i lubrificanti - Ordine dei Chimici della Campania
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I LUBRIFICANTI: produzione, applicazioni e mercato I LUBRIFICANTI: PRODUZIONE, APPLICAZIONI E MERCATO PREFAZIONE Cosa sono i lubrificanti? A cosa servono? Come vengono prodotti? Domande all'apparenza banali che però celano una realtà industriale complessa. I lubrificanti sono infatti uno dei tanti prodotti derivanti dai cicli di lavorazione dell'industria petrolifera che, forse più di altri, richiedono un costante impegno nella ricerca e nell'innovazione. La necessità di rispondere ad esigenze diverse e di garantire standard qualitativi adeguati ad auto ed automobilisti sempre più esigenti, trova oggi una ampia gamma di risposte che sono il frutto dell'impegno e dello sforzo, spesso poco noto, di molte persone e di ingenti risorse. L'intenzione di questo breve manuale è perciò quella di dare un'idea di tale complessità, fornendo al tempo stesso alcune indicazioni di base agli utenti. Sapersi muovere nella molteplicità delle sigle e delle destinazioni d'uso non è facile. Sapere scegliere il giusto tipo di lubrificante aiuta invece a mante3 nere il motore in buone condizioni ed a risparmiare sul consumo di carburante. Una corretta manutenzione dei veicoli presenta vantaggi che si apprezzano nel tempo. Oltre agli impieghi nell'autotrazione, gli oli lubrificanti trovano un vasto utilizzo anche in molteplici settori, industriali e non, che vanno dall'industria pesante fino a quella alimentare e sanitaria e che soddisfano moltissime delle nostre esigenze quotidiane. Non bisogna tuttavia mai dimenticare che si tratta di un prodotto a forte impatto ambientale se non trattato nella giusta maniera. Si spera che quanto segue favorirà, nel suo piccolo, una maggiore responsabilità individuale che è il primo passo verso una più diffusa responsabilità sociale. Pasquale De Vita 4 INDICE Introduzione ....................................................................................................................6 1 Produzione ........................................................................................................................9 2 Caratteristiche ..........................................................................................................14 2.1 Classificazione degli oli in base alla viscosità ................................................17 ..............................................................................19 2.2 Principali classificazioni degli oli 3 Applicazione dei lubrificanti ....................................................................23 3.1 Oli motori ................................................................................................................................23 3.2 Oli industria ............................................................................................................................30 3.3 Oli usati ....................................................................................................................................35 4 I mercati ............................................................................................................................42 4.1 Mondo ......................................................................................................................................42 4.2 Europa ......................................................................................................................................42 4.3 Italia 4.3.1 Consumi nazionali ............................................................................................................47 ............................................................................................................................................47 4.3.2 Importazioni ..........................................................................................................................47 4.3.3 Esportazioni ..........................................................................................................................50 5 Aspetti economici: fiscalità ......................................................................51 6 Conclusioni ....................................................................................................................55 5 INTRODUZIONE Tutti i giorni abbiamo a che fare, magari senza farci troppo caso, con gli oli lubrificanti. Sapere distinguere tra una qualità e l’altra non è cosa agevole e spesso accade di acquistare il prodotto sbagliato. Sapersi muovere tra le numerose sigle che li contraddistinguono - 2 tempi, 4 tempi, grado di viscosità, sintetici, rigenerati e quant’altro - diventa in molti casi una necessità soprattutto se l’acquisto viene fatto in un esercizio dove non si può contare su di un aiuto qualificato. Questo breve manuale vuole perciò essere un aiuto alla comprensione dei principali concetti sui lubrificanti e sul loro impiego per consentire al normale utente di interpretare le sigle e le classificazioni riportate sulle confezioni e di dare alcune nozioni sugli oli destinati ad uso industriale che assorbono la fetta maggiore degli impieghi. Il testo non ha l'ambizione di sostituirsi a nessun trattato scientifico sulla materia, bensì essere un mezzo di divulgazione e di approccio alle tematiche della lubrificazione in generale: un vademecum per tutti i giorni. 