Scheda di sintesi sul Marocco - Dossier Statistico Immigrazione
Transcript
Scheda di sintesi sul Marocco - Dossier Statistico Immigrazione
La collettività marocchina in Italia A partire dal Secondo dopoguerra, il Marocco è uno dei grandi protagonisti delle intense migrazioni che hanno caratterizzato il bacino del Mediterraneo e, in quanto protettorato francese, la sua emigrazione ha avuto come sua meta preferenziale la Francia. L’Italia, invece, è cominciata a diventare un paese di destinazione dei migranti marocchini solo dopo l’adozione di politiche migratorie restrittive da parte degli Stati dell’Europa centro-settentrionale, a seguito della crisi petrolifera del 1973, rafforzando questo ruolo specialmente negli anni ’80 del secolo scorso. I primi marocchini ad inserirsi in Italia sono stati braccianti agricoli e venditori ambulanti di tappeti e prodotti artigianali. Sono seguite diverse altre categorie di lavoratori non specializzati operanti in diversi settori (piccola industria, agricoltura, servizi di pulizia, distributori di benzina, commercio) insieme a lavoratori provenienti dalle città e, quindi, a più elevata scolarizzazione. Per lo più si è trattato di maschi soli, o perché ancora non sposati o perché le famiglie erano rimaste in patria. In seguito sono arrivati i familiari, ma anche studenti attratti dalle università italiane, essendo diventato sempre più difficile ottenere un apposito visto per gli altri Paesi europei. Le regioni meridionali hanno funzionato per lo più come area di primo approdo per il successivo trasferimento nel Settentrione, più promettente dal punto di vista occupazionale. I marocchini, che fino agli inizi degli anni Duemila hanno rappresentato la prima collettività estera più numerosa in Italia, sono stati a lungo una sorta di stereotipo dell’immigrato nell’immaginario collettivo degli italiani, catalizzando su di sé i pregiudizi sugli immigrati tout court: una sorte che, in conseguenza del mutare dei flussi e dell’emergere di collettività più consistenti, è toccata poi agli albanesi e quindi ai romeni. I soggiornanti marocchini in Italia: dati e caratteristiche socio-demografiche In Italia gli immigrati di cittadinanza marocchina titolari di un permesso di soggiorno sono, secondo gli archivi del Ministero dell’Interno revisionati dall’Istat, 513.374 al 1° gennaio 2013 (un numero pari al 13,6% di tutti i non comunitari presenti nel paese), di cui il 43,9% rappresentato da donne, una quota inferiore a quella che esse detengono in media tra tutti gli stranieri soggiornanti (49,3%). Nel quadro nazionale, i marocchini rappresentano così la collettività in assoluto più numerosa tra i non comunitari. Per quanto attiene l’età dei suoi componenti, questa collettività si caratterizza soprattutto per una percentuale più elevata di minorenni: 30,8% (a fronte di una del 24,1% tra i soggiornanti non comunitari nel loro complesso). Un altro 42,3% ha un’età compresa tra i 25 e i 44 anni, mentre, dal confronto con i valori medi rilevati per la totalità dei soggiornanti, risultano leggermente più basse le quote dei giovani tra i 18 e i 24 anni (7,3% a fronte del 9,3%) e quelle degli adulti tra i 45 e i 59 anni (14,5% a fronte del 17,8%). L’area di maggiore confluenza è decisamente il Nord, dove i marocchini si concentrano per quasi i 3 quarti (73,0%) e precisamente per il 41,7% nel Nord Ovest e per il 31,3% nel Nord Est; subito dopo si trova il Centro Italia, con una quota del 14,1%, cui seguono il Sud con il 9,3% e le Isole con il 3,5%. La regione con più soggiornanti marocchini è la Lombardia con 124.702 presenze, pari a quasi un quarto (24,3%) del totale nazionale. Al secondo posto si colloca l’Emilia Romagna, dove soggiornano 80.627 cittadini marocchini (15,7%), cui seguono Piemonte (71.852 e 14,0%), Veneto (66.522 e 13,0%) e Toscana (31.651 e 6,2%). 