N° 7 Night life: Circus beat club e CAFE` ATLANTIQUE Editoriale

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N° 7 Night life: Circus beat club e CAFE` ATLANTIQUE Editoriale
N° 7
PERSONAGGI STILI E
MODE DELLA NIGHTLIFE
Editoriale: Contro
l’abusivismo e la cattiva
informazione
Night life: Circus beat
club e CAFE’ ATLANTIQUE
djs:
CATRINA DAVIES DJ, NARI &
MILANI, WALTER S, DEELAY, ISA B,
MC CODY
NIGHTSTYLE:
Salvaciòn Ibiza
& Datch, matrimonio notturno
n° 7 - Settembre 2008
COLOPHON
Giugno/luglio 2008
Direttore Responsabile
Lamberto Cantoni
SOMMARIO
03
editoriale
[email protected]
04
Capo Redattore
Lorenzo Tiezzi
06
tendenze
Reporters
Antonio Bramclet
Francesco Antinolfi
club
Art Director
Francesca Flavia Fontana
discobusinessman
Editore
Eventi Toscani srl
Via dei Termini, 72
53100 Siena
Tel. 0577 45554
Fax 0577 270815
Happy Hours è l’Organo ufficiale di
Asso Intrattenimento,
associazione degli imprenditori del ballo
aderenti a Confindustria.
Via Tosarelli, 360
45050 Villanova di Castenaso (Bo)
Tel. 051 781607
Fax 051 780455
www.asso-intrattenimento.it
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Presidente di Asso-Intrattenimento
e di Happy Hours:
Luciano Zanchi
Comitato editoriale:
Antonio Degortes
Sergio Buio
Loris fabbro
Maurizio Girolimetti
Luca Calenda
Giancarlo Barisio
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EDITORIALE
14
18
club life
22
LAP DANCE
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djs & VOCALISTS
34
DANCING
36
rubrica
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fashion & music
40
BEVERAGE
42
assointrattenimento
Contro l’abusivismo
e la cattiva informazione
Prima di accingermi a scrivere questo editoriale sfogliavo con interesse il resoconto delle denuncie
fatte dalla associazione che presiedo nei confronti degli abusivi di musica e ballo. Dopo un anno di
lavoro in difesa del divertimento notturno posso già presentare qualche bilancio. Asso Intrattenimento
ha denunciato centinaia di situazioni di abusivismo. In alcune decine di casi abbiamo costretto alla
chiusura gli improvvisati. Mi rendo conto che tutto ciò è solo una goccia nel mare di concorrenza sleale
che ci portano locali pubblici. Ma ritengo sia un buon inizio per arginare un fenomeno devastante per
le nostre attività.
La difficoltà più grande nel fronteggiare l’abusivismo è rappresentata dal suo carattere pseudo
istituzionale. Infatti i nostri concorrenti sleali più pericolosi sono l’ammasso di pubblici esercizi guidati
dalla Fipe che, sfruttando l’inconsistenza del vecchio sindacato delle discoteche, da alcuni anni stanno
espropriandoci il cuore delle nostre attività.
Vi sintetizzo il problema con parole semplici: noi imprenditori del ballo paghiamo a caro prezzo la
possibilità di accogliere centinaia di clienti per metterli nelle condizioni di divertirsi in un luogo sicuro;
è chiaro che se altre tipologie di locali si appropriano del servizio che a noi costa tanti soldi non
spendendo nulla, essi possono offrirlo ad un prezzo per noi irraggiungibile. Ecco perché noi subiamo
due danni: abusivismo e concorrenza sleale; danni amplificati dalla copertura istituzionale portata
dalla Fipe.
Dall’abusivismo poi discendono a cascata problemi sociali che mobilitano l’opinione pubblica. Faccio
solo l’esempio dell’alcol. Se tantissimi bar alle sei della sera cominciano a funzionare come se fossero
discoteche sregolate allora i guai non possono tardare ad arrivare. Infatti i politici e gli amministratori
considerano la piaga dell’alcolismo tra i giovani uno degli obiettivi principali della loro attività legislativa.
Indovinate con chi se la prendono? Ovviamente con noi delle discoteche. Malgrado i prezzi alti e la
rarità delle seconde consumazioni i giornalisti guardano a noi come il capro espiatorio ideale. Siamo
più belli, più evidenti di uno sgangherato bar che improvvisa musica da ballo con dj da quattro soldi,
raramente assunti ed in regola con i contributi enpals e quindi, dopo il danno la beffa, siamo i soggetti
ideali per divenire lo spauracchio delle famiglie. Scrivere contro le discoteche fa parte dello spettacolo
dell’informazione; parlare di pubblici esercizi non interessa a nessuno.
Oltre ad azioni legali contro l’abusivismo occorrono strategie di controinformazione per riequilibrare
l’abitudine degli opinion leader a vedere sempre e comunque solo discoteche; anche se stanno
scomparendo.
Attualmente esiste una sola associazione che cura gli interessi delle discoteche ed è Asso Intrattenimento
di Confindustria. Sciolto il baraccone del Silb all’interno della Fipe, non è più praticabile una
negoziazione interna alla Confcommercio: in un raggruppamento di locali pubblici tra i quali le disco
sono la netta minoranza, non c’è possibilità di difesa.
Ne consegue l’aumento di responsabilità per Asso Intrattenimento. Se la cultura del ballo potrà avere
parola nelle sedi governative dove si decidono le regole del gioco lo si dovrà alla nostra associazione.
Ma potremo prenderci delle responsabilità solo se gli imprenditori ce lo consentiranno, ovvero se
aderiranno in massa ad Asso Intrattenimento, così come sta accadendo, in difesa dei loro interessi.
Luciano Zanchi
(Presidente nazionale Asso-intrattenimento)
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tendenze
Il cool hunter non ama
più la discoteca
di Lamberto Cantoni
Uno dei sintomi di decadenza più evidenti della cultura delle discoteche è la sostanziale rimozione che i club hanno subito
negli ultimi anni ad opera dei cool hunter (cacciatori di tendenze) e dei trend setter.
Ma chi sono questi cool hunter e trend setter (il senso comune usa, sbagliando, queste parole come se fossero equivalenti)?
Non possiamo definirli dei veri professionisti, non è infatti ben chiaro ciò che essi sanno o fanno; tuttavia molti credono che
essi abbiano una particolare sensibilità e intuito per tutto ciò che è nuovo e fresco. Si pensa che questi nuovi interpreti dei
segnali deboli che consumatori e mercati ci lanciano, debbano unire ad una solida preparazione culturale sull’evoluzione
dei trend più recenti, una sorta di capacitazione ad intuire le nostre propensioni estetiche statu nascendi. Il controllo delle
informazioni emozionali che cambiano il comportamento permettono ad essi di costruire figurazioni del futuro che, dopo
opportune congetture, verranno trasformate in idee per nuovi prodotti o consumi. In sostanza questi pseudo professionisti, di
solito scelti tra giovani di età compresa tra i 25 e 35 anni, sarebbero specializzati nell’individuare ciò che ha la proprietà di
essere vissuto come novità condivisa. Ed è esattamente questo il presunto “valore” che interessa di più ai produttori di merci
esposti con il pubblico più ambito e difficile da affrontare: il cliente evoluto, fortemente motivato al consumo e dopato dalle
dose massicce di pubblicità quindi alla ricerca di nuove sensazioni ed emozioni.
In sostanza i cool hunter traggono dal presente, da ciò che direttamente vivono, un insieme di elementi in qualche modo
correlati tra loro, immaginati poter essere la struttura portante di forme o eventi proiettabili nel futuro. In realtà ci troviamo di
fronte ad una mossa del pensiero vecchia come il mondo: se vediamo il problema del mutamento con l’occhio posizionato
nel futuro allora non ci resta che prendere atto, ci suggerisce l’attività del cool hunter, che le sue ragioni sono nel suo
passato. Il problema sta nel coglierne i punti di passaggio (i segnali deboli). Ma non tutti hanno la sensibilità e cultura per
ascoltarne i “rumori”. Ecco dunque intervenire sulla scena un nuovo protagonista del marketing e della comunicazione,
definito dagli esperti cool hunter. Come ho già detto, si tratta di giovani corteggiati dalle aziende e dai media, posizionati
in città strategiche, i cui rapporti sullo stato dei cambiamenti in corso e delle novità del territorio possono avere implicazioni
importanti sulla creazione del business.
tendenze
Ora, tra gli scenari del futuro prefigurati dai cool hunter sembra non esservi spazio per discoteca.
Se leggete gli articoli che questi divinatori del futuro scrivono sulle riviste specializzate potete facilmente accorgervi che
musica, moda, spettacoli sono sempre ben focalizzati dagli autori. Ma il genius loci non è quasi mai una discoteca. Al posto
dei club c’è piuttosto un riferimento più o meno vago alla strada. Cosa intendono per “strada” i cool hunter? Intendono una
sorta di non-luogo che rende possibile una creatività spontanea. E’ chiaro che in quest’ottica la sregolata movida notturna
composta da pseudo locali o addirittura da situazioni di illegalità, promettono maggiori informazioni sullo stato del futuro e
sul presunto mutamento in atto. L’eterogeneità, la mancanza di controlli, l’entropia che caratterizza la strada possono destare
più curiosità e stimolare comportamenti, preferenze, scelte imprevedibili. Ovvero esattamente ciò di cui ha bisogno il cool
hunter per riscrivere continuamente il mito del cambiamento.
I club per contro, più diventano aziende e più perdono informazioni (la ripetizione della routine evenemenziale lascia poco
spazio all’improvvisazione). E’ vero che in questo modo i club diventano più sicuri ed economicamente sostenibili. Ma pare
che di questo non freghi niente a nessuno (dei cool hunter).
Vi faccio solo un esempio. Se leggete Real Fashion Trends, redatto dal Future Concept Lab di Francesco Storace (ed.
Schewiller), uno dei gruppi di studio formato dai cool hunter meglio organizzati del nostro paese, non potete non accorgervi
che, nell’affrescare gli 8 mega trend del futuro, manca il benché minimo riferimento alla cultura della discoteca.
Cosa significa? A me pare che ci segnali due dimensioni del problema: i cool hunter non reputano più i locali da ballo luoghi
interessanti; in discoteca non si sperimentano più situazioni e comportamenti che possano promettere la visione di possibili
nuove mode.
Si può senz’altro pensare che, preso atto della crisi conclamata della discoteca, in questo caso le scelte dei cool hunter
siano condivisibili e scontate. Ma gli effetti negativi di questa credenza sono superiori al dato empirico rappresentato dal
fatto che le disco non sono più cool.
Infatti come tutte le pseudo certezze supportate dai media, l’atteggiamento dei cool hunter finisce con rinforzare una sorta
di profezia che amplifica i suoi effetti, trasformando le discoteche in luoghi abitati da emozioni fasulle, preferibilmente da
evitare.
In realtà, proprio perché da quasi un lustro si ritiene che i club siano aut, il vero cool hunter dovrebbe pensare che
l’andamento ciclico delle mode dovrebbe tornare a riscoprirne la fecondità.
In questa prospettiva dunque, il problema della discoteca sembra essere questo: Come fare per attirare di nuovo i cool
hunter nei locali, affinché essi raccontino di nuovo il mito della notte?
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CLUB
CLUB
Circus
beat club
Chi a Brescia vuol ballare con un certo stile a Brescia da anni sceglie Circus
Beat Club. Il segreto del successo del club di via Dalmazia è semplice:
cura di ogni singolo particolare che compone l’evento ‘serata in discoteca’.
Dall’accoglienza alla porta alla frutta che accompagna lo champagne, dalla
selezione musicale al design degli interni (completamente rinnovato nel 2006
ed aggiornato ogni anno), tutto al Circus suona sempre bene. E il bello è che
sono sempre gli ospiti del locale ad essere protagonisti col loro divertimento.
Certo, l’atmosfera è sempre esclusiva e selezionata, ma l’ambiente non è
freddo e perfetto come accade altrove. La voglia di ballare al Circus si sente
in ogni angolo.
Grazie a un sapiente uso dei diversi livelli, ogni tavolo è vicino al cuore
pulsante del locale. E non mancano neppure gli spazi in cui rilassarsi. “La
discoteca è soprattutto un luogo di divertimento basato sulla musica, ed è il
ritmo a tirar fuori da ognuno di noi qualcosa di diverso. C’è chi balla, c’è chi
conversa, chi osserva e chi vuol farsi guardare. Le uniche costanti sono che
nessuno va a ballare per forza e che la musica ha in sé qualcosa di magico”,
conclude Luca Pizzi. Le altre figure chiave del locale sono Paolo Pizzi, socio di
Luca, che si occupa della gestione, e poi lo staff artistico guidato da Jacopo
Coppiardi, per tutti in città l’anima e l’immagine del club. Più che un semplice
vocalist, Jacopo è un amico per alcuni clienti più affezionati del club e un
modello per i più giovani.
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CLUB
CLUB
La novità della stagione 2008-9 è un vero e proprio privè, che per la prima
volta si affiancherà alla main room.
