Saluto introduttivo (Andrea Vismara – Equita SIM) Ringrazio il

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Saluto introduttivo (Andrea Vismara – Equita SIM) Ringrazio il
Saluto introduttivo
(Andrea Vismara – Equita SIM)
Ringrazio il rettore Sironi e saluto calorosamente a nome di Equita tutti i partecipanti.
Durante i primi anni della crisi finanziaria, gli opinionisti italiani, confrontando l'Italia con il
Regno Unito, hanno ripetutamente posto in evidenza la debolezza intrinseca dell'economia
britannica, l’impoverimento della sua industria manifatturiera e i danni per l'economia reale
riconducibili al peso eccessivo e alla complessità del suo sistema finanziario. L’Italia, secondo
questi commentatori, sarebbe emersa più facilmente dalla crisi rispetto al Regno Unito grazie
alla sua forte base manifatturiera e al fatto che il nostro sistema finanziario era fondato su
solide banche tradizionali.
La storia ha chiaramente smentito quei critici: il Regno Unito è uscito dalla recessione da
tempo e la sua economia cresce ad un ritmo molto più veloce rispetto a quella italiana.
Inoltre, mentre in UK le crisi finanziarie sono state in gran parte limitate a pochi istituti come
Royal Bank of Scotland e Northern Rock, la debolezza del sistema bancario italiano e la
necessità di una sua riforma sono diventati evidenti nel tempo e continuano ad avere impatto
sulla nostra economia. E mentre i mercati dei capitali inglesi hanno ancora una volta
dimostrato di essere una fonte formidabile di finanziamento per le imprese ed un efficace
mezzo di diversificazione delle attività finanziarie per i risparmiatori, i nostri mercati
finanziari continuano a soffrire, con un numero di intermediari in diminuzione, poche
quotazioni in borsa di successo e un numero limitatissimo di investitori nazionali.
L’andamento della Borsa Italiana nelle prime settimane del 2016, peggiore di tutte le borse
europee a causa delle preoccupazioni degli investitori sul nostro sistema bancario, ha messo
nuovamente in grande evidenza la debolezza dei nostri mercati dei capitali: abbiamo ancora
troppe banche deboli e troppo pochi investitori domestici che forniscano stabilità al nostro
sistema e capitali per le nostre imprese.
È importante ricordare che la forza dei mercati dei capitali del Regno Unito è la conseguenza
diretta di una strategia precisa di tutti i governi britannici, che nel corso degli anni,
indipendentemente dal loro colore politico, hanno sistematicamente promosso e agevolato i
mercati dei capitali nella convinzione che siano fattori fondamentali per garantire un
finanziamento efficace alle aziende, assicurare la diversificazione del risparmio dei cittadini e
per creare posti di lavoro nella grande industria finanziaria stessa. Le istituzioni UK hanno
sempre dimostrato grande determinazione nel proteggere i propri mercati dei capitali, per
esempio ponendo in atto una rapida riforma dei loro organismi di vigilanza dopo i primi anni
della crisi finanziaria e anche combattendo duramente la Tobin tax, a differenza dell’Italia, che
è uno dei due soli paesi in Europa che hanno introdotto tale imposta nonostante il suo
contributo marginale al gettito fiscale e l'impatto negativo nel contesto della competizione
globale per i capitali.
Durante la celebrazione per i primi 20 anni dell’Alternative Investment Market (AIM), il
rappresentante del governo britannico ha tenuto un discorso da cui sono tratte le seguenti
parole: "Negli ultimi 20 anni, più di 90 miliardi di sterline sono stati raccolti dalle aziende
quotate sull’AIM. Questi sono 90 miliardi di sterline investiti nel futuro di imprese ambiziose
“Benchmarking the UK market: A way to create an efficient and effective capital market in Italy?”
Presentazione della ricerca
27 gennaio 2016 ore 15.00 - Università Bocconi Aula Magna - Via Gobbi 5, Milano
e con idee entusiasmanti. 90 miliardi di sterline che hanno permesso a imprese innovative e
in crescita di raggiungere il loro vero potenziale. E, soprattutto, sono 90 miliardi di sterline
che hanno contribuito a creare centinaia di migliaia di posti di lavoro per gente laboriosa in
tutto il Regno Unito. Quando l'AIM va bene, quando gli imprenditori vanno bene, l'intero paese
va bene. E sono orgoglioso di dire che questo governo ha una lunga storia nel supporto alla
realizzazione di questo obiettivo."
