1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse 2) Distintivi dorati

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1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse 2) Distintivi dorati
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Distintivi con decorazione e Dame Patronesse
Distintivi dorati: piccoli, medi e grandi
Portachiavi: smaltato
Orologio
Crest grande
Labaretto
Emblema Araldico
Cartolina, cartoncino doppio e busta
Fermacarte in onice
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Posacenere
Attestato di Benemerenza
Cravatta: disponibile in lana e seta
Foulards in seta
Mug
Fermacarte peltro
Copricapo a bustina
Quadro con emblema araldico del Nastro Azzurro
Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che in caso di carenza di materiale possono richiederlo alla Presidenza
Nazionale dell’Istituo. Le spese di spedizione saranno a carico delle Federazioni ed aggiunte al costo del materiale.
PERIODICO
NAZIONALE
DELL’ISTITUTO
DEL NASTRO
AZZURRO FRA
COMBATTENTI
DECORATI
AL VALORE
MILITARE
ANNO LXXIII - N. 1 - GEN./FEB. 2012 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 MP-AT/C-CENTRO/RM
PERIODICO NAZIONALE DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO
FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALOR MILITARE
In copertina
“La crisi dell’Unione Europea”
In questo numero:
pag. 8: Europa o stati europei?
pag. 12: Festa del Tricolore
pag. 30: Storia del Cantiere di
Castellammare di Stabia
COME COLLABORARE
La collaborazione a “Il Nastro Azzurro” è
aperta a tutti ed è a titolo gratuito. I testi possono pervenire per posta elettronica oppure
possono essere inviati alla redazione su supporto informatico (CD-Rom o DVD). Le immagini
in formato elettronico, devono essere “ad alta
risoluzione”. Testi e foto, anche se non pubblicati, NON si restituiscono.
SOMMARIO
• Sommario
• Editoriale: “Siamo i meno sostenuti”
• La Presidenza Nazionale comunica
• Lettere a “Il Nastro Azzurro”
• Unione europea o stati europei?
• L’origine della bandiera europea
• Festa del Tricolore
• Convegno di Assoarma al Campidoglio
• Rovigo intitola un giardino pubblico a
Ferruccio Nino Suriani MAVM
• Federazione e Rotary di Rovigo insieme
• Il gen. Claudio Graziano Capo di SME
• Vivi le Forze Armate
• ISISC 2011
• Una riflessione
• Elenco delle Federazioni
• Notizie in Azzurro
• La Guerra di Secessione
• Il cimitero che non c’è più
• La storia del cantiere navale di
Castellammare di Stabia
• Ciao Bepi!
• Parliamone ancora
• Azzurri che si fanno onore
• Cronache delle Federazioni
• Recensioni
• Azzurri nell’azzurro del cielo
• Potenziamento giornale
• Oggettistica del Nastro Azzurro
Pag.
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“Il Nastro Azzurro” ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924 - (La pubblicazione fu sospesa per le
vicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951) - Bimestrale - Anno LXXIII - n.° 1 - Gennaio/Febbraio
2012 - Poste Ital. S.p.A.: Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 - MP-AT/C-CENTRO/RM - Direz.
e Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org - Email: [email protected] - Direttore Editoriale: Carlo Maria Magnani - Presidente Nazionale dell’Istituto - Direttore
Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Carlo Maria Magnani, Antonio Daniele, Francesco Maria Atanasio,
Graziano Maron, Antonio Teja, Giuseppe Picca, Antonio Valeri, Federico Vido, Giorgio Zanardi - Segretaria di Redazione: Barbara
Coiante - Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 del 1969 - Progetto Grafico e
stampa: Arti Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: febbraio 2012 C.F. 80226830588 - Il Nastro Azzurro viene inviato a tutti i soci dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al
Valor Militare, ma è anche possibile, per chi non è socio dell’Istituto del Nastro Azzurro, riceverlo abbonandosi. Per abbonarsi i
versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “Istituto del Nastro Azzurro”, oppure su C/C
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Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
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IL NASTRO AZZURRO
SIAMO I MENO SOSTENUTI
stranze sono piovute per il fatto che il calendario di quel 2011 si è chiuso con una
st'anno è stato distribuito dopo le feste. In merito al primo
situazione globale partiargomento vi posso assicurare che stiamo facendo i salti
colarmente difficile, che
mortali per assicurare all'Istituto una sopravvivenza deconon poteva non riflettersi in
rosa, cercando di limitare tutte le spese correnti e studiantermini
economici
sul
do ogni possibile mezzo per aumentare le nostre entrate.
nostro Istituto. Nelle pagine
Una delle forme di contenimento delle spese è costituita
seguenti troverete il testo
dall'organico della redazione del nostro periodico: gli incadella lettera inviata al Presidente della Repubblica in relaziorichi di direttore, di capo redattore, di grafico, di impaginane all'esiguità del contributo che il Ministero della Difesa
tore e di correttore di bozze sono concentrati in un'unica
avrebbe dovuto elargire nel 2011. La stessa lettera è stata
persona. Nel momento in cui il generale Daniele, come
inviata anche al Ministro della Difesa ed al Sen. Agostini, pretutti gli esseri umani, ha dei problemi di carattere personasidente della Confederazione tra le Associazioni
le è inevitabile che si verifichino ritardi nella stampa e nella
Combattentistiche e Partigiane. Al momento l'unica risposta
distribuzione, specie se questo accade in prossimità di un
pervenuta è stata quella del Consigliere Militare del
periodo festivo.
Presidente Napolitano. Il neo Ministro durante il tradizionaIn questi ultimi mesi l'Istituto ha registrato la scomparsa,
le ed inutile incontro con le varie Associazioni ha ribadito i
tra gli altri, di tre persone che avevo avuto l'occasione di
concetti che i fondi a disposizione sono limitati, che la caduconoscere: la compagna di una vita del Comandante Zanardi,
ta del Governo ha di fatto interrotto tutte le procedure per
il nostro Presidente Onorario, l'Avv.
il pagamento dei contributi ed infine
Mazzoleni ed il Gr. Uff. Bosoni, già
che gli stessi non arriveranno prima
presidenti delle Federazioni di
del mese di giugno. Posso solo augu... Il neo Ministro durante il
e Piacenza. Alle rispettive
rarmi che l'importo preannunciato
tradizionale ed inutile incontro con Bergamo
famiglie rinnovo l'espressione del
venga incrementato in modo cospile varie Associazioni ha ribadito i
nostro cordoglio.
cuo, perché ritengo non accettabile
concetti che i fondi a disposizione
Vorrei ricordare sul periodico
che l'Istituto del Nastro Azzurro
che il nostro Statuto prevede che i
percepisca una somma inferiore a
sono limitati, che la caduta del
quella di tutte le altre Associazioni.
Governo ha di fatto interrotto tutte Decorati al Valore dell’Esercito,
Marina, Aeronautica, Carabinieri e
In caso contrario non escludo
le procedure per il pagamento dei
Guardia di Finanza, e della Croce
forme di protesta eclatanti.
contributi ed infine che gli stessi
d’Onore alle Vittime di atti di terroStrettamente legati ai contributi
non arriveranno prima del mese di
rismo e atti ostili impegnate in opesono gli oneri relativi ai canoni di
razioni militari e civili all’estero, posalloggio delle sedi delle Federazioni
giugno ...
sono essere Soci Ordinari
ubicate in immobili dello stato. La
dell’Istituto. Si tratta di numerose
situazione potrebbe essere sanata se
Medaglie d’Oro, d’Argento, di Bronzo e Croci al Valore di ciavenisse approvata la legge "Fontana" che, dopo l'approvazioscuna Forza Armata. Se le Federazioni prendessero contatto
ne delle competenti Commissioni, giace in Parlamento, a
con i Reparti che hanno effettuato ed effettuano missioni
causa di una feroce opposizione da parte delle Associazioni
all’estero, potrebbero rintracciare qualche nuovo socio!
Partigiane. Queste non vogliono che tutte le Associazioni
Termino con una buona notizia: il Sovrintendente dell''arriconosciute dal Ministero della Difesa possano usufruire dei
chivio della Camera dei Deputati mi ha comunicato che, grabenefici previsti. Come altre "caste" non intendono perdere
zie alla ricerca effettuata dall'Istituto, si sta completando una
il privilegio di continuare a dividersi la torta dei contributi
pubblicazione che raccoglierà l'elenco di tutti i Deputati
statali, pur lamentandosi della loro contrazione ma tacendo il
Decorati al Valor Militare con le relative motivazioni (erano
fatto che possono usufruire di sedi spesso concesse a titolo
veramente altri tempi!) e prevede che la presentazione potrà
gratuito e di sovvenzioni da parte di enti locali politicamente
avvenire in occasione della prossima Festa delle Forze
loro vicini.
Armate. Speriamo che non sia l'unica cosa positiva del 2012.
Abbiamo recentemente ricevuto critiche dal nostro
Un caro saluto a tutti
interno in merito alla decisione di aumentare di tre euro la
Carlo Maria Magnani
parte di quota sociale che spetta all'Istituto. Altre rimo-
I
CONCERTO DELLA FANFARINA IN DVD
È disponibile in DVD la registrazione del concerto che la “Fanfarina” della Federazione di
Brescia ha eseguito in occasione dei festeggiamenti per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia
nel corso di una trasmissione dell’emittente televisiva locale Teletutto Brescia.
I brani proposti sono:
Inno del Nastro Azzurro - Montegrappa - ‘O surdate ‘nnammurate - Carnevale di Venezia Le campane di San Giusto (conosciuto anche come “Le ragazze di Trieste) - Il Silenzio - Inno
di Mameli.