“Più che urlare ‘su le mani’ cerco di trovare frasi o slogan che facciano
sorridere e poi diventino, magari, tormentoni”, ad esempio
La musica del Circus
Alla console del Circus ogni anno si avvicendano guest internazionali come
Tocadisco e soprattutto il meglio del panorama house nazionale. Tra i regular
guest ci sono soprattutto Fabio Santini, specializzato in electro house e con
lui Simone Cattaneo, uno dei più attivi giovani dj italiani, che ogni domenica
per la stagione 07-08 ha proposto una house story di qualità. Tra i top guest
Andrea Bertolini, i Cube Guys (Roberto Intrallazzi e Luca Provera), i Deelay
(from Radio Deejay), Maurizio Gubellini e tanti altri.
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Il club è aperto 3 sere la settimana e ogni notte ha un sapore diverso, unico.
Il venerdì è la fashion night per eccellenza, il sabato è la serata più giovane
dedicata ai top djs, la domenica parte alle 20 con live music ed aperitivo e
più tardi il suono è quello dell’house story.
CIRCUS BEAT CLUB
www.circusbeatclub.com
via Dalmazia 127, Brescia
3484028490
Uscita A4 Brescia Ovest
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CLUB
CAFE’
ATLANTIQUE
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CLUB
Più che una semplice discoteca un luogo d’eventi dedicato al business
(tantissime le collaborazioni con i marchi più importanti, da Mtv a Diesel
passando per Air One e Ford), al divertimento e al loisir. L’elemento più
caratterizzante dello spazio è senz’altro l’immenso lampadario che
caratterizza la main room, ma intorno ad esso le novità e i cambiamenti ad
ogni stagione sono sempre moltissimi. Ad esempio, la scorsa stagione sono
stati rinnovati interamente l’impianto audio e l’impianto luci. Eleganti tessuti al
soffitto e sui muri, resina decorata a mano sui pavimenti e richiami in foglia
d’oro ed in foglia d’argento completano ed arricchiscono il tutto. La sala blu
per la stagione 07-08 è stata poi dedicata esclusivamente all’hip hop, la
sala rossa è diventata Sushi Lounge Room ed accessibile esclusivamente dal
privè. Il Garden Room (zona esterna) è infine stato completamente rinnovato
ed è diventato area fumatori. Il ristorante invece funziona esclusivamente su
prenotazione.
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CLUB
CLUB
Il club, a differenza di molte realtà italiane, punta molto sulla comunicazione, come sempre nelle operazioni ideate e gestite da Gabòn,
creatore di one night di successo come Exogroove (Parigi, Ibiza, Nottingham, Montreaux, Zurigo, Losanna, Corfù, Cannes, Nova Gorica,
Londra) e New York Bar. Ad esempio, nello scorso autunno Milano si è riempita di affissioni con la programmazione del locale, una forma di
comunicazione troppo poco utilizzata dai locali notturni.
Imprescindibile punto di forza dell’Atlantique sono poi i grandi eventi, quali ad esempio l’Eros Ramazzotti Tribute, l’elezione di Mister Stripman,
la presentazione delle compilation di Randi Ingerman e Celentano Jr, il party ufficiale di Mi-Sex, gli aperitivi ed i caffè letterari Infusione etc,
etc.
La nuova identità del club è oggi Free Lounge, una concept-night in bilico tra salotto e dance floor che si adatta alla tendenza dei loft
newyorkesi dove si gustano, in un ambiente di calda intimità, speciali cocktail accompagnati da bella musica da ballare. In un contesto elegante
e ricco di design, ci si può ascoltare la migliore musica happy ‘70-’80-’90 che si alterna a quella più ballata del momento. Una futuristica
passerella sopraelevata si affaccia sulla sala centrale, dove lo sguardo è immediatamente catturato dal già citato gigantesco lampadario di
fibre ottiche cangianti… L’effetto è quello di migliaia di cristalli Swarovski illuminati da tramonti e albe multicolori. Per chi desidera una pausa di
relax tra una danza indemoniata e l’altra, c’è persino la Quiet Room, dove ci si può sedere comodamente e farsi cullare dalle note della musica
lounge. Insomma, il club è una tappa obbligata per chi vuole rifarsi gli occhi grazie a un design suggestivo, per chi vuole divertirsi al suono di
ritmi differenti e non solo per nottabuli incalliti.
CAFE’ ATLANTIQUE
199111111
viale Umbria, 42 Milano
www.cafeatlantique.it
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disco businessman
disco businessman
Le notti italiane della Via
en Rose
Una magia di Ezio Rizzoli che dura da 18 anni
di Antonio Bramclet
Ezio Rizzoli, Vice Presidente di Assointrattenimento
Forse non esiste una esemplificazione migliore delle teorie di Bauman sulla società liquida: l’autore è un sociologo tedesco le
cui teorie oggi sono sulla bocca di tutti, delle disco post moderne. Infatti, nei locali contemporanei, ogni serata è un evento a
sé. Praticamente l’entertainment notturno è un sistema di imprese senza memoria o storia. Tutto succede in una notte e sembra
avere un valore relativo. L’eventuale successo potrebbe non ripetersi. E la settimana dopo si ricomincia da capo, senza avere
la certezza di poter considerare l’evento precedente come un modello a cui ispirarsi.
Esistono però delle eccezioni. La più clamorosa è rappresentata dalla Vie en Rose e in particolare dai suoi famosi lunedì,
battezzati a suo tempo “Notti italiane”.
L’idea risale al lontano 1990 ed è legata alle intuizioni di Ezio Rizzoli, imprenditore del mondo della notte.
A quel tempo Ezio Rizzoli era proprietario di 5 grandi discoteche: Piro Piro, Sporting, Piteco, Ciak e la Vie en Rose, considerata
da tutti gli esperti una delle più belle discoteche italiane.
Nel bel mezzo della moda musicale techno, mentre stava salendo l’ondata dei rave, in totale controtendenza, apparve sul
territorio emiliano romagnolo la pubblicità di una serata atipica, fuori dal tempo. Infatti tutto era all’insegna del Made in Italy:
dagli arredi, alla musica; dai dj all’animazione…Per non parlare della comunicazione e della pubblicità.
Sembrava una scommessa senza senso e invece quel lunedì divenne una delle serate più gettonate del decennio e fu
d’ispirazione a tantissime discoteche italiane.
Probabilmente Ezio Rizzoli, con quella serata, ha il merito di aver salvato per un lungo periodo la musica italiana e, grazie alle
canzoni della nostra tradizione, ha suggerito ad una moltitudine di colleghi il modo per richiamare nelle disco una generazione
di clienti in procinto di disaffezionarsi, per via della loro incompatibilità con le musiche di tendenza.
A distanza di ben 18 anni le notti italiane della Vie en Rose sono più vive che mai. Gli effetti della magia degli inizi sembrano
non conoscere fine. E attualmente possiamo considerare il lunedì del locale un classico dell’entertaiment italiano.
Ezio Rizzoli è un imprenditore della generazione di personaggi che hanno inventato la cultura delle discoteche. E’ protagonista
sul mercato da più di trent’anni e ha trasformato i suoi locali in vere e proprie aziende. Non ha mai tollerato le mode effimere
che, sottovalutate da tanti colleghi, hanno portato le più grandi disco anni 80 inizio anni 90 ad implodere, travolte da modi e
forme incompatibili con il business aziendale.
L’abbiamo incontrato presso il suo ufficio amministrativo ed è nata una conversazione che, partendo dalle “notti italiane”, ha
coinvolto i molteplici problemi del mondo della notte.
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disco businessman
disco businessman
Sig. Ezio Rizzoli come spiega il successo della sua serata?
E’ semplice. All’inizio degli anni novanta tutti i miei colleghi cominciarono a subire il fascino della musica techno. Io ero dubbioso.
Non mi piaceva il pubblico che quel tipo di musica coinvolgeva.
Decisi di fare una scelta musicale contro-tendenza, riscoprendo i pezzi musicali più gettonati nell’epoca d’oro delle discoteche
e degli anni sessanta. Devo dire che ha funzionato…
Con quale tipo di pubblico? Gli ultra trentenni?
Al contrario, la maggioranza erano e sono ragazzi tra i venti e i trent’anni. Ma c’è da dire che la musica italiana rende possibili
notti all’insegna del divertimento dove si incontrano persone di generazioni diverse.
Era questa la magia della discoteca che abbiamo perduto.
Ma i suoi famosi lunedì si riproponevano ogni anno senza cambiamenti?
Assolutamente no. Siamo stati sempre attenti, di stagione in stagione, a cambiare qualcosa. La discoteca non può stare ferma. Un
imprenditore deve sempre concentrarsi sui dettagli e investire in modo oculato. Con Erik, il Dj storico delle notti italiane, abbiamo
sempre studiato palinsesti musicali rigorosamente autentici ma con quelle diversificazioni che davano la sensazione al nostro
pubblico di vivere serate sempre diverse.
Oggi si dice che le discoteche siano morte o giù di lì. Lei cosa ne pensa?
Purtroppo c’è del vero in affermazioni così radicali. Oggi la discoteca non è più una priorità. La gente arriva troppo tardi e
assume comportamenti inaccettabili per un imprenditore. Io mi rifiuto di farmi travolgere da queste mode che non siamo stati
capaci di arginare.
Noi abbiamo sbagliato verso la metà degli anni novanta a non cavalcare in prima persona la riforma della notte. Dovevamo
darci regole più serie. Non l’abbiamo fatto e quindi ci siamo trovati a gestire fenomeni che non c’entrano nulla con la cultura
aziendale. Molti miei colleghi, spaventati o disorientati da un pubblico che non capivano più, si sono buttati nelle mani di pr
improvvisati, senza cultura.. E’ stata la fine degli anni d’oro delle discoteche.
Tutta colpa dei pr e delle mode? Oppure c’è dell’altro?
Non ho detto questo. Ho detto che i primi ad essere colpevoli siamo stati noi imprenditori, in particolare noi che eravamo
dirigenti del sindacato di categoria, allora più importante. Non siamo stati capaci di darci regole serie. Forse non siamo stati
bravi a dialogare con le istituzioni, forse abbiamo unicamente tamponato delle emergenze. Ma dal punto di vista aziendale
troppi di noi, delusi da situazioni sempre più difficili, hanno alzato bandiera bianca. I clienti si sono abituati a comportamenti
sempre meno coerenti dal punto di vista commerciale ed alla fine la discoteca si è trasformata in una attività a rischio.
Erik Lugaresi e Riky Dj
Quali le soluzioni? Ci deve pur essere una via d’uscita!
Io sono ancora qui, nonostante provi, sempre più, un forte desiderio di lasciare questo mestiere. Ma l’idea di consegnare le mie
strutture a gestioni che considero assurde mi dà la forza di continuare, anche in questo momento così confuso ed ambiguo.
La mia soluzione è questa: torniamo ad essere veri imprenditori, torniamo a gestire i nostri locali con autorevolezza, rispettiamo
le regole fondamentali dell’economia.
Vede, molti miei colleghi pur di riempire i locali vanno in rosso. E’ assurdo vedere gestioni che saturano un territorio e poi scoprire
che dopo pochi mesi sono in fallimento totale. E’ chiaro che in questi mesi demenziali hanno danneggiato l’attività di colleghi
più professionali, costringendoli a modalità anti economiche. Molti dei locali che hanno inflitto danni mortali alle discoteche
sono abusivi, per quanto riguarda la musica e il ballo. Dal 2000 ad oggi si è consumata sulla nostra pelle un grave ingiustizia.
Dobbiamo arginare la concorrenza sleale, altrimenti moriremo tutti.
Lei cosa propone?
Oggi sarebbe prioritario intervenire sulle leggi e riqualificare il settore.
In campo legislativo regioni e comuni hanno emanato regolamenti per l’organizzazione degli eventi di spettacolo e intrattenimento
con disposizioni sulla sicurezza differenti tra loro diffondendo di fatto comportamenti abusivi legalizzati.
Dobbiamo essere più organizzati, più partecipativi. Dobbiamo metterci più cuore. Probabilmente dobbiamo mettere mano al
portafoglio. Ma soprattutto dobbiamo vivere i nostri locali con idee nuove, circondandoci di collaboratori seri e lavorando per
rispettare il nostro pubblico che non ci ha affatto dimenticati.
