sintesi progetti - Arcidiocesi di Lucca

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sintesi progetti - Arcidiocesi di Lucca
SINTESI PROGETTI
BURKINA FASO
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Progetto “Poche briciole” Lotta alla malnutrizione infantile e alla cura dei bambini affetti da gravi
patologie alimentari/nutrizionali.
La struttura che accoglie i bambini e le madri prende il nome di C.R.E.N (Centro di Riabilitazione e educazione
nutrizionale) ed è attualmente oggetto di un progetto di ristrutturazione e di ampliamento delle sale per
garantire degli spazi più accoglienti, igienicamente adeguati e provvisti di attrezzature adeguate alle emergenze e
alla degenza dei bambini.
Il C.R.E.N rappresenta non solo una struttura sanitaria ma anche un centro di prima accoglienza e di
aggregazione sociale dove le donne possono trovare un rifugio e, allo stesso tempo, apprendere le tecniche
alimentari per provvedere alla cura dei bambini avvalendosi delle risorse primarie che possono essere recuperate
nei mercati locali. Il progetto prevede, inoltre, una fase importante dedita al monitoraggio dei villaggi più lontani
al fine di controllare costantemente, attraverso una sorta di “ambulatorio itinerante”, l’eventuale insorgere di casi
gravi da indirizzare al Cren e, allo stesso tempo, accertare il corretto sviluppo dei bambini che sono stati dimessi
dal Centro.
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Progetto “Ferri del mestiere” relativo alla formazione professionale di giovani adolescenti.
Le attività si svolgono all’interno del “Centre artigianal” (Atelier) del villaggio di Tougourì dove vengono
accolti ragazzi provenienti dai diversi villaggi e interessati a intraprendere attività tecniche nell’ambito della
meccanica, della falegnameria e della sartoria.
Il ragazzo intraprende, così, un percorso di avviamento al lavoro che garantisca, oltre a una formazione tecnica,
anche una preparazione specifica in materia di alfabetizzazione (a diversi livelli) di contabilità e di catalogazione
dei materiali.
Il periodo di formazione dei giovani si sviluppa nell’arco di 2 anni e avviene sotto il costante monitoraggio
di formatori competenti, uno per ciascuna disciplina, i quali accompagnano il ragazzo nel proprio percorso
formativo.
I ragazzi vengono divisi in tre gruppi di lavoro a seconda della attività prescelta:
Nel corso della mattinata, a fasi alterne, si insegnano le varie tecniche di lavorazione sotto il profilo tecnicomanuale e si provvede a trasmettere nozioni teoriche in ambito linguistico, matematico e gestionale.
Nel pomeriggio si procede alla fase operativa utilizzando la strumentazione a disposizione dell’atelier.
Attualmente è previsto un incremento dei macchinari in dotazione dell’atelier nel settore della
falegnameria. Al riguardo è previsto con gli inizi di novembre l’invio di un formatore esperto nell’utilizzo
della strumentazione fatta pervenire dall’Italia.
Nel corso dell’anno 2008 è stato presentato un progetto alla Regione Toscana finalizzato all’alfabetizzazione
e scolarizzazione serale dei giovani “adulti” provenienti dalle aree rurali e frequentanti il corso di formazione
professionale all’atelier. In attesa di valutazione.
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Progetto “Penelope” diretto alla promozione e alla crescita professionale di giovani donne.
Il progetto vuole garantire un percorso formativo incentrato sull’acquisizione di competenze di base e di abilità
artigianali tradizionali tali da permettere l’avviamento di piccole attività generatrici di reddito. Il progetto è
rivolto a ben 35 villaggi dislocati sul territorio parrocchiale in un raggio di intervento di 60 Km. L’intervento ha
visto l’avvio di due grandi sessioni di formazione che si sono tenute al “centro delle donne” della parrocchia di
Tougourì per una durata complessiva di 1 mese per ogni sessione. Le donne che hanno preso parte alle sessioni
di formazione sono state inviate da ciascuno dei 35 villaggi monitorati in numero pari a due unità, per un totale
di 70 donne.
Le materie oggetto di insegnamento all’interno delle sessioni di formazione hanno garantito l’acquisizione di
abilità tecniche nel campo della sartoria, della tintura delle stoffe e della fabbricazione del sapone.
