Norme bibliografiche Dipartimento d`italiano UOM

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Norme bibliografiche Dipartimento d`italiano UOM
Department of Italian
Faculty of Arts
University of Malta
NORME PER LA COMPOSIZIONE DI ELABORATI
Nella composizione di saggi, articoli, papers e assignments il Dipartimento di italiano richiede a
tutti gli studenti di seguire le presenti norme. Particolare attenzione verrà riservata da TUTTI i
docenti del Dipartimento di italiano nel rilevare e denunciare i casi di plagio (si veda la relativa
sezione).
1. INFORMAZIONI GENERALI
Per la composizione di un testo si deve sempre utilizzare:
- carattere Times New Roman, Arial o Calibri (evitare l’uso di altri caratteri, soprattutto se poco
chiari)
- corpo 12
- interlinea 1,5
- l’allineamento giustificato
- margini: margine sinistro: 2,5 cm; margine destro: 2,5 cm; margine superiore e inferiore: 2 cm).
In alto a destra del primo foglio va indicato il proprio NOME, COGNOME e NUMERO DI
MATRICOLA o il NUMERO DELLA CARTA D’IDENTITÀ. Di seguito di deve indicare il CORSO per cui si
compone l’elaborato ed il CODICE del corso. Di seguito bisogna riportare NOME e COGNOME del
DOCENTE del corso. Infine va scritto il TITOLO dell’elaborato centrato e con carattere 16 (in
grassetto).
Ad esempio:
Mario Rossi 5938202911
Italiano ITL 1065
Prof. Luigi Rossi
Analisi della novella Il chiodo di Luigi Pirandello
Gli elaborati vanno sempre consegnati in forma dattiloscritta e stampata con le pagine numerate.
Nel caso di una tesi di laurea la pagina numero 1 è il frontespizio e non la copertina.
All’inizio di ogni capoverso si deve mettere un piccolo rientro di 0,5 cm.
1
2. LA TESI DI LAUREA
La struttura di una tesi di laurea è normalmente costituita dalle seguenti parti:
1. La copertina e il frontespizio
La copertina di una tesi di laurea deve riportare il titolo della tesi, il nome del candidato, il corso di
laurea e la sessione in cui la tesi viene discussa. Nel frontespizio vanno poi aggiunte altre
informazioni come nell’esempio:
Copertina
Frontespizio
Analisi della novella
Il chiodo di Luigi Pirandello
Analisi della novella
Il chiodo di Luigi Pirandello
Mario Rossi
B.A. (Hons.)
June 2012
Mario Rossi
A dissertation
presented to the
Faculty of Arts
in the
University of Malta
for the
degree of B.A. (Hons.)
in Italian
June 2012
2. I ringraziamenti e le dediche
3. La dichiarazione firmata dello studente che attesi l’originalità del lavoro presentato
Il testo della dichiarazione è:
I, the undersigned, hereby declare that the research and the compilation of this thesis was carried
out by myself under the supervision of [name of tutor], a full time professor at the Faculty of Arts,
Department of Italian, at the University of Malta.
Nome del candidato
Numero della carta d’identità
4. L’indice
Nell’indice vanno elencati i titoli dei capitoli e dei paragrafi con il relativo numero della pagina. Va
ricordato che:
2
a) I titoli dei capitoli vanno scritti con carattere GRASSETTO MAIUSCOLO e numerati con numeri
romani (es. CAP. VII).
b) I titoli dei paragrafi, invece, devono essere scritti con Grassetto minuscolo e numerati con
numeri arabi (es. 4.1).
c) I titoli dei capitoli e dei paragrafi non si devono mai sottolineare.
Esempio:
INDICE
Abstract
4
Introduzione
5
CAPITOLO I: TITOLO
Titolo paragrafo 1.1
Titolo paragrafo 1.2
Titolo paragrafo 1.3
9
17
29
CAPITOLO II: TITOLO
Titolo paragrafo 2.1
Titolo paragrafo 2.2
36
50
Conclusione
80
Bibliografia
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5. L’abstract
Un breve riassunto o sommario per dare le informazioni più importanti sulla tesi. Non bisogna
mettere alcun tipo di valutazione o interpretazione nell’abstract. La lunghezza dell’abstract non
deve superare un foglio A4.
6. L’introduzione
A differenza dell’abstract, l’introduzione non ha vincoli di lunghezza. Nell’introduzione i laureandi
devono:
- Motivare il proprio lavoro
- Indicare gli obiettivi prefissati (anticipando parzialmente alcuni approdi)
- Spiegare com’è strutturata la tesi
- Fornire le ipotesi iniziali
- Individuare i punti nodali dell’impostazione della tesi, le caratteristiche metodologiche
della ricerca, il campo d’indagine, ecc.
7. Il ‘corpo’ centrale della tesi
Il testo va articolato in capitoli e paragrafi (le sezioni all’interno del capitolo). La strutturazione
della tesi in capitoli e paragrafi deve essere discussa con il proprio relatore.
Attenzione:
a) Ogni capitolo deve iniziare a una nuova pagina.
b) Tra la fine di un paragrafo o capitoletto e l’inizio di un altro vanno lasciate due righe bianche.
c) Non si deve mettere uno spazio bianco tra il titolo del paragrafo e il testo.
d) Il numero progressivo delle note a pie’ di pagina deve proseguire da un capitolo all’altro.
3
8. La conclusione
Un riepilogo finale in cui si riassumono brevemente i principali risultati ottenuti attraverso il
proprio lavoro. Come nel caso dell’introduzione, non ci sono limiti di lunghezza. Si consiglia di
evitare toni eccessivamente enfatici e/o i riferimenti autoreferenziali che non hanno nulla a che
vedere con la tesi.
9. Le appendici
I laureandi hanno la possibilità di aggiungere delle appendici alla fine della tesi per riportare
documenti, interviste o altri materiali trascritti. Da un punto di vista grafico, le appendici vanno
redatte seguendo le stesse regole del corpo centrale della tesi.
