Tra Ponte Chiasso e Monte Olimpino una discarica
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Tra Ponte Chiasso e Monte Olimpino una discarica
CRONACA Corriere di Como Venerdì 22 Gennaio 2016 5 Tra Ponte Chiasso e Monte Olimpino una discarica abusiva lunga centinaia di metri Il Comune di Como: «È una strada privata, non possiamo intervenire noi» Situazione nota La situazione della via tra Ponte Chiasso e Monte Olimpino è nota da anni negli uffici di palazzo Cernezzi. Il Comune di Como, pur essendo la via privata, pare sia intervenuto a ripulire l’area già un paio di volte Discarica con vista su via Bellinzona. La via Alfonso Oldelli torna di nuovo al centro dell’attenzione. Le segnalazioni giungono in redazione portate dai lettori, infastiditi da una distesa di pattume lunga 300 metri, che può “vantare” su una roulotte abbandonata, su cassette di plastica contenenti bottiglie, su taniche, e ovviamente su sacchi della spazzatura. Immondizia che si ferma solo di fronte alle auto parcheggiate, nel senso che comunque le lambisce e le circonda. Le foto di questa pagina sono recenti, ma non che nelle settimane o nei mesi prima la situazione fosse diversa. Una discarica a cielo aperto, incustodita ma continuamente alimentata da mani anonime. Un mare di pattume “sorvegliato” da una roulotte lasciata chissà da chi e chissà quando. E ovviamente non mancano giochi di bambini, mobili sfasciati, vetri, copertoni di auto, batterie esauste, secchi di vernice. Non che il problema sia nuovo, va detto. Già anni fa il Comune di Como - con ancora Stefano Bruni con la fascia tricolore al petto - si interrogava sugli incivili che abbandonavano ogni sorta di pattume in più punti della città, compresa quella via tra Monte Olimpino e Ponte Chiasso. Ma ad oggi nulla è cambiato ed essen- Palazzo Cernezzi «Abbiamo sistemato già due volte. Ma non possiamo sempre far pagare ai cittadini questa situazione» do la via privata, le mani di palazzo Cernezzi e dell’assessore Bruno Magatti sono “legate”. Gli stessi proprietari in passato avevano ripulito, poi il Comune - dicono dagli uffici - «era intervenuto per altre due volte». «Ma non possiamo sempre sistemare la cose con i soldi dei cittadini - è la chiosa - per poi vedere che tutto dopo poco tempo torna come prima». La roulotte che si trova in via Alfonso Oldelli, circondata da rifiuti di ogni tipo Un’altra catasta di rifiuti che fa bella mostra di sé in via Oldelli (foto Milanta) Un’automobile lambita dall’immondizia abbandonata sul ciglio della via L’azienda in crisi di via Cecilio Caso Sca, decisivi i prossimi 10 giorni Qualcosa si muove per i dipendenti della Sca, ma restano pesanti incognite sul futuro. Ieri mattina c’è stata l’audizione in Regione, in commissione Attività Produttive, con i rappresentanti sindacali, dopo una settimana di mobilitazione davanti ai cancelli di via Cecilio, sede comasca dell’azienda, fino al 16 dicembre scorso concessionaria Mercedes-Benz. «Abbiamo evidenziato la situazione del gruppo, chiedendo sostegno alla Regione e soprattutto di fare da tramite con Mercedes per ottenere risposte in merito al piano industriale e alle intenzioni sul territorio dell’azienda spiega Massimiliano Corti della Fim Cisl dei Laghi - Avvieremo al più presto un tavolo tecnico con Arifl, l’Agenzia regionale formazione e lavoro, per capire se i dipendenti potranno accedere alla cassa in deroga appena finanziata». Nel frattempo è finito il presidio in via Cecilio dopo l’accordo raggiunto martedì che prevede il mantenimento di alcuni dipendenti nella sede di Cantù per il marchio Subaru - ad oggi ancora del gruppo Sca - mentre gli altri verranno considerati in ferie fino al 31 gennaio. I prossimi dieci giorni, dunque, saranno decisivi per il destino dei dipendenti, in 154 da due mesi sen- za ricevere lo stipendio. A rischio ci sono i posti dei lavoratori di 13 filiali disseminate tra Lombardia ed Emilia Romagna. Tre le sedi comasche (Como, Cantù e Mariano Comense) per un totale di una settantina di lavoratori. «Un territorio come quello di Como, per di più di confine, non può non essere considerato strategico - ha commentato ieri il consigliere regionale comasco del Pd Luca Gaffuri - In ogni caso occorre dare garanzie di continuità occupazionale ai lavoratori». Presente all’incontro in Regione Lombardia anche il consigliere segretario comasco del gruppo “Maroni presidente” Daniela Maroni, che si impegna a chiedere all’Ufficio di Presidenza della Giunta e all’assessore alle Attività Produttive Mauro Parolini un incontro con l’azienda Mercedes sul caso della Sca di Como. I lavoratori dell’azienda comasca Sca ieri a Milano con il consigliere regionale Daniela Maroni La statistica della Cisl In calo la cassa integrazione Nel 2015 il ricorso agli ammortizzatori sociali in provincia di Como è diminuito del 42%. Nel confronto con l’anno precedente si nota un netto ridimensionamento nelle richieste delle aziende. Emerge dall’analisi dei dati Inps effettuata dal dipartimento Mercato del lavoro della Cisl Lombardia. Sul Lario, a fronte di oltre 6milioni e mezzo di ore di cassa integrazione ordinaria richieste nel 2014, il dato è sceso lo scorso anno a poco più di 4 milioni, -37% in 12 mesi e -32.4% per quanto riguarda la cassa straordinaria (da VkVSIyMjVm9sb0Vhc3lSZWFkZXJfU2VzYWFiIyMjcy5jYXNpcmFnaGkjIyNSaXN1bHRhdGkgUmljZXJjYSMjIzI1LTAxLTIwMTYjIyMyMDE2LTAyLTA0VDEyOjE1OjQ0WiMjI1ZFUg== quasi 8 milioni di ore si è passati a poco oltre 5 milioni). Infine la diminuzione più consistente, - 79.5%, si evidenzia per la cassa in deroga (da 3 milioni di ore del 2014 si è arrivati a 630mila l’anno passato). «Queste cifre sono la dimostrazione che anche il sistema economico comasco sta iniziando a reagire - dice Gerardo Larghi, segretario generale della Cisl dei Laghi - Purtroppo questi anni hanno selezionato molto le aziende, quelle sopravvissute sono quelle che hanno saputo innovarsi e rinnovarsi».