pense marave ee - Pense e Maravee
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Direttore responsabile Federico Rossi_ _Redazione: Sergio Gollino, Paolo Isola, Irma Londero, Piera Londero, Gianni Tonetto, Roberto Urbani_ _A questo numero hanno collaborato: Lorenzo Londero, Maria Copetti, Jessica Bellina, Sandro Venturini, Sandro Cargnelutti, Alberto Barel e tanti altri amici_ _A tutti un sentito grazie!_ _Aut.Tribunale di Udine 10/92 del 6/4/1992_ _Stampato su carta riciclata presso: Rosso Grafica e Stampa via Osoppo 135 - Gemona del Friuli_ _Proprietà: Associazione culturale Pense e Maravee, via Sottocastello 81 - 33013 Gemona del Friuli - UD_ _Consegnato in Tipografia il 10/12/2008_ _Tiratura: 5.400 copie_ _Distribuzione gratuita_ PTL/OMF/PMP/726/08 http://www.pensemaravee.it [email protected] dicembre 2008 69 Periodico bimestrale di cultura, informazione e dibattito 17 10 2008 PENSE EMARAVE E Anno 17 - n. 5 sommario Inserto: Gemona e la grande guerra Scuola: una resistenza difficile, faticosa, entusiasmante Le multivisioni di Claudio Tuti Il Sfuei: Bosnia Erzegovina oggi Il lunari 2009 di Pense e Maravee: Scuelis e contis Scuelis di îr, scuele di vuei e di doman ... ... e il lunari di chest an! 2 SCUOLA Presente! Una resistenza Scuelis di mont gni mattina all’appello rispondono in 11. È per questo che non lo faccio mai, l’appello. Non serve, basta guardarsi negli occhi, e con gli occhi contarsi. Negli occhi si può anche leggere una nuova ansia: “Prof., ci saremo ancora il prossimo anno?”. riuli. Carnia. Forni Avoltri. Montagna. Undici adolescenti, una terza e una pluriclasse prima&seconda. Quella che tutti ancora chiamano “scuola media”, quella che tanti hanno cominciato a chiamare Scuolamagia. Sarà per il divano al centro del piccolo atrio, sarà per il the coi biscotti tutti quanti assieme. Sarà perché i ragazzi vogliono non finisca mai, ché andare alle scuole superiori significa anni di levatacce con due o tre ore di corriera ogni giorno. Significa istituti lontanissimi, con un’esigua scelta di indirizzi e l’approdo finale dentro un’economia depressa che molto probabilmente non saprà assorbirli nel ramo che hanno scelto e li costringerà, se non vogliono fare le valige e trasferirsi in città, a turarsi il naso dentro un mestiere (precario) lontanissimo dai loro sogni. lessandra ha 17 anni e rimpiange gli anni di Scuolamagia. Studiare le viene facile, ha 10 in italiano e paura di nulla. Sa però cosa significa aspettare la corriera che ti porta a scuola quando è ancora buio e il paese è bianco come nelle cartoline. Soprattutto è consapevole di quanto sia assurdo che la sua stessa fatica quotidiana debba sopportarla un ragazzino di 11 anni (o addirittura una bimba di 6) e mi dice che è disposta ad occupare la sua vecchia scuola media. Claudio sorride e dice che poi toccherebbe a lui venire a sgomberarci, grandi e piccini, i suoi figli compresi. Claudio fa il finanziere e quando c’è O F A da dare una mano alle attività del plesso non si tira mai indietro. Nessun genitore si tira mai indietro, la scuola in paese è preziosa, quasi sacra. E, ahimè, sempre in bilico, sempre sulla lama dei tagli. Un ministro che si chiama “Tre-monti” da queste parti sembrerebbe perfetto, salvo poi anagrammarlo e ottenere “tormenti”… emmeno l’Amministrazione comunale ha mai negato il suo appoggio: ha rimesso a nuovo i locali scolastici, ha investito in pannelli solari e nelle biomasse per ammortizzare il costo del riscaldamento, ha rincorso tenacemente la banda larga perché nelle aule gli alunni potessero stare al passo, e navigare liberi anche tra le montagne. Soldi buttati. Uno spreco vero, questo sì. Il prossimo anno nel silenzio delle mattine non suonerà nessuna campanella. Nessun grido di ragazzino, l’aria in paese sembrerà come svuotata. Dà fastidio passare per un lusso, una spesa inutile caricata sulle spalle della gente onesta: io, i miei colleghi e i miei 11 studenti come l’auto blu del segretario del segretario del sottosegretario. Scuolamagia è una scuola: dentro c’è il futuro di una piccola comunità, di un piccolo pezzo di Italia, con una storia, dei tratti distintivi e una lingua speciale. Ci manca qualcosa, certo. Non abbiamo alunni stranieri, per esempio. Non per questo ci siamo chiusi al mondo. Qualche anno fa abbiamo messo in scena uno spettacolo teatrale in cui si raccontava la tragedia di Portopalo, il naufragio di Natale che avevamo scoperto grazie al coraggio di un grande giornalista. omani mattina giuro che faccio l’appello. Anche se non serve. Voglio sentir rispondere “presente”. Proprio lì, dentro quell’aula di montagna: presenti, il Pre- N D Si lotta ancora in difesa della ochi anni e tanta voce. Voce giovane per parole taglienti, affilate da una intelligenza che non si è ancora fatta rassegnazione. Eppoi slogan e cartelli che non si fa a tempo a leggere, perché l'onda spinge e in qualche modo ti muovi, anche se non sembra. Case, chiese e palazzi romani ti paiono immobili, perché le strade della capitale non sono abbastanza per quell'invasione di rabbia sorridente e beffarda. Il 30 ottobre, giorno della manifestazione nazionale della scuola, è stato questo e molto altro. E' stato uno sciopero immane per la storia del nostro sistema formativo, con l'astensione di due lavoratori su tre: numeri che il ministero si è guardato bene dal rendere pubblici. Ma chi quel giorno ha attraversato le piazze dell'Italia che non vuole cedere al cinismo disilluso, non necessita di cifre per raccontare la speranza. Chi ha osservato i più giovani irridere con la perspicacia dell'ironia le menzogne del ministro Gelmini, sa che si sta facendo faticosamente strada una nuova generazione di persone capaci di scavare al di sotto delle apparenze mediatiche. Berlusconi confida ancora di poter dispensare falsità, facendo leva su un sistema informativo che asseconda ogni suo desiderio. Ma è sempre più difficile controllare le notizie, che sfuggono e si propagano democraticamente in rete, seguendo percorsi orizzontali piuttosto che gerarchici. P sente. Poi chiuderò il registro e ancora una volta comincerò a raccontare loro il Passato e ad immaginare – insieme a loro – che colore avrà il Futuro. Andrea Disint http://unapozzanghera. splinder.com Le menzogne Si svelano allora gli del inganni di un governo primo ministro che, con agghiacciante sfrontatezza, si affaccia alle televisioni per negare che nei prossimi anni vi saranno dei tagli al sistema dell'istruzione. Eppure ragazzi, insegnanti e genitori hanno potuto prendere visione della Legge finanziaria (Legge 133), già approvata alla Camera e attualmente al vaglio del Senato, che prevede al comma 6 dell'articolo 64 un risparmio di circa 8 milioni di euro nei prossimi tre anni. Il premier continua ostinatamente a diffondere falsità: dovremmo preoccuparci in primo luogo del grave danno inferto alla formazione morale ed etica di ragazzi che sanno riconoscere l'inganno e che sono tuttavia costretti a sopportare lo spettacolo di una classe dirigente spudorata. Il ministro Gelmini ha criticato le condizioni del sistema formativo italiano, che pone la preparazione dei nostri studenti agli ultimi posti nelle classifiche europee. Il ritratto di una situazione patologica ed emergenziale che non riconosceva distinzioni e meriti, diventato senso comune grazie all'utilizzo di ogni canale mediatico, era propedeutico agli interventi radicali che, secondo il ministro, sarebbero la soluzione ai mali di cui soffre la scuola italiana. Ecco allora, secondo lo "Schema di piano programmatico del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca" che si delinea la cura per le lacune dimostrate dai nostri giovani nella conoscenza delle lingue e della matematica: nella premessa del documento si anticipa il progetto di un incremento del rapporto alunnidocenti, mentre nelle SCUOLA&GIOVANI 3 difficile, faticosa, entusiasmante scuola pubblica pagine successive si parla di "essenzializzazione" dei carichi orari di lezione. Significa che, secondo il ministro, i giovani imparerebbero meglio e di più in classi più affollate e con meno ore di lezione! Nello stesso testo, al paragrafo intitolato "Intervento e razionalizzazione dei piani di studio", si entra nel merito dell'organizzazione di ogni ordine di scuola. Per la scuola primaria si arriva a scrivere che le 24 ore settimanali (orario solo mattutino), con l'insegnante unico, sarebbero più funzionali "all'innalzamento degli obiettivi di apprendimento": chi in questi anni ha usufruito del tempo pieno, di 40 ore settimanali, potrebbe dunque aver danneggiato il proprio figliolo, che avrebbe imparato molto di più stando meno a scuola! Anche nella scuola secondaria di secondo grado in questi anni, secondo il governo, si sarebbe perso tempo. Inutili i corsi sperimentali dei licei, che fino a quest'anno prevedevano 32 ore di lezione se non di più: dal prossimo anno tutto si svolgerà in 30 ore settimanali, sempre con l'obiettivo di istruire meglio i pargoli! Invece negli istituti tecnici e professionali, dove attualmente si frequentano 36 ore di lezione a settimana, si assisterà a una riduzione a 32 ore settimanali, perché quelle quattro ore risultano evidentemente dannose per la cultura e la preparazione degli allievi! Il bisogno di reagire Purtroppo il sarcasmo, indispensabile sfogo per la rabbia di molti, non aiuta a superare la dura realtà delle cose. I tagli a cui si è fatto riferimento impoveriranno l'offerta formativa di molte scuole, che dovranno rinunciare a sperimentazioni importanti e a progetti. Si assisterà inevitabilmente a una riduzione dei corsi nelle scuole superiori (si può citare a titolo esemplificativo la più che probabile scomparsa del liceo tecnologico del Magrini di Gemona, così come la prevedibile soppressione dei corsi Erica e Mercurio al Marchetti). Da parte del ministero si tenta di rassicurare l'opinione pubblica affermando che le scuole manterranno comunque un margine di autonomia nei propri programmi, che permetterà di mantenere in vita le sperimentazioni: ci si dimentica però troppo spesso di specificare che tali sperimentazioni dovrebbero essere supportate dall'appoggio di sponsor privati, che ogni scuola dovrebbe essere in grado di reperire e che, inevitabilmente, porrebbero una interessata ipoteca sulla libertà e sulla gratuità dell'istruzione pubblica. Risulta difficile immaginare che industrie e banche siano pronte a finanziare l'istruzione senza chiedere nulla in cambio. Il governo Berlusconi dispone in parlamento di una maggioranza tanto vasta da indurre al fatalismo, ma la stanca passività che si comincia a respirare non è giustificata, prima di tutto per l'importanza della posta in gioco, ovvero il futuro delle giovani generazioni e di un intero paese, che non può certo illudersi di competere sullo scenario economico