Accanto ad una formazione di tipo manuale ne è stata affiancata una relativa a tematiche inerenti al campo
sociale (la pianificazione e la gestione familiare, l’economia familiare, la vita comunitaria), sanitario
( prevenzione dell’aids e delle malattie sessualmente trasmissibili, allattamento dei piccoli) e giuridica (diritti
della donna, emancipazione della donna, ruolo della donna all’interno della società).
Successivamente è stata avviata una ulteriore formazione a carattere decentrato nei diversi villaggi che erano
stati monitorati nella prima fase del progetto e che sono stati ripartiti in 7 raggruppamenti (comprendenti 5
villaggi ciascuno) al fine di permettere una maggiore facilità di spostamento e una ottimizzazione dei tempi di
azione. La formazione si è sviluppata nel corso di 7 settimane.
In un secondo tempo sono stati erogati crediti a tutte quelle donne che avessero promosso un progetto sostenibile
nel tempo, privilegiando le cooperative di donne che avessero preso parte alla formazione.
Generalmente le donne hanno intrapreso attività di piccolo commercio, di allevamento, di fabbricazione del
sapone o di tintura delle stoffe. I villaggi a cui sono stati concessi i crediti sono 12 prevalentemente localizzati
nelle aree rurali.
Attualmente abbiamo riscosso più del 93% dei crediti concessi. Stiamo aspettando solo alcuni crediti rilasciati
nell’ambito dell’allevamento e ne stiamo erogando degli altri nei villaggi che erano stati monitorati nella prima
fase.
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Progetto “Acqua Sole Vento Energia per Tougourì” si propone di aumentare la disponibilità di energia e
l’approvvigionamento idrico della popolazione del villaggio di Tougouri attraverso la creazione di modelli
replicabili e sostenibili.
L’intervento risponde ad un bisogno identificato dalla popolazione locale e prevede di sviluppare un sistema
isolato di generazione e distribuzione di energia elettrica facendo ricorso per quanto possibile alle energie
rinnovabili (L’energia solare, in quanto lo studio di fattibilità relativo allo sfruttamento dell’energia eolica non
ha dato risultati soddisfacenti e continuativi nel tempo).
Il progressivo aumento della disponibilità di energia elettrica contribuirà allo sviluppo socio economico della
zona perchè consentirà:
o Il pompaggio dell’acqua per aumentarne la disponibilità per usi civili ed agricoli
o La fornitura di energia alle strutture socio sanitarie (centro nutrizionale e sanitario)
o La disponibilità di energia elettrica per lo sviluppo di imprese artigiane
o L’erogazione di energia a appannaggio delle strutture scolastiche.
o L’illuminazione nelle ore notturne. Ciò consentirebbe il prolungamento delle attività familiari,
sociali, commerciali e di studio.
Il progetto può vantare una struttura organica ben articolata e sviluppata su più livelli, distinguendo tra
un comitato direttivo, uno gestionale e uno operativo, quest’ultimo composto da tecnici ed elettrici
reperiti in loco deputati all’istallazione, monitoraggio e alla manutenzione dell’apparato elettrico e
meccanico.
Il progetto vuole fungere da motore propulsore per lo sviluppo economico e sociale dell’intera comunità,
ma allo stesso tempo, mira a rendere consapevoli e responsabili gli stessi utenti circa un uso proprio e
ponderato delle energie messe a disposizione le quali non devono essere consumate in maniera
incondizionata perché ciò graverebbe negativamente non solo su tutta l’economia locale ma avrebbe
degli effetti negativi anche su quelli che sono i servizi primari ed essenziali delle persone.
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Micro Interventi in fase di sviluppo:
Collaborazione avviata con l’ONG Shalom di San Miniato e l’ONG Centro di Sviluppo Umano di
Viareggio per l’allestimento di Forages (punti di acqua ottenuti con la trivellazione in profondità del
terreno) nelle aree rurali dell’entroterra al fine di garantire l’approvvigionamento idrico. La proposta è
quella di abbattere i costi di studio e di realizzazione predisponendo i Forages in zone strategiche quali:
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Nelle aree facilmente raggiungibili da più villaggi, al fine di garantire la fruibilità del bene acqua a più
persone e sviluppare forme di conciliazione tra le diverse comunità;
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Vicino ai Presidi ospedalieri di base e ai Centri scolastici di villaggio.