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club life
club life
CHI L’HA DETTO CHE LA DISCO
estrema E’ IN CRISI?
di Lorenzo Tiezzi
Le discoteche che propongono sonorità forti, non sono tutte quante in crisi. Piuttosto, il rito di chi va a ballare pensando solo
alla musica e non all’ambiente o alla ‘bella gente’ è tornato in un underground in cui fa poco notizia. Il bello è che intorno ai
club di questa scena attiva anche d’estate stanno crescendo non solo dj ma anche collettivi italiani specializzati in musica
elettronica d’un certo tipo, formazioni costano meno dei guest internazionali da 20 - 30.000 euro... e spesso suonano pure
meglio. La sesta stagione del Bolgia di Osio Sopra (Bg) si è prolungata fino al 28 giugno, chiudendosi con uno dei classici del
locale, la serata Cena da Gigi organizzata coi dj e lo staff dell’Alter Ego di Verona. “Abbiamo portato nella nostra zona
una ‘novità’, ossia abbiamo voluto riutilizzare dopo un lungo periodo in cui a Bergamo Lecco e Milano non suonavano quasi
più, dj d’esperienza come Marco Dionigi e Cristian Gucci” - spiega Giordano Vecchi, che gestisce il club con la sua famiglia
– “Più che fare ricerca artistica astratta, cerchiamo di capire cosa può funzionare nel nostro locale, tutto qui”. Il Bolgia è
una sorta di disco – circo: i giovani che lo frequentano ogni notte fanno il giro del mondo, musicalmente parlando, ma
vanno sempre nello stesso locale. Ci sono show trasgressivi come Diabolika by m2o oppure top dj come David Morales,
perfomance d’avanguardia come il live set Menage a Trois con Coccoluto, Saturnino ed altri artisti (Megahertz, Deelay)
oppure 5 ore di musica con un regular guest d’eccezione come Intrallazzi, il creatore del sound del locale. “Un altro dei
nostri punti di forza credo sia la capienza” - conclude Vecchi - “Possiamo ‘fare serata’ con 1.000 persone ma arriviamo fino
a 4.000, dipende dall’evento e dalla sua collocazione nel calendario”.
Proprio il 28 giugno al Cocoricò di Riccione (Rn), la più spinta delle disco della riviera romagnola insieme all’Echoes ha
presentato uno degli eventi della sua stagione, ossia un dj set del grande, immenso Sven Väth. Da 19 anni sotto la piramide
si alternano solo e soltanto dj dal ritmo forte, all’avanguardia. Passando al centro Italia, lo Zen Club è senz’altro uno dei successi estivi a Roma per quel che riguarda il ritmo più spinto e
a bordo piscina quest’estate in console presenta solo nomi d’un certo calibro: l’11 luglio arriva Carl Cox, il 19 Roger Sanchez
e via dicendo. D’inverno e per i grandi eventi il testimone passa allo staff del Goa di Roma, ovvero sua maestà Coccoluto
e Giancarlino, capaci nelle loro serate di mescolare esclusività ed elettronica come in pochi altri spazi italiani.
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A Napoli il clubbing invece si divide in due categorie: chi cerca un’atmosfera sofisticata e selezionata d’estate e d’inverno
frequenta l’universo Voga. Gli altri invece vivono i mega eventi degli Angels of Love, di solito organizzati all’immensa
discoteca Metropolis. Gli anni passano ma il livello musicale della house napoletana è altissimo, uqasi impossibile da
raggiungere altrove e infatti lo staff continua a collaborare con i club ibizenchi e gestisce spesso serate anche in riviera,
quest’estate quelle dell’Altro Mondo Studios.
A Milano la musica più forte suona in diversi club e a tutti gli orari. Le notti del Pulp sono diventato un successo soprattutto
da quando durano fino al mattino ed oltre, ad esempio. E uno dei collettivi itineranti di maggiore successo è senz’altro quello
del Pervert. Anzi, più che un semplice staff, quello giallo taxi & nero notte del Pervert (questi i colori della scorsa stagione) è
un mondo. Gli eventi si spostano continuamente da un locale all’altro, ad esempio l’Amnesia e il Rolling Stone e i sold out si
susseguono. I guest ci sono e sono importanti, ma non hanno i costi spropositati di miti come Sven Väth e i giovanissimi che
frequenantano i party lo fanno soprattutto per l’elettronica di Remo e Oby Baby. Un altro spazio vivo anzi vivissimo dal
punto vista musicale in città sono i Magazzini Generali che d’estate spostano la loro serata di punta, il mercoledì gratuito ed
universitario, al Beach Solaire dell’idroscalo. I Magazzini spesso ospitano dj da decine di migliaia di euro come l’inarrivabile
Erick Morillo, ma anche in questo caso più che i nomi dei dj per il successo conta la ricerca musicale e la reputazione che
negli anni il club è riuscito a crearsi con resident di livello assoluto come Lele Sacchi. In questo senso, la collaborazione col
circolo artistico Bitte e lo Ied (Istituto Europeo di Design) contano almeno quanto dei dj set di Carl Cox. L’arte e la ricerca
pagano almeno quanto la cassa dritta.
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club life
club life
BOX 1
QUELLO STRANO MIX DI TENDENZA & FASHION CHE FA BALLARE IL LAGO
Le Palafitte di Sulzano d’Iseo è certamente un fashion club: capienza ridotta, ristorazione & aperitivo pre disco da vivere in
bianco. Ma il sabato notte alla sua console ospita top djs specializzati in elettronica come Ivan N e soprattutto Intrallazzi.
“L’esclusività per noi conta quanto la musica, solo così riusciamo a regalare emozioni ai nostri clienti”, spiegano Paolo
Battaglia e Andrea Cancio che gestiscono le serate.
BOX 2
LA HOUSE A 360 GRADI E LA TRASGRESSIONE IBIZENCA DI SALVACION
Una delle poche certezze in ambito ritmo forte è Ibiza. Tra i promoter che organizzano party di maggior successo in giro per
l’Italia c’è senz’altro Salvacion Ibiza. I dj e le splendide go go dancers del party di Stefano Barro non solo per l’estate ’08
non solo animano i party del martedì a El Divino, il weekend spesso arrivano in Italia e fanno ballare, tra gli altri. la Baia
Imperiale a Riccione e il Tinì a Marina di Cecina.
BOX 3
TIESTO IN SPIAGGIA E NEI CLUB
Tiësto sta diventando anche in Italia la star dj djing e della musica dance che è già da tempo in tutto il mondo. Il 27 luglio
suona all’Altro Mondo Studios di Rimini e il 3 agosto fa ballare la Spiaggia del Faro al Lido di Jesolo. Il suo sound più che
estremo è vario e mescola cassa dritta e tanta melodia. I suoi cd e i suoi dvd in Italia vendono tra l’altro molto bene. L’ultimo,
una doppia compilation mixata, si chiama ISOS 7: Asia.
Un’altra realtà all’avanguardia, tra le poche a saper cambiare marcia nel panorama italiano, è il Mazoom Le Plaisir di
Sirmione (Bs). Il nuovo corso del club parte proprio con l’estate ’08 e punta, invece che su minimal e guest stranieri, sul
sound dei più storici dj italiani, Ricky Montanari e Walter S. Il club di Sergio Buio è una factory creativa che coinvolge Pride
Records, una label che tra I suoi artisti conta anche i Deelay, ovvero Alex Farolfi e Paolino Rossato di Radio Deejay. “Was
dog a doughnut, il nostro primo singolo con Pride è andato molto bene su Beatport e abbiamo esaurito tutti i vinili”, racconta
Farolfi. “Ma quello che ci piace di più è l’ottimo rapporto con ragazzi della label. A loro la nostra musica, un mix che unisce
groove electro house attuali e sample anni ’70 – ’80 – ’90, piace davvero”. I Deelay spesso suonano all’estero. “Non solo
al Pacha, anche al Guest House di New York abbiamo trovato impianti e console da sogno. I club all’estero sono vere
aziende basate sulla musica, in Italia accade raramente”. Paolino e Alex sono una vera band, piuttosto diversi dai dj della
vecchia generazione, così concentrati su se stessi e la propria immagine. “Il nostro primo disco con Pride l’abbiamo fatto
con Shorty, un giovane dj che lavora con noi in radio e l’altra sera, quando abbiamo suonato alla Triennale, siamo rimasti
impressionati dagli Amigdalax… Dovremmo imparare ad apprezzare la creatività dei nostri connazionali, soprattutto quella
dei giovani”, conclude Alex.
Chiudiamo citando due collettivi italiani emergenti, gruppi che accanto ai Krakatoa (ovvero Samuel from Subsonica & Pisti)
fanno già ballare l’Italia che ama la musica che spinge: i Cyberpunkers puntano su un look forte (suonano sempre con una
maschera) e su un french touch piuttosto acido. Gli italoinglesi Dlivedigital, hanno un sound vicino alla trance e propongono
un live set d’avanguardia dal punto di vista tecnologico.
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Tabù Club
di Lorenzo Tiezzi
Lap dancers, pole dancers e spogliarelliste sono sempre più ‘cool’. A Los Angeles e a Tokyo, poi, le sexy ballerine sono una
presenza fissa anche in discoteca. Basta guardare i video americani su Mtv, non solo di artisti hip hop come 50 Cent, anche
della recente hit estiva di Kid Rock “All Summer Long”, per accorgersene. E anche le cubiste o le perfomer, dopo un periodo
‘out’, sono tornate ad animare tutte o quasi le serate delle disco italiane.
“Non credo che l’universo dei lap dance sia poi così diverso da quello dei lap dance, soprattutto quando questi ultimi
vengono gestiti in un certo modo”, racconta David Mazzom, il creatore del Tabù Club di Vescovato (Cr), una novità che
ha avuto sin da subito un grande successo.. “Direi anzi che i due tipi di locali, le disco e i lap dance, sono destinati sempre
più a diventare un tutt’uno”, spiega David che ha lanciato il locale nel dicembre 2007 insieme ai soci Valerio Florio e
Leo Brusamonti. Ritmo, bella musica, vocalist, spettacoli con vere scenografie e ballerine professioniste... Gli ingredienti del
divertimento del Tabù sono questi.
Più che un night club, definizione vaga che dovrebbe comprendere un po’ tutti i i locali aperti di notte e che poi è abbreviata
in night (locale per uomini soli) o club (discoteca di piccole dimensioni), è giusto chiamarlo lap dance, ossia un locale in cui oltre
a musica e show una buona componente del divertimento è data di tante belle ragazze che ballano in modo sensuale.
Il progetto però è molto lontano dai purtroppo consueti capannoni con luce estremamente soffusa in cui le ragazze si
appendono a un palo solo per non cadere addormentate dalla noia... Tabù Club nasce nella location della discoteca Space
ed è un locale di grandi dimensioni, immenso per essere un lap dance. E’ probabilmente il più grande locale italiano La
capienza è di circa 600 persone: 1500 metri quadrati con 4 bar, ben 18 privè (che presto diventeranno 25). Aperto ben
4 sere la settimana, dal giovedì alla domenica, Tabù club è stato realizzato anche con la collaborazione di Beppe Riboli,
uno dei più noti architetti della notte in Italia e nel mondo. “Ho voluto uno stile che mescolasse elementi francesi e americani.
In particolare, un mix tra il cabaret francese e la creatività innovativa dei locali di Miami”, spiega David. E il risultato è un
successo che coinvolge anche il gentil sesso: il 10% circa della clientela del Tabù è fatto da ragazze che vogliono passare
una serata divertente e solo un po’ trasgressiva. Una percentuale piccola ma importante, tra l’altro in costante crescita.
Che il futuro dei night club o dei lap dance, a ognuno la sua definzione, sia in realtà un ritorno al passato, ossia locali in cui
intorno alle performance di belle ragazze sono costruiti veri show degni di quelli di Las Vegas o de Le Folies de Pigalle? Se
fosse davvero così, passarci notti colorate e divertenti sarebbe quasi naturale.
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TRE DOMANDE A DAVID, PROPRIETARIO E GESTORE DEL TABU’
Che tipo di serate offrite ai vostri clienti?
Divertimento sano e niente tempi morti. Ossia, tutti sanno che le ragazze sono importanti, è fondamentale che siano sexy e
bellissime, ma devono essere delle vere artiste dell’intrattenimento. Lo sbaglio di tanti gestori credo sia quello di considerarle
parte dall’arredamento, in realtà intorno alle loro performance bisogna realizzare veri spettacoli.
Quali sono gli ingredienti per un lap dance di successo?
Un lap dance non è un night, il primo sbaglio sarebbe proprio fare questa sbagliata equazione. Ci vogliono tante pr,
ossia pubbliche relazioni fatte con umiltà e professionalità, un gran numero di belle ragazze che sappiano essere anche
professioniste. In generale, conta la capacità di capire quando ogni cliente esce soddisfatto dal locale... e non accontentarsi
di tutto ciò, assolutamente. Come in ogni lavoro si deve volere sempre di più, non accontentarsi mai. E si deve pensare alla
soddisfazione di tutto il personale, dai barman ai tecnici delle luci, perchè il successo è sempre qualcosa di collettivo.
Qual è il segreto del successo del Tabù?
Un mix di passione, amore per il nostro lavoro. Come sempre dietro ai buoni risultati c’è tanto, tanto lavoro.
