Vescovo, sulla Tua parola

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Vescovo, sulla Tua parola
n. 15
Settimanale della Diocesi di Senigallia - giovedì 27 aprile 2006 - € 1
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Ancona - Taxe Perçue - Tassa riscossa ufficio PT di Senigallia -
Editoriale
SPECIALE NUOVO VESCOVO
Testimonianze
in vista di una
giornata speciale
Pastore per
annunciare
N
ominato Vescovo di
Jesi dal Santo Padre
Benedetto XVI, attraverso il
ministero del Nunzio Apostolico Mons. Paolo Romeo,
il carissimo don Gerardo
Rocconi entra nella successione apostolica: riceve il
testimone da Mons. Oscar
Serfilippi, che per raggiunti
limiti di età lascia la Chiesa
jesina dopo averla guidata
con generosa dedizione per
28 anni.
Per adempiere il suo nuovo
ministero, don Gerardo si
accinge a partire dalla nostra Chiesa di Senigallia,
nella quale ha finora vissuto
ed esercitato, nei vari incarichi che gli sono stati affidati,
il suo servizio pastorale.
Per i molti e delicati compiti
che ha svolto in questa Diocesi in stretta collaborazione
con il vescovo e i confratelli,
abbiamo tutti verso di lui
un grande debito di riconoscenza.
In particolare lo ringraziamo per la sua testimonianza
di vita: uomo di preghiera,
innamorato di Cristo, affezionato a Maria, pastore
mite e zelante, fedele servitore della Chiesa.
La sua chiamata all’episcopato è un richiamo alla nostra responsabilità di condividere i doni del Signore.
La nomina di don Gerardo,
infatti, non è solo il segno
della fiducia che il Signore,
attraverso il Papa, gli manifesta, ma anche un appello
a farci carico della fede dei
fratelli, donando loro noi
stessi.
Certamente per la Chiesa di
Senigallia la partenza di don
Gerardo equivale a un grosso sacrificio, ma il Signore ci
chiede di non temere di donare con gioia.
E’ a tutti che il Signore chiede di “partire”, per “andare”
dappertutto nel mondo a
portare il dono del Vangelo, pronti a soffrire ma lieti
di spendere fino in fondo la
nostra vita a questo fine.
A Mons. Gerardo Rocconi
il vescovo, i presbiteri, i religiosi, le persone consacrate e il popolo di Dio della
Diocesi di Senigallia rivolgono un affettuoso augurio
perché viva il suo ministero
come successore degli apostoli nel segno di una grande
fiducia nell’aiuto del Signore,
in piena fedeltà al suo motto episcopale “in verbo tuo”.
A lui assicuriamo il nostro
grato ricordo nella preghiera, perché possa essere immagine trasparente di Gesù
Buon Pastore, coraggioso
testimone di Colui che è
“l’unica speranza che non
delude” (Rm 5,5).
La pace del Risorto sia sempre con te, Don Gerardo!
+ Giuseppe Orlandoni
Vescovo
Redazione
8-9
VERSO VERONA 2006
SENIGALLIA
Fondi e idee
per l’energia
pulita
di Michela Gambelli
5
MUSICA
Intervista
a don Luigi Ciotti
sulla libertà
a cura di D. Rocchi
6
Sette note
per tutti i gusti:
musica in città
di D.P.
13
Vescovo,
sulla Tua
parola
Don Gerardo Rocconi
è il nuovo pastore della Chiesa di Jesi:
sabato 29 aprile, nella Cattedrale
di Senigallia, l’Ordinazione episcopale
dal Vescovo Giuseppe Orlandoni
con l’Arcivescovo Edoardo Menichelli
e il nostro Vescovo Odo Fusi Pecci.
C
on trepidazione, ma anche con tanta serenità attendo il momento della mia Ordinazione Episcopale
Non ho potuto fare a meno, in questi giorni, di ritornare là dove è maturato il mio sì, nella S. Casa di Loreto, a
chiedere ancora sostegno per me e per le Chiese sorelle
di Senigallia e di Jesi.
Mi soffermo spesso in questi giorni sul cap. 17 del vangelo di Giovanni: è la preghiera sacerdotale di Gesù, il
quale prega per gli Apostoli: Padre custodiscili nel tuo
amore; ma poi prega anche per i discepoli di tutti i tempi: Tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me
e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il
mondo creda che tu mi hai mandato.
E’ naturale che in questi giorni il mio pensiero sia uno
solo: la necessità di prepararmi bene alla S. Ordinazione. Per questo, fra le altre cose, richiamo alla mia mente i colloqui di Gesù con i Dodici. Certo, la Settimana
Santa da poco trascorsa in tante occasioni ha messo in
risalto chi deve essere il Vescovo in mezzo al suo popolo. L’abbiamo sentito soprattutto la sera del Giovedì
Santo: Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene,
perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho
lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli
uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho
fatto io, facciate anche voi (Gv 13,13-15)
E’ indubbiamente questo lo spirito con cui mi preparo.
Non cerco nè piedistalli, nè riconoscimenti: desidero
solo essere quello che Gesù si aspetta da me. L’unico
mio desiderio è comprendere giorno dopo giorno quanto il Signore desidera e avere la forza di proporlo e realizzarlo.
Nei momento in cui la trepidazione sembra prendere
un posto troppo importante, faccio mio il dialogo di
Gesù con Pietro: Pietro, mi ami tu. Signore tu sai che io
ti amo (Gv 21,17). E questo dialogo, ripetuto tante volte mi guarisce interiormente e mi dà pace. D’altra parte,
non c’è altra via, che quella della fede, per capire cosa
voglia dire diventare Vescovo. Non ho in mente nè programmi, nè strategie pastorali. Però ho chiaro lo spirito
con cu intendo andare. Più volte ho ripetuto: “Perchè il
Signore ha scelto me? Cosa ci ha trovato? Io ancora non
l’ho visto”. Però di fronte alla certezza di una chiamata,
ripeto come Maria, come Pietro: “Non capisco, ma mi
fido e - come mi ha suggerito il Santo Padre Benedetto
XVI - sulla Sua Parola si va avanti”.
Io non ho mai fatto grandi cose. La mia vita è stata sempre così: piccola, semplice, anche quando ero parroco
di una grande parrocchia come Chiaravalle. Però ho
cercato sempre di essere pronto ad ascoltare, disponi-
bile al dialogo, paziente e misericordioso, disponibile a prendere per mano chi si affidava
a me. Probabilmente il Signore per adesso
mi chiede questo, altro non so vedere: e allora da qui intendo partire.
Più persone mi hanno chiesto: Cosa vuol
dire fare il Vescovo, qual è il suo compito?
Spontaneamente il pensiero mi va a quella
frase che conclude ognuna delle lettere alle
sette Chiese che troviamo all’inizio del libro
dell’Apocalisse: “Chi ha orecchi ascolti ciò
che lo Spirito dice alle Chiese.”
Solo in un profondo atteggiamento di ascolto di quanto il Signore giorno per giorno
ha da dirci si comprende il cammino che la
Chiesa deve percorrere. In realtà il rinnovamento, che poi è una perenne conversione,
non può consistere semplicemente nel portare avanti nostri progetti, quanto piuttosto
i progetti del Signore. Partendo da questa
premessa, il Vescovo deve dare particolare
importanza all’annuncio della Parola. Deve
esortare all’ascolto orante della Parola. Sapendo, inoltre, che tutti possono essere via
dello Spirito, il vescovo deve favorire una
intensa vita di comunione, in particolare fra
tutte le realtà che gli sono state affidate.
Una particolare attenzione il Vescovo la
deve avere per i Sacerdoti: è bellissima la
vita di un sacerdote, ma questo non vuol
dire nè che sia semplice, nè che sia facile. I
Sacerdoti, infatti, sono sempre di meno in
una situazione che richiede loro un impegno
sempre maggiore e più qualificato.
Collegato a quanto appena detto c’è da affrontare il problema della mancanza di vocazioni. E ancora collegato a questo c’è la
situazione dei giovani e quella della famiglia.
Solo per indicare alcuni degli ambiti in cui il
Vescovo deve muoversi. Ma non è questo il
momento per affrontare tali argomenti.
Voglio solo dire che ogni giorno che passa
vedo maggiormente l’amore e la misericordia del Signore che mi permette di accettare
la mia inadeguatezza e mi permette di essere
paziente anche con me stesso.
A tutti chiedo di essere accompagnato con
una intensa preghiera: ma so che questo sta
già accadendo e per questo voglio esprimere tutta la mia gratitudine ai Sacerdoti, agli
amici e ai tanti fedeli che hanno capito che
quando uno viene chiamato ad essere sacerdote, vescovo, o a qualsiasi altro impegno di
vita, l’unico regalo che conta e serve è affidarlo al Signore.
don Gerardo Rocconi
2
27 aprile 2006
attualità
elezioni politichePartecipazione e solidarietà, due urgenze per l’Italia
Essere comunità
I
l 9 e 10 aprile scorsi quasi l’84
per cento degli italiani è corso alle urne per scegliere deputati e senatori ai quali affidare
il compito di legiferare e di dar
vita a un nuovo governo. Non
era mai accaduto che il picco
di percentuale di votanti fosse
così alto e ciò è bastato per indurre molti, compreso lo stesso
Capo dello Stato, a elogiare il
popolo italiano per l’alto grado
di civismo dimostrato
Il fatto di partecipare in massa
ad un momento solenne della
vita pubblica, qual è la consultazione elettorale, è in sé lodevole a meno che non sia dovuto
a motivazioni che non hanno
nulla a che fare con il fervore
civico in quanto obbediscono
a calcoli di interesse suggeriti
dall’eccessivo culto del particulare , associato al sostanziale
disinteresse per tutto ciò che
serve ad evitare che il bene comune frani miseramente rotolando nelle chine dello sfascio.
Stando alla piega presa dai comizi nelle due ultime settimane
di campagna elettorale, sorge
il sospetto che una parte del-
opinioni 1 La risorsa più grande del Paese
l’elettorato sia giunto alle urne
mosso dalla preoccupazione di
contenere col proprio voto una
incombente “rapina” fiscale.
Da che mondo è mondo le
tasse non sono mai piaciute e
non credo che si sia obbligati
a dire che pagarle reca sollievo
e allegrezza. Sono onerose, ma
rappresentano il mezzo con cui
una comunità di persone civili,
solidali e ragionevoli concorre
a provvedere, a ricchi e poveri,
quei servizi che solo un plurimiliardario potrebbe procurarsi
a proprio carico. Sanità, istruzione, ordine pubblico, mezzi
di comunicazione, forniture
d’acqua e d’energia, conservazione e tutela dell’ambiente da
degrado e da inquinamento
sono oggetto di competenza e
di promozione della comunità
che vi provvede tramite gli organi dello Stato. Scrollarsi di
dosso il dovere di concorrere,
secondo le proprie possibilità,
all’edificazione di quanto corrisponde al bene di tutti e di
quanto ren de civile, progredita e onorata una comunità di
persone, è una forma meschina
di taccagneria e d’individualismo egoista che non fa onore
a chiunque ci tenga ad essere
riconosciuto civile. Coloro, poi,
che si professano cristiani non
dovrebbero ignorare quanto
suggerì Giovanni Battista a chi
gli chiedeva come ci si doveva
preparare ad accogliere degnamente il Messia : “Chi ha due
tuniche ne dia una a chi non ne
ha e chi ha da mangiare faccia
altrettanto”.
Essere solidali significa farsi carico delle angustie e sofferenze
di quelli che condividono con
noi il legame sociale che fa di
un insieme di persone una comunità impegnata a crescere in
modo omogeneo e tale da evitare dislivelli e differenze che
umiliano non solo chi le subisce, ma anche chi le tollera e
non fa nulla per rimediarle.
Correre affannati alle urne per
risparmiarsi il rischio di dover
onorare il proprio dovere di
solidarietà non dovrebbe essere accreditato a merito, ma ad
amara commiserazione.
opinioni 2 Considerazioni sul voto cattolico
Servire il popolo La via della
riconciliazione
D
oveva essere una vittoria
clamorosa del centrosinistra con tutto il popolo
schierato “finalmente” da una
parte, ma , alla prova dei fatti,
la vittoria si è giocata su una
manciata di voti. Per l’ennesima volta, il popolo si è beffato
dei potenti. Come in America
sul caso Bush-Kerry e come
per il referendum sulla procreazione assistita, non ha seguito gli ordini prestabiliti da
un concentrato incredibile di
interessi: una buona parte della stampa estera e della stampa italiana, rappresentanti del
mondo dell’economia, intellettuali e registi a la page, il
partito della rendita e quello
del clientelismo, radicali e no
global. Il risultato annunciato era quello che sembrava
emergere nelle prime ore dagli exit poll viziati dal fatto
che la gente, stanca di essere
presa in giro, non si è fidata
degli intervistatori. E, così, i
commenti tronfi e compiaciuti di politici (quantomeno
un po’ “imprudenti”), disegnavano le sorti di un’Italia che
aveva scelto di “liberarsi della
dittatura” che l’aveva bloccata
negli ultimi cinque anni.
Invece è stato un pareggio. Da
notare che nelle aree più sviluppate e popolose del Paese
la maggioranza della Casa
della Libertà è stata netta, se
non addirittura schiacciante. Il consenso deriva da un
forte radicamento nel mondo
produttivo, nelle realtà sociali,
nelle aggregazioni ideali.
Queste realtà hanno a cuore
la vita, la famiglia, l’educazione, il rilancio economico,
l’ammodernamento del Paese,
la difesa della libertà e di una
pace che non sia un cedimento al terrorismo, la costruzione di un’Europa dei popoli. In
poche parole questo consenso
nasce dalla libertà e dalla sussidiarietà, che sono urgenti
per quel rilancio dal basso di
cui l’Italia ha assoluto bisogno.
I segni non mancano: Draghi
parla di ripresa, c’è fervore in
mondi produttivi che disdegnano la rendita, Paesi come
la Svezia e la Gran Bretagna
abbandonano il welfare state
e ci indicano la nuova strada
maestra. Ci vorrebbe subito
un accordo tra le componenti realmente riformiste dei
due schieramenti (sull’esempio dell’Intergruppo per la
Sussidiarietà). Purtroppo, il
risultato elettorale non aiuta:
nell’Unione la componente
riformista ha ceduto ai massimalisti e quasi il 20% del
Parlamento sarà composto da
esponenti dell’uno o dell’altro
estremismo, fatto disastroso per un’Italia che non ne
ha certo bisogno. Soprattutto, alcuni leader dell’Unione
invece di riflettere sulla difficile situazione che rischia di
rendere ingovernabile l’Italia,
si sono messi, alle 3 di mattina, a cantare vittoria come se
godessero di ampie e solide
maggioranze popolari. Sono
gli stessi che, a differenza di
Schroder, hanno imbarcato le
componenti radicali che già li
ricattano. Non abbiamo bisogno di loro. Occorre qualcuno
che compatti le parti più responsabili di maggioranza e
opposizione, che riunifichi il
Paese e, sulla base di ciò che è
più urgente, sappia affrontare
la crisi economica, politica e,
soprattutto, ideale che l’Italia
attraversa.
Occorre guardare alla risorsa
più grande che resta all’Italia:
un popolo che ha dimostrato,
ancora una volta, di essere
vivo. Questa è la vera speranza: l’esperienza di novità che
si pone nella vita quotidiana,
nelle opere che si costruiscono, nelle proposte politiche
che si fanno. Il resto, prima o
poi, crolla senza lasciare traccia
Giuseppe Olivetti
Carlo Crovetto
M
entre i politici più sensibili fanno i primi tentativi di un dialogo
più sereno fra le diverse parti in lizza,
noi abbiamo il dovere di preoccuparci
della situazione che si è venuta a determinare all’interno del mondo cattolico.
Dando per scontata la conoscenza delle cause delle innegabili divisioni procuratesi o aggravatesi in questi ultimi
mesi, formuliamo alcune considerazioni sulle quali non dovrebbe essere eccessivamente difficile riconoscersi tutti
o, perlomeno, trovare un punto comune di riferimento su cui misurare serenamente le proprie posizioni. C’è però
un indispensabile punto di partenza:
mettere fra parentesi le scelte politiche
e collocarsi direttamente sul piano della comune fede cattolica.
Ripetuto che la diversità delle scelte
politiche non deve né meravigliare né
tanto meno scandalizzare, dal momento che è ormai pacificamente ammesso
che la stessa fede non è destinata a dar
vita alle stesse scelte politiche, rimane
altrettanto assodato e pacifico che il
vero cristiano è obbligato a maturare le
sue scelte sulla base del pensiero sociale della Chiesa. Si intende parlare dell’
intero pensiero sociale della Chiesa,
senza che a nessuno sia concessa l’autorizzazione di fare le scelte che, per
qualsiasi motivo, egli ritiene opportune.
Quando si è parlato del decalogo dimezzato, questo esattamente si voleva
dire. La dottrina sociale della Chiesa è
un pensiero organico, strutturato, sistematico, armonico, costruito intorno
al primato e alla centralità della persona umana. Un organismo vivente che
va accettato in tutte le sue componenti. Ogni ferita rischia di essere mortale.
La Chiesa per definizione non sta da
nessuna parte, concentrata com’è su
un pensiero che i secoli le hanno tramandato e che, solo nella sua interezza,
diventa autentico mezzo di evangelizzazione.
Sta qui la ragione basilare del disaccordo profondo fra le due correnti di pens
iero che da tempo si stanno scontrando all’interno della comunità cristiana.
Non si può esaltare la famiglia e insie-
me dimenticare le povertà, le ingiustizie, le sperequazioni che esistono nel
mondo vicino e lontano. Ugualmente,
non si possono scorporare problemi
scottanti come quelli della guerra, della
fame, della disoccupazione da quelli altrettanto fondamentali della vita, della
bioetica, della salvaguardia del creato.
Il criterio determinante è appunto l’uomo, cioè, secondo Paolo VI, tutto l’uomo e tutti gli uomini.
La stella polare è il bene comune, e non
quello personale, del proprio gruppo,
della propria classe. Se si guarda la
realtà da questo punto di vista, sarà anche facile trovare posizioni giuste per
quanto riguarda una questione che per
la seconda volta sembra aver giocato un
ruolo determinante nella competizione
elettorale: il pagamento delle tasse. Le
quali non sono da considerarsi una punizione dalla quale guardarsi con tutti i
mezzi, ma il modo normale per sovvenzionare i servizi pubblici e realizzare
un minimo di giustizia fra tutti i componenti del corpo sociale. Tassazione
giusta, cioè estesa a tutti, senza privilegi di sorta, e progressiva. Agire diversamente è immorale. La lotta sociale
è per massima parte una questione di
egoismo e di solidarietà. Inutile dire da
quale parte deve stare il cristiano. Se si
è convinti di questo, specialmente nel
tempo del bipolarismo, la scelta di una
parte sarà difficilmente pacifica e totale.
Scelta del male minore, si è detto: ciò
che può andare anche bene.
on l’impegno però di non assoggettarsi
supinamente alle idee e alla scelte che
vengono propinate, qualunque esse siano, ma con una riserva critica che impegna a contestare anche i programmi
e i comportamenti della parte prescelta.
Il cristiano è destinato a rimanere un
compagno scomodo, una spina collocata nel fian co anche di coloro che gli
sono vicini. Salvo errori, sono queste le
vie della riconciliazione o della ricomposizione dell’area cattolica, come si
diceva una volta. Può darsi che qualcuno pensi ad altre strade. Con ogni
probabilità, però, egli è destinato, a rimanere deluso.
Giordano Frosini
Asteriski
* PASQUA DA RECORD. La prima Pasqua
di Benedetto XVI segna
un record : oltre100.000
presenti in piazza san
Pietro, da ogni parte del
mondo. Sono 104 le televisioni presenti per la
diretta in mondovisione.
Sono 62 (sessantadue!) le
lingue utilizzate per gli
auguri pasquali. A Monterado, per la prima volta, si sono aperte le porte
della chiesa per rendere
“partecipi” alcune decine
di fedeli che non potevano entrarvi.
* KAMIKAZE TRA NOI.
Il “Corriere Adriatico”, di
domenica 23 aprile, titola la prima pagine su
4 colonne: “Accoltellato
alle spalle dopo una lite”.
L’aggressione davanti al
“Locale”, sul lungomare
Alighieri. Notate l’ora. Il
“fattaccio” avviene tra le
2,45 - 3 del mattino: uno
degli orari più pericolosi,
perché i neuroni vanno
in tilt per il sovraccarico
di stimoli d’ogni genere.
Il peggiore è l’ira/collera:
che ti porta in galera. Così
il kamikaze fa l’autogol.
* BERTINOTTI IL DURO.
Le due estreme (di destra
e di sinistra) si toccano. A
destra o a sinistra si puntano i piedi. Dice (bontà sua!): “Ho apprezzato
D’Alema e i Ds perché bisogna mettere in rilievo
l’esigenza di investire nel
pluralismo
dell’Unione
che deve essere visibile.
L’intenzione di Rifondazione è di dialogare con
i riformisti”. Bella l’intenzione di dialogare. La
realtà è che Bertinotti
dialoga solo con se stesso.