Le richieste possono essere inoltrate alla Presidenza Nazionale o anche alla Federazione di
Brescia (vds. pag. 23).
Il costo di ciascun DVD per le Federazioni è di € 7,50 (sette Euro e cinquanta centesimi) +
spese di spedizione.
IL NASTRO AZZURRO
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LA PRESIDENZA NAZIONALE COMUNICA
CONSIGLIO NAZIONALE
abato 19 novembre, nella sede della Presidenza
Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro, sita a
Roma in piazza Galeno, 1, si è riunito il Consiglio
Nazionale. All'ordine del giorno, oltre all'approvazione
delle delibere della Giunta Esecutiva Centrale, l'approvazione delle variazioni di Bilancio per l'anno 2011. Il documento, così approvato, è stato inviato al Collegio dei
Sindaci per l’ultima revisione formale finalizzata all’approvazione definitiva. Tale Bilancio, dopo quest’ultima
operazione, sarà pubblicato quanto prima su “Il Nastro
Azzurro”.
Il Presidente Nazionale, gen. Carlo Maria Magnani, ha
illustrato le voci salienti ed ha sottolineato lo sforzo
compiuto per ridurre ove possibile le spese a fronte di
entrate sempre meno sostenute. Al fine di equilibrare i
conti, il Consiglio Nazionale ha approvato un aumento
da 10 a 13 Euro della quota che i soci dovranno versare
alla Presidenza Nazionale, tramite la Federazione
Provinciale di appartenenza, all'atto dell'iscrizione annuaConsegna dei trofei a Michele Maddalena
le (bollino).
Nella medesima seduta, è stato reso noto che il generale Antonio Teja ha lasciato l'incarico di Segretario Generale dell'Istituto per sopraggiunti incompatibili motivi di famiglia.
Gli subentra il dottor Primo Verdirosi della Federazione di Roma - Sezione Banca d'Italia (curriculum nel riquadro).
Al termine dei lavori del Consiglio Nazionale, il prof. Michele Maddalena ha ricevuto dalle mani del Presidente
Nazionale una medaglia ricordo del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia donata dal Presidenrte della Repubblica a ricordo della “Marcia delle Capitali e del Milite Ignoto” e un Attestato dal col. Martini, Commissario Straordinario della
Federazione di Rieti.
S
Il dottor Primo Verdirosi è il nuovo Segretario Generale dell'Istituto del Nastro Azzurro.
Primo Verdirosi è nato a Tolfa, in provincia di Roma, il 19 marzo 1944. Nel 1970 si è laureato
in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi "La Sapienza" di
Roma.
Dopo la laurea, ha svolto attività di "Praticante Procuratore legale"
presso la Procura di Roma. Nel 1973 è entrato per concorso nelle
Ferrovie dello Stato con l'incarico di "Segretario amministrativo"
presso il Servizio Approvvigionamenti del Ministero dei Trasporti.
Nel 1974 è stato assunto dalla Filiale di Aosta della Banca d'Italia
per essere poi trasferito, a fine 1975, a Roma presso gli Uffici Centrali
dove ha svolto il suo servizio fino alla data del collocamento a riposo
avvenuto il 1 maggio 2009.
Nella sua lunga carriera, ha raggiunto l'incarico di "Coadiutore
Principale" presso il Segretariato.
Il dottor Verdirosi è sposato con la signora Stefania ed ha due figli.
L'Istituto del Nastro Azzurro formula al dottor Primo Verdirosi
l'augurio di svolgere il suo servizio in maniera eccellente come, peraltro, gli è stato congeniale in tutti gli altri incarichi professionali svolti con successo nella sua
lunga carriera.
Con l’occasione, si formula al brigadier generale Antonio Teja il più sentito ringraziamento
per l’opera attenta, indefessa e preziosa svolta negli ultimi anni come Segretario Generale
dell’Istituto.
Nella pagina accanto si riproducono i testi della lettera scritta dal Presidente Nazionale,
Gen. Carlo Maria Magnani, al Presidente della Repubblica e la risposta redatta
dal Consigliere Militare del Presidente, Gen. Rolando Mosca Moschini
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IL NASTRO AZZURRO
On.Sen. Giorgio NAPOLITANO
Presidente delle Repubblica
Il sottoscritto Gen. B. (ris.) Carlo Maria Magnani, nella sua qualità di Presidente Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro fra
Combattenti Decorati al Valor Militare, su mandato del Consiglio Nazionale, premesso che l'Istituto del Nastro Azzurro:
– creato come ente morale con Regio Decreto 31 marzo 1928 n° 1308, sorse con l'intendimento di assicurare a tutti i
Decorati non solo una doverosa tutela morale e assistenziale, ma soprattutto per esaltare il Valor Militare e la memoria dei
Valorosi perché fossero di edificazione, di sprone e di monito per le giovani generazioni;
– articolato in Presidenza Nazionale, 88 Federazioni Provinciali e Sezioni, svolge ancora oggi un'intensa opera di carattere sociale e patriottico volta a mantenere vivi quei principi di alto valore spirituale e morale che sono il fondamento e il retaggio di
ogni popolo e a diffondere ed alimentare, particolarmente tra i giovani, in stretta fraternità di intenti con le Forze Armate, i
sentimenti d'amore e devozione verso la patria;
– rappresenta tutti coloro che, per comportamenti ed atti di estremo sacrificio ed eroismo individuale o collettivo, hanno ricevuto le seguenti ricompense:
• Decorazioni dell'Ordine Militare d'Italia;
• Medaglie d'Oro, d'Argento, di Bronzo e Croce di Guerra al Valor Militare;
• Promozioni ed Avanzamenti per Meriti di guerra o per Meriti Eccezionali;
• Trasferimenti per Merito di guerra nel ruolo del Servizio Permanente Effettivo;
• Croce d'Onore alle vittime impegnate in operazioni militari e civili all'estero;
• Medaglie d'Oro, d'Argento e di Bronzo al Valore dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica, dei Carabinieri e della
Guardia di Finanza.
– promuove su tutto il territorio nazionale iniziative di carattere patriottico, culturale e sociale; raduno di ex combattenti, inaugurazione di monumenti ai Caduti e loro successiva cura, pubblicazione di Albi d'Oro di Decorati al Valor Militare, dono di
Bandiere nazionali a scuole ed altri enti, visite a località dove più rifulse il valore dei combattenti italiani di ogni epoca, assegnazione di borse di studio a studenti meritevoli, coinvolgimento di scuole secondarie e superiori nelle più significative iniziative;
– ha recentemente realizzato un progetto di informatizzazione delle Decorazioni al Valor Militare, raccogliendo su 2 DVD oltre
400.000 nominativi di militari con relative motivazioni. Il progetto, unico del suo genere in Italia, ha richiesto una ricerca di
oltre quattro mesi di un gruppo di lavoro composto da venti ricercatori presso gli Uffici Storici delle quattro Forze Armate
e della Guardia di Finanza. L'opera conclusiva è stata distribuita gratuitamente a tutti gli Enti Istituzionali ed alle Federazioni
Provinciali;
– annovera tra i Soci d'Onore ben 182 Reparti delle Forze Armate e 108 Province e Comuni le cui rispettive Bandiere di
Guerra e Gonfaloni sono stati decorati al Valor Militare;
– ha un proprio pregevole periodico bimestrale "Il Nastro Azzurro", distribuito agli iscritti, enti, reparti militari, Comuni e
Province, che, oltre a dar conto della meritoria attività istituzionale delle varie federazioni, fa memoria degli atti di valore dei
Combattenti italiani e del contesto storico dove essi sono avvenuti;
– gestisce il Museo Storico del Nastro Azzurro che ha sede a Salò, unico del suo genere in Italia, che raccoglie e documenta la
storia del soldato italiano dal 1793 al 1945;
– custodisce un archivio che, con decreto 30 settembre 2010 della Direzione per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, è
stato dichiarato di interesse storico ai sensi del D.L. 22/01/2004 n° 42.
– per perseguire la sua missione fa esclusivo affidamento sulle quote sociali versate dai soci e da un contributo erogato dal
Ministero della Difesa.
Fa presente alla S. V. che il predetto contributo ha subito una drastica riduzione passando dai 50.000 euro del 2006 a 2.800
euro per il corrente anno. Tale contrazione, unita ai consistenti aumenti richiesti dall'Agenzia del Demanio per i canoni di locazione delle sedi, sta pregiudicando in modo irreversibile la vita stessa dell'Istituto.
Pur nella consapevolezza che l'attuale situazione economica impone doverose restrizioni in termini di contributi statali, non può
che sottolineare l'evidente sperequazione nella suddivisione dei fondi disponibili, che si evidenzia dalla bozza della circolare del
Ministero della Difesa, e chiede un Suo autorevole intervento affinché tale situazione venga sanata e l'Istituto possa continuare
a rappresentare in modo degno quegli Italiani che, con il loro sacrificio spinto a volte fino all'estremo, hanno contribuito all'Unità
ed alla Libertà della nostra Italia.
Voglia gradire, Signor Presidente, i più rispettosi e doverosi ossequi.
Gen. B. (ris.) Carlo Maria Magnani
Caro Generale
mi riferisco alla Sua lettera datata 25 novembre 2011. indirizzata al Signor Presidente della Repubblica.
con la quale ha evidenziato la difficoltà per l'Associazione da Lei presieduta di proseguire nelle proprie
attività con le ridotte assegnazioni ricevute dal Ministero della Difesa.
AI riguardo, Le comunico che il Capo dello Stato mi ha incaricato di interessare il Ministero della
Difesa affinché tenga nella massima considerazione quanto da Lei rappresentato e, dopo aver condotto l'esame di merito, provveda a fornirLe riscontro.
