delitti – fine, permettono di ritenere fondata la contestazione di cui al capo
A), denotando chiaramente la sussistenza di una struttura rispondente alle
caratteristiche tipiche del reato di cui all’art.416 C. p..
Orbene, tale fattispecie si connota per tre elementi fondamentali
1. il vincolo associativo tendenzialmente permanente, o comunque stabile,
destinato a perdurare anche oltre la realizzazione dei reati programmati,
2. l’esistenza di una struttura organizzativa, sia pur minima,
3. l’indeterminatezza del programma criminoso.
Quanto al primo, secondo costante interpretazione dottrinale e giurisprudenziale,
l’associazione presuppone un preventivo accordo almeno fra tre persone,
147
implicante l’insorgere di un vincolo permanente fondato sulla
consapevolezza di ciascun associato di far parte del sodalizio e di
partecipare, con contributo causale, alla realizzazione di un duraturo
programma criminale (cfr. Cass., Sez. VI, 12 ottobre 1998, n.10725).
Non è, peraltro, necessario che il vincolo associativo abbia carattere di
assoluta stabilità, essendo, al contrario, sufficiente che non sia circoscritto a
priori alla consumazione di uno o più reati predeterminati (Cass., Sez. I, 12
gennaio 1990, n.134). Infatti, Cassazione, Sez. 2, Sentenza n. 19917 del
15/1/2013 Ud. (dep.9/5/2013), Rv. 255914, evidenzia che, ai fini della
configurabilità del reato di associazione per delinquere non è necessario che il
vincolo associativo assuma carattere di assoluta stabilità, essendo sufficiente che
esso non sia a priori e programmaticamente circoscritto alla consumazione di
uno o più delitti predeterminati, in quanto l'elemento temporale insito nella
nozione stessa di stabilità del vincolo associativo non va inteso come necessario
protrarsi del legame criminale, occorrendo soltanto una partecipazione
all'associazione pur se limitata ad un breve periodo.
Si
precisa,
ancora
[Cassazione,
Sez.
3,
Sentenza n.
20921
del
14/3/2013
Cc. (dep. 15/5/2013), Rv. 255776], quanto al momento costitutivo del sodalizio, che,
in tema di associazione per delinquere, la esplicita manifestazione di una
volontà associativa non è necessaria per la costituzione del sodalizio, potendo
la consapevolezza dell'associato essere provata attraverso comportamenti
significativi che si concretino in una attiva e stabile partecipazione. Nell'ambito
dei fenomeni plurisoggettivi penalmente rilevanti, quello associativo, infatti, si
qualifica per essere un accordo di carattere "aperto". Lo scopo comune, oggetto
dell'incontro di volontà, consiste nel programma di commettere, cogliendo le
opportunità che, via via, si presentano (esattamente come nel caso in esame), una
pluralità indefinita di reati, sia pure dello stesso genere, di modo che "è
sufficiente una organizzazione minima perché il reato si perfezioni” (ex multis:
Sez. 6, 13.12.02, Allegri, Rv. 223417; Sez. 6, 14.2.01, Allegri Rv. 218953).
Sicché si comprende perché l’esplicita manifestazione di una volontà associativa
non è necessaria per la costituzione del sodalizio e la consapevolezza
dell'associato non può che essere provata attraverso comportamenti significativi
che si concretino in una attiva e stabile partecipazione (Sez. 5, 24.9.98, Burglo,
Rv. 213978).
148
Passando al secondo profilo, per la configurabilità del reato associativo, è
necessaria, ma anche sufficiente, una semplice e rudimentale predisposizione
di mezzi, anche priva della distribuzione gerarchica delle funzioni (Cass.,
Sez. I, 10 aprile 2003, n. 17027), non richiedendosi una specifica e complessa
organizzazione in tal senso e neppure l’esistenza di un rapporto di
subordinazione nonché la presenza di un capo. Infatti, Cassazione, Sez. 2,
Sentenza n. 20451 del 3/4/2013, dep. 13/5/2013, Rv.256054, evidenzia che, ai
fini della configurabilità del delitto di associazione per delinquere, è necessaria
la predisposizione di un'organizzazione strutturale, sia pure minima, di
uomini e mezzi, funzionale alla realizzazione di una serie indeterminata di
delitti, nella consapevolezza, da parte di singoli associati, di far parte di un
sodalizio durevole e di essere disponibili ad operare nel tempo per l'attuazione
del programma criminoso comune.
L’associazione, infine, deve avere di mira la commissione di una serie
indeterminata di reati, con la conseguenza che la fattispecie di cui all’art.416
C. p. non può ritenersi integrata qualora la compagine si prefigga, come
anticipato, esclusivamente la realizzazione di uno o più delitti specifici.
Altro elemento da non trascurare nella valutazione del reato in esame è il tratto
differenziale rispetto al concorso di persone, nel quale l’accordo è circoscritto
alla commissione di uno o più reati singolarmente individuati, mentre
l’associazione per delinquere è caratterizzata da una struttura nei termini sopra
delineati, diretta all’attuazione di un più vasto programma criminoso, per la
commissione di una serie indeterminata di delitti, assumendo un carattere
permanente che prescinde dall’effettiva commissione dei singoli reati
programmati.
Orbene, la sussistenza, nel caso in esame, di un vero e proprio sodalizio diretto
alla commissione di un numero indeterminato di reati contro il patrimonio
e, in particolare, di rapine e di furti, appare confermata dalle emergenze
allo stato compendiate in atti. In tal senso, infatti, depongono univocamente:
- la sconfortante molteplicità degli episodi criminosi accertati nel
presente procedimento (cui, ovviamente, si aggiunge il furto a carico del
Canale Antonio, già oggetto di accertamento giudiziale);
149
- il comune operare dei sodali e la predisposizione di mezzi più che
adeguati [connessi all’ampia disponibilità di armi e di ogni altro
strumento di minaccia o coercizione necessario all’esecuzione degli
efferati reati, all’utilizzo di autovetture (come la jeep del Battaglia e non
solo) per il raggiungimento dei luoghi ove commettere i delitti, alla
disponibilità di un’abitazione, quella dello Zampaglione, per le riunioni
dei sodali, a quella di uno stabile, nella disponibilità del Battaglia, ove
poteva essere celata, in attesa di essere ricettata, parte della refurtiva (non a
caso, infatti, una delle persone offese dei reati per cui si procede ha riconosciuto beni
ad essa sottratti tra quelli posti in sequestro presso la pertinenza della dimora del
predetto; ivi, ancora, si trovava il ciclomotore T – MAX sottratto presso la dimora
riconducibile a Lo Giudice Luciano durante l’amministrazione giudiziaria)];
- i ruoli dei partecipi (alcuni sodali, dopo che erano state accuratamente
ricercate le vittime ed erano stati eseguiti gli appostamenti necessari a
studiare il teatro dei fatti e le abitudini delle stesse, entravano all’interno
delle loro dimore, spogliandole dei loro averi, dopo aver usato, secondo
modalità ripetitive e, al contempo, sempre efficaci, minaccia e violenza; in
altri casi, invece, al sopralluogo faceva seguito il furto commesso in
luoghi di privata dimora; frattanto, altri individui del gruppo, sempre
seguendo le medesime modalità operative, rimanevano appostati nei pressi
della dimora “visitata” dai complici per segnalare eventuali pericoli ed
essere pronti a recuperarli, unitamente alla refurtiva, una volta compiute le
azioni criminose);
- una certa fungibilità dei vari soggetti coinvolti nel sodalizio (capaci di
surrogarsi tra loro nel porre in essere le condotte dirette al conseguimento
dell’illecito, come denota la diversità di compiti talora svolti – si pensi alle
differenti mansioni del Moro: quando spietato esecutore delle rapine,
quando basista delle condotte criminose –);
- la chiarissima programmazione di molteplici condotte delittuose (ed
anche di ulteriori rispetto a quelle individuate nel corso dell’attività
investigativa).
Quanto sopra permette di ritenere confermata la sussistenza di un vero e proprio
pactum sceleris e della affectio societatis tra gli indagati per cui v’è richiesta,
dal momento che gli stessi, organizzatisi nel modo predetto, non hanno
150
limitato la commissione dei reati ad un determinato lasso di tempo ma
hanno proseguito l’organizzazione, la preparazione e, quindi, la
commissione delle condotte delittuose per un arco temporale sicuramente
rilevante, senza mostrare, di fatto, alcuna resipiscenza. Non si versa, pertanto, in
ipotesi di concorso in reato continuato ma in quella della organizzazione e
predisposizione di uomini e mezzi per la commissione di una quantità non
predeterminata di reati nel corso del tempo.
Sul piano soggettivo, poi, non è necessario che sia intervenuto – come si diceva
sopra – un patto espresso, essendo sufficiente che tutti gli associati siano portati
ad operare, anche in assenza di un accordo, in base alla consapevolezza che
tutte le attività proprie e altrui ricevano vicendevole sussidio e che insieme
contribuiscano ad attuare il programma di attività delinquenziale. E quanto
richiesto si invera certamente nelle condotte criminose poste in essere dai sodali.
Tanto premesso, se le indagini focalizzano, con ricchezza di particolari, un
ridotto arco temporale di piena operatività del gruppo, quello che va dalla rapina
di Cardeto del 17/4/2012 all’arresto di Zampaglione, Moro e Fortugno, per il
furto ai danni di Canale Antonio, in data 22/5/2012 [fatto che certamente ha rallentato
l’operatività del gruppo (ma non ha paralizzato l’attività dei singoli)], come ben osserva il
P. M. nella richiesta, ciò non incrina lo spessore di stabilità acquisita dal gruppo
ed il suo carattere organizzato. Alla luce di quanto emerso in sede di attività
tecnica, infatti, ben si comprende la pericolosità e perniciosa professionalità dei
prevenuti nel settore delle rapine e dei furti in luoghi di privata dimora.
Ebbene, assolutamente rilevante in tal senso è la lunga conversazione tra
presenti, captata sulla Fiat Palio in uso a Murina Massimo il 17/4/2012, in
occasione della quale gli interlocutori, inconsapevolmente, offrono una serie di
dati circa le plurime condotte delittuose di cui si sono resi protagonisti. Trattasi,
infatti, di informazioni che hanno permesso, sulla base dei riscontri individuati
dalla P. G., di far risalire la piena operatività del gruppo quanto meno al 15
maggio 2011, data della rapina ai danni di Campolo Marco, con l’emergere, già
in questa fase, della molteplicità dei contatti tra Battaglia Domenico
Demetrio, Cilione Giovanni e Berlingeri Damiano Roberto.
Nemmeno l’arresto di uno dei principali partecipi dell’associazione, Battaglia
Domenico Demetrio, il quale forniva un apporto logistico significativo, ha avuto
151
funzione di controspinta alla pulsione delinquenziale dei prevenuti, come
dimostrano gli episodi criminosi successivi a quell’evento, datato 5/4/2012.
Proprio a tal riguardo, è da rilevare come Murina e Piccolo, nelle fasi
preparatorie della rapina in danno delle Vadalà, discutendo 239 dell’arresto del
Battaglia Domenico, si dimostravano preoccupati che fosse stato condotto presso
la Casa Circondariale di Palmi (e non in quella di Reggio Calabria), ipotizzando
che potesse collaborare. Nel seguito della conversazione, ancora, unitosi a loro lo
Zampaglione, quest’ultimo, per un verso cercava di rincuorare i sodali sulla
fedeltà del Battaglia, per altri versi criticava 240 costui per il comportamento
troppo superficiale tenuto [“ehh, la confortano! doveva pensarci prima lui … doveva
pensare prima … Massimo questa è una stupidaggine”], reputandolo colpevole di non
avere immediatamente restituito quanto rubato, facendo riferimento al tritolo
rinvenuto nel suo possesso, e reputato dagli accoliti la ragione della soffiata che
aveva condotto al suo arresto. Secondo quanto indicano gli stessi indagati,
Battaglia aveva agito con la complicità di un altro uomo di nome Roberto
(successivamente identificato in Berlingeri Damiano Roberto), che conosceva il
posto in cui il tritolo era custodito. Dal tenore della conversazione di cui al
progressivo n. 599, poi, emerge chiaramente che, a conoscenza della vicenda del
tritolo, erano, oltre allo Zampaglione ed al Battaglia, lo stesso Berlingeri ed il
nipote di Battaglia, Porchi Stefano. Peraltro, a riprova dell’intensità del vincolo
criminale, si apprezzi come lo Zampaglione, nell’informare gli altri che il
Battaglia non aveva acquisito i detonatori nella stessa occasione in cui era stato
sottratto il tritolo, dica che, se fosse stato diversamente, lo avrebbe certamente
saputo, in quanto, come lui stesso afferma, tra lui e Battaglia non vi erano
segreti.
Si fa, ancora, riferimento 241, nelle conversazioni intercettate (progr. 600), ad un
problema da risolvere al più presto, e, cioè, a quello del materiale, che si
comprende essere provento di furti e di rapine, che si trovava all’interno di un
capanno/baracca. Tra le res che ivi erano occultate vi era anche uno scooter TMAX, riguardo al quale Zampaglione, che faceva mostra di sapere dove fossero
nascoste tali cose (in quanto, evidentemente, correo del Battaglia nelle varie
239
240
241
Progressivo 572 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 1, capitolo 3).
Progressivo 598 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 2, capitolo 3).
Progressivo 600 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 4, capitolo 3).
152
rapine e furti compiuti), riferiva di aver già mandato “un’ambasciata” alla
moglie del prevenuto arrestato: “allora, io gli ho mandato un’ambasciata che vado pure
io che so bene o male dove sono, li prendo che c’è pure quel TMAX, quelle cose, gli tolgo tutto
di la dentro”. La donna gli avrebbe, quindi, riferito che gran parte delle cose erano
già state prelevate e portate via dal nipote del Battaglia, Porchi Stefano:
circostanza, quest’ultima, confermata dall’analisi del colloquio in carcere del
27/4/2012, nel quale la Schiavone diceva al marito che Stefano le aveva
consigliato di far sparire “il motorino” da sotto il capanno 242. Sempre sul
medesimo tema, poi, si comprende come sia Murina sia Zampaglione
palesassero evidente preoccupazione, atteso che, tra le cose da far sparire al più
presto, vi erano dei passamontagna, questi ultimi sicuramente utilizzati dal
gruppo e che potevano, pertanto, condurre a loro [“sua moglie gli ha detto a questa
qua che è andato già un po’, la maggior parte di cose le ha prese suo nipote, un nipote suo e
243
le ha tolte, che a me interessa che ci sono i passamontagna”]. I tre temevano , ancora,
che Mimmo (il Battaglia), nel collaborare, secondo la loro ipotesi, con la
giustizia, potesse riferire in ordine alle loro responsabilità, augurandosi, al
contempo, che riferisse all’A. G. di avere trovato casualmente il tritolo [“Speriamo
che Mimmo è tranquillo ah si, la Madonna della Montagna! il signore guarda che gli illumini
il cervello e che gli dica di averli trovati”]. Ancora, nel manifestarsi convinti che
l’arresto del Battaglia fosse scaturito, come detto, da una soffiata [“perché quando,
scusa un attimo, ti trovano queste cose e non ti smantellano, non ti perquisiscono tutto?..."li
hanno mandati di sicuro" …."glieli hanno mandati " “e volevano trovare quelle cose
soltanto"… "solo quelli, solo quelli volevano trovare, glieli hanno mandati solo"”],
ipotizzavano che “a fare la spia” fosse stato Roberto, il Berlingeri. Sempre dal
dialogo di cui sopra, poi, emergeva che il posto in cui era custodito quanto
doveva essere fatto sparire si trovava sotto casa di Battaglia e che, tra le cose
custodite, vi sarebbe stato anche un fucile a canne mozze che Zampaglione
affermava di avere trafugato con “Mico”, il Battaglia stesso: “sicuramente, ti dico
una cosa io, guarda qua, allora sotto, c’era un canne mozze e la lo sapeva solo Roberto che
c’era un canne mozze e Mico lo ha preso e quando lo ha preso lo abbiamo preso io e Mico,
che lo abbiamo portato qua a Reggio”.
Murina, ancora, affermava 244 che dovevano prestare attenzione, rischiando di
essere arrestati anch’essi. Ciò che, nel confermare come fossero coinvolti nei
242
243
244
Vedasi al riguardo colloquio in carcere del 27.04.2012, pag. 4 (allegato 4, capitolo 3).
Progressivi 601 e 602 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegati 5 e 6, capitolo 3).
Progressivo 606 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 8, capitolo 3).
153
comuni traffici illeciti, era legato alla convinzione che sulla macchina di Roberto
Berlingeri fossero presenti delle microspie [“li sai cosa è successo, sai cosa è successo
li, che se non stiamo attenti ci prendono pure a noi … c’è Roberto che ha le microspie sulla
macchina”]. Ne consegue che sono sufficienti tali sole affermazioni di Murina,
che trovano concordi gli altri presenti, a rendere edotti del fatto che
Battaglia, Murina, Piccolo, Zampaglione e Berlingeri fossero partecipi di un
unico gruppo criminale.
Altra conferma dell’assunto si ha nella conversazione 245 in cui Zampaglione,
parlando di Roberto, precisava di averlo “mal digerito” dal momento in cui si era
accorto che parlava parecchio al telefono, citando una circostanza in cui, nel bel
mezzo di una rapina, costui aveva commesso l’errore di portare con sé il
cellulare, che era pure squillato, e, ancora, quella in cui si era accorto che riferiva
fatti e circostanze a chiunque incontrasse: “…gli raccontava tutte cose per telefono, per
cose, ma se andavamo a qualche parte … si portava il telefonino, il telefonino pure aperto che
gli suonava mentre eravamo pronti … mannaia alla buttana, ma stiamo scherzando! un
giorno chiedigli come l’ho fatto, che l’avevo ammazzato veramente, buttana, pronti ad agire
suona e lo sentono il telefono le persone e ci inguaiamo noi, ma che cazzo dici! Oltre a quello,
allora, sai perché a me non è mai piaciuto? quando mi sono accorto che con chi si incontrava,
si incontrava, gli nominava le cose … ”.
Per delineare la capacità del gruppo sotto il profilo della detenzione di armi, che
emerge pacificamente dalle intercettazioni, può farsi riferimento anche ad uno
stralcio di conversazione da cui si evince come numerose pistole fossero nella
disponibilità dello stesso: “questo qua avanzava 1000 euro da Roberto e gli ha dato
questo fucile (p’amuri mi scuntinu) per scontare, hai capito ora mi sto ricordando" hai
capito?… ed in più, stava andando a prendersi, dice che ne ha nove(calibro) russe cose, due
fusti pieni"”.
ZAMPAGLIONE affermava, ancora 246, di aver detto a “Mico” Battaglia che
Roberto era uno che non gli piaceva, nonostante fosse stato lui a presentarglielo,
aggiungendo di avere comunque provato a contattarlo, senza riuscirci, per far
spostare le divise custodite sotto casa di BATTAGLIA, atteso che lui ne era a
conoscenza: “… non mi ha mai garbato e non mi garba, e l’altro giorno poi gli volevo
telefonare per vedere dato che lui … lui sa … incomprensibile … gli toglie quelle divise,
quelle cose da la dentro però non puoi dal telefonino, sono andato da una cabina, il telefonino
245
246
Progressivo 607 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 9, capitolo 3).
Progressivo 618 e 619 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA (allegati 20 e 21, capitolo 3).
154
l’aveva chiuso”. Altra dimostrazione, dunque, della disponibilità di mezzi e
strumenti per portare avanti il programma criminoso.
Si richiamano, quindi, alcuni stralci delle conversazioni [progressivi nn. 600 e 601
del 17/4/2012] intercorse tra Murina Massimo e Zampaglione Giuseppe, che
denotano, come si diceva, la preoccupazione per le res di provenienza furtiva
custodite presso la dimora del Battaglia.
600
601
17/04/2012
0:00:17
16:22:05
Autovettura in sosta con a bordo Massimo MURINA, Massimo PICCOLO e
Giuseppe ZAMPAGLIONE.
MURINA: "Quelle cose ora sua moglie glieli spostiamo"
ZAMPAGLIONE: "allora, io gli ho mandato un'ambasciata che vado pure io
che so bene o male dove sono, li prendo che c'è pure quel TMAX, quelle
cose, gli tolgo tutto di la dentro"
MURINA: "certo!"
ZAMPAGLIONE: "sua moglie gli ha detto a questa qua che è andato già un
pò, la maggior parte di cose le ha prese suo nipote, un nipote suo e le ha
tolte, che a me mi interessa che ci sono i passamontagna"
17/04/2012
0:00:34
16:23:09
Autovettura in sosta con a bordo Massimo MURINA, Massimo PICCOLO e
Giuseppe ZAMPAGLIONE.
MURINA: "Speriamo che Mimmo è tranquillo?"
ZAMPAGLIONE: "ah si, la Madonna della Montagna!"
MURINA: "il signore guarda che gli illumini il cervello e che gli dica di
averli trovati"
ZAMPAGLIONE: "e che non vadano più, per dire, però che li tolga, che
tolgano tutte quelle cose da la dentro"
PICCOLO: "si ma a me mi pare pure strano, Peppe"
ZAMPAGLIONE: "guarda io..."
PICCOLO: "perché quando, scusa un attimo, ti trovano queste cose e non ti
smantellano, non ti perquisiscono tutto?"
ZAMPAGLIONE: "li hanno mandati di sicuro"
MURINA: "glieli hanno mandati "
PICCOLO: "e volevano trovare quelle cose soltanto"
MURINA: "solo quelli, solo quelli volevano trovare, glieli hanno mandati
solo"
ZAMPAGLIONE: "sicuramente, ti dico una cosa io, guarda qua, allora
sotto, c'era un canne mozze e la lo sapeva solo Roberto che c'era un canne
mozze e Mico lo ha preso e quando lo ha preso lo abbiamo preso io e Mico,
che lo abbiamo portato qua a Reggio
Rilevano, poi, accanto a queste, altre conversazioni che non solo denotano la
pregressa consumazione di rapine e/o furti ma anche la preparazione di
attività criminose della medesima specie, che i sodali programmavano di
155
portare a compimento in breve tempo, e l’ampia disponibilità di armi. Si pensi,
ad esempio, quanto alla volontà di commettere altre rapine, al contenuto di
conversazione registrata 247 sulla Fiat Palio 248, quando Zampaglione riferiva a
Murina e Piccolo di avere progettato “… un altro lavoro, roba facile, villette
disabitate …” e che, qualora il colpo previsto presso l’abitazione Vadalá fosse
fallito, avrebbero potuto effettuare un sopralluogo per un altro obiettivo. In altra
conversazione 249, poi, emerge che il gruppo capeggiato da Zampaglione aveva
effettuato altre azioni, alle quali aveva preso parte anche Fortugno
Vincenzo, che, dal colloquio, risulta chiaramente essere inserito stabilmente
nell’organizzazione. La figura di Fortugno Vincenzo, poi, veniva nuovamente
evocata quando 250 Zampaglione diceva ai suoi interlocutori di dover rintracciare
Vincenzo per far sì che si unisse a loro.
A conferma della stabilità e continuità dell’operare del gruppo criminale,
poi, è la conversazione 251 che fa comprendere come Zampaglione e gli altri
avessero effettuato una rapina cui aveva preso parte non solo Teodoro Moro ma
anche “Mico” Battaglia.
590
17/04/2012
16:01:10
Auto in sosta, MURINA chiede a ZAMPAGLIONE Giuseppe se quella
si è allarmata e non le hanno preso niente. ZAMPAGLIONE gli
0:00:42
risponde che non si è allarmata mai e che si sono allarmati Mico e
Teodoro e sono dovuti andare via.
Zampaglione, Murina e Piccolo, poi, pianificavano un’altra azione da compiere
nei riguardi di un intero nucleo familiare 252:
Prg
Data Ora
Durata
Sintesi
Autovettura in sosta con a bordo Massimo MURINA, Massimo PICCOLO e
Giuseppe ZAMPAGLIONE.
591
17/04/2012
16:02:33
0:00:26
ZAMPAGLIONE: "la si deve andare dalla fiumara oppure si, ma meglio dalla
fiumara, meglio sempre dalla fiumara, ...andate dalla fiumarella"
MURINA: "quanti sono li dentro hai detto?"
247
Progressivo 580 (vedasi allegato 7 capitolo 2) e Progressivo 581 (allegato 25 capitolo 4) RIT 670/12 PP
1872/12 RGNR DDA.
248
Procedimento Penale 1872/12 RGNR DDA - RIT 670/12 DDA.
249
Progressivo 582 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (vedasi allegato 8 capitolo 2).
250
Progressivo 589 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (vedasi allegato 9 capitolo 2).
251
Progressivo 590 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (vedasi allegato 45 capitolo 2).
252
Progressivo 591 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 26 capitolo 4).
156
ZAMPAGLIONE: "marito, moglie e due bambini piccoli, ...quando arrivi e ti
imboschi la dentro"
MURINA: "certo!"
ZAMPAGLIONE: "stai per i cazzi tuoi, ...quando lui arriva ed entra dentro,
arriva prima sua moglie ed entra lui va a parcheggiare o la mette nel garage, a
secondo, ...quando va entrando lui, l'ultimo che entra"
Altro soggetto indiziato di partecipare al sodalizio, poi, si palesava tale Gianni,
che Zampaglione indicava 253 essere, assieme a Teodoro Moro, tra i
partecipanti ad altra azione nella quale avevano prelevato, addirittura, un
armadietto metallico [“che poi li abbiamo spaccati e li abbiamo buttati, madonna mia
suonavano tutti quei telefonini che non si capiva niente, mannaggia la marina, c’era quello
Gianni, TAC, TAC, TAC, TAC, TAC, Teodoro ne ha dimenticato uno in tasca e qua minchia
pensavamo che era il coso allarmato … l’armadietto, quando suonava, perché dove cazzo era,
i telefoni li avevamo buttati tutti ed invece Teodoro si era dimenticato di averne uno in
254
tasca”]. In un’altra conversazione, poi , si parlava di compiere un furto in una
villa in cui era presente altra camera blindata “qua c’è un’altra villa con una camera
blindata si, come so io è sola, solissima proprio, c’è una casa che penso, da qua a quel
traliccio la fuori”.
