de bello fallico

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de bello fallico
DE BELLO FALLICO
Αἰδοῖον, ου si pronuncia aidòion e viene da αἰδώς “vergogna”. È molto diffuso e vuol dire
cazzo.
Ἀναστύφω si pronuncia anastýpho e deriva da ἀνά e στύφω “condensare”. Vuol dire sia
alzare il pene sia ritirarsi, riferito sempre al pene. Il primo significato si trova in Sofocle
ed Esichio, il secondo in alcuni frammenti dei comici.
Ἀνδρεία, ας si pronuncia andrèia e viene da ἀνήρ “uomo”. Vuol dire virilità, energia,
coraggio ed ha assunto nel tempo anche il significato di cazzo, usato da Artemidoro di
Daldi.
Ἀνδρεῖον, ους si pronuncia andrèion e viene da ἀνήρ “uomo”. Significa, come il termine qua
sopra, valore, coraggio, ma ha anche il significato traslato di cazzo, usato da Luciano di
Samosata.
Ἀνδροσάθων, ονος si pronuncia androsàthon e viene da ἀνήρ “uomo” e σάθη “cazzo”. Vuol
dire uomo con un grande pene, ed è un epiteto di Priapo, dio della fertilità.
Ἀποψωλέω si pronuncia apopsolèo e deriva da ἀπό e ψωλή “glande”. Vuol dire scappellare, e
si riscontra solo negli Acarnesi di Aristofane, in una frase riportata qua sotto:
Εἰ δ'ἰσχυρός ει τί μ'οὐκ ἀπεψώλησας;[Èi d'ischyròs èi tì m'oùk apepsòlesas?]: se sei così forte
perchè non me lo scappelli?
Ἀρρενότης, ετος si pronuncia arrenòtes e viene da ἄρρην “maschio”. Si attesta solo in
Damasceno ed in Ierocle, dove indica il sesso maschile, sia come genere che come
membro virile.
Βάλανος, ου si pronuncia bàlanos e vuol dire ghianda. Significa anche glande, assomigliando
questo ad una ghianda. In ambiente medico indica anche un tipo di supposta.
Βαυβών, ῶνος si pronuncia baubòn e vuol dire baubone, un tipo di cazzo finto, fatto di cuoio
ed utilizzato nelle commedie. Il termine ci viene tramandato da Eronda.
Βιλλίν si pronuncia billìn e vuol dire cazzo. Questo termine viene usato solo una volta da
Erodiano. Straordinariamente somigliante al genovese “belìn”.
Γέρρον, ου si pronuncia ghèrron ed indica un tipo di scudo di vimini. Ha anche il significato
di freccia, dardo, che è stato interpretato da Epicarmo come un sinonimo di cazzo.
Δέμας si pronuncia dèmas e vuol dire corpo, struttura corporea. Questo significato è
attestato sin dai tempi di Omero. In un'occasione, comunque, il comico Platone lo usa per
indicare il membro virile.
Δρεῖλος, ου è una variante della parola qua sotto.
Δρῖλος, ου si pronuncia drìlos e non se ne conosce l'etimologia. Si trova solo in un frammento
di Lucilio contenuto nell'Antologia Palatina e vuol dire sprepuziato.
Ἑντέριον, ου si pronuncia entèrion e deriva da ἔντερον “ventre”. Si riscontra solo in Marco
Aurelio e vuol dire membro virile.
Ἑπαγώγιον, ου si pronuncia epagòghion e deriva da ἐπαγωγός “attraente”. Si trova solo negli
scritti del farmacologo Dioscoride, dove significa prepuzio.
Ἑπισπάομαι si pronuncia epispàomai e viene dall'unione di ἐπί con σπάω “tirare fuori”.
Significa generalmente tirare a sé, trascinare, oppure aspirare. Nel Nuovo
Testamento però è utilizzato anche come tirare in avanti il prepuzio.
Ίθυφαλλικός, ή, όν si pronuncia ithyphallikòs e deriva da ἰθύς “ritto” e φαλλός “cazzo”.