Auspicando che la Difesa possa trovare adeguata soluzione ai problemi esposti, pur nella consapevolezza delle ristrettezze di bilancio imposte dalla grave crisi economica in atto, il Presidente Napolitano
Le rinnova, mio tramite, il plauso per l'attività di altissimo valore morale svolta dall'Associazione e Le
invia il suo saluto, cui unisco il mio personale.
Rolando Mosca Moschini
(Consigliere Militare del Presidente)
IL NASTRO AZZURRO
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LETTERE A “IL NASTRO AZZURRO”
Risponde il generale Carlo Maria Magnani, Presidente Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro fra
Combattenti Decorati al Valor Militare e Direttore Editoriale della rivista “Il Nastro Azzurro”.
Signor Presidente,
mi consenta di far seguito al Suo commento che tanto gentilmente ha voluto far seguire ad uno dei
miei fatti d'arme di cui al nostro periodico "Il Nastro Azzurro" n° 3 del 2011. Desidero farlo a solo
titolo di curiosità lasciando però a Lei considerare quanto, a volte, in momenti critici un qualche cosa
di anormale possa dare un po' di sollievo.
Dopo il combattimento, con la bussola distrutta, non avevo alcuna possibilità di seguire, dal golfo
della Sirte, una rotta diretta per rientrare alla base (Bengasi); né d'altra parte sarebbe stato opportuno perché nell'eventuale ammaraggio in mare aperto (cosa probabile a causa dell'inefficienza del timone di direzione) sarebbe stato molto difficile, data l'ora pomeridiana, un eventuale soccorso da parte degli appositi idrovolanti. Orientandomi allora con il sole raggiunsi la costa che seguii fino
alla base.
Durante la lunga e non piacevole navigazione l'osservatore, il tanto caro ed efficiente tenente dei Bersaglieri Giuseppe Corbelli,
si fece in quattro per dare qualche aiuto a noi feriti. Poiché a bordo dell' aereo avevamo come dotazione una cosiddetta "cassetta
viveri di riserva", mi chiese di aprirla. Bevemmo così un po' d'acqua. Prese poi un pacchetto di biscotti e nell' aprirlo vi trovò la fotografia di una bella ragazza con sul retro scritto:
"Nell' aprire questo pacchetto di biscotti vi giunga il sorriso di una bella bruna torinese."
Non le nascondo, Generale, che quella foto e quelle parole in quella tragica situazione, ci dettero un momento di commozione
e conforto. In quella foto io non vi vidi Maria ma nella mia immaginazione vi vidi il volto della mia bambina e di mia moglie che, forse,
in quel momento elevava al Signore una preghiera per me. Dopo circa due ore di un volo tremendo raggiunsi Bengasi.
Un giornalista, non ricordo di quale giornale, a conoscenza del fatto, scrisse un articolo con il titolo: "Cinque medaglie d'argento e il sorriso di Mariuccia".
gen. S.A. (r) Oreste Genta
Caro generale Genta,
la testimonianza dell'eroismo è già di per sé bella ma, se appare umanizzata da episodi come quello che qui Lei racconta, diventa particolarmente importante. La guerra è certamente un'esperienza terribile, ma mette anche in luce i lati migliori dell'animo umano: la generosità con la quale la bella ragazza torinese aveva lasciato il suo ricordo evidenzia che l'immane tragedia non aveva intaccato il vincolo
tra la popolazione e i militari al fronte.
Oggi non so se un simile miracolo potrebbe ripetersi. I militari devono essere sostenuti dal popolo quando stanno svolgendo il loro
dovere per la Patria. Il popolo italiano di oggi è consapevole di quanto ciò sia importante?
A giudicare da ciò che si sente e si legge sui giornali, direi di no. Se però osservo la dignità e il coraggio morale con cui le famiglie
dei nostri militari in missione di pace all'estero accettano il sacrificio della vita di alcuni di essi particolarmente sfortunati, devo dire che
forse il popolo italiano non è quello descritto dai luoghi comuni che si sentono e si leggono.
La ringrazio per la sua testimonianza.
Con viva cordialità
Caro direttore,
in merito alla domanda posta dal signor Mincione (perché nessuno reagì il 25 luglio 1943, nel n. 3/2011 della rivista "Il Nastro Azzurro")
osservo che ogni reazione fu resa impossibile dal comunicato ufficiale del Governo Badoglio del 26 luglio, che affermava: "La guerra continua. L'Italia, duramente colpita nelle sue provincie invase, nelle sue città distrutte, mantiene fede alla parola data, gelosa custode delle sue
millenarie tradizioni". Ogni conflitto interno sarebbe stato delittuoso. Dopo di che, però, vennero subito presi contatti col nemico per
venir meno alla parola data e per infrangere le millenarie tradizioni, non per uscire dalla guerra, ma per continuare la guerra dalla parte
del nemico. Aggiungo che durante tutto il periodo fascista erano rimasti in vita i normali organi costituzionali quali il Senato del Regno,
formato da senatori non eletti, ma nominati a vita dal Re e che si rivelarono fedelissimi al Re, e la Camera, la quale nel 1939 fu modificata in Camera dei Fasci e delle Corporazioni, cioè formata in gran parte da rappresentanti dei sindacati, dei lavoratori e dei datori di lavoro (una modesta imitazione è l'attuale Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro). Ad esse si aggiunse il Gran Consiglio del fascismo, i cui membri erano nominati dal Re. Tutti gli organi costituzionali esistenti furono soppressi dal Sovrano con il colpo di Stato del 25
luglio 1943 e dei giorni successivi. Cordiali saluti.
Elio Lodolini
Caro Lodolini,
la storia del secondo conflitto mondiale deve ancora essere approfondita, in particolar modo il periodo che va dal 25 luglio 1943 al 2
giugno 1946: si tratta del periodo cruciale in cui si è delineata l'Italia dei giorni nostri e, proprio per questo, la sua storia è quanto mai
controversa e soggetta ad "interpretazioni", più che a letture di fatti e documenti.
La sua suggestiva disamina, infatti, non è nuova: molti sono gli storici che affermano che il 25 luglio il Re compì un colpo di stato.
In realtà, dobbiamo anche analizzare con altrettanta serenità ciò che avvenne nel 1925, all'indomani del delitto Matteotti, quando i parlamentari si ritirarono sull'Aventino e permisero a Mussolini di consolidare il proprio traballante potere; dobbiamo accettare che la
trasformazione della Camera del 1939, che lei cita giustamente, fu il tassello finale con cui il fascismo confermò la sua dittatura. Il Re
fu sempre disponibile ad assecondare le spericolate manovre istituzionali di Mussolini. Possiamo quindi concludere che Vittorio
Emanuele III non fu né contro, né a favore del fascismo, ma lo utilizzò finché esso si dimostrò all'altezza del compito, salvo scaricarlo
inesorabilmente appena Mussolini mostrò debolezza, e non importava nulla che si fosse in piena guerra e con gli alleati già sul territorio nazionale.
Forse fu proprio la consapevolezza del terribile momento che rese il Re ansioso di gestire direttamente la situazione, senza "l'im-
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IL NASTRO AZZURRO
piccio" di strutture decisionali che, pur in periodo di dittatura, mantenevano un minimo di forma costituzionale, ma rendevano inesorabilmente più lenta e problematica la gestione politica. Il Re inoltre ora si appoggiava ad un uomo che era ben lontano dal carisma e
dalla visione strategica di Mussolini.
Il messaggio radiofonico dell'8 settembre di Badoglio non avrebbe comunque da solo condotto alla disfatta; la vera causa fu il non
aver dato ordini tempestivi e precisi alle forze in campo: comportamento talmente assurdo che neppure gli alleati se lo aspettavano.
Non ci si può meravigliare più di tanto, quindi, se durante i due giorni necessari per ricostituire il governo a Brindisi l'Italia si dissolse e
neppure ci si può dolere se il referendum del 2 giugno 1946 sancì la vittoria della repubblica contro la monarchia che aveva unito l'Italia
meno di un secolo prima.
Cordialmente.
Caro Presidente,
ho letto con perdurante dissenso il suo editoriale nel numero di maggio/giugno 2011 in appoggio alla (risuscitata?) proposta di legge
per l'istituzione di un Ordine del Tricolore da conferire a chi abbia partecipato DA QUALUNQUE PARTE alla seconda guerra mondiale. Non ho alcun merito per aver fatto la scelta giusta: era nell'educazione che ho ricevuto da una famiglia che dal 1848 si è impegnata, servendo in armi l'Italia.
Ho sempre rispettato, anche nel caldo dell'azione, chi ha fatto una scelta diversa; davanti ai loro caduti mi metto sull'attenti e
saluto, ma non posso accettare una decorazione che cancelli ogni differenza tra i valori per cui io mi sono battuto e quelli inaccettabili contro cui mi sono battuto, in nome di un buonismo da amnistia, di un "volemose bene", di un "a 18 anni si può fare una c...ata".
Nessun rancore, le assicuro caro Presidente, ho un amico che allora ha militato nella X Mas di Borghese ma, se mi venisse conferito questo Ordine del Tricolore mi sentirei costretto per rispetto alle altre decorazioni, che porto con orgoglio, a rinviarlo al mittente.
Se quello che abbiamo fatto allora può avere ancora oggi qualche valore è nell'insegnamento che qualche giovane vorrà trarne:
dobbiamo dirgli che non importa per che cosa ci si può battere? che un giuramento si può violare per una valutazione politica contingente?
