Manuale ACQUA PULITA_ridere in casa - ZooPlantLab

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Manuale ACQUA PULITA_ridere in casa - ZooPlantLab
GLI APPROFONDIMENTI E
I CONSIGLI DI
IMMEDIATEST-ACQUA
ACQUA PULITA
Parametri dell’acqua e
sistemi di “depurazione domestica”
Redazione
Dr. Massimo Labra
Dr. Maurizio Casiraghi
Dr.ssa Ilaria Bruni
Dr.ssa Francesca Cattaneo
Con la gentile collaborazione di:
Legambiente Lombardia
Altroconsumo
Per informazioni:
www. zooplantlab.btbs.unimib.it – tel. 0264483472/3334
www.immediatest.it
www.fem2ambiente.com – tel. 0264483375
Caratteristiche dell’acqua e parametri da controllare
L’acqua è una molecola composta da due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno legati tra loro in
modo stabile. Sebbene questa sia la composizione dell’acqua in purezza, durante il suo percorso
naturale attraverso il terreno e le rocce, si arricchisce di elementi chimici in tracce come sali
minerali e ioni di diversa natura. Questi elementi sono importanti per gli organismi viventi perché
indispensabili per il buon funzionamento del metabolismo. Può tuttavia accadere che l’acqua
presenti un’eccessiva quantità di un certo sale o ione e che questa condizione possa avere effetti
negativi sull’organismo.
Per questa ragione è necessario analizzare la composizione chimica dell’acqua prima di
destinarla al consumo umano. Il Decreto Legislativo n. 31 del 2001 stabilisce quali debbano essere i
parametri controllati e i valori di ciascuno di questi per l’acqua potabile.
Gli acquedotti che erogano acqua nelle nostre case, per attenersi a tale legge, devono eseguire
monitoraggi giornalieri misurando tutti i parametri chimico-fisici dell’acqua nei pozzi di erogazione
e lungo la rete idrica cittadina. Qualora i valori rilevati non fossero conformi ai valori di legge, gli
enti gestori devono intervenire per riportare la situazione alla normalità.
Gli acquedotti e le società di distribuzione in genere sono responsabili della qualità dell’acqua
fino al contatore dell’abitazione privata. Il tratto dalle tubature domestiche al rubinetto non è di
competenza degli enti di gestione; ciò significa che le tubature delle abitazioni, i serbatoi e i
rubinetti che potrebbero modificare la composizione dell’acqua (contaminazione chimica o
batterica) non sono controllati dagli enti pubblici e la verifica della presenza di eventuali
contaminanti è di competenza dei singoli privati.
Tabella: Parametri considerati dal Decreto legislativo n. 31 del 2001. Per ciascun parametro vengono riportati i valori di parametro stabiliti per legge, il
significato e gli effetti sulla salute e sull’ambiente.
Parametro
Limite di legge
D.Lgs.n.31/2001
Caratteristiche
Effetti sulla salute
Effetti sull'ambiente
pH
Compreso tra 6.5 e 9.5 É la misura della quantità di ioni L'ingestione o il contatto con soluzioni molto
unità di pH.
idrogeno (H+).
acide o basiche possono provocare irritazioni.
Questo avviene raramente per le acque a
meno che non vi siano gravi contaminazioni.
Acque troppo acide o basiche possono reagire con le
tubazioni e provocare il rilascio di metalli. pH troppo
acidi o troppo basici alterano in modo drastico gli
ecosistemi.
Durezza
Valore consigliato tra Indica l'abbondanza di ioni calcio Le acque più dure sono indicate nella stagione
15 e 50 °F.
(Ca2+) e magnesio (Mg2+) nell'acqua. estiva e durante lo svolgimento di pratiche
sportive. Acque troppo dolci (<15°F) non
soddisfano
i
fabbisogni
metabolici
dell'organismo ed è quindi necessario fare uso
di integratori salini. Non c’è corrispondenza
tra acqua dura e calcoli renali.
Valori della durezza superiori a 30°F possono
provocare incrostazioni di calcare nelle tubature e
negli impianti di riscaldamento ed influire in modo
negativo nei processi di lavaggio. Acque troppo dolci
(inferiori a 10°F) possono diventare corrosive per le
tubature metalliche.
Nitrati e nitriti I nitrati non devono I nitrati (NO3 ) e i nitriti (NO2 ) sono I nitriti, se in concentrazioni elevate, sono Quantità eccessive di nitrati e nitriti rilasciati
superare i 50 mg/L.
I nitriti non devono
superare gli 0.50
mg/L.
composti inorganici che contengono
azoto e ossigeno. Possono essere
presenti naturalmente o derivare da
contaminazioni di falda da scarichi
civili o agricoli.
nocivi perchè ossidano l'emoglobina presente
nei globuli rossi rendendola incapace di
trasportare l'ossigeno. I soggetti più sensibili
all'inquinamento da nitriti sono i bambini e le
donne in gravidanza.
nell'ambiente possono causare fenomeni di
eutrofizzazione. Un’eccessiva fertilizzazione agricola
può condurre a inquinamenti della falda da nitrati e
nitriti.