Tabù Club
Via Padana Inferiore - SS10, Vescovato (CR)
Uscita autostradale A21:
Cremona (sempre dritto per 7 km verso Mantova)
Aperto dal Giovedì alla Domenica (dalle 23:00 alle 04:00)
Per prenotazioni : 349 40 16 570
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DJS
di Lorenzo Tiezzi
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Oltre ad altri progetti, Catrina sta concretizzando due obiettivi importanti: una compilation come dj
in uscita a luglio ’08 con Pride Records (“Summer Collection”) e le sue prime produzioni discografiche
come artista. “Saint Barth alle Antille, poi Ibiza e Formentera, poi New York, la Costa Smeralda... La mia
è stata un’estate sempre in movimento, come quella che l’ha preceduta”, spiega sorridendo. “Ormai la
mia attività di dj non mi lascia scampo, devo suonare! Ovviamente, non è un dovere ma un piacere
immenso. Io la dj ho iniziato a farla per la grande passione per la musica che ho sempre avuto e pure
per smettere di andare a fare serate ‘vuote’, in cui firmavo solo autografi senza fare niente... Oggi che
sta diventando un lavoro vero, pieno di successo e soddisfazioni, non mi sembra vero”. Più che una
vip, Catrina si sente una ragazza di successo. “Mi piace da impazzire quando persone di un certo
tipo ballano la mia musica... e’ successo qualche martedì fa al The Club, al Fidelio, il party di cui sono
resident. C’erano Simona Ventura e Costantino e non sono stati fermi un attimo. Ma quello che conta
è che in discoteca ci vengano persone che hanno voglia di divertirsi, quello è il pubblico ideale. Se
sono vip o no, conta molto meno”.
www.catrinadavies.com
www.myspace.com/catdeejay
CATRINA DAVIES DJ
E’ un personaggio noto a tutti, non solo da chi frequenta le discoteche visto che è, o meglio, è stata
‘l’urlatrice del Grande Fratello 5’ e oggi sta iniziando con successo anche la carriera di attrce.
Ma Catrina Davies, 27 anni, è gallese (di Cardiff) è soprattutto una dj girl o una miss dj che si
sta imponendo nei più importanti locali italiani e non solo. E’ resident dello storico martedì notte di
Milano, Fidelio, suona spesso al Pineta di Milano Marittima, al Sesto Senso di Desenzano del Garda
ed è dj testimonial del tour che Nastro Azzurro ogni estate organizza in Sardegna. La sua musica è
elettronica, spumeggiante come il suo carattere... la sua tecnica al mixer solida, la selezione musicale
sempre originale. I più attenti si accorgono che il suo modo di mixare deriva da quello dell’r’n’b, in cui
i dj passano da un disco all’altro ‘tagliando’ i pezzi con energia, senza lunghi mixaggi.
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di Lorenzo Tiezzi
NARI & MILANI
Maurizio Nari e Ronnie Milani, al mixer Nari & Milani producono e
propongono da anni musica electro house. Ogni mese, un giovedì
sera, hanno il loro show su m2o, l’unico netw ork radiofonico
italiano (gruppo l’Espresso) dedicato alla musica dance. Già nel
1999 raggiunsero la finale del Festivalbar col brano “Sunshine &
Happiness” e il progetto Nerio’s Dubwork e da allora è praticamente
impossibile raccontare in poche righe tutti i loro dischi. Diciamo allora
che oggi producono i dischi dance italiani di maggior successo in
Europa, ossia quelli di Alex Gaudino. E remixano talenti internazionali
come Laidback Luke (l’hanno fatto per Stealth Records, la label di un
certo Roger Sanchez). Hanno appena realizzato un remix di “I Feel
Love”, il classico disco anni ‘70 di Donna Summer oggi reinterpretato
da Louis Botella e remixato anche da Jerry Ropero per Yaaah records
. E’ in uscita, infine, il progetto Nari & Milani pres Dek 33, già richiesto
da Paul Van Dyk per la sua etichetta. Tutto ciò perchè il loro sound
è particolarmente efficace e variegato. Ma non è tutto, in giro per
l’Europa, Nari & Milani sono vere star: insieme col loro live dj set a
4 mani hanno fatto ballare il Red Light di Parigi, un club dove hanno
suonato dj del calibro di David Guetta, Erik Prydz, e Steve Angello
e sono costantemente guest in giro tra Francia, Spagna, Svizzera,
Germania e Belgio.
www.myspace.com/nariemilani
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Come sempre nelle coppie di successo è dura dividere chi fa cosa, ma
Nari è più dj e Milani più musicista... Maurizio Nari fa spesso ballare
il Villa Papeete di Milano Marittima, uno dei più esclusivi club estivi
italiani e pure l’Hakuna Matata di Riccione. Tra le ultime novità che
riguardano uno dei dj duo più attivi in Europa, una collaborazione
con Roger Sanchez, ossia una dj set mixato prodotto per il programma
radiofonico “Release Yourself” e ottimi risultati su Beatport con diverse
loro produzioni, ad esempio il progetto No Tone feat. Inusa Dawuda,
col brano “Down Down Down” (Molto Recordings) ha raggiunto la
testa della classifica del il sito più importante al mondo per i dj, la
mecca del download legale dance.
www.myspace.com/waltersdj
WALTER S
Stefano Bernardelli, alias Walter S., nasce a Mantova nel 1963.
E’ un grande appassionato di musica black soul e funk, ama molto quindi artisti come Osibisa, Weather Report e di altri importanti movers.
A soli 13 anni inizia a frequentare i locali culto del momento quali la Baia degli Angeli di Gabicce, il Cosmic di Lazise, Les Cigales di Brescia
e non da ultimo il Chicago di Bologna. Proprio a Bologna, tra l’altro, suona spesso anche attualmente, al Doc Show. Nonostante i suoi
genitori desiderassero una maggiore dedizione agli studi, Walter covava il desiderio di applicarsi professionalmente alla sua passione innata,
ovviamente la musica. Inizia quindi a proporsi come Dj in molti locali emiliani suscitando da subito l’interesse dei clubbers e degli addetti ai lavori.
Nel 1991 la crescente notorietà lo porta ad approdare alla consolle del Mazoom Le Plaisir di Sirmione e cavalcando l’onda del fenomeno
House Music, esprime la sua ricerca scrupolosa di sonorità elettroniche e deep. Walter è tuttora l’anima musica del club e non a caso mixa
ogni anno la compilation legata a White Trash, il party mito di metà settembre. Il leitmotiv dei suoi set è un ritmo coinvolgente e caratterizzato
da uno spiccato connubio fra eleganti melodie e risonanze d’avanguardia. Con la sua competenza musicale è riuscito a coinvolgere pure
Roberto Cavalli che l’ha scelto per musicare alcune delle sue sfilate.
Ecco come racconta il club a cui è più legato. “Il Mazoom è sempre stato il locale innovativo, in cui un dj può, anzi deve, sperimentare cose
nuove. Il pubblico è sempre stato giovane, ed è una cosa molto positiva perché a una certa età, purtroppo, le persone preferiscono i locali
‘tranquilli’, ‘comodi’. La musica nuova la sentono i giovani. Al Mazoom Le Plaisir vengono ragazzi che hanno anche un loro gusto nel vestire,
che non si divertirebbero in un locale solo straight (eterosessuale) o solo gay, in cui tutti sono vestiti in jeans e maglietta. E la musica deve
essere così, varia e colorata.” La professione del dj è cambiata nel tempo… “Si, certo che la professione del dj è cambiata, ma i dj erano
anni fa ancora più star di adesso. La musica di importazione americana ce l’avevano solo loro, i ‘professionisti’, oggi con internet è tutto più
facile. Oggi i dj li differenzi per popolarità, non per i dischi che riescono ad avere. Prima per certa musica, e la musica da ballare era tutta
americana o quasi, bisognava andare a New York. Oggi è più facile andare in consolle e suonare ma ci vuole ancora capacità. Ci vuole un
background solido. Ci vuole personalità, e non solo i vestiti che hanno addosso. Bisogna essere più personali possibile”.
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VOCALIST
di Lorenzo Tiezzi
ISA B
Isa B è il nome d’arte di Isabella Valentini. Nata a Firenze nel 1966, è stata la prima vj italiana su Match Music Television nel 1992 e ancora
oggi collabora con quella tv. All’epoca la tv satellitare non esisteva ancora, si trattava di un programma musicale in onda su emittenti private
girato nelle disco italiane. La rete deve moltissimo alla sua energia e a tour molto stancanti in cui lo staff e la presentatrice toccavano anche 5
o 6 locali per sera. Infatti, Isa B è stata ed è ancora oggi una vera protagonista a Match MusicTelevision senza mai lasciare la conduzione
dei programmi. Tra i mille show radiofonici a cui ha partecipato, citiamo almeno quello su Radio Deejay con Paoletta. E poi Capital e Station
one. Dal ’96 Isa B inizia ad occuparsi esclusivamente della musica internazionale intervistando tutti i maggiori esponenti come Duran Duran,
Take That, Gwen Stefany, Texas, Cris Rea, Morcheeba e tanti altri. In tv ha condotto Jamming con Samuele Bersani e Eleonoire Casalegno in
onda su Italia 1. Mentre su Rai 2 ha condotto Irregular Station un settimanale su tutto il meglio in circolazione nel mondo dei giovani, musica
(etc) e pure Doppia vù, un programma giornaliero dove presentava la classifica internazionale.
E accanto alla sua attività in tv e in radio, su media, Isa B ha pian piano aggiunto una seconda carriera come vocalist nei club, fino a diventare
quello che è oggi, una delle pochissime vere professioniste in attività. All’inizio della sua carriera ha collaborato col Tenax e oggi il Pineta di
Milano Marittima e il Sottovento di Porto Cervo, solo per citare due dei locali top italiani, parlano con la sua voce.
Lo stile di Isa è inconfondibile: mai e poi mai azzarda frasi ad effetto tipo “su le mani”, né passa il tempo a salutare questo o quel tavolo. La sua
energia la comunica ballando e cantando con classe ed eleganza sui brani che il dj propone.
www.deelay.it
DEELAY
I Deelay sono Alex Farolfi e Paolino Rossato, da anni colonne musicali
di Radio Deejay. Alex fa il dj nei club dal 1990. Tamperer Feat. Maya,
Crystal Waters, Corina Joseph, Moloko sono solo alcune delle sue
produzioni di successo a partire dal 1997. Paolino Rossato mixa in
discoteca dal 1993 e The Ark, Dakar e Grinser sono alcuni dei suoi
remix di successo. Lavorano entrambi da anni a Radio Deejay, di cui
sono vere e proprio colonne musicali e formano i Deelay. Modesti fino
all’inverosimile, normali e sereni in mondo in cui l’egocentrismo domina,
in console lavorano duro e spesso non alzano neppure gli occhi dai
computer, se non per guardare la pista... Infatti si sono scelti un ruolo
piuttosto diverso da quello di tante dj star che puntano a stupire o farsi
guardare.
Quando sono insieme dietro al mixer dei club i Deelay propongono un vero e proprio concerto di musica elettronica, un continuo live remix
di brani nuovi e grandi hit del passato della dance. Un concentrato musicale tutto da ballare. A differenza di tanti collettivi dance di ottima
qualità ma un po’ concentrati su stessi e sulla propria musica, i Deelay sono poco autoreferenziali e la loro proposta musicale è soprattutto
quella dei dj ‘tradizionali, ossia la loro musica in serata è soprattutto un mix di brani altrui. Il risultato è un flusso musicale divertente e solare,
adatto a situazioni molto diverse tra loro perchè mette insieme la tecnologia e il live remix (si presentano in console con: due Powerbook G4,
due Mixer Evolution midi,1 Trigger finger, 1 Tastiera M-Audio... Non suonano cd o vinili, ovviamente) col gusto di ripescare questa o quella
chicca dal passato. Per questo i Deelay sono tra i pochissimi a poter suonare una sera in un club di ‘tendenza’ come il Mazoom Le Plaisir e la
sera dopo in un fashion club italiano o estero. Non è per caso che spesso suonano all’estero in top disco come il Pacha di New York. In sintesi
sono dei manipolatori di musica a 360 gradi.
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www.myspace.com/IsaB3 HH • 31
VOCALIST
Dolce vita
di Lorenzo Tiezzi
MC CODY
E’ un vero e proprio animale da console, l’unico che Joe T Vannelli vuole
sempre al suo fianco per caricare il dancefloor durante i suoi set. 35enne
o giù di lì, ligure è da sempre appassionato di musica dance. I suoi primi
passi artistici li muove proprio in Liguria nei primi anni ‘90 collaborando
con gli staff più attivi della regione, facendo muovere anche club
importanti come il Covo di Nord Est. Nel ‘95 viene chiamato dal Matis
di Bologna. “E’ stata la prima grande occasione per potermi esprimere”,
racconta Cody con la modestia che da sempre lo contraddistingue. Ma
il suo percorso è tutta una costante ascesa. Nel ‘97 è all’Insomnia di
Pisa e lavora in console accanto a un certo Alex Neri (Planet Funk) e
nel 2000 trova casa, ossia diventa la voce ufficiale di Supalova Club, il
party di un certo Joe T Vannelli, anch’egli professionista della voce e non
solo dei dischi. Con Joe e con la crew di Supalova gira da tempo tutti
i club più importanti d’Italia, partendo ovviamente dai due che Vannelli
ha recentemente acquistato (La Canniccia in Versilia e L’Area Venezia).
Cody ha anche diverse esperienze radiofoniche, soprattutto sul network
nazionale Radio 105, col programma Dangerous Network e su Radio
Deejay, dove è spesso ospite dello show Slave to the Rhythm.