Se vorrà avere la pazienza di leggere i miei ricordi di quel tempo (Missione "Nemo", un'operazione segreta della Resistenza militare italiana, 1944-1945) pubblicati recentemente da Mursia, potrà rassicurarsi che non sono un rancoroso estremista, forse un noioso puritano, ma non estraneo ad una ecumenica accettazione delle diversità umane.
Con rispetto, suo
Francesco Gnecchi-Ruscone M.B.V.M.
Caro Gnecchi Ruscone
vorrei subito tranquillizzarla sulle mie intenzioni: non ho alcuna pretesa di riscrivere la nostra storia patria né di giustificare il fascismo.
Non avendo un'esperienza personale diretta (sono nato nel 1948) o famigliare (mio padre nel periodo della Resistenza era prigioniero
degli inglesi in Kenia) ho basato le mie convinzioni su quanto appreso in ricerche, studi, pubblicazioni: come le testimonianze di persone che hanno vissuto quei momenti su fronti contrapposti, i libri di Bocca, Pansa e tutto quanto è reperibile sui vari siti internet.
La contrapposizione è nata non per la volontà dei giovani combattenti, ma per una serie di marchiani errori di valutazione e di comportamento di Badoglio e di Vittorio Emanuele III, che hanno condotto allo sfascio dell'8 settembre 1943. L'Italia poteva chiudere la sua
vicenda bellica in quella data, accettando di aver perduto la guerra ma salvaguardando la sua integrità civile e morale. Invece è stata
costretta a continuare in un caos che, per quanto io cerchi di immaginare, doveva essere al di la di ogni possibile ipotesi, ponendo nell'immediato la sua "migliore gioventù" di fronte a una scelta drammatica, e nei due anni successivi, fino al 25 aprile 1945, mettendola a
durissimo confronto in una "guerra civile" all'interno della guerra mondiale. Si può fare una colpa di ciò a chi a vent'anni scelse (taluno
vi si ritrovò) di stare dalla parte "perdente"?
Sono trascorsi più di sessant'anni da quel 25 aprile e mi sembra veramente assurdo che non si possa giungere ad una pacificazione tra le due parti. Ad El Alamein inglesi, tedeschi ed italiani ricordano insieme i loro Caduti; russi ed italiani si abbracciano ogni anno
nella ricorrenza della battaglia di Nikolajewka; in Spagna i Caduti della guerra civile riposano insieme nello stesso famedio. Perché
anche nella nostra Italia, patria del Cattolicesimo e quindi del perdono, non ci possiamo comportare come nelle nazioni più civili? Voi
reduci di quella guerra fratricida sicuramente non facevate parte della classe dirigente di allora, eravate giovani di circa vent'anni che
vi siete trovati probabilmente in una situazione più grande di voi e siete stati costretti ad effettuare una scelta che per alcuni di voi,
sebbene effettuata in buona fede e con ferma convinzione, si è poi rivelata errata. Non tutti hanno avuto la fortuna di avere alle spalle una famiglia come la Sua con valori ben consolidati, né possedevano la Sua determinazione e le Sue certezze. Lasciamo agli antichi
romani dire "guai ai vinti".
Con viva cordialità
Spett.le Redazione della Rivista "Il Nastro Azzurro"
Ho ricevuto il n.° 5 (sett. Ott.) - 2011 della nostra rivista. Mi è molto piaciuto l'articolo dedicato all'84° raduno nazionale degli Alpini;
sono stato un Alpino del Battaglione Piemonte II^ Compagnia, sotto il comando dell'allora tenente Luigi Morena: luglio 1944/Aprile 1945
- Guerra di Liberazione. Allora avevo 22 anni ed ero il "bocia" arrivato per caso in mezzo a veterani che avevano combattuto sul fronte
dei Balcani con più anni di guerra sulle spalle.
Perché vi scrivo? Anzitutto perché leggendo l'articolo in parola, quello scritto a firma della gentile signora Maristella Ravelli, ho rivissuto un pezzo della mia vita giovanile particolarmente movimentata (ed il ricordo mi emoziona ancora), poi perché volevo rallegrarmi
con la Redazione per la qualità degli editoriali e degli articoli, dai quali peraltro ho conosciuto fatti ed episodi di storia Patria a me non
noti. Molto cordialmente
Paolo Giannotti (classe 1923)
Caro Giannotti,
fa sempre piacere leggere lettere coma la Sua. Speriamo di continuare a svolgere questo utile "servizio" nei confronti Suoi e di tanti
altri lettori. Cordialmente.
IL NASTRO AZZURRO
7
UNIONE EUROPEA O STATI EUROPEI?
a crisi finanziaria in cui si dibatte l'Euro sembra non
avere soluzione e continua a chiedere sacrifici sempre più ingenti ai cittadini del vecchio continente.
L'Italia è una delle nazioni più esposte alla tempesta
monetaria perché ha la necessità di rifinanziare periodicamente il proprio debito pubblico che viaggia da decenni a
livelli decisamente troppo elevati. L'origine di tale squilibrio va ricercata in una politica di sviluppo, basata essenzialmente su una forte inflazione, che ha dato frutti molto
interessanti nel breve orizzonte degli anni ottanta del
secolo scorso, ma ha posto le premesse per un fardello
economico che potrebbe non essere più riassorbito sebbene l'economia italiana sia tutt'ora una delle più potenti
del mondo.
Vediamo perché.
L'adesione entusiastica a tutto ciò che è "internazionale" contraddistingue il popolo italiano e lo rende aperto e disponibile, talvolta anche in modo acritico, a tutte le
possibili avventure che abbiano come obiettivo l'allargamento dell'orizzonte territoriale inteso nel senso più
ampio del termine. In pratica, per gli italiani, le frontiere
dovrebbero essere state abolite ormai da un pezzo.
Ciò è già da tempo una realtà per l'economia e la
finanza: la cosiddetta "globalizzazione".
Però esiste sempre il rovescio di qualsiasi medaglia,
anche della più attraente. Nel 1992, l'Italia aderì definitivamente all'allora futura moneta unica europea, siglando
L
8
il Trattato di Maastricht con un entusiasmo che fece
immediatamente dimenticare l'enorme sacrificio richiesto
per presentarsi a quell'appuntamento con i conti pubblici
in ordine: la famosa manovra da 60 mila miliardi di lire
compiuta dal Governo Amato con interventi eccezionali,
tra cui il famigerato prelievo forzoso dai conti correnti
degli italiani. Fu un evento che ha lasciato il segno ed è
ancora ben presente nella nostra memoria.
Ma erano davvero in ordine quei conti? In realtà no.
Uno dei famosi "parametri" di Maastricht prevedeva che
il debito pubblico non superasse il 60% del PIL e il debito italiano, già allora, viaggiava oltre il 100%. La manovra
servì solo a dare l'indicazione che, con quel livello di tassazione, il debito pubblico sarebbe rientrato nei parametri previsti entro dieci anni, cioè in tempo per la sostituzione delle monete dei singoli stati europei con la moneta unica: l'Euro.
Ma i buoni propositi non furono seguiti dai fatti. I vari
governi in carica, e i parlamenti che si sono succeduti
nelle tre legislature degli anni novanta, si appellarono
sempre ad un altro "parametro" di Maastricht: quello che
consente, al fine di sostenere lo sviluppo di una nazione
con l'economia in difficoltà, di sforare il rapporto
debito/PIL di un valore massimo del 3%. Ciò sarebbe
dovuto accadere "una tantum" e quando proprio ne
ricorrevano gli estremi; il bilancio dello stato italiano,
invece, ha regolarmente previsto tale sforamento ogni
IL NASTRO AZZURRO
anno dal 1993 in poi fino al 2008. È chiaro che, in tal guisa,
il debito, invece di essere ricondotto negli anni al famoso
60% del PIL, è costantemente aumentato, posizionandosi
agli attuali livelli che lo vedono attorno al 125% di un PIL
che, per fortuna, è aumentato anch'esso nel tempo, altrimenti la situazione sarebbe ancora più grave.
La crisi finanziaria mondiale, scoppiata proprio nel
2008 a seguito della famosa bolla speculativa sui mutui
immobiliari americani, non accenna a calmarsi e sta
ponendo le basi per una recessione generalizzata delle
economie più avanzate. In tale quadro, il nostro PIL non
incrementa più e rende ancora più evidente la gravità
della situazione generata dal fortissimo debito pubblico.
In cifra, il debito italiano supera i mille e seicento
miliardi di Euro. È evidente che anche l'ultima manovra,
quella da venti miliardi del governo Monti, per intenderci,
fa appena il solletico ad un debito di tali proporzioni, e
infatti i "mercati" non se ne sono neppure accorti. Ma se
ne sono accorti i cittadini italiani! I quali, questa volta
sanno che il sacrificio, oltre che apparire evidentemente
inutile davanti all'enormità del problema, non porterà
alcun beneficio immediato, diversamente da quello del '92
quando lo si fece per entrare nell'Euro.
Tralasciando lo sgomento che è venuto a molti, che
si aspettavano il "miracolo" dalla semplice sostituzione
di Berlusconi con Monti a palazzo Chigi, vediamo, però,
perché in realtà la situazione italiana sarebbe molto
meno tragica di quella che sembra in base all'analisi finora condotta.
La sede delle istituzioni europee
Il debito pubblico italiano è finanziato dai buoni del
tesoro, BOT, BPT e altri tipi di obbligazioni, che sono
regolarmente rinnovati ad ogni scadenza. Per poterli vendere nella totalità del loro valore, lo stato deve offrirli con
un interesse sufficientemente alto da allettare i compratori. Le ultime aste sono state aggiudicate con interessi
sempre superiori al 6%, talvolta al 7%.