Indica il metro itifallico, un particolare tipo di metro poetico relativo alle feste itifalliche.
Ίθύφαλλος, ου si pronuncia ithýphallos e deriva da ἰθύς “ritto” e φαλλός “cazzo”. Il significato
primario è Itifallo, epiteto di Priapo, dio della fertilità, che ha poi dàto nome ad un tipo di
danza ballata nelle feste in onore del dio. Cratino ci dice che era anche un tipo di cazzo
finto usato come simbolo delle feste itifalliche, in onore di Priapo. Indica anche una
persona libertina, dissoluta, libidinosa.
Καυλός, οῦ si pronuncia kaulòs e vuol dire punta di lancia e, per estensione, stelo, gambo.
In ambito medico indica il dotto del pene, mentre in alcuni poeti bucolici indica un tipo
di cavolfiore.
Κέρας, ως si pronuncia kèras e vuol dire corno. Archiloco e Meleagro però chiamano così il
cazzo in alcune loro opere. Ippocrate chiama così anche l'estremità della vagina.
Κέρκιον, ου si pronuncia kèrkion e vuol dire coda. Esichio, nel suo Lessico, riporta anche il
significato di fallo, membro virile (come in latino “cauda”). In Anassandro è il nome di
una prostituta.
Κέρκος, ου si pronuncia kèrkos e significa coda. Aristofane ed Eronda usano questo termine
anche in senso traslato, col significato di cazzo. Euripide lo usa per indicare la lingua di
una fiamma.
Κοιλία, ας si pronuncia koilìa e deriva da κοῖλος “ventre”. Significa principalmente anche
questo termine ventre, ma col tempo ha assunto diversi significati traslati e laterali. Tra
questi troviamo che nel Vecchio Testamento indica i genitali maschili e l'utero. In
Ippocrate è usato come sinonimo di escrementi. Polibio chiama così la carcassa di un
animale morto.
Κορύνη, ης si pronuncia korýne e vuol dire mazza, bastone. È molto diffuso anche il
significato traslato di cazzo, analogo al latino (ed all'italiano) “verga”.
Κριθή, ῆς si pronuncia krithè e vuol dire orzo. Esichio però riporta anche il significato di pene,
attestato anche in Aristofane.
Κωκώ, οῦς si pronuncia kokò ed è un nome scherzoso del cazzo, usato da Strattide.
Κωλέα, έας si pronuncia kolèa vuol dire coscia, gamba, ma è anche usato come cazzo da
Aristofane ed altri.
Λήκυθος, ου si pronuncia lèkythos e vuol dire boccetta, fiasco. In molti autori, soprattutto i
commediografi, ha assunto il significato traslato di cazzo.
Ληκώ, ους si pronuncia lekò ed Esichio ci dice che vuol dire cazzo. Potrebbe derivare da
ληκάω “sbocchinare”.
Μέδεα, έων si pronuncia mèdea e significa membro virile. Si trova solo in Archiloco.
Μέζος, εος si pronuncia mèzos ed è una variante di μέδεα utilizzata da Esiodo e Licofrone.
Μήδεα, ων si pronuncia mèdea ed è una variante di μέδεα (vedi sopra).
Μύκης, ητος si pronuncia mýkes e vuol dire principalmente fungo. Archiloco però usa anche
il traslato osceno cazzo, parte del corpo umano che, effettivamente, può assomigliare a
certi funghi.
Νεῦρον, ου si pronuncia nèuron e vuol dire tendine. Generalmente però è anche diffuso col
significato di pene.
Όλισβοκόλλιξ si pronuncia olisbokòllix e deriva da ὁλισβος “cazzo finto” e κόλλιξ “pagnotta”.
Indica un particolare tipo di pane a forma di cazzo, diffuso nell'antica Grecia durante
alcune feste.
'Όλισβος, ου si pronuncia òlisbos ed indica un cazzo finto, fatto di cuoio, utilizzato nelle
commedie.
