Documento - Fiom Sicilia
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SINTESI POLITICA DELLA RSU STMICROELECTRONICS E NUMONYX CATANIA L’evoluzione del sito STMicroelectronics a Catania dall'inizio degli anni 90 fino ai primissimi anni del 2000 e` stata una storia industriale di successo, con ricadute occupazionali crescenti, passando dai 2000 addetti del ‘96 ai circa 4800 nel 2005. Risuona ancora la campagna pubblicitaria di qualche anno fa che reclamizzava l’alta percentuale di giovani laureati e diplomati che trovavano occupazione nella STMicroelectronics di Catania e che quindi potevano contribuire nel costruire un futuro migliore per una Sicilia troppe volte illusa e sfruttata da aziende attente soprattutto a quegli “aiuti” economici istituzionali non sempre degnati della dovuta attenzione da parte degli enti eroganti. Tuttavia, in un progetto industriale più ampio, l’anomalia di una fabbrica produttiva nel Sud d’Italia andava assolutamente rimossa ed i fattori che contribuiscono a questa inversione di rotta,rispetto a quanto avvenuto dal 1990 ai primi anni del 2000, sono tante; certamente il rallentamento della crescita del mercato dei semiconduttori e` stato uno di questi,ma ancora più rilevanti sono state le strategie industriali concretizzatesi immediatamente dopo l’avvicendamento dei vertici aziendali segnata dalla sostituzione dell’allora amministratore delegato Pistorio con l’attuale CEO Bozotti. Malgrado ci si aspettasse che il manager di Agira (Pasquale Pistorio) lasciasse il suo incarico dopo quasi due decenni, con sorpresa si è appreso che a sostituirlo fosse il manager della divisione memorie-flash (MPG), unico gruppo in perdita di STMicroelectronics. A pensare che le ragioni della nomina siano state politiche forse sarebbe stato “peccato” ma molti peccarono e, cosa più significativa, peccò il mercato, sempre evocato quando bisogna tagliare l’occupazione e sempre ignorato nel momento di considerare gli equilibri di potere all’interno delle grandi aziende “di Stato”. Infatti e` il caso di ricordare che la STMicroelectronics appartiene,per il 24% del suo capitale, ai Governi Francese ed Italiano che ne detengono il pacchetto di maggioranza e di controllo. Se poi si considera il consistente flusso di risorse economiche e umane che questa ha drenato sul territorio siciliano, dove, com'è` noto, molti sono i vantaggi fiscali e le possibilità` di accedere ai fondi Europei per le aree obiettivo 1, possiamo ancor più etichettarla come azienda di stato. Teniamo a precisare che siamo favorevoli sia all’intervento dello Stato in un’industria strategica come quella dei semiconduttori e della microelettronica, sia al sostegno degli insediamenti industriali nel mezzogiorno. Riteniamo però quantomeno inopportuno,ed alle lunghe controproducente, i ridotti stipendi di una manodopera altamente specializzata che la stessa STMicroelectronics ha sempre pubblicamente vantato. Tale occupazione altamente specializzata, con il proprio reddito, ha concretamente contribuito in misura considerevole all’economia di un isola malata di disoccupazione e degrado sociale che ineluttabilmente troverebbe altresì terreno fertile da un ridimensionamento della realtà industriale più grande di tutta l’isola e, nel campo dei semiconduttori, tra le più grandi e importanti dell’intero territorio italiano. Purtroppo la storia degli ultimi anni ci ha dato ragione: il basso valore del salario dei dipendenti STMicroelectronics siciliani, rispetto a quello degli altri europei, non ci ha preservato dalle recenti ristrutturazioni perché non è sul costo del lavoro che bisogna competere, (ci sarà sempre chi è disposto a guadagnare meno) bensì e` l’evoluzione, l’innovazione, la ricerca e la produzione ad alto valore aggiunto (su cui i lavoratori siciliani di STMicroelectronics hanno da sempre saputo esprimere capacità e competenze difficilmente