Il duca YÈ e la passione

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Il duca YÈ e la passione
Impaginato con font ad alta leggibilità biancoenero© *
Il duca YÈ e la passione
dei draghi
di Sofia Gallo e Mao Wen,
illustrazioni di Monica Auriemma**
Il duca YÈ adora i DRAGHI;
la sua è una passione smisurata
e nel suo palazzo ci sono draghi dappertutto.
I pavimenti delle sue stanze
sono dipinti con draghi dalle lunghe code
e dalle squame acuminate.
I soffitti sono dipinti con draghi
dalle grosse teste e dalle lingue biforcute
e sulle pareti – su tutte, proprio tutte –
sono raffigurati draghi possenti
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con enormi zampe unghiate.
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Vive bene il duca YÈ nel suo palazzo,
circondato dai suoi draghi;
gli calmano la mente,
gli fanno compagnia,
gli danno sicurezza e importanza.
«Tutto deve essere drago!», afferma il duca.
E così i suoi servitori corrono a far tessere
copriletti con figure di draghi;
sua moglie ordina di confezionare
tessuti di seta e broccati che raffigurino
teste e code e pance di draghi,
e con essi avvolge la sua delicata figura;
scultori, incisori, intagliatori di giada,
falegnami e fabbri
danno forma e sembianza di drago
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a ogni suppellettile del palazzo del duca YÈ:
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ciotole come bocche di drago;
bacchette come lingue di drago;
lampade come corpi contorti di drago;
orecchini e ciondoli
come deliziosi figli di drago;
tende come pelli di drago;
scarpe come teste di drago;
lavabi come draghi addormentati;
candelabri come zampe di drago...
La fama di un simile ammiratore di draghi
si diffonde in tutta la Cina,
arriva alle orecchie dell’Imperatore
e a quelle di LÓNG, il vero signore dei draghi,
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che vive in alto nel cielo.
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«Curioso questo duca YÈ», dice LÓNG.
«Nessuno mi ha mai onorato così,
neanche l’Imperatore
nel suo sontuoso palazzo».
Detto fatto, decide di scendere sulla terra
e andare a trovare il duca YÈ.
Per compiere il viaggio si getta
un ampio mantello di pelle verde sulle spalle,
sputa una lunga lingua di fuoco
ed emette un boato che fa tremare
le nuvole in cielo e gli alberi in terra;
come una tempesta dai 100 lampi e tuoni e
dai 1000 fulmini, si getta a capofitto
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sul palazzo pieno di draghi del duca YÈ.
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Il duca sente i tuoni, vede i lampi
che squarciano la luce del crepuscolo
e i fulmini che cadono come lance infuocate
e ha paura.
Abbandona il cibo sulla tavola
e corre a nascondersi sotto le coperte;
la moglie lo segue e si ficca sotto il letto.
I servitori si chiudono nelle cantine
e quando, spiando dalle finestrelle in alto,
vedono arrivare una nuvola di polvere
simile a una tromba d’aria
che abbraccia la Cina intera,
se la danno a gambe
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nella campagna sconfinata.
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All’atterraggio di LÓNG
c’è un attimo sospeso di pace e tranquillità
e il duca YÈ ritorna in sala da pranzo;
ma come afferra il manico
a coda di drago della sua tazza da tè,
sente un brontolìo cavernoso
e il rumore assordante delle mura che crollano.
Ed ecco compare un’orrenda, enorme,
spaventevole testa di drago:
due occhi verdi, grandi come laghi
e cisposi come gigantesche spugne di mare,
fissano il duca e una folata di aria puzzolente,
come un vento
che si alza da una putrida palude,
colpisce le narici del povero YÈ
che, inorridito, fugge
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e raggiunge sotto il letto la moglie,
che di lì non si è mai mossa.
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«Accidenti!», esclama il drago
con disappunto.
«Questo palazzo sarà grande per lui,
ma per me è minuscolo!!!»,
e facendo forza col suo enorme sedere
sfonda un altro pezzo di muro,
fa crollare soffitti, colonne e tramezzi,
porte e finestre
e infine si affaccia bonario
nella stanza da letto del duca.
«Sono LÓNG e sono venuto a trovarti», dice.
«Io non so chi sia LÓNG»,
risponde con voce tremante il duca YÈ
da sotto il letto.
«Come non lo sai?».
«Non lo so».
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«Io sono il DRAGO!».
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Il duca YÈ alza un lembo del copriletto
e fa capolino
e cosa vede davanti alla sua faccia?
Un’unghia appuntita
della zampaccia pelosa del drago
che si contorce con sforzi enormi,
con rumoracci e folate di puzze,
nel tentativo di entrare tutto intero là dentro,
nella stanza del duca.
«Tu non sei un drago», azzarda il duca YÈ,
rincantucciandosi in fretta sotto il letto.
«Come no!!!».
«Non ti credo!».
«Non mi credi???», esclama il drago
che comincia a perdere la pazienza
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e butta la sua zampaccia sul letto.
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«No e poi no», urla il duca YÈ
e, agile come una scimmia
e veloce come uno struzzo,
afferra la mano della moglie,
sguscia da sotto il letto
e scappa saltando dalla finestra.
Corre lontano,
senza neppure voltarsi indietro
a guardare il suo palazzo che crolla
stanza dopo stanza,
in balìa di quel signore
troppo grande e troppo potente
che continua a urlare:
«Fermati YÈ, sono venuto a trovarti.
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Fermati!!! Dove vai?!».
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Ma il duca YÈ non sente più
e LÓNG urla e si sgola per giorni e notti
finché, esausto e deluso,
si addormenta sulle rovine di quello che fu
la più grande residenza di draghi
di tutta la Cina.
Morale piccola piccola
Le cose per cui dichiariamo
di nutrire grandi passioni,
alla prova dei fatti,
possono risultare troppo impegnative
per le nostre forze
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e molto diverse da quanto immaginiamo.
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Pensiamo, ad esempio,
a quanta gente oggi in Italia
vuole studiare la lingua cinese,
ma quando realizza la difficoltà
di memorizzare più di 3000 caratteri
vi rinuncia.
Quindi attenzione a non confondere
i nostri sogni con la realtà,
come il duca Yè che conosceva
soltanto i draghi dipinti sui suoi muri
e che di fronte al vero drago
scappa a gambe levate.
N.B. A differenza dell’iconografia e
dell’immaginario del mondo cristiano,
in cui il drago rappresenta il diavolo,
o una creatura malvagia e crudele
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da uccidere e annientare,
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nella mitologia cinese
il drago è considerato un essere positivo
e di grande saggezza,
tanto che l’Imperatore della Cina
era ritenuto l’incarnazione del drago,
il suo trono era detto il “Trono del drago”
e la sua faccia il “Volto del drago”.
Nelle sculture o raffigurazioni
che adornano le scale o le stanze dei palazzi,
il drago è una bestia
composta da varie parti di animali:
ha il muso da coccodrillo,
il corpo di serpente,
la criniera e gli artigli da tigre,
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le corna da cervo.
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Secondo le credenze cinesi
l’Imperatore defunto
volava in cielo sotto forma di drago;
si credeva anche
che quando un drago si alzava in volo,
la pressione delle zampe sulle nuvole
producesse la pioggia.
Il re-drago cinese Lóng Wang era, infatti,
considerato colui che provocava la pioggia
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e rendeva fertile la terra.
* biancoenero© è una font di biancoenero edizioni srl,
disegnato da Riccardo Lorusso e Umberto Mischi,
disponibile gratuitamente per chi ne fa
un uso non commerciale
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