internazionale risparmiando su conoscenza e formazione. Va inoltre considerato come le manifestazioni di queste settimane abbiano ottenuto alcuni piccoli risultati che dovrebbero indurre a continuare la lotta: va ricordata ad esempio la sospensi- va per un anno sulla soppressione delle piccole scuole periferiche, ottenuta grazie all'impegno degli enti locali che hanno fatto valere le loro competenze in materia di organizzazione della rete scolastica. Certo si tratta di piccole conquiste, per il mantenimento delle quali è indispensabile che l'opinione pubblica, contrariamente a quanto si augura il governo, non si distragga. A regalare fiducia e entusiasmo sono proprio i ragazzi che più si sono impegnati in queste settimane, dimostrando in molti casi una maturità sconcertante: informandosi, organizzando incontri, partecipando a dibattiti e manifestazioni. Lottando per il loro diritto alla conoscenza. Non è possibile immaginare nulla di più deliziosamente anacronistico. Alberto Barel “Riprendiamoci gli spazi” A margine dell’incontro di Sabina Guzzanti a Udine ono uno studente all’Università di Udine, e per caso ero presente all’incontro con Sabina Guzzanti di mercoledì 26. Premetto che non sapevo nemmeno chi fosse Sabina, e quel pomeriggio mi ha permesso di scoprire una persona intelligente che ringrazio di cuore per tutte le questioni sollevate. Mi sento profondamente offeso e dispiaciuto per quanto sia stata traviata l’informazione relativa all’incontro. In tre giorni non è uscito un solo articolo, né una lettera alla redazione, sui contenuti della conferenza, dando assurda importanza a un fatto studiato appositamente per far parlare di sé (chi studia sociologia conosce molto bene le reazioni delle gente a certe azioni). Aldilà del motivo, più o meno legittimo, che ha spinto il professore a comportarsi così scorrettamente, suscitando altrettante scorrette reazioni, mi pare il caso di riportare almeno alcuni argomenti, ciò che mi ha più colpito. Dopo la prima parte di satira, forse sterile ma divertente, la Guzzanti ha analizzato in modo consapevole e lucido la situazione italiana sotto vari aspetti, mi spiace non poter citare tutti gli argomenti per questioni di spazio. Alla domanda di una studentessa “ma S noi cosa possiamo fare? alla maggior parte della gente non interessa niente”, l’immediata risposta: nessun diritto civile è mai stato conquistato grazie a un’improvvisa presa di coscienza da parte di tutta la popolazione, ma grazie agli sforzi di una minoranza attenta e attiva, che informando, parlando, convincendo gli altri con argomenti sensati ha ottenuto i diritti per tutti, di cui noi godiamo e che ci vogliono togliere di nuovo (istruzione, lavoro, sanità...). Perciò non ha senso sperare che da un giorno all’altro la televisione diventi “buona”, o i politici rinuncino ai privilegi. Noi giovani dobbiamo organizzarci creando nuove forme di partecipazione, supportare le nuove idee che circolano (consumo critico, spegnere le tv ecc), dobbiamo riprenderci gli spazi democratici che ormai partiti e politici non sono più in grado di garantirci. Chiedo a tutti quelli che erano presenti, che hanno filmato e ascoltato, di pubblicare dappertutto quel che è stato detto mercoledì in aula magna. E che quelle parole producano frutti. Francesco Patat “kerotoo” [email protected] 4 ENERGIA Efficienza energetica al palo Un inaspettato “regalo” di Natale: il decreto Tremonti toglie importanti incentivi olti gemonesi hanno investito, nella riqualificazione delle loro abitazioni e nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Questa decisione ha molti vantaggi positivi: ridurre il costo delle bollette e l’impatto ambientale provocato dall’uso dei combustibili fossili, migliorare la qualità “dell’abitare” e il valore dell’immobile. Gli interventi sono stati diversi: un nuovo cappotto e nuovi serramenti per migliorare l’isolamento, la sostituzione delle vecchie caldaie, l’installazione delle pompe di calore per climatizzare o di pannelli per produrre acqua calda o elettricità. Molte di queste azioni sono state promosse e incentivate da una norma voluta dall’allora Ministro Bersani che garantiva un recupero del 55% dell’investimento in 3 anni, mediante le detrazioni sull’IRPEF. Quest’anno sono state presentate in Comune una tren- M tina di progetti di ristrutturazione edilizia e sono stati installati decine di pannelli solari termici sui tetti delle nostre abitazioni. Non solo le famiglie ma anche l’ATER, ad esempio, proprietario delle case popolari di Godo sta intervenendo, coibentando gli edifici. Questo ha prodotto, anche a livello locale, economia e lavoro senza degradare l’ambiente, anzi migliorandolo, e senza occupare nuovo suolo agricolo ormai ridotto al lumicino dopo le dissennate politiche di espansione urbanistica e crescita edilizia. Per le casse dello stato si stimano in 0,5 miliardi di euro le maggiori entrate derivanti dall’emersione del lavoro nero e dall’incremento dell’Iva; una cifra cioè dello stesso ordine di grandezza dei maggiori incentivi per l’efficienza energetica. Insomma una operazione che vede tutti vincitori: i proprietari, le imprese e l’ambiente. E senza aggravio di Elezions comunâls Pense_ Dipo, Maravee, l’an cu ven, no sono lis elezions? Maravee_ … lassin pierdi, va. P._ Ese vere che a son simpri chei, nissune mûse gnove? M._ Lassin pierdi. P._ Ma se i vin: il sindic, la vice e l’ex regionâl duçj dal PD …cemût êse che chei dal PD a sielgin un altri? M._ Lasse staa ... P._ Ma esal vêr che il sindic al va bessôl, la vice no si sa, e l’ex regionâl al va di un’altre bande e cui sa che, sot sot, nol stei preparant la strade a qualchi d’un âtri poiât di man drete? M._ Lassin pierdi! P._ E … di chê altre bande? Alc di miôr? Chei c’a vevin di ribaltâ Glemone dulà sono? Spetino, come al solit, di viodi là c’a bute? M._ No tu capissis nuie. Ti dîs di lassâ il mont cuiet! P._ Po ben, i lassin stâ, veh. spesa pubblica. Così sembra, ma da oggi non siamo piu’ certi che sarà ancora così. Il Governo, con il decreto legge 185/2008 approvato venerdì 28 novembre, ha previsto che l’accesso agli incentivi risulti, nel futuro, più complicato (ne sentivamo la mancanza) ma, soprattutto, ha posto dei tetti massimi di spesa annui. Il decreto prevedeva la retroattività degli effetti. In questo caso solo un terzo o un quarto (a seconda della base di calcolo) degli aventi diritto aveva accesso alla detrazione del 55% nel 2009. Infatti il fondo disponibile per il 2008 non basta nemmeno a coprire le domande di detrazione fatte nel solo Alto Adige. Il Governo ha poi fatto parziale dietrofront. Il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha infatti annunciato nel corso di un’audizione alla Camera che dall’esame parlamentare verrà eliminata la “retroattività” introdotta dalla norma. I tetti invece non intende modificarli. La cosa rimane gravissima per diversi ed evidenti motivi: si cambiano le regole in corsa, si deprime uno dei pochi settori economici in crescita e strategici per il futuro. E non si capisce perché. D’altra parte, però, questo decreto conferma le politiche di retroguardia che l’Italia sta facendo in Europa sulla lotta ai cambiamenti climatici e le alleanze che sta stringendo con paesi non certo all’avanguardia in questo campo: la Polonia e i Paesi baltici di nuovo ingresso, forse la Romania; una sorta di patto di Varsavia per ritardare l’innovazione in questo settore rimasto al palo per decenni e controllato dalla lobby dei petrolieri e da politici accondiscendenti. Questa non è una lettura politica pregiudizievole e capziosa. La Francia, con un governo di centro-destra guidato da Sarkozy, la Germania capitanata dalla “moderata Merkel”, spingono sull’acceleratore dell’innovazione energetica e le fonti rinnovabili. I risultati si vedono anche sul versante occupazionale: in Germania si sono creati 250.00 nuovi posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili con un evidente paradosso: quel Paese risulta molto “piu’ solare” (installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda ed elettricità) dell’Italia patria di “O sole mio”. Confidiamo pertanto che tutte le forze politiche in Parlamento si impegnino a ripristinare la normativa precedente. Auspichiamo che su questi temi e più in generale sui rapporti tra ambiente, energia, economia e uso del territorio ci sia un confronto serrato anche tra i prossimi candidati a Sindaco di Gemona. Le Amministrazioni locali e i cittadini possono dare un contributo importante per rendere la società più sostenibile, ovvero per attrezzarla meglio e più in fretta ad affrontare le grandi sfide del futuro. Sandro Cargnelutti 5 EVENTI Mercoledì 5 novembre 2008 Coincidenze...? l primo pensiero al risveglio: ce l’avrà fatta? I Accendo la radio, mi fiondo sul portatile, un attimo d’esitazione ... è fatta! e c’è qualcuno lì “S fuori che ancora dubita che l’America sia un posto dove tutto è possibile; che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è vivo ai nostri tempi; che ancora mette in dubbio il potere della nostra democrazia: questa notte è la vostra risposta.” ensieri veloci come nuvole di temporale: gioia, fiducia, speranza e nel breinstorming mattutino un volto, un’ immagine: Giorgio. Chissà come l’avrebbe presa questa ventata di speranza che viene d’oltre oceano? Di certo non sarebbe mancato un sagace commento ed uno sghignazzo sonoro; sicuramente avrebbe sorriso nel vedere che la dura pianta sa metter foglie anche a Novembre, che le passioni P civili e i grandi ideali muovono ancora il mondo. n veloce caffè e via in ufficio. Una riunione di lavoro ed una collega che ricorda: oggi è un anno che Giorgio Ferigo non è più tra noi! Non sono forte con le date, i numeri, gli anniversari ma questa mattina so di aver visto il sorriso sornione di Giorgio incrociare quello di un giovane afroamericano U INTERVENTI OGM, contro la fame o solo profitto? crivo in risposta all’articolo da voi pubblicato su un numero recente e riguardante gli S Organismi geneticamente modificati, ormai 60 agns Articul 1 Ducj i oms a nassin libars e compagns come dignitât e derits. A an sintiment e cussience e bisugne che si tratin un culaltri come fradis. Declarazion Universâl dai Derits dal Om Fate buine e proclamade de Samblee gjenerâl des Nazions Unidis ai 10 di Decembar dal 1948. (La Patrie dal Friûl, n. 1112, 1998 - www.friul.net) che ha già cominciato a cambiare il mondo. Sandro Venturini noti come OGM. In merito a tali questioni mi chiedo: quali possono essere i rischi per la salute di noi consumatori? Quali danni potrebbero essere provocati alla flora e alla fauna? Cosa potrebbe svilupparsi da questi geni non in equilibrio con la natura? Io mi ricordo di quando, alcuni anni fa, si diffusero le cosiddette colture intensive, che usavano quintali di