10. La bibliografia finale
L’elenco dei libri, saggi, articoli, ecc. consultati va innanzitutto diviso in due parti:
- La bibliografia primaria (vale a dire le fonti prese in esame)
- La bibliografia secondaria (ovvero l’apparato critico)
In ciascuna parte della bibliografia vanno riportati i dati bibliografici completi dei libri, saggi,
articoli, ecc. in ordine alfabetico a seconda del cognome dell’autore. Nei casi in cui un autore
appare nella bibliografia con più di un’opera, queste vanno messe in ordine cronologico a seconda
della data di pubblicazione della prima edizione.
Attenzione: nella bibliografia possono comparire tutti i testi consultati e non solo quelli indicati
nelle note a pie’ di pagina.
I modelli da utilizzare per la bibliografia si trovano nella sezione 3.2 del presente documento. Si
ricorda ai laureandi di attenersi ai principi di coerenza e uniformità nella redazione della
bibliografia.
3. LA CITAZIONE DIRETTA E INDIRETTA
Qualsiasi lavoro accademico richiede inevitabilmente che il laureando si confronti con le idee o le
interpretazioni espresse da altri autori dal momento che:
“La critica più equilibrata nasce sempre da uno sforzo di proporre interpretazioni che,
partendo da quelle precedenti, le arricchiscono e talvolta le correggono sulla base di un
nuovo e rigoroso impegno analitico e sullo sfondo di un orizzonte culturale legato al
tempo della ricezione”1.
Le idee di altri autori/critici possono comparire all’interno dell’elaborato di un laureando per mezzo
delle citazioni dirette (copiare parti di un altro libro) o indirette (le parafrasi o le sintesi, vale a dire
la riscrittura in parole proprie di idee espresse da altri).
Ogni volta che si riportano nel proprio scritto le opinioni espresse da altri è necessario RIPORTARE
SEMPRE LA FONTE, seguendo delle regole condivise. I laureandi iscritti ai corsi del Dipartimento
d’Italiano devono utilizzare il sistema citazione-nota, per cui a ogni citazione diretta o indiretta
1
Alberto Casadei, L’italiano all’università. Tecniche e fonti per lo studio, la preparazione degli esami e la scrittura della
tesi in italianistica, Sansoni, Firenze 2001, p.31.
4
deve corrisponde una nota a pie’ di pagina con i riferimenti bibliografici completi della monografia,
articolo, ecc. da cui si è citato. Le stesse coordinate bibliografiche vanno poi riprodotte nella
bibliografia finale.
Si ricorda che le parafrasi e le sintesi devono essere seguite da una nota a pie’ di pagina per
consentire al lettore di verificarne l’esattezza. Inoltre va ricordato che anche per le citazioni
indirette bisogna sempre segnalare al lettore la paternità delle idea per mezzo delle note a pie’ di
pagina. In caso contrario si commette un plagio. Infine si consiglia anche di separare chiaramente
le parafrasi e le sintesi dai propri commenti personali.
3.1 La citazione diretta
Se il brano che si cita è inferiore alle tre righe è possibile riportarlo nel corpo del testo,
introducendo la citazione con due punti e virgolette alte.
Esempio: Nel suo saggio Lo statuto logico del discorso funzionale, John Searle scrive: “Non c’è
nessuna proprietà testuale, sintattica o semantica che identifichi un testo come un’opera di
finzione”NUMERO DELLA NOTA.
Quando invece il brano citato supera le tre righe allora è necessario separarlo dal corpo del testo
con uno spazio e riportarlo senza virgolette in un carattere inferiore (10 Times New Roman, Arial
o calibri; interlinea singola; margine ridotto rispetto al resto dell’elaborato). Esempio:
Manzoni, nei Promessi sposi, ha descritto in maniera incomparabile il terrore che può
essere alla base del rapporto padre-figlia:
Il terrore di Gertrude, al rumor de’ passi di lui, non si può descrivere né immaginare: era
quel padre, era irritato, e lei si sentiva colpevole. Ma quando lo vide comparire, con quel
cipiglio, con quella carta in mano, avrebbe voluto esse cento braccia sotto terra, non che
NUMERO DELLA NOTA
in un chiostro.
I promessi sposi non è il primo né l’unico libro che affronti questi temi […].
Avvertenze:
1. Se si cita da un testo in lingua straniera, la citazione diretta nel testo va sempre riportata
nella lingua originale. Nella nota a pie’ di pagina si deve fornire una traduzione in italiano.
2. Non si deve alterare niente dal testo originale. Infatti non bisogna cambiare o aggiungere
parole né modificare nulla della veste grafica (parole in corsivo o in grassetto, parti
sottolineate, ecc.) del testo nella versione originale.
3. Nei pochi casi in cui è consentito aggiungere (le integrazioni) o modificare parole (per
motivi di concordanza grammaticale con il testo del laureando), bisogna mettere tra
parentesi quadre [ ] le parole aggiunte o modificate.
4. Le omissioni all’interno di una citazione vanno segnalate con una parentesi quadra e tre
punti di sospensione: […].
NB: chiunque non segua le qui presenti norme di citazione diretta commette un plagio e ne deve
assumere le conseguenze. Si può, anzi si deve citare, però le citazioni vanno sempre riportate tra
virgolette, senza alterazioni o aggiunte/commenti personali. Le virgolette all’inizio e alla
conclusione di una citazione vanno omesse solo nel caso di un infratesto, vale a dire una citazione
diretta un po’ lunga che viene scorporata dal resto del testo scritto da parte dello studente.
5
3.2 Norme redazionali per le note a pie’ di pagina e la bibliografia finale
QUALSIASI citazione (diretta o indiretta) deve essere seguita da una nota a piè pagina che ne dia i
riferimenti bibliografici completi. Tutti i riferimenti bibliografici delle note a pie’ di pagine devono
poi comparire anche nella bibliografia alla fine dell’elaborato o della tesi.