6 A COSA SERVONO I LUBRIFICANTI Due corpi in contatto ed in movimento l’uno rispetto all’altro tendono a creare una forza che si oppone al movimento: la cosiddetta forza di attrito. L’attrito tra le superfici metalliche è un fenomeno che deve essere impedito per evitare perdite di energia meccanica ed usurare le parti in movimento. Per ridurre tali inconvenienti si ricorre appunto alla lubrificazione che consiste nell’interporre tra le parti in movimento particolari sostanze, dette oli o grassi lubrificanti, che limitano le conseguenze negative dell’attrito. Un olio lubrificante, per essere efficace, deve: • separare le superfici in movimento; • agire da fluido di raffreddamento; • possedere una stabilità termica ed ossidativa tale da non subire fenomeni di degradazione nel periodo di vita utile; • proteggere le superfici dall’attacco di agenti atmosferici o di prodotti aggressivi che si formano durante l’esercizio; • impedire la formazione di depositi e incrostazioni e tenerli dispersi nel fluido. 7 Una prima classificazione distingue gli oli lubrificanti in liquidi, solidi o semisolidi: • liquidi sono costituiti essenzialmente da un olio base (minerale o sintetico) al quale vengono aggiunti, in opportune proporzioni, particolari componenti, gli additivi, la cui funzione è quella di migliorarne le caratteristiche, sia in termini di prestazioni che di durata; • solidi sono per lo più composti minerali e i principali sono la grafite, il talco, il solfuro di molibdeno e la mica. Si usano a temperature di esercizio molto elevate che superano i 200°. • semisolidi possono essere costituiti da un olio base (minerale o sintetico) al quale vengono aggiunti degli agenti ispessenti (saponi). I principali ispessenti sono composti da saponi di metalli pesanti (piombo), alcalini (sodio, litio) e alcalino-terrosi (calcio). Sono impiegati per la lubrificazione e protezione di parti meccaniche quando l’applicazione di un lubrificante liquido risulta difficoltosa, insoddisfacente o costosa. Inoltre, proteggono le parti in movimento dalla polvere, dalla ruggine e dall’acqua. 8 1 IL PROCESSO PRODUTTIVO Il processo di produzione degli oli lubrificanti varia in funzione del prodotto che si intende ottenere e richiede di conseguenza processi di lavorazione particolari che differiscono tra loro con costi altrettanto diversi. A) Oli base Rappresentano la componente preponderante nella maggioranza dei lubrificanti e la loro qualità è direttamente legata alle materie prime ed al processo di lavorazione. Gli oli base possono a loro volta essere di diversa natura: • basi minerali: sono una miscela di idrocarburi ottenuta a partire dal greggio mediante un convenzionale processo di raffinazione o mediante processo di idrogenazione media; • basi non convenzionali e sintetiche: sono una miscela di idrocarburi ottenuta a partire da processi di conversione molecolare che includono una fase di idrogenazione spinta, nonché tutti i tipi di basi ottenute mediante processi di sintesi chimica. Sono di qualità superiore e presentano un utilizzo in crescita, soprattutto nel settore degli oli motore; 9 • basi ri-raffinate: sono ottenute mediante processi efficienti e moderni di ri-raffinazione degli oli usati; • basi vegetali: sono ottenute mediante processi di trattamento chimico-fisico solitamente dei semi delle piante. PRODUZIONE DEGLI OLI BASE MINERALI Oli base - Minerali - Schema di raffineria pro-lube GAS Alchilazione BENZINA KEROSENE GASOLIO Lubrificanti Desolf. Cracking Catalitico Deasfaltazione Unità Vacuun Grezzo Distillazione atmosferica Reforming 10 OLI MINERALI BITUME OLIO COMB. b) additivi Gli additivi sono quelle sostanze che, aggiunte agli oli base in quantità controllate, ne migliorano le caratteristiche al fine di ottenere un prodotto finito destinato ad applicazioni specifiche. Gli additivi si possono classificare in base alle caratteristiche che presentano e possono essere riassunte come segue: • Modificatori dell’Indice di Viscosità: in modo da mantenere una buona fluidità a basse temperature ed una elevata viscosità ad alte temperature; • Miglioratori del punto di scorrimento: per abbassare la temperatura alla quale il lubrificante solidifica; • Antischiuma/disemulganti: evitano la formazione della schiuma quando l’olio è sottoposto a sbattimento, mantenendo così uniforme la pellicola lubrificante. • Antiusura: realizzano la formazione di molecole lubrificanti le quali, ancorandosi alle pareti metalliche, resistono alle azioni di sfregamento; • EP (estreme pressioni): reagiscono con le superfici metalliche ad alte pressioni, formando delle sostanze solide lubrificanti che impediscono la saldatura dei picchi metallici a contatto; • Detergenti/disperdenti: disaggregano la formazione di depo11 siti (polveri, ceneri, residui carboniosi), impedendone la loro riaggregazione. • Anticorrosivi: contrastano l’azione degli agenti corrosivi formando un film protettivo sulla superficie metallica. • Antiossidanti: impediscono l’ispessimento del lubrificante provocato dal processo di ossidazione e ne estendono il periodo di utilizzo. FORMULAZIONE DEI LUBRIFICANTI OLIO BASE ADDITIVI BLENDING LUBRIFICANTI FINITI 12 c) biolubrificanti I biolubrificanti possono essere classificati come fluidi di natura non petrolifera e con caratteristiche elevate di biodegradabilità nonché come prodotti di origine vegetale oppure ottenuti mediante una reazione di esterificazione tra un alcol ed un acido grasso. Possiedono naturali proprietà antiusura/antiattrito, un alto punto di infiammabilità e di combustione, un indice di viscosità naturale molto elevato ed un basso punto di scorrimento. Sono in genere compatibili con i metalli e gli elastomeri (sostanze naturali o sintetiche che hanno le proprietà tipiche del caucciù), normalmente impiegati con gli oli minerali. 13 2 LE CARATTERISTICHE DEGLI OLI LUBRIFICANTI Gli oli lubrificanti vengono classificati, oltre che per le qualità chimiche d cui abbiamo accennato, anche e soprattutto per la viscosità. Si tratta di una misura della resistenza allo scorrimento di un fluido che tende ad aumentare al diminuire della temperatura e viceversa. Le variazioni di viscosità differiscono per i vari tipi di olio e sono misurate mediante una grandezza appositamente definita, denominata Indice di Viscosità (I.V.), che indica come varia la viscosità di un certo olio al variare della temperatura ed assume valori tanto più alti quanto minori sono le variazioni di viscosità al variare della temperatura. La viscosità permette inoltre alle superfici in movimento di sopportare un carico ed opporsi al movimento relativo delle superfici (“perdite per attrito”). 