1 FISIOTERAPISTA E CHINESIOLOGO A CONFRONTO

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1 FISIOTERAPISTA E CHINESIOLOGO A CONFRONTO
FISIOTERAPISTA E CHINESIOLOGO A CONFRONTO
Introduzione.
Nel contesto lavorativo in cui mi trovo ad operare, mi sto riferendo ad un centro di
rieducazione motoria, mi sono confrontata con le altre figure professionali presenti, prima fra
tutte quella del fisioterapista. Sebbene con una presenza minore rispetto al chinesiologo, anche
il fisioterapista lavora in molti centri privati nonostante le sue principali destinazioni siano i
Centri sanitari pubblici. Di conseguenza, noi come chinesiologi o esperti del movimento, con
questa figura ci dobbiamo scontrare. Uso il termine scontrare, in quanto mi sono resa conto di
come non sia semplice il rapporto esistente tra il fisioterapista e il chinesiologo che si trovano
spesso ad operare in quelle che possiamo definire aree di intervento sovrapponibili.
Se poi ci guardiamo attorno, se ascoltiamo quello che la maggior parte delle persone ci riporta,
ci accorgiamo di quanta confusione ci sia oggi riguardo la conoscenza
di “chi è il
fisioterapista” e di “chi è il chinesiologo”. La mancanza di conoscenze, fa sì chi le persone
spesso si rivolgano a qualcuno che in realtà non risponde alle richieste e alle esigenze reali
presenti.
Non si può pensare comunque che la colpa sia solamente dell’ignoranza della gente, in quanto
le leggi e le regolamentazioni oggi esistenti non sono assolutamente sufficienti a chiarire quali
siano realmente le posizioni e gli ambiti di intervento della figura del chinesiologo e del
fisioterapista.
Col desiderio di far luce su quello che per me fino a non molto tempo fa era ancora non chiaro;
volendo dare delle conoscenze indispensabili a coloro che vogliano rivolgersi al chinesiologo o
al fisioterapista cercherò di analizzare quali sono i percorsi formativi di ognuno e tenterò di
evidenziare le specificità di uno e dell’altro per poi valutare in quali ambiti essi agiscono.
Facendo un ulteriore passo avanti mi sento di poter infine proporre anche una eventuale
possibile collaborazione tra le due figure.
Una buona collaborazione, garantisce sempre un ottimo servizio alla persona e offre a chi
opera la possibilità di confrontarsi sempre in un lavoro costruttivo.
Ho detto come il mio scopo sia quello di chiarire chi sono fisioterapista e chinesiologo: cosa li
accomuna e cosa li distingue, analizzando quali competenze hanno, riportando il come si
propongono e in quali ambiti.
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Per comodità parlerò di chinesiologo/esperto in scienze motorie per considerare le diverse
figure del diplomato Isef e del laureato in Scienze Motorie1 e nominerò il fisioterapista o
terapista della riabilitazione considerando anche il terapista occupazionale e il terapista della
psicomotricità.
Per meglio orientarci, è necessario innanzitutto definire chi è il fisioterapista e chi è il
chinesiologo sotto l’aspetto legislativo. Importante è comunque anche fare il paragone tra i
diversi percorsi formativi, quelli del diplomato ISEF, del laureato in Scienze Motorie e del
fisioterapista, per capire quale sia la reale preparazione di base che indirizza alla specifica
professione. Solo dopo questo mi sento di poter mettere a confronto le diverse figure anche
nell’ambito lavorativo, in specifico nel settore dell’attività motoria, per così vederle all’opera
nel cosiddetto “mondo del lavoro”.
Questo anche sulla base di conclusioni derivanti da lavori da me svolti in palestra ai quali ho
partecipato attivamente.
