42-43 mario biondi-comp - Culture
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42-43 mario biondi-comp 22-01-2007 9:45 Pagina 42 Track 6 intervista di Silvia Turrin Mario Biondi Essenza soul jazz Dopo varie produzioni dance house e numerose collaborazioni come corista, il vocalist catanese realizza un album dalla forte impronta da crooner jazzy e rhythm‘n’blues, in cui spiccano le sue sorprendenti capacità timbriche. fonda, calda, pro l cuoe c o v a alla su zioni de no le pulsa risuonan gni battito diffo o fe a tmos re, che e vitali a ti n a c c Biondono to Mario . z z ja l u re so to del dispet he in a , c di hiara e ione c hera le su g a n r a c s a a n m a la c m e e modo liane, . k c i qualch a c l i b s nte i e c m i l n d a e a p t r p a o vocalist a enza t un’ess primi passi come , cantautore oi dre Ha moss a fianco del pa mente , e die tipica anin lo n e m o d dodice n ta ua , interpre dolescente la s popolare produda a o d ià n g a a lt o m c , s e a n , a li ra ita ne enson, almente George B ma music Quincy Jones, s, scalpitava s ate zioni firm Teddy Pendergra au, e rr a J l A corgere. rienze r, e p s e per eme e ba iano variat Dopo s ante nei p nista in nt tur me ca ista e er realizr o c é nonch opo av hi dance , e d c studio versi dis i d o t za D 42 house, ecco che finalmente la sua passione viscerale per le sonorità afroamericane si è concretizzata in un album intitolato non a caso Handful Of Soul, in cui si avverte il tocco di Luciano Cantone, lungimirante e abile produttore. Dalla prima sino all’ultima nota, si rimane ammaliati dall’intensità vocale di Mario, che crea un avvolgente tappeto sonoro, in grado di scaldare i più reconditi meandri dell’essere. In questo lavoro, già premiato con un disco d’oro per aver superato le 40mila copie vendute, il crooner nato a Catania ha composto in collaborazione con un team di Roma, “Gig”, mentre con il talentuoso musicista Alessandro Magnanini ha realizzato “No Mercy For Me” e il brano dance ben noto anche oltre i confini italiani, “This Is What You Are” (edito con la denominazione di Was-A-Bee). Accanto a questi ben concepiti inediti, scopriamo grandi classici del repertorio soul e r‘n’b, inter- pr m Ho He no zi, di te fra so pi No ni iz e a, e s, e. 22-01-2007 pretati da Mario con un mood particolarmente coinvolgente. Su tutti spicca “Slow Hot Wind”, intramontabile capolavoro di Henry Mancini, la cui originale intensità non è stata minimamente scalfita, ma anzi, impreziosita da sensuali cadenze colme di romanticismo. Altrettanto ben rielaborate sono “On A Clear Day”, in cui l’intreccio fra piano, fiati e batteria sviluppa armonie solari, e “No Trouble On The Mountain”, piena di ritmo imbevuto di swing. Non mancano poi echi provenienti dal Brasile con la nu bossa di “O Child Runs Free” e con le sonorità samba che aleggiano in “Rio De Janeiro Blue”. In questo cd, oltre ai tecnicismi legati all’architettura melodica, si avverte un forte pathos emozionale sviluppato da avvolgenti vocalizzi. 9:45 Pagina 43 “Emozioni che”, come spiega Mario, “nascono direttamente dal cuore. Penso sia il momento giusto di raggiungere l’anima delle persone con sentimenti mossi dalla passione. Ciò che più d’intenso ci circonda deriva da un profondo coinvolgimento e per me, adesso come adesso, la musica soul smuove certe corde più di altri generi. Con questo disco ho voluto rendere manifesta la mia spinta interiore orientata verso sonorità black.” Hai lavorato molto in ambito dance… “Sì, ho fatto diverse produzioni, sia come cantante, sia dal punto di vista editoriale (testi e melodie). A metà anni 90 conobbi Luciano Cantone della Schema, ma per diverse vicissitudini solo nel 2004 ci rivedemmo per produrre “This Is What You Are”, di cui si innamorò il dj Norman Jay, che lo inserì nella normale programmazione della radio britannica.” E questo ha aperto la strada a Handful Of Soul? “Sì. Anche perché, a parte i pezzi originali, le cover le ha scelte tutte Luciano. Alcune le conoscevo, come “Rio De Janeiro Blue” e “Slow Hot Wind”, le altre le ho im- parate ex novo. Alcune mi erano completamente sconosciute, come “Handful Of Soul” di Goykovich e Woode, uno dei brani che più temevo e che oggi mi diverte tantissimo cantare; “I Can’t Keep From Cryin’ Sometimes”, un bellissimo blues in minore di Al Kooper che gli High Five rendono in maniera straordinaria.” È proprio il quintetto jazz romano ad accompagnare Biondi in questo primo progetto firmato a suo nome, e l’ensemble, composto dai validissimi Fabrizio Bosso (tromba), Luca Mannutza (pianoforte), Pietro Ciancaglini (contrabbasso), Daniele Scannapieco (sax tenore), Lorenzo Tucci (batteria), porta a galla echi hard bop e rhythm & blues. Un collettivo di jazzisti che ha rafforzato l’energia positiva sprigionata da Mario, la cui voce arricchisce il panorama nu jazz/soul non solo italiano. Mario Biondi n 42-43 mario biondi-comp te er si um dvno i- ne o, in dri to le aun nha no aeedi r- 43