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Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro Corso di Laurea Interateneo di Economia Aziendale A. A. 2006-2007 POLITICA ECONOMICA DELL’UNIONE EUROPEA Prof. Vincenzo FALCONE PROGRAMMA L’ATTUALE CONTESTO POLITICO Cinque anni fa l’Unione Europea ha avviato un programma di riforme. Nel corso del 2004 e del 2005 sono stati esaminati i progressi compiuti, attivati dibattiti approfonditi, sia a livello comunitario che nazionale, tra tutti gli attori interessati al successo della strategia di Lisbona. La Commissione Europea si è avvalsa del lavoro svolto dal gruppo ad alto livello presieduto da Wim Kok, il quale ha presentato una relazione nel novembre del 2004.1 Oggi tutti riconoscono che l’Europa è ben lontana dall'aver realizzato le potenzialità di cambiamento offerte dalla strategia di Lisbona. Sebbene nessuno contesti tale diagnosi né i rimedi che s’impongono, la realtà è che i risultati registrati fino a questo momento sembrano essere insufficienti. Nel corso degli ultimi cinquanta anni sono stati realizzati straordinari progressi: eppure, in un mondo in continuo divenire l'Europa non può limitarsi a segnare il passo. Per questo motivo nel 2000 i Capi di Stato e di Governo hanno sottoscritto un programma per il cambiamento, impegnandosi a trasformare l'Unione Europea nell'economia fondata sulla conoscenza più dinamica e competitiva del mondo, in grado di conseguire una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale, nel rispetto dell’ambiente. 1 La Task Force era così composta: Wim Kok (presidente), ex primo ministro dei Paesi Bassi, Romain Bausch, presidente e direttore generale di SES Global (Lussemburgo), Niall FitzGerald, presidente di Reuters, presidente del dialogo commerciale transatlantico, Antonio Gutiérrez Vegara, membro del parlamento spagnolo, Will Hutton (relatore), amministratore delegato della Work Foundation, Anne-Marie Idrac, presidente della Régie autonome des transports parisiens (RATP), Wanja Lundby-Wedin, presidente della Confederazione sindacale svedese (LÖ), Thomas Mirow, ex ministro di Stato della Città di Amburgo, consulente aziendale di alto livello, Bedrich Moldan, presidente del Centro ambientale (Università Carlova, Praga), Luigi Paganetto, docente di economia internazionale (Università di Roma Tor Vergata), Dariusz Rosati, docente di economia, membro del Parlamento europeo dal giugno 2004, Veli Sundbäck, vicepresidente di Nokia, Finlandia, Friedrich Verzetnitsch, presidente della Federazione sindacale austriaca (ÖGB), membro del parlamento austriaco. Il gruppo ad alto livello, che si è riunito sei volte tra maggio e ottobre 2004, ha presentato la sua relazione alla Commissione Europea il 3 novembre 2004. Le mansioni di segreteria sono state affidate alla Commissione. Sylvain Bisarre, direttore presso il Segretariato generale, ha svolto le funzioni di segretario con l’aiuto di Jan-Host Schmidt, Direttore presso la direzione generale Affari economici e finanziari, di Olivier Bailly e di altri membri dell'unità Coordinamento delle politiche. Il segretario privato del sig. Kok è stato Jeroen Slaats, consulente politico presso il Ministero degli Esteri olandese. Paul Adamson ha contribuito all'editing. A sei anni di distanza si deve constatare che i progressi compiuti fino ad oggi sembrano essere diseguali. Gran parte delle condizioni fondamentali per il rilancio dell’Europa sono già presenti, ma a livello di attuazione i risultati non sono sufficienti sia a livello comunitario che nazionale. Questo è dovuto solo in parte alla difficile congiuntura economica che l’Europa ha dovuto affrontare da quando è stata lanciata la strategia di Lisbona, ma è anche il risultato della mancanza di coordinamento e, talvolta, di priorità incompatibili tra di loro. Il 2 febbraio 2005 la Commissione Europea ha presentato una nuova strategia dell'Unione Europea per generare più crescita e occupazione. L’obiettivo è rivitalizzare la cosiddetta agenda di Lisbona - che costituisce dal 2000 il programma di riforma economica. Le azioni proposte dovrebbero incrementare il PIL del 3 per cento entro