Del Gianni di cui si dice si parlava in altri dialoghi 255, quando Zampaglione
chiamava lo stesso al telefono per invitarlo ad unirsi a loro nella rapina che
dovevano compiere.
Autovettura in sosta con a bordo Massimo MURINA, Massimo
PICCOLO e Giuseppe ZAMPAGLIONE.
ZAMPAGLIONE: "qua c'è un'altra villa con una camera blindata"
596
17/04/2012
16:15:32
0:00:19 MURINA: "diciamo, questa è una casa isolata hai detto, come da qua a
la sola per i cazzi suoi"
ZAMPAGLIONE: "si, come so io è sola, solissima proprio, c'è una casa
che penso, da qua a quel traliccio la fuori".
In queste conversazioni, emerge chiaramente come gli interlocutori utilizzassero,
nel corso dei dialoghi telefonici, un linguaggio volutamente criptico, parlando
253
Progressivo 593 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 46 capitolo 2).
Progressivo 596 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 28 capitolo 4).
255
Progressivi 631 (vedasi allegato 14 capitolo 2) e 632 (vedasi allegato 15 capitolo 2) RIT 670/12 PP
1872/12 RGNR DDA.
254
157
di organizzare delle “mangiate”, mentre, in realtà, vero motivo dell’incontro era
la commissione di furti e rapine. Proprio mentre il gruppo stava per mettere a
segno un altro colpo, infatti, lo Zampaglione contattava Gianni, chiedendogli se
volesse prendere parte alla mangiata che avrebbero portato a termine di lì a
poco: “Sempre con queste cazzo di pecore … ma il telefono non ce l’hai di dietro che ti avevo
telefonato prima … ah … ha tagliato la linea … e mannaia la madosca! … e senti un attimo
non è che stasera scendi per Reggio per portare 4 ricotte ?… e perché … e si ci vogliamo
mangiare una bella capretta… per le 19, 19:30, 20, non è che abbiamo problemi … per le
21… le 21:00, le 21:30 ?… eh lo devo sapere … se tu mi dici che ti sbrighi, io ti spiego la
strada che devi fare, perché io sono già qua che stiamo cucinando … e ti dico la strada che
devi fare … e ci incontriamo sulla strada direttamente e poi ti faccio vedere … è una bella
capretta guarda … hanno vino buono pure !… hou mi senti ? eh … tu devi sapere … se riesci
… eh … eh … eh … eh e quando ? ah sta scassando ? e va bene, andiamo e la troviamo al
lavoro … andiamo domani … dopodomani, ma ti ho detto che aspettavo a te che chiamassi …
eh … e vedi quando è la che andiamo … e non ci rispondere lascia stare … quella (inc) va
bene, va bene … va benissimo, vedi se ti puoi liberare va bene … eh … e prima che parti tu mi
telefoni … perché dove sono, non so se prende il telefono se non prende non lo so ! se non
prende il telefono vuol dire che niente … penso di si … eh … mi fai lo squillo che ti chiamo io
e ti dico dove devi uscire, va bò … ho capito … va bò, se non ti sbrighi non fare nessuno
squillo e ci sentiamo domani … ti ho detto si, non ti preoccupare tranquillo, tranquillo che
andiamo … e te lo avevo detto che aspettavo a te io … e va bene ci sentiamo domani allora …
cerca di sbrigarti … e cerca … guarda se ti sbrighi ci scialamo, ma ci scialamo davvero, che
c’è una bella compagnia … che c’è organetto e tamburello, ci saliamo (ndr, non ci
conteniamo) guarda, ci ubriachiamo penso tutti … va benissimo, ok, va bè… ciao ciao … ”
La lunghissima conversazione ambientale 256 registrata tra Murina, Piccolo,
Zampaglione e Moro, mentre aspettavano il momento giusto per entrare in
azione e compiere l’ennesima rapina, fa intendere come essi non disdegnassero
di pianificare altre simili condotte e, dal contesto, emerge la perfetta conoscenza
da parte di Zampaglione e di Moro di numerosissimi altri obiettivi da colpire:
quest’ultimo, infatti, faceva riferimento a due possibili obiettivi, consistenti nelle
abitazioni di un tale “CIAPPA” 257 e di un altro detto “FADDEDDA”, che distava
“in linea d’aria 500 mt da queste due vecchiette” (ovvero dall’abitazione
familiare VADALÁ in c/da CASTANEA). Successivamente 258, il soggetto di
nome Gianni, che Zampaglione, in precedenza, aveva chiamato al telefono per
256
Progressivi dal 636 al 644 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegati 29,30,31,32,33,34,35,36,37
capitolo 4).
257
Progressivo 639 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA.
258
Progressivo 644 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA.
158
invitarlo ad unirsi a loro, veniva indicato con l’appellativo di “CIOCCHI”. Si
evince chiaramente che anche costui era un componente stabile del gruppo
criminale, tanto che quando il Moro chiedeva allo Zampaglione delucidazioni
circa l’assenza di “CIOCCHI”, questi lo rassicurava del fatto che il predetto,
contattato al telefono, aveva riferito di essere impegnato ma che, se fosse riuscito
a liberarsi, avrebbe certamente raggiunto il resto del gruppo: “.. vabbè che non ci
vuole niente che arrivi CIOCCHI …. ora era - ringatu - (arrivato) lui, se riesce a liberarsi …..
ZAMPAGLIONE: gli ho detto io, ha detto lui per le sette ti prende il telefono, gli ho detto io,
penso di si, per le sette lui mi fa lo squillo …”. Si intende, quindi, il livello della
affectio societatis fra i componenti il gruppo.
La spregiudicatezza del sodalizio emerge, poi, dal fatto che non disdegnava di
colpire anche persone conosciute dai partecipi e che, quindi, avrebbero potuto
riconoscerli. Significativa è, difatti, la circostanza che Moro asserisse che era
meglio rimanere in macchina in quanto amico di vecchia data delle due persone
anziane che dovevano rapinare e che, quindi, avrebbero potuto riconoscerlo:
“perché, ancora ancora sua madre che mi ha visto crescere a me, sua madre e suo padre, ma
avendo l’età … magari la fisionomia degli occhi non sa ... ma suo figlio se mi guarda pure a
100 metri mi conosce lui mi conosce, mi conosce il bastardo”.
Nel corso della conversazione poi, il gruppo fa riferimento ad altre rapine portate
a termine, esternando la predilezione per le vittime anziane. Era, infatti, il caso
dell’episodio in cui il Moro riferiva di aver rapinato un anziano e di averlo
sorpreso nel letto mentre dormiva “ce ne sono vecchietti … inc … in un vecchietto solo
… si è coricato ed ha lasciato la chiave nella porta.. si coricava e lasciava la chiave nella
porta, che la lasciava dietro la porta … e l’ho beccato nel letto, l’ho beccato nel letto, gli ho
preso il fucile, la pistola nel comodino, senza un centesimo, i soldi …”. I tre
discutevano 259, ancora, di mettere a segno nuovi colpi, cercando, però, di
mantenere un basso profilo. La conversazione prosegue sullo stesso piano e,
narrando dell’altro complice, Moro Teodoro, Murina e Zampaglione lo
indicavano come “una persona seria e di loro gradimento”. Zampaglione, poi,
precisava che egli aveva sempre fatto questo tipo di reati e che aveva le spalle
coperte da un “suo fratello che la comanda”, facendo riferimento al fatto che il
germano del Moro fosse inserito in posizione di vertice all’interno di una locale
cosca di ‘ndrangheta.
259
Progressivo 647 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (vedasi allegato 1 capitolo 4).
159
Nel corso della stessa conversazione, emerge, a dimostrazione della poliedricità
di condotte criminali di cui erano potenzialmente capaci i componenti il
gruppo, che Murina era interessato all’acquisto di sostanza stupefacente del tipo
“erba” e che, Zampaglione, essendone coltivatore, si diceva in grado di
potergliene fornire, a breve, anche 500, 600, 700 chili: “… non ti preoccupare, se
esce quella, se si fa quella guarda, se si fa quella mi basta che si faccia la metà, … la metà
neanche, un quarto basta, un quarto ce n’è penso 500, 600, 700 chili …”.
Nella conversazione si svela, inoltre, la costante disponibilità di armi da parte
del gruppo, tant’è che, quando Zampaglione apprendeva che nessuno aveva
portato con sé una pistola, iniziava ad imprecare, affermando che deteneva una
pistola ma che non l’aveva portata perché non pensava che gli altri non ne
portassero almeno una: “e poi neanche pistole abbiamo addosso … no, ma io ce l’ho per
là, ma so i cazzi che non porti niente completamente mannaggia a … imprecazione …”.
Murina e Zampaglione parlavano, ancora, del Moro e della sua esperienza nelle
rapine, specificando che prediligeva l’utilizzo di armi da taglio: “ma vedi che lui è
da una vita!… è da una vita … lui … inc … lui sai come entra, solo e sempre con i coltelli,
solo con i coltelli, basta … e lui sempre, l’ottanta per cento, una volta sempre solo andava,
solo solo … solo, lui lo vedi, partiva così quando non lavorava, partiva durante il giorno così,
si buttava qua a terra nascosto bene, quando … inc … ZACCHETE”. Ribadivano, infine,
che aveva un fratello organico alla ‘ndrangheta, nella sua organizzazione
territoriale denominata cosca SERRAINO “della montagna”: “ha diversi fratelli …
ne ha uno che la comanda un fratello di la sopra”.
Nel seguito della lunga conversazione 260, era confermato che del gruppo
facevano parte “Mico” Battaglia, Moro Teodoro, Giovanni “CIOCCHI” e
Vincenzo ed emergeva che per compiere le azioni, spesso, veniva impiegata la
jeep di Battaglia Domenico Demetrio.
648
17/04/2012
18:10:10
Autovettura in sosta con a bordo MURINA, PICCOLO e
ZAMPAGLIONE.
ZAMPAGLIONE: "io stanco, lui un cazzo, -non gabbu e mancu
maravijja-"
0:02:23
MURINA: "che è la sua questa proprietà qua?"
ZAMPAGLIONE: "si"
MURINA: "fa bene, quando la mette la dentro chi cazzo la vede più..."
[18:11:02]
260
Progressivi 648 (allegato 38 capitolo 4), 650 (vedasi allegato 20 Capitolo 2) e 660 (allegato 39 capitolo
4) RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA.
160
MURINA: "il fatto è che lui orami è -toccato all'ala- ha gli occhi puntati,
se no "
ZAMPAGLIONE: "lui è sempre qua, si non lascia niente lo stesso, ...lui
non lascia niente, e se lo becchi quando no ha un centesimo dietro altro
che dice mi conoscono e non entra lo stesso..."
MURINA chiede a ZAMPAGLIONE se debbono andare verso sotto e
ZAMPAGLIONE: Li un giorno eravamo andati con Mico, eravamo
andati, ...era andato Mico, ora glielo chiedo allora chi erano, Mico,
Giovanni e forse lui e allora non l'hanno fatta non mi ricordo il motivo,
poi la dovevano fare, sai da quant'è che la dovevamo fare, però vogliamo
la JEEP là o per dire una macchina alta, non puoi andare con la mia o
con la sua che quel cazzo di coso che glielo conoscono tutti, quella di
Vincenzo neanche per strada la debbono vedere lo stesso e faceva Mico,
niente, quando ho la JEEP, con la mia JEEP, con la mia JEEP, arriva che
stiamo salendo con Ciccio, no ha detto, dobbiamo andare con la mia
JEEP e basta, che voglio arrivare davanti la porta direttamente, tanto ha
detto, là non c'è nessuno, ...fai che cazzo vuoi, se no già l'aveva fatta lui"
Dato, quello inerente l’utilizzo della jeep, ritenuto dagli investigatori di notevole
valenza investigativa, atteso che Battaglia Domenico Demetrio è risultato
effettivamente proprietario di una jeep Opel Frontera di colore verde, targata
AV430JT.
Altro elemento che dimostra la stabilità, nonché la meticolosa organizzazione del
gruppo criminale, emerge da un tratto della conversazione 261 nella quale si
capisce chiaramente che i partecipi erano dotati di apparati per le
comunicazioni del tipo walkie talkie, utilizzati per segnalarsi vicendevolmente
l’eventuale arrivo di auto sospette o di forze dell’ordine.
In un’altra conversazione 262, ancora, Moro Teodoro e Murina Massimo
affrontano una discussione, citando alcuni personaggi di rilievo del mandamento
tirrenico della ‘ndrangheta, anche per soprannome, a dimostrazione della
perfetta conoscenza delle dinamiche territoriali della stessa e dei personaggi che
ne fanno parte. Nello specifico, i due facevano riferimento a Ciccantonio
“Brachetta”, che si identifica in GIOFFRÈ Francesco Antonio, nato a Sinopoli il
20.01.1921, inteso "Brachetta", assassinato in un agguato di tipo mafioso portato
261
262
Progressivo 658 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (vedasi allegato 26 Capitolo 2).
Progressivo 671 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 43 capitolo 4).
161
a compimento da killer armati di “lupara” sulla statale che da Bagnara conduce
in Aspromonte, “capo bastone” di Sinopoli.
Altra espressione del modus operandi del sodalizio si coglie da un ulteriore
passo della conversazione 263, quando sempre Zampaglione racconta di un colpo
effettuato assieme a “CIOCCHI” ed a Moro, nel corso del quale era stata
selvaggiamente picchiata la vittima, una donna di 80 anni: “Compare MORO,
ancora le mani come sono?… ditegli quella femmina che ha 80 anni ….loro non sono stati
capaci di legargli neanche i piedi e le mani, io gli giravo la mano per aiutarli…. non è stato
verso, ditegli come faceva pero, lei buttata a terra, calci, calci.. ti dico l’abbiamo macinata,
otto giorni in ospedale ….. ad un certo punto ha guardato per terra ed ha visto oltre un litro e
mezzo di sangue, pertanto, hanno deciso di andare via portando con loro quello che avevano
preso”.
Al netto delle considerazioni cui si è già pervenuti in merito al suddetto delitto,
occorre evidenziare che la violenza adoperata nei confronti delle vittime che,
di volta in volta, venivano depredate, si palesa essere un elemento costante del
modus operandi dei sodali nelle loro plurime condotte illecite. E, difatti, nel
corso di altra conversazione 264 tra presenti, Zampaglione, descrivendo il suo
modo di agire, indica l’uso della violenza come fase fondamentale di ogni
rapina, onde poter avere immediatamente il controllo sulle vittime “…
Quando si vedono presi in quella maniera sai come fanno, come i gattini … quando si va
avvicinando qualcun altro - PAM addosso, buttati a terra, butta sangue! - ahi voglia che
vadano, non ti dico nella testa.. nelle gambe, nella schiena, ma una botta che si senta però”.
Faceva seguito, non a caso, l’indicazione della possibilità 265 di organizzare un
altro colpo presso l’abitazione di un fabbro sita a Masella, frazione del Comune
di Montebello Jonico, in merito alla quale, essendo dotata di resistenti inferriate
costruite dallo stesso fabbro, essi ipotizzavano di accedere addirittura sfondando
una parete. Moro, ancora, raccontava 266 di un’altra rapina compiuta con “Mico”
Battaglia, nella quale, dopo avere legato le vittime, Battaglia aveva esclamato:
“e che ti vuoi fare la fotografia, ti sei messo in posizione”.
698
263
264
265
17/04/2012
19:49:33
0:00:23
MORO racconta di un colpo durante il quale ha legato le vittime, un anziano ed
una donna, e non li ha fatti più muovere.
Progressivo 689 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (vedasi allegato 47 capitolo 2).
Progressivo 597 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 11 capitolo 2)
Progressivi 691 (allegato 44 capitolo 4) e 692 (allegato 45 capitolo 4) RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR
DDA.
266
Progressivo 698 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegato 46 capitolo 4).
162
Moro dice che "Mico" nell'occasione ha esclamato" e che ti vuoi fare la
fotografia, ti sei messo in posizione"
A seguire, i sodali discutevano 267 delle conseguenze che potevano derivare
dalle loro azioni qualora fossero stati arrestati e tutti temevano che venisse
loro contestato anche il reato di sequestro di persona, così palesando notevole
professionalità nel settore.
699
17/04/2012
19:52:10
0:01:10
Auto in sosta con a bordo PICCOLO, MURINA, MORO e ZAMPAGLIONE.
MURINA rappresenta di avere il timore ad entrare nelle abitazioni dove
all'interno vi sono persone, solo perchè c'è il rischio che queste possano morire
dalla paura.
ZAMPAGLIONE si rivolge a PICCOLO e gli chiede: "neanche tu?"
PICCOLO risponde che una volta gli è capitato.
Nel mentre MORO dice a MURINA che la prima cosa da fare e quella di dire:
"Se stai calmo non ti succede niente".
ZAMPAGLIONE chiede a PICCOLO: "ma sei entrato mai?"
PICCOLO: "...inc... e un altro lo abbiamo fatto con il sequestro di una persona"
MORO: "mettono sequestro, quando è così, mettono sequestro di persona"
MURINA: "certo, la stessa cosa!"
MORO: "non è che mettono una fesseria "
MURINA: " e quella la paura mia"
ZAMPAGLIONE: "io sai perchè ti ho fatto questa domanda, perchè uno che
agguanta, appena arriva, appena entra, ...non è che ora abbiamo il ferro
(pistola) ...inc... tu e lui giusto, ...deve cercare di sbatterli subito ...inc... ed
almeno uno si deve acchiappare da dietro le spalle
Nelle conversazioni, dunque, risalta la figura di Zampaglione che assurge a
“dominus” del gruppo e che, assieme a Moro, appare il più tenace ed avvezzo a
compiere simili azioni, anche attraverso l’utilizzo di armi da fuoco e da taglio,
come pugnali ed accette, dato questo pienamente confermato dalla perquisizione
effettuata in occasione dell’arresto a carico dei due e del Fortugno, avvenuto in
data 23 maggio 2012, occasione in cui, venivano rinvenuti, a bordo del pick up
di MORO, un coltello a serramanico con manico in legno, un pugnale tipo
subacqueo ed un’accetta con manico in legno. Sempre con riferimento
all’utilizzo delle armi, si rammenti come Zampaglione asserisse di girare spesso
armato: “io se non ho a Caterina (pistola) di dietro, ieri a Pellaro con il canne mozze …
imprecazione … quello si che faceva impressione”, aggiungendo che, laddove le cose
dovessero degenerare, non si farebbe alcuno scrupolo ad utilizzare le armi “se uno prende a
267
Progressivi 699 (allegato 47 capitolo 4), 700 (allegato 48 capitolo 4) e 701 (vedasi allegato 30 capitolo
2) RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA.
163
fare … almeno lo tira, si deve difendere poi una persona per davvero, se deve andare male
che vada male, vaffanculo … oh, un’arma è sempre un’arma”.
Si aggiungono, infine, a quanto precede, le considerazioni sulle riunioni in casa
dello Zampaglione, come quella del 9/5/2012, che vede coinvolti esso
Zampaglione, il Moro ed il Fortugno, non a caso i soggetti che verranno arrestati
nella flagranza del furto in danno di Canale Antonio in data 23/5/2012.
In definitiva, richiamati integralmente in questa sede tutti i commenti
precedentemente operati, il dato che, nel caso di specie, gli indagati siano stati
perfettamente consapevoli di offrire, con la loro condotta, un contributo
determinante per il perseguimento degli obiettivi criminali del sodalizio,
attraverso la realizzazione seriale dei “reati scopo” dell’associazione, lo
svolgimento degli ulteriori compiti indicati e la programmazione di nuove
spedizioni punitive appare non revocabile in dubbio.
Non trascurabile, poi, il profilo dell’assistenza economica e legale in favore dei
sodali tratti in arresto: si ricordi, ad esempio, la richiesta rivolta dal Battaglia
alla moglie per parlare con Peppe Zampa – lo Zampaglione – onde aggiungere
un’avvocatessa al proprio collegio di difesa. Dimostrazione, questa, della
correttezza dell’assunto della giurisprudenza di legittimità [Cassazione, Sez. 2,
Sentenza n. 17100 del 22/03/2011 Ud. (dep. 03/05/2011) Rv. 250021] secondo cui, in
tema di associazione per delinquere, il sopravvenuto stato detentivo di un
soggetto non determina la necessaria ed automatica cessazione della
partecipazione al sodalizio, atteso che la perdurante appartenenza al gruppo di
persona della quale sia provata l'affiliazione può essere correttamente ritenuta in
qualunque momento ove manchi la notizia di una sua intervenuta dissociazione.
E, certo, quanto sopra riportato evidenzia perfettamente il permanere della
affectio societatis in capo al Battaglia…
Alle superiori proposizioni, pertanto, segue la conclusione che può ritenersi
indubbiamente dimostrata l’esistenza del costituto associativo indicato al
capo A) della rubrica, rispondente alle connotazioni proprie della fattispecie di
cui all’art. 416 del codice penale.
Sodalizio nel quale, corrispondentemente all’imputazione provvisoriamente
formulata, ad un livello più elevato si pongono, quali promotori e/o
organizzatori, in quanto punto di riferimento degli associati e deputati ad
164
individuare gli obiettivi criminali, oltre che esecutori materiali dei reati – fine,
il Murina, lo Zampaglione ed il Moro, mentre partecipi possono ritenersi il
Piccolo, il Battaglia, il Cilione Giovanni, inteso Ciocchi, il Fortugno ed il
Berlingeri Damiano Roberto.
Prima, comunque, di esaminare le singole posizioni personali si rammenta
quanto segnalato circa la prova della partecipazione all’associazione per
delinquere.
Già Cassazione, Sezioni Unite, Sentenza n. 10 del 28/03/2001, dep. 27/04/2001,
Rv. 218376, Cinalli e altri, evidenziava che in tema di associazione per
delinquere (nella specie, di stampo mafioso) è consentito al giudice, pur
nell'autonomia del reato mezzo rispetto ai reati fine, dedurre la prova
dell'esistenza del sodalizio criminoso dalla commissione dei delitti rientranti nel
programma comune e dalle loro modalità esecutive, posto che attraverso essi si
manifesta in concreto l'operatività dell'associazione medesima. Cassazione, Sez.
2, Sentenza n. 5424 del 22/1/2010 Ud. (dep. 11/2/2010), Rv. 246441, quindi,
conferma come, in tema di associazione per delinquere, la ripetuta commissione,
in concorso con i partecipi al sodalizio criminoso, di reati – fine integra, per ciò
stesso, gravi, precisi e concordanti indizi in ordine alla partecipazione al reato
associativo, superabili solo con la prova contraria che il contributo fornito non è
dovuto ad alcun vincolo preesistente con i correi e fermo restando che detta
prova, stante la natura permanente del reato "de quo", non può consistere
nell'allegazione della limitata durata dei rapporti intercorsi. Ancora, Cassazione,
Sez. 3, Sentenza n. 43822 del 16/10/2008, dep. 25/11/2008, Rv. 241628,
evidenzia che l'appartenenza di un soggetto ad un sodalizio criminale può essere
ritenuta anche in base alla partecipazione ad un solo reato fine laddove il ruolo
svolto e le modalità dell'azione presuppongano un sicuro rapporto fiduciario con
gli altri compartecipi e siano perciò tali da evidenziare con certezza la
sussistenza del vincolo.
165
E) LE
SI NG OL E POSI Z I ONI .
Operate le conclusioni in ordine alla sussistenza del costituto associativo di cui al
capo A), può passarsi alle valutazioni del G. I. P. in ordine alle singole posizioni
personali, riguardanti, come è ovvio, anche gli indagati che non sono stati
reputati inseriti nel sodalizio.
Anche in questo caso, esigenze sistematiche e di sintesi impongono di prendere
le mosse dalla richiesta del P. M. e, in particolare, dalla sintesi delle posizioni
individuali operata a ff. 93 ss. dell’atto d’impulso cautelare.
E.1): Zampaglione Giuseppe.
Il P. M. osserva, in merito al predetto indagato, quanto segue:
“…
5.1 ZAMPAGLIONE GIUSEPPE
Indagato per i reati di cui ai capi A (l’associazione), B (rapina di Cardeto del
17.04.2012), C (rapina ai danni di MARINO Santo), D (tentato furto ai danni di MARINO
Santo), F e G (rapina e lesioni personali ai danni di PRATICÓ Francesca), H (furto ai danni
di SERA Vincenzo), O (rapina ai danni di MINNITI Paolo).
Allo stato incensurato, pende a suo carico il procedimento penale n. 3239/12
R.G.N.R. mod. 21 per il furto consumato ai danni di CANALE Antonio insieme a MORO
Teodoro (condannato in primo grado con il rito abbreviato alla pena di mesi otto di
reclusione ed € 300,00 di multa) e FORTUGNO Vincenzo (già condannato ex art. 444
c.p.p. alla pena di mesi otto di reclusione ed 300,00 di multa, irrevocabile).
È indubbiamente uno dei promotori ed organizzatori del gruppo criminale, assieme
a MORO Teodoro e MURINA Massimo.
Il suo ruolo di primo piano emerge principalmente dalla lunghissima conversazione
registrata all’interno della FIAT Palio targata BG088CS 268 con a bordo MURINA Massimo,
PICCOLO Massimo e lo stesso ZAMPAGLIONE, nell’attesa di entrare in azione per
compiere la rapina di Cardeto, in particolare:
268
Procedimento Penale 1872/12 RGNR DDA - RIT 670/12 DDA.
