ultima edizione

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ultima edizione
GLASS
METALL
2016
2017
La rivista ticinese
della costruzione
metallica e del vetro
in collaborazione con
stilcolor.ch
Lavorazione lamiere
Taglio, punzonatura e piega.
Alluminio,
Acciaio e Ferro.
Termolaccatura
Per l’industria e metalcostruzione
con un vasta gamma di colori
e di finiture.
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METALLGLASS I 2016 2017
Sommario
■ LIA - Legge sulle imprese artigianali
3
■ AM SUISSE TICINO: il metallo, il futuro
6
■ Risanamento ponti ad arco FART
7
■ Fondazione Villa dei Cedri - Tensy-Dome, Bellinzona
10
■ Ponte Tana - A2 Mendrisio
15
■ Parliamo di facciate...
18
■ Perfezionamento professionale
23
■ Nuovo landmark urbano firmato Herzog
& de Meuron: l’Elbphilharmonie di Amburgo
24
■ Dall’antico al moderno... grazie!
Gli interventi dell’arch. Giovan Luigi Dazio
28
■ Passerella Cugnasco-Gerra
30
■ Passerella Splüja bèla - Un ponte tra passato e futuro
34
■ Malvaglia, ristrutturazione nel nucleo
40
■ Capanna Monte Bar - Un rifugio sopra le nuvole
44
■ 11 dicembre 2016 - Data storica per il Ticino
48
■ Progettazione strutturale con profili aperti laminati
a caldo - travi
52
■ Schenini Costruzioni Metalliche - Il domani è già oggi!
56
■ I vantaggi del cancello/barriera ad alzata verticale
58
■ La nuvola di Fuksas
60
■ Ricco programma di novità WICONA
62
■ Net Center di Padova
63
■ La nuova porta automatica guadagna punti
grazie all’efficienza energetica e all’aspetto slanciato
65
■ La TopTen delle migliori passeggiate da brivido su vetro
67
■ Una grande passione per il metallo
70
Impressum
In collaborazione con
Editore Fabio Sacchi
Pubblicità
Pubblicità Sacchi
Edizioni Tecniche & Commerciali
CP 558 - 6928 Manno
www.pubblicitasacchi.ch
Redazione
Anno IX
ISSN 1664-2252
MetallGlass
Stampa
Fontana Print SA
www.fontana.ch
2016
2017
GLASS
METALL
USM Federazione Ticino
Via Santa Maria 27
6596 Gordola
www.usmticino.ch
La rivista ticinese
della costruzione
In copertina
Acciaio e vetro,
i nuovi protagonisti
Il ruolo dell’acciaio nell’ambito dell’edilizia è sempre più rilevante e i
suoi fans aumentano in maniera esponenziale, basta dare un’occhiata
agli importanti progetti realizzati negli ultimi anni a livello mondiale.
Cambia la percezione dell’acciaio da parte degli attori di questo settore che, in questi ultimi anni, hanno compiuto un’evoluzione culturale
nelle qualità progettistiche e costruttive, riconoscendo oggi a questo
poliedrico materiale i suoi indiscussi vantaggi: sicurezza, rapidità costruttiva, leggerezza, bellezza e, soprattutto, riciclabilità.
L’utilizzo dell’acciaio quale materiale strategico nella realizzazione di
architetture e infrastrutture innovative e di qualità - sia per quanto
concerne le nuove opere che gli interventi di riqualificazione, consolidamento e recupero del costruito - permette la realizzazione di edifici
belli e ad alta efficienza energetica; inoltre l’alto grado di prefabbricazione della carpenteria metallica consente di realizzare soluzioni chiavi
in mano in tempi e costi ridotti.
Non da ultimo, l’acciaio è un materiale green, ottima argomentazione
nel rispetto del territorio: l’acciaio utilizzato nelle costruzioni proviene
infatti da materiale riciclato ed è nuovamente riciclabile al 100%.
Nell’edizione di MetallGlass che vi state apprestando a sfogliare, troverete i resoconti dettagliati di importanti opere realizzate sul territorio ticinese, ma anche costruzioni di grande interesse divenute icone
dell’architettura contemporanea mondiale, realizzate grazie al contributo determinante dell’acciaio e del vetro.
Un particolare ringraziamento al segretariato Unione Svizzera del Metallo – Federazione Ticino e al suo staff, agli inserzionisti e ai collaboratori redazionali che con la loro fattiva partecipazione hanno reso
possibile la realizzazione di questa rivista.
Soggetto
Tensy-Dome
Villa dei Cedri, Bellinzona
Realizzazione
Officine Ghidoni SA, Riazzino
www.officineghidoni.ch
Buona lettura
Ing. Pier Giorgio Rossi
Fabio Sacchi, editore
metallica e del vetro
in collaborazione con
Foto
METALLGLASS 1
METALLGLASS I 2016 2017
A cura di:
Commissione
di vigilanza LIA,
Bellinzona
LIA - Legge sulle imprese artigianali
La Legge sulle imprese artigianali (LIA) ha quali obiettivi la valorizzazione della
qualità e della professionalità delle imprese artigianali che operano in Ticino, di
migliorare la sicurezza dei collaboratori e di prevenire la concorrenza sleale, tutelando in ultima analisi gli interessi dei committenti.
100
95
75
25
5
0
La LIA è dunque un ulteriore strumento che permette la verifica del rispetto delle condizioni di lavoro da parte di chi opera nei settori professionali interessati da questo provvedimento. Infatti, tramite la verifica
di qualifiche minime degli operatori (titolari o membri dirigenti effettivi
delle imprese artigianali), la comprova della loro solvibilità, la conferma
del versamento di oneri e contributi sociali, la comprova del rispetto dei
Contratti collettivi di lavoro in vigore, la conclusione di un’assicurazione
RC professionale, il committente può beneficiare - di fatto - di un maggiore controllo e trasparenza in un settore particolarmente toccato da
fenomeni di abusi che vanno a discapito dei lavoratori, dei committenti
stessi e della collettività in generale.
Queste succintamente le motivazioni che hanno portato alla nascita
della LIA, approvata quasi all’unanimità dal Gran Consiglio ticinese,
legge che prevede l’istituzione di un Albo a cui le imprese artigianali
sono chiamate a iscriversi a partire dal 1 febbraio 2016.
Grafico 1:
Notifiche di avvio di procedimento
Sono tenute a iscriversi all’Albo LIA le imprese artigianali attive nei seguenti settori professionali:
■ Costruzioni in legno / carpentiere-copritetto
■ Opere da falegname
■ Opere da pittore / impermeabilizzazioni e resina
■ Opere da piastrellista
■ Opere da gessatore, intonacatore, plafonatore
■ Opere da posatore di pavimenti
■ Opere da vetraio
■ Costruzioni metalliche / carpenteria metallica / protezioni solari
■ Opere da giardiniere
■ Opere da impresario forestale
■ Opere da spazzacamino
■ Posa di ponteggi
■ Tecnica della costruzione (quest’ultima categoria comprende: le opere
da lattoniere; le Impermeabilizzazioni sintetiche e bituminose, resine; gli impianti sanitari; gli impianti di riscaldamento; gli impianti
di ventilazione, condizionamento e raffreddamento; gli impianti fotovoltaici)
Grafico 2:
Tipologia di infrazione
Nel Regolamento di applicazione della LIA sono disciplinati gli aspetti
organizzativi e di funzionamento dell’Albo. La Commissione di vigilanza
LIA, nominata dal Consiglio di Stato, è l’organo cui competono le decisioni di ammissione all’Albo, ed è composta pariteticamente da rappresentanti delle associazioni padronali e sindacali.
Sul sito Internet www.albo-lia.ch l’utente può consultare le basi legali
e trovare tutte le informazioni utili per effettuare la domanda di iscrizione e, più avanti, per quella di rinnovo annuale della stessa. Sempre
sul sito sono disponibili le Linee guida, un documento con informazioni
esaustive sulla modalità di svolgimento della procedura, un modulo
d’esempio che può guidarlo nella compilazione della richiesta Online
e un’ampia pagina con le domande frequenti relative all’assoggettamento delle varie attività alla LIA.
Dopo la sua entrata in vigore, il Consiglio di Stato ha deciso due modifiche del Regolamento. La prima inerente il prolungamento del termine
32
21
10
2
1
Ditte TI
Ditte CH
Ditte EU
Totale
Cresciute in
aggiudicato
30
2
Esercizio abusivo
della professione
Categoria professionale
non annunciata
al 30 settembre 2016 per l’iscrizione delle imprese già attive, mentre la
seconda modifica ha visto la riduzione della tassa di iscrizione da CHF
2’000 a CHF 600 e un adeguamento della tassa per la tenuta a giorno da
CHF 300 a CHF 400. Misure queste adottate al fine di permettere alcuni
approfondimenti e nell’ottica di assicurare una migliore compatibilità
di alcuni aspetti della LIA con il diritto superiore.
Nell’arco di un mese, tra metà ottobre e metà novembre, gli ispettori LIA
sono stati sollecitati per una trentina di controlli che hanno permesso
la verifica di alcuni casi puntuali (vedi grafico 1 e 2). La legge prevede
la possibilità di emettere delle sanzioni che nei casi più gravi possono
arrivare fino a CHF 50’000; la sospensione dei lavori è inoltre una delle
misure possibili. Punto cruciale del lavoro degli ispettori LIA è anche la
stretta collaborazione con gli altri enti di vigilanza già operanti sul territorio, soprattutto nell’ambito di controlli congiunti volti a combattere
su più fronti gli episodi di malaedilizia che troppo spesso purtroppo si
verificano nel nostro Cantone.
Dall’entrata in vigore della LIA le domande sono state numerose e le
imprese che hanno concluso la procedura di iscrizione sono già pubblicate all’Albo, consultabile sul sito www.albo-lia.ch. Sono 4’400 a
fine novembre 2016 le domande di iscrizione inoltrate, suddivise nei 13
settori professionali toccati dalla LIA (vedi grafico 3). Malgrado le critiche al dispositivo e qualche ricorso, l’importante numero di domande
di iscrizione dimostra comunque un’ampia sensibilizzazione al tema,
nonché il consenso ottenuto da questo provvedimento.
METALLGLASS 3
METALLGLASS I 2016 2017
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Info:
Commissione di vigilanza LIA
Bellinzona
Tel. 091 820 01 50
[email protected]
www.albo-lia.ch
Grafico 3:
Domande di iscrizione nov.2016 suddivise per settore professionale
I
PRESCRIZION
MODELLO DI
N
DEI CANTO I
ENERGETICHE
(MoPEC)
Per quanto riguarda la provenienza delle domande di iscrizione, il 17%
sono da imprese con sede all’estero dall’estero e 83% da imprese con
sede in Ticino e in altri Cantoni (vedi grafico 4).
Grafico 4: Domande di iscrizione nov.2016 suddivise provenienza
tificativo
e U con gius 2
• Valori limit d
K)
ici 1.2 W/(m
dei ponti term
.endk.ch/it
• http://www
La nuova porta automatica guadagna punti grazie
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In tutti i casi, essenziale per il raggiungimento degli obiettivi prefissati
è anche la collaborazione dei committenti, che dovrebbero dimostrare
la necessaria sensibilità rivolgendosi a imprese che operano correttamente, al fine di sostenere e valorizzare una sana economia di mercato.
Questo affinché le imprese possano garantire i posti di lavoro nel Cantone, gli investimenti nel settore edile e artigianale, la formazione del
personale e degli apprendisti.
6965 Cadro
6612 Ascona
6832 Pedrinate
6537 Grono
6963 Pregassona
6515 Gudo
6883 Novazzano
6717 Dangio
6710 Biasca
6772 Rodi-Fiesso
6512 Giubiasco
6616 Losone
6598 Tenero
6874 Castel S. Pietro
6512 Giubiasco
6648 Minusio
6807 Taverne
6825 Capolago
6773 Prato Leventina
6528 Camorino
6934 Bioggio
6600 Locarno
6634 Brione Verzasca
6616 Losone
6917 Barbengo
6934 Bioggio
6934 Bioggio
6805 Mezzovico
6616 Losone
6598 Tenero
6502 Bellinzona 2
6695 Peccia
6500 Bellinzona
6817 Maroggia
6834 Morbio Inferiore
6675 Cevio
6926 Montagnola
6595 Riazzino
6713 Malvaglia
6616 Losone
6780 Airolo
6875 Monte
6943 Vezia
6514 Sementina
6500 Bellinzona
6614 Brissago
6596 Gordola
6517 Arbedo
6532 Castione
6916 Grancia
6598 Tenero
6900 Lugano
6828 Balerna
6718 Olivone
6883 Novazzano
6705 Cresciano
6764 Chiggiogna
6723 Castro
6804 Bironico
6807 Taverne
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■ Agisa 2 SA
■ Chiesa Eredi fu Costantino
■ Debrunner Acifer SA
■ Didier Grandi SA
■ Emanuele Centonze SA
■ Frigerio SA
■ Galvolux SA
■ Metallizzazione SA
■ PanGas
■ SaldoTec Sagl
■ Schlup René SA
■ Später Ticino SA
■ Vetrimarghi SA
■ Vetreria Beffa SA
■ Vetreria Peduzzi SA
■ SFS unimarket AG
6513 Monte Carasso
6830 Chiasso
6512 Giubiasco
6802 Rivera
6828 Balerna
6600 Locarno
6934 Bioggio
6814 Lamone
6595 Riazzino
6512 Giubiasco
6928 Manno
6934 Bioggio
6710 Biasca
6616 Losone
6600 Locarno
9435 Heerbrugg
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www.gendottisa.ch
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www.inventasolutions.ch
www.rolfkasper.ch
www.kesmonmeccanica.com
www.lifetech.ch
www.marcmetal.com
www.maturisampietro.ch
www.mcmmondada.ch
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www.jelmini-sa.ch
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METALLGLASS 5
METALLGLASS I 2016 2017
Soci USM Fed. Ticino 2016
Sostenitori
■ Alu Project SA
■ Asco-fer SA
■ Balzaretti Piergiorgio
■ Belloli SA
■ Bernasconi Renato SA
■ Brazzi SA
■ Coibentazioni SA
■ Comartech SA
■ Cosmetal Ghisla SA
■ DaFer Sagl
■ Di Petto SA
■ Dörig Metalcostruzioni
■ Eimeko Sagl
■ Finke SA
■ Fiocchetta Sagl
■ Franscella SA
■ Fratelli Albertolli SA
■ GP Expres metalcostruzioni Sagl
■ Gendotti Metalcostruzioni SA
■ Gilgen Door Systems SA
■ Giovanni Agustoni Metal SA
■ Giugni SA
■ Inventa Solutions Sagl
■ Kasper Rolf SA
■ Kesmon meccanica SA
■ Lifetech SA
■ Marcmetal SA
■ Maturi & Sampietro SA
■ MCM Mondada Costruzioni Metalliche
■ METAL4 SA
■ Metalcostruzioni Jelmini SA
■ Mignami Corrado
■ Munari SA
■ Neri Giuseppe
■ Nessi Carlo
■ Officina Patocchi Sagl
■ Officine Cameroni SA
■ Officine Ghidoni SA
■ OTM Sagl
■ Pagani Marco
■ Passera Claudio
■ Petraglio Damiano Fabbro / Metallbau
■ Pietra Tecnica Agricola Sagl
■ Plattner Costruzioni Metalliche SA
■ Ponzio’s Agriservice Sagl
■ Quaglia Michele
■ Regazzi Serramenti e Facciate SA
■ Robert Aebi AG
■ Rogica SA
■ Rovelli SA
■ Sara SA
■ Schenini SA
■ Snopex SA
■ Solari Elvezio SA
■ Symecom SA
■ Togni Eros Metalcostruzioni SA
■ Tonini Garage e Metalcostruzioni Sagl
■ Vescovi Brenno
■ Vistec SA
■ Vitrocsa Design System SA
METALLGLASS I 2016 2017
il metallo, il futuro
A cura di:
Barbara Soer
USM Fed. Ticino
USM, nuova AM SUISSE TICINO, investe costantemente risorse ed energie
nella formazione di base, nella postformazione e anche nella promozione del settore: l’impegno profuso su più fronti vuole essenzialmente
sostenere fattivamente le imprese locali affinché possano garantire
continuità, professionalità e ricadute positive a più livelli per l’intero
settore ma, conseguentemente, anche per il Cantone. Posti di tirocinio,
occupazione, qualità, benessere sono valori che vanno assolutamente
salvaguardarti e difesi: in quale altro modo potremmo altrimenti garantire un futuro ai nostri giovani e di riflesso alla nostra società?
Campagna AM SUISSE TICINO: il metallo, il futuro
L’Unione Svizzera del Metallo Federazione Ticino
cambia look!
È proprio con questo messaggio che l’associazione si è preparata in
questi mesi ad un cambiamento storico che la vedrà protagonista a
partire dall’1.1.2017. Ma prima di entrare nel vivo di questa “metamorfosi” vediamo brevemente qualche dato: parliamo dell’associazione
professionale di categoria che rappresenta le aziende di produzione, di
servizi e di commercio dell’industria delle costruzioni metalliche, della
tecnica agricola e della mascalcia attive in Svizzera. A livello nazionale
conta oltre 2’000 membri che impiegano più di 20’000 lavoratori e offrono circa 4’500 posti di tirocinio. A livello cantonale attualmente USM
può annoverare una settantina di aziende associate, che impiegano
oltre 1’000 dipendenti, e può contare su un segretariato permanente
con sede a Gordola. La sezione ticinese offre, fra le varie prestazioni,
anche l’organizzazione dei corsi interaziendali a livello cantonale grazie
al proprio Centro professionale di Gordola. Attualmente si occupa della
formazione pratica di apprendisti metalcostruttori, aiuto metalcostruttori, disegnatori metalcostruttori, costruttori di impianti e apparecchi,
meccanici di macchine agricole, meccanici di macchine edili e meccanici
di apparecchi a motore, offrendo inoltre la possibilità di seguire numerosi corsi di perfezionamento professionale fra i quali anche quello volto
all’ottenimento della Maestria federale.
Ma che cosa accadrà dunque nel 2017?
L’Unione Svizzera del Metallo Federazione Ticino abbandonerà definitivamente il suo nome e il suo logo per ripresentarsi completamente rinnovata, in linea con quanto sta accadendo e accadrà durante il prossimo
anno nel resto della Svizzera, per tutte le sezioni cantonali di questa
importante associazione padronale. Una notevole operazione a livello
d’immagine e di marketing che richiederà ancora tempo per la sua completa implementazione ma voluta proprio per rafforzare e favorire una
chiara e forte identificazione nell’associazione. AM SUISSE TICINO, questa
la nuova denominazione con la quale si presenterà la sezione ticinese
della neonata AM SUISSE. Questo cambiamento, voluto a livello nazionale, ha suscitato inizialmente una certa diffidenza negli ambienti della
sezione regionale… diffidenza scaturita forse da quello spirito ticinese
che talvolta porta a chiudersi, con orgoglio, nelle proprie tradizioni e
abitudini. Ma proprio questo stesso spirito ha permesso poi di trasformare “il cambiamento” in un vero e proprio propulsore per il rilancio, su
larga scala, di alcune tematiche fondamentali per l’associazione.
6 METALLGLASS
Questo cambiamento d’immagine coincide fondamentalmente con
il lancio di una campagna mediatica volta a sensibilizzare il grande
pubblico proprio sulle tematiche esposte sopra, campagna che verrà
presentata ufficialmente - unitamente al nuovo marchio AM SUISSE TICINO - l’11 gennaio 2017. Questo progetto, che ha richiesto parecchi mesi
di lavorazione, si estenderà per un intero semestre e verrà veicolato
attraverso i principali media (RSI LA1, RSI LA2, Rete1, Rete3, TeleTicino,
Radio3i, Web-Gruppo MediaTI).
“il metallo, il futuro” è lo slogan che accompagnerà tutta la campagna:
uno slogan semplice ma che ben si identifica con lo spirito dell’associazione. Un’operazione importante questa ma ancor più importante,
se non indispensabile, risulta certamente essere il sostegno e l’impegno
di tutti in questo ambito. Non potrebbe essere diversamente: siamo
consapevoli che difendere principi e ideali richieda una forza straordinaria soprattutto se consideriamo le limitazioni del nostro territorio.
Con l’entrata in vigore degli accordi bilaterali il Ticino si ritrova, suo
malgrado, a non beneficiare di uno scambio equo in materia di libera
circolazione delle persone. Impossibile, se non utopico, immaginare benefici equamente ripartiti tra Cantone e area UE: la pressione sui salari è
oggi una realtà, non più un possibile “effetto collaterale” tanto quanto
la sostituzione dei lavoratori residenti. Che ne è poi dei nostri titoli di
studio e della nostra formazione professionale? Problematiche queste
che non si riducono unicamente ad una questione economica ma piuttosto, e sempre più, ad una questione sociale, di civiltà e di progresso.
Il sostegno dello Stato è quanto mai indispensabile ma non è certamente l’unico mezzo a nostra disposizione per contrastare una situazione di crisi: quanto accade oggi in Ticino riflette responsabilità e
buona coscienza di tutti a partire dal singolo cittadino, passando attraverso datori di lavoro, associazioni economiche di categoria come pure
da committenti, imprese generali e architetti. Ognuno è parte di un
sistema che ha raggiunto certamente un elevato standard qualitativo, in
diversi ambiti, ma che oggi è esposto a molteplici criticità: è necessario
operare con la massima trasparenza, qualità e lungimiranza evitando
speculazioni che non favoriscono uno sviluppo sano della nostra economia ma avvantaggiano solo un’esigua minoranza.
cambia look!
METALLGLASS I 2016 2017
A cura di:
Ing. Pier Giorgio Rossi,
Officine Ghidoni SA,
Riazzino
Risanamento ponti ad arco FART
Quest’articolo è quasi d’obbligo, considerato
che nella rivista MetallGlass 2014/2015 avevamo affrontato il tema dei ponti ferroviari
tralicciati in metallo e il loro risanamento
per conformarli alla norma, riferendoci in
particolare a quelli che permettono alla Centovallina di superare l’Isorno a Intragna e il
torrente Motto a Camedo.
Introduzione
Nel corso del 2015 la FART ha messo a concorso il risanamento dei due
ponti sopra menzionati in modo che gli stessi ottemperassero la norma
SIA 269/3: la norma permette di verificare le strutture in acciaio di questo tipo, generalmente datate nonostante una tipologia costruttiva
che rappresenta certamente un esempio di razionalità strutturale e
riciclabilità.
La messa a concorso è avvenuta come opera di struttura metallica: vi
hanno partecipato tre ditte tra cui una ditta specializzata svizzera tedesca e le Officine Ghidoni SA risultate miglior offerenti. Si trattava in
sostanza di procedere alla sostituzione di alcune aste, piastre di giunzione ed elementi di assiemaggio, il tutto senza interrompere il traffico ferroviario: in pratica l’intervento doveva essere effettuato durante
la fascia notturna. L’offerta delle Officine Ghidoni SA, oltre ad essere
una proposta interessante dal punto di vista economico, proponeva un
approccio innovativo sia per quanto riguarda le modalità d’intervento
sia dal profilo della sicurezza e della razionalità di movimentazione di
persone ed elementi sostitutivi.