Cloruri
I cloruri in acqua non Sono composti inorganici contenenti
devono superare i 250 cloro. Il principale cloruro è il sale
mg/L.
da cucina (cloruro di sodio) ma ne
esistono anche altri come il cloruro
di alluminio, di calcio e di potassio.
Elevate concentrazioni di cloruri conferiscono
all'acqua odore e sapore sgradevoli, ma in
genere non sono tossiche per l'uomo. Acque
ricche di cloruri facilitano la secrezione di
succhi gastrici e quindi la digestione. Se si
superano i limiti di legge possono presentarsi
problemi cardiaci.
Un'acqua ricca di cloruri e caratterizzata da un pH
acido può causare la corrosione delle strutture
metalliche dei sistemi di riscaldamento e delle tubature
riducendone la durata. In aree costiere possono
avvenire fenomeni di inquinamento della falda da
acqua di mare.
Solfati
I solfati in acqua non I solfati (SO4-) sono composti
devono superare i 250 contenenti zolfo e sono normalmente
mg/L.
presenti nell'acqua in seguito al
passaggio attraverso le rocce.
Contaminazioni da scarti industriali
possono percolare nelle falde.
Queste sostanze possono avere effetti benefici
a livello gastro-intestinale in quanto
determinano
effetti
antispastici
ed
antinfiammatori. Un'elevata assunzione di
solfati, però, può causare, in individui non
abituati, fenomeni temporanei di lieve
disidratazione e, in casi estremi, effetti
lassativi.
Elevati livelli di solfati possono essere corrosivi per le
tubature idrauliche di rame. I solfati presenti nell'acqua
provengono soprattutto da inquinamenti dovuti
all'agricoltura, dove sono utilizzati come fertilizzanti, e
dalle piogge acide che possono contaminare le falde.
Parametro
Limite di legge
D.Lgs.n.31/2001
Caratteristiche
Effetti sulla salute
Effetti sull'ambiente
Cromo
Non deve superare i Il cromo è un metallo pesante molto
50 µg/L.
reattivo, presente nell'acqua sia
naturalmente sia in seguito a
contaminazioni delle falde legate ad
attività
industriali
come
le
produzioni di acciaio inox, vernici e
tinture.
Le tubazioni e i rubinetti in acciaio inox
possono rilasciare cromo in acqua ma
generalmente in concentrazioni trascurabili.
L'assunzione di quantità elevate di cromo,
molto al di sopra dei limiti fissati dalla legge,
può indurre problemi cardiaci, alla pelle e alle
vie respiratorie.
Il cromo che si trova nell’aria, in seguito a processi
naturali o ad attività umane, si deposita nel terreno e
può entrare nell’acqua. Può avere azione genotossica e
mutagenica pertanto agisce direttamente sul DNA
degli organismi viventi indipendentemente dalla
specie.
Piombo
Non deve superare i Il piombo è un metallo molto
25µg/L (abbassato a solubile
e
quindi
facilmente
10 µg/L dal 2013).
assorbibile. Le falde possono essere
contaminate da piombo in seguito a
combustione di benzine o di carbone.
L'esposizione a dosi elevate e continue può
causare danni ai reni e al sistema nervoso.
Effetti acuti dell’avvelenamento da piombo
sono: torpore, irritabilità, mal di testa, mal di
stomaco e crampi (saturnismo).
Il piombo presente nelle acque provoca alterazioni
degli ecosistemi in quanto è tossico per tutti gli
organismi viventi. Se si utilizza acqua contaminata da
piombo per l’irrigazione si possono verificare effetti
negativi sulla crescita delle piante in quanto questo
metallo altera la fotosintesi e lo sviluppo. Tubazioni
molto vecchie in piombo possono rilasciare il metallo
nell’acqua.
Nichel
Non deve superare i È un metallo bianco argento,
20 µg/L.
presente naturalmente nell'acqua in
seguito al suo passaggio nelle rocce.
Può avere anche una derivazione
antropica soprattutto da scarichi di
aziende che lo lavorano.
È essenziale per gli organismi ma se assunto
in dosi elevate (oltre i 600 mg/giorno) può
risultare tossico e provocare problemi
respiratori, cardiaci oltre ad aumentare la
probabilità di sviluppo di cancro ai polmoni,
al sistema respiratorio superiore e alla
prostata. Può anche causare allergie alla pelle.
Il nichel è uno dei metalli più comuni nell’ambiente ed
è essenziale anche per la crescita e sviluppo degli
organismi viventi a partire dalle piante. Solo
contaminazioni consistenti di nichel nelle acque
possono
evidenziare
alterazioni
importanti
dell’ambiente e dell’ecosistema.
