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Ercolano
Ercolano (fino al 1969 Resina - leggasi Resína -) è un comune italiano di 53 057
abitanti della provincia di Napoli..
Ercolano è famosa nel mondo per gli scavi archeologici della città romana fondata,
secondo la leggenda, da Ercole e distrutta dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.; insieme
a quelli di Pompei e Oplontis, fanno parte del Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Il tratto del Corso Resina che dagli Scavi archeologici arriva fino a Torre del Greco è
chiamato Miglio d'Oro per le splendide ville del XVIII secolo allineate ai suoi lati.
Da Ercolano parte la strada che conduce al Gran Cono del Vesuvio per la visita al
cratere.
In tempi antichi Ercolano era una piccola città italica con piano regolatore di tipo
ippodameo cioè con strade che si incrociano ad angolo retto, sul modello forse di quello
di Neapolis. Subì, come Pompei, l'influenza culturale ellenistica. Situata ai piedi del
Vesuvio, distava appena quattro miglia da Neapolis.
Circa le sue origini, poco note, Dionigi d'Alicarnasso la voleva fondata da Eracle e,
quindi, al di là d'ogni implicazione leggendaria, la riteneva d'origine greca, mentre
Strabone – la riteneva una città osca in seguito conquistata dagli Etruschi e dai Pelasgi e
quindi dai Sanniti, prima di diventare cittadina romana.
La vita della città continuò fino alla prima età imperiale senza avvenimenti di rilievo.
Ercolano rimase un piccolo centro di provincia, favorito da un clima e da un paesaggio
incantevoli. Fu luogo di cultura, di sapere e di ozi, preferito da romani colti e benestanti tanto in città quanto nel suburbio dove furono realizzate splendide ville come la famosa
Villa dei Papiri, appartenuta a Lucio Calpurnio Pisone - e protetto da potenti uomini
politici vicini alla famiglia imperiale. Ebbe particolare protezione da Marco Nonio Balbo,
proconsole di Vespasiano per la provincia romana che comprendeva Creta e la
Cirenaica.
Già gravemente danneggiata dal terremoto del 62, la città venne poi distrutta
dall'eruzione del Vesuvio nel 79: a causa di una colata piroclastica un'ingente massa di
fango coprì Ercolano, penetrando in ogni apertura, e si solidificò in uno strato compatto
e duro di 15-20 metri.
La scoperta di Ercolano e la nascita del Miglio d'Oro
Nel 1709 Emanuele Maurizio di Lorena Principe D’Elbeuf, mentre stava costruendo il
suo palazzo presso il litorale di Portici venne a sapere che un tale Nocerino, detto
Enzechetta, nello scavare un pozzo in un podere alle spalle del convento degli
agostiniani di Resina si imbatté in marmi e colonne antiche. Decise di comprare il fondo
e nel 1711 avviò degli scavi attraverso pozzi e cunicoli che raggiunsero l'antico Teatro di
Ercolano da cui estrasse statue, marmi e colonne che tenne per sé o inviò in dono
presso amici, parenti e regnanti europei.
Grazie a lui il re Carlo III di Borbone decise di acquistare il fondo e avviare scavi
sistematici mentre in Europa si diffuse a macchia d’olio la fama dell’antica Ercolano che
influenzò enormemente la cultura dell’epoca dando impulso al movimento culturale che
fu chiamato Neoclassicismo e alla moda dell’aristocrazia inglese di svolgere il Grand
Tour attraverso l'Europa, fino all'Italia e alla Grecia.
Il successo dei ritrovamenti spinse il re a costruire nel 1740 un palazzo reale nelle
vicinanze degli scavi di Resina entro i confini del casale di Portici che da quel momento
assunse il titolo di Real villa di Portici. Nella nuova reggia estiva raccolse i ritrovamenti
ercolanesi realizzando in un'ala del palazzo l’Herculanense Museum che apriva per lo
stupore e la meraviglia dei suoi ospiti.