Grazie a un’ottima conoscenza della lingua inglese e una passione vera
per la musica, Cody riesce a portare il suo stile anche all’estero, un fatto
davvero inusuale per un vocalist italiano. Tra i club internazionali in cui si
è esibito citiamo almeno Cavo Paradiso di Mykonos, il Sage di Berlino,
il Liquid di Amburgo, il Glam di Zurigo, Il Vip di Parigi, il Jet Leg di mosca
e il Privilege di Ibiza.
www.myspace.com/mccodyvox
Pamela Anderson madrina
de The Royal Race Charity
Run: sabato 20 settembre
al Malemi Beach&Club, Lago
di Garda
di Daniele Spadaro
Una delle kermesse più calde di sempre: Marcus Von Anhalt, il Principe glamour di
Germania e Pamela Anderson, la bionda più popolare al mondo, uniti per l’ eventolusso Royal Race Charity Run 2008, in calendario da mercoledì 17 a domenica 21
settembre 2008. L’ unica tappa italiana è in calendario sabato 20 settembre ed
approda al Malemi Beach&Club, Lago di Garda.
Pamela Anderson, la super bionda diventa icona planetaria grazie alla serie tv
Baywatch, attualmente è impegnatissima in prima persona come rappresentante
e testimonial di Peta (People for the Ethical Treatment of Animals), organizzazione
non-profit a sostegno dei diritti degli animali. In questa veste è infatti pronta ad
accettare un’ assegno di 50mila dollari dagli organizzatori della Royal Race, così
come si presenta a questa kermesse in veste di co-guida della Mc Laren Slr del
principe Marcus. Sabato 20, al Malemi, si apprestano ad attraversare il red carpet
allestito per la circostanza, nonché a presenziare e ad animare il party ufficiale. A
questa manifestazione/passerella – rigorosamente non competivita – partecipano un
massimo di sessanta vetture, d’ epoca e non, comunque di gran lusso: Mc Laren Slr,
Ferrari, Lamborghini, Rolly Royce Phantom, Porsche Gt3, Bentley.
Per essere presente a questa manifestazione, la Anderson sospende il tour
promozionale per il suo nuovo tv show “Pam: a girl on the Loose”, in Italia trasmesso
da E! Entertaiment (canale 114 bouquet Sky).
The Royal Race Charity Run dura 5 giorni, attraversa 5 località da jet set (Cannes,
Saint Tropez, Montecarlo, il Lago di Garda e Monaco di Baviera), coinvolge 5
hotel a cinque stelle, prevede 5 party esclusivi ed un budget di 50mila dollari a
favore di Peta.
Con The Royal Race Charity Run, il Malemi Beach&Club entra a far parte di un
network esclusivo comprensivo tra gli altri dell’ hotel Martinez di Cannes, il Vip
Room di Saint Tropez, l’ hotel Hermitage di Montecarlo e il ristorante L’ Ecrin Plage
di Cannes.
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DANCING
DANCING
Miss Nady DANCING
di Lorenzo Tiezzi
Miss Nady è un dancing all’avanguardia. Con la sua notevole capienza propone serate di gran liscio con le migliori orchestre che
si si esibiscono su in palco di 40 mq dotato di un vero sipario di 12 metri. All’inizio della serata il sipario si apre insieme alle danze
con una sigla tutta personalizzata del locale. Come dicevamo, la capienza del club è notevole e la pista più grande è di ben 300 mq
(quella più piccola di ‘soli’ 80mq, per chi preferisce “un... giro piu’ corto”). I due bar sibi capaci di dare un giusto servizio con barman
specializzati... Da ricordare il cocktail dell’ amore non nato per caso nelle speciali serate del venerdi’, dedicate al sentimento che
tanto dovrebbe riempirci la vita. Il sabato, la serata di punta per la partecipazione, conta tanti clienti provenienti da oltre 200 km di
distanza che raggiungono il Miss Nady per ascoltare e ballare le loro orchestre preferite perchè nel locale ritroveranno un buon servizio.
Ad esempio, c’è la possibilità di prenotare a distanza tramite segreteria il proprio posto a sedere gratuitamente e pure quella di essere
accolti all’ingresso del locale e poi accompagnati al proprio tavolo. La domenica sera viene preceduta da un allegro pomeriggio
danzante con terzetti o quartetti che non hanno nulla da invidiare alle grandi orchestre, mentre la sera diventa ritrovo per i ballerini
instancabili che il piu’ delle volte danno presenza nelle tre serate consecutive usufruendo così delle 3 bibite in omaggio che regala
l’abbonamento.
Tra i servizi del Miss Nady ricordiamo il Telo Cortesia per i fumatori
piu accaniti che non vogliono usufruire dell’ ampia sala fumatori
ma preferiscono affrontare il freddo invernale all’esterno nel locale
avvolgendosi in una calda e coloratissima coperta di pile.
Il locale punta sull’accoglienza e sul servizio, ma anche sulla tecnologia.
Ci sono tre video proiettori: uno mostra gli eventi televisivi gli altri,
i videoclip delle orchestre proprio nel medesimo istante in cui l’
orchestra suona la sua videocanzone. Da poco sono state installate
su palco e pista luci a led di ultima generazione a basso consumo
per agevolare le orchestre ospiti e clienti limitando cosi anche l’
emissione di eccessivo calore... e come potrebbe una discoteca che
si rispetti senza un dj di fama? Nell’ambiente del liscio Papajoe è
tra i professionisti più conosciuti e rispettati nell’ambiente, un artista
che vanta anni di esperienza. Tutto ciò conta non tanto per la tecnica
di passare da un disco e l’altro ma nel saper organizzare e gestire
un programma di serata perfetto.
Ogni anno il locale effettua diverse migliorie: quella di questa stagione
sono uno schermo gigante all’ingresso, due effetti sferici a specchi
e un’insegna “Miss Nady” posta all’ interno del locale... e molte
altre novità che verrano svelate in anteprima nelle prime serate
autunnali. Infatti se il dancing d’estate chiude, lo staff continua a lavorare
occupandosi di feste di piazza, appuntamenti di grande importanza nel
nord Italia.
Miss Nady
tel. 0523 824565
Quartiere Longo 23
29010 Castelvetro Piacentino (Pc)
www.missnady.it
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rubrica
rubrica
Disco chic
con Lancia Musa a Forte dei Marmi
di Lorenzo Tiezzi
Da luglio a fine agosto 2008 ben 60 Lancia Musa hanno preso possesso
del Forte, del lungomare e dei locali di tendenza, al servizio dei turisti,
contribuendo ad eliminare gli ingorghi tipici del periodo estivo ed il
conseguente “stress da vacanza”. L’iniziativa si chiama City Limousine
Service e ha avuto una madrina d’eccezione, l’attrice Claudia Gerini che
per qualche giorno ha lasciato Sabaudia (dove d’estate soggiorna con
Federico Zampaglione dei Tiromancino, il suo compagno). In pratica, tutte le
strade del comune sono state chiuse alle auto di chi non è residente, ma chi
ha voluto spostarsi ha potuto farlo grazie alle 60 Musa realizzate tra l’altro
con un’altra eccellenza Made in Italy, Poltrona Frau. Di notte, in particolare,
in collaborazione con i gestori dei più importanti locali di Forte dei Marmi,
il Comune ha poi utilizzato le Lancia Musa per il trasporto al ritorno dalle
discoteche di chi ne avesse bisogno, all’insegna del divertimento in sicurezza.
Una risposta chiara e precisa a chi vuol tornare a casa in tranquillità dopo
una serata in discoteca. Troppo spesso si fanno proclami vuoti sulla sicurezza
stradale e poi di notte chiamare un taxi all’Idroscalo di Milano, a 5 minuti di
macchina dall’aeroporto di Linate diventa impossibile.
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fashion & music
fashion & music
NIGHTSTYLE
Salvaciòn Ibiza & Datch,
matrimonio notturno
di Lorenzo Tiezzi
TOO LATE, L’OROLOGIO EASY IN GOMMA
L’ha creato Ale Fogazzi, un giovane imprenditore bresciano da sempre
appassionato di club e dance music (ha lavorato come discografico e
gestisce un portale musciale, Musicgel.com) ed è diventato il gadget
più ambito dell’estate ’08 non solo in Italia. Facile e poco costoso
(costa 15-18 euro) è stato e continua ad essere supportato da tanti
party in discoteca… Ma piace a tutti, professionisti compresi.
Datch non è nuova a operazioni di marketing di un certo rilievo: ha trasformato il
Forum di Milano in Datchforum. Ed è pure molto attiva di notte, visto che collabora
con diversi dj testimonial. A Ibiza, per l’estate ’08, ha fatto di più. Si è stabilita a El
Divino, forse il club più chic di Ibiza col party “The Luxury Datch Night”. Su Myspace.
com/salvacionibiza si può vedere come il party Salvaciòn Ibiza abbia cambiato look &
immagine per avvicinarsi all’immagine glamour del suo sponsor. Il tema del party ’08 è
ovviamente fashion: le performer mettono in scena una sfilata, ovviamente sexy.
LA MUSICA DANCE DI FRANKIE MORELLO
Non è il sito fashion brand italiano un po’ datato. Maurizio Modica e Pierfrancesco Gigliotti si
definiscono dj della moda. Recentemente hanno fatto mixare una loro compilation Playlist a un
mostro sacro della dance come Roberto Intrallazzi, hanno un rapporto particolare con la musica
da ballare e hanno pure organizzato un concorso sul sito www.frankieattacks.com per scegliere dj
e go-go boys per la loro sfilate. Se non è amore per i club questo…
ELLEN ALLIEN? E’ ANCHE STILISTA
La top dj tedesca proprietaria della label Bpitchcontrol continua la
sua avventura nel mondo della moda col marchio Ellen Allien Fashion.
Per l’estate ‘08 ha proposto la mini collezione PLUS. 5 tipi di t shirts che
rappresentano con le loro stampe organiche il corpo umano e i flussi
d’energia. Per la prima volta Ellen propone anche t shirt da uomo con
la scritta: “I’m techno and you are not”... un invito simpatico ad essere
techno e a godersi la vita.
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LA CUFFIA DI NAOMI CAMPBELL?
OVVIAMENTE SWAROVSKY
La figura del dj è in crisi? Forse in Italia. Basta uscire un
attimo dai confini nazionali e accorgersi che glamour e
discoteche vanno ancora d’accordissimo. All’inizio di Luglio,
alla console dei mitici Abbey Road studios di Londra,
si sono alternati personaggi come Naomi Campbell e
Stella Mcartney per il progetto Fashion Djs sponsorizzato
da Svarowsky. Il brand che luccica ha poi ovviamente
realizzato anche le cuffie di Naomi & Co, ovviamente con
i suoi cristalli cangianti.
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BEVERAGE
BEVERAGE
Una Vodka
per 365 notti
di Lorenzo Tiezzi
Alcuni drink e alcuni liquori come quelli al caffè si bevono
soprattutto d’inverno altri, come il cuba libre, d’estate. Gli
alcolici a 360 gradi, perfetti per 365 notti l’anno, sono invece
il gin e soprattutto vodka. Una bevanda inodore e incolore...
ma non certo priva di sapore, perfetta per esaltare ogni tipo
di cocktail. D’estate funzionano molto le vodke aromatizzate:
alla pesca, alla fragola, al limone. Ma tutto il resto dell’anno è
la vodka a farla da regina. “C’è chi ne preferisce solo un po’
per dare un po’ di forza a un drink di frutta leggero”, spiega
Antonio Frasson di Distillati Group srl (www.distillatigroup.com).
“Altri invece vogliono invece che il loro drink sia un po’ più
‘carico’... Il bello è che basta aggiungere solo un filo di vodka in
più e il risultato cambia, adattandosi al gusto del cliente”. Tra i
prodotti di punta di Distillati Group c’è Excellence Vodka.
Forte e chiara è una bevanda finissima ottenuta esclusivamente dalla doppia distillazione del grano di origine
italiana in alambicchi continui. Un slogan dedicato alla bevanda potrebbe essere questo: limpida come l’acqua e
ardente come un vulcano, coi i suoi 38 gradi. “Le nuove leggi sugli alcolici senz’altro limitano il consumo smodato, ed
è giusto, sacrosanto sia così”, spiega Frasson. “Ma è dura che chi va in discoteca e spende 10 euro per un drink poi
possa accontentarsi di una Coca Cola o di un analcolico alla frutta. In questo senso il mercato non è andato nella
direzione prevista. Ma chi sceglie un drink alla vodka non lo fa proprio perchè questa bevanda può essere mixata
in tanti, tantissimi drink”. La vodka lemon è un classico, mentre negli ultimi anni la tendenza è stata senz’altro quella
della vodka Red Bull. Il successo dell’energy drink con le ali ha senz’altro cambiato tutto il mercato del beverage,
facendo probabilmente cambiare forma anche alle lattine di Coca Cola. Ma senza l’abbinamento con la vodka e
col divertimento delle discoteche, probabilmente, il suo successo sarebbe stato ben più limitato.
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Una tavola rotonda di Asso
Intrattenimento per gli
imprenditori veneti
di Antonio Bramclet
Il 9 luglio, presso l’Hotel Villa Maria, a Desenzano sul Garda si è tenuta una tavola rotonda sul tema: Asso Intrattenimento,
un sindacato che cresce.