“Così è, se vi pare”.
* eSTATE DA GRAN TURISMO. Buone le notizie
per la prossima stagione
estiva. L’apertura della
Rotonda farà “impazzire”
i vigili. Intanto si calmano
le polemiche sui 4 stabilimenti balneari confinanti con il locale “mitico”.
L’Assessore Mangialardi
precisa che si sposteranno l’edicola e la gelateria;
le concessioni faranno
spazio alla visuale sulla
Rotonda. Ristoranti, albergatori, baristi, pizzaioli, gelaterie… non esageriamo con i prezzi!
* ANCORA BOLLETTINI.
E’ un altro bollettino parrocchiale uscito nel periodo pasquale. Apre con gli
auguri di don Gesualdo
che “per la prima volta
mi rivolgo a voi per augurarvi “Buona Pasqua…
molto felice di trascorrere
con la mia nuova comunità parrocchiale la festa
della Risurrezione”. Seguono: “Il messaggio del
Papa; una riflessione sulla
parrocchia di Claudia; Gli
appuntamenti
parrocchiali; La prima enciclica
di Benedetto XVI; Parrocchia aperta al mondo
(con vari gemellaggi); Il
calendario delle benedizioni alle famiglie; Il Porto
ragazzi; Dal Bangladeh al
nostro quartiere; “I mazzamurei”; Il microfono a…
(Silvano, Silvio, Sabrina);
Obiettivo: prima Comunione; Mille e più motivi
per andare al campo Acr;
Orari Settimana Santa.
Giuseppe Cionchi
27 aprile 2006
attualità
3
ALCOLISMO Il “binge drinking” è di moda in fasce sempre più ampie di popolazione
Block Notes
A
Verso
la terza
corsia
dell’A14
Ubriachi per una sera
llarme sociale sul “binge drinking”, il bere
per ubriacarsi, che si estende a fasce sempre più ampie di popolazione e non esclusivamente adolescenziali. A lanciarlo sono i nuovi
dati dell´indagine Istat Multiscopo
dal titolo “L´uso e l´abuso di alcol
in Italia. Anno 2005”, presentati da Linda Laura Sabbadini,
direttore centrale Istat.
Con l´espressione binge
drinking ci si riferisce “all’abitudine di
consumare eccessive
per età è fortemente asimmetrico con un picco nella fascia 20-24 anni (15,7%) e notevoli
differenze di genere (25,5% dei maschi e 6%
delle femmine). Tra i minori dichiarano di essersi ubriacati almeno una volta nell´anno il
4,6% dei ragazzi (5,9% dei maschi e 3,3% delle
femmine); tra i 18-19 anni la quota raggiunge
il 14,6% (19,6% dei maschi e 9,1% delle femmine).
Dopo i 25 anni il fenomeno ha poi un andamento gradualmente discendente con l´età,
permanendo forti differenze di genere. Bisogna però ricordare che i minorenni sono più a
rischio, in quanto spesso non ancora in grado
di metabolizzare l´alcol. Uno degli obiettivi
dell´OMS per il 2010 è ridurre a zero la quota
di ragazzi fino ai 15 anni che consumano alcol. Riguardo alla frequenza nell´abitudine
al binge drinking, oltre la metà di quanti
hanno dichiarato di essersi ubriacati negli ultimi 12 mesi lo ha fatto da 1 a 3
volte (50,4%), ma ben il 15,1% da 4 a
6 volte. E´ pari al 7,7% la quota di
persone che hanno bevuto nella
stessa occasione 6 o più bicchieri di bevande alcoliche
più di 12 volte nell´anno.
Si tratta, quindi, di
ubriacature concentrate in singole
occasioni.
Ma
aumenta anche
il consumo
di alcolici
fuori pasto.
quant i t à
(convenzionalmente 6 o più
bicchieri
di
bevande alcoliche) in una
sola occasione, come ad
esempio durante
una stessa serata
o una festa. Questo
comportamento si è
diffuso prevalentemente
nei Paesi del Nord Europa,
ma si sta radicando tra i giovani anche in Italia e nei paesi
dell´Europa mediterranea”, fa notare la ricerca. Nel 2005 l´8,4% della
popolazione di 11 anni e più ha dichiarato di aver consumato alcol in eccesso
in una sola occasione almeno una volta
negli ultimi 12 mesi.
La quota è in aumento rispetto a quanto rilevato alla fine del 2003 (7,1%), anno in cui
l´Istat ha rilevato per la prima volta il fenomeno. Il binge drinking è un´abitudine più diffusa nell´Italia settentrionale (10,8% Nord-est e “Uno
degli
8,7% Nord-ovest) dove il fenomeno si verifi- o b i e t tivi
di
ca anche con maggiore frequenza: nell´Italia s a l u t e
pubblica da
nord-occidentale l´11,3% della popolazione raggiungere
in materia di
di 11 anni e più si è ubriacata più di 12 volte consumo di
bevande alcolinell´anno.
che è la riduzione della percentuale
Si tratta di un modello di consumo che caratte- di
consumatori
di bevande alcoliche
rizza prevalentemente i giovani: l´andamento fuori dai pasti”, rileva l´indagine Istat, riferen-
TEMPI MODERNI
Una
regione
che si mette
in mostra
C
on oltre quindicimila prenotazioni, la mostra
‘Gentile da Fabriano e l’altro Rinascimento’, inaugurata ufficialmente dal Presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi, si conferma indiscutibilmente
l’evento artistico di maggiore attrazione della primavera-estate 2006. In concomitanza con la mostra, che
rimarrà aperta fino al prossimo 23 luglio, le Marche
offrono altri quattro prestigiosi appuntamenti che
documentano l’influenza del Gotico internazionale in
tutto il territorio regionale: Fermo e Camerino, inaugurati alla fine di marzo; Cagli e San Severino Marche, in programma nei prossimi giorni.
La mostra ‘L’aquila e il leone. L’arte veneta a Fermo
e nel suo territorio. Paolo Veneziano, i Crivelli e il
Lotto’ - allestita nelle due sedi espositive di Fermo,
Palazzo dei Priori, e di Sant’Elpidio a Mare, Pinacoteca Vittore Crivelli, fino al 17 settembre - ha fatto
registrare nelle prime tre settimane di apertura più
di duemila visitatori; vi sono esposte oltre cinquanta
Le religiose e la Tv educativa
Suor Auditel
Basta quiz miliardari che disorientano e
danneggiano l’educazione dei bambini. Sì
alla fiction, alla cultura in tv ma soprattutto
allo sport quando è veicolo di valori positivi.
No al miliardario Gerry Scotti che dispensa
sogni fasulli, si alla pacatezza di Paola Ferrari, alla preparazione di Piero Angela e alla
incisività di Lucia Annunziata. È una analisi
dura di ciò che va in onda sul piccolo schermo quella delle suore italiane, impegnate a
migliaia negli oratori a contatto continuo
con i bambini e preoccupate per gli effetti
che certe trasmissioni hanno sui più piccoli.
Uno studio condotto dal periodico online
“Marketing Tv” su un campione di 350 suore
attive in 80 oratori sparsi per l’Italia fa emergere una sorta di “pagella” con promossi,
do che dal 1998 al 2000 è aumentata la quota di
persone che consuma almeno settimanalmente
alcolici fuori pasto (da 5,1% nel 1998 a 6,9% nel
2000 per la popolazione di 14 anni e più). Il fenomeno si è stabilizzato dal 2001 in poi, attestandosi a circa 7%.
Nel 2005 tra le persone di 11 e anni e più il 6,8%
ha dichiarato di bere alcolici fuori pasto almeno
una volta a settimana. Sono più gli uomini delle
donne a farlo (11,6% contro 2,3%) e in particolare i giovani: una quota rilevante di persone che
consumano con cadenza almeno settimanale si
registra già tra 18-19 anni (13,2% dei maschi e
7,4% delle femmine) e raggiunge il massimo tra
20 e 24 anni (15,2%), con forti differenze di genere (21,4% dei maschi e 9% delle femmine). Nella fascia di età successiva (25-29 anni) la quota
si mantiene elevata (19,9% maschi contro 4,9%
femmine), decrescendo con l´aumentare dell´età.
Tra le donne, a parità di età, sono soprattutto
le laureate (4,4%) a bere alcolici fuori dai pasti,
mentre tra gli uomini sono principalmente gli
adulti e gli anziani meno istruiti.
L´abitudine a bere alcolici fuori pasto è più diffusa nell´Italia Nord-orientale (10,5%), in Friuli Venezia Giulia (13,6%), Trentino Alto Adige (13,4%)
e Veneto (12,1%). La quota inoltre è più elevata
tra quanti vivono nei piccoli comuni (10,2% nei
comuni fino a 2 mila abitanti).
Laura Badaracchi
Nelle Marche
L
a quota di consumatori giornalieri ha un
andamento crescente all’aumentare dell’età
fino ai 64 anni: tra i minorenni il valore si attesta al 2% e via via cresce raggiungendo il massimo tra i 60-64 anni (46,4%; 65,9% tra gli uomini
e 28% tra le donne), diminuendo al 36,1% tra
la popolazione molto anziana. La ‘graduatoria’
delle Regioni in questo caso si modifica rispetto al consumo nell’anno: si beve alcol tutti i
giorni soprattutto nelle Marche (38,2%), in Liguria (36,8%), Toscana e Molise (36,1%). Negli
ultimi anni, denuncia quindi l’Istat, si stanno
diffondendo modelli di consumo di alcol tipici
dei Paesi del Nord Europa, in particolare tra i
giovani.
opere realizzate da pittori, scultori e orafi veneti per
le chiese del territorio fermano.
La mostra “Bernardino di Mariotto. Il Rinascimento tra Umbria e Marche”, aperta fino al prossimo 31
agosto, a San Severino Marche nei locali di Palazzo
Servanzi Confidati, ha fatto registrare nelle prime
settimane di apertura circa duemila visitatori, molti
dei quali provenienti da fuori regione.
Il terzo appuntamento, dedicato al ‘Rinascimento
scolpito. Maestri del legno tra Marche ed Umbria’,
è in programma dal 5 maggio al 5 novembre a Camerino, nel Convento di San Domenico, Sala Carlo
Crivelli; in mostra una cinquantina di sculture lignee
provenienti da chiese e pievi delle due regioni. L’ultimo appuntamento è con “L’arte ritrovata. Dal Trecento al Seicento le opere ‘dimenticate’ dalla Chiesa
di San Francesco’, in programma dalla fine di maggio
fino al 12 novembre a Cagli, nella restaurata Chiesa
di San Francesco.
bocciati e rimandati: nel dettaglio le religiose, sempre molto attente all’educazione dei
minori, compresa quella che ricevono attraverso le numerose ore che i giovani passano
davanti alla tv, bocciano soprattutto i quiz
milionari (25%) che veicolano, agli occhi di
un telespettatore indifeso o poco critico, una
visione troppo materialista della realtà.
Dai dati Auditel risulta che i bambini dai 4 ai
14 anni che seguono ogni giorno quiz in tv
sono ben oltre 5 milioni. Se quiz deve essere,
allora che abbia finalità culturali, è il suggerimento delle religiose interpellate. Infatti,
fra tutti “Passaparola” è tra i più apprezzati (13%). Per il resto, oltre a diseducativi, le
suore li definiscono anche finti (16%), sconci per l’esibizione di corpi femminili (18%),
ripetitivi (12%), nocivi per il linguaggio dei
giovani (14%). Bocciati anche i numerosi
reality show (23%), rei di non fornire ai telespettatori nessuno spunto di riflessione
interiore ma solo la rincorsa a tutti i costi
del successo, spesso effimero e frutto non
di doti da affinare con lo studio o l’esercizio,
ma di qualitá come la bellezza che, al contrario, sfiorisce con il passare del tempo.
Tra i programmi più seguiti dalle religiose
le trasmissioni sportive (18%), che stimolano nei giovani valori positivi, come una sana
competitivitá legata al rispetto di regole
condivise, eccezion fatta per il wrestling che,
oltre a stimolare un atteggiamento aggressivo nei telespettatori più piccoli, evita volutamente di sottolineare la “finzione” nascosta
dietro le evoluzioni dei lottatori. Non tutte
però. Le sorelle promuovuono per esempio
la “Domenica Sportiva” (26%) grazie alla
presenza rassicurante di Paola Ferrari, gradita per non avere mai alzato i toni della sua
trasmissione e per non avere mai pronunciato una sola parolaccia in tutta la sua carriera.
Mentre Contropocampo viene preferito solo
dal 15% delle suore, per i tono aspri di alcuni
opinionisti.
Si è svolta, a Roma, presso il Ministero delle Infrastrutture, alla presenza di rappresentanti della
Regione Marche, delle
Province di Ascoli Piceno e Macerata, dei Comuni interessati, la Conferenza di servizi che ha
dato l’intesa positiva per
la conformità urbanistica
del progetto di ampliamento della terza corsia
dell’autostrada A-14, nel
tratto Ancona Nord-Porto S.Elpidio. “È un atto
significativo - ha sottolineato il Presidente Gian
Mario Spacca - perché
accelera la realizzazione
di un asse viario strategico per le Marche. Ora la
società Autostrade può
predisporre il progetto
esecutivo per l’avvio dei
lavori delle opere interessate. L’intesa recepisce
le indicazioni progettuali
della Regione Marche,
raccolte con un ampio
lavoro di confronto e
concertazione,
svolto,
nei mesi scorsi, con gli
enti locali interessati. Si
aggiunge così un tassello
importante per l’ammodernamento dell’A-14,
fondamentale nel disegno di logistica integrata
che la Regione persegue
con tenacia e determinazione”.
La Conferenza di servizi
ha accolto il parere che
la Regione Marche aveva approvato di recente,
sintetizzando le modifiche progettuali richieste.
Tra le prescrizioni approvate si ricordano:
- la predisposizione di
adeguate barriere antirumore nel comune di
Chiaravalle;
- la verifica della stabilità del versante in corrispondenza del cavalcavia
di Villa Costantina, interessato da un movimento
franoso, come indicato
dal Comune di Loreto;
- la progettazione del
nuovo casello di Porto
Recanati, coordinata con
quella del nuovo collegamento ‘Macerata Porto Recanati’ in corso di
predisposizione da parte
della Provincia;
- la dotazione dei caselli
autostradali (sia nuovi,
che esistenti) di idonei
parcheggi esterni;
- la minimizzazione degli impatti dei svincoli
di Ancona Ovest e Porto
Sant’Elpidio.
Riguardo a quest’ultimo
casello, si suggerisce di
utilizzare, quanto più
possibile, la viabilità esistente (adeguandola alle
nuove funzioni), per il
raccordo con la strada
statale 16 e la provinciale
Faleriense.
4
27 aprile 2006
Senigallia
scuola di pace Uno spettacolo teatrale nato dalle esperienze di solidarietà in Bosnia, Algeria ed Albania
Il teatro attento al mondo
Un’estate da
vivere anche alla
Scuola
San Vincenzo
La scuola materna San
Vincenzo dà la possibilità
ai bambini dai quattro
ai sette anni di passare il
mese di luglio in compagnia di tanti altri bambini
e insieme alle educatrici
che già lavorano all’interno della scuola.
Se volete “addolcire” le
vacanze estive e mamma
e papà lavorano ancora,
ricordatevi che il servizio
sarà attivo da lunedì 3
luglio a lunedì 31 luglio
tutte le mattine dalle
7.30 alle 13.00: saranno
5 ore e mezzo di giochi,
passeggiate e laboratori
creativi organizzati dalle
stesse insegnanti (una per
ogni 10-15 bambini).
C’è anche la possibilità
di divertirvi nei locali
della scuola materna
San Vincenzo solo per
due settimane e se poi
proprio non riuscite a
lasciarci, iscrivetevi per
altri 15 giorni!!
Se siete curiosi, vivaci,
allegri e avete voglia di
imparare tante cose nuove, venite ad iscrivervi o a
prendere informazioni…
noi vi aspettiamo!
Chiara Baldassarini
U
n altro importante appuntamento messo in
calendario dalla Scuola di Pace “Vincenzo
Buccelletti’” ha riscosso grande successo. “Si
tratta di un incontro programmato. E’ una rappresentanzione teatrale fatta da ragazzi sul racconto di viaggio degli operatori di pace degli
scouts Agesci di Senigallia in luoghi di guerra,
luoghi difficili: Algeria, Albania e Bosnia. I ragazzi raccontano la loro esperienza, dicono della situazione che hanno vissuto, del ruolo che
hanno svolto in un contesto sociale di grande
impegno e solidarietà. Credo che le esperienze
dei ragazzi e, nello specifico, proprio di questi
ragazzi/e senigalliesi, vadano raccolte e valorizzate proprio da tutti quanti” spiega Giuseppina
Massi.
La Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti”, nata
nel segno della collaborazione tra l’Ente Locale e le Associazioni di base, compie dieci anni
di vita. Si vuole celebrare tale ricorrenza senza
pretese e senza trionfalismi, solo perseguendo
l’idea di promuovere e diffondere la cultura della
pace attraverso iniziative o programmi organici,
coerenti ed efficaci.
La Scuola di Pace è frutto dell’incontro tra i
gruppi pacifisti e l’Amministrazione Comunale
ed è gestita da due organismi rappresentativi
di entrambi, un comitato scientifico ed uno organizzatore. Il programma didattico è annuale,
prevede lo svolgimento di lezioni e seminari
su un tema scelto di anno in anno. A fianco del
corso di lezioni sono previsti corsi di formazione rivolti a piccoli gruppi.
Michela Gambelli
L
a Mediateca delle Marche ed il Museo
comunale dell’Informazione hanno promosso la mostra fotografica “La Croce Rossa
e la guerra nell’opera fotografica di Giorgio
Pegoli”. La mostra sarà inaugurata sabato
29 aprile a Palazzo del Duca, Senigallia, e resterà aperta fino al prossimo 14 maggio, con
orario 10.30 - 12.30/17.00 - 19.30).
Grande viabilità Con 2 milioni di euro e la cessione delle aree per la terza corsia il Comune si è aggiudicato la complanare
La complanare e la terza corsia A14
S
i apre un nuovo capitolo per variante alla Statale, fatto che
la tanto discussa complana- ha scatenato la preoccupaziore. Novità in vista con l’arrivo ne dei residenti riuniti in un
del sì della Società Autostra- comitato. Il timore per gli abide. Con 2 milioni di euro e la tanti è che la frazione venga
cessione delle aree per la terza soffocata dal traffico in uscita
corsia il Comune è riuscito ad dalla complanare al Ciarnin e
ottenere la complanare. L’of- da quello proveniente dal caferta è stata infatti accolta da sello di Montemarciano. Paure
Società Autostrade, con la pro- legittime ma infondate per il
messa di realizzare le bretelle primo cittadino di Senigallia,
tra Cesanella e Ciarnin.L’ atto convinto che a maggiori sbocufficiale avverrà nel corso del chi per il traffico corrispondevertice conclusivo del prossi- rà un alleggerimento dei flussi.”
mo 5 maggio, salvo dietro front Quando ci saranno le bretelle
dell’ultimo minuto. Intanto tra – ha detto il sindaco Angeloni
gli abitanti di Marzocca cre- – avendo un’alternativa alla Stascono i timori. La settimana tale saremo in grado di obbligascorsa gli amministratori han- re il traffico in quella direzione,
no spiegato ai residenti cosa cosa che adesso non possiamo
avverrà. Marzocca è rimasta fare. Rinnovo quindi l’invito a
fuori dalla progettazione della tutte le forze politiche per so-
G
a denti stretti
li operatori balneari senigalliesi, assieme ai referenti nazionali, annunciano azioni per contrastare la decisione
del ministero dell’Economia che porterà
ad un consistente aumento dei canoni
demaniali del 300% dal gennaio 2004 e
che per il momento non andrebbe ad incidere sulle tariffe per la prossima stagione estiva. Tutto è scaturito da una azione
di circa 10 giorni fa del ministero. La notizia proviene dalla Liguria. La direzione
centrale dell’Agenzia del Demanio, uno,
dei quattro settori operativi del ministero
dell’economia, ha infatti inviato il 13 aprile scorso una circolare alle venti direzioni
regionali sulla rivalutazione dei canoni
delle concessioni demaniali marittime ad
uso turistico e ricreativo. Non essendo
intervenute ulteriori modifiche norma-
tive, nella circolare si afferma che è pienamente operante con decorrenza primo
gennaio 2004 la rivalutazione automatica.
In pratica gli operatori dovranno pagare
l’aumento in via retroattiva con tanto di
interessi.
Così l’agenzia del demanio della Liguria ha chiesto ai comuni della fascia
costiera, e per conoscenza alla Regione Liguria, un elenco dettagliato delle
concessioni demaniali marittime con
l’indicazione del canone richiesto prima e dopo la rivalutazione, nonché
l’ammontare del conguaglio dovuto dal
concessionario e un elenco dei canoni
richiesti e non pagati. Tutto ciò al fine
di permettere all’Agenzia del Demanio
l’iscrizione a ruolo degli importi dovuti.
a cura di
stenere questo atto che porteremo in Consiglio”. Stando agli
accordi verbali, degli 80 milioni
di euro necessari a realizzare la
variante, l’Amministrazione locale parteciperà con 2 milioni
di euro, da spalmare nei bilanci
per i lavori pubblici dei prossimi anni.