Sulla base di uno studio di fattibilità realizzato sul posto da una equipe di tecnici e di concerto con le autorità
pubbliche del Comune di Tougourì si prevederanno più interventi rivolti rispettivamente a:
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realizzazione di 2 forages con relativi chateaux (ossia cisterna sopraelevata di raccolta d’acqua la quale,
attraverso appositi rubinetti manuali, garantisce l’erogazione di acqua potabile) nel centro di Tougourì
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realizzazione di Forages in 5 villaggi dell’entroterra.
RWANDA
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Progetto Crescere la Speranza L’intervento mira ad un miglioramento delle condizioni sanitarie nello stato
del Rwanda coivolgendo i Centri di Nyarurema, Cyeza;Butare e Muhura.
L’intervento focalizza l’attenzione sulla popolazione infantile tra gli 0 e i 15 anni, attraverso una duplice azione
di lotta contro HIV e patologie opportunistiche ad esso associate e contro la malnutrizione e le patologie ad essa
connesse. Tra gli obiettivi specifici perseguiti dal progetto si elenca:
OBIETTIVO 1:
Potenziamento delle reti sanitarie già esistenti per la diagnosi e il trattamento di HIV e
malnutrizione.
Il progetto mira al potenziamento strutturale dei 4 centri coinvolti nell’intervento, sia dal punto di vista della
strumentazione diagnostica in dotazione ai centri sanitari, sia delle possibilità terapeutiche, tramite un
accompagnamento e un'integrazione dei programmi di trattamento antiretrovirale già attivi.
OBIETTIVO 2:
Promozione della formazione professionale e delle potenzialità di azione del personale
sanitario e sociale del luogo in merito a HIV e malnutrizione.
I 4 centri sanitari coinvolti nel progetto lamentano la scarsezza del personale sanitario e la mancanza di formazione
specifica sulle tematiche connesse ad AIDS e malnutrizione.
Il progetto promuove il potenziamento delle capacità professionali del personale dei quattro centri coinvolti ed il
loro affiancamento da parte di assistenti sociali in grado di svolgere un’efficace azione di prevenzione sul territorio e
di sostegno psicologico ai malati.
OBIETTIVO 3:
Promozione di una campagna di educazione alla salute in merito a HIV e malnutrizione.
Il lavoro di assistenza sanitaria deve essere affiancato da un’opera di sensibilizzazione sulle colline per la
prevenzione dei fenomeni di malnutrizione e di contagio da HIV, al fine di garantire la sua efficacia.
L’obiettivo di una massiccia campagna di educazione alla salute è perseguito grazie all’impiego di formatori locali
sulle colline, per raggiungere sul terreno i soggetti più isolati e abitualmente non raggiunti dai programmi di
prevenzione sanitaria.
L’impiego dei formatori locali permette di annullare la distanza tra beneficiari e formatori, garantendo l’efficacia
delle scelte comunicative operate.
OBIETTIVO 4:
Costituzione e sostegno di gruppi di solidarietà tra i sieropositivi ed i malati di AIDS.
Il quarto obiettivo del progetto è teso all’organizzazione di associazioni tra sieropositivi e malati, per organizzare
forme di solidarietà reciproca e di mutuo soccorso. Nello specifico, ci si propone di accompagnare i malati nella
progettazione, gestione e verifica di progetti generatori di reddito da gestire in gruppo (PGR).
Le attività sono supportate da finanziamenti erogati secondo la logica del microcredito: prestiti di modesta entità, a
interessi bassi, da rimborsare in rate minime nel corso del tempo, in modo da educare al risparmio e garantire la
solvibilità.
Il capitale rimborsato è ridistribuito alle associazioni sotto forma di nuovo credito, dopo l’estinzione del primo.
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Progetto “I Figli del Villaggio” Volto alla costruzione di una casa di accoglienza e cura per bambini affetti
da HIV rimasti orfani o nell’impossibilità di essere seguiti dalla famiglia.