Analizzando come abbiamo detto fisioterapista e chinesiologo sotto l’aspetto legislativo ci
rendiamo conto di come esista una differenza sostanziale per ciò che concerne la
regolamentazione esistente riguardo queste due figure: per il primo, cioè riferendomi al
fisioterapista, nomino il Decreto Legislativo del dicembre 19922 che inquadra la figura e
definisce i suoi ambiti di intervento, mentre per il secondo, e mi riferisco al chinesiologo, cito
due progetti di legge riferibili all’anno 20023. Sebbene questi ultimi siano esaurienti nel loro
contenuto, sono ancora progetti, con la conseguenza che la situazione non è al momento ben
definita.
Il Decreto Legislativo di cui sopra riporta tutto ciò che riguarda, che caratterizza la figura del
fisioterapista. In esso si parla di patologia, di attività terapeutica, di terapie (terapie fisiche,
manuali, massoterapiche, occupazionali), di protesi, di ausili, di disabile e di disabilità, di
prevenzione e di cura; ancora molto importante, viene nominata la riabilitazione e perciò
l’esercizio per il recupero funzionale, nell’ambito della motricità.
Ancora si può rilevare come il fisioterapista operi autonomamente o in collaborazione, in
strutture sanitarie pubbliche o private, rientrando nella categoria delle figure professionali
sanitarie.4
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Equiparati titoli ISEF e Scienze Motorie con la Legge 18 giugno 2002 n°136.
Rif. Art. 1 del Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n°502 e successive modifiche ed integrazioni.
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Rif. Progetto di Legge n°2588 del 27 marzo 2002 e n°3064 del 24 luglio 2002.
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Rif. Decreto del Ministero della Salute del 29 marzo 2001 e Leggi n°42 del 26 febbraio 1999 e n°251 del 10
agosto 2000 che descrivono i profili professionali delle figure sanitarie.
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Facendo invece riferimento ai progetti di legge riguardanti la posizione del chinesiologo
possiamo già individuare come dominino in questo caso i concetti di educazione e di
formazione. Il chinesiologo si occupa di prevenzione, si impegna nel proporre attività motoria
allo scopo di salvaguardare e migliorare lo stato psico-fisico del soggetto. Interviene sulle
disabilità, si occupa di rieducazione, consiglia, propone, insegna come applicare il movimento,
anche nel campo dell’attività motoria compensativa e riabilitativa.
Il tutto nell’ambito di interventi individuali o collettivi, agendo autonomamente
o in
collaborazione e inseriti in organismi scolastici, socio-sanitari, sportivi, del tempo libero e
ricreativi.
Tornado invece,ai percorsi formativi ci rendiamo conto di come i piani di studio di ognuno
vadano ad identificare le due figure. Infatti si legge chiaramente nella presentazione del piano
di studio che il corso di laurea in Scienze delle Attività Motorie5 ha l’obiettivo di fornire “le
competenze relative alla comprensione, alla progettazione, alla conduzione, alla gestione di
attività motorie a carattere educativo, adattativo, ludico o sportivo, finalizzandole allo
sviluppo, al mantenimento e al recupero delle capacità motorie e del benessere psico-fisico ad
esse correlato, con attenzione alle rilevanti specificità di genere”.
Per quel che riguarda il fisioterapista invece risulta chiaro come il corso di laurea abbia
l’obiettivo di formare un operatore sanitario e precisamente “il fisioterapista svolge in via
autonoma o in collaborazione con altre figure sanitarie e non, gli interventi di prevenzione,
cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori e di quelle
viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita”.
Riferendoci a ciò che ho riportato, potremmo affermare come il tutto sia molto chiaro e ben
definito.
Riassumendo infatti, vediamo che:
- il fisioterapista riabilita; agisce su base medica; utilizza tecniche terapeutiche (anche
strumentali e manuali) specifiche per ogni patologia; agisce principalmente sul “punto del
dolore”; si occupa del trattamento di mantenimento e del recupero fisico, riabilitando il
disabile nell’ambito della motricità, delle funzioni corticali superiori e viscerali, e in ambito
psichico, conseguenti a eventi patologici.
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Rif. Legge Istitutiva della “Laurea in Scienze Motorie” D.L. 8 maggio 1998 n°178 (punto 7, art2).