Il consigliere comunale dell’Udc, Gabriele Cameruccio ha
annunciato la contrarietà dell’opposizione verso un progetto che non comprende l’intero
territorio comunale. “Strozzata
dal traffico Marzocca rischia di
diventare una seconda Torrette
di Ancona – dichiara il consigliere dell’Udc - Da occasione
la complanare diventerebbe un
peso”.
G.M..
Giuseppe Nicoli
Dill’ al monc’ in piazza
• Una nostra lettrice ci
chiede di ringraziare, tramite
il nostro giornale, l’Amministrazione comunale per i bei
marciapiedi rimessi a nuovo recentemente.
Certo non sempre tutto è perfetto, ma quando c’è da riconoscerlo occorre dirlo.
• Nella stazione era collocato, fino a pochi
mesi fa e sporgente dal muro, un orologio
(idoneo per tale luogo). Ora è vero che un
orologio lo possiedono tutti e perciò può
sembrare anche superfluo, ma nel posto
dove era prima collocato è rimasto un vuoto
che non è bello a vedersi. Forse ne aspetta
un altro? E sempre restando nei dintorni della Stazione ferroviaria, si nota molto spesso
sporcizia e degrado nelle vie adiacenti, nei
giardini e nei sottopassaggi. Non è un bel bi-
glietto da visita per la città.
• Non è la prima volta che segnaliamo un
guasto nella linea elettrica di illuminazione,
dietro i campo tennis del Ponterosso, nella
pista ciclabile molto frequentata la sera. Un
lampione, che dà luce ad una zona molto
buia e pericolosa, ogni tanto rimane spento,
malgrado le continue riparazioni della Ditta
addetta alla manutenzione. Urge una riparazione fatta bene.
• Con la buona stagione, i vari esercizi alberghieri stanno facendo le pulizie e, quindi, facilmente si riempiono i cassonetti dei
rifiuti. Ora, se si vuol dare alla zona mare un
decente aspetto di accoglienza, è bene che
gli addetti passino tutti i giorni a svuotarli,
come in altri luoghi, per non dare una cattiva impressione ai turisti.
27 aprile
Senigallia
energia e città Mutui agevolati per chi investe in modo alternativo
5
corso di formazione dell’andos
Fondi per l’energia pulita
Volontari formati
Senigallia mutui a tasso agevolato e un gruppo di lavoro sull’energia solare. Le fonti di energia
rinnovabile consentono di contenere
la riduzione della produzione dei tassi ad effetto serra e di quelli che sono
causa delle piogge acide. Le fonti di
energia rinnovabile possono giocare
un ruolo strategico nella risoluzione
delle problematiche connesse all’approvvigionamento energetico delle
popolazioni e producono nel tempo
un risparmio economico. L’iniziativa
organizzata dal Comune di Senigallia – attraverso l’Assessorato all’Ambiente e l’Ufficio Agenda 21 – con la
collaborazione della Regione Marche,
della Provincia di Ancona, dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia, di
Legambiente e dell’Agenzia per il Risparmio Energetico, è stato un modo
significativo per onorare l’entrata in
vigore del protocollo di Kyoto, avvenuto un anno fa circa.
“Il 31 marzo, nella nostra città, si è
svolto un interessante convegno organizzato dall’Amministrazione comunale con la collaborazione di una
serie di soggetti quali, appunto, la
Regione Marche, la Provincia di Ancona, l’Agenzia per il risparmio energetico, l’Ordine degli Ingegneri della
U
A
Provincia di Ancona e Lega Ambiente per promuovere il risparmio energetico tramite le energie ricavabili
dal sole. Quindi sto parlando di solare termico e fotovoltaico. La novità più rilevante, che sicuramente è
emersa in questo convegno, è il fatto
che nella nostra città, grazie appunto a questa occasione che il Comune
di Senigallia ha saputo cogliere, le
Banche di credito cooperativo hanno emesso un prodotto finanziario,
appunto dei mutui a tasso agevolato,
per tutti i soggetti (privati e pubblici)
che vogliono investire nel risparmio
energetico, nel solare termico per il
riscaldamento dell’acqua sanitaria
o del termosifone o nel fotovoltaico,
che ovviamente è un’operazione un
po’ più complessa ma che può essere
finanziata. E’, quindi, un primo passo
verso una progettualità che ha due
effetti. Il primo è quello di eliminare
l’emissione di gas ad effetto serra e il
secondo effetto, ovviamente, è quello
di promuovere una ipotesi di lavoro
che dia una risposta alla questione
economica dell’approvvigionamento
energetico della comunità internazionale”. Sottolinea l’assessore all’ambiente Simone Ceresoni.
Da parte dell’Amministrazione Co-
munale sono tre gli strumenti individuati per concorrere alla promozione dell’uso delle energie pulite e
rinnovabili sul nostro territorio. Innanzitutto, la costituzione di un tavolo permanente sull’energia solare
a cui siamo chiamati a partecipare
per costruire una strategia condivisa da amministratori, tecnici, ordini professionali, aziende impegnate
nel settore, associazioni di categoria,
associazioni ambientaliste e dei consumatori. Occorre inoltre cogliere la
grande opportunità data dall’aggiornamento del Regolamento edilizio
comunale, in corso di attuazione, per
inserire incentivi e strumenti finalizzati all’utilizzo del solare termico
e del fotovoltaico, nonché all’introduzione di principi e tecniche bioclimatiche nella realizzazione dei
nuovi comparti edificatori e nelle
ristrutturazioni edilizie, che via via
prenderanno corpo nella nostra città.
Infine si potrà tentare di promuovere
progettualità capaci di reperire parte dei fondi strutturali che l’Unione
Europea metterà a disposizione nei
diversi ambiti, tra cui anche quello
dell’approvvigionamento energetico
da fonti rinnovabili.
Michela Gambelli
n corso di formazione
per le volontarie dell’associazione, che si incaricano
dell’assistenza fisica ae psicologica delle donne operate di tumiore alla mammella.
E’ quello che l’Andos, Associazione donne operate al
seno, ha messo a punto con
la collaborazione di alcuni
specialisti
dell’Università
La Sapienza di Roma. Una
iniziativa che intende accrescere il ruolo del sodalizio,
che si occupa di questo particolare settore di assistenza
ai malati, in cui è sempre
maggiore la richiesta di professionalità indispensabili a
sostenere l’azione dei volontari. Il progetto, realizzato
grazie al contributo della
Fondazione Cassa di risparmio di Jesi, permetterà la
raccolta differenziata di rifiuti
Separati in casa
S
il 28 aprile, una giornata speciale all’istituto alberghiero panzini
Riso condito di cultura
I
l 28 aprile prossimo l’Istituto Professionale Alberghiero laggio tra Vercelli e Senigallia, tra l’Istituto Alberghiero di
Panzini di Senigallia dedica una intera giornata al riso Varallo-Gattinara e l’Istituto Panzini di Senigallia.
ed apre le sue porte a chiunque voglia conoscerne meglio “Incontrare il riso” prenderà il via con il saluto dell’assesle caratteristiche e le proprietà.
sore all’agricoltura della provincia di Vercelli, Marco Fra, e
Un convegno dal titolo”Incontriamo il riso” vedrà esperti del presidente della Coldiretti di Vercelli – Biella, Silvano
ed esponenti del settore a livello nazionale che saranno al Saviolo, che parlerà degli aspetti della coltivazione del riso
Panzini per parlare del riso e approfondirne le tematiche a Vercelli. Interverrà anche la professoressa Martorello
collegate, per riscoprire così un alimento che è condiviso dell’alberghiero di Varallo-Gattinara che tratterà gli aspetda quasi tre miliardi di persone nel mondo. Un alimento ti nutrizionali del riso. Seguiranno poi le relazioni del dott.
che per molte persone è “ vita” e che per noi più fortuna- Daniele Rosellini, ricercatore dell’università di Perugia, su
ti è la riscoperta della nostra tradizione alimentare sana e “Conoscere gli Ogm” e quella del prof. Massimo Iavarone,
genuina.
docente del Panzini, che tratterà il tema “Il riso come ogGià l’anno scorso in dicembre, in occasione dell’anno in- getto di comunicazione”.
ternazionale del riso e nell’ambito del continuo processo All’evento sarà presente anche il dott. Francesco Corbetta,
di ampliamento delle conoscenze per gli studenti ed il ter- già docente di botanica nelle università di Bologna, Ferraritorio, il Panzini aveva avviato una serie di incontri per ra, Catania e L’Aquila, uno studioso ed un comunicatore,
conoscere le proprietà e le virtù alimentari del riso.
noto sia in campo strettamente scientifico che divulgativo,
Il 28 aprile l’istituto senigalliese vivrà una giornata par- il quale presenterà anche la riedizione del suo libro “Noticolare perché dedicata al riso e ad una sorta di gemel- vantanove piante spontanee mangerecce”.
il cag “bubamara” raddoppia le proposte per i giovani della città
Centro giovanile alla seconda
R
addoppia il Centro di Aggregazione Giovanile “Bubamara”, intitolato alla memoria dei giudici Falcone e
Borsellino. Anche nell’anno 2006 sono
infatte numerose le attività e i corsi attivati all’interno della struttura cogestita dall’Amministrazione comunale,
rappresentata da due operatori e dai
ragazzi che partecipano all’ideazione,
alla progettazione e alla gestione delle
attività del Centro.
L’offerta del “Bubamara” vede quest’anno confermate e potenziate tutte
le attività già esistenti, con l’aggiunta
però di nuovi corsi e laboratori, proposti e progettati dai ragazzi.
“ In questi giorni abbiamo promosso
pubblicamente il programma di iniziative, quindi l’offerta che il Centro di
Aggregazione Giovanile “Bubamara”
fa a tutti i giovani della città. E’ un’offerta di una serie di laboratori musicali,
fotografici, di arte varia, gratuiti, a cui
tutti gli interessati possono iscriversi,
rivolgendosi direttamente al suddetto
Centro”, dice l’Assessore alle politiche
giovanili Simone Ceresoni. Tra le novità di quest’anno: un laboratorio di
music home recording, per imparare
a realizzare dei demo musicali utilizzando il computer e programmi professionali adatti; un corso di fotografia
in bianco e nero per apprendere l’arte
di sviluppare e stampare foto; un corso di modellistica per i più creativi; un
corso di avvicinamento alle percussioni, scatenante mix di congas, bongò
e poliritmie afrocubane. I numerosi
gruppi musicali che suonano nelle due
sale prova allestite presso il Centro di
Aggregazione e tutti gli appassionati
di note e concerti avranno anche la
possibilità di imparare a gestire le attrezzature per musica live tramite un
corso di tecnico del suono, mentre gli
amanti dei giochi di ruolo dal vivo troveranno il gruppo dei “Corsari dell’Est”,
fantasiosi organizzatori di battaglie
e rievocazioni medievali tra le mura
della città, e una biblioteca a tema dedicata proprio ai giochi di ruolo e ai
loro fiabeschi e affascinanti personaggi. Il Centro di Aggregazione, giunto
al suo secondo compleanno, propone
anche il seguito di alcune fortunate
esperienze attivate già nel 2005, con
l’obiettivo di rafforzare e approfondire
i percorsi intrapresi, come: il laboratorio teatrale, il laboratorio di arti visite
e digitali, il laboratorio di giocoleria,
le sale-prova musicali, l’internet point
gratuito con un allaccio ADSL, la Cdteca e Video-Teca.
Tutti i corsi e i laboratori organizzati all’interno del centro, partiti dalle
proposte dei ragazzi che hanno utilizzato la struttura come palestra per
sperimentare competenze, progetti,
passioni e idee, sono pubblici e gratuiti, aperti a tutti coloro che saranno
interessati fino al raggiungimento del
numero limite di partecipanti.
frequenza di uno specifico
corso di psiconcologia da
parte di una psicologa volontaria, nonchè dei corsi
di aggiornamento tenuti a
Roma e Gorizia.
Il progetto dell’Andos si è
reso necessario in considerazione del ruolo crescente
che l’associazione sta avendo anche sul piano locale,
dove ormai rappresenta una
delle realtà consolidate del
volontariato in campo sanitario.
Da qui l’esigenza, maturata nel tempo, di fornire alle
volontarie dell’Andos tutti
gli strumenti culturali e di
formazione, che possano
metterli in grado di affrontare nel migliore dei modi le
problematiche poste di volta
in volta dalle donne assistite.
ono ben 344 le famiglie a coloro che lo utilizzano di
senigalliesi che alla data raggiungere un risparmio
del scorso 6 aprile avevano fino a 50 euro. Una famiglia
aderito al progetto di auto- media che sfrutti entrambe
recupero domestico deno- le iniziative può così arrivaminato “Separati in casa”, re a un abbattimento della
una iniziativa sperimentale Tarsu fin quasi al 40% comlanciata dall’Amministrazio- plessivo.
ne Comunale come antici- “Attualmente – ricorda l’ Aspazione delle politiche che sessore Mangialardi – stiastanno per essere attuate mo lavorando su più fronti
nell’ambito della separazio- in tema di trattamento dei
ne dei rifiuti tra secco e umi- rifiuti. Potenzieremo la racdo. Le famiglie in questione colta differenziata con un
hanno ricevuto ciascuna un secondo Centro Ambiente
composter, in cambio del che sorgerà a Cesano, così
cui utilizzo si vedono rico- da arrivare a superare il 50%
nosciuto uno sconto del 15% del totale dei rifiuti, secondo
sulla tassa rifiuti. Il compo- le leggi regionali e il piano
ster è un contenitore aerato provinciale. Con il Consorstudiato per attuare in pic- zio Cir33, di cui Senigallia
coli giardini il compostaggio, è capofila, abbiamo avviato
cioè il riciclaggio dei rifiuti una pianificazione sovraorganici attraverso processo comunale per realizzare un
che riconsegna queste parti impianto di compostaggio a
organiche dei rifiuti (come Corinaldo che modificherà
gli scarti di orti e giardini o la gestione dei rifiuti su tutto
gli stessi avanzi di cibo) al il territorio del gruppo. Inolciclo naturale della vita
tre Senigallia sta lavorando a
Sempre in relazione alla un progetto pilota per il premateria è anche impor- lievo dei rifiuti differenziati
tante sottolineare il buon porta a porta, così da tutefunzionamento del Centro lare al massimo l’ambiente
Ambiente creato dall’Am- riducendo il conferimento
ministrazione, che consente in discarica dei rifiuti.”
6
27 aprile 2006
Chiesa
agenzia di stampa dei missionari
MISNA
Somalia, voglia di pace
Di fronte al crescente timore di nuovi scontri tra
i gruppi armati dei ‘signori della guerra’ e le milizie islamiche a Mogadiscio, la società civile somala è tornata a chiedere con forza sicurezza e
stabilità. Migliaia di persone hanno partecipato
a una manifestazione di protesta contro i continui sequestri e gli atti di violenza: “Non vogliano
e non possiamo tollerare che qualcuno alimenti
la guerra in questo paese dopo 15 anni” recitava
uno degli slogan dei dimostranti. Intanto dalla
regione di Hiran, nella Somalia centrale, è giunto l’appello di intellettuali, politici locali e anziani – riuniti nella città di Beledwein - che chiedono alle due fazioni avversarie di Mogadiscio
di non iniziare un nuovo conflitto nella capitale
e di non alimentare ulteriormente le tensioni. Un segnale di segno contrario è invece stato lanciato dalle cosiddette Corti islamiche, che
raggruppano fazioni vicine a elementi radicali:
parlando dopo la preghiera del venerdì, l’imam
Sheikh Nur Ollow – figura di primo piano delle
Corti – ha invitato a combattere contro i ‘signori della guerra’ di Mogadiscio, che a febbraio si
erano riuniti nella sedicente ‘Alleanza per la
restaurazione della pace e contro il terrorismo’
(Arpct), che godrebbe dell’appoggio materiale e
forse anche militare degli Stati Uniti. Entrambi
gli schieramenti – al di là della denominazione
e del loro posizionamento – stanno in realtà lottando per il controllo delle poche infrastrutture
(un piccolo aeroporto e lo scalo marittimo di El
Maan, a nord di Mogadiscio) usate da 15 anni
per commerci e traffici illeciti di ogni sorta, garantita dalla totale assenza di qualsiasi autorità
amministrativa o doganale dalla caduta di Siad
Barre nel 1991; inutili, finora, gli sforzi di mediazione del debole governo di transizione.
Elezioni ad Haiti
Si sono chiusi i seggi per il secondo turno delle elezioni legislative a Haiti, con bassissima
affluenza, stimata intorno al 15%, dei circa 3,5
milioni di aventi diritto. I dati pubblici sull’affluenza alle urne sono stati confermati anche
da Johan Van Hecke, uno degli osservatori inviati dall’Unione europea, secondo cui “il tasso
di partecipanti al voto è stato davvero molto
basso, non più del 15%”. Sul fronte dell’ordine
pubblico, fonti non ancora verificate parlano
di almeno un morto e forse anche di quattro
vittime, nonostante l’ingente dispiegamento di
forze (sia caschi blu della Missione di stabilizzazione dell’Onu a Haiti, sia poliziotti locali).
Il primo turno delle elezioni legislative si era
svolto lo scorso 7 febbraio, quando solo due dei
circa 1.300 candidati avevano superato la soglia del 60% dei suffragi a favore, che per legge
permette di essere eletti al primo turno. Il nuovo Parlamento dovrebbe riunirsi il prossimo 14
maggio.
Liberia, l’istruzione è donna
Per sconfiggere l’analfabetismo soprattutto
femminile – che raggiunge il 78% - la presidente Ellen Johnson Sirleaf ha presentato in
questi giorni un piano nazionale di istruzione
femminile rivolto soprattutto alle donne e alle
ragazze, che “non hanno ancora parità di accesso al sistema scolastico”. Il ministro dell’educazione Joseph Korto ha invitato a prendere
come modello la stessa presidente, ricordando
che l’allargamento dell’istruzione di base, non
solo alle donne, costituisce uno degli Obiettivi
del Millennio dell’Onu, per l’abbattimento della
povertà e il miglioramento delle condizioni di
vita dei paesi più poveri entro il 2015. Durante
il conflitto civile liberiana (1989-2003) il sistema
scolastico è rimasto praticamente paralizzato,
ma le più escluse sono state soprattutto le ragazze e le donne, che hanno costituito la ‘spina dorsale’ dell’economica informale anche in
tempo di guerra.
Perù misterioso
Archeologi dell’università giapponese di Yamagata hanno annunciato di aver rinvenuto un
centinaio di nuove ‘linee di Nazca’, le figure
geometriche o i grandi geroglifici delimitati da
un solco profondo circa 30 centimetri e scolpiti
nella roccia arenaria dai depositari di un’antica
cultura che visse nel deserto peruviano, circa
450 chilometri a sud di Lima, tra il 200 avanti
Cristo e il 650 dopo Cristo. Gli amanti del mistero e di queste figure, che giacciono – visibili
solo dal cielo - da un paio di millenni nell’omonimo territorio devono questa scoperta ad alcuni satelliti commerciali statunitensi, il cui
occhio ha impresso casualmente sulla carta
l’esistenza di ulteriori strani segni.
università cattolica Domenica 30 aprile, la giornata nazionale
Verità e amore nella cultura
U
n’Università Cattolica che sia sempre più grande e sempre più autorevole per la qualità della sua ricerca e dell’insegnamento, nella fedeltà al Vangelo e al magistero della Chiesa. E’ questa la grande sfida che Benedetto XVI, aprendo l’85° anno accademico, ha indicato all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Una sfida che corrisponde alla missione
originaria dell’Ateneo dei cattolici italiani. Un’avventura entusiasmante per tutti i docenti e per gli oltre 40mila studenti
che frequentano le sue 14 facoltà. Al servizio della Chiesa e della società italiana - nelle aule universitarie e nelle stanze
del Policlinico Gemelli - l’intera Università Cattolica è quotidianamenente impegnata a ricercare nella sintesi tra verità
e amore il centro della cultura e della vita.
C
inque sedi (Milano, Brescia, Piacenza-Cremona, Roma,
Campobasso), 14 facoltà, 51 corsi di laurea triennali, 45
corsi di laurea specialistici, un corso di laurea quadriennale,
circa 90 Master, 53 scuole di specializzazione e 5 Alte Scuole. Questi i numeri* dell’Università Cattolica del Sacro Cuore,
fondata nel 1921 da padre Agostino Gemelli e riconosciuta
giuridicamente dallo Stato italiano il 2 ottobre 1924. Nella
sua lunga storia, dopo padre Gemelli, si sono succeduti sei
rettori: Francesco Vito, Ezio Franceschini, Giuseppe Lazzati,
Adriano Bausola, Sergio Zaninelli e – attualmente in carica
– Lorenzo Ornaghi.
Tra le università libere, che rilasciano titoli con lo stesso valore legale di quelle statali, è la più completa ed articolata.
La rete dei Centri di cultura per lo sviluppo, che si dirama
anche nelle isole, ne fanno una università nazionale, inserita
nella comunità scientifica internazionale.