L’interesse che si vuole soddisfare è quello di lottare contro il fenomeno dell’HIV/AIDS attraverso un intervento
di terapia e sostegno agli orfani di AIDS o anch'essi sieropositivi nei momenti di maggiore incidenza della
malattia, favorendo un successivo reiserimento all'interno della "famiglia allargata" laddove sia possibile, e
continuando a sostenere a distanza l'orfano e la famiglia che l’accoglie. Nello specifico il progetto è diretto alla
costruzione di 2 stabili da destinare a:
 degenza
 cura
 monitoraggio
 somministrazione dei pasti e stoccaggio
Per i bambini che continueranno a vivere in famiglia, ma che versano in obiettive condizioni di necessità, potrà
essere valutata la possibilità di un'accoglienza diurna, che comprenda l’assistenza sanitaria, la refezione e le
iniziative formative e ludico-ricreative. Destinatari diretti dell’iniziativa saranno
20 minori orfani e/o
sieropositivi che si trovano nell'impossibilità di accedere ai servizi fondamentali alla persona.
Indirettamente, invece, saranno favorite rispettivamente le almeno 20 famiglie allargate (circa 150 persone) le
quali vedranno sensibilmente ridotto il tasso di mortalità dei propri membri, l'intera comunità di
appartenenza dei bambini, i 4 presidi ospedalieri (Muhura, Cyeza, Nyarurema; Niagatare) e i Centri di recupero
per bambini affetti da Hiv correlati a gravi patologie legate alla malnutrizione.
PERU’
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Centro di Salute di Livitaca “Policlinico Santa Gemma Galgani” finalizzato alla prevenzione,
l’assistenza e la cura della popolazione.
L’intervento nasce per dare una risposta concreta alle carenze sanitarie della Provincia di Chumbivilcas dove i
servizi essenziali alla persona sono deficitari sia sotto l’aspetto del quantità che della qualità del personale
soprattutto nei distretti più lontani come Livitaca che dista 7 ore di macchina dalla Capitale della provincia
(San Tomas). Si sottolinea un alto tasso di mortalità infantile dovuto a malnutrizione e
carenza di assistenza sanitaria. Le principali patologie che si registrano sono a carico dell’apparato
respiratorio (bronchiti, tubercolosi), dell’apparato gastrointestinale (diarrea e dissenteria) inoltre, è molto
frequente nelle donne casi di infezioni dell’apparato genito-urinario. Numerose anche le malattie
dermatologiche.
Nello specifico il Centro di salute presterà assistenza agli abitanti di Livitaca e dei distretti circostanti,
Ch’amaca e Yanaoca, rappresentando, peraltro, una opportunità di collocamento lavorativo e di sviluppo
locale in una zona con altissimo tasso di disoccupazione. La piena disponibilità della Municipalità di Livitaca
a rendersi partecipe dell’intervento e la stessa approvazione del ministero regionale della salute di Cuzco
hanno rappresentato la premessa essenziale affinché si concretizzasse il progetto.
Azioni previste per l’anno 2008 - 2009
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Avviamento delle attività ambulatoriali di medicina generale, pediatria, ginecologia e odontostomatologia;
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Avviamento del servizio di primo soccorso;
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Distribuzione medicinali;
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Corsi di formazione per personale locale in ambito di educazione sanitaria;
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Identificazione operatori sanitari di villaggio (O.S.V)in riferimento alle comunità più decentrate;
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Medicina preventiva rivolta al comparto materno infantile;
Azioni previste per l’anno 2009:
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Attività a pieno regime di servizio assistenziale di medicina generale, pediatria, ginecologia e
odontostomatologia;
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Attività a pieno regime di primo soccorso;
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Servizio di assistenza durante la gravidanza, l’allattamento e il periodo neonatale;
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Corsi di educazione sanitaria tenuti dagli O.S.V formati nel corso delle sessioni precedenti;
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Attivazione di ambulatori mobili con personale medico infermieristico in collaborazione con gli O.S.V
per il servizio di assistenza nelle comunità rurali.
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Progetto Solidaridad Andina:
Il progetto ha come finalità il potenziamento dell’agricoltura, fornendo mezzi e tecnologia adeguata a una
valorizzazione della coltivazione dei prodotti tipici locali.
Obiettivi del progetto:
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Promuovere la produzione agricola per auto sostentamento e sviluppo locale attraverso la
commercializzazione dei prodotti ma anche la distribuzione di alimenti alle organizzazioni di base
come i “Clubes di madres”, alle mense popolari e alle famiglie che versano in stato di necessità;;
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Potenziare la coltivazione nella zona delle Ande costituita da patate, quinta, trigo, mais, oca, ortaggi;
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Creare occupazione;
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Ridurre gli alti costi dei generi alimentari;
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Creare benessere da reinvestire in opere sociali;
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Potenziare e innovare sotto il profilo delle tecniche di lavoro agricolo per sostenere le capacità degli
agricoltori locali.
