pense marave ee - Pense e Maravee

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pense marave ee - Pense e Maravee
Direttore responsabile Federico Rossi_ _Redazione: Sergio Gollino, Paolo Isola, Irma Londero, Piera Londero, Gianni Tonetto, Roberto
Urbani_ _A questo numero hanno collaborato: Lorenzo Londero, Maria Copetti, Jessica Bellina, Sandro Venturini, Sandro Cargnelutti, Alberto Barel e tanti altri amici_ _A tutti un sentito grazie!_ _Aut.Tribunale di Udine 10/92 del 6/4/1992_ _Stampato su carta
riciclata presso: Rosso Grafica e Stampa via Osoppo 135 - Gemona del Friuli_ _Proprietà: Associazione culturale Pense e Maravee,
via Sottocastello 81 - 33013 Gemona del Friuli - UD_ _Consegnato in Tipografia il 10/12/2008_ _Tiratura: 5.400 copie_ _Distribuzione gratuita_
PTL/OMF/PMP/726/08
http://www.pensemaravee.it
[email protected]
dicembre 2008
69
Periodico
bimestrale
di cultura,
informazione
e dibattito
17 10 2008
PENSE EMARAVE E
Anno 17 - n. 5
sommario
Inserto:
Gemona e la grande
guerra
Scuola: una resistenza difficile, faticosa,
entusiasmante
Le multivisioni di
Claudio Tuti
Il Sfuei:
Bosnia Erzegovina
oggi
Il lunari 2009 di Pense
e Maravee:
Scuelis e contis
Scuelis di îr,
scuele di vuei e di doman ...
... e il lunari di chest an!
2
SCUOLA
Presente!
Una resistenza
Scuelis di mont
gni mattina all’appello
rispondono in 11. È per
questo che non lo faccio mai,
l’appello. Non serve, basta
guardarsi negli occhi, e con
gli occhi contarsi.
Negli occhi si può anche leggere una nuova ansia:
“Prof., ci saremo ancora il
prossimo anno?”.
riuli. Carnia. Forni Avoltri. Montagna. Undici
adolescenti, una terza e una
pluriclasse prima&seconda.
Quella che tutti ancora chiamano “scuola media”, quella
che tanti hanno cominciato a
chiamare Scuolamagia. Sarà
per il divano al centro del
piccolo atrio, sarà per il the
coi biscotti tutti quanti assieme. Sarà perché i ragazzi
vogliono non finisca mai,
ché andare alle scuole superiori significa anni di levatacce con due o tre ore di
corriera ogni giorno. Significa istituti lontanissimi, con
un’esigua scelta di indirizzi
e l’approdo finale dentro
un’economia depressa che
molto probabilmente non
saprà assorbirli nel ramo che
hanno scelto e li costringerà,
se non vogliono fare le valige e trasferirsi in città, a
turarsi il naso dentro un
mestiere (precario) lontanissimo dai loro sogni.
lessandra ha 17 anni e
rimpiange gli anni di
Scuolamagia. Studiare le
viene facile, ha 10 in italiano
e paura di nulla. Sa però cosa
significa aspettare la corriera
che ti porta a scuola quando è
ancora buio e il paese è bianco come nelle cartoline.
Soprattutto è consapevole di
quanto sia assurdo che la sua
stessa fatica quotidiana
debba sopportarla un ragazzino di 11 anni (o addirittura
una bimba di 6) e mi dice che
è disposta ad occupare la sua
vecchia scuola media. Claudio sorride e dice che poi toccherebbe a lui venire a sgomberarci, grandi e piccini, i
suoi figli compresi. Claudio
fa il finanziere e quando c’è
O
F
A
da dare una mano alle attività
del plesso non si tira mai
indietro. Nessun genitore si
tira mai indietro, la scuola in
paese è preziosa, quasi sacra.
E, ahimè, sempre in bilico,
sempre sulla lama dei tagli.
Un ministro che si chiama
“Tre-monti” da queste parti
sembrerebbe perfetto, salvo
poi anagrammarlo e ottenere
“tormenti”…
emmeno l’Amministrazione comunale ha mai
negato il suo appoggio: ha
rimesso a nuovo i locali scolastici, ha investito in pannelli solari e nelle biomasse per
ammortizzare il costo del
riscaldamento, ha rincorso
tenacemente la banda larga
perché nelle aule gli alunni
potessero stare al passo, e
navigare liberi anche tra le
montagne. Soldi buttati. Uno
spreco vero, questo sì. Il prossimo anno nel silenzio delle
mattine non suonerà nessuna
campanella. Nessun grido di
ragazzino, l’aria in paese
sembrerà come svuotata.
Dà fastidio passare per un
lusso, una spesa inutile caricata sulle spalle della gente
onesta: io, i miei colleghi e i
miei 11 studenti come l’auto
blu del segretario del segretario del sottosegretario. Scuolamagia è una scuola: dentro
c’è il futuro di una piccola
comunità, di un piccolo
pezzo di Italia, con una storia, dei tratti distintivi e una
lingua speciale. Ci manca
qualcosa, certo. Non abbiamo alunni stranieri, per
esempio. Non per questo ci
siamo chiusi al mondo. Qualche anno fa abbiamo messo
in scena uno spettacolo teatrale in cui si raccontava la
tragedia di Portopalo, il naufragio di Natale che avevamo
scoperto grazie al coraggio di
un grande giornalista.
omani mattina giuro che
faccio l’appello. Anche
se non serve. Voglio sentir
rispondere “presente”. Proprio lì, dentro quell’aula di
montagna: presenti, il Pre-
N
D
Si lotta ancora in difesa della
ochi anni e tanta voce.
Voce giovane per parole
taglienti, affilate da una
intelligenza che non si è
ancora fatta rassegnazione.
Eppoi slogan e cartelli che
non si fa a tempo a leggere,
perché l'onda spinge e in
qualche modo ti muovi,
anche se non sembra. Case,
chiese e palazzi romani ti
paiono immobili, perché le
strade della capitale non
sono abbastanza per quell'invasione di rabbia sorridente
e beffarda.
Il 30 ottobre, giorno della
manifestazione nazionale
della scuola, è stato questo e
molto altro. E' stato uno sciopero immane per la storia del
nostro sistema formativo,
con l'astensione di due lavoratori su tre: numeri che il
ministero si è guardato bene
dal rendere pubblici. Ma chi
quel giorno ha attraversato le
piazze dell'Italia che non
vuole cedere al cinismo
disilluso, non necessita di
cifre per raccontare la speranza. Chi ha osservato i più
giovani irridere con la perspicacia dell'ironia le menzogne del ministro Gelmini, sa
che si sta facendo faticosamente strada una nuova
generazione di persone capaci di scavare al di sotto delle
apparenze mediatiche.
Berlusconi confida ancora di
poter dispensare falsità,
facendo leva su un sistema
informativo che asseconda
ogni suo desiderio. Ma è
sempre più difficile controllare le notizie, che sfuggono
e si propagano democraticamente in rete, seguendo percorsi orizzontali piuttosto
che gerarchici.
P
sente. Poi chiuderò il registro e ancora una volta
comincerò a raccontare loro
il Passato e ad immaginare –
insieme a loro – che colore
avrà il Futuro.
Andrea Disint
http://unapozzanghera.
splinder.com
Le
menzogne Si svelano
allora
gli
del
inganni
di
un
governo
primo ministro che, con agghiacciante
sfrontatezza, si affaccia alle
televisioni per negare che nei
prossimi anni vi saranno dei
tagli al sistema dell'istruzione. Eppure ragazzi, insegnanti e genitori hanno potuto prendere visione della
Legge finanziaria (Legge
133), già approvata alla
Camera e attualmente al
vaglio del Senato, che prevede al comma 6 dell'articolo
64 un risparmio di circa 8
milioni di euro nei prossimi
tre anni. Il premier continua
ostinatamente a diffondere
falsità: dovremmo preoccuparci in primo luogo del
grave danno inferto alla formazione morale ed etica di
ragazzi che sanno riconoscere l'inganno e che sono tuttavia costretti a sopportare lo
spettacolo di una classe dirigente spudorata.
Il ministro Gelmini ha criticato le condizioni del sistema formativo italiano, che
pone la preparazione dei
nostri studenti agli ultimi
posti nelle classifiche europee. Il ritratto di una situazione patologica ed emergenziale che non riconosceva distinzioni e meriti,
diventato senso comune grazie all'utilizzo di ogni canale
mediatico, era propedeutico
agli interventi radicali che,
secondo il ministro, sarebbero la soluzione ai mali di cui
soffre la scuola italiana.
Ecco allora, secondo lo
"Schema di piano programmatico del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e
della Ricerca" che si delinea
la cura per le lacune dimostrate dai nostri giovani nella
conoscenza delle lingue e
della matematica: nella premessa del documento si anticipa il progetto di un incremento del rapporto alunnidocenti, mentre nelle
SCUOLA&GIOVANI
3
difficile, faticosa, entusiasmante
scuola pubblica
pagine successive si parla di
"essenzializzazione"
dei
carichi orari di lezione.
Significa che, secondo il
ministro, i giovani imparerebbero meglio e di più in
classi più affollate e con
meno ore di lezione!
Nello stesso testo, al paragrafo intitolato "Intervento e
razionalizzazione dei piani
di studio", si entra nel merito
dell'organizzazione di ogni
ordine di scuola. Per la scuola primaria si arriva a scrivere che le 24 ore settimanali
(orario solo mattutino), con
l'insegnante unico, sarebbero
più funzionali "all'innalzamento degli obiettivi di
apprendimento": chi in questi anni ha usufruito del
tempo pieno, di 40 ore settimanali, potrebbe dunque
aver danneggiato il proprio
figliolo, che avrebbe imparato molto di più stando meno
a scuola!
Anche nella scuola secondaria di secondo grado in questi anni, secondo il governo,
si sarebbe perso tempo. Inutili i corsi sperimentali dei
licei, che fino a quest'anno
prevedevano 32 ore di lezione se non di più: dal prossimo anno tutto si svolgerà in
30 ore settimanali, sempre
con l'obiettivo di istruire
meglio i pargoli! Invece
negli istituti tecnici e professionali, dove attualmente si
frequentano 36 ore di lezione a settimana, si assisterà a
una riduzione a 32 ore settimanali, perché quelle quattro
ore risultano evidentemente
dannose per la cultura e la
preparazione degli allievi!
Il
bisogno
di
reagire
Purtroppo il
sarcasmo,
indispensabile sfogo per
la rabbia di molti, non aiuta a
superare la dura realtà delle
cose. I tagli a cui si è fatto
riferimento impoveriranno
l'offerta formativa di molte
scuole, che dovranno rinunciare a sperimentazioni
importanti e a progetti. Si
assisterà inevitabilmente a
una riduzione dei corsi nelle
scuole superiori (si può citare a titolo esemplificativo la
più che probabile scomparsa
del liceo tecnologico del
Magrini di Gemona, così
come la prevedibile soppressione dei corsi Erica e Mercurio al Marchetti). Da parte
del ministero si tenta di rassicurare l'opinione pubblica
affermando che le scuole
manterranno comunque un
margine di autonomia nei
propri programmi, che permetterà di mantenere in vita
le sperimentazioni: ci si
dimentica però troppo spesso di specificare che tali sperimentazioni
dovrebbero
essere supportate dall'appoggio di sponsor privati, che
ogni scuola dovrebbe essere
in grado di reperire e che,
inevitabilmente, porrebbero
una interessata ipoteca sulla
libertà e sulla gratuità dell'istruzione pubblica. Risulta
difficile immaginare che
industrie e banche siano
pronte a finanziare l'istruzione senza chiedere nulla in
cambio.