concimi e fertilizzanti chimici: si diceva che tali produzioni avrebbero aiutato a risolvere la fame nel mondo. I risultati allora furono catastrofici a livello ambientale: impoverimento dei terreni, insorgenza di nuove malattie, aumento della fame nel mondo. Tutto ciò ha dimostrato e dimostra il fallimento di quel tipo di coltura, che era prettamente finalizzata al profitto. Ora, anziché investire sulle colture di tipo biologico e biodinamico, che utilizzano i classici concimi organici, il "sistema" ha pensato di inventarsi gli OGM. Qual è la vera funzione di questo tipo di coltura? Molto semplice: seminare per 100 e raccogliere per 200, senza alcun rischio di perdere la benché minima produzione. Infatti le sementi e le piante non corrono alcun rischio di tipo climatico. Queste colture sono immuni da qualsiasi attacco parassitario, e chi gestisce questo mercato e investe in questo settore ha un utile più che raddoppiato senza alcun rischio. Questo è un esempio classico del profitto che non rispetta gli esseri viventi. C'è da augurarsi anzi che qualcuno si ammali per causa degli OGM, affinché poi la malattia diventi per l'ennesima volta fonte di guadagni: stanziamenti per la ricerca, nuovi farmaci sperimentali, nuovi effetti collaterali, altri farmaci per combattere il danno procurato dagli stessi andranno così a formare un circolo vizioso che durerà all'infinito. Questi sono a mio avviso i risultati a cui porteranno gli OGM, che sono dei geni innaturali e che avranno come risultato finale esclusivamente il profitto di pochi a discapito di molti. Anche il professor Veronesi, che è favorevole agli OGM, ha fatto un passo indietro e nel suo intervento pubblicato sul Corriere della Sera in data 27/10/2008 spiega di aver abbandonato l'idea di chiamarli Organi Geneticamente Modificati per chiamarli Organi Geneticamente Migliorati. In conclusione, quando ricerca e sperimentazione avranno dimostrato che questi Organismi non creano alcun danno, né all'ambiente né all'uomo, solo allora si potrà iniziare a sviluppare questo tipo di economia. Certo è che nel nostro bel paese questo tipo di ricerche non sono ancora iniziate. Il nostro paese, con i suoi prodotti di qualità, è invidiato da tutto il mondo: vini, salumi e formaggi italiani sono garanzia di genuinità. I foraggi per l'alimentazione dei nostri animali non provengono da colture OGM. Questa non è solo tradizione, ma vera cultura, che si perpetua da secoli. Le api che, poverine, stanno morendo a causa delle manipolazioni del mais, dovrebbero insegnarci qualcosa. Questo non è terrorismo ideologico, ma solo dati di fatto. Perciò meditiamo tutti sulle scelte che in un prossimo futuro saremo chiamati a fare. Vittorio Millero COSE PUBBLICHE Lorenzo la talpa di Lorenzo Londero “flec” 1 I chiarimenti del C.I.P.A.F. l Direttore responsabile di "Pense e Maravee" e p.c. al sign. Lorenzo Londero "Flec" A Oggetto : Articolo su giornale Pense e Maravee. Ottobre 2008 - Considerazioni del C.d.A. Cipaf. In riferimento all'articolo che ho letto a pag. 12 dell'ultimo numero della sua pubblicazione avente per titolo "NUOVO DEPURATORE CIPAF: SPERPERO DI FONDI PUBBLICI?" ho il dovere di fare alcuni chiarimenti, in qualità di rappresentante del Cipaf, che Lei, non a caso, non più tardi di due anni fa, ha scritto un articolo dove ha portato quale esempio di Ente virtuoso. In questo articolo, invece, appare evidente il desiderio di confondere il lettore e di evidenziare esclusivamente l'opinione del tutto personale del dott. Taboga, ex gestore dell'impianto di depurazione,senza minimamente tenere in considerazione i fatti istituzionali che hanno portato il Consorzio a fare delle precise scelte. Innanzi tutto tengo a precisare che il dott. Taboga è biologo e non ingegnere ed in questo caso il distinguo non è irrilevante per le competenze che potrebbero eventualmente derivargli. L'articolo mette il Consorzio in una dimensione assolutamente negativa e a dir poco maldicente ,ove si ipotizzano anche danni erariali consistenti! Ritengo necessario che prima 6 di scrivere sulla cosa pubblica,visti i risvolti che tali articoli possono generare ( per ambo le parti interessate) è necessaria una documentazione attenta sia sulle normative che sulle deliberazioni che vengono approvate da un organo quale il Consiglio di Amministrazione o di una Assemblea dei soci. Perchè non vi siete documentati su quattro anni di deliberazioni fatte sia da parte della Provincia che del Consorzio per porre in essere un intervento ritenuto necessario da parte dell'organo istituzionale superiore (al punto che la Provincia nel lontano 2004 ha diffidato l'allora presidente avv. Bottoni!)? Appaiono a ns. avviso del tutto "strumentali" queste polemiche soprattutto tenendo in considerazione del momento che stiamo vivendo (siamo a quattro mesi delle elezioni amministrative del Comune di Osoppo e di Gemona) e della componente politica che apparentemente sostiene questa iniziativa che altro non rappresenta la volontà di demolire un Consiglio di Amministrazione che ha lavorato tanto, che ha messo in opere tutti i finanziamenti che sono stati concessi dalla Regione. E' forse l'efficienza che dà fastidio? soprattutto se si tiene conto di come è organizzato il ns. Consorzio rispetto agli altri della Regione FVG (che dispongono almeno del triplo dei dipendenti a servizio). Mi sembrano fuori luogo le proposte di istituire commissioni consiliari di indagine su problematiche esclusivamente tecniche che nulla hanno di politico!!! Riteniamo che siano maturi i tempi per una saggia amministrazione della cosa pubblica basata su fatti e non su opinioni ed evitare di alimentare polemiche maldicenti su fatti e persone fisiche ,come iniziative oneste atte a contrastare il diffondersi del malcostume e di mediocrità nella pubblica amministrazione!! Di certo non è questo il caso sig. Lorenzo La Talpa. Ricordiamoci che gli interventi che stiamo facendo sono innanzi tutto la risposta concreta alle richieste (Determine e Diffide) della Provincia di Udine e dell'Arpa volte a tutelare al massimo sia i posti di lavoro attuali che futuri, per dare la possibilità di ampliare la zona industriale avendo già pronte le infrastrutture a valle, per garantire e proteggere ulteriormente il territorio e l'ambiente da eventuali inquinamenti. Queste sono le uniche motivazioni che ci hanno dato la ferma convinzione nel portare avanti il progetto e a realizzare concretamente le opere che sono state fortemente contrastate da chi ora, per sua scelta nel non aver voluto partecipare ai lavori del progetto e alla gara di affidamento di gestione, "è ora fuori gioco". Prima di consegnarLe quanto da Lei richiesto volevamo fare questi chiarimenti e ricordiamo che il C.d.A. che presiedo è a sua disposizione per eventuali informazioni di merito. Cordiali saluti. Gemona del Friuli, 24/11/’08 Per il C.d.A. Il Presidente arch. Vergilio Burello Commento e domande di Lorenzo Londero articolo richiamato dal Presidente del CIPAF iniziava con il titolo: “Nuovo depuratore CIPAF: sperpero di fondi pubblici?” e commentava una lettera del tecnico Leandro Taboga, discussa nel Consiglio comunale di Gemona in data 22.09.2008. “Il dott. Taboga è biologo e non ingegnere”, precisa l’arch. Burello: ne prendo atto e riconosco l’errore. Anch’io desidero fare alcuni chiarimenti: a) l ’articolo non aveva l’obiettivo né “di confondere il lettore”, né di negare l’importante ruolo svolto dal CIPAF a sostegno delle imprese operanti nella zona industriale di Rivoli-Osoppo; si proponeva, invece, di diffondere le motivate e pubbliche preoccupazioni espresse dal tecnico L. Taboga in merito al nuovo depuratore; b) voglio sperare che non si L’ voglia mettere in discussione il diritto, costituzionalmente garantito, di esprimere opinioni sull’utilizzo di ingenti fondi pubblici da parte di un Ente pubblico economico come il CIPAF. Con lo scopo di fornire ulteriori elementi di conoscenza sull’argomento ai lettori, abbiamo ritenuto opportuno chiedere alcune delucidazioni allo stesso L. Taboga, già gestore dell’impianto di depurazione consortile. P.M. Abbiamo chiesto al tecnico Taboga di spiegarci brevemente il significato della lettera che ha inviato alle Amministrazioni di Gemona, Buja, Osoppo e Majano. Taboga Innanzi tutto devo precisare che la controversia sulla depurazione consortile del CIPAF è stata determinata dalla decisione del Presidente arch. Burello di dichiarare, sin dalla sua attivazione nel 2004, non idoneo a funzionare in continuo l’impianto realizzato per il trattamento delle acque di prima pioggia e per la gestione di emergenze. Tale impianto era stato progettato da professionisti abilitati in base a specifiche tecniche da me formulate a seguito di verifiche sperimentali e di simulazioni eseguite su impianti pilota. Al suo avvio questo impianto presentava difetti di funzionamento, dovuti al mancato rispetto di parte delle specifiche da me formulate. Cose che possono capitare in buona fede! Si trattava, però, di difetti che potevano essere facilmente sanati con un investimento di ca. 30 mila Euro a fronte di un valore del depuratore di oltre 1 milione di Euro. Anziché sanare le disfunzioni come da me proposto, il Presidente Burello decise di attivare una procedura amministrativa per la sostituzione dell’impianto, asserendo che lo stesso era stato disconosciuto dalla Provincia di Udine. Siccome avevo la certezza che non esisteva alcun atto di disconoscimento dell’impianto COSE PUBBLICHE 7 da parte della Provincia , ma al contrario questo Ente aveva riconosciuto piena funzionalità a quest’opera nel contesto della determina n. 38, abbinata alla nuova autorizzazione allo scarico, mi opposi con fermezza all’iniziativa intrapresa dal Presidente Burello e questo determinò una dura contrapposizione che persiste tutt’ora. La mia ferma contrarietà a tale iniziativa era motivata anche dall’esistenza di una serie di atti ufficiali firmati dai progettisti e dai costruttori dell’impianto che certificavano, senza riserve, il perfetto funzionamento di quest’opera. L’estate scorsa, dopo avere “bombardato” incessantemente per quasi 4 anni il CIPAF con richieste motivate scritte e verbali volte a far desistere gli Amministratori dalla decisione di sostituire l’impianto realizzato nel 2004, decisi di portare la controversia all’attenzione dei Sindaci e di tutti i Consiglieri dei Comuni di Buja, Gemona , Osoppo e Majano. Nessun Sindaco e nessun Consiglio comunale accolse il mio invito a fare approfondimenti tecnici sulla vicenda da me segnalata. Questo nonostante io avessi fornito documenti ufficiali a dimostrazione della fondatezza delle mie affermazioni, circa l’assenza di lecite giustificazioni a sostegno della decisione del Presidente Burello di sostituire il nuovo impianto. Pertanto il significato sincero e