3. - ARCES

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3. - ARCES
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3.
Il contesto turistico siciliano
3.1 I trend della domanda
Nel 2006 i dati sul flusso totale degli esercizi ricettivi in Sicilia hanno registrato circa
14 milioni e 600 mila giornate di presenza, per un totale di 4,6 milioni di arrivi; la permanenza media è stata pari a 3,2 giornate. Rispetto all’anno precedente, sia gli arrivi che le presenze sono cresciute di poco più del 6%, mentre è rimasta invariata
la permanenza media. Un ruolo fondamentale nell’aumento degli arrivi in Sicilia è
stato svolto dalla scommessa di alcune compagnie low cost, come Myair, Airone e
Ryanair, che hanno deciso di investire aumentando i voli da e per la Sicilia. Ciò ha
favorito, contestualmente, la concorrenza e la competitività creando una drastica riduzione dei prezzi dei biglietti aerei, cosicché la Sicilia è diventata una delle destinazioni predilette, con oltre il 50% del mercato delle tratte nazionali.
Fonte: Elaborazioni su dati - Regione Siciliana Assessorato Turismo - Osservatorio Turistico
L’analisi relativa alla domanda straniera mostra che i maggiori fruitori della Sicilia
sono i turisti europei: il 7,2% dei visitatori proviene dalla Francia, seguiti dalla Germania (6,5 %). Resta importante l’incidenza delle provenienze extraeuropee, in particolare gli Stati Uniti che rappresentano il 4% degli arrivi complessivi degli stranieri.
Affrontando l’analisi delle tendenze di medio-lungo periodo (2000/2006), si rileva nel
complesso una crescita sia degli arrivi che delle presenze. Analizzando i dati disaggregati, si osserva, tuttavia, un tasso di crescita degli arrivi (+15,3%) superiore al dato
delle presenze (8,8%), ad indicare un pernottamento medio che, nel complesso, è diminuito. Occorre precisare che i dati vanno letti tenendo conto che nel periodo consi-
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Grafico 21 Andamento degli arrivi in Sicilia: 2000/2006
derato i flussi turistici verso la Sicilia e verso tutte le altre destinazioni in generale,
sono stati influenzati dalle note vicende internazionali del 2001 che, ovunque, hanno
rallentato i movimenti turistici. Ciò nondimeno a partire dal 2004 l’evoluzione dei flussi
è tornata ad aumentare, interrompendo il trend in contrazione del triennio 2001/2003.
Grafico 22 I paesi di provenienza della componente estera (valori assoluti e %)
Fonte: Elaborazioni su dati - Regione Siciliana Assessorato Turismo - Osservatorio Turistico
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Grafico 23 Andamento delle presenze in Sicilia: 2000-2006
Fonte: Elaborazioni su dati - Regione Siciliana Assessorato Turismo - Osservatorio Turistico
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Grafico 24 Andamento della permanenza media
Fonte: Elaborazioni su dati - Regione Siciliana Assessorato Turismo - Osservatorio Turistico
In termini di presenze, inoltre, nel 2006 si conferma il maggiore ruolo delle imprese
alberghiere (85%) rispetto alle extralberghiere, che fanno registrare una quota del
15% dovuta principalmente al numero decisamente superiore di camere e posti
letto disponibili nel comparto alberghiero.
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Grafico 25 Distribuzione delle presenze nelle strutture alberghiere ed extralberghiere
Fonte: Elaborazioni su dati - Regione Siciliana Assessorato Turismo - Osservatorio Turistico
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In termini di presenze, infine, si riscontra un incremento maggiore per la provincia
di Trapani (18%), seguita dalle province di Enna e Siracusa, con una crescita, rispettivamente del 13% e del 12% rispetto al 2005. Sostanzialmente stabili Caltanissetta (1%) ed Agrigento (2%).
Stagionalità
Una caratteristica del turismo siciliano è quella di essere prevalentemente stagionale, determinando buoni indici di utilizzazione delle strutture nei mesi estivi,
spesso associati alla chiusura delle stesse nei mesi invernali. Confrontando gli arrivi degli anni 2000 e 2006, si denota una maggiore affluenza nei mesi estivi. Nel
corso del 2006, in particolare, gli arrivi si sono concentrati prevalentemente nella
stagione estiva (50%) ed in primavera (29%); valori residuali, invece, per l’inverno
(9%) e l’autunno (13%). Nel confronto 2000/2006 si accentua la tendenza alla stagionalità del turismo in Sicilia, a conferma che l’isola viene ancora percepita come
destinazione legata al turismo balneare, nonostante la presenza di attrattori ed attrattive fruibili, sostanzialmente, tutto l’anno.