Il governo Berlusconi dispone in parlamento di una
maggioranza tanto vasta da
indurre al fatalismo, ma la
stanca passività che si
comincia a respirare non è
giustificata, prima di tutto
per l'importanza della posta
in gioco, ovvero il futuro
delle giovani generazioni e
di un intero paese, che non
può certo illudersi di competere sullo scenario economico internazionale risparmiando su conoscenza e formazione. Va inoltre considerato come le manifestazioni
di queste settimane abbiano
ottenuto alcuni piccoli risultati che dovrebbero indurre a
continuare la lotta: va ricordata ad esempio la sospensi-
va per un anno sulla soppressione delle piccole scuole periferiche, ottenuta grazie all'impegno degli enti
locali che hanno fatto valere
le loro competenze in materia di organizzazione della
rete scolastica. Certo si tratta
di piccole conquiste, per il
mantenimento delle quali è
indispensabile che l'opinione
pubblica, contrariamente a
quanto si augura il governo,
non si distragga.
A regalare fiducia e entusiasmo sono proprio i ragazzi
che più si sono impegnati in
queste settimane, dimostrando in molti casi una maturità
sconcertante: informandosi,
organizzando incontri, partecipando a dibattiti e manifestazioni. Lottando per il loro
diritto alla conoscenza. Non
è possibile immaginare nulla
di più deliziosamente anacronistico.
Alberto Barel
“Riprendiamoci gli spazi”
A margine dell’incontro di Sabina Guzzanti a Udine
ono uno studente all’Università di Udine,
e per caso ero presente all’incontro con
Sabina Guzzanti di mercoledì 26. Premetto
che non sapevo nemmeno chi fosse Sabina, e
quel pomeriggio mi ha permesso di scoprire
una persona intelligente che ringrazio di
cuore per tutte le questioni sollevate.
Mi sento profondamente offeso e dispiaciuto
per quanto sia stata traviata l’informazione
relativa all’incontro. In tre giorni non è uscito un solo articolo, né una lettera alla redazione, sui contenuti della conferenza, dando
assurda importanza a un fatto studiato appositamente per far parlare di sé (chi studia
sociologia conosce molto bene le reazioni
delle gente a certe azioni). Aldilà del motivo,
più o meno legittimo, che ha spinto il professore a comportarsi così scorrettamente,
suscitando altrettante scorrette reazioni, mi
pare il caso di riportare almeno alcuni argomenti, ciò che mi ha più colpito.
Dopo la prima parte di satira, forse sterile ma
divertente, la Guzzanti ha analizzato in
modo consapevole e lucido la situazione italiana sotto vari aspetti, mi spiace non poter
citare tutti gli argomenti per questioni di spazio. Alla domanda di una studentessa “ma
S
noi cosa possiamo fare? alla maggior parte
della gente non interessa niente”, l’immediata risposta: nessun diritto civile è mai stato
conquistato grazie a un’improvvisa presa di
coscienza da parte di tutta la popolazione,
ma grazie agli sforzi di una minoranza attenta e attiva, che informando, parlando, convincendo gli altri con argomenti sensati ha
ottenuto i diritti per tutti, di cui noi godiamo
e che ci vogliono togliere di nuovo (istruzione, lavoro, sanità...). Perciò non ha senso
sperare che da un giorno all’altro la televisione diventi “buona”, o i politici rinuncino
ai privilegi. Noi giovani dobbiamo organizzarci creando nuove forme di partecipazione, supportare le nuove idee che circolano
(consumo critico, spegnere le tv ecc), dobbiamo riprenderci gli spazi democratici
che ormai partiti e politici non sono più in
grado di garantirci.
Chiedo a tutti quelli che erano presenti, che
hanno filmato e ascoltato, di pubblicare dappertutto quel che è stato detto mercoledì in
aula magna. E che quelle parole producano
frutti.
Francesco Patat “kerotoo”
[email protected]
4
ENERGIA
Efficienza energetica al palo
Un inaspettato “regalo” di Natale: il decreto Tremonti toglie importanti incentivi
olti gemonesi hanno
investito, nella riqualificazione delle loro abitazioni e nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Questa decisione ha molti vantaggi positivi: ridurre il
costo delle bollette e l’impatto ambientale provocato
dall’uso dei combustibili
fossili, migliorare la qualità
“dell’abitare” e il valore dell’immobile.
Gli interventi sono stati
diversi: un nuovo cappotto e
nuovi serramenti per migliorare l’isolamento, la sostituzione delle vecchie caldaie,
l’installazione delle pompe
di calore per climatizzare o
di pannelli per produrre
acqua calda o elettricità.
Molte di queste azioni sono
state promosse e incentivate
da una norma voluta dall’allora Ministro Bersani che
garantiva un recupero del
55% dell’investimento in 3
anni, mediante le detrazioni
sull’IRPEF.
Quest’anno sono state presentate in Comune una tren-
M
tina di progetti di ristrutturazione edilizia e sono stati
installati decine di pannelli
solari termici sui tetti delle
nostre abitazioni. Non solo
le famiglie ma anche l’ATER, ad esempio, proprietario delle case popolari di
Godo sta intervenendo, coibentando gli edifici. Questo
ha prodotto, anche a livello
locale, economia e lavoro
senza degradare l’ambiente,
anzi migliorandolo, e senza
occupare nuovo suolo agricolo ormai ridotto al lumicino dopo le dissennate politiche di espansione urbanistica e crescita edilizia.
Per le casse dello stato si
stimano in 0,5 miliardi di
euro le maggiori entrate derivanti dall’emersione del
lavoro nero e dall’incremento dell’Iva; una cifra cioè
dello stesso ordine di grandezza dei maggiori incentivi
per l’efficienza energetica.
Insomma una operazione che
vede tutti vincitori: i proprietari, le imprese e l’ambiente. E senza aggravio di
Elezions comunâls
Pense_ Dipo, Maravee, l’an cu ven, no
sono lis elezions?
Maravee_ … lassin pierdi, va.
P._ Ese vere che a son simpri chei, nissune mûse
gnove?
M._ Lassin pierdi.
P._ Ma se i vin: il sindic, la vice e l’ex regionâl duçj
dal PD …cemût êse che chei dal PD a sielgin un
altri?
M._ Lasse staa ...
P._ Ma esal vêr che il sindic al va bessôl, la vice no
si sa, e l’ex regionâl al va di un’altre bande e cui sa
che, sot sot, nol stei preparant la strade a qualchi d’un
âtri poiât di man drete?
M._ Lassin pierdi!
P._ E … di chê altre bande? Alc di miôr? Chei c’a
vevin di ribaltâ Glemone dulà sono? Spetino, come al
solit, di viodi là c’a bute?
M._ No tu capissis nuie. Ti dîs di lassâ il mont cuiet!
P._ Po ben, i lassin stâ, veh.
spesa pubblica.
Così sembra, ma
da oggi non siamo
piu’ certi che sarà
ancora così.
Il Governo, con il
decreto
legge
185/2008 approvato venerdì 28
novembre, ha previsto che l’accesso
agli
incentivi
risulti, nel futuro,
più complicato (ne
sentivamo la mancanza) ma, soprattutto, ha posto dei tetti massimi di spesa annui. Il decreto prevedeva la retroattività
degli effetti. In questo caso
solo un terzo o un quarto (a
seconda della base di calcolo) degli aventi diritto aveva
accesso alla detrazione del
55% nel 2009. Infatti il
fondo disponibile per il 2008
non basta nemmeno a coprire le domande di detrazione
fatte nel solo Alto Adige.
Il Governo ha poi fatto parziale dietrofront. Il Ministro
dell’Economia Giulio Tremonti ha infatti annunciato
nel corso di un’audizione
alla Camera che dall’esame
parlamentare verrà eliminata la “retroattività” introdotta dalla norma. I tetti
invece non intende modificarli. La cosa rimane gravissima per diversi ed evidenti motivi: si cambiano le
regole in corsa, si deprime
uno dei pochi settori economici in crescita e strategici
per il futuro. E non si capisce
perché. D’altra parte, però,
questo decreto conferma le
politiche di retroguardia
che l’Italia sta facendo in
Europa sulla lotta ai cambiamenti climatici e le alleanze
che sta stringendo con paesi
non certo all’avanguardia in
questo campo: la Polonia e i
Paesi baltici di nuovo ingresso, forse la Romania; una
sorta di patto di Varsavia
per ritardare l’innovazione in
questo settore rimasto al palo
per decenni e controllato
dalla lobby dei petrolieri e da
politici accondiscendenti.
Questa non è una lettura
politica pregiudizievole e
capziosa. La Francia, con
un governo di centro-destra
guidato da Sarkozy, la Germania capitanata dalla
“moderata Merkel”, spingono sull’acceleratore dell’innovazione energetica e le
fonti rinnovabili. I risultati
si vedono anche sul versante
occupazionale: in Germania
si sono creati 250.00 nuovi
posti di lavoro nel settore
delle energie rinnovabili con
un evidente paradosso: quel
Paese risulta molto “piu’
solare” (installazione di
pannelli solari per la produzione di acqua calda ed elettricità) dell’Italia patria di
“O sole mio”.
Confidiamo pertanto che
tutte le forze politiche in Parlamento si impegnino a
ripristinare la normativa precedente.
Auspichiamo che su questi
temi e più in generale sui
rapporti tra ambiente, energia, economia e uso del territorio ci sia un confronto
serrato anche tra i prossimi
candidati a Sindaco di
Gemona. Le Amministrazioni locali e i cittadini possono
dare un contributo importante per rendere la società più
sostenibile, ovvero per
attrezzarla meglio e più in
fretta ad affrontare le grandi
sfide del futuro.
Sandro Cargnelutti
5
EVENTI
Mercoledì 5 novembre 2008
Coincidenze...?
l primo pensiero al risveglio: ce l’avrà fatta?
I
Accendo la radio, mi fiondo
sul portatile, un attimo d’esitazione ... è fatta!
e c’è qualcuno lì
“S
fuori che ancora
dubita che l’America sia
un posto dove tutto è possibile; che ancora si chiede se il sogno dei nostri
padri fondatori è vivo ai
nostri tempi; che ancora
mette in dubbio il potere
della nostra democrazia:
questa notte è la vostra
risposta.”
ensieri veloci come
nuvole di temporale:
gioia, fiducia, speranza e nel
breinstorming mattutino un
volto, un’ immagine: Giorgio. Chissà come l’avrebbe
presa questa ventata di speranza che viene d’oltre oceano? Di certo non sarebbe
mancato un sagace commento ed uno sghignazzo sonoro; sicuramente avrebbe sorriso nel vedere che la dura
pianta sa metter foglie anche
a Novembre, che le passioni
P
civili e i grandi ideali muovono ancora il mondo.
n veloce caffè e via in
ufficio.
Una riunione di lavoro ed
una collega che ricorda: oggi
è un anno che Giorgio Ferigo
non è più tra noi!
Non sono forte con le date, i
numeri, gli anniversari ma
questa mattina so di aver
visto il sorriso sornione di
Giorgio incrociare quello di
un giovane afroamericano
U
INTERVENTI
OGM, contro la fame o solo profitto?
crivo in risposta all’articolo da voi pubblicato su un numero recente e riguardante gli
S
Organismi geneticamente modificati, ormai
60 agns
Articul 1
Ducj i oms a nassin
libars e compagns come
dignitât e derits.
A an sintiment e cussience e bisugne che si tratin
un culaltri come fradis.
Declarazion Universâl
dai Derits dal Om
Fate buine e proclamade de
Samblee gjenerâl des
Nazions Unidis ai 10 di
Decembar dal 1948.
(La Patrie dal Friûl, n. 1112, 1998 - www.friul.net)
che ha già cominciato a cambiare il mondo.
Sandro Venturini
noti come OGM. In merito a tali questioni mi
chiedo: quali possono essere i rischi per la
salute di noi consumatori? Quali danni potrebbero essere provocati alla flora e alla fauna?
Cosa potrebbe svilupparsi da questi geni non
in equilibrio con la natura?
Io mi ricordo di quando, alcuni anni fa, si diffusero le cosiddette colture intensive, che usavano quintali di concimi e fertilizzanti chimici: si diceva che tali produzioni avrebbero aiutato a risolvere la fame nel mondo. I risultati
allora furono catastrofici a livello ambientale:
impoverimento dei terreni, insorgenza di
nuove malattie, aumento della fame nel
mondo. Tutto ciò ha dimostrato e dimostra il
fallimento di quel tipo di coltura, che era prettamente finalizzata al profitto.