Il paragone in Europa lo si fa con gli analoghi titoli
emessi dalla banca centrale tedesca: i famosi BUND, che
sono venduti ad un interesse che supera di poco il 2%. Lo
"spread" di cui parlano giornali e telegiornali è la differenza tra i due tassi di interesse moltiplicata per 100, dal che
L'ORIGINE DELLA BANDIERA EUROPEA
Le apparizioni della Madonna a Lourdes, nel 1858, sono a tutti note. Meno conosciute sono quelle avvenute nel 1830,
a Parigi, nel convento delle Figlie della Carità (le Suore Vincenziane). Qui, nella cappella di rue du Bac, Maria apparve più
volte ad una novizia, Catherine Labouré e si mostrò con
dei raggi uscenti dalle mani ed il globo terrestre ai piedi.
Inoltre, intorno alla testa, una corona di 12 stelle con
iscritta, in un ovale, la frase: "Oh Maria, concepita senza
peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi."
A memoria di questi eventi straordinari, il confessore della novizia e la Superiora della Suore di Carità, chiesto il permesso all'Arcivescovo di Parigi, decisero di far
incidere una medaglia. La frase citata più sopra comparve sul diritto, mentre sul rovescio venne posta una “M”,
la croce, un cuore avvolto da una corona di spine (Gesù),
un secondo trafitto da una spada (Maria) ed, a contornare l'ovale, le 12 stelle.
Ora, quale relazione c'è tra la "Medaglia Miracolosa"
ed il simbolo europeo?
Nel 1949 fu istituito il Consiglio d'Europa. L'anno
dopo venne bandito un concorso per la creazione della
bandiera della futura Europa unita.Tra i partecipanti ci fu
il Sig. Arsène Heitz che propose un bozzetto dove 12
Bandiera europea con le
stelle bianche campeggiavano in cerchio su sfondo azzurdodici stelle
ro. L'artista, molto devoto alla Madonna, si ispirò proprio
alla medaglia di Santa Catherine Labouré.
Tra le 101 opere, provenienti da tutto il mondo, il Consiglio d'Europa scelse proprio la sua, operando, tra l'altro, una
scelta singolare in quanto, in quel momento, gli stati del Consiglio non erano ancora dodici. La bandiera stellata ed azzurra, colore tradizionale della Vergine, fu adottata ufficialmente 1'8 dicembre 1955, festa dell'Immacolata Concezione.
È appena il caso di ricordare che, molto tempo prima, nel XIV secolo, Amedeo VI, Duca di Savoia, stabilì che l'insegna
del suo piccolo stato fosse un drappo azzurro, quadrato, con un'aquila al centro. Scelse questo colore ("celeste mariano")
in quanto anch'egli devoto alla Vergine, istituendo, tra l'altro, in suo onore, l'Ordine della Santissima Annunziata.
L'"azzurro Savoia", come ben sappiamo, contraddistingue i nastri che sostengono le insegne metalliche delle
Decorazioni ed è il colore della fascia portata dai nostri Ufficiali.
Dott. Raffaele Rivolta
(Presidente della Federazione di Brescia)
IL NASTRO AZZURRO
9
La sede della BCE
scono al medesimo progetto economico
e finanziario non avrebbero senso.
Per comprenderlo dobbiamo fare altri
due ragionamenti e trarne alla fine le conclusioni. Il primo riguarda l'Euro come
moneta. Si tratta di una divisa mancante di
alcune cose che le monete nazionali hanno
e che spiegano, per esempio, la decisione
della Gran Bretagna di non eliminare la
Sterlina dal corso legale.
La prima mancanza è una politica economica e finanziaria comune europea
gestita da un governo europeo che non c'è
(la Commissione Europea non è un governo, ma una consulta che emette "direttive"
che gli stati dell'unione "possono", ma non
"devono", trasferire nel proprio "corpus
legis" … se ritengono di volerlo fare). Per
conseguenza, ne deriva l'altra mancanza,
forse ancora più grave, di una banca europea di riferimento che faccia da garante
per la moneta: la BCE è solo l'equivalente
della nostra Zecca di Stato, per intenderci, ma non della
nostra Banca d'Italia all'epoca della Lira. Quindi l'Euro è
una moneta "orfana" di una politica finanziaria e di una
casa nella quale ripararsi. Di fatto essa rappresenta l'economia europea nel suo complesso. Ma l'Europa non è un
entità politicamente unica, è un’unione di stati indipendenti che si riconoscono in alcuni trattati che regolano
materie specifiche … e basta. Per quanto riguarda l'Euro,
sono ancora e sempre i Trattati di Maastricht a gestirne il
corso e i rapporti tra i membri dell'Unione. Tali trattati
sono evidentemente insufficienti a governare la situazione attuale, di fatto lasciata ai singoli stati che non hanno
più la sovranità sulla propria moneta, devono rispettare i
rigidi parametri imposti da Maastricht, che in situazione di
sviluppo economico non pesano molto ma in recessione
sono dei potenti acceleratori di crisi, e non possono
appellarsi ad una politica finanziaria comune che possa
controbilanciare tempestivamente gli eventi. Anzi, tali
appelli risultano come dei tentativi di "esportazione" delle
proprie difficoltà economiche in ambiti non permessi.
Come se, per intenderci, una persona, dopo che si è indebitata, volesse caricare dei propri debiti tutti i parenti e gli
amici con cui è in contatto. Ciò non gli viene permesso,
ma neppure egli ha dei vincoli da rispettare che lo obbligano a comprare ciò che comprano gli altri e ad amministrare il proprio denaro nella stessa maniera con cui lo
il famoso "oltre 500 punti di spread" che da l'idea della
differenza di potenziale dell'economia dei due stati.
In realtà, lo spread non è un vero indicatore del differenziale tra le due economie, poiché i tassi di interesse ai
quali vengono messi all'asta i titoli di stato sono ancora
una delle poche cose lasciate alla gestione dei singoli
governi. L'Italia, che non può permettersi alcun invenduto,
alza i tassi fino ad un valore che rende praticamente
impossibile non vendere i titoli (le ultime aste hanno registrato sempre richieste più che doppie rispetto alla quantità di titoli emessi), mentre la Germania mantiene i tassi
volutamente molto bassi per ragioni meramente politiche
(e infatti, non vende mai tutti i titoli messi all'asta - nell'ultima ne sono rimasti invenduti il 35%).
Basterebbe che l'Italia contenesse l'interesse sui propri titoli al 5% e la Germania li alzasse al 3% per avere la
vendita totale da parte di entrambi (l'Italia con un po' di
fatica, compensata dalla riduzione del peso economico
dell'operazione sul proprio bilancio), e lo spread rimarrebbe attorno ai 200 punti, valore considerato fisiologico.
Ma ciò non cambierebbe di una virgola la vera essenza
della crisi, la renderebbe solo un po' più leggera per l'Italia
e un po' più indigesta per la Germania.
Per valutare nella sua completezza la situazione, va
anche considerato che le banche italiane custodiscono
depositi per circa mille miliardi di Euro, il patrimonio
immobiliare italiano è posseduto all'80% dalle famiglie e
vale da solo oltre cinquemila miliardi di Euro,
l'Industria manifatturiera italiana in alcuni setLa Cancelliera tedesca
tori è all'avanguardia mondiale, il turismo è ai
Angela Merkel
vertici globali e l'agricoltura italiana è in assoluto leader nel mondo nel settore enogastronomico. Questi sono i famosi "fondamentali"
che fanno capire come l'Italia sia molto meno
"a rischio" di quanto si teme.
Il vero rischio per l'Italia è di rimanere
invischiata nelle pastoie imposte dalla burocrazia europea senza potersi svincolare da
obblighi tecnici che fanno tutto meno che il
bene dell'economia in una situazione difficile.
In pratica, l'Euro è in crisi, e mette in crisi i singoli stati come l'Italia, perché non è la moneta europea, è la moneta unica delle nazioni
europee. La differenza è totale.
Ma, se la moneta europea fosse davvero
unica, queste differenze tra stati che aderi-
10
IL NASTRO AZZURRO
fanno gli altri: è proprio questa limitazione della
libertà di gestione della moneta da parte dei singoli
stati che sta contrapponendo le economie europee
in difficoltà a quelle forti.
La Germania, e in parte anche la Francia, temono
che la crisi finanziaria attualmente gravante su paesi
meno potenti (Grecia, Spagna, Italia, ecc …), possa
coinvolgerli anche se la loro economia è sufficientemente potente da scongiurare tale possibilità … se
essi fossero ancora i detentori del Marco e del
Franco. Il problema è che se le economie deboli
dovessero fallire, la crisi investirebbe l'Euro nella sua
generalità, quindi tutte le nazioni con la moneta unica
ne sarebbero coinvolte.
Ma non c'è nessun organismo o struttura governativa sovranazionale europea che possa gestire
autonomamente la situazione, quindi il rischio di
default esiste, è grave, non ha controbilanciamenti
efficaci e riguarda tutta l'area dell'Euro.
Eppure, mai come ora sarebbe necessario avere una
gestione "politica" unitaria dell'economia europea. Siamo
in presenza, infatti, di un gigantesco trasferimento finanziario verso altre zone del globo, principalmente il sud est
asiatico e il sud America, molto più remunerative per gli
investimenti borsistici, prevalentemente a carattere speculativo.
