Lezione 18 Ideali primi e massimali. Elementi primi ed irriducibili.
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Lezione 18 Ideali primi e massimali. Elementi primi ed irriducibili.
Lezione 18 Prerequisiti: Lezioni 14, 15, 16, 17. Riferimenti ai testi: [FdG] Sezione 5.2; [H] Sezione 3.5, [PC] Sezione 4.5 Ideali primi e massimali. Elementi primi ed irriducibili. In questa sezione, A indicherà sempre un anello commutativo unitario. Estenderemo alcune nozioni date nell’anello degli interi all’anello A. Definizione 18.1 Dati a, b ∈ A , si dice che a divide b (in simboli: a|b) se esiste x ∈ A tale che b = ax. Nota Equivalentemente, a divide b se b ∈ (a ) . Definizione 18.2 Un elemento x non invertibile e non nullo di A si dice primo se, per ogni a, b ∈ A, x | ab ⇒ x | a oppure x | b. L’aggettivo “primo” si applica anche agli ideali: Definizione 18.3 Un ideale proprio I di A si dice primo se per ogni a, b ∈ A, ab ∈ I ⇒ a ∈ I oppure b ∈ I . È possibile caratterizzare questa nozione in termini di anelli quoziente: Corollario 18.4 L’ideale proprio I di A è primo se e solo se l’anello A/I è integro. Dimostrazione: Basta osservare che la condizione della Definizione 18.3 si può riformulare, equivalentemente, come segue: per ogni a, b ∈ A, (a + I )(b + I ) = I ⇔ a + I = I oppure b + I = I . Questa non è altro che la legge di annullamento del prodotto per l’anello A/I, in cui l’elemento zero è I. Osservazione 18.5 Essendo, in base all’Osservazione 14.5, A/(0) isomorfo ad A, segue che l’anello A è integro se e solo se l’ideale (0) è primo. Corollario 18.6 Sia x ∈ A un elemento non invertibile e non nullo. Allora ( x) è primo ⇔ x è primo. Dimostrazione: In base alla Definizione 18.3, il primo membro dell’equivalenza significa che, per ogni a, b ∈ A, ab ∈ ( x) ⇒ a ∈ ( x) oppure b ∈ ( x). Ma questa, alla luce della definizione di divisibilità in A, non è altro che la Definizione 18.2. Esempio 18.7 Gli ideali primi non nulli di sono tutti e soli del tipo ( p ) = p , con p primo. Dal Corollario 18.4 si deduce allora un risultato già noto dal corso di Algebra 1: l’anello n = / n è integro se e solo se n è primo. Introduciamo ora un altro tipo di ideale: Definizione 18.8 Un ideale proprio I di A si dice massimale se non è contenuto in nessun altro ideale proprio di A (è, cioè, massimale rispetto all’inclusione di ideali propri). Equivalentemente: gli unici ideali di A contenenti I sono I ed A. Esempio 18.9 L’ideale I = 2 di è massimale. Infatti, se J è un ideale di contenente I, allora J = n per qualche numero naturale n tale che n | 2. Quindi n ∈ {1, 2} , ossia J = oppure J = 2. È chiaro che un ragionamento del tutto analogo si applica ad ogni ideale I = p , con p primo: questi ideali sono tutti massimali. Tale proprietà si generalizza: ciò seguirà dai prossimi due risultati. Proposizione 18.10 L’ideale I di A è massimale se e solo se A/I è un campo. Dimostrazione: Per il teorema di corrispondenza per gli anelli (Teorema 15.6), l’ideale I è massimale se e solo se gli unici ideali di A/I sono l’ideale nullo I/I = (0+I) e l’anello A/I stesso. Ma ciò, in base al Corollario 14.9, equivale ad affermare che A/I è un campo. € Esempio 18.11 Dato un campo K, l’ideale (x) di K[x] è massimale: infatti K [ x ] /( x ) ≅ K (perché?). Corollario 18.12 Ogni ideale massimale è primo. Dimostrazione: Se l’ideale I di A è massimale, allora A/I è un campo, quindi, in particolare, è un anello integro, e dunque I è primo in virtù del Corollario 18.4. Osservazione 18.13 In generale, non vale il viceversa del Corollario 18.12. Infatti l’ideale (0) di è primo (in base al Corollario 18.4 e all’Osservazione 18.5, perché è integro), ma non è certamente massimale: basta notare che (0) ⊂ 2 ≠ . Un altro esempio è dato dall’ideale principale ( x ) di [ x ] : è primo, perché [ x ] /( x ) è integro, però, in virtù della Proposizione 18.10, non è massimale, perché tale anello quoziente non è un campo. Vale però: Proposizione 18.14 Se A è un dominio ad ideali principali, ed I è un suo ideale proprio diverso da (0), allora I è primo se e solo se è massimale. Dimostrazione: Basta verificare il “solo se”. Supponiamo che I sia primo, sia a ∈ A tale che I = ( a ). Allora a ≠ 0. Sia J un ideale di A contenente I, sia b ∈ A tale che J = ( b). Allora a ∈ (b), cioè esiste x ∈ A tale che a = xb. Quindi a | bx , e dunque, essendo a primo, segue che a | b oppure a | x. Nel primo caso b ∈ ( a ) , dunque I = ( a ) = (b) = J . Nel secondo caso esiste y ∈ A tale che ay = x. Allora xby = x , da cui, data l’integrità dell’anello A, ed essendo x ≠ 0, segue che by = 1. Dunque b è invertibile, per cui, in base alla Proposizione 14.8, si ha che J = A. € Esempio 18.15 Gli ideali massimali di sono tutti e soli gli ideali p, con p primo. Gli ideali massimali di K [ x ] , dove K è un campo, sono tutti e soli quelli del tipo ( f ( x )) , ove f ( x ) ∈ K [ x ] è un polinomio irriducibile. Generalizziamo ora un’altra nozione data nel corso di Algebra 1: Definizione 18.16 Un elemento non invertibile e non nullo di A si dice irriducibile se, per ogni a, b ∈ A x = ab ⇒ a è invertibile oppure b è invertibile Proposizione 18.17 Se A è un dominio ad ideali principali, allora per ogni elemento x non invertibile e non nullo di A x è irriducibile ⇒ (x) è massimale . Dimostrazione: Sia x irriducibile e sia J = ( a ) un ideale contenente (x). Allora x = ab per un opportuno b ∈ A . In base alla Definizione 18.16, ciò implica che a o b è invertibile. Nel primo caso, secondo la Proposizione 14.8, J = A, nel secondo caso, in virtù del Lemma 17.5, si ha che J = (x). Osservazione 18.18 Negli anelli e K[x], le nozioni di elemento primo e di elemento irriducibile sono equivalenti. In generale, invece, nessuna delle due implicazioni vale. x irriducibile ⇒ { } x primo: sia A = [i 5] = u + i 5v u , v ∈ , che è un sottoanello di (verificarlo!). Sia a ∈ [i 5] , a ≠ 0. Allora, nel campo , l’inverso di a è a −1 = a a 2 , che appartiene a [i 5] se a = 1. 2 2 2 Siano a, b ∈ A tali che 2 = ab. Allora, passando alla norma, 4 = 2 = a b . Ma non può essere 2 2 a = 2, oppure b = 2. Segue che uno tra a e b è uguale a 1. Ma allora uno tra a e b è invertibile. Ciò prova che 2 è irriducibile. Però: 2 ⋅ 3 = (1 + i 5)(1 − i 5), e ( ) ( ) 2 | 1+ i 5 , e 2 | 1− i 5 , perché 2 2 2 2 = 4 non divide 1+i 5 = 1-i 5 = 1 + 5 = 6. Ciò prova che 2 non è primo. x primo ⇒ x irriducibile: sia A = / 6. Allora l’elemento 2 + 6 è primo: infatti l’ideale (2 + 6) = 2 / 6 è primo, in quanto, in virtù dell’Esercizio 15.9, l’anello quoziente / 6 ≅ / 2 è integro. Però l’elemento 2 + 6 non è irriducibile: infatti è prodotto di (2 / 6) due elementi non invertibili: 2 + 6 = (2 + 6)(4 + 6) Tuttavia, la seconda implicazione vale sotto un’ipotesi aggiuntiva: Proposizione 18.19 Se A è integro, ed x ∈ A è un elemento non invertibile e non nullo, allora x è primo ⇒ x è irriducibile . Dimostrazione: Sia x primo, e siano a, b ∈ A tali che x = ab. Allora, in particolare, x|ab, e quindi, per la Definizione 18.2, segue che x|a oppure x|b. Nel primo caso, esiste c ∈ A tale che xc = a. Allora x = xcb, da cui, essendo A integro, segue che 1 = cb. Dunque b è invertibile. Analogamente, nel secondo caso si deduce che a è invertibile. Ciò prova che x è irriducibile. Proposizione 18.20 Se A è un dominio ad ideali principali, ed x ∈ A è un elemento non invertibile e non nullo, allora x è irriducibile ⇒ x è primo . Dimostrazione: Basta ricordare che x è irriducibile ⇒ (x) è massimale ⇒ ( x) è primo ⇒ x è primo. 18.17 18.12 18.6 Dalle Proposizioni 18.19 e 18.20 si conclude che, rispetto alle nozioni introdotte in questa sezione, i domini ad ideali principali rivestono un ruolo privilegiato. Infatti: Corollario 18.21 Se A è un dominio ad ideali principali, ed x ∈ A è un elemento non invertibile e non nullo, allora x è irriducibile ⇔ (x) è massimale ⇔ ( x) è primo ⇔ x è primo.