Qui di seguito si riproducono i modelli da seguire per una corretta redazione delle note a pie’ di
pagina e la bibliografia:
3.2.1 MONOGRAFIA
Note a pie’ di pagina
Bibliografia
I dati da scrivere:
I dati da scrivere:
• Il nome e il cognome dell’autore (in tondo)
• Il cognome e il nome dell’autore (in tondo o
in maiuscoletto)
• Il titolo (in corsivo)
• Il titolo (in corsivo)
• Il nome della casa editrice (in tondo)
• Il luogo e l’anno di pubblicazione (in tondo; • Il nome della casa editrice (in tondo)
• Il luogo e l’anno di pubblicazione (in tondo;
non separati da virgola)
non separati da virgola)
• Il numero della pagina da cui si è citato (in
tondo)
Formato:
Formato:
Nome Cognome, Titolo, Editore, Città Anno, Cognome Nome, Titolo, Editore, Città Anno.
p./pp.
oppure
COGNOME NOME, Titolo, Editore, Città Anno.
Esempio:
Silvana De Mari, Il drago come realtà. I
significati storici e metaforici della letteratura
fantastica, Salani, Milano 2007, p.13.
Esempio:
De Mari Silvana, Il drago come realtà. I
significati storici e metaforici della letteratura
fantastica, Salani, Milano 2007.
oppure
DE MARI SILVANA, Il drago come realtà. I significati
storici e metaforici della letteratura fantastica,
Salani, Milano 2007.
Per le monografie e tutte le altre tipologie di libri, si prega di notare i seguenti casi speciali:
1. Nelle note a pie’ di pagina il nome e il cognome dell’autore va sempre scritto in tondo,
mentre invece nella bibliografia il laureando ha possibilità di scegliere se scrivere in nome e
il cognome dell’autore in tondo o in maiuscioletto.
2. Nel caso in cui un libro è stato scritto da due autori, bisogna elencarli entrambi nelle note e
nella bibliografia mettendo la congiunzione ‘e’ tra i nomi dei due coautori
Esempio: Carmen Dell’Aversano e Alessandro Grilli, La scrittura argomentativa. Dal saggio
breve alla tesi di dottorato, Le Monnier, Firenze 2005.
3. In alcuni casi si possono avere più di due coautori. Anche in quel caso bisogna elencare i
nomi e i cognomi di tutti i coautori, con una virgola dopo il nome/cognome di ogni
coautore e l’aggiunta della congiunzione ‘e’ tra il cognome del penultimo coautore e il
nome dell’ultimo coautore. Esempio:
Franco Cambi, Sandra Landi e Gaetana Rossi, La magia nella fiaba. Itinerari e riflessioni,
Armando, Roma 2010, p.73.
6
4. L’ordine di successione dei nomi dei coautori deve rispecchiare fedelmente l’ordine che
appare sulla copertina e il frontespizio di un libro.
5. Nel caso di opere collettanee che non hanno un curatore, non si devono elencare tutti gli
autori degli articoli/saggi ma semplicemente si scrive AA.VV.
6. I dati bibliografici si ricavano sempre dal frontespizio di un libro. Non tutti i libri però
contengono per intero i propri dati per i riferimenti bibliografici. In questi casi bisogna
scrivere: ‘S.a.’ se manca il nome dell’autore; ‘s.n.’ se manca il nome della casa editrice; ‘s.l.’
se non viene indicato il luogo di pubblicazione; ‘s.d.’ nel caso in cui non viene fornita la
data di pubblicazione.
7. Per i classici della letteratura italiana occorre anche aggiungere il nome del curatore
dell’edizione presa in esame.
3.2.2 PARTE DI UNA MONOGRAFIA DELLO STESSO AUTORE
Note a pie’ di pagina
Bibliografia
I dati da scrivere:
I dati da scrivere:
• Il nome e il cognome dell’autore (in tondo)
• Il cognome e il nome dell’autore (in tondo)
• Il titolo della parte (in corsivo)
• Il titolo della parte (in corsivo)
• Il titolo della monografia (in corsivo)
• Il titolo della monografia (in corsivo)
• Il nome della casa editrice (in tondo)
• Il nome della casa editrice (in tondo)
• Il luogo e l’anno di pubblicazione (in tondo; • Il luogo e l’anno di pubblicazione (in tondo;
non separati da virgola)
non separati da virgola)
• I numeri della prima e dell’ultima pagina • I numeri della prima e dell’ultima pagina
della parte
della parte
• Il numero della pagina da cui si è citato (in
tondo)
Formato:
Formato:
Nome Cognome, Titolo della parte, in Id., Titolo Cognome Nome, Titolo della parte, in Id., Titolo
della monografia, Editore, Città Anno, pp.:
della monografia, Editore, Città Anno, pp.
Esempio:
Giuseppe Pontiggia, Il sogno di Plutarco, in Id., Il
giardino delle Esperidi, Mondadori, Milano 2005
[1981], pp.159-163:162.
Esempio:
Pontiggia Giuseppe, Il sogno di Plutarco, in Id., Il
giardino delle Esperidi, Mondadori, Milano 2005
[1981], pp.159-163.
Nota: quando si ha a che fare con una raccolta di saggi, occorre segnalare la data di pubblicazione
del libro che si consulta mettendo tra parentesi quadre la data di pubblicazione della prima
edizione del saggio da cui si cita.
7
3.2.3 OPERE IN PIÙ VOLUMI
Note a pie’ di pagina
Bibliografia
I dati da scrivere:
I dati da scrivere:
• Il nome e il cognome dell’autore (in tondo)
• Il cognome e il nome dell’autore (in tondo)
• Il titolo (in corsivo)
• Il titolo (in corsivo)
• Il numero del volume (in tondo)
• Il numero del volume (in tondo)
• Il titolo del volume, laddove possibile (in • Il titolo del volume, laddove possibile (in
corsivo)
corsivo)
• Il nome della casa editrice (in tondo)
• Il nome della casa editrice (in tondo)
• Il luogo e l’anno di pubblicazione (in tondo; • Il luogo e l’anno di pubblicazione (in tondo;
non separati da virgola)
non separati da virgola)
• Il numero della pagina da cui si è citato (in
tondo)
Formato:
Formato:
Nome Cognome, Titolo, vol., Titolo del volume, Cognome Nome, Titolo, vol., Titolo del volume in
Editore, Città Anno, p./pp.
questione, Editore, Città Anno.