Un fiume di denaro sta abbandonando il continente
europeo, e quindi l'Euro, attualmente in ristagno economico, per trasferirsi in quei mercati in forte sviluppo. Ecco
che il rischio di non vendere tutti i titoli in asta è reale: se
il denaro cerca altrove la remunerazione, non investe
volentieri dove anche un 7% è meno dell'attuale trend di
sviluppo della Cina, che per esempio viaggia da un decennio all'8% annuo.
Di questo passo l'economia europea, che è ancora la
più potente del mondo, si avvia ad un inesorabile declino
dovuto proprio al progressivo inaridimento delle fonti di
finanziamento.
Per evitare che la situazione degeneri ulteriormente,
è ormai evidente a tutti la necessità non più procrastinabile di dare vita ad un governo dell'economia europea di
cui si sente sempre di più la mancanza. Ma ripeto la
domanda già posta in altre occasioni da queste stesse
colonne: gli stati europei sono pronti a rinunciare a parti
importanti della propria sovranità a favore di un governo
sovranazionale?
Detta così, la questione appare oziosa, anche alla luce
di importanti prese di posizione, quali quella della
Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che, come
riportato da "Il tempo" del 23 settembre 2011 a pag. 4,
quindi già diversi mesi orsono, ebbe a dire: "Non può esserci una moneta unica senza una politica economica comune,
senza un budget federale … O i leader europei hanno la
capacità di superare i nazionalismi oppure io penso che tutto
quello che abbiamo fatto nell'Unione Europea rischia di non
restare in piedi."
Ma perché, se la soluzione è così evidente a tutti già
da tempo, non si riesce a fare un passo per metterla in
pratica? Per comprenderlo non è necessario analizzare le
prese di posizione della Cancelliera tedesca Angela
Merkel alla luce dei problemi interni della Germania, basta
osservare in dettaglio il comportamento di noi italiani
che, come detto già in precedenza, siamo sempre aperti
verso l'estero, quando la Commissione Europea ha emanato alcune direttive relative alla liberalizzazione di prodotti agroalimentari che mettevano in secondo piano la
specificità dei prodotti tipici nazionali. La levata di scudi è
IL NASTRO AZZURRO
Il premier Mario Monti parla
all’Unione Europea
stata immediata e fortissima! Eppure si trattava di prodotti che, nel coacervo delle attività economiche del continente, costituivano una ben misera fettina di economia,
ma tanto è bastato.
Cosa pensate che succederebbe se un fantomatico
governo europeo imponesse una manovra "alla Monti" a
tutto il continente per metterne in sicurezza i conti a
seguito della poliennale mala gestione greca o italiana?
Ecco la vera difficoltà a passare dalla moneta unica al
governo unico: si vanno a toccare troppo in profondità
interessi nazionali importanti per risolvere problemi
esterni alle nazioni che si vedrebbero mettere in discussione tali interessi.
Eppure l'Europa dovrà muoversi in tal senso, perché
altrimenti è davvero meglio prevedere il graduale ritorno alle monete nazionali. Però, nel proseguire il processo di integrazione europea, la difficoltà maggiore sarà
rimediare all'errore iniziale della moneta unica che, senza
un governo unico dell'economia, è come se si fosse iniziata la costruzione della casa comune europea partendo
dal tetto.
Antonio Daniele
Banconote in Euro
11
FESTA DEL TRICOLORE
l concerto al teatro
Ariosto di Reggio Emilia,
dove nel 1797 nacque il
Tricolore, conclude i festeggiamenti dell'edizione 2012
della celebrazione della
nostra Bandiera Nazionale.
Dopo la visita del
Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano che, nel
2011, proprio nel capoluogo
emiliano, ha dato il via alle
celebrazioni
del
150°
Anniversario
dell'Unità
d'Italia, ha avuto luogo l'esordio di Mario Monti, nella sua
prima cerimonia pubblica in
qualità di Presidente del
Consiglio. Circostanza che
peraltro lo stesso Monti ha
voluto sottolineare: "Era giusto cominciare da qui, da una
città che ha dato i natali al
Tricolore ma che, lasciatemi
dire, nei 215 anni si è particolarmente meritata il Tricolore
con un esemplare sviluppo della
vita di comunità, civile ed economica, e mi piace ricordare il riconoscimento dell'UE per l'attenzione e le iniziative sui temi interculturali. Un anno fa", continua il premier, "in questa emozionante sala, in occasione della Festa della Bandiera, il Presidente
Napolitano fece un appello affinché non si perdesse il senso dei
150 anni dell'Unità. L'Italia non ha perso quell'occasione. Oggi
possiamo dire che questo appello è stato accolto da tutti con
entusiasmo inatteso".
I
Il Tricolore italiano
E Mario Monti non ha risparmiato nessuno. Per la prima
volta, seppur indirettamente, fa riferimento al governo che
lo ha preceduto: "È inammissibile che i lavoratori compiano
sacrifici mentre c'è una porzione importante di ricchezza che
sfugge alla tassazione, accrescendo così la pressione tributaria su
chi non può sottrarsi al fisco. L'espressione corrente di mettere le
mani nelle tasche degli italiani (evidente il riferimento a
Berlusconi, ndr) non mi ha mai persuaso e comunque è incompleta perché ci sono altri atti di
mani che entrano nelle tasche.
Alcuni italiani mettono le mani nelle
tasche di altri italiani: sono gli evasori rispetto ai contribuenti".
È il punto centrale del discorso di Monti sul palco del teatro
Valli, pieno centro dell'Emilia
produttiva, quella di Reggio, il cui
sindaco, Graziano Delrio, da due
mesi è anche presidente
dell'ANCI. In platea lo ascoltano
Pierluigi
Bersani,
Pierluigi
Castagnetti, i sindaci di tutta la
Regione (quello di Bologna era in
vacanza, ma rappresentato dalla
sua vice) e, soprattutto, Romano
Prodi al quale Monti non manca
di fare i ringraziamenti in nome
di una vecchia amicizia nata proprio in Europa. Monti, si rivolge
anche al personale della Guardia
di Finanza e dell'Agenzia delle
Entrate, che combattono l'evasione fiscale. "A loro va il mio
Il Presidente del Consiglio passa in rassegna il picchetto d’Onore
appoggio".
12
IL NASTRO AZZURRO
CONVEGNO DI ASSOARMA AL CAMPIDOGLIO:
LE ASSOCIAZIONI D’ARMA, REALTÀ E PROSPETTIVE
l 3 novembre 2011 si è svolto, nella sala della
Protomoteca del Campidoglio, il convegno del
Consiglio Nazionale Permanente delle
Associazioni d'Arma (ASSOARMA). L'evento ha
avuto lo scopo di dare risalto, nel quadro delle
celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, alla
presenza delle Associazioni d'Arma nella realtà
contemporanea quale espressione di valori
nazionali e, nel contempo, quale componente
attiva della società, sia per il richiamo delle tradizioni del passato sia per il concorso all'impegno
della Protezione Civile in occasione di particolari emergenze calamitose.
Sono intervenuti:
– il Senatore Marini, già Presidente del Senato,
quale
espressione
dell'Associazione
Nazionale Alpini, un sodalizio che, per dimensioni e impegno, non ha pari a livello internazionale. Gli alpini sono la sintesi di un sistema
di vita forgiato dalle difficoltà della montagna
e sostenuto da un profondo sentimento nazionale
che li pone in primo piano in ogni circostanza di rilievo che richieda impegno e dedizione;
– il Professore Senatore Domenico Fisichella, che ha
posto in risalto lo stretto legame morale che ha unito
le Associazioni d'Arma con la storia d'Italia nelle
tante vicende che hanno visto i cittadini e i soldati
impegnati nel corso degli anni. Lo spirito che ha animato le Associazioni d'Arma è sempre stato espressione significativa di ricordi, di imprese, di fedeltà alle
istituzioni nella formazione e nel consolidamento
della nostra Unità e del sentimento nazionale;
– il Dottor Alessandro Ortis, già Presidente
dell'Autority sull'Energia nonché dell'Associazione ex
allievi della Nunziatella, che ha ricordato il significato
storico di questa Scuola Militare, erede della scuola di
formazione degli ufficiali del Regno delle Due Sicilie.
Anche se non inserito in Assoarma, questo sodalizio
ne esprime gli stessi valori e mantiene vivo il ricordo
di tanti personaggi, autorevoli e non, che hanno
indossato le stellette in giovanissima età, facendo una
I
Parla il Gen. C.A. Mario Buscemi
IL NASTRO AZZURRO
Il Capo di S.M.D. Gen. Abrate
scelta di vita che ha guidato tutta la loro esistenza
(uno spot riferito a questa scuola maestra di vita
mostra due ragazzi in uniforme e afferma "tutti i
ragazzi crescono, alcuni diventano grandi" per sottolineare la maturità che questo Istituto conferisce);
– il Generale di Corpo d'Armata Vittorio Bernard,
membro della Presidenza di Assoarma, che ha posto
in risalto alcune delle problematiche riguardanti l'attuale situazione dell'associazionismo militare, specie
in relazione all'eliminazione del servizio di leva ed al
conseguente minor afflusso dei giovani congedati nei
ranghi delle varie associazioni;
– il Generale di Corpo d'Armata Mario Buscemi,
Presidente di Assoarma, che ha svolto il ruolo di
moderatore del dibattito ed ha concluso citando la
proposta di legge n. 3442 relativa all'assetto giuridico
delle Associazioni e ponendo in rilievo l'importanza di
una sempre maggior integrazione delle Associazioni
d'Arma con le Forze Armate per una presenza solidale ed attiva in ogni circostanza. Particolare menzione
è stata poi fatta del programma "Vivi le forze armate"
che, con la collaborazione di molte associazioni,
prima fra tutte quella degli alpini, ha visto molte
migliaia di giovani trascorrere tre settimane
presso alcuni reparti, vivendo così un'esperienza
di cui avrebbero portato il segno nel ritorno alle
loro normali attività di studenti o lavoratori.