Όρθαγόρας, ου si pronuncia orthagòras e vuol dire Ortagora, un nome di persona.
Aristofane, nelle Ecclesiazuse, lo usa come gioco di parole osceno con ὁρθός “dritto”, ad
indicare un tale, che potremmo chiamare Cazzonio, che sollevi le pene delle donne tristi
e sole. Un amico di gomma, diremmo oggi.
Οὐρά, άς si pronuncia ourà e vuol dire coda. Come anche altri termini con questo significato,
vuol dire anche cazzo.
Πάθη, ης si pronuncia pàthe e vuol dire cazzo.
Πάσσαλος, ου si pronuncia pàssalos vuol dire chiodo, ma ha anche il significato di
ramoscello giovane, virgulto. Proprio quest'ultima accezione viene spesso e volentieri
riferita al membro virile, come si può vedere in Aristofane ed Automedonte.
Πεοίδης, ες si pronuncia peòides e deriva da πέος “cazzo”. Significa a forma di cazzo ed è
attestata solo in qualche frammento comico.
Πέος, ους si pronuncia pèos ed è uno dei termini più usati per definire il pene:
Οὐδέν γε πλήν ἤ τό πέος ἐν τῇ δεξιᾶ [Oudèn ghe plèn è tò pèos en tè dexià]: niente tranne il
cazzo che ho in mano. ARISTOFANE, Nuvole
Πεώδης, ες si pronuncia peòdes e deriva da πέος “cazzo”. Si trova solo in Luciano di Samosata
e vuol dire con un grosso cazzo.
Ποσθαλίσκος, ου si pronuncia posthalìskos e deriva da πόσθη “cazzo”. Letteralmente
vorrebbe dire piccolo cazzo, cazzettino, ma è molto più usato in senso figurato col
significato di giovanotto. È attestato specialmente in Aristofane.
Ποσθένη, ης si pronuncia posthène e deriva da πόσθη “cazzo”. È attestato solo in Filone di
Alessandria ed indica una malattia del prepuzio non ben specificata.
Πόσθη, ης si pronuncia pòsthe e vuol dire cazzo. Con questo significato è attestato soltanto in
Aristofane. Si trova anche il significato di prepuzio, presente solo in Dioscoride.
Ποσθία, ας si pronuncia posthìa e deriva da πόσθη “cazzo”. Si trova solo in testi di argomento
medico e vuol dire prepuzio oppure orzaiolo.
Πόσθιον, ου si pronuncia pòsthion e deriva da πόσθη “cazzo”. Vuol dire cazzetto ed è
riscontrato in molti autori dal commediografo Aristofane al medico Ippocrate.
Πόσθων, ωνος si pronuncia pòsthon e viene da πόσθη “cazzo”. Generalmente vuol dire
dotato di un cazzo molto forte e si trova in questo senso in alcuni scritti del nostro
amico Luciano di Samosata. Per traslato, può significare anche stupido. Simile al toscano
“bischero”, che ha tutti e due questi significati con la medesima valenza.
Πριαπισκωτός, ή, όν si pronuncia priapiskotòs e deriva da Πρίαπος “Priapo”, dio della
fertilità caratterizzato da un enorme pene perennemente eretto. Il termine si trova solo in
Galeno e vuol dire di forma fallica.
Πρόσθεμα, ατος si pronuncia pròsthema e deriva da προστίθημι “aggiungere”. Significa
appunto aggiunta, pezzo di terreno aggiunto, ma nei testi medici indica l'appendice
del pene.
Ῥίς, ῥινός si pronuncia rìs e vuol dire generalmente naso. Tuttavia, talvolta Ipponatte lo usa
come metafora per cazzo.
Ῥόπαλον, ου si pronuncia ròpalon e viene da ῥέπω “pesare”. Vuol dire bastone, randello e,
analogamente al latino “verga”, anche in greco ha l'ulteriore significato di cazzo,
attestato in Leonida di Taranto.