espressamente dichiarato della mia lettera era unicamente quello di prevenire un ingente e palese sperpero di fondi pubblici e il diffondersi di malcostume e mediocrità nella nostra comunità. Obiettivo che io continuo a perseguire con determinazione! P.M. Il Presidente Burello sostiene che il Consorzio sta dando una risposta concreta alle richieste fatte dalla Provincia con la determina n. 38 del 29.01.2004 e ribadite con varie diffide. Taboga La determina n. 38 è un documento estremamente preciso e univoco, che la Provincia di Udine ha formulato dopo una complessa istruttoria durata quasi 2 anni e da me seguita su incarico dell’allora Presidente del CIPAF, avv. Luigino Bottoni. Pertanto per capire le ragioni della controversia che mi vede contrapposto al CIPAF occorre esaminare il contenuto di tale determina , alla quale il presidente del CIPAF fa sempre riferimento nel tentativo di giustificare e legittimare le sue scelte progettuali. Come chiunque può accertare consultando la determina provinciale n. 38 (disponibile presso la redazione di Pense e Maravee), la Provincia di Udine prescriveva al CIPAF i seguenti interventi di adeguamento del depuratore consortile: - realizzazione di un sistema di grigliatura di tutte le acque piovane sfiorate in testa all’impianto; - realizzazione di un trattamento secondario (biologico); - realizzazione di un sistema di disinfezione da attivare solamente in presenza di emergenze sanitarie. Altre due prescrizioni erano a carico dei due grossi gruppi industriali serviti dalla depurazione consortile: - eliminazione delle acque di raffreddamento dalla rete fognaria consortile; - trattamento interno delle acque di dilavamento dei piazzali. Tutto qui! Gli interventi di adeguamento del depuratore consortile, a carico del CIPAF, potevano essere attuati con facilità nei primi mesi del 2005, sulla base delle soluzioni progettuali da me elaborate su richiesta scritta del Presidente Bottoni e dello stesso Presidente Burello. Come si può facilmente dedurre dai documenti allegati a disposizione dei lettori di P.M. le soluzioni progettuali da me proposte prevedevano la fornitura, chiavi in mano, direttamente al CIPAF. dei macchinari necessari per l’adeguamento del depuratore alle prescrizioni contenute nella determina n. 38. E gli interventi potevano essere realizzati in base a una progettazione a firma dell’Ingegnere che il CIPAF aveva in pianta organica part-time o a firma del progettista storico del Consorzio. Contrariamente a quanto afferma il Presidente Burello, da nessun atto ufficiale risulta che la Provincia di Udine abbia imposto al CIPAF la sostituzione dell’impianto realizzato nel 2004. P.M. Il progetto di adeguamento del depuratore consortile approvato dal CIPAF prevede l’impiego di 3.070.000 ( tremilioni e settantamila Euro) erogati dalla Regione. Perché Lei parla di possibile “sperpero di fondi pubblici”? Taboga In data 22.11.2005 ricevetti in visione dai progettisti la relazione tecnica del progetto esecutivo definitivo, sostitutivo di quello realizzato nel 2004, approvato con atto del CdA n. 156 del 3.11.2005 e inviato alla Provincia con nota n. 1424 del 14.11.2005. Mi accorsi immediatamente che tale progetto era stato redatto in assenza delle analisi di caratterizzazione delle acque di dilavamento dei piazzali dei grossi gruppi industriali che l’impianto avrebbe dovuto trattare. Il progetto era passato al vaglio dell’ARPA e della Provincia di Udine e nessuno si era accorto di questa grave svista! Ma, fatto ancor più grave, mi accorsi che l’impiantistica definita da tale progetto sarebbe stata ingestibile nel contesto del sistema di depurazione consortile del CIPAF. Segnalai ai progettisti le sviste progettuali da me riscontrate, i quali le giudicarono fondate e dichiarando la loro intenzione di eliminarle. I correttivi apportati al progetto non hanno però eliminato tali criticità e pertanto quando parlo di sperpero di ingenti capitali pubblici mi riferisco alle seguenti iniziative del CIPAF: a) la sostituzione del depuratore realizzato nel 2004 (costo 1,2 milioni di Euro), nonostante si tratti di un’opera perfettamente funzionante dopo i correttivi innovativi da me apportai nei primi mesi del 2008: sfido il presidente Burello a dimostrare che questa mia affermazione non risponde a verità e lo invito anche a pubblicare su P.M. l’atto con il quale la Provincia avrebbe disconosciuto questo impianto. L’esistenza di questo atto, mai provata da parte del CIPAF, è stata la causa scatenante dell’ aspra controversia “ Taboga Vs.Presidente del CIPAF arch Burello”, che dura ormai da quattro anni. Invito inoltre il Presidente Burello a pubblicare su PM la diffida con la quale la Provincia dichiarava l’intenzione di sequestrare il depuratore consortile qualora il CIPAF non avesse realizzato quelle opere che io ho dimostrato senza possibilità di smentita essere non conformi a quanto prescritto dalla determina n. 38 e non idonee a funzionare nel contesto del sistema di depurazione consortile. b) l’impegno di spesa di ben 3.070.000 Euro quando, invece, l’adeguamento del depuratore alle prescrizioni contenute nella determina provinciale n. 38/2004 poteva essere eseguito con non più di 200.000 Euro sulla base delle soluzioni progettuali da me elaborate su richiesta dello stesso CIPAF. Tali interventi erano stati addirittura concordati con la Provincia di Udine in occasione di un incontro tenuto nell’ufficio del Presidente Strassoldo il 9.07.2004, al quale erano presenti anche lo stesso arch.. Burello e il suo attuale Vice A. Piuzzi, al tempo entrambi esponenti del CdA del CIPAF. In virtù di quanto sopra esposto, che nessuno è stato in grado di smentire, ritengo di avere dimostrato al CIPAF e alla collettività di possedere competenze tecniche che non derivano dal titolo di ingegnere che P.M. mi ha erro- (continua a pag. seguente 8 STORIA&TERRITORIO I segni della guerra Strumenti per la promozione della pace? osa possono dire quelle strane costruzioni, fatte da sassi impilati, lungo la strada che va a Sant’Agnese, quasi sempre nascosti nel folto della vegetazione eppure così problematici? Dicono siano degli sbarramenti anticarro costruiti tra il 1944 e il 1945. E pensare che proprio su quella strada si sono inerpicati, all’inizio di maggio del ‘45, i carri armati inglesi, per andare a cannoneggiare le postazioni tedesche sul Cjamparis... Quello della guerra a Gemona e nel Gemonese è un argomento che ha visto presentare, soprattutto recentemente, numerosi contributi, editoriali ed audiovisivi, ma che, proprio per questo, può offrire ancora spazi di indagine. Come scrisse prè Pieri Piçul, il complesso di lavori C attuato per finalità di difesa militare dalla Todt fra il ‘44 e il ‘45 attorno a Gemona fu veramente notevole: “In Cjamparis, sul Cumieli, sul cuel di Dorondon a’ vevin dut ben finît: busis, postazions, trinceis, fossalons, galariis, magasens, dut in ordin. Il Cumieli al ere tant sbusât ch’al sameave un colepaste. Sante Gnês ‘e jere difindude ancje di dôs filis di piramidis...” (I Cosacs in Friul, p. 45) e sono ancora numerosi i gemonesi che, nelle imprese della Todt, vi hanno prestato direttamente impegno e fatica. Ora tutto quel “patrimonio murario”, fatto di gallerie, di trincee, di camminamenti, di bunker è lì, che attende di essere conosciuto, catalogato, salvaguardato (spesso risulta “attirare” il materiale Bunker sul Monte Cumieli di discarica). Su di esso parti d’Italia per manufatti sarebbe interessante nasces- similari. se un “concorso di idee” per Gallerie e bunker son là, a un percorso capace di indi- ricordar la guerra. E’ il caso care modalità di salvaguar- di farli diventare strumenti dia e proposte di recupero, per la promozione della come si sta attuando in tante pace? Su tutte queste tematiche è anche aperto su Internet un blog (http://blog.ialweb.it/ gemonese45) per mettere in collegamento tutti quanti sono interessati a queste tematiche e offrire uno spazio di ricerca, discussione e dibattito sulle vicende della seconda guerra mondiale a Gemona e nel Gemonese. Sarebbe interessante se, sul Blog o su questo periodico, giungessero contributi di discussione sul tema. Pieri Stefanutti Sbarramenti anticarro sulla strada per Sant’Agnese (segue da pag. precedente) neamente attribuito, come ipotizza il Presidente Burello, ma che sono frutto di un impegno estenuante e costante nella mia formazione tecnico-scientifica. Impegno che mi richiede tanti sacrifici, ma che mi ripaga quotidianamente in occasione di grandi sfide professionali, come nel caso della vertenza CIPAF, dove sono stato in grado di dare una lezione di vita a certi nostri Amministratori e ai luminari di loro fiducia. Ho lavorato allo sviluppo del sistema di depurazione consortile ininterrottamente per oltre 20 anni con il pieno supporto degli industriali della zona e di tutti i dirigenti che si sono succeduti al CIPAF prima della Presiden- za dell’arch. Burello iniziata nell’ autunno del 2004. Di questo mio impegno molti lettori di P.M. sono sicuramente a conoscenza. Grazie al mio lavoro il CIPAF dispone oggi di un sistema di depurazione consortile riconosciuto pubblicamente come esemplare in ambito regionale, realizzato con investimenti pubblici modesti e caratterizzato da una elevata affidabilità a fronte di costi di gestione bassissimi. E gli industriali della zona possono andare fieri di non avere mai subìto sequestri o sanzioni civili e/o penali a causa di violazioni delle norme a tutela delle acque dall’inquinamento, nonostante il rilevante impatto ambientale che avevano un tempo le loro attività. 