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Prevenire situazioni di malnutrizione dovute a carenze alimentari;
Progetto Mense popolari “Diamo Loro da mangiare”
Il progetto è volto a combattere il dilagante fenomeno della malnutrizione infantile attraverso la presenza
di 3 mense dislocate sul territorio (vicino a Cuzco) che accolgono rispettivamente 200 bambini di una
fascia di età compresa tra i 4 e gli 10 anni.
BRASILE
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L’escolinhas – Progetto scuoline di Rio Branco
Il progetto si indirizza e offre sostegno a più di 1.400 bambini in una fascia di età compresa tra i 4 e gli 8 anni.
In un contesto sociale dove la famiglia versa spesso in condizioni economiche disagiate (spesso l’unico pasto
consumato dai bambini è quello offerto dalla scuola) e dove il fenomeno della disoccupazione, dell’alcolismo
e delle violenze familiari generano disgregazioni e fratture insanabili all’interno del nucleo familiare, la
scuola può rappresentare oltre che un luogo di formazione e di educazione anche un
centro di aggregazione sociale dove il bambino ha la possibilità di essere seguito e di condividere con gli altri
momenti di gioco e di studio.
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Progetto “Arco Iris”
Il progetto trova la propria collocazione nello stato dell’Acre, città di Rio Branco ed è costituito da un centro
di recupero per persone con dipendenze chimiche (droghe). Nella comunità è possibile entrare gratuitamente
e intraprendere un percorso di cura, assistenza e educazione finalizzato al reinserimento finale del ragazzo
nella società attraverso la ricerca di un posto di lavoro. Ogni ragazzo che ha aderito al progetto verrà,poi,
seguito e assistito anche nella fase di “ricollocazione sociale”.
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Il lebbrosario di Susa Araujo
Il progetto è finalizzato alla lotta contro la lebbra che rappresenta tutt’oggi una piaga ancora presente nel
Brasile. Nello specifico si fa riferimento ad una casa di accoglienza per persone affette dal Morbo di Hansen
(lebbra). La casa, situata a circa 15 kilometri dalla capitale, accoglie quanti sono stati colpiti dal morbo di
Hansen (lebbra), una malattia ancora fortemente stigmatizzata a livello sociale e i cui malati sono sottoposti a
un forte isolamento. L’utilità della struttura è sottolineata dal fatto che le ultime stime rispetto alla diffusione
della malattia segnalano un aumento del comparire dei casi. Nonostante la politica del governo federale volta
a debellare il morbo di Hansen, le stime dell’incidenza della malattia sulla popolazione sono ancora lontane
dal raggiungimento dell’1 caso su 1.000, auspicato quale segnale del processo di estirpazione definitiva.
La casa si accoglienza Sousa Araujo fatica a garantirsi l’autonomia dal punto di vista finanziario. Nonostante
che le spese per il personale della Casa siano sostenute dalla famiglia delle Suore di Josefinas e, nonostante
che il Governo dello Stato dell’Acre contribuisca al mantenimento degli ospiti, le spese di mantenimento
della struttura non arrivano ad essere completamente coperte.
Il problema poggia su fenomeni di tipo macroeconomico come l’aumento del costo della vita e
dell’inflazione a livello nazionale (nel solo anno 2002 l’inflazione è cresciuta del 30%) e il complessivo
aumento del costo dei medicinali, materiali, ecc…
Vi sono poi motivazioni connesse alla struttura stessa:
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L’aumentato numero dei pazienti
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Una visione nuova delle modalità di accoglienza che presuppone un’attenzione più sollecita nei confronti
degli ospiti e un conseguente aumento delle spese
-
Il lavoro di sensibilizzazione e accoglienza anche temporanea che viene svolto nel territorio circostante.
A questi problemi di natura economica, si sommano le criticità riscontrate nel riuscire a porre la casa in diretto
contatto con l’ambiente sociale nel quale è inserita.
Lo stigma che colpisce i malati è ancora molto forte e nonostante i passi avanti, la struttura continua a conservare
una fisionomia abbastanza chiusa nei confronti del mondo esterno, di microcosmo rispetto alla rete economica e
sociale del territorio nel quale sorge.
Va, inoltre, aggiunto che coloro che hanno contratto la malattia e ne sono guariti vivono speso nelle vicinanze
dell’ospedale (quartieri Vila Santa Cecilia, Vila Don Moacir), ma rimangono quasi senza appello esclusi dalle
normali reti produttive.
Si contano dunque circa 250-300 hanseniani perfettamente ristabiliti, che vorrebbero reintegrarsi nel circuito
produttivo e ne sarebbero in grado, ma se ne vedono esclusi a ragione di un diffuso e discriminante pregiudizio
rispetto alla malattia che li ha colpiti.
Per tentare una parziale risposta ai problemi sopra elencati, la Casa ha utilizzato ultimamente una strategia che
prevede un percorso di utilizzo della terra circostante di sua proprietà.
Sono stati avviati processi di allevamento (struzzi e piccolo bestiame) e di messa a coltura delle terre.
La commercializzazione dei prodotti ha risolto però solo in parte il problema della completa autosussistenza della
struttura.
E’ proprio in tale contesto che si inserisce il progetto denominato:
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“Latte per la Vita” che ha da poco superato la fase di studio e di progettazione.
Il primo obiettivo dell’intervento è volto a garantire la produzione di latte attraverso l’allevamento di mucche. Ciò
può rappresentare un passo importante nel campo dell’alimentazione e della lotta alla malnutrizione infantile e, allo
stesso tempo, costituisce una risorsa imprescindibile per la sussistenza e la salute sia dei pazienti hanseniani sia dei
bimbi delle escolinhas che delle persone che hanno scelto di uscire dal tunnel delle dipendenze.
L’indagine di mercato nella regione ha cercato di valutare le possibili fonti anche di rendita derivanti dalla vendita di
latte. Da ciò è emerso che nello stato dell’Acre non esistono strutture atte a poter produrre latte sufficiente neppure
per la metà del fabbisogno della popolazione, oltre il 70% del latte consumato arriva da allevamenti fuori dello
stato, in cui già esiste una razza di mucca da latte geneticamente selezionata. Esistono solamente 2 piccoli caseifici
per il trattamento del latte che hanno bisogno di produttori locali in grado di garantirgli la materia prima. Quindi, il
quadro che si è delineato ha mostrato una situazione decisamente favorevole per iniziare un´attività che in futuro
può avere un suo naturale sviluppo e una sua continuità.
Attualmente si stanno reperendo risorse per avviare la fase esecutiva.
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Progetto di Piscicoltura
Il progetto si propone di avviare un’attività di piscicoltura intensiva con ricircolo d’acqua e areazione forzata nella
casa di accoglienza per persone affette da Morbo di Hansen (lebbra) di Souza Araujo, nella Diocesi di Rio Branco,
Stato dell’Acre, Brasile.
Tale intervento si inserisce tra le diverse opere sociali finalizzate a:
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Garantire l’auto sostentamento della casa di accoglienza per le persone affette dal morbo di Hansen (lebbra)
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Fronteggiare le spese di gestione della struttura di accoglienza,
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Permettere il difficile inserimento sociale dei soggetti affetti da morbo di Hansen a causa di un forte stigma
sociale che ancora li colpisce.
Attraverso la realizzazione di 4 vasche per l’allevamento controllato di pesci e la commercializzazione degli stessi si
intende perseguire due scopi:
 Contribuire al mantenimento della struttura che ad oggi accoglie circa 40 persone hanseniane
 Reinserire in un circuito produttivo le persone guarite dal morbo di Hansen e residenti nel territorio
circostante la casa di accoglienza.
Per realizzare tutto questo, si intende affiancare alla fase di implementazione tecnica del progetto (scavo delle
vasche, popolamento e messa in produzione), una fase di formazione rivolta ai beneficiari dello stesso e volta al
potenziamento della loro autostima e dei meccanismi di presa in carico personale.
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Progetto "Rede nazarè: dare voce"
Il progetto ha visto la nascita di una emittente televisiva diocesana a Rio branco che garantisse la promozione anche
di tematiche di attenzione sociale. L’intervento si avvale dei canali radiofonici per fare veicolare messaggi di
sensibilizzazione verso problematiche sociali comuni a tutta la popolazione. La sfida è quella di entrare nelle case
delle persone per parlare di “vita concreta” e per trovare una modalità nuova di comunicare col prossimo.
Il Direttore
Don Silvio Righi
Il Legale rappresentante
Giuliano Serafini