Ῥόπτρον, ου si pronuncia ròptron e viene da ῥέπω “pesare”. Vuol dire bastone, randello e,
analogamente al latino “verga”, significa anche cazzo, come riportato nel Lessico di
Esichio.
Σάθη, ης si pronuncia sàthe e viene da σαίνω “scodinzolare”. Vuol dire cazzo. Si trova in
Aristofane ed Archiloco.
Σάθων, ωνος si pronuncia sàthon e viene da σαίνω “scodinzolare”. Vuol dire dal grande
cazzo. Viene utilizzato da Teleclide ed Ateneo di Naucrati.
Σαννίον, ου si pronuncia sannìon e viene da σαίνω “scodinzolare”. Si trova solo in Eupoli e
significa cazzo.
Σαύνιον, ου si pronuncia sàunion e vuol dire giavellotto. Comunemente ha anche il
significato traslato di membro virile.
Σαύρα, ας si pronuncia sàura ed il significato principale è lucertola, ma Stratone di Sardi usa
questo termine come membro virile.
Σκευή, ῆς si pronuncia skeuè e deriva da σκεῦος “equipaggiamento”. Vuol dire generalmente
abbigliamento, equipaggiamento, ma Eratostene Scolastico lo usa come sinonimo di
membro virile.
Σκεῦος, εος si pronuncia skèuos e significa equipaggiamento. Eliano lo utilizza col
significato di membro virile in una sua opera, ma è l'unico a farlo.
Σχοινίον, ου si pronuncia schoinìon e deriva da σχοῖνος “giunco”. Significa anche questa
parola giunco, più precisamente corda di giunco, ma Aristofane nelle Vespe la utilizza
col significato di pene.
Σφῦρα, ας si pronuncia sphýra e viene da σφυρόν “malleolo”. Generalmente vuol dire
martello o zappa, ma in Cratino si trova anche il significato traslato di cazzo.
Σωλήν, ήνος si pronuncia solèn e vuol dire tubatura. Esichio ci riporta anche il significato di
cazzo.
Ύποδερματίς, ίδος si pronuncia ypodermatìs e deriva dall'unione di ὐπό e δέρμα “pelle”. Vuol
dire prepuzio e viene usato solo da Epifanio di Costanza.
Φαλῆς, ῆτος si pronuncia phalès e viene da φαλλός “cazzo”. Significa cazzo e si trova in
moltissimi autori. Può essere anche un nome di persona, Falete, che negli Acarnesi di
Aristofane è il compagno di bevute di Bacco.
Φαλητάριον, ου si pronuncia phaletàrion e deriva da φαλῆς “cazzo”. Si attesta solo in alcuni
mimi ed in Nonno Abate e significa piccolo cazzo.
Φαλλαγωγεῖον, ου si pronuncia phallagoghèion e deriva da φαλλός “cazzo” ed ἄγω
“condurre”. Indica una piattaforma che veniva usata durante le Falloforie per
trasportare il cazzo finto.
Φαλλαγωγία, ας si pronuncia phallagoghìa e deriva da φαλλός “cazzo” ed ἄγω “condurre”.
Indica la processione del fallo, in cui, durante le Falloforie, veniva portato in corteo un
cazzo finto, simbolo di fertilità.
Φαλληφορέω si pronuncia phallephorèo e deriva da φαλλός “cazzo” e φέρω “portare”. Vuol
dire portare in processione un fallo, riferito alle processioni che si tenevano durante
le Falloforie.
Φαλληφόρια, ων si pronuncia phallephòria e deriva da φαλλός “cazzo” e φέρω “portare”.
Sono le Falloforie, feste in onore di Dioniso in cui un cazzo finto, simbolo di fertilità e
fortuna, veniva fatto sfilare in processione per le vie della città.
Φαλλικός, ή, όν si pronuncia phallikòs e deriva da φαλλός “cazzo”. Vuol dire fallico, riferito
però quasi sempre alle Falloforie.