Ora, anziché investire sulle colture di tipo biologico e biodinamico, che utilizzano i classici
concimi organici, il "sistema" ha pensato di
inventarsi gli OGM. Qual è la vera funzione di
questo tipo di coltura? Molto semplice: seminare per 100 e raccogliere per 200, senza alcun
rischio di perdere la benché minima produzione. Infatti le sementi e le piante non corrono
alcun rischio di tipo climatico. Queste colture
sono immuni da qualsiasi attacco parassitario, e
chi gestisce questo mercato e investe in questo
settore ha un utile più che raddoppiato senza
alcun rischio. Questo è un esempio classico del
profitto che non rispetta gli esseri viventi. C'è
da augurarsi anzi che qualcuno si ammali per
causa degli OGM, affinché poi la malattia
diventi per l'ennesima volta fonte di guadagni:
stanziamenti per la ricerca, nuovi farmaci sperimentali, nuovi effetti collaterali, altri farmaci
per combattere il danno procurato dagli stessi
andranno così a formare un circolo vizioso che
durerà all'infinito. Questi sono a mio avviso i
risultati a cui porteranno gli OGM, che sono
dei geni innaturali e che avranno come risultato finale esclusivamente il profitto di pochi a
discapito di molti. Anche il professor Veronesi, che è favorevole agli OGM, ha fatto un
passo indietro e nel suo intervento pubblicato
sul Corriere della Sera in data 27/10/2008
spiega di aver abbandonato l'idea di chiamarli
Organi Geneticamente Modificati per chiamarli Organi Geneticamente Migliorati.
In conclusione, quando ricerca e sperimentazione avranno dimostrato che questi Organismi non creano alcun danno, né all'ambiente
né all'uomo, solo allora si potrà iniziare a sviluppare questo tipo di economia. Certo è che
nel nostro bel paese questo tipo di ricerche non
sono ancora iniziate.
Il nostro paese, con i suoi prodotti di qualità, è
invidiato da tutto il mondo: vini, salumi e formaggi italiani sono garanzia di genuinità. I
foraggi per l'alimentazione dei nostri animali
non provengono da colture OGM. Questa non
è solo tradizione, ma vera cultura, che si perpetua da secoli. Le api che, poverine, stanno
morendo a causa delle manipolazioni del mais,
dovrebbero insegnarci qualcosa. Questo non è
terrorismo ideologico, ma solo dati di fatto.
Perciò meditiamo tutti sulle scelte che in un
prossimo futuro saremo chiamati a fare.
Vittorio Millero
COSE PUBBLICHE
Lorenzo
la
talpa
di Lorenzo Londero “flec”
1
I chiarimenti
del C.I.P.A.F.
l Direttore responsabile
di "Pense e Maravee"
e p.c. al sign. Lorenzo Londero "Flec"
A
Oggetto : Articolo su giornale Pense e Maravee. Ottobre
2008 - Considerazioni del
C.d.A. Cipaf.
In riferimento all'articolo che
ho letto a pag. 12 dell'ultimo
numero della sua pubblicazione avente per titolo
"NUOVO DEPURATORE
CIPAF: SPERPERO DI
FONDI PUBBLICI?" ho il
dovere di fare alcuni chiarimenti, in qualità di rappresentante del Cipaf, che Lei,
non a caso, non più tardi di
due anni fa, ha scritto un articolo dove ha portato quale
esempio di Ente virtuoso.
In questo articolo, invece,
appare evidente il desiderio
di confondere il lettore e di
evidenziare esclusivamente
l'opinione del tutto personale
del dott. Taboga, ex gestore
dell'impianto di depurazione,senza minimamente tenere
in considerazione i fatti istituzionali che hanno portato il
Consorzio a fare delle precise
scelte.
Innanzi tutto tengo a precisare che il dott. Taboga è biologo e non ingegnere ed in
questo caso il distinguo non è
irrilevante per le competenze
che potrebbero eventualmente derivargli.
L'articolo mette il Consorzio
in una dimensione assolutamente negativa e a dir poco
maldicente ,ove si ipotizzano
anche danni erariali consistenti!
Ritengo necessario che prima
6
di scrivere sulla cosa pubblica,visti i risvolti che tali articoli possono generare ( per
ambo le parti interessate) è
necessaria una documentazione attenta sia sulle normative che sulle deliberazioni
che vengono approvate da un
organo quale il Consiglio di
Amministrazione o di una
Assemblea dei soci.
Perchè non vi siete documentati su quattro anni di deliberazioni fatte sia da parte della
Provincia che del Consorzio
per porre in essere un intervento ritenuto necessario da
parte dell'organo istituzionale
superiore (al punto che la
Provincia nel lontano 2004
ha diffidato l'allora presidente avv. Bottoni!)?
Appaiono a ns. avviso del
tutto "strumentali" queste
polemiche soprattutto tenendo in considerazione del
momento che stiamo vivendo
(siamo a quattro mesi delle
elezioni amministrative del
Comune di Osoppo e di
Gemona) e della componente
politica che apparentemente
sostiene questa iniziativa che
altro non rappresenta la
volontà di demolire un Consiglio di Amministrazione
che ha lavorato tanto, che ha
messo in opere tutti i finanziamenti che sono stati concessi dalla Regione.
E' forse l'efficienza che dà
fastidio? soprattutto se si
tiene conto di come è organizzato il ns. Consorzio
rispetto agli altri della Regione FVG (che dispongono
almeno del triplo dei dipendenti a servizio).
Mi sembrano fuori luogo le
proposte di istituire commissioni consiliari di indagine su
problematiche esclusivamente tecniche che nulla hanno di
politico!!!
Riteniamo che
siano maturi i tempi per una
saggia amministrazione della
cosa pubblica basata su fatti e
non su opinioni ed evitare di
alimentare polemiche maldicenti su fatti e persone fisiche ,come iniziative oneste
atte a contrastare il diffondersi del malcostume e di
mediocrità nella pubblica
amministrazione!! Di certo
non è questo il caso sig.
Lorenzo La Talpa.
Ricordiamoci che gli interventi che stiamo facendo
sono innanzi tutto la risposta
concreta alle richieste (Determine e Diffide) della Provincia di Udine e dell'Arpa volte
a tutelare al massimo sia i
posti di lavoro attuali che
futuri, per dare la possibilità
di ampliare la zona industriale avendo già pronte le infrastrutture a valle, per garantire
e proteggere ulteriormente il
territorio e l'ambiente da
eventuali inquinamenti. Queste sono le uniche motivazioni che ci hanno dato la ferma
convinzione nel portare avanti il progetto e a realizzare
concretamente le opere che
sono state fortemente contrastate da chi ora, per sua scelta nel non aver voluto partecipare ai lavori del progetto e
alla gara di affidamento di
gestione, "è ora fuori gioco".
Prima di consegnarLe quanto
da Lei richiesto volevamo
fare questi chiarimenti e
ricordiamo che il C.d.A. che
presiedo è a sua disposizione
per eventuali informazioni di
merito. Cordiali saluti.
Gemona del Friuli, 24/11/’08
Per il C.d.A. Il Presidente
arch. Vergilio Burello
Commento e domande di
Lorenzo Londero
articolo richiamato dal
Presidente del CIPAF
iniziava con il titolo: “Nuovo
depuratore CIPAF: sperpero
di fondi pubblici?” e commentava una lettera del tecnico Leandro Taboga, discussa
nel Consiglio comunale di
Gemona in data 22.09.2008.
“Il dott. Taboga è biologo e
non ingegnere”, precisa l’arch. Burello: ne prendo atto e
riconosco l’errore.
Anch’io desidero fare alcuni
chiarimenti:
a) l ’articolo non aveva l’obiettivo né “di confondere il
lettore”, né di negare l’importante ruolo svolto dal
CIPAF a sostegno delle
imprese operanti nella zona
industriale di Rivoli-Osoppo;
si proponeva, invece, di
diffondere le motivate e pubbliche preoccupazioni espresse dal tecnico L. Taboga in
merito al nuovo depuratore;
b) voglio sperare che non si
L’
voglia mettere in discussione
il diritto, costituzionalmente
garantito, di esprimere opinioni sull’utilizzo di ingenti
fondi pubblici da parte di un
Ente pubblico economico
come il CIPAF.
Con lo scopo di fornire ulteriori elementi di conoscenza
sull’argomento ai lettori,
abbiamo ritenuto opportuno
chiedere alcune delucidazioni
allo stesso L. Taboga, già
gestore dell’impianto di
depurazione consortile.
P.M. Abbiamo chiesto al
tecnico Taboga di spiegarci
brevemente il significato
della lettera che ha inviato
alle Amministrazioni di
Gemona, Buja, Osoppo e
Majano.
Taboga Innanzi tutto devo
precisare che la controversia
sulla depurazione consortile
del CIPAF è stata determinata dalla decisione del Presidente arch. Burello di dichiarare, sin dalla sua attivazione
nel 2004, non idoneo a funzionare in continuo l’impianto realizzato per il trattamento delle acque di prima pioggia e per la gestione di emergenze. Tale impianto era
stato progettato da professionisti abilitati in base a specifiche tecniche da me formulate a seguito di verifiche
sperimentali e di simulazioni
eseguite su impianti pilota.
Al suo avvio questo impianto
presentava difetti di funzionamento, dovuti al mancato
rispetto di parte delle specifiche da me formulate. Cose
che possono capitare in
buona fede! Si trattava, però,
di difetti che potevano essere
facilmente sanati con un
investimento di ca. 30 mila
Euro a fronte di un valore del
depuratore di oltre 1 milione
di Euro. Anziché sanare le
disfunzioni come da me proposto, il Presidente Burello
decise di attivare una procedura amministrativa per la
sostituzione dell’impianto,
asserendo che lo stesso era
stato disconosciuto
dalla
Provincia di Udine. Siccome
avevo la certezza che non esisteva alcun atto di disconoscimento dell’impianto
COSE PUBBLICHE
7
da parte della Provincia , ma
al contrario questo Ente
aveva riconosciuto piena funzionalità a quest’opera nel
contesto della determina n.
38, abbinata alla nuova autorizzazione allo scarico, mi
opposi con fermezza all’iniziativa intrapresa dal Presidente Burello e questo determinò una dura contrapposizione che persiste tutt’ora.
La mia ferma contrarietà a
tale iniziativa era motivata
anche dall’esistenza di una
serie di atti ufficiali firmati
dai progettisti e dai costruttori dell’impianto che certificavano, senza riserve, il perfetto funzionamento di quest’opera.
L’estate scorsa, dopo avere
“bombardato” incessantemente per quasi 4 anni il
CIPAF con richieste motivate
scritte e verbali volte a far
desistere gli Amministratori
dalla decisione di sostituire
l’impianto realizzato nel
2004, decisi di portare la controversia all’attenzione dei
Sindaci e di tutti i Consiglieri dei Comuni di Buja,
Gemona , Osoppo e Majano.
Nessun Sindaco e nessun
Consiglio comunale accolse
il mio invito a fare approfondimenti tecnici sulla vicenda
da me segnalata. Questo
nonostante io avessi fornito
documenti ufficiali a dimostrazione della fondatezza
delle mie affermazioni, circa
l’assenza di lecite giustificazioni a sostegno della decisione del Presidente Burello
di sostituire il nuovo impianto. Pertanto il significato
sincero e espressamente
dichiarato della mia lettera
era unicamente quello di prevenire un ingente e palese
sperpero di fondi pubblici e il
diffondersi di malcostume e
mediocrità nella nostra
comunità. Obiettivo che io
continuo a perseguire con
determinazione!
P.M. Il Presidente Burello
sostiene che il Consorzio sta
dando una risposta concreta alle richieste fatte dalla
Provincia con la determina
n. 38 del 29.01.2004 e ribadite con varie diffide.