reperibili), sulle quali si può garantire l’occupazione in Europa, anche nella sua periferia siciliana. Negli ultimi anni la dirigenza di STMicroelectronics ,in poco tempo, ha stravolto la natura industriale della nostra azienda privilegiandone l’aspetto finanziario; conseguentemente si e` operata una lenta, ma inesorabile riduzione degli organici in occidente, culminata con la chiusura degli stabilimenti a 6” di Rennes (Francia), Castelletto (Italia), Carrolnton/Dallas e Phoenix (USA) ed altri centri più` piccoli. Da questa prima fase di assestamento i lavoratori catanesi hanno pagato il loro dazio subendo il passaggio di centinaia di dipendenti STMicroelectronics (oggi 400) alla nuova società` Numonyx, recentemente acquisita dalla statunitense Micron, storicamente poco incline a vincoli occupazionali. Tuttavia il cambio degli equilibri in seno ad STMicroelectronics e, soprattutto, il mancato avvio di M6 ( il modulo che avrebbe dovuto produrre fette di silicio a 12 pollici) ritenuto alla sua nascita la punta di diamante di STMicroelectronics nel mondo, ma da 10 anni incompiuta cattedrale nel deserto per il quale, prima ST e poi Numonyx, hanno presentato anno dopo anno progetti industriali diversi, fino a rinunciare a circa 450 milioni di agevolazioni economiche, hanno modificato lo scenario geopolitico di STMicroelectronics. Senza entrare nel dettaglio, usando una semplificazione, si potrebbe scrivere che il mancato avvio della produzione di M6 e` stato l’inizio del declino catanese e l’inizio della “riconquista” continentale del baricentro aziendale; il resto, dalla recente colonizzazione milanese del gruppo APM (“decapitazione” dei dirigenti catanesi e spostamento di tutte le funzioni centrali ad Agrate), all’irrigidirsi delle condizioni di lavoro, alla militarizzazione dei controlli sui dipendenti, alle relazioni sindacali condotte in maniera tale da far apparire ingestibile il sito catanese, sono logiche conseguenze del progetto che sottende al ridimensionamento, o peggio, alla futura chiusura dello stabilimento catanese. Recentemente abbiamo appreso di un nuovo progetto industriale ,per il fab M6, volto alla produzione di pannelli fotovoltaici attraverso la costituzione di una joint-venture tra STMicroelectronics, SHARP ed Enel Green Power. A tale scopo, la struttura M6, sarà ceduta da Numonyx a STMicroelectronics alla conclusione ,ormai imminente della trattativa ( utilizzando M6 per la seconda volta come oggetto catalizzatore di fondi pubblici per la sua realizzazione e come quota patrimoniale per la costituzione della nuova società) con la triste conseguenza della chiusura di una grossa parte del sito catanese di STMicroelectronics, denominata CT6, e con l’impoverimento della stessa Numonyx che, senza M6, viene privata dell’unica garanzia industriale e patrimoniale posseduta prima della cessione a STMicroelectronics. L’intenzione è quella di trasferire nel progetto del fotovoltaico centinaia di lavoratori STMicroelectronics, tralasciando del tutto la ricollocazione degli attuali dipendenti Numonyx (provenienti dalla STMicroelectronics) ed il cui futuro occupazionale viene messo in discussione dall'acquisizione di Numonyx da parte di Micron. Tutto ciò conferma una strategia industriale volta ad abbandonare la Sicilia ed il territorio catanese che, a nostro avviso, non potrà sostenere le conseguenze che l’abbassamento del valore tecnologico e produttivo determinerà. Considerate le evidenti intenzioni di STMicroelectronics di ridurre il proprio carico occupazionale, come confermano le operazioni Numonyx e fotovoltaico, segnaliamo il rischio che i considerevoli finanziamenti pubblici possano rappresentare terreno fertile per la creazione di un sistema di "scatole cinesi". Tutto ciò accade in totale assenza di piani industriali. Al di la di tutte le dichiarazioni di principio ciò che emerge chiaramente, a guardare