Φαλλός, οῦ si pronuncia phàllos e vuol dire fallo. Più precisamente, con questo termine ci si
riferisce al cazzo finto portato in processione durante le Falloforie.
Χορδή, ῆς si pronuncia chordè e vuol dire principalmente budello oppure corda, dàto che
all'epoca le corde erano fatte coi budelli animali. Nelle commedie di Aristofane, ma non
solo nelle sue, significa anche salsiccia, a volte con un doppio senso osceno ad indicare
il cazzo.
Ψωλή, ῆς si pronuncia psolè e viene da ψάω “sfregare”. Vuol dire glande, e si trova
soprattutto nelle commedie di Aristofane.
Ψωλόεις, εσσα, εν si pronuncia psolòeis e viene da ψάω “sfregare”. Vuol dire dotato di
glande e si trova solo nelle Rane di Aristofane.
XXX
Cauda, ae vuol dire principalmente coda, ma (come alcuni termini greci con lo stesso
significato) ha anche il significato metaforico di cazzo, utilizzato da Orazio e Cicerone.
Caudatus, a, um deriva da cauda “coda” e significa superdotato o comunque dotato di
cazzo.
Caulis, is deriva da καυλός “cavolo” e vuol dire gambo di cavolo. Ha anche il significato
osceno di cazzo.
Fascinum, i indica un cazzo portafortuna utilizzato come simbolo antimalocchio. Vuol dire,
appunto, anche incantesimo.
Glans, glandis vuol dire ghianda. In ambito medico-anatomico assume anche il significato di
glande.
Mentula, ae vuol dire membro virile ed è attestato in Catullo e negli epigrammisti. È uno dei
termini più diffusi con questo significato. Da qui deriva l'italiano “minchia”.
Mentulatus, a, um deriva da mentula “cazzo” e vuol dire dotato di cazzo.
Muto, onis vuol dire membro virile ed è usato da Orazio.
Mutunium, i deriva da muto “cazzo” e vuol dire membro virile. Si riscontra solo in alcune
iscrizioni murali.
Mutunus, i deriva da muto “cazzo” ed è un epiteto del dio Priapo. Vuol dire anche
propriamente cazzo.
Natrix, icis deriva da no “nuotare” e vuol dire natrice, serpente di mare. Lucilio lo usa come
metafora per cazzo.
Nervus, i deriva dal greco νεῦρος “tendine” e vuol dire nervo. Come il suo omologo greco, ha
anche il significato di cazzo, come si vede in questo verso del poeta Orazio:
IN INDOMITO CONSTANTIOR INGUINE NERVOS QUAM NOVA COLLIBUS ARBOR INHAERET : un cazzo
piantato imperiosamente sopra un inguine indomito piú di un albero giovane sui colli.
Palus, i vuol dire palo, ma Orazio nelle Satire lo usa come equivalente di mentula, col
significato di cazzo.
Penis, is deriva dal greco πέος “cazzo”. Vuol dire pene ed anche, in senso figurato, libidine:
QUICUMQUE PENE BONA SUA LACERAVERAT: chiunque avesse dissipato i beni del padre per la
propria libidine. SALLUSTIO
Pipinna, ae è un nome scherzoso per indicare il cazzo.
Praeputium, ii è usato da molti autori e vuol dire prepuzio.
Sopio, onis vuol dire cazzo. Si trova in Catullo principalmente, ma non solo.
Telum, i vuol dire giavellotto, anche se popolarmente è un sinonimo di cazzo.
Tenta, orum deriva da tendo “tendere” e vuol dire membro virile. È usato da Catullo.
Vasa, orum vuol dire sia vaso che bagaglio, ma in alcune iscrizioni designa gli organi
sessuali maschili.
Vasculum, i deriva da vas “vaso” e vuol dire vasetto, boccetta. Petronio Arbitro lo usa anche
col significato di cazzo.
Verpa, ae vuol dire cazzo ed è attestato in tutti gli epigrammisti.