Esempio:
Esempio:
Giulio
Ferroni,
Letteratura
italiana Ferroni
Giulio,
Letteratura
italiana
contemporanea, vol.2, 1945-2007, Mondadori, contemporanea, vol.2, 1945-2007, Mondadori,
Milano 2007, p.102.
Milano 2007.
Nota: le opere in più volumi sono normalmente una raccolta di articoli, saggi, ecc. di uno stesso
autore. È consigliabile riportare in bibliografia solo i riferimenti bibliografici dell’intero volume
(come dal modello spiegato sopra). Nella nota a pie’ di pagina però occorre aggiungere anche il
titolo dell’articolo, saggio, ecc. (quindi della parte di un volume) seguendo le stesse norme
redazionali della citazione di una parte di una monografia (vedi la sezione 3.2.2). Inoltre va anche
scritto il nome del curatore dell’edizione nelle note a pie’ di pagina e nella bibliografia.
Esempio:
Nota a pie’ di pagina:
Elio Vittorini, Politica e cultura, in Id., Letteratura arte e società, Vol.2, Articoli e interventi 19381965, a cura di Raffaella Rodondi, Einaudi, Torino, 2008 [1946], pp.303-310:305.
Bibliografia:
a) se si è consultato solo il secondo volume:
Vittorini Elio, Letteratura arte e società, Vol.2, Articoli e interventi 1938-1965, a cura di Raffaella
Rodondi, Einaudi, Torino, 2008.
oppure
b) se si è preso visione di entrambi i volumi.
Vittorini Elio, Letteratura arte e società, 2 voll., a cura di Raffaella Rodondi, Einaudi, Torino, 2008.
8
3.2.4 TESTI IN LINGUA STRANIERA
Note a pie’ di pagina
Bibliografia
I dati da scrivere:
I dati da scrivere:
• Il nome e il cognome dell’autore (in tondo)
• Il cognome e il nome dell’autore (in tondo)
• Il titolo dell’edizione in lingua originale (in • Il titolo dell’edizione in lingua originale (in
corsivo)
corsivo)
• Tra parentesi vanno messi il titolo • Tra parentesi vanno messi il titolo
dell’edizione italiana, il nome e il cognome
dell’edizione italiana, il nome e il cognome
del traduttore, il nome della casa editrice, il
del traduttore, il nome della casa editrice, il
luogo e l’anno di pubblicazione, e le pagine
luogo e l’anno di pubblicazione
della citazione nell’edizione italiana
• Il nome della casa editrice dell’edizione in
• Il nome della casa editrice dell’edizione in
lingua originale (in tondo)
lingua originale (in tondo)
• Il luogo e l’anno di pubblicazione
• Il luogo e l’anno di pubblicazione
dell’edizione in lingua originale (in tondo;
dell’edizione in lingua originale (in tondo;
non separati da virgola)
non separati da virgola)
• Il numero della pagina dell’edizione originale
da cui si è citato (in tondo)
Formato:
Nome Cognome, Titolo dell’edizione originale
(Titolo dell’edizione italiana, trad. di nome
cognome, Editore, Città Anno, p./pp. della
citazione), Editore, Città Anno, p./pp. della
citazione.
Formato:
Cognome Nome, Titolo (Titolo originale, trad. di
nome cognome, Editore, Città Anno), Editore,
Città Anno.
Esempio:
Genette Gérard, Figures III (Figure III. Discorso
del racconto, trad. di Lina Zecchi, Einaudi, Torino
1976, p.56) Éditions de Seuil, Parigi 1972, p.67. Esempio:
Gérard Genette, Figures III (Figure III. Discorso
del racconto, trad. di Lina Zecchi, Einaudi, Torino
1976) Éditions de Seuil, Parigi 1972. 9
3.2.5 OPERE COLLETTANEE / RACCOLTE DI SAGGI
Note a pie’ di pagina
Bibliografia
I dati da scrivere:
I dati da scrivere:
• Il nome e il cognome dell’autore (in tondo)
• Il cognome e il nome dell’autore (in tondo)
• Il titolo del saggio (in corsivo)
• Il titolo del saggio (in corsivo)
• Il nome e il cognome del curatore
• Il nome e il cognome del curatore
• Il titolo dell’opera collettanea (in corsivo)
• Il titolo dell’opera collettanea (in corsivo)
• Il nome della casa editrice (in tondo)
• Il nome della casa editrice (in tondo)
• Il luogo e l’anno di pubblicazione (in tondo; • Il luogo e l’anno di pubblicazione (in tondo;
non separati da virgola)
non separati da virgola)
• L’anno di pubblicazione (in tondo)
• L’anno di pubblicazione (in tondo)
• i numeri della prima e dell’ultima pagina del • i numeri della prima e dell’ultima pagina del
saggio all’interno dell’opera collettanea (in
saggio all’interno dell’opera collettanea (in
tondo)
tondo)
• Il numero della pagina da cui si è citato (in
tondo)
Formato:
Nome Cognome, Titolo del saggio, in Nome
Cognome del curatore (a c.), Titolo del volume,
Editore, Città Anno, pp. del saggio all’interno del
volume: pagina o pagine della citazione.
Esempio:
Mario Domenichelli, A proposito del calzerotto
marrone e della chiusa di Mimesis, in Riccardo
Castellana (a c.), La rappresentazione della
realtà. Studi su Auerbach, Artemide, Pisa 2010,
pp. 320-37:325.
Formato:
Cognome Nome, Titolo del saggio, in Nome
Cognome (a c.), Titolo del volume, Editore, Città
Anno, pp. del saggio all’interno del volume.
Esempio:
Domenichelli Mario, A proposito del calzerotto
marrone e della chiusa di Mimesis, in Riccardo
Castellana (a c.), La rappresentazione della
realtà. Studi su Auerbach, Artemide, Pisa 2010,
pp. 320-37.
Nota: nel caso in cui si citano più di tre articoli o
saggi dalla stessa opera collettanea, in
bibliografia va riportato solo il titolo del volume
senza menzionare i singoli saggi. Esempio:
Castellana Riccardo (a c.), La rappresentazione
della realtà. Studi su Auerbach, Artemide, Pisa
2010.