METALLGLASS 7
METALLGLASS I 2016 2017
Si trattava in pratica di togliere delle aste singole (in totale circa una
cinquantina) dislocate su tutto il manufatto e sostituirle istantaneamente rifacendo il dispositivo di attacco: questo intervento prevedeva
in sostanza il rinforzo delle piastre che formano i nodi e l’inserimento
di bulloni calibrati in sostituzione di rivetti.
Modalità d’intervento
Trattandosi di tralicci nei quali ogni asta svolge un ruolo portante, vi
era la necessità di studiare accuratamente gli interventi di sostituzione
delle barre proprio per non compromettere la stabilità temporanea del
manufatto. Gli interventi erano pertanto da effettuare con particolare
cautela: il ponte non poteva essere caricato ma andava stabilizzato momentaneamente allo scopo di evitare collassi locali.
8 METALLGLASS
Chiaramente per effettuare l’operazione era necessario intervenire
asportando i rivetti ed il materiale esistente, procedendo poi alla sostituzione grazie a collaboratori posizionati nella zona di intervento in
sicurezza. L’approccio più classico sarebbe stato quello di intervenire
mediante l’utilizzo di ponteggi, con gli operatori in sospensione: procedura questa che avrebbe messo indubbiamente a repentaglio la sicurezza di questi ultimi.
L’articolo scritto nell’edizione MetallGlass 2014/2015 ci ha spinti ad elaborare un sistema di intervento più sicuro e razionale. L’ispirazione vera
e propria è nata dalla rilettura del sistema di montaggio della struttura, attuato nel 1915, quando con una piccola gru montata sui binari
si realizzava una sorta di automontaggio: ovvero la struttura montata
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portava l’attrezzatura di montaggio degli elementi successivi. Tutto ciò
è stato possibile nel 1915 era pertanto ipotizzabile, a distanza di cento
anni, sfruttare l’idea per realizzare un’attrezzatura simile: un’attrezzatura che, scorrendo sui binari, permettesse di sostenere una passerella
per l’intervento del personale e tramite argani effettuare la movimentazione dei pezzi.
Questa era l’idea di partenza, affinata nel tempo in considerazione dei
non pochi ostacoli riscontrati sia nella parte superiore (linea di contatto)
sia nella parte inferiore, parte in cui era richiesto l’inserimento della
passerella, in varie posizioni, per permettere l’avvicinamento ai nodi da
modificare. Evidentemente la passerella e il relativo carrello superiore
dovevano poter scorrere sul binario, binario che doveva essere liberato
dopo ogni turno in modo manuale e sicuro.
Conclusione
Anche con questo progetto abbiamo sicuramente dimostrato come con
un po’ di fantasia, uno sguardo al passato e una buona preparazione
tecnica sia possibile sviluppare dei sistemi innovativi di intervento, applicabili poi in contesti simili; costruzione ardita ed esile che, paragonata ai processi classici, permette di operare con maggior sicurezza e
razionalità, riducendo quindi anche i tempi di intervento.
Dati tecnici
Committente
FART, Locarno
Ingegnere
ACS - Partner AG, Zurigo
Direzione locale dei lavori
Studio d’ing G. Sciarini,
Vira Gambarogno
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Fondazione Villa dei Cedri
Tensy-Dome, Bellinzona
Tensy-Dome è un progetto particolare, particolare anche il suo inserimento ambientale, particolare vuole essere di conseguenza anche questa presentazione!
Introduzione
di Ing. Pier Giorgio Rossi - Officine Ghidoni SA
Quattro punti di vista differenti: promotore, architetto, ingegnere e costruttore parleranno del progetto, probabilmente seguendo una linea
poco coordinata e rischiando magari di riproporre dettagli o informazioni più o meno variati come fossero un Leitmotiv. Lo scopo non è
naturalmente quello di tediare il lettore ma piuttosto quello di offrire,
come anticipato, quattro punti di vista differenti.
Speriamo di esserci riusciti!
Storia del progetto
di Tiziano Ferracini - Fondazione Villa dei Cedri
L’Associazione degli Amici di Villa dei Cedri nacque nel dicembre del
1990, ossia 5 anni dopo l’apertura del Museo, quando venne spontanea
l’dea di offrire un supporto che non fosse quello istituzionale del Comune all’attività della Galleria d’arte.
Sarebbe troppo lungo elencare tutte le opere d’arte che il Museo custodisce nei suoi magazzini, tenendo conto anche delle generose donazioni
di artisti, privati e dell’Associazione.
Alla fine del 2007, l’Associazione cambia i suoi statuti e diventa Fondazione. Appare sempre più evidente la necessità di avere spazi più ampi
sia per l’apparato dirigenziale, sia per quello espositivo. Viene commissionato uno studio a un gruppo di allievi dell’Università di Stoccarda,
sotto la guida dell’architetto Cavadini, per un progetto di riattazione
dello stabile Casagrande in piazza S. Biagio.
Si è trattato di un esercizio interessante che la nostra Fondazione ha voluto far eseguire per un ipotetico ingrandimento del Museo, ma scartato
per ragioni finanziarie.
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La Villa, di stile ottocentesco, è sempre stata adibita ad abitazione privata, fino al momento dell’acquisto da parte del Comune di Bellinzona
e non ha subito sostanziali cambiamenti (oggi è monumento protetto).
Durante la presentazione delle mostre non esiste pertanto uno spazio
per accogliere i visitatori in occasione di vernissages e/o aperitivi.
La Fondazione ha quindi affidato all’architetto Broggini l’incarico di
studiare uno spazio che potesse sopperire a questa mancanza e nel contempo offrire al pubblico, alle associazioni, alle aziende, ai privati una
struttura in cui svolgere attività culturali, ricreative e di socialità. Non da
ultimo, la superficie interna che può ospitare almeno 80 posti a sedere e
più di cento in piedi, servirà per le scolaresche in visita al Museo.
È stato chiaro fin dall’inizio che un intervento del genere potesse anche
sollevare critiche da parte di chi vede il parco unicamente come un
giardino classico puramente ornamentale e privo di qualsiasi funzione
se non quella di essere ammirato e contemplato. La scelta del luogo di
edificazione ha comportato diverse riflessioni concernente gli aspetti
paesaggistici e l’inserimento nel comparto della Villa. Il Municipio e
l’Ufficio cantonale dei beni culturali hanno dato la loro approvazione,
ritenendo il progetto valido per il suo scopo e la sua collocazione.
La Fondazione, con un notevole sforzo finanziario andato ben al di là
delle prime previsioni, ha così voluto esporsi all’esterno della Villa, con
un’opera che va vista non solo sotto l’aspetto di una particolare architettura ma anche come opera d’arte moderna.
Con questo progetto, abbiamo voluto portare un soffio di novità che
potesse aggiungersi alle opere contenute nel museo; infatti la tensostruttura può essere ammirata in un contesto artistico, per la sua leggerezza, per l’intrecciarsi di rami metallici che confluiscono ritmicamente
sostenendosi l’un l’altro. È un’opera che definirei ardita, che poggia su
studi architettonici e ingegneristici di avanguardia, motivo di interesse
non solo da parte del pubblico che frequenta il Museo e il parco, ma
anche da parte di specialisti.
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L’architettura
di Arch. Filippo Broggini
Il desiderio di ideare e costruire strutture leggere non fa che inserirsi
nel processo di sviluppo delle costruzioni. Se le piramidi egiziane accatastavano materia che lavorava unicamente a compressione ed offriva
forme geometriche possenti (piramide di Cheope ca. 2560 a.C.), i templi
greci (ca. X° - VII°sec. a.C.) usavano minor materia che organizzavano
in pilastri - essenzialmente compressi - e travi orizzontali monolitiche
che lavoravano a flessione.
In seguito la comparsa dell’arco permise a civiltà più contemporanee di
sfruttare meglio le qualità strutturali e quindi di utilizzare, a parità di
portata, una quantità minore di materia.
Nello sviluppo delle tecnologie costruttive, l’uomo comprende sempre
di più le leggi della statica e sviluppa sistemi e dispositivi sempre più
performanti, potendo così accettare sfide sempre più ambiziose.
Gli studi relativi alla possibilità di volare e l’avvento dell’aeronautica
impennano la ricerca. I fratelli Wright, negli anni 1905-1908, ideano
strutture volanti molto efficienti per le prime macchine volanti. In questo campo la leggerezza è d’obbligo e gli sforzi per razionalizzare le
strutture e minimizzarle in peso è enorme.
Ma perché costruire leggero? In architettura questa necessità non è poi
così rilevante se non fosse che la leggerezza implica l’utilizzo parsimonioso delle risorse – la materia appunto e l’energia per crearla - e
un impegno intellettuale che va oltre i formalismi di una moda (anche
corrente estetica) volubile.
Il Leggero implica una reale coscienza statica, un rigore nelle gerarchie
degli elementi componenti che identifichino con chiarezza ogni elemento nel dispositivo generale.
Leggero è per l’architetto l’opportunità di percorrere un nuovo cammino
estetico, etico e di logica materica che va innestato in un sistema produttivo che si avvale delle tecnologie anche più contemporanee.
Così le strutture ”auto-contraintes” (usiamo il termine originale del
prof. René Motrò- Montpellier (F)) ci offrono nuovi paradigmi per ricercare nuove soluzioni nel registro delle geometrie complesse. Circuiti
singoli o multipli sottoposti a compressione da una rete di cavi tesi,
generano spazi molto particolari. Nel caso del Tensy-Dome di Bellinzona
disponiamo all’interno di questo reticolo una membrana che definisce
il limite ultimo tra esterno ed interno, tra effimero (la membrana appunto) e duraturo (la struttura portante).
Nasce così, attraverso una collaborazione interdisciplinare ed internazionale (Francia, Svizzera, Stati Uniti), il Tensy-Dome di Villa dei Cedri.
Una nuova dimostrazione di fattibilità tecnica ed economica!
Ora a noi sviluppare nuovi e sempre più performanti dispositivi, ove la
materia rarefatta si interseca con la complessità dei sistemi di calcolo.
Seguendo il famoso “Less is more” dei pionieri della tensegrità, proseguiamo nella nostra ricerca. Ma per far questo bisogna approfondire,
espandere ed orchestrare gli approcci interdisciplinari ed ideare dispositivi statico-estetici capaci di creare emozioni.
Lo studio ingegneristico
di Ing. Marco Marcionelli - mawi Marcionelli & Winkler + Partner SA
Dal punto di vista statico il Tensy-Dome è suddivisibile in una struttura
primaria composta da una Tensegrity di classe 2 con la funzione di supporto e da una tensostruttura a membrana con funzione di copertura, il
tutto posizionato su una trave rovescia esagonale in calcestruzzo armato
precompressa dal cavo di base della struttura primaria. Il flusso delle
forze parte dalla membrana e per compressione delle aste in acciaio,
mantenute in posizione dai cavi, raggiunge le fondazioni/il cavo di base.
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Il comportamento principale degli elementi è specificatamente in
compressione per le aste metalliche mentre è in trazione per i cavi, la
membrana e le fondazioni. Le uniche zone che riportano sollecitazioni
flessionali si hanno in corrispondenza dei giunti e sono dovute principalmente al peso proprio degli elementi portanti e alle eccentricità tra
il centro del giunto e la posizione dei cavi.
In merito alla fase di progettazione, per un’opera di questo tipo sono
solitamente identificabili una prima fase di ricerca della forma, necessaria per definire la posizione più efficiente dei singoli elementi della
struttura, una seconda fase di calcolo strutturale e progetto dei dettagli
costruttivi e una terza fase di progetto costruttivo, in cui vengono chiariti gli ultimi punti necessari alla costruzione dell’opera; in questo caso
particolare ci si riferisce alla ricerca della sequenza ottimale e delle forze
di tesatura dei cavi. In generale in questo tipo di opere non è possibile
definire un distacco netto tra una fase e l’altra tendendo una fase a
influenzare quella successiva e viceversa.
Il costruttore
di Ing. Pier Giorgio Rossi – Officine Ghidoni SA
Nel caso del Tensy-Dome, la progettazione è stata concepita interamente in 3D e in forma parametrica, programmando interfacce ad hoc
tra i software utilizzati in modo da legare ricerca della forma, CAD, calcolo statico e valutazione delle fasi esecutive in un unico processo, il
tutto nella ricerca dell’ottimizzazione del materiale e delle tempistiche di lavoro. Escludendo le fondazioni l’interazione tra progettista e
costruttore si è basata esclusivamente sullo scambio di modelli solidi
3D per limitare ogni possibile errore nel passaggio di informazione tra
differenti soggetti.
Il calcolo delle componenti principali del Tensy-Dome è stato condotto
secondo la teorie del 3° ordine in grandi spostamenti e l’analisi delle
fasi di tesatura - in merito a numero, tensione nei cavi e sequenza - è
stata condotta tramite l’utilizzo di algoritmi genetici per la ricerca di
una soluzione ottimale in riferimento a durata della fase di tesatura e
comportamento dei cavi durante tutta la vita utile della struttura.
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Dal profilo strutturale si tratta di una “esasperazione” dei concetti statici e della razionalità di utilizzo del materiale senza rinunciare ad un
elevato valore estetico. Le aste compresse hanno una sezione visibile
mentre quelle tese una sezione invisibile e il concetto delle strutture
è di tipo tensegrity. Sommariamente si tratta di un traliccio tridimensionale le cui aste compresse per essere auto-stabilizzate hanno
bisogno di una certa sezione, mentre quelle tese semplicemente di
una sezione corrispondente alla resistenza di trazione. I nodi, come
ogni traliccio, sono delle articolazioni. Diversi anni or sono avevamo
elaborato un’offerta per la copertura del velodromo di Aigle che è
sostenuta da una struttura di tipo tensegrity. L’offerta non andò però
a buon fine a causa del prezzo.
Quest’occasione non poteva sfuggirci; un progetto intrigante che, vista
la sua finalità culturale poteva essere inserito, in parte, all’interno di
un concetto di sponsorizzazione aziendale.
Partendo dal progetto architettonico e dal dimensionamento ingegneristico il nostro mandato consisteva inizialmente nella fornitura e posa
della struttura portante tubolare; in realtà abbiamo poi partecipato attivamente, in collaborazione con l’architetto Broggini, anche al montaggio completo della struttura e in parte della membrana. Trattandosi
di una struttura tutt’altro che classica, le modalità di fabbricazione e
montaggio - pur non trattandosi di componenti enormi - hanno richiesto uno studio approfondito con particolare riferimento alla geometria
e alla gestione della tesatura dei cavi.
Le aste, formate da tubolari rastremati, confluiscono in un anello che
porta il nodo brevettato, nel quale è inserito il cavo che collega le aste
precaricandole. In sostanza la struttura forma geometricamente un
tronco di cono. In base al modello 3D abbiamo sviluppato il progetto
costruttivo - con particolare riferimento alle aste e ai supporti dei nodi
che dovevano in realtà realizzare la geometria complessiva - partendo
dal cordolo realizzato in calcestruzzo sul quale sono fissate le piastre dei
nodi di base e il profilo perimetrale d’ancoraggio della membrana rea-
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lizzato in acciaio inossidabile. La sospensione superiore
della membrana è affidata ad una trave trilobata la cui
funzione è quella di sostenere la membrana collegandola alla parte superiore della struttura.
Gli elementi tubolari sono stati realizzati in officina e
sono dotati di giunti di montaggio per permettere il
trasporto in cantiere con mezzi stradali. Una seconda
ipotesi prevedeva un pre-montaggio in officina e relativo trasporto sul posto mediante elicottero, soluzione
accantonata a causa dei limiti di peso.
Per procedere al montaggio abbiamo realizzato una
struttura centrale portante d’assemblaggio sulla quale
erano posizionati dei supporti di sostegno per i tubolari
che, fissati alla loro base, potevano essere mantenuti in
posizione prima dell’inserimento dei cavi. Tramite navicelle abbiamo provveduto all’inserimento dei nodi in
elevazione e al successivo inserimento dei cavi–tiranti.
Per la tesatura dei cavi abbiamo realizzato un apposito
attrezzo idraulico. Questo processo è stato realizzato a
fasi successive in modo da non sollecitare troppo asimmetricamente la struttura.
Con il costruttore della membrana abbiamo poi provveduto al fissaggio della base esagonale alla successiva
tesatura.
Committente
Fondazione Amici Villa dei Cedri, Bellinzona
Architetto
Blueoffice Architecture - Filippo Broggini, Bellinzona
Ingegnere
MAWI SA - Marcionelli & Winkler + Partner SA, Lugano
Consulenti
Abaca, Nicolas Pauli - Montpellier (F)
EPFL-IMAC, Prof Ian Smith - Lausanne
Landolf Rhode- Barbarigos - Miami University (USA)
Costruttore
Officine Ghidoni SA, Riazzino
Impresa
Bossi & Bersani SA, Bellinzona
Membrana
Canobbio Textile Engineering Srl, Castelnuovo Scrivia (I)
Cavi
Jakob AG, Trubschachen
Snodi
Bruno Lehmann AG, Trub
Questo progetto rappresenta per noi un’altra sfida vinta dal profilo tecnico ma non solo. Siamo infatti convinti che la struttura si inserisca in
modo armonioso in un contesto come quello del Parco di Villa dei Cedri
e questo non solo di giorno ma soprattutto di notte, quando la tensostruttura è illuminata dall’interno. Complementi a chi, con coraggio e
lungimiranza, ha voluto lasciare un segno tangibile della nostra epoca!
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A cura di:
ing. Pier Giorgio Rossi,
Officine Ghidoni SA,
Riazzino
Ponte Tana
A2 Mendrisio
Nell’ambito della completa riorganizzazione
dello svincolo autostradale di Mendrisio
l’Ufficio federale delle strade USTRA ha
previsto la sostituzione integrale del
“Viadotto della Tana” sulla A2.
Il manufatto pre-esistente era formato da due viadotti separati a quattro campate per una lunghezza totale di 144 m. La struttura era interamente in calcestruzzo armato precompresso gettato in opera.
Questo manufatto non era più in grado di soddisfare le mutate esigenze
di USTRA, in particolare riguardo alla possibilità di adottare un sistema
di gestione del traffico 4/0, sistema che richiede di fatto una larghezza
utile minima delle carreggiate di 12.10 m (esistente 10.25 m).
Per rispettare tali esigenze - unitamente a questioni tecniche legate
alle normative - si è reso necessario demolire il manufatto esistente
e costruirne un nuovo. L’assetto del nuovo tracciato autostradale in
corrispondenza del Viadotto della Tana prevedeva un allargamento del
campo viabile per entrambe le carreggiate di circa 2.5 m, portando la
larghezza totale dell’impalcato ad un totale di 25.8 m.
Il nuovo impalcato è stato concepito con un sistema portante misto calcestruzzo/acciaio, composto da 2+2 travi metalliche principali (h=1.8 m)
che sostengono una piattabanda collaborata in calcestruzzo gettata in
opera; indubbiamente una soluzione razionale per una serie di motivi.
Per non perturbare l’intensa circolazione viaria della zona, tenuto conto
delle esigenze di cantiere, si è reso necessario realizzare due viadotti in
tempi differenti, inizialmente indipendenti (ciascuno autostabile), da
collegare solo in un secondo tempo, ottenendo di fatto una piattabanda
unica e continua.
Introduzione
Indubbiamente la scelta tecnica di USTRA è in linea con l’attuale stato
della tecnica; sicuramente un viadotto realizzato con tecnica mista rappresenta una soluzione ideale sotto diversi punti di vista. L’adozione di
questa filosofia costruttiva ha portato all’esecuzione della parte portante con travi in acciaio, a sezione aperta o chiusa, mentre il piano di
scorrimento è realizzato in calcestruzzo. I due elementi sono collegati
con dei connettori che trasmettono lo sforzo di taglio tra i due materiali.
I vantaggi sono molteplici: i materiali impiegati sono utilizzati al loro
meglio, il calcestruzzo della parte superiore è sostanzialmente compresso e questa sollecitazione è ben sopportata dal beton. Al contrario
le travi sottostanti in acciaio sopportano la sollecitazione di trazione che
nei viadotti in calcestruzzo è ripresa dai cavi di compressione inseriti
nel beton. Altro pregio di questa tecnica costruttiva risiede nel fatto che
le travi in acciaio, messe necessariamente in opera per prime, possano
costituire un eccellente piano d’appoggio per la casseratura del getto
della soletta in beton. In questo modo si risparmia tempo e denaro
evitando l’allestimento e lo smontaggio di impalcati di notevoli dimensioni. Questa soluzione è largamente impiegata in Europa e rimpiazza i
manufatti in calcestruzzo precompresso riducendone la fase di cantiere.
Altro vantaggio di questa soluzione è la facile ispezionabilità delle travi
portanti in acciaio, dando la possibilità di intervenire, nel tempo, con
manutenzioni e risanamenti veloci e puntuali, favorendo sicurezza e
contenimento dei costi. Da annotare che, con l’utilizzo di una struttura
portante in acciaio, una tragedia come quella avvenuta recentemente a
causa del cedimento del cavalcavia sulla Milano-Lecco si sarebbe potuta
evitare; la struttura avrebbe avuto una fase di deformazione plastica,
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segnalando di fatto il pericolo e scongiurando pertanto un crollo improvviso. L’acciaio non collassa ma si deforma.
Da non dimenticare nemmeno il vantaggio che possiede una struttura
mista nel processo di demolizione a fine di vita; la possibilità di riciclaggio dei materiali impiegati è davvero notevole. Non da ultimo, le
travi possono sostenere le attrezzature necessarie durante la fase di
demolizione del piano viario.
Ovviamente, per prolungare il ciclo di vita, questi manufatti richiedono
un minimo di controllo e di manutenzione a scadenze regolari: questo
permette di mantenere una funzionalità adeguata e una durata di vita
conforme alle ipotesi di progetto.
Interessante per questo tipo di costruzione è l’impiego, come avviene in
Italia, dell’acciaio Corten che permette di ridurre i costi di manutenzione
grazie alla patina ossidante che si stabilizza nel tempo.
Realizzazione
Il nuovo impalcato mantiene la successione di quattro campate del
ponte esistente, con luci rispettivamente di 32 + 40 + 40 + 32 m.
Nell’ambito di questo importante e prestigioso cantiere il Consorzio
Officine Ghidoni SA - Ferriere Cattaneo SA è stato incaricato di produrre e montare la struttura portante in acciaio del nuovo viadotto.
Tale fornitura costituiva una grande sfida sotto svariati punti di vista.