166
-
progr. 580 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 15:39:17 269, allorquando ZAMPAGLIONE
riferisce a MURINA e PICCOLO di avere progettato “un altro lavoro, roba facile,
villette disabitate … così prendono televisori, cose …”;
-
progr. 581 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 15:47:57 270, dove sempre ZAMPAGLIONE
dice ai complici che qualora il colpo previsto (rapina abitazione VADALÁ - Cardeto)
dovesse fallire, potranno andare ad effettuare un sopralluogo in un altro obiettivo;
-
progr. 589 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 15:56:31 271, ZAMPAGLIONE dice ai suoi
interlocutori di dovere rintracciare Vincenzo per far sì che si unisca a loro;
-
progr. 590 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 16:01:10 272, tratto di conversazione dalla
quale è evidente che ZAMPAGLIONE e gli altri hanno effettuato una rapina a cui ha
preso parte non solo Teodoro MORO, ma anche “Mico” BATTAGLIA;
-
progr. 592 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 16:06:39 273, ZAMPAGLIONE racconta di
un’ennesima rapina consumata in danno di una persona anziana “non gli abbiamo
lasciato niente lo stesso … quelle sono belle guarda, quelle sono belle … gli abbiamo
preso due, una pistola e tutto l’oro … 50 euro a lui addosso, un assegno di 1500 euro ed
abbiamo dovuto bruciarlo” [si tratta della rapina ai danni di MINNITI Paolo, contestata
al capo M];
-
progr. 593 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 16:07:08 274, ZAMPAGLIONE racconta di
un’altra azione criminosa alla quale hanno preso parte “Gianni” (CILIONE Giovanni) e
MORO Teodoro:
593
17/04/2012
16:07:08
0:00:22
Autovettura in sosta con a bordo Massimo MURINA, Massimo
PICCOLO e Giuseppe ZAMPAGLIONE.
ZAMPAGLIONE: "che poi li abbiamo spaccati e li abbiamo
buttati, madonna mia suonavano tutti quei telefonini che non
si capiva niente, mannaggia la marina, c'era quello Gianni,
TAC, TAC, TAC, TAC, TAC, Teodoro ne ha dimenticato uno in
tasca e qua minchia pensavamo che era il coso allarmato,
...l'armadietto, quando suonava, perché dove cazzo era, i
telefoni li avevamo buttati tutti ed invece Teodoro si era
dimenticato di averne uno in tasca".
269
Allegato 7 capitolo 2.
Allegato 25 capitolo 4.
271
Allegato 9 capitolo 2.
272
Allegato 45 capitolo 2.
273
Allegato 27 capitolo 4.
274
Allegato 46 capitolo 2.
270
167
-
progr. 596 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 16:15:32 275, altra conversazione in cui
ZAMPAGLIONE, MURINA e PICCOLO programmano di compiere un furto anche in
un’altra una villa all’interno della quale è presente una camera blindata “qua c’è
un’altra villa con una camera blindata si, come so io è sola, solissima proprio, c’è una
casa che penso, da qua a quel traliccio la fuori”;
-
progressivi 631 e 632 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 17:24:38 e ore 17:26:29 276 in cui
ZAMPAGLIONE chiama Gianni al telefono per invitarlo ad unirsi a loro nella rapina
che debbono compiere;
-
progr. 647 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 18:00:10 277: ZAMPAGLIONE, MURINA e
PICCOLO discutono di mettere a segno nuovi colpi, cercando però di muoversi
mantenendo un basso profilo. La conversazione prosegue sullo stesso piano e,
discutendo dell’altro complice MORO Teodoro, MURINA e ZAMPAGLIONE lo
indicano come “una persona seria e di loro gradimento”;
-
progr. 658 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 18:33:33 278, altra conversazione da cui si
evincono la stabilità e la meticolosa organizzazione del gruppo criminale, allorquando
ZAMPAGLIONE e MURINA si accordano circa l’utilizzo dei walkie talkie per
segnalarsi vicendevolmente l’eventuale arrivo di auto sospette o di forze dell’ordine;
-
progr. 689 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 19:31:35 279, ZAMPAGLIONE racconta di un
colpo effettuato assieme a “CIOCCHI” (CILIONE Giovanni) e MORO, nel corso del
quale hanno selvaggiamente picchiato la vittima, una donna di 80 anni (è il fatto di
reato contestato ai capi F e G):
689
17/04/2012
19:31:35
0:03:18
Auto in sosta. Commentano che oramai le persone,
specialmente anziane, tengono parecchi soldi dentro casa.
ZAMPAGLIONE propone di fare la prossima azione almeno in
cinque persone e PICCOLO afferma che è necessario che
almeno due rimangono fuori di vedetta e cita in merito
l'episodio della vecchietta di 75/80 anni che non sono riusciti
a bloccare e che ZAMPAGLIONE gli ha raccontato.
[19:33:09]
ZAMPAGLIONE si rivolge a MORO ed esclama: "Compare
MORO, ancora le mani come sono? ...ditegli quella femmina
che ha 80 anni"
275
Allegato 28 capitolo 4.
Allegati 14 e 15 capitolo 2.
277
Allegato 1 capitolo 4.
278
Allegato 26 capitolo 2.
279
Allegato 47 capitolo 2. Si rimanda al paragrafo 2.4 per la trascrizione integrale della conversazione.
276
168
MORO: "la non avete avuto abilità per niente per niente, ne
voi e ne CIOCCHI"
ZAMPAGLIONE: "e chi cazzo ce l'ha fatta, la verità è la verità,
se io non ce la faccio, io non ce la faccio non ho forza nelle
mani per bloccare no come lui, lui no, lui..."
ZAMPAGLIONE continua a raccontare l'episodio della donna di
80 anni e MORO afferma: "loro non sono stati capaci di
legargli neanche i piedi e le mani, io gli giravo la mano per
aiutarli"
ZAMPAGLIONE: "non è stato verso, ditegli come faceva pero,
lei buttata a terra, calci, calci"
MORO: "io ho sbagliato quella sera"
ZAMPAGLIONE: "ti dico l'abbiamo macinata, otto giorni in
ospedale
MORO: "che non ho fatto entrare a CIOCCHI per prenderla ..."
Continuano a discutere della donna e MORO dice che il suo
errore è stato quello di no fare entrare CIOCCHI.
ZAMPAGLIONE dice che ad un certo punto ha guardato per
terra ed ha visto oltre un litro e mezzo di sangue, pertanto,
hanno deciso di andare via portando con loro quello che
avevano preso.
-
progr. 597 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 16:16:44 280, questo, come il precedente, è un
tratto della conversazione altamente significativo in quanto dà l’idea della caratura
criminale dello ZAMPAGLIONE, il quale descrive ai complici il suo modus operandi ,
consistente nel colpire immediatamente le vittime, quale fase fondamentale di ogni
rapina:
597
280
17/04/2012
16:16:44
0:01:54
Autovettura in sosta con a bordo Massimo MURINA, Massimo
PICCOLO e Giuseppe ZAMPAGLIONE.
ZAMPAGLIONE: ...Quando si vedono presi in quella maniera
sai come fanno, come i gattini, ..quando si va avvicinando
qualcun altro - PAM addosso, buttati a terra, butta sangue! ai voglia che vadano, non ti dico nella testa, nelle gambe,
nella schiena, ma una botta che si senta però"
MURINA: "la debbono sentire è normale, se non la sentono "
ZAMPAGLIONE: "gliela dai piano non gli fa niente"
MURINA: "io voglio che ci impostiamo e voglio vedere a questi
qua se escono pure fuori"
ZAMPAGLIONE: "guarda, se poteva entrare lui il primo,
perché entra sempre lui il primo, ...ha una presa che sopra la
Allegato 11 capitolo 2.
169
madonna che - non gabbu e non maravijja - poi se arriva ad
avvicinarsi qualcuno, minchia gli mena una botta così che li
lascia secchi, ..secchi arrivano a terra, - machi i cani - ha una
forza, li agguanta e possono dimenarsi per ore che non
stanca mai"
… omissis …
-
progressivi 699 e 700 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 19:52:10 e ore 19:53:36 281, di
analogo tenore dei precedenti circa il modus operandi, in cui ZAMPAGLIONE
prosegue l’illustrazione della sua tattica “… omissis … perché uno che agguanta,
appena arriva, appena entra, … non è che ora abbiamo il ferro … inc … tu e lui giusto,
… deve cercare di sbatterli subito … inc … ed almeno uno si deve acchiappare da
dietro le spalle … omissis … lo devi legare … lo devi agguantare … quando si vede il
coltello puntato … non si muove … uno subito con il nastro … lo gira … una volta che
lo hai girato nei piedi, nelle mani e nella bocca … è a posto la persona …”
-
progressivi 691 e 692 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 19:38:58 282, sulla pianificazione di
un altro colpo presso l’abitazione di un fabbro sita a Masella, frazione del Comune di
Montebello Jonico;
-
progr. 648 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 18:10:10 283, sempre ZAMPAGLIONE
racconta di un colpo programmato da tempo insieme a “Giovanni” (CILIONE) e “Mico”
(BATTAGLIA), “… sai da quant’è che la dovevamo fare”, colpo che poi non è stato
effettuato per l’indisponibilità di un idoneo mezzo “Li un giorno eravamo andati con
Mico, eravamo andati … era andato Mico, ora glielo chiedo allora chi erano, Mico,
Giovanni e forse lui e allora non l’hanno fatta non mi ricordo il motivo, poi la
dovevano fare, sai da quant’è che la dovevamo fare, però vogliamo la JEEP”.
Anche nel prosieguo dell’attività tecnica emerge il ruolo di coordinatore rivestito da
ZAMPAGLIONE, come è dato evincere dalle conversazioni telefoniche che hanno
preceduto la commissione del colpo ai danni di CANALE Antonio (sopra illustrato,
sebbene non oggetto del presente procedimento). E in particolare:
-
progr. 445 RIT 871/12 del 20.05.2012 ore 12:02:38 284: PICCOLO chiama
ZAMPAGLIONE per fissare un incontro;
progr. 464 RIT 871/12 del 21.05.2012 ore 9:08:05 285:
281
Allegati 47 e 48 capitolo 4.
Allegati 44 e 45 capitolo 4.
283
Allegato 38 capitolo 4.
284
Allegato 7-1 capitolo 5.
285
Allegato 7-2 capitolo 5.
282
170
5001
464
21/05/12
09:08:05
0:01:16
U
3489289274
Zampaglione
Giuseppe
3407791120
Piccolo Massimo
Sintesi
ZAMPAGLIONE chiama PICCOLO e chiede come mai non è andato ieri sera.
PICCOLO chiede se si sono visti e ZAMPAGLIONE risponde che lo aspettava
visto che gli aveva detto che alle otto era a casa. ZAMPAGLIONE chiede se
vogliono andare con lui e PICCOLO risponde che si possono vedere tra un ora.
ZAMPAGLIONE gli dice che basta che arrivano a Reggio che poi se ne vanno con
lui. PICCOLO risponde che si sentiranno tra poco, il tempo che vede a lui (terza
persona). ZAMPAGLIONE gli chiede di fare in fretta perché già è tardi.
-
progr. 466 RIT 871/12 del 21.05.2012 ore 10:03:12 286: ZAMPAGLIONE richiama
PICCOLO, il quale riferisce di non esser riuscito a mettersi in contatto con “Massimo”
(ndr MURINA) e quindi viene fissato un nuovo appuntamento presso l’abitazione di
ZAMPAGLIONE;
-
progr. 476 RIT 871/12 del 21.05.2012 ore 15:05:38 287: alle ore 15:05 MURINA chiama
ZAMPAGLIONE concordando un rendez-vous per le ore 17:00 sempre a casa di
quest’ultimo;
-
progr. 488 RIT 871/12 del 21.05.2012 ore 19:52:23 288: ZAMPAGLIONE chiama
MURINA, il quale gli comunica di non poterlo raggiungere poiché la sua vettura è in
panne, pertanto, MURINA lo invita a rimandare il tutto di un giorno. ZAMPAGLIONE
raccomanda al suo interlocutore di non mancare all’appuntamento visto che per
muoversi hanno necessità di due autovetture: “E come facciamo, ci serve sempre
un’altra macchina! … Se no provvedo perché ormai la carne non è che la posso
buttare”. MURINA lo rassicura: “No, no, domani sera, domani sera dai, non voglio, …
te l’ho promesso!”.
Dai superiori progressivi emerge con evidenza che ZAMPAGLIONE vuole
incontrare i suoi complici per una pianificazione e che la riunione avesse questo fine trova
fondamento nel fatto che durante la conversazione tra MURINA e ZAMPAGLIONE,
successiva alla riunione delle ore 17:00, quest’ultimo faccia esplicito riferimento alla
286
Allegato 7-3 capitolo 5.
Allegato 7-4 capitolo 5.
288
Allegato 7-5 capitolo 5.
287
171
necessità di doversi spostare con due autovetture, così come avvenuto in occasione del
furto in danno di CANALE Antonio, circostanza in cui sono state utilizzate il Pick Up di
MORO e la vettura di FORTUGNO.
Che il gruppo fosse solito riunirsi a casa di ZAMPAGLIONE è un dato emerso
dall’attività tecnica e dai riscontri effettuati dalla P.G. operante, si pensi, in proposito alla
riunione effettuata a casa di ZAMPAGLIONE il 9 maggio 2012, alla quale erano stati
convocati MORO Teodoro e FORTUGNO Vincenzo, ma si evince che fossero presenti
altre persone rimaste ignote (cfr. progressivi 203 e 204 RIT 871/2012 ore 18:05:10 e
18:09:12 289).
Particolarmente significativo, ancora, il tratto di conversazione registrato ai
progressivi 687 e 688 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 19:26:48 e ore 19:30:17 290
(già
menzionati nel relativo paragrafo 2.2) al fine di dimostrare la piena colpevolezza di
ZAMPAGLIONE e MORO per i reati loro contestati ai capi C e D (in concorso con
BATTAGLIA Domenico Demetrio):
687
17/04/2012
19:26:48
688
17/04/2012
19:30:17
Auto in sosta discutono di effettuare altri colpi e MORO dice
che un giorno ne aveva parlato con Vincenzo per fare quella di
suo zio. Sono preoccupati di mettere in preallarme la vittima
ed in proposito ZAMPAGLIONE li tranquillizza raccontando di
una rapina fatta con MORO a Bocale dove dopo che sono
entrati dentro è suonato l'allarme e sono dovuti andare via,
ma nonostante tutto, dopo circa 15/20 giorni sono ritornati
0:03:23
lo stesso facendo la posta tutte le sere. MORO dice che sono
trascorsi circa 20 giorni ed essendoci loro dentro (riferito alle
vittime) erano tranquilli.
MORO continua dicendo che non appena quello( padrone di
casa) è sceso dalla macchina gli sono corsi dietro e
ZAMPAGLIONE continua dicendo che la madre e la
figlia....termina il progressivo.
ZAMPAGLIONE continua a parlare del colpo fatto a Bocale e
MORO dice che la sera in cui lo hanno fatto in casa c'erano
0:00:48 Madre, figlia e sorella e ZAMPAGLIONE aggiunge che c'era
anche un pastore tedesco che poi è morto perché il giorno
precedente gli avevano dato delle lamette da mangiare.
…”
289
290
Allegati 64 e 65 capitolo 4.
Allegati 62 e 63 capitolo 5.
172
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
Poco vi è da aggiungere alle condivisibili considerazioni operate dal P. M. nei
termini che si sono sopra riportati.
Zampaglione è, senza dubbio, il soggetto che denota maggiore attivismo nel
gruppo, di cui, non a torto, è reputato promotore ed organizzatore.
A lui, infatti, si ascrive non solo la partecipazione a diverse condotte delittuose
oggetto del presente procedimento ma anche il furto in danno del Canale
Antonio, per il quale pende, a suo carico, giudizio in sede dibattimentale.
Egli narra, peraltro, di molteplici altre condotte delittuose poste in essere,
siccome si rivela vero e proprio propulsore nell’individuazione di altri reati da
consumare, sempre secondo lo stesso schema operativo, che predilige vigliacchi
assalti in danno, soprattutto, di persone anziane.
È, ancora, uomo assai attento all’organizzazione dei singoli colpi, come
denotano le conversazioni in cui si presta attenzione all’uso degli apparecchi
ricetrasmittenti o al porto di armi che sorreggano le minacce in danno delle
vittime.
Zampaglione coordina, poi, le attività dei sodali, come palesano le attività
d’indagine relative all’episodio delittuoso in danno del Canale.
L’indagato è stato, infine, ritenuto gravemente indiziato dei reati di cui ai capi
B), C), D), F) ed O), oltre che, come detto, tratto in arresto in flagranza di reato
per il furto in danno del Canale Antonio (e, come anticipato, si ricorda che la
partecipazione ai delitti – fine riverbera nella prova di quella all’associazione per
delinquere di cui essi costituiscano estrinsecazione del programma criminoso).
Sussistono, pertanto, a carico di Zampaglione Giuseppe, gravi indizi di
colpevolezza in ordine all’addebito di cui al capo A), correttamente
ricondotto dal requirente alla posizione di promotore ed organizzatore del
sodalizio.
E.2): Moro Teodoro
Osserva il requirente, in merito al Moro Teodoro, quanto segue:
“…
173
5.2 MORO TEODORO
Indagato per i reati di cui ai capi A (l’associazione), B (rapina di Cardeto del
17.04.2012), C (rapina ai danni di MARINO Santo), D (tentato furto ai danni di MARINO
Santo), F e G (rapina e lesioni personali ai danni di PRATICÓ Francesca), H (furto ai danni
di SERA Vincenzo), I (furto ai danni di FOTIA Carlo), O (rapina ai danni di MINNITI
Paolo).
Vicino alla cosca dei SERRAINO (cfr. scheda personale allegata all’informativa del
R.O.N.INV. n. 56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013), annovera dei precedenti penali, uno
dei quali specifico (furto, rapina e porto illegale di armi commesso in concorso con altri in
data 25.04.1975). Allo stato, risulta condannato in primo grado, alla pena di mesi otto di
reclusione ed € 300,00 di multa, all’esito di giudizio abbreviato nel procedimento penale n.
3239/12 R.G.N.R. mod. 21, per il furto consumato ai danni di CANALE Antonio, insieme a
ZAMPAGLIONE Giuseppe (per il quale il giudizio è tuttora pendente) e FORTUGNO
Vincenzo (già condannato ex art. 444 c.p.p. alla pena di mesi otto di reclusione ed 300,00
di multa, irrevocabile).
È uno dei perni della banda criminale, assieme a ZAMPAGLIONE Giuseppe e
MURINA Massimo, nonché partecipe attivo di molteplici reati-fine. Lo si evince dalle
conversazioni di seguito evidenziate:
-
progr. 590 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 16:01:10 291, ove si fa riferimento ad un’azione
delittuosa (verosimilmente una tentata rapina) alla quale hanno preso parte MORO
Teodoro, ZAMPAGLIONE Giuseppe e “Mico” BATTAGLIA;
-
progr. 593 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 16:07:08 292 (sopra riportata, paragrafo 5.1), in
cui ZAMPAGLIONE racconta di un’altra azione criminosa alla quale hanno preso parte
“Gianni” (CILIONE Giovanni) e MORO Teodoro;
-
progr. 597 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 16:16:44 293, progressivo già riportato trattando
la posizione di ZAMPAGLIONE Giuseppe (cfr. paragrafo 5.1), è significativo anche
relativamente alla figura di MORO Teodoro, nella parte in cui ZAMPAGLIONE si
rammarica del fatto che MORO non possa entrare in casa delle VADALÁ (rapina di
Cardeto) e prendere parte attiva all’azione, avendo timore di poter essere riconosciuto
dalle vittime:
291
Allegato 45 capitolo 2.
Allegato 46 capitolo 2.
293
Allegato 11 capitolo 2.
292
174
17/04/2
012
597
16:16:4
4
-
0:01:54
… omissis…
ZAMPAGLIONE: "guarda, se poteva entrare lui il primo,
perché entra sempre lui il primo, ...ha una presa che sopra la
madonna che - non gabbu e non maravijja - poi se arriva ad
avvicinarsi qualcuno, minchia gli mena una botta così che li
lascia secchi, ..secchi arrivano a terra, - machi i cani - ha una
forza, li agguanta e possono dimenarsi per ore che non
stanca mai"
… omissis …
progressivi dal 639 al 644 RIT 670/12 del 17.04.2012 294, denotano l’apporto del MORO
alla pianificazione di nuove azioni, alla individuazione degli obiettivi da colpire e della
strategia da adottare per immobilizzare le vittime (progr. 641 e 642); MORO Teodoro fa
riferimento a due possibili obiettivi consistenti nelle abitazioni di un tale detto
“CIAPPA” 295 e quella di un altro, detto “FADDEDDA”, che dista “in linea d’aria 500 mt
da queste due vecchiette” (abitazione familiare VADALÁ c/da CASTANEA). Nella
parte conclusiva della conversazione (progr. 644), emerge altresì che MORO ha portato
a compimento un’altra rapina in danno di un anziano al quale, dopo averlo
immobilizzato a letto, ha preso un fucile ed una pistola;
-
progr. 647 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 18:00:10 296: ZAMPAGLIONE e MURINA
discutono dell’altro complice MORO Teodoro e lo indicano come “una persona seria e
di loro gradimento”, oltre che come persona che vanta una notevole esperienza nel
campo delle rapine agli anziani:
… omissis …
647
17/04/2012
18:00:10
0:09:58
MURINA riferendosi a MORO che prima era con loro, lo indica
come una persona seria e di suo gradimento.
ZAMPAGLIONE: "ma vedi che lui è da una vita! ...è da una
vita, ...lui ...inc... lui sai come entra, solo e sempre con i
coltelli, solo con i coltelli, basta"
MURINA: "e si, perché i coltelli per fare queste cose sono la
cosa migliore".
ZAMPAGLIONE: "non solo con i coltelli"
MURINA: "no sai perché, ...con i coltelli è meglio perché dice,
questi mi vogliono ammazzare per davvero, con la pistola, se
non entri con un silenziatore non credono che tu vuoi fare
294
Allegati 32, 33, 34, 35, 36, 37 capitolo 4.
Progressivo 639 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA.
296
Allegato 1 capitolo 4.
295
175
veramente la cosa hai capito"
ZAMPAGLIONE: "e lui sempre, l'ottanta per cento, una volta
sempre solo andava, solo solo, ...solo, lui lo vedi, partiva così
quando non lavorava, partiva durante il giorno così, si
buttava qua a terra nascosto bene, quando ...inc...
ZACCHETE"
MURINA: "gli saltava e poi se ne andava nelle pecore facendo
finta di niente"
ZAMPAGLIONE: "qua se sia mai Dio c'è una ...inc... in mezzo,
questa sera stessa ha a suo fratello a casa, con altre persone"
MURINA: "ehhh!"
ZAMPAGLIONE: "subito"
MURINA: "ha un altro fratello lui?"
ZAMPAGLIONE: "ha diversi fratelli, ...ne ha uno che la
comanda un fratello di la sopra"
MURINA: "ah si!"
ZAMPAGLIONE: " e se non era per suo fratello da quant'è,
...da quella parte, qua, di qua, lui non è da quella parte, qua
sopra sta, ...inc... "
… omissis …
-
progr. 648 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 18:10:10 297, ove i conversanti
(ZAMPAGLIONE, MURINA e PICCOLO) ribadiscono che del gruppo fanno parte
“Mico” (BATTAGLIA), MORO Teodoro (ZAMPAGLIONE: "lui è sempre qua, si non
lascia niente lo stesso, ...lui non lascia niente, e se lo becchi quando no ha un centesimo
dietro altro che dice mi conoscono e non entra lo stesso..." ), “Giovanni” (CILIONE) e
“Vincenzo” (FORTUGNO);
-
progr. 659 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 18:36:23 298, MURINA chiede se vi sono altri
luoghi ove poter colpire e MORO fa loro da “Cicerone”, cosa che si ripete anche in altre
conversazioni 299;
-
progr. 689 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 19:31:35 300 (sopra riportata, paragrafo 5.1 e
paragrafo 2.4 in versione integrale), ZAMPAGLIONE racconta di un colpo effettuato
assieme a “CIOCCHI” (CILIONE Giovanni) e MORO, nel corso del quale hanno
selvaggiamente picchiato la vittima, una donna di 80 anni (fatto reato contestato ai capi
F e G);
297
Allegato 38 capitolo 4.
Allegato 40 capitolo 4.
299
Progressivi 664 (allegato 41 capitolo 4) e 665 (allegato 42 capitolo 4) RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA.
300
Allegato 47 capitolo 2.
298
176
-
progressivi 691 e 692 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 19:38:58 301, anche MORO
partecipa alla pianificazione di un altro colpo presso l’abitazione di un fabbro sita a
Masella, frazione del Comune di Montebello Jonico;
-
progr. 698 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 19:49:33 302: MORO racconta di un’altra
rapina compiuta con “Mico” BATTAGLIA, nella quale, dopo avere legato le vittime,
BATTAGLIA ha esclamato: “e che ti vuoi fare la fotografia, ti sei messo in posizione”;
-
progressivi 699, 700 e 701 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 19:52:10, ore 19:53:36 e ore
19:54:18 303, sul modus operandi e sulle possibili conseguenze che potrebbero derivare
dalle loro azioni, qualora venissero arrestati; spicca l’esperienza di MORO nel progr.
701 che si riporta integralmente:
701
17/04/2012
19:54:18
PICCOLO racconta di un colpo fatto da un anziano il quale più
volte ha cercato di reagire colpendolo con schiaffi.
MORO dice che lui appena reagiscono gli fa capire chi
comanda.
ZAMPAGLIONE chiede se sia il caso di menare le mani e MORO
afferma che sarebbe opportuno farlo.
[19:55:08]
Avviano la marcia MURINA chiede indicazioni sulla strada da
percorre e sulle future abitazioni da colpire e, MORO è colui il
quale gliele fornisce.
ZAMPAGLIONE afferma che senza "il ferro dietro" lui non è
abituato a muoversi: "io se non ho a Caterina (pistola) di
dietro, ieri a Pellaro con il canne mozze ...imprecazione...
0:06:17 quello si che faceva impressione"
MORO: "si ma avendo il ferro con una mano potete lavorare"
ZAMPAGLIONE: "ma uno non è che deve lavorare"
MURINA: "va bè, lo tieni addosso, lo togli un minuto e lo tieni
addosso, ...basta che ci sia!"
ZAMPAGLIONE: "se uno prende a fare, ...almeno lo tira, si
deve difendere poi una persona per davvero, se deve andare
male che vada male, vaffanculo, ...oh, un'arma è sempre
un'arma"
MORO invita gli altri a parlare fuori dalla vettura ed esclama:
"Se volete l'aggeggio per controllarla c'è"
ZAMPAGLIONE: "non hai detto che ha l'aggeggio Osvaldo per
controllarla?"