Taboga La determina n. 38 è
un documento estremamente
preciso e univoco, che la
Provincia di Udine ha formulato dopo una complessa
istruttoria durata quasi 2
anni e da me seguita su incarico dell’allora Presidente del
CIPAF, avv. Luigino Bottoni.
Pertanto per capire le ragioni della controversia che mi
vede contrapposto al CIPAF
occorre esaminare il contenuto di tale determina , alla
quale il presidente del CIPAF
fa sempre riferimento nel
tentativo di giustificare e
legittimare le sue scelte progettuali.
Come chiunque può accertare consultando la determina
provinciale n. 38 (disponibile presso la redazione di
Pense e Maravee), la Provincia di Udine prescriveva al
CIPAF i seguenti interventi
di adeguamento del depuratore consortile:
- realizzazione di un sistema
di grigliatura di tutte le acque
piovane sfiorate in testa
all’impianto;
- realizzazione di un trattamento secondario (biologico);
- realizzazione di un sistema
di disinfezione da attivare
solamente in presenza di
emergenze sanitarie.
Altre due prescrizioni erano
a carico dei due grossi gruppi
industriali serviti dalla depurazione consortile:
- eliminazione delle acque di
raffreddamento dalla rete
fognaria consortile;
- trattamento interno delle
acque di dilavamento dei
piazzali. Tutto qui!
Gli interventi di adeguamento del depuratore consortile, a
carico del CIPAF, potevano
essere attuati con facilità nei
primi mesi del 2005, sulla
base delle soluzioni progettuali da me elaborate su
richiesta scritta del Presidente Bottoni e dello stesso Presidente Burello. Come si
può facilmente dedurre dai
documenti allegati a disposizione dei lettori di P.M. le
soluzioni progettuali da me
proposte prevedevano la fornitura, chiavi in mano, direttamente al CIPAF. dei macchinari necessari per l’adeguamento del depuratore alle
prescrizioni contenute nella
determina n. 38. E gli interventi potevano essere realizzati in base a una progettazione a firma dell’Ingegnere
che il CIPAF aveva in pianta
organica part-time o a firma
del progettista storico del
Consorzio. Contrariamente a
quanto afferma il Presidente
Burello, da nessun atto ufficiale risulta che la Provincia
di Udine abbia imposto al
CIPAF la sostituzione dell’impianto realizzato nel
2004.
P.M. Il progetto di adeguamento del depuratore consortile
approvato
dal
CIPAF prevede l’impiego
di 3.070.000 ( tremilioni e
settantamila Euro) erogati
dalla Regione. Perché Lei
parla di possibile “sperpero
di fondi pubblici”?
Taboga In data 22.11.2005
ricevetti in visione dai progettisti la relazione tecnica
del progetto esecutivo definitivo, sostitutivo di quello
realizzato nel 2004, approvato con atto del CdA n. 156 del
3.11.2005 e inviato alla Provincia con nota n. 1424 del
14.11.2005. Mi
accorsi
immediatamente che tale
progetto era stato redatto in
assenza delle analisi di caratterizzazione delle acque di
dilavamento dei piazzali dei
grossi gruppi industriali che
l’impianto avrebbe dovuto
trattare. Il progetto era passato al vaglio dell’ARPA e
della Provincia di Udine e
nessuno si era accorto di questa grave svista! Ma, fatto
ancor più grave, mi accorsi
che l’impiantistica definita
da tale progetto sarebbe stata
ingestibile nel contesto del
sistema di depurazione consortile del CIPAF. Segnalai
ai progettisti le sviste progettuali da me riscontrate, i
quali le giudicarono fondate
e dichiarando la loro intenzione di eliminarle. I correttivi apportati al progetto
non hanno però eliminato tali
criticità e pertanto quando
parlo di sperpero di ingenti
capitali pubblici mi riferisco
alle seguenti iniziative del
CIPAF:
a) la sostituzione del depuratore realizzato nel 2004
(costo 1,2 milioni di Euro),
nonostante si tratti di un’opera perfettamente funzionante
dopo i correttivi innovativi
da me apportai nei primi
mesi del 2008: sfido il presidente Burello a dimostrare
che questa mia affermazione
non risponde a verità e lo
invito anche a pubblicare su
P.M. l’atto con il quale la
Provincia avrebbe disconosciuto questo impianto. L’esistenza di questo atto, mai
provata da parte del CIPAF,
è stata la causa scatenante
dell’ aspra
controversia “
Taboga Vs.Presidente del
CIPAF arch Burello”, che
dura ormai da quattro anni.
Invito inoltre il Presidente
Burello a pubblicare su PM
la diffida con la quale la Provincia dichiarava l’intenzione di sequestrare il depuratore consortile qualora il
CIPAF non avesse realizzato
quelle opere che io ho dimostrato senza possibilità di
smentita essere non conformi
a quanto prescritto dalla
determina n. 38 e non idonee
a funzionare nel contesto del
sistema di depurazione consortile.
b) l’impegno di spesa di ben
3.070.000
Euro quando,
invece, l’adeguamento del
depuratore alle prescrizioni
contenute nella determina
provinciale n. 38/2004 poteva essere eseguito con non
più di 200.000 Euro sulla
base delle soluzioni progettuali da me elaborate su
richiesta dello stesso CIPAF.
Tali interventi erano stati
addirittura concordati con
la Provincia di Udine in
occasione di un incontro
tenuto nell’ufficio del Presidente Strassoldo il 9.07.2004,
al quale erano presenti anche
lo stesso arch.. Burello e il
suo attuale Vice A. Piuzzi, al
tempo entrambi esponenti
del CdA del CIPAF.
In virtù di quanto sopra esposto, che nessuno è stato in
grado di smentire, ritengo di
avere dimostrato al CIPAF e
alla collettività di possedere
competenze tecniche che non
derivano dal titolo di ingegnere che P.M. mi ha erro-
(continua a pag. seguente
8
STORIA&TERRITORIO
I segni della guerra
Strumenti per la promozione della pace?
osa possono dire quelle
strane costruzioni, fatte
da sassi impilati, lungo la
strada che va a Sant’Agnese, quasi sempre nascosti
nel folto della vegetazione
eppure così problematici?
Dicono siano degli sbarramenti anticarro costruiti tra
il 1944 e il 1945. E pensare
che proprio su quella strada
si sono inerpicati, all’inizio
di maggio del ‘45, i carri
armati inglesi, per andare a
cannoneggiare le postazioni
tedesche sul Cjamparis...
Quello della guerra a Gemona e nel Gemonese è un
argomento che ha visto presentare, soprattutto recentemente, numerosi contributi,
editoriali ed audiovisivi, ma
che, proprio per questo, può
offrire ancora spazi di indagine.
Come scrisse prè Pieri
Piçul, il complesso di lavori
C
attuato per finalità di difesa
militare dalla Todt fra il ‘44
e il ‘45 attorno a Gemona fu
veramente notevole: “In
Cjamparis, sul Cumieli, sul
cuel di Dorondon a’ vevin
dut ben finît: busis, postazions, trinceis, fossalons,
galariis, magasens, dut in
ordin. Il Cumieli al ere tant
sbusât ch’al sameave un
colepaste. Sante Gnês ‘e
jere difindude ancje di dôs
filis di piramidis...” (I
Cosacs in Friul, p. 45) e
sono ancora numerosi i
gemonesi che, nelle imprese
della Todt, vi hanno prestato
direttamente impegno e fatica.
Ora tutto quel “patrimonio
murario”, fatto di gallerie,
di trincee, di camminamenti, di bunker è lì, che attende
di essere conosciuto, catalogato, salvaguardato (spesso
risulta “attirare” il materiale
Bunker sul Monte Cumieli
di discarica). Su di esso parti d’Italia per manufatti
sarebbe interessante nasces- similari.
se un “concorso di idee” per Gallerie e bunker son là, a
un percorso capace di indi- ricordar la guerra. E’ il caso
care modalità di salvaguar- di farli diventare strumenti
dia e proposte di recupero, per la promozione della
come si sta attuando in tante pace?
Su tutte queste tematiche è
anche aperto su Internet un
blog (http://blog.ialweb.it/
gemonese45) per mettere in
collegamento tutti quanti
sono interessati a queste
tematiche e offrire uno spazio di ricerca, discussione e
dibattito sulle vicende della
seconda guerra mondiale a
Gemona e nel Gemonese.
Sarebbe interessante se, sul
Blog o su questo periodico,
giungessero contributi di
discussione sul tema.
Pieri Stefanutti
Sbarramenti anticarro sulla
strada per Sant’Agnese
(segue da pag. precedente)
neamente attribuito, come
ipotizza il Presidente Burello, ma che sono frutto di un
impegno
estenuante
e
costante nella mia formazione tecnico-scientifica. Impegno che mi richiede tanti
sacrifici, ma che mi ripaga
quotidianamente in occasione di grandi sfide professionali, come nel caso della
vertenza CIPAF, dove sono
stato in grado di dare una
lezione di vita a certi nostri
Amministratori e ai luminari
di loro fiducia.
Ho lavorato allo sviluppo del
sistema di depurazione consortile ininterrottamente per
oltre 20 anni con il pieno
supporto degli industriali
della zona e di tutti i dirigenti che si sono succeduti al
CIPAF prima della Presiden-
za dell’arch. Burello iniziata
nell’ autunno del 2004. Di
questo mio impegno molti
lettori di P.M. sono sicuramente a conoscenza.
Grazie al mio lavoro il
CIPAF dispone oggi di un
sistema di depurazione consortile riconosciuto pubblicamente come esemplare in
ambito regionale, realizzato
con investimenti pubblici
modesti e caratterizzato da
una elevata affidabilità a
fronte di costi di gestione
bassissimi.
E gli industriali della zona
possono andare fieri di non
avere mai subìto sequestri o
sanzioni civili e/o penali a
causa di violazioni delle
norme a tutela delle acque
dall’inquinamento, nonostante il rilevante impatto
ambientale che avevano un
tempo le loro attività.
9
METEOROLOGIA
Neve a novembre: quasi una rarità
riuli imbiancato dai
monti alla Bassa pianura.
F
In novembre succede raramente. O meglio è capitato
davvero poche volte negli
ultimi trent'anni di assistere
a precipitazioni nevose di
28
una
certa
consistenza.
Insomma, come confermano
gli esperti dell'Arpa Fvg
Osmer Osservatorio meteo
regionale, episodi come
quelli verificatisi ieri sono
rari, ma non eccezionali
anche se, va sottolineato, la
nevicata è di quelle che passerà agli annali. Tesi questa
avvalorata dai dati storici
che prendono come punto di
riferimento il capoluogo
friulano. Di nevicate consi-
Temperature minime e massime
Media climatica temperature '77-'06
Piogge giornaliere
T. C°
23
180
P. mm
160
140
18
120
13
100
80
8
60
3
40
-2
20
-7
0
1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30
Ottobre 2008
Novembre 2008
stenti a novembre va ricordata quella del 1 novembre
del 1980. Udine e gran parte
della pianura furono imbiancate da alcuni centimetri
come accaduto anche ieri.
Un'altra nevicata "storica" si
è verificata con due spruzzate tra il 19 e il 21 novembre
del 1999. Ci furono altri episodi che non sono stati poi
"catalogati" perché probabilmente la neve non aveva
attecchito al suolo.
Dal Messaggero Veneto del
25/11/2008.
Il giorno prima della nevicata
la temperatura minima è stata
di -6,1°, ben 8,5° sotto la
media.
Un grazie ad Andrea Venturini
e Massimo Marchetti per la
collaborazione.
UN GIOVANE GEMONESE NEL CAMPIONATO DI CALCIO DI SERIE A
Simone Padoin Fans Club
l calcio, si sa, in Italia è lo
sport nazionale, sport che
raccoglie ogni domenica
migliaia di appassionati negli
stadi e nei piccoli campi di
paese … e c’è anche chi di
calcio non s’interessa o lo
segue marginalmente, ma
anche queste persone dovrebbero sapere che attualmente vi
è un solo ed unico calciatore
friulano in Serie A e che questo solo e unico giocatore friulano risponde al nome del
gemonese Simone Padoin.