Sotto l’aspetto progettuale, considerata la complessa geometria del
tracciato, il viadotto riproduce nello spazio una curva planimetrica e
al tempo stesso una curva altimetrica, generando conseguentemente,
per esigenze viarie, una pendenza trasversale dell’impalcato. Dal punto
di vista produttivo invece si è tenuto conto dell’alta, qualità e specializzazione richiesta dall’opera - con rispettive implicazioni dovute alle
enormi sfide che il trasporto comporta - del montaggio e sollevamento
di elementi di notevoli dimensioni e peso.
Non da ultimo va detto che tutto ciò è stato realizzato in tempi molto
ristretti e senza mai dimenticare caposaldi aziendali quali: alta qualità
della fornitura, considerata nel senso più generale del termine, l’operare in piena sicurezza, produttività con un impatto ambientale ridotto
ai minimi termini.
Per motivi tecnici e di sicurezza si è preferito pre-assemblare a terra
quanto più possibile. Ciò ha permesso di ridurre l’attività “in quota” di
uomini e mezzi, operazioni sempre molto pericolose e onerose sotto il
punto di vista logistico ed economico.
L’intervento di montaggio si è svolto in diverse fasi. Dall’officina sono
state trasportate in cantiere travi con una lunghezza massima di 21 metri
e 25 tonnellate di peso. Questi elementi sono stati allineati e accostati
a terra per essere uniti tra loro ricalcando esattamente la geometria
richiesta una volta messi in opera. Tale prefabbricazione, a piè d’opera, ha dato alla luce delle sezioni complete della struttura portante
del futuro viadotto. Le dimensioni in gioco erano notevoli; in pianta
l’elemento maggiore possedeva un ingombro di 40 x 8 metri e un peso
di circa 115 tonnellate. Ogni singolo troncone è stato issato nella sede
definitiva grazie all’utilizzo simultaneo di due autogru di notevoli dimensioni: per completare i due viadotti si sono resi necessari otto spettacolari sollevamenti. I tronconi, una volta in quota, sono stati saldati
fra di loro: per motivi di spazio non è stato possibile costruire a terra
tutti gli elementi necessari per un singolo manufatto, si è quindi deciso
di costruire e sollevare inizialmente i due elementi di estremità. In un
secondo tempo si è proceduto a realizzare e posizionare, in luce, i due
elementi centrali del ponte. Questa sequenza di montaggio costringe
ad operare con delle tolleranze effettivamente ristrettissime.
Dati tecnici del manufatto
Oggetto
Descrizione intervento
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Lunghezza impalcato
Altezza travi principali
Peso totale struttura
EP 26 Svincolo di Mendrisio
Autostrada A2
Rifacimento Viadotto della Tana
144 m
N° 4 travi da 1.8 m
700 ton
Committente
USTRA - Consorzio Lotto 201 Cossi - LGV
Progettisti
MANU 2013
c/o Studio d’Ingegneria Giorgio Masotti
Bellinzona
Struttura metallica
Consorzio Officine Ghidoni SA
Ferriere Cattaneo SA
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Protezioni foniche
Il complemento delle opere strutturali del nodo viario di Mendrisio ha
richiesto la messa in opera di barrire stradali, di portali per la segnaletica verticale e la posa di piantane per le protezioni foniche in beton e
alluminio. Sui viadotti si è optato, per ragioni di carico, per protezioni
foniche in alluminio. Il prodotto, inizialmente sviluppato dalle Officine
Ghidoni SA per il settore ferroviario, è caratterizzato da pannelli monolitici che permettono un rapido montaggio e hanno caratteristiche di fono
assorbimento notevoli. I pannelli fonoassorbenti in alluminio, oltre ad
che essere riciclabili, risultano leggeri, resistenti agli agenti atmosferici e possono essere verniciati in diversi colori conferendo, volendo,
all’autostrada un tocco di colore. Nel caso specifico il committente/progettista ha optato per dei pannelli con una trama verticale mantenendo
un’uniformità estetica con quelli in beton prefabbricato. Questi pannelli
possono anche essere bi-assorbenti laddove ve ne fosse la necessità.
Dimensioni pannelli Ponte Tana
Dimensioni pannelli Sottopasso FFS
4x2 metri
4x3.5 metri
Passerella di servizio
Sempre per questo progetto si è presentata l’opportunità di realizzare
una passerella di servizio, ad arco tralicciato, formata da due spalle
curve ottenute con profili tubolari laminati a caldo a sezione quadrata.
La passerella ha due strutture trasversali sovrapposte: la prima per il
sostegno di tubazioni e l’altra per sostenere un piano di calpestio in
grigliato. La passerella è stata assiemata completamente in officina, sia
dal profilo strutturale che dal profilo delle lamiere laterali e inferiori di
rivestimento. Viste le dimensioni, per il trasporto si è provveduto ad una
suddivisione in due pezzi in senso trasversale. Una volta ricomposta, a
piè d’opera, è stata ripresa con un’autogru e posizionata sulle due pile
poste lateralmente al tracciato ferroviario.
Conclusioni
L’aver operato attivamente al progetto di riorganizzazione dello svincolo
della A2 di Mendrisio ha permesso di acquisire importanti commesse
che, pur sempre concernenti opere metalliche, sono caratterizzate da
una multidisciplinarità raggiungibile solo grazie ad elevate competenze
aziendali.
L’acquisizione della parte preponderante del progetto, cioè la struttura portante del Viadotto della
Tana, può essere ascritta allo studio del progetto;
un progetto di elevata qualità realizzato già in fase
d’offerta. Nonostante l’offerta non sia risultata la
più economica, di fatto probabilmente è risultata
la più affidabile.
Dimensioni
Lunghezza 32 m
Altezza 5 m
Larghezza 3.4 m
Peso struttura 25 ton
peso complessivo 35 ton
Committente
Consorzio Acquedotto
Regionale Mendrisiotto
Progettista
Consorzio NDRISIOME 2014
c/o Comal SA Mendrisio
Direzione Lavori
Consorzio NDRISIOME 2014
c/o Comal SA Mendrisio
METALLGLASS 17
METALLGLASS I 2016 2017
A cura di:
ing. dott. Uwe Bremen*
Officine Ghidoni SA,
Riazzino
Parliamo di facciate...
Corso preparatorio agli esami professionali EP ed esami professionali superiori
EPS (Maestria federale)
Sintesi Modulo 13 – Progettazione IV Costruzione facciate
Premessa
L’affascinante e sempre più complesso mondo degli involucri di costruzioni rimane una delle materie di formazione principali nell’ambito
della progettazione di costruzioni metalliche leggere. Il corso qui presentato costituisce un modulo di approfondimento per l’ottenimento
dell’attestato professionale federale APF per disegnatori metalcostruttori, indispensabile per l’ottenimento ulteriore del diploma federale di
maestria EPS. Senza addentrarsi oltremodo negli aspetti concettuali ed
architettonici degli involucri, ma concentrandosi su quelli più prettamente legati alla progettazione e alla realizzazione dei diversi tipi di
facciate, tema e contenuto del corso si presterebbero nondimeno ad
una più larga divulgazione come pure ad essere inseriti nei programmi
di studio di altri percorsi formativi, per esempio quelli della SUPSI.
Obiettivi del corso
Il libretto descrittivo dei moduli di formazione, edito dall’Unione Svizzera del Metallo, specifica che i titolari dell’attestato professionale federale APF “conoscono diverse strutture per facciate e sono in grado
di impiegare, in base alla situazione, i principali elementi strutturali,
sistemi di profilatura e materiali da costruzione. Sono inoltre in grado
di considerare i fattori che influiscono sulle costruzioni, quali vento,
acqua, temperature e luce, e dispongono di conoscenze nel campo della
sicurezza e della protezione antincendio e le sanno applicare correttamente.”
Contenuti
Involucro a squame
(Peek & Cloppenburg, Colonia,
arch. Renzo Piano Building Workshop).
* L’autore è ingegnere civile di formazione, attivo dapprima nel ramo delle costruzioni d’acciaio, dove ha pure svolto un lavoro di dottorato nell’ambito della
resistenza a fatica di giunti saldati, cimentatosi poi nelle costruzioni metalliche
leggere come ingegnere di sviluppo per prodotti destinati sia all’edilizia, sia
all’industria metalmeccanica. Durante i 10 anni di attività presso ditte europee
delle più rinomate nel settore della costruzione di facciate continue a cellule, assumendo molto presto la direzione tecnica generale, ha potuto partecipare alla
progettazione e realizzazione della facciata di alcuni dei più noti edifici precursori del loro tempo, portando l’azienda all’avanguardia nella realizzazione di
involucri di costruzioni di geometria complessa.
18 METALLGLASS
Il contenuto del corso vuole dare uno spaccato dei molteplici aspetti
legati al mondo delle facciate, partendo dalla loro progettazione, passando dalla loro fabbricazione e messa in opera, fino alla loro manutenzione ed al loro smantellamento alla fine della durata di vita.
Attenzione viene data anche agli aspetti particolari concernenti involucri di costruzioni esistenti da risanare e/o da rinnovare. Oltre ai requisiti derivanti direttamente dalla fisica delle costruzioni, dall’efficienza
funzionale e dalla resistenza strutturale delle facciate, vengono pure
abbordati temi come gli standard energetici Minergie, la certificazione
secondo la norma di prodotto europea CE nonché aspetti relativi alla
sostenibilità e all’impatto ambientale, come pure alla durabilità delle
varie tipologie di facciata e dei vari materiali.
Quale interfaccia tra l’ambiente esterno, praticamente non influenzabile da parte dell’utente e l’ambiente interno, che si vuole tale da mantenere entro un campo di valori abbastanza stretto tutta una serie di
fattori fisici, l’involucro di una costruzione è divenuto una componente
sempre più complessa.
Così, da semplice elemento di rivestimento passivo, munito di sistemi
di regolazione manuale semplici, esso è divenuto vieppiù un sistema di
gestione dei vari flussi, con sistemi di regolazione centralizzati a circuito
chiuso, fino ad assumere funzioni attive come fungere da trasformatore
ed accumulatore di energia.
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Facciata continua in mattoni di vetro
(Hermès Ginza, Tokyo, arch. Renzo Piano Building Workshop).
L’immutato desiderio di trasparenza, combinato con la fenomenale
evoluzione delle tecniche industriali di lavorazione del vetro, hanno
portato alla realizzazione di imponenti costruzioni con involucri completamente vetrati, destinati soprattutto, ma non soltanto, ad attività
amministrative-commerciali. Parallelamente, l’accresciuta complessità,
generata dal numero crescente di proprietà e funzioni richieste ad una
buona parte degli involucri di costruzioni moderne, abbinata allo stravolgente sviluppo di nuovi materiali e di nuove tecniche di lavorazione
e di costruzione, hanno portato alla realizzazione di facciate di tipologie
estremamente diversificate.
La complessità dell’involucro nasce anche dalla necessità di assicurare
definite condizioni ambientali dal suo lato interno, attenuando o bloccando le mutevoli condizioni dal lato esterno, risultanti a volte in caratteristiche opposte o contradditorie, come per esempio:
■ luce in genere benvenuta, ma spesso non quella diretta, e non voluta
in altri momenti;
■ trasmissione energia dall’esterno spesso benvenuta in inverno, da
evitare in estate;
■ impermeabilità all’aria richiesta per motivi energetici, per la necessità di ricambio dell’aria comunque auspicabile entro certi limiti.
Sopra: costruzioni alpestri con facciate munite di fenditure, antenato della finestra odierna, e costruzioni rurali dell’altopiano con la prima forma di doppia
pelle, qui come finestre doppie.
Sotto: prime costruzioni completamente vetrate, come serre botaniche.
Benché siano elementi quasi sempre integrati nelle facciate quali scomparti apribili, porte e finestre vengono trattati a sé, con proprie normative e corsi specifici. Il contenuto di questo corso, incentrato sulle
soluzioni per facciate nella loro globalità, è suddiviso grossomodo nelle
seguenti tematiche: tipi e requisiti della facciata, tecnica di montaggio
e fissaggio, struttura e singoli elementi della facciata, procedimenti di
prova ed infine manutenzione e risanamento di facciate.
Evoluzione della facciata di costruzioni
Curiosamente, molti testi di riferimento trattano l’evoluzione delle facciate di costruzioni partendo da quelle oltremodo semplici come le costruzioni alpestri, delle quali permangono numerose testimonianze, in
special modo alle nostre latitudini. L’attenzione viene posta sulle fenditure verticali aperte, spesso inserite in una parete massiccia, costruita
come separazione quasi completa dall’ambiente esterno. Questa prima
forma rudimentale di finestra viene considerato il primo passo verso l’aspirazione sempre attuale, della possibilità di uno scambio limitato e
controllato tra ambiente interno e ambiente esterno. In questo caso lo
scambio ricercato era soprattutto quello della luce e della possibilità di
vedere all’esterno, senza dover lasciare l’ambiente interno, riducendo
parallelamente la sensazione di imprigionamento.
Le porzioni trasparenti degli involucri di costruzioni abitative sono vieppiù
aumentate, sia in dimensione, sia in numero. Ben presto si è inoltre proceduto a collocare nelle aperture più strati di separazione, spesso amovibili e non necessariamente trasparenti, in modo da poter modificare
le proprietà dell’apertura a seconda delle condizioni ambientali esterne
e interne, ricercando un effetto o uno scambio particolare desiderato.
METALLGLASS 19
METALLGLASS I 2016 2017
Parete esterna facciata a cellule,
in zona uffici a doppia pelle profonda;
cupola a parete semplice,
sistema montante-traversi
(30 St. Mary Axe, ex QG Swiss-Re, Londra,
arch. Foster & Partners).
Questa evoluzione ha anche portato alla realizzazione di un secondo
desiderio: quello riguardante l’estetica, di creare forme più eleganti e
più vicine a quanto riscontriamo in natura. Involucri di forma geometrica complessa vengono così realizzati sempre più spesso, sfidando ogni
volta le capacità soprattutto di chi è chiamato a realizzarle, creando
delle costruzioni poi divenute vere e proprie icone delle città che le
ospitano.
Simboli universalmente conosciuti
delle rispettive città.
Tipi di facciata
Un primo criterio di classificazione delle tipologie di facciata è dato dalla
loro stratificazione, ossia:
■ parete semplice, di un unico strato o di vari strati, trasparenti, traslucidi o opachi, separati o meno tra loro da intercapedini d’aria;
■ parete doppia, comunemente detta doppia pelle, caratterizzata dalla
presenza di due pareti semplici, separate da uno spesso strato d’aria (minimo circa 0.1 m fino a oltre 1 m), le cui caratteristiche e gli
eventuali scambi con l’ambiente interno e/o esterno vengono generalmente regolate in modo attivo.
Altre designazioni vengono usate per facciate a seconda della loro struttura e il modo di fissarsi alla struttura portante principale della costruzione:
■ facciate continue, per indicare tutte quelle la cui struttura portante
propria è continua, situata completamente all’esterno della struttura
portante principale, incluse le solette, come fosse una tenda che avvolge l’edificio da cima a fondo;
■ facciate ventilate, nelle quali l’intercapedine d’aria dietro l’ultimo
strato della facciata viene lasciato comunicante con l’ambiente
esterno e dove il movimento ascendente dell’aria, che si instaura in
caso di riscaldamento, è sovente ricercato;
■ facciate doppia pelle con intercapedine chiusa, nelle quali l’intercapedine d’aria dietro l’ultimo strato della facciata viene collegato ad
un circuito chiuso di controllo dell’aria;
■ facciate a squame, spesso utilizzate per il rivestimento di superfici a
geometria complessa;
■ facciate strutturali, in riferimento al fissaggio dei vetri alla struttura
portante propria della facciata mediante sigillanti capaci di trasmettere sforzi meccanici;
■ facciate fredde o calde, quando lo strato di rivestimento esterno è
ventilato o meno dal suo lato rivolto verso l’interno della costruzione.
20 METALLGLASS
Involucro principale a cellule e atrio
d’entrata con vetri fissati a punti
(K2 St Katherine’s Estate, Londra,
arch. Richard Rogers Partnership).
METALLGLASS I 2016 2017
Esempi di tipologie di facciate
prevalentemente vetrate.
1) facciata a fascia tra solette
2) facciata continua semplice
3) facciata a doppia pelle compatta
4) facciate a doppia pelle profonde, a cavallo del bordo solette
5) facciate a doppia pelle continue
Infine, le facciate continue vengono spesso denominate secondo il tipo
di struttura portante propria, con differenze importanti per quanto attiene alla loro messa in opera:
■ facciate a montanti-traversi, delle quali sia la struttura portante propria che tutte le altre componenti costitutive vengono assemblate in
opera;
■ facciate a cellule, prefabbricate e munite di tutte le componenti costitutive della facciata, posate e giuntate in opera grazie a guarnizioni
perimetrali inserite sui telai.
Indipendentemente dalla tipologia, una facciata viene spesso caratterizzata con il materiale in vista preponderante del rivestimento esterno,
che può essere per esempio di:
■ vetro, sotto forma di lastre o vetrate trasparenti, profilati o mattoni;
■ metallo, sotto forma di pannelli pieni o stratificati, profilati o cassonetti di leghe di alluminio, acciaio grezzo o verniciato, acciaio inossidabile, rame, stagno, leghe a base di zinco, piombo, titanio;
■ pietra naturale o artificiale, sotto forma di lastre massicce o lastre
composite, eventualmente alveolari;
■ legno e compositi su base legnosa, sotto forma di scaglie, lastre, assiti
o travi massicci;
■ fibrocemento, ceramiche, materiali sintetici (policarbonati, vetro
acrilico, ecc.), sotto forma di pannelli;
■ corpi chiusi di materiali sintetici, spesso rigonfiati;
■ calcestruzzo grezzo, lavato, bocciardato, ecc.;
■ muratura di laterizi o ceramiche;
■ tessuti e teli in fibra sintetica.
Requisiti della facciata
I tanti requisiti che deve in genere soddisfare un involucro di una costruzione sono stati suddivisi in due gruppi: quelli da considerarsi esigenze funzionali di base, da soddisfare quale elemento di costruzione
alla stessa stregua delle componenti della struttura portante principale,
e le esigenze prestazionali, definite principalmente tramite dei valori
o campi di valori delle grandezze relative alla fisica delle costruzioni.
Le esigenze funzionali comprendono i requisiti che deve soddisfare
qualsiasi componente di una costruzione quale elemento portante, da
verificare basandosi sulle normative applicabili a qualsiasi struttura e
volte ad assicurarne un livello adeguato di sicurezza per le persone e di
funzionalità. Queste comprendono la tenuta alle varie azioni rilevanti,
ossia il peso proprio, il vento, i carichi di parapetto ed il terremoto;
in casi eccezionali per le facciate pure la neve e carichi utili di vario
Facciata ventilata di un impianto industriale
in fase di costruzione
(Stabilimenti Chicco d’Oro, Balerna
Arch. Diego Ostinelli, Chiasso).
genere. Come per qualsiasi altra struttura portante all’aperto, tra le
esigenze primordiali va verificato pure il comportamento alla variazione
della temperatura, mentre è di particolare importanza per gli involucri
il comportamento corretto della sua interfaccia con la struttura portante
principale.
Le esigenze prestazionali di una facciata nel suo insieme o di suoi componenti concernono il raggiungimento di prestazioni minime di tenuta o
di attenuazione di effetti fisici, che comprendono: permeabilità all’aria,
tenuta all’acqua, deformabilità al vento, permeabilità al vapore acqueo,
assenza di condensa dannosa, grado di trasmissione della luce, grado di
trasmissione dell’energia, trasmissione termica, grado di abbattimento
della pressione sonora, tenuta al fuoco, resistenza alla grandine o ad
altri urti, tenuta antieffrazione, a proiettili, all’esplosione e protezione
contro fulmini e scariche elettriche.
Infine, tra le tante normative svizzere ed internazionali che definiscono
caratteristiche, procedure di prova e criteri di classificazione di facciate
e dei loro componenti relativamente alle singole proprietà fisiche, siano
qui citate solo le principali.
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Facciata ventilata di un impianto
industriale in fase di costruzione
(Stabilimenti Chicco d’Oro, Balerna
Arch. Diego Ostinelli, Chiasso).
Norme svizzere relative direttamente alle facciate nel loro insieme:
■ norma SIA 232/2 (2011): “Rivestimenti ventilati di pareti esterne”;
■ norma SIA 329 (2012): “Facciate continue“.
Norme svizzere che definiscono i requisiti di edifici e che pertanto influenzano considerevolmente la concezione delle facciate:
■ norma SIA 180 (2014): “Isolamento termico, protezione contro l’umidità e clima interno degli edifici”;
■ norma SIA 181 (2006): “La protezione dal rumore nelle costruzioni edilizie”.
Norma europea per la certificazione CE di facciate, applicabile anche in
Svizzera, alla quale le normative sopracitate fanno spesso riferimento:
■ norma SN EN 13830 (2015): “Facciate continue - Norma di prodotto”.
Norme applicabili, perlomeno in parte, agli elementi strutturali propri
delle facciate:
■ norma SIA 260 (2013): “Basi per la progettazione di strutture portanti”;
■ norma SIA 261 (2003, 2014 in tedesco/francese): “Azioni sulle strutture
portanti”;
■ norma SIA 263 (2003, 2013 in tedesco/francese): “Costruzioni di acciaio”;
■ norme SN EN 1999 (2007 e dopo): “Eurocodice 9 - Progettazione delle
strutture di alluminio”, Parti 1-1 a 1-5;
■ norme DIN 18008 (2010 e dopo): “Glas im Bauwesen - Bemessungsund Konstruktionsregeln“ Parti 1 a 6.
Edificio rivestito con facciate di diverse tipologie, principalmente a cellule
(Palazzo Mantegazza, Lugano - Arch. Giampiero Camponovo, Breganzona).
Considerazioni finali
Salvo alcune rare ma comunque lodevoli eccezioni, la dimensione del
mercato edilizio e la cultura della costruzione alle nostre latitudini non
facilitano la realizzazione di costruzioni innovative per quanto attiene
l’involucro, sia questo per dimensioni, sia per la sua forma, i materiali
impiegati o la sua tipologia. Per il metalcostruttore, involucri che rappresentino una vera sfida e richiedano capacità e competenze all’avanguardia nel suo settore sono pertanto ancora più rari, essendo lui legato
fondamentalmente ai metalli ed al vetro.
Approfondire il tema anche sulla base di realizzazioni tra le più esigenti
rimane nondimeno un’occasione di crescita per le aziende: questo affinché, al momento opportuno, siano in grado di competere alla pari
perlomeno delle migliori aziende del settore a livello nazionale, già a
partire da costruzioni tipiche di media complessità. Mentre a livello
internazionale, solo per opere delle più complesse e/o qualitativamente
molto esigenti - per le quali qualità di progettazione e d’esecuzione
vengono onorate alla pari del prezzo - le nostre aziende possono ancora
essere concorrenziali.
OPO Oeschger SA
Vetro e metallo
Steinackerstrasse 68
8302 Kloten
T 044 804 31 99
F 044 804 31 97
[email protected]
METALLGLASS I 2016 2017
A cura di:
di Barbara Soer
USM Fed. Ticino
Perfezionamento professionale
Si tratta oramai di una realtà consolidata quella rappresentata dall’offerta di formazione
continua proposta dall’Unione Svizzera del Metallo Federazione Ticino, nuova AM SUISSE TICINO.