MURINA: "Si, l'aggeggino, si suo fratello però ora non c'è suo
301
Allegati 44 e 45 capitolo 4.
Allegato 46 capitolo 4.
303
Allegati 47 e 48 capitolo 4, allegato 30 capitolo 2.
302
177
fratello che è partito a Catanzaro, però deve rientrare nel fine
settimana, gliel'avevo dato io quest'aggeggio".
[20:00:09]
Si fermano.
-
progr. 206 RIT 871/12 del 9.05.2012 ore 18:26:11 304, anche MORO è stato convocato da
ZAMPAGLIONE per la riunione a casa sua del 9 maggio 2012; con questa
conversazione telefonica, MORO informa ZAMPAGLIONE che a breve lo raggiungerà;
effettivamente, personale del Reparto Operativo Nucleo Investigativo, durante il
servizio di osservazione (allegato 68, capitolo 4) innanzi all’abitazione di
ZAMPAGLIONE Giuseppe, tra le ore 19:15 e le 19,35 del 9.05.2012, noterà, fra gli altri
veicoli parcati sulla pubblica via, il veicolo FIAT Fiorino tipo Pick Up targato
AC828LH, utilizzato da MORO Teodoro;
-
progr. 406 RIT 871/12 del 21.05.2012 ore 19:25:57 305, MORO Teodoro chiama
Vincenzo FORTUGNO. I due concordano di vedersi a casa di MORO, evidentemente
allo scopo di porre in essere un’altra azione delittuosa, come si evince dal progressivo
successivo 306, allorquando, MORO chiama TRIPODI Carmelo per invitarlo ad unirsi a
loro per la “solita Mangiata”, “… tanto il tempo c’è ancora, che ora ci siamo messi a
cucinare …”. Il 21 maggio 2012 è il giorno in cui viene perpetrato il furto ai danni di
SERA Vincenzo (capo H).
Per quanto concerne gli elementi emersi a carico di MORO Teodoro in ordine ai
reati contestatigli ai capi C e D in concorso con ZAMPAGLIONE e BATTAGLIA
Domenico Demetrio, si richiamano i progressivi 687 e 688 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore
19:26:48 e ore 19:30:17 307 (già menzionati nel paragrafo 2.2 e riportati nel paragrafo 5.1).
…”
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
Il Moro è stato ritenuto gravemente indiziato dei delitti di cui al capo B), al capo
C), al capo D) ed al capo F).
Rammentata la valenza indiziante (con considerazione che si estende,
ovviamente, agli altri sodali nei cui confronti era elevata richiesta), nell’ottica
associativa, delle conversazioni e degli ulteriori elementi di prova indicati dal P.
304
Allegato 66 capitolo 4.
Allegato 8 capitolo 5.
306
Progressivo 407 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 9, capitolo 5).
307
Allegati 62 e 63 capitolo 5.
305
178
M. quanto agli addebiti per cui il quadro probatorio non è stato riconosciuto
adeguato a quanto richiesto ex art. 273 C. p. p., occorre evidenziare che il Moro,
oltre che risultare partecipe agli episodi criminosi suddetti, è stato tratto in
arresto nella flagranza del furto in danno di Canale Antonio.
Al di là di quanto precede, di per sé univocamente significativo, secondo gli
insegnamenti della giurisprudenza prima citati, della sua partecipazione al
sodalizio, occorre evidenziare come il Moro sia protagonista di altre condotte
delittuose emerse dalle conversazioni captate e tuttora non meglio identificate.
Del prevenuto, poi, i sodali apprezzano la violenza di cui è capace, vero e
proprio tratto caratteristico delle loro azioni criminali.
Ma, a ben vedere, egli si rende protagonista di diversi ruoli, come nel caso della
rapina Vadalà, in cui funge da basista, o in altre programmate azioni criminali,
nelle quali si palesa essere il soggetto che ha individuato gli obiettivi delle
scorrerie del gruppo.
Egli, ancora, partecipa alle riunioni tra sodali propedeutiche alle condotte
delittuose e, in un’occasione, convoca presso la sua dimora il Tripodi Carmelo,
per quella che viene definita una mangiata, in realtà una condotta criminosa da
intraprendere.
Gli elementi come sopra sintetizzati, pertanto, rendono edotti della correttezza
dell’impostazione accusatoria ed evidenziano la sussistenza, a carico del Moro
Teodoro, di gravi indizi di colpevolezza in ordine all’addebito di cui al capo
A), con la posizione qualificata correttamente in esso individuata.
E.3): Murina Massimo
Quanto al Murina Massimo, osserva il P. M. quanto segue:
“…
5.3 MURINA MASSIMO
Indagato per i reati di cui ai capi A (l’associazione), B (rapina di Cardeto del
17.04.2012), L (furto ai danni di BATTISTELLA Franca), M ed N (furto ed estorsione ai
danni di IERO Demetrio).
179
Vicino alla cosca dei FRANCO e con precedenti di polizia per reati in materia di
sostanze stupefacenti (cfr. scheda personale allegata all’informativa del R.O.N.INV. n.
56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013), annovera dei precedenti penali, uno dei quali
specifico (furto e danneggiamento aggravato in concorso commesso il 15.03.1997).
La sua colpevolezza in ordine ai reati a lui ascritti emerge principalmente dalle
intercettazioni ambientali sull’autovettura FIAT PALIO da lui utilizzata e dall’ormai nota
lunga conversazione del 17.04.2012 che ha preceduto l’esecuzione della rapina ai danni di
VADALÁ Caterina e VADALÁ Antonia Margherita.
Nello specifico, a riprova del suo ruolo di primo piano nel contesto associativo, si
evidenziano i seguenti progressivi:
-
progr. 596 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 16:15:32 308, MURINA, PICCOLO e
ZAMPAGLIONE, in attesa di entrare in azione a Cardeto, parlano di compiere un furto
anche in un’altra villa, all’interno della quale è presente una camera blindata;
-
progr. 647 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 18:00:10 309: ZAMPAGLIONE, MURINA e
PICCOLO discutono di mettere a segno nuovi colpi, cercando però di muoversi
mantenendo un basso profilo. La conversazione prosegue sullo stesso piano e,
discutendo dell’altro complice MORO Teodoro, MURINA e ZAMPAGLIONE lo
indicano come “una persona seria e di loro gradimento”;
-
progr. 658 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 18:33:33 310, altra conversazione da cui si
evincono la stabilità e la meticolosa organizzazione del gruppo criminale, allorquando
ZAMPAGLIONE e MURINA si accordano circa l’utilizzo dei walkie talkie per
segnalarsi vicendevolmente l’eventuale arrivo di auto sospette o di forze dell’ordine;
-
progressivi 691 e 692 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 19:38:58 311, anche MURINA
partecipa alla pianificazione di un altro colpo presso l’abitazione di un fabbro sita a
Masella, frazione del Comune di Montebello Jonico;
-
progressivi 699, 700 e 701 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 19:52:10, ore 19:53:36 e ore
19:54:18 312, sul modus operandi e sulle possibili conseguenze che potrebbero derivare
dalle loro azioni, qualora venissero arrestati.
308
Allegato 28 capitolo 4.
Allegato 1 capitolo 4.
310
Allegato 26 capitolo 2.
311
Allegati 44 e 45 capitolo 4.
312
Allegati 47 e 48 capitolo 4, allegato 30 capitolo 2.
309
180
Dalle medesime conversazioni sopra menzionate si ricava il dato inconfutabile della
presenza e della fattiva partecipazione di MURINA alla rapina di Cardeto del 17.04.2012.
L’apporto di MURINA al contesto associativo consiste, altresì, nel rivendere la
refurtiva (armi e preziosi), come è dato evincere dai progressivi nn. 1542 RIT 670/12 del
26.04.2012 ore 19:46:36 313; 1788 RIT 670/12 del 30.04.2012 ore 9:09:08 314; 1793 RIT 670/12
del 30.04.2012 ore 10:12:12 315; 1798 RIT 670/12 del 30.04.2012 ore 10:26:53 316; 1799 RIT
670/12 del 30.04.2012 ore 10:41:54 317; 1801 RIT 670/12 del 30.04.2012 ore 10:50:49 318 (sui
quali ci si soffermerà nel trattare le posizioni di QUATTRONE Vittorio e QUATTRONE
Vincenzo, cfr. paragrafo 5.11).
Ancora, MURINA Massimo, insieme a ZAMPAGLIONE Giuseppe e PICCOLO
Massimo, pianifica un’altra azione da portare a compimento nei confronti di un intero
nucleo familiare, progr. 591 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 16:02:33 319:
591
17/04/2012
16:02:33
Autovettura in sosta con a bordo Massimo MURINA, Massimo
PICCOLO e Giuseppe ZAMPAGLIONE.
ZAMPAGLIONE: "la si deve andare dalla fiumara oppure si, ma
meglio dalla fiumara, meglio sempre dalla fiumara, ...andate
dalla fiumarella"
MURINA: "quanti sono li dentro hai detto?"
0:00:26 ZAMPAGLIONE: "marito, moglie e due bambini piccoli,
...quando arrivi e ti imboschi la dentro"
MURINA: "certo!"
ZAMPAGLIONE: "stai per i cazzi tuoi, ...quando lui arriva ed
entra dentro, arriva prima sua moglie ed entra lui va a
parcheggiare o la mette nel garage, a secondo, ...quando va
entrando lui, l'ultimo che entra"
Sempre dall’attività tecnica, poi, emergono gli elementi che provano la sua
responsabilità per il furto ai danni di BATTISTELLA Franca (capo L), commesso in
concorso con CIRILLO Ivano Alessio, PICCOLO Massimo e SURACE Osvaldo:
-
progr. 61 RIT 890/12 del 5.05.2012 ore 12:48:44 320, MURINA Massimo e PICCOLO
Massimo si trovano a bordo della vettura FIAT Palio in sosta presso il parcheggio degli
313
Allegato 50 capitolo 4.
Allegato 51 capitolo 4.
315
Allegato 55 capitolo 4.
316
Allegato 56 capitolo 4.
317
Allegato 57 capitolo 4.
318
Allegato 58 capitolo 4.
319
Allegato 26 capitolo 4.
314
181
Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, dove era ricoverata la madre di MURINA.
Intraprendono una discussione in merito ad una persona ricoverata presso quella
struttura ed alla possibilità di effettuare un furto presso la sua abitazione, visto che
attualmente è disabitata appunto perché la donna si trova in ospedale per assistere un
congiunto:
61
-
05/05/12
12:48:44
0:02:05
Autovettura ferma. A bordo MURINA Massimo e PICCOLO
Massimo
[12:49:01]: MURINA dice a PICCOLO che proprio adesso si
poteva saltare a casa (ndr, a rubare) di questa donna che ha i
genitori là. PICCOLO chiede dove si trova e MURINA dice che si
trova dove sono già andati per il motore della barca, dicendo
che li e' pieno pieno d'oro.
[12:49:47]: MURINA dice che stasera vede se possono entrare
visto che lei (la donna) gli deve fare la notte, dicendo che si
possono prendere sicuramente tutto l'oro per rivenderlo,
aggiungendo che la donna di cui parlano va in giro a fare la
morta di fame e invece... MURINA dice a PICCOLO che stasera
si possono fare questa botta, entrando con i guanti, visto che
stasera non c'e' nessuno e che la casa e' isolata.
[12:50:31]: scendono dalla vettura. MURINA dice a PICCOLO di
vedere quale macchina ha (la donna), in maniera da poter
vedere quando escono di casa.
progressivi 76 e 93 RIT 890/12 del 5.05.2012 ore 17:08:46 e ore 18:32:31 321: adesso
insieme a MURINA e PICCOLO vi è un terzo soggetto, identificato in SURACE
Osvaldo; i tre effettuano un sopralluogo dimostrando altissima professionalità, curando
nei minimi dettagli tutti particolari per la buona riuscita del colpo, non tralasciando di
annotare
le
targhe delle
autovetture
presenti
nei pressi dell’abitazione
e
preoccupandosi di appurare quando i parenti della donna faranno la notte in ospedale;
-
progr. 174 RIT 890/12 del 7.05.2012 ore 20:07:51 322: da questa conversazione intercorsa
tra MURINA Massimo, SURACE Osvaldo e CIRILLO Ivano Alessio, si evince che il
colpo programmato durante il sopralluogo del 5 maggio (con la partecipazione di
PICCOLO Massimo) sta per essere effettuato. Emerge, altresì, il ruolo di dominus del
MURINA, il quale dirige le operazioni e dispensa tutta una serie di consigli a CIRILLO
320
Allegato 44 capitolo 5.
Allegati 46 e 47 capitolo 5.
322
Allegato 48 capitolo 5.
321
182
e SURACI su come agire, cosa e dove andare a cercare una volta dentro l’abitazione,
quali accorgimenti prendere per non essere individuati;
-
progr. 178 RIT 890/12 del 7.05.2012 ore 20:39:50 323: SURACI e CIRILLO risalgono in
macchina, dove li aspettava MURINA Massimo, dopo avere compiuto il furto a casa
BATTISTELLA.
All’indagato MURINA Massimo, infine, vengono ascritti i reati di cui ai capi M e N,
in concorso con PICCOLO Massimo, sulla base delle conversazioni captate tra i due,
sempre a bordo della FIAT PALIO utilizzata dal MURINA, ed un terzo soggetto
identificato in IERO Demetrio, vittima dell’estorsione compiuta dai primi con la pratica
del “cavallo di ritorno”. Si rinvia all’analisi delle intercettazioni ambientali in auto già
sviluppata nel paragrafo 2.8, relativo a questo episodio (progressivi 451, 454, 465, 466, 467,
513, 515, 516, RIT 890/12 del 18.05.2012 324).
…”
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
Indubbia è la correttezza delle contestazioni mosse al Murina Massimo, a cui
carico si sono ritenuti sussistere gravi indizi di colpevolezza in ordine agli
addebiti di cui ai capi B), L) ed N).
Nel contesto associativo, il suo ruolo è perfettamente descritto dalle
conversazioni del giorno 17/4/2012, in cui, oltre a cogliersi la sua responsabilità
in merito alla rapina in danno delle Vadalà, si comprende la pianificazione di
altre condotte delittuose, l’apprezzamento per sodali come il Moro ed il loro
modo di operare, l’estrema accortezza nelle condotte delittuose, palesata dagli
accordi con lo Zampaglione per l’uso dei ricetrasmettitori, la perfetta
consapevolezza delle conseguenze cui sarebbe andato incontro, in caso di
arresto, con gli accoliti, a cagione delle condotte delittuose commesse.
Egli, poi, nel contesto associativo, come si comprenderà meglio analizzando il
paragrafo dedicato alle posizioni dei due Quattrone, è incaricato pure della
rivendita dei proventi delle condotte delittuose.
Pianifica, ancora, altri reati, come quello programmato con Zampaglione e
Piccolo in danno di un intero nucleo familiare.
323
324
Allegato 50 capitolo 5.
Allegati 53-60 capitolo 5.
183
Organizza, ancora, e partecipa fattivamente al furto presso la dimora della
Battistella, operando, a riprova della sua professionalità, unitamente al Piccolo, il
sopralluogo e dando le direttive ai materiali esecutori del delitto, il Surace
Osvaldo ed il Cirillo Ivano Alessio, con cui rivela di avere notevoli
cointeressenze criminali.
Non ultima l’estorsione commessa, sempre unitamente al Piccolo, nei confronti
del povero Iero.
Anche in questo caso, dunque, vi è poco da aggiungere alle considerazioni finora
operate in seno al presente provvedimento ed a quelle conclusive del requirente,
che ben descrivono il ruolo del prevenuto nell’associazione per delinquere
contestata al capo A).
Sussistono, pertanto, a carico del Murina Massimo, gravi indizi di
colpevolezza in ordine all’addebito di partecipazione, con il ruolo qualificato
descritto in rubrica, all’associazione per delinquere di cui al capo A).
E.4): Piccolo Massimo.
Nella richiesta, il P. M. evidenzia, con riguardo alla sua posizione, quanto segue:
“…
5.4 PICCOLO MASSIMO
Indagato per i reati di cui ai capi A (l’associazione), B (rapina di Cardeto del
17.04.2012), L (furto ai danni di BATTISTELLA Franca), M e N (furto ed estorsione ai
danni di IERO Demetrio).
Allo stato incensurato, vicino alla cosca FRANCO/MURINA (cfr. scheda personale
allegata all’informativa del R.O.N.INV. n. 56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013), PICCOLO
Massimo è un soggetto pienamente inserito nel contesto associativo in argomento, come
dimostra la sua attiva partecipazione alla pianificazione ed alla realizzazione dei reati-fine.
A lui, peraltro, è intestata l’autovettura FIAT PALIO utilizzata dal MURINA e sulla quale
sono state registrate le conversazioni di maggiore interesse investigativo sulle quali si fonda
la presente richiesta.
Con particolare riguardo alla posizione di PICCOLO, si richiamano i progressivi già
evidenziati con riferimento alle posizioni di MURINA e ZAMPAGLIONE, nello specifico:
184
-
progr. 647 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 18:00:10 325: ZAMPAGLIONE, MURINA e
PICCOLO discutono di mettere a segno nuovi colpi, cercando però di muoversi
mantenendo un basso profilo;
-
progressivi 691 e 692 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 19:38:58 326, anche PICCOLO
partecipa alla pianificazione di un altro colpo presso l’abitazione di un fabbro sita a
Masella, frazione del Comune di Montebello Jonico;
-
progressivi 699, 700 e 701 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 19:52:10, ore 19:53:36 e ore
19:54:18 327, sul modus operandi e sulle possibili conseguenze che potrebbero derivare
dalle loro azioni, qualora venissero arrestati; nel progr. 701, in particolare, PICCOLO
racconta di un colpo fatto a danno di un anziano, il quale più volte ha cercato di reagire
colpendolo con schiaffi;
PICCOLO è sicuramente presente e compartecipe nella rapina di Cardeto del
17.04.2012 (capo B), partecipa al sopralluogo effettuato il 5.05.2012 nei pressi
dell’abitazione di BATTISTELLA Franca (capo L) ed è complice di MURINA Massimo nel
furto simulato connesso all’estorsione nei confronti di IERO Demetrio (capi M e N), sicché
si rinvia agli elementi di prova già evidenziati con riferimento ai singoli episodi ed alla
posizione di MURINA Massimo (cfr. paragrafi 2.1, 2.7, 2.8 e 5.3).
…”
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
Il Piccolo Massimo, ritenuto gravemente indiziato dei delitti di cui al capo B), al
capo L) ed al capo N) (sicché si richiama nuovamente la rilevanza della ritenuta
partecipazione ai delitti-fine in ottica dimostrativa della sussistenza dell’affectio
societatis e dello stabile contributo in tal guisa offerto all’associazione per
delinquere), è una sorta di alter ego del Murina, al quale risulta costantemente
accompagnarsi, rendendosi protagonista, unitamente al predetto e ad altri dei
sodali, dei sopra indicati reati.
Egli non si limita, tuttavia, a prender parte ai singoli reati – fine ma partecipa
talora all’individuazione degli obiettivi, peraltro narrando di altre condotte
delittuose poste in essere e non ancora identificate.
325
Allegato 1 capitolo 4.
Allegati 44 e 45 capitolo 4.
327
Allegati 47 e 48 capitolo 4, allegato 30 capitolo 2.
326
185
Quanto precede, pertanto, rende evidente come sia dimostrato il ruolo del
Piccolo di partecipe dell’associazione per delinquere delineata dal P. M..
Sussistono, pertanto, a carico del Piccolo Massimo, gravi indizi di
colpevolezza in ordine alla partecipazione all’associazione per delinquere di
cui al capo A),
E.5): Cilione Giovanni.
In merito alla sua posizione si osserva nella richiesta quanto segue:
“…
5.5 CILIONE GIOVANNI
Indagato per i reati di cui ai capi A (l’associazione), F e G (rapina e lesioni personali
ai danni di PRATICÓ Francesca).
Allo stato incensurato, ma con precedenti di polizia (è pendente il procedimento n.
2906/03 R.G.N.R. a suo carico per il porto ingiustificato di un coltello, per il quale ha già
riportato condanna in primo grado, cfr. scheda personale allegata all’informativa del
R.O.N.INV. n. 56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013), è uno dei componenti d’azione della
banda criminale capeggiata da ZAMPAGLIONE, MORO e MURINA.
La sua identificazione ed il suo coinvolgimento quale membro stabile
dell’associazione emerso nel corso delle indagini sono stati ben delineati nell’informativa n.
56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013, di cui, per completezza, si riporta lo stralcio di
interesse:
CAPITOLO IV
PARAGRAFO VII
L’IDENTIFICAZIONE DI CILIONE GIOVANNI DETTO “CIOK” O “ CIOCCHI”
Nelle conversazioni ambientali registrate a bordo della vettura di MURINA il 17.04.2012 328,
nei colloqui in carcere effettuati da BATTAGLIA Domenico Demetrio 329, nelle conversazioni
328
329
Procedimento Penale 1872/12 RGNR DDA - RIT 670/12.
Procedimento Penale 2254/12 RGNR DDA - RIT 756/12 DDA.
186
ambientali registrate il 14.05.2012 a bordo della vettura FIAT PUNTO in uso a SCHIAVONE
Francesca 330, si fa riferimento rispettivamente ad un soggetto:
1. di nome Giovanni, Gianni, detto “CIOCCHI”;
2. detto “CIOK”, “CIOKMAN”, “CIOCCHI”, la cui moglie si chiama Graziella;
3. detto “CIOK” gravitante nella zona di Melito Porto Salvo.
Dalle conversazioni ambientali registrate in data 17.04.2012 331 a bordo della FIAT Palio di
MURINA Massimo, ZAMPAGLIONE parla di Giovanni, Gianni, detto “CIOK”, “CIOCCHI”,
indicandolo come un altro appartenente del gruppo. Nell’attesa di compiere la rapina di
Cardeto, ZAMPAGLIONE contatta telefonicamente un soggetto di nome Gianni che
successivamente indica con il soprannome di CIOK e, utilizzando un linguaggio criptico, lo
invita ad unirsi a loro per una fantomatica cena a base di carne caprina “Alla bellezza di
compare Gianni !!… … Sempre con queste cazzo di pecore … ma il telefono non ce l’hai di
dietro che ti avevo telefonato prima … ah … ha tagliato la linea … e mannaia la madosca!…
e senti un attimo non è che stasera scendi per Reggio per portare 4 ricotte?… e perché … e
si ci vogliamo mangiare una bella capretta … per le 19, 19:30, 20, non è che abbiamo
problemi … per le 21… le 21:00, le 21:30 ?… eh lo devo sapere … se tu mi dici che ti sbrighi,
io ti spiego la strada che devi fare, perché io sono già qua che stiamo cucinando … e ti dico
la strada che devi fare … e ci incontriamo sulla strada direttamente e poi ti faccio vedere …
è una bella capretta guarda … hanno vino buono pure !… hou mi senti ? eh … tu devi sapere
… se riesci … eh … eh … eh … eh e quando”. Durante la conversazione con Gianni,
ZAMPAGLIONE lo rassicura dicendogli che presto andranno assieme a trovare una terza
persona di sesso femminile, che si comprenderà essere la moglie di BATTAGLIA “ah sta
scassando? e va bene, andiamo e la troviamo al lavoro … andiamo domani … dopodomani,
ma ti ho detto che aspettavo a te che chiamassi … eh … e vedi quando è la che andiamo … e
non ci rispondere lascia stare … quella”. Al termine della conversazione telefonica, registrata
ovviamente in modalità ambientale a bordo della vettura di MURINA, ZAMPAGLIONE
rivolgendosi ai presenti dice che la persona che debbono andare a trovare è la moglie di
“Mico” (ndr BATTAGLIA), la quale sta assillando di telefonate la moglie di Gianni chiedendole
in continuazione denaro “Quella che dice che vuole risolvere il discorso sai chi è ?… la
moglie di Mico, gli telefona in continuazione a sua moglie e gli dice che vuole, soldi”.
Analizzato il traffico storico generato dall’utenza mobile 3489289274 332, si rileva che
ZAMPAGLIONE il 17.04.2012 alle ore 17:26.05, riceve una chiamata della durata di un
secondo (tentativo) dall’utenza 3462348797 intestata ed in uso a CILIONE Giovanni 333.
330
331
332
333
Procedimento Penale 2254/12 RGNR DDA - RIT 834/12 DDA.
Progressivi 631 - 632 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA. Allegati 14 e 15 Capitolo 2.
(RIT 871/12 DDA) in uso a ZAMPAGLIONE Giuseppe.
nato a Melito Porto Salvo l’11.07.1976.
187
Successivamente, alle ore 17:26.26, ZAMPAGLIONE richiama l’utenza del CILIONE
intrattenendosi in una conversazione della durata di 03 minuti e 13 secondi, ad ulteriore
dimostrazione che il Gianni a cui fa riferimento ZAMPAGLIONE durante le fasi precedenti la
rapina di Cardeto è certamente CILIONE Giovanni (con nota n. 56/4-35-3-2012 del
04.02.2013, è stato depositato un plico contenente un CD-ROM con i dati di traffico generati
dall’utenza).
A seguire 334, ZAMPAGLIONE propone di fare subito una rapina, ma non una cosa
particolarmente impegnativa, giusto per ingannare l’attesa che arrivi “CIOCCHI” e che la
“squadra” sarà quindi al completo “una facile quanto per arrangiare per ora, poi per dire, la
sotto prendiamo pure a CIOCCHI che viene CIOCCHI e voi lo sapete che è con la nostra
squadra sempre, ed è”.
In altre conversazioni 335, si parla di Giovanni in relazione ad un colpo che poi non è stato
effettuato per l’indisponibilità di un idoneo mezzo “Li un giorno eravamo andati con Mico,
eravamo andati… era andato Mico, ora glielo chiedo allora chi erano, Mico, Giovanni e
forse lui e allora non l’hanno fatta non mi ricordo il motivo, poi la dovevano fare, sai da
quant’è che la dovevamo fare, però vogliamo la JEEP”.