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Grafico 26 Distribuzione stagionale degli arrivi in Sicilia (confronto 2000-2006)
Fonte: Elaborazioni su dati - Regione Siciliana Assessorato Turismo - Osservatorio Turistico
3.2 L’impatto economico del turismo
Nel 2005 rimane confermato il buon andamento del settore nelle principali regioni
del Mezzogiorno: valutazione che trova peraltro riscontro nel rafforzamento del risultato per la Sicilia (con un saldo positivo di 942 milioni di euro) - dove l’inversione di tendenza si era manifestata già dal 2000 - la Calabria (+399) e la Puglia
(+549). Le restanti regioni con saldo positivo, come si è detto, sono quelle del Mez-
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zogiorno, per le quali il risultato si spiega essenzialmente con la limitata propensione dei residenti al turismo fuori regione, anche in conseguenza delle diverse
condizioni di sviluppo economico e quindi del diverso potere d’acquisto.
La distribuzione regionale della spesa turistica evidenzia alcune chiare differenze
territoriali messe in luce dall’incidenza dei consumi turistici in ciascuna regione sul
totale dei consumi interni. Tra le regioni del Mezzogiorno, la Sicilia registra per il
terzo anno consecutivo un aumento della quota (9,2%).
Tabella 6 Spesa turistica anno 2005. Milioni di euro correnti
Per quanto attiene le regioni meridionali, il 2005 conferma il rafforzamento dell’economia turistica rispetto al resto del sistema produttivo, con un peso del PIL turistico su quello totale regionale al di sopra della media nazionale, in Sardegna
(7,1%), Abruzzo (5,9%), Calabria (5,2%). Resta invece basso, anche se lievemente in
crescita, il peso del fenomeno in Basilicata e Molise (3,3% e 3,7% del PIL regionale):
ciò dipende sicuramente dalla debolezza produttiva di queste aree, ma ancor di più
dalla difficoltà ad affermare la propria capacità di attrazione sui principali mercati
di domanda, soprattutto internazionali.
Questo scenario, in termini di incidenza del valore aggiunto turistico regionale sul
valore aggiunto complessivo di ciascuna regione, si traduce in quote superiori al 7%
in 5 regioni (nell’ordine: Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta rispettivamente con il
14% e 12,1%, Liguria 7,2%, Sardegna 7,1%, Toscana 7,1%), e inferiori alla media nazionale in ben 8 regioni, tra cui Lazio e Sicilia (4,7%), Campania (4,1%) e, in fondo
alla graduatoria, Lombardia (3,1%) e Piemonte (2,4%).
Prendendo in considerazione i differenti pattern di consumo dei turisti stranieri in
vacanza in Italia attraverso la spesa giornaliera pro-capite per regione di destinazione, si nota che rispetto alla media italiana, che è rimasta sostanzialmente stabile
(87 euro nel 2005), la Sicilia (47 euro) si trova negli ultimi posti della classifica, con
contrazioni significative rispetto al 2004, trend che peraltro riguarda anche le restanti regioni del Sud, con eccezione della Campania e dell’Abruzzo.
Infine, con riferimento all’occupazione, considerando nello specifico alberghi e
motel senza ristorante (anno 2005), la Sicilia con 2.033 occupati si colloca al 5° posto
nella graduatoria nazionale.
Negli agriturismi il numero più rilevante di lavoratori dipendenti si è registrato in
Toscana: 67 su 168 unità occupate nel comparto; al secondo posto la Sicilia con 26
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Fonte: Elaborazione IRPET
dipendenti e terzo il Lazio con 16 occupati. Nel Sud Italia sono stati rilevati 49.668
dipendenti, pari al 23% del totale nazionale.
3.3 Il sistema dell’accoglienza
I dati relativi alla consistenza delle strutture ricettive evidenziano che la capacità ricettiva alberghiera caratterizza il panorama imprenditoriale dell’ospitalità siciliana,
con l’80% dei posti letto. È questo un dato diverso rispetto al mercato nazionale, che
vede le formule comunemente definite complementari presentare un maggior numero di posti letto rispetto alla tradizionale hotellerie. Nella distribuzione degli esercizi alberghieri per categoria, alla fine del 2006, risulta una prevalenza degli alberghi
a 3 stelle (40%) mentre, per le classificazioni superiori (4 e 5 stelle), si raggiunge
una quota pari al 18%.