1 Tra le provincie di maggiore insediamento, la prima è Torino (32.987 marocchini), seguita da Milano (31.015), Bergamo (25.018), Brescia (22.358), Modena (21.384) e Verona (18.169). La ultraquarantennale storia migratoria dei marocchini in Italia si traduce anche in un elevato numero di titolari di permesso CE per lungo-soggiornanti (328.861), un titolo non soggetto a scadenza e che viene rilasciato dopo almeno 5 anni di permanenza regolare e continuativa nel paese. Questi titolari rappresentano il 64,1% dei marocchini, una quota di 12 punti percentuali più alta della media relativa a tutti i soggiornati (54,3%). Tra i 21.585 marocchini il cui titolo di soggiorno è stato rilasciato per la prima volta nel corso del 2012 se ne contano 2.515 con permesso di durata fino a 6 mesi, 8.149 di durata da 6 a 12 mesi e 10.921 di durata superiore ai 12 mesi. Tralasciando il primo gruppo, destinato a lasciare l’Italia nell’arco di poco tempo, l’analisi dei motivi del rilascio mostra come tra i nuovi permessi del 2012 sono prevalsi quelli rilasciati per famiglia, che hanno inciso per il 56,1% tra i permessi di durata da 6 a 12 mesi e addirittura per il 79,8% tra quelli di durata superiore ai 12 mesi; i motivi di lavoro, invece, hanno inciso per il 37,7% nella prima categoria e soltanto per il 18,2% nella seconda. Da una parte, quindi, sembrerebbe intensificarsi una dinamica di radicamento familiare; dall’altra, la fase recessiva ha sicuramente ridotto le opportunità di lavoro in Italia anche per i marocchini. Del resto, i recenti aggiornamenti Istat sulle iscrizioni anagrafiche annuali di nuovi residenti stranieri provenienti dall’estero rilevano, per il 2012, una diminuzione del 9,3% (da 354mila a 321mila) tra glio stranieri nel loro complesso e di ben il 18,0% tra i soli marocchini (con 19.590 nuovi iscritti dall’estero a fronte dei 23.885 registrati nel 2011). ITALIA. Soggiornanti marocchini per genere, lungo-soggiornanti e permessi rilasciati nel 2012 di cui % su tot. di cui nuovi Paese Totale di cui M di cui F % F % su Tot. lungo-soggiornanti permessi permessi 2012 Marocco 513.374 288.242 225.132 43,9 13,6 328.861 64,1 21.585 Africa 758.386 453.359 305.027 40,2 20,1 699.545 92,2 Totale 3.764.236 1.907.543 1.856.693 49,3 100,0 2.045.662 54,3 263.968 FONTE: Centro Studi e Ricerche IDOS. Elaborazioni su dati Ministero dell'Interno/Istat I marocchini nel mercato del lavoro: inserimento e aspetti economici L’inserimento dei cittadini immigrati nel mercato del lavoro italiano può essere analizzato attraverso diverse fonti statistiche, ciascuna caratterizzata da differenti livelli di osservazione e da parametri non sempre omogenei, ma tutte coerenti nel delineare le tendenze generali della partecipazione al lavoro degli stranieri. In questa breve scheda si fa riferimento ai dati più significativi rintracciabili nella Rilevazione Campionaria sulle Forze Lavoro (RCFL) dell’Istat 1 e nel Sistema Informativo delle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero del Lavoro2, secondo l’analisi riportata nei Rapporti annuali sulle principali comunità straniere presenti in Italia, aggiornati al 2013 e pubblicati dal 1 La Rilevazione Campionaria sulle Forze Lavoro Istat è un’indagine campionaria che, per sua stessa natura, non può raggiungere tutti i lavoratori; inoltre, il campione è costruito a partire dalle liste anagrafiche, per cui esclude chi non ha ancora la residenza in Italia. Il metodo utilizzato, infine, considera occupate le persone con almeno 15 anni che nella settimana precedente a quella in cui avviene l’intervista hanno svolto almeno un’ora di lavoro. La sua natura campionaria e il riferimento ai soli stranieri residenti, quindi, ne fanno una fonte da usare con cautela man mano che si scende nel particolare, sia per territorio (regioni e province) che per cittadinanza del lavoratore. 