14 , 15 BITUME MIELE SHAMPOO ACQUA DIVERSI GRADI DI VISCOSITA SUPERFICIE IN MOVIMENTO V OIL D SUPERFICIE FISSA 16 F 2.1 Classificazione degli oli in base alla , viscosita Esistono vari sistemi di classificazioni viscosimetriche che indicano un intervallo di viscosità più o meno ristretto. Il loro scopo è quello di fornire unitamente all’Indice di Viscosità (I.V.), una rapida indicazione per la scelta del lubrificante più adatto ad una data applicazione. Le principali classificazioni utilizzate riguardano gli oli per l’industria e l’autotrazione, e le più diffuse possono essere sintetizzate come segue: • ISO VG (International Organization for Standardization) valida per gli impieghi industriali; • SAE (Society of Automotive Engineers) valida per gli usi nel settore autotrazione; • AGMA (American Gear Manufacturer’s Association) valida per gli oli ingranaggi • SUS (Saybolt Universal Seconds) valida per i tagli di oli base. Per quanto riguarda gli oli impiegati nell’autotrazione, per stabilire una differenziazione in base alla loro viscosità ci si riferisce normalmente alla classifica SAE J300. In base a questo criterio, gli oli vengono raggruppati sulla base di determinati limiti di viscosità che sono riferiti alle diverse temperature 17 , GRADAZIONI DI VISCOSITA SAE PER GLI OLI MOTORE VISCOSITÀ A BASSA TEMPERATURA VISCOSITÀ AD ALTA TEMPERATURA Grado SAE Avvio (cP) max. B.P.T (cP) max. Cinematica a 100°C (cSt) min. max. 0W 6.200 a -35 60.000 a - 40 3.8 – – 5W 6.600 a -30 60.000 a - 35 3.8 – – 10W 7.000 a -25 60.000 a - 30 4.1 – – 15W 7.000 a -20 60.000 a - 25 5.6 – – 20W 9.500 a -15 60.000 a - 20 5.6 – – 25W 13.000 a -10 60.000 a - 15 9.3 – – 20 – – – – 5.6 9.3 2.6 30 – – – – 9.3 12.5 2.9 40 – – – – 12.5 16.3 2.9 (0,5,10W-40) 40 – – – – 12.5 16.3 3.7 (15,20,25W-40 e 40) 50 – – – – 16.3 21.9 3.7 60 – – – – 21.9 26.1 3.7 18 Stabilità al taglio a 150°C and 10-6 s-1 (cP) min. di funzionamento dei motori anche in condizioni estreme. Il limite inferiore di viscosità indica la viscosità dinamica a bassa temperatura e definisce gradi SAE “W” (Winter=Inverno) da 0W a 25W quei valori di viscosità misurati a temperature comprese tra -35° e -10°C. La temperatura rappresenta quella a cui il motore può essere avviato senza problemi di lubrificazione. Il limite superiore definisce invece la viscosità cinematica misurata a 100°C e definisce gradi SAE da 20 a 60 con viscosità crescente. I valori stabiliti dalla classificazione SAE sono espressi in centipoises per la temperatura a freddo (W) ed in centistokes per la temperatura a 100°C. 2.2 Principali classificazioni degli oli in base alle prestazioni ed alle condizioni di esercizio I lubrificanti devono garantire un livello minimo di qualità in funzione del determinato settore di applicazione. In tal senso viene definita una specifica “prestazionale”, verificata sia con prove di laboratorio che con applicazioni in campo su flotte di veicoli. Le prove in laboratorio si svolgono su motori al banco, che lavorano in condizioni particolarmente severe e secondo standard che simulano situazioni critiche di funzionamento. Vengono così controllate l’ossidazione, la formazione di morchie e di depositi ad alta 19 temperatura nonché l’usura del sistema di distribuzione, dei cilindri e delle bronzine. Inoltre, viene monitorato l’ispessimento da nerofumo ed il consumo di olio. Altre prove di laboratorio misurano la variazione di viscosità e la compatibilità con i materiali. Le principali associazioni internazionali (API, ACEA, ILSAC ed altre) hanno stabilito una classificazione basata sulle prestazioni (prestazionale), che viene integrata con le specifiche proprie di ciascun costruttore. La classificazione adottata negli Stati Uniti e rilasciata dall’API (American Petroleum Institute), si divide in due gruppi: “S” destinata ai motori a benzina; “C” per quelli destinati ai motori diesel. Tali sigle sono seguite da una seconda lettera crescente che evidenzia le prestazioni del lubrificante (es: SJ). Il simbolo rilasciato dall’API è detto “Donut” e viene riportato sulle confezioni dei lubrificanti motori. 20 SAE 5W-30 In Europa, l’ACEA (Association des constructeurs Européens d’Automobiles), l’associazione che riunisce tutti i maggiori costruttori europei di auto, ha definito le categorie e le applicazioni degli oli motore per autovetture a benzina con la lettera “A” (motori antecedenti il 2004), per i diesel leggeri con la “B” (motori antecedenti il 2004) e per i veicoli commerciali diesel con la “E”. Nell’ambito di ogni singola categoria di applicazione sono previsti 3 livelli di severità. Nell’anno 2004 è stata introdotta la categoria “C” anch’essa suddivisa in tre livelli (“C1”, “C2” e “C3”), compatibile con i sistemi più recenti di post-trattamento dei gas di scarico, che permettono di ottemperare alla normativa sulle emissioni Euro 4. Questi tipi di lubrificanti consentono tra l’altro, il buon funzionamento nel tempo dei filtri anti-particolato (DPF) necessari per limitare le emissioni delle polveri sottili (PM10), tra i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico. I produttori di basi lubrificanti e di additivi sono costantemente impegnati nello sviluppare formulazioni che migliorino le performance sia dal punto di vista motoristico sia dell’impatto sulla salute e sull’ambiente. Queste attività rendono i prodotti fortemente differenziati sia per la qualità che, conseguentemente, per il prezzo. 