Anche in termini di posti letto le strutture alberghiere di media categoria (tre stelle)
presentano la quota maggiore (46%) rispetto alle classificazioni superiori (35%).
Dando uno sguardo al trend del numero dei posti letto, dal 2003 al 2006, nel comparto alberghiero, si è registrato un netto aumento nelle categorie 4 stelle, a conferma che l’offerta turistica alberghiera siciliana tende a spostarsi verso un servizio
con standard più elevati. Buona anche la crescita nei 5 stelle; più lenta, invece, nelle
strutture alberghiere a 3 stelle mentre nelle categorie inferiori si assiste ad una diminuzione degli stessi posti letto.
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In termini di numerosità delle strutture ricettive, tuttavia, la quota più ampia sul totale dell’offerta è rappresentata dall’extralberghiero (66%), ad indicare una più capillare distribuzione nel territorio. Il dato più rilevante si registra nella formula del
Bed and Breakfast, nata in Sicilia con L.R. 32/Dic/2000, tipologia ricettiva piuttosto
giovane ma che gode al 2006 di 1.230 esercizi; si tratta di un numero straordinario
se si pensa che nel 2001, dopo la loro comparsa nell’Isola, erano appena 64. Buoni
anche i risultati del comparto agrituristico che, dopo una partenza un po’ lenta,
sembra adesso essersi radicato nel territorio, dove tra l’altro trova facile allocazione
considerando la natura prettamente agricola della Sicilia. Capacità ricettiva ridotta
invece per case ferie, villaggi turistici, ostelli, e rifugi alpini.
Il comparto extralberghiero, in fatto di posti letto, registra un incremento in tutte le
tipologie ricettive, ad eccezione dei villaggi turistici e delle case ferie che subiscono
un calo notevole. La crescita più elevata è da imputare ai Bed and Breakfast, seguita dalle case vacanze.
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Tabella 7 Consistenza delle strutture ricettive per tipologia (2006)
Le presenze alberghiere hanno determinato un tasso di occupazione lorda pari al
31,49%, sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente. Analizzando il dato a
livello di dettaglio provinciale, tuttavia, si rilevano tassi di occupazione superiori
alla media regionale nelle province di Caltanissetta (34,40), Messina (36,22), Palermo (33,10) e Siracusa (34,75).
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Fonte: Elaborazioni su dati - Regione Siciliana Assessorato Turismo - Osservatorio Turistico
Tabella 8 Tasso di occupazione lordo dei posti letto alberghieri 2005-2006
Fonte: Elaborazioni su dati - Regione Siciliana Assessorato Turismo - Osservatorio Turistico
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3.4 Profilo del turista
In passato il turista veniva appagato dalla semplice visita ad una città d’arte oppure
da una vacanza di tipo balneare, senza il personale coinvolgimento con la gente e
la cultura locale; oggi tende a riscoprire il suo valore di “viaggiatore”, attratto da una vacanza caratterizzata dalla fruizione di ambienti naturali e dalla conoscenza di nuove culture.
Questa tendenza manifesta una propensione verso una diversa lettura del territorio, più profonda e capace di spingersi oltre la “banale” fruizione della vacanza che
vede la Sicilia come destinazione balneare e/o culturale. Ciò comporta il profilarsi
di diverse ed innovative forme di turismo che influenzano il profilo stesso di colui
che sceglie la Sicilia come destinazione di viaggio.
La Sicilia esercita su tale domanda una forza attrattiva che stenta a raggiungere i
mercati internazionali in quanto le aree più interne dell’isola sono meta privilegiata
di un turismo domestico, con alte punte escursionistiche. Nel 20054 l’isola ha registrato una distribuzione di flussi che vede una forte predominanza della componente nazionale, la quale ingloba in sé i flussi turistici interni, cioè quelli
costituiti da turisti locali che si spostano fra le province siciliane, rappresentando la
fetta più importante dell’intero movimento turistico isolano. Per quel che riguarda
gli stranieri, l’isola è la meta privilegiata da francesi, tedeschi, inglesi, americani e
spagnoli, che più degli altri fanno registrare consistenti flussi di domanda.
In generale è possibile evidenziare alcune differenze tra i comportamenti dei turisti
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Assessorato Turismo, Comunicazioni e Trasporti, Il turismo in Sicilia 2004/2005.
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AAPIT Palermo, Costruire il sistema ospitale - I nuovi prodotti turistici - Le qualità dei servizi per
l’ospite, (a cura di SL&A) 2001.