La lista delle rapine compiute in particolar modo ai danni di persone anziane, con tanto di
sequestro di persona, sembra interminabile. ZAMPAGLIONE, infatti racconta 336
dell’ennesima rapina effettuata insieme a “CIOCCHI” e MORO. Ricordando quell’episodio
però, il MORO critica l’operato di ZAMPAGLIONE e di CIOCCHI, accusandoli di non essere stati
in grado di legare una persona anziana di 80 anni “la non avete avuto abilità per niente per
niente, ne voi e ne CIOCCHI, loro non sono stati capaci di legargli neanche i piedi e le mani,
334
335
336
Progressivo 644 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA. (vedasi allegato 37 capitolo 4).
Progressivi 648 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA. (vedasi allegato 38 capitolo 4).
Progressivo 689 RIT 670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA. (vedasi allegato 47 capitolo 2).
188
io gli giravo la mano per aiutarli”. ZAMPAGLIONE, dal canto suo, dapprima cerca di
giustificarsi, sostenendo di non essere riuscito a legare la donna anziana in quanto non
dotato della stessa forza muscolare del MORO “e chi cazzo ce l’ha fatta, la verità è la verità,
se io non ce la faccio, io non ce la faccio non ho forza nelle mani per bloccare no come lui,
lui no, lui…” ma poi, quasi a voler compensare il fatto di non essere riuscito a legare la donna,
si vanta con i presenti di averla percossa brutalmente “non è stato verso, ditegli come faceva
però, lei buttata a terra, calci, calci. ti dico l’abbiamo macinata, otto giorni in ospedale”
affermando di essersi fermato solo dopo aver visto per terra un litro e mezzo di sangue.
Durante i colloqui effettuati da BATTAGLIA con i familiari, in più occasioni si discute di “CIOK”.
Il 13.04.2012 337, BATTAGLIA chiede alla moglie di mandare i saluti a “CIOK” e nel contesto si
apprende che la moglie di quest’ultimo si chiama Graziella “si, è venuta sua moglie, tanta
garbata, che piangeva … si, si Graziella … Ha detto di salutarti piangeva la moglie di CIOK”.
Nel corso di un altro colloquio 338 BATTAGLIA invita la moglie a rivolgersi a “CIOKMAN /
CIOCCHI” per una questione attinente un fuoristrada SUZUKI.
Durante una conversazione 339 registrata a bordo della vettura FIAT PUNTO in uso a
SCHIAVONE Francesca, si parla invece di CIOK come persona che è stata notata a Melito
Porto Salvo. Ciò lascia presupporre che “CIOK” graviti in quell’area.
In data 23.05.2012, questo Reparto arrestava in flagranza di reato ZAMPAGLIONE Giuseppe,
MORO Teodoro e FORTUGNO Vincenzo, per i fatti meglio narrati nel capitolo successivo.
Nell’immediatezza, veniva effettuata una verifica delle rubriche telefoniche presenti
all’interno degli apparati cellulari in possesso degli arrestati. I cellulari non venivano
sottoposti a sequestro poiché era in atto attività tecnica d’intercettazione nei loro confronti,
pertanto, al fine di non dare adito a sospetti e consentire loro il normale utilizzo, dopo
averne ispezionato il contenuto, gli apparati venivano restituiti agli aventi diritto. Dall’analisi
della rubrica presente all’interno del telefono cellulare ALCATEL utilizzato da ZAMPAGLIONE
Giuseppe, alla lettera “C” era presente un nominativo salvato in memoria come “CIOK”, al
quale era abbinata l’utenza telefonica mobile VODAFONE 3462348797, che da accertamenti
è risultata essere intestata a CILIONE Giovanni 340 (allegato 69). Dalle intercettazioni emerge
che la moglie di CIOK si chiami Graziella. In proposito si richiama la nota n. 268/37-1 del
02.10.2011 (allegato 70), trasmessa dal Comando Stazione Carabinieri di Bagaladi al
Comando Stazione Carabinieri di Pellaro, in ordine ad una richiesta di informazioni da
quest’ultima effettuata il 16.09.2011. Nel corpo della lettera si fa riferimento a CALABRO’
Graziella, nata a Reggio Calabria il 06.03.1974, ivi residente in via Reggio Campi II Tronco n.
337
338
339
340
Vds Allegato 1 Capitolo 1 Colloquio in carcere del 13.04.2012.
Vds Allegato 3 Capitolo 1 Colloquio in carcere del 20.04.2012.
Vds Allegato 64 Capitolo 4 Ambientale Punto progressivo 357 RIT 834/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA.
detto “Gianni, Ciok, Ciokman, Ciocchi”, nato a Melito Porto Salvo in data 11.07.1976, residente a Bagaladi
in via Carlo Manti n. 38, di fatto domiciliato in via Reggio Campi II Trav. Plutino n. 14.
189
235, indicata come attuale convivente di CILIONE Giovanni. Effettuato un accertamento
anagrafico presso il Comune di Reggio Calabria, la predetta risulta essere stata sposata in
prime nozze con BARILLA’ Domenico Natale 341, dal quale ha avuto due figlie, Annalisa 342 e
Pamela Domenica 343. Nella stessa scheda di famiglia n. 62169, sono inseriti altri due figli,
ovvero CILIONE Desireè Maria 344 e CILIONE Saverio 345, figli che la CALABRO’ ha avuto da
CILIONE Giovanni.
Da un controllo effettuato in banca dati SDI nei confronti di CILIONE Giovanni, è emerso che
in data 01.11.2004, alle ore 20:22, lo stesso veniva controllato in Pellaro di Reggio Calabria
unitamente a CALABRO’ Graziella di cui sopra e ALBANI Antonio Salvatore, nato a Reggio
Calabria il 10.05.1964. Sempre in relazione ai controlli del territorio, in data 15.05.2011 alle
ore 23:58, CILIONE Giovanni è stato controllato assieme a BATTAGLIA Domenico Demetrio 346
e FOTI Danilo Massimiliano, nato a Messina il 26.09.1986, in contrada Campicello di Bocale,
dai Carabinieri di Reggio Calabria.
Di
Giovanni
CILIONE,
detto
“CIOK”,
“CIOKMAN”,
“CIOCCHI”,
dice
ZAMPAGLIONE ai sodali MORO e MURINA: “voi lo sapete che è con la nostra squadra
sempre”, progr. 644 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 17:56:27 347:
ZAMPAGLIONE: se incontri una macchina coricato
MURINA : pure io, pure io
MORO: si deve mettere nella testa per fargli gli occhi
MURINA : si, si, poi glieli facciamo la quando
MORO: glieli facciamo la
MURINA : perché se ci fermano
ZAMPAGLIONE:...la visiera, che cazzo me ne fotto
MORO: questi si buttano
17/04/2012
644
17:56:27 0:02:17 MURINA :si, si
MORO: questi si buttano
ZAMPAGLIONE: che cazzo m'interessa, perché se non si può fare
quella, la camminata non dobbiamo perderla, o da una parte o
dall'altra vado, se no direttamente la vado e gli spacco tutte
cose
MORO: una volta che siamo la o da FADDEDA o da questi due
vecchietti
341
nato a Reggio Calabria il 02.01.1968, deceduto il 19.07.1994.
nata a Reggio Calabria il 12.11.1991.
343
nata a Reggio Calabria il 16.09.1994.
344
nata a Reggio Calabria il 18.10.2005.
345
nato a Reggio Calabria il 23.09.2009.
346
detto “Mimmo, Mico”, nato a Reggio Calabria il 23.10.1963, ivi residente in via Crocevia n. 30 - Pellaro.
347
Allegato 37 capitolo 4.
342
190
ZAMPAGLIONE: o questi due vecchietti o dove c'è quella
femmina sola che mi avete detto che c'è una parte dove c'è una
femmina sola
MURINA: basta che non ci sia
ZAMPAGLIONE: una facile quanto per arranciare per ora, poi
per dire, la sotto prendiamo pure a CIOCCHI che viene CIOCCHI
e voi lo sapete che è con la nostra squadra sempre, ed è
MORO: si cambia a CIOCCHI se telefona quello la
ZAMPAGLIONE: se viene, ah ?
MORO: e dove usciamo poi, non è che possiamo scendere e
salire con la macchina ?
ZAMPAGLIONE: no, poi glielo dico io, sali verso così, voi basta
che mi dite verso dov'è, prendi tale punto di strada e sali
MURINA : ...inc... ce ne possiamo andare già allora?
ZAMPAGLIONE: certo! per tale parte, poi esco io in mezzo alla
strada quando vedo saltare la macchina che la vedo arrivare poi
gli salto io in mezzo alla strada, se lo vedo
… omissis …
La figura di CILIONE Giovanni quale elemento sospetto e comunque collegato a
BATTAGLIA Domenico Demetrio, era già emersa dalle informative n. 18/2-3 di prot. del
29.05.2011 e n. 18/2-14 di prot. dell’8.10.2011 dei Carabinieri della Stazione di Pellaro, in
relazione alla rapina ai danni di CAMPOLO Marco (v. sopra, paragrafo 2.3).
…”
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
Questo decidente ha ritenuto sussistere gravi indizi di colpevolezza a carico, fra
gli altri, del Cilione Giovanni in relazione all’addebito di cui al capo F) [ed a
quello, connesso, sub G)], certamente sintomatico, per la violenza con cui è stato
commesso, che si eleva a tratto caratterizzante delle reiterate condotte delittuose
poste in essere dai prevenuti, delle modalità operative del sodalizio.
Ebbene, le indicazioni offerte dalla P. G. in merito all’identificazione del Cilione
Giovanni per il Ciocchi o Ciok cui si fa cenno nel corso delle conversazioni
oggetto d’intercettazione sono assolutamente condivisibili.
E, pertanto, il quadro che emerge con riferimento al predetto indagato è,
anzitutto, quello di un soggetto che viene invitato a prender parte alla mangiata,
rectius alla rapina in danno delle Vadalà, così palesandosi la sua cointeressenza
anche a detta condotta criminosa, e che ha sicuramente partecipato ad altra grave
191
azione delittuosa in danno di un’anziana, ovvero la rapina nei confronti della
Praticò.
Del Cilione, ancora, si parla come di soggetto che ha preso parte ad un tentativo
di rapina unitamente al Battaglia ed allo Zampaglione.
Nella stessa conversazione in cui si coglie come fosse stato convocato per
prendere parte alla rapina di cui al capo B), poi, Cilione è indicato come soggetto
unitamente al quale lo Zampaglione deve recarsi presso la moglie di altro sodale,
il Battaglia, per cercare di farle dare una calmata, attesa la condizione di
detenzione del predetto.
Egli, ancora, viene indicato dalla Schiavone, appunto la moglie del Battaglia,
come soggetto deputato all’assistenza economica: non a caso, infatti, si
commenta fra sodali come la moglie del Cilione fosse assillata da quella del
Battaglia per portarle del denaro.
Al Cilione, ancora, deve rivolgersi la moglie del Battaglia per altre questioni,
secondo le direttive da costui ricevute in carcere.
Si aggiungono ai dati che precedono le risultanze delle verifiche operate in
merito alla rubrica del cellulare in uso allo Zampaglione all’atto del suo arresto
(che confermano l’identificazione del Cilione nel Ciok di cui si parla nelle
conversazioni intercettate ed il cui numero, intestato ad esso indagato, viene
individuato nella rubrica dell’apparato mobile del sodale) e di un controllo del
territorio da parte delle FF. OO., in data 15/5/2011, che lo vede fermato
unitamente, appunto, al Battaglia Domenico Demetrio.
Dati, questi, dunque, che corroborano le emergenze delle intercettazioni
telefoniche ed ambientali in cui viene in risalto la posizione del Cilione come
componente del gruppo criminale, particolarmente legato al Battaglia (con cui
viene individuato dalla P. G. quando cercano di recuperare la Opel Frontera in
occasione dell’episodio in danno del Campolo Marco), ma anche al Moro (che,
in occasione della rapina Praticò, infatti, si rammarica di non averlo fatto entrare
prima per bloccare la riottosa persona offesa) ed allo Zampaglione.
Un soggetto che, come, in altri termini, afferma proprio il promotore del
sodalizio, Zampaglione, è con la nostra squadra sempre.
192
Ovvero un soggetto che prende attivamente parte ed in maniera stabile al
sodalizio.
Sussistono, pertanto, anche nei riguardi del Cilione Giovanni, gravi indizi di
colpevolezza in ordine alla partecipazione all’associazione per delinquere di
cui al capo A).
E.6): Fortugno Vincenzo.
In merito al Fortugno Vincenzo si osserva nella richiesta quanto segue:
“…
5.6 FORTUGNO VINCENZO
Indagato per i reati di cui ai capi A (l’associazione), H (furto ai danni di SERA
Vincenzo), I (furto ai danni di FOTIA Carlo), O (rapina ai danni di MINNITI Paolo).
Annovera precedenti penali per reati contro la persona e il patrimonio, elementi
questi che, associati alle dinamiche d’azione emerse nel corso delle indagini, ne dimostrano
l’indole delinquenziale (cfr. scheda personale allegata all’informativa del R.O.N.INV. n.
56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013).
È stato condannato ex art. 444 c.p.p. alla pena di mesi otto di reclusione ed 300,00
di multa nel procedimento penale n. 3239/12 R.G.N.R. mod. 21, per il furto consumato ai
danni di CANALE Antonio, insieme a ZAMPAGLIONE Giuseppe (per il quale il giudizio è
tuttora pendente) e MORO Teodoro (condannato in primo grado all’esito di giudizio
abbreviato alla medesima pena).
Nel corso della trattazione si è già ampiamente evidenziato l’inserimento del
FORTUGNO nell’organizzazione criminale.
Nello specifico, si evidenziano i tratti della lunga conversazione intercorsa tra
ZAMPAGLIONE Giuseppe, MURINA Massimo e PICCOLO Massimo il giorno della rapina
di Cardeto. Dai racconti di ZAMPAGLIONE si evincono i riferimenti alla partecipazione di
“Vincenzo” ad azioni delittuose passate e, sicuramente, il suo ruolo di soggetto intraneo al
gruppo criminale:
348
progr. 582 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 15:48:28 348
Allegato 8 capitolo 2.
193
582
-
17/04/2012
15:48:28
Auto in sosta, ZAMPAGLIONE Giuseppe racconta
presumibilmente di un furto o di una rapina a cui ha preso
parte affermando che da quella parte non si deve vedere
nemmeno la macchina in mezzo alla strada e che quella volta
li ha accompagnati con la macchina di Vincenzo (o simile) si è
abbassato la visiera del cappello perché li lo conoscono tutti
poi è sceso e si è parcheggiato in una Traversa vicino ad un
compare suo e quando passavano le persone si abbassava per
non farsi vedere.
0:00:31
progr. 589 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 16:56:32 349
589
17/04/2012
15:56:32
Come
già
Autovettura in sosta con a bordo Massimo MURINA, Massimo
PICCOLO e Giuseppe ZAMPAGLIONE.
Giuseppe fa presente che deve rintracciare una persona e si
augura che "il telefono prenda" (abbia copertura di rete)
MURINA chiede se questa persona sa che loro si trovano li e
Giuseppe: "lo deve rintracciare Vincenzo o lo rintraccio io no,
quando comincia ad uscire dal bosco, ...vedi, ieri che c'era il
cattivo tempo a casa, oggi disgrazia amara è uscita la giornata
e lo ha fatto andare a lavorare..."
0:00:26
visto
in
precedenza,
poi,
FORTUGNO
viene
convocato
da
ZAMPAGLIONE per la riunione del 9 maggio 2012 a casa sua:
-
progr. 204 RIT 871/12 del 9.05.2012 ore 18:09:12 350
204
349
350
09/05/12
0:01:08 E
18:09:12
3493552066
Fortugno
Vincenzo
Allegato 9 capitolo 2.
Allegato 65 capitolo 4.
194
3489289274
Zampaglione
Giuseppe
FORTUGNO
chiama
ZAMPAGLIONE.
ZAMPAGLIONE gli dice
che sta per arrivare.
FORTUGNO dice che
riesce a liberarsi per le
ore 19:15/19:20.
ZAMPAGLIONE dice
che ha urgente
bisogno di vederlo:
"perché c'è un
discorso che devi
essere presente,
...obbligatorio"
ZAMPAGLIONE gli dice
che deve fare il
possibile e che lui
cercherà di prendere
tempo con le persone
che si trovano a casa
sua e gli ribadisce di
fare prima che sia
possibile perché prima
di vedere queste
persone vuole
parlargli.
Effettivamente, personale del Reparto Operativo Nucleo Investigativo, durante il
servizio di osservazione (allegato 68, capitolo 4) innanzi all’abitazione di ZAMPAGLIONE
Giuseppe, tra le ore 19:15 e le 19,35 del 9.05.2012, noterà, fra gli altri veicoli parcati sulla
pubblica via, il veicolo AUTOBIANCHI Y10 targato RC494299, intestato a FORTUGNO
Vincenzo.
Ancora, si evidenzia il progr. 406 RIT 871/12 del 21.05.2012 ore 19:25:57 351,
allorquando MORO Teodoro chiama Vincenzo FORTUGNO. I due concordano di vedersi
a casa di MORO, evidentemente allo scopo di porre in essere un’altra azione delittuosa,
come si evince dal progressivo successivo 352, allorquando, MORO chiama TRIPODI
Carmelo per invitarlo ad unirsi a loro per la “solita Mangiata”, “… tanto il tempo c’è
ancora, che ora ci siamo messi a cucinare …”. Il 21 maggio 2012 è il giorno in cui viene
perpetrato il furto ai danni di SERA Vincenzo (capo F).
Sempre dall’attività tecnica, poi, emergono gli elementi che provano la
responsabilità del FORTUGNO per il furto ai danni di FOTIA Carlo (capo I), commesso in
concorso con MORO Teodoro, nonché per la rapina ai danni di MINNITI Paolo (capo O), i
cui elementi indizianti sono già stati analizzati nei relativi paragrafi (cfr. paragrafi 2.6 e
2.9).
…”
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
351
352
Allegato 8 capitolo 5.
Progressivo 407 RIT 871/12 DDA PP 2254/12 RGNR DDA (allegato 9, capitolo 5).
195
Questo decidente non ha ritenuto sussistere indizi di colpevolezza connotati dalla
richiesta gravità, a carico del Fortugno, in relazione agli addebiti di cui al capo
H), al capo I) ed al capo O).
E, tuttavia, Fortugno Vincenzo, grazie alle operazioni tecniche in corso nei
confronti del sodalizio, è stato colto, unitamente al Moro ed allo Zampaglione,
nella flagranza del reato di furto in danno di Calabrò Antonio, condotta
perfettamente inserita nel novero dei reati – fine e tipica estrinsecazione del
programma criminoso dell’associazione.
Ma Fortugno, a ben vedere, emerge dalle conversazioni intercettate come sicuro
partecipe ad altre condotte delittuose che hanno visto protagonista il sodalizio.
È soggetto ricercato dagli accoliti per prendere parte alle azioni delittuose ed è
partecipe alla riunione convocata dallo Zampaglione, presso la sua abitazione,
per il 9/5/2012, siccome prende parte a quella presso la dimora del Moro,
sicuramente propedeutica ad un’azione delittuosa, come denota l’uso del solito
termine criptico mangiata, che preannuncia il tema della convocazione.
Gli elementi di prova sopra indicati e, in particolare, il vincolo di solidarietà che
lega il Fortugno al Moro ed allo Zampaglione, con i quali, non a caso, viene
colto nella flagranza del furto in danno del Calabro’, denotano, dunque, la sua
duratura e stabile partecipazione alle attività criminali del sodalizio, del quale, ad
ogni effetto, deve ritenersi intraneo.
Sussistono, pertanto, a carico di Fortugno Vincenzo, gravi indizi di
colpevolezza in ordine all’addebito di partecipazione all’associazione per
delinquere di cui al capo A).
E.7): Battaglia Domenico Demetrio: il ruolo associativo
e la contestazione mossagli al capo P).
Si indica, nella richiesta, in merito alla posizione del Battaglia Domenico
Demetrio, quanto segue:
“…
5.7 BATTAGLIA DOMENICO DEMETRIO
196
Indagato per i reati di cui ai capi A (l’associazione), C (rapina ai danni di MARINO
Santo), D (tentato furto ai danni di MARINO Santo), E (rapina ai danni di CAMPOLO
Marco), P (furto aggravato alla villa “Lo Giudice”, in concorso con BERLINGERI Damiano
Roberto), Q (detenzione illecita di munizioni).
Condannato in data 14.12.2012 (irrevocabile il 3.01.2013), con sentenza di
applicazione della pena su richiesta, per il delitto di detenzione abusiva di materiale
esplodente del tipo tritolo/TNT, dal cui rinvenimento ha preso le mosse la presente
indagine, annovera precedenti di polizia (cfr. scheda personale allegata all’informativa del
R.O.N.INV. n. 56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013) ed è, allo stato, imputato nel p.p.
2757/12 R.G.N.R. per furto di energia elettrica.
Il coinvolgimento di BATTAGLIA quale membro stabile e di un certo rilievo della
compagine criminale emerge in maniera lapalissiana dall’attività tecnica avviata dopo il suo
arresto.
Sia i colloqui in carcere, che i commenti dei sodali, all’indomani del suo arresto,
hanno consentito di far luce sull’esistenza dell’associazione capeggiata da ZAMPAGLIONE,
MORO e MURINA, con l’apporto fondamentale e costante, fra gli altri, di BATTAGLIA
Demetrio Domenico, il quale, oltre a partecipare fattivamente alla commissione dei reatifine, forniva al gruppo supporto logistico, mettendo a disposizione la propria jeep ed il
capanno, sito nei pressi della propria abitazione, per nascondere la refurtiva e gli strumenti
utilizzati per delinquere (passamontagna, armi, ecc.).
Numerosi sono i tratti della conversazione del 17.04.2012 tra ZAMPAGLIONE,
MURINA, PICCOLO e MORO in cui si narrano le azioni delittuose compiute insieme a
“Mico” BATTAGLIA:
-
progr. 590 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 16:01:10 353, dalla quale è evidente che
ZAMPAGLIONE e gli altri hanno effettuato una rapina alla quale ha preso parte non
solo Teodoro MORO, ma anche “Mico” BATTAGLIA;
-
progr. 648 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 18:10:10 354:
648
353
354
17/04/2012
18:10:10
… omissis …
[18:11:02]
0:02:23 MURINA: "il fatto è che lui orami è -toccato all'ala- ha gli occhi
puntati, se no "
ZAMPAGLIONE: "lui è sempre qua, si non lascia niente lo
Allegato 45 capitolo 2.
Allegato 38 capitolo 4.
197
stesso, ...lui non lascia niente, e se lo becchi quando no ha un
centesimo dietro altro che dice mi conoscono e non entra lo
stesso..."
MURINA chiede a ZAMPAGLIONE se debbono andare verso
sotto e ZAMPAGLIONE: Li un giorno eravamo andati con
Mico, eravamo andati, ...era andato Mico, ora glielo chiedo
allora chi erano, Mico, Giovanni e forse lui e allora non
l'hanno fatta non mi ricordo il motivo, poi la dovevano fare,
sai da quant'è che la dovevamo fare, però vogliamo la JEEP là
o per dire una macchina alta, non puoi andare con la mia o
con la sua che quel cazzo di coso che glielo conoscono tutti,
quella di Vincenzo neanche per strada la debbono vedere lo
stesso e faceva Mico, niente, quando ho la JEEP, con la mia
JEEP, con la mia JEEP, arriva che stiamo salendo con Ciccio,
no ha detto, dobbiamo andare con la mia JEEP e basta, che
voglio arrivare davanti la porta direttamente, tanto ha detto,
là non c'è nessuno, ...fai che cazzo vuoi, se no già l'aveva
fatta lui"
-
progr. 665 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 18:45:50 355, in cui MURINA chiede a MORO
come mai non hanno fatto “quel colpo visto che sapevano che la madre era malata” e
sia ZAMPAGLIONE che MORO rispondono che “Mico” non ha voluto, in quanto
diceva di volere andare con la sua jeep;
-
progr. 698 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 19:49:33 356: MORO racconta di un’altra
rapina compiuta con “Mico” BATTAGLIA, nella quale, dopo avere legato le vittime,
BATTAGLIA ha esclamato: “e che ti vuoi fare la fotografia, ti sei messo in posizione”.
Sussistono, poi, i gravi indizi di colpevolezza in capo al BATTAGLIA per i reati a lui
ascritti ai capi C e D (tentato furto e rapina ai danni di MARINO Santo), come evidenziato
in maniera complementare sia dai Carabinieri della Stazione di Pellaro nell’informativa n.
18/7-2011 di prot. del 20.06.2012, sia dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri
nell’informativa informativa n. 56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013, su cui ci si è
ampiamente soffermati nel paragrafo 2.2 della presente richiesta, al quale si rinvia,
limitandosi in questa sede a sottolineare il dato oggettivo e inconfutabile del rinvenimento
della refurtiva sottratta ai coniugi MARINO-GIARDINIERE all’interno del capanno nella
disponibilità di BATTAGLIA Demetrio Domenico, nel corso della perquisizione effettuata
355
356
Allegato 42 capitolo 4.
Allegato 46 capitolo 4.
198
il 30.04.2012 357, quella stessa refurtiva che MURINA e ZAMPAGLIONE, dopo l’arresto di
BATTAGLIA, si preoccupavano di far sparire (progressivi 600 e 601 del 17.04.2012 già
riportati, cfr. paragrafo 3) 358.
Nel corso della medesima perquisizione del 30.04.2012, poi, venivano rinvenute le
munizioni la cui detenzione illegittima è contestata al capo Q e veniva, altresì, rinvenuto lo
scooter TMAX YAMAHA 500, avente telaio JYASY031000024992 sottratto, in concorso
con BERLINGERI Damiano Roberto, dalla villa formalmente intestata a GATTO Paolo, ma
riconducibile a Luciano LO GIUDICE e sottoposta a sequestro penale nell’ambito del p.p.
3541/11 R.G.N.R. DDA (reato contestato al capo P).