Durante tutto l’arco dell’anno professionisti del settore e addetti ai lavori hanno potuto
approfondire le proprie competenze frequentando i numerosi corsi inseriti nell’agenda postformazione 2016.
La formazione continua rappresenta certamente uno
strumento importante sotto ogni punto di vista. Integrare un programma di perfezionamento professionale
all’interno di piccole, medie e grandi imprese rappresenta indubbiamente una risorsa capace di aprire una
serie di prospettive di sviluppo importanti: la crescita
del know-how può senza dubbio orientarsi verso ogni
comparto aziendale, dall’officina ai quadri aziendali.
Di fondamentale importanza rimane, in questo ambito,
un approccio aperto e favorevole al concetto di “lifelong learning”, un termine inglese che possiamo tradurre con “formazione lungo tutto il corso della vita”.
Filosofia questa che non mira unicamente a catturare
l’interesse di adulti intenzionati a coltivare la propria
crescita professionale ma che va rivolta soprattutto a
titolari di azienda e datori di lavoro sovente poco attenti a percepire il perfezionamento professionale come
valore aggiunto.
Oltre alle numerose offerte proposte a livello di perfezionamento pratico / teorico, in diversi ambiti, prosegue
anche l’offerta di moduli specifici inseriti all’interno del
corso preparatorio agli esami professionali EP ed esami
professionali superiori EPS (Maestria federale) e frequentabili anche singolarmente con il rilascio di un’attestazione di frequenza. Si tratta di moduli specifici sia
in ambito prettamente tecnico sia gestionale (per maggiori informazioni consultare il sito: www.amsuisse.ch).
Centro professionale USM - Seminario 2016
Agenda postformazione 2017
Ecco le principali proposte:
■ MAESTRIA 2015
Corso preparatorio all’esame professionale superiore EPS (Maestria federale)
■ UTILIZZO DI INVOLUCRI PER FACCIATE IN LAMIERA
Progettare e utilizzare materiali idonei alla produzione di facciate in lamiera
■ SCELTA E DIMENSIONAMENTO DEGLI ANCORAGGI NELLA COSTRUZIONE METALLICA
Scelta, dimensionamento dell’ancoraggio idoneo all’applicazione
■ CORSO DISEGNO SU AUTOCAD INDIRIZZO METALCOSTRUZIONI
Utilizzo ottimizzato dei comandi sulla piattaforma Autocad 2D e 3D
Centro professionale USM
Formazione teorica.
■ CORSO SALDATURA
Corso base - Certificazione ISO 9606
■ CORSO ANTINCENDIO
Certificazione del responsabile sulla protezione antincendio
■ SEMINARIO RINGHIERE PARAPETTI
Progettare e dimensionare correttamente ringhiere e parapetti
■ EVACUAZIONE FUMI RWA
Progettare, scegliere secondo normativa
Il calendario completo 2017 sarà consultabile sul nuovo
sito: www.amsuisseticino.ch a partire dall’1.1.2017.
■ CORSO PREPARATORIO ALLA CERTIFICAZIONE EN 1090
Corso modulare
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Sul tetto di Amburgo: l’Elbphilharmonie è una delle sale concerto più belle del
mondo; l’avveniristica struttura progettata da Herzog & de Meuron, è già diventata il centro di attrazione di Amburgo per residenti e visitatori provenienti da
tutto il mondo, amanti della musica e non solo.
Anche se l’Elbphilharmonie di Amburgo aprirà solo a partire dall’11 gennaio 2017, l’edificio progettato dallo studio svizzero di architettura Herzog & de Meuron, è già diventato un’icona della città. L’avveniristica
struttura accoglierà la filarmonica d’Elba con tre sale da concerto, un
grande spazio educativo per la musica, una serie di bar e ristoranti,
un hotel e una piazza pubblica ad alta quota che è già diventato un
centro di attrazione per tutti coloro che vivono ad Amburgo e per i
visitatori provenienti da tutto il mondo. Amburgo ha già una lunga
tradizione musicale, qui sono nati compositori famosi come Johannes
Brahms e Gustav Mahler; e nonostante i ritardi e le proteste sul progetto
dell’Elbphilharmonie, la città tedesca ha il suo nuovo simbolo iconico
sulle rive del fiume.
circa 110 metri ed è già diventata un’icona nello skyline di Amburgo.
Non a caso l’edificio è stato pensato per essere edificato sulle rive del
fiume Elba, sorretto da circa 1’700 pali in cemento armato, il complesso
edilizio accoglie, oltre a 3 sale da concerto, un hotel, 45 appartamenti
privati e la Plaza, un’area di visualizzazione pubblica con una vista a
360° sulla città. Nonostante i ritardi nella consegna della struttura e i
costi lievitati a 500 milioni di euro, il progetto dello studio Herzog & de
Meuron rappresenta il più grande sviluppo urbano all’interno della città
negli ultimi anni, per questo l’Elbphilharmonie è stato assunto come
simbolo del passato, presente e futuro di Amburgo.
Il progetto
Elemento distintivo della nuova Elbphilharmonie è un luogo posto a 37
metri dal suolo, chiamato Plaza, che costituisce il collegamento tra il
vecchio magazzino e la nuova struttura. La piattaforma di osservazione
aperta al pubblico rappresenta un luogo d’incontro per tutta la città.
La Piazza fornisce un’ottimo punto panoramico su Amburgo ma è essa
stessa un’esperienza architettonica con la scala mobile leggermente
curva lunga 82 metri che fa accedere allo spazio pubblico. Attraverso
L’Elbphilharmonie è l’edificio più alto, non abitato, di Amburgo. Sembra
un’onda di vetro su un blocco di mattoni: la nuova sala concerti di Amburgo sorge infatti sulla sommità dell’ex Kaispeicher A, un magazzino di
mattoni costruito tra il 1963 e il 1966 sulla foce del fiume Elba e utilizzato
per conservare tè, tabacco e cacao. La struttura di vetro ondulata è alta
La piazza
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Nuovo landmark urbano firmato Herzog
& de Meuron: l’Elbphilharmonie di Amburgo
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una passerella esterna si può inoltre
passeggiare attorno a tutta la costruzione. L’Elbphilharmonie Plaza ospita
inoltre la Grande Hall, bar e ristoranti
e il negozio della Filarmonica. Da qui
inoltre si accede alle sale concerto poste
ai piani superiori.
Le sale concerto
Il cuore del Elbphilharmonie è la Grande
Sala Concerto che può ospitare fino
a 2’100 persone a sedere. La struttura
della sala è concepita con il palco in posizione centrale e tutti i posti a sedere
intorno con lo spettatore più vicino a
non più di 30 metri dal direttore d’orchestra, in modo da godere di un’esperienza musicale unica. La Grande Sala
Concerto rappresenta un progetto unico
in Europa: il distacco dalla preesistenza
e la posizione a 50 metri di altezza dal
suolo sono stati pensati per un ottimo
isolamento dell’ambiente. Per raggiungere l’acustica ottimale, gli architetti
Herzog & de Meuron hanno sviluppato
una parete speciale e una struttura del
tetto chiamata “Pelle Bianca”, in col-
laborazione con la Yasuhisa Acoustician Toyota, che consiste in 10’000
pannelli in fibra di gesso con una forma, tagliata al millimetro, tale da
garantire una distribuzione del suono mirata in ogni angolo della sala.
La parte superiore dell’edificio Elbphilharmonie ospita la Recital Hall,
con 550 posti a sedere, che costituisce il luogo ideale per la musica da
camera, i concerto solistici e recitati, i concerti jazz e musicali. L’ottima
acustica qui è fornita da pannelli di legno che rendono l’atmosfera accogliente ed elegante. I posti a sedere flessibili consentono di utilizzare
lo spazio per varie funzioni.
Il Kaistudios
Nell’ex Kaispeicher è stato collocato un grande spazio dedicato all’educazione musicale. Le varie stanze sono aperte da giorno a notte per
persone di tutte le età in modo da rendere la musica un’esperienza
proattiva. All’interno si trovano vari laboratori, per adulti e bambini, in
cui si possono provare gli strumenti provenienti da tutto il mondo. “Il
compito di rendere la musica accessibile, qualcosa di cui tutti possano
fare esperienza, per così dire, è stato scritto nel DNA della Elbphilharmonie. I concerti sono quindi un’esplosione di colore musicale e contrasto, e la programmazione è priva di qualsiasi stile artistico con i
paraocchi”, spiegano il NDR Elbphilharmonie Orchestra, insieme al suo
direttore principale Thomas Hengelbrock, “L’Elbphilharmonie Amburgo
è quindi più che puramente una sala da concerto classica: il suo vasto
programma di educazione musicale, con concerti per i bambini e le
famiglie, e laboratori per tutte le età, la trasforma in una piattaforma
vibrante per tutti i tipi di incontri musicali”.
L’inaugurazione è prevista per i giorni 11 e 12 gennaio 2017.
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Ferrareccia-vetrai
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Termolux S.A.
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CH-6830 Chiasso
Tel. +41 (0)91 695 16 60
Fax.+41 (0)91 695 16 77
[email protected]
www.termolux.ch
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CP 396
6916 Grancia
Via Cantonale 22
6917 Lugano-Barbengo
Tel. +41 91 993 18 35
Fax +41 91 993 18 37
[email protected]
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Dall’antico al moderno... grazie!
Gli interventi dell’arch. Giovan Luigi Dazio
Ridare vita ai rustici è sicuramente il filo conduttore dell’attività dell’arch. Giovan
Luigi Dazio, attività che si sviluppa soprattutto nella sua Valle Maggia, ma non
solo. Dazio sa ridare vita a rustici che diversamente oggi avrebbero un destino
segnato, accostando antico e moderno con un equilibrio non comune.
Introduzione a cura di:
Ing. Pier Giorgio Rossi
presidente USM Ticino nuova AM SUISSE TICINO
La “Fortezza” di Mogno
Arch. Giovan Luigi Dazio
Da stalla abbandonata a casa di vetro
Mogno, piccolo nucleo dell’alta Vallemaggia, non è
nuovo a progetti che stanno a metà strada tra sogno
e sfida architettonica. Fortunatamente la solidità
delle sue montagne segna pure gli uomini che vi
operano e anche in questo caso la sfida è stata portata a termine con successo.
La “Fortezza”, come già il nome suggerisce, imprigiona in sé tutta la forza su cui l’uomo può investire
i suoi progetti: essa è la testimonianza storica per
cui nulla è mai giunto alla fine.
La sua storia è quella di una comune stalla datata 1700, da anni abbandonata e in fin di vita,
ma tutt’ora segnata da un lungo servizio dedicato
all’uomo. In poco meno di due anni, però, la sua
insicura stabilità è stata scossa da un ambizioso
progetto.
Ogni dettaglio è studiato allo scopo di garantire un’adeguata funzionalità all’involucro senza deturparne le caratteristiche in quanto elementi
determinanti della nostra storia e del nostro vissuto. Accostare materiali
tradizionali, legno e pietra, a materiali più moderni come il metallo e
il vetro, rappresenta la sua sfida quotidiana; così come lo è l’accostamento di linee morbide, dettate dalla storia, a geometrie lineari derivanti dall’impiego di materiali moderni. Nulla pero’ è lasciato al caso!
Il metallo con la sua snellezza e resistenza, cosi come il vetro con la sua
trasparenza, sono più che mai correlati a questa rivista e al settore che
noi con orgoglio rappresentiamo. Ovviamente gli interventi di questo
tipo richiedono una profonda conoscenza della nostra storia ma anche
elevate competenze nelle scelte e negli accostamenti dei materiali.
Dazio ha, tra l’altro, seguito la parte di direzione lavori in loco della
Chiesa di Mogno progettata dall’arch. Mario Botta, oggetto che certamente non richiede ulteriori presentazioni vista la sua notorietà a livello
mondiale. Anche questo progetto rappresenta certamente un esempio
per quanto riguarda l’accostamento di materiali.
Di seguito riprendiamo alcuni interventi di rivalorizzazione di rustici
effettuati dall’arch. Dazio senza aver la pretesa di essere esaustivi ma
semplicemente mostrando uno spaccato inerente le molteplici possibilità di interazione tra storia e materiali.
Per ulteriori informazioni demandiamo al sito www.gld-dazio.ch
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Il fienile fu imbavagliato, sollevato e spostato nel maggio 2005 - grazie
ad un particolare autosollevatore della portata di 70 tonnellate - per
consentire la costruzione di un basamento in pietra su cui il rustico,
in tondoni di larice di Fusio, ha poi trovato un solido e definitivo appoggio. Una procedura alquanto insolita quella dello spostamento; ciò
rende l’intervento particolarmente speciale. I lavori sono poi proseguiti
con la costruzione del patio esterno e la posa di muri di protezione
adagiati sul profilo naturale del terreno.
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La “Fortezza” è stata una delle molte sfide che la valle ha voluto propormi. Oggi, a lavori terminati, l’uomo può dimostrare come la convivenza tra vecchio e nuovo rappresenti una realtà. E a conferma che
un’opera forte trova sempre un estimatore, il fienile in fin di vita (ora
“Fortezza”) ha già trovato un convinto inquilino.
La “Fortezza” si presenta come una lanterna trasparente e luminosa,
atta a mettere in risalto l’opera del ‘700 e quella contemporanea, attraverso una sinergia ottimale.
Altro passo importante fu l’inserimento di una struttura in ferro sulla
quale il tetto in piode, provenienti dalla Valle Maggia, ha trovato appoggio; il rustico potrà ora sostare tranquillamente, continuando a
mettere in mostra quella particolare bellezza, tipica degli edifici di alta
montagna, nel rispetto dell’equilibrio naturale dell’ambiente circostante.
Qui sopra, a sinistra: Cadogno, Brissago;
a destra Casa Rocco, Fusio; a lato Torba
Cittadella, infine sotto l’Hotel Fusio, Fusio.
Ma le particolarità della “Fortezza” non finiscono qui: tutte le pareti
interne, infatti, sono state rivestite in vetro isolante e trasparente, in
parallelo al vecchio rustico. In questo modo dall’interno si può notare il
chiaro accostamento tra la vecchia stalla e la struttura nuova.
«Mi sembrava un dovere l’assumermi il rischio nel proporre un recupero
fuori dagli schemi tradizionali - anche quale omaggio e opportunità per
i molti artigiani - e nello stesso tempo sentivo doveroso non dover perdere questa eccezionale opportunità data da un progetto piccolo nelle
dimensioni ma certamente irripetibile».
METALLGLASS 29
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Passerella Cugnasco-Gerra
Passerella caratterizzata da due archi portanti convergenti sulle spalle che inte-
A cura di:
Ing. Pier Giorgio Rossi,
Officine Ghidoni SA,
Riazzino
grano il camminamento. Certo non ha dimensioni imponenti ma la sfida principale è stata quella di ridurre al minimo gli interventi in cantiere, evitando cioè la
costruzione di appoggi provvisori.
Considerata l’esigua distanza tra le Officine Ghidoni SA e il luogo di posa, l’idea fin
dall’inizio è stata quella di realizzare la struttura completa in officina. Il percorso,
pur essendo breve, presentava tre importanti ostacoli: due rotonde da aggirare e
un sottopasso ferroviario.
30 METALLGLASS
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Interessanti sono le interpretazioni grafiche della passerella fatte dai bambini
della scuola elementare, di cui riportiamo due esempi.
Premessa
Concetti costruttivi
La passerella sul torrente Riarena si inserisce nel riassetto della zona
Municipio - Asilo - Scuole elementare del nuovo comune di CugnascoGerra, frutto dell’aggregazione decisa nel 2008. Lo scopo principale
della passerella è quello di dare la possibilità ai bambini, che frequentano le scuole elementari e l’asilo del comune di Cugnasco-Gerra, di
accedere alle strutture scolastiche riducendo il percorso a piedi sulla
strada cantonale e comunale; strade abbastanza trafficate.
La progettazione costruttiva, considerate le modalità di posa previste
e la sequenza di assiemaggio in officina, è stata sviluppata dal nostro
consorzio partendo dai piani di progetto dello studio d’ingegneria Giorgio Masotti. La struttura è praticamente formata da elementi in lamiera
ossitagliati e assiemati con processi di saldatura MIG eseguiti interamente in officina. La struttura, pur non essendo di dimensioni estreme,
è caratterizzata da una certa complessità geometrica. Infatti il piano
di calpestio leggermente arcuato, è sostenuto sui due lati da archi
scatolati divaricati e convergenti sui plinti. Il progetto esecutivo è stato
realizzato grazie ad un CAD 3D parametrico che ha permesso di definire
dettagliatamente le diverse componenti, essenzialmente in lamiera,
opportunamente preparate con smussi, ecc. in modo da ottimizzare i
processi di saldatura nei punti più critici.
L’idea del progettista ing. Giorgio Masotti, condivisa dal Municipio, è
stata quella di non costruire una struttura banale bensì qualcosa di
ricercato e altrettanto funzionale. In effetti il risultato estetico, come
pure quello funzionale, sono stati sicuramente raggiunti.
Di fatto la passerella si inserisce bene nell’ambiente circostante ed in
particolare, il suo inserimento tra i due ponti in calcestruzzo situati a
monte e a valle, costituisce un valore aggiunto. L’approccio progettuale
basato sulla funzione di unione della passerella è simbolizzato da due
mani che si uniscono identificabili nei due cosciali.
Ovviamente la scelta di un pre-montaggio in officina ha permesso di
operare in sicurezza, con maggior precisione, razionalità e anche indipendentemente dalle condizioni meteo. Anche il trattamento di
superficie, proprio perché eseguito integralmente in officina, è stato
particolarmente curato, non ha infatti risentito delle conseguenze dovute ad agenti atmosferici o altre impurità. Sostanzialmente a Riazzino,
in officina, è stata ricreata la situazione geometrica reale di cantiere
mediante supporti provvisori, sui quali sono stati adagiati i vari conci
semi-lavorati per l’assemblaggio definitivo. Gli interventi previsti
in cantiere, a fine della messa in opera della struttura, consistevano
nell’applicazione della resina sul piano di calpestio e del parapetto.
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METALLGLASS I 2016 2017
Trasporto e messa in opera
La scelta di assiemare completamente la passerella in officina, ha certamente ridotto gli interventi in cantiere ma ha reso più complesse le
modalità di trasporto di un elemento monolitico di notevoli dimensioni
(lunghezza: ca. 30 m - larghezza: ca. 4,75 m) La forma ad arco della
struttura complessiva ha complicando ulteriormente questa fase.
Il percorso tra il luogo di fabbricazione, zona industriale di Locarno, e
Cugnasco-Gerra è caratterizzato da alcune criticità come le due rotonde
e il sottopasso della FFS di Riazzino. Anche l’entrata in via Riarena,
dalla strada cantonale, sembra in realtà spaziosa ma quando si tratta
di affrontarla con un convoglio di 40 metri di lunghezza può creare
effettivamente qualche difficoltà.
32 METALLGLASS
Neppure il baricentro della costruzione, relativamente alto, ha certo
facilitato la situazione! Un’accurata verifica del percorso, attraverso
controlli sul posto e adeguate simulazioni, nonché la verifica del comportamento dinamico del convoglio, sono stati gli elementi essenziali
che ci hanno permesso di raggiungere l’obiettivo. Il trasporto è stato
effettuato con un rimorchio a 6 assi ribassato e sterzante della ditta Sabesa SA; attrezzatura che ha permesso di portare a buon fine il difficile
trasporto dislocando il manufatto senza incidenti.
La messa in posizione ha richiesto l’utilizzo di un’autogru da 250 ton,
sempre della ditta Sabesa, posizionata sulla Via Medoscio e con l’aiuto
della quale il manufatto, del peso di 37 ton, è stato traslato sul centro
del torrente Riarena; operazione non particolarmente difficoltosa ma
cha ha sfruttato al massimo la portata dell’autogru impiegata.
METALLGLASS I 2016 2017
Info:
Officine Ghidoni SA
Via al Pizzante 9
CH-6595 Riazzino
Tel. 091 850 50 00
Fax 091 850 50 01
[email protected]
www.officineghidoni.ch
Caratteristiche tecniche
Lunghezza
Larghezza
Peso
ca. 30 m
ca. 4.75 m
ca. 37 ton
Committente:
Design e ingegneria
Comune di Cugnasco-Gerra
Studio d’ingegneria
Giorgio Masotti, Bellinzona
Consorzio Officine Ghidoni SA
Ferriere Cattaneo SA, Riazzino
Sabesa SA, Gordola
Bossi & Bersani SA, Bellinzona
Esecuzione
Trasporti e sollevamenti
Impresa
Conclusioni
Questo progetto ci ha permesso di
elaborare e mettere in pratica soluzioni capaci di ottimizzare la realizzazione del manufatto, non solo
nell’interesse generale ma anche in
quello dei futuri fruitori della passerella.
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METALLGLASS I 2016 2017
Passerella Splüja bèla
Un ponte tra passato e futuro
L’incantevole Val Calnegia - valle laterale della Valle Bavona - si è arricchita di recente grazie
alla posa di una passerella la cui particolarità non risiede unicamente nelle sue caratteristiche
statiche ed estetiche ma anche nel suo inserimento ambientale.
La passerella, posata in prossimità della costruzione sottoroccia della
Splüja bèla, è un progetto voluto e curato dalla Fondazione Valle Bavona, concretizzatosi grazie a sinergie nate con il Patriziato di Cavergno,
l’ingegnere Jurij Patocchi e l’architetto Filippo Broggini. Il manufatto
rientra in un più ampio progetto d’intervento di valorizzazione paesaggistica e offre sin d’ora al visitatore la possibilità di effettuare un
percorso circolare partendo da Pontid, nucleo situato a monte della
cascata di Foroglio.
La sua realizzazione è stata affidata alla ditta Corrado Mignami Metalcostruzioni di Peccia.
Un ponte tra passato e futuro
Avremmo facilmente potuto catturare l’attenzione del lettore presentando questa passerella unicamente dal punto di vista tecnico viste le
sue peculiarità: abbiamo invece scelto di fare un salto nel passato proponendo una lettura che rivisita tradizioni probabilmente sconosciute ai
più. Una premessa forse un po’ nostalgica ma che ci permetterà di attraversare virtualmente questa passerella con una consapevolezza diversa.