21 L’idoneità di un prodotto lubrificante deve comunque essere verificata attraverso una lettura attenta delle prescrizioni riportate nel libretto di uso e manutenzione del veicolo. Anche i costruttori di autoveicoli giapponesi hanno definito la loro classificazione denominata JASO (Japan Automotive Standars Organization) in corrispondenza dei livelli di emissioni-prestazioni richiesti. L’ILSAC (International Lubricant Standardization and Approval Committee) definisce invece una classificazione americana con particolare attenzione all’aspetto delle emissioni e dei consumi dei carburanti. Un esempio del simbolo ILSAC, detto “Starbust”, è il seguente: A garanzia della qualità del prodotto, è quindi quanto mai opportuno che i consumatori, al momento dell’acquisto, verifichino sul retro della confezione la presenza di almeno una delle classificazioni di cui sopra. 22 3 LE POSSIBILI APPLICAZIONI Due sono le tipologie di applicazioni in cui vengono utilizzati i lubrificanti: nei motori e nell’industria. Da evidenziare l’importanza della raccolta e del riutilizzo degli oli usati. 3.1 Oli motori La lubrificazione dei motori a combustione interna è generalmente più complessa di quella di qualsiasi altra macchina, a causa dell’estrema variabilità delle condizioni di carico, velocità, temperatura e dei materiali che li compongono. Per i motori a benzina l’area critica è la distribuzione, soggetta a fenomeni d’usura che possono avere conseguenze sulla corretta alimentazione e quindi provocare fenomeni collaterali dalle conseguenze disastrose. Inoltre, il funzionamento tipico dei tragitti urbani, che comporta frequenti stop e ripartenze, porta alla formazione di morchie che possono intasare il circuito di lubrificazione. Per i motori diesel, invece, l’area critica è rappresentata soprattut23 to dagli accoppiamenti cilindro-pistone a causa delle temperature di punta più elevate. Inoltre, lo zolfo del combustibile – che i moderni carburanti ecologici hanno eliminato quasi del tutto - è una fonte potenziale di acidità corrosiva, mentre il nerofumo prodotto dalla combustione incompleta del gasolio, tende ad ispessire l’olio oltre che a formare depositi. Un lubrificante per autotrazione deve rispettare la tipologia di motore in cui viene impiegato – 2 o 4-tempi - e soddisfare determinati requisiti. Per la trazione pesante la tendenza generale è quella di allungare gli intervalli di cambio fino a 100.000 km, introdurre specifiche lubrificanti “globali” (Europa-USA) e di inseverire le prestazioni. In particolare: Un lubrificante per un motore 4-tempi (benzina/diesel) deve: – ridurre l’usura fra le parti in relativo movimento; – assicurare una pulizia del motore mantenendo in sospensione le lacche (o gomme) e le morchie: quando l’olio è caldo, le sue proprietà detergenti prevengono la formazione di lacche, quando è freddo le sue proprietà disperdenti prevengono la formazione e il deposito di morchie; – resistere al fenomeno dell’ossidazione nelle condizioni di esercizio del motore prevenendo un rapido deterioramento dell’olio; 24 – proteggere le parti del motore dalla ruggine e dalla corrosione. Un olio per un motore 2-tempi deve: – prevenire formazioni di fuliggine che porta ad una cattiva combustione; – prevenire perdite di potenza a seguito della formazione di depositi nella camera di combustione, luci e sistemi di scarico; – evitare incollamenti delle fasce elastiche; – avere buone caratteristiche di combustibilità; – garantire la pulizia dei pistoni; – avere buona biodegradabilità soprattutto in alcune applicazioni per motori fuoribordo. I lubrificanti a 2-tempi hanno un impiego nei: – motocicli – motori marini fuoribordo – motoslitte – tagliaerba – motoseghe – piccoli generatori elettrici Il loro vantaggio è di garantire, teoricamente, un rendimento doppio a parità di cilindrata rispetto ad un motore a 4-tempi. Questo 25 consente di ridurre dimensioni e volume del motore e ne spiega l’ampio uso nel settore moto e più in generale nei casi in cui sono richiesti motori di piccolo ingombro. Principali cause di consumo dei lubrificanti motori: – motore usurato, condizioni meccaniche precarie (usura o fasce incollate) – mancanza tappi (apertura per la misura livello olio, bocchettone olio) – perdita da guarnizioni (coppa, guidavalvole) – valvole di scarico (evaporazione) – riciclo “blow-by” (olio trascinato dai cilindri nella coppa per effetto“blow-by” dei gas esausti) – scarso raffreddamento – errori di assemblaggio, scarsa mobilità fasce elastiche – esercizio ad elevata temperatura – guida prolungata ad elevata velocità – evaporazione (curva di distillazione, errata scelta del grado di viscosità) – guida con frequenti accelerazioni e decelerazioni Le prospettive dei lubrificanti autotrazione sono: – intervalli di cambio più lunghi, quindi oli di qualità sempre più ele26 vata, in quanto devono rimanere più a lungo nel motore. – oli con viscosità inferiore per garantire minore attrito verso le parti in movimento. – maggiori prodotti sintetici. – tendenza ad azzerare lo zolfo. – minimo contenuto di ceneri nell’ olio. – aumento delle specifiche richieste dai costruttori di motori. Di seguito viene proposto un breve glossario con il significato delle principali voci relative ai lubrificanti autotrazione, elaborate dagli operatori in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico: Oli minerali Lubrificanti finiti impieganti oli base derivanti direttamente da processi di raffinazione del greggio o dal trattamento di oli esausti. Oli sintetici Lubrificanti finiti impieganti oli base ottenuti da processi di conversione o sintesi chimica. Le principali caratteristiche degli oli sintetici sono: maggiore scorrevolezza alle basse temperature, migliore stabilità alle alte temperature ed una più alta