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- il chinesiologo educa e rieduca; agisce su base medico-pedagogica6; propone ginnastica
adattata al soggetto anche disabile; agisce in modo globale sulla persona; si occupa di
prevenzione, di intervento di mantenimento e di riattivazione funzionale per il recupero fisico
in ambito motorio, psicologico, della socializzazione, dello sport; lavora per l’ottenimento
della salute e del benessere del soggetto (ciò include anche il mantenimento della capacità
residua rimasta e alleviare le sofferenze che può dare la patologia).
Nella realtà però non è tutto così semplice e chiaro: la carenza di leggi vigenti, è causa di
molta confusione.
Per rendere l’idea di quel che sta succedendo possiamo subito parlare di “abusivismo” e cioè
di coloro che, senza titolo, praticano metodiche che non necessariamente identificano una
professione ovvero un profilo professionale.
Chi vive in prima persona questa situazione difficile è colui che si muove per lavoro nel settore
dell’attività motoria e della riabilitazione ma la percepisce anche chi, per necessità, ha modo di
avvicinarsi a tale realtà.
E’ proprio a causa di carenze legislative che è purtroppo presente e diffuso da troppo tempo il
fenomeno dell’abusivismo. Se ne parla molto dell’abusivismo effettivamente presente nel
settore della riabilitazione e di conseguenza nei confronti della figura del fisioterapista; un po’
meno se ne parla di ciò che riguarda l’abusivismo nell’attività motoria e riguardo la figura
dell’educatore fisico.
E’ necessario, anzi direi indispensabile, che vengano finalmente definite rigide
regolamentazioni che blocchino il fenomeno e che garantiscano l’intervento “sul campo”, in
ogni settore, di persone realmente competenti.
Tornando a ciò di cui sopra, volendo cioè rilevare ciò che differenzia fisioterapista e
chinesiologo, possiamo subito mettere a confronto come sia rilevante per il primo lo studio
dell’ambito medico-curativo, delle scienze fisioterapiche e chirurgiche mentre per il secondo è
rilevante il concetto di educazione e di studio delle scienze del movimento.
Di conseguenza il fisioterapista si occupa prevalentemente (di solito in rapporto 1:1 e meno
frequentemente in lavoro di gruppo) di riabilitazione funzionale per ciò che riguarda problemi
osteoarticolari, posturali, neurologici, respiratori, viscerali.
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Anche se inferiore rispetto al fisioterapista, la preparazione medica è comunque valida. Vediamo per esempio
come il chinesiologo sia preparato riguardo l’anatomia, la fisiologia e la traumatologia in ambito sportivo, la
lettura di radiografie o come sappia rispondere con adeguato intervento a una lombalgia o cervicalgia.
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Il chinesiologo invece si occupa prevalentemente (di solito in lavoro di gruppo ma anche in
rapporto 1:1) di attività motoria con l’uso o non di attrezzi, di preparazione di programmi di
lavoro per migliorare resistenza, tono muscolare, forza …, di ginnastica correttiva, o
preventiva e adattata, e di chinesiologia riabilitativa.
Voglio evidenziare l’importanza di fare attività motoria sotto la guida di persone qualificate:
come ho detto precedentemente di attività motoria se ne occupa il chinesiologo come pure il
fisioterapista; dal lavoro di osservazione da me svolto in diversi contesti lavorativi, troviamo
testimonianza di ciò.
Innanzitutto, la cosa più importante che ho rilevato è come, per quel che riguarda il primo, si
possa parlare di “prevalere dell’aspetto educativo/sportivo” mentre, per quel che riguarda il
secondo, di “prevalere dell’aspetto tecnico”.
Nel caso del fisioterapista troviamo nella formazione e nel tipo di lavoro svolto, una serie di
tecniche e metodi che vengono sempre scrupolosamente applicati; possiamo anche parlare di
applicazione di protocolli specifici per ogni patologia.