La “Splüja bèla” e la sua pontina, di Romano Dadò
“Splüja bèla è un maggengo particolare, unico, trogloditico, situato a
930 metri sopra la cascata di Foroglio, all’imbocco della Val Calnegia,
la valle sospesa, sul versante orografico a sinistra. È un luogo emblematico, dove fin quasi alla fine del secolo scorso ha trascorso molte
estati una coppia di anziani, l’Arnoldo e la Maria Dadò, vivendo con lo
stretto necessario e scaldandosi solo con il loro bene e quello che offriva
l’avara natura dei dintorni. Lassù erano felici con nulla ed accoglievano
con calore chiunque passasse da quelle parti, comunicando con un sol
linguaggio: la propria cordiale umanità. Un tempo, quando si praticava
l’alpeggiatura - ed erano parecchie le famiglie a farlo - il maggengo
di Splüja bèla, come tanti altri sul territorio bavonese, serviva ad alleggerire il lavoro giù in Valle e ad avviare gli armenti verso la successiva
stagione estiva, risparmiando prezioso foraggio per chi ne disponeva
ancora. Il maggengo offriva poco spazio tra il fiume ed un enorme
ganna ricca di ciclopici blocchi. Proprio sotto uno di questi (la splüja/
caverna) l’uomo del passato - penso già oltre 3000 anni fa - vi aveva
ricavato un proprio rifugio oltre che per i suoi animali. Chi visita ancora
oggi questo luogo vi trova un paesaggio ripido, inospitale, aspro, che
certo ha richiesto a chi vi ha vissuto un’enorme capacità di adatta-
A lato: la “Splüja bèla”, di Romano Dadò
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A cura di:
Barbara Soer,
USM Fed. Ticino
Contributi da:
arch. Filippo Broggini,
ing. Jurij Patocchi,
Romano Dadò,
Rita Mignami
mento oltre che imposto una vita di estrema semplicità. I pochi spazi
verdi, i pendii, le paurose ganne, sono stati addomesticati dall’uomo
a sua favore. Per il contadino alpeggiante maggio/giugno era l’inizio
di un tempo di stenti ed incertezze per la natura ancor più selvaggia e
discosta degli alpi verso i quali si inoltrava e che rioccupava ogni anno.
La casa dell’uomo, dal monte all’alpe, passando da un corte all’altro, distante anche ore di fatica – ancor più pesante sotto i carichi - ,
diventava sempre più scomoda e piccola delle precedenti più si era in
alto. Gli animali però si muovevano liberi: la loro legge è solo quella
Sopra: la nuova passerella progettata dall’ingegnere Jurij Patocchi e
dall’architetto Filippo Broggini.
Sotto: foto storica della “pontina” sopra al fiume Calnegia.
di procacciarsi l’erba più fresca e profumata e allora si spostavano già
verso l’alto. A fine primavera però il fiume è gonfio d’acqua gelata alla
Splüja bèla - mentre d’estate poco a monte è sovente in secca - e allora
come recuperare per la mungitura gli armenti, se situati oltre il fiume?
Non c’era un ponte e chi non voleva guadare il torrente, con i rischi del
caso, doveva scendere fino al maggengo di Pontito, travalicare il ponte
trecentesco e risalire il sentiero dall’altro versante. Questo spostamento
richiedeva una ventina di minuti e già allora il tempo era prezioso.
Allora si imponeva la necessità di gettare un ponticello, una pontina,
sopra i flutti del Calnegia vicino alla Splüja bèla. I mezzi erano pochi, la
necessità molta e all’Arnoldo non mancavano né l’ingegno né il coraggio, così con grezze assi ricavate alla buona da larici della zona, nacque
una prima - e poi tante altre - pontine che sovente venivano divelte da
grosse buzze e che rinascevano nell’arco della stessa stagione.
Dalla fine degli anni 80, quando ad Arnoldo mancavano già un po’ le
forze, un’ennesima piena ha portato via il pur precario ma utile passaggio e da allora le rive non son più state congiunte. Solo nell’estate
di quest’anno - 2016 - per volontà della FVB (Fondazione Valle Bavona)
e del locale Patriziato è stato realizzato, più a monte del luogo abituale
e soprattutto più rialzato, un solido e sicuro ponte in ferro, pronto a
resistere/vincere future buzze del furioso torrente. Grazie ad esso il solitario, trogloditico mondo fatto di vita lenta e di essenzialità dell’Arnoldo tornerà ad essere alla portata di quelli che scendono dalla Val
Calnegia, accorciandone il percorso o permettendo il percorso circolare
a coloro che non vorranno proseguire verso l’alta Valle ma visitare solo
il maggengo della Splüja bèla. Quello che fu l’ultimo alpeggiante della
Bavona, l’avrebbe apprezzato a sua volta e son certo che è contento per
chi lo attraverserà oggi come domani.”
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METALLGLASS I 2016 2017
Concetto dei progettisti
Il vigoroso paesaggio che si estende ad ovest di Foroglio accoglie un’esile passerella che attraversa il fiume Calnegia, affluente del Bavona.
In questo contesto, la natura e la sua esuberanza vegetale e minerale,
dominano l’estetica del luogo. La passerella s’inserisce come “filigrana”
tra alberi e rocce.
Due erano i requisiti di progetto richiesti:
■ la creazione di un’estetica non banale ma nemmeno inutilmente appariscente, visto il contesto paesaggistico
■ la costruzione di un dispositivo statico efficiente ed economico
Attorno a questi concetti è stata elaborata la proposta progettuale: un
dispositivo sotto teso e auto stabile posato sulle rocce esistenti ai due
lati del fiume. L’elemento superiore della struttura, un tubo con un
diametro di 220 mm, viene spinto verso l’alto da un sistema di puntoni
collegati e attraversati da un cavo con geometria curva prodotta da una
spezzata di segmenti retti. La tensione applicata al cavo produce una
spinta verticale che si trasmette all’elemento superiore cilindrico.
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La campata della passerella è di 20 m. Gli elementi tubolari principali
sono posizionati ad un’altezza di 1,10 m, calcolata dal livello superiore
dell’impalcato. Orizzontalmente la distanza all’asse dei tubolari principali è di 995 mm. Nella sezione trasversale, i montanti sono leggermente inclinati. La parte interna ha un’inclinazione di 100° e quella
esterna di 95°. La larghezza del calpestio è di 60cm, la larghezza di
passaggio ad altezza corrimano è di 80cm. La struttura della passerella
è concepita in acciaio tipo S 235 ad elevata resilienza, visto le basse
temperature presenti sul luogo durante i periodi invernali. La struttura
è stata trattata con zincatura a fuoco (secondo norma EN 1461), trattamento che permette un’ottima durabilità nel tempo mantenendo il
costo nei limiti accettabili. Trasversalmente i puntoni sono collegati tra
loro da profili ad H, questo ha permesso la posa dell’impalcato che ha
anche funzione di controventatura tra gli elementi verticali. Il piano di
camminamento è composto da grigliati metallici. Sui lati del camminamento, lungo i montanti, sono fissati 4 cavi orizzontali di diametro
6 mm (in accordo con la norma VSS 640 568). La stabilità laterale della
passerella è ottenuta mediante la messa in tensione di controventi in
cavo d’acciaio inossidabile di diametro 8mm, montati lungo tutta la
lunghezza del manufatto, nelle campiture inferiori della pedana.
Per garantire la corretta trasmissione dei carichi al suolo, la passerella è
munita di supporti d’appoggio nelle zone di entrata. Questi sono fissati
direttamente alle rocce esistenti sulle due sponde, mediante ancoraggi
distanziati (piastre e barre filettate).
Fabbricazione, assemblaggio, trasporto, montaggio e
posa
La passerella, realizzata dalla ditta Corrado Mignami Metalcostruzioni
di Peccia, è stata concepita con una struttura d’acciaio dai componenti
rapidamente assemblabili.
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Ogni telaio è stato fabbricato singolarmente e agganciato meccanicamente al tubo principale di diametro da 200 mm. All’interno dei telai
transita il cavo principale che termina alle estremità del tubo, tensionato mediante un sistema idraulico e bloccato meccanicamente ai
diaframmi di fissaggio.
Da un lato il telaio blocca la struttura sia longitudinalmente che orizzontalmente con un piede di appoggio più largo e profondo, dall’altro
la struttura è bloccata solo trasversalmente ma non longitudinalmente
per permettere al manufatto di dilatarsi. La diversità dei due dispositivi
d’appoggio è sottolineata dalla diversa forma dei cavalletti d’appoggio
(più pesante il primo, più leggero il secondo).
Dopo una prima fase esecutiva realizzata in officina il manufatto è stato
assemblato in località Sabbione, a lato della strada carrozzabile per
facilitarne poi il trasporto sul fiume.
Una volta fissati i telai è stato posato l’impalcato costituito da piatti
in acciaio. In seguito si è potuto mettere in tensione i cavi in acciaio e
posare i cavi del parapetto.
Alle estremità del manufatto i telai d’entrata sono fissati al tubo principale mediante placche orizzontali di spessore 25 mm. Al piede degli
stessi abbiamo gli elementi di fissaggio meccanico che permettono l’ancoraggio della struttura alle rocce presenti sul luogo di progetto.
Le fondazioni sono praticamente inesistenti in quanto sostanzialmente
composte da 4 barre di ancoraggio per punto d’appoggio, fissate direttamente sulla pietra: questo ha permesso di evitare l’impiego di cemento armato. La passerella si appoggia quindi in modo leggero sugli
argini del fiume sottolineando il carattere di provvisorietà dell’intervento dell’uomo.
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L’efficienza del sistema statico della passerella ha permesso l’assemblaggio a valle e il trasporto e la posa in loco dell’intera passerella
mediante elicottero.
La passerella è stata elitrasportata, da Sabbione alla Splüja bèla, con
un elicottero Kamov KA32 A12 scelto per le sue caratteristiche tecniche:
ottima stabilità e portata che permettono un buon margine di sicurezza
durante la posa.
Committente
Fondazione Valle Bavona, Cavergno
Progettazione e ingegneria
Studio d’ingegneria Patocchi sagl,
Cevio
Filippo Broggini Blueoffice Architecture,
Bellinzona
Esecuzione
Corrado Mignami Metalcostruzioni,
Peccia
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I dislivelli, legati da un percorso attraverso il giardino,
concedono ogni volta situazioni e atmosfere particolari
fino ad arrivare alla piscina a sfioro,
punto più basso della proprietà.
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A cura di:
Studio d’architettura
Ezio e Giorgia Monighetti,
Biasca
OTM Sagl,
Malvaglia
Malvaglia,
ristrutturazione nel nucleo
Il progetto, realizzato nel comune di Serravalle (Valle di Blenio) e più precisamente a Malvaglia, si inserisce in un contesto particolare come quello del nucleo
vecchio, caratterizzato da caseggiati di tipo rurale situati su una collina esposta
al sole.
La frazione viene denominata Torretta, derivazione dall’omonimo stabile dal quale un tempo era possibile monitorare, grazie alla sua posizione strategica, il transito nell’intera valle: viavai segnalato poi al
Castello di Serravalle, posizionato proprio di fronte.
Si tratta di un quartiere molto suggestivo: la fanno da padrone le costruzioni in sasso e legno, le piccole carrali, i vigneti e gli scorci capaci
di rievocare tempi antichi.
Parliamo di un progetto di ristrutturazione di un vecchio stabile, modificato diverse volte negli anni e ampliato fino ad ottenere al suo interno
tre appartamenti indipendenti: l’edificio, il cui volume risulta importante rispetto al contesto, richiama un’architettura anni ’70.
Con l’acquisto dell’immobile, l’intento della committenza non era unicamente quello di ritornare alle proprie origini malvagliesi ma anche
quello di creare un’unica unità abitativa da condividere con i famigliari.
Questo straordinario attaccamento al territorio si è tradotto anche a
livello pratico: la proprietaria ha infatti voluto sostenere le imprese locali aggiudicando i lavori, inerenti la ristrutturazione, ad artigiani che
hanno saputo eseguire le opere a regola d’arte.
I serramenti e i parapetti in acciaio, unitamente a quelli in vetro, sono
stati prodotti interamente a Malvaglia, così pure le opere da capomastro, falegname ed elettricista.
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Da un punto di vista architettonico si è deciso di movimentare il volume originale dell’edificio attraverso un gioco di contrapposizioni tra
parti arretrate e parti sporgenti; questo effetto di luci e ombre, primi e
secondi piani, ha permesso di soddisfare in maniera elegante un’esigenza del committente che richiedeva grandi vetrate, elementi questi
generalmente incompatibili con il regolamento edilizio del nucleo. Un
portico classico risolve alla perfezione il controllo della luce e del microclima all’interno dell’edificio creando un ambiente confortevole.
Le ampie vetrate del portico a pianterreno, come pure quelle della terrazza all’ultimo piano, sono realizzate con degli scorrevoli alzanti della
serie WICSLIDE 160; il livello intermedio è scandito da finestre puntuali
serie WICLINE 75 evo.
All’interno, complice l’assenza di vincoli strutturali ritrovati all’esterno,
troviamo una raffinata modernità che si esprime attraverso spazi nuovi:
dominano infatti grandi openspace dalle forme definite. Il controllo
della luce, una scelta di materiali estremamente moderni e non da ultimo un arredamento di tendenza enfatizzano ancor più questi nuovi
ambienti.
Un elemento fondamentale è rappresentato certamente dal nuovo vano
scale, articolato sui tre livelli. La trasparenza del parapetto e l’illuminazione centralmente con luce zenitale, ne valorizzano l’aspetto scultoreo.
La scala è realizzata in calcestruzzo armato a cui sono stati fissati i cosciali, le cui sagome riprendono esattamente l’anima della scala stessa
e degli scalini.
Tra le due lamiere dei cosciali è stato inserito un vetro di 25 mm sagomato per poter eseguire un raccordo scorrevole, nei pianerottoli, come
richiesto dagli architetti. Per questioni pratiche, sopra il vetro, è stato
posato un profilo - in lamiera d’acciaio inossidabile satinata pressopiegata - saldato e molato negli angoli ed eseguito in 2 pezzi.
Grazie al parapetto in vetro, scelto come protezione per la doppia altezza sulla zona pranzo al pianterreno, si intravedono i quadri e le sculture esposte al primo piano. Nei profili portanti perimetrali LITEFRONT, in
cui sono inseriti i vetri, si è integrata una striscia LED: l’effetto d’insieme
risulta caldo e accogliente.
La costruzione si adatta alla conformazione del terreno terrazzato e
dialoga in modo armonioso con il giardino, estensione vera e propria
dell’abitare.
La sistemazione dell’area esterna ha permesso di regalare poi quel
“tocco finale” capace di valorizzare ancor più questo importante intervento.
I dislivelli, legati da un percorso attraverso il giardino, concedono ogni
volta situazioni e atmosfere particolari fino ad arrivare alla piscina a
sfioro, punto più basso della proprietà.
I parapetti esterni in acciaio zincati e patinati, di disegno semplice e
lineare, si integrano con leggerezza nel contesto dei muri in sasso.
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Info:
Studio d’architettura Ezio e Giorgia Monighetti,
Biasca
Dati tecnici
■ Ubicazione
Comune di Serravalle
(Valle di Blenio, Malvaglia)
■ Genere dell’opera
Trasformazione da casa di 3 appartamenti
in un’unica unità abitativa
■ Metalcostruttore
OTM Sagl, Malvaglia
■ Architetto paesaggista
Studio Bürgi, Camorino
■ Progetto e direzione lavori
Studio d’architettura
Ezio e Giorgia Monighetti, Biasca
• Noleggio autogru
• Montaggi prefabbricati industriali
• Trasporti speciali
• Trasporti internazionali
• Trasporti sfusi da 38 a 65 mc
• Trasporti di inerti
• Noleggio container da 4 mc a 35 mc
• Noleggio navicelle
• Movimentazione macchinari industriali
• Logistica e deposito
• Raccolta rifiuti
SABESA SA
via Cantonale
da oltre
anni
40
6595 Riazzino
tel. 091 859 22 81
fax 091 859 29 87
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[email protected]
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Capanna Monte Bar
Un rifugio sopra le nuvole
Ubicazione
Genere d’opera
Concorso
Data realizzazione
Committente
Progetto
Direzione lavori
Fotografie
Serramenti alluminio
Monte Bar, Capriasca
Nuova capanna
2013-2014
2016
Club Alpino Svizzero, Sezione Ticino
Atelier PeR - Oliviero Piffaretti e Carlo Romano architetti, Mendrisio
Arch. Antonio di Virgilio, Bidogno e Stefano Polli, Tesserete
Davide Adamoli, Tesserete
Foto Mengani, Besazio
Vistec SA, Bironico
Il progetto
Il progetto ha vinto il concorso per la costruzione di una nuova capanna, indetto dal Club Alpino
Svizzero – Sezione Ticino, nell’autunno del 2013. La progettazione si è svolta nel 2015. I lavori sono
iniziati, dopo un intenso periodo di progettazione, all’inizio nel mese di maggio del 2016. La costruzione del nuovo rifugio è stata ultimata, come da programma, nel mese di novembre del 2016
dopo soli 6 mesi. La capanna è posta a 1600 metri di altitudine.
Sezione attraverso il refettorio e, a destra, sezione piano terra.
44 METALLGLASS
La nuova capanna si presenta oggi come
una lanterna, segno e riferimento nel
paesaggio. Essa stabilisce una forte relazione visiva con le cime circostanti. Il
volume semplice e razionale, situato accanto al rifugio precedente, non privilegia
un orientamento particolare, aprendosi sul
paesaggio. La nuova e ampia terrazza, direttamente accessibile dal refettorio e dalla
cucina, rispetta la geometria della capanna
precedente conservandone la memoria e
gode di uno splendido panorama.
4
1
0m
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La struttura principale è realizzata
interamente in legno, tramite l’assemblaggio di elementi prefabbricati. Il piano semi-interrato e il
camino sono invece concepiti in
calcestruzzo gettati in opera.
Grazie alla volumetria molto compatta, voluta per sottolineare il
carattere intimistico ed essenziale
del rifugio, il fabbisogno energetico
è ridotto al minimo. Infatti, grazie
alle aperture differenziate, la luce
naturale raggiunge tutti gli spazi,
arricchendo così ogni parte del programma.
Il pianterreno ruota attorno al grande camino, storico simbolo di aggregazione tra la gente; è qui che nascono cantate serali, partite a carte
e vengono organizzate le gite. Il refettorio offre inoltre una vista a 360
gradi grazie alle ampie vetrate. L’accesso alle stanze, poste ai piani
superiori, si effettua salendo le scale scolpite nel blocco centrale, che
ospita il camino. Le scale sono illuminate dalla luce naturale, grazie ad
un’apertura nel tetto. Al piano inferiore sono situati gli spazi di servizio.
Nello zoccolo trova posto anche il deposito delle biciclette, direttamente
accessibile dall’esterno, grazie ad un generoso spazio coperto ricavato
nella facciata rivolta verso il golfo di Lugano.
La collaborazione con i tecnici della ditta Vistec di Bironico ha permesso
di concretizzare il desiderio di evidenziare il carattere più pubblico e
l’apertura sul paesaggio del pianterreno grazie ad ampie vetrate a tutta
altezza. La transizione tra lo zoccolo in calcestruzzo e i piani superiori
realizzati interamente in legno è stata realizzata con l’inserimento di
serramenti scuri in alluminio.
METALLGLASS 45
METALLGLASS I 2016 2017
Su ogni facciata troviamo così 3 grandi serramenti costituiti ognuno da
un imponente vetro fisso centrale e due finestre a battente laterali,
che garantisco la ventilazione naturale del refettorio. Queste finestre
sono balconabili anche con le tende interne abbassate lasciando così la
possibilità agli avventori di godere dell’aria e proteggersi dal sole. Per
garantire il rispetto delle norme in vigore senza precludere la vista sul
paesaggio i parapetti delle finestre sono stati eseguiti con una reti a
maglia stirata inserite fra i montanti dei serramenti.
spessore 2 mm pressopiegate a misura e termolaccate, il tutto posato
con appositi distanziatori in modo da permettere una microventilazione
tra gli interstizi metallici e le colonne in legno.
Le scossaline esterne perimetrali, sono state tutte realizzate in acciaio
inox con bordature saldate a modo di vasca, il tutto termolaccato colore
nero. Questa soluzione apparentemente inusuale è stata scelta così da
poter garantire una maggiore resistenza al calpestio, escludere la formazione di ruggine e mantenere la linea estetica dettata dai progettisti.
I serramenti panoramici sono stati fabbricati interamente con profili
di alluminio della serie Euroline appositamente dimensionati così da
soddisfare le elevate richieste imposte dalle normative vigenti.
Per completare l’involucro e garantire un buon rendimento anche dal
punto di vista energetico, sono stati applicati internamente i nastri di
raccordo barriera vapore (Vapotape ESK) ed esternamente nastri antivento traspiranti (Fasatape ESK) tutti prodotti forniti dalla ditta Gyso SA.
Nello specifico, per le finestre sono stati impiegati profilati della serie EL
76 E con ante battente da 86mm, mentre per le facciate con la serie EL
50 F-B con appositi riempimenti isolanti per migliorare il valore termico
Uf del profilo stesso.
I vetri impiegati sono isolanti tripli, con uno spessore totale di 65mm.
Per poter supportare l’imponente peso, superiore a 570 kg, è stato studiato un sistema ad hoc che consente lo spessoramento così da scaricare
a terra il considerevole peso, evitando di conseguenza lo snervamento
del profilo longitudinale a filo pavimento.
Indicazioni vetri
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■
Ug= 0.6 W/m2K coeff. termico
ψg= 0.036 W/m2K conducibiltà termica
Lt= 69 % trasmissione luminosa
g= 50 % trasmissione energia solare
Resistenza caricolo lineare verso l’esterno 1.6 KN/m
Lastre esterne ESG, centrale extrachiaro, interne VSG
Fornitura: Galvolux SA, Bioggio
Il trasporto in quota è stato effettuato per mezzo di un elicottero e con
apposite casse imballate singolarmente. In considerazione dell’altitudine alla quale è stata effettuata la posa (circa 1600 m s.l.m), sono state
applicate valvole altimetriche così da compensare lo sbalzo di pressione.
Anche il rivestimento delle colonne esterne ed interne è stato affidato
alla ditta Vistec: l’intervento richiedeva l’utilizzo di lamiere in alluminio
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Info:
Vistec SA - 6804 Bironico - www.vistec.ch
Atelier PeR - Oliviero Piffaretti e Carlo Romano architetti, Mendrisio
METALLGLASS I 2016 2017
DA UN’IDEA… UNA METALLICA REALTÀ
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Fax: +41 91 610 00 74
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METALLGLASS I 2016 2017
A cura di:
ing. Pier Giorgio Rossi
Officine Ghidoni SA,
Riazzino
11 dicembre 2016
Data storica per il Ticino
Sicuramente l’apertura della galleria di base del Gottardo rappresenta sia un
evento che un’opera eccezionale. Al di là di quest’opera fondamentale sono stati
comunque molti gli interventi sul tracciato nord-sud della linea delle FFS.
Purtroppo resta ancora molto da fare, soprattutto a sud di Lugano come
pure sul versante nord, per far sì che questo percorso abbia il massimo
degli effetti sulla riduzione del traffico stradale. Oltre alla galleria, indubbiamente un’opera faraonica, sono comunque stati molti gli interventi, più o meno discreti, che contribuiscono a migliorare la percorrenza
ferroviaria attraverso il Ticino. Certo la viabilità rappresenta un aspetto
importante ma non l’unico a mettere in valore un territorio, il nostro.