resistenza alla degradazione chimica; bassa perdita per evaporazione. Gli oli sintetici 27 possono quindi essere impiegati in condizioni più gravose rispetto agli oli minerali. I vantaggi dati dal loro uso sono: maggiore rapidità di avvio del motore, maggiore protezione della meccanica, migliori prestazioni, minori consumi d’olio e minori emissioni nocive. Oli unigradi Lubrificanti la cui viscosità varia molto con la temperatura e quindi idonei all'impiego in un intervallo ristretto di temperatura ambiente. Oli multigradi Lubrificanti la cui viscosità varia poco con la temperatura e quindi idonei all'impiego in un intervallo esteso di temperatura ambiente. Oli 2-tempi Oli per la lubrificazione a perdere di motori due tempi. Oli 4-tempi Oli per la lubrificazione di motori a quattro tempi. Oli per autovetture e oli per trasporto pesante Riflette la distinzione relativa alla destinazione finale: "per autovetture e trasporto leggero" ("passenger car and light duty") e "trasporto pesante" ("heavy duty"). In particolare gli oli per il trasporto pesante sono prodotti ad alto livello qualitativo, appositamente for28 mulati per soddisfare le severe esigenze dei motori diesel turbocompressi di grossi veicoli commerciali, permettendo intervalli di cambio d’olio molto prolungati (long drain) ed in grado di assicurare lunga durata agli organi meccanici. Generalmente si considera “pesante” un veicolo la cui massa è superiore alle 3,5 tonnellate; al di sotto si intende “leggero”. Oli ingranaggi / trasmissioni Riflette la definizione della destinazione finale; oli destinati alla lubrificazione di ingranaggi presenti nei veicoli in componenti quali trasmissioni, cambi manuali, cambi automatici, differenziali, scatole sterzo, prese di forza. Le principali caratteristiche che devono avere tali oli sono: minimizzare l’attrito e l’usura, evitare il grippaggio degli ingranaggi, asportare calore e proteggere le superfici dalla ruggine e resistere all’ossidazione. Oli sospensioni Si intendono gli oli per ammortizzatori, destinati al primo riempimento per lo più sintetici. Grassi auto Prodotti destinati alla lubrificazione degli organi di telai degli autoveicoli. Un grasso è costituito da un ispessente sapone e da olio lubri29 ficante; l’ispessente trattiene l’olio che provvede a lubrificare (effetto spugna). Liquido freni Fluidi destinati a circuiti frenanti che devono possedere un elevato punto d’ebollizione (PE) per assicurare il corretto funzionamento dell’impianto frenante; tale caratteristica è necessaria per evitare bolle di vapore a seguito del riscaldamento del liquido in seguito all’azione frenante. Antigelo/Protettivi Fluido di raffreddamento da usare nei circuiti di raffreddamento di tutti i tipi di veicoli. Le principali caratteristiche sono: lo smaltimento del calore generato dal funzionamento del motore e l’abbassamento del punto di congelamento del liquido nei mesi invernali e la protezione contro la corrosione. 3.2 Oili industria Gli oli lubrificanti rientranti nel settore industria, sono tutti quei prodotti destinati alla lubrificazione dei macchinari industriali con caratteristiche specifiche in funzione del loro utilizzo finale. Una classificazione dei principali impieghi è la seguente: 30 Sistemi idraulici Oli per sistemi idrostatici per la trasmissione della potenza e del movimento, meglio definiti come fluidi idraulici. Sono normalmente oli minerali additivati in funzione antiossidante, antiusura ecc.. La categoria comprende anche prodotti di altra natura vegetali o sintetici per conferire proprietà speciali “resistenti al fuoco”, stabilità chimica, biodegradabilità, ed altro. Ingranaggi Oli per la lubrificazione degli ingranaggi industriali, normalmente in carter; si tratta di oli in genere monoviscosi. Nel caso d’ingranaggi scoperti si usano prodotti viscosissimi da applicare a caldo o fluidificati con un solvente, che successivamente evapora. Turbine Oli per la lubrificazione dei cuscinetti di turbine a vapore, a gas ed idrauliche; in alcuni casi lubrificano anche i riduttori accoppiati alle turbine. Compressori Oli per la lubrificazione di compressori (macchine per la compressione dei gas). Vengono normalmente suddivisi in funzione dell’applicazione, poi31 ché questa influenza direttamente le caratteristiche. Le principali sottocategorie sono: – oli per compressori aria – oli per compressori frigoriferi – oli per altri gas Lubrificazione generale Settore che comprende gli oli per la lubrificazione generale del macchinario industriale con sistemi a bagno, a circolazione ed a sbattimento, in particolare per cuscinetti, ingranaggi e cinematismi vari in carter chiuso, quali per esempio, pompe alternative per travaso di gas liquidi, sistemi idraulici con esercizio intermittente e limitato carico. Guide e slitte Lubrificanti specifici per la lubrificazione delle guide e delle slitte delle macchine utensili. Altri non lubrificanti (oli diatermici e sformanti/distaccanti) Comprendono differenti applicazioni degli oli minerali, quali: – Oli diatermici: l’olio è utilizzato come vettore del calore in impianti termici e chimici, quali caldaie e scambiatori di calore. – Sformanti: l’olio opportunamente additivato è utilizzato come olio distaccante (formatura) del conglomerato cementizio (cal32 cestruzzo) dalle casseforme: la funzione di tali lubrificanti è quella di impedire che con l’essiccazione il calcestruzzo formi un blocco unico con la cassaforma, impedendone la successiva rimozione. Oli da Processo Oli per coadiuvare processi industriali, in genere come plastificanti per i settori delle mescole per gomme o plastiche. Oli lavorazione metalli (raggruppamento) Prodotti per facilitare e coadiuvare operazioni di officina atte a modificare la forma dei metalli. Oli da taglio interi Oli per il taglio dei metalli tramite asportazione di truciolo, nel caso siano prevalentemente richieste proprietà lubrificanti nel contatto utensile-pezzo in lavorazione. Oli da taglio emulsionabili+solubili Oli per il taglio dei metalli tramite asportazione di truciolo, nel caso siano prevalentemente richieste proprietà raffreddanti (conferite dalla presenza dell’acqua) nel contatto utensile-pezzo in lavorazione. 