i numeri, è che negli ultimi 10 anni gli investimenti fatti da STMicroelectronics nel sito catanese sono stati minuscoli rispetto a quelli fatti nel sito milanese, che d’altra parte sono stati inferiori rispetto a quelli fatti nei siti francesi. Cioè a Catania si è puntato solo al mantenimento dello status quo (e ciò nella microelettronica che si evolve molto velocemente significa fare passi indietro) mentre nel sito milanese (e ancora di più nei siti francesi) si è puntato sull’accrescimento sia dal punto di vista tecnologico che dal punto di vista di capacità produttiva. Ciò non significa che occorre fare una “lotta tra poveri”, mettendo i dipendenti dei vari stabilimenti produttivi l’uno contro l’altro, ma significa che quando si guardano le prospettive di STMicroelectronics in Italia occorre stare attenti a non lasciare nessuno stabilimento “indietro”, favorendo così la logica secondo la quale alla prima ristrutturazione sarà il sito più debole a farne le spese. La classe politica, confindustriale e manageriale isolana, prodiga nella declamazione di magnifici ed esotici orizzonti di sviluppo, sarà all’altezza della sfida ? Ad oggi non possiamo che prevedere una risposta negativa. Di certo i rispettivi colleghi francesi e lombardi stanno dimostrando di avere le idee chiare. Resta ai lavoratori difendere la propria dignità` ed il proprio futuro, riappropriandosi di ciò che per troppo tempo è stato consegnato ad improvvide mani. Si stanno pensando delle iniziative a livello nazionale, da mettere in campo a partire dalle prossime settimane, che abbiano l'obiettivo di ricondurre sul giusto percorso la discussione sui piani industriali e sul contratto di programma, della cui rimodulazione non si hanno informazioni sufficienti. SCHEDA STMICROELECRONICS STMicroelectronics è una società per azioni che opera nel settore della microelettronica con un fatturato nel 2009 di 8,51 miliardi di $. Il 34% delle sue azioni e` in mano pubblica: il 12% di France Telecom e quindi del Governo Francese ed il 12% della Cassa Depositi e Prestiti e quindi del Governo Italiano. La sua sede e` a Ginevra (Svizzera) ed ha filiali in tutta Europa e nel mondo: i siti con più` dipendenti si trovano a Catania (4000 addetti), Agrate Brianza (4000), Grenoble (2000), Rousset-Marsiglia (2000), Tours (2000), Castelletto-Milano (5000) e Malta (1300). Altri siti importanti in Europa si trovano a Palermo, Napoli, Parigi, Monaco di Baviera, Londra, Bristol, Eindoven, Helsinki. E’ quotata in borsa a Milano, Parigi e New York per il 62,5%. Per la restante parte il capitale è controllato da: Brandes Investment Partners (8%) e da STMicroelectronics Holding II BV (27,5%). (STM Holding II BV è controllata al 100% da STMicroelectronics Holding NV. Il 50% di STMicroelectronics Holding NV è controllato da FT1CI (100% Areva), il 30% dalla Cassa depositi e prestiti, il 20% da Finmeccanica). E` uno dei più grandi produttori mondiali di componenti elettronici di consumo, usati nelle auto, nei computer, nella telefonia cellulare, nel settore industriale. Produce circuiti integrati. Ha circa 52.180 dipendenti (dato 2007), 8.000 in Italia, 3.900 a Catania. In Italia ha sedi ad Arzano e Cornaredo (Castelletto), stabilimenti produttivi a Catania e Agrate Brianza. All’estero ha sedi in Francia, a Malta, negli Stati Uniti, in Cina, Marocco, Singapore, India e Malesia. Nel 2008 ha registrato un fatturato di 9.84 milioni di euro ed un utile di 529,58 milioni di euro. E’ nata nel 1987 dalla fusione tra la Società generale di semiconduttori (SGS), azienda di microelettronica dell'Iri, e la divisione dei semiconduttori della francese Thomson. La denominazione iniziale era SGS-Thomson, ed è stata contratta in ST nel maggio 1998 in seguito all'uscita dall'azionariato di Thomson. SGS Microelettronica era in precedenza chiamata SGS-ATES e nacque nel 1972 dalla fusione di Ates (Aziende