Le collezioni si arricchirono ancora di più a partire dal 1750 quando cominciò
l'esplorazione della grandiosa villa suburbana appartenuta alla famiglia dei Pisoni, nella
quale fu rinvenuta una gran quantità di bellissime statue in bronzo e in marmo, come i
due Lottatori (o Corridori) e il Mercurio Dormiente. Ma ancora più straordinario fu il
ritrovamento, nel 1752, dei papiri carbonizzati della biblioteca della villa che da quel
momento divenne nota in tutto il mondo come Villa dei Papiri
Essi furono meticolosamente srotolati grazie ad una macchina appositamente inventata
in quegli anni da Padre Antonio Piaggio e rivelarono opere del filosofo epicureo
Filodemo da Gadara.
Con l’arrivo dei reali a Portici tutta l’aristocrazia della capitale scelse di realizzare
sontuose dimore estive lungo la Via Regia delle Calabrie e nelle campagne circostanti, tra
Barra, oggi quartiere orientale di Napoli, e Torre del Greco. Ma soprattutto tra Villa de
Bisogno a Resina e Palazzo Vallelonga a Torre del Greco la quantità e la qualità degli
edifici era tale che quel tratto di strada fu denominato il Miglio d’Oro.
Tra le più prestigiose si annoverano Villa Campolieto, progettata da Luigi Vanvitelli,
Villa Riario Sforza, nota anche come Villa Aprile, e Villa Favorita, di Ferdinando Fuga,
chiamata così perché preferita dalla regina Maria Carolina d’Asburgo al punto che
Ferdinando IV la acquistò nel 1792 conferendole la denominazione di Real villa della
Favorita.
Con il ritorno dei Borboni fu dato nuovo impulso all’industria e alla tecnica. Nel 1839 fu
inaugurata la prima ferrovia italiana da Napoli a Portici e nei due anni seguenti fu
prolungata in direzione di Castellammare di Stabia attraversando il territorio di Resina
lungo tutto il tratto di costa, privandola del litorale sabbioso.
Nel 1845 fu inaugurato il Real Osservatorio Vesuviano, primo osservatorio
vulcanologico nel mondo.
Nel 1863 il pittore resinese Marco De Gregorio fondò la Scuola di Resìna.
Nel 1865 il re Vittorio Emanuele II inaugurò i nuovi scavi a cielo aperto.
Nel 1880 fu inaugurata la Funicolare del Vesuvio che ispirò la canzone Funiculì funiculà
divenuta celebre in tutto il mondo. Nel 1895 a Resina fu inaugurato l’Acquedotto
Vesuviano, che traeva le acque dal Serino e le forniva ai comuni vesuviani.
Nel 1911 Giuseppe Mercalli fu nominato Direttore dell’Osservatorio Vesuviano. Il 21
settembre dello stesso anno, a seguito di un violento nubifragio che si abbatté sulla zona
vesuviana, una enorme colata di fango si riversò sul centro cittadino invadendo via
Trentola fino al primo piano degli edifici causando numerosi morti. In seguito, durante il
periodo fascista, furono realizzati degli alvei protetti per incanalare le acque piovane
facendole defluire verso il mare.
Nel 1995 è istituito l’Ente Parco Nazionale del Vesuvio ed Ercolano è tra i i3 Comuni
dell’area del Parco. Lungo la strada che sale al cratere del Vesuvio, nel 2005 è stato
realizzato il museo all'aperto di arte contemporanea Creator Vesevo formato da dieci
sculture in pietra lavica di altrettanti artisti di fama mondiale.
Nel 1997 gli Scavi di Ercolano sono inclusi nella Lista del Patrimonio dell'Umanità
dell'Unesco e Il Vesuvio e il Miglio d'Oro sono stati inseriti nella rete mondiale di riserve
della biosfera nell'ambito del programma Unesco MAB (Man and Biosphere). Tra il 1997
e il 2012 Villa Ruggiero è sede di società di sviluppo territoriale dell’area della costa
vesuviana: il Patto Territoriale del miglio d’Oro e Tess Costa del Vesuvio.
Nel 2005 è stato inaugurato il MAV, il Museo Archeologico Virtuale, nell'edificio
restaurato dell’ex mercato coperto comunale ed ex scuola Media Iaccarino.
Gli scavi archeologici di Ercolano
sono meta fissa di circa 300.000 di turisti l'anno: nel 2012 hanno registrato 288.536
presenze risultando il 16° monumento più visitato d'Italia.
