sesso, olio, pizza - Accademia Italiana della Cucina
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S I C U R E Z Z A & Q U A L I T À SESSO, OLIO, PIZZA PARITÀ DI SESSO ANCHE PER I BOVINI Non più discriminazione di sesso fra i bovini, anzi il sesso non c’è più. A norma dell’Unione europea sull’etichetta della carne bovina non figura il sesso dell’animale, ma solo se si tratta di vitello o di bovino adulto. Il consumatore più accorto nelle sue scelte non potrà quindi sapere se si tratta di carne di vacca, o meglio di giovenca (la vacca giovane che non ha partorito). Una volta, ricorda l’Unione nazionale consumatori, la carne di vacca era considerata di qualità scadente, perché derivava da animali sfruttati al massimo per la produzione del latte e dei vitelli. Quando queste bestie non erano più “produttive” si macellavano, vecchie di 14-15 anni. Le loro carni erano dure, per niente saporite, poco nutrienti (e considerate di “bassa macelleria”). Oggi è tutto diverso. Per motivi economici, la vacca è macellata a 67 anni, poiché in tale età il rapporto tra costi di mantenimento e reddito non è più conveniente. È un animale alimentato bene, non sfruttato per il lavoro nei campi, la sua carne è ottima, molto simile a quella del manzo, dal bel colore rosso, con un tessuto muscolare interno appena velato di grasso e il sapore è più gustoso di quello del vitellone. Il mercato se n’è accorto e le giovani vacche e le giovenche spuntano prezzi più alti. Nel ginepraio delle norme e dei consigli di molti improvvisati dietologi, non parlando delle paure di mucche pazze e di polli cinesi, il consumatore è sconfortato, salvo che non cominci a studiare sui testi di zootecnia e sulle “Gazzette Uffi- ciali” italiane ed europee, per farsi una cultura che gli consenta di comprare tranquillo le fettine giuste. no insegnato che basta uno scivolone in questo campo per perdere anni di lavoro e di prestigio sul mercato. L’EXTRAVERGINE PER LA SALUTE LA PIZZA AMERICANA Al tempo del proibizionismo, negli anni Venti, in America l’alcol e gli alcolici erano severamente proibiti. Unica eccezione un vino italiano, il Marsala, che poteva essere importato per uso medicinale e destinato alle farmacie e agli ospedali. Nelle cantine Florio, a Marsala, ancora si conservano antiche bottiglie con l’etichetta che indicava che il vino era destinato solo a uso medicinale. Gli americani, pur fra mille contraddizioni, sono dei salutisti incalliti, e lo prova un fatto recentissimo. La Food and drug administration, il potentissimo ente statale che sovrintende alla salute pubblica, ha autorizzato che sulle etichette dell’olio extravergine d’oliva venga indicata la raccomandazione di consumare due cucchiai d’olio il giorno. Ciò per ridurre il rischio di danni coronarici, causati da eccesso di grassi saturi. È una circostanza veramente eccezionale poiché in nessun Paese del mondo esiste una tale autorizzazione. È anche vietato, in Italia come dalle norme europee, riportare sulle etichette dei prodotti alimentari indicazioni sulle loro vere o presunte proprietà terapeutiche. I polifenoli e gli acidi grassi insaturi hanno dunque convinto gli americani a consumare uno dei prodotti mediterranei più tipici. Ne nasce una raccomandazione per i nostri produttori di olio extravergine d’oliva: salvaguardarne la qualità e la tipicità, poiché le esperienze passate ci han- C I V I L T À D E L L A TAV O L A 2 0 0 5 • N . 1 6 0 La pizza è il più diffuso e popolare cibo americano. Anche se viene sempre proposto con incarti e insegne tricolori, l’origine italiana si perde ormai nel gorgo della memoria, tanto che la nostra bandiera, bianca, rossa e verde, è divenuta, negli States, più il simbolo della pizza che dell’Italia. Negli Stati Uniti si contano ben 68.000 pizzerie di cui 5.200 solo nello stato di New York. La città della “grande mela” è subentrata a Napoli nella paternità della pizza: essa ospita, infatti, ben due fiere oggi esclusivamente dedicate a questa specialità napoletana. Si tratta di due affollatissime manifestazioni, il “New York pizza show” e il “New York pizza expo”, quest’ultima organizzata dalla rivista specializzata “Pizza Today”. Gli americani sono, come si sa, molto propensi alle gare e all’agonismo sportivo. Esistono nel settore dei pizzaioli dei veri e propri campionati con tanto di titolo per quello più acrobatico, per quello che allarga la pallina dell’impasto meglio e più velocemente, per chi prepara una pizza in minor tempo e via di seguito. Nella patria della celluloide non poteva mancare un film. È in preparazione, e uscirà entro l’anno, una pellicola dal titolo “Pizza: the movie” che, a detta dei registi americani che la realizzano, “riflette la vera cultura popolare americana”. Sembra di sentire già il sommesso pianto del povero Pulcinella, quando apprenderà la notizia. • PA G I N A 1 5 GABRIELE GASPARRO Delegato di Roma