È seguito un vivace ed attivo dibattito a conferma del particolare interesse suscitato dai temi
trattati.
AI convegno hanno portato il loro autorevole e solidale saluto il Senatore Carlo Giovanardi,
Sottosegretario di Stato alla Presidenza del
Consiglio, il Capo di Stato Maggiore della Difesa,
Generale Biagio Abrate e il Capo di Stato
Maggiore dell'Esercito, Generale C.A. Giuseppe
Valotto, esprimendo il loro apprezzamento per
l'opera delle Associazioni e per la funzione pilota
di Assoarma.
Gen. B. Sergio Testini
(Segretario Generale di Assoarma)
13
ROVIGO INTITOLA UN GIARDINO PUBBLICO
A FERRUCCIO NINO SURIANI MAVM
l 9 aprile 2011 a Rovigo è stato intitolato un giardino
pubblico al dottor Ferruccio Nino Suriani, figura storica, istrionica, che sapeva rapportarsi in egual maniera
con tutti i ceti sociali, dai grandi
del mondo ai più semplici.
Nato a Grignano Polesine
(RO) il 5 Novembre 1916, fin da
studente iniziò nell'azienda
paterna la pratica del commercio di prodotti ortofrutticoli sui
mercati nazionali ed esteri,
acquistando nel contempo piena
padronanza delle principali lingue europee, fino a diventare
capitano di industria in campo
internazionale nel settore ortofrutticolo.
Laureatosi a Bologna a 23
anni in Economia e Commercio,
contemporaneamente frequentava il Corso Allievi Ufficiali
presso il 3° Reggimento Carristi
di Bologna, veniva poi chiamato
alle armi. Il suo amore patriottico lo portò, nel 1941, a distinguersi nella guerra d'Africa
Settentrionale quando, ufficiale
carrista della gloriosa divisione
Ariete, conobbe il generale
Erwin Rommel di cui divenne
interprete con stima reciproca.
Ottenne due Medaglie
d'Argento al Valor Militare: la
prima nel '41 quando, offertosi La targa di intitolazione
per sostituire un ufficiale ferito, pubblico a Suriani
attaccò con i propri carri, riuscendo a colpire i nemici e a metterli in fuga dopo sedici
giorni di lotta incessante, dimostrando serena fermezza e
capacità, e destando ammirazione nei reparti alleati a suo
fianco; la seconda nel '42, durante un attacco al nemico,
col proprio carro riuscì a sbarrare il contrattacco da
parte dei mezzi nemici.
Fu insignito anche della Croce di
Guerra tedesca, merito della grande stima
che il Generale Rommel aveva nei suoi
confronti e per un'azione svolta con un
reparto carri tedesco che venne riconosciuta con una M.A.V.M. italiana.
Nel '46 fondò a Rovigo, con gli amici
reduci di El Alamein, l'avv. Mantero, il dott.
Ballo, l'avv. Zanini, l'avv. Fante, il carrista
Bruno Rizzi ed altri amici carristi, il gruppo
"Reduci Carristi d'Africa" che, successivamente, divenne il primo nucleo di
quell'Associazione Carristi d'Italia voluta
dal Gen. Valentino Babini, amico di Suriani,
indiscusso Presidente fin al 2004.
Fece erigere due monumenti, uno a
Rovigo, nel giardino oggi a Lui intitolato,
con pezzi originali di carro armato, e l'altro a Trecenta (RO).
Arrivando a noi, nel 1958 aprì a Rovigo
la sede della Federazione Provinciale
I
14
dell'Istituto del Nastro Azzurro e ne fu Presidente indiscusso fino al dicembre 2004, quando venne a mancare.
In ambito cittadino e nazionale ha occupato posizioni
di prestigio con innumerevoli
cariche di alto livello. Fu membro della Giunta della Camera di
Commercio di Rovigo, oltre a
Consigliere Nazionale del
Sindacato
Importatori
ed
Esportatori di prodotti ortofrutticoli ed agrumi. Per la sua competenza più volte è stato chiamato a far parte di Commissioni
per la elaborazione di norme
comunitarie in questo settore.
Fu membro del Comitato di
Presidenza della Banca Popolare
e Consigliere della sede di
Rovigo della Banca d'Italia. È
stato fondatore e Presidente del
Centro
Studi
Storici
Archeologici ed Etnografici di
cui è stato Presidente Onorario.
Ha
fondato
un
Museo
Archeologico, oggi diventato
Museo Civico, i cui reperti preistorici, oggetto di operazioni di
scavo in Provincia di Rovigo e
fuori, interessano esperti ed Enti
italiani ed esteri.
È stato Presidente della locale squadra di Rugby, vincitore dei
primi scudetti nel dopoguerra e
del giardino
Presidente del Tennis Club
Rovigo.
È stato socio fondatore del
Rotary Club di Rovigo e successivamente ne è stato
Presidente.
Socio dell'Accademia dei Concordi di Rovigo e membro di varie Accademie italiane ed estere di cultura.
Ha conseguito diversi riconoscimenti e premi per
Le associazioni combattentistiche
alla cerimonia
IL NASTRO AZZURRO
aver contribuito fattivamente al progresso economico-sociale nazionale.
Per lunghi anni membro del Comitato
Promotore del Premio Letterario
"Campiello" assieme a Mario Valeri
Manera.
Dal 1969 al 1979 è stato
Presidente dell'Associazione Industriali
della Provincia di Rovigo di cui è stato
Presidente Onorario.
È stato Presidente fondatore del
Comitato Provinciale UNICEF - fondo
delle Nazioni Unite per l'Infanzia - di
Rovigo.
Nel giugno del 1986 gli sono state
conferite, dal Presidente della
Repubblica, le insegne di Cavaliere di
Gran Croce al Merito della
Repubblica, la massima onorificenza
dell'Ordine.
Gli è stato conferito il Premio Due
Torri D'Oro 1987.
Un momento della cerimonia
Nino Suriani è stato tutto questo e
molto di più; aveva una dote eccezionapiù semplici e, contemporaneamente, i nomi più famosi
le: era profondamente ironico e spiritoso; la sua converdel mondo della cultura, dello spettacolo, degli affari se
sazione era un fuoco d'artificio; il suo humour a getto
non, come quando era Presidente UNICEF Provinciale,
continuo aveva un tono canzonatorio sempre elegante e
cinque o seicento persone ospitate in un ricevimento per
ricco di giovialità e grande bontà; era curioso di tutto
raccogliere fondi.
tanto da definirsi "L'archivio storico di Rovigo"; sapeva
Questi ricordi ci consentono di definire "il capolavoascoltare e prendersi a cuore i problemi degli altri, con
ro della sua vita". Ferruccio Nino Suriani è e sarà sempre
l'attenzione specialmente rivolta ai giovani, tra i quali scoper noi un esempio di vita.
prì molti talenti che oggi sono a livelli importanti.
Chi scrive queste note ora ha l'onore di ricoprire la
Maestro di vita per chi ha avuto la fortuna di stargli
carica di Presidente Provinciale dell'Istituto del Nastro
vicino, perché dal suo stile si imparava ad affrontare i proAzzurro, è stato progettista dei due monumenti voluti
blemi senza arrendersi mai.
da Suriani, è il suo delfino di sempre e si onora di porMentre trattava affari con i ricchi e i potenti del
tare avanti, nella sua memoria, il Nastro Azzurro a
mondo e intratteneva relazioni con i maggiori esponenti
Rovigo.
della cultura, sapeva offrire amicizia alle persone più
modeste, per le quali la porta della sua casa era sempre
Geom. Graziano Maron
aperta. Infatti, a casa sua si potevano incontrare gli amici
(Presidente della Federazione di Rovigo)
LA FEDERAZIONE PROVINCIALE E IL ROTARY CLUB DI ROVIGO INSIEME
artedì 15 novembre 2011, presso l'Hotel Cristallo di Rovigo, l'Istituto Nazionale del Nastro Azzurro è stato
ospite d'onore di una serata conviviale del locale Rotary Club che ha voluto riservare all'Istituto un evento
particolare che conchiudesse degnamente le iniziative annuali del sodalizio dedicate al 150° Anniversario
dell'Unità d'Italia. Tali attività che hanno preso il via in occasione della tappa di Rovigo della Marcia dell'Unità d'Italia,
organizzata dall'Istituto del Nastro Azzurro e patrocinata dai Club di ben quattro dei dieci Distretti italiani
del Rotary International. Il protagonista della marcia,
l'atletico professor Michele Maddalena, della
Federazione Provinciale di Latina, ha incontrato nel
Municipio rodigino i rappresentanti istituzionali e le
autorità locali in un evento che ha avuto, a suo tempo,
ampio risalto sulla stampa nazionale, locale oltre che
sul periodico "Il Nastro Azzurro".
Ciò evidenzia che a Rovigo la collaborazione tra il
Nastro Azzurro e il Rotary è, per quanto possibile,
ancora più stretta di quella già importante stabilita a
livello nazionale.
Nella serata, per il prestigioso Istituto, sono intervenuti il Presidente Nazionale Gen. B. (r.) Carlo Maria
Magnani, il Direttore (e rotariano) del bimestrale "Il
Nastro Azzurro" Gen. B.A. (r.) Antonio Daniele e il
I vessilli del Rotary e del
Presidente della Federazione Provinciale di Rovigo
Nastro Azzurro
Geom. Graziano Maron. Ha fatto gli onori di casa il
M
IL NASTRO AZZURRO
15
Il Presidente del Club e signora col
gen. Magnani e il gen. Daniele
Presidente del Rotary Club di Rovigo Professor Pietro
Zonzin che ha accolto con signorile cortesia le
Autorità Civili, Militari e i rappresentanti provinciali
delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma presenti, coordinati dal Presidente di Assoarma di Rovigo.