Arsenico
Non deve superare i L'arsenico puro non è velenoso, ma
10 µg/L.
lo sono tutti i suoi composti che
trovano impiego come pesticidi,
erbicidi ed insetticidi che possono
contaminare le falde.
I principali effetti da arsenico, molto al di Generalmente non
sopra dei limiti di legge, sono: mal di biodegradabile
e
stomaco, nausea, vomito, diarrea, irritazione nell'ambiente.
della pelle e dei polmoni. Dosi molto elevate
di arsenico possono essere causa dello
sviluppo di cancro alla pelle, ai polmoni, al
fegato.
è un elemento
risulta
molto
facilmente
persistente
Parametro
Limite di legge
D.Lgs.n.31/2001
Caratteristiche
Effetti sulla salute
Effetti sull'ambiente
Rame
Non deve superare i È un metallo duttile che può derivare
1000 µg/L.
dalle rocce oppure da inquinamento
agricolo. In caso di tubature
domestiche in rame è importante
eseguire
controlli
periodici
soprattutto in stabili vecchi..
Il rame è un elemento essenziale per la
salute umana e in soggetti sani provoca
raramente
problemi.
L’ingestione
accidentale di grandi dosi di rame può
provocare mal di testa, nausee, vomito e
diarrea fino ad arrivare a casi estremi di
danni ai reni e al fegato
Il rame nel suolo difficilmente finisce nell’acqua freatica
anche se un eccessivo uso di fertilizzanti contenenti rame
possono causare inquinamento delle acque. Invece il rame
contenuto nelle acque superficiali può compiere anche
grandi distanze e quindi contaminare ambienti lontani
dalla fonte dell’inquinamento.
Zinco
La legge italiana non
fissa valori soglia in
quanto la presenza di
questo metallo non
rappresenta
una
minaccia per la salute
dell'uomo. Solo in
tracce può derivare
dalle rocce.
È un metallo bianco-bluastro
presente
nell'acqua
potabile
prevalentemente in seguito a scarichi
industriali o combustione di carbone
o di rifiuti.
Lo zinco è un oligoelemento presente in
tracce nel corpo umano. La carenza di zinco
può provocare alterazione dei sensi (gusto),
riduzione delle difese immunitarie, perdita
dei capelli e rallentamento nello sviluppo in
particolare nei bambini. L'eccesso, invece,
può provocare nausea, vomito e febbre oltre
che, in casi estremi, danni al pancreas,
problemi respiratori e arteriosclerosi.
Nelle piante lo zinco ha un ruolo fondamentale in quanto
si trova nella clorofilla e negli ormoni che regolano la
crescita. Un eccesso di zinco, dovuto all’utilizzo oltre
misura di concimi a base di tale metallo, non viene
tollerato da tutte le piante che avvizziscono e vanno
incontro a morte; la carenza di zinco rallenta lo sviluppo
della pianta.
Alluminio
Non deve superare i È un metallo che si trova nell'acqua a
200 µg/L.
causa della liscivazione del suolo e
delle rocce che attraversa. Può essere
aggiunto all'acqua attraverso la
coagulazione ovvero il trattamento
per rimuovere le particelle sottili ed i
batteri.
Solo l'1% dell'alluminio presente nell'acqua
potabile può essere utilizzato dal
metabolismo, di questo una parte viene
accumulata nelle ossa, nel fegato e nei
tessuti neuronali. Il restante quantitativo di
alluminio viene filtrato dai reni ed eliminato
con le urine. I principali sintomi da
avvelenamento di alluminio assunto
attraverso il cibo o acqua contaminata sono
vesciche in bocca, irritazione cutanea, mal
di gola, stanchezza e diarrea.
L'alluminio è presente naturalmente nel terreno ma viene
rilasciato anche da attività antropiche come industrie che
lo lavorano per fare ad esempio lattine, finestre, porte,
elettrodomestici, attrezzi da cucina. L'alluminio è un
elemento persistente nell'ambiente e la sua rimozione
richiede attività mirate per la bonifica.
Ferro
Non deve superare i È un metallo di colore grigio-argento
200 µg/L.
che si trova in tracce nell’acqua da
processi naturali come l’erosione
delle rocce o da attività antropiche
come scarti industriali.
È un elemento essenziale per il metabolismo
umano perchè costituente fondamentale
dell'emoglobina,
per
il
trasporto
dell'ossigeno nel sangue. In caso di
somministrazioni elevate di ferro possono
verificarsi problemi come emicrania,
difficoltà nella respirazione, stanchezza e
perdita di peso.
Sebbene il ferro sia un elemento fondamentale per tutti
gli esseri viventi perché partecipa ai processi respiratori e
fotosintetici (è la componente principale della clorofilla),
quantità eccessive di tale metallo determinato un effetto
tossico o alterazione degli ecosistemi.