Introduzione
Abbiamo avuto la fortuna di partecipare anche a questo progetto; forse
non come avremmo voluto ma comunque c’eravamo! Il primo confronto
con ATG (Alp Transit Gotthard AG) non fu molto felice. Importanti investimenti ma nessun risultato economico, una soddisfazione tecnica e
qualche rammarico; parliamo delle porte di sicurezza dei relativi cunicoli. A conclusione dell’opera riteniamo doveroso ripercorre un po’
la storia ricordando i nostri contributi più importanti a questo grande
progetto.
Porte di sicurezza
Fu il primo contatto con Alptransit e sicuramente non si trattava di un
progetto semplice da realizzare; circa 300 porte di sicurezza per rendere sicuri i tunnel trasversali - posizionati più o meno ogni 300 m
tra i due tubi della galleria di base. Queste porte dovevano avere delle
caratteristiche meccaniche di resistenza al fuoco e alle sollecitazioni
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dinamiche estreme; sarebbe stato un bel progetto. L’iter di messa in
appalto prevedeva una pre-qualifica sulla base di referenze quali la
realizzazione di un prototipo, le prove di montaggio e i test funzionali.
Anche a futura memoria un riassunto di quest’avventura è certo opportuno oggi, a progetto concluso. Il quaderno dei compiti era talmente
articolato che parlare di porte è certamente un eufemismo; si trattava in
realtà di macchine complesse con servo sistemi per l’apertura, una meccanica sofisticata e una resistenza in caso d’incendio di un’ora a circa
1’000°C con una curva termica prestabilita. Dopo diversi tentennamenti
abbiamo optato per la creazione di un consorzio inoltrando quindi la
nostra candidatura. Il consorzio SESAMO era formato dalle ditte Ferriere
Cattaneo SA - Franscella SA - Giugni SA – Officine Ghidoni SA - Regazzi
SA. Purtroppo nessuno dei componenti del consorzio disponeva di sufficienti competenze per un simile progetto, abbiamo pertanto incaricato
l’ing. Jurij Patocchi di Cevio, specialista nella progettazione di metalcostruzioni, di sviluppare il progetto di queste porte. Il consorzio ticinese,
avendo superato la prima fase di pre-qualifica, è poi stato ammesso
alla seconda fase cioè l’elaborazione dell’offerta la preparazione di un
prototipo. I tempi erano, come spesso accade, molto stretti ma ciò non
ci ha scoraggiati.
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Con grande sforzo da parte dell’ing. Patocchi siamo riusciti a sviluppare
un prodotto che poteva soddisfare le esigenze estreme poste dal capitolato. Vista la limitata esperienza nello specifico prodotto abbiamo
realizzato ben tre prototipi: uno destinato ad una nostra prova di resistenza al fuoco, uno utilizzato per una nostra verifica di resistenza
alle sollecitazioni dinamiche mentre il terzo, ottimizzato, avrebbe dovuto essere quello testato da ATG. I termini complessivi erano di circa
4 mesi per la progettazione, prove interne e realizzazione della porta
da testare; molto poco se si considera la scarsa competenza specifica
disponibile. In effetti si è trattato di una lotta contro il tempo. Gli ultimi
giorni, per poter ultimare il prototipo, abbiamo lavorato praticamente
su tre turni. Alla fine il prototipo è stato ultimato per la data stabilita
ma la sua funzionalità meccanica non si è rivelata purtroppo ottimale,
anche perché abbiamo interpretato in modo forse troppo restrittivo le
condizioni richieste dal bando - ipotesi questa scaturita dopo aver visto
quanto realizzato dalla concorrenza. Fatto sta che in occasione delle
prove di montaggio, simulate in un tunnel abbandonato nella zona di
Sargans, abbiamo messo in atto tutto quanto possibile per migliorare
anche la funzionalità. Il ricordo che riaffiora è quello dell’esserci presentati sul posto come una sorta di ”armata branca leone“ nel tentativo
di sistemare quei difetti di funzionamento che avevamo precedentemente riscontrato. Quindi alla simulazione del montaggio in loco, in
condizioni simili alla realtà, sono state integrate delle modifiche finalizzate a migliorare l’efficienza della porta.
Di fatto la porta è stata montata e in seguito testata con risultati soddisfacenti, fatta eccezione per la funzionalità che a causa di una sottovalutazione della precisione meccanica - dettata dalla tipologia di porta non siamo stati in grado, purtroppo, di correggere perfettamente.
Grande soddisfazione per essere riusciti a proporre un prodotto competitivo a livello europeo ma allo stesso tempo grande delusione visto
lo sforzo profuso. Va detto che il concorso è stato vinto da un consorzio
che aveva già fornito praticamente le stesse porte al Lötschberg, quindi
ovviamente disponeva di un enorme vantaggio competitivo.
Abbiamo comunque dimostrato come, con la volontà e la collaborazione, sia possibile raggiungere obiettivi individualmente inaccessibili.
I costi di questa operazione sono risultati importanti, circa
CHF 700’000.-, sostenuti completamente dal consorzio.
Abbiamo inoltre acquisito come un approccio meno rigoroso verso oneri
da rispettare avrebbe forse permesso di realizzare un prodotto meno
complesso, di conseguenza meno caro e probabilmente più efficiente.
Edificio tecnica ferroviaria,
Bodio.
Edifici tecnici
Sempre nell’ottica di potenziamento della linea del Gottardo si sono resi
necessari dei rafforzamenti a livello di rete ferroviaria ma ovviamente
anche dell’alimentazione elettrica. In questo ambito abbiamo avuto la
possibilità di realizzare diversi stabili per il contenimento di convertitori
e anche di strutture portanti per la formazione di stazioni di trasformazione esterna.
Sifoni
Nella galleria di Base del San Gottardo era previsto un sofisticato sistema
di evacuazione delle acque di falda che trasportano il liquido nelle due
direzioni verso i rispettivi portali. Questi canali sono provvisti di pozzetti d’ispezione che permettono anche la raccolta di eventuali liquidi
provenienti dalla galleria stessa.
Per evitare possibili depositi di gas non controllati, si è reso necessario
un sistema di sifonatura realizzato in acciaio inossidabile comunque
ispezionabile.
Convertitore,
Giubiasco.
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METALLGLASS I 2016 2017
Particolarmente impegnativo è risultato l’intervento di montaggio, viste
le condizioni particolari del tunnel e la rispettiva lunghezza. Infatti tutta
la logistica ha richiesto un ciclo formativo del personale, una speciale
autorizzazione medica che attestasse le condizioni fisiche del personale
e, in considerazione dell’accessibilità ridotta, un’accurata organizzazione dei trasporti del materiale e delle persone. Abbiamo pertanto
avuto la possibilità di percorrere la galleria di base addirittura con biciclette elettriche, fatto questo quanto mai particolare!
Stazione di Bellinzona
La prima fermata a sud della galleria di base ha richiesto un importante restyling dando nuovo lustro a questo storico stabile. Il nostro
intervento più importante è stato quello di prolungare la pensilina esistente, realizzata con una struttura chiodata, utilizzando delle capriate
che riprendevano il disegno della parte esistente, proponendone però
la realizzazione con delle lamiere ossitagliate che formavano il supporto trasversale degli arcarecci. Su questa struttura poggia un assito
rivestito poi con un manto impermeabile ottenuto con delle lastre in
rame aggraffate.
Considerata la tempistica estremamente corta e le possibilità d’accesso
molto limitate si è reso necessario l’impiego di carri ferroviari per il
trasporto del materiale. In effetti considerata l’entità del cantiere, al
momento del montaggio, ogni altra via d’accesso era praticamente impercorribile.
Passerella Stazione di Lugano
Il committente è il Comune di Lugano, ma possiamo ritenerla una parte
integrante del miglioramento del nodo ferroviario di Lugano, considerato che la passerella stessa permette all’utenza di recarsi dalla stazione
FFS alla stazione Lugano Ponte Tresa senza dover attraversare il sedime
stradale ma potendolo sovrappassare.
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Info:
Officine Ghidoni SA
Via al Pizzante 9
CH-6595 Riazzino
Tel. 091 850 50 00
Fax 091 850 50 01
[email protected]
www.officineghidoni.ch
Pensilina stazione di Lugano
Sicuramente si tratta dell’oggetto più rappresentativo all’interno di un
contesto di ristrutturazione, relativo alle stazioni in Ticino, avvenuto
finora. È indubbiamente imponente trattandosi di una lastra ortotropa
che poggia su quattro colonne - realizzate in lamiere ossitagliate e assiemate mediante saldatura - che appoggiano sul piano dell’atrio slanciandosi per un’altezza complessiva di 6.7 m.
La struttura che forma la copertura vera e propria è formata da elementi
portanti il cui studio e dimensionamento ha tenuto conto dello stato
finale ma anche delle differenti condizioni di montaggio; la puntellazione provvisoria era in effetti estremamente limitata a causa della
garanzia di accessibilità che doveva essere assicurata alla stazione.
Conseguentemente sono state montate le colonne e successivamente la
struttura, in fasi concepite per garantire la portanza strutturale dei vari
elementi, elementi che infine hanno formato il quadrilatero portante
della pensilina.
Tutta la struttura è poi stata rivestita in modo tale da evidenziare le
rastremature perimetrali e creare un piacevole inserimento tra gli stabili
storici della stazione di Lugano.
Dimensioni planimetriche
Altezza complessiva
Peso struttura
34 m x 34 m
colonna + struttura: 7.5 m
ca. 190 ton
Conclusioni
Non nascondiamo la nostra soddisfazione e quella dei nostri collaboratori per aver potuto intervenire in opere importanti riconducibili al
potenziamento del collegamento nord-sud, collegamento che avrà certamente una valenza a livello europeo e che attraversa anche il Ticino.
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Progettazione strutturale con profili
aperti laminati a caldo - travi
Molti architetti e professionisti del mondo delle costruzioni ricordano e associano
l’immagine della classica “putrella” a quella delle strutture in acciaio da sempre
impiegate nell’edilizia.
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I processi produttivi delle travi laminate presentano al giorno d’oggi nuove modalità, tutte
regolate da apposite normative. I risultati della
ricerca hanno permesso di produrre elementi
strutturali in acciaio con resistenze migliorate
agli agenti atmosferici o con risposte alle sollecitazioni meccaniche sempre più performanti.
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Un aspetto vincente risiede nelle geometrie
delle sezioni, anch’esse normate, caratterizzate
dalla facoltà di garantire una facile accoppiabilità tra elementi differenti, quali ad esempio
pilastro-pilastro, trave-pilastro, trave-trave o
tra gli stessi elementi per creare nuove sezioni.
Le travi laminate
Richiamando quest’immagine, è proprio dalla sagoma a doppio “T”
che vorrebbe partire il nostro approfondimento sulle travi laminate.
La ricerca e la sperimentazione hanno impiegato molte risorse nel settore, passando a tecnologie e processi produttivi notevolmente evoluti
rispetto al passato, mantenendo nel tempo praticamente inalterate le
geometrie originarie di questi profili, ampliando però la gamma degli
elementi disponibili.
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Gli utilizzi sono praticamente illimitati; un’applicazione interessante
delle travi laminate in acciaio, in campo edile, è legata alla realizzazione di edifici monopiano ad uso industriale.
In questo caso emergono alcune peculiarità che rendono l’acciaio adatto
alla realizzazione di edifici di questa tipologia, sebbene non sufficientemente noto ai più.
Alla rapidità di montaggio degli elementi in acciaio, infatti, è strettamente connessa una maggiore pulizia del cantiere, proprio per l’unica
necessità, per realizzare l’edificio, di assemblare i profili tra di loro,
differentemente da quanto avviene per i sistemi costruttivi tradizionali
(non bisogna dimenticare che la maggior parte delle operazioni viene
svolta in officina, alleggerendo, di fatto, l’attività di cantiere).
Considerando la struttura portante, poi, si aggiungono ulteriori aspetti
positivi.
In ambito industriale, dove la flessibilità, la riduzione dei tempi per
l’entrata in funzione di un impianto e i futuri ampliamenti sono fondamentali, un approccio di questo tipo può davvero fare la differenza.
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Un’ottima copertura per un capannone industriale può essere realizzata
con lamiere grecate o con pannelli sandwich. Si può così immaginare
che agisca, sulle travi di copertura, un carico indicativo di 0,20 kN/m2.
Consideriamo i carichi accidentali: quelli derivanti dalla manutenzione,
per cui basterà aggiungere 0,5 kN/m2, e la neve, con un carico medio
di 1,2 kN/m2. Per semplicità non vengono messi in conto gli effetti del
vento, in modo da rendere agevole un approccio “manuale” all’intera
procedura di calcolo. Questa modalità è però sufficiente a definire il
problema e identificare l’ordine di grandezza delle variabili che entrano
in gioco.
In fase di progettazione, ovviamente, è possibile tener conto di ogni
altro carico agente mediante l’impiego dei software normalmente in
commercio.
Con queste premesse, diventa ancor più interessante analizzare cosa
può accadere con diverse conformazioni dei telai, variando luci e interassi.
I vantaggi nell’utilizzo di travi piene per questi scopi sono molteplici.
Oltre ad essere facilmente reperibili, i procedimenti di giunzione sono
semplici e collaudati e, infine, processi quali trasporto e zincatura a
caldo sono facilitati dalle dimensioni.
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Se si vogliono utilizzare travi laminate, come ad esempio profili IPE o
HE, si possono raggiungere tranquillamente luci dai 15 ai 30 metri, senza
appoggi intermedi.
Sembrerà strano ma, ancora oggi, profani e non pochi professionisti
ritengono che uno degli aspetti più temuti dell’acciaio sia la sua resistenza al fuoco ed i costi da sostenere per rispettare i requisiti delle
normative antincendio.
In realtà, tali paure sono infondate! Occorrono pochi accorgimenti per
poter realizzare un edificio sicuro e con ridotti costi di costruzione e
gestione. Una risposta ottimale a tale esigenza la si ritrova nelle travi
laminate.
Cercheremo di chiarire questo concetto con qualche esempio.
Si supponga di dover progettare un edificio industriale monopiano in
acciaio, dovendone curare anche gli aspetti di resistenza al fuoco.
Per facilità di analisi si può tranquillamente immaginare uno schema
statico caratterizzato da colonne incastrate al piede e travi di copertura
incernierate agli elementi sottostanti.
Ad esempio, se si avesse un edificio monopiano con una luce di 10m
e telai posti a un interasse di 4m, cosa accadrebbe se si impiegassero
elementi strutturali senza alcuna protezione al fuoco?
Impiegando colonne del tipo IPE 300, si riuscirebbe a raggiungere una
classe di resistenza al fuoco di R45.
Con lo stesso profilo per le travi di copertura, si può tranquillamente
arrivare a una classe di R30.
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Mantenendo inalterate luci e interassi dei telai, si può dare all’intera
struttura una resistenza al fuoco pari a R45, intervenendo esclusivamente sulle travi mediante una vernice intumescente con spessore
dell’ordine dei 500 micron.
Volendo fornire una resistenza al fuoco di R60, entrambi gli elementi
strutturali possono essere protetti con uno spessore minimo di fibre
minerali a spruzzo o con adeguato spessore di vernici ignifughe.
Aumentando lo spessore di fibre minerali a spruzzo, è facile superare la
resistenza di R120 per l’intero edificio.
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Variando l’interasse tra i telai, incrementandolo a 5,5m (lasciando invariata la luce di 10m), come sarebbe la nostra struttura?
Per le colonne, un profilo HEA 160 ci garantisce resistenza al fuoco di
R45 ancora senza applicare alcuna protezione. Un profilo IPE O 300 per
le travi, invece, consente di arrivare agevolmente a R30, sempre senza
protezione.
Per ottenere una resistenza al fuoco pari a R45 per l’intera struttura,
basterà intervenire esclusivamente sulle travi mediante una vernice intumescente con spessore dell’ordine dei 500 micron.
L’applicazione di un adeguato spessore della stessa vernice ignifuga (o
uno spessore minimo di fibre minerali a spruzzo) consente di ottenere
una classe di resistenza al fuoco pari a R60 per travi e pilastri.
Se si volesse giungere a una resistenza di almeno R120 per tutti gli elementi, basterà proteggere la struttura con fibre minerali a spruzzo come
visto nel precedente esempio.
Infine, consideriamo un capannone di medie dimensioni, con una luce
di 20m e interasse dei telai pari a 5,5m.
Utilizzando colonne con profili HEB 220 senza protezione, si ottiene una
classe di resistenza al fuoco ancora R45. Se per le travi si impiegano
profili del tipo IPE 550, si riesce ad ottenere una classe di resistenza al
fuoco pari a R30, senza protezione aggiuntiva.
Impiegando una protezione con vernice ignifuga (spessore dell’ordine
dei 500 micron) solamente sulle travi, l’intera struttura potrà guadagnare una classe di resistenza al fuoco di R45.
Analogamente ai casi precedenti, è semplice, per l’intero edificio, giungere a una resistenza al fuoco di R60 (applicando vernici intumescenti
o il minimo di fibre minerali a spruzzo) o superare il valore di R120
(mediante protezione in fibre minerali a spruzzo).
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Quanto visto finora si basa su ipotesi di calcolo molto cautelative, con
schemi statici dei telai semplificati (colonne incastrate alla base e travi
incernierate), senza sollecitazioni orizzontali, in modo da usare un semplice strumento grafico quale il “nomogramma”, di facile lettura e impiego, unicamente per lo scopo di questo “quaderno”.
Tutto ciò, sebbene in maniera approssimata, dimostra come sia semplice, per una struttura in acciaio, arrivare a classi di resistenza al fuoco
di tutto rispetto impiegando una minima protezione antincendio (quali
intonaci o vernici intumescenti), se non addirittura eliminandola del
tutto.
L’uso di appositi software di calcolo, che tengono conto delle sollecitazioni meccaniche in funzione del carico e del tempo di incendio e per
ogni schema statico scelto, consente di ridimensionare ed ottimizzare
ampiamente le geometrie dei profili in acciaio, mantenendone inalterate o incrementando le caratteristiche di resistenza al fuoco.
Gli esempi visti confermano così la flessibilità e la convenienza (sia economica che costruttiva) di un sistema costruttivo basato sull’utilizzo di
travi laminate rispetto ad altri sistemi costruttivi.
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Questa breve panoramica è servita a dimostrare l’utilità dell’uso delle
travi laminate in edilizia. Si tratta di un impiego che non si limita
all’ambito degli edifici monopiano, bensì raggiunge l’apice negli edifici
multipiano e nelle infrastrutture.
Approfondiamo, allora, la conoscenza di questa gamma di prodotti.
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Le travi laminate, largamente impiegate nelle strutture portanti, sono
dei “prodotti lunghi laminati a caldo la cui sezione ricorda quella delle
lettere I, U e H (poligoni concavi) e la cui anima ha un’altezza uguale o
superiore a 80 mm...“ (tratto dalle documentazioni diffuse dalla “Comunità europea del carbone e dell’acciaio” (CECA) riguardo ai prodotti
in acciaio). Questi profili condividono le seguenti caratteristiche: la superficie delle anime è raccordata mediante arrotondamenti alle facce
interne delle ali, le quali sono parallele, simmetriche e di spessore costante o decrescente all’allontanarsi dall’anima (norme UNI EN 10034 e
UNI EN 10279).
Quanto scritto finora è semplicemente un “assaggio” delle potenzialità di questa tipologia di elementi strutturali in acciaio. Per andare
oltre, basterebbe richiamare alla memoria i capolavori dei grandi architetti del passato e contemporanei, i quali, nella costante ricerca di
eleganza e leggerezza, si sono affidati alle incredibili possibilità offerte
dal mondo dell’acciaio.
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La normativa che definisce le condizioni tecniche di per i prodotti lunghi
di acciai laminati a caldo per impieghi strutturali è la UNI EN 10025. E’
bene sottolineare che tutti questi elementi sono sottoposti a marcatura
CE, garanzia di qualità e sicurezza.
La normativa UNI EN 10025 distingue cinque tipologie di acciai in funzione del procedimento produttivo utilizzato, della classe di acciaio e
delle condizioni di fornitura:
■ acciaio non legato “As rolled” (AR) (parte 2);
■ acciaio non legato a grano fine con trattamento di normalizzazione
(N) (parte 3);
■ acciaio non legato a grano fine ottenuto mediante laminazione termomeccanica (M) (parte 4);
■ acciaio con resistenza migliorata alla corrosione atmosferica “Weathering” (W) (parte 5);
■ acciaio ad alto limite di snervamento bonificato “Quench and tempered” (Q) (parte 6).
È interessante evidenziare che anche le Norme Tecniche (NTC 2008), al
capitolo 11, richiamano questi prodotti: “... Gli acciai laminati di uso
generale per la realizzazione di strutture metalliche e per le strutture
composte comprendono: Prodotti lunghi [...]; travi ad ali parallele del
tipo HE e IPE, travi IPN; laminati ad U)... OMISSIS”.
Ne esiste una varietà davvero elevata, che ne consente un impiego ottimizzato per prestazioni meccaniche, ingombri geometrici e accoppiamenti dimensionali tra elementi diversi.
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CREDITS FOTOGRAFICI
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Palazzo Tendenza, Complesso “Net Center” - Aurelio Galfetti con
Carola Barchi e AU Studio Architetturaurbanistica - Foto: E. Cano
sinistra: ArcelorMittal; destra: Peiner Träger
Duferdofin-Nucor
Stefana
Stahlbau Pichler
sinistra: Bauforumstahl; destra: Poly Costruzioni
sinistra: Peiner Träger; destra: Commerciale Siderurgica Bresciana
Terme di Merano - Matteo Thun
Florim Gallery - Luigi Romanelli Architetto
Sede Dexia - Vasconi Associes
Palazzo Tendenza, Complesso Net Center Padova - Aurelio Galfetti
con Carola Barchi e AU Studio Architetturaurbanistica - Foto: E. Cano
ArcelorMittal
sinistra: Fondazione Promozione Acciaio; destra: Astori
Edificio “La Serenissima” - Park Associati - foto: Andrea Martiradonna
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Schenini Costruzioni Metalliche
Il domani è già oggi!
La velocità e la flessibilità sono due punti cruciali con cui tutte le imprese, piccole
o grandi, devono oggi confrontarsi quotidianamente. Essere rapidi e capaci di
gestire le nuove sfide di un mercato sempre più complesso, è condizione essenziale per permettere continuità e prospettive positive. Il domani lo si affronta già
oggi. Con competenza e serietà. Da 35 anni!
Sono passati 35 anni da quando Bruno Schenini ha avviato la sua attività indipendente che negli anni è cresciuta affermandosi sul mercato
quale azienda leader.
È fondamentale affrontare con attenzione e con la dovuta forza ogni
situazione per trovare le giuste soluzioni in grado di soddisfare tutti
coloro che ne sono coinvolti.