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stranieri ed italiani. I turisti che soggiornano per un periodo più lungo sono quelli
stranieri (3,31) rispetto agli italiani (3,14) ed ancor di più nei confronti dei siciliani,
che prediligono vacanze di durata inferiore a tre giorni (2,76). Inoltre gli stranieri mostrano maggiore propensione ad effettuare il loro viaggio in Sicilia nelle stagioni intermedie. A marcare le differenze tra questi segmenti di domanda non sono le
caratteristiche socio-demografiche del turista (età, sesso, professione) quanto piuttosto le caratteristiche principali del soggiorno e il loro modo di fare vacanza5.
È stato osservato che il turismo in Sicilia segue le tendenze di quello nazionale, in
cui si delinea sempre più la richiesta di coloro che preferiscono una vacanza a diretto contatto con la natura e che alle forme tradizionali di alloggio sostituiscono
quelle più innovative, come B&B ed agriturismo. Si tratta di tendenze ancora in atto
che si sovrappongono a quelle già consolidate nell’isola; all’arte ed alla cultura, al
mare ed agli itinerari classici si sovrappongono il turismo naturalistico, lo sport ed
il turismo enogastronomico. Ognuna di queste tipologie di turismo, sia tradizionale
che di nuova generazione, fa emergere dei profili di turista ben identificabili.
Tra i turismi tradizionali, quello a cui la Sicilia deve la maggior parte dei flussi nazionali e stranieri è generato dal vasto patrimonio storico - culturale. La cultura
generalmente attira turisti di età matura (dai 54 anni in su) che viaggiano in coppia,
preferendo il soggiorno, intermediato dalle agenzie di viaggio o dai tour operator,
presso strutture di tipo alberghiero. A questa tipologia di turismo si può associare
quella relativa agli itinerari classici che si rivolge demograficamente allo stesso
target di quello culturale, con una predominanza della componente straniera. L’alloggio preferito è quello alberghiero, che solitamente si trova nelle città a più rinomata vocazione turistico-culturale, in cui si fermano una/due notti, per proseguire
il classico tour della Sicilia. Tra tutti i prodotti questo è quello più organizzato, in cui
il turista si muove solitamente in gruppo, avendo acquistato un pacchetto all inclusive presso un’agenzia nel paese di provenienza. Il turista dei tour si mostra inoltre particolarmente attento all’enogastronomia locale.
Altro elemento di forte attrattività è il mare, che rappresenta uno dei motivi principali per la scelta di una vacanza in Sicilia. A differenza delle prime due tipologie, il turismo balneare è alimentato anche da una forte domanda interna, sebbene italiani e
stranieri non disdegnino una vacanza di questo tipo in Sicilia, in ogni caso senza intermediazione. Vi sono però delle differenze nella scelta del periodo di soggiorno. I
flussi nazionali, infatti, si concentrano di più ad agosto e settembre, quelli stranieri da
aprile a luglio, comportando un ampliamento della stagione estiva. Il mare attualmente è un prodotto rivolto alle coppie giovani o alle famiglie. Le modalità di alloggio predilette sono costituite dai villaggi, dagli appartamenti in affitto, dai campeggi
e dai residence, dove il soggiorno dura da un week-end ad una settimana.
Tra i turismi più innovativi quello che incontra il favore della domanda italiana e siciliana è legato allo sport, che è destinato a diventare una delle motivazioni di vacanza trainanti. Il soggiorno di una vacanza sportiva dura mediamente da 4 a 7 notti,
in alloggi posti a diretto contatto con la natura, come ostelli, rifugi ed agriturismi.
Il prodotto sport non viene intermediato dai canali tradizionali, ma attraverso il pas-
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saparola o i gruppi sociali e consente l’istaurarsi di una certa fidelizzazione, in
quanto il turista solitamente fa ritorno più volte in Sicilia.
Riveste anche una certa importanza come attrazione, l’enogastronomia che, da un
lato, va ad integrare le altre tipologie di turismo, dall’altro inizia a generare dei flussi
propri, anche se in percentuali ridotte. Per esempio nella provincia di Palermo soltanto il 4% dei turisti pone alla base della sua scelta l’enogastronomia. I “turisti
buongustai” si fermano per un soggiorno che va da 4 a 7 notti, hanno in media più
di quarant’anni e si muovono in coppia. È un tipo di turismo auto-organizzato che
usufruisce dell’intermediazione delle agenzie per l’acquisto dei singoli servizi e privilegia, come tipologia di alloggio, l’albergo ed i residence.