10
3.2.6 ATTI DI CONVEGNO
Note a pie’ di pagina
Bibliografia
I dati da scrivere:
I dati da scrivere:
• Il nome e il cognome dell’autore (in tondo)
• Il cognome e il nome dell’autore (in tondo)
• Il titolo del saggio (in corsivo)
• Il titolo del saggio (in corsivo)
• Il nome e il cognome del curatore (in tondo)
• Il nome e il cognome del curatore (in tondo)
• Il titolo del volume (in corsivo)
• Il titolo del volume (in corsivo)
• Il numero dell’edizione e il nome del • Il numero dell’edizione e il nome del
convegno (in tondo)
convegno (in tondo)
• Tra parentesi vanno scritti: la città che ha • Tra parentesi vanno scritti: la città che ha
ospitato il convegno e le date in cui si è
ospitato il convegno e le date in cui si è
svolto (in tondo)
svolto (in tondo)
• La casa editrice (in tondo)
• La casa editrice (in tondo)
• Il luogo e l’anno di pubblicazione (in tondo; • Il luogo e l’anno di pubblicazione (in tondo;
non separati da virgola)
non separati da virgola)
• I numeri della prima e dell’ultima pagina del • I numeri della prima e dell’ultima pagina del
saggio all’interno del volume (in tondo)
saggio all’interno del volume (in tondo)
• Il numero della pagina da cui si è citato (in
tondo)
Formato:
Nome Cognome, Titolo del saggio, in Nome
Cognome del curatore (a c.), Titolo del volume,
Atti del [numero dell’edizione e nome del
Convegno] (Città del convegno, data), Editore,
Città Anno, pp. del saggio all’interno del volume:
pagina o pagine della citazione.
Formato:
Cognome Nome, Titolo del saggio, in Nome
Cognome (a c.), Titolo del volume, Atti del
[numero dell’edizione e nome del Convegno]
(Città del convegno, data), Editore, Città Anno,
pp. del saggio all’interno del volume.
Esempio:
Franco Fido, La storia a teatro. Dalla tragedia
settecentesca e alfieriana componimenti teatrali
di Giovanni Pindemonte, in Guido Santato (a c.),
Letteratura italiana e cultura europea tra
Illuminismo romanticismo, Atti del Convegno
Internazionale di Studi (Padova-Venezia, 11-13
maggio 2000), Droz, Ginevra, 2003, pp. 236257:242-243.
Esempio:
Fido Franco, La storia a teatro. Dalla tragedia
settecentesca e alfieriana componimenti teatrali
di Giovanni Pindemonte, in Guido Santato (a
cura di), Letteratura italiana e cultura europea
tra Illuminismo
romanticismo, Atti del
Convegno Internazionale di Studi (PadovaVenezia, 11-13 maggio 2000), Droz, Ginevra,
2003, pp. 236-257.
Nota: nel caso in cui si citano più di tre saggi
dagli stessi atti, in bibliografia va riportato solo il
titolo del volume senza menzionare i singoli
saggi. Esempio:
Santato Guido (a cura di), Letteratura italiana e
cultura europea tra Illuminismo romanticismo,
Atti del Convegno Internazionale di Studi
(Padova-Venezia, 11-13 maggio 2000), Droz,
Ginevra, 2003.
11
3.2.7 ARTICOLI O SAGGI BREVI PUBBLICATI IN RIVISTE SPECIALIZZATE
Note a pie’ di pagina
Bibliografia
I dati da scrivere:
I dati da scrivere:
• Il nome e il cognome dell’autore (in tondo)
• Il cognome e il nome dell’autore (in tondo)
• Il titolo del saggio (in corsivo)
• Il titolo del saggio (in corsivo)
• Il titolo della rivista (in tondo e tra • Il titolo della rivista (in tondo e tra
virgolette)
virgolette)
• Il numero del volume (in tondo)
• Il numero del volume (in tondo)
• Il numero del fascicolo (in tondo)
• Il numero del fascicolo (in tondo)
• Il mese e l’anno di pubblicazione del • Il mese e l’anno di pubblicazione del
fascicolo (in tondo)
fascicolo (in tondo)
• I numeri della prima e dell’ultima pagina del • I numeri della prima e dell’ultima pagina del
saggio all’interno del volume (in tondo)
saggio all’interno del volume (in tondo)
• Il numero della pagina da cui si è citato (in
tondo)
Formato:
Nome Cognome, Titolo, in “Titolo della rivista”,
volume e/o numero, mese anno, pp.
dell’articolo: pagina o pagine della citazione.
Formato:
Cognome Nome, Titolo, in “Titolo della rivista”,
volume e/o numero, mese anno, pp.
dell’articolo.
Esempio:
Antonio Scuderi, Zi’ Dima as Carnival Symbol in
Pirandello’s La giara, in “The Modern Language
Review”, vol.108, n.1, gennaio 2013, pp.129141:135.
Esempio:
Scuderi Antonio, Zi’ Dima as Carnival Symbol in
Pirandello’s La giara, in “The Modern Language
Review”, vol.108, n.1, gennaio 2013, pp.129141.
3.2.8 ARTICOLI O INTERVISTE PUBBLICATI NEI QUOTIDIANI
Note a pie’ di pagina
Bibliografia
I dati da scrivere:
I dati da scrivere:
• Il nome e il cognome dell’autore (in tondo)
• Il cognome e il nome dell’autore (in tondo)
• Il titolo dell’articolo (in corsivo)
• Il titolo dell’articolo (in corsivo)
• Il titolo del giornale (in tondo e tra • Il titolo del giornale (in tondo e tra
virgolette)
virgolette)
• La data di pubblicazione (giorno/mese/anno • La data di pubblicazione (giorno/mese/anno
in tondo).
in tondo).
Formato:
Formato:
Nome Cognome, Titolo, in “Titolo del giornale”, Cognome Nome, Titolo, in “Titolo del giornale”,
data di pubblicazione.
data di pubblicazione.
Esempio:
Ranieri Polese, Cento vite scomode chiamate
Tabucchi, ne “Il Corriere della Sera”, 11
dicembre 2012.