il 2010 e creare oltre 6 milioni di posti di lavoro. Il 9 febbraio 2005 con l’adozione degli orientamenti per il riesame della strategia di sviluppo sostenibile, il Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso ha stabilito un programma concreto per lo sviluppo sostenibile. La strategia di Lisbona è una componente essenziale dell’obiettivo più vasto dello sviluppo sostenibile sancito nel Trattato, vale a dire una migliore protezione sociale e un più elevato tenore di vita per le generazioni presenti e future. Sia la strategia di Lisbona sia la strategia di sviluppo sostenibile contribuiscono al conseguimento di tale obiettivo: rafforzandosi reciprocamente, esse mirano a realizzare iniziative complementari, si servono di strumenti differenti e producono i rispettivi risultati in tempi diversi. Ai massimi livelli istituzionali comunitari è in atto l’impegno a garantire uno sviluppo sostenibile, come pure l'opera di modernizzazione e di promozione del modello sociale europeo, obiettivi impossibili da raggiungere senza maggiore crescita e occupazione. Poiché, inoltre, promuovere la crescita va a vantaggio tanto dell’Unione come dei partner internazionali, è necessario continuare a collaborare per affrontare il problema degli squilibri macroeconomici globali. Il costo della non Europa è stato dimostrato da studi scientifici corredati da un’ampia quantità di dati. Benché le opinioni sull'interpretazione delle cifre possano divergere, l’eventuale fallimento della strategia di Lisbona ha effettivamente un costo: per convincersene basta considerare, in primo luogo, il divario sempre maggiore tra le potenzialità di crescita dell’Europa e quelle di altri partner economici. Tuttavia, anche i vantaggi potenziali derivanti da una più ampia e profonda integrazione economica in un'Europa allargata appaiono rilevantissimi. A livello istituzionale si propone un approccio integrato volto a semplificare e razionalizzare gli attuali indirizzi di massima per le politiche economiche e per l'occupazione, nel quadro di un nuovo ciclo consacrato alle questioni economiche e all’occupazione. In futuro si ricorrerà a una serie integrata di orientamenti, cui si accompagnerà il Programma d’azione di Lisbona, per registrare passi in avanti nella realizzazione dell’agenda delle riforme: tali orientamenti riguarderanno le politiche macroeconomiche, l’occupazione e le riforme strutturali. A loro volta, gli Stati membri dovranno agire, dopo un ampio dibattito di dimensioni nazionali, provvedendo all’adozione di programmi d’azione nazionali per la crescita e l'occupazione, rafforzati dalla definizione di impegni e obiettivi. 2 GLI ARGOMENTI DELLE LEZIONI 1) B REVE STORIA DELL ’U NIONE E UROPEA : DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI 2) I 3) IL FUNZIONAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA GRANDI OBIETTIVI E LA MISSIONE POLITICA DELL ’U NIONE E UROPEA Le Istituzioni Gli organi consultivi La Banca Europea per gli Investimenti - BEI La Banca Centrale Europea - BCE Il Mediatore Europeo Le Agenzie 4) IL FINANZIAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA 5) LA GOVERNANCE 6) LE COMPETENZE DELL’UNIONE EUROPEA 7) LE POLITICHE DELL’UNIONE 8) LA PROSSIMITÀ E LA NUOVA PROGRAMMAZIONE 2007-2013 Coesione, convergenza, competitività e integrazione: il problema delle disparità tra paesi, regioni, territori La politica regionale Prospettive finanziarie 2007-2013 9) LA PROGRAMMAZIONE D’AREA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE IN CALABRIA 3 Per lo svolgimento del programma oggetto d’esami, saranno rese disponibili sul sito internet www.vincenzofalcone.it le dispense didattiche del Prof. Vincenzo Falcone. Il programma sarà inoltre integrato dai seguenti seminari di approfondimento: • LA STRATEGIA DI LISBONA • IL RAPPORTO SAPIR Per qualsiasi esigenza inerente la didattica e il presente programma di studio, gli studenti potranno contattare i collaboratori del Prof. Vincenzo Falcone ai seguenti recapiti: Dott. Nicola Santopolo 0961 858207 329 6597461 [email protected] Dott. Marco Mannucci 0961 771842 320 6775574 [email protected] Prof. Vincenzo Falcone 4