Il fisioterapista ha la facoltà di
intervenire sulla patologia con la terapia.
L’ambito patologico terapeutico ci porta al contesto sanitario nel quale il chinesiologo invece
viene escluso.
A mio parere, il pericolo in questo contesto è di agire con estrema precisione ma con poca
elasticità in quanto la regola è “seguire degli iter, dei procedimenti precisi per ogni soggetto”.
Al contrario l’aspetto educativo che caratterizza la formazione e l’operato del chinesiologo,
garantisce sempre maggiore elasticità nell’esecuzione. Il chinesiologo applica tecniche e
metodi, riuscendo anche a spaziare mentalmente e praticamente.
Possiamo dire con certezza che il fisioterapista riabilita tramite tecniche e metodi terapeutici
specifici per le diverse patologie mentre il chinesiologo, attraverso l’insegnamento del
movimento, educa e rieduca tramite diverse proprie conoscenze.
Anche se esistono tali differenze che vanno appunto a caratterizzare le figure, a livello pratico,
si possono riscontrare delle similitudini o uguaglianze che possiamo definire anche aree di
intervento sovrapponibili.
Non è facile riuscire a stabilire un confine che vada a definire chiaramente i compiti specifici
del fisioterapista e del chinesiologo.
In passato, per distinguere i margini d’azione delle due figure, ci si basava molto sulla
differenza tra riabilitare e rieducare. Oggi questo lo si fa meno. Oggi io credo sia invece
importante riuscire a definire le specificità di ognuno, rilevare quali sono le reali aree di
intervento che si sovrappongono e da queste partire col pensare a una buona collaborazione.
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Vorrei proporre una eventuale possibile collaborazione tra fisioterapista e chinesiologo. Mi
sento di affermare con sicurezza che ciò sarebbe cosa valida, in quanto la collaborazione è
importante per raggiungere un obiettivo rilevante quale è migliorare i rapporti tra le due figure
e, di conseguenza, ottenere, garantire un migliore servizio alla persona che necessita, nel
nostro caso di fare attività motoria.
Ho ipotizzato due tipi di collaborazione, attuabili in diversi contesti,che potrebbero essere così
schematizzati: nel primo caso vediamo in primo piano il soggetto che necessita del servizio e
di seguito l’intervento del medico specialista, del fisioterapista e del chinesiologo: possiamo
parlare in questo caso di collaborazione indiretta in quanto non vi è un lavoro in parallelo tra
fisioterapista e chinesiologo ma esiste un passaggio di consegne sequenziale, cioè dove
termina uno, inizia l’altro.
Nel secondo caso vediamo in primo piano il soggetto che necessita del servizio e di seguito
l’intervento del medico specialista, del fisioterapista e del chinesiologo insieme: in questo
secondo caso quindi la collaborazione nasce dal fatto che comunque non vi è una linea netta
che separa le due figure professionali, nell’interesse dell’individuo.
Il tutto non esclude comunque la presenza di altre figure professionali importanti, quali sono
per esempio psicologo, insegnante, logopedista,…i quali con la loro consulenza partecipano
anch’essi ad un intervento di tipo globale.
Conclusione.
Vorrei concludere affermando ”Fisioterapista e chinesiologo a confronto”. Perché “a
confronto”: per rilevare ciò che va a distinguere le due figure, ciò che le accomuna e che le fa
contrastare o avvicinare; per riuscire a definire quali siano gli ambiti di intervento dell’uno e
dell’altro e per vedere in quali contesti operano.
Il tutto allo scopo, di rispondere alla necessità di far luce su quello che per molti non è ancora
chiaro, di arrivare a dare delle conoscenze indispensabili a coloro che chiedono un servizio al
chinesiologo o al fisioterapista, e infine proporre un obiettivo finale che è quello di poter
ipotizzare un realizzabile rapporto di collaborazione tra fisioterapista e chinesiologo per
arrivare finalmente a poter parlare di “riabilitazione globale.
Verona, 03 ottobre 2004
Elisabetta Musacchi
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