Simone, il cui cognome tradisce origini venete, nasce quindi a Gemona il 18 marzo 1984
da papà Giandomenico e
mamma Daniela Cella.
Fin da piccolo Simone è dedito allo sport e vince da campione, tant’è che Gjigji, autista dello scuolabus, ricorda
che: “… cuant c’al lave as
elementârs, al vignive a scue-
I
le cun lis copis, c’al vinceve
as garis di sci par mostralis
as maestris e ai siei compagns
di classe”. Tira i suoi primi
calci tra le fila della Gemonese, nella quale ben presto si
distingue per le innate qualità.
Segue una parentesi di tre stagioni (1996-1999) nella squadra Donatello di Udine (settore giovanile) e all’età di 15
anni (1999) viene chiamato a
Bergamo per iniziare così il
suo percorso nella squadra
giovanile dell’Atalanta fino
al 2003. Dal 2003 al 2007
gioca nel Vicenza in Serie B
(6 goal). L’esordio in Serie A
nella squadra maggiore dell’Atalanta, dove tuttora gioca,
avviene il 26 agosto 2007
nella partita Reggina – Atalanta 1 - 1. Ha all’attivo anche
nove presenze nella Nazionale Italiana Under 21.
A sostegno di questo “nostro”
CARTOLIBRERIA COCCINELLA
Cartolibreria Coccinella sas
di Marina Lepore & C.
Via Dante Alighieri 213
Gemona del Friuli
tel/fax 0432.981305
[email protected]
sportivo, l’estate scorsa, è
sorto il Fans Club Simone
Padoin, iniziativa lanciata da
Luciano Baldassi (titolare del
Bar “Da Sperando”), Gabriele Canci e Giulio Contessi.
Per volere dei promotori
prima e di Simone poi, l’intero ricavato del tesseramento,
ma anche delle varie iniziative, che si succederanno nel
tempo, sarà devoluto all’ADMO – Associazione Donatori
Midollo Osseo – Sezione
Alto Friuli: non solo un
sostegno sportivo dunque, ma
anche un sostegno alla ricerca
medica! Le tessere, realizzate
dallo studio RENDERWORKS
di Manuel Zilli, si possono
fare presso: bar Sperando in
Via Armentaressa, bar - tabacchi Al Feralut in Piazzetta
Fantoni, music bar Mai@letto
in Via Taboga (SS 13) e presso la Nuova Eliotecnica in Via
Dante. Verrà consegnato in
omaggio anche un simpatico
cappellino.
Per ora il Fans Club non si è
ancora costituito in associazione: tutto dipenderà dalla
risposta a questa iniziativa da
parte dei sostenitori, ma credo
che sia già stata raggiunta la
quota 100 tesserati! Segno che
Gemona e i gemonesi credono
nei giovani! In effetti, anche
l’Amministrazione comunale,
nella persona dell’Assessore
allo Sport Davis Goi, ha
appoggiato questa proposta.
Lunedì 22 dicembre si è tenuta una cena degli associati
presso la sede dell’Associazione Socioculturale Taboga
13 (in collaborazione con
iL’A.S.E.R.) con naturalmente Simone Padoin quale ospite
d’onore alla serata, che ha
potuto così conoscere e
abbracciare i suoi numerosi
fans. L’8 marzo 2009 è prevista la trasferta a S. Siro (MI)
per la partita Milan – Atalanta
con l’esposizione di uno striscione del Fans Club. Infine, è
stato realizzato il blog simonepadoinfanclub.it .
Chissà che un giorno Simone
non possa portare il nome di
Gemona ai Mondiali! Incrociamo le dita!
Maria Copetti
EVENTI
10
pagina a cura di Maria Copetti
Autunno, tempo di vendemmie, castagne...
1814 – 1901 – Pittore di storia e di sacro (Forum Editrirazioni orali, dalle fiabe alle ce), pregiata monografia sulprime testimonianze scritte l’artista osoppano. Autrice
per giungere ad internet, ma del volume è Martina Visenla verità storica non è stata, tin, mentre coordinatrice del
non è e non sarà mai obietti- progetto è Franca Merluzzi.
va al 100%, perché scritta da Domenico Fabris operò
persone, ognuna con un pro- anche a Gemona: sue erano
prio percorso, ognuna con infatti le decorazioni, con
una propria … storia;
allegorie del Risorgimento
molte sono le iniziative italiano, del soffitto del cineculturali proposte dall’Asso- ma teatro Sociale fino al 6
ciazione Centro Studi Acca- maggio 1976; la decorazione
demia. Il 25 ottobre, presso a fresco della Cappella della
l’ex- chiesa di San Michele, Vergine in duomo, realizzata
la prof.ssa Maria Carminati nel 1854, di cui è rimasto solo
ha presentato il libro Figlio un lacerto raffigurante due
del secolo (Kappa Vu – angeli, era visibile fino al
Udine 2008) di Tito Maniac- rifacimento del 1920 ad opera
co: la Seconda Guerra Mon- di Giuseppe Barazzutti. Dal
diale vista con gli occhi di un soffitto della Cappella furono
staccati quattro medaglioni
bambino.
Il 29 novembre, presso gli con altrettanti Dottori della
stessi locali, l’iniziativa Chiesa, poi sistemati nella
Incontro con l’autore ha Chiesa di Santa Maria di
avuto per protagonista Licio Fossale, il cui soffitto, andato
Damiani con il libro Arcipe- perso nel ’76, fu anch’esso
lago della memoria (La opera di Domenico Fabris
Nuova Base Editrice – Udine (1856) e raffigurava Papa Pio
2007). Narrando ricordi e IX nell’atto di definire il
dell’Immacolata
racconti, l’autore rivive la Dogma
sua infanzia nell’isola di Lus- Concezione. Fabris si distinse
sino, prima che la grande sto- tra l’altro per il particolare
ria scrivesse le tristi pagine uso del verde, del bianco e
dell’esodo delle popolazioni del rosso, dovuto al suo forte
italiane dall’Istria e dalla spirito patriottico;
Dalmazia.
l’8 novembre, presso il
E’ iniziata anche una serie Palazzo Botòn, si è tenuta la
d’incontri su Artisti e Maestri del ‘900 in Friuli –
… eventi
Venezia Giulia, con l’ausilio
Sabato 11 ottobre si è
di video documentari – intertenuto
a Campolessi, presso
vista realizzati dal regista
la
Chiesa
Parrocchiale di San
Luigi Ercole. Il 15 novembre
Marco
Evangelista,
il Consi è già tenuto l’incontro su
certo
di
inaugurazione
delToffolo Anzil e Carlo Ciusl’organo
Zanin.
Il
nuovissisi; a gennaio è in programma
mo organo, tecnicamente
(data da definire) quello su
descritto dal titolare della
Giorgio Celiberti e Aldo
nota ditta Zanin di Codroipo,
Colò mentre a febbraio sarà che vanta un’antica tradiziola volta di quello su Giusep- ne di organari, è stato mirape Zigaina e Lojze Spacal. bilmente suonato dal M.°
E’ l’occasione giusta per Beppino Delle Vedove.
conoscere un po’ di più e un Alcuni brani sono stati
po’ meglio gli artisti locali e accompagnati dal Coro Glele loro opere, raccontati da monensis, diretto dal M.°
loro stessi, senza i filtri di Roberto Frisano, e dai gioaltrui interpretazioni;
vani trombettisti Serena
il 25 ottobre, presso la sala Basandella e Stefano Flaiconsigliare del Comune di bani. L’organo sarà dedicato
Osoppo, è stato presentato il a Pra Bepo Marchet, in
catalogo Domenico Fabris ricordo dell’amore che pro-
… libri e non solo!
Il 26 settembre, presso la
Galleria della Cineteca, Anna
Piazza, ventitreenne di
Gemona, ha presentato il
romanzo rosa Sette e Quin–
dici
(www.lulu.com
[email protected]). Studente
alla Facoltà di Lettere dell’Università di Udine, Anna coltiva molti sogni, tra i quali
scrivere libri e il giornalismo.
Questo romanzo segna il suo
esordio;
in occasione del 70° anno
di fondazione dello studio
fotografico Di Piazza – Crapiz, in via XXVIII Aprile
presso la sede del Saloneacconciatori e Galleriaopenspace LeMonelle, il 4 ottobre è stata inaugurata la
mostra PassatoFuturo –
Uno sguardo al passato per
un passo verso il futuro (dal
4/10 al 31/12) con ritratti,
paesaggi, scorci ed eventi
della Gemona tra le due guerre. Dalla mostra è nata l’idea
di un catalogo fotografico,
edito da Le Monelle Galleria
Openspace (www.lemonelle.biz), dal titolo Foto Di
Piazza – la memoria ritrovata 1919 – 1945; si tratta di
una preziosa pubblicazione
che raccoglie parte dell’archivio fotografico, risparmiato dai terremoti del ’76, e la
storia della premiata ditta Di
Piazza – Crapiz;
il 19 ottobre, presso la sala
consigliare del Comune di
Venzone, Glesie Furlane ha
presentato il libro Indagine
sul Cristianesimo – Come si
costruisce una religione, nel
quale il popolare giornalista
Corrado Augias intervista il
venzonese Remo Cacitti,
docente di Cristianesimo
antico e di Storia della letteratura cristiana antica all’Università Statale di Milano. Il
pomeriggio precedente il
prof. Cacitti ha tenuto, presso
la sede dell’Università della
Terza Età di Gemona, una
relazione dal tema Come si
scrive la storia. E’ stato tracciato un percorso tra le fonti
della storia, dai miti alle nar-
premiazione del concorso di
poesia e narrativa, organizzato dall’Associazione S.A.C.
V. Ostermann. Numerose
sono state le opere partecipanti, provenienti da tutta
Italia e qualcuna anche dall’estero. E’ stata quindi presentata la pregevole antologia (rossografica.it - ottobre
2008) che raccoglie venti
opere scelte. Il tema del concorso? In viaggio nelle
parole /migrare. Un tema
caro ai nostri emigrati, un
tema di assoluta attualità per
molti immigrati! Infatti, i
ricordi, tanti ricordi, emergono in diverse opere, ispirate
forse dalla classica foto
ingiallita, trovata per caso in
una scatola di scarpe. Chi
sono quelle persone? Perché
decisero di partire? Qual’è la
loro storia? Le stesse domande che qualche altro autore si
pone guardando negli occhi
gli immigrati di oggi.
MIGRARE, EMIGRARE,
IMMIGRARE: dipende da
chi scrive, da chi parte, da chi
arriva. E’ sempre un partire e
un arrivare per cercare una
vita migliore, per rincorrere
un sogno, troppo spesso e
troppo presto smorzato dalle
umiliazioni, oggi come ieri,
ieri come oggi. Per info:
www.sacostermann.org
musicali!
digò nella costruzione della
chiesa di Cjamp, inaugurata
il 25 aprile 1930 e consacrata
nel 1936;
sabato 8 novembre in
duomo si è tenuta la 4^ Rassegna corale “Lait a rôsis”,
organizzata dal Coro Gruppo ANA di Gemona, diretto
da Alberto Antonelli. Ospiti
della rassegna sono stati: il
Coro ANA di Limbiate (MI),
diretto dal M.° Osvaldo Carrara, e il Coro ANA Alpini di
Trieste, diretto dal M.° Paolo
Rossi. Mai come in questa
occasione, a novant’anni
dalla fine della Prima Guerra
Mondiale, ascoltando quei
canti, il ricordo è andato a
tutti gli alpini caduti e dispersi in guerra e alle soffe-
AMBIENTE
11
Elettrosmog ed antenne
Serata informativa del Comitato spontaneo
Il 21 novembre 2008 presso
il centro “Glemonensis” il
“Comitato spontaneo contro l’elettrosmog” di Gemona, l’associazione Borc di
Plovie con il Patrocinio della
Comunità Montana del
Gemonese hanno invitato la
popolazione ad una serata
informativa
intitolata:
“Telefonini… antenne…
connessioni wireless… possono veramente nuocere
alla salute?”. I relatori presenti alla serata sono stati il
prof. Angelo Gino Levis
(ordinario di mutagenesi
ambientale presso l’università di Padova e vice presidente A.P.P.L.E. (Associazione Per la Prevenzione e la
Lotta all’Elettrosmog)) e
renze patite nelle trincee in
nome della Madre Patria;
domenica 23 novembre il
duomo di Gemona ha ospitato un evento musicale di
notevole spessore culturale: il
concerto Verdi Sacro con
estratti dal Requiem di Giuseppe Verdi (1813-1901).
Diretti dal M.° Davide Pitis
si sono esibiti i solisti Liliana
Moro, Alessia Franco, Alessandro Cortello e Alessandro
Frabotta, con i cori Zoltan
Kodaly,
Glemonensis,
Romatino, Fondazione Musicale Santa Cecilia e l’accompagnamento musicale di Giuliano Fabbro al pianoforte e
di Carlo Lizzi all’harmonium. L’esibizione è stata
strepitosa nella sua intensità
emotiva.
l’arch. Laura Masiero (presidente dell’A.P.P.L.E.).
Il primo intervento è stato
quello dell’architetto Laura
Masiero che ha informato del
suo percorso educativo nelle
scuole, del tentativo di sensibilizzare i politici sul problema delle emissioni elettromagnetiche, delle emissioni
delle antenne dei cellulari,
sui problemi causati dall’utilizzo di elettrodomestici presenti nella casa, es il phon, il
forno a microonde,… Per
terminare ha svolto una
dimostrazione sugli effetti
dell’emissione di un cellulare.
Il secondo intervento è stato
svolto del prof. Gino Levis
che ha parlato in modo più
specifico delle onde elettromagnetiche e degli effetti
che hanno sull’uomo.
Ma quali sono i comportamenti maggiormente a
rischio, per quanto riguarda
l’uso dei cellulari, sottolineati dai due relatori?
Più il cellulare viene tenuto
vicino al corpo maggiori
sono i danni perché le emissioni sono più forti e quindi
pericolose: meglio tenere il
cellulare lontano dal corpo.
L’esposizione prolungata
alle onde elettromagnetiche
aumenta il rischio di sviluppare tumori (soprattutto in
corrispondenza
dell’area
della testa).
Questo rischio aumenta sensibilmente nelle zone rurali
perché la copertura del
segnale delle SRB è limitata.
Il rischio aumenta, inoltre,
con l’uso combinato di più
tipi di cellulari.
Si stanno riscontrando danni
soprattutto in chi ha cominciato ad usare il cellulare
prima dei vent’anni.
Sia il prof. Levis che l’arch.
Masiero, inoltre, sono stati
concordi nell’evidenziare
che le normative attuali non
sono cautelative rispetto ai
danni di breve e lungo termine che si stanno profilando e
nel sottolineare un “conflitto
di interessi”cioè un insieme
di condizionamenti che tendono ad influenzare un giudizio riguardante un “interesse primario” a favore di uno
secondario; es. un aspetto
riguardante la salute (interesse primario) viene messo in
secondo piano in vista di un
guadagno economico (interesse secondario).
L’obiettivo è quindi quello di
impedire che gli interessi
secondari prevalgano su
quelli primari nel momento
in cui si prendono decisioni
professionali e/o politiche.
Jessica Bellina
PER UNA "SCUOLA DI CITTADINANZA"
Giovani, lavoro e diritti
l Comitato per la Costituzione di Gemona,
assieme all’Auser Alto Friuli e con la collaborazione del Coordinamento delle associazioni di volontariato sociale e culturale di
Gemona, nell’ambito dell’iniziativa “SCUOLA DI CITTADINANZA” promuove una
serie di incontri per appro-fondire problematiche di grande attualità e forte impatto sociale.
Della serie prevista si sono tenuti fino ad ora
due incontri sul tema “Giovani Lavoro Diritti”. Nel primo (22.10) è intervenuta la professoressa Marina Brollo, ordinario di Diritto del
Lavoro all’Università di Udine, che ha parlato
del “Difficile e tardivo incontro tra giovani
e lavoro”, ponendo al centro della sua trattazione i concetti di flessibilità, precariato e stabilità. Nel secondo (29.10) il professor Alfre-
I
Fioreria
Emidia Manzano
Via Roma, 252
tel. 0432 970692
33013 Gemona del Friuli
e-mail: [email protected]
do Contin, della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Trieste, ha trattato della “Formazione in un mondo globalizzato”, mettendo
in rilievo la fondamentale importanza di una
solida formazione culturale generale, base
della indispensabile flessibilità mentale e
punto di partenza per i diversi percorsi formativi professionalizzanti.
Il ciclo di iniziative proseguirà in gennaio
con un intervento del professor Gilberto
Seravalli, docente di Politica economica
all’Università di Parma, in cui verrà analizzata la crisi finanziaria, economica e sociale che
sta investendo molti Paesi e si concluderà con
quello dell’ ispettore del lavoro INPS dr. Rino
Feleppa che prenderà in esame sicurezza,retribuzione, stato attuale dei diritti dei lavoratori.
FOTOGRAFIA
12
Le multivisioni di Claudio Tuti
Incantevoli poesie in un caleidoscopio di emozioni e ricordi per immagini
iunto ormai alla sua
decima edizione, l’InG
contro con la Multivisione,
organizzato dal Gruppo
Fotografico
Gemonese,
continua fortunatamente a
riscuotere anno dopo anno un
successo sempre in crescendo, con una partecipazione di
pubblico che ha dell’inverosimile, visto che si tiene in
prossimità del Ferragosto,
tempo di vacanze e di svaghi.
Ma cos’è mai la multivisione? Per capirla appieno basta
solo assistere ad uno di questi
spettacoli; la scheda qui
riportata può aiutare il lettore
a scoprirne gli aspetti tecnici
e quindi il lungo e meticoloso
lavoro che richiede questo
recente uso della fotografia.
Perché, sì, si parla di fotografia e di fotografia ad alti
livelli!
Gemona deve andare fiera di
aver dato i natali ad uno tra i
più affermati autori di multivisione in ambito nazionale
ed internazionale, cullandolo
e crescendolo tra i vicoli
della sua storia. Spesso, sfogliando qualche recente pubblicazione su Gemona, sarà
capitato di soffermarsi su
qualche fotografia che portasse la sua firma; basta prendere in mano i libri Glemone
(S.F.F. 2001), Glemone torne
su di Mauro Vale (Raster
2001) e Gemona, Gemona,
Gemona di Tito Cancian (Pro
Glemona 1999). Sto parlando
di Claudio Tuti.
Claudio nasce a Gemona nel
1953 in quel glimuç di case,
l’una addossata all’altra,
presso le cosiddette Beorcjis,
quel crocicchio tra le vie San
Rocco e dei Formentini. Lì
proprio sull’angolo si trova la
sua casa, quella casa ingentilita da una meridiana e da
altre decorazioni a fresco,
realizzate dal padre di Claudio, Luigi Bruno (Gemona
1913-1997), pregevole pittore, autore tra l’altro dell’affresco del Giudizio Universale sul soffitto della ricostruita
Chiesa di San Rocco (presso
il Museo della Pieve e Tesoro
del Duomo è esposto un suo
disegno da spolvero per un
affresco raffigurante la
Madonna). E’ sicuramente
dal padre che Claudio eredita
la vena artistica.
Nei primi anni ’70 il Claudio
ventenne si accosta alla pittura; partecipa ad alcuni concorsi extempore e fa parte del
gruppo di artisti gemonesi Il
Laip, che ha sede prima presso la Casa del Pellegrino e
poi presso un locale di Piazza
del Ponte, sotto la direzione
artistica del M.° Severino
Del Fabro. Ne fanno parte
Angelo Iacovissi, Carlo Venturini, Laura Di Giusto, …
Conserva ancora un paio di
opere, miracolosamente salvate dalle macerie.
Archiviata la parentesi pittorica e sopraggiunti i catastrofici eventi sismici, Claudio,
ma come lui anche tante altre
persone, forse per paura di
perdere
definitivamente
ancora una volta ciò che della
vecchia Gemona era rimasto
e con il rammarico di non
averlo fatto prima, inizia ad
appassionarsi alla fotografia,
interesse che coltivava già,
ma ad un livello pressoché
dilettantistico o poco più.
Negli anni
dell’immediato postterremoto
si costituisce
il
Bambina
in Nabibia
Gruppo Fotografico Gemonese, al quale Claudio quasi
da subito si affianca e del
quale tuttora fa parte. Il
Gruppo gli fornisce lo stimolo e le occasioni per migliorarsi tecnicamente, per trovare ogni volta quei momenti
unici ed irripetibili da imprimere sulla carta, testimoni di
un attimo. Vince concorsi,
ma soprattutto la stima degli
altri fotografi, per la qualità,
la ricercatezza e la sensibilità
sprigionate dalle sue opere.
In famiglia si apprezza molto
la buona musica, passione
che presto conquista anche
Claudio. Per alcuni anni collabora con la compagnia Teatro Acceso di Alberto Vale: a
lui è affidata la scelta
Cos’è la multivisione?
La multivisione è una forma
di espressione artistica, che
unisce in maniera creativa due
potenti mezzi di comunicazione: la fotografia e la musica.
Lo spettatore viene coinvolto
razionalmente attraverso i
canali visivi ed uditivi, ma
anche e soprattutto emotivamente in quello che è l’universo irrazionale di ognuno. I
contenuti delle proiezioni possono riguardare ogni tipo di
tematica, senza vincoli e
senza alcun limite alla fantasia dell’autore, se non chiaramente il buon gusto e la
decenza. Si può quindi realizzare un reportage di viaggio,
documentare un evento o gli
infiniti aspetti della Natura,
creare una storia od affrontare
tematiche sociali e di attualità.
L’estrema versatilità della
multivisione, con la sua
indubbia capacità evocativa,
fa sì che essa possa interagire
anche con particolari forme di
spettacolo, creando suggestive
scenografie di concerti, eventi
teatrali o di danza.
Tre sono quindi le componenti fondamentali della multivisione:
l’immagine: la sintesi, il
carpe diem di un azione, di un
ricordo, di un’esperienza, di
un volto, di un evento …;
la musica: predispone lo spettatore ad un particolare stato
d’animo, lo accompagna durante la visione e lo trascina a vivere delle inedite sensazioni;
la genialità artistica dell’autore: crea la storia e fornisce
la traccia per un percorso di
nuove impressioni, dalle molteplici letture interpretative.
Tutto questo si traduce, in
concreto, in una proiezione
simultanea o alternata in dissolvenza di una sequenza di
immagini che, abbinate ad una
scelta musicale adeguata,
creano un’atmosfera coinvolgente ed emozionante, “incerta e misteriosa”. Generalmente la durata delle proiezioni
non supera i 12 minuti, tempo
entro il quale il livello di
attenzione del pubblico è
ancora al massimo.
FOTOGRAFIA
13
dei brani musicali e dei
suoni. Questa esperienza gli
permette di affinare quel
magico connubio tra suono e
immagine, elemento fondamentale della multivisione.
Ma la pura fotografia, la singola immagine non basta più
a Claudio, che a questo
punto, verso la fine degli anni
’90, scopre questo nuovo e
affascinante mezzo di espressione: la multivisione, la
risposta alla sua smania di
ricerca del nuovo e al suo
desiderio di creare anche
dopo lo scatto fotografico,
unendo il suo amore per la
fotografia a quello per la
musica.