Parametro
Limite di legge
D.Lgs.n.31/2001
Caratteristiche
Contaminanti Non devono superare - Idrocarburi policiclici aromatici
Come ad esempio: benzo(a)pirene,
chimici organici lo 0.1 µg/L.
antracene, naftalina e pirene
Non devono superare - Pesticidi ed erbicidi
gli 0.5 µg/L (totali) e
0.1 µg/L (singolo
contaminante).
Effetti sulla salute
Effetti sull'ambiente
Se ingeriti attraverso l'acqua possono Derivano dalla combustione del petrolio e dai gas di
provocare problemi gastrointestinali e scarico. Hanno lunga persistenza nell'ambiente.
malesseri vari.
Se ingeriti possono provocare intossicazioni
acute con irritazione cutanea, problemi
respiratori, nausea, vertigini e incoscienza.
Gli effetti cronici dovuti a dose elevate si
manifestano anche a distanza di anni:
tumori, malformazioni congenite, allergie e
danni al sistema immunitario.
Sono prodotti di sintesi ampiamente utilizzati in
agricoltura, possono contaminare l'acqua attraverso
percolazione delle acque superficiali o sotterranee con
deflussi agricoli, scarti industriali non smaltiti in modo
corretto, rilascio da superfici trattate chimicamente o
trasportati da piogge inquinate.
Non devono superare - Solventi organici
Questi composti sono estremamente tossici
i 10 µg/L.
Come ad esempio: tricloroetilene e e possono produrre effetti molto gravi sul
tetracloroetilene
metabolismo cellulare oltre che indurre
mutazioni genetiche molto gravi. Per questa
ragione è importante la loro analisi e il
monitoraggio.
Sono solventi utilizzati nelle industrie metallurgiche e
tessili (pulizie a secco). Questi composti possono trovarsi
nell'acqua potabile quando scaricati direttamente sul
terreno a causa di smaltimenti inadeguati o fuoriuscite
accidentali, provocando danni ambientali.
Non devono superare - Composti organo-alogenati
Tracce di tali composti possono anche Sono composti chimici talvolta persistenti che possono
i 30 µg/L.
Come
ad
esempio:
trielina, derivare dalla clorazione, ma tale processo inquinare bacini idrici e falda.
non prevede mai dosi elevate, superiori ai
percloroetilene e dicloroetilene
limiti di legge. La clorazione delle acque
potabili è importante per la disinfezione
delle acque.
I SISTEMI DI “DEPURAZIONE DOMESTICI”
Premesse
Nella maggior parte dei casi ciò che induce il consumatore a preferire l’acqua minerale o a
installare depuratori o addolcitori domestici è il cattivo sapore/colore dell’acqua del rubinetto, la sua
eccessiva durezza, la presenza di residui e il timore della presenza di inquinanti non dichiarati. La
scelta di un sistema di “depurazione” domestica dovrebbe essere indotto da specifiche verifiche dei
parametri di legge eseguite sull’acqua che fuoriesce dal rubinetto della propria abitazione e non da
preconcetti e paure. Si sottolinea che il consumatore può decidere di adottare un sistema di
“depurazione” domestico semplicemente per modificare alcune caratteristiche dell’acqua potabile
che non sono di suo gradimento come la durezza o la presenza di cloro, sebbene questi siano nei
limiti. In questo caso è importante che il cittadino individui quali sono le caratteristiche che si vuole
modificare al fine di scegliere la soluzione migliore. Per guidare il consumatore nella scelta,
prenderemo in considerazione i fattori di maggior interesse per i cittadini in base alle caratteristiche
delle acque italiane.
DUREZZA: la durezza è un parametro che esprime il contenuto totale di ioni calcio e
magnesio presenti nell’acqua. Viene misurata in gradi francesi e si considera medio-bassa
sotto i 20 °F, media intorno ai 30 °F e dura oltre i 45-50 °F. Sopra tale valore l’acqua è da
considerarsi molto dura e solo raramente quella distribuita supera tali valori. L’acqua troppo
dura può assumere sapore sgradevole e risultare “pesante”. Comunemente il consumatore
associa la durezza ad un fattore negativo considerando gli ioni calcio e magnesio come
inquinanti pericolosi per la salute (paura per calcoli renali, ecc) ed in ogni caso preferisce
acque più leggere (meno dure). Vorremmo precisare che in un individuo sano acque dure
non inducono calcolosi e patologie in genere. Tuttavia se il consumatore desidera acque più
leggere è necessario applicare un addolcitore (vedi dopo).