2 Le Comunicazioni Obbligatorie fanno riferimento a dati di flusso, considerano come stranieri i lavoratori nati in paesi esteri non comunitari (al di là della loro cittadinanza) e rilevano tutti i rapporti di lavoro attivati e cessati nel corso di un anno, mentre escludono tipologie di lavoro quale quello indipendente, i tirocini, i lavori socialmente utili. 2 Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sul proprio Portale Integrazione (www.integrazionemigranti.gov.it). In Italia la popolazione di cittadinanza marocchina con più di 15 anni, e dunque in età da lavoro, ammonta a 314.983 persone. Di queste, quelle effettivamente occupate sono il 46,2% a fronte di una media del 57,6% tra tutti i non comunitari con più di 15 anni. Un altro 13,8% è composto da marocchini in cerca di lavoro (disoccupati), mentre è del 40,0% la quota relativa alle persone inattive (ossia che non soltanto non hanno svolto nemmeno un’ora di lavoro nella settimana di riferimento dell’indagine, ma non hanno neanche cercato un lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento, né sono disponibili a lavorare entro le due settimane successive). Risulta piuttosto preoccupante il tasso di disoccupazione dei marocchini, che ha raggiunto il 23,0%, superando di quasi 10 punti il valore medio rilevato tra tutti i non comunitari (14,5%). ITALIA. Marocchini, africani e stranieri non comunitari di 15 anni e oltre per condizione professionale (2012) Popolazione 15 anni e oltre Marocco Africa Non comunitari Totale 314.983 698.144 2.718.329 di cui: Occupati 46,2 51,5 57,6 In cerca di lavoro 13,8 13,2 9,7 Inattivi 40,0 35,3 32,7 Tasso di disoccupazione 23,0 20,4 14,5 FONTE: Rapporto “La Comunità Marocchina in Italia – 2013” (www.integrazionemigranti.gov.it) La partecipazione delle donne marocchine al mercato del lavoro italiano risulta estremamente bassa se si pensa che la loro incidenza tra gli occupati è appena del 22,0%, quasi venti punti percentuali in meno del valore rilevato tra tutti gli occupati stranieri in Italia (40%). Tra i settori occupazionali, quello dei servizi impiega il 52,7% dei lavoratori marocchini, in particolare per via dell’inserimento nel commercio che da solo registra una quota del 19,3% (il doppio rispetto alla media degli stranieri: 8,9%). Il secondo settore è quello dell’industria, che assorbe il 41,4% degli occupati marocchini (a fronte di una media tra i non comunitari del 33,3%), ripartiti tra un 26,7% impiegato nell’industria in senso stretto e un 14,7% nelle costruzioni. Infine, l’agricoltura registra una quota del 5,9%. L’analisi per professioni mostra come più di 1 occupato marocchino su 10 sia un venditore ambulante e poco meno di 1 su 10 sia impiegato come personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli o come artigiano oppure come operaio specializzato addetto alle costruzioni e al mantenimento delle strutture edili. ITALIA. Marocchini, africani e non comunitari con almeno un rapporto di lavoro attivato/cessato per settore durante l’anno (2012) Rapporti attivati Rapporti cessati Settori Marocco Africa Non comunitari Marocco Africa Non comunitari Agricoltura 27,1 26,2 16,6 26,9 26,5 17,0 Industria 20,7 19,8 18,9 22,5 21,1 20,1 di cui costruzioni 10,5 11,2 8,4 11,4 11,6 9,3 di cui industria in senso stretto 10,2 8,6 10,4 11,1 9,4 10,9 Servizi 52,2 53,9 64,6 50,5 52,2 62,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 FONTE: Rapporto “La Comunità Marocchina in