Hanno partecipato come relatori il Dott. Franco Lionetti per la Società Italiana Autori il direttore della sede regionale
lombarda, l’Avv. Marco Ferretti (Studio Legale Bolzano), dott. Maurizio Soliani (consulente ENPALS), Prof. Lamberto Cantoni
(direttore di Happy Hours). Il tavolo dei relatori è stato completato da Luciano Zanchi, presidente di Asso Intrattenimento,
che ha fatto gli onori e ha coordinato l’incontro.
Malgrado l’estate inoltrata sono intervenuti numerosi imprenditori interessati ad associarsi e il dibattito dopo gli interventi
dei relatori ha messo in luce un desiderio di partecipazione di buon auspicio per il futuro.
Luciano Zanchi ha illustrato agli intervenuti, con parole appassionate, le motivazioni che lo hanno convinto ad aderire
all’associazione e ad assumerne la presidenza. “E’ fondamentale – ha detto – la costruzione di un sindacato fatto di soli
imprenditori del ballo, in possesso di regolare licenza”. A suo avviso solo in questi termini risulta plausibile la necessaria lotta
all’abusivismo, aggiungendo che i risultati si potranno ottenere solo là dove si incontra la partecipazione degli imprenditori.
Il presidente ha inoltre descritto l’estenuante attività di informazione che Asso Intrattenimento sta esercitando nei confronti
dei politici, per strutturare modalità di collaborazione utili ad una riforma delle attività connesse al ballo. Le parole di Luciano
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Zanchi hanno toccato anche il tema della somministrazione di alcolici, sottolineando la necessità di un’orario assimettrico tra
le discoteche e i pubblici esercizi e alle possibili collaborazioni con le forze dell’ordine, finalizzate ad una sensibile riduzione
degli incidenti sulle strade.
Dopo il presidente ha parlato il dott. Franco Lionetti, direttore della sede Siae di Milano, già intervenuto in altri incontri
organizzati dall’Associazione, il quale alla luce della propria quarantennale esperienza ha di nuovo approfondito con
estrema precisione e chiarezza la legislazione sul diritto d’autore, ha precisato i doveri e i limiti di un Ente come la Siae e ha
spiegato l’importanza culturale della difesa della creatività per un Paese come l’Italia. Lionetti ha ben descritto l’articolazione
territoriale della Siae, composta di Uffici territoriali divisi fra sedi regionali, Uffici provinciali di ruolo e mandatari; supportati
inoltre da altre sedi dislocate in punti strategici: tutte le sedi hanno il compito di fornire assistenza agli organizzatori di
spettacoli, rilasciando licenze per la esecuzione in pubblico di opere mediante la corresponsione di un equo compenso
stabilito in accordo con le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative. E soprattutto ha chiarito agli imprenditori
veneti i doveri e i limiti dei soggetti preposti ai controlli.
Dopo l’intervento del responsabile Siae ha preso la parola l’avv. Marco Ferretti il quale ha ricordato ai partecipanti le
ingenuità nelle quali incorrono molti imprenditori quando non si conoscono i propri diritti e non si agisce con tempestività
contro interpretazioni aberrati delle regole, fatte per essere interpretate.
Lamberto Cantoni ha ricordato a tutti la difficoltà di comunicare la discoteca in un contesto caratterizzato da un costante
degrado d’immagine dello stile di vita dei giovani. L’abitudine dei mass media di far ricadere sulle disco le responsabilità dei
comportamenti a rischio se non sarà calmierata da azioni di controinformazione, non potrà che influenzare negativamente
l’opinione pubblica e il legislatore, rendendo impossibile qualsiasi trattativa o soluzione.
La tavola rotonda dopo le relazioni introduttive si è trasformata in un fecondo dibattito tra esperti e imprenditori. Le
domande hanno spaziato dagli argomenti generali di natura socio politica ai temi che hanno trasformato l’incontro in
una raccolta d’informazioni fondamentale per gli operatori: chiarimenti sulla nuova disciplina fiscale relativa alle attività
d’intrattenimento e spettacolo; i rapporti futuri con la S.C.F. Società Consortile Fonografi; Il decaduto obbligo di richiesta
Nulla Osta per “Arte varia”…
Ancora una volta, dopo l’esperienza di Mantova, la tavola rotonda si è dimostrata una formula di successo che ha portato
gli imprenditori ad esprimersi con chiarezza, fornendo all’Associazione informazione utili sulla mentalità e i problemi reali
della categoria.
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CHIARIMENTI SULla
normativa sull’alcOol
Avv. Marco Ferretti - consulente di Assointrattenimento
L’attenzione sempre più crescente, dei mass media ai decessi di giovani adolescenti nel corso del fine settimana
unitamente al carattere di trasgressione senza limiti col quale è stato più volte dipinto il mondo dell’intrattenimento
danzante notturno, ha indotto il legislatore alla promulgazione di una norma dall’amaro sapore proibizionista.
L’art. 2 co. 2 del Decreto Legge n. 117/2007 prevede, infatti, in capo a tutti i titolari e gestori di locali ove si svolgono
con qualsiasi modalità ed in qualsiasi orario spettacoli o altre forme d’intrattenimento congiuntamente all’attività di
vendita e di somministrazione di bevande alcoliche, l’interruzione della distribuzione di quest’ultime dopo le ore 2
della notte.
Sulla sorta di quanto appena espresso, appare evidente come il c.d. Decreto Bianchi-Amato, presenti innegabili
profili di illegittimità costituzionale laddove sancisce un’irragionevole disparità di trattamento tra i titolari ed i gestori
di locali all’interno dei quali si svolgono spettacoli o altre forme d’intrattenimento rispetto ad esercizi pubblici ove tali
attività non vengono esercitate, e per i quali è quindi lecita la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche
anche dopo le ore 02:00.
Invero, andando ad analizzare la ratio del decreto legge e prendendo così le mosse dall’art. 6, modificativo dell’art.
230, co. 1, D.Lgs. 30.04.1992, n. 285, emerge testualmente come la disposizione sia stata pensata per prevenire il
pericolo del verificarsi di incidenti stradali dovuti alla guida in stato di ebbrezza (alcolica) e così, in particolare, per
debellare il fenomeno delle c.d. morti del sabato sera.
In altri termini, il Legislatore non si è più accontentato dell’efficacia deterrente offerta dalle pene previste per il reato
di cui all’art. 186 C.d.S., ma ha tentato di risolvere il problema all’origine, cercando di impedire che persone in stato
di ebbrezza si mettano alla guida di autoveicoli.
La norma, lungi dal contenere il crescente tasso di incidentalità sulle strade, come nelle sue premesse, si rivela una
misura di portata alquanto marginale, limitandosi unicamente ad individuare (e colpire) alcune categorie di esercizi,
lasciandone altri totalmente liberi di somministrare bevande alcoliche, quali (a mero titolo esemplificativo) i punti di
ristoro disseminati lungo le principali vie e strade e (non a caso!) nei pressi delle discoteche.
Pertanto, da un lato gli avventori dei locali da ballo, soggetti cui il Legislatore intende negare la possibilità di
consumare bevande alcoliche prima di mettersi alla guida, a partire dalle ore 02:00 non devono fare altro che
recarsi presso i summenzionati esercizi, spesso ubicati, non a caso, nei pressi delle discoteche (sic!), ed acquistare
tutti gli alcolici che desiderano (oppure consumare quelli ivi preventivamente comprati e lasciati nell’autovettura).
Dall’altro lato, gli avventori delle stazioni di servizio e dei punti di ristoro hanno la possibilità di ridursi in stato di
ebbrezza alcolica a loro piacimento, per poi salire in macchina e costituire un pericolo per l’incolumità sia propria
che degli altri (automobilisti e non).
Alla stregua di tali considerazioni, si può affermare senza alcuna esitazione che l’art. 6 del D.L. n. 117/2007
comporta un’ingiustificata disparità di trattamento dei titolari e dei gestori di locali all’interno dei quali si svolgono
spettacoli o altre forme d’intrattenimento rispetto a quei esercizi pubblici ove tali attività non vengono esercitate,
rappresentando pertanto una patente violazione dell’art. 3 della Carta costituzionale.
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in questa foto, a destra di Luciano Zanchi l’Avv. M. Ferretti
Premessi alcuni brevi cenni in ordine alle eccezioni d’incostituzionalità a cui la predetta norma espone
inesorabilmente il fianco, l’odierno scrivente ritiene utile effettuare alcuni riflessioni sulla procedura sottesa
alla contestazione dei fatti e di conseguenza all’irrogazione della sanzione amministrativa della chiusura
coatta dell’esercizio pubblico.
In punto, si sottolinea l’esistenza di diverse correnti di pensiero circa l’applicabilità delle norme del codice
della strada o quelle del procedimento amministrativo.
Il titolo della norma “Disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di
sicurezza nella circolazione”, propende per un espresso richiamo alle norme contenute nel codice della
strada che impongono alcune imprescindibili garanzie.
La violazione, quando è possibile, deve essere contestata immediatamente tanto al trasgressore quanto
alla persona che sia obbligata in solido al pagamento della somma dovuta per la violazione stessa» e,
secondo la giurisprudenza di legittimità, «ai fini della ritualità della “contestazione immediata“, prevista dai
commi 1 e 4 dell’art. 14 della legge n. 689 del 1981, non è sufficiente l’enunciazione orale dell’addebito
ma è necessaria la consegna di una copia del verbale di accertamento, che costituisce il mezzo per porre
il trasgressore nella condizione di conoscere gli esatti termini del fatto contestato».
All’appena richiamata disposizione fa eco, in materia di violazioni al Codice della Strada, quella contenuta
nell’art. 200 C.d.S., secondo cui «La violazione, quando è possibile, deve essere contestata immediatamente
tanto al trasgressore quanto alla persona che sia obbligata in solido al pagamento della somma dovuta per
la violazione stessa», con la redazione e consegna di un verbale, il quale, ai sensi dell’art. 384 Reg. C.d.S.,
«deve contenere l’indicazione del giorno, dell’ora e della località nei quali la violazione è avvenuta, delle
generalità e della residenza del trasgressore e, ove del caso, l’indicazione del proprietario del veicolo, o del
soggetto solidale, degli estremi della patente di guida, del tipo del veicolo e della targa di riconoscimento,
la sommaria esposizione del fatto, nonché la citazione della norma violata e le eventuali dichiarazioni delle
quali il trasgressore chiede l’inserzione».
Pertanto, gli agenti accertatori non potranno limitarsi ad una mera contestazione orale ma dovranno
provvedere all’immediata redazione del verbale di contestazione, intimando l’addebito sia al titolare
dell’esercizio pubblico che al all’avventore del locale.
Sulla sorta delle considerazioni sopra esposte, appare pertanto auspicabile un rapido intervento legislativo
diretto ad eliminare una norma iniqua, che danneggiando gravemente una categoria d’imprenditori, si
rivela in concreto totalmente inidonea al raggiungimento di quelle finalità che il legislatore voleva conseguire
attraverso la sua promulgazione.
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GLI STRAGISTI SIAMO NOI?
di Giordano Filicori
Nell’agenda dei giornalisti locuzioni quali “strage del sabato sera” o termini come “ecstasy” ed “eccesso alcoolico”
hanno un solo denominatore comune: la discoteca!
La morte di due ragazzi durante i rave party che si sono svolti a Segrate e a Venezia nel marzo e nel luglio scorsi
ha riacceso i riflettori su un tipo di evento musicale particolarmente sentito da una parte di giovani nell’ambito del
quale l’uso smodato delle sostanze psicotrope e la mancanza di un efficace azione preventiva spesso comporta
rischi altissimi per i frequentatori e a volte irreversibili come dimostrano i due casi appena citati.
Dopo questi decessi la discussione aperta dai quotidiani non ha evidenziato dichiarazioni o propositi innovativi da
parte di alcuno degli interlocutori, anzi, nella sostanza il dibattito ha confermato le consuete posizioni: da una parte
il proibizionismo dall’altra la prevenzione e la riduzione del danno.
La nascita dei rave risale alla fine degli anni ottanta, in un clima di generale contestazione politica, in un momento in
cui negli Stati Uniti come in Europa si formano controculture tese a denunciare problemi politici, difficoltà economiche
e disagi sociali. I primi rave hanno luogo nelle fabbriche abbandonate delle città statunitensi, più precisamente
nelle fabbriche di Detroit, per poi espandersi in Gran Bretagna e nel resto dell’Europa. Con la momentanea
occupazione di un’area industriale in disuso si voleva stigmatizzare la condizione sociale di migliaia di operai
senza occupazione e celebrare la liberazione dell’uomo dalla catena del lavoro; per un’intera notte quel luogo
riprendeva vita e le macchine, fino a quel momento produttrici di merci, diventavano teatro di una nuova, forte
espressione musicale che si esprimeva in un suono realizzato senza strumenti né spartiti, ma scandito da suoni
elettronici e casse ritmiche.
Vent’anni dopo dell’ideologia che sorreggeva la controcultura manifestata da eventi di questo tipo non vi è più
traccia: il rave party si è trasformato nell’apoteosi della “fattanza”, cioè nell’occasione che consente al frequentatore
il consumo esasperato di ecstasy e delle altre sostanze psicotrope in totale libertà.