RESIDUO FISSO: esprime la mineralizzazione dell'acqua, cioè il quantitativo dei sali in
essa disciolti (sodio, potassio, calcio, magnesio, cloruri, solfati e bicarbonati). La presenza
di sali è indispensabile ai fini della potabilità, in quanto l’organismo umano ha bisogno di
una certa quantità di tali elementi. Un’eccessiva quantità di sali minerali è dannosa, sia
perché rende le acque troppo dure sia perché può alterarne i caratteri organolettici (ovvero
odore e sapore). Il residuo fisso viene utilizzato come parametro di confronto tra le acque
del rubinetto e le acque in bottiglia; in base ad esso le acque si distinguono in minimamente
mineralizzate (fino a 50 mg/l), oligominerali (fino a 500 mg/l), mediamente mineralizzate
(fra 500 e 1500 mg/L) e ricche di sali (oltre 1500 mg/l). Il valore ideale di residuo fisso
nell’acqua potabile è di circa 500 mg/l, mentre la soglia massima è pari a 1500 mg/l. Acque
con un elevato valore di residuo fisso possono risultare sgradevoli al consumatore sia per il
gusto leggermente “salato” sia per il senso di “pesantezza” che può assumere l’acqua. Come
per la durezza in questo caso il consumatore può procedere con trattamenti mirati per
rendere più dolce l’acqua utilizzando sistemi simili a quelli usati per le acque dure ma che
agiscono su un ampio spettro di ioni e sali.
SABBIA E SASSOLINI: Si tratta più che altro di materiale inerte che può essere
trasportato dall’acqua lungo le tubazioni dal punto di erogazione dell’acquedotto ai rubinetti
di casa. Oppure sono incrostazioni di calcare che si depositano maggiormente nelle
condutture che trasportano acque con elevata durezza. Se la durezza è eccessiva il
bicarbonato di calcio, sotto l’effetto dell’acqua riscaldata, si trasforma in carbonato di calcio
(comunemente detto calcare) e questo provoca la formazione delle classiche incrostazioni.
Tale fenomeno si evidenzia ancor più con i miscelatori d’acqua nei quali spesso vi è un
passaggio di acqua fredda e calda che facilità tali precipitazioni. La presenza di sabbia e
sassolini è legata a diversi fattori come la manutenzione delle tubature della casa o alle
cisterne in cui l’acqua decanta, la presenza di barriere fisiche presenti nel rubinetto (retine,
frangigetto, ecc), non idoneamente pulite fino a problemi nella rete pubblica di
distribuzione. Per eliminare questo problema si deve ricorrere a sistemi di filtrazione (vedi
dopo).
CLORO: viene normalmente aggiunto dagli acquedotti (sotto forma di ipoclorito) quando
c’è rischio di contaminazione batterica. I quantitativi usati di questo composto, con azione
disinfettante, sono sempre al di sotto della soglia prevista per legge; malgrado ciò il cloro
resta il principale responsabile del gusto sgradevole dell’acqua. Il cloro è molto volatile e si
allontana se l’acqua è agitata a lungo o bollita. Le acque di falda subiscono trattamenti molto
blandi con cloro solo per garantire che l’acqua che sgorga già microbiologicamente pura
resti tale in tutta la linea di distribuzione.
METALLI: l’acqua idealmente dovrebbe essere incolore, ovvero trasparente. Talvolta vi
possono essere impurità (vedi sabbie e sassolini) o presenza di contaminanti metallici che
possono determinare variazioni importanti di colore dell’acqua. Prima di pensare che
l’acqua del rubinetto sia realmente contaminata è importante eseguire alcune verifiche. Se il
rubinetto non viene usato da un lungo periodo oppure se l’acqua proviene da caldaie non
utilizzate da tempo si consiglia di lasciare scorrere l’acqua per alcuni minuti prima di
verificarne il colore: la lunga persistenza nelle tubazioni potrebbe infatti incrementare la
concentrazione di metalli di diversa natura. Se dopo tali verifiche, l’acqua non assume la sua
naturale trasparenza e rimane torbida o colorata significa che vi sono reali problemi di
contaminazione. Se l’acqua assume un colore rossastro è probabilmente dovuto alla
presenza di ferro e manganese. Se l’acqua dovesse assumere una colorazione bluastra,
potrebbe trattarsi di rame in quantità eccessiva. In questi casi è necessario rivolgersi ad un
idraulico e contattare l’ente di gestione dell’acqua per escludere contaminazioni o lavori
straordinari sulla rete pubblica o domestica. Se i problemi persistono e sono legati alle
tubazioni private sarà necessario eseguire sostituzioni o trattamenti appropriati della rete di
interesse. Si può anche ricorrere a sistemi di depurazione domestici specializzati, come
filtrazioni mirate o sistemi a osmosi inversa.
CONTAMINANTI AZOTATI: se l’acqua risulta ricca di nitrati e nitriti, al di sopra dei
limiti previsti dalla legge questo rappresenta un grave problema per la salute, soprattutto per
donne in gravidanza e bambini. In questi casi i sistemi di filtrazione domestica basati su
filtri a base di carbone sono insufficienti. È necessario applicare metodiche di depurazione
più incisive come l’osmosi inversa.
