sangue – la morte non esiste - djcinema

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sangue – la morte non esiste - djcinema
DJCINEMA
è un progetto culturale concepito sotto forma di evento itinerante, dedicato all'esplorazione dei rapporti
tra dj culture e cinema, finalizzato a nuove forme di fruizione e produzione culturale > DJCULTURE + CINEMA = DJCINEMA.
[email protected] - http://djcinema.wordpress.com - www.myspace.com/djcinema_faq
SANGUE – LA MORTE
NON ESISTE
(Italia/2005 – Colore – 104')
Regia LIBERO DE RIENZO
Soggetto LIBERO DE RIENZO
Sceneggiatura LIBERO DE RIENZO
con la collaborazione di CRISTIANO
CAVINA e BEBA SLIJEPCEVIC VALENTINA POZZI - LUCA LIONELLO
- ELIO GERMANO - EMANUELA
BARILOZZI
FRANCESCO
DI
GIACOMO - GIULIO CALVANI REGINA ORIOLI
Direttore
della
fotografia
FRANCESCO DI GIACOMO
Scenografia e costumi LUISA IEMMA
Montaggio LIBERO DE RIENZO
Fonico di presa diretta FABIO FELICI
Organizzatore LADISLAO ZANINI
Sound Design MARCO GIACOMELLI GUIDO ZEN
Musiche originali GIARDINI DI MIRO’
TORPEDO
KID606
GOODSPEED!YOU BLACK EMPEROR LUCA
BELLATORRE
Consulente
musicale
MANFREDO
ROMANO
Sound Design SOUNDONLINE MARCO GIACOMELLI - GUIDO ZEN
Per
la
musica
del
Rave
UNDERGROUND MOVEMENT powered
by
CLOCKERS
+
SK
Per la proiezione del Rave KIDDS CONIGLIO
VIOLA
FAUSTO
COLLARINO
Il quadro di scena è di MAURIZIO
CANNAVACCIUOLO
Effetti Speciali RICCI SFX - CAMILLO
LEOPARDI
Prodotto da ROBERTO BUTTAFARRO
- VALENTINA POZZI & L.D.R.
Produzione
ILLEGALFILM77
NITROFILM - MIKADO FILM - RAI
CINEMA
Un film prodotto con il sostegno della
Filmcommission Torino Piemonte
DATA DI USCITA NELLE SALE:
5
MAGGIO
2006
(Mikado)
DATA DI USCITA DVD: 16 GENNAIO
2007 (Cecchi Gori Home Video)
Ad un anno esatto dalla sua
uscita nelle sale (5 maggio 2006 –
5 maggio 2007) facciamo la festa
all'esordio dietro la macchina da
presa
di
Libero
Introdurranno
regista
ed
la
il
Di
Rienzo.
proiezione
direttore
il
della
fotografia Francesco Di Giacomo
che ci racconteranno come sono
riusciti
a
altrimenti
realizzare
sarebbe
quel
che
rimasta
solamente un'utopia.
Il film di Libero De Rienzo contiene al
suo interno la descrizione dei sogni e
delle paure (come anche delle gioie)
d’una intera generazione. E’ come se un
catalogo di immagini-frasi e suggestioni
fosse impresso sulla pellicola. Film
generoso e dunque coraggioso, pezzo
raro di cinema italiano capace di
spogliarsi
da
pretestuose
citazioni
esterofile e di calarsi completamente
nell’Italia della metà del primo decennio
dell’anno duemila. Le guardie (poliziotti
o carabinieri post G8 genovese), per i
giovani di questi anni, non possono più
possedere alcuna simpatia (tanto cari a
tanta commedia italiana del passato e ad
ogni
televisione
nazionale),
sono
semplici nemici dei quali non
si
comprende nè il senso nè la logica.
Il rave party non è presentato come
semplice luogo ad effetto entro il quale
far
esplodere
le
idiosincrasie
dei
personaggi, ma come esempio scalcinato
d’un mondo possibile perchè reale, dove
essere scevri da ogni apparenza.
Suddiviso in due atti ed un epilogo
comico, il film attraversa le vite di Stella
e Iuri, due fratelli legati da un amore
profondo e viscerale che cancella ogni
convenzione e corre libero e furioso a
tutta velocità.
Nelle sale è uscito il 5 maggio 2006, ma
solo in 8 copie ed in cinque città;
nonostante la distribuzione infame ha
INTERPRETI: ELIO GERMANO (Iuri) - incassato 30.096 € ed ha vinto due
EMANUELA BARILOZZI (Stella) - premi al “Brooklyn International Film
LUCA LIONELLO (Bruno) - LIBERO Festival” (miglior film e premio speciale
della giuria).
DE RIENZO (Adrian)
DJCINEMA
è un progetto culturale concepito sotto forma di evento itinerante, dedicato all'esplorazione dei rapporti
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Recensione
(Associazione
Cinema)
"Sangue è il film della vita, è il primo
grande amore, quello eterno, quello
che sconvolge e rimane. Questo è ciò
che è e ciò che racconta.
È la carne del mio pensiero. Tutte le
sue ingenuità sono le mie, e i suoi
difetti i miei. Dalla macchina da presa
al montaggio è tutta colpa mia, e dei
libri che ho letto, dei quadri che amo,
degli uomini che hanno lavorato
affianco a me, coautori tutti del film.
È un film in tre atti, che si svolgono
nella
progressiva
scomparsa
del
narratore
esterno,
onnipresente,
immanente, nella prima tranche:
dodici ore di vita vissuta raccontate in
mezz’ora dalla protagonista – Stella che commenta, giudica, sceglie cosa
raccontare, e lo fa dolcemente, con
“stile”, il suo.
Il secondo atto è invece in tempo
reale. La macchina da presa diventa
carnale, fisiologica, crudele come vuole
Artaud, ridicolizzante nel mostrare
senza veli il terrore della vita del
protagonista Iuri. La pellicola da
negativo
diventa
un
positivo
(ir)reversibile,
estremissimo
nella
esagerazione della realtà che cattura,
la musica di commento svanisce e
lascia il posto a rapsodie elettriche di
sonorizzazioni nervose - cerebrali, il
suono della Paura, che Iuri subisce e
adora.
Il terzo atto: quello politico.
Quello grottesco, quello italiano, quello
finto o di fiction, è in realtà il più
“vero” di tutti. La macchina da presa
smette di vorticare in cielo, o di
infiammarsi dei colori della passione o
del terrore, e diventa un bianco e nero
colorato, triste e determinato, fuori da
un tempo solo, uguale per tutti, dentro
il tempo che scorre nei nervi di Iuri.
Entriamo nel mondo con le scarpe
nuove della politica e un cinemascope
“cinese”,
che
lentamente
e
inesorabilmente trasforma il nostro
protagonista, e noi con lui, in qualcosa
di eterno, come l’attimo, come gli dei,
come i film. Forse."
Libero De Rienzo
a
cura
Cattolica
dell'ACEC
Esercenti
Giudizio: Inaccettabile/negativo.
Tematiche: Droga; Famiglia sorelle; Giovani.
fratelli
Valutazione Pastorale: Nella parte finale
del suo delirante intervento, il finto
sacerdote Iuri, dall'altare e rivolgendosi al
Santissimo, dice: " Lo crocifiggiamo ogni
domenica quando veniamo qui a pregare".
Esemplare conclusione di un racconto che,
nel tentativo di voler essere a tutti i costi
sgrammaticato, anarcoide, provocatorio,
finisce per cadere nell'autocompiacimento
di una scrittura così maldestramente
'sporca' da risultare del tutto afona. De
Rienzo, attore e qui esordiente regista,
cerca di recuperare il taglio sperimentale di
certo cinema anni '70, girando le immagini
come se fossero il delirio di 'trip' anni '70:
ma fallendo su tutta la linea. Il tono
'rivoluzionario' giunge ormai fuori tempo, la
ribellione alla cultura dominante mostra la
corda del vuoto di idee, e l'invettiva finale
all'altare brilla solo per conformismo e
velleitarismo. Il film dunque, dal punto di
vista pastorale, é da valutare come
inaccettabile e sostanzialmente negativo.
Utilizzazione: é da evitare sia in
programmazione ordinaria sia in altre
circostanze. Molta attenzione é da tenere
per i minori in vista di passaggi televisivi o
di uso di VHS e DVD.
L'anti-Notte prima degli
esami: basso budget,
storie di droga e incesti,
e il talento di un
giovane
attore
che
bombarda
di
visioni
lisergiche in tre atti con
tre stili diversi. Forse
più che un Trainspotting
nostrano,
Sangue
testimonia che in Italia,
parafrasando
Gaber,
non è necessario essere
idioti per fare cinema.
XL, n. 9, maggio 2006