Inizialmente la tecnica di
proiezione è molto complessa: comprende una serie di
proiettori per diapositive che
vengono utilizzati alternativamente o simultaneamente
(lui ne usava 4). Le possibilità creative di Claudio sono
però limitate perché non
sempre un’idea può poi essere realizzata. Ma con l’avvento del digitale, le cose
cambiano: si riesce a tradurre
in immagini tutto ciò che
prima sembrava improponibile, lasciando così libero
sfogo alla fantasia. L’ultima
più recente evoluzione di
Claudio Tuti, nella realizzazione dei suoi lavori multivisivi, è l’abbandono del formato classico di visione, cioè
il formato fotografico, a
favore di un formato panoramico (cinemascope), dove la
maggior superficie istiga
l’autore a pungolare la propria creatività. Grazie all’Associazione Italiana degli
Autori di Multivisione Artistica (A.I.D.A.M.A.) ha
l’opportunità di portare le sue
opere, il suo nome e Gemona
in tutta Italia, partecipando
ad eventi ai quali vengono
invitati autori di livello mondiale, tra cui anche stimati
professionisti del National
Geographic, occasioni per
Claudio di confronto e scambio intellettivo con i mostri
sacri di questa nuova forma
d’arte.
Claudio Tuti non è una persona che ama molto parlare di
sé. Una vita disciplinata,
quasi rigorosa, la sua, senza
mai alcun eccesso, se non la
I titoli delle opere
Nel 2000 realizza il suo primo lavoro:
Le stagioni della vita - Anche l’uomo,
come la natura, vive le sue stagioni. La
Primavera si risveglia nel vagito di un
bimbo; l’Estate esplode la sua vitalità
nella giovinezza di un adolescente;
l’Autunno dell’età adulta si prepara al
riposo dell’Inverno. Seguono:
Spaventapasseri - Gli spaventapasseri,
metafora dell’Uomo, vengono deturpati
dagli agenti atmosferici, subiscono continue contaminazioni, fino alla distruzione. L’Uomo non può sottrarsi a questo destino, di cui anzi accelera i ritmi
distruttivi con i suoi veleni e l’assurdità
delle guerre;
1976 … – Il Friuli e il suo popolo che
cadono e si rialzano, cadono di nuovo
sfiduciati, ma ancora una volta si risollevano per ricominciare a vivere, a sperare, a credere in un possibile futuro;
Mustang – Ultimo Tibet - Si tratta del
primo diario di viaggio multivisivo di
Claudio;
Venezia – Un giorno di carnevale - E’
il racconto di una giornata di Carnevale
a Venezia, vissuta attraverso gli occhi di
una maschera: dall’alba al tramonto,
dalla quiete del mattino al crescente
brusio della città, che si anima per la
sua passione per la fotogra- molti sono i progetti per i
fia, l’unica chiave che apre la quali sta pensando la giusta
porta del suo cuore, spalan- forma espressiva, e finché in
cando le braccia ai ricordi, Via S. Rocco si vedrà accesa
alle emozioni, alle paure, ai fino a notte fonda la luce di
sogni, agli ideali. I suoi “qua- quell’abbaino, si può stare
dri” multivisivi parlano per certi che ci sarà ancora l’oclui, “tratto della vita, dell’a- casione di emozionarsi veramore e della giustizia: i temi mente in un vortice di sentidei poeti” e proprio di poesia menti.
Maria Copetti
dell’immagine si tratta.
Recentemente la FIAF
(Federazione Italiana
Associazioni Fotografiche) gli ha conferito
l’Onorificenza di AV –
AFI – Artista Fotografo Italiano, che
viene concessa a chi ha
dimostrato una particolare personalità sotto
il profilo artistico o di
significato con la propria produzione di
audiovisivi. La consegna avverrà a Recanati
nel maggio 2009
durante il congresso
nazionale FIAF.
La frenesia creativa di
Claudio Tuti non ha
freni “è un pensiero
fisso, che prende gran
parte della mia vita”; Duomo di Gemona: San Cristoforo
festa, fino al dolce cullare delle onde,
quando le luci di spengono;
Himba - Himba è il nome di un popolo
che vive a nord della Namibia e che
conduce una vita nomade legata alla
pastorizia, percorrendo antichi tracciati.
Un popolo che ha saputo mantenere
intatte arcaiche tradizioni, riti ancestrali
e credenze religiose, il cui futuro è
molto incerto;
Un deserto che vive - Il deserto del
Namib, dove straordinariamente la
natura riesce a vivere, sempre al limite
della sopravvivenza;
Un piccolo valzer - Uno sguardo in
quel meraviglioso mondo che troviamo
nei prati, popolato da fiori e insetti
comunissimi, ma che fanno parte di una
realtà per molti ancora sconosciuta.
Un’armonia di forme, colori e suoni che
s’intrecciano nel ritmo trascinante di un
famoso valzer;
Viaggio a Timbuktu - Un viaggio
lungo il fiume Niger per raggiungere la
mitica e misteriosa città di Timbuktu. Si
incontrano popoli la cui vita dipende
dall’acqua e dai ritmi delle sue piene,
una vita tuttora regolata dal ritmo della
Natura, in perfetta simbiosi con l’ambiente;
Dogon – Il popolo delle stelle - Nel
Mali vive la tribù dei Dogon, un popolo
considerato misterioso. A renderli
oggetto d’interesse di molti studiosi è la
loro precisa conoscenza di certe teorie
astronomiche, che gli scienziati hanno
iniziato a studiare dalla seconda metà
dell’’800. Ma i graffiti di chissà quale
era dimostrano innegabilmente tali
conoscenze. Ma come potevano sapere
tutto questo?;
Il lunedì di Djennè – E’ l’alba e piano
piano, dopo la preghiera del muezzin, la
città di Djennè comincia ad animarsi di
persone, di colori, di sapori, di profumi.
Il mercato si anima, il vociare è quasi
assordante. Il sole cala dietro ai minareti: è tempo di rientrare;
La vita in un film – Marisa Dreosto
Nardini di Pagnacco, nella lettera pubblicata sul Messaggero Veneto il
7/10/2008, ha espresso nel modo
migliore ciò che anch’io ho provato
guardando questo lavoro. Eccone un
estratto: “… Intima, tenera e drammatica è la storia fotografica di un uomo
che in riva al mare, su uno scoglio,
trova una bobina e quando si accinge
a proiettarla, si accorge che dentro c’è
la sua vita. E così si snoda una storia,
per immagine fotografica, con un
imprimatur di suoni che l’accompagna, che la rende ancor più epi-
SPORT
14
Ginnastica artistica
Ai primi posti nelle gare regionali
orse non tutti sanno che
Gemona ha una importante scuola di ginnastica artistica rivolta soprattutto agli
alunni delle scuole elementari e che, gli oltre 150 allievi,
si distinguono ogni anno per i
risultati raggiunti.
Lo scopo di questa scuola,
come ricorda la relazione del
direttivo appena eletto (Presidentessa Cinzia Sangoi, componenti: Marco Candolini,
Pierluigi
Gubiani,
Dino Pugnetti, Silvia
Collini, Flavio Pasini,
Daniele Pittini, Nadia
Rossi, Maurizio Forgiarini, Giust Marco,
Aldo Sassaro) è quello di "promuovere
una ginnastica per
tutti, non selettiva,
che stimola varietà, divertimento e partecipazione creativa". L'attività motoria proposta "è di tipo poliva1° Livello Femminile
lente in forma varia e
Sara Cargnelutti
2° assoluta ludica, con la partecipaNicole Felice
3° assoluta zione attiva e cosciente
del bambino".
2° Livello Femminile
La preparazione tecnica
Sofia Minisini
2° assoluta viene sviluppata sia con
l'attività propria della
Martina Pittini
5° assoluta ginnastica artistica, sia
Stefania Carnelutti 11° assoluta tramite l'impiego di
attrezzature da palestra
1° Livello Maschile
(parallele, materassoni,
Raffaele Pugnetti 2° assoluto trampolino, trave, sbarra,
Nicholas Minisini 9° assoluto ecc.), sia attraverso la
preparazione ritmica e
Daniele Christ
10° assoluto musicale.
L'associazione che svolge
2° Livello Maschile
questa attività ha come
Luca Sabidussi
1° assoluto acronimo
A.S.D.G.G.
F
dermica, dove scorre la nostalgia della madre, dei primi anni (di
vita), i primi giochi, i primi amori.
Guardo intensamente il sovrapporsi
delle foto di una giovinezza recente, di
una morte prematura mai dimenticata,
dell’amore adolescenziale nel volto di
una giovane donna, dei grandi progetti e dei volti di nuovi bambini. E’ una
giostra di sentimenti lacerati improvvisamente da un suono, che irrompe
dentro e che anche per lo spettatore
diventa devastante. Appare l’immagine di un vortice nero dentro il quale
sembra precipitare e perdersi l’uomo
e, ancora, l’immagine di un fiore, piegato su sé stesso, a rappresentare una
vita spezzata, a raccontare quell’uomo, che sembra sopraffatto dagli
eventi. Ma una tenera mano infantile
rialza quel fiore, che rivive in un
corollario di fotografie del passato e
del presente; fra immagini che fermano fatti e momenti, quelli importanti,
quelli che creano memoria, quelli che
lasciano traccia. Quelli che permettono all’uomo di diventare immortale. E
in questa storia ci sono entrata dentro,
l’ho percorsa tutta con il respiro corto
(Associazione Sportiva Dilettantistica Ginnastica Gemonese) ed è attiva a Gemona da
oltre 20 anni; la sua data di
nascita, infatti, risale al 1982.
Questa associazione, in 26
anni di attività, ha avvicinato
all'attività sportiva centinaia
di giovani gemonesi ed ha
aperto altre due sedi staccate:
una a Tolmezzo ed un'altra a
Paluzza.
Gli allenatori e le allenatrici
attuali, che rispondono ai
nomi di Sara Cattarossi,
Maela Casazza e Michela
Casadio della squadra femminile e David Placerani e
Daniel Della Giustina della
squadra maschile e le insegnanti: Martina Forgiarini,
Elena Palese, Daniela Marra,
della sofferenza e il passo greve della
paura. Perché è anche la mia storia,
come forse, misurando l’intensità
degli applausi, è la storia di molti altri
… E grazie, ancora, per questa sofferenza, offerta con pudore e tenerezza,
facendo dell’arte della fotografia non
una cosa statica come può sembrare,
ma un’energia dinamica che arriva al
cuore. Ed è forse proprio per questo
patrimonio personale ed emozionale
che ci sa regalare, che l’autore de “La
vita in un film” è già storia, è già
memoria.”.
Concorsi ed eventi
Sono oltre 100 le partecipazioni a eventi multivisivi nazionali e internazionali e
circa 30 le serate personali.
Ha vinto numerosi concorsi e ricevuto
diversi riconoscimenti tra cui:
2008 - 2° Premio al 2° Concorso Nazionale Audiovisivi Trofeo Città di Cortona
(AR)
2° Premio al 1° Concorso Naz.per Diaporami Trofeo Città di S.Giovanni in
Persiceto (BO)
3° Premio al 1° Concorso Nazionale
Audiovisivi Trofeo Città di Pescara
Elena Marra, Ester Zolfo e
Alice Natali, vanno giustamente fieri del corposo scrigno di medaglie raccolte
durante l'ultimo quarto di
secolo ed in particolar modo
di quelle di quest'anno che li
ha visti sfiorare la classificazione per la partecipazione
alle gare nazionali.
I risultati raggiunti ai tornei
regionali di quest'anno sono
comunque degni di memoria.
La Ginnastica Artistica
Gemonese svolge attività
ininterrotta nel periodo scolastico; per chi vuole iscriversi
l'ufficio è aperto presso la
palestra Baldissera a Gemona
il lunedì ed il giovedì dalle 17
alle 18.30.
Gianfrancesco da Gemona
2° Premio al 4° Concorso Audiovisivi
Fotografici Città di Garda
3° Premio al 47°Festival International
de l’Image a Epinal (F)
2° Premio al 2° Circuito Nazionale
DIAF di Audiovisivi Digitali
2007 - 2° Premio alla 4° Rassegna Concorso Nazionale Diaporami a Misterbianco (CT)
Mention d’honneur da parte della Federation Internationale de l’Art Photographique al Concorso Internazionale
per Diaporami tenutosi in Francia e Belgio
2006 - 2° Premio al 1° Concorso Nazionale Diaporama a Civitavecchia (Roma)
1° Premio al 2° Concorso Nazionale
Audiovisivi Fotografici Città di Garda
3° Premio al 6° Concorso Nazionale
Diaporama Coppa DIAF a Conegliano
Veneto
2005 - Premio Speciale come miglior
autore al 7° Festival Internazionale di
Diaporama Giovanni Crespi a Legnano
(MI)
2003 - Premio Speciale del Pubblico
come miglior autore al 6° Festival Internazionale di Diaporama Giovanni Crespi a Legnano (MI)
Associazioni aderenti al Coordinamento
A.C.A.T. – Associazione dei Clubs degli Alcolisti in Trattamento, A.T.Sa.M. – Associazione Tutela Salute Mentale, AUSER
Alto Friuli, Associazione per l’autogestione dei servizi e la solidarietà, A.V.U.L.S.S. – Associazione per il Volontariato nelle
Unità Locali dei Servizi Socio-Sanitari,- Amici del Laboratorio Internazionale della Comunicazione, Amnesty International
– Gruppo Italia 143, Associazione “Un blanc e un neri”, Associazione “Bravi Ragazzi”, Associazione Buteghe dal mont
– Glemone, Associazione Culturale Friûl Adventures – Fiore, Associazione Culturale Pense e Maravee, Associazione
Musicologi, Associazione Pro Loco Pro Glemona, Associazione storico-archeologico-culturale “Valentino Ostermann”,
C.A.V. – Centro Aiuto alla Vita, C.I.D.I. – Centro territoriale d’Iniziativa Democratica degli Insegnanti della Carnia e del
Gemonese, Centro Giovanile Parrocchiale Glemonensis, Comitato per la Costituzione, Comitato per la Solidarietà di
Osoppo, Gruppo Caritas della Parrocchia di S. Maria Assunta di Gemona, Gruppo Missionario della Parrocchia di S. Maria
Assunta di Gemona, Gruppo Scout AGESCI Gemona 1, Gruppo Special – Amici si può
PAGINA DEL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI E DI VOLONTARIATO SOCIALE DI GEMONA
lingua italiana e ha lavorato per il
consolato italiano. Ha ricevuto spesso incarichi dalla Comunità Internazionale, ente che la Quadro ha criticato più volte per la sua mancanza
di contatto con la realtà e la poca
vicinanza alla gente del posto.
Bosnia Erzegovina oggi
Due volontarie testimoniano la loro esperienza nei
territori balcanici all'indomani della guerra
Due ragazze, entrambe di origini
friulane, studentesse di lingua straniera presso la stessa università,
entrambe appassionate della storia
e della cultura dei Pasi Balcanici si
incontrano per la prima volta in
Bosnia Erzegovina. Caterina Quadrio e Federica Moro sono state le
protagoniste della serata promossa
da Amnesty International in collaborazione con il Coordinamento
delle Associazioni Culturali e di
Volontariato mercoledì 3 Dicembre presso il centro parrocchiale
Salcons. L’evento si inserisce nell’ambito di una serie di iniziative
organizzate in occasione del sessantesimo anniversario della
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Ancora oggi nel mondo
infatti vi sono Paesi in cui i diritti
umani non sempre vengono rispettati. La Bosnia Erzegovina è stata a
lungo teatro di scontri interreligiosi, guerre tra etnie e genocidi che
hanno violato i principi riconosciuti dalla Dichiarazione Universale.
Quadrio e Moro, entrambe partite
come volontarie, sono testimoni
della Bosnia Erzegovina di oggi.
Caterina Quadrio, dottore di ricerca in Storia e Dottrina delle Istituzioni, ha svolto e continua a svolgere attività di ricerca sulla storia dei
Balcani ed in particolare sui crimini
internazioni commessi negli anni
della guerra. Dall’ottobre 2007 al
settembre 2008 è stata volontaria
del Servizio Civile a Mostar, dove ha
potuto approfondire i suoi studi e
conoscere la cultura che ha studiato
sui banchi di scuola. Quadrio, dopo
aver illustrato la storia della Bosnia
Erzegovina, ha presentato il quadro
attuale della società: mancano servizi, la disoccupazione dilaga, non si
coltiva assolutamente la cultura. Le
persone, ma soprattutto i giovani,
sono sfiduciate; non credono nel
futuro, se non al di fuori della loro
terra, e pensano alla pace solo come
mancanza di guerra. Quadrio, prima
di trascorrere un anno a Mostar, ha
avuto diverse esperienze come
volontaria nei paesi della ex-Jugoslavia: ha trascorso due settimane con
i bambini croati, è stata lettrice di
Federica Moro ha vissuto e operato in Bosnia Erzegovina come
volontaria del Servizio Civile Europeo dal febbraio 2004 ad ottobre
2008. E’ stata insegnante di lingua
italiana e ha cooperato con le organizzazioni CEFA (Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura) e ARCS ( ARCI cultura e sviluppo). “Vivere e lavorare in quei territori non è stato facile” – ha detto
Moro. “Le difficoltà maggiori si
incontrano nella mancanza di dialogo che è presente tra i diversi gruppi etnici che ostacolano anche il
lavoro di volontari ed operatori
della Comunità Internazionale.
Nella realizzazione di progetti, difficile poi è individuare il partner con
cui lavorare che inevitabilmente ha
una sua appartenenza etnico-religiosa. Anche il trovare uno spazio
comune, un centro di aggregazione
culturale non è impresa facile. A
Mostar tutto è doppio: – ha proseguito Moro- linee di autobus, scuole, programmi didattici diversi, festività nazionali differenti per croatocattolici e bosniaco-mussulmani. Il
quadro storico-politico della Bosnia
Erzegovina è complesso e spesso la
Comunità Internazionale ha dimostrato di tenere un comportamento
poco chiaro e corretto nei confronti delle persone”.
“La presenza delle ONG non si è
rivelata molto proficua in questo
Paese proprio perché, più che proporre progetti che risultano imposti
dall’esterno, è meglio creare legami
con le persone del posto, è meglio
che i giovani conoscano altri giovani
capaci di dargli speranza nel futuro”– ha aggiunto Quadrio. Moro ha
concluso il suo intervento dicendo
che il metodo più efficace è stare
dalla parte delle persone, a prescindere dall’appartenenza etnica o ad
una religione.
Lunari 2009
Scuelis e contis
vin passât un altri an insieme, in
compagnie di sfueis di cjarte
scrits e sudâts, di tantis cjacaris metudis jù par impensâsi di ce c’al sucêt a
Glemone e ancje di ce c’al è capitât
tancj agns indaûr. Une das robis che
nus fâs tornâ indaûr cui agns al è il
lunari; aromai a son un biel pôs di
inviers che al rive in dutis lis fameis,
5200 copis ogni volte. Ogni an o cirin
di tirâ fûr imagjinis di Glemone no
viodudis o cuasi, sperant che al plasi.
Ogni an o cirin di tirâ fûr un gnûf
argoment, une gnove viodude di Glemone.
O
hest an a son capitadis lis scuelis e
i fruts c’a lavin a scuele o in tal
asilo. Argoment di cumò. Al è sunsûr
inta scuele, inta universitât; chei c’a
lavorin e c’a studin no si intìndin cul
ministro di cumò. Il tirâ fûr fotografiis
di une volte, cui fruts in grimalut e flocut nol ûl dî che noaltris o si intendedin cun ce c’al dîs il ministro. I timps a
son cambiâts e ancje la scuele e il mont
a son lats indenant e al è impussibil
C
tornâ indaûr. Chest nol gjave un pocje
di nostalgjie par chei timps c’a semein
cussì lontans e invezit a son nome chei
di prime dal taramot, ben plui di trente
agns fa. La nostalgjie forsit a ven dai
zûcs c’a si fasevin in ta ricreazion, ducj
insieme: bandiere, bale presonere, di
platâsi, cibee. No si veve il telefonin,
no si mandavin mesagjns, e par sintî la
musiche si veve di cjantâ, no savint ce
c’al jere l’i-phone. Forsit dismenteant
un pôc chestis robis e lassant in bande
un pôc il computer i fruts a varessin di
tornâ a imparâ a stâ insieme.
Nostalgjie: i nestris agns c’a van su, il
cjâf c’al tache a dismenteâ e nol à voe,
forsit dut chest metût insieme e ancjmò
alc c’al faseve vivi une vite plui
naturâl e plui in compagnie cun ducj i
difiets e la puaretât di chê volte. La
scuele ad ogni mût a ja di lâ indenant,
no dismenteant nissun pa strade, rivant
par dut, par dâ ai nestris fruts une pussibilitât di imparâ, studiâ e cressi; compagne par ducj: siôrs e puars, fruts e
frutis, talians e forescj c’a vivin cun
non.
Glemone sot la neif
dalle ore 19 del 24 dicembre
Pense e Maravee
e il Gruppo Fotografico
Gemonese
in collaborazione con il
Comitato delle Borgate del
Centro storico
organizzano per la notte di
Natale sotto la loggia del
Municipio la proiezione di
"Gemona sotto la neve. Un
secolo di piccole, grandi e
rare emozioni". Immagini,
musica e ...
Dalle ore 19 del 24 dicembre
(fin dopo la messe di miezegnot). Tutti sono invitati.
i sigûr, tal lunari, no son metudis
dutis lis scuelis di Glemone, cualchidune a mancje, parcé no sin rivâts a
cjatâ nissune imagjine. Si scusìn cun
chês borgadis che no si viòdin tal
lunari di chest an e us visìn che chel di
un altri an al sarà su lis latariis, su lis
stalis e i lavôrs dal ort e dai cjamps;
cui c’al à alc che si fasi indenant,
bielzà di cumò.
D
n grazie a ducj chei che nus an dât
une man: Civiche Biblioteche
Glemonense “don Valentino Baldissera”, Comitâts dai borcs di Campagnole, Cjamp, Gôt, Maniae, Plovie e la
Pro Glemone; Tito Cancian, Marie
Copet, Gianfrancesco Gubian, Renato
Candolin, Luisa Cucchiaro Bàisar e
Ugo Brollo Michelùt, Rino Gubian
Nors, Noemi Artico, Miute dal Mos,
Alma Patat, Danielle Cragnolini, Erica
Cargnelutti, Valentino Collini e lis
fameis Facchin, Ban e Londero Panade. E i domandin scuse a chei che i vin
dismenteât. Tal lunari i vin cirût di
doprâ il furlan di Glemone.
U
Corso base per il
volontariato socio-sanitario
L'AVULSS (Associazione per il volontariato nelle Unità
Locali dei Servizi Socio-Sanitari) di Gemona del Friuli, opera
sul territorio dal 1991. Da sempre molto attiva nel sensibilizzare l'opinione pubblica al volontariato ed ai problemi della
popolazione.
L'Associazione si propone di offrire sostegno nella totale gratuità, integrando le attività dei Servizi Socio-Sanitari locali.
I volontari prestano la propria opera organizzata presso l'Ospedale civile di Gemona, nella Casa Soggiorno per Anziani,
nell'R.s.a., nel Centro Diurno, in altre Strutture protette e nei
propri domicili.
Il nostro impegno è quello di allargare la famiglia Avulss,
proprio in quest'ottica, nell'intento di offrire a futuri volontari le conoscenze indispensabili per orientarsi verso un serio
impegno e un qualificato servizio, l'Avulss di Gemona , con
la collaborazione dell' Ass 3 , organizza un corso base per il
volontariato socio-sanitario che si terrà nell'aula magna dell'Ospedale civile di Gemona dal 13 gennaio al 10 marzo
2009 il martedì e il venerdì.
Il Corso è aperto a tutti e ha la durata di 46 ore.
La formazione e comunque continua e si organizza in incontri ed approfondimenti, con il contributo di docenti nei diversi ambiti di impegno dei volontari.
A coloro che avranno frequentato il 70% delle lezioni, verrà
rilasciato un attestato di frequenza.
Ringraziamo tutti coloro che continuano a sostenere la nostra autonomia con un contributo.
Compilate il bollettino di c.c. postale n. 16895336 allegato. Qualsiasi importo va bene!
Buinis Fiestis a ducj, in particolâr ai colaboradôrs e ai sostenidôrs