CONTAMINANTI CHIMICI: se dalle analisi dell’acqua del vostro rubinetto rilevate la
presenza di soluti volatili, come solventi organici, questi possono risultare pericolosi per la
salute. Se i livelli sono superiori a quelli previsti dalla legge è consigliabile usare sistemi di
trattamento domestico. La filtrazione è spesso insufficiente e sarebbe più appropriato usare
metodiche di decantazione oppure sistemi ad osmosi inversa.
Sistemi di “depurazione”domestici
Nel linguaggio comune l’espressione “depuratori d’acqua” si utilizza per indicare gli apparecchi
destinati al trattamento dell’acqua potabile, ma per la legge italiana questa non è una definizione
corretta. E’ infatti riportato nell’articolo 3 del D.M 443/90 che: “nessuna apparecchiatura destinata
alla correzione delle caratteristiche chimiche, fisiche o microbiologiche delle acque potrà essere
propagandata o venduta sotto la voce generica di “depuratori d’acqua” ma solo con la precisa
indicazione della specifica azione svolta (es. addolcitore)”. Sui fogli illustrativi di questi sistemi la
nuova dicitura è “apparecchiature ad uso domestico per il trattamento di acque potabili”. Sulla base
di queste considerazione qualsiasi apparecchio che non risponde a tale regolamento dovrà essere
considerato non a norma di legge.
Cosa fanno le “apparecchiature ad uso domestico per il trattamento di acque potabili”
Gli impianti di trattamento domestico delle acque sono in grado di modificare alcune
caratteristiche dell’acqua come la durezza e di rimuovere eventuali composti chimici indesiderati.
Non esiste tuttavia un’apparecchiatura ad uso domestico che risolve tutti i problemi. Per questa
ragione in base alle proprie esigenze e alle caratteristiche dell’acqua, è necessario valutare se risulta
opportuno usare un sistema di trattamento domestico e quindi scegliere il più idoneo.
La scelta del sistema di trattamento domestico da adottare deve essere effettuata in modo oculato
in quanto si rischia di avere l’effetto opposto e peggiorare la qualità dell’acqua. Un semplice
esempio è l’applicazione di addolcitori per un’acqua già leggera (15 -20 °F); in questo caso si
rischia di abbassarne eccessivamente la durezza e di ottenere un acqua priva di calcio e magnesio
che sono essenziali per il metabolismo dell’uomo.
Se scelte con i giusti criteri e adeguatamente dimensionate, le apparecchiature ad uso domestico
per il trattamento di acque potabili possono portare benefici qualitativi all’acqua del rubinetto.
Al fine di informare il consumatore sulle differenti tipologie di sistemi di trattamento disponibili
in commercio procederemo a descrivere le caratteristiche dei sistemi più diffusi:
•
Sistemi con filtri domestici a carboni attivi: questi filtri contengono carbone attivato, di
origine vegetale o minerale che riesce a trattenere molti inquinanti chimici (sali e ioni in
generale) ma anche pesticidi e solventi industriali, e ad eliminare dall’acqua il cloro e i
cattivi sapori da esso provocati. I filtri a carbone attivo non hanno tuttavia effetto sui batteri,
sui nitrati e i nitriti. Per evitare la proliferazione batterica in alcuni casi i filtri vengono
addizionati con un composto a base di argento che ha proprietà battericide. Il problema
principale di questo tipo di apparecchiature risulta quindi essere la contaminazione batterica
dovuta a scarsa o non corretta manutenzione. Spesso si ricorre a sistemi di disinfezione a
base di raggi UV, ozono o argento che deve agire sul filtro stesso al termine della filtrazione.
Solo raramente i sistemi in commercio sono dotati di tali sistemi di disinfezione. Per questa
ragione è necessario leggere attentamente le indicazioni sull’etichetta del prodotto prima di
acquistarlo. Se i sistemi di filtrazione sono sprovvisti di metodi di disinfezione, bisogna
avere cura del filtro, tenere l’apparecchio in un luogo fresco, cambiare il filtro
frequentemente e seguire attentamente le istruzioni presenti sul prodotto.