In Italia i rave sono da considerarsi illegali, questo però non ne ha impedito l’organizzazione. Bologna, Pinerolo
Venezia Segrate hanno avuto e hanno da diversi anni i loro rave party, così come alcuni boschi della Lombardia.
Questo avviene nonostane il documento sottoscritto nel 2000 dall’allora ministro dell’interno Bianco nel quale le
istituzioni si assumevano formalmente l’impegno di reprimere questa forma di raduno musicale.
Mentre in Europa i governi delle varie nazioni hanno legalizzato o vietato l’organizzazione dei rave party,
mantenendo però un comportamento coerente con la decisione assunta, in Italia questo non è successo.
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assontrattenimento
Ancora oggi c’è, tra i rappresentanti politici, chi afferma che per evitare i morti l’unica strada è quella della
prevenzione e della riduzione del danno. A questa posizione che io ritengo assai pericolosa e fuorviante viene in
soccorso certa stampa che, di fronte a disgrazie accadute in contesti quali i rave party generalizza e coinvolge le
discoteche in quanto ormai è incontestabile argomentazione da bar che se c’è di mezzo lo sballo allora il fatto non
può che accadere in discoteca.
Ebbene, per esempio, l’informazione e la riduzione del danno perseguita dai responsabili del Livello 57 di Bologna,
gli organizzatori della street rave parade locale, non ha aiutato il ragazzo di Aulla deceduto nel 2004 a causa
dell’ecstasy. Allo stesso tempo il silenzio di tutti i quotidiani bolognesi, fatta eccezione per “L’Unità”, all’indomani della
tragedia risulta ancor più grave. Nell’analisi della responsabilità non va dimenticato il comportamento del sindaco
del capoluogo emiliano che dal 2001 autorizzava l’evento nonostante gli impegni su citati.
Con queste affermazioni non intendo colpevolizzare nessuno ma piuttosto porre l’accento sul fatto che la riduzione
del danno molto spesso determina una consapevolezza maggiore nel gestire l’uso della sostanza, ma non garantisce
certo di ovviare alle disgrazie. Il pill test fatto in Olanda all’ingresso del rave non diminuisce il consumo di ecstasy tra
i frequentatori dell’evento che, tra l’altro, possono poi acquistarne all’interno del raduno.
In Italia i rave party sono organizzati dai centri sociali, luoghi concessi dalle amministrazioni comunali a gruppi di
giovani organizzati in collettivi o associazioni.
Per anni in questi luoghi si sono conseguite forme di abuso sia per quanto riguarda lo svolgimento dei trattenimenti
di spettacolo sia per quanto concerne la somministrazione degli alcolici, spesso con relativa evasione fiscale e del
diritto d’autore. Ancora oggi i responsabili dei centri sociali si riempiono la bocca della loro capacità di offerta di
informazione per la riduzione del danno. I responsabili del Livello 57 di Bologna, dopo un approfondita inchiesta,
sono stati denunciati per associazione a delinquere con finalità allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il locale è
ufficialmente chuso dal maggio 2006.
E per fortuna che gli stragisti sono i gestori di dicoteche per certa stampa!
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assointrattenimento
EUROPA VS USA
di Gian Pietro Caliari
Consulente del Presidente di Confindustria-AssoIntrattenimento per le relazioni istituzionali e internazionali
Il fatto che più colpisce il turista e il visitatore europeo che si reca negli Stati Uniti è la quasi totale assenza di piazze.
Al di fuori delle grandi metropoli americane, in realtà, lo sviluppo urbanistico delle città statunitensi è lineare e segue il
percorso delle principali arterie di comunicazione all’interno Stati Uniti d’America e fra gli stati dell’Unione. L’Europa, al
contrario, ha il cuore delle sue città, dei suoi paesi e, persino, dei suoi più sperduti villaggi nella piazza.
Fin dai tempi della Grecia Ellenica, l’Άγορά (l’Agorà), la piazza, era il cuore della Πόλις, della città, dell’aggregazione
sociale, dove si sviluppavano e confrontano nuove idee, dove si governavano gli affari comuni e dove l’individuo
diventava non più un semplice Ίδιος (ìdios), un non-cittadino illetterato (termine da cui, attraverso il francesismo
idiote, deriva il nostro “idiota”) e pertanto escluso dalla vita pubblica, ma un vero e proprio Пολιτικός (politicòs): un
cittadino riconosciuto, integrato nel tessuto sociale, partecipe del bene comune e conscio – non “idiota”! – delle sue
responsabilità individuali e collettive.
L’intrinseca associazione fra individuo e piazza, e fra questa e il luogo dell’aggregazione, della socializzazione,
dell’identificazione personale e collettiva è così esplicita e radicale che il filosofo greco Aristotele, già nel IV secolo a. C.,
non esita a definire l’essere umano come uno ζωον ρολιτικόν (zoon politikòn). Questa celebre definizione aristotelica
è, spesso e a sproposito, interpretata come “l’uomo è un animale politico”. In realtà, una più fedele traduzione dal greco
antico, dovrebbe farci correttamente intendere: l’individuo è un essere che necessita aggregazione, socializzazione,
identificazione personale e collettiva.
In altre parole: l’essere umano ha bisogno della piazza, di ritrovare in essa se stesso e gli altri, di animarla con le sue
idee e le sue passioni, di confrontarsi e così forgiare e dare corpo alla società.
Dal punto di vista della crescita e affermazione individuale, poi, la psicologia evolutiva individua nel desiderio di
socializzazione e aggregazione una delle tappe fondamentali di un equilibrato sviluppo della personalità umana, in
particolare, nella fase post-puberale e adolescenziale come nella prima fase dell’età giovanile. Proprio in questo delicato
stadio della formazione psicologica e intellettuale, l’adolescente e il giovane ricercano una propria identificazione
personale e di gruppo che superi lo stretto ambito parentale e famigliare. La piazza diventa il loro ambito connaturale
ed essenziale per un’equilibrata e socievole maturazione della personalità.
Possiamo, senz’altro, chiederci allora: i luoghi d’intrattenimento, i locali notturni, le discoteche, rappresentano o possono
rappresentare una delle contemporanee versioni dell’Agorà?
Nel recente passato e nel presente del nostro Paese, ci sono piazze che si sono riempite altre svuotate; altre ancora,
infine, che resistono. Si è riempita, nell’ultimo decennio, la piazza virtuale e cibernetica di Internet! Si è, a metà degli
anni Novanta, svuotata quella degli storici movimenti giovanili dei partiti della Prima Repubblica. Quel che resta di tali
movimenti negli attuali partiti non è che una languida parodia di quello che un tempo furono in Italia le aggregazioni
politiche giovanili: vere scuole di formazione, palestre di crescita intellettuale e vere fucine della futura classe dirigente
della Repubblica!
Altre piazze tradizionali, dopo la crisi degli anni Settanta o Ottanta, tornano a riempirsi. Gli oratori, le associazioni
religiose, i nuovi movimenti di spiritualità e, non da ultimo, le piazze delle messe papali. Queste, tuttavia, non appaiono
più – come negli anni Cinquanta - esclusive, assolutizzanti e esorcizzanti le altre piazze virtuali e reali che, oggi, gli
adolescenti e i giovani frequentano. In altre parole, molti frequentano l’oratorio, il gruppo giovanile parrocchiale,
o un movimento di spiritualità durante la settimana, ma non necessariamente identificano i luoghi d’intrattenimento
notturno come “antri delle tenebre e luoghi di perdizione”. Anzi, li frequentano e trovano qui una delle loro piazze di
aggregazione, socializzazione e identificazione personale e collettiva.
La riprova l’abbiamo in un recente – e sia concesso insospettabile! – studio realizzato e pubblicato dalla rivista Note di
Pastorale Giovanile. Proposte per la maturazione umana e cristiana dei ragazzi e dei giovani del Centro Salesiano
Pastorale Giovanile, di Roma. È il risultato di un indagine condotta in tre grandi centri urbani – Torino, Milano e
Roma – fra i giovani d’età compresa fra i 14 e i 20 anni che si dichiarano “frequentatori di discoteche”. La ricerca dei
Salesiani mira a identificare le ragioni, le motivazioni e i bisogni che spingono adolescenti e giovanissimi ad affollare
le discoteche nel fine settimana.
Tre dati colpiscono di questo studio. Il Primo. L’80,9 per cento dei “frequentatori di discoteche” afferma di essere
motivato dal desiderio di “stare insieme”, di “stare insieme agli amici”, di “incontrare nuove persone”.
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www.gianpietrocaliari.eu
Il secondo. All’interno delle motivazioni di quest’80,9 per cento - potrà forse sorprendere! - c’è quella di “trovare un
clima umano”. Tale ricerca di “umanità” nel luogo di divertimento appare essenziale e irrinunciabile! Fra i 14 e i 17 anni,
infatti, il 56 per cento degli intervistati afferma di essere passato da una discoteca all’altra, in una fase di esplorazione
“alla ricerca della discoteca che corrisponda ai propri gusti”. Dopo i 17 anni, invece, si assiste al passaggio da una fase
di nomadismo a una di sedentarietà. Si è trovata la propria piazza ideale e ci si rimane!
Perché questa fase di fidelizzazione avvenga i giovani cercano “un’atmosfera molto accogliente”, “dove il direttore
all’ingresso incontra tutti, riconosce i frequentatori abituali con cui si ferma a fare due chiacchiere, saluta e fa conoscenza
dei nuovi, li aiuta ad inserirsi, individua i turbolenti, che invita a star fuori”. “Ogni discoteca ha” – continua lo studio,
secondo i giovani intervistati - “un suo clima particolare, che la contraddistingue e costituisce un filtro che seleziona il
tipo di pubblico. Il trovarsi a proprio agio, nelle condizioni desiderate, fa sì che uno ritenga quella discoteca rispondente
alle proprie attese e vi ritorni altre volte, magari insieme a nuovi amici”.
Il terzo e ultimo dato. Che fine ha fatto – secondo questa ricerca – il popolo dello sballo, della trasgressione ad ogni
costo così indissolubilmente legato, a torto o a ragione, al mondo della notte?
Il 14, 7 per cento ammette di aver fatto o fare uso di droghe leggere in discoteca, l’8,9 di cercare lo sballo “nel bere
e provocando una rissa”, e il 6,3 ammette di usare droghe pesanti. Il campione citato, tuttavia, precisa che “in alcune
discoteche la trasgressione è regola, però sono discoteche abbastanza caratteristiche, come quelle di tendenza,
dove c’è una musica particolare, quelle delle riviere dell’Alto Adriatico o di altri luoghi turistici, oppure quelle dove si
consumano i rave-party”.
Quest’ultimo dato, infine, deve tener conto del campione degli intervistati. Si tratta di ragazze e ragazzi che abitano
grandi centri urbani, come Torino, Milano e Roma appunto, dove la devianza giovanile è un fenomeno più diffuso e
complesso.
Certamente, anche solo uno 0,1 per cento di devianza giovanile dovrebbe preoccupare il corretto gestore di una
discoteca che, come abbiamo visto, se non ha l’autorità giuridica di prevenire e, tanto meno, reprimere tale fenomeno
può vigilarlo e contenerlo “creando un’atmosfera accogliente”, “un clima particolare e distintivo”, “fermandosi a fare
quattro chiacchiere con tutti e facendo conoscenza con i nuovi”, infine quando possibile, “individuando i turbolenti e
invitandoli a star fuori”.
Lo studio dei Salesiani sembra permetterci il conio dello slongan: le discoteche, le agorà, le piazze del
mondo giovanile contemporaneo! Di certo, perché adolescenti e giovani le identificano come luoghi d’aggregazione
e socializzazione. Non da meno, perché costituiscono agorà di supplenza e di compensazione delle molte pubbliche
piazze che sono venute a mancare alla nostra attuale società!
Secondo uno degli studi più affidabili – dei sociologi Buzzi, Cavalli, De Lillo, Giovani verso il duemila - “nel
1996 erano passati almeno una volta in discoteca circa il 70% dei giovani italiani. Le discoteche censite in Italia sono
circa 7.000, più degli Stati Uniti e pari a Francia e Germania messe assieme. In totale sono 15 milioni circa le persone
che le frequentano con una frequenza di 2,5 mensili per persona”. Dividendo la frequenza per il totale complessivo,
possiamo ragionevolmente stimare, per difetto, che ogni fine settimana siamo fra i 3,5 - 4.5 milioni gli adolescenti e i
giovani che affollano le discoteche italiane.
Quale diventerebbe la loro agorà di supplenza e compensazione se tutte le discoteche chiudessero? Si
disse, ai tempi della rivolta delle banlieux francesi quando migliaia di giovani esasperati e violenti misero a ferro e
fuoco per interi weekend le principali città della Francia, che quanto stava accadendo ai cugini d’Oltralpe sarebbe
potuto, presto, accadere anche nelle città italiane. Perché da noi non è accaduto e non ci sono neppure segnali che
un evento simili possa, nel breve periodo, replicarsi nelle città italiane?