Presenta le stesse caratteristiche il turista che fa della natura la sua motivazione di
viaggio, che sembra essere decisamente legata alle inimitabili e irriproducibili bellezze paesaggistiche e naturali offerte dal territorio.
Una particolare tipologia di turisti è poi quella che possiamo definire di rientro, ovvero rappresentata da tutti quegli emigrati, che ritornano ogni anno in Sicilia, per
visitare parenti e/o amici, ricercare le proprie radici o ritornare ai luoghi natali. Solitamente questi turisti sono ospitati da qualche familiare o preferiscono alloggiare
in appartamenti privati adibiti ad uso turistico. L’intermediazione di questi alloggi
passa attraverso due canali distributivi innovativi: la vendita attraverso il web e
quella effettuata attraverso gli intermediari “atipici” nel turismo, quali le agenzie immobiliari, in grado di generare, sostenere e sviluppare il turismo negli appartamenti. Oltre ad occuparsi di locazioni brevi e stagionali, queste offrono tra l’altro
ulteriori servizi utili al miglioramento delle proprie offerte turistiche.
Le nuove tendenze della domanda turistica sono riscontrabili al momento solo tra
coloro che scelgono la Val D’Anapo come destinazione di viaggio. Attraverso la ricerca Es.T.Rel.6, è emerso che non solo la maggior parte dei turisti, campione di indagine, organizza la propria vacanza tramite internet - privilegiando in tal
modo il canale diretto rispetto a quelli tradizionali - ma preferisce anche alloggiare
in strutture extralberghiere più innovative.
Il 55% dei turisti, infatti, si distribuisce tra ospitalità presso conoscenti (sia parenti che amici), e Bed & Breakfast che, con una percentuale maggiore rispetto
alla prima, consente al turista di istaurare un rapporto diretto ed amichevole con il
proprietario della struttura. Ciò è dimostrato dal fatto che circa il 50% degli intervistati dichiara di conoscere il nome dell’albergatore.
La durata del soggiorno, da 2 a 4 notti, evidenzia la presenza di un turismo di
breve durata, andando dal week-end a qualche giorno in più.
Si tratta per il 50% di turisti che non hanno mai soggiornato prima nella Val D’Anapo
e che manifestano tuttavia una chiara volontà di farvi ritorno perché soddisfatti del
loro soggiorno.
6
Purpura A., Ruggieri G., Naselli F., (2007), La componente relazionale nell’analisi sistemica del turismo, Palumbo Editore.
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Grafico 27 Il turista della Val D’Anapo
Fonte: Indagine ESTREL 2006
3.5 SWOT Analisys
La seguente SWOT Analisys funge da supporto alle scelte strategiche per l’incentivazione e la realizzazione del turismo relazionale nella regione siciliana. Con tale approccio saranno messi in risalto gli elementi in grado di favorire o ostacolare il
raggiungimento di tale obiettivo; pertanto non sono stati presi in considerazione
elementi che non sarebbero stati coerenti con il presente piano di marketing. L’analisi effettuata e sintetizzata nello schema che segue, mette in luce 5 punti per
ognuno degli aspetti di cui si compone.
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Figura 2 SWOT analisys Sicilia
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L’analisi è caratterizzata da due tipologie di fattori endogeni (punti di forza e di debolezza) e da due esogeni (opportunità e minacce). I primi sono più facilmente modificabili; i secondi sono invece da gestire in quanto provenienti dal contesto
esterno.
Le aree interne della Sicilia possono contare sulla presenza di numerose strutture ricettive medio-piccole, diffuse in tutta l’area, che si presentano inserite
nel contesto territoriale nel pieno rispetto ambientale. La tipicità delle strutture e
degli arredi degli alloggi rende i B&B e gli agriturismi soprattutto espressione di
quella cultura locale che in genere è assente dalle strutture di tipo alberghiero. Tra
le altre modalità di alloggio rientrano le case di privati, concesse in affitto a turisti per mezzo delle agenzie immobiliari. Questa tipologia di alloggio alternativa
è un punto di forza per la relazionalità della Sicilia in quanto i turisti, soggiornando in appartamenti, si inseriscono appieno nella vita della comunità locale.