Qualificata da un prestigioso corpo accademico, l’Università
Cattolica si distingue per diverse e articolate opportunità di
studio in ambito umanistico e scientifico; propone una formazione multidisciplinare, attraverso la didattica e la ricerca, favorendo e valorizzando la capacità dello studente di
orientarsi nella conoscenza scientifica in modo autonomo e
responsabile.
La ricerca può contare su 16 dipartimenti, 64 istituti e 93
centri di ricerca impegnati nello studio di problemi di vitale
interesse culturale e civile: le nuove frontiere dell’economia
e la bioetica, il recupero dei beni ambientali e le trasformazioni nel campo del diritto, le dinamiche familiari e i grandi
fenomeni di massa, l’evoluzione del sistema politico e i nuovi orizzonti
della medicina, la fisica e
la matematica applicate
alle tecnologie e i nuovi
traguardi della ricerca
dell’ambiente.
L’offerta formativa non si
esaurisce nel conferimento di un titolo di studio,
ma si completa con una
sempre più mirata attenzione all’educazione continua lungo tutta la vita
professionale, associando
così i circa 42.000 studenti iscritti nelle diverse sedi, decine di migliaia di persone che
usufruiscono delle attività extra curriculari e post lauream.
Questa attenzione alla persona e alla sua domanda di formazione si concretizza prima, durante e dopo il conseguimento
di una laurea o di un diploma: nelle attività di orientamento
alla scelta universitaria; nel capillare servizio di tutorato che
accompagna gli studenti durante il percorso di studi; negli
stage e tirocini garantiti ogni anno; nei programmi di studio
all’estero, nei paesi europei ed extraeuropei; nel servizio placement che permette di familiarizzare col mondo del lavoro,
stabilendo un dialogo proficuo tra università e imprese.
L’opportunità di un’ora speciale
I
l cristiano è un pellegrino: non un randagio che vaga senza meta, ma una persona che viaggia verso una speranza.
La speranza, a sua volta, non è la probabilità o il caso, ma
una certezza: la vittoria sulla morte perché Cristo è risorto.
Così il vescovo Orlandoni, commentando la prima Lettera di
P ietro, ha voluto fare gli auguri di Pasqua agli insegnanti di
religione cattolica convenuti in seminario lo scorso 6 aprile
per incontrare il pastore della diocesi e per celebrare insieme la preghiera della Chiesa. Il vescovo ha ricordato come
gli insegnanti, e ancor più quelli di religione, non devono
solo essere profondi conoscitori della loro materia, ma anche guide che accompagnano i ragazzi nel loro delicato processo di crescita. Insieme al direttore dell’Ufficio scuola don
Luciano Guerri, mons. Orlandoni ha esortato gli insegnanti
tutti ad elaborare una pastorale della scuola efficace, insieme a quanti, in diocesi, lavorano e si impegnano nello stesso
ambito, camminando con la Chiesa italiana verso quell’importante momento di verifica e progettualità che sarà il Convegno di Verona. Alla luce dei dati emersi dall’indagine sulla
frequenza dell’insegnamento di religione nella nostra diocesi
– circa 1000 sono quanti, fra bambini e ragazzi, non se ne
avvalgono - don Luciano ha anche suggerito di pensare alla
proposta dell’Irc per i ragazzi e le famiglie extracomunitarie
sempre più numerosi nelle nostre comunità, non per proselitismo, ma perché l’Irc, abbandonata da tempo la “catechesi
a scuola”, si configura oggi come un insegnamento finalizzato alla migliore conoscenza della storia, della cultura e dei
valori del nostro paese. Nello spirito di un servizio per l’integrazione di quanti, non cristiani, vogliano conoscere e capire
le tracce che il cristianesimo ha lasciato nella società italiana,
la pastorale scolastica vorrebbe offrire un supporto – anche
in più lingue - che spieghi alle famiglie cosa significa avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola
laica. Del resto già oggi, quando si verifica la partecipazione del tutto volontaria di ragazzi di religione non cristiana,
nelle classi si instaura un bellissimo dialogo – previsto tra
l’altro dai programmi dell’insegnamento che contengono anche la trattazione delle religioni non cristiane – che favorisce il confronto e la reciproca conoscenza. Alcune famiglie e
studenti stranieri lo hanno compreso e si avvalgono dell’Irc
proprio in questa prospettiva. Nella società e nella scuola
multietnica, l’Irc può diventare un momento prezioso per
tutti, uno spazio aperto all’incontro e alla comprensione.
Annarita Pasqualini
27 aprile 2006
Chiesa
verso veronaI temi del convegno ecclesiale 2006 (1)
Liberare la libertà
Iniziamo una serie di servizi dedicati ai cinque ambiti della testimonianza della speranza proposti per
il Convegno nazionale ecclesiale di
Verona (16-20 ottobre): vita affettiva, festa e lavoro, fragilità umana,
tradizione - comunicazione della
fede, cittadinanza. Saranno incontri con persone che nelle parole del
titolo del Convegno di Verona, “Testimoni di Gesù risorto speranza
del mondo”, ritrovano e raccontano
la loro vita e i loro pensieri.
È necessario anche l’impegno di tutti noi, non basta la solidarietà a chi
lavora, dobbiamo sentire la corresponsabilità. Questi problemi sono
anche “cosa nostra”, ci appartengono,
non possiamo delegarli. Non basta
combattere la mafia, la violenza, la
criminalità, dobbiamo sconfiggerla”.
Parole di don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione Libera e fondatore del Gruppo Abele all’indomani
dell’arresto di Bernardo Provenzano
avvenuto l’11 aprile. Con don Ciotti
abbiamo parlato di mafia e di come
fare per combatterla per costruire
una città dove tutti possano vivere
nella giustizia, nella difesa dei deboli,
nel rispetto.
Don Ciotti, qual è il significato del
recente arresto di Provenzano?
L’arresto di Provenzano suscita grande gratitudine nei confronti di queste
Istituzioni che, pagando spesso un
prezzo alto, pensiamo ai magistrati, ai
poliziotti e ai carabinieri uccisi, lottano ogni giorno contro l’illegalità mafiosa. Ma questa vicenda suscita anche rabbia. Qualcuno dovrà spiegare
come è possibile una latitanza di 43
anni. Abbiamo bisogno di conoscere
la verità perché solo con la verità si
costruisce la giustizia e quindi la cittadinanza. Esiste una cultura mafiosa
trasversale al Paese. Per sconfiggerla è
necessario sentire l’urgenza del ruolo
della dimensione educativa, che deve
coinvolgere la scuola, la famiglia, la
formazione dei docenti.
La gente ha sfogato la rabbia anche
esultando per l’arresto…
Abbiamo diritto alla rabbia, un sentimento umano, del cuore. Quella
che nell’Antico Testamento era l’ira
di Dio, dei poveri, dei giusti. La stessa che Paolo VI chiamò la collera dei
poveri. La rabbia, che non significa
vivere da arrabbiati, ma vuol dire arrabbiarsi. In questo senso la rabbia ti
permette di agire contro le ingiustizie,
vincere le sopraffazioni, la violenze, la
privazione di libertà. Rivendico anch’io il diritto alla rabbia che è un atto
d’amore. Ci si arrabbia per le cose che
si amano. Dobbiamo creare le condizioni perché tutti siano liberi. In Italia abbiamo persone che non lo sono.
Chi è ostaggio delle mafie non è libero, chi vive il lavoro nero o il caporalato non è libero, chi subisce l’usura o
il pizzo non è libero, chi viene sfruttato nella prostituzione non è libero,
quindi non è un cittadino. Il paradosso è che siamo chiamati a liberare la
libertà. Il grido della città è un grido
di libertà e di speranza.
Che ruolo giocano speranza e fede
in questa trasformazione della società?
Bisogna essere convinti di ciò che
Gesù Cristo ci ha indicato con fermezza: il bene vince il male. Dobbiamo essere disposti a scommettere su
Dio. Per un cristiano non può venire
meno la speranza nel cambiamento, che si possa dare libertà e dignità
a tutti. La consapevolezza che non
c’è solo il nostro impegno umano.
Dobbiamo fare società con Dio. Noi
mettiamo la nostra parte, piccola, limitata, ma Dio mette la sua quota
che è immensa. Dobbiamo credere
in questo anche mentre costruiamo
la città. Il giudice Falcone, parlando
della mafia, aveva detto, che questo è
uno dei fenomeni umani, che hanno
inizio e fine. Ecco perché come cristiano devo scommettere su Dio che
non ci abbandona. Senza dimenticare,
anche quando parliamo di impegno
sociale e politico, il richiamo del Vangelo: cercate prima il Regno di Dio e
la sua giustizia.
Un concetto ribadito con forza da
Giovanni Paolo II nel 1993 nella
Valle dei Templi: “La cultura della
mafia è antievangelica, è una cultura di morte…”
Parole grandi che abbiamo bisogno
di risentire sempre. Restano scolpite nella memoria quel braccio alzato
con vigore e quelle parole dette con
forza. Giovanni Paolo II parlava con
le mani, gli occhi, con tutto il corpo.
Ma quelle parole, avevano avuto un
piccolo precedente. Mentre scendeva
verso la Valle dei Templi il Papa aveva incontrato il padre e la madre del
giudice Rosario Livatino, ucciso in un
agguato mafioso il 21 settembre 1990.
Non sappiamo cosa si siano detti ma
il dolore e la dignità nel dolore dei
due genitori gli hanno permesso di
pronunciare quelle parole. Quando il giudice Livatino venne ucciso,
la madre trovò una specie di diario
dove era scritto: “Non ci sarà chiesto
se siamo stati credenti ma credibili”.
Anche quando parliamo di città e di
cittadinanza.
a cura di Daniele Rocchi
diocesi I fidanzati si incontreranno a Loreto il prossimo 6 maggio
Fidanzamento, un’utopia?
V
i è mai capitato di trovarvi di fronte ad un ragazzo pecie di coppia, con il rischio di rimanere troppo sul
ed ad una ragazza che “stanno insieme” e di avere generico, oppure di approfondire troppo e quindi di
una certa “difficoltà”, rivolgendovi ad uno dei due, su essere talmente pesanti da non essere ascoltati.
come “chiamare “ l’altro/a? Per esempio se ci si pre- Quindi dove andiamo a parare per trovare un “linsenta reciprocamente , rivolgendovi a lui chiedete: guaggio” che sia adatto a tutte le coppie che , per un
“Come si chiama la tua....” non viene la parola, provate motivo o per l’altro, hanno deciso di giurarsi Amore
a dire (se è una coppia molto giovane) fidanzata, ra- Eterno davanti a Dio? Nella nostra piccola esperiengazza?, oppure se vedete che spunta qualche capel- za della Vicaria di Arcevia e Serra de’ Conti, condilo bianco qua e là in una delle due teste, abbozzate: visa anche da altri animatori dei corsi per fidanzati, il
“compagna ?”.
linguaggio che senza dubbio arriva e rimane è quelInsomma l’altro/a altra partner non si sa più come lo della Testimonianza Vissuta del Vangelo nella sua
chiamarlo/a, anche perchè le situazioni non si disve- radicalità . Si potrebbe pensare : “ che strano, in un
lano immediatamente e si rimane nel dubbio per gior- mondo dove la regola del tutto e subito sembra avere
ni e giorni, a volte anche per sempre.
la meglio”.
Questa provocazione serve per aprire il sipario su una Il nostro atteggiamento di animatori è stato quello,
realtà molto variegata e diversa nel modo di stare in- prima che di organizzatori, di coloro che vogliono
sieme tra un uomo ed una donna(rimaniamo in que- bene alle coppie e che si affidano allo Spirito Santo
sto ambito già difficile da capire di per sè senza andare per trovare di volta in volta le parole giuste, l’attegoltre), prima del matrimonio.
giamento giusto, accanto ad una buona preparazione
Questa non vuole essere una riflessione teorica, ma sugli argomenti trattati personalmente ed animando
una constatazione che viene al termine di molti corsi con le domande quelli trattati dai relatori. Ne è uscito
per la preparazione al matrimonio cristiano, che ven- un risultato, nonostante le difficoltà considerate sogono attivati nelle diverse Vicarie e Parrocchie della pra, che può essere sintetizzato riportando quanto gli
Diocesi di Senigallia.
stessi “fidanzati”, che , tra le altre cose, hanno scritto:
La realtà delle situazioni dello stare insieme variano “...Secondo noi è stato importante ascoltare da persodal semplice “fidanzamento” alla convivenza plurien- ne felicemente sposate esperienze di vita quotidiana....”
nale senza figli a carico, alla convivenza con figli a Ancora ...”e abbiamo parlato (tra noi due) ed abbiamo
carico. Sembrerebbe che questo articolo sia una de- deciso di volare alto”.
nuncia, no! Non vuole essere questo, ma vuole sem- L’ incontro regionale dei Fidanzati si terrà sabato 6
plicemente mettere in rilievo la difficoltà di coloro che maggio, ore 16 a Loreto.
sentono di mettersi al servizio della “coppia” e devono
modulare un linguaggio che si adegui a tante fattisM.Gabriella, Gino Basili e Paolo Paoloni
7
agenda
pellegrinaggio in terra santa
23-30 ottobre
Quota: 1000 euro. Disponibili solo 50 posti.
Prenotazioni entro Pasqua. Caparra di 100 euro
entro Maggio.
Organizzazione: Agenzia Impronte e Viaggi Roma.
Informazioni: don Gesualdo: tel. 335-5952418.
cattedra dei non credenti
a Fano sabato 29 aprile
La Cattedra dei non Credenti di Fano prosegue con
il secondo incontro sabato
29 aprile alle ore 21 che si
terrà, alla Sala Verdi del Teatro della Fortuna. Il tema è:
“L’origine della violenza dentro di noi, fuori di noi?”. Per
cominciare a rispondere, ci
offriranno un prezioso contributo Geneviève Makaping
e Diego Garofalo. La Makaping è un’antropologa camerunese, docente all’Università di Calabria, che porta
nella sua biografia l’esperienza di migrante. Donna lucida,
analitica, appassionata. Diego Garofalo, psicologo e psicoterapeuta a Roma,ha
introdotto in Italia la psicoanalisi interpersonale di Karen Harney. La sua ultima pubblicazione ,
Psicoanalisi per la pace, si propone di ricercare le
radici mentali della pace, vista, nella sua base psichica, come lotta per la piena realizzazione del sé
nella co-evoluzione con gli altri.
Centro studi oriente - occidente, Ancona
Un convegno sulla
teologia di Ratzinger
l convegno dal tito- di sabato 13 maggio 2006
I- Pensiero,
lo “Josepth Ratzinger e si articolerà in due fasi:
teologia e fede” la prima (antimeridiana,
intende offrire l’occasione
per riflettere sull’attività
di uno dei massimi teologi
e pensatori del Novecento,
per capire, in modo piu’
profondo, seppure non
riservato agli specialisti,
lo spessore e l’importanza
dell’opera svolta dal teologo, attuale Pontefice, Joseph Ratzinger. L’iniziativa
nasce dalla valutazione del
fatto che, a fronte del trasporto popolare in larghi
strati della società contemporanea italiana verso
la sua figura, così come
percepita nel nuovo ruolo
di pontefice, non sono abbastanza noti, come forse
dovrebbero, lo spessore
e l’importanza dell’opera
svolta dal teologo Joseph
Ratzinger, prima della sua
ascesa al soglio pontificio.
L’obiettivo del Convegno
che il Centro Studi Oriente Occidente promuove,
e che potrebbe senz’altro
rappresentare una valida
finalità culturale e formativa, è quello di offrire
appunto l’opportunità di
approfondirli.
E ciò, specialmente, in
considerazione del fatto
che, oggi, il teologo, parlando da pontefice, parla
in modo netto e chiaro di
Verità, ovvero di qualcosa
a cui una certa o buona
parte della società contemporanea, per tanti,
vari motivi, sembra essersi
disabituata.
L’iniziativa del Centro Studi Oriente Occidente avrà
luogo ad Ancona il giorno
con inizio alle ore 10.00)
presso l’Aula del Rettorato Universitario, piazza Roma, 22; la seconda
(pomeridiana, con inizio
alle ore 16.30) nella Sala
comunale Audiovisivi, via
Bernabei, 30. Sabato mattina, dopo un saluto introduttivo di Mons. Edoardo
Menichelli, arcivescovo di
Ancona-Osimo, interverranno Mons. Luigi Negri,
vescovo di San MarinoMontefeltro, con una relazione dal titolo I rapporti
tra Giovanni Paolo II e
Joseph Ratzinger e il giornalista Orazio Petrosillo,
vaticanista del quotidiano
Il Messaggero, Roma, che
tratterà
dell’argomento
Benedetto XVI, la rivoluzione di Dio e la dittatura
del relativismo.
Nel pomeriggio l’iniziativa
proseguirà invece presso la Sala comunale degli
Audiovisivi, con inizio alle
ore 16.30; il giornalista
Andrea Tornielli, vaticanista del quotidiano Il Giornale, Milano, aprirà la seconda fase pomeridiana
con la relazione Il Cristianesimo come avvenimento,
l’ermeneutica del Concilio e la liturgia secondo J.
Ratzinger e il prof. Jesùs
Castellano Cervera ocd,
docente di Teologia, Teresianum, Roma e consultore della Congregazione
per la Dottrina della Fede,
proseguirà trattando de I
movimenti ecclesiali: teologia e collocazione ecclesiale secondo J. Ratzinger.
27 aprile 2006
il nuovo vescovo
27 aprile
il nuovo vescovo
don Gerardo
sant’angelo e filettoIl saluto dei parrocchiani, tra ringraziamenti ed auguri
Da due piccole comunità
C
aro don Gerardo,
quando quasi otto anni fa l’abbiamo salutata al suo arrivo nella nostra piccola comunità, sapevamo di doverla
condividere con i numerosi impegni in Diocesi e, nel saluto
d’accoglienza, esprimevamo il nostro timore di non poter
avere un parroco a tempo pieno. L’esperienza di questi anni
ci ha clamorosamente smentito: non c’è stato ambito della
vita parrocchiale in cui non l’abbiamo sentita presente e attenta nel rispondere ai bisogni materiali e spirituali di ognuno.
Chiunque entrasse in chiesa di buon mattino poteva trovarla inginocchiata davanti al Tabernacolo, segno della sua
profonda spiritualità e testimonianza di una vita fondata
sulla preghiera e l’abbandono fiducioso nelle mani del Signore.
Da questo abbiamo compreso il senso della sua infaticabile
attività pastorale, della generosa disponibilità e delle ener-
gie apparentemente inesauribili. Ci ha offerto innumerevoli rola” nel fidarci ed affidarci al Signore anche in questo mooccasioni di incontro e di approfondimento, proponendo a mento particolare che ci vede un po’ smarriti, con la certezciascuno un percorso “su misura”: bambini, giovani, fidan- za che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio.
zati, famiglie, anziani, ammalati… tutti hanno potuto speri- Ci sentiamo privilegiati ad averla avuta come pastore, di
mentare la sua paterna accoglienza, disponibilità e attenzi- questo siamo grati al Signore e condividiamo il giudizio del
one. Ha seminato a piene mani anche quando il terreno si suo predecessore quando afferma che gli Jesini sono stati
è presentato poco fertile, sia che si trovasse di fronte una fortunati.
vasta platea sia quando aveva a che fare con poche sparute Sappiamo che la lontananza fisica non conta perché facciapersone, ricordando a se stesso e a noi che si ha più gioia mo parte dell’unico Corpo mistico di Cristo e continueremo
nel dare che nel ricevere.
ad essere uniti nello Spirito e a sostenerci vicendevolmente
La notizia della sua meritata nomina a Vescovo ci ha tram- nella preghiera.
ortiti e forse non abbiamo saputo accettare serenamente e Affidiamo il suo nuovo e impegnativo Ministero pastorale
subito i “superiori” disegni, ma ancora una volta con il suo alla materna protezione di Maria, che tanta parte ha avuto
sì ci ha insegnato la docilità alla volontà di Dio, il quale non nella sua vita sacerdotale e, nell’augurarle buon lavoro, ci
si lascia mai vincere in generosità e vuole sempre il bene di permettiamo di rivolgerle una preghiera: rimanga sempre
ciascuno.
“don Gerardo”!.
Vogliamo fare nostro il suo motto episcopale “Sulla Tua PaLa sua comunità di S. Angelo
Stemma del
vescovo Gerardo
Il motto:
“IN VERBO
TUO”
I
C
arissimo Don Gerardo,
gioiamo con lei e facciamo festa per la sua chiamata a
Vescovo; “Dio ha guardato l’umiltà della sua serva…” (Luca
2,4-49).
Dio ha visto in questo servo fedele il tempio dove riporre i
suoi tesori, al fine di moltiplicarli ed elargirli a tanti fedeli.
La nostra piccola Comunità è molto grata al Signore per avere avuto la possibilità di attingere “Linfa di fede” da una guida spirituale quale lei è.
Il suo insegnamento attraverso la sua grazia, la sua instancabile pazienza, la sua perseveranza, la sua discrezione, la
sua disponibilità, ha contribuito ad aiutare a riscoprire ed
aumentare la nostra fede.