Da sempre la missione dell’azienda e la volontà del suo fondatore è
stata quella di creare lavoro e benessere per la regione, lavorando con
competenza, serietà e trasparenza per creare vere opportunità di lavoro qualificate anche per i giovani che vengono formati con passione
affinché un mestiere importante e di grande profilo possa continuare
ad essere esercitato con soddisfazione e profitto. 35 anni di attività e
di esperienza permettono oggi a Bruno Schenini di avere un’idea molto
chiara sul settore e sulle sue problematiche.
L’idea che le imprese piccole e medie nel nostro Cantone non vengano
sufficientemente tutelate è al centro delle preoccupazioni di Schenini:
“La Legge sulle Imprese Artigianali (LIA) è sicuramente uno strumento
importante ed essenziale, ma a volte poco efficace verso quella concorrenza sleale che quotidianamente si deve affrontare sul mercato”.
Infatti vi sono delle condizioni che andrebbero riviste, ad esempio per
chi forma apprendisti. La tassa prevista dalla LIA sarebbe da ridurre, se
non eliminare interamente per tutte le imprese formatrici.
1) Il padiglione sulla riva del lago Maggiore,
progetto Studio Arch. ETH-Z Tresoldi e Cavalli, Locarno.
Foto: Marcelo Villada Ortiz
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METALLGLASS I 2016 2017
Info:
Schenini SA
6900 Lugano
Tel. 091 42 34 45
[email protected]
www.schenini-sa.ch
È un’attività, quella della formazione di
giovani professionisti, indispensabile, che
impegna l’azienda in modo significativo
per il tempo dedicato e per l’attenzione che
giustamente si deve investire sul giovane.
Un’attività che coinvolge esclusivamente le
aziende svizzere e non quelle estere che,
però, possono operare sul nostro territorio
senza alcuna limitazione. La LIA non argina
sufficientemente la problematica della concorrenza sleale da parte di aziende estere,
soprattutto da quelle denominate “padroncini”. Le loro attività, spesso poco strutturate, permettono di entrare sul mercato
con prezzi che obiettivamente nella nostra
regione non si possono né praticare, né
accettare. Un imprenditore serio e responsabile non può ignorare che le necessità
delle aziende indigene vengono sistematicamente dimenticate senza tenere conto
di quanto sta avvenendo sul mercato reale:
oltre alla concorrenza sleale con prezzi non
più in linea con le attuali condizioni di lavoro, si deve registrare anche un fenomeno
di “abbassamento generale” del livello di
qualità. E questo è un male per tutti.
La preoccupazione di Schenini è sempre
stata quella di mantenere un alto profilo
e dimostrare di saper affrontare le sfide di
progettisti sempre più esigenti.
Questa preoccupazione lo porta anche a valutare le difficoltà che le nuove generazioni,
entrate in azienda e a cui sarà demandata
la direzione, dovranno affrontare.
Il momento storico che stiamo vivendo è
nettamente diverso dagli anni in cui l’attività ha avuto inizio: un tempo vi erano
valori e pratiche commerciali che permettevano una valutazione e una gestione del
lavoro più attenta e sicura. Oggi ci si può
salvare solo con una competenza e una
straordinaria capacità di visione che non
sono così comuni trovare. Una bella sfida da
affrontare con maggior forza e determinazione, con una buona dose del tradizionale
ottimismo di Schenini.
L’affidabilità e la qualità riconosciute dai
principali studi di progettazione e da prestigiosi committenti, rappresentano la
vera forza aziendale con il vero “made in
Switzerland” che permetterà anche in avvenire di avere delle valide opportunità di
lavoro.
A questo andrà aggiunta una nuova visione
nella gestione generale che vuole un management sempre più preparato, flessibile
e attento alle variazioni di un mercato in
continuo movimento da affrontare e superare con la forza dei valori aziendali, più
che mai presenti e proiettati anche verso il
futuro.
2) La bella copertura
della proprietà Foti,
a Ruvigliana.
1) IL PADIGLIONE SULLA RIVA DEL LAGO MAGGIORE
Elemento in struttura metallica
Progetto
Studio Arch. ETH-Z F. Tresoldi/F. Cavalli, Locarno;
Ingegnere
Studio Giani & Prada, Lugano;
Foto
Marcelo Villada Ortiz, Bellinzona.
2) PROPRIETÀ FOTI A RUVIGLIANA
Copertura terrazzo con elemento in struttura metallica
completa di parapetti e coperture parzialmente in vetro e tela.
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I vantaggi del cancello/barriera
ad alzata verticale
Ha suscitato molto interesse da parte del pubblico il cancello ad alzata verticale
Avantgates esposto e presentato dalla Fratelli Albertolli SA in occasione di Edilespo
a Lugano, lo scorso mese di novembre.
Il marchio Avantgates è specializzato nella costruzione di cancelli e
barriere ad alzata verticale: questo prodotto brevettato e dalle caratteristiche uniche, è destinato ad essere, in un futuro prossimo, la vera
rivoluzione delle chiusure automatiche di abitazioni civili e complessi
industriali. Ideale per abitazioni, condomini, villette a schiera dove esiste la necessità di recuperare spazio o dove l’installazione dei tradizionali cancelli risulterebbe di intralcio al traffico.
Con questo sistema innovativo, la neve, il ghiaccio, le pendenze o qualsiasi altro vincolo architettonico non sono più un problema.
Molte persone si domandano molto spesso quali sono i punti di forza
e le peculiarità di un cancello ad alzata verticale, rispetto a quelli tradizionali.
Solitamente quando pensiamo ad un cancello automatico ci viene in
mente un cancello ad apertura scorrevole o ad ante, perché queste sono
le soluzioni di chiusura comunemente usate.
A volte, però, il sistema di apertura di una barriera può causare seri
problemi di spazio o di funzionalità quando, per esempio, ci si trova
in presenza di dislivelli del terreno o vincoli architettonici. Quando poi,
si ha a che fare con il traffico di mezzi pesanti, a lungo andare questi
possono creare dei danni alle guide a terra del meccanismo scorrevole.
La soluzione risolutiva può avvenire con l’installazione di un cancello
ad alzata verticale Avantgates. La barriera è realizzata con una robusta
struttura di acciaio zincato ad alta resistenza, azionata mediante un
meccanismo oleodinamico.
A differenza di altri sistemi di chiusura tradizionali, il suo prezzo è certo,
definitivo, e omni-comprensivo anche dell’installazione il cui costo
reale si scopre molto spesso solamente a lavori ultimati. Infatti, quando
si prevede la posa di un cancello tradizionale (soprattutto se scorrevole),
sovente nel prezzo totale non sono conteggiate in maniera esatta le
spese per i lavori di muratura necessari per la posa delle guide a terra,
che in molti casi possono risultare veramente onerosi.
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METALLGLASS I 2016 2017
Info:
Fratelli Albertolli SA
Via Ciossa 1
6807 Taverne
Tel. 091 945 22 02
Fax 091 945 36 25
[email protected]
www.fratellialbertolli.ch
Se si prende in considerazione tutto ciò, il cancello/
barriera ad alzata verticale ha un costo che è paragonabile (e soprattutto per le grandi aperture quasi
sempre inferiore) ad un consueto sistema di chiusura automatizzato, offrendo però delle caratteristiche tecnico-costruttive decisamente superiori.
Ampia è la gamma delle misure, che vanno da 3 a 20
metri, l’aspetto elegante può essere personalizzato
con decori ed essere realizzato in un colore RAL a
scelta del cliente.
Gli interventi murari sono ridotti al minimo, richiedendo solo la realizzazione di un paio di scavi per i
plinti di ciascuna colonna, con l’annegamento nel
cemento di una piastra di ancoraggio.
È possibile, inoltre, installare qualunque sistema di
automazione e gli appositi accessori in commercio.
La sicurezza è garantita dalla rispondenza alle normative vigenti.
Attraverso il proprio staff di professionisti altamente
specializzati e con elevata esperienza sia nella progettazione che nella gestione operativa, la ditta
Fratelli Albertolli SA, tramite questo prodotto, è in
grado di soddisfare tutte le esigenze del committente in termini di costi e tempi di realizzazione.
L’obiettivo dell’azienda è quello di proporre sempre
soluzioni innovative, assicurando al committente
stesso anche una corretta esecuzione dell’opera con
un alto livello qualitativo e soprattutto nel pieno
rispetto delle normative.
Alberto Albertolli, il direttore della Fratelli Albertolli SA.
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METALLGLASS I 2016 2017
La nuvola di Fuksas
Dopo otto anni di gestazione, è stata finalmente inaugurata la Nuvola di Fuksas,
l’elemento architettonico più spettacolare del Nuovo Centro Congressi di Roma.
Lavori nuvola
I lavori sono iniziati nel 2008 e si sono conclusi lo scorso 30 giugno, sei
mesi prima rispetto all’ultimo cronoprogramma definito con l’impresa
costruttrice.
A influenzare i tempi le 12 varianti intervenute dal primo trimestre 2008
(sottoscrizione del contratto di appalto e inizio lavori) al primo trimestre
2016 (12° variante a stralcio).
I numeri della nuvola
La megastruttura è costata circa 300 milioni di euro e ha impiegato 20
mila tonnellate d’acciaio, pari a quasi 3 volte quelle in ferro usate per
la Tour Eiffel.
Il Nuovo Centro Congressi è un’opera dallo straordinario valore artistico,
caratterizzata da soluzioni innovative, un approccio eco-compatibile e
materiali tecnologicamente avanzati. Il progetto si basa sull’interazione
di tre elementi: la teca, la Nuvola e l’albergo.
La Nuvola costituisce senza dubbio l’elemento architettonico più caratteristico: la struttura, dallo straordinario effetto visivo, galleggia in
una teca di acciaio e vetro alta 40 metri, larga 70 e lunga 175. L’intero
complesso è pensato per essere altamente flessibile, in grado di ospitare eventi con caratteristiche molto differenziate e con una capienza
complessiva di quasi 8’000 posti.
Il Nuovo Centro Congressi comprende, inoltre, al suo interno un albergo
a 4 stelle costruito su misura per le esigenze dei congressisti.
60 METALLGLASS
All’interno della grande Teca (70 x 175 metri per 40 metri di altezza), al
piano -1 vi sono le sale congressuali, di cui la Plenaria che può ospitare
fino a 6’000 persone, distribuite su 9’000 mq di spazio modulabile
grazie a un sofisticato sistema di pareti mobili.
Al mezzanino gli uffici del business center, al cosiddetto “livello forum”,
un’agorà polivalente di 6’000 metri quadrati proprio sotto l’Auditorium,
contenuto a sua volta da 14 mila metri quadrati di telo in fibra di vetro
(la “nuvola”).
È rivestito all’interno da pannelli di ciliegio americano, e all’esterno di
legno nero: una superficie curva continua che garantisce un’acustica
ideale. Al suo interno possono prendere posto 1’762 spettatori. Il tutto è
servito da 15 ascensori, di cui 8 panoramici, e due scale mobili. A completare l’offerta c’è un hotel di lusso da 439 stanze.
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METALLGLASS I 2016 2017
ANNI
Coperture fisse
Nei prossimi mesi sarà completata la fase di collaudo e sarà avviata
la commercializzazione del centro congressuale: la “Nuvola” sarà alla
completa operatività dal 2017, per andare a regime in 3-5 anni. Il primo
grande appuntamento è già fissato. Nell’ottobre 2018 il Congresso mondiale degli avvocati (Iba) porterà 6’000 delegati da tutto il pianeta a
Roma, che ha prevalso su Barcellona e Glasgow.
Coperture a lamelle orientabili
Un parto molto difficile
Nel giugno 1998 il comune di Roma (amministrato da Francesco Rutelli) e l’allora Ente Eur (divenuto SpA nel 2000) indissero un concorso
internazionale di architettura per la progettazione del nuovo Centro
Congressi Italia.
La giuria internazionale, presieduta da Norman Foster, il 16 febbraio
2000 proclamò vincitore il progetto presentato da Massimiliano
Fuksas.
Il bando di gara per la progettazione, costruzione e gestione del
centro congressi fu indetto nel 2001. La gara fu vinta nel 2002 dalla
Centro Congressi Italia Spa (CCI Spa) che l’anno successivo firmò una
concessione trentennale. Il contratto tra la società concessionaria
e l’EUR Spa fu risolto nel 2005, dopo che la concessionaria aveva
previsto un aumento dei costi da 200 a 250 milioni di euro. Il progetto esecutivo, redatto da Fuksas, fu approvato nel marzo 2007; allo
stesso tempo fu pubblicato il bando di gara per la sua costruzione.
La posa della prima pietra avvenne l’11 dicembre 2007 alla presenza
del progettista Massimiliano Fuksas e di varie autorità, tra cui l’allora sindaco di Roma Walter Veltroni. I lavori iniziarono nel mese di
febbraio 2008. Il costo previsto all’inizio, di 275 milioni di euro (con
l’appalto aggiudicato per 272 milioni), il consuntivo finale risulterà
poi essere di 238.9 milioni di euro.
Nel dicembre 2013 i lavori hanno rischiato di essere interrotti a causa
delle ristrettezze di bilancio del Comune di Roma, ma l’intervento
del governo, con la legge di stabilità, ha permesso la prosecuzione
dell’opera grazie allo stanziamento di un prestito dell’importo di 100
milioni di euro, da restituire in trent’anni. Con questo stanziamento
si prevedeva che i lavori venissero completati per consentirne l’inaugurazione entro l’EXPO 2015, ma nel marzo 2014 l’architetto Fuksas,
autore dell’opera, ha espresso scetticismo sul completamento nei
tempi indicati. Nel contempo EUR SPA ha dovuto fare richiesta di
concordato preventivo e cedere parte del proprio patrimonio immobiliare all’Inail per evitare la liquidazione. La Nuvola è stata inaugurata il 29 ottobre 2016 alla presenza del presidente del consiglio
Matteo Renzi, del sindaco di Roma Virginia Raggi e dell’architetto
Massimiliano Fuksas.
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METALLGLASS I 2016 2017
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La Sapa Building Systems SA annuncia per il BAU 2017 interessanti novità del suo
marchio WICONA. L’azienda produttrice di alluminio con sede a Ulm si ispira allo
slogan ideato per il salone e il nuovo anno: “Creare insieme la città del futuro”.
Ante nascoste nella facciata
WICTEC 50 EVO SEMI HIDDEN SASH, la nuova anta continua senza superfici
del telaio visibili all’esterno, offre nuove possibilità per la realizzazione di
facciate. L’anta ad apertura interna può essere realizzata in versione girevole o anta/ribalta e utilizza la tecnologia della ferramenta WICSTAR. Non
avere il telaio esternamente visibile significa disporre di una larghezza
frontale più ridotta, superfici piane e vetrate molto ampie con la massima
luminosità. L’anta di apertura agisce dall’esterno come una vetrata fissa e
può essere integrata nella facciata senza soluzione di continuità.
Nei sistemi scorrevoli WICONA viene impiegato agevolmente un nuovo
sistema di ferramenta. Alcune particolarità sono l’elevata tenuta con
guarnizione continua e i punti di chiusura a controllo attivo. Gli elementi
possono essere movimentati in modo agevole, dal momento che durante
lo scorrimento le guarnizioni non fanno più resistenza sul telaio. Con
questa ferramenta sono possibili pesi di riempimento fino a 200 kg con
ante larghe da 600 a 1500 mm e alte da 700 a 2500 mm.
Una premiere per il programma dei rivestimenti
Al salone BAU WICONA presenta per la prima volta una gamma colori
specifica per i profilati di alluminio, comprendente anche rivestimenti
con proprietà antibatteriche e antivirali, ad esempio da utilizzare in
case di cura e case per anziani, con proprietà riflettenti per ridurre la
temperatura delle superfici esposte al sole.
Closed Cavity Facade 2.0
Per migliorare il comfort nei settori dell’illuminazione, inclusa la protezione termica estiva e la qualità dell’aria all’interno degli ambienti, WICONA punta sull’ampliamento della tecnologia Closed Cavity Facade (CCF).
Questo sistema abbina la massima trasparenza (elementi di formato
massimo 2.5 x 5.5 m) alla massima protezione acustica (isolamento acustico della facciata > 50 dB) e a una perfetta tenuta contro le contaminazioni esterne mediante lavaggio attivo con aria secca, che corrisponde
alla qualità prevista per l’ambito medicale. Dopo aver visto i primi passi
mossi verso la tecnologia CCF all’ultimo BAU, in Svizzera è ora possibile
fare riferimento alla realizzazione concreta di tre progetti WICONA.
WICTEC 50
Isolamento acustico e protezione solare
Considerata la problematica costante della rumorosità in città, crescono
i requisiti che il legislatore e le autorità impongono alla protezione acustica delle facciate. Con WICLINE 115 WICONA ha creato una nuova finestra
composta che, grazie alla sua profondità ridotta (115 mm), realizza un
isolamento acustico elevato di 50 dB. Questo valore corrisponde a quello
di una parete in calcestruzzo spessa 200 mm. È così possibile integrare
la protezione solare facendo scomparire il cassonetto e la guida laterale
nel contorno profilato. Con un valore U inferiore a 0.80 W/(m²K) questa
finestra spicca anche dal punto di vista energetico.
Elementi scorrevoli da 12 metri
Un’altra novità è la porta impacchettabile a libro WICSLIDE 75FD, che con
pochi diversi componenti offre soluzioni formate da un massimo di 10
elementi, una larghezza totale di 12 m e un’altezza massima di 3000 mm.
Le ante possono essere chiuse singolarmente per migliorare la sicurezza;
sul versante dell’isolamento acustico WICSLIDE 75FD raggiunge un valore
massimo di 40 dB.
62 METALLGLASS
Closed Cavity Facade
METALLGLASS I 2016 2017
A cura di:
www.infobuild.it
Net Center di Padova
L’architetto Aurelio Galfetti ha scelto l’acciaio come materiale da costruzione e la
partnership con Stahlbau Pichler ha concretizzato le sue scelte.
più esteso per la riqualificazione e l’ampliamento di quest’area che è
cresciuta a ritmi sostenuti e senza un disegno specifico.
La scelta del progettista basata sulla massima evidenza delle strutture,
ha visto nell’uso dell’acciaio il materiale da costruzione più adatto a
concretizzare le scelte espressive e tecnologiche anche nell’utilizzo per
i rivestimenti delle facciate che definiscono l’immagine architettonica
del manufatto.
Trasparenze, riflessi, luminosità caratterizzano queste architetture, rappresentate da una maglia di 7.50 x 7.50 m e comprese in una struttura
di acciaio, semplice, precisa e rigorosa.
Nella torre l’idea progettuale che si fonda su uno schema geometrico
evidente, basato sulla rotazione della facciata est e ovest attorno a due
assi verticali fissi, costituisce l’originalità del progetto architettonico.
La presenza di forti aggetti e quindi la necessità di realizzare strutture
portanti con inclinazioni accentuate, ha reso evidente la superiorità
dell’acciaio rispetto ai sistemi costruttivi alternativi, fornendo l’adeguata risposta all’esigenza estetica di strutture snelle a sezione contenuta per gli elementi portanti verticali.
Con l’uso dell’acciaio è stato possibile contenere la dimensione delle
colonne in una sezione di 508 mm di diametro e spessore da un minimo
di 16 a un massimo di 40 mm.
Le problematiche da risolvere riguardavano non solo l’interasse di 15 m
tra le colonne portanti, ma anche la compatibilità dei pesi delle solette
di piano in calcestruzzo armato con le esigue sezioni degli elementi
verticali previsti nel progetto architettonico.
La prima problematica è stata risolta utilizzando travi perimetrali saldate, giuntate con flange bullonate alle colonne portanti e connesse
alla soletta sovrastante mediante pioli di tipo Nelson.
Il nuovo complesso direzionale, alberghiero e commerciale Net Center,
si compone fra gli altri della torre di 80 metri di altezza, assieme al
“Palazzo Tendenza” costituito da due blocchi edilizi di cinque piani,
che appena ultimato, già si distingue ricevendo dalla giuria del premio
“ECCS STEEL DESIGN AWARD” una segnalazione per l’originale interpretazione progettuale del tema della trasparenza attraverso l’attento impiego dell’acciaio.
Tutta la composizione architettonica si sviluppa su una piastra pedonale
rialzata, completamente rivestita di ardesia, con un’evidente predilezione per l’orizzontalità, ad eccezione della torre rossa che domina sugli
edifici al di sotto dei quali si estende su oltre 35’000 mq il parcheggio.
L’intervento occupa una superficie di circa due ettari e si trova in posizione strategica sia rispetto all’uscita autostradale di Padova Est sia
rispetto all’arteria principale del traffico che collega la Fiera di Padova
e il centro città.
Il contesto, data la fruizione in veloce movimento, scompare alla vista
di chiunque lo percorra. Net Center vuole essere la nuova porta d’accesso orientale alla città, inserita all’interno di un progetto urbanistico
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METALLGLASS I 2016 2017
Info:
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La seconda ha trovato soluzione utilizzando calcestruzzi alleggeriti mediante inerti di argilla espansa, che hanno ridotto il peso specifico del
materiale da 2400 a 1650 kg.
L’edificio contemporaneo è sempre più un media building, una struttura
comunicazionale a scala urbana che proietta sull’intorno il suo linguaggio innovativo e le raffinate tecnologie impiegate nella costruzione.
Nel palazzo “Tendenza”, il rigore formale del progetto si deve alla modularità determinata dalla griglia fissa estesa a tutto il complesso, sulla
base della quale sono impostati i quattro blocchi che compongono l’edificio.
La concezione dell’involucro architettonico è radicalmente mutata: non
importa tanto la corrispondenza funzionale tra interno ed esterno bensì
la capacità di trasmettere concetti oltre il paradigma “la forma segue
la funzione”.
Il fabbricato è caratterizzato dalla messa in evidenza delle strutture
metalliche principali, rafforzate dalle simmetrie e gli allineamenti che
si estendono su un modulo caratterizzante molto ampio (15×7.5m) per
permettere grandi installazioni. In particolare all’interno del fabbricato
la galleria a tutta altezza, sulla quale si affacciano tutte le unità del
palazzo collegate con passerelle in acciaio, attraversa i blocchi edilizi
per una lunghezza di 140 metri, illuminata da grandi lucernari vetrati
continui installati superiormente e chiusa nei due ingressi da vetrate
trasparenti di grandi dimensioni realizzate essenzialmente in vetro
strutturale, senza alcun montante o supporto.
Anche qui con l’uso dell’acciaio è stato possibile ottenere strutture con
spessori relativamente modesti nonostante le luci arrivino fino a 15 m,
e l’orditura delle travi perimetrali disposta ad ogni piano ha realizzato
una cerchiatura delle colonne in acciaio che ha consentito una notevole
semplificazione della costruzione dell’intero edificio.
La stessa semplicità e linearità si ripete sulle facciate che, nelle parti
piene, sono rivestite di lastre di alluminio che variano di luminosità
con il mutare della luce.