9 METEOROLOGIA Neve a novembre: quasi una rarità riuli imbiancato dai monti alla Bassa pianura. F In novembre succede raramente. O meglio è capitato davvero poche volte negli ultimi trent'anni di assistere a precipitazioni nevose di 28 una certa consistenza. Insomma, come confermano gli esperti dell'Arpa Fvg Osmer Osservatorio meteo regionale, episodi come quelli verificatisi ieri sono rari, ma non eccezionali anche se, va sottolineato, la nevicata è di quelle che passerà agli annali. Tesi questa avvalorata dai dati storici che prendono come punto di riferimento il capoluogo friulano. Di nevicate consi- Temperature minime e massime Media climatica temperature '77-'06 Piogge giornaliere T. C° 23 180 P. mm 160 140 18 120 13 100 80 8 60 3 40 -2 20 -7 0 1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 Ottobre 2008 Novembre 2008 stenti a novembre va ricordata quella del 1 novembre del 1980. Udine e gran parte della pianura furono imbiancate da alcuni centimetri come accaduto anche ieri. Un'altra nevicata "storica" si è verificata con due spruzzate tra il 19 e il 21 novembre del 1999. Ci furono altri episodi che non sono stati poi "catalogati" perché probabilmente la neve non aveva attecchito al suolo. Dal Messaggero Veneto del 25/11/2008. Il giorno prima della nevicata la temperatura minima è stata di -6,1°, ben 8,5° sotto la media. Un grazie ad Andrea Venturini e Massimo Marchetti per la collaborazione. UN GIOVANE GEMONESE NEL CAMPIONATO DI CALCIO DI SERIE A Simone Padoin Fans Club l calcio, si sa, in Italia è lo sport nazionale, sport che raccoglie ogni domenica migliaia di appassionati negli stadi e nei piccoli campi di paese … e c’è anche chi di calcio non s’interessa o lo segue marginalmente, ma anche queste persone dovrebbero sapere che attualmente vi è un solo ed unico calciatore friulano in Serie A e che questo solo e unico giocatore friulano risponde al nome del gemonese Simone Padoin. Simone, il cui cognome tradisce origini venete, nasce quindi a Gemona il 18 marzo 1984 da papà Giandomenico e mamma Daniela Cella. Fin da piccolo Simone è dedito allo sport e vince da campione, tant’è che Gjigji, autista dello scuolabus, ricorda che: “… cuant c’al lave as elementârs, al vignive a scue- I le cun lis copis, c’al vinceve as garis di sci par mostralis as maestris e ai siei compagns di classe”. Tira i suoi primi calci tra le fila della Gemonese, nella quale ben presto si distingue per le innate qualità. Segue una parentesi di tre stagioni (1996-1999) nella squadra Donatello di Udine (settore giovanile) e all’età di 15 anni (1999) viene chiamato a Bergamo per iniziare così il suo percorso nella squadra giovanile dell’Atalanta fino al 2003. Dal 2003 al 2007 gioca nel Vicenza in Serie B (6 goal). L’esordio in Serie A nella squadra maggiore dell’Atalanta, dove tuttora gioca, avviene il 26 agosto 2007 nella partita Reggina – Atalanta 1 - 1. Ha all’attivo anche nove presenze nella Nazionale Italiana Under 21. A sostegno di questo “nostro” CARTOLIBRERIA COCCINELLA Cartolibreria Coccinella sas di Marina Lepore & C. Via Dante Alighieri 213 Gemona del Friuli tel/fax 0432.981305 [email protected] sportivo, l’estate scorsa, è sorto il Fans Club Simone Padoin, iniziativa lanciata da Luciano Baldassi (titolare del Bar “Da Sperando”), Gabriele Canci e Giulio Contessi. Per volere dei promotori prima e di Simone poi, l’intero ricavato del tesseramento, ma anche delle varie iniziative, che si succederanno nel tempo, sarà devoluto all’ADMO – Associazione Donatori Midollo Osseo – Sezione Alto Friuli: non solo un sostegno sportivo dunque, ma anche un sostegno alla ricerca medica! Le tessere, realizzate dallo studio RENDERWORKS di Manuel Zilli, si possono fare presso: bar Sperando in Via Armentaressa, bar - tabacchi Al Feralut in Piazzetta Fantoni, music bar Mai@letto in Via Taboga (SS 13) e presso la Nuova Eliotecnica in Via Dante. Verrà consegnato in omaggio anche un simpatico cappellino. Per ora il Fans Club non si è ancora costituito in associazione: tutto dipenderà dalla risposta a questa iniziativa da parte dei sostenitori, ma credo che sia già stata raggiunta la quota 100 tesserati! Segno che Gemona e i gemonesi credono nei giovani! In effetti, anche l’Amministrazione comunale, nella persona dell’Assessore allo Sport Davis Goi, ha appoggiato questa proposta. Lunedì 22 dicembre si è tenuta una cena degli associati presso la sede dell’Associazione Socioculturale Taboga 13 (in collaborazione con iL’A.S.E.R.) con naturalmente Simone Padoin quale ospite d’onore alla serata, che ha potuto così conoscere e abbracciare i suoi numerosi fans. L’8 marzo 2009 è prevista la trasferta a S. Siro (MI) per la partita Milan – Atalanta con l’esposizione di uno striscione del Fans Club. Infine, è stato realizzato il blog simonepadoinfanclub.it . Chissà che un giorno Simone non possa portare il nome di Gemona ai Mondiali! Incrociamo le dita! Maria Copetti EVENTI 10 pagina a cura di Maria Copetti Autunno, tempo di vendemmie, castagne... 1814 – 1901 – Pittore di storia e di sacro (Forum Editrirazioni orali, dalle fiabe alle ce), pregiata monografia sulprime testimonianze scritte l’artista osoppano. Autrice per giungere ad internet, ma del volume è Martina Visenla verità storica non è stata, tin, mentre coordinatrice del non è e non sarà mai obietti- progetto è Franca Merluzzi. va al 100%, perché scritta da Domenico Fabris operò persone, ognuna con un pro- anche a Gemona: sue erano prio percorso, ognuna con infatti le decorazioni, con una propria … storia; allegorie del Risorgimento molte sono le iniziative italiano, del soffitto del cineculturali proposte dall’Asso- ma teatro Sociale fino al 6 ciazione Centro Studi Acca- maggio 1976; la decorazione demia. Il 25 ottobre, presso a fresco della Cappella della l’ex- chiesa di San Michele, Vergine in duomo, realizzata la prof.ssa Maria Carminati nel 1854, di cui è rimasto solo ha presentato il libro Figlio un lacerto raffigurante due del secolo (Kappa Vu – angeli, era visibile fino al Udine 2008) di Tito Maniac- rifacimento del 1920 ad opera co: la Seconda Guerra Mon- di Giuseppe Barazzutti. Dal diale vista con gli occhi di un soffitto della Cappella furono staccati quattro medaglioni bambino. Il 29 novembre, presso gli con altrettanti Dottori della stessi locali, l’iniziativa Chiesa, poi sistemati nella Incontro con l’autore ha Chiesa di Santa Maria di avuto per protagonista Licio Fossale, il cui soffitto, andato Damiani con il libro Arcipe- perso nel ’76, fu anch’esso lago della memoria (La opera di Domenico Fabris Nuova Base Editrice – Udine (1856) e raffigurava Papa Pio 2007). Narrando ricordi e IX nell’atto di definire il dell’Immacolata racconti, l’autore rivive la Dogma sua infanzia nell’isola di Lus- Concezione. Fabris si distinse sino, prima che la grande sto- tra l’altro per il particolare ria scrivesse le tristi pagine uso del verde, del bianco e dell’esodo delle popolazioni del rosso, dovuto al suo forte italiane dall’Istria e dalla spirito patriottico; Dalmazia. l’8 novembre, presso il E’ iniziata anche una serie Palazzo Botòn, si è tenuta la d’incontri su Artisti e Maestri del ‘900 in Friuli – … eventi Venezia Giulia, con l’ausilio Sabato 11 ottobre si è di video documentari – intertenuto a Campolessi, presso vista realizzati dal regista la Chiesa Parrocchiale di San Luigi Ercole. Il 15 novembre Marco Evangelista, il Consi è già tenuto l’incontro su certo di inaugurazione delToffolo Anzil e Carlo Ciusl’organo Zanin. Il nuovissisi; a gennaio è in programma mo organo, tecnicamente (data da definire) quello su descritto dal titolare della Giorgio Celiberti e Aldo nota ditta Zanin di Codroipo, Colò mentre a febbraio sarà che vanta un’antica tradiziola volta di quello su Giusep- ne di organari, è stato mirape Zigaina e Lojze Spacal. bilmente suonato dal M.° E’ l’occasione giusta per Beppino Delle Vedove. conoscere un po’ di più e un Alcuni brani sono stati po’ meglio gli artisti locali e accompagnati dal Coro Glele loro opere, raccontati da monensis, diretto dal M.° loro stessi, senza i filtri di Roberto Frisano, e dai gioaltrui interpretazioni; vani trombettisti Serena il 25 ottobre, presso la sala Basandella e Stefano Flaiconsigliare del Comune di bani. L’organo sarà dedicato Osoppo, è stato presentato il a Pra Bepo Marchet, in catalogo Domenico Fabris ricordo dell’amore che pro- … libri e non solo! Il 26 settembre, presso la Galleria della Cineteca, Anna Piazza, ventitreenne di Gemona, ha presentato il romanzo rosa Sette e Quin– dici (www.lulu.com [email protected]). Studente alla Facoltà di Lettere dell’Università di Udine, Anna coltiva molti sogni, tra i quali scrivere libri e il giornalismo. Questo romanzo segna il suo esordio; in occasione del 70° anno di fondazione dello studio fotografico Di Piazza – Crapiz, in via XXVIII Aprile presso la sede del Saloneacconciatori e Galleriaopenspace LeMonelle, il 4 ottobre è stata inaugurata la mostra PassatoFuturo – Uno sguardo al passato per un passo verso il futuro (dal 4/10 al 31/12) con ritratti, paesaggi, scorci ed eventi della Gemona tra le due guerre. Dalla mostra è nata l’idea di un catalogo fotografico, edito da Le Monelle Galleria Openspace (www.lemonelle.biz), dal titolo Foto Di Piazza – la memoria ritrovata 1919 – 1945; si tratta di una preziosa pubblicazione che raccoglie parte dell’archivio fotografico, risparmiato dai terremoti del ’76, e la storia della premiata ditta Di Piazza – Crapiz; il 19 ottobre, presso la sala consigliare del Comune di Venzone, Glesie Furlane ha presentato il libro Indagine sul Cristianesimo – Come si costruisce una religione, nel quale il popolare giornalista Corrado Augias intervista il venzonese Remo Cacitti, docente di Cristianesimo antico e di Storia della letteratura cristiana antica all’Università Statale di Milano. Il pomeriggio precedente il prof. Cacitti ha tenuto, presso la sede dell’Università della Terza Età di Gemona, una relazione dal tema Come si scrive la storia. E’ stato tracciato un percorso tra le fonti della storia, dai miti alle nar- premiazione del concorso di poesia e narrativa, organizzato dall’Associazione S.A.C. V. Ostermann. Numerose sono state le opere partecipanti, provenienti da tutta Italia e qualcuna anche dall’estero. E’ stata quindi presentata la pregevole antologia (rossografica.it - ottobre 2008) che raccoglie venti opere scelte. Il tema del concorso? In viaggio nelle parole /migrare. Un tema caro ai nostri emigrati, un tema di assoluta attualità per molti immigrati! Infatti, i ricordi, tanti ricordi, emergono in diverse opere, ispirate forse dalla classica foto ingiallita, trovata per caso in una scatola di scarpe. Chi sono quelle persone? Perché decisero di partire? Qual’è la loro storia? Le stesse domande che qualche altro autore si pone guardando negli occhi gli immigrati di oggi. MIGRARE, EMIGRARE, IMMIGRARE: dipende da chi scrive, da chi parte, da chi arriva. E’ sempre un partire e un arrivare per cercare una vita migliore, per rincorrere un sogno, troppo spesso e troppo presto smorzato dalle umiliazioni, oggi come ieri, ieri come oggi. Per info: www.sacostermann.org musicali! digò nella costruzione della chiesa di Cjamp, inaugurata il 25 aprile 1930 e consacrata nel 1936; sabato 8 novembre in duomo si è tenuta la 4^ Rassegna corale “Lait a rôsis”, organizzata dal Coro Gruppo ANA di Gemona, diretto da Alberto Antonelli. Ospiti della rassegna sono stati: il Coro ANA di Limbiate (MI), diretto dal M.° Osvaldo Carrara, e il Coro ANA Alpini di Trieste, diretto dal M.° Paolo Rossi. Mai come in questa occasione, a novant’anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, ascoltando quei canti, il ricordo è andato a tutti gli alpini caduti e dispersi in guerra e alle soffe- AMBIENTE 11 Elettrosmog ed antenne Serata informativa del Comitato spontaneo Il 21 novembre 2008 presso il centro “Glemonensis” il “Comitato spontaneo contro l’elettrosmog” di Gemona, l’associazione Borc di Plovie con il Patrocinio della Comunità Montana del Gemonese hanno invitato la popolazione ad una serata informativa intitolata: “Telefonini… antenne… connessioni wireless… possono veramente nuocere alla salute?”