Anche questa si presta bene alla realizzazione di un tipo di turismo relazionale, in
quanto per sua natura si mostra cordiale e tende ad assumere atteggiamenti di familiarità nei confronti dei turisti. Nelle strutture ricettive presenti, tale atteggiamento è tipico del personale che vi lavora e che sopperisce ad una bassa
qualificazione. Un altro punto di forza che l’isola può vantare è legato alla persistenza di piccole botteghe artigianali, in cui i prodotti vengono rifiniti e realizzati seguendo le tecniche tramandate da padre in figlio. A caratterizzare
positivamente le aree interne, contribuisce anche la presenza di un vasto patrimonio edilizio, sia urbano che rurale, che - opportunamente restaurato - potrebbe essere idoneo all’uso per fini turistici.
Tra gli aspetti sfavorevoli alla relazionalità nell’isola, rientra l’accentuato individualismo esistente tra le imprese. Esse generalmente non solo non collaborano
tra loro, se non sporadicamente, ma mancano anche di “fiducia” nei confronti di
qualsiasi altro soggetto, sia pubblico che privato. A questo si associa la scarsa
competenza e conoscenza del sistema turistico locale da parte degli attori direttamente coinvolti nello sviluppo economico dell’isola, che si mostrano poco attenti alle tendenze della domanda turistica preferendo promuovere forme di
turismo tradizionali. Ciò ha come inevitabile conseguenza la persistenza nell’isola
di prodotti e servizi turistici poco innovativi, che si preoccupano di soddisfare
le esigenze di tipologie di turismo che tendono ad essere superate. Un altro punto
di debolezza è riscontrabile nella presenza di una domanda turistica scarsamente fidelizzata, che difficilmente torna più volte a visitare l’isola. Un ultimo
aspetto negativo è identificato nella mancanza di un’adeguata segnaletica stradale, che impedisce al turista di muoversi in maniera indipendente ed autonoma,
inserito tra la popolazione dell’isola.
Il crescente sviluppo delle tecnologie dell’informazione, consentendo al prodotto Sicilia una commercializzazione più rapida, meno costosa e più diretta, è una
delle opportunità che gioca a favore del turismo relazionale nell’isola a discapito dei
pacchetti pre-costruiti di cui per troppo tempo è stata oggetto. Altra opportunità da
sfruttare è quella relativa alla presenza nell’isola di alcuni siti UNESCO, che le
conferiscono una popolarità a livello internazionale e mondiale a cui si accosta una
posizione centrale nel bacino mediterraneo, facilmente collegabile con le altre regioni bagnate dallo stesso mare. Ulteriore opportunità da non sottovalutare è relativa alla presenza di numerosi fondi economici, anche comunitari, che sono volti
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alla Sicilia ed in particolare al suo sviluppo turistico. A quest’ultimo potrebbe senza
dubbio dare un contributo positivo la presenza di una ben radicata tradizione
enogastronomica che, se per il momento funge da valore aggiunto ad ogni tipologia di turismo presente nell’isola, potrebbe essere organizzata a sistema in modo
da generare dei flussi turistici autonomi. Un ulteriore elemento su cui la Sicilia dovrebbe far leva per lo sviluppo del turismo è determinato dalle tendenze generali
della domanda turistica, sempre più indirizzate verso un tipo di vacanza insolita e
personalizzata, in cui la componente relazionale assume un ruolo fondamentale nel
processo decisionale.
La prima minaccia è sicuramente costituita dalla concorrenza, rappresentata da
tutti quei paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che, con politiche più attente,
sono in grado di generare un’offerta più competitiva in termini di qualità e di prezzo.
Altro problema è connesso alla distribuzione dei flussi nell’isola sia dal punto
di vista spaziale che temporale. La Sicilia presenta lungo le coste e nelle isole
minori un’alta concentrazione di arrivi e presenze rispetto alle aree interne e vede
concentrare i flussi in entrata in un arco di tempo limitato, che raggiunge l’apice nel
mese di agosto. Ciò comporta un impatto ambientale non indifferente, soprattutto
in quelle località ad alta vocazione turistica che finiscono con il coincidere nell’immaginario collettivo dei turisti nazionali e stranieri con l’isola stessa. A tutto ciò si
accompagna la riduzione della durata del soggiorno delle tipologie di turismo
tradizionali, a causa di una ridotta disponibilità di tempo libero da parte degli individui che preferiscono soggiorni più frequenti ma anche più brevi. Un’ultima minaccia è rappresentata da una mancata organizzazione sistemica, che fa
percepire il prodotto Sicilia come un insieme di beni e servizi a sé stanti, che vanno
a costituire un’offerta frammentata in cui le politiche e le programmazioni sono rivolte al perseguimento di obiettivi individuali, a discapito di una gestione sistemica
del territorio e delle sue potenzialità.
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