Esempio:
Polese Ranieri, Cento vite scomode chiamate
Tabucchi, ne “Il Corriere della Sera”, 11
dicembre 2012.
12
3.2.9 SITI WEB
Note a pie’ di pagina
Bibliografia
I dati da scrivere:
I dati da scrivere:
• Il nome e il cognome dell’autore (in tondo)
• Il cognome e il nome dell’autore (in tondo)
• Il titolo dell’articolo (in corsivo)
• Il titolo dell’articolo (in corsivo)
• Il nome del sito (in tondo e tra virgolette)
• Il nome del sito (in tondo e tra virgolette)
• L’indirizzo web (in tondo)
• L’indirizzo web (in tondo)
• La data di pubblicazione (in tondo).
• La data di pubblicazione (in tondo).
Formato:
Formato:
Nome Cognome, Titolo, in “Nome sito web”, Cognome Nome, Titolo, in “Nome sito web”,
indirizzo web, data di pubblicazione.
indirizzo web, data di pubblicazione.
Esempio:
Giuseppe Bonifacino, L’oceano delle parvenze, in
“The Edinburgh Journal of Gadda Studies”,
http://www.gadda.ed.ac.uk/Pages/journal/supp
3atti1/articles/bonifconf1.php, 6 aprile 2005.
Esempio:
Bonifacino Giuseppe, L’oceano delle parvenze,
in “The Edinburgh Journal of Gadda Studies”,
http://www.gadda.ed.ac.uk/Pages/journal/supp
3atti1/articles/bonifconf1.php, 6 aprile 2005.
3.2.10 CAPITOLI IN STORIE DELLA LETTERATURA ITALIANA A PIÙ VOLUMI
Note a pie’ di pagina
Bibliografia
I dati da scrivere:
I dati da scrivere:
• Il nome e il cognome dell’autore della parte • Il cognome e il nome dell’autore della parte
(in tondo)
(in tondo)
• Il titolo della parte (in corsivo)
• Il titolo della parte (in corsivo)
• Il nome del curatore (in todo)
• Il nome del curatore (in todo)
• Il titolo della storia della letteratura italiana • Il titolo della storia della letteratura italiana
(in corsivo)
(in corsivo)
• Il numero del volume (in tondo)
• Il numero del volume (in tondo)
• Il titolo del volume (in corsivo)
• Il titolo del volume (in corsivo)
• Il nome della casa editrice (in tondo)
• Il nome della casa editrice (in tondo)
• Il luogo e l’anno di pubblicazione (in tondo; • Il luogo e l’anno di pubblicazione (in tondo;
non separati da virgola)
non separati da virgola)
• I numeri della prima e dell’ultima pagina • I numeri della prima e dell’ultima pagina
della parte
della parte
• Il numero della pagina da cui si è citato (in
tondo)
Formato:
Formato:
Nome Cognome, Titolo della parte, in Nome e Nome Cognome, Titolo della parte, in Nome e
Cognome del curatore, Titolo della storia della Cognome del curatore, Titolo della storia della
letteratura italiana, vol., Titolo del volume, letteratura italiana, vol., Titolo del volume,
Editore, Città Anno, pp.:
Editore, Città Anno, pp.:
Esempio:
Giuseppe Zaccaria, Italo Calvino, in Enrico
Malato (a c.), Storia della letteratura italiana,
vol. IX, Il Novecento, Roma, Salerno 2000,
pp.883-923: 890.
Esempio:
Zaccaria Giuseppe, Italo Calvino, in Enrico
Malato (a c.), Storia della letteratura italiana,
vol. IX, Il Novecento, Roma, Salerno 2000,
pp.883-923.
13
3.2.11 TESI DI LAUREA INEDITE
Note a pie’ di pagina
Bibliografia
I dati da scrivere:
I dati da scrivere:
• Il nome e il cognome dell’autore (in tondo)
• Il cognome e il nome dell’autore della parte
(in tondo)
• Il titolo della tesi (in corsivo)
• Il titolo della tesi (in corsivo)
• Le informazioni sulla Facoltà e l’Università
• Le informazioni sulla Facoltà e l’Università
• L’anno accademico
• Il numero della pagina da cui si è citato (in • L’anno accademico
tondo)
Formato:
Formato:
Nome Cognome, Titolo della tesi, tesi di laurea Cognome Nome, Titolo della tesi, tesi di laurea
discussa presso la Facoltà dell’Università, mai discussa presso la Facoltà dell’Università, mai
pubblicata, anno accademico, pp.:
pubblicata, anno accademico.
Esempio:
Maura Sancini, La fiaba come strumento di
comunicazione interculturale, tesi di laurea
discussa presso la Facoltà di Lingue e
Letterature Straniere dell’Università Cattolica
del Sacro Cuore di Milano, mai pubblicata, anno
accademico 2005/2006, p.95.
Esempio:
Sancini Maura, La fiaba come strumento di
comunicazione interculturale, tesi di laurea
discussa presso la Facoltà di Lingue e
Letterature Straniere dell’Università Cattolica
del Sacro Cuore di Milano, mai pubblicata, anno
accademico 2005/2006.
3.2.12 CITARE UNA VOCE O UN LEMMA DA UN’ENCICLOPEDIA, DIZIONARIO O SIMILI
Note a pie’ di pagina
Bibliografia
I dati da scrivere:
I dati da scrivere:
• Il nome e il cognome del redattore della • Il cognome e il nome del redattore della
voce o lemma (in tondo)
voce o lemma (in tondo)
• Il titolo della voce o lemma (in corsivo)
• Il titolo del dizionario o dell’enciclopedia (in
corsivo)
• Il nome e il cognome del curatore del
• Il nome della casa editrice (in tondo)
dizionario o dell’enciclopedia (in tondo)
• Il titolo del dizionario o dell’enciclopedia (in • Il luogo e l’anno di pubblicazione (in tondo)
corsivo)
• Il numero del volume se è un’opera a più
volumi (in tondo)
• Il nome della casa editrice (in tondo)
• Il luogo e l’anno di pubblicazione (in tondo)
• I numeri della prima e dell’ultima pagina
della voce o lemma (in tondo)
• Il numero della pagina da cui si è citato (in
tondo)
Formato:
Formato:
Nome Cognome, Titolo della voce o lemma, sub Cognome Nome (a c.), Titolo del dizionario o
voce in Nome Cognome (a c.), Titolo del dell’enciclopedia, editore, luogo data
dizionario o dell’enciclopedia, vol., editore,
luogo data, pp.:
Esempio:
Esempio:
S.a., Grotta, Buca, Caverna, sub voce in Gian Caprettini Gian Paolo (a c.), Dizionario della
Paolo Caprettini (a c.), Dizionario della fiaba fiaba italiana, Meltemi, Roma 2000.
italiana, Meltemi, Roma 2000, pp.206-208:206.