. I relatori presenti alla serata sono stati il prof. Angelo Gino Levis (ordinario di mutagenesi ambientale presso l’università di Padova e vice presidente A.P.P.L.E. (Associazione Per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog)) e renze patite nelle trincee in nome della Madre Patria; domenica 23 novembre il duomo di Gemona ha ospitato un evento musicale di notevole spessore culturale: il concerto Verdi Sacro con estratti dal Requiem di Giuseppe Verdi (1813-1901). Diretti dal M.° Davide Pitis si sono esibiti i solisti Liliana Moro, Alessia Franco, Alessandro Cortello e Alessandro Frabotta, con i cori Zoltan Kodaly, Glemonensis, Romatino, Fondazione Musicale Santa Cecilia e l’accompagnamento musicale di Giuliano Fabbro al pianoforte e di Carlo Lizzi all’harmonium. L’esibizione è stata strepitosa nella sua intensità emotiva. l’arch. Laura Masiero (presidente dell’A.P.P.L.E.). Il primo intervento è stato quello dell’architetto Laura Masiero che ha informato del suo percorso educativo nelle scuole, del tentativo di sensibilizzare i politici sul problema delle emissioni elettromagnetiche, delle emissioni delle antenne dei cellulari, sui problemi causati dall’utilizzo di elettrodomestici presenti nella casa, es il phon, il forno a microonde,… Per terminare ha svolto una dimostrazione sugli effetti dell’emissione di un cellulare. Il secondo intervento è stato svolto del prof. Gino Levis che ha parlato in modo più specifico delle onde elettromagnetiche e degli effetti che hanno sull’uomo. Ma quali sono i comportamenti maggiormente a rischio, per quanto riguarda l’uso dei cellulari, sottolineati dai due relatori? Più il cellulare viene tenuto vicino al corpo maggiori sono i danni perché le emissioni sono più forti e quindi pericolose: meglio tenere il cellulare lontano dal corpo. L’esposizione prolungata alle onde elettromagnetiche aumenta il rischio di sviluppare tumori (soprattutto in corrispondenza dell’area della testa). Questo rischio aumenta sensibilmente nelle zone rurali perché la copertura del segnale delle SRB è limitata. Il rischio aumenta, inoltre, con l’uso combinato di più tipi di cellulari. Si stanno riscontrando danni soprattutto in chi ha cominciato ad usare il cellulare prima dei vent’anni. Sia il prof. Levis che l’arch. Masiero, inoltre, sono stati concordi nell’evidenziare che le normative attuali non sono cautelative rispetto ai danni di breve e lungo termine che si stanno profilando e nel sottolineare un “conflitto di interessi”cioè un insieme di condizionamenti che tendono ad influenzare un giudizio riguardante un “interesse primario” a favore di uno secondario; es. un aspetto riguardante la salute (interesse primario) viene messo in secondo piano in vista di un guadagno economico (interesse secondario). L’obiettivo è quindi quello di impedire che gli interessi secondari prevalgano su quelli primari nel momento in cui si prendono decisioni professionali e/o politiche. Jessica Bellina PER UNA "SCUOLA DI CITTADINANZA" Giovani, lavoro e diritti l Comitato per la Costituzione di Gemona, assieme all’Auser Alto Friuli e con la collaborazione del Coordinamento delle associazioni di volontariato sociale e culturale di Gemona, nell’ambito dell’iniziativa “SCUOLA DI CITTADINANZA” promuove una serie di incontri per appro-fondire problematiche di grande attualità e forte impatto sociale. Della serie prevista si sono tenuti fino ad ora due incontri sul tema “Giovani Lavoro Diritti”. Nel primo (22.10) è intervenuta la professoressa Marina Brollo, ordinario di Diritto del Lavoro all’Università di Udine, che ha parlato del “Difficile e tardivo incontro tra giovani e lavoro”, ponendo al centro della sua trattazione i concetti di flessibilità, precariato e stabilità. Nel secondo (29.10) il professor Alfre- I Fioreria Emidia Manzano Via Roma, 252 tel. 0432 970692 33013 Gemona del Friuli e-mail: [email protected] do Contin, della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Trieste, ha trattato della “Formazione in un mondo globalizzato”, mettendo in rilievo la fondamentale importanza di una solida formazione culturale generale, base della indispensabile flessibilità mentale e punto di partenza per i diversi percorsi formativi professionalizzanti. Il ciclo di iniziative proseguirà in gennaio con un intervento del professor Gilberto Seravalli, docente di Politica economica all’Università di Parma, in cui verrà analizzata la crisi finanziaria, economica e sociale che sta investendo molti Paesi e si concluderà con quello dell’ ispettore del lavoro INPS dr. Rino Feleppa che prenderà in esame sicurezza,retribuzione, stato attuale dei diritti dei lavoratori. FOTOGRAFIA 12 Le multivisioni di Claudio Tuti Incantevoli poesie in un caleidoscopio di emozioni e ricordi per immagini iunto ormai alla sua decima edizione, l’InG contro con la Multivisione, organizzato dal Gruppo Fotografico Gemonese, continua fortunatamente a riscuotere anno dopo anno un successo sempre in crescendo, con una partecipazione di pubblico che ha dell’inverosimile, visto che si tiene in prossimità del Ferragosto, tempo di vacanze e di svaghi. Ma cos’è mai la multivisione? Per capirla appieno basta solo assistere ad uno di questi spettacoli; la scheda qui riportata può aiutare il lettore a scoprirne gli aspetti tecnici e quindi il lungo e meticoloso lavoro che richiede questo recente uso della fotografia. Perché, sì, si parla di fotografia e di fotografia ad alti livelli! Gemona deve andare fiera di aver dato i natali ad uno tra i più affermati autori di multivisione in ambito nazionale ed internazionale, cullandolo e crescendolo tra i vicoli della sua storia. Spesso, sfogliando qualche recente pubblicazione su Gemona, sarà capitato di soffermarsi su qualche fotografia che portasse la sua firma; basta prendere in mano i libri Glemone (S.F.F. 2001), Glemone torne su di Mauro Vale (Raster 2001) e Gemona, Gemona, Gemona di Tito Cancian (Pro Glemona 1999). Sto parlando di Claudio Tuti. Claudio nasce a Gemona nel 1953 in quel glimuç di case, l’una addossata all’altra, presso le cosiddette Beorcjis, quel crocicchio tra le vie San Rocco e dei Formentini. Lì proprio sull’angolo si trova la sua casa, quella casa ingentilita da una meridiana e da altre decorazioni a fresco, realizzate dal padre di Claudio, Luigi Bruno (Gemona 1913-1997), pregevole pittore, autore tra l’altro dell’affresco del Giudizio Universale sul soffitto della ricostruita Chiesa di San Rocco (presso il Museo della Pieve e Tesoro del Duomo è esposto un suo disegno da spolvero per un affresco raffigurante la Madonna). E’ sicuramente dal padre che Claudio eredita la vena artistica. Nei primi anni ’70 il Claudio ventenne si accosta alla pittura; partecipa ad alcuni concorsi extempore e fa parte del gruppo di artisti gemonesi Il Laip, che ha sede prima presso la Casa del Pellegrino e poi presso un locale di Piazza del Ponte, sotto la direzione artistica del M.° Severino Del Fabro. Ne fanno parte Angelo Iacovissi, Carlo Venturini, Laura Di Giusto, … Conserva ancora un paio di opere, miracolosamente salvate dalle macerie. Archiviata la parentesi pittorica e sopraggiunti i catastrofici eventi sismici, Claudio, ma come lui anche tante altre persone, forse per paura di perdere definitivamente ancora una volta ciò che della vecchia Gemona era rimasto e con il rammarico di non averlo fatto prima, inizia ad appassionarsi alla fotografia, interesse che coltivava già, ma ad un livello pressoché dilettantistico o poco più. Negli anni dell’immediato postterremoto si costituisce il Bambina in Nabibia Gruppo Fotografico Gemonese, al quale Claudio quasi da subito si affianca e del quale tuttora fa parte. Il Gruppo gli fornisce lo stimolo e le occasioni per migliorarsi tecnicamente, per trovare ogni volta quei momenti unici ed irripetibili da imprimere sulla carta, testimoni di un attimo. Vince concorsi, ma soprattutto la stima degli altri fotografi, per la qualità, la ricercatezza e la sensibilità sprigionate dalle sue opere. In famiglia si apprezza molto la buona musica, passione che presto conquista anche Claudio. Per alcuni anni collabora con la compagnia Teatro Acceso di Alberto Vale: a lui è affidata la scelta Cos’è la multivisione? La multivisione è una forma di espressione artistica, che unisce in maniera creativa due potenti mezzi di comunicazione: la fotografia e la musica. Lo spettatore viene coinvolto razionalmente attraverso i canali visivi ed uditivi, ma anche e soprattutto emotivamente in quello che è l’universo irrazionale di ognuno. I contenuti delle proiezioni possono riguardare ogni tipo di tematica, senza vincoli e senza alcun limite alla fantasia dell’autore, se non chiaramente il buon gusto e la decenza. Si può quindi realizzare un reportage di viaggio, documentare un evento o gli infiniti aspetti della Natura, creare una storia od affrontare tematiche sociali e di attualità. L’estrema versatilità della multivisione, con la sua indubbia capacità evocativa, fa sì che essa possa interagire anche con particolari forme di spettacolo, creando suggestive scenografie di concerti, eventi teatrali o di danza. Tre sono quindi le componenti fondamentali della multivisione: l’immagine: la sintesi, il carpe diem di un azione, di un ricordo, di un’esperienza, di un volto, di un evento …; la musica: predispone lo spettatore ad un particolare stato d’animo, lo accompagna durante la visione e lo trascina a vivere delle inedite sensazioni; la genialità artistica dell’autore: crea la storia e fornisce la traccia per un percorso di nuove impressioni, dalle molteplici letture interpretative. Tutto questo si traduce, in concreto, in una proiezione simultanea o alternata in dissolvenza di una sequenza di immagini che, abbinate ad una scelta musicale adeguata, creano un’atmosfera coinvolgente ed emozionante, “incerta e misteriosa”. Generalmente la durata delle proiezioni non supera i 12 minuti, tempo entro il quale il livello di attenzione del pubblico è ancora al massimo. FOTOGRAFIA 13 dei brani musicali e dei suoni. Questa esperienza gli permette di affinare quel magico connubio tra suono e immagine, elemento fondamentale della multivisione. Ma la pura fotografia, la singola immagine non basta più a Claudio, che a questo punto, verso la fine degli anni ’90, scopre questo nuovo e affascinante mezzo di espressione: la multivisione, la risposta alla sua smania di ricerca del nuovo e al suo desiderio di creare anche dopo lo scatto fotografico, unendo il suo amore per la fotografia a quello per la musica. Inizialmente la tecnica di proiezione è molto complessa: comprende una serie di proiettori per diapositive che vengono utilizzati alternativamente o