Facendo tesoro delle omelie domenicali ha risvegliato un’au-
tocritica personale in tutti noi, invitandoci a capire e conoscere “… che cosa vuole Dio da noi…” prendendoci per mano
ed accompagnandoci nel nostro cammino.
Umanamente sentiamo molto la sua mancanza, ma accettiamo il disegno di Dio che la chiama a guidare una comunità
molto più grande e ugualmente bisognosa. Le parole spesso
non esprimono appieno i sentimenti, ma vogliamo ringraziarla di cuore per tutto ciò che è riuscito a fare per la nostra
comunità; un grazie particolare dai suoi ragazzi che ha sempre seguito nei giovedì pomeriggio. Le auguriamo tanta pace
e serenità e ci uniamo in preghiera perché il Signore l’aiuti in
questo nuovo compito affidatogli.
da jesi La diocesi di Jesi è in fermento in vista del 29 aprile
Andiamo da don Gerardo
A
ndiamo in tanti da don Gerardo.
Andiamo perché oggi viene consacrato vescovo: entra nella pienezza del
sacerdozio: ne avrà bisogno per l’insegnamento pastorale.
Andiamo perché sarà il nuovo vescovo
di Jesi, quello che, dopo le dimissioni
di padre Oscar per raggiunti limiti di
età, abbiamo atteso per oltre un anno e
mezzo.
Andiamo perché a don Gerardo vogliamo dimostrare fin dal primo momento
il nostro affetto, la nostra preghiera unita alla sua, il nostro desiderio di collaborare alle tante iniziative della diocesi,
la nostra volontà di impegnarci sempre
di più nelle tante organizzazioni presenti nella diocesi e nelle parrocchie.
Andiamo perché vogliamo entrare nella
cattedrale di Senigallia, unirci ai nostri
fratelli di quella diocesi in festa, ringraziare il loro vescovo.
Andiamo perché Senigallia, con la quale abbiamo già momenti di collaborazione, sia sempre più la nostra diocesi
di confine che può costituire piena reciproca integrazione nelle opere reli-
giose, nel turismo, nella vita economica.
Andiamo per dire a don Gerardo che lo
attendiamo il 13 maggio e che da quel
giorno dovrà sempre essere tutto e per
sempre della diocesi di Jesi, nella bella
e nella cattiva sorte, proprio come gli
sposi promettono a se stessi. Egli ha
sposato la nostra diocesi.
Andiamo perché vogliamo dimostrare
al nostro grande Padre Oscar, oggi sofferente, che abbiamo fatto tesoro dei
suoi tanti esempi e insegnamenti; che
neppure un granello di quanto ha seminato dovrà andare disperso o inaridire;
che pure nel nostro dispiacere di doverlo lasciare come vescovo per comando
del diritto canonico, non lo lasciamo né
come maestro, né come padre ed amico.
E di tutto quello che ci ha insegnato,
rimane fondamentale ciò che anche il
papa ci ha ricordato durante la cerimonia del recente giovedì santo: “…l’attivismo può essere anche eroico, eppure
senza frutti se non nasce dall’intima comunione con Cristo…”.
Vittorio Massaccesi
La Comunità Parrocchiale di Filetto
l motto è tratto dal Vangelo di Luca, “In verbo tuo
laxabo rete... Sulla tua parola getterò le reti” (Lc 5,5),
versetto immediatamente
successivo a quello recante
l’esortazione di Gesù: “Duc
in altum – Prendete il largo”, (Lc 5,4), parole riprese
dal Servo di Dio Giovanni
Paolo II di v.m., nella Lettera
Apostolica “Novo millennio
ineunte”, alla chiusura del
Giubileo del Duemila.
Interpretazione
Nella parte centrale dello
stemma campeggia la stella
d’oro a sette punte sovrastante le onde del mare: la
“Stella maris”, per sottolineare la particolare devozione
Mariana. Vuole anche richiamare la Diocesi di origine del Vescovo, Senigallia
affacciata sul mare.
L’oro, simbolo della Fede, è
stato usato per rappresentare la stella perché grazie alla
Fede possiamo comprendere il messaggio d’amore e di
aiuto che ci arriva da Maria.
L’azzurro è il colore simbolo
della incorruttibilità del cielo, delle idealità che salgono
verso l’alto.
Il giglio d’argento è il simbolo della purezza, e costituisce un richiamo a Santa Maria Goretti, nata a Corinaldo,
paese natale del Vescovo e
campeggia sul rosso, colore
del martirio, del sangue versato dalla Santa per mantenere intatta la sua purezza.
Il leone rampante e coronato d’oro è tratto dallo stemma del Beato Pio IX, Papa
Mastai Ferretti, anch’egli di
Senigallia e figura insigne ed
amata in Diocesi.
Don Gerardo Rocconi è nato a Corinaldo il
14 novembre 1949.
Entrato nel Seminario Vescovile di Senigallia nel 1960, ha poi compiuto gli studi
di Filosofia e Teologia nel Seminario Regionale di Fano e Ancona.
Ordinato Sacerdote a Corinaldo il 15 settembre 1973 per le mani di S.E. Mons. Odo
Fusi Pecci, Vescovo di Senigallia.
Vice Rettore e successivamente Rettore del
Seminario Vescovile di Senigallia per otto
anni.
Parroco dal 1985 al 1997 della parrocchia
più popolosa della Diocesi, S.Maria in Castagnola a Chiaravalle, subentrando ai Pa-
dri Cistercensi.
Dal 1992 ha ricoperto l’incarico di Vicario
Generale della Diocesi di Senigallia.
In regione è stato membro della Commissione Presbiterale, e in diocesi membro
del Collegio dei Consultori, del Consiglio
Presbiterale e del Consiglio per gli Affari
Economici.
Dal 1998 è stato Parroco di S.Angelo e dal
2004 di S.Maria in Filetto di Senigallia.
Assistente del Movimento Mariano Diocesano, ha guidato spiritualmente anche
altri gruppi ecclesiali, rendendosi particolarmente disponibile per la direzione spirituale di sacerdoti, religiose, fedeli laici.
Con il popolo di Dio
e per il popolo di Dio
P
ensando a don Gerardo e a un
articolo su di lui, la prima cosa
che mi viene in mente è fare un po’
di amarcord e pensare a quando ero
bambino e lui era un sacerdote “giovane” e poi ritrovarmi da sacerdote
in varie occasioni insieme a lui fino
alle responsabilità diocesane di questi ultimi anni. Ma poi penso che è
più importante guardare a don Gerardo sacerdote e poi vescovo da un
punto di vista che forse nessuno ha:
dal punto di vista della Curia o, per
meglio dire, della diocesi.
Sì, perché di don Gerardo certo non
possiamo dire sia un “curiale”; ogni
tanto si incontra qualche sacerdote
– per fortuna non della nostra diocesi – che ha proprio l’aria di un
“curiale”, con modi affettati ed un
fare ossequioso; con saluti ecclesiastici e grandi colletti romani.
A volte di fronte a questi sacerdoti
si sente dire che potranno diventare vescovi, ma io dico, per quello
che vale il mio parere, che non sono
queste le caratteristiche di un vescovo, anzi queste sarebbe meglio
non ci fossero.
No, don Gerardo per fortuna non è
un curiale, ma un pastore cresciuto
con il popolo di Dio e a servizio del
popolo di Dio. E magari, perché no,
dovrebbero essere proprio queste le
caratteristiche di un vescovo: né la
carriera curiale, né le grandi lauree,
né qualche amicizia con il Vaticano.
Scriveva don Tonino Bello: “Vuoto
di potere? Me lo disse, è vero, con le
migliori intenzioni, E forse non c’era
nelle sue parole tutta quella prevaricazione che la frase nella sua crudezza conteneva. Fu il primo giorno del mio ingresso in diocesi. Un
amico sacerdote, in una eccedenza
di zelo, mi spronava a entrare subito in azione, perché nessuno dovesse avvertire vuoti di potere. Ma
in questo si esprime l’autorità di un
vescovo: lavare i piedi ai fratelli, perché, ristorati da un lavacro d’amore,
si mettano con gioia alla sequela di
Gesù Cristo, e il loro cammino sia
più spedito, e le cadenze del loro
passo assumano il ritmo della spe-
ranza. Lavare i piedi alla gente e,
poi, lasciarla andare. Ci penserà il
vento dello Spirito a condurla sui
sentieri della sequela. No. Non è il
vuoto di potere che fa paura. E’ il
vuoto di servizio. E’ il vuoto che si
sperimenta quando la brocca è vuota d’acqua, il catino è frantumato, e,
in giro, non si trova più neppure un
asciugatoio”.
Per vivere così ci vuole un forte attaccamento al Signore, un fondare
tutto sulla sua Parola, che è parola
creatrice: in verbo tuo…; ci vuole
una grande semplicità ed umiltà,
doti che a don Gerardo non mancano e che lasciano il segno sulle
persone. Sono molti che passando
in Duomo in questi giorni mi dicono con fierezza e tristezza del vuoto
che lascerà don Gerardo; a loro mi
piace citare un’altra espressione di
don Tonino Bello nel momento del
congedo dalla sua comunità parrocchiale prima di diventare vescovo,
perché dice bene l’eredità che don
Gerardo lascia: “Signore, fa provare
a questa gente che lascio l’ebbrezza
di camminare insieme. Donale una
solidarietà nuova, una comunione
profonda, una ‘cospirazione’ tenace.
Falle sentire che per crescere insieme non basta tirare dall’armadio del
passato i ricordi splendidi e fastosi
di un tempo, ma occorre spalancare
la finestra sul futuro, progettando
insieme, osando insieme, sacrificandosi insieme…”.
Don Gerardo, coraggio: Maria continui ad illuminare il tuo cammino;
scusate se prendo ancora in prestito
alcuni versi di don Tonino per dire
come la madre di Gesù è lo stile
dell’armonia e del coraggio: “Maria
donna accogliente, di fronte a Dio
e di fronte al fratello. Maria donna anastasa, che porta al mondo la
notizia del Cristo Risorto, con risolutezza, partendo per prima. Maria
donna di parte, perché schierata
con i vinti della storia, ma capace di
libertà vera. Maria donna dell’attesa,
perché attendere è voce del verbo
amare”.
Paolo Gasperini
Sabato 29 aprile 2006, ore 17
in Cattedrale a Senigallia.
Ordinazione Episcopale
di Mons. Gerardo Rocconi
Giovedì 27 aprile, ore 21 in Cattedrale
Veglia di preghiera
con l’intervento di mons. Menichelli,
arcivescovo di Ancona
e la testimonianza di don Gerardo.
Ingresso nella Diocesi di Jesi
Sabato 13 maggio 2006
ore 16.00 Sosta nell’Abbazia di Chiaravalle
ore 17.00 Al Santuario della Madonna delle Grazie
ore 17.30 Incontro con le autorità
ore 18.00 Celebrazione eucaristica in Cattedrale
Non desiderando regali personali, don Gerardo chiede di destinare eventuali offerte alla Caritas
Prendersi cura del malato
M
ons. Gerardo Rocconi, eletto vescovo di Jesi, non desiderando regali personali in occasione della sua ordinazione episcopale, ha dato indicazione di destinare eventuali offerte al progetto dell’ambulatorio medico e del fondo per l’assistenza socio-sanitaria a persone
bisognose della Caritas di Senigallia. Queste offerte si possono presso la propria Parrocchia,
presso la Segreteria della Caritas Diocesana, presso il Centro di Solidarietà “Don Luigi Palazzolo” o utilizzando il Conto Corrente Postale n. 16194607 o il Conto Corrente Bancario
n. 16630 Cin F Abi 6055 Cab 21372 su Banca Marche, Filiale di Senigallia, Piazza del Duca,
entrambi intestati a Diocesi di Senigallia - Caritas Diocesana, mettendo nella causale del versamento l’indicazione “Progetto ambulatorio e fondo sanitario - Don Gerardo Vescovo” .
La Caritas Diocesana ha posto alla sua attenzione la riflessione sulla persona malata e sulla
famiglia del malato. L’impegno non si è fermato alla riflessione e alla sensibilizzazione, ma
si è anche tradotto in due servizi concreti, come “segno” e primo tentativo di risposta alle
problematiche emerse.
1. Accoglienza di senza fissa dimora bisognosi di cure.
Il primo segno si è realizzato con il protocollo d’intesa stipulato l’8 dicembre 2004 tra la Caritas Diocesana di Senigallia e l’Azienda Sanitaria di Senigallia «per la presa in carico di pa-
zienti senza fissa dimora in dimissione ospedaliera». Viene garantita l’assistenza domiciliare
post ricovero alle persone senza fissa dimora dimesse dall’Ospedale. Il centro di Solidarietà
assicura l’accoglienza del paziente e il Distretto sanitario le cure che avrebbe fatto al domicilio del paziente. Questo servizio permette di garantire adeguata accoglienza e cura a persone
indigenti, rispondendo ad una problematica più volte emersa e verificata sul territorio.
2. Ambulatorio medico
Il secondo è il servizio di ambulatorio con un medico responsabile e oltre dieci infermiere
professionali volontarie, aiutate dalle suore delle Poverelle e le suore della Carità. Il 22 febbraio 2006 è stato inaugurato questo nuovo servizio per persone in stato di reale bisogno,
non altrimenti seguite da altre strutture sanitarie, grazie alla disponibilità del Dott. Augusto
Marcosignori. Per l’ambulatorio sono necessarie diverse migliaia di euro sia per la sistemazione e la messa a norma dei locali, che per l’arredamento e le attrezzature sanitarie.
L’accesso all’amblatorio è filtrato attraverso il “Centro di ascolto” di Senigallia all’interno dello stesso Centro di Solidarietà. A questo stesso centro fanno riferimento tante persone o famiglie che non riescono a fare fronte a spese mediche o che non riescono più a seguire o ad
assistere una persona cara della famiglia segnata da lunga malattia.
10
27 aprile 2006
Territorio
Regione Marche:
Fondi per gli
allevatori delle
zone svantaggiate
La Giunta regionale ha assegnato le
risorse per le zone svantaggiate: 6,5
milioni di euro, limite massimo, per
sostenere gli allevatori marchigiani
che vivono ed operano nell’entroterra in condizioni di disagio e criticità
ambientali, sociali ed economiche. E’
l’attuazione per il 2006 della Misura “E”
del Piano di sviluppo rurale Marche, in
linea con la politica agricola regionale
che individua nella zootecnia estensiva
uno dei settori più efficaci per la salvaguardia delle aree marginali e limitare
al contempo lo spopolamento.
I beneficiari dell’intervento devono
rispondere ad alcune caratteristiche,
come essere imprenditori agricoli
residenti e domiciliati che esercitano
l’attività in azienda zootecnica con
una percentuale di superficie agricola
investita a foraggiere o prato pascolo
almeno pari al 50 per cento. Le società,
inoltre, possono beneficiare dell’aiuto
solo nel caso in cui nessun socio risulti
beneficiario per la ditta individuale o
come socio di altra società.
L’entità massima degli aiuti è di 200
euro/ettaro l’anno per imprenditori agricoli che risiedono nelle zone
svantaggiate delimitate come zone di
montagna, di 150 euro/ettaro annui
per imprenditori agricoli che risiedono
ed esercitano la propria attività nelle
zone svantaggiate. Il tetto massimo di
aiuto è stato stabilito non superiore a
7.500 euro per ciascun soggetto beneficiario. Tra le priorità specifiche essenziali, vengono indicate la percentuale
di reddito derivante dall’attività agricola, l’impatto territoriale, l’impatto agro
ambientale, i requisiti del richiedente.
La scadenza di presentazione delle
domande di aiuto è stabilita, secondo
delibera regionale, al 31 maggio 2006.
castelcolonna I prodotti tipici hanno fatto centro
Frattula, successo di tipicità
U
n appuntamento per festeggiare i prodotti enogastronomici
delle Terre di Frattula. Sabato 22 e domenica 23 aprile in località Strada Bruciata di Castelcolonna con epicentro il ristorante
Osteria sul Lago, l’Associazione Terre di Frattula con il patrocinio
del Comune di Castel Colonna e la collaborazione della CIA Provinciale Ancona, ha organizzato “Frattula in Festa”, sulle sponde del
Cesano.
Sono stati due giorni ricchi di avvenimenti per degustare ed acquistare oltre a numerose specialità locali, anche il pregiato salame di
Frattula, protagonista indiscusso della manifestazione.
Animazioni, musica folkloristica con il Gruppo La Damigiana, gara
di ruzzola, spettacolo di falconeria e tanto altro ancora ha fatto da
contorno alla mostra/mercato conclusa con un grande finale.
Gli eventi ludici ed enogastronomici sono stati affiancati a momenti
culturali: la presentazione del libro “Cesania Felix” di Manlio Brunetti, il convegno sulle qualità organolettiche e salubrità delle produzioni di Frattula con la partecipazione del Dott. Paolo Lavatori,
alimentarista specialista. E poi l’inaugurazione dell’Info Point Turistico del Comune di Castel Colonna.
Protagonisti della giornata di domenica 23 anche i bambini delle scuole primarie, che grazie alla partecipazione al Concorso “Ti
racconto il salame” indetto dal Comune di Castel Colonna, hanno
esposte le loro opere.
Soddisfazione per la straordinaria partecipazione di gente alla Prima di “Frattula in Festa” - è stata espressa dal responsabile dell’Associazione intercomunale che prende il nome proprio dalle Terre
di Frattula, Marco Giardini.
Un successo che si ascrive a merito del Comitato organizzatore (Comune di Castel Colonna, Percorsi Paralleli, Studio Abbati,
Osteria sul Lago), degli sponsor e del contributo dell’Associazione
Prodotti di Fattoria, della Cia, della Marca di Ancona, dei comuni
di Ripe, Monterado, Corinaldo e Senigallia, della Pro Loco e dei
volontari della Protezione civile di Castel Colonna, gli Amici della
Foce del Fiume Cesano.
Un successo che si era avvertito in apertura il sabato pomeriggio
in occasione della presentazione del nuovo libro del Prof. Manlio
Brunetti, con la partecipazione di numerose persone. La seconda
giornata è stata una vera invasione di folte comitive in un prato
accogliente, animato da numerose iniziative con protagonisti le
scolaresche, i numerosi e curiosi visitatori, nonchè le vetrine delle
tipicità dell’agricoltura e dell’artigianato. “Re” della manifestazione
ancora una volta, il “Salame di Frattula” circondato da ottimi ed
eccellenti oli e vini locali. “Lavorare in sinergia, collaborare conviene, tutto questo ha un senso – ha detto Marco Giardini - perché
valorizza un territorio, le sue tipicità, contribuisce a salvaguardare
la salute dell’uomo con il mangiare sano dei nostri prodotti locali.
l’evidenziatore
arcevia Le agrienergie, alternativa per uno sviluppo sano
Incontri
d’autore a
Corinaldo
Il Comune di Corinaldo - Assessorato alla Cultura ha organizzato l’iniziativa: Incontro con
l’autore - Presentazione di volumi di storia locale realizzati
da studiosi e storici di chiara
fama.
Per la qualità e la quantità degli argomenti trattati, l’iniziativa è particolarmente degna di
nota anche perché si rivolge
ad un pubblico vasto, non necessariamente “specializzato”,
svolgendo dunque una importante funzione di informazione
culturale e allo stesso tempo di
divulgazione scientifica.
Il primo appuntamento è stato
venerdì 21 aprile con la pubblicazione: “Testimoni di pietra. Le tracce permanenti delle
vicende storiche di una città
murata: Corinaldo”, di Paola
Polverari (Ediz. Fondazione
Cassa di Risparmio di Jesi).
L’interesse e la competenza
dell’autrice per la materia affrontata parte da lontano, fin
dai tempi in cui era insegnante
di materie letterarie alla scuole media di Corinaldo, tant’è
che la prima ricerca in tal senso la condusse insieme ai suoi
allievi, ottenendo già all’epoca
un riscontro considerevole per
il lavoro svolto. Ora, grazie al
munifico intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di
Jesi in prima istanza, ma anche
della A.S.A. – Azienda Servizi
Ambientali di Corinaldo e dello
stesso comune, quello studio
“in nuce” ha potuto prendere
la consistenza, anche iconografica (grazie al poderoso ed
altrettanto meticoloso corredo
d’immagini), del bel volume
presentato Si tratta di una
prima parte, dall’Evo antico al
secolo XVII, perché l’indagine
capillarmente condotta ha rivelato l’esistenza nel territorio
di una quantità insospettata
di “testimoni di pietra” (lapidi, epigrafi, cippi, statue, ecc.),
per la mappatura dei quali si
prefigura pertanto la necessità
di almeno un altro tomo. Gli
incontri proseguiranno, poi,
con il seguente calendario:
venerdì 28 aprile: La guerra
nell’Europa del Cinquecento e
il generale Achille Tarducci da
Corinaldo, di Renzo Paci.
Venerdì 12 maggio, Il dito del
diavolo – Anticristo, Borgia,
Machiavelli. La notte, invero
rara e memorabile, dell’ultimo
dell’anno 1502 di Leonardo
Badioli.