Tecniche ed Elettroniche del Sud, già Aquila Tubi Elettronici e Semiconduttori, fondata nel 1963), e la Società Generale Semiconduttori (fondata nel 1957 da Adriano Olivetti). Oggi è guidata da Carlo Bozotti. Il mandato di Pasquale Pistorio, protagonista dello sviluppo dell'azienda, è terminato nel 2005. Oggi ha la carica di presidente onorario. Alain Dutheil è amministratore delegato. SCHEDA STABILIMENTO STMICROELECTRONICS DI CATANIA L’impianto manifatturiero ed i laboratori di ricerca e sviluppo che la STMicroelectronics ha nella zona industriale di Pantano d’Arci, in provincia di Catania, costituiscono il nucleo principale della produzione industriale della Sicilia Orientale. Lo stabilimento, la cui costruzione ha avuto inizio nel 1960, oggi si estende su un’area edificabile di 164mila metri quadrati, 49mila dei quali occupati da fabbricati esistenti, 21mila metri quadrati dedicati a clean room. Rappresenta uno dei centri più avanzati al mondo per la progettazione e produzione di dispositivi microelettronici. Attività: produzione semiconduttori diffusione fette di silicio da 6 pollici e 8 pollici epitassia per fette da 6 pollici e 8 pollici ricerca e sviluppo marketing e servizio clienti qualità e affidabilità risorse umane amministrazione formazione gestione attrezzature e manutenzione Ricerca spazia da quella di base a quella tecnologica e di prodotto in tutti i settori in cui la STMicroelectronics è presente 1.218 addetti di cui 858 laureati settori: integrati e discreti di potenza, progettazione di chip per sistemi complessi, microprocessori e microcontrollori, progettazione di chip per power management, alimentatori a commutazione, carica batterie, circuiti per comunicazioni, chip telefonici cellulari ed altri, nano-organica e Dna chip, studio di architettura di sistemi complessi, 3G, 4G (trasferite nella STEricsson una JV costituita nel 2008 da Ericsson ed ST dopo la precedente acquisizione da parte di STMicroelectronics della concorrente NXP) ed memorie non volatili, smart card, sim (scorporate nella Numonyx, una JV del settore memorie di STMicroelectronics ed INTEL recentemente acquisito dalla concorrente Micron), circuiti per l’elettronica auto, circuiti per periferiche computer, stampanti, disk drive, circuiti logici ed analogici, ricerca tecnologica negli ultimi 5 anni depositate 342 domande e ottenuti 499 brevetti circa130 milioni di dollari per spese di ricerca nel 2005 due centri di ricerca pubblici ospitati all’interno della STMicroelectronics su una superficie totale superiore ai mille metri quadri partecipazione a 54 progetti di ricerca finanziati, di cui 43 nazionali, 6 Medea+, e 5 all’interno dei programmi quadro V e VI dell’UE due laboratori universitari: IMM (CNR) Istituto per la Microelettronica e i Microsistemi del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Attività di ricerca sui materiali innovativi per la microelettronica, sensorie microsistemi, tecnologie avanzate di caratterizzazione SUPERLAB due dipartimenti della Facoltà di Ingegneria Distretto tecnologico “Micro-e nano-sistemi” partecipa cooperando in progetti di ricerca congiunti nell’ambito di un consorzio con la Regione, le università del territorio e altre imprese Nel 2006, nel suo momento di massima espansione, contava circa 4.651 dipendenti (il 30% dei quali con meno di 30 anni, il 37% laureati in ingegneria elettronica, fisica, chimica, informatica - ed il 58% con un diploma di scuola superiore). I dirigenti sono 33, gli impiegati sono 3.307, gli operai 1.311. Il 53% dei lavoratori si dedica alla progettazione, il 26% alla produzione ed il 21% a marketing, vendite e amministrazione. Nel 2007 552 dipendenti della STMicroelectronics di Catania vengono dirottati verso la Numonyx, così come 43 lavoratori del centro di progettazione di Palermo. Vengono anche avviati dei prepensionamenti senza sostituzione dei posti vacanti. Oggi i dipendenti diretti dello stabilimento sono circa 3.900. Gli operai sono circa 1.100, il resto impiegati e quadri. Gli operai di produzione hanno tutti un diploma tecnico e sono specializzati. Indotto Lavoratori (?) Meridionale Impianti – produce impiantistica e dal 2008 e` il general contractor di STMicroelectronics a Catania Air Liquid – fornisce sostanze chimiche (Non e` più` un fornitore di ST) Lo stipendio medio di un operaio STMicroelectronics, al netto di assegni familiari, si aggira sui 1.4001.500 euro. Lo stipendio medio di un ingegnere con piu` di 10 anni di esperienza e` di 1650 euro. Cassa integrazione Nel secondo trimestre del 2009 tredici settimane Finanziamenti pubblici – STMicroelectronics ha utilizzato fondi regionali messi a disposizione con legge 488. Nel 2007-2008 ha preso finanziamento con accordo di programma di 446 milioni di euro, che doveva essere sfruttato per la partenza di M6. Per costruire struttura utilizzati anche fondi della legge sul credito d’imposta nel 2000, che doveva partire nel 2003, non è entrato in funzione nel 2007 cessione ramo d’azienda e asset. SCHEDA NUMONYX 2000 STMicroelectronics posa la prima pietra per la costruzione dello stabilimento M6, area occupata di 230mila metri quadrati, investimenti previsti 3000 miliardi di lire (circa 1550 milioni di euro), di cui finanziati come credito di imposta (legge 488) oltre il 50% avvio produzione previsto per giugno 2003 (1500 nuovi assunti + indotto) 2002 parte il progetto M6 (Fabbrica Full Automated) le prime risorse vengono destinate al progetto, circa 130 persone gran parte di essi spediti nei siti europei ed asiatici di STMicroelectronics per acquisire competenze d’avanguardia sulle fabbriche a 300 mm. 2004 ultimata la parte destinata agli uffici e il personale si trasferisce dal cantiere agli uffici. Oltre alle 130 persone del progetto si trasferiscono circa 500 dipendenti provenienti da MPG. 2006 sospensione di ogni attività finalizzata al progetto per “motivi di mercato”. Viene rinegoziato il finanziamento dei circa 500 milioni di euro destinati al progetto fino al 2008. 2007 - maggio l’annuncio della joint venture tra la STMicroelectronics, la Intel e il fondo di investimento Francisco Partner. - luglio presso il Ministero dello sviluppo economico si redige un protocollo d’intesa sui piani industriali di sviluppo della nuova società nel quale viene specificato: completa realizzazione di M6, mantenimento degli attuali livelli occupazionali (più 500 nuovi assunti), non si prevede il ricorso ad ammortizzatori sociali. Nasce così STMicroelectronics M6 S.r.l, detta ‘NEWCO’ nel protocollo d’intesa, che prenderà il nome di Numonyx - agosto: tutto il personale facente parte dello stabilimento M6 circa 115 persone viene trasferito attraverso la cessione di ramo d’azienda alla nuova società per poi essere seguito nei mesi successivi dalle 437 di FMG Catania, 43 di Palermo. 2008 maggio al Ministero sviluppo economico Numonyx annuncia che lo stabilimento M6 non rientra nei piani di sviluppo della società. Si sancisce la rinuncia da parte di Numonyx al finanziamento già stanziato dal Cipe. giugno il design center di Palermo (43 dipendenti) di Numonyx, attraverso un’altra cessione di ramo d’azienda, ritorna in STMicroelectronics. 2009 marzo il ministero riconvoca le due aziende per verificare i piani industriali, in seguito alle numerose iniziative di protesta dei lavoratori. Le due aziende, al posto dei piani industriali, annunciano l’imminente ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria che coinvolge in totale 2200 lavoratori di STMicroelectronics e i 478 di Numonyx. aprile 71 lavoratori, unica forza produttiva di Numonyx (consorziata con lo stabilimento produttivo di STMicroelectronics denominato M5) attraverso un’ulteriore cessione di ramo d’azienda ritornano in STMicroelectronics. 10 Febbraio 2010 la STMicroelectronics assieme a partners che hanno dato vita alla Numonyx cedono i propri pacchetti azionari alla Micron Technology multinazionale americana leader del settore memorie sancendo di fatto il definitivo disimpegno nei confronti della Numonyx e liberandosi dei 402 dipendenti del sito catanese. Al tempo stesso la STMicroelectronics opziona il sito M6 per utilizzarlo come oggetto di scambio nella ulteriore joint venture tra STMicroelectronics, Sharp ed Enel green power per la realizzazione di un sito produzione di pannelli fotovoltaici, si materializza l’ulteriore scippo al territorio siciliano, infatti, il capitale sociale della Numonyx si abbatte di oltre 380 milioni di Euro in quanto nel 2007 la STMicroelectronics lo conferiva alla nascente società per un valore di 450 milioni di Euro riprendendoselo oggi per un cifra di circa 70 milioni di Euro, generando una plusvalenza di 380 milioni di Euro a favore di STMicroelectronics. In conclusione Inizialmente previste 1500 nuove assunzioni Numero dipendenti 2007: 552 2008: 500 2009: 407 2010: 400 Per la realizzazione dell’investimento, a fabbrica ultimata, era previsto un investimento di 1550 milioni di euro di cui 443 stanziati dal CIPE ma non utilizzati per scadenza dei termini (31/12/2008) • 50 milioni di euro spesi per l’informatizzazione del sistema di automazione . • 1.5 milioni di euro spesi per l’acquisto del laboratorio di automazione mai installato e ancora oggi imballato in un deposito di M6 • 80 milioni di euro spesi per la parziale realizzazione della centrale di trigenerazione (produzione energia elettrica e termica) • 12 milioni di euro spesi per la realizzazione dell'impianto di produzione Azoto • 500 milioni di euro per la realizzazione dell’edificio M6 (30% finanziato come credito di imposta) • 14,5 milioni di euro di spesa annua necessaria per il mantenimento di M6 • 150 milioni di euro budget previsto e mai speso per ultimare la fabbrica (attrezzature escluse) • 1,5 milioni di euro investimento previsto per avviare l’attività produttiva (attrezzature) COSA CHIEDIAMO I 450 milioni di Euro di finanziamenti pubblici che saranno elargiti dovranno vincolare le aziende destinatarie ad investire sul territorio siciliano garantendo occupazione e sviluppo e che le garanzie occupazionali vadano oltre a quelli che sono i vincoli temporali che questo genere di accordi prevede. L’investimento sul fotovoltaico non dovrà ridimensionare gli assetti occupazionali e le prospettive di sviluppo tecnologico/produttivo dei siti siciliani di STMicroelectronics. L’attuazione da parte di STM di una politica di mantenimento e di riconversione a 8 pollici dei reparti ritenuti ‘maturi’, il completamento e relativo avvio in produzione di M9. Garanzie occupazionali, per gli attuali 400 lavoratori della Numonyx Catania, dovranno essere offerte dal bacino da cui la nascente 3Sun attingerà per le assunzioni sia nella prima fase d’avvio che nelle successive. Nella cessione di ramo d’azienda che opererà Numonyx a favore di STMicroelectronics al fine di conferire lo stabilimento M6, dovranno rientrarci tutte quelle professionalità che erano state destinate da STMicroelectronics al progetto nella sua prima fase. Nel caso di tensioni occupazionali, ristrutturazioni, ridimensionamenti a seguito dell’avvenuta acquisizione di Numonyx da Parte di Micron, le attuali aziende presenti del bacino Pantano d’Arci e future dovranno garantire la ricollocazione dei lavoratori coinvolti all’interno dei propri organici. Si ricorda infine che i vincoli che legano la ST ai lavoratori Numonyx non sono rappresentati soltanto dall’evidenza che essi siano stati transitati nella controllata Numonyx, ma sopratutto dal fatto che Numonyx è, fino al closing dell’operazione Micron, una proprietà della ST la quale ,a sua volta, è detenuta in quota parte (12%) dalla Cassa Depositi e Prestiti dello stato Italiano.