Numerosi e molto interessati i soci rotariani intervenuti. Il presidente del Club Professor Pietro Zonzin
ha ricordato pure il dottor Ferruccio Nino Suriani, che
è stato socio fondatore e poi Presidente dello stesso
Rotary Club, e Presidente della Federazione
Provinciale dell'Istituto del Nastro Azzurro negli anni
passati. A lui, nel mese di Maggio 2011, è stato intitolato un parco cittadino, evento fortemente voluto da
entrambe le associazioni.
L'incontro si è aperto con l'esecuzione degli inni
Nazionale, Europeo, del Rotary e del Nastro Azzurro.
Dopo il sobrio momento conviviale, la serata è entrata nel vivo con le interessanti presentazioni multime-
diali ad opera dei relatori.
Nella prima, tenuta dal Gen. Magnani, è stata illustrata la storia dell'Istituto dalle origini sino ai giorni nostri, le sue
finalità e la sua evoluzione per rendere attuale il sodalizio, sottraendolo ad una possibile fine per il fisiologico esaurimento delle iscrizioni. Questa delicata operazione si è realizzata con esito positivo mettendo totalmente in pratica la
decisione fortemente voluta dal precedente Presidente Nazionale, il Comandante Giorgio Zanardi, di consentire l'iscrizione quali soci dell'Istituto anche ai simpatizzanti,
cioè a persone che, pur non essendo Decorati al Valor
Militare o al Valore di una delle Forze Armate, oppure
di essere familiari di Decorati, possono entrare a farne
parte in quanto, da buoni cittadini, ne condividono i
Valori e le finalità, adoperandosi per la loro diffusione,
il loro rispetto e la loro valorizzazione, nonché per
una giusta opera di proselitismo nei confronti
dell'Istituto stesso.
Il Gen. Magnani, a conclusione del suo intervento,
ha ricordato anche che l'archivio dell'Istituto è vincolato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali dal
30 Settembre 2010 ed è in corso di pubblicazione la
seconda edizione della raccolta informatica dei nominativi dei Decorati d'Italia e delle relative Motivazioni,
curata dal Sodalizio: tale iniziativa, di assoluto valore
storico, ha suscitato l'attenzione dei presenti e, in parTradizionale scambio di trofei a fine serata
ticolare, del Sindaco di Rovigo, dottor Bruno Piva.
La seconda relazione, tenuta dal Gen. Daniele,
anch’egli rotariano, ha avuto come oggetto la presentazione dell'organo di stampa bimestrale "Il Nastro Azzurro".
Anche il direttore, nel ripercorre le fasi della vita editoriale che dal 1924 arriva ai giorni nostri, ha comunicato con
soddisfazione che la diffusione della pubblicazione è divenuta capillare ai vari livelli istituzionali delle articolazioni statali e militari in particolare, oltre che a tutti i soci, i quali forniscono con sempre maggiore entusiasmo copiosi materiali utili per la sua redazione.
La serata è proseguita con un interessante dibattito fra i relatori e i rappresentanti delle Associazioni
Combattentistiche e d'Arma che hanno idealmente
I presidenti e le autorità militari
affidato all'Istituto del Nastro Azzurro la proposta di
far rientrare fra i suoi iscritti anche i Caduti nelle missioni di pace all'estero che, pur non essendo propriamente Decorati, sono espressione di un "nuovo"
modo di rendere un servizio fondamentale per la realizzazione del nostro dettato costituzionale e, quindi,
per la difesa della Patria anche in terra straniera.
Il Gen. Daniele, in qualità di responsabile del giornale-periodico, in accordo con il Presidente Maron,
farà omaggio ai soci del Rotary Club di Rovigo dell'ultimo numero 2011, con allegato il Calendario Azzurro
2012.
La riuscita serata si è conclusa con il tradizionale
scambio dei crest e dei guidoncini fra gli ospiti e il
Presidente del Rotary.
16
IL NASTRO AZZURRO
IL GENERALE CLAUDIO GRAZIANO È IL NUOVO
CAPO DI STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO
l Generale di Corpo d'Armata Claudio Graziano ha frequentato l'Accademia Militare di Modena, dal 1972 al 1974, e la Scuola
di Applicazione di Torino, dal 1974 al 1976, dove ha conseguito
la laurea in Scienze Strategiche Militari. È stato nominato Ufficiale
di fanteria (Alpini) nel 1974.
Nel 1976 è stato comandante di plotone fucilieri al
Battaglione Alpini "Susa". Nel 1977 è stato Vice Comandante della
compagnia contro carri della Brigata Alpini "Taurinense" costituente l'aliquota nazionale della Forze Mobili Alleate (AMF-L). Nel
1980 ha comandato in successione una compagnia mortai ed una
compagnia alpini (fucilieri) presso il Battaglione Alpini "Trento"
della Brigata Alpini "Tridentina". Dal 1983 al 1986 ha comandato
la compagnia Allievi Ufficiali e la compagnia Comando presso la
Scuola Militare Alpina di "Aosta".
Dopo il corso di Stato Maggiore, nel 1987 è stato assegnato
allo Stato Maggiore dell'Esercito dove ha svolto l'incarico di
Ufficiale Addetto
presso
l'Ufficio
Programmi
di
Approvvigionamento. È stato promosso Maggiore nel 1988. Ha
poi frequentato dal 1989 al 1990 il Corso Superiore di Stato
Maggiore.
Nel 1990, promosso Tenente Colonnello, è stato trasferito
all'Ufficio del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito come capo
della Segreteria di Stato Maggiore del Capo di SM. Nel 1992 è
stato nominato comandante del Battaglione Alpini "Susa" che,
sotto il suo comando, ha sostenuto la missione di pace in
Mozambico con il compito di garantire la sicurezza del corridoio
di Beira (via di comunicazione tra lo Zimbabwe ed il mare), favorendo e supportando il soccorso umanitario e sanitario alle
popolazioni locali. Alla fine del 1993, è stato designato Capo
Sezione presso l'Ufficio del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito.
Promosso Colonnello nel 1996, ha comandato il 2° Reggimento
Alpini della Brigata "Taurinense" a Cuneo. Successivamente ha
ricoperto l'incarico di Capo Ufficio Pianificazione dello Stato
Maggiore dell'Esercito. Nel mese di settembre 2001 ha assunto
l'incarico di Addetto Militare presso l'Ambasciata d'Italia in USA.
È stato promosso Generale di Brigata il 1 gennaio 2002. Rientrato
in Italia, ha assunto il 27 agosto 2004 il Comando della Brigata
Alpina "Taurinense".
Dal 20 luglio 2005 ha assunto il Comando della Brigata
Multinazionale "Kabul" in Afghanistan e la responsabilità dell'Area
Operativa della provincia di Kabul fino al 6 febbraio 2006.
È stato promosso Generale di Divisione il 1 gennaio 2006 ed
ha assunto l'incarico di Capo Reparto Operazioni del Comando
Operativo di vertice Interforze della Difesa dal 15 marzo 2006.
Dal 29 gennaio 2007 è stato nominato Comandante delle Forze
di Pace e Capo Missione UNIFIL in Libano.
Il 1 gennaio 2010 è stato promosso Generale di Corpo
d'Armata. Dal 10 febbraio 2010 è stato nominato Capo di
Gabinetto del Ministro della Difesa. Il 14 ottobre 2011 è stato
nominato Capo di Stato Maggiore dell'Esercito ed ha assunto l'incarico il 6 dicembre 2011.
Il Generale Graziano è stato insignito delle seguenti onorificenze:
– Grande Ufficiale dell'Ordine Militare d'Italia;
– Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della
Repubblica Italiana;
– Croce d'argento al merito dell'Esercito;
– Medaglia Mauriziana al Merito dei 10 Lustri di carriera
Militare;
– Medaglia al merito di lungo comando dell'Esercito (15 anni);
– Croce d'oro per anzianità di servizio;
– Ufficiale della "Legion D'Honneur" francese;
– Medaglia commemorativa missione in Afghanistan;
– Medaglia commemorativa per missioni di pace (Mozambico);
– Medaglia commemorativa NATO Afghanistan (ISAF);
I
IL NASTRO AZZURRO
–
–
Medaglia commemorativa UN (Mozambico);
Medaglia 1^ Classe "D. Alfonso Henriques" dell'Esercito
Portoghese;
– US Legion of Merit;
– Medaglia al merito dell'Esercito Tedesco per la Missione di
Pace in Afghanistan;
– Croce al Merito della Difesa per operazioni di Pace dello
Stato Maggiore Difesa Norvegese;
– Medaglia d'oro al merito della difesa (Stato Maggiore
Francese);
– Medaglia Commemorativa UN (Libano);
– Medaglia d'Oro delle Forze Armate Polacche;
– Commendatore dell'Ordine dei Cedri (Repubblica del
Libano);
– Cittadinanza onoraria della Provincia di Tyro (Sud del Libano);
– Cittadinanza onoraria della città di Villanova d'Asti.
Inoltre, gli sono stati tributati 5 Encomi Solenni e 9 Encomi
Semplici.
Istruttore militare di sci, ha frequentato numerosi corsi universitari e professionali, in particolare l'US Army War College dal
1996 al 1997. Ha conseguito le lauree in Scienze Diplomatiