Notiziario del 15/12/2008

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Notiziario del 15/12/2008
dicembre 2008
progetto
piatto
di sicurezza
un'isola ABBANDONATa
CHE NON VA ABBANDONATa
Il nostro lavoro in frontiera è giunto alla fase conclusiva ma stiamo lavorando a nuove iniziative
Cari amici e sostenitori,
a fine estate sono stato in Dominicana e ad Haiti per seguire lo stato di avanzamento dei nostri due
progetti, confrontarmi con le rispettive equipe e capiprogetto, Enrico e Nicolas, e avviare nuove iniziative
progettuali.
La stagione delle piogge ha lasciato in Haiti tracce
indelebili e gli uragani hanno colpito duramente e ripetutamente un Paese già al limite della sopravvivenza.
Ricordo la città di Port au Prince il giorno della nostra partenza per il Nicaragua, sommersa dall’acqua e
dalla disperazione di persone che avevano perso tutto.
Morti, dispersi, case distrutte, coltivazioni andate completamente perse, davvero uno scenario desolante.
Eppure il popolo haitiano ancora una volta è riuscito a rialzarsi, e la solidarietà tra la gente semplice e
povera delle grandi città o dei centri rurali, ha saputo
dare nuova speranza a tanti che hanno perso tutto. Per
qualche giorno gli uragani sono anche entrati nelle
nostre case, i telegiornali hanno raccontato questi fatti, come sempre i morti dei Paesi poveri contano poco
di fronte alla minaccia che questi fenomeni naturali costituiscono per Paesi come gli Stati Uniti. Giorni e giorni per parlare dell’evacuazione di New Orleans, mentre
ad Haiti i morti non si potevano neanche contare…
Il nostro lavoro in frontiera è ormai giunto alla fase
conclusiva ma stiamo lavorando insieme ad Enrico e ai
nostri partner locali a nuove iniziative che possano dare continuità e approfondire i temi affrontati in questi
3 anni.
Il primo Progetto si propone di potenziare le attività
produttive di associazioni e cooperative di campesinos
haitiani e dominicani presenti nell’area di Wanaminthe
e di Dajabon, con un’ottica transfrontaliera, e quindi
favorendo attività di scambio tra realtà differenti, ma
con punti di contatto importanti. Questo nuovo Progetto dovrebbe poter incidere sulla qualità della vita
delle famiglie più vulnerabili, nelle aree rurali della
frontiera, apportando elementi di sviluppo del settore
produttivo e agro industriale.
Il secondo Progetto in cantiere prevede invece un
potenziamento dell’Osservatorio sui diritti umani nella zona di frontiera, e quindi uno sviluppo delle attività
di monitoraggio e incidenza sui diritti dei migranti haitiani che vengono puntualmente violentati dalle forze
militari e dalle istituzioni dominicane. Questa nuova iniziativa dovrebbe favorire una maggiore incidenza sulle
politiche locali e sui rapporti tra i due governi, nell’ottica di migliorare le relazioni difficili tra i due Paesi.
Concludo ringraziando Enrico Vagnoni che, dopo 8
anni, conclude il suo impegno di espatriato nei nostri
progetti, con la speranza che il percorso fatto insieme
si trasformi in nuovo entusiasmo e apertura verso la
mondialità, laddove Enrico sceglierà di concretizzare i
suoi sogni e le sue attività professionali. Grazie Enrico,
a nome di tutto ProgettoMondo Mlal!
Giuseppe Cocco
responsabile Centroamerica
ProgettoMondo Mlal
Il Programma di ProgettoMondo Mlal, in partenariato con il CRESFED, mira a migliorare e diversificare il regime dietetico delle famiglie di Grande Rivière
CAMBIARE L’ALIMENTAZIONE, SENZA CAMBIARE LA CULTURA DELLA GENTE
Sono ormai 6 mesi che a Grande Rivière è iniziato
il progetto Piatto di Sicurezza. Questa comunità di 30
mila abitanti si colloca nel comune di Leogane, a 30
chilometri a sud della capitale Port au Prince. È una
zona di pianura relativamente verde, un’eccezione in
i l
co n t e s to
Il Paese più povero
del continente
Un contesto socio-economico disastroso. Nel
2008 Haiti risulta al 146° posto del Rapporto Mondiale sullo Sviluppo Umano, ed è a tutti gli effetti il
Paese più povero del continente americano.
Eppure nel XVIII secolo, Haiti era la più ricca
colonia francese, e tutt’ora è ancora un Paese ricco
d’un misto di culture varie e vive.
Purtroppo 40 anni di regimi instabili e autoritari
hanno totalmente rovinato il Paese, la sua economia,
l’ambiente, le strutture d’educazione e di stato.
L’80% dei 9,5 milioni di abitanti vive con meno di
2 dollari al giorno; e più di un terzo di loro soffre di
fame. Purtroppo i piccoli appezzamenti agricoli con
una debole produttività non bastano a nutrire correttamente le famiglie sempre molto numerose, che restano in una situazione di precarietà allarmante.
Nondimeno questo contesto difficile si è maggiormente aggravato nel corso degli ultimi mesi, con il
rialzo dei prezzi alimentari e del carburante, le sommosse di piazza dello scorso aprile contro la fame,
e infine le quattro tempeste tropicali di agosto, che
hanno dato il colpo di grazia ad un Paese già in ginocchio.
Queste continue catastrofi fanno di Haiti un’isola
alla deriva, che ormai non può fare altro che aspettare con ansia le prossime prove che il destino farà abbattere sul suo suolo con immancabile accanimento.
questo Paese altrimenti segnato da una deforestazione quasi totale.
Gli abitanti di Grande Rivière vivono nelle loro casette spesso lasciate a metà per le poche risorse a disposizione. Le condizioni di vita sono davvero difficili:
le abitazioni sobrie, senza acqua corrente, raramente
provviste di elettricità o latrine. Gli abitanti passano le
giornate nei campi o davanti casa, in mezzo ai pochi
animali e con i loro vicini, sempre benvenuti per una
chiacchierata. Le famiglie contano spesso dai 6 agli 8
bambini, a volte anche di più… ma le condizioni di povertà e di promiscuità non garantiscono misure d’igiene sufficientemente corrette a queste famiglie così
numerose.
La produzione nel territorio comunale è purtroppo
poco diversificata: si riassume praticamente in mais e
fagioli. Queste le due colture principali che si ritrovano quotidianamente in tutti i piatti degli abitanti della
regione. Una produzione che ovviamente non è sufficiente a soddisfare i bisogni alimentari della zona, e
che diviene troppo scarsa nel periodo di siccità.
Per di più il sistema di monocolture, che impiega
una quantità eccessiva di lavoro e di trattamenti chimici generalmente poco adeguati, è insostenibile per le
loro terre. Così il rendimento va diminuendo e la fertilità delle terre si va esaurendo poco a poco.
In questo contesto il progetto attuato da ProgettoMondo Mlal, in partenariato con il CRESFED e finanziato
dall’Unione Europea, mira appunto a migliorare e diversificare il regime alimentare di queste famiglie di Grande Rivière. Al fine di avere un impatto reale e sostenibile,
l’obiettivo è dare una risposta ai vari aspetti della problematica: sia a livello della produzione, che delle abitudini
alimentari, della gestione, degli sbocchi per la produzione, nonché del ruolo delle donne nella comunità.
Si tratta quindi d’un progetto ambizioso, poiché
niente è più difficile che modificare le abitudini della
gente, seppure per una giusta causa, senza sconvolgere gli equilibri fragili della comunità.
seminari partecipativi per garantire alle donne una posizione migliore nella vita di tutti i giorni.
Il progetto Piatto di Sicurezza è molto importante
e è diventato una promessa di speranza per questi
produttori. Allorché questa povera gente convive ogni
giorno con la fame, e non è assolutamente in grado di
promuovere iniziative per modificare la propria dieta
alimentare, si è pienamente identificata negli obiettivi
sostenibili del Progetto e si dimostra ogni giorno più
motivata ad impegnarsi nelle attività.
La loro determinazione, nonostante le difficoltà
quotidiane, merita davvero tutta la nostra attenzione
e il nostro massimo rispetto.
Nicolas Derenne
Con questa premessa, sono stati organizzati numerosi incontri con gli agricoltori, le associazioni, gli eletti
locali e i notabili della comunità, al fine di rispondere
a interrogativi e curiosità di ciascuno riguardo al Progetto.
Si è trattato d’un lavoro lungo, delicato ma essenziale, per poter inserire in maniera armonica gli obiettivi del Progetto nella comunità.
Cosi le attività sono potute partire secondo i 4 filoni
principali. Primo, un’equipe di agronomi sta accompagnando gli agricoltori per insegnargli nuove tecniche
di coltivazione. L’accento è sui diversi metodi agroecologici di lavorare la terra, con l’uso dei bio-fertilizzanti. A seconda delle attività, vengono lavorati appezzamenti dimostrativi; o in altri casi il lavoro di gruppo si
svolge direttamente nei campi degli stessi agricoltori.
Così facendo, si promuove anche il lavoro in gruppo o
in associazione.
Secondo, è in fase di costruzione un Centro di servizi. Tra qualche mese questo Centro permetterà agli
agricoltori dei dintorni di trasformare i loro prodotti
grazie ai mulini e alle altre apparecchiature per poter
proporre i loro prodotti finiti sul mercato.
Un altro asse importante, e legato a questo futuro
Centro, è la formazione del suo Comitato di gestione.
Inoltre, a breve, cominceranno alcuni seminari di formazione per amministratori e rappresentanti dei produttori nei diversi aspetti di gestione del Centro.
In effetti è essenziale che il Progetto produca i suoi
effetti a lungo termine, grazie a un Comitato responsabilizzato e competente, che accompagnerà gli agricoltori e li assisterà nella trasformazione e nella commercializzazione dei prodotti.
Infine, una componente fondamentale del Progetto è la valorizzazione del ruolo delle donne nella comunità. Perché, in fin dei conti, non troviamo proprio
le donne alla base della nutrizione e dell’economia delle famiglie? Pertanto una specialista nelle questioni di
genere e di alimentazione è incaricata di organizzare
capoprogetto Piatto di Sicurezza
i l
pa r t n e r
Un centro vitale
Da anni, ad Haiti, ProgettoMondo Mlal collabora con il Centre de Recherche et de Formation
Économique et Sociale
pour le Développement
(CRESFED).
Fondata nel 1986,
questa Organizzazione
Non Governativa, famosa e rispettata di Port au
Prince, si distingue per il contributo che offre alla
conoscenza scientifica della problematica nazionale.
Offre anche soluzioni ai problemi del Paese, grazie
alle sue attività di ricerca, di formazione e di appoggio alle dinamiche comunitarie.
Così, nel corso degli anni, CRESFED si è costruito una forte esperienza nel campo dello sviluppo
della vita associativa, della partecipazione cittadina
e della promozione del dialogo comunale in varie località del Paese.
In questo contesto, dal 2004, CRESFED lavora
anche allo sviluppo del Centre de Formation, d’Éducation Civique et d’Assistance Communautaire aux
Coopératives (CEFECACC). Questa piccola associazione di Grande Rivière rappresenta il centro vitale della comunità locale: è un luogo di animazione,
dibattito e formazione.
Le associazioni contadine di Grande Rivière sono
tutte associate al CEFECACC, perciò il Centro funge
come partner essenziale per ancorare il nostro Progetto di appoggio ai produttori nella realtà locale.
la testimonianza
Berta, contadina e maestra d'asilo
B R E V I
Berta Polissaint è una giovane contadina che vive
nel territorio comunale a sud di Grande Rivière. L’intera
regione è situata in una grande pianura, tranne proprio
questa zona del sud che si trova ai piedi di alcuni massicci e che è nota come Colline des Landes.
Oltre ad essere agricoltrice, Berta fa anche la maestra di asilo per i bambini dai 3 ai 6 anni. “Ma lo faccio in generale in modo
volontario, perché non ci sono abbastanza mezzi per pagarci. Allora faccio
anche dei piccoli lavori di cucito. Mio
marito è insegnante anche lui, ma tutto
questo non ci rende molto. È per questo che stiamo cercando di migliorare
le colture nel nostro terreno, e forse a
vendere un po’ di quanto produciamo”,
racconta Berta. Anche le sue amiche, e
le donne della regione, lavorano duro,
“buricano”, come si dice in creolo.
“Le donne vorrebbero un lavoro per
guadagnarsi la vita. Fanno un po’ di
commercio, però è difficile fare soldi.
Non sappiamo ancora come migliorare
la produzione di mais; e dovremmo migliorare anche le altre colture per ottenere una migliore
qualità.”
Già prima dell’inizio del Progetto, Berta aveva un
piccolo vivaio accanto alla casa, dove aveva provato a
fare crescere dei limoni. “Purtroppo è già un anno che li
ho piantati e non crescono. Avevo usato una terra sbagliata. Ma il mese scorso abbiamo messo in piede un
nuovo vivaio con gli agronomi del Progetto. Stavolta
abbiamo usato il letame, dice Berta mostrando i piccoli
germogli. Questi sono pomodori che sono cominciati
a crescere; e questi sono i peperoncini che abbiamo
piantato. I peperoncini sono interessanti, perché si vendono bene. Agli haitiani piacciono molto, e non si trovano tanto facilmente!”
“Un altro grosso problema in questa zona è l’approvvigionamento di
acqua potabile. C’erano due pompe
ma dopo il passaggio degli uragani
non funzionano più”.
“Ed è un problema nella stagione
secca che si farà sentire soprattutto in
dicembre – spiega Berta –. In verità ci
sarebbe una seconda fonte, nemmeno tanto lontana, ma ci vanno a bere
l’acqua anche le bestie. Per cui devo
camminare un altro quarto d’ora fino
al prossimo pozzo. Ma c’è molta gente che fa la coda per quell’acqua, e mi
porta via molto tempo. Insomma non
è facile durante la stagione secca. Senza contare che sarà anche il periodo di
Natale, ma non abbiamo soldi”.
E conclude: “Spero che il Progetto ci possa aiutare.
Abbiamo imparato delle tecniche per le colture nelle
zone in pendenza, e non vediamo l’ora di avere un nostro pollaio, sarebbe tanto bello...”
Nicolas Derenne
capoprogetto Piatto di Sicurezza
• Film di denuncia sui lavoratori clandestini haitiani nelle piantagioni dominicane.
“Haiti Chérie” è il vincitore del Premio Giuria dei Giovani al 60° Festival di Locarno. Diretto da Claudio Del Punta
e prodotto da EsperiaFilm in collaborazione con Arethusa Film, testimonia lo sfruttamento dei lavoratori haitiani nelle coltivazioni dominicane, e dimostra come la schiavitù sia ancora una drammatica realtà. Oltre a Locarno, dove è stato l’unico film italiano in concorso, ‘Haiti Chérie’ ha partecipato a diversi festival internazionali
tra cui quelli di Valladolid, Rio de Janeiro, il Cairo, Montreal e Mons, dove si è aggiudicato il Premio per la miglior
sceneggiatura. Tra finzione e documentario “Haiti Chérie” racconta le disperate condizioni di vita nei batey,
i villaggi di baracche nelle quali vivono gli immigrati
haitiani impiegati nelle piantagioni di canna da zucchero in Repubblica Dominicana, privati di ogni diritto e tutela sindacale e sfruttati dai grandi proprietari
terrieri.
• All’altare pensando alle famiglie di Haiti.
Dal Belgio, Stephanie e Nicolas, hanno deciso di dedicare il loro matrimonio avvenuto il 6 dicembre alle
famiglia haitiane del progetto “Un piatto di sicurezza”.
Agli sposi, ai parenti e agli amici, il nostro augurio più
grande di tanta felicità. E un grazie per aver scelto un
giorno così importante per essere anche testimoni di
solidarietà. Info: [email protected]
viale Palladio 16, 37138 Verona, tel. 045 8102105, e-mail: [email protected], www.progettomondomlal.org
Versamenti (intestati a ProgettoMondo Mlal):
- c/c postale 12808374
- c/c bancario, Banca Popolare Di Verona (IBAN IT35H0518811723000000008721), Causale «progetto PIATTO DI SICUREZZA»