33 Oli deformazione plastica Oli dotati di elevate caratteristiche lubrificanti in grado di facilitare l’operazione di deformazione del materiale tramite sforzi su di esso esercitati. Elettroerosione Operazione di asportazione di metallo tramite scariche elettriche controllate alla presenza di un olio estremamente di bassa viscosità. Fluidi da tempra Oli che consentono di controllare la velocità di raffreddamento di un acciaio favorendone la modifica composizionale negli strati esterni al fine di aumentarne la durezza. Protettivi Prodotti per la protezione “temporanea” di pezzi meccanici tra una lavorazione e la successiva o sempre per pezzi meccanici e macchinari durante l’immagazzinamento. Grassi Industria Prodotti lubrificanti per la lubrificazione di cuscinetti volventi (sfere, rulli, aghi), cuscinetti radenti, snodi, giunti ed ingranaggi. 34 Oli bianchi Oli estremamente raffinati da poter essere definiti “bianchi”, in funzione del colore e dell’assenza di sostanze aromatiche trovano impiego in applicazioni tecniche o come oli “medicinali” rispondenti alla Farmacopea Ufficiale. Oli trasformatori/isolanti Fluidi di raffreddamento, per il riempimento di trasformatori ed apparecchiature elettriche come interruttori, reostati, condensatori, ecc., quando sia esplicitamente previsto l’impiego di fluidi dielettrici a base minerale. 3.3 Oli usati Nel novero degli oli lubrificanti vengono fatti rientrare anche gli oli minerali usati quale risultato dell'impiego di oli lubrificanti minerali o sintetici. Si stima che i due terzi di questi vengano consumati nell'utilizzo, mentre il restante costituisce il cosiddetto olio usato. L’olio usato, se eliminato in modo scorretto o impiegato in modo improprio, può però trasformarsi in un potente inquinante dal momento che: • se disperso in terra penetra nel terreno avvelenando piante e 35 ITALIA: RACCOLTA OLI USATI Kton 250 200 183 163 192 189 2001 2002 200 210 213 216 2004 2005 2006 171 150 100 82 50 0 1985 1990 1995 2000 36 2003 animali; • se gettato in acqua impedisce l'ossigenazione e provoca la morte degli organismi viventi presenti; • se bruciati immettono nell'aria sostanze inquinanti. Nella gran parte delle applicazioni, i lubrificanti vengono utilizzati in circuiti chiusi (sistema motore, trasmissioni, raffreddamento) che ne facilitano quindi il recupero. I lubrificanti possono anche essere direttamente miscelati con i carburanti, come avviene ad esempio nei motori a 2-tempi. In tal caso l’impatto sull’ambiente è diretto in quanto il lubrificante è una componente del combustibile. I lubrificanti industriali hanno invece un loro ciclo di vita che può prevedere un impiego a perdita od un utilizzo a ricircolo. Nel primo caso, la maggior parte del lubrificante si consuma nell’impiego a causa del calore generato, un’altra parte resta sui pezzi metallici da lubrificare mentre un’ultima piccola parte si disperde nell’ambiente. I lubrificanti per impianti a circolazione, che ormai costituiscono la maggior parte degli impieghi industriali, dopo aver svolto la loro vita 37 CATTIVA GESTIONE DEGLI OLI: DANNI AMBIENTALI operativa sono scaricati, recuperati e destinati alla ri-raffinazione. Tuttavia, nel corso del loro esercizio operativo possono accadere versamenti accidentali di prodotto nell’ambiente a causa di guasti od incidenti. In genere nell’industria ciò avviene all’interno di stabilimenti pavimentati e non costituisce un particolare problema, il prodotto nel peggiore dei casi è recuperato con sostanze assorbenti, ma in qualche caso è recuperato anche grazie alla presenza di vasche di contenimento. Più problematica è la situazione caso dei macchinari mobili, in par38 ticolare di quelli del settore agricolo ove i rischi d’inquinamento del terreno sono elevati. Quindi, a seconda della probabilità del rischio di perdite nel terreno, si può ipotizzare l’impiego di lubrificanti biodegradabili. Quando si tratta d’inquinamento bisogna tener conto sia dell’effetto della parte olio, ma anche degli additivi, che non devono risultare dannosi per l’ambiente considerando sia gli animali, sia le piante e i microrganismi. Al fine di evitare la dispersione nell’ambiente degli oli usati, con il D.P.R. 691/82, modificato dal D.Lgs. 95/92, è stato istituito il “Consorzio Obbligatorio per la raccolta degli oli usati”. Il suo scopo principale è la promozione e sensibilizzazione verso l’opinione pubblica sull’utilità della raccolta e riutilizzo degli oli usati. Annualmente viene recuperato circa il 25-30% dell’olio commercializzato e da ogni 100 kg di prodotto rilavorato si ottengono circa 60 kg di olio nuovo da poter riutilizzare. Lo smaltimento degli oli usati raccolti viene determinato in base alla presenza nel lubrificante dei diversi inquinanti: pertanto sono previste tre tipologie di trattamento, quali la rigenerazione, la combu39 ANALISI RIGENERAZIONE COMBUSTIONE OLI RIUTILIZZABILI TERMODISTRUZIONE OLI SMALTITI stione e la termodistruzione. La rigenerazione: la gran parte dell’olio usato raccolto viene destinato alle raffinerie come materia prima per produrre nuovo olio base che ha le stesse caratteristiche dell’olio nuovo. Nel 2005 il Consorzio ha avviato a rigenerazione circa 170 mila tonnellate di olio usato, ponendo l’Italia come leader europeo in questo particolare 40 processo di riutilizzo. Le migliori tecnologie di rigenerazione oggi disponibili e applicate in Italia prevedono il trattamento in impianti di hydrofinishing ad alta pressione e temperatura ottenendo prodotti finiti di qualità in termini prestazionali, qualitativi e ambientali. La combustione: il lubrificante usato ritenuto non idoneo alla rigenerazione viene destinato principalmente verso i cementifici autorizzati per essere usato come combustibile in sostituzione essenzialmente di carbone e coke, in quanto l’olio usato ha un potere calorifico analogo a quello tipico dell’olio combustibile. Tali impianti raggiungono una altissima temperatura che neutralizza la parte inquinante, mentre i fumi generati passano attraverso speciali filtri, garantendo corrette emissioni in atmosfera. La termodistruzione: nel caso in cui l’olio usato sia così inquinato da non poter essere destinato agli impianti di rigenerazione o combustione, viene avviato verso gli impianti per la termodistruzione. Questo processo elimina definitivamente l’olio usato riducendo l’effetto nocivo sull’ambiente. 41 4 I MERCATI 4.1 Mondo A livello mondiale i consumi di oli lubrificanti nel 2004 sono ammontati a circa 42 milioni di tonnellate: il primo Paese consumatore sono gli Stati Uniti con oltre 8,5 milioni di tonnellate (pari ad oltre il 20% del totale), seguito dall’Unione Europea (15 Paesi) che ha un peso sul totale di circa il 12% a fronte del 4,4% del Giappone. Queste tre aree presentano una capacità produttiva superiore ai propri consumi risultando, pertanto, Paesi esportatori netti: l’UE (15 Paesi) e gli USA esportano oltre 1,7 milioni di tonnellate mentre il Giappone oltre 400 mila tonnellate. 4.2 Europa Nel 2004 il mercato europeo era stimato sui 5 milioni di tonnellate compresi i bunkeraggi (rifornimento navi). Nel 2005, a livello di 15 Paesi, gli oli trazione hanno rappresentato il 46% del totale dei consumi mentre il restante 54% sono risultati oli industria. Va segnalato che nel 1995 la situazione dei consumi europei era sbilanciata verso gli oli trazione che rappresentavano il 42 CONSUMI MONDIALI DI LUBRIFICANTI Kton 45.000 40.000 35.000 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0 1998 Giappone 1999 Usa 2000 2001 Europa 15 43 2002 Africa 2003 Asia 2004 Altri 52% del totale, mentre gli oli industria il 48%. Tale trend era legato ad un andamento differenziato dei consumi auto (in calo del 19,4%) rispetto ai consumi industria (in crescita del 3%). Il mercato europeo (15 Paesi) nel suo complesso tra il 1995 ed il 2005 ha evidenziato un calo dell’ 8,7%. A livello dei 15 Paesi europei, chi presenta i consumi più elevati di lubrificanti è la Germania (con un andamento calante tra il 1995 ed il 2005 pari ad oltre l’11%), seguita dalla Gran Bretagna (-5% tra il 1995 ed il 2005) e dalla Francia (-11% nello stesso periodo). L’Italia si colloca al 4° posto con una flessione pari a circa il 12% tra il 1995 ed il 2005, contribuendo per circa il 13% al mercato europeo. La Spagna è l’unico tra i grandi Paesi che presenta consumi in crescita (+19% nel periodo considerato). 44 CONSUMI LUBRIFICANTI UE (15 PAESI) Kton 2.700 2.600 2.500 2.400 2.300 2.200 2.100 2.000 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Auto Industria 45 CONSUMI LUBRIFICANTI RAFFRONTO CON I PRINCIPALI PAESI UE Kton 1.200 1.100 GERMANIA 1.000 900 REGNO UNITO 800 FRANCIA 700 ITALIA 600 SPAGNA 500 400 1995 2000 2001 2002 46 2003 2004 2005 4.3 Italia 4.3.1 Consumi nazionali Per quanto riguarda il nostro Paese, i volumi totali commercializzati nel 2006 sono stati pari a 542 mila tonnellate, di cui circa 243 mila destinate alla trazione (il 44,8% del totale) e 299 mila all'industria (pari al 55,2%). Inoltre, nel settore dei rifornimenti marina (bunkeraggi), sono stati consumati circa 61 mila tonnellate di oli lubrificanti. Tra gli oli trazione, i lubrificanti per i motori a benzina hanno rappresentato circa il 40% del totale, quelli a gasolio il 42,5%. Nel periodo 2000-2006 gli oli trazione hanno evidenziato un calo di oltre il 20%. Nel nostro Paese tra i lubrificanti destinati ad uso industriale, i più rilevanti sono gli oli idraulici (il 32% del totale) e gli oli da processo (circa il 20%). Gli oli per la lavorazione dei metalli rappresentano il 15,6%. Tra il 2000 ed il 2006 gli oli industria hanno registrato una flessione nei volumi del 12%. 4.3.2 IMPORTAZIONI Non tutti gli oli consumati in Italia sono prodotti nel nostro Paese: ce ne è infatti un certo quantitativo che è acquistato direttamente all'estero. La loro importazione nel 2005 ha anche evidenziato una 47 CONSUMI NAZIONALI DI LUBRIFICANTI Kton 700 600 42,2% 500 48,0% 38,3% 52,3% 54,4% 400 54,9% 54,8% 52,7% 53,7% 55,2% 57,8% 300 52,0% 61,7% 47,7% 200 45,6% 45,1% 45,2% 47,3% 46,3% 44,8% 100 0 1985 1990 1995 2000 2001 Auto 48 2002 2003 Industria 2004 2005 2006 ITALIA: LUBRIFICANTI consumi auto Ingranaggi Trasmissioni Sospensioni 15,3% consumi industria Grassi 5,2% Grassi 2,3% Altri 27,4% Benzina 39,9 % Oli da processo 19,8% Gasolio 42,5% importazioni Altri Europa Regno Unito 4,5% 9,5% Sistemi idraulici 32,0% esportazioni Algeria 3,0% America Asia Olanda 7,1% Grecia 2,8% Germania 8,0% Lavorazione metalli 15,6% Belgio 40,5 % Europa Medio Oriente Francia 24,6% Africa 49 forte crescita pari ad un incremento del 20% sull'anno precedente, per un totale di circa 204.000 tonnellate. Le provenienze sono quasi esclusivamente dall'Europa (con la sola eccezione dell'Algeria con il 3% del totale). I principali Paesi da cui l'Italia importa sono: Belgio (40,5%), Francia (24,6%), Regno Unito (9,5%) e Germania (8%). 4.3.3 ESPORTAZIONI In controtendenza rispetto ai consumi interni, la domanda estera tende ad essere sostenuta e nel 2005 le esportazioni hanno rilevato un incremento del 16% rispetto al 2004, passando da 823.000 a 960.00 tonnellate, segnale che i nostri prodotti sono di alta qualità e molto apprezzati anche nei mercati internazionali. I principali mercati di sbocco sono soprattutto i Paesi europei, che rappresentano il 43,1%, seguiti dall'Africa (23,5%) e dal Medio Oriente (15,8%). In particolare i Paesi che apprezzano di più i nostri lubrificanti sono: Turchia, Francia, Grecia. 50 5 ASPETTI ECONOMICI: FISCALITA, L'incidenza della fiscalità sugli oli lubrificanti in Italia è maggiore rispetto a quella di tutti gli Stati dell'Unione Europea, a causa dell'applicazione dell'imposta di consumo di 0,842 euro al chilogrammo che genera annualmente un gettito erariale di circa 420 milioni di euro. Inoltre, essendo tale imposta una componente del valore dell'olio lubrificante, costituisce altresì la base imponibile ai fini dell'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto. Nel 2005 il maggior gettito derivante da questa forma di doppia imposizione IVA è stato di circa 78 milioni di euro. Occorre rilevare che l'imposta sui lubrificanti non incide significativamente sul sistema di rilevazione dell'inflazione in Italia, a causa del modesto peso specifico dei lubrificanti nel paniere ISTAT. L'imposta, disposta dagli artt. 61 e 62 del D.Lgs. 504/95, è disciplinata dal Decreto Ministeriale 17 novembre 1996 n. 557 e si applica a tutti gli oli lubrificanti, sia di prima distillazione sia rigenerati immessi in consumo nel territorio nazionale, anche se detenuti in altri prodotti (lubrificante contenuto nelle autovetture prodotte, importate 51 o acquistate da soggetti comunitari), ad eccezione di quelli impiegati nella produzione e lavorazione della gomma naturale e sintetica per la fabbricazione dei relativi manufatti, nella produzione delle materie plastiche e delle resine artificiali o sintetiche, comprese le colle adesive, nella produzione degli antiparassitari destinata alle piante da frutta. Un ulteriore elemento peculiare della fiscalità dei lubrificanti è la previsione di un'aliquota ridotta del 50% dell'aliquota normale per gli oli lubrificanti ottenuti dalla rigenerazione di oli lubrificanti esausti. Occorre precisare che tale agevolazione può essere concessa esclusivamente agli oli lubrificanti ottenuti dalla rigenerazione di oli esausti raccolti in Italia. I differenti comportamenti degli Stati comunitari in materia di tassazione degli oli lubrificanti sono determinati dall'assenza di direttive comunitarie. In proposito, giova sottolineare che la Direttiva del Consiglio CE n. 2003/96, concernente la ristrutturazione del quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici, stabilisce che dal suo ambito di applicazione siano esclusi i prodotti energetici utilizzati per fini diversi da carburante per motori o combustibile per riscal52 damento (art. 2, comma 4, lett. b). Il nuovo orientamento della Commissione europea ha superato le precedenti Direttive comunitarie (Dir. CEE 92/81) in base alle quali nel corso del 2003 la Corte di giustizia europea aveva considerato illegittima la tassazione degli oli lubrificanti nel nostro Paese. Accanto all'imposta esiste un contributo al Consorzio Nazionale Obbligatorio per la raccolta degli oli esausti versato dalle imprese che immettono in consumo nel territorio nazionale oli lubrificanti, il cui importo varia annualmente in funzione dei costi sostenuti per la raccolta, sull'intero territorio nazionale, del prodotto. Per l'anno in corso l'importo del contributo è stato determinato dal Consorzio nel misura di 0,05 €/kg. Le modalità di funzionamento del contributo, dovuto sia per gli oli di prima distillazione sia per quelli rigenerati, seguono in via generale gli stessi criteri dell'imposta di consumo. 53 SISTEMA DI TASSAZONE DEI LUBRIFICANTI IN EUROPA (AL 1 novembre 2oo6) O Imposta di consumo (Euro/Kg) Italia (1) 0,842 Green Tax Raccolta oli ecc. (Euro/Kg) 0,050 IVA Aliquota % 20 Valore Componente Fiscale (Euro/Kg)(5) 0,178 1,070 Norvegia 0,199 25 0,050 0,249 Finlandia 0,042 22 0,009 0,051 Danimarca 0,083 25 0,021 0,104 Portogallo 0,072 21 0,015 0,087 Grecia 0,020 19 0,004 0,024 Francia 0,038 19,6 0,007 0,046 0,059(3) 16 0,009 0,068 16 0,045 0,325 0,075 0,415 (2) Spagna 0,280 (4) Svezia 25 Belgio 21 Lussemburgo 15 Olanda 19 Inghilterra 17,5 Germania Polonia 16 0,340 22 (1) Imposta di consumo per gli oli rigenerati è pari a 0,421 Euro/kg. (2) A seconda dell’imballaggio da +0,008 a 0,060 Euro/Kg. (3) Confezione in lattina. (4) Confezione in plastica. (5) Somma di imposta di consumo, green tax ed IVA. 54 6 CONCLUSIONE I lubrificanti sono prodotti complessi ed indispensabili in tutte le principali attività delle società avanzate, dal ciclo produttivo industriale a quello dei trasporti. Conoscerne le caratteristiche, il processo di produzione, il corretto utilizzo ed il processo di smaltimento è perciò importante. In particolare nel settore della autotrazione, è bene sottolineare come la scelta di un olio di qualità sia di vitale importanza per l'efficienza, la durata e le prestazioni del motore della propria auto, garantendone il perfetto funzionamento e l'abbattimento delle emissioni di sostanze inquinanti. Quasi tutte le aziende produttrici di lubrificanti hanno infatti lanciato sul mercato prodotti ad alte prestazioni ed a bassissimo impatto ambientale. Va considerato anche il fatto che la spesa per l'acquisto di un lubrificante di qualità è molto bassa se paragonata ai costi che gravano sulle nostre autovetture (per l'assicurazione, il carburante, l'autostrada, la tassa di possesso, i costi di manutenzione e non ultimo il costo di acquisto delle autovetture stesse). Inoltre l'evoluzione tecnica ha portato ad un allungamento degli intervalli di tempo tra un cambio e l'altro riducendone pertanto i costi di sostituzione e garantendo un rapporto costo/beneficio decisamente favorevole per il consumatore. 55 Via Giorgione, 129 - 00147 Roma - Tel. 06 5423651 e-mail: [email protected] sito web: www.unionepetrolifera.it