Italia – 2013” (www.integrazionemigranti.gov.it) I dati di flusso relativi ai rapporti di lavoro avviati e cessati nel corso del 2012 registrano, per la collettività marocchina, un numero di avviamenti (123.283, di cui il 53,9% nei servizi, il 3 20,7% nell’industria e il 27,1% in agricoltura) inferiore a quello delle cessazioni (124.151), per un saldo occupazionale che è quindi negativo. Quest’ultimo dato, insieme a quanto esposto in merito alla più alta presenza tra i marocchini di persone disoccupate o inattive, evidenzia le difficoltà che la collettività sta incontrando nel mercato del lavoro italiano. Merita di essere evidenziata anche la partecipazione al lavoro autonomo, che nel 2012 conta in Italia 58.558 marocchini titolari di un’impresa, 3.077 in più rispetto al 2011 e quasi esclusivamente di genere maschile (89,5%). Tra le ricadute economiche positive delle migrazioni vi sono certamente le rimesse inviate periodicamente dagli immigrati ai parenti rimasti nel paese di origine. Dall’Italia, nel 2012, sono stati inviati in Marocco, tramite il circuito delle banche e dei money transfer, 242 milioni e 510 mila euro. Di questo flusso di denaro, il 25,2% è stato spedito dalla Lombardia, il 13,9% dall’Emilia Romagna, l’11,5% dal Piemonte e il 10,6% dal Veneto. Le nuove generazioni e l’inserimento scolastico Gli archivi del Ministero dell’Istruzione registrano, nell’anno scolastico 2012/2013, una presenza in Italia di 98.106 studenti di cittadinanza marocchina, pari al 12,5% di tutti gli studenti stranieri iscritti nelle scuole del paese. In linea con quanto osservato per la popolazione marocchina soggiornante in Italia, anche gli studenti si concentrano, a livello territoriale, principalmente in Lombardia (25,5%), Emilia Romagna (16,3%), Piemonte (15,3%), Veneto (12,9%) e Toscana (6,1%). La distribuzione per gradi scolastici registra i numeri più alti di alunni marocchini nella scuola primaria, che con 36.684 iscritti ne totalizza il 37,4%, cui seguono la scuola dell’infanzia (25.217, pari al 25,7%), la secondaria di I grado (20.952 e 21,4%) e la secondaria di II grado (15.253 e 15,5%). Il confronto con la ripartizione per gradi scolastici osservata per la totalità degli alunni stranieri mostra che i marocchini si concentrano in misura proporzionalmente maggiore nella scuola dell’infanzia (che oltretutto non rientra nella scuola dell’obbligo) e in quella primaria, mentre più ridotte appaiono le quote nelle secondarie di II grado, probabilmente per via di un più precoce ingresso di questi giovani nel mercato del lavoro (regolare e non). Tra gli iscritti alle scuole superiori, inoltre, ben il 52,7% frequenta un istituto professionale (a fronte del 38,6% rilevato in media tra gli stranieri), il 34,2% un istituto tecnico (contro una media straniera del 38,5%), mentre è solo dell’11,6% la quota degli iscritti ai licei (19,8% nella media degli stranieri) e dell’1,5% quella relativa all’istruzione artistica (a fronte del 3,1%). ITALIA. Studenti di cittadinanza marocchina, africana e straniera per grado scolastico e genere (a.s. 2012/2013) di cui % su di cui % su di cui % su Grado Marocco F tot. Africa F tot. Stranieri F tot. Infanzia 25.217 47,4 25,7 48.835 47,3 25,8 164.589 47,5 20,9 Primaria 36.684 47,9 37,4 70.594 47,8 37,3 276.129 48,1 35,1 Secondaria I grado 20.952 45,9 21,4 38.321 45,6 20,3 170.792 46,4 21,7 Secondaria II grado 15.253 49,2 15,5 31.376 45,9 16,6 175.120 49,8 22,3 Totale 98.106 47,6 100,0 189.126 46,9 100,0 786.630 48,0 100,0 FONTE: Centro Studi e Ricerche IDOS. Elaborazioni su dati Miur Centro Studi e Ricerche IDOS/Immigrazione Dossier Statistico Via Arrigo Davila 16 – 00179 Roma - [email protected] – tel.06.66514345 (int. 1 o 2) 4