simultaneamente (lui ne usava 4). Le possibilità creative di Claudio sono però limitate perché non sempre un’idea può poi essere realizzata. Ma con l’avvento del digitale, le cose cambiano: si riesce a tradurre in immagini tutto ciò che prima sembrava improponibile, lasciando così libero sfogo alla fantasia. L’ultima più recente evoluzione di Claudio Tuti, nella realizzazione dei suoi lavori multivisivi, è l’abbandono del formato classico di visione, cioè il formato fotografico, a favore di un formato panoramico (cinemascope), dove la maggior superficie istiga l’autore a pungolare la propria creatività. Grazie all’Associazione Italiana degli Autori di Multivisione Artistica (A.I.D.A.M.A.) ha l’opportunità di portare le sue opere, il suo nome e Gemona in tutta Italia, partecipando ad eventi ai quali vengono invitati autori di livello mondiale, tra cui anche stimati professionisti del National Geographic, occasioni per Claudio di confronto e scambio intellettivo con i mostri sacri di questa nuova forma d’arte. Claudio Tuti non è una persona che ama molto parlare di sé. Una vita disciplinata, quasi rigorosa, la sua, senza mai alcun eccesso, se non la I titoli delle opere Nel 2000 realizza il suo primo lavoro: Le stagioni della vita - Anche l’uomo, come la natura, vive le sue stagioni. La Primavera si risveglia nel vagito di un bimbo; l’Estate esplode la sua vitalità nella giovinezza di un adolescente; l’Autunno dell’età adulta si prepara al riposo dell’Inverno. Seguono: Spaventapasseri - Gli spaventapasseri, metafora dell’Uomo, vengono deturpati dagli agenti atmosferici, subiscono continue contaminazioni, fino alla distruzione. L’Uomo non può sottrarsi a questo destino, di cui anzi accelera i ritmi distruttivi con i suoi veleni e l’assurdità delle guerre; 1976 … – Il Friuli e il suo popolo che cadono e si rialzano, cadono di nuovo sfiduciati, ma ancora una volta si risollevano per ricominciare a vivere, a sperare, a credere in un possibile futuro; Mustang – Ultimo Tibet - Si tratta del primo diario di viaggio multivisivo di Claudio; Venezia – Un giorno di carnevale - E’ il racconto di una giornata di Carnevale a Venezia, vissuta attraverso gli occhi di una maschera: dall’alba al tramonto, dalla quiete del mattino al crescente brusio della città, che si anima per la sua passione per la fotogra- molti sono i progetti per i fia, l’unica chiave che apre la quali sta pensando la giusta porta del suo cuore, spalan- forma espressiva, e finché in cando le braccia ai ricordi, Via S. Rocco si vedrà accesa alle emozioni, alle paure, ai fino a notte fonda la luce di sogni, agli ideali. I suoi “qua- quell’abbaino, si può stare dri” multivisivi parlano per certi che ci sarà ancora l’oclui, “tratto della vita, dell’a- casione di emozionarsi veramore e della giustizia: i temi mente in un vortice di sentidei poeti” e proprio di poesia menti. Maria Copetti dell’immagine si tratta. Recentemente la FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) gli ha conferito l’Onorificenza di AV – AFI – Artista Fotografo Italiano, che viene concessa a chi ha dimostrato una particolare personalità sotto il profilo artistico o di significato con la propria produzione di audiovisivi. La consegna avverrà a Recanati nel maggio 2009 durante il congresso nazionale FIAF. La frenesia creativa di Claudio Tuti non ha freni “è un pensiero fisso, che prende gran parte della mia vita”; Duomo di Gemona: San Cristoforo festa, fino al dolce cullare delle onde, quando le luci di spengono; Himba - Himba è il nome di un popolo che vive a nord della Namibia e che conduce una vita nomade legata alla pastorizia, percorrendo antichi tracciati. Un popolo che ha saputo mantenere intatte arcaiche tradizioni, riti ancestrali e credenze religiose, il cui futuro è molto incerto; Un deserto che vive - Il deserto del Namib, dove straordinariamente la natura riesce a vivere, sempre al limite della sopravvivenza; Un piccolo valzer - Uno sguardo in quel meraviglioso mondo che troviamo nei prati, popolato da fiori e insetti comunissimi, ma che fanno parte di una realtà per molti ancora sconosciuta. Un’armonia di forme, colori e suoni che s’intrecciano nel ritmo trascinante di un famoso valzer; Viaggio a Timbuktu - Un viaggio lungo il fiume Niger per raggiungere la mitica e misteriosa città di Timbuktu. Si incontrano popoli la cui vita dipende dall’acqua e dai ritmi delle sue piene, una vita tuttora regolata dal ritmo della Natura, in perfetta simbiosi con l’ambiente; Dogon – Il popolo delle stelle - Nel Mali vive la tribù dei Dogon, un popolo considerato misterioso. A renderli oggetto d’interesse di molti studiosi è la loro precisa conoscenza di certe teorie astronomiche, che gli scienziati hanno iniziato a studiare dalla seconda metà dell’’800. Ma i graffiti di chissà quale era dimostrano innegabilmente tali conoscenze. Ma come potevano sapere tutto questo?; Il lunedì di Djennè – E’ l’alba e piano piano, dopo la preghiera del muezzin, la città di Djennè comincia ad animarsi di persone, di colori, di sapori, di profumi. Il mercato si anima, il vociare è quasi assordante. Il sole cala dietro ai minareti: è tempo di rientrare; La vita in un film – Marisa Dreosto Nardini di Pagnacco, nella lettera pubblicata sul Messaggero Veneto il 7/10/2008, ha espresso nel modo migliore ciò che anch’io ho provato guardando questo lavoro. Eccone un estratto: “… Intima, tenera e drammatica è la storia fotografica di un uomo che in riva al mare, su uno scoglio, trova una bobina e quando si accinge a proiettarla, si accorge che dentro c’è la sua vita. E così si snoda una storia, per immagine fotografica, con un imprimatur di suoni che l’accompagna, che la rende ancor più epi- SPORT 14 Ginnastica artistica Ai primi posti nelle gare regionali orse non tutti sanno che Gemona ha una importante scuola di ginnastica artistica rivolta soprattutto agli alunni delle scuole elementari e che, gli oltre 150 allievi, si distinguono ogni anno per i risultati raggiunti. Lo scopo di questa scuola, come ricorda la relazione del direttivo appena eletto (Presidentessa Cinzia Sangoi, componenti: Marco Candolini, Pierluigi Gubiani, Dino Pugnetti, Silvia Collini, Flavio Pasini, Daniele Pittini, Nadia Rossi, Maurizio Forgiarini, Giust Marco, Aldo Sassaro) è quello di "promuovere una ginnastica per tutti, non selettiva, che stimola varietà, divertimento e partecipazione creativa". L'attività motoria proposta "è di tipo poliva1° Livello Femminile lente in forma varia e Sara Cargnelutti 2° assoluta ludica, con la partecipaNicole Felice 3° assoluta zione attiva e cosciente del bambino". 2° Livello Femminile La preparazione tecnica Sofia Minisini 2° assoluta viene sviluppata sia con l'attività propria della Martina Pittini 5° assoluta ginnastica artistica, sia Stefania Carnelutti 11° assoluta tramite l'impiego di attrezzature da palestra 1° Livello Maschile (parallele, materassoni, Raffaele Pugnetti 2° assoluto trampolino, trave, sbarra, Nicholas Minisini 9° assoluto ecc.), sia attraverso la preparazione ritmica e Daniele Christ 10° assoluto musicale. L'associazione che svolge 2° Livello Maschile questa attività ha come Luca Sabidussi 1° assoluto acronimo A.S.D.G.G. F dermica, dove scorre la nostalgia della madre, dei primi anni (di vita), i primi giochi, i primi amori. Guardo intensamente il sovrapporsi delle foto di una giovinezza recente, di una morte prematura mai dimenticata, dell’amore adolescenziale nel volto di una giovane donna, dei grandi progetti e dei volti di nuovi bambini. E’ una giostra di sentimenti lacerati improvvisamente da un suono, che irrompe dentro e che anche per lo spettatore diventa devastante. Appare l’immagine di un vortice nero dentro il quale sembra precipitare e perdersi l’uomo e, ancora, l’immagine di un fiore, piegato su sé stesso, a rappresentare una vita spezzata, a raccontare quell’uomo, che sembra sopraffatto dagli eventi. Ma una tenera mano infantile rialza quel fiore, che rivive in un corollario di fotografie del passato e del presente; fra immagini che fermano fatti e momenti, quelli importanti, quelli che creano memoria, quelli che lasciano traccia. Quelli che permettono all’uomo di diventare immortale. E in questa storia ci sono entrata dentro, l’ho percorsa tutta con il respiro corto (Associazione Sportiva Dilettantistica Ginnastica Gemonese) ed è attiva a Gemona da oltre 20 anni; la sua data di nascita, infatti, risale al 1982. Questa associazione, in 26 anni di attività, ha avvicinato all'attività sportiva centinaia di giovani gemonesi ed ha aperto altre due sedi staccate: una a Tolmezzo ed un'altra a Paluzza. Gli allenatori e le allenatrici attuali, che rispondono ai nomi di Sara Cattarossi, Maela Casazza e Michela Casadio della squadra femminile e David Placerani e Daniel Della Giustina della squadra maschile e le insegnanti: Martina Forgiarini, Elena Palese, Daniela Marra, della sofferenza e il passo greve della paura. Perché è anche la mia storia, come forse, misurando l’intensità degli applausi, è la storia di molti altri … E grazie, ancora, per questa sofferenza, offerta con pudore e tenerezza, facendo dell’arte della fotografia non una cosa statica come può sembrare, ma un’energia dinamica che arriva al cuore. Ed è forse proprio per questo patrimonio personale ed emozionale che ci sa regalare, che l’autore de “La vita in un film” è già storia, è già memoria.”