I gravi indizi della colpevolezza di BATTAGLIA Domenico Demetrio rispetto a tale
ultimo reato - per il quale il correo BERLINGERI Damiano Roberto è già stato condannato
in primo grado, all’esito di giudizio abbreviato (vi è in atti copia degli atti del p.p. 5881/12
R.G.N.R. a carico di BERLINGERI 359 e della sentenza GUP n. 736/2013 del 24.09.2013) –
emergono, oltre che dal rinvenimento del ciclomotore nel capanno del BATTAGLIA, dalle
dichiarazioni rese davanti al P. M. da GIUNTA Francesco il 25.09.2012 nell’ambito del p.p.
5881/12 R.G.N.R. (in atti):
… omissis…
Una volta ho visto BERLINGERI insieme a uno, quello che ha fatto arrestare, lo chiamano
“tre dita”, ha i capelli ricci. Io era la prima volta che lo vedevo. Li ho visti insieme qualche
giorno prima dell’episodio di aprile ed erano su un fuoristrada guidato da questo “tre dita”.
So che lo ha fatto arrestare lui perché è questo che si dice in giro a Pellaro.
… omissis…
GIUNTA: «Una sera alla fontanella c’erano “tre dita” e BERLINGERI, ho sentito che
BERLINGERI diceva a “tre dita” se voleva andare con lui in una villa, spiegandogli che si
trattava di “villa Lo Giudice”, so che hanno rubato mobili, una macchina, uno scooterone, i
condizionatori, elettrodomestici, sono andati con un camion di quelli del cantiere dove
lavorava BERLINGERI, lui poteva andare di notte a prenderlo perché aveva le chiavi.
Li ho sentiti che si organizzavano, poi c’era il fratello piccolo di BERLINGERI che si
vantava alla fontanella, dicendo “mio fratello ha fatto questo, mio fratello ha fatto
quest’altro”.
… omissis…
357
Allegato 27 capitolo 3.
Allegati 4 e 5 capitolo 3.
359
agli atti del p.p. 5880/12 R.G.N.R. riunito al presente procedimento.
358
199
BERLINGERI andava molto d’accordo con “tre dita”, andava tutte le sere a casa sua, poi
una sera hanno litigato, sicuramente per soldi, e BERLINGERI lo ha fatto arrestare,
mandandogli i carabinieri a casa.
Questo “tre dita” abita sempre a Pellaro, non vicino a casa mia. Io sentivo BERLINGERI e
“tre dita” discutere spesso, a volte per telefono, altre volte alla fontanella, dove “tre dita”
veniva spesso a prendere BERLINGERI.
Come evidenziato dalla P.G. nell’annotazione nr. 56/4-29-2012 di prot. del
5.10.2012 360, l’uomo indicato da GIUNTA Francesco come “tre dita”, si individuava in
BATTAGLIA Domenico Demetrio, nato a Reggio Calabria il 23.10.1963, pervenendo alla
sua identificazione perché GIUNTA:
•
lo conosceva con il soprannome di “tre dita” ed effettivamente a BATTAGLIA manca
la falange e la falangina del dito indice della mano destra;
•
lo indicava come una persona con i capelli ricci ed effettivamente BATTAGLIA aveva
una folta capigliatura riccia;
•
riferiva di averlo notato a bordo di un fuoristrada ed effettivamente BATTAGLIA era
proprietario di un fuoristrada Opel Frontera di colore verde bottiglia targato AV430JT;
•
indicava con precisione l’abitazione di BATTAGLIA, specificando che alla medesima si
arriva, imboccando una salita che si trova subito a sinistra del secondo semaforo di
Pellaro (quello ubicato sulla SS106, nei pressi di un supermercato) e imboccando la
prima svolta utile a sinistra proseguendo la quale su arriva sotto l’abitazione di
BATTAGLIA; effettivamente il tragitto indicato da GIUNTA conduce proprio alla via
dei Gelsomini (già via Crocevia).
Infine, sulla responsabilità del BATTAGLIA nella rapina ai danni di CAMPOLO
Marco (capo E), i gravi indizi di colpevolezza emergono dalle informative dei Carabinieri
della Stazione di Pellaro n. 18/2-3
di prot. del 29.05.2011 e n. 18/2-14 di prot.
dell’8.10.2011 ampiamente trattate nel paragrafo 2.3, cui si rinvia.
…”
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
Ritenuto gravemente indiziato dei delitti di cui al capo C) ed al capo E), il
Battaglia è raggiunto da un grave quadro indiziario anche in ordine
all’addebito sub P), inerente il furto aggravato del ciclomotore T – MAX
360
agli atti del p.p. 5880/12 R.G.N.R. riunito al presente procedimento.
200
sottratto dalla villa, sottoposta ad amministrazione giudiziaria, riconducibile alla
disponibilità di LO GIUDICE Luciano.
Indubbia, pertanto, è la sua partecipazione ad alcuni dei delitti-fine
dell’associazione, siccome il notevole apporto offerto ai sodali mettendo a loro
disposizione sia la jeep a lui in uso sia, soprattutto, il capanno, ovvero un locale
nella sua disponibilità, rispetto al quale, oltre allo stesso Battaglia nei dialoghi
con la moglie, sono gli altri partecipi al sodalizio a palesare evidente timore per
quanto ivi era custodito. Ciò, ovviamente, in quanto si trattava di cose provento
delle svariate azioni delittuose poste in essere dal sodalizio.
E non a caso, infatti, ivi sono stati rinvenuti beni riconducibili alla rapina posta
in essere in danno del Marino, ma, come detto, anche il ciclomotore T – MAX
oggetto del furto presso la villa riconducibile alla disponibilità di Luciano Lo
Giudice, allora sottoposta a sequestro.
Fatto, questo, per cui è stato condannato altro sodale, il Berlingeri Damiano
Roberto, intimamente legato al Battaglia, e del quale ha parlato tale Giunta
Francesco, evidenziando, con riscontro diretto derivante dal rinvenimento del
ciclomotore presso il locale nella disponibilità del Battaglia stesso, la
corresponsabilità del Berlingeri e di un soggetto a lui noto come tre dita,
correttamente individuabile, per come evidenziato dalla P. G., nell’odierno
indagato. A conforto di quanto sopra, si rammenta che, nella sentenza (allegata
in atti) emessa dal G. U. P. in sede nel procedimento a carico del Berlingeri
Damiano Roberto (lì giudicato sia per il concorso nella detenzione del tritolo
rinvenuto al Battaglia sia per il furto che ora ne occupa), le dichiarazioni rese dal
Giunta a carico del correo sono state ritenute attendibili, nei termini che di
seguito si riportano (dovendo intendersi richiamata, in quanto condivisa, la compiuta
ricostruzione del quadro normativo e giurisprudenziale che governa la valutazione delle
dichiarazioni rese da deponente ex art. 210 o 197 bis C. p. p. nel suddetto provvedimento):
“…
È certa l’identificazione dei protagonisti del racconto del GIUNTA.
Questi, infatti, riconosceva il BERLINGERI “senza ombra di dubbio” nell’effige
fotografica contrassegnata dal n. 15 contenuta all’interno di un fascicolo fotografico
sottopostogli in visione dalla p.g. (cfr. annotazione di P.G. n. 56/4-29-2012 di prot. del 5
ottobre 2012).
201
Il dichiarante aveva, inoltre, indicato il BERLINGERI come proprietario o detentore di
una macchina rosso/amaranto modello Station Wagon ed effettivamente l’odierno imputato è
proprietario di una Fiat Marea SW di colore amaranto targata BE735XW.
Il GIUNTA, ancora, aveva riferito di abitare nella medesima via del BERLINGERI ed
effettivamente entrambi risultano risiedere in quella via Sottolume rispettivamente ai civici
28 C e 28 E.
Anche il GIUNTA – come prima il BATTAGLIA – aveva detto che il BERLINGERI
lavorava alle dipendenze della ditta di Filippo GIRONDA, come in effetti risulta, dai dati
tratti dalla BB.DD INPS, dal 2009 al 2012.
Il GIUNTA riconosceva lo stesso GIRONDA Filippo, datore di lavoro del
BERLINGERI, nell’effige fotografica contrassegnata dal n. 3 contenuta all’interno di un
fascicolo fotografico sottopostogli in visione, oltre che GIRONDA Giovanni cl. 50, indicato
come cugino del primo, il quale, come affermato dallo stesso dichiarante, presta attività
lavorativa, con mansioni di autista, in favore di GIRONDA Filippo; così come è vero che
GIRONDA Giovanni e GIRONDA Filippo sono parenti, rispettivamente zio e nipote (e non
cugini).
Quanto all’uomo indicato come “tre dita”, gli accertamenti di P.G. consentono di
individuarlo in BATTAGLIA Domenico Demetrio.
L’epiteto “tre dita”, infatti, ben si attaglia alla obiettiva e peculiare condizione fisica
del BATTAGLIA, il quale manca effettivamente della falange e della falangina del dito
indice della mano destra.
Il GIUNTA, inoltre, lo aveva descritto come una persona con i capelli ricci, come
effettivamente è il BATTAGLIA.
Ancora, il GIUNTA aveva detto che “tre dita” aveva un fuoristrada ed effettivamente il
BATTAGLIA è proprietario di un fuoristrada Opel Frontera targato AV430JT.
Il GIUNTA, poi, aveva indicato con precisione l’abitazione di BATTAGLIA,
specificando che alla medesima si arriva percorrendo una salita che si trova subito a sinistra
del secondo semaforo di Pellaro (quello ubicato sulla SS106, nei pressi di un supermercato),
imboccando la prima svolta utile a sinistra fino ad arrivare arriva sotto l’abitazione di
BATTAGLIA; percorso che effettivamente conduce all’abitazione del BATTIGLIA a
Pellaro, in via dei Gelsomini (già via Crocevia).
Infine, GIUNTA riconosceva, “senza ombra di dubbio”, nell’effige fotografica
contrassegnata dal n. 16 contenuta all’interno di un fascicolo fotografico sottopostogli in
visione dalla p.g., “Pina, la moglie di MURINA Carmelo” – cioè di colui che aveva
commissionato al BERLINGERI il danneggiamento a mezzo incendio di un’autovettura in
località Mortara di Pellaro nell’aprile 2012 –, precisando che il BERLINGERI frequentava la
loro abitazione (circostanza effettivamente riscontrata, come si dirà a breve).
Passando all’analisi dei fatti delittuosi riferiti dal GIUNTA, costui aveva innanzitutto
parlato di un danneggiamento a mezzo incendio (per il quale lui stesso risulta indagato),
compiuto insieme al BERLINGERI nell’aprile 2012 in località Mortara di Pellaro. Le
indagini compiute avevano consentito di verificare che effettivamente nella nottata tra il 14 ed
202
il 15 aprile 2012, in via Mortara della Frazione Pellaro di Reggio era stata data alle fiamme
l’autovettura di proprietà di ALAMPI Rosa Orsola. Sul punto, GIUNTA aveva dichiarato
di non conoscere le ragioni sottese a tale condotta, pur dicendosi certo che per questo atto
intimidatorio BERLINGERI era stato ricompensato con una somma di denaro da Carmelo
MURINA. Specificava, inoltre, che BERLINGERI, nei momenti immediatamente precedenti
il danneggiamento, su sua stessa richiesta, gli aveva fatto intendere di essere stato incaricato
del danneggiamento (“perché me lo hanno chiesto, sono coperto, stai tranquillo, non succede
niente, appena mi danno i soldi i primi sono i tuoi”) da MURINA Carmelo Consolato, in atto
detenuto, genero del capo cosca FRANCO Michele (personaggi di primo piano della
criminalità organizzata reggina, storicamente alleati alle cosche TEGANO e DESTEFANO di
Archi). Anche tale riferito collegamento con la famiglia MURINA/FRANCO trovava
riscontro in alcuni controlli: il 28 marzo 2010, effettuando un controllo all’abitazione di
FRANCO Michele, detenuto agli arresti domiciliari, la P.G. procedente aveva notato
all’interno del cortile il BERLINGERI, che si era giustificato dicendo di stare effettuando dei
lavori di manutenzione; il successivo 24 aprile 2010, sempre presso la stessa abitazione, la
P.G. aveva visto il BERLINGERI intrattenersi assieme a MURINA Carmelo Consolato; anche
in quell’occasione, costui aveva giustificato la sua presenza con lo svolgimento di non meglio
specificati lavori di manutenzione; ancora, il 9 febbraio 2011, la P.G. aveva notato sempre
all’interno della stessa abitazione, l’autovettura FIAT Punto targata BH518BZ di proprietà del
BERLINGERI, sebbene in quell’occasione dal successivo controllo all’interno dell’abitazione
fosse stata riscontrata la sola presenza di PANTANO Caterina, moglie di FRANCO Michele.
Quanto alla perpetrazione del furto ai danni di una gioielleria di Pellaro ubicata nei
pressi dell’esercizio commerciale denominato “Pizzeria L’ombelico del Mondo”, le
verifiche effettuate avevano consentito di accertare che effettivamente, vicino la sopracitata
pizzeria, vi è una gioielleria denominata “Atelier” di proprietà di DI STEFANO CHINNÍ
Santo. Nella notte tra il 26 ed il 27 dicembre 2011, l’esercizio commerciale aveva subito
un furto, commesso attraverso la realizzazione di un foro in corrispondenza della cassaforte
per mezzo, eseguito con fiamma ossidrica dall’interno di una abitazione abbandonata,
adiacente al negozio, ed il conseguente asporto della refurtiva per un importo pari a 20.550,00
euro.
Relativamente ad un ulteriore riferito furto ai danni di un bar gestito da alcuni
rumeni ed ubicato a Pellaro, nei pressi dell’“ex Sala Azzurra”, gli accertamenti esperiti
non consentivano di acquisire riscontri, ma solo che la “sala azzurra” è stata sostituita da un
supermarket denominato “Verdeblu” sito in via Vecchia Nazionale e che quello che il
GIUNTA aveva indicato come “bar”, ubicato nella “via posta” alle spalle di detto
supermarket, è in realtà un “circolo culturale ricreativo” denominato “La Gioconda”, il cui
presidente si identifica in tale MORABITO Carmelo.
Quanto ad una serie di furti, commessi, a più riprese, all’interno della “Villa Lo
Giudice” a Pellaro, le indagini hanno permesso di accertare innanzitutto l’ubicazione della
villa in località Loggia di Pellaro ed il fatto che fosse sottoposta a sequestro (cfr. Proc. Pen. n.
3541/11 RGNR-DDA-3704/11 R.G.GIPDDA, a carico della cosca Lo Giudice) ed
203
appartenesse di fatto a LO GIUDICE Luciano (anche se formalmente intestata a GATTO
Paolo); in secondo luogo che il 13 agosto 2011, l’amministratore giudiziario di tale villa,
accedendo al suo interno, aveva notato la mancanza di diversi beni e che il successivo 15
novembre aveva denunciato presso la Questura di Reggio Calabria il furto di due camerette
complete composte ciascuna da letto con materasso, comodino, armadio, scrivania e poltrona
girevole, nonché del ciclomotore Yamaha Tmax 500 targato CV 48445 descritto al capo 2).
Tale ciclomotore, infatti, era stato rinvenuto, nel corso della perquisizione eseguita
dalla P.G. il 30 aprile 2012, in un garage/capanno nella disponibilità di BATTAGLIA, il
quale, nell’interrogatorio del 19 luglio 2012, aveva riferito che il motociclo gli era stato
portato sotto casa proprio da BERLINGERI.
Infine, nel presente procedimento, venivano acquisiti (cfr. note del Comando di
Provinciale di Reggio Calabria, Reparto Operativo, Nucleo Investigativo, del 12 marzo 2013),
nella parte d’interesse, gli esiti dell’attività di intercettazione ambientale disposta nell’ambito
di diverso procedimento (p.p. n. 1872/12 R.G.N.R. mod. 44 DDA, R.I.T. 670/2012 DDA in
ordine al reato di omicidio aggravato ex art. 7 L. 203/91 in danno di MUNNO Paolo).
Si tratta di una serie di conversazioni captate il 17 aprile 2012 – esattamente dodici
giorni dopo l’arresto di BATTAGLIA Domenico Demetrio – all’interno dell’autovettura
FIAT PALIO targata BG088CS, intestata a PICCOLO Massimo e in uso a MURINA
Massimo, tra costoro e ZAMPAGLIONE Giuseppe.
In particolare, in una conversazione (cfr. progr. 572 - RITDDA 670/12 del 17.4.2012),
i tre, a bordo della vettura FIAT Palio di MURINA, facevano più volte riferimento all’arresto
di BATTAGLIA Domenico Demetrio, indicato con il nome “Mimmo” e/o “Mico”, fornendo
dettagliate indicazioni sulla vicenda che aveva riguardato il rinvenimento del tritolo nella
disponibilità di BATTAGLIA.
MURINA e PICCOLO, discutendo dell’arresto, si mostravano particolarmente
preoccupati per il fatto che fosse stato recluso nella Casa Circondariale di Palmi e non in
quella di Reggio Calabria, ipotizzando che il BATTAGLIA potesse “collaborare” e che
quindi, proprio per tutelarlo, lo avessero collocato lontano da Reggio; al tempo stesso, si
mostravano molto meravigliati del fatto che nel corso della perquisizione non fosse stata
messa a soqquadro tutta l’abitazione e che i Carabinieri fossero andati a colpo sicuro trovando
subito l’esplosivo, ipotizzando perciò che vi fosse stata una “soffiata”.
ZAMPAGLIONE conosceva perfettamente BATTAGLIA e la vicenda del suo arresto,
tant’è che adduceva quale possibile giustificazione del suo trasferimento a Palmi, una
questione di sicurezza legata anche ad altre vicende passate “per come dicono per le celle di
sicurezza, carcere di sicurezza”.
Nel prosieguo della conversazione (cfr. progr. 598 RIT 670/12 DDA - PP 1872/12
RGNR DDA.), ZAMPAGLIONE criticava il comportamento, troppo superficiale, tenuto da
BATTAGLIA (“ehh, la confortano! doveva pensarci prima lui… doveva pensare prima…
Massimo questa è una stupidaggine”), colpevole, a suo giudizio, di non avere immediatamente
restituito quanto rubato, alludendo al tritolo per la cui detenzione era stato arrestato.
204
BATTAGLIA, stando alle parole di ZAMPAGLIONE, aveva sottratto l’esplosivo
con la complicità di un altro uomo di nome Roberto – ossia, l’odierno imputato
BERLINGERI Damiano Roberto – il quale conosceva il posto in cui il tritolo era
custodito.
Di tale furto di esplosivo, sempre secondo il racconto di ZAMPAGLIONE, era venuto
a conoscenza un nipote del BATTAGLIA, che aveva intimato più volte allo zio di restituirlo ai
“legittimi” proprietari (“allora, tu intanto non non ha… allora ti ha portato Roberto va bene,
sei andato, appena sono venuti a chiamarti che si è saputo il fatto, anzi appena te lo ha detto
tuo nipote che sei andato a dirglielo, tu li dovevi prendere subito e portarli subito”).
Nel corso di altra conversazione (progr. 614) dello stesso giorno, ZAMPAGLIONE
continuava a parlare della stessa vicenda, riferendo che, una volta, mentre si trovava sotto casa
di BATTAGLIA intento a travasare il carburante rubato all’interno della propria auto, aveva
notato “scendere a piedi” il BERLINGERI, portando con sé, con eccezionale disinvoltura, un
fucile automatico all’interno di un borsone (“quando siamo arrivati a casa poi, che io mettevo
la nafta nella macchina, scendeva ROBERTO da sopra con l’automatico, dentro ad una
borsa, bello, " u cuntu non era u soi”); al riguardo, lo ZAMPAGLIONE, dinnanzi ai suoi
interlocutori, sottolineava il comportamento inspiegabilmente rischioso del BERLINGERI,
perché nello stesso palazzo del BATTAGLIA abitava un maresciallo dei Carabinieri ora in
congedo (“li abitano ispettori della DIA, un maresciallo in pensione dei Carabinieri, cristiani
di tutti i modi, bello, per i cazzi suoi, normale”); circostanza effettivamente riscontrata dalla
p.g. in quanto in quel palazzo effettivamente risiede il Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri,
oggi in pensione, Giuseppe MARRA cl. 56.
A quel punto, ZAMPAGLIONE aveva chiesto lumi al BATTAGLIA, il quale
aveva risposto di avere consegnato il fucile al BERLINGERI in cambio del tritolo e che
quest’ultimo gli aveva detto di riferire, se mai qualcuno gli avesse chiesto qualcosa, che
(il BATTAGLIA) aveva restituito tutto e che se la sarebbe dovuta vedere con Roberto
(“che state facendo?", ah dice: "cazzi suoi!", gli ho detto: "Mico ma che è?" ha detto: "ha
voluto il coso, si è portato il coso e mi ha lasciato i cosi" ha detto: "di dirgli che io (MIMMO)
gli ho tornato tutte le cose e che se la vede lui" sono cazzi suoi…” - cfr. Progressivo 614 RIT
670/12 DDA PP 1872/12 RGNR DDA).
Nella stessa occasione, ZAMPAGLIONE aveva consigliato a BATTAGLIA di
chiamare chi di competenza per raccontare tutto in presenza di Roberto, onde essere realmente
sollevato da ogni responsabilità (“quindi sono cazzi di Roberto no… vedi che ti inguai, vedi
che già quelle persone sono venute a chiamarti e lo sanno che qua e la, non è che ti hanno
visto che sei andato a consegnarglieli, se tu vuoi fare un discorso di questi tu chiami a quelle
persone subito, prima che esce Roberto da qui dentro e gli devi dire - guardate che le cose se
li sta portando Roberto - se no ti inguai vedi”; “vedi che ti inguai… no… Roberto si è portato
quest’automatico e Mico si è tenuto le cose a casa”).
La situazione, tuttavia, era degenerata, tanto che alcune persone, tra i quali il
GIRONDA Filippo, erano andate fin sotto casa del BATTAGLIA dove avevano eseguito un
primo pestaggio ai danni di BERLINGERI (“poi sono andati e li hanno richiamati…aspè, poi
205
sono andati e li hanno richiamati di nuovo, sono andati a richiamarli ed hanno menato a
Roberto… si erano messi sotto per menargli, la da Mico”); ma, poiché si era creata troppa
confusione sotto casa del BATTAGLIA (per la gente accorsa in strada a vedere cosa stesse
accadendo), GIRONDA aveva fatto salire i due (BATTAGLIA e BERLINGERI) in auto, li
aveva condotti all’interno del capannone della propria azienda, dove aveva ottenuto una
confessione del BERLINGERI (“no, gli ha detto la subito, la sotto direttamente che poi sono
uscite le persone fuori e se li è portati GIRONDA la sopra nel suo capannone, gli ha detto no
gli ha detto, il fucile ce l’ho io e lo torno io, i cosi ce l’ha Mico e li torna Mico gli ha detto, i
cosi gli ha detto Mico ve li torno io, parole sue… come infatti Mico gli doveva tornare queste
cose e Roberto gli doveva tornare l’automatico”).
Quindi, BATTAGLIA, secondo il racconto di ZAMPAGLIONE, si era impegnato a
restituire il tritolo, anche perché, a seguito dell’intervento del nipote Stefano, era stato
rassicurato che entro il martedì successivo sarebbe rientrato in possesso del fucile (“che dopo
Stefano gli ha detto, zio Micu non ti preoccupare che torna pure il tuo che sappiamo pure
dov’è il tuo, per martedì gli ha detto ce l’hai qua” - cfr. progr. 615 RIT 670/12 DDA PP
1872/12 RGNR DDA); del resto, secondo lo ZAMPAGLIONE, il BATTAGLIA non aveva
alcuno specifico interesse per il tritolo (“si, ma Mico non aveva alcuna utilità ad avere quelle
cose, che non sapeva nemmeno quello che cazzo sono…” - cfr. progressivo 616 RIT 670/12
DDA PP 1872/12 RGNR DDA).
Deve, infine, essere sottolineato che non vi è alcun dubbio ragionevole sulla
identificazione, nell’odierno imputato, del Roberto citato nelle conversazioni analizzate,
perché, per un verso, il BERLINGERI era noto, nel suo ambiente, solo con il suo nome, tanto
che neppure il correo BATTAGLIA è stato in grado di indicarne il cognome (oltre al nome,
alla fattezze tipiche ed altri utili particolari), per altro verso, non risulta alcun altro soggetto,
con tale nome, che avesse rapporti di frequentazione e comuni interessi illeciti con il
BATTAGLIA e che fosse conosciuto anche dal MURINA (uno degli interlocutori delle
conversazioni captate) e dal GIRONDA (autore dell’intervento punitivo descritto nelle
conversazioni esaminate); del resto, che unico fosse il contesto criminale di riferimento e
quelli identificati i protagonisti, è reso evidente dal fatto nella conversazione di cui ai
progressivi 600 e 601 del 17.4.2012 (rispettivamente ore 00.00.14 e 00.00.34)
ZAMPAGLIONE, sul presupposto che la p.g. avesse eseguito, a carico del BATTAGLIA, un
sequestro mirato circoscritto al solo materiale esplosivo con relativi detonatori, confidava di
avere prospettato ai familiari del BATTAGLIA la necessità di spostare in tempi rapidi tutti i
beni di provenienza illecita detenuti dall’arrestato, menzionando espressamente (nella parte
registrata con il progressivo 600) il ciclomotore TMAX oggetto del furto, di cui al capo ),
commesso in concorso dal BATTAGLIA e dal BERLINGERI.
…”
Si comprende, pertanto, l’elevato grado di affidabilità delle dichiarazioni rese dal
Giunta in merito, fra l’altro, al fatto per cui si procede, che ha già avuto positivo
206
vaglio da parte del giudice occupatosi della posizione del Berlingeri Damiano
Roberto in sede di giudizio abbreviato.
E, ovviamente, quelle conclusioni non possono che valere, ora, anche con
riguardo alla posizione del Battaglia, il quale, per parte sua, come emerso dalla
sentenza sopra citata (in cui sono riportati stralci delle sue dichiarazioni), non ha
certo negato il rapporto di cointeressenza criminale esistente con il Berlingeri.
Se sussistono, dunque, gravi indizi di colpevolezza a carico del Battaglia in
ordine all’addebito di cui al capo P), sulla scorta delle considerazioni poco
sopra operate, parimenti indubbio è come, alla luce dei dati sinteticamente
riportati in precedenza e di quelli efficacemente richiamati dal P. M. nella
richiesta, egli debba ritenersi partecipe del sodalizio dedito a furti e rapine che le
indagini hanno disvelato.