Venerdì 19 maggio, L’Archivio
del Comune di Corinaldo. Antico Regime e Aggregati, di Carlo
Giacomini.
Venerdì 26 maggio, La casa a
maltone. Architetture di terra
nel territorio anconetano
di Gianni Volpe
Tutti gli incontri avranno luogo
nella sala grande del Palazzo
Municipale e inizieranno alle
ore 21,15.
Ilario Taus
Parliamo di energia
I
n un periodo di acute e pericolose tensioni
(non solo economiche) nel tempestoso campo petrolifero, l’agricoltura può fornire un importante e positivo apporto nel novero delle cosiddette “energie alternative”. Ormai è assodato
scientificamente che il girasole e la barbabietola
possono contribuire in modo rilevante alla produzione di petrolio.
Una scelta del genere – più che mai urgente- può
essere anche la risposta a favore degli agricoltori che hanno dovuto ridurre la produzione, ad
esempio, di barbabietole e, quindi per difendere il loro reddito soprattutto in zona collinare.
Per discutere di queste complesse tematiche la
Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) della
provincia di Ancona, ha promosso un convegno
per venerdì 28 aprile ad Arcevia con inizio alle
ore 9,30 (Sala Mostra Del Palazzo dei Priori). Titolo del convegno.: “Lo sviluppo delle agrienergie
- il ruolo dell’agricoltura e delle imprese agricole”.
Coordina i lavori Evasio Sebastianelli (Presidente
Cia Prov/le). Introduce Carla Donnini (responsabile area territorio e sviluppo locale, Cia Nazionale). Sui biocarburanti parlerà Ester Foppa
Pedretti (Università Politecnica delle Marche) e
sul fotovoltaico in agricoltura, Claudio Bracaccini (Soc. Ecoenergy). Conclude il presidente Cia
Marche, Franco Fiori.
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27 aprile 2006
Territorio
Serra de’ Conti,
aree per produrre
arcevia Di rientro dal Giappone una delegazione arceviese
Terra e cielo nel sol levante
C
on questa visita ci siamo resi conto come le nostre produzioni biologiche sono in continua espansione
ed hanno trovato grande accoglienza
in Giappone, al punto da arrivare sulle
mense scolastiche nipponiche.”
Il sindaco della Perla dei Monti, Silvio
Purgatori, sintetizza e chiude la parentesi del viaggio nel Sol Levante, che
apre orizzonti nuovi alla cittadina di
Arcevia, la cui delegazione ha visto in
prima fila il capogruppo di minoranza
Alfiero Verdini.
A documentare l’ampio respiro progettuale era anche l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Ancona, Carla
Virili.
L’evento di riferimento consisteva nella
fiera dell’alimentazione di Tokio “Foodex Japan 2006”, che vedeva presenti
anche i produttori arceviesi: la Cooperativa Biologica “La Terra e il Cielo”
nonché l’Azienda Vinicola “Conti di
Buscareto”, insieme ad altre significative realtà della Provincia di Ancona e
della Regione Marche.
“A Shonai” puntualizza Purgatori “abbiamo partecipato come relatori a due
importanti conferenze: una sull’alimen-
tazione biologica e l’altra sui prodotti
dell’agricoltura. Inoltre abbiamo visitato una mensa scolastica, dove due volte
a settimana vengono cucinati spaghetti
della Cooperativa “La Terra e il Cielo”
di Arcevia, e visitato un produttore
agricolo locale”.
E’ stato rafforzato il rapporto di collaborazione con quello che era il Comune di Fujishima (ora confluito in
quello di Tsuruoka) insieme al quale il
Comune di Arcevia aveva sottoscritto
un “patto di amicizia” nell’ottobre del
2003.
La trasferta in Giappone si è così tradotta in nuova tappa nel tour promozionale dei prodotti e delle offerte turistiche (consistenti principalmente nelle
peculiarità artistiche e ambientali della
Perla dei Monti), ottenendo ulteriori riscontri positivi intorno alla validità del
sistema territoriale arceviese, inteso soprattutto in tutte le sue potenzialità.
“Noi abbiamo molto da imparare,” ha
affermato Yoichi Tomizuka, sindaco di
Tsuruoka “stiamo imparando e vogliono imparare ancora di più attraverso
voi: crediamo nella collaborazione e
vorremmo condividere insieme a voi
11
piani o azioni future”. “Il patto di amicizia tra Arcevia ed il Comune giapponese” conclude Purgatori “è nato grazie ai
prodotti della nostra terra con l’obiettivo di intensificare gli scambi commerciali e la valorizzazione delle nostre
produzioni agricole, creando una linea
diretta anche dal punto di vista turistico e scambi culturali tra due tradizioni
lontane e diverse. E’ con questo spirito
che la nostra Amministrazione Comunale ha donato al Sindaco di Tsuruoka
un dipinto di Bruno d’Arcevia, raffigurante un guerriero che non reca armi
di offesa e veste una corazza a pelle la
quale, come d’altronde l’elmo piumato,
è adatta alla parata di festa più che alla
guerra. Il cavaliere alza la bandiera con
il simbolo del Comune del Sol Levante e brandisce lo scudo del Comune di
Arcevia così da suggerire che in questo
patto di amicizia siglato tra i due Comuni, entrambi possono contare sulle
forze dell’altro per tutte le battaglie di
pace, di amicizia e di civiltà che la storia porrà loro davanti.”
A
Umberto Martinelli
Foto:
Purgatori
omaggia
Yoichi
Tomizuka
pprovata in via definitiva dal consiglio comunale di Serra de’ Conti l’assegnazione dei
lotti dell’area a destinazione produttiva di Via
Granelli - Via Caffarelli. La zona destinata ad
ospitare nuovi opifici, per una estensione complessiva di oltre 60.000 metri quadrati, è situata
a valle dell’abitato urbano, in una porzione del
territorio comunale contigua a numerosi altri
insediamenti artigiani e industriali. E’ suddivisa
in diciassette lotti, quindici dei quali risultano
già assegnati. Il consiglio ha determinato il prezzo di vendita in misura che varia, a seconda della posizione dei lotti, da un minimo di 29 a un
massimo di 39 Euro al metro quadro. Si dovrà
ora provvedere alla formalizzazione degli atti di
vendita, oltre che alla assegnazione e alla vendita dei due lotti residui, che è stata delegata dal
consiglio alla giunta municipale.
L’iter della pratica, che favorirà l’attivazione
di nuovi insediamenti in un’ottica di stimolo
e di incoraggiamento della imprenditorìa locale (che, nonostante la congiuntura attuale
ed alcune situazioni di difficoltà, è riuscita a
mantenersi vitale ed ha mostrato una buona
risposta nei riguardi di questa iniziativa), era
stato avviato nel 2001 con l’approvazione di un
apposito Piano di Lottizzazione ad iniziativa
pubblica, che prevedeva anche la sistemazione
urbanistica dell’area a destinazione produttiva,
del resto ricompresa anche nella previsione del
Piano Regolatore Generale.
Nel successivo dicembre erano stati definiti i
criteri di assegnazione dei lotti, e tra il 2002 e
il 2005 la Giunta Municipale aveva, via via, approvato le assegnazioni provvisorie alle ditte
che ne avevano fatto richiesta.
Allo stato attuale restano da assegnare, come
enunciato in apertura, soltanto due lotti, per
un costo di 39 Euro a metro quadro.
Raoul Mancinelli
monte san vito Il sindaco Sordoni e l’assessore Rossolini spiegano le scelte amministrative
Il bilancio diventa operativo
I
l Sindaco Gloria Anna Sordoni e l’Assessore al Bilancio
e alle Finanze Andrea Rossolini esprimono piena soddisfazione per l’approvazione del Bilancio di Previsione
per l’esercizio finanziario 2006 del Comune di Monte San
Vito.
Il documento contabile e programmatico, dopo l’adozione in Giunta e l’assenso del Collegio dei Revisori dei
Conti, è stato approvato in Consiglio Comunale nella seduta del 30 marzo 2006 ed è ora operativo.
“Dal lato delle entrate” – spiega l’Assessore Rossolini
– “nonostante i minori contributi e trasferimenti correnti
dallo Stato (circa il 20% in meno rispetto all’anno precedente) ma grazie ad una attenta e costante operazione
di verifica dei tributi e di recupero dell’evasione fiscale, l’Amministrazione Comunale è riuscita a mantenere
pressoché invariate le principali imposte dei cittadini (Ici,
Irpef e Tarsu). Abbiamo invece semplicemente aggiornato al costo dei servizi (ovverosia il 2% dell’indice Istat
richiesto contrattualmente dai nostri fornitori) le princi- tiche sociali, dei servizi individuali ai cittadini più deboli,
pali tariffe per i servizi a domanda individuale”.
della tutela dell’ambiente e del territorio, gli investimenti
Maggiore attenzione, invece, nella parte delle uscite. “La nell’edilizia scolastica e nella viabilità”. “Nel giugno 2004
progressiva riduzione dei trasferimenti di risorse finan- – spiega il Sindaco Sordoni – “la nostra coalizione si era
ziarie agli Enti Locali e soprattutto la imposizione di spe- impegnata verso i cittadini per mantenere e migliorare i
sa indipendenti dalle teoriche disponibilità, rendono la livelli dei servizi già esistenti nei servizi adeguandoli alla
gestione del bilancio sempre più rigida. Per l’approvazio- crescita demografica. Con la finanziaria 2006, l’obiettivo
ne del Bilancio di previsione – spiega l’Assessore Rossoli- sembrava impossibile. Le scelte operate nell’anno 2005
ni – la legge finanziaria per l’anno 2006 prevedeva vincoli con l’Unione dei Comuni ci hanno dato ragione. L’apper la spesa del personale, per la spesa corrente ed per gli prezzamento ed il consenso ricevuto dalle organizzazioni
investimenti. Il lavoro svolto nell’anno 2005 dalla Giunta Sindacali (Cgil, Cisl e Uil) in occasione della presentazioSordoni, in piena coerenza con il nostro programma elet- ne del nostro Bilancio di Previsione 2006, rappresentano
torale (creazione di forme consortili e ottimizzazione del- chiaramente un traguardo auspicato e gradito”.
la gestione delle risorse), ha permesso di mantenere tutti Il Bilancio di Previsione verrà illustrato alla cittadii servizi erogati dall’Ente a beneficio dei cittadini. L’Isti- nanza in una pubblica assemblea il giorno 11 maggio
tuzione dell’Unione di Comuni con Montemarciano e la 2006, alle ore 21:00 presso il centro sociale di via Leorinegoziazione dei mutui con gli istituti di credito hanno nardo Da Vinci di Borghetto di Monte San Vito.
permesso il contenimento dei costi a beneficio delle poliA.R.
Il riconoscimento sarà consegnato al dott. roberto Piccioli, studioso della storia genealogica mondolfese
Un premio dall’Archeoclub di Mondolfo
S
arà consegnato sabato 29 aprile alle ore 17,30 a Mon- – che continua ad implementare la banca dati creata - è stato consegnato a persone che hanno dato lustro a Mondolfo nei
dolfo, nel Salone Aurora del Complesso Monumentale per mesi al lavoro nell’archivio della Parrocchia di S.Giustina vari campi del sapere, dell’arte e della scienza, e si pone quadi S.Agostino, il Premio Archeoclub Mondolfo edizione (che raccoglie tutti i battezzati a Mondolfo dal secolo XVI ad le ambito riconoscimento sociale e culturale. “Sarà l’Assesso2006. “Abbiamo scelto il Dott. Roberto Piccioli, medico in oggi) così come all’anagrafe comunale oltreché all’Archivio re ai Beni Storici Artistici ed Archeologici della Provincia di
pensione di Fano, quale destinarlo del Premio Archeoclub di Stato a Fano, segnando diligentemente tutte le parente- Pesaro e Urbino, Prof. Paolo Sorcinelli – prosegue Paolinelli
Mondolfo 2006 – esordisce il presidente di Archeoclub le assieme ad importanti e curiose notizie sugli abitanti di – a consegnare questa edizione 2006 del Premio Archeoclub
Mondolfo, Claudio Paolinelli – per la sua ciclopica quanto questo territorio, quando la cura della Parrocchia mondol- Mondolfo, con l’intervento del Commissario Straordinario al
innovativa ricerca sull’albero genealogico di tutte le famiglie fese copriva l’intero comune. “Crediamo che sia un lavoro Comune, Dott. Darco Pellos”. La curiosità a Mondolfo è formondolfesi”. Piccioli, infatti, con una pazienza certosina nata unico al Mondo quello compiuto dal Dr. Piccioli – riprende te per questa serata. “Ovviamente abbiamo invitato l’intera
da una grande passione per la ricerca genealogica, dopo aver il Presidente – in quanto nessun paese può vantare la rico- cittadinanza a partecipare, in quanto un po’ tutti hanno nel
ricostruito gli antenati del proprio casato ha esteso la ricerca struzione dell’albero genealogico di gran parte dei suoi abi- cuore il desiderio di conoscere le proprie più antiche origia macchia d’olio. “L’albero genealogico di tutti i mondolfe- tanti, e perdipiù con mezzi informatici”. Questa infatti è altra ni, chi furono gli antenati della famiglia, gli avi, forse anche
si - prosegue Paolinelli – è un lavoro che ricostruisce le di- grande caratteristica. “Sarà lo stesso Piccioli nel corso della per vedere se ci sia qualche goccia di sangue nobile”. Per inscendenze di oltre 10.000 famiglie di Mondolfo, in un arco serata – precisa Paolinelli – a mostrarci come ognuno co- formazioni sulla serata, realizzata con la compartecipazione
di tempo che va dal 1600 al 1940. Lavoro ciclopico, appun- modamente da casa propria, con Internet, può riscoprire le della Provincia di Pesaro Urbino - Assessorato ai Beni Storito, poiché la banca dati raccolta censisce ora qualcosa come proprie origini e creare, con qualche semplice clic, il proprio ci Artistici ed Archeologici e del Comune di Mondolfo: ar20.000 persone e permette, così, di ricostruire anche una albero genealogico, completo dei vari riferimenti parentali e [email protected] .
parte importante della storia del nostro territorio”. Piccioli di date”. Il Premio Archeoclub Mondolfo viene annualmente
Alessandro Berluti
12
27 aprile 2006
Cultura
pensieri In una strada qualunque, di una città qualunque, una luce nella routine
Quel gesto rapido
H
o visto una ragazza alla fermata
dell’autobus farsi il segno della
croce al passare di una vettura funebre. È stato un gesto rapido, quasi
furtivo, nascosto un po’ dall’ombrello
che lei aveva contemporaneamente
fatto scivolare sul volto, come a nascondere se stessa e il suo gesto. Una
sorta di timore, di vergogna d’essere
vista in quell’atteggiamento di cristiana pietà. Un timore che stride con il
significato racchiuso nel segno della
croce, che è atto umile di spontanea
devozione e di umana remissione a
Dio e al suo volere.
Ma che contemporaneamente è aderente ai tempi in cui viviamo.
Tempi in cui è difficile far comprendere il senso della fede. In cui la preghiera, la meditazione, la ricerca di
un contatto con Dio, l’espressione
di una devozione convinta e serena
sono passate al vaglio delle culture dominanti, che mal accettano, e
a volte escludono dalle loro logiche,
chi dà più valore al trascendente che
al materiale. Chi ha voglia di aprirsi, di credere e di affidarsi all’oltreumano, invece che regolare il proprio
vissuto sulle tangibili verità. Chi ha
desiderio di cercare in sé, negli altri,
e in ciò che lo circonda, una traccia,
un segnale, una luce che lo conduca
e lo rapporti a Dio, invece che rimanere impassibili, distaccati, disattenti
o estranei a quanto accade di inspie-
gabile, di misterioso, di fantastico intorno a noi.
Non ci può essere comprensione, né
accettazione di chi, attraverso la fede,
vive cosciente nel senso del limite,
che è ragione del suo percorso, filo
che attraversa e lega la conoscenza
alla meraviglia, il sorriso al pianto,
se siamo abituati a credere solo in
noi, alla virtù della forza e del potere.
Alla ricerca di un’infallibilità e di una
supremazia sul tutto che crediamo
essere il regno della felicità.
Ho continuato a guardare il volto
di quella ragazza dopo il suo gesto.
Le ho letto negli occhi una sorta di
pentimento e di rammarico per aver
oscurato al mondo quella sua fede,
quel suo sentimento. Un gesto che
avrebbe potuto aiutare qualcuno a
ricordare, a riflettere, a scuotersi dal
torpore della passività, dell’agnosticismo, e ricercare in sé il senso della
propria vita, a domandarsi della bontà del suo procedere, e dell’autenticità
della sua gioia, del suo dolore, del suo
sorriso e della sua speranza. Poi ho
visto che il suo sguardo ha incontrato quello di una bambina che le stava
accanto, e s’è improvvisamente illuminato e commosso al sorriso lento e
schietto che quella le ha donato.
Romolo Paradiso
barbara La “Settimana della cultura” ha dato modo di conoscere un ‘pozzo da butto’ del XVI secolo
Luoghi di storia quotidiana
I
n un sala consiliare gremita da cultori di storia locale e
da cittadini incuriositi dalle numerose e pregevoli testimonianze pervenute dal passato, Barbara e la sua Amministrazione municipale hanno onorato la ‘Settimana
della Cultura’ presentando pubblicamente ‘Il pozzo da
butto di via Castelfidardo ed un’inedita statua lignea di
Santa Barbara’. Introdotto dal sindaco Raniero Serrani e
dall’assessore alla cultura Riccardo Pasqualini, il duplice
argomento è stato sviluppato dallo storico Ettore Baldetti, che la scorsa estate sollecitò una campagna di scavo
foriera d’interessanti sorprese nel cortile dell’abitazione
di proprietà Sonni-Mallucci sita in via Castelfidardo. Gli
scavi, condotti dal ricercatore Claudio Paolinelli sotto
l’egida della Soprintendenza Archeologica delle Marche
ed affidati alla direzione tecnica della prof.ssa Anna Lia
Ermeti (Università di Urbino), hanno portato alla luce un
pozzo da butto profondo circa 2 metri e realizzato con
perizia nel corso del XVI sec. probabilmente per contenere delle derrate alimentari(orzo, avena, grano o legu-
Il maestro e
Biancaneve
IL LIBRO
di Fabio Sandroni e Nadia
Ciambrignoni
Il libro è il tentativo di individuare spunti di lavoro per
docenti ed educatori, a partire dai lungometraggi animati
della factory di Burbank: attraverso l’esame cinematografico di otto
fra i più importanti cartoon prodotti fra il
1937 e il 2003, propone itinerari di lavoro
differenziati per fasce d’età (dalla scuola
per l’infanzia alla scuola media superiore),
organizzati in schemi di analisi, percorsi
e schede operative. Lo studio del cartoon
Biancaneve è arricchito da una scheda
operativa sulla musica del film animato,
curata dal musicista e insegnante Lorenzo
Angelini.L’intento degli autori è quello di
progettare un itinerario didattico tramite
il cinema attuabile da educatori e insegnanti, i cui obiettivi possano fornire un
aiuto nell’acquisizione di un metodo di lavoro utile anche per altre discipline.
Il libro verrà presentato ad Ancona, venerdì 28 aprile, presso la Libreria Feltrinelli di Corso Garibaldi.
I quaderni
della Mediateca delle Marche
mi). In breve tempo cessò la sua funzione originaria per
divenire poi luogo di discarica di rifiuti domestici, funzione che ha facilitato il recupero di frammenti ceramici di brocche e ciotole in maiolica decorata (XVI sec.) di
diverse tipologie e fattezze. Partendo dai primi insediamenti, Baldetti ha delineato il contesto storico barbarese
al quale risalgono i più importanti reperti rinvenuti nel
pozzo da butto, come quello arrecante lo stemma degli
Aragona.
O come altri frammenti ceramici, realizzati con la tecnica del lustro e verosimilmente acquistati alla fiera di Senigallia: dati, quest’ultimi, su cui si è soffermato Claudio
Paolinelli e che, a suo giudizio, denotano la ricchezza di
Barbara dopo la fine del Medio Evo.
Con l’ausilio d’immagini, l’autore dello scavo eseguito nel
cortile dell’abitazione di proprietà Sonni – Mallucci ha
illustrato la stratigrafia dei rifiuti sedimentatisi nel pozzo
da butto, che il Comune ha intenzione di musealizzare..
La restauratrice Silva Cozzolin, invece, ha preso la parola
per fornire le ultime novità sul restauro pubblicamente
annunciato lo scorso dicembre ed attualmente in corso di una preziosa ed antica statua lignea della patrona
Santa Barbara, ritrovata alcuni anni fa nei locali dell’ex
asilo parrocchiale. Si tratta di un esemplare finemente
decorato, di cui Silva Cozzolin, che ha restituito l’antico
splendore pure all’affresco della ‘Madonna dell’Olivo’, ha
riportato alla luce la pellicola pittorica originale, spiegando le modalità di costruzione e di ornamento di una statua lignea.
