L`esperienza di Paolo L`amore di Cristo mi spinge Per la riflessione

Transcript

L`esperienza di Paolo L`amore di Cristo mi spinge Per la riflessione
26 APRILE 2009
L’esperienza di Paolo
L’amore di Cristo mi spinge
L’amore di Cristo diventa il motore dell’esistenza di Paolo. Tutto in lui è dettato da questo amore e nulla ha più
spazio al di fuori di esso. Se Cristo è morto per tutti, la vita non può essere vissuta che per lui, cioè per portare i
“tutti” a incontrarlo e a entrare nel processo di morte e resurrezione in lui. “La carità divina… si è realmente
comunicata anche ai nostri spiriti, i quali non possono ormai più trovare riposo finché non arrivino a portare ‘tutti’
gli uomini a ‘vivere per Cristo’, che per essi è morto e risorto” (Cipriani).
Dalla seconda lettera ai Corinti 5,14-17
Poiché l'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono
morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per
colui che è morto e risuscitato per loro. Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo
la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così.
Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate
di nuove.
Per la riflessione personale
La storia di Paolo ci sorprende e ci spinge a ritrovare nella nostra stessa esperienza di vita la
dinamica del cambiamento. Cristo e il suo amore ci impegna ad un cambio di prospettiva, ad un
cambio di logica.
Scrive mons. Giancarlo Bregantini, vescovo di Campobasso-Bojano, agli studenti della sua
diocesi: “La scienza ci dice che il carbonio può trasformarsi o nel nero carbone, pesante e rozzo,
oppure, per un particolare processo di calore, in un magnifico diamante. Carbone e diamante
hanno la stessa composizione chimica. Cambia solo la loro relazione di particelle. La loro
finalizzazione. Così è stato san Paolo: poteva essere un carbone scuro e cattivo, che sporca ed
inquina. Ma con il calore dell'Amore di Dio, lui è divenuto un diamante purissimo e
luminosissimo” (Paolo giovane, diamante di Dio, settembre 2008).
La motivazione dell’agire di Paolo è nell’Amore di Cristo. È questa la password per la felicità.
Ciò è l’asse portante del cambiamento: è per Gesù che Paolo decide di lasciare, di perdere tutti
i suoi vantaggi. I privilegi di nascita e quelli derivanti dall’osservanza della legge non sono
considerati spazzatura per qualche mancanza o difetto intrinseco, ma “a motivo di Gesù”. In
seguito al suo incontro con Gesù sulla via di Damasco Paolo cambia i criteri di valutazione
assumendo un altro metro di misura. Quello che prima era importante ora non conta più. Ora la
sua misura è Gesù. Tutto ruota intorno a Lui la vita spesa per Gesù ha il sapore della felicità.
Dal punto di vista umano cosa significa felicità? Il termine ha due significati ben diversi l'uno
dall'altro.
Ci è dato di sperimentare due tipi di felicità, perché noi abbiamo due diversi modi di affrontare
la realtà, o se vogliamo, due logiche di vita.
La prima è una felicità emotiva che deriva dalla soddisfazione dei nostri bisogni e si sperimenta
come mancanza di tensione. La seconda è una felicità più razionale. La prima, è la felicità per
aver ottenuto ciò che piace. La seconda, per aver realizzato ciò che giova, vale la pena, sta a
cuore.
Quest'ultima è la vera felicità. Direbbe san Paolo: nonostante le tribolazioni, le difficoltà e la
fatica, noi ci sentiamo piú che vincitori. E` una felicità che deriva dall'aver realizzato dei valori
e dall'aver vissuto la propria vita come relazione con qualcosa che conta e che dura. E` a questo
secondo tipo di felicità che mira la proposta cristiana nonché il cuore dell'uomo. E` la
ricompensa non intenzionale per essersi consegnate a qualcosa che vale.
Ciascuna di noi rimane libera di ricercare o no la propria felicità, ma la strada per essere felici è
una sola. Non è ricercare se stesse o mettersi al centro dell'universo. La vera strada della felicità
è il suo esatto contrario. Se vuoi essere felice perdi te stessa. Solo nella misura in cui tu ti decentri, potrai ritrovarti. La porta della felicità si apre sempre verso l'esterno.
“In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi
soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con
quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a
deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere
che altri vorrebbero soffocare. E' Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita
qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla
mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la
società, rendendola più umana e fraterna. " (Discorso tenuto da Giovanni Paolo II in occasione
della veglia di preghiera durante la XV Giornata Mondiale della Gioventù, Roma Tor Vergata, 19
agosto 2000).
n Impara a leggere la tua vita e ogni avvenimento alla luce della Storia della salvezza
YNon vivere con un atteggiamento scontato le tue potenzialità, ma prendi coscienza per metterle sempre
più a servizio di Dio e degli altri
ZLasciati guidare dalla Parola di Dio in cui puoi ritrovare il tuo progetto di vita
[Considera le tue ricchezze d’essere come un dono e non come una proprietà
\Sii fedele all’esame di coscienza sottolineando non solo il negativo, ma anche il
positivo, i momenti di luce, il bene compiuto
]Non avere paura di guardare alle esperienze negative, ma prega Gesù perché ti aiuti a scoprire in esse il
bene che puoi trarne
^Dona un po’ del tuo tempo, della tua disponibilità agli altri sapendo che si
impara ad amare amando
_Cerca di crescere nella capacità di dialogare con tutti non temendo di
esprimere le tue convinzioni e imparando a manifestare il tuo mondo interiore
Prendi coscienza del peso che il giudizio degli altri ha su di te, per imparare a non far dipendere la tua
positività dal consenso sociale
2
Impara a rischiare la tua immagine accettando non solo quei compiti in cui sei sicura di riuscire, ma
anche quelli che ti richiedono una maggiore creatività.
3