Lo studio Giovani verso il duemila giustamente paragona il caso italiano con quelli di Francia e Germania.
Le cronache dei giornali tedeschi, all’inizio della settimana, non riportano “le stragi del sabato sera su quattro ruote”
ma, soprattutto nell’ex Germania dell’est dove più diffuso è il disagio e più scarse sono le agorà pubbliche o private,
dei raid giovanili del sabato notte contro immigrati e disadattati, di raduni neo-nazisti e naziskin, di violenze collettive
di ogni genere che hanno portato i movimenti giovanili neo-nazisti a diventare determinanti nel governo di alcune
cittadine orientali.
Le discoteche, infine, nuove agorà del mondo giovanile, spesso in funzione di supplenza e compensazione
a quelle mancanti o non ideate dai pubblici poteri? O solo ricettacoli della trasgressione, della violenza e della
morte?
Il governante della pubblica agorà, politico e legislatore, per rispondere saggiamente a questa domanda
dovrebbe lasciare in disparte le emozioni estemporanee e le grida manzoniane di facile plauso, ma notoriamente
inutili, cercando invece di capire il fenomeno nelle sue reali dimensioni e nella sua complessità.
La necessità di reprimere senza tolleranza alcuna abusivismo, illeciti e reati – da chiunque perpetrati – deve
necessariamente coniugarsi, come direbbe Norbert Elias, con quel sano “realismo che fa comprendere la realtà per
quello che è! Solo dopo averla realmente compresa sarà possibile impegnarsi per cambiarla e, se possibile e si vuole,
per migliorarla”.
A S S O I N T R AT T E N I M E N T O
assointrattenimento
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ENPALS: CIO’ CHE E’ BENE SAPERE
assointrattenimento
Professionista Certificato da ASSOINTRATTENIMENTO
di Maurizio Sogliani
NICODATA s.n.c. di Sogliani M. & N. – Centro Elaborazione Dati Settore Spettacolo
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(tranne il Lunedì) DALLE ORE 22:00 ALLE ORE 02:00
Il settore dello Spettacolo e dell’Intrattenimento notturno, è oggi uno dei più
controversi e bistrattati dell’intera imprenditoria italiana.
Pur essendo uno dei più controllati da parte dei vari Enti preposti (SIAE,ENPALS,Ispettorati vari,ecc.) e dalle Forze
dell’Ordine (Finanza,Questura,Carabinieri,ecc.), risulta essere uno tra i settori dei più soggetti alle più svariate forme di
abusivismo grazie ad una normativa praticamente inesistente.
Leggi poco chiare e differenti da regione a regione, insieme alla confusione creatada funzionari incompetenti fanno
sì che l’intero settore venga reso infermo ed agli imprenditori sia impedito di svolgere la propria l’attività così come
prevista dalle norme Amministrative che regolano io settore
Di seguito trattiamo di due articoli di legge in genere non rispettati da locali abusivi:
ENPALS:
Obblighi di comunicazione ai Centri per l’Impiego in materia di instaurazione,trasformazione e cessazione dei rapporti
di lavoro autonomi dello spettacolo.Circolare ENPALS n:15 del 08/08/2008.
Omissis .. In altri termini,gli obblighi di cui all’Art.9-DL n.708/1947 non sono venuti meno a seguito dell’introduzione delle
nuove modalità di comunicazione ai servizi competenti,introdotte dalla L.n.296/2006 e attivate dal DM.30/10/2007.
Va dunque precisato che anche le prestazioni dei lavoratori autonomi del settore Spettacolo,rese a far data dal
01/01/08 dovranno essere tempestivamente (giorno antecedente) comunicate ai Centri per l’Impiego nelle forme
previste dal citato DM.
IMMIGRATI:
Il datore di lavoro che occupa alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno,che
consentano lo svolgimento di attività lavorativa,è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa di 5mila
euro per ogni lavoratore occupato.
Al fine di utilizzare professionisti attenti e competenti per la risoluzione delle problematiche del Lavoro, tra l’altro in
continua evoluzione, segnaliamo un Professionista certificato da AssoIntrattenimento, già consulente dell’associazione:
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Buon lavoro.
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Assunzioni nuovi dipendenti settore spettacolo e bar, IN TEMPO REALE, ANCHE DI NOTTE, nel rispetto della Legge
SULL’ASSUNZIONE IL GIORNO ANTECEDENTE L’INIZIO DEL LAVORO
Stipula e redazione immediata Contratti d’Ingaggio / Contratti di lavoro del personale, gestione e compilazione giornaliera
dei Registri Presenze e Matricola,direttamente presso la Sede di Lavoro del Locale Notturno,in collaborazione eventuale
con il Vs. attuale Consulente del Lavoro e/o il Vs. Commercialista
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Gestione della Concessione e Rinnovo AGIBILITA’ ENPALS
A S S O I N T R AT T E N I M E N T O
assointrattenimento
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decreti e leggi
del Dott. EmilioTancredi
Oggetto:
Compensi ex artt. 73 e 72 L.d.A. per l’utilizzazione di fonogrammi nel corso di intrattenimenti
in discoteche, sale da ballo, night club e locali analoghi.
Nonostante i ripetuti tentativi di pervenire ad un accordo con S.C.F. – Società Consortile Fonografici – inteso a
regolamentare il compenso per la riproduzione e comunicazione in pubblico di fonogrammi, sostitutivo di quello
unilateralmente disdetto a far data dal 1.01.2007 a seguito del mancato rinnovo alla S.I.A.E. del servizio di
riscossione del citato compenso, informiamo gli Associati che a tuttoggi, tale Società Consortile, pur dichiarandosi
in teoria disposta a trattare, nei fatti e nella sostanza evita di convocare congiuntamente ASSOINTRATTENIMENTO
e FIPE-SILB, Associazioni di categoria maggiormente rappresentative delle imprese di intrattenimento esercenti
discoteche, sale da ballo e locali similari.
Abbiamo continuamente con varia corrispondenza indirizzata alla Presidenza S.C.F. lamentato tale singolare
comportamento in quanto pur in possesso di una bozza presentata da ASSOINTRATTENIMENTO fin da marzo
2007, poi discussa in altre varie riunioni presso gli Uffici di Milano, contenente modalità di liquidazione e di
versamento dei diritti con più snelli ed oggettivi parametri di quelli invero estremamente criptici applicati fino dal
31.12.2006 e con conteggi effettuati direttamente dagli Uffici periferici della S.I.A.E., ha poi sospeso ogni incontro
manifestando solo astrattamente a parole l’intenzione di trattare giudicando apprezzabili le proposte tendenti ad
introdurre nuovi fattori di semplificazione.
Dobbiamo pure responsabilmente riferire che nelle more di un nuovo stipulando Accordo S.C.F. ha adottato
comportamenti contrari alle ventilate intenzioni di disponibilità a confrontarsi con ASSOINTRATTENIMENTO
inviando nel contempo richieste alle imprese esercenti intese ad incassare compensi per un diritto connesso del
tutto sperequati e assurdi rispetto alla realtà degli incassi da queste realizzati, pretendendo anche un imponibile
“Fatturato di Riferimento” a dir poco singolare e bizzarro e con percentuali di versamento dal 2% al 4 % direttamente
proporzionali agli scaglioni d’incasso dei locali. Ciò giustificando con “ragionevoli interessi dei Mandanti”.
Così come singolare e bizzarra è la pretesa di riferimento al bilancio annuo o alla dichiarazione IVA, minacciando
anche non troppo velatamente anche se incautamente “controlli e accertamenti” inviando presso i locali sedicenti
“ispettori”, che insistentemente pretendono pagamenti in base a modelli unilateralmente predisposti irritando e
infastidendo durante il lavoro degli addetti ai locali.
E ancora risulta in palese contrasto con l’affermata disponibilità alla trattativa la ribadita affermazione di S.C.F.
di volersi rivolgere direttamente alle imprese di spettacolo, scavalcando le Associazioni di Categoria, rinunciando
di fatto a trovare qualsiasi accordo sulla base di elementi oggettivi condivisi, che possano condurre ad un equo
compenso, così come previsto per il diritto d’autore.
Orbene al fine di porre un freno alle continue pressanti richieste di incontri ed appuntamenti da parte dei sedicenti
incaricati S.C.F., privi di alcun titolo di controllo e di accesso nei locali d’intrattenimento, ma che creano soltanto
turbativa ed intralcio al già difficile lavoro, con ambigue minacce di ricorso alla Guardia di Finanza e pretestuose
richieste di versamento di indebiti maggiori compensi in caso di ritardi.
ASSO INTRATTENIMENTO suggerisce alle imprese associate di effettuare direttamente il versamento dei diritti
di riproduzione e di comunicazione in base alla Convenzione stipulata dalla stessa in data 25 ottobre 2004,
compilando il foglio excel, che può essere scaricato dal sito web HYPERLINK “http://www.assointrattenimento.it”
www.assointrattenimento.it seguendo le istruzioni suggerite e prendendo come base di calcolo i dati riportati nei
prospetti presentati alla S.I.A.E. riguardanti la certificazione dei corrispettivi percepiti a seconda delle modalità di
accesso adottate.
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assointrattenimento
Precisiamo che, differentemente da FIPE-SILB, con la precitata Convenzione del 25 ottobre 2004 S.C.F. ha concesso
in licenza agli esercenti associati ASSOINTRATTENIMENTO sia il diritto di riproduzione, sia il diritto di comunicare
al pubblico i Fonogrammi di titolarità dei Mandanti, al fine di consentire di diffondere musica con scopo di lucro
all’interno dei locali di loro proprietà o comunque da essi gestiti (punto d della convenzione del 25 ottobre 2004).
Pertanto è sufficiente indicare come casuale del pagamento, tramite bonifico bancario, “compenso per diritti di
riproduzione e comunicazione ai sensi degli artt. 72 e 73 L.d.A.” riportando anche la denominazione del locale,
indirizzo, Impresa esercente attività di intrattenimento e partita IVA, senza quindi dover compilare ulteriori moduli
dovuti invece dagli aderenti FIPE-SILB
Effettuando il versamento, in caso di controllo della Guardia di Finanza oltre alla verifica della presenza del
bollino S.I.A.E. sui supporti contenenti fonogrammi (CD o altro) potranno essere esibite le distinte di liquidazione,
appositamente trattenute nel locale, e copia dei bonifici effettuati ad S.C.F., dichiarando di aver adempiuto al
pagamento sia dei diritti connessi di riproduzione, sia dei diritti di comunicazione ai sensi della Convenzione con
ASSO INTRATTENIMENTO del 25 ottobre 2004 che, ai sensi dell’art. 4 del D.P.C.M. 1° settembre 1975 continua
ad avere vigore fino alla stipula di un nuovo Accordo.
Si forniscono di seguito le coordinate bancarie:
Banca Credito Artigiano – 990
CIN T
ABI 03512
CAB 01622
CONTO CORRENTE 000000000990
IBAN IT29T0351201622000000000990
A puro titolo di corretta informativa si ricorda che, in caso di irregolarità nella detenzione di supporti privi del bollino
S.I.A.E. e di illecita duplicazione (senza licenza) tale condotta integra la fattispecie penale prevista e punita dall’art.
171 ter, c 1, lett a e c della Legge n. 633/41 e successive integrazioni e modifiche che punisce chi per uso personale
e a fini di lucro “abusivamente duplica, riproduce, trasmette o diffonde in pubblico con qualsiasi procedimento dischi,
nastri o supporti analoghi ovvero ogni altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali”.
La fattispecie sopradescritta oltre ad integrare le violazioni di natura penale di cui sopra, integra, anche quella di
carattere amministrativo prevista dall’art. 174 bis della medesima legge, che stabilisce la sanzione amministrativa
pecuniaria “ pari al doppio del prezzo di mercato dell’opera o del supporto oggetto della violazione, in misura
comunque non inferiore ad € 103,00 se il prezzo non è facilmente determinabile, la violazione è punita con la
sanzione amministrativa da € 103,00 a € 1032,00 la sanzione amministrativa si applica nella misura stabilita per
ogni violazione e per ogni esemplare abusivamente duplicato o riprodotto”.
Con il pagamento dei compensi, pur come detto già in possesso di licenza per il diritto di riproduzione ex art. 72
L.d..A. e scopo puramente tuzionistico si suggerisce di far compilare e sottoscrivere ad ogni DJ impiegato nel locale
l’allegata dichiarazione.
Inoltre, per quanto superfluo, corre l’obbligo far presente ad S.C.F. in caso di compensi per il periodo dal 1,01,2007
fino al momento dell’attuale versamento, che non esiste alcuna debenza, sia del diritto di comunicazione, che del
diritto di riproduzione qualora nell’esercizio condotto da Associati ASSOINTRATTENIMENTO siano stati comunicati o
riprodotti fonogrammi di imprese non rappresentate da S.C.F. e comunque non inserite nell’elenco dei Mandanti.
Ulteriori e più esaustive informazioni potranno essere direttamente richieste all’Ufficio Presidenza di ASSO
INTRATTENIMENTO.
Con i migliori saluti.
IL PRESIDENTE
Luciano Zanchi
A S S O I N T R AT T E N I M E N T O
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