Da pochi anni è stato realizzato il nuovo accesso agli scavi, con un'ampia area adiacente
che comprende un parcheggio a raso e interrato, un'area a verde attrezzato e punti di
ristoro e vendita di souvenirs. Oltre all'area archeologica, in alcune occasioni
opportunamente pubblicizzate sul sito della Soprintendenza Archeologica di Pompei è
visitabile il padiglione della barca di Ercolano, ritrovata sull'antico litorale della città.
Dal civico in Corso Resina n. 123 è possibile discendere al Teatro di Ercolano; l'accesso
è consentito esclusivamente per finalità scientifiche e di studio previa autorizzazione
della Direzione degli Scavi di Ercolano e solo quando le condizioni del sottosuolo lo
permettono.
Corso Resina, il corso principale della città che collega Ercolano a Napoli, possiede un
tratto denominato Miglio d'oro, per la presenza di alcune tra le più belle e sfarzose ville
vesuviane del XVIII secolo, costruite o abbellite da famosi scultori o architetti come
Luigi Vanvitelli o Ferdinando Fuga. Tra le più fastose vi sono Villa Aprile (oggi sede del
lussuoso Miglio d'Oro Park Hotel), Villa Favorita, Villa Campolieto, Villa Ruggiero sedi
di eventi culturali, spettacoli e concerti. Villa Campolieto, Villa Ruggiero e il Parco sul
mare della Villa Favorita, di proprietà della Fondazione Ente per le Ville Vesuviane,
sono aperte al pubblico.
Nel 1997 l'area del Miglio d'Oro, insieme al complesso Somma-Vesuvio, è stata inserita
nella rete mondiale di riserve della biosfera nell'ambito del programma Unesco MAB
(Man and Biosphere).
Negli ultimi anni la definizione precisa di Miglio d'Oro è sfumata, in quanto per finalità
di promozione turistica e di sviluppo territoriale dei paesi vicini, il concetto di Miglio
d'Oro, che originariamente indicava il tratto ercolanese della via Regia delle Calabrie e il
primo tratto nel comune di Torre del Greco, è stato esteso anche ai comuni di Portici e
di San Giorgio a Cremano. Sul territorio dei quattro Comuni cosiddetti "del Miglio
d'Oro", oltre che su quello dei quartieri napoletani di Barra e San Giovanni a Teduccio,
insistono le 121 ville vesuviane del XVIII secolo censite dall'Ente Ville Vesuviane.
Museo MAV
Il Museo archeologico virtuale, sito in via IV Novembre nella struttura recuperata dell'ex
mercato comunale di inizio XX secolo ed ex scuola, arricchisce la visita agli Scavi
archeologici con originali esposizioni sull'antica città, gli usi, i costumi e le tradizioni.
Ci si potrà immergere in un’esperienza polisensoriale attraverso un tuffo nel passato alla
scoperta delle realtà storiche di Ercolano e Pompei prima dell’eruzione del 79 d.c.
Ercolano è uno dei tredici Comuni ricadenti nell'area del Parco Nazionale del Vesuvio, la
via di accesso al cratere sale da via San Vito o da via Vesuvio e prosegue per via
Osservatorio (12 km dal centro di Ercolano).
Nel 1997 il complesso vulcanico Somma-Vesuvio è stato inserito, insieme all'area del
Miglio d'Oro, nella rete mondiale di riserve della biosfera nell'ambito del programma
Unesco MAB (Man and Biosphere).
Lungo la strada che sale al cratere del Vesuvio è situato il museo di arte contemporanea
all'aperto Creator Vesevo che raccoglie dieci sculture in pietra lavica realizzate da
altrettanti artisti italiani ed esteri di fama mondiale; è una delle più originali installazioni
all'aperto in Italia.
Sono visitabili anche i sentieri del Parco Nazionale del Vesuvio e il museo
dell'Osservatorio Vesuviano.
Le attività storicamente praticate a Resina sono state l’agricoltura, la pesca, l’estrazione e
la lavorazione della pietra lavica, la carpenteria edile e il commercio al minuto.
L’agricoltura era diffusa su tutto il territorio cittadino fino alle pendici del Vesuvio e
godeva di una particolare condizione sia di clima mite che di fertilità dei suoli di tipo
vulcanico che hanno reso le produzioni vesuviane sempre eccellenti. La pesca era
praticata lungo il litorale e nel mar Tirreno e fiorente era la pesca del corallo come nella
vicina Torre del Greco.