Che nel caso specifico era rivestita di un mantello molto
pregevole, così da rendere il rango sociale della famiglia
della giovane martire, ed era destinata non alle processioni, bensì ad essere riposta entro una nicchia. Un elemento che avvalora l’unicità del manufatto ligneo, realizzato in ambito camerte nella seconda metà del XV sec.
e di cui l’ex parroco don Giuseppe Livieri aveva già sollecitato il restauro.
Leonardo Pasqualini
teatro Riflessioni di fine spettacolo, dopo aver visto “Il Misantropo” di Molière
Misantropi e illusioni
D
ecisamente spinto dalla curiosità mi sono riservato un
posto alla Fenice per lo spettacolo di Mariano Rigillo,
intitolato “Il Misantropo”, pubblicizzato dai giornali e presentato come un momento particolarmente importante della
stagione teatrale senigalliese.
Credo di non essere così esperto di critica teatrale da poter
dare dei giudizi azzeccati sull’evento, sulle tecniche di rappresentazione e di drammatizzazione, sulle reazioni suscitate nel pubblico presente in sala. L’unica conoscenza che credo di avere del teatro (peraltro molto parziale) è quella che
riguarda il teatro antico, di cui a volte mi è capitato di occuparmi, anche se devo dire che studiare testi di duemila anni
fa non è la stessa cosa che vivere di persona l’evento teatrale.
Di fronte al Misantropo le sensazioni sono state molteplici
e mi sembrava curioso condividerne alcune. Lo spettacolo
di martedì si è rivelato molto lungo e a tratti anche lento e
riflessivo. Forse troppo. Se da un lato la presenza di tempi
dilatati può essere vissuta in maniera ostica dagli spettatori,
dall’altro però in quella dimensione temporale risiede lo spazio in cui una persona può meditare su ciò che sta vedendo
e ascoltando e può entrare in profondità nel contenuto del
messaggio che l’opera teatrale trasmette.
Chi è il misantropo? Moliere probabilmente aveva in mente
delle persone ben precise quando scrisse la commedia. Voglio dire che quasi sicuramente egli si sarà ispirato a degli
eventi vissuti o a dei personaggi che conosceva e che potevano servirgli come base per le sue pungenti e puntuali caratterizzazioni. Per questo la sua prospettiva risulta così condivisa.
Il misantropo è uno che si sente inadatto al contesto in cui
vive, che evita la compagnia delle persone perché di quelle
persone non riesce a cogliere la profondità, uno che non riesce ad andare al di là delle maschere e delle apparenze, perché sono soltanto maschere e apparenze le cose che quelli
intorno a lui gli offrono. In fondo il misantropo è un disilluso, uno che ha bruciato le proprie aspettative sui rapporti
con gli altri. Le sue aspirazioni sono state soffocate. Le delusioni sono state troppo frequenti. E dolorose.
L’unico salvagente a cui ancora si aggrappa il misantropo è
l’amore, per il quale sarebbe disposto anche a tornare indietro dai suoi pregiudizi, a mettersi nuovamente in gioco, salvo
poi scoprire di non essere in grado nemmeno di vivere fino
in fondo quel sentimento. Il misantropo si sente incompreso
e riassume in ciò i limiti dell’uomo che si riconosce incapace
di sfruttare al meglio il tempo che gli è concesso su questa
terra. In fin dei conti è quello che è capitato un po’ a tutti,
almeno una volta nella vita.
Giovanni Frulla
27 aprile 2006
Spettacolo
Spigolature
CONCERTI I tanti appuntamenti musicali dell’Associazione “La Fenice”
Sette note per tutti i gusti
E
’ stato pubblicato il calendario della
Stagione concertistica organizzata
dalla Associazione Culturale La Fenice
in collaborazione con il Comune di Senigallia. Al termine di quella comunale,
quasi un ideale passaggio del testimonio,
il 30 aprile inizierà la nuova stagione all’Auditorium San Rocco con un concerto per chitarra. La chitarra è uno strumento molto trascurato e da tanti anni
non si acoltava a Senigallia un concerto
ad essa dedicato. Sembra strano perché
nella nostra città esistono due scuole
che tengono dei corsi molto seguiti: la
Scuola Marchetti ed il benemeito “Musikè”. Inoltre a Senigallia abbiamo avuto
un chitarrista molto bravo purtroppo
non valorizzato come accade solitamente che si chiamava Armando Tombesi, il mitico “mezz’chil”, strumentista
di notevole spessore.
L’esecutore del concerto sarà Isabelle
Fouché Birarelli, una marchigiana già
docente al Conservatorio di Fermo con
un programma che partendo dai contemporanei Villa Lobos e Piazzolla,
giungerà a Bach.
Non derogando dal principio istituzionale di favorire i giovani musicisti locali
(hanno suonato per la Fenice l’allora
giovanissimo Francesco Chirivì oggi
primo flauto della Filarmonica Marchigiana, il senigalliese oggi internazionale
Federico Mondelci, Stefania Giovannetti al suo primo concerto, Marco Ferretti oggi docente di violoncello in uno
Isituto Musicale di Rimini) domenica
7 maggio suonerà Lucio Falcinelli, giovane pianista concittadino. Per l’occasione si renderà omaggio a Mozart nel
250° dalla nascita con l’esecuzione della
il taccuin
MUSICA
Senigallia - “Ovunque proteggi”, questo
il monito che Vinicio Capossela rivolgerà, domenica 7 maggio, al pubblico
di Senigallia. Sono iniziate le prevendite dello spettacolo, in programma alle
21.30 al Teatro La Fenice.
TEATRO
Ostra - “Il Melograno” di Senigallia, con
la giovane compagnia dei “Senza fissa
dimora”, presenterà ad Ostra lo spettacolo “Fuochi”. Lo spettacolo si terrà al teatro comunale “La Vittoria” il 29 ed il 30
aprile alle ore 21.00. Per la regia di Loris
Barzon, “Fuochi o della dissolutezza del
dolore” è tratto dall’omonima opera letteraria di Marguerite Yourcenar, celebre
scrittrice, autrice inoltre delle famosissime “Memorie di Adriano”.
DANZA
Polverigi - Venerdì 28 aprile, alle ore 21,
al Teatro della Luna di Polverigi di scena
la danza con “Tu non mi perderai mai”,
solo di e con Raffaella Giordano liberamente ispirato al Cantico dei cantici.
MOSTRE
Ancona - Mole Vanvitelliana, mostra
Fantasia in do minore KV 475. Falcinelli ha un programma affascinante
con la Sonata Op. 13 di Beethoven, la
famosa Patetica, e la non meno famosa Sonata Op. 110 sempre di Beethoven. Concluderà con uno dei pezzi
più fascinosi della storia della musica,
la trascinante Polacca in la bemolle
maggiore di Chopin.
Un angolo importante viene sempre
dedicato nella stagione della Fenice
al Jazz e quest’anno si è raggiunto il
top con Fabrizio Bosso e Irio de Paula
(domenica 14 maggio).
Fabrizio Bosso ha vinto il referendum della rivista Musica Jazz quale
miglior trombettista dell’anno ed è
considerato dallo stesso Enrico Rava
(già ospite della nostra Stagione nel
2003) la migliore tromba italiana del
giorno. Irio de Paula, chitarrista brasiliano conosciuto in tutto il mondo
specialista nella musica del suo paese è entrato con grande passione nel
mondo del jazz creando con Bosso un
duo di grandissimo
affiatamento.A chiusura della stagione sarà a San Rocco la famosa pianista di origine russa ma residente in
America Regina Shamvili. (domenica 28 maggio). Regina è un’artista
Steiwai ed è presentata dall’International Artist Guild di New York. Secondo l’autorevole giornale tedesco
Berliner Morgenpost può essere considerata tra i cinque migliori pianisti
del mondo. La grande pianista dopo
una Sonata di Beethoven (la n. 28 op.
101) suonerà tre brani di Chopin e
dedicherà tutto il secondo tempo al
suo cavallo di battaglia: la Kreisleriana Op. 16 di Schumann..
Con i due concerti per pianoforte,
approfittando della presenza a San
Rocco di uno straordinario Steinwai
perfettamente accordato dalll’impeccabile tecnico Valli, si cerca di ricreare la magica atmosfera che si viveva
durante i venti giorni del Concorso
Pianistico Internazionale che ha fatto
per 28 anni di Senigallia la “Citta del
Pianoforte”
I concerti avranno luogo all’Auditorium San Rocco alle ore 18,15 delle
date indicate: la vendita dei biglietti
avrà luogo con inizio un’ora prima
dell’orario d’inizio.
D.P.
13
Nessuno dubita che i villeggianti
e bagnanti della stagione estiva fossero
un bene prezioso per l’economia senigalliese anche cent’anni fa. Era giusto
e opportuno che ogni riguardo venisse
loro riservato. Un significativo esempio
lo trovo in un numero della voce Misena, del 1923, dove nella rubrica “Vita
estiva” leggo : “ai nostri primi ospiti
porgiamo il saluto doveroso coi più
fervidi auguri”, e segue un primo elenco. I più numerosi sono di Roma, una
quindicina; qualche milanese e bolognese, alcuni romagnoli, poi molti di
Perugia, Foligno, Gualdo ecc.
La storia del turismo a Senigallia
era cominciata nel 1853, quando
nasceva la piattaforma in legno sul
mare (che si smontava dopo l’estate) col suo pontile, il terrazzo per la
conversazione e una trentina di camerini con scalette per scendere in
acqua; e un fabbricato in muratura
sulla spiaggia che di anno in anno si
arricchì di nuovi locali e servizi (bagni
a vapore, elettrici, acqua nebulizzata
dall’idroforo, ristorante e caffè). Nei
primi decenni i villeggianti non erano
molti: parenti e amici dei nobili e ricchi
senigalliesi che venivano da varie parti
d’Italia. Intanto il lungomare si arricchiva di villini dall’architettura elegante (per
lo più del costruttore Giraldi). A conforto
dei forestieri vi erano la stagione teatrale,
l’orchestra nei pomeriggi, i fuochi artificiali, le corse all’ippodromo, le tombole, il
tirasegno. Tra tanti libri che fanno la storia del turismo senigalliese, c’è quello di
ben duecento pagine di Giovanna Ceciliani “Lo Stabilimento Bagni” ed. Minardi del
1985. Negli annali di Senigallia del Monti
si legge il numero dei villeggianti in alcuni
anni: dai tre ai quattromila negli anni dopo
la prima guerra mondiale, fino ai seimila nel
1930. Ultima curiosità: la costruzione dell’Albergo Bagni come lo conoscevamo noi, inizia
a spese del Comune nel 1910.
Elvio Grossi
a cura di Tullio Piersantelli
evento dedicata all’artista “Corrado Cagli”. Mart/ven: 15-20, sab.dom: 10-20,
fino al prossimo 4 giugno - chiuso il lunedì.
Jesi - Palazzo dei Convegni, in esposizione l’arte contro il pregiudizio e l’emarginazione: Atelier del Centro di Aggregazione Sociale “Sollievo”, che resterà
aperta fino al 2 maggio.
INCONTRI
Senigallia - “La psichiatria tra passato, presente e futuro”, giovedì 27 aprile
2006 ore 21.00, presso l’Auditorium San
Rocco. Relatore di questo incontro (organizzato da Primavera e Camminiamo
insieme sarà il dott. Leo Mencarelli, direttore del Dipartimento di Salute Mentale (Asur n. 4 Senigallia), specialista in
psichiatra.
Falconara - Nella biblioteca francescana
di Falconara Marittima, “Il Dio nascosto”,
venerdì (28 aprile, 5 e 12 maggio) alle
ore 21,15, con i seguenti temi: “Islam e
cristianesimo, un Dio, due volti” relatore
Francesco Zannini; “Mostraci il Dio Padre, Gesù e il Dio invisibile” relatore Alberto Maggi; “La fede del non credente”
relatore Giulio Giorello.
Settimanale della Diocesi di Senigallia
Piazza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia (An)
Tel. 071/64578 - Fax 071/7914132
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Direttore editoriale: Gesualdo Purziani
Direttore responsabile: Giuseppe Cionchi
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Collaboratori: Alessandro Berluti, Fabrizio Chiappetti, Roberto Ferretti, Luca Giancarli, Anna Gobbetti,
Elvio Grossi, Simone Mandolini, Roberto Mancini, Leonardo Marcheselli, Vittorio Mencucci, Giuseppe
Nicoli, Leonardo Pasqualini, Michele Pinto, Stefania Sbriscia, Giorgio Silvestri, Luciano Sole, Federica
Spinozzi, Ilario Taus, Raoul Mancinelli, Umberto Martinelli.
Tecnici: Speranza Brocchini, Rino Girolimetti, Daniele Guidarelli, Anna Maria Roberti, Mariannina Puerini,
Pietro Scattolini
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MERCOLEDì D’ESSAI
Mercoledì 3 maggio • Spettacolo ore 21.15
UN SILENZIO PARTICOLARE
AL
Regia: Stefano Rulli - Italia - 75’
In un filmino superotto sgranato dal tempo, un bambino - lo
sguardo vuoto a svelare problemi psichici - se ne sta inerte in
braccio alla madre. A guardare quelle immagini di vacanze
di vent’anni fa sono Clara, Stefano e Matteo oggi: il bambino dello schermo è divenuto un ventenne dallo sguardo attraversato da mille ombre, e la giovane coppia un uomo e
una donna dai capelli brizzolati e gli occhi stanchi. Proprio
per uscire dall’incubo di quelle vacanze-ghetto vissute per
anni con Matteo, Clara Sereni e Stefano Rulli hanno deciso
di dar vita a ‘La città del sole’, un agriturismo dove tutte le
diversità e tutte le vite hanno diritto di essere ospitate, rispettate e soprattutto di stare insieme ad altre.
Come delle immagini private come queste sono diventate un film?
Progressivamente. Stavo facendo delle riprese per la promozione dei casali e dell’esperienza di turismo sociale che svolgiamo come Città del Sole sul Monte Peglia. Matteo, che
solitamente non ama vedermi al lavoro e non vuole mai venire al cinema con me, improvvisamente è voluto entrare in
campo e partecipare alle riprese. Abbiamo provato a dargli
uno spazio, ma non pensavo ancora che sarebbe diventato
un film. E’ stata prima di tutto un’esperienza nostra, poi il
materiale è cresciuto e io ne ho realizzato un primo montaggio, che come primi spettatori ha avuto Matteo e Clara.
E’ stata una visione emozionante e io ho capito che sarebbe
stato possibile mostrarlo anche all’esterno e farne un film
anche per gli altri. Credo, in quanto sceneggiatore, che il
cinema deve fornire un nuovo sguardo sulla vita di tutti i
giorni, dando un’emozione diversa anche bevendo un bicchiere d’acqua.
Cos’è ‘La città del sole’?
Ovviamente ‘La città del sole’ parte da un’esperienza personale mia e di mia moglie, Clara Sereni, e del nostro rapporto
con Matteo. Da lì abbiamo creato una fondazione per fare
esperienze di integrazione sia per il tempo libero che per il
lavoro. Ci sono vari progetti fra cui uno che riguarda la residenzialità, di cui fa parte Matteo, non in case famiglia ma
all’interno di un gruppo di persone che hanno altri tipi di
difficoltà, sociali, economiche. Per esempio Matteo vive con
due ragazzi fuori sede che si impegnano a stare con lui alcuni giorni la settimana dalle sette di sera alle sette di mattina
in cambio dell’uso della casa, così Matteo vive un’esperienza
di giovane tra i giovani.
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27 aprile 2006
Sport
calcio: Truentina 0 - Vigor Senigallia 2
Ai play out in vantaggio
La Vigor cercava questa vittoria in casa della Truentina col
solo scopo di poter giocarsi i play aut nella migliore posizione in classifica, e così è stato. L’incontro odierno non è stato
granché, vista l’attuale posizione in classifica delle due squadre. La Truentina, già da tempo retrocessa in Promozione,
imbottita di tante giovani speranze ha cercato più di fare
esperienza per il prossimo campionato che di impensierire
la porta di Moroni. La Vigor, come già detto in precedenza,
ha cercato la vittoria senza strafare. Una volta andata in vantaggio a punteggio pieno ha gestito la partita fino alla fine. I
rossoblu sono scesi in campo nella migliore formazione consentita al momento attuale, considerate le assenze di alcuni
titolari. Un buon ritorno in squadra è stato quello di Meletti,
dopo tante assenze per infortunio capitategli dall’inizio campionato; il suo apporto è stato determinante. Inizio partita
blando, giocato su ritmi lenti senza che da entrambe le parti
si cerchi di offendersi. Le azioni si svolgono prevalentemente
al centrocampo con continui errori nei passaggi da entrambe le squadre, con la conseguenze logica conclusione che
nulla viene costruito per offendere gli opposti portieri rima-
Basket, serie b1 sti praticamente inoperosi. La Vigor, interessata alla vittoria,
è più intraprendente, ma deve passare mezz’ora prima che si
decida a concludere qualcosa di positivo. Al 29°, i rossoblu
usufruiscono di un calcio d’angolo. Sul susseguente tiro, la
testa di Meletti si eleva su tutti: si grida al gol ma sulla linea di porta Scarpetti salva. La risposta della Truentina, al
31° ad opera di Ramadori con un preciso colpo di testa, impegna Moroni. La Vigor passa al 37°. Su calcio d’angolo, la
sfera perviene a Montanari; pronto il tiro, rimpallato dalla
difesa, Polverari la riprende da pochi passi e insacca. Passano appena due minuti e la Vigor raddoppia. I rossoblu usufruiscono di un calcio piazzato dal limite. Interessato al tiro
Pandolfi. Perfetto pallonetto che supera la barriera, finisce
poi dove l’incolpevole portiere non può arrivare. E’ il 2 a 0,
quanto basta alla Vigor. La ripresa non riserva altre sorprese.
Alcune prestazioni dell’intraprendente e mai domo Polverari
mettono i brividi al portiere Bachetti. Tutto qui. Ora si va ai
play auy. Domenica prossima la Vigor giocherà in trasferta
sul campo del Lucrezia alle ore 16. La vittoria, o quantomeno un pareggio, è auspicabile.
Truentina: Bachetti, Ciccola, Ruggeri, Tomassini, Sciamanna, Scarpetti, Aloisi (46° Cantatore), Alijevic, Nardini (57°
Cocci), Ramadori, Luzi (60° Simonetti). A disp. Di Giacomo,
Minnucci, Massetti, Scotucci. Allenatore: Forlini.
Vigor: Moroni 6, Girardi 6 (65° Pambianchi 6,5), Rossetti 6,5,
Pandolfi 7, Turchi 6, Goldoni 6, Bertozzini 6,5, Montanari
6, Polverari 7, Meletti 7 (74° Morganti ng), Schiano 6,5 (88°
Grossi ng). A disp. Mengarelli, Malaccari, Baldarelli. Allenatore: Simonetti. Arbitro: Bruni di Ancona. Spettatori 500
circa.
Classifica: Centobuchi 68, Jesina 64, Montegiorgio 59, Biagio Nazzaro, Cingolana 57, Civitanovese 56, Fossombrone
54, Real Vallesina 47, Fermignano, Monturanese, Caldarola,
Porto S.Elpidio 46, Camerino 44, Vigor Senigallia 34, Lucrezia 30, Acqualagna 26, Urbisaglia 25, Truentina 12.
I VERDETTI: Promosso in serie D: Centobuchi. Retrocessi
in promozione: Urbisaglia e Truentina. Play off: CingolanaJesina, Biagio Nazzaro-Montegiorgio. Play out: AcqualagnaCamerino, Lucrezia-Vigor.
Giancarlo Mazzotti
GOLDENGAS 86 – BANCA MARCHE 65
Si passa ai play out
Gemellaggio con
CICLISMO
Charleroi
G
rande tifo e grande vittoria contro ora andiamo ai play aut. Se giochiamo così
un’Ancona che nei primi due quarti ha sono certo della salvezza”. Il coach Bianchi:
messo in seria difficoltà i ragazzi del coach “E’ stata una delle nostre migliori partite. Da
Bianchi. Se si analizza la partita, la prima parte dei miei ragazzi una grande prova di
parte dell’incontro è stato giocato più sulla maturità, specialmente per come si sono
tensione nervosa che nel bel gioco. E’ stato comportati nel terzo e quarto tempo.” La
un rincorrersi continuo. Ha incominciato la classifica ci assegna il 14° posto, pertanto la
Goldengas con un parziale, al 6° (15-9), poi squadra scenderà in campo fra due settimaancora più eloquente al 9° (21-12) per termi- ne.
nare sul 23 a 16 il primo quarto. Solita storia Goldengas: Panichi 5, Bartoccetti, Durazzi
nel secondo quarto, però a favore dell’Anco- ne, Benevelli, Santilli 1, Corsini 15, Raschi 5,
na. Al 15°, agguanta la parità: 27 a 27 per Cinciarini 17, Pazzi 23, Macchniz 20. Coach:
allungare al 18° sul 28 a 34. La Goldengas Bianchi. Vice: Simoncioni.
tenta, ma riesce ad andare a riposo sul 34 a Banca Marche AN: Ruini 11, Nespeca, Za36. Cosa abbia detto il coach Bianchi ai suoi nella 9, Trubbiani 10, De Ambrosi 8, Zuderagazzi negli spoglitoi a noi non è dato sape- tich 11, Polonara, Colonnello 6, Carpineti 7,
re, però l’inizio del terzo quarto è stato un Grossi 3. Coach: Schiavi. Arbitri: Ciaglia di
continuo canestro biancorosso; 25° (45-36); Caserta e Scrima di Catanzaro.