Sussistono, pertanto, a suo carico, anche i gravi indizi di colpevolezza in
relazione alla partecipazione all’associazione di cui al capo A).
E.8): Berlingeri Damiano Roberto.
Quanto al Berlingeri, poi, osserva il P. M. quanto segue:
“…
5.8 BERLINGERI DAMIANO ROBERTO
Nel
presente
procedimento,
BERLINGERI
Damiano
Roberto
è
indagato
esclusivamente per il reato associativo (capo A), essendo stato giudicato separatamente per
la cessione di materiale esplodente del tipo tritolo e per il furto alla villa “Lo Giudice” di
cui al capo P (p.p. 5881/12 R.G.N.R.).
I gravi indizi di colpevolezza a suo carico emergono tutti dall’attività tecnica di
intercettazione ambientale attivata pochi giorni dopo l’arresto di BATTAGLIA Domenico
Demetrio, avvenuto il 5.04.2012. In quello stesso frangente, BERLINGERI aveva fatto
perdere le proprie tracce, verosimilmente perché spaventato da possibili ritorsioni da parte
dei soggetti a cui aveva sottratto il tritolo; verrà rintracciato e tratto in arresto alcuni mesi
dopo.
Ciò che è emerso a suo carico, quindi, proviene dalle dichiarazioni dei soggetti
intercettati, non prive di riscontri acquisiti nel corso del procedimento penale 5881/12
R.G.N.R.
207
Assolutamente dimostrata, infatti, è la sussistenza di un rapporto di assidua
frequentazione e di cooperazione in affari illeciti, databile fino al 5.04.2012, tra
BERLINGERI Damiano Roberto e BATTAGLIA (già intraneo ed uno dei membri più attivi
dell’associazione), ma anche con ZAMPAGLIONE e MURINA, i quali, nelle conversazioni
intercettate, dimostrano di conoscerlo bene e di averci avuto a che fare anche per i loro
scopi illeciti.
Nello specifico, dalle intercettazioni ambientali sulla FIAT PALIO in uso a
MURINA Massimo è emerso quanto segue:
-
progressivi 598, 601, 602 RIT 670/12 del 17.04.2012 361: i tre conversanti –
ZAMPAGLIONE, MURINA e PICCOLO – mostrano di conoscere molto bene sia
“Roberto” (BERLINGERI) che i suoi rapporti con BATTAGLIA;
-
progr. 606 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 16:36:18 362: MURINA esterna a
ZAMPAGLIONE
e PICCOLO la sua preoccupazione circa la possibilità che sulla
macchina del BERLINGERI potessero essere installate delle microspie e di poterne
pagare tutti loro le conseguenze, a riprova del rapporto di cointeressenza che li lega:
606
-
17/04/2012
16:36:18
Autovettura in sosta con a bordo Massimo MURINA, Massimo
PICCOLO e Giuseppe ZAMPAGLIONE.
ZAMPAGLIONE: "La sua, tranne Roberto"
MURINA: "non gliela facevano"
ZAMPAGLIONE: "non penso che andavano a fargliela, gliela
0:00:16 facevano sopra altre cose ma quelle cose penso che se li
prendevano"
MURINA: "li sai cosa è successo, sai cosa è successo li, che se
non stiamo attenti ci prendono pure a noi, ...c'è Roberto che
ha le microspie sulla macchina "
Si sente vibrare un telefono cellulare.
progr. 607 RIT 670/12 del 17.04.2012 ore 16:36:55 363: ZAMPAGLIONE, nel raccontare
un episodio criminoso al quale aveva partecipato BERLINGERI, comunica agli altri di
averlo mal digerito da quando si era accorto che parlava parecchio con tutti,
evidentemente riferendo gli “affari” del gruppo e rischiando di inguaiare tutti.
…”
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
361
Allegati 2, 5, 6 capitolo 3.
Allegato 8 capitolo 3.
363
Allegato 9 capitolo 3.
362
208
Già giudicato per il furto presso la villa nella disponibilità del Lo Giudice con la
sentenza citata nelle considerazioni conclusive inerenti il correo Battaglia
Domenico Demetrio (alle cui valutazioni, pertanto, si rinvia anche per quanto
attiene alla cessione del tritolo al Battaglia, ulteriormente significativa
dell’intensità del legame criminale con costui), non v’è dubbio che il Berlingeri
debba ritenersi partecipe del sodalizio dedito a furti e rapine in appartamenti che
si esamina.
Si rammentano, a tal riguardo, al di là dei provati rapporti di frequentazione e
cointeressenza criminale con il Battaglia, i vari commenti sul Berlingeri di cui in
particolare il promotore del gruppo, lo Zampaglione, è protagonista. Non a caso,
poi, l’episodio della scoperta del tritolo, fa intendere ai sodali come a fare la spia
possa essere stato proprio il Berlingeri, che, per tale motivo e per i suoi
comportamenti poco affidabili, come l’aver portato seco un cellulare in
occasione di una rapina ed averlo fatto squillare, viene considerato dallo
Zampaglione come poco affidabile.
Ne consegue come egli abbia preso certamente parte anche ad ulteriori azioni
delittuose poste in essere dal costituto associativo.
Sono, infine, sufficienti i commenti dei partecipi, nella lunga conversazione
ambientale del 17/4/2012, in merito al timore di poter essere tratti in arresto
proprio in esito all’evoluzione delle indagini nei riguardi del Battaglia e del
Berlingeri a denotare come, unitamente a costoro, essi fossero coinvolti in
molteplici condotte delittuose, così denotando, pertanto, come anche il
Berlingeri, particolarmente criticato dallo Zampaglione per le condotte tenute
anche in corso di esecuzione delle azioni delittuose, sia da ritenere partecipe
dell’associazione oggetto d’indagine.
Sussistono, pertanto, a suo carico, gravi indizi di colpevolezza in ordine
all’addebito di cui al capo A).
E.9): Tripodi Carmelo.
Si evidenzia, in merito al Tripodi, nella richiesta, quanto segue:
“…
5.9 TRIPODI CARMELO
209
Indagato per il reato associativo (capo A).
Allo stato incensurato, pende a suo carico il procedimento penale n. 7158/11
R.G.N.R. nel quale è imputato per il reato di minacce gravi.
Il coinvolgimento di TRIPODI Carmelo e la sua partecipazione al sodalizio
criminale emerge dall’attività tecnica di intercettazione telefonica sull’utenza di MORO
Teodoro, uno degli organizzatori dell’associazione, in occasione del furto commesso ai
danni di SERA Vincenzo (capo H).
Nel rinviare al paragrafo 2.5 relativo al predetto furto, si evidenziano, a questo
punto della trattazione, i progressivi dai quali si evince che il TRIPODI fa parte in maniera
stabile e continuativa dell’associazione, essendo a perfetta conoscenza dei metodi da questa
utilizzati e dal linguaggio criptico adottato dai suoi membri:
-
progr. 230 RIT 871/12 del 12.05.2012 ore 18:46:18 364
230
-
365
0:00:54
E
096543230
TRIPODI
Carmelo
progr. 407 RIT 871/2012 del 21.05.2012 ore 19:30:40 365:
407
364
12/05/12
18:46:18
Carmelo chiama MORO
Teodoro dicendo che si
trova ad Archi. MORO dice
3203284393 che sta andando anche lui
Moro
ad Archi dicendo al Carmelo
Teodoro
che lo chiama appena è in
zona, perché deve andare a
trovare a uno. Il MORO dice
che si vedono la sotto
21/05/12
19:30:40
0:01:30
U
Moro
Teodoro
chiama
TRIPODI Carmelo.
MORO si rivolge a lui
3203284393 3473954387 chiamandolo MELO.
Moro
Tripodi
Melo si lamenta con
Teodoro
Carmelo
Teodoro dicendogli che lo
sta trascurando.
MORO gli chiede se lo può
raggiungere tra 1/2 ora.
Allegato 13 capitolo 5.
Allegato 9 capitolo 5.
210
Melo dice che non è
possibile.
MORO: "e se veniamo noi a
prenderti?"
MELO: "noi chi, ...tu"
MORO: "io ed un altro
amico"
Melo gli chiede se può
passare da la sotto ad Archi.
MORO gli dice che adesso o
lui o suo cugino lo
chiameranno per dirgli dove
vedersi.
Melo comprende e chiede di
essere richiamato.
MORO: "ti ho detto che ti
richiamo più dopo e ti ho
chiamato ora, ...tanto il
tempo c'è ancora, che ora ci
SIAMO MESSI A CUCINARE"
Si accordano per risentirsi tra
1/2 ora.
-
progr. 423 RIT 871/2012 del 21.05.2012 ore 20:31:14 366:
423
366
21/05/12
20:31:14
0:01:48
E
Moro Teodoro: Melo !
Tripodi Carmelo:
Teo ...
ah , lo sapevo che eri ....
Moro Teodoro : (sorride )
(inc) .. senti un poco .. tu sei
3486556055
disponibile allora?
Porgo
Tripodi Carmelo: va bene ...
Mariele
3203284393 ma vedi che ti stavo
Moro
aspettando qua
utilizzatore
Teodoro
Moro Teodoro: eh
Tripodi
Tripodi Carmelo: eh !
Carmelo
Moro Teodoro: e siccome
per quà non hanno
organizzato, non hanno
potuto organizzare
Tripodi Carmelo: eh
Moro Teodoro : ora se tu ti
Allegato 12 capitolo 5.
211
regoli che c'è qualche
pizzeria per la, ci facciamo
una Mangiata !
Tripodi Carmelo: ci vediamo
verso l'una
Moro Teodoro : ce ne
vediamo per la ..... ah
Tripodi Carmelo: ci vediamo
verso l'una ........... Teo,
quando me la paghi quella
giornata a me però?
Moro Teodoro : ascoltami a
me ... tu, possiamo venire
stasera .. o ci ... organizziamo
...
Tripodi Carmelo: ti sto
dicendo di si , si, si ..
Moro Teodoro: e allora ci
vediamo la, mezz'oretta e
siamo la
Tripodi Carmelo: ora?
Moro Teodoro : eh !
Tripodi Carmelo: nooo per là
che andiamo ora no !!!!
all'una stasera ci vediamo,
andiamo da quell'amico mio
e mangiamo
Moro Teodoro: va bene va, e
se te ne vieni ora tu per qua,
veniamo e ti prendiamo ?
Tripodi Carmelo: e come
vengo io per la?
Moro Teodoro: vengono e ti
prendono!
Tripodi Carmelo: tra mezz'ora
al Carmine? .... no, no ... puoi
passare tu da qua tra 2 ore?
Moro Teodoro: ad un altro
paio d'ore?
Tripodi Carmelo: eh sono 4
giorni che ... (inc)
Moro Teodoro: e domani
mattina devo andare al
lavoro io, che poi si fa
212
giorno, chissà poi a che ora
ci sbrighiamo poi , che poi
cominciamo a mangiare e a
bere
Tripodi Carmelo: no , un’ora
perdiamo ... una ...due ore
Moro Teodoro: eh ?
Tripodi Carmelo: eh ...
Moro Teodoro: e lascia che
ora parlo e vedo con questi
qua dai !
Tripodi Carmelo: va bo , parla
con tuo cugino e vedi se
vuole venire?
Moro Teodoro: okay okay
okay .. ci sentiamo tra un
poco ...ciao
Tripodi Carmelo: hai capito ?
...va bo .. ciao
…”
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
A suo carico è ascritto dal P. M. il furto in danno del Sera.
Va, tuttavia, rilevato come, in ordine a tale addebito, non sia stata ritenuta, da
parte del decidente, la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza.
Si aggiungono, nella valutazione del requirente, le conversazioni da cui si
comprende come il Tripodi possa essere a conoscenza del linguaggio criptico
adoperato dai componenti il sodalizio per la programmazione delle condotte
delittuose e come gli venga, in un’occasione, richiesto di impegnarsi per
individuare un obiettivo nella sua zona.
Tuttavia, al di là di questo, e della fiducia che pare riposta in lui, tanto da essere
convocato per prendere parte ad una mangiata, rectius ad un’azione delittuosa, le
conversazioni sopra riportate non appaiono al decidente in grado di denotare un
concreto e significativo contributo offerto dal Tripodi al sodalizio. Quanto
emerge, in altri termini, non è in grado di sviscerare lo stabile e concreto apporto
che il Tripodi avrebbe offerto all’associazione per delinquere.
213
Ne consegue come, nei suoi riguardi, la richiesta del P. M., allo stato (fermo
eventuale, successivo implementarsi del materiale indiziario), debba essere
rigettata.
E.10): Cirillo Ivano Alessio
E. 11): Surace Osvaldo
Osserva il P. M. nella richiesta quanto segue:
“…
5.10 CIRILLO IVANO ALESSIO e SURACE OSVALDO
I suddetti sono entrambi indagati per il furto commesso ai danni di BATTISTELLA
Franca, in concorso con MURINA Massimo e PICCOLO Massimo (capo L).
CIRILLO Ivano Alessio annovera diversi carichi pendenti per reati in materia di
stupefacenti e reati contro il patrimonio, oltre a numerosi precedenti di polizia (cfr. scheda
personale allegata all’informativa del R.O.N.INV. n. 56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013);
in data 4.04.2013 è stato condannato ex art. 444 c.p.p. per furto in abitazione.
SURACE OSVALDO è un soggetto gravato da numerosissimi precedenti di polizia,
(cfr. scheda personale allegata all’informativa del R.O.N.INV. n. 56/4-9 di prot. del 15
febbraio 2013); in data 13.01.2012 è stato condannato in quanto partecipe di
un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, nonché per
estorsione in concorso e cessione illecita di sostanze stupefacenti.
Si è giunti alla loro identificazione attraverso l’incrocio di una serie di dati derivanti
dall’intercettazione ambientale della FIAT Palio condotta dal MURINA, il quale si rivolge
al CIRILLO chiamandolo sempre “Alessio” ed al SURACE chiamandolo “Osvaldo”. A ciò
debbono aggiungersi i controlli del territorio presenti allo SDI, dai quali si evincono le
frequentazioni tra PICCOLO Massimo, MURINA Massimo, SURACI Osvaldo e CIRILLO
Ivano Alessio, come ad esempio quello effettuato dalla Questura di Reggio Calabria il
26.11.2008 in via Italia di Reggio Calabria, quando i predetti sono stati tutti controllati a
bordo della vettura FIAT Palio di proprietà del PICCOLO ma di fatto in uso a MURINA.
214
Sebbene da quanto sopra sia possibile evincere un’assidua frequentazione fra
CIRILLO, SURACE e gli altri odierni indagati, nonché una fattiva collaborazione nella
realizzazione delle condotte criminose, dall’attività tecnica compendiata nell’informativa
n. 56/4-9 di prot. del 15 febbraio 2013, trasmessa dal Reparto Operativo – Nucleo
Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria sono emersi
elementi concreti relativamente all’unico episodio contestato al capo L.
Dei progressivi 367 già analizzati nel paragrafo 2.7 relativo al furto ai danni di
BATTISTELLA Franca e nel paragrafo 5.3 sulla posizione di MURINA Massimo (ai quali si
rinvia), con specifico riguardo agli indagati CIRILLO e SURACE si evidenzia il progr. 175
RIT 890/12 del 7.05.2012 ore 20:17:50 368, dal quale si coglie la fase organizzativa che
precede la materiale esecuzione del furto, con MURINA che dà ai due complici tutte le
indicazioni necessarie e rassicura il SURACE dicendogli:“con te facciamo belle cose, ne
facciamo cose belle”:
Murina in macchina con Osvaldo SURACI e Alessio
175
07/05/12
Ln
20:17:50
5029
367
368
Alessio: ora tu mi devi dire qual'e' il balcone
MURINA Massimo: certo, ora mi fermo io e ti faccio vedere... ti
dico tutto quello che e' il procedimento così ti rassicuri
Alessio: no io sono sicuro! non e che
MURINA Massimo: però ti voglio rassicurare, o no? non ti vuoi
rassicurare? lo so che sei sicuro figlio, però se ti rassicuro e'
meglio... allora, lo vedi questo balconcino qua, dove c'e'
l'antenna? questa antenna parabolica?
Alessio: eh
0:10:00 MURINA Massimo: e' questa casa qua, l'ultima, questa di sopra
...tu suona, vedi se non esce nessuno
Alessio: ma perché non e' sopra e sotto assieme?
MURINA Massimo: no no, sotto lo devono affittare ancora che
non la hanno affittato
Alessio: eh
MURINA Massimo: suona, vedi, se non risponde nessuno ti
butti la dentro
Alessio: quindi sopra devo (inc )
MURINA Massimo: sopra si deve rompere si, ora vai scendendo
Alessio: allora posso rompere quelle mattonelle
MURINA Massimo: rompi quello che vuoi sopra, tutto sopra
Allegati 46 – 50 capitolo 5.
Allegato 49 capitolo 5.
215
devi fare, sotto non devi fare niente
[20:18:55]: si sente scendere dalla vettura Alessio e
l'autovettura riprende la marcia
MURINA Massimo: Osvaldo, che non si nasconda cose (ndr,
riferito ad Alessio), che si spoglia e che esca le cose, io te lo dico
io
SURACI Osvaldo: no io te lo dico io (inc)
MURINA Massimo: lo sto dicendo Osvaldo, altrimenti non
faccio piu' niente, che muoia mia mamma, io voglio tutto, con
te facciamo belle cose, ne facciamo cose belle, perché ora io
scasiddai (ndr, sono fuori di testa), entro pure io, pure se ci
sono loro, io li tengo in ostaggio, se facciamo 2 - botte (colpi) , 4
botte (colpi), questo lo faccio sicuro vedi ah ... non e' che mi
preoccupo io!
SURACI Osvaldo: si ...no ...appena arriviamo a casa
MURINA Massimo: perciò gli devi dire …Alessio spogliati che
voglio che siamo precisi, io me ne fotto dei 100 di sopra o dei
100 di sotto
MURINA Massimo: già è sopra ?
SURACI Osvaldo: eh?
MURINA Massimo: già e' sopra! ha detto che gli suonava, … non
la finisce questo ragazzo!...ma non la vuole finire, non la vuole
finire questo ragazzo, con questi bordellini e con questi teatrini
SURACI Osvaldo: ...in questa casa …
MURINA Massimo: noi lo dobbiamo prendere qua però a lui,
altrimenti prendono il numero di targa e vanno a prendere a
Massimo (ndr, PICCOLO, l'autovettura e' intestata al predetto),
e' a nome suo la macchina ...che facciamo non dobbiamo fare (
inc ) ...aprimi gli occhi pure tu, se vedi che non ho lucidità,
dammela pure tu, dammela pure tu la lucidità
SURACI Osvaldo: sali, sali ...dagli il tempo di rompere, noi
stiamo passeggiando....
MURINA Massimo: entri pure tu con lui adesso o (inc) io
SURACI Osvaldo: si
MURINA Massimo: ...vedi che la stanza di letto e' in fondo ah!,
...la dentro proprio, devi andare dritto come entri, dritto così
che c'e' la stanza di letto a destra… a quanto te lo togli l'oro, a
quanto te lo pagano ? ...a me me lo pagano a 24 (ndr, euro al
grammo), pure ora, tra mezz'ora, andiamo e ce lo portiamo!
SURACI Osvaldo:eh , allora andiamo e ce lo portiamo
MURINA Massimo: pure all'una di notte
SURACI Osvaldo: 20 a me, 20
216
MURINA Massimo: a 24 (ndr, euro al grammo )
SURACI Osvaldo: e andiamo la e glielo portiamo, ma basta che
lo chiami?
MURINA Massimo: no!, andiamo a casa direttamente! si e' fatto
male (ndr, riferito ad Alessio)
SURACI Osvaldo: si e' fatto male
MURINA Massimo: si e' fatto male, si e' fatto male!
SURACI Osvaldo: si e' fatto male, si è tolto
MURINA Massimo: apposto?
[20:23:02]: si sente aprire lo sportello e risale a bordo Alessio.
SURACI Osvaldo: cammina, facciamoci un giro
Alessio: hou, (minai na lignata!), ho dato un colpo (inc)
MURINA Massimo: apposto, non voglio che ci allontaniamo
assai! che non arrivi nessuno
Alessio: ah, niente (inc) ho dato un colpo , ho rotto (inc) tac e
sono entrato dentro ... guarda che gli ho combinato, che cazzo
dovevo fare?
SURACI Osvaldo: si vede?
MURINA Massimo: va bò dai, l’importante
Alessio: non potevo scendere e prendere una pietra
MURINA Massimo: apriamo gli occhi adesso ragazzi ora che
...Alessio vedi che non voglio che non siano di ritorno, hai
capito ...io penso che per le 21 - 21.30 qualcuno sia di ritorno,
apriamo gli occhi ...voglio che facciamo....
SURACI Osvaldo: 2 minuti, 2 minuti
MURINA Massimo: voglio che siamo, piu' veloci possibili, ma
ora e' gia' aperto?
Alessio: (inc ) non ho trovato nessuno entriamo e saltiamo (inc)
MURINA Massimo: mmm, io ti dico di non allontanarci assai
...visto che ora non c'e' nessuno ...che facciamo ...arriviamo la
sotto e ce ne saliamo, vediamo che non venga questa cazzo di
FORD del cazzo.
Alessio: …inc… Massimo, 2 stanze Massimo, hai capito?
SURACI Osvaldo: 2 stanze di letto
Alessio: eh va be
MURINA Massimo: nella stanza da letto puoi andare a certo
...un cornuto di questo, non ci vuole niente che li ha tolti dalla
stanza da letto e li abbia messi in un altra stanza ...hai capito?
Alessio: se viene qualcuno e' meglio, pure 2 secondi, non ci
vuole niente (inc) però , non ci vuole niente (inc) vienimi
dentro ...( inc ) che dovevo fare Massimo? no ma e' una zona
tranquilla, non si e' affacciato nessuno
217
MURINA Massimo: lo so Alessio, mi spavento che non arrivino
SURACI Osvaldo: ma hai fatto bordello assai?
Alessio: no, no
MURINA Massimo: ho paura che non arrivino hai capito
Alessio?
Alessio : io mi sono fermato più avanti ?
MURINA Massimo: Osvaldo, uno stia fuori ...uno, tu ti stai
vicino al balcone e lui cerca, o tu cerchi, perché dovete tenere
sempre allerta che non arrivi qualcuno avete capito?
Alessio: ma la luce non l'ho accesa, ma pure che vanno venendo
MURINA Massimo: la luce della stanza di letto puoi accendere
da la dentro che non
Alessio: sai che (inc ) Massimo
MURINA Massimo: che non c'entra niente, di la dentro c’è la
stanza da letto
[20:25:38]
Alessio chiede a Murina se in casa ci sono anche dei fucili e
Murina gli dice di non saperlo.
[20:26:15]
MURINA dice ad Alessio di dare un guanto ad Osvaldo e
chiede ad entrambi quale via di fuga prenderanno in caso di
necessità. Alessio dice che andranno verso sopra
[20:27:18]
Osvaldo si lamenta di Alessio che è sceso in strada indossando i
guanti
…”
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
Gli indagati rispondono unicamente del furto in danno di Battistella Franca, di
cui al capo L).
Nel rinviare alle conclusioni operate in merito al suddetto delitto, si ribadisce
come, a loro carico, siano stati ritenuti sussistenti i gravi indizi di colpevolezza,
palese essendo il loro coinvolgimento nel fatto, emerso grazie alla captazioni
ambientali che, in dialoghi che li vedono diretti conversanti, consentono di
cogliere sia la fase preparatoria del reato, con il sopralluogo cui partecipa anche
218
il Piccolo Massimo, sia quella di esecuzione e quella successiva alla
consumazione, che denotano pacificamente come entrambi abbiano preso parte,
rendendosene i materiali esecutori, al furto. Tanto da essere additati a sospetto
dal Murina, che ne parla con il Piccolo, per poter aver sottratto anche dell’altro
rispetto a quanto comunicato nell’immediatezza al Piccolo.
Deve, pertanto, ribadirsi come sussistano, nei riguardi di Surace Osvaldo (in
merito alle sue generalità si richiama la nota del R. O. N. I. in data 3/10/2013 già
citata) e di Cirillo Ivano Alessio, gravi indizi di colpevolezza in ordine
all’addebito di cui al capo L).
E.12): Quattrone Vittorio
E.13): Quattrone Francesco
Nei riguardi dei predetti indagati, operando una sintesi delle emergenze
indiziarie, si evidenzia nella richiesta quanto segue:
“…
5.11 QUATTRONE VITTORIO e QUATTRONE FRANCESCO
Entrambi gli indagati – padre e figlio – sono indagati per il delitto di ricettazione
contestato al capo R.
QUATTRONE Francesco, allo stato incensurato, annovera diversi precedenti di
polizia (cfr. scheda personale allegata all’informativa del R.O.N.INV. n. 56/4-9 di prot. Del
15 febbraio 2013).
Il padre, QUATTRONE Vittorio ha un passato criminale degno di nota, è stato
sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno
nel comune di residenza per anni tre ed è stato condannato, fra l’altro, per reati della stessa
specie di quello per cui si procede.
219
La responsabilità di QUATTRONE Francesco e QUATTRONE Vittorio per il delitto
di ricettazione ipotizzato a loro carico emerge, ancora una volta, dall’attività tecnica di
intercettazione ambientale sull’autovettura FIAT Palio in uso a MURINA Massimo 369.
Si riportano le conversazioni di maggiore interesse.
Conversazione tra MURINA Massimo e PICCOLO Massimo progr. 1788 del
30.04.2012 ore 9,09 (RIT 670/12) 370:
[09:09:08]: Autovettura in movimento. A bordo MURINA
Massimo e PICCOLO Massimo
[09:10:50]: I due discutono di un tale di nome QUATTRONE
che a dire del MURINA, la volta scorsa gliel’ha ha pagato
(ndr. Dell’oro) a 23. MURINA continua dicendo che al ritorno
da Saline andranno direttamente la perché è l'unico che glielo
paga a 22/23, quando invece le gioiellerie lo pagano a 15.