Queste poche parole mostrano chiaramente qual è il fulcro del successo del settore finanziario
UK: una forte visione politica secondo cui mercati dei capitali efficienti sono un bene per il
paese, per le sue imprese e per i cittadini.
In questo contesto, abbiamo accolto con grande piacere l'opportunità di proseguire la
collaborazione di Equita con l'Università Bocconi al fine di analizzare i mercati dei capitali per
le aziende italiane e proporre iniziative per migliorarli, anche alla luce di esempi di successo a
livello europeo. Dopo aver analizzato negli ultimi due anni il settore dell'Investment Banking
in Italia e la nostra base di investitori, il focus dell’analisi di quest'anno è il confronto tra i
mercati dei capitali italiani con quelli del Regno Unito e le lezioni che possiamo trarre
dall’esempio di maggior successo in Europa, che ci aiuta a identificare soluzioni attuabili che
permetterebbero ai nostri mercati di diventare più efficienti e alle nostre aziende di
prosperare.
I recenti governi italiani hanno migliorato e semplificato l'accesso ai mercati dei capitali per le
società italiane con una serie di iniziative legislative volte a creare una vera alternativa di
finanziamento per le Società, diversa dal tradizionale ricorso al sistema bancario. Ma una
chiara visione organica del settore e uno sforzo coordinato per una politica industriale
riguardante i settori del risparmio gestito e dell’Investment Banking devono ancora diventare
una priorità per le istituzioni italiane.
L'esempio del Regno Unito, dove tale visione è stata fondamentale per decenni, indica
chiaramente alcune azioni da intraprendere in Italia:
• Promuovere le industrie dell’Investment Banking e dell’Asset Management, favorendo la
presenza di forti player indipendenti ed un contesto ambientale e culturale in cui la
professionalità degli operatori venga incoraggiata e gratificata
• Fornire incentivi, tra cui sgravi fiscali, per incoraggiare i cittadini italiani ad investire in
titoli azionari ed obbligazionari con un’ottica di medio periodo, simili agli Individual
Savings Accounts ampiamente diffusi nel Regno Unito
• Dedicare fondi specifici, in parte finanziati da enti pubblici, agli investimenti in piccole
imprese italiane analoghi ai Venture Capital Trust britannici
• Sviluppare ulteriormente sistemi di previdenza privati gestiti attraverso fondi pensione
efficienti, diversificati e che contribuiscano attivamente al finanziamento delle imprese
italiane
• Rimuovere il conflitto d’interessi delle banche finanziatrici nei rapporti con gli investitori
e con le società per evitare altre brutte esperienze come i Cirio bonds e i subordinati delle
banche insolventi ai risparmiatori o le IPO mal gestite da intermediari creditori delle
società in via di quotazione
“Benchmarking the UK market: A way to create an efficient and effective capital market in Italy?”
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• Incentivare la ricerca di qualità su aziende che accedono al mercato dei capitali, se
necessario rendendo obbligatorio per le società quotate l’utilizzo di "Corporate Broker"
che le supportino in un dialogo continuativo con gli investitori, secondo la miglior prassi
UK
• Semplificare il più possibile le regole di quotazione, ovviamente entro i limiti della
normativa europea e attenendosi alla best-practice, e modificare l'approccio delle autorità
italiane, così da evitare le anomalie per cui Royal Mail è stata privatizzata con un
prospetto di 450 pagine mentre per Poste Italiane ne sono state necessarie quasi 1.000
• E, infine, rimuovere la Tobin Tax, imposta insensata e dannosa che tradisce un pregiudizio
nei confronti dei mercati dei capitali da parte dei governi italiani che l’adottarono
Incoraggiamo dunque sinceramente i nostri politici e le nostre autorità ad avviare lo sviluppo
di un quadro giuridico e fiscale coordinato e a promuovere una vera politica industriale per i
mercati dei capitali italiani e per il settore del risparmio gestito.
E, ancora una volta, ringrazio a nome di tutta Equita l’Università Bocconi per questa analisi di
eccellente qualità e per le potenziali iniziative concrete che ne scaturiranno ed in particolare i
professori Caselli, Gatti, Gigante e Chiarella per l’entusiasmo nel condividere con noi questo
progetto. Ringrazio inoltre gli avvocati di Clifford Chance per l’aiuto che ci hanno fornito. E
desidero ringraziare infine il Rettore Sironi, il dottor Panetta della Banca d’Italia e i
rappresentanti delle imprese e delle professioni che porteranno il loro contributo al dibattito.
Passo la parola a Stefano Caselli e Stefano Gatti, grazie.
“Benchmarking the UK market: A way to create an efficient and effective capital market in Italy?”
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