28° (55-40) per finire sul 59 a 47.
Classifica: Soresina 54, Scavolini Spar 52,
Il quarto quarto è stata una passerella per i Osimo 46, Treviglio 42, Trieste 36, Casalpubiancorossi senigalliesi, che al 38° sono ar- sterlengo, Palestrina 32, Porto Torres, Lurivati sull’86 a 64 (+22) e terminare sull’86 mezzane 28, Matera 26, Riva del Garda 24,
a 65. Autori di questa memorabile impresa Vigevano 18, Banca Marche AN, Goldengas,
tutti i giocatori, ma una menzione particola- Gorizia 16, Bergamo 14.
re va fatta a Corsini, che con le sue tre bom- I VERDETTI. Ai play off: Soresina, Scavobe consecutive ha scavato un solco incol- lini Spar, Osimo, Treviglio, Trieste, Casalmabile per i dorici. Solo da elogiare anche pusterlengo, Palestrina, Lumezzane. Ai play
Cinciarini, Pazzi, Macchniz e, non ultimo, il out: Matera, Riva del Garda, Vigevano, Secapitano Panichi. Il presidente Moroni esor- nigallia, Banca Marche An, Gorizia. Retrodisce: “Si sapeva che sarebbe stata una par- cessa in B2: Bergamo.
tita difficile, ma l’abbiamo vinta molto bene,
Giancarlo Mazzotti
Basket, serie d
Si inizia bene
MIU J’ADORE 83 – DORICO An 67
Nel primo incontro di play off la compagine
del coach Ligi fa un sol “boccone” dei dorici
dell’Ancona. La squadra locale ha sempre
condotto con autorità l’incontro, ne fanno
fede i punteggi nei vari quarti: 24-15; 39-30;
56-50; 83-67. Da segnalare la bella prova di
Minelli: 15 punti, ma soprattutto i 20 punti
di Rinolfi, che gli fa superare i quindicimila
canestri realizzati nella sua lunga carriera.
Prossimo incontro mercoledì 26 ad Ancona. Se si supera l’ostacolo, è la promozione
in C2, altrimenti c’è il ritorno a Senigallia
sabato 29 ore 21,15..
Miu J’Adore: Papa 10, Belloni, Marinelli 2,
Rinolfi 20, Granarelli 6, Pincini 4, Patrizio
Bartoli 2, Minelli 19, Raffaele Bartoli 11,
Tonelli 9. Coach: Ligi.
Dorico Ancona: Mariani 23, Pasqualini
11, Pepa 8, Bigozzi 5, Del Pesce, Taddei 10,
Piergigli, Gentilini 6, Giampieri 4, Leoni.
Coach: Novelli. Arbitri: Filonzi di Jesi, Pirro
di Recanati.
G.M.
La Nerosubianco
va in finale
NEROSUBIANCO 52 – Pg37
Nel primo incontro di andata di finale,
il Nerosubianco ha sconfitto il Perugia
con largo margine. Inizio incerto: 1113 al primo quarto; poi la rimonta e
il sorpasso nel secondo: 21-15. Terzo
quarto: 36-23 e ultimo: 52-37. Prossimo incontro di ritorno il 30 aprile a
Perugia. L’eventuale bella a Senigallia
il 6 maggio. Una volta battuto il Perugia, altri due incontri attendono il Nerosubianco: il 21 maggio andata ed il
28 maggio il ritorno contro la vincente
del girone d’Abruzzo.
Nerosubianco: Bugari 12, Sara Bedini,
Bobbiesi, Streccioni 3, Silvia Lucarelli,
Martina Lucarelli 6, Marcelletti 2, Lo
Buono 3, Ricci 12, Federica Bedini 14.
Coach: Luconi. Arbitri: Venturini di
Candelara e Ardone di Pesaro.
G.M.
N
el futuro prossimo si prospettano iniziative di ogni tipo, con il
concorso di istituzioni, enti, associazioni, accademie, scuole. Il ciclismo
“miseno”sta cavalcando l’onda lunga del
Giro delle Fiandre, destinato ad essere
incorniciato quale esperienza di massimo spessore nella bella storia amatoriale, anche grazie al supporto tecnico
della Palanca Viaggi.
Di particolare significato è stata la prima
tappa di quello che si prospetta un lungo tour italo-belga dalle palesi potenzialità: il gemellaggio con l’Associazione
Marchigiani di Charleroi (presieduta
da Brunello Battistelli) e con il gruppo
ciclistico Vagabonds di Gerpinnes (guidato da Erik Romain, accompagnato da
Gabriele Santilli).
L’incontro inaugurale si è tenuto all’hotel Ibis di Aaalst ed ha contribuito a trasformare in ...paradiso la “cinquegiorni”
su strade-stradine-piste ciclabili-pavé
dell’Inferno del Nord.
La delegazione ha perfettamente testimoniato la migliore marchigianità sui
pedali, rappresentata da esponenti delle
più diverse realtà civico-sportivo-im-
prenditoriali, che hanno pienamente
reso le finalità del ciclismo più sensibile
ed inserito nel sociale.
Al tavolo dei relatori, erano Antonio
Monaldi, Mauro Riccioni, Antonio Romagnoli (Ruote e Cultura), Fabio Ciabattoni (Ruote e Motori), Maurizio
Giustozzi, Enzo Giustozzi.
Cicli Cingolani e “Caschetto” nella Mareterra Verdeblu. A Bellaria Igea Marina, la scuderia biancorossa pianellara
si è distinta nella carovana dei 721 partecipanti alla 3^ edizione della Fondo
Mareterra Verdeblu, gestita da Morris
Calbucci (“Moca”), Fabrizio Bronzetti
ed eccellente staff romagnolo.
Nel 1° Memorial Ivan Pintabona, i colori marchigiani si sono messi ampiamente in mostra. Marco Magnani è stato
ottimo guardaspalle del leader massimo Mondaini ed ha acquisito l’argento
junior sul ‘CicloPizzaiolo’ Emanuele
Alesiani. Bronzo per Jarno Calcagni, 5°
posto a Orietta Schiavoni.
Importante e “strategica” 6^ piazza al
veterano “Caschetto” Emanuele Battistelli (Cicli Cingolani), che si è portato
al comando del Campionato Italiano
Fondo Udace Csain.
Umberto Martinelli
Foto (di Fabio Ciabattoni):
I relatori dell’incontro gemellare
Stop+go ai play off
Ultima partita della regular season per la Stop+go Cesanella
che porta i senigalliesi ai play off per la serie D. Contro la
Lonky Fabriano in un incontro ricco di tensione agonistica i
ragazzi del coach Ficosecco partono bene nei primi dieci minuti, portandosi a più 6. Non cambia la sinfonia nel secondo
quarto con Dolci e Cicconi che strapazzano la difesa fabrianese. Si va al riposo sul più 8. Tiene bene la difesa a zona della Stop+go nonostante le bombe di Mariani che non regge il
confronto con Monaco (5 su 7 per lui dalla lunga distanza).
Con un autoritario 23 a 13 si chiude la terza frazione di gioco. L’ultimo quarto vede i fabrianesi mai domi che, cercando
una vittoria importante in chiave salvezza, recuperano punti
preziosi approfittando di alcune distrazioni dei senigalliesi.
Nel finale le ottime percentuali di Gazzetti e le stoppate di
Bellagamba chiudono il match sul 78 a 68.
Molto probabilmente l’avversario in semifinale sarà Montemarciano, formazione che ha dominato il campionato e che
avrà il vantaggio di giocare la prima partita e l’eventuale bella
tra le mura amiche. Fattori che comunque non incideranno
più di tanto. Il team di Ficosecco è più che mai determinato
ad affrontare i play off con l’obiettivo di raggiungere il massimo risultato a chiusura di un campionato affrontato sempre
ad alto livello. Ora l’appuntamento per gli appassionati di
pallacanestro è alla Palacesanella della Polisportiva Cesanella per venerdì 28 aprile alle ore 21,15.
Tennis team
Gli Under 8
sul podio più alto
I giovanissimi tennisti di Senigallia hanno conquistato il
primo posto nel campionato
regionale a squadre Under
8 per nati nel 1997-98. La
finale, emozionante, si è disputata in casa, nei campi
del Vivere Verde, in una bella cornice di pubblico con
dirigenti e genitori al seguito. Il Tennis Team Senigallia
ha prevalso nettamente sul
Tennis Club Guzzini di Recanati per 10 incontri a 1. I
premiati sono: Alessandro
Bonazza, Andrea Brocchini,
Filippo Ventura, Francesca
Giuliani, Camilla Cecchini.
Nati nel ’98: Alessandro Angeletti, Giacomo Carboni,
Gabriele Marinelli, Danilo
Roberto. Allenatori: Giuseppe Bevilacqua, Marco
Corinaldesi, Claudia Oliva e
Matteo Gabbianelli.
27 aprile 2006
penultima
30 APRILE 2006 III domenica di Pasqua
LA
PAROLA Di ritorno da Emmaus
DI DIO S
At 3,13-15.17-19
Salmo 4
1Gv 2,1-5
Lc 24,35-48
a cura di
P. Gian Franco Scarpitta
Messa di Pasqua
al Santo Sepolcro
di Gerusalemme
16 Aprile 2006
e vi è esempio più eloquente di sfacciataggine e di meschinità questo è senza
dubbio il voler insegnare agli altri un valore, una verità o un qualsiasi contenuto senza che di esso abbiamo fatto esperienza noi
stessi. Oppure, se anche ne abbiamo fatto
esperienza, senza essercene convinti appieno e senza che l’evento, il fatto o il messaggio ci abbia trasformati in vista degli altri.
Molte volte nelle chiese di tutto si parla,
tranne che di Gesù Cristo. Intendo dire che
tutti gli argomenti e le attività vengono prese in seria considerazione e curate nei loro
aspetti particolari, tranne quelle che riguardano direttamente nostro Signore.
I canoni della Messa sono sempre gli stessi,
non importa da quale prete vengano proferiti, ma vi è differenza fra chi celebra la Messa
solo per adempiere un dovere verso il popolo e chi recita quelle parole con dedizione e
passione, mostrando di volersi immergere
nel Mistero Eucaristico... Insomma, il vero
apostolato consiste non già nella comunicazione vacua di contenuti e messaggi altrui,
ma nella testimonianza vivente di quello
che ci ha “sedotti”, “colpiti” e “provocati” e
se dovesse capitare a noi quello che capitò ai
due discepoli di ritorno da Emmaus di cui al
brano di vangelo odierno, certamente arrossiremmo di vergogna.
Quando infatti Gesù compare improvvisamente in mezzo a loro portando la pace, essi
sono intenti proprio a parlare di lui, riferendo ad altri di averlo visto mentre spezzava
il pane dopo aver cenato con loro; appunto
per questo non avrebbero dovuto dubitare
né strabiliare ostinanandosi nel dubbio, ma
piuttosto credere risolutamente ed entusiasmarsi alla vista del Signore risorto e invece
continuano a persistere nella loro durezza
di cuore che coltiva l’incredulità nonostante fossero stati presi in prima persona dall’evento. E’ evidente che stavano comunicando ad altri qualcosa di cui non si erano
pienamente convinti né erano rimasti affascinati e occorrerà un’altra prova schiacciante da parte del Signore affinché una volta
per tutte si convincano: nonostante non ne
avesse ora necessità (il suo corpo risorto era
infatti glorificato e quindi privo di necessità
materiali) Gesù consuma con loro il pasto
di una porzione di pesce arrostito, appunto
perché si persuadano che egli è veramente
risorto nel suo corpo, che non è uno spirito
e che sta condividendo con loro la più comune delle esperienze di vita: il pasto.
Cosicché essi potranno annunciare a tutti
di aver fatto davvero esperienza del Signore
risorto, appunto annunciando che “Dio lo
ha risuscitato e ha voluto che apparisse... a
noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui
dopo la sua resurrezione dai morti.”(At 10,
40 – 41)
Di Gesù risorto bisogna infatti dare testimonianza, ma occorre che questa testimonianza sia veritiere e fondata non solo sul dato
di fatto obiettivo ma anche nella nostra individualità che ne è stata riempita. Fortunatamente gli apostoli annunceranno il Risorto
con convinzione, gioia ed entusiasmo reali
visto che accetteranno di essere perseguitati
e uccisi nel suo nome e non mancheranno di
annunciare a tutti che Cristo è l’autore della vita (I Lettura) vedendosi arrivare di volta
in volta un numero sempre più crescente di
fedeli che accresceranno la consistenza delle
comunità cristiane e la loro testimonianza
sarà effettiva e credibile a motivo della loro
stessa vita: sempre gli atti degli Apostoli affermano infatti che mentre procede nell’opera missionario di annuncio, la Chiesa delle
origini organizza se stessa in una convivenza
di solidarietà e di comunione nonché accettazione reciproca, per la quale tutti sono
un cuor solo e un’anima sola e non vi è chi
manchi del necessario.
All’insegna della nostra fede nel Cristo risorto sarebbe indispensabile che anche da
parte nostra si realizzi tutt’oggi lo stesso annuncio di fede che ha cambiato il mondo e
ha trasformato la nostra vita e che esso sia
in primo luogo caratterizzato dalla nostra
gioia e dall’entusiasmo unici capaci di attestare che davvero un evento ci ha cambiati e
quindi nel vivere senza mormorazioni tutti
gli appuntamenti di ogni giorni, nel mostrare allegria, ottimismo anche nelle difficoltà e soprattutto nel comunicare agli altri la
stessa gioia attraverso l’amore che si esterna
in primo luogo nell’accettazione degli altri
senza riserve, nell’assenza dei pregiudizi e
delle illazioni così pure nella disponibilità a
solidarizzare con il prossimo, specialmente con quello bisognoso e nel non coltivare
astio e cattiverie fra di noi. La comunione e
la accettazione reciproca nelle nostre famiglie, nei gruppi, nelle comunità come pure la
generosità e l’apertura franca e disinteressata verso gli altri comunicano che noi crediamo nel mistero di Cristo Risorto, e questo
è già prova sufficiente perché anche altri vi
credano.
Se qualcuno dice che “oggi è una bella giornata”, non sempre sarà creduto da un altro
che non si è ancora affacciato al balcone,
poiché una bella giornata la si annuncia con
un sorriso sulle labbra, o quantomeno con
un tono di voce risoluto e tranquillo, magari invitando gli altri a fare una passeggiata all’aperto. Così pure la testimonianza di
Cristo Risorto la si da nella gioia stessa del
Cristo Risorto.
15
IN BREVE
Monterado
• Monterado al TG3, sabato 15 aprile, alle ore 14,30 e alle
19,30. Molti concordano nel dire: il castello di Monterado
al TG3. Su castello il servizio è stato quasi ottimale. (Noi
ci riferiamo alla trasmissione delle ore 14,30).
• E’ mancata totalmente qualche videata sulla chiesa,
nonostante le riprese: del gioiello architettonico qual
è, nel suo interno; dell’altare in pietra lavorata con
le sculture dei Santi Pietro e Paolo (del 1700); del
tabernacolo in stile tardo barocco in legno dorato del
1901; dell’altare e della cappella della Madonna della
misericordia.
• La realtà produttiva monteradese è saltata quasi
completamente. Bastava una “videata” da via della
Sorgente, sul bianco candido di via dell’Artigianato che
occupa centinaia di persone (oltre alle Zabban e alla Fisi):
specie nel settore cantieristico con diverse fabbriche di
yacht.
• Non abbiamo ascoltato un riferimento alla festa “clou”
di Monterado: la porchetta, che comporta
l’affluenza di migliaia di persone e la concorde
aggregazione di decine di persone.
• La domanda “impertinente” (= non pertinente!) del
turismo a Monterado è proprio non azzeccata.
Se Monterado dovesse vivere sul turismo, d’inverno
bisognerebbe riaprire le “mense del Papa…”. A meno
che il castello non sia visitabile (magari con biglietto a
pagamento) e il bosco, almeno una parte, non diventi
(d’accordo con Regione, Provincia, Comune…) parco
pubblico. Leggiamo in questi giorni che i primi cristiani
“mettevano in comune i l oro beni”. Dall’altra parte,
Marx considera “la proprietà un furto”. Tra i due estremi,
si può trovare una soluzione che accontenti tutti?
La speaker, poi, ha un inconscio da “paradiso”. L’ha
nominato qualche volta… in modo “saccente”. Dice
il proverbio: “scherza coi fanti e lascia stare i santi”.
Attendiamo un servizio completo su Monterado. In
fondo, sono soldi nostri, anche quelli del TG3.
Il gioco cambia la vita
E’ iniziata il 23 Aprile la Settimana della Solidarietà
che si concluderà il 30 Aprile con la Gara di Nuoto
Nazionatel Master Coppa Italia. Durante questa
settimana sarà posizionato all’interno della piscina delle
Saline un salvadanaio per le offerte all’Associazione
Vip Claun Ciofega Onlus che svolge la propria attività
di comicoterapia nelle corsie ospedaliere di Senigallia
e Pesaro. Il gioco cambia la vita è una manifestazione
sportiva riservata a tutti i bambini che partecipano ai
corsi di nuoto Uisp. Con tale iniziativa il gruppo Istruttori
e la dirigenza Uisp vogliono sensibilizzare l’importanza
del gioco sia come strumento primario per un corretto
sviluppo fisico, sia come mezzo educativo. Tra i giochi
che verranno svolti, uno avrà come tema la raccolta
differenziata, ed in particolar modo il riciclaggio della
plastica. Il tema del riciclaggio è stato proposto dal
Consorzio Vallesina Misa CIR 33 e il gioco consisterà in
un canestro giallo nel quale le due squadre di bambini
dovranno far entrare il maggior numero di bottiglie di
plastica.
Trenino estivo a Senigallia
Un trenino che collegherà i due lungomari fra loro e con
il centro storico. E’ l’iniziativa messa a punto in questi
giorni dall’Amministrazione Comunale che ha accolto
una richiesta da tempo avanzata dal Comitato degli
Imprenditori del Lungomare. Un servizio innovativo per
la spiaggia di velluto, che sarà attivo dal 1° giugno al
15 settembre, che rientra nell’ambito del nuovo piano
del trasporto pubblico locale estivo per agevolare i
collegamenti tra i due lungomari e il centro proprio
nella stagione in cui maggiormente i turisti necessitano
di spostarsi in città.
Auguri a Mario e Maria Frezza
Pio IX missionario
Pio IX
nella
storia
a cura di
Giuseppe
Cionchi
Abbiamo già ricordato nel numero precedente la
missionarietà del nostro Pio IX con un accenno ai
missionari salesiani. Il rapporto Pio IX e Salesiani
(specie con san Giovanni Bosco) meriterebbe una
serie di approfondimenti che – forse – sarà possibile fare in futuro.
In questo numero offriamo uno squarcio sulle missioni dei Gesuiti, ai tempi di Pio IX. Prendiamo le
notizie di massima dalla pubblicazione “Pio IX e le
missioni”. “Le due regioni nominate nel titolo – la
Colombia e lo Zambesi – indicano le zone delle
missioni della Compagnia di Gesù, fondate all’inizio e alla fine del pontificato di Pio IX. La prima fu
inaugurata nel 1846, mentre nel 1878 furono intraprese le trattative che portarono, l’anno seguente,
all’arrivo dei gesuiti nei dintorni del fiume Zambesi,
nell’attuale Zambia. Negli anni del pontificato del
papa Mastai-Ferretti, accanto a quelle della Colombia e dello Zambia, la Compagnia di Gesù iniziò
alcune altre missioni. Così i gesuiti, presenti negli
Stati Uniti ed in India, estendevano la loro opera
nei nuovi territori di questi grandi Paesi. In quegli
anni essi ritornarono anche ad alcune terre dove
operavano prima del 1773: in Ecuador (1850), in
Guatemala (1851), nella Guiana Francese (1852),
nelle Antille (Cuba, 1853) e Puerto Rico, 1858),
nelle Filippine (1859). I gesuiti aprirono anche nuovi cammini nella storia delle loro missioni raggiungendo le nuove terre: l’Australia (1848), Mauritius
(1850) e il Belize (Honduras Britannico, 1852)”.
N.B. Il museo e la biblioteca di Palazzo Mastai sono
aperti – per visite e consultazioni – dal lunedì al
sabato: ore 9-12; 16-18 (tel.071-60649).
Grande festa nella Parrocchia del Porto per un
anniversario speciale: domenica 30 aprile Mario e Maria
Frezza festeggiano i loro 50 anni di matrimonio. Auguri
da tutta la comunità parrocchiale, dall’Azione Cattolica
(di cui Mario è segretario e che li ha feseteggiati
domenica scorsa), dai figli, nipoti, parenti. Tutti quelli
che conoscono la fantastica coppia di Lungomare
Mameli gioiscono per questo bel traguardo e per la loro
presenza così preziosa per tante persone.