L’immagine dell’edificio è definita quindi dai materiali che la compongono, scelti per le caratteristiche di leggerezza e precisione, dove lo
studio architettonico che ha guidato la definizione di tutti gli elementi
è stato strettamente correlato a quello tecnologico.
Nel ristorante, di dimensioni minori rispetto agli altri edifici del Net
Center, lo spettacolo è di pari intensità: un volume puro, delimitato da
bordi essenziali in cui la linearità della composizione e la riduzione al
minimo delle parti piene lo rendono uno spazio aperto.
È composto da due oggetti simmetrici attigui di pianta quadrata: uno
chiuso sui quattro lati da vetrate continue senza montanti alte 5,5m che
costituisce la parte coperta del ristorante vero ed il gemello aperto sui
lati e scoperto che costituisce il terrazzo estivo.
Le strutture di copertura sono sorrette da soli sei pilastri in acciaio alti
6 metri, impostati sulla maglia 22.5mx22.5 a formare un rettangolo e
sormontati dall’orditura di travi alle quali, solo per il locale ristorante,
è appesa la copertura.
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METALLGLASS I 2016 2017
La nuova porta automatica guadagna
punti grazie all’efficienza energetica
e all’aspetto slanciato
Spesso l’isolamento termico va di pari passo con la pesantezza, mentre l’eleganza
e l’estetica vengono per lo più tralasciate. Non però per la nuova porta automatica a efficienza energetica del produttore Gilgen Door Systems che convince
grazie al suo aspetto slanciato, al profilo a vista ridotto e ad eccellenti valori di
isolamento (valori U).
Sistema di profili Gilgen PST,
vetro triplo.
Il sistema di automazione SLX-M di Gilgen costituisce un’unità insieme
al sistema di profili Gilgen PST. Questa combinazione rappresenta nella
gamma di prodotti <green wings> una potente barriera termica con
una larghezza a vista ridotta. Le porte a efficienza energetica con profili a separazione termica, combinate con vetri doppi o tripli (spessore
del vetro fino a 38 mm), non esistono quasi più come porte scorrevoli
tradizionali. Le «ante verdi» soddisfano quindi le elevate esigenze di
architetti, progettisti e imprese di costruzioni metalliche sia per ciò che
concerne la funzionalità che l’estetica: l’automatismo compatto e lo
slanciato sistema di profili si adattano perfettamente ad un’architettura
moderna e lineare.
Elevato isolamento termico, sistema globale testato,
spese di investimento ridotte
Già con l’apertura e la chiusura rapida, e nel contempo sempre delicata,
la porta contribuisce al risparmio energetico separando in modo efficiente gli ambienti caldi da quelli freddi. I test effettuati dimostrano che
il basso valore U, l’esigua permeabilità all’aria e l’elevata resistenza al
vento sono ulteriori caratteristiche che fanno della porta automatica un
elemento integrante ideale degli edifici con un buon isolamento termico
e un bilancio convincente delle emissioni di CO2.
Il sistema di porte di Gilgen è adatto sia a porte scorrevoli automatiche
ad un’anta che a due ante. Numerosi opzioni lo impreziosiscono ulteriormente. La sicurezza, ad esempio, è garantita dalla funzione di uscita
di sicurezza oppure dal bloccaggio automatico integrato nell’anta. Sulle
porte esposte agli agenti atmosferici la guida a pavimento può essere
dotata di una funzione di drenaggio. La nuova porta automatica a efficienza energetica è caratterizzata inoltre da un altro vantaggio: non
fa risparmiare soltanto sulle spese per l’energia bensì, grazie al prezzo
accattivante, garantisce anche spese di investimento contenute.
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La TopTen delle migliori
passeggiate da brivido su vetro
1
2) Skywalk Tianmen, Hunan, Cina
Lo Skywalk di Tianmen, nel nord-ovest dello Hunan, offre alcuni dei
paesaggi più belli di tutta la Cina, la “Porta del Paradiso“, un arco naturale in pietra arenaria da cui il picco della montagna prende il suo
nome. Dalla fondazione del Parco Nazionale Tianmen Mountain nel 1992
e la sua distinzione successiva come patrimonio mondiale dell’UNESCO,
sono state introdotte varie attrazioni appariscenti e un po’ bizzarre per
aumentare la grafica mozzafiato e incrementare il turismo, tra cui una
funivia lunga 4 miglia a 4’000 metri di altezza, una cascata artificiale
alta 165 piedi ed una piattaforma di osservazione lunga 200 piedi sospesa a 4’700 metri da terra, in mezzo al cielo. Lo Skywalk è dotato di
due lastre di vetro spesse due pollici e mezzo, in modo simile al Grand
Canyon Skywalk e alla Ledge della Willis Tower a Chicago. Considerando
che gli altri progetti sporgono nel vuoto, lo Skywalk è leggermente più
cauto, in quanto costeggia il dirupo roccioso.
1) Monte Tianmen, Pingjang County, Hunan, Cina
Ultima attrazione della Cina è un ponte sospeso con fondo di vetro
che unisce due picchi rocciosi a 300 metri l’uno dall’altro, in Pingjiang
County, nella provincia di Hunan, Cina meridionale. Il ponte si trova a
180 metri dal suolo ed oscilla con il vento, come se il fondo di vetro non
fosse terrificante abbastanza. Se qualcuno si paralizza per la paura, il
personale specializzato è a disposizione e lo incoraggerà a proseguire.
“Abbiamo avuto alcune persone dicono che è troppo spaventoso ma
ho fatto notare che se si sentono spaventati, dovrebbero pensare alla
persona che deve pulire sotto il ponte.” così afferma un membro dello
staff. Il nuovo ponte di vetro si unisce ad un altro percorso ad alta
tensione per chi soffre di vertigini, la scogliera-percorso con fondo trasparente a Zhangjiajie, Cina, arroccata a 1’900 metri sul livello del mare,
sul versante della Tianmen Mountain.
2
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3) Ponte di vetro sul Grand Canyon
La passerella del Grand Canyon fu edificata nel 2007. La struttura offre
ai visitatori l’ebrezza unica al mondo di vedere il grande fiume proprio
laggiù, sotto i piedi, in mezzo a rocce rosse vecchie anche di due miliardi
di anni. L’opera, costata 30 milioni di dollari, ha una forma a U, sporge
di ben 21 metri dal bordo del Grand Canyon ed è sospesa ad un altezza
di 1’200 metri. Gli Hualapai, una tribù indiana estremamente povera
composta da 2’200 persone, sperano che questa attrazione, unita ad un
villaggio di cowboy, uno di indiani, e alla possibilità di sorvolare l’area
con un elicottero e di realizzare un tour a bordo di fuoristrada, possa
dare loro un sostegno economico sufficiente a non scomparire del tutto.
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6) Yuanduan, il ponte alla fine delle nuvole
Nasce in Cina il ponte YUANDUAN, il suo nome significa “alla fine delle
nuvole”. Situato nel Longgang Geological Park, è ora lo skywalk in vetro
più lungo del mondo. Il ponte è costruito ad un altitudine di 1’010 metri
con un dislivello di 718 metri ed ha la forma a ferro di cavallo; la sua
lunghezza è di 27 metri, superando così di 5 metri il ponte costruito nel
Grand Canyon in Arizona. Questo camminamento in vetro è sorretto da
una robustissima struttura in acciaio e può sostenere il peso di oltre 200
persone, ma il parco permette il transito soltanto a 30 persone alla volta
e per soli 30 minuti, ammesso che qualcuno abbia voglia di restare per
tutto quel tempo senza soffrire di vertigini...
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4) Jasper’s Bridge Glacier Skywalk
All’interno del Jasper National Park, in Canada, c’è ora una nuova spettacolare attrazione, la Glacier Skywalk. Inaugurata nel 2014 è una passerella che si affaccia sulla Sunwapta Valley, tra le Montagne rocciose, e
offre un panorama mozzafiato. Il corridoio, lungo 35 metri e sospeso a
280 metri d’altezza, ha barriere e pavimento in vetro. L’impressione è
quindi di essere quasi in volo. I lavori di costruzione sono durati quasi
due anni e sono costati la bellezza di 121 milioni di dollari.
5) HUANGSHUI Il ponte di vetro sospeso nel vuoto!
Nel parco nazionale forestale Huangshui, a Chongqing in China, c’è un
ponte di vetro costruito per i turisti che vogliono “sospendersi” a 30
metri d’altezza. La passeggiata è la più lunga al mondo e vanta ben 31
metri, 10 in più di quella che viene offerta al Grand Canyon Skywalk.
L’altezza dal suolo non è il suo forte ma garantisce comunque grandi
emozioni.
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7) Shanghai Pearl Television Tower
L’idea del disegno dell’edificio è basata su un poema della dinastia
Tang, sull’evocativo suono prodotto dal Liuto (un antico strumento a
corde). La costruzione iniziò nel 1991 e venne completata nel 1995. Alta
468 metri, è la terza torre più alta d’Asia dopo la Tokio Sky Tree e la
Canton Tower, e la quarta più alta del mondo dopo la CN TOWER. La torre
possiede tre livelli per l’osservazione: il più grande (Space Module) è
situato a 350 metri, gli altri due più bassi sono situati rispettivamente a
263 metri (Sightseeing Floor) e a 90 metri (Space City).
8) The Ledge, Willis Tower, Chicago, USA
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L’aspetto esteriore è caratterizzato da grandi superfici vetrate color
bronzo, sostenute da cornici in alluminio anodizzato di colore nero. La
struttura arriva fino al piano 110, ma al piano numero 103 è possibile
visitare la vista panoramica “Skydeck”, su balconate costruite completamente in vetro e sospese nel vuoto.
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9) CN Tower, Toronto, Ontario, Canada
Con i suoi 553 metri totali di altezza, risulta la terza più alta struttura
autoportante del mondo mai costruita. I lavori di costruzione iniziarono
ufficialmente il 6 febbraio 1973 e la torre venne ufficialmente aperta al
pubblico nella primavera del 1976. Dall’alto si può ammirare tutta la
skyline della città canadese, la visuale del Lago Ontario fino alla città di
Detroit mentre la vista a nord si perde per l’immensa pianura che porta
fino alla baia di Hudson. In cima alla torre si trovano un ristorante,
un piano bar e un punto di osservazione con terrazza esterna. Uno dei
punti di forza della terrazza è il Glass Floor. In pratica, una parte del
pavimento è ricoperta di spessi vetri che permettono ai visitatori di
camminare con la sensazione di esser sospesi nel vuoto all’impressionante altezza di 347 metri.
10) Shanghai World Financial Center, Cina
Lo Shanghai World Financial Center è il più alto grattacielo di Shanghai
e di tutta la Cina; con la sua altezza di 492 metri, è al sesto posto tra
i grattacieli più alti del mondo. Inaugurato il 30 agosto 2008, la sua
costruzione iniziò nei primi anni novanta, sulla base di un progetto che
prevedeva il sorgere di tre edifici altissimi per questo distretto, denominato Lujiazui. L’apertura ha come scopo principale quello di offrire
meno resistenza possibile al vento. La forma dell’edificio così ottenuta
gli ha valso il soprannome di bottle opener (apribottiglie).
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Una grande passione
per il metallo
L’architetto olandese Lars Courage (1968), dello studio di architettura Courage
Architecten di Apeldoorn, sostiene di avere due grandi passioni: una per il metallo
Intervista a cura di:
European Coil
Coating Association
Bruxelles
(inteso come termine collettivo per vari tipi di acciaio) e l’altra per il vetro.
Parlando con lui del suo lavoro, scopriamo anche una terza passione: il colore.
Per Lars Courage, il metallo e il colore risultano essere la combinazione
ideale attraverso la quale è possibile tradurre in realtà la propria ispirazione architettonica, sicuramente quando entrambi sono incorporati
nel metallo preverniciato. Lo studio Courage Architecten promuove la
realizzazione di edifici sobri e robusti; tuttavia, chiunque tenti di abbinarli unicamente a quartieri di uffici o a zone urbanizzate sbaglia. È
grazie anche a Lars Courage se il metallo preverniciato è stato scoperto
in Olanda.
Che cosa la ispira di più come architetto?
Come architetto, mi guardo sempre attorno. Studio forme e materiali,
non solo nel settore edile ma anche nel comparto auto, nel mondo della
moda e in quello dello yachting. Ciò che vedo cerco di integrarlo nelle
forme e nei materiali che utilizzo nel mio lavoro. Innanzitutto sono un
architetto tecnico. Prendo ovviamente in considerazione l’aspetto estetico dell’architettura, ma voglio anche sapere esattamente perché e in
che modo viene fatto qualcosa. Penso che sia necessario per innovarsi.
Uno dei siti che consulto regolarmente è www.thecoolhunter.net. Tratta
vari aspetti come cibo, viaggi e ambiente, e quindi riflette la società
odierna in modo chiaro. Poiché posso trovarvi una combinazione di
aspetti, sono in grado di applicare lo stesso approccio all’architettura
attuale. Dopotutto, ogni cosa è legata ad un’altra. Questo riguarda il
presente e il passato. Ad esempio: ho visto di recente in Svezia un pavimento sintetico costituito da elementi ritmicamente intrecciati fra di
loro. Era un modello derivato dalla tessitura svedese medievale, che è
stato applicato per la prima volta ad un materiale sintetico e quindi a
un rivestimento per pavimentazioni. Io lavoro anche in questo modo.
Esamino inoltre altre discipline e quando vedo qualcosa che mi ispira,
cerco di scoprire come funziona. Quindi provo ad applicarlo all’architettura.
Lars Courage.
Una robusta combinazione di acciaio e vetro è tipica
degli uffici Courage Architects ad Apeldoorn.
Lei sostiene di consultare regolarmente siti web. Internet rappresenta
un’importante fonte d’ispirazione?
Certamente. In passato alcuni siti web hanno messo online degli album
fotografici tradizionali. Talvolta li definisco “porno-architettura” perché sono pieni di foto attraenti. Ogni giorno nuove foto vengono messe
online in tutto il mondo, sia per progetti importanti che secondari. Ad
esempio, www.archdaily.com e www.notcot.com. Tali archivi digitali
sono molto utili per tutta una serie di motivi. Sono di facile consultazione ed è possibile salvare le illustrazioni in un proprio archivio, in
modo da poterle mostrare in un secondo tempo ai propri clienti.
Negli ultimi anni lo studio Courage Architecten si è interessato anche
al metallo. Perché?
Non è una coincidenza se questo interesse per il metallo è la conseguenza di un precedente interesse, quello per il vetro. Le grandi aperture nelle facciate vetrate si esprimono in modo ottimale con il metallo,
ed anche con l’acciaio a livello di struttura di sostegno principale. Tutto
questo ha attinenza con la natura degli edifici che progettiamo. Grazie
all’ispirazione, siamo in grado di creare un’architettura sobria e robusta, non un’architettura che deve essere giustificata. Sobrio significa
senza tanti fronzoli. L’aspetto fondamentale è l’essenza dell’edificio. In
questo approccio, l’involucro di un edificio è spesso sinonimo di decostruzione. Robusto significa che si deve catturare l’essenza di un edificio
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METALLGLASS I 2016 2017
Bag-A-Box: “Un’esclusiva collaborazione e integrazione verticale tra Courage
Architecten, Reusken Bouw e Corus Starframe Solutions ha prodotto la Bag-ABox, un’abitazione economica che fa tendenza.”
luogo l’aspetto finanziario. Ma questa tendenza sta cambiando. Nei
Paesi Bassi l’aspetto economico resta un fatto importante, tuttavia è in
continuo aumento anche l’interesse per l’aspetto estetico. Il metallo, in
combinazione con il vetro, risulta essere la risposta più indicata a tale
tendenza. Considerando le applicazioni ottimali di metallo e vetro, è
perciò possibile realizzare progetti speciali senza superare i limiti imposti dal budget.
Bag-A-Box: un’abitazione economica che fa tendenza
in tre o quattro tratti di penna, affinché lo spettatore percepisca immediatamente l’essenza di un edificio nel suo insieme.
Di recente ho sentito parlare in questo contesto dell’espressione “nuda
crudezza”, che si adatta perfettamente a quello che stiamo facendo.
Esaminate a fondo i nostri edifici. Potrete intravedere la loro struttura.
Nello stesso tempo anche i dettagli sono molto importanti. Sembra una
contraddizione ma siamo dei veri pignoli riguardo ai dettagli. Se qualcosa va storto nella loro realizzazione, potrebbe compromettere il tutto.
La combinazione di vetro e metallo ha molto successo ai nostri giorni.
Si considera una specie di precursore di questa tendenza?
Da quando abbiamo iniziato la nostra attività nell’agosto 2001, ci siamo
ispirati a questa filosofia cercando di usare metallo e vetro nella massima misura. Anche il mio precedente lavoro era molto simile a questo. Oggi è diventata di fatto una tendenza dell’architettura moderna,
quindi oso dire che il nostro stile e il nostro approccio si sono evoluti
molto bene.
Qual è l’attrattiva del metallo come materiale da costruzione?
Per prima cosa, il metallo è robusto. Ovviamente possiamo costruire
edifici robusti con calcestruzzo o laterizi in combinazione con il vetro,
ma questi hanno una composizione molto più grossolana. Il metallo
è inoltre molto più elegante, si può utilizzare in maniera molto più
plastica ed offre molte possibilità in termini di colorazione. È anche
un materiale sostenibile e consente di risparmiare energia. Nell’edilizia
tradizionale i muri sono diventati sempre più spessi, con un maggior livello di isolante, necessario per ottenere gli elevati valori di isolamento
richiesti. Tuttavia, il calore accumulato in un edificio in conseguenza di
ciò dovrà essere eliminato di nuovo. Il metallo invece non solo assorbe
il calore rapidamente ma lo smaltisce altrettanto rapidamente. Il nostro
approccio non si cura della capacità di accumulo ed è perciò molto più
consapevole a livello energetico.
Il metallo è interessante anche dal punto di vista dei costi: è infatti un
materiale relativamente economico. Se un persona vuole costruire una
casa in paesi come ad esempio il Belgio, per prima cosa si rivolge ad un
architetto perché desidera qualcosa di bello ed esclusivo. Un olandese
invece andrà subito da un imprenditore perché privilegerà in primo
Ha appena menzionato l’importanza dei colori nell’uso del metallo.
Quali sono i vantaggi del metallo preverniciato?
Per prima cosa, di verniciare pannelli piani in una fase successiva “non
se ne parla proprio”! Questo si può giustificare solo nel caso di metallo da costruzione di piccola superficie, dove ad esempio si devono
nascondere certi danni nella costruzione. Quanto ai pannelli, è praticamente impossibile che possano uguagliare la lucentezza del metallo
preverniciato. Inoltre, non si potrà mai ottenere la qualità della struttura di rivestimento, con i suoi strati multipli. Un altro vantaggio del
metallo preverniciato è il fatto che si tratta di un prodotto assai nuovo
per l’industria edilizia, per cui noi architetti possiamo usarlo in maniera
innovativa. In tale contesto, vorrei aggiungere che non mi piacciono i
produttori di rivestimenti che, ad esempio, cercano di imitare la venatura del legno. Se vogliono usare un materiale preesistente, che utilizzino l’originale e lascino che il metallo sia ‘metallo’!
Il modo in cui lei lavora con i colori è alquanto sperimentale, mentre
l’Olanda è un paese che preferisce colori tenui.
Di fatto i colori sono legati ad un paese e ad una cultura. In Gran Bretagna prevalgono i colori naturali, mentre il giallo, il rosso acceso e il
verde acceso sono tipici del Benelux. I colori inoltre fanno la tendenza.
Ad esempio, il rosa tenue o il giallo opaco dominavano negli anni ’50.
Negli anni ’70 erano di moda i colori “Smarties”, mentre oggi vanno
per la maggiore i colori fluorescenti. Lo studio Courage Architecten si
spinge ben oltre, ad esempio utilizzando colori che cambiano in funzione dell’angolazione da cui si osservano. Colori che mutano dal nero
al bianco o dall’arancione al rosso. Tutto intorno a noi vediamo colori
intensi, come per l’abbigliamento o la pubblicità. Riteniamo che la domanda di colori intensi possa essere soddisfatta anche nel settore edile,
ma senza trasformarli in colori troppo sfacciati.
Utilizzando i colori adatti, noi architetti possiamo integrare tra loro
“mondi” diversi. Ad esempio, collaboriamo con un grosso produttore
di acciaio per applicare sull’acciaio i colori della pelle (questo per un
noto produttore austriaco di moto); potremo quindi trasferirli sulle facciate. Con nostra grande sorpresa, questa idea è stata molto apprezzata
ed abbiamo potuto usare il loro colore brevettato. Come vedete, siamo
sempre alla ricerca di nuove applicazioni creative. E per questo, il metallo preverniciato è l’ideale. Si tratta di un materiale attraente che ci
sfida in continuazione ad andare oltre.
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L’uso di vetro e metallo viene spesso associato alle costruzioni industriali. Sembrerebbe invece meno indicato per la costruzione di abitazioni.
Sbagliato! Metallo e colore permettono di combinare tradizione e innovazione, a condizione che vi sia corrispondenza tra il linguaggio dei
colori e quello delle forme. Noi, ad esempio, abbiamo costruito una casa
nello stile di un granaio, in un villaggio della provincia olandese della
Geldria. Siamo quindi passati dal legno al metallo. Abbiamo comunque
fatto largo uso del nero, poiché questo colore è dominante nella tradizionale costruzione dei granai della Geldria, e anche perché si integra
meglio con l’ambiente.
Il progetto ha avuto un grande successo. Quindi vedete che oggi il metallo è accettato anche in Olanda, purché sia moderno e possa essere
applicato in un modo orientato al prodotto. È proprio grazie alle sue
qualità che utilizziamo i colori in modi che non possono essere uguagliati con il legno, il calcestruzzo o i laterizi. Gli unici altri materiali che
dispongono di numerose possibilità nel campo dei colori sono i materiali sintetici, che tuttavia presentano alcuni svantaggi, come il fatto di
essere meno robusti e meno sostenibili dal punto di vista ambientale.
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Quando dice “sostenibili” intende dire che le sue creazioni devono
resistere all’usura del tempo?
Ecco, non penso che ogni cosa debba durare per l’eternità. Molte auto
del passato sono scomparse dalle strade, sebbene alcune per fortuna
sono state conservate dai collezionisti. La qualità sostenibile del metallo implica essenzialmente la sua riciclabilità. Ho anche notato che
vi è sempre maggior interesse nel riciclaggio dei rivestimenti usati. Ad
esempio, il fabbricante di mobile Thonet raccoglie la vernice dispersa
nel corso del suo lavoro e la ricicla al 100%. Altrimenti questa vernice
andrebbe persa. Mi auguro che anche il settore dei metalli segua questa
tendenza.
In sintesi, il metallo preverniciato secondo lei presenta solo vantaggi?
Come architetto posso utilizzarlo in modo innovativo. È un materiale
espressivo, ed inoltre ecocompatibile, sostenibile e riciclabile. Per cui
la risposta è sì.
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