[09:14:08]: MURINA chiede a PICCOLO se ha il numero di
Peppe. Piccolo dice di averlo ma di non avere soldi nel
telefono per poterlo chiamare. MURINA dice che lo
30/04/1
2
chiameranno dalla cabina non appena arrivati nella zona di
1788
0:14:58
09:09:0
saline i due commentano i possibili guadagni dalla vendita
8
dell'oro e Murina si dice disposto a venderlo anche a 15
(€uro). MURINA spera che Peppe gli dia almeno 200 euro e
piccolo esclama: "uno lavori così no ne può fare, o ti pagano
subito o niente".
[09:17:58]:Discutono di Luca, che a dire del MURINA,
nonostante abbia preso 55,000 euro è pieno di debiti.
MURINA continua dicendo che suo fratello Enzo (di MURINA)
se lo prende gli farà del male veramente.
[09:23:07]:MURINA spera ci sia una cabina telefonica presso
l'autogrill.
Conversazione tra MURINA Massimo e PICCOLO Massimo progr. 1793 del
30.04.2012 ore 10,12 (RIT 670/12) 371:
1793
30/04/
12
10:12:
12
0:08:14
[10:12:14]: Autovettura in movimento. A bordo MURINA
Massimo e PICCOLO Massimo.
MURINA dice a PICCOLO che debbono subito andare via da la
ed avviano la marcia a velocità sostenuta.
369
Linea 4894 sistema SIO INTEGRA Procedimento Penale 1872/12 RGNR DDA RIT 670/12 DDA (v. allegati
capitolo 4).
370
Allegato 51 capitolo 4.
371
Allegato 55 capitolo 4.
220
MURINA dice che adesso andranno da Quattrone per vedere
cosa riescono a recuperare e che lascia perdere GUERINO
perché fa solo chiacchiere. Discutono del prezzo di vendita
dell'oro.
[10:17:41]:Si fermano per fare rifornimento alla vettura.
Conversazione tra MURINA Massimo e PICCOLO Massimo progr. 1798 del
30.04.2012 ore 10,26 (RIT 670/12) 372:
(ALL.58)
1798
30/04/
12
10:26:
53
0:15:32
[10:26:53]: autovettura in movimento. A bordo MURINA
Massimo e PICCOLO Massimo
[10:32:17]: Squilla un telefono e PICCOLO risponde. Discute
con la fidanzata.
[10:35:00]: MURINA dice che vuole andare prima da
QUATTRONE e poi all'ospedale dalla madre.
[10:35:54]: MURINA chiede a PICCOLO se ha soldi nel telefono
per chiamare QUATTRONE per vedere se è là, altrimenti evita
di imboccare lo svincolo. MURINA dice a PICCOLO di
chiamare il numero 0965636591 (intestato a ARTE
RESTAURO DI QUATTRONE Francesco, Via FIGURELLA Croce
Valanidi n. 36). PICCOLO scrive il numero e MURINA chiama
QUATTRONE per sapere se può passare da lui. MURINA
intraprende la discussione telefonica con il sig. QUATTRONE,
al quale dice che si sta recando al suo magazzino. MURINA e
PICCOLO continuano a parlare di quanto costa al grammo
l'oro usato.
Conversazione tra MURINA Massimo e PICCOLO Massimo progr. 1799 del
30.04.2012 ore 10,41 (RIT 670/12) 373:
1799
372
373
30/04/
12
10:41:
54
0:01:59
Autovettura in movimento, a bordo MURINA Massimo e
PICCOLO Massimo
[10:42:54]: MURINA dice che questo qua (ndr, QUATTRONE )
ha tanti soldi e che adesso si è messo anche a vendere e
comprare oro.
[10:43:52]: Si fermano.
Allegato 56 capitolo 4.
Allegato 57 capitolo 4.
221
Conversazione tra MURINA Massimo e PICCOLO Massimo progr. 1801 del
30.04.2012 ore 10,50 (RIT 670/12) 374:
1801
30/04/
2012
10:50:
49
0:05:10
[10:50:50]: Autovettura in movimento. A bordo MURINA
Massimo e PICCOLO Massimo.
MURINA dice che l’oro gli è stato pagato a 24 e che per
adesso gli ha dato 550 euro e più tardi dovrà dargliene altri
100, perché il totale è di 648 euro.
Dalle conversazioni sopra riportate si evince che, in data 30.04.2012, MURINA
Massimo e PICCOLO Massimo si sono recati all’interno dell’area portuale di Saline
Joniche, dove hanno venduto le armi trafugate nella rapina di Cardeto del 17.04.12. Quel
giorno, infatti, i due partono da Archi in direzione di Saline Joniche. Dal contenuto della
conversazione 375, si comprende che debbono incontrare un soggetto di nome Peppe,
successivamente individuato in Giuseppe ZAMPAGLIONE, al quale cederanno le armi in
cambio di una partita di oro che venderanno sulla strada del rientro a tale QUATTRONE.
MURINA e PICCOLO, quindi, sulla via del ritorno, dapprima contatteranno
QUATTRONE, per preavvisarlo del loro imminente arrivo, su di un’utenza risultata
intestata ad “Arte Restauro” di QUATTRONE Francesco, via Figurella Croce Valanidi n.
36. Anche questa trattativa va a buon fine tanto che il MURINA, non appena risale a bordo
riferisce 376 a PICCOLO che l’oro gli è stato pagato a 24 Euro il grammo e che dalla vendita
ha ricavato 648 Euro (l’equivalente di 27 grammi d’oro).
Da un accertamento effettuato in banca dati CERVED 377, la P.G. ha appurato che
QUATTRONE Francesco e la sua azienda “Arte Restauro” non si occupano di acquistare
e/o rivendere preziosi e oro, ma soltanto di riparare e vendere mobili, oggetti
d’arredamento ed antiquariato. In data 30.05.2012, personale del Comando Stazione
Carabinieri di Gallina si recava presso detta attività commerciale e qui trovava
QUATTRONE Francesco 378 ed il padre QUATTRONE Vittorio 379. Veniva chiesto loro se in
quella zona vi era una rivendita di oro usato, ma gli stessi rispondevano che, per quanto di
loro conoscenza, non vi era alcun esercizio per l’acquisto e vendita di oro (allegato 60). La
374
Allegato 58 capitolo 4.
Progressivi 1788-89-90-92-93-98-99 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (allegati 51-52-53-54-55-56-57,
capitolo 4).
376
Progressivo 1801 RIT 670/12 PP 1872/12 RGNR DDA (Allegato 58, capitolo 4).
377
Allegato 59, capitolo 4.
378
nato a Reggio Calabria il 23.10.1984.
379
nato a Reggio Calabria il 14.10.1955.
375
222
P.G., inoltre, rappresentava che in BB.DD. SDI, sul conto dei predetti, risultano diversi
precedenti penali per reati specifici di ricettazione e associazione di tipo mafioso.
Come emerso da quanto sopra riportato, è evidente che i QUATTRONE si prestano
abitualmente a riciclare i proventi dei furti e delle rapine perpetrate dal gruppo criminale.
In data 07.05.2012, durante le fasi preparatorie del furto commesso ai danni di
BATTISTELLA Franca, MURINA, a bordo della sua autovettura 380, commenta con gli altri
convenuti la possibilità di rivendere l’oro eventualmente trafugato dall’abitazione.
Parlando dei ricettatori, si esprime al plurale e dimostra di avere con loro un rapporto
particolare, tanto da andare a trovarli a casa senza preavviso anche nel cuore della notte.
Infine, sa già in anticipo che l’oro gli verrà pagato a 24 euro al grammo, tutti elementi
questi che confermano chiaramente l’abitualità del gruppo criminale a fare affari
stabilmente con i ricettatori identificati appunto in QUATTRONE Francesco e nel padre
Vittorio, reperibili in qualsiasi momento perché dimoranti nello stesso stabile in cui ha
sede la loro attività 381, i quali hanno già acquistato oro da MURINA pagandolo esattamente
24 euro al grammo.
Conversazione tra MURINA Massimo e SURACI Osvaldo progr. 175 del 7.05.2012
ore 20,18 (RIT 890/12) 382:
… omissis …
[20:18:55]: si sente scendere dalla vettura Alessio e
l'autovettura riprende la marcia
… omissis …
175
Ln
5029
07/05/1
2
20:17:5
0
0:10:00
MURINA Massimo: ...vedi che la stanza di letto e' in fondo ah!,
...la dentro proprio, devi andare dritto come entri, dritto così
che c'e' la stanza di letto a destra… a quanto te lo togli l'oro, a
quanto te lo pagano? ...a me me lo pagano a 24 (ndr, euro al
grammo), pure ora, tra mezz'ora, andiamo e ce lo portiamo!
SURACI Osvaldo: eh, allora andiamo e ce lo portiamo
MURINA Massimo: pure all'una di notte
SURACI Osvaldo: 20 a me, 20
MURINA Massimo: a 24 (ndr, euro al grammo )
SURACI Osvaldo: e andiamo la e glielo portiamo, ma basta
380
Prog. 175 del 07.05.2012 ore 20:17 Ln. 5029 - Autovettura FIAT Palio PP 2254/12 RIT 890/12 DDA
(allegato 49 capitolo 5) RIT 890/12 PP 2254/12 RGNR DDA.
381
vedasi relazione di servizio dei Carabinieri di Gallina del 30.05.2012.
382
Allegato 49 capitolo 5.
223
che lo chiami?
MURINA Massimo: no!, andiamo a casa direttamente! si e'
fatto male (ndr, riferito ad Alessio )
SURACI Osvaldo: si e' fatto male
MURINA Massimo: si e' fatto male, si e' fatto male!
SURACI Osvaldo: si e' fatto male, si è tolto
MURINA Massimo: apposto?
[20:23:02]: si sente aprire lo sportello e risale a bordo Alessio.
… omissis …
…”
VALUTAZIONI CONCLUSIVE DEL G. I. P.
Gli indagati rispondono unicamente del delitto di ricettazione di cui al capo R).
Gli elementi indiziari a loro carico si desumono, secondo l’impostazione
d’accusa, dalle conversazioni captate fra il Murina Massimo ed il Piccolo
Massimo. Nel dialogo di cui al progressivo n. 1788 del 30/4/2012, infatti, si
comprende come il Murina faccia cenno a tal Quattrone come ad un soggetto
che, già prima, aveva pagato dell’oro da lui consegnatogli a 23 euro al grammo. I
due sodali, in quei frangenti, stavano portandosi al porto di Saline per vendere le
armi trafugate in occasione della rapina di Cardeto del 17 aprile precedente. A
ricevere le armi doveva essere lo Zampaglione, il quale, in cambio, avrebbe
ceduto loro una quantità di oro. Dal progressivo n. 1793 si comprende, poi, come
Murina dia indicazioni nel senso di recarsi dal Quattrone per vedere cosa
riescono a recuperare: in altri termini, per verificare cosa ottenere in cambio
della cessione dell’oro provento dei furti e/o rapine commessi. Qualche minuto
dopo (progressivo 1798), Murina dice a Piccolo di chiamare il numero
0965/636591, che è risultato intestato a Arte Restauro di Quattrone Francesco,
Via Figurella Croce Valanidi. Il Piccolo scrive, dunque, il numero e Murina
chiama il Quattrone, dicendogli che sta per recarsi al suo magazzino. Egli ed il
sodale, poi, discutono del prezzo dell’oro usato. Dopo qualche minuto ancora,
nella conversazione di cui al progressivo n. 1799, i due indicano che il
Quattrone, cui facevano cenno nei precedenti dialoghi, ha tanti soldi e … adesso
si è messo anche a vendere e comprare oro…
224
Che, nella fattispecie, uno dei Quattrone abbia acquistato l’oro provento dei
delitti commessi dal Murina e dal Piccolo si comprende dalla conversazione di
cui al progressivo n. 1801, nella quale Murina riferisce al sodale che l’oro gli è
stato pagato a 24 e che per adesso gli ha dato 550 euro e più tardi dovrà
dargliene altri 100, perché il totale è di 684 euro.
Se quanto precede rende evidente la ricezione dell’oro provento dell’attività
illecita, in cambio di una somma di denaro quantificata in circa 700 euro, le
conversazioni captate in occasione del furto in danno della Battistella
confermano la stabilità della cessione da parte degli accoliti del provento delle
loro attività predatorie a ricettatori. Vanno, infatti, rammentate le parole
pronunciate dal Murina nei dialoghi con il Surace, cui riferisce che l’oro gli
viene pagato a 24 euro al grammo, facendo trasparire la specialità del suo
rapporto con chi lo riceve, tanto che egli si dice in grado di raggiungere il
ricettatore direttamente a casa, senza neanche preavvisarlo, essendogli lecito ivi
recarsi anche all’una di notte.
Deve, a questo punto, rilevarsi che l’attività che appare fungere, nella specie, da
copertura a quella di ricettazione, ovvero la Arte Restauro, è formalmente
intestata al Quattrone Francesco. Costui, per quanto indicato nella relativa
scheda personale, vanta dei pregiudizi di polizia proprio per ricettazione. E,
tuttavia, nella conversazione prima commentata, Murina è colto nel chiamare
tale “signor Quattrone”, lasciando intendere che si rivolga ad una persona più
anziana, come potrebbe essere il padre di Francesco, Quattrone Vittorio,
soggetto, peraltro, gravato da rilevanti precedenti.
Sicché non si riesce a comprendere se il soggetto che, in maniera immediata,
viene contattato al fine di ricevere la refurtiva sia il Quattrone Francesco o il
Quattrone Vittorio, suo padre.
Né, al fine di intendere l’ipotizzato concorso dei due nella ricettazione, allo stato
degli atti, appare sufficiente il richiamo alla circostanza che la P. G. ha rinvenuto
entrambi nella medesima attività commerciale in occasione dell’accesso del
30/5/2012, durante il quale sia l’uno sia l’altro riferivano che, per quanto di loro
conoscenza, in quella zona, non operava alcun esercizio per l’acquisto e la
rivendita di oro.
225
Il quadro che si è, come sopra, descritto, pertanto, non consente di pervenire ad
una soluzione certa circa l'identità del ricettatore, specie in considerazione
dell’assenza di concreti e riscontrati elementi che facciano ritenere provata la
complicità di entrambi i congiunti nella suddetta attività delittuosa.
Ne consegue, allo stato, il rigetto della richiesta avanzata a carico di
Quattrone Vittorio e di Quattrone Francesco in ordine all’addebito di cui al
capo R).
E) LE ESIGENZE CAUTELARI
PROPORZIONATE.
E
LE
MISURE
RITENUTE
ADEGUATE
E
Passando alle esigenze cautelari, deve ritenersi la sussistenza, anzitutto, di
quelle previste dalla lett. C) dell’art. 274 C. p. p..
Ed invero, le specifiche modalità e circostanze dei fatti [e, in specie, l’esistenza di un
pericoloso sodalizio diretto a commettere gravissime condotte violente in danno di vittime
indifese, spesso anziane, l’accurata programmazione delle imprese criminose (desumibile
dalle modalità di svolgimento delle stesse), le gravissime connotazioni delle azioni delittuose,
caratterizzate dalla compartecipazione di più persone, dall’uso di violenza su individui in
condizioni di minorata difesa, spesso dal porto e dall’uso di arma impropria o propria e dalla
inusitata protervia palesata dagli indagati nelle menzionate circostanze] e la negativa
personalità degli indagati [desunta, oltre che dai sopra (inequivocabili) indicati elementi
fattuali considerati nella loro obiettività (e che possono, di per sé, essere apprezzati ai fini
della configurabilità dell’esigenza cautelare di cui alla lett. C) dell’art. 274 C. p. p. – per come
affermato, condivisibilmente, da Cass., Sez. IV, 19 gennaio 2005 – 22 marzo 2005, n.11179,
CED 231583 –), dai precedenti penali noverati da Battaglia Domenico Demetrio, Cilione
Giovanni, Cirillo Ivano (che riporta precedente specifico), Fortugno Vincenzo (a cui carico
risulta anche precedente specifico), Moro Teodoro (anche in tal caso con precedente
specifico), Murina Massimo e Surace Osvaldo (costui con iscrizione anche per reati della
stessa indole), dai precedenti giudiziari (inerenti procedimenti pendenti) di Battaglia
Domenico Demetrio (per reato della stessa specie), Berlingeri Damiano Roberto (per
fattispecie specifica), Cirillo Ivano Alessio (anche in tal caso trattasi di precedente specifico),
Moro Teodoro (pure a suo carico consta, come detto, specifico precedente giudiziario),
Piccolo Massimo, Surace Osvaldo (questi, peraltro, per violazione delle prescrizioni
connesse all’irrogatagli misura di prevenzione della sorveglianza speciale) e Zampaglione
226
Giuseppe (il cui precedente giudiziario è specifico)] rendono evidente come essi
possano commettere ulteriori delitti della stessa specie di quelli per cui si
procede, ovvero con uso di armi e violenza o minaccia alla persona, ovvero di
criminalità organizzata [a tal riguardo, infatti, non potendo certo essere trascurata la
congerie di elementi indiziari riportati nell’informativa che segnano il legame del Moro, del
Murina e del Piccolo a contesti evidentemente collegati a rilevanti consorterie della
‘ndrangheta operanti in questa città, nel cui interesse, peraltro, essi – come i sodali –
potrebbero avere agito, specie se si considera come oggetto delle loro mire predatorie fossero,
in particolare, armi, che ben possono essere destinate al mercato illecito diretto
all’approvvigionamento degli arsenali delle varie ‘ndrine].
La circostanza che gli indagati Battaglia, Berlingeri, Cirillo, Surace, per quanto
si evince dalle certificazioni riversati dal P. M., possano essere ristretti per altra
causa non assume, poi, alcuna efficacia preclusiva all’adozione di misura,
evidenziandosi, al riguardo, che, come condivisibilmente opinato dalla
giurisprudenza di legittimità (cfr. Cass., Sez. V, 1 luglio 1998 – 11 agosto 1998, n.4344;
nello stesso senso: Cass., 19 dicembre 1997, Largo; Cass., 12 marzo 1998, Manteu), lo stato
di detenzione per altra causa, ed anche in virtù di condanna definitiva, del
destinatario di una misura coercitiva custodiale non è di per sé in contrasto con la
configurabilità di esigenze cautelari, ed in particolare di quella rappresentata dal
pericolo di reiterazione della condotta criminosa, ciò in considerazione dei
molteplici benefici che l’ordinamento prevede per l’attenuazione del regime
carcerario ed il riacquisto anticipato della libertà.
Peraltro, a tal riguardo, occorre evidenziare come sia emerso che, anche dal
carcere, il Battaglia abbia continuato a rendersi partecipe dell’associazione, in
ciò venendo coadiuvato, in particolare, dalla moglie, latrice delle sue direttive o
che riceveva le comunicazioni rivoltegli dai sodali. Tanto a dimostrazione di
come la detenzione non sia in grado di recidere legami associativi come quello
emerso nelle indagini.
Parimenti dicasi per le figure del Moro, dello Zampaglione e del Fortugno in
ordine alle misure restrittive patite in relazione al furto in danno di Canale
Antonio, certamente insufficienti alla rescissione dei legami di solidarietà
criminale.
Sicché corretto appare quanto opinato dal P. M. nella richiesta, quando
sottolinea:
227
“…
Con riguardo alle modalità e alle circostanze dei fatti in contestazione, che dimostrano
la stabilità di una organizzazione dedita alla programmazione di delitti, gran parte dei quali
portati a compimento, sussistono le esigenze cautelari di cui all’art. 274 lett. c) c.p.p., in
quanto vi è il concreto pericolo che gli indagati proseguano nelle attività delittuose loro
ascritte, a fronte della personalità degli stessi, della pluralità di azioni criminose poste in essere
in modo continuo e frenetico, della considerazione che i malviventi hanno agito senza
esitazione nell’usare violenza, anche fisica, nei confronti delle vittime, per lo più persone
anziane e sole, della dimostrata proclività a delinquere.
Il numero dei fatti criminali, accertati pur in un breve periodo, è cospicuo. Neppure la
circostanza che uno dei sodali (BATTAGLIA) sia stato tratto in arresto, ha indotto il resto del
gruppo a desistere da nuove azioni delittuose. In tale ottica, non può ragionevolmente ritenersi
che la blanda vicenda giudiziaria occorsa a MORO, ZAMPAGLIONE e FORTUGNO possa
avere sortito effetto deterrente sulle intenzioni criminali dei medesimi.
Pertanto, la facilità e la disinvoltura con cui gli indagati sono riusciti a portare a
termine i loro obiettivi, lascia supporre che, in assenza di un intervento di natura coercitiva, sia
pressoché inevitabile la reiterazione delle condotte delittuose contestate.
Le considerazioni sopra svolte inducono a ritenere indispensabile la restrizione
carceraria nei confronti di tutti gli indagati, apparendo di contro altissimo il rischio che una
misura attenuata sia del tutto insufficiente ad impedire l’esplicarsi della capacità a delinquere
degli indagati.
…”
Del pari rilevante, poi, l’esigenza di evitare che possano essere irrimediabilmente
pregiudicate le risultanze delle acquisizioni investigative sinora conseguite e di
quelle ancora da acquisire, in relazione all’identificazione delle vittime di altri,
similari episodi, a possibili pressioni o intimidazioni nei confronti delle persone
offese o di altri testimoni dei fatti già acclarati (vieppiù a cagione delle peculiari
condizioni di vita dei predetti, soggetti spesso anziani ed in condizioni di
minorata difesa, che simili condotte potrebbero certo favorire).
Di guisa che, valutata anche l’esigenza di procedere all’individuazione di
ulteriori correi, che, per quanto rivelato dalle indagini, sicuramente esistono,
devono ritenersi sussistenti pure le esigenze cautelari di cui alla lettera A)
dell’art. 274 C. p. p..
Ciò posto, alla luce di quanto sopra indicato, ritiene questo giudice che la misura
della custodia cautelare in carcere, allo stato, oltre che certamente
proporzionata ai fatti di reato in contestazione, in considerazione della pena in
astratto prevista, risulta anche l’unica idonea a garantire la soddisfazione delle
228
sopra indicate esigenze [non palesandosi, in atto, nessuna altra misura adeguata
alla tutela delle stesse, considerate le già segnalate assoluta gravità dei fatti e
negativa personalità degli indagati, spesso recidivi o comunque già coinvolti in
altri procedimenti penali (che fanno certamente ritenere che essi non
rispetterebbero prescrizioni connesse a misure meno gravose, neanche a quella
custodiale domiciliare e neppure con le particolari forme di controllo previste
dall’art. 275 bis C. p. p.)].
Va rilevato, poi, che non appare rinvenirsi nella fattispecie nessuna delle ipotesi
previste dall’art. 273, secondo comma, C. p. p..
Deve, infine, ritenersi, per ciò che concerne la adeguatezza e la proporzionalità
della misura applicabile, che, avuto riguardo all’entità della pena in astratto
prevista, in caso di eventuale condanna, non appare certo che possa essere
concesso ai prevenuti (in ragione della gravità delle condotte, quando non dei
precedenti) il beneficio della sospensione condizionale della pena. A tal
riguardo, peraltro, si rammenta che, di recente, le Sezioni Unite della Corte di
Cassazione, con sentenza n. 1235 del 28/10/2010 Cc. (dep. 19/01/2011), Rv.
248866, hanno evidenziato che “La ritenuta sussistenza del pericolo di reiterazione
del reato (art. 274, comma primo, lett. c), cod. proc. pen.) esime il giudice dal dovere
di motivare sulla prognosi relativa alla concessione della sospensione condizionale
della pena”.
P.Q.M .
Visti gli artt.272 e segg. C. p. p.;
a) ACCOGLIE parzialmente la richiesta del P. M. e, pertanto,
APPLICA la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di:
1. BATTAGLIA Domenico Demetrio, nato a Reggio Calabria il 23.10.1963,
in relazione ai reati ascrittigli ai capi A), C), E) e P);
2. BERLINGERI Damiano Roberto, nato a Melito Porto Salvo il 23.12.1986,
in relazione al reato ascrittogli al capo A);
3. CILIONE Giovanni, nato a Melito Porto Salvo in data 11.07.1976, in
relazione ai reati ascrittigli ai capi A) e F);
229
4. CIRILLO Ivano Alessio, nato a Reggio Calabria il 22.02.1988, in relazione
al reato ascrittogli al capo L);
5. FORTUGNO Vincenzo, nato a Reggio Calabria il 07.03.1968, in relazione
al reato ascrittogli al capo A);
6. MORO Teodoro, nato a Cardeto il 23.05.1955, in relazione ai reati
ascrittigli ai capi A), B), C), D) e F);
7. MURINA Massimo, nato a Reggio Calabria il 12.05.1975, in relazione ai
reati ascrittigli ai capi A), B), L) e N);
8. PICCOLO Massimo, nato a Reggio Calabria il 27.12.1979 in relazione ai
reati ascrittigli ai capi A), B), L) e N);
9. SURACE Osvaldo, nato a Reggio Calabria il 19.06.1978, in relazione al
reato ascrittogli al capo L);
10. ZAMPAGLIONE Giuseppe, nato a Montebello Jonico (RC) il 04.02.1975
in relazione ai reati ascrittigli ai capi A), B), C), D), F) e O).
Ordina, per l’effetto, agli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria che gli stessi
siano catturati ed immediatamente condotti in un istituto di custodia per ivi
rimanere a disposizione dell’autorità giudiziaria.
b) RIGETTA, nel resto, la richiesta del P. M.;
Visto l’art. 92 disp. Att. C. p. p.,
manda alla Cancelleria di trasmettere immediatamente la presente ordinanza
all'Ufficio della Procura della Repubblica presso il Tribunale in Sede, che ha
richiesto le misure, per l’esecuzione.
Gli ufficiali o gli agenti incaricati di eseguire l’ordinanza provvederanno a
trasmettere immediatamente il verbale di esecuzione al pubblico ministero ed al
giudice che ha emesso l’ordinanza.
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Manda alla Cancelleria per gli adempimenti di competenza.
Reggio Calabria, 26 marzo 2014.
Il Giudice
Dott. Domenico Santoro
Il Cancelliere
Depositato in Cancelleria per la trasmissione al Pubblico Ministero per l’esecuzione il
Il Cancelliere
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