. Concorsi ed eventi Sono oltre 100 le partecipazioni a eventi multivisivi nazionali e internazionali e circa 30 le serate personali. Ha vinto numerosi concorsi e ricevuto diversi riconoscimenti tra cui: 2008 - 2° Premio al 2° Concorso Nazionale Audiovisivi Trofeo Città di Cortona (AR) 2° Premio al 1° Concorso Naz.per Diaporami Trofeo Città di S.Giovanni in Persiceto (BO) 3° Premio al 1° Concorso Nazionale Audiovisivi Trofeo Città di Pescara Elena Marra, Ester Zolfo e Alice Natali, vanno giustamente fieri del corposo scrigno di medaglie raccolte durante l'ultimo quarto di secolo ed in particolar modo di quelle di quest'anno che li ha visti sfiorare la classificazione per la partecipazione alle gare nazionali. I risultati raggiunti ai tornei regionali di quest'anno sono comunque degni di memoria. La Ginnastica Artistica Gemonese svolge attività ininterrotta nel periodo scolastico; per chi vuole iscriversi l'ufficio è aperto presso la palestra Baldissera a Gemona il lunedì ed il giovedì dalle 17 alle 18.30. Gianfrancesco da Gemona 2° Premio al 4° Concorso Audiovisivi Fotografici Città di Garda 3° Premio al 47°Festival International de l’Image a Epinal (F) 2° Premio al 2° Circuito Nazionale DIAF di Audiovisivi Digitali 2007 - 2° Premio alla 4° Rassegna Concorso Nazionale Diaporami a Misterbianco (CT) Mention d’honneur da parte della Federation Internationale de l’Art Photographique al Concorso Internazionale per Diaporami tenutosi in Francia e Belgio 2006 - 2° Premio al 1° Concorso Nazionale Diaporama a Civitavecchia (Roma) 1° Premio al 2° Concorso Nazionale Audiovisivi Fotografici Città di Garda 3° Premio al 6° Concorso Nazionale Diaporama Coppa DIAF a Conegliano Veneto 2005 - Premio Speciale come miglior autore al 7° Festival Internazionale di Diaporama Giovanni Crespi a Legnano (MI) 2003 - Premio Speciale del Pubblico come miglior autore al 6° Festival Internazionale di Diaporama Giovanni Crespi a Legnano (MI) Associazioni aderenti al Coordinamento A.C.A.T. – Associazione dei Clubs degli Alcolisti in Trattamento, A.T.Sa.M. – Associazione Tutela Salute Mentale, AUSER Alto Friuli, Associazione per l’autogestione dei servizi e la solidarietà, A.V.U.L.S.S. – Associazione per il Volontariato nelle Unità Locali dei Servizi Socio-Sanitari,- Amici del Laboratorio Internazionale della Comunicazione, Amnesty International – Gruppo Italia 143, Associazione “Un blanc e un neri”, Associazione “Bravi Ragazzi”, Associazione Buteghe dal mont – Glemone, Associazione Culturale Friûl Adventures – Fiore, Associazione Culturale Pense e Maravee, Associazione Musicologi, Associazione Pro Loco Pro Glemona, Associazione storico-archeologico-culturale “Valentino Ostermann”, C.A.V. – Centro Aiuto alla Vita, C.I.D.I. – Centro territoriale d’Iniziativa Democratica degli Insegnanti della Carnia e del Gemonese, Centro Giovanile Parrocchiale Glemonensis, Comitato per la Costituzione, Comitato per la Solidarietà di Osoppo, Gruppo Caritas della Parrocchia di S. Maria Assunta di Gemona, Gruppo Missionario della Parrocchia di S. Maria Assunta di Gemona, Gruppo Scout AGESCI Gemona 1, Gruppo Special – Amici si può PAGINA DEL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI E DI VOLONTARIATO SOCIALE DI GEMONA lingua italiana e ha lavorato per il consolato italiano. Ha ricevuto spesso incarichi dalla Comunità Internazionale, ente che la Quadro ha criticato più volte per la sua mancanza di contatto con la realtà e la poca vicinanza alla gente del posto. Bosnia Erzegovina oggi Due volontarie testimoniano la loro esperienza nei territori balcanici all'indomani della guerra Due ragazze, entrambe di origini friulane, studentesse di lingua straniera presso la stessa università, entrambe appassionate della storia e della cultura dei Pasi Balcanici si incontrano per la prima volta in Bosnia Erzegovina. Caterina Quadrio e Federica Moro sono state le protagoniste della serata promossa da Amnesty International in collaborazione con il Coordinamento delle Associazioni Culturali e di Volontariato mercoledì 3 Dicembre presso il centro parrocchiale Salcons. L’evento si inserisce nell’ambito di una serie di iniziative organizzate in occasione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Ancora oggi nel mondo infatti vi sono Paesi in cui i diritti umani non sempre vengono rispettati. La Bosnia Erzegovina è stata a lungo teatro di scontri interreligiosi, guerre tra etnie e genocidi che hanno violato i principi riconosciuti dalla Dichiarazione Universale. Quadrio e Moro, entrambe partite come volontarie, sono testimoni della Bosnia Erzegovina di oggi. Caterina Quadrio, dottore di ricerca in Storia e Dottrina delle Istituzioni, ha svolto e continua a svolgere attività di ricerca sulla storia dei Balcani ed in particolare sui crimini internazioni commessi negli anni della guerra. Dall’ottobre 2007 al settembre 2008 è stata volontaria del Servizio Civile a Mostar, dove ha potuto approfondire i suoi studi e conoscere la cultura che ha studiato sui banchi di scuola. Quadrio, dopo aver illustrato la storia della Bosnia Erzegovina, ha presentato il quadro attuale della società: mancano servizi, la disoccupazione dilaga, non si coltiva assolutamente la cultura. Le persone, ma soprattutto i giovani, sono sfiduciate; non credono nel futuro, se non al di fuori della loro terra, e pensano alla pace solo come mancanza di guerra. Quadrio, prima di trascorrere un anno a Mostar, ha avuto diverse esperienze come volontaria nei paesi della ex-Jugoslavia: ha trascorso due settimane con i bambini croati, è stata lettrice di Federica Moro ha vissuto e operato in Bosnia Erzegovina come volontaria del Servizio Civile Europeo dal febbraio 2004 ad ottobre 2008. E’ stata insegnante di lingua italiana e ha cooperato con le organizzazioni CEFA (Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura) e ARCS ( ARCI cultura e sviluppo). “Vivere e lavorare in quei territori non è stato facile” – ha detto Moro. “Le difficoltà maggiori si incontrano nella mancanza di dialogo che è presente tra i diversi gruppi etnici che ostacolano anche il lavoro di volontari ed operatori della Comunità Internazionale. Nella realizzazione di progetti, difficile poi è individuare il partner con cui lavorare che inevitabilmente ha una sua appartenenza etnico-religiosa. Anche il trovare uno spazio comune, un centro di aggregazione culturale non è impresa facile. A Mostar tutto è doppio: – ha proseguito Moro- linee di autobus, scuole, programmi didattici diversi, festività nazionali differenti per croatocattolici e bosniaco-mussulmani. Il quadro storico-politico della Bosnia Erzegovina è complesso e spesso la Comunità Internazionale ha dimostrato di tenere un comportamento poco chiaro e corretto nei confronti delle persone”. “La presenza delle ONG non si è rivelata molto proficua in questo Paese proprio perché, più che proporre progetti che risultano imposti dall’esterno, è meglio creare legami con le persone del posto, è meglio che i giovani conoscano altri giovani capaci di dargli speranza nel futuro”– ha aggiunto Quadrio. Moro ha concluso il suo intervento dicendo che il metodo più efficace è stare dalla parte delle persone, a prescindere dall’appartenenza etnica o ad una religione. Lunari 2009 Scuelis e contis vin passât un altri an insieme, in compagnie di sfueis di cjarte scrits e sudâts, di tantis cjacaris metudis jù par impensâsi di ce c’al sucêt a Glemone e ancje di ce c’al è capitât tancj agns indaûr. Une das robis che nus fâs tornâ indaûr cui agns al è il lunari; aromai a son un biel pôs di inviers che al rive in dutis lis fameis, 5200 copis ogni volte. Ogni an o cirin di tirâ fûr imagjinis di Glemone no viodudis o cuasi, sperant che al plasi. Ogni an o cirin di tirâ fûr un gnûf argoment, une gnove viodude di Glemone. O hest an a son capitadis lis scuelis e i fruts c’a lavin a scuele o in tal asilo. Argoment di cumò. Al è sunsûr inta scuele, inta universitât; chei c’a lavorin e c’a studin no si intìndin cul ministro di cumò. Il tirâ fûr fotografiis di une volte, cui fruts in grimalut e flocut nol ûl dî che noaltris o si intendedin cun ce c’al dîs il ministro. I timps a son cambiâts e ancje la scuele e il mont a son lats indenant e al è impussibil C tornâ indaûr. Chest nol gjave un pocje di nostalgjie par chei timps c’a semein cussì lontans e invezit a son nome chei di prime dal taramot, ben plui di trente agns fa. La nostalgjie forsit a ven dai zûcs c’a si fasevin in ta ricreazion, ducj insieme: bandiere, bale presonere, di platâsi, cibee. No si veve il telefonin, no si mandavin mesagjns, e par sintî la musiche si veve di cjantâ, no savint ce c’al jere l’i-phone. Forsit dismenteant un pôc chestis robis e lassant in bande un pôc il computer i fruts a varessin di tornâ a imparâ a stâ insieme. Nostalgjie: i nestris agns c’a van su, il cjâf c’al tache a dismenteâ e nol à voe, forsit dut chest metût insieme e ancjmò alc c’al faseve vivi une vite plui naturâl e plui in compagnie cun ducj i difiets e la puaretât di chê volte. La scuele ad ogni mût a ja di lâ indenant, no dismenteant nissun pa strade, rivant par dut, par dâ ai nestris fruts une pussibilitât di imparâ, studiâ e cressi; compagne par ducj: siôrs e puars, fruts e frutis, talians e forescj c’a vivin cun non. Glemone sot la neif dalle ore 19 del 24 dicembre Pense e Maravee e il Gruppo Fotografico Gemonese in collaborazione con il Comitato delle Borgate del Centro storico organizzano per la notte di Natale sotto la loggia del Municipio la proiezione di "Gemona sotto la neve. Un secolo di piccole, grandi e rare emozioni". Immagini, musica e ... Dalle ore 19 del 24 dicembre (fin dopo la messe di miezegnot). Tutti sono invitati. i sigûr, tal lunari, no son metudis dutis lis scuelis di Glemone, cualchidune a mancje, parcé no sin rivâts a cjatâ nissune imagjine. Si scusìn cun chês borgadis che no si viòdin tal lunari di chest an e us visìn che chel di un altri an al sarà su lis latariis, su lis stalis e i lavôrs dal ort e dai cjamps; cui c’al à alc che si fasi indenant, bielzà di cumò. D n grazie a ducj chei che nus an dât une man: Civiche Biblioteche Glemonense “don Valentino Baldissera”, Comitâts dai borcs di Campagnole, Cjamp, Gôt, Maniae, Plovie e la Pro Glemone; Tito Cancian, Marie Copet, Gianfrancesco Gubian, Renato Candolin, Luisa Cucchiaro Bàisar e Ugo Brollo Michelùt, Rino Gubian Nors, Noemi Artico, Miute dal Mos, Alma Patat, Danielle Cragnolini, Erica Cargnelutti, Valentino Collini e lis fameis Facchin, Ban e Londero Panade. E i domandin scuse a chei che i vin dismenteât. Tal lunari i vin cirût di doprâ il furlan di Glemone. U Corso base per il volontariato socio-sanitario L'AVULSS (Associazione per il volontariato nelle Unità Locali dei Servizi Socio-Sanitari) di Gemona del Friuli, opera sul territorio dal 1991. Da sempre molto attiva nel sensibilizzare l'opinione pubblica al volontariato ed ai problemi della popolazione. L'Associazione si propone di offrire sostegno nella totale gratuità, integrando le attività dei Servizi Socio-Sanitari locali. I volontari prestano la propria opera organizzata presso l'Ospedale civile di Gemona, nella Casa Soggiorno per Anziani, nell'R.s.a., nel Centro Diurno, in altre Strutture protette e nei propri domicili. Il nostro impegno è quello di allargare la famiglia Avulss, proprio in quest'ottica, nell'intento di offrire a futuri volontari le conoscenze indispensabili per orientarsi verso un serio impegno e un qualificato servizio, l'Avulss di Gemona , con la collaborazione dell' Ass 3 , organizza un corso base per il volontariato socio-sanitario che si terrà nell'aula magna dell'Ospedale civile di Gemona dal 13 gennaio al 10 marzo 2009 il martedì e il venerdì. Il Corso è aperto a tutti e ha la durata di 46 ore. La formazione e comunque continua e si organizza in incontri ed approfondimenti, con il contributo di docenti nei diversi ambiti di impegno dei volontari. A coloro che avranno frequentato il 70% delle lezioni, verrà rilasciato un attestato di frequenza. Ringraziamo tutti coloro che continuano a sostenere la nostra autonomia con un contributo. Compilate il bollettino di c.c. postale n. 16895336 allegato. Qualsiasi importo va bene! Buinis Fiestis a ducj, in particolâr ai colaboradôrs e ai sostenidôrs