•
Sistemi basati su filtri portatili: la brocca per filtrare l’acqua è il filtro portatile più
comune ma non per questo il più efficace. Queste caraffe sono generalmente dotate di due
parti comunicanti tra loro tramite un filtro rimovibile. Riempiendo la parte superiore della
brocca l’acqua scende in pochi secondi nella parte sottostante passando attraverso il filtro e
rimanendo così pronta per il consumo. Il filtro solitamente è a base di carbone attivo: il
carbone attivo assorbe calcio, magnesio, cloro, pesticidi e agenti inquinanti organici
migliorando l’odore e il sapore dell’acqua. Utilizzare le caraffe filtranti indubbiamente può
essere un buon modo per risparmiare e inquinare meno, evitando l’accumulo di bottiglie di
plastica ma è importante ricordare che se non si effettua una pulizia quotidiana della brocca,
•
si rischia di favorire la proliferazione batterica e il peggioramento della qualità dell’acqua
stessa. Per questo è consigliabile tenere la caraffa piena in frigorifero e consumare l’acqua in
giornata sostituire i filtri con la giusta frequenza e non lasciare acqua residua nella caraffa
per lungo tempo. Attenzione: le caraffe “migliorano” l’acqua se questa è già potabile.
possono impoverire troppo l’acqua di Sali se i filtri sono a scambio ionico. Sarebbe quindi
opportuno usare la tipologia di filtri più appropriati per il trattamento che si vuole ottenere.
Sistemi ad osmosi inversa: l’osmosi inversa è un processo in cui viene forzato, mediante
una certa pressione, il passaggio di molecole da una soluzione più concentrata ad una meno
concentrata. Il passaggio dell’acqua attraverso una membrana semipermeabile per osmosi
inversa consente lo spostamento di alcune sostanze indesiderate attraverso la membrana in
una sorta di serbatoio dove vi sono molti soluti. L’acqua del rubinetto viene così separata in
due flussi: l’acqua purificata da una parte e l’acqua scartata, ricca di sali e soluti in genere,
dall’altra. Si calcola che in questo passaggio viene perso circa il 92% dei minerali e degli
inquinanti organici ed inorganici. Nonostante rappresenti il meccanismo di filtrazione più
efficace, il filtro a osmosi inversa implica uno scarto di acqua notevole in rapporto all’acqua
pura ottenuta. I filtri a osmosi inversa sono ideali per abbattere metalli pesanti, agenti
chimici, inclusi nitrati e nitriti, e minerali e migliorare odore e sapore dell’acqua di
rubinetto. Risultano efficaci anche per acque con durezza elevata. L’osmosi inversa ha
spesso costi elevati e richiede manutenzioni periodiche ma è il sistema più efficace per avere
acqua senza contaminanti. Sarebbe opportuno analizzare l’acqua dopo il trattamento per
verificare, anche in questo caso, che non sia troppo povera di sali.
•
Sistemi di filtrazione verticale: in commercio sono disponibili apparecchiature “chiuse” di
filtrazione, spesso combinate con sistemi di gasatura delle acque. Molti di questi hanno
semplici filtri a carbone attivo e quindi hanno un ruolo analogo alle caraffe; tuttavia alcuni
sono dotati di lampade UV disinfettanti che migliorano la qualità microbiologica dell’acqua
e comunque riducono il rischio di contaminazione. Alcuni di questi sistemi di trattamento
hanno filtri speciali specifici per trattenere i metalli o specifici elementi. È spesso importante
capire quali sono le loro caratteristiche e scegliere il più idoneo in base alla composizione
dell’acqua che si intende trattare.
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Addolcitori: tra le apparecchiature ad uso domestico per il trattamento delle acque potabili
vi sono quelle progettate specificatamente per agire sulla durezza dell’acqua; queste sono
dette addolcitori e svolgono un azione di decalcificazione delle acque. Attraverso
l’addolcimento gli ioni calcio Ca++ e magnesio Mg++, presenti naturalmente nell’acqua e
responsabili della formazione del calcare, vengono sostituiti con ioni sodio Na+: l’acqua,
privata del carbonato di calcio, perde la sua durezza iniziale diventando “più dolce”.
L’azione degli addolcitori, quando necessari, migliora l’acqua. Un addolcitore viene tuttavia
richiesto solo quando l’acqua è veramente dura, in generale superiore a 40 – 50 °F. Se si
applica un addolcitore ad un acqua mediamente o poco dure si rischia di rendere l’acqua
poco salutare sia per la sua scarsità di ioni calcio e magnesio (importanti soprattutto per
bambini e anziani) sia perché alcuni materiali (parti dell’impianto o stoviglie) a contatto con
acqua troppo addolcita rilasciano elementi in sospensione che possono contaminare l’acqua.
Tra le tecnologie maggiormente impiegate per l’addolcimento delle acque domestiche vi
sono i filtri domestici a scambio ionico. I filtri a scambio ionico riescono anche a eliminare
nichel, bario, cobalto e altri metalli pesanti, non agiscono invece verso solventi organici e
altri contaminanti simili. L’uso di un addolcitore per l’acqua destinata al lavaggio (lavatrici,
lavastoviglie) fa risparmiare l’impiego di prodotti anticalcare.
Come scegliere il trattamento migliore?