14
Qualora si cita da manoscritti o carte di un archivio, vanno fornite tutte le informazioni disponibili
sull’autore del documento, il titolo, e gli altri dati sull’ sull’archivio, il fondo, il singolo pezzo della
serie in esame, il numero o i numeri mediante cui è possibile rintracciare le carte da cui si cita.
Avvertenze:
1. Nelle note a pie’ di pagina e nella bibliografia si deve riportare la data di pubblicazione
dell’edizione che si è consultata. Nel caso non si tratti di una prima edizione, dopo la data di
pubblicazione dell’edizione consultata bisogna mettere tra parentesi quadre la data di
pubblicazione della prima edizione.
2. La seconda volta che si cita da un testo (ma non nella nota successiva), nella nota a pie’ di
pagina si omettono il nome della casa editrice, il luogo e l’anno di pubblicazione. Al posto di questi
si scrive semplicemente cit.:
Nome Cognome, Titolo, cit., p/pp.
Esempio: Umberto Eco, Lector in fabula, cit., p.87.
3. Quando si cita lo stesso testo alla stessa pagina della nota a pie’ di pagina precedente, si scrive
semplicimente: Ibid.
Esempio:
Umberto Eco, Lector in fabula, cit., p.87.
25
Ibid.
24
4. Nei casi in cui si cita di seguito lo stesso libro/saggio/articolo/ecc. ma ad una pagina diversa si
scrive: Ivi, p./pp.
Esempio:
Umberto Eco, Lector in fabula, cit., p.87.
25
Ivi, p.90.
24
5. È possibile utilizzare Id. quando l’autore di un libro è lo stesso del libro menzionato appena
prima nella stessa nota o nella nota precedente:
Esempio: Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, in Id., Saggi su società e politica, a cura di Cesare
Segre, Mondadori, Milano, 1999.
6. Per le citazioni dei classici può bastare il luogo testuale (a meno che la propria analisi non
richieda la specificazione dell’edizione):
Dante Alighieri, Inferno IX, 97
F. Petrarca, Canzoniere, XC, vv. 1-4.
Giacomo Leopardi, Il risorgimento, vv. 105-106.
7. Anche per le citazioni indirette (le parafrasi o le sintesi) bisogna segnalare sempre la fonte. In
questo caso si devono seguire le norme elencate sopra, introducendo la nota a piè pagina con la
sigla Cfr.
Es.: Cfr. Walter Benjamin, Angelus novus, cit., p. 80-93.
15
4. ULTERIORI ISTRUZIONI SULLA REDAZIONE DEI TESTI
4.1 Le lettere accentate
In italiano esiste una chiara e netta distinzione tra l’apostrofo e l’accento. Si tratta di una
distinzione molto importante da un punto di vista grammaticale. Dal punto di vista grafico bisogna
segnalare correttamente l’accento, distinguendolo chiaramente dall’apostrofo. Quindi di deve
scrivere perché non perche’.
4.2 Stili
Il grassetto va utilizzato solo per i titoli dei capitoli e dei paragrafi.
Il corsivo si usa invece per indicare:
1. I titoli di opere d’ingegno, vale a dire libri, poesie, quadri, opere musicali, film, ecc.
2. Le parole di origine straniera che non sono di uso comune
3. I termini scientifici/la terminologia di origine latina
Si scrivono in maiuscolo:
1. La prima lettera della parola/articolo all’inizio di una frase
2. La prima lettera di tutti i nomi propri
3. I nomi che indicano epoche, avvenimenti di grande importanza (esempi: il Rinascimento, il
Quattrocento)
4. I nomi geografici (esempi: Mar Mediterraneo, Mar Nero, Monte Bianco, Lago Maggiore)
5. Gli appellativi e i soprannomi (esempio: Lorenzo il Magnifico).
Va ricordato inoltre che in italiano le parole che compongono un titolo sono tutte scritte in
minuscolo tranne la prima lettera della prima parola del titolo e i nomi propri. In inglese, al
contrario, tutti i sostantivi si scrivono con la maiuscola.
Infine è assolutamente da evitare l’uso del grassetto, del sottolineato e del maiuscoletto per
evidenziare alcune parte del lavoro accademico.
4.3 Spazi bianchi tra parole
In italiano si deve mettere un solo spazio bianco nei seguenti casi:
- Tra le singole parole
- Dopo i segni di interpunzione, tranne nei casi in cui sono seguiti da virgolette o
parentesi che si chiudono oppure da esponenti di nota
- Prima di una parentesi aperta o di virgolette che si aprono
- Prima e dopo una lineetta o trattino medio e lungo
Non si deve mettere alcuno spazio bianco:
- Prima dei segni d’interpunzione (l’eccezione è costituita da lineette oppure
virgolette/parentesi che si aprono);
- Dopo una parentesi aperta o le virgolette che si aprono;
- Prima o dopo l’apostrofo, chiaramente tranne che in quei rari casi in cui l’apostrofo
indica un troncamento (es. be’, mo’, po’).
4.4 Virgolette
Vanno usate solo le virgolette alte (“ ”) per le CITAZIONI. Le virgolette ad apice singolo (‘ ’) si
usano solo per citazioni nelle citazioni.
16
Es. 1: Nel suo saggio Lo statuto logico del discorso funzionale, John Searle scrive: “Non c’è nessuna
proprietà testuale, sintattica o semantica che identifichi un testo come un’opera di finzione”
esponente nota
.
Es. 2: Enrico Crispolti rileva con particolare precisione il momento di rottura che dal modernismo
ha portato alla postmodernità: “Il momento di reale rottura si manifesta indubbiamente
nell’ambito del radicalismo esistenziale informale degli anni Quaranta-Cinquanta. Come ricorda
Barilli, il postmoderno come gusto di disinvolto sincretismo visivo ‘rappresenta l’aspetto più
superficiale e folcloristico del postmoderno’” esponente nota.
4.5 Abbreviazioni
Si elencano di seguito alcune delle abbreviazioni più comunemente utilizzate in ambito
accademico:
a cura di
appendice
articolo/i
capitolo/i
circa
confronta
eccetera
esempio
fascicolo/i
figura/e
ibidem
idem
illustrazione/i
manoscritto/manoscritti
nota dell’autore
nota del curatore
nota del redattore
nota del traduttore
numero/i
opera citata
pagina/e
seguente/seguenti
senza indicazione di nome
senza indicazione di data
senza indicazione di luogo
senza indicazione del nome dell’editore
sezione/i
supplemento
tabella/e
tavola/e
tomo
traduzione italiana
vedi
verso/versi
volume/i
a c.
app.
art.
cap./capp.
ca.
cfr.
ecc. (mai preceduto da virgola)
es.
fasc.
fig./figg.
ibid.
id.
ill.
ms./mss.
[N.d.A.]
[N.d.C.]
[N.d.R.]
[N.d.T.]
n./nn.
cit.
p./pp.
sg./sgg.
s.a.
s.d.
s.l.
s.n.
sez./sezz.
suppl.
tab./tabb.
tav./tavv.
t.
trad. it.
vd.
v./vv.
vol./voll.
17
4.6 Immagini
Il testo può essere corredato da immagini.
All’interno del testo si può fare riferimento a un’immagine con l’indicazione (fig. 1) o, nel caso di
più immagini (figg. 1-3).
Le immagini devono essere numerate progressivamente in base all’ordine con cui si vuole che
vengano disposte nel volume (la numerazione deve ovviamente corrispondere a quella
eventualmente utilizzata all’interno del testo).
Purché di buona qualità, sono ammessi tutti i tipi di formato (diapositiva, stampe, ecc.,) tranne le
fotocopie (solo laser a colori).
4.7 Didascalie immagini
Ogni immagine va corredata da una didascalia.
Per i fotogrammi di film è sufficiente indicare titolo, autore e anno del film: Blow up (Michelangelo
Antonioni, 1966).
Nel caso di immagini tratte da libri, riviste, siti o altro, è necessario, oltre a una breve descrizione
del contenuto dell’immagine, la citazione della fonte da cui è stata tratta, completa del numero di
pagina in cui si trova l’immagine stessa.
Attenzione: Le didascalie devono essere numerate progressivamente.
5. IL PLAGIO
Il plagio è il più grave atto che uno studente possa compiere nella stesura del proprio elaborato. Il
Dipartimento di italiano, in accordo con i regolamenti dell’Università di Malta, si impegna a
segnalare e sanzionare TUTTI i casi di plagio. Si riporta qui di seguito un estratto tratto dal
regolamento dell’Università relativo al plagio. Ulteriori informazioni si troveranno seguendo il link:
http://www.um.edu.mt/ict/ics/links/plagiarism
oppure contattando il Registrar’s Office dell’Università di Malta.
Plagiarism: Information and Policy
To plagiarise is "to steal and pass off (the ideas or words of another) as one's own: use (another's
production) without crediting the source" or "to commit literary theft : present as new and
original an idea or product derived from an existing source" (Merriam-Webster Online).
The University of Malta defines plagiarism as the unacknowledged use, as one's own, of work of
another person, whether or not such work has been published (University of Malta, Regulations
Governing Conduct at Examinations, 1997 and Assessment Tests Regulations, 1997).
Plagiarism can be a deliberate intention to cheat, or it can be an innocent misuse of material
without proper citation or acknowledgement. The Department of Computer Science and AI,
18
Faculty of Science, and the University of Malta, will not tolerate plagiarism in any form. The
minimum punishment is an appropriate reduction of marks. The maximum punishment,
enforceable by Senate, is expulsion from the degree programme. It is the student's responsibility
to ensure that the work presented for assessment is free from plagiarism.
To help students avoid plagiarism, the Department of Computer Science and AI provides a short
course each semester. Students are advised to attend as the Department assumes that all
students know how to avoid plagiarism. The lecture notes are available as a Microsoft Powerpoint
presentation. Links to online guides to plagiarism and how to avoid it can be found at the end of
this document.
A record of the details of an act of plagiarism may be permanently noted on a student's file.
Final Year Projects, Assigned Practical Tasks, and other assignments
All incidents of plagiarism and collusion, regardless of their severity, must be reported to the Chair
of the Board of Studies for IT or the Dean of the Faculty of Science (depending on how the student
is registered for the study-unit concerned). The examiner should grade the work as though no
plagiarism had occurred, and must indicate the extent to which the plagiarism/collusion occurred.
Incidents of cheating during written examinations will be handled in accordance with current
practice.
Innocent offences
A Disciplinary Board may reduce the grade awarded by any amount considered appropriate. It is
possible for the Board to award 0 (zero) marks to a submitted work. The offending student should
be verbally warned and instructed to receive advice on avoiding plagiarism. A temporary record
should be kept on the student's file, to be removed after two consecutive assessment sessions
should the student not have plagiarised again.
Serious offences
A serious offence is considered to have occurred if there is reason to believe that the student
intended to deceive the examiner and/or defraud the author of the plagiarised work, or if the
offence is innocent but this is the second or subsequent case of plagiarism by the student. The
Board will refer the case to the Examinations Disciplinary Board. The Disciplinary Board will
investigate the case in line with current regulations. Depending on the severity of the offence, the
Disciplinary Board may reduce marks, fail the student for this work, cancel the result of the studyunit of which the offending work is a part, cancel the results of all work carried out during the
same assessment session, or refer the case to Senate to (i) temporarily suspend the student from
the University, or (ii) expel the student from the University.
In the event that a serious offence has been committed a permanent record will be placed on the
student's file.
19