Per decidere se inserire sul vostro impianto idrico un sistema di trattamento domestico è
importante definire quali sono le caratteristiche dell’ acqua che volete modificare. È quindi
importante conoscere le caratteristiche chimiche dell’acqua di casa vostra. L’acquedotto di
competenza, l’ASL e gli enti territoriali possono fornirvi indicazioni sull’acqua che viene
distribuita. Un’analisi sulla rete idrica interna può farvi conoscere la composizione della vostra
acqua di rubinetto. A partire dai dati ottenuti, potete applicare la tecnologia più appropriata per
migliorare i caratteri che avete intenzione di migliorare (vedi tabella sottostante).
Se poi desiderate l’acqua con le”bollicine” potete utilizzare un gasatore domestico che addiziona
anidride gcarbonica alla vostra acqua di rubinetto.
Sono in commercio diversi dispositivi di facile uso che consentono di raggiungere l’effetto
frizzante desiderato.
Particolato
sospeso, solidi
sospesi, particelle
Pesticidi, solventi
organici,
sottoprodotti di
disinfezione
Nitrati/nitriti
Filtri a carbone
attivo
Filtri a carbone attivo
arricchiti con argento
SI’
SI’
La struttura del filtro
è in grado di
trattenere le particelle
Le maglie del filtro
trattengono la maggior parte
delle particelle sospese
SI’
SI’
parzialmente
Osmosi inversa
Sistemi di filtrazione
verticale
NO
Le particelle sospese
possono intasare e
danneggiare la
membrana*
SI’
La struttura del filtro è in
grado di trattenere le
particelle
NO
SI’
Addolcitori e
resine a scambio
ionico
NO
Le resine agiscono
sulla durezza
NO
parzialmente
Dipende dal livello di
contaminazione
parzialmente
NO
NO
SI’
NO
NO
SI’
SI’
SI’
se dotati di speciali filtri
parzialmente Alcuni
metalli leggeri possono
essere trattenuti dalla
resina
SI’
SI’
SI’
Metalli pesanti
SI’
Solo parzialmente
Solo parzialmente (a
seconda del tipo di filtro)
Durezza
SI’
SI’
SI’
Batteri
NO
SI’
SI’
SI’
NO
con speciali lampade UV
disinfettanti
Fonte: Altroconsumo, modificata da ZooPlantLab
*alcune apparecchiature ad osmosi inversa presentano un filtro a valle che elimina il particolato.
Uso corretto dell’acqua: alcuni suggerimenti
Anche se in alcune regioni del nostro Paese l’acqua è sempre abbondante, impariamo ad usarla con
intelligenza e a non sprecarla Perché, in ogni caso, l’acqua che esce dai nostri rubinetto dovrà essere
raccolta nella rete fognaria e depurata. I costi della depurazione crescono se aumenta il volume da
trattare.
Il rubinetto
Un rubinetto che gocciola può far sprecare da 2 a 3 mila litri di acqua all’anno. Anche il frangigetto
aiuta a risparmiare: il getto si arricchisce di aria e riduce la fuoriuscita di acqua. Esistono in
commercio rubinetti con dispositivi per il risparmio di acqua.
La doccia
E’ più veloce del bagno e permette un buon risparmio di acqua: i 150 litri della vasca diventano solo
30 per la doccia.
La rasatura e il lavaggio dei denti
Per radersi si può riempire il lavandino con una piccola quantità di acqua e poi farla scorrere alla
fine.
Per lavarsi i denti non è necessario far scorrere l’acqua in continuazione: si può utilizzare lo
spazzolino inumidito e risciacquare alla fine.
Lo sciacquone
Il water è responsabile del 30% dei consumi domestici dell’acqua. Sarebbe opportuno installare uno
sciacquone a “scarico differenziato” che farebbe risparmiare oltre 20.000 litri di acqua all’anno.
Gli elettrodomestici
Per ottenere un buon risparmio dobbiamo ricordare che la lavatrice e la lavastoviglie devono
funzionare a pieno carico: in questo modo si potranno risparmiare fino a 10.000 litri l’anno.
Auto e giardino
Per lavare l’autovettura si può riempire un secchio con l’acqua, senza lasciare il rubinetto aperto e
inondare la macchina d’acqua. Bastano pochi secchi per togliere la schiuma e il risparmio sarebbe
di 130 litri di acqua.
E’ meglio innaffiare il giardino al mattino presto oppure al tramonto: nel pomeriggio il terreno caldo
farebbe evaporare l’acqua.
Le piante d’appartamento possono essere innaffiate riciclando l’acqua di lavaggio di frutta e
verdura che inoltre fornirà un apporto di sali minerali.
La Cucina
L'acqua calda usata per la cottura della pasta può essere reimpiegata per il lavaggio delle stoviglie.
La lavastoviglie risparmia l’acqua perché ne utilizza circa 16 litri mentre lavare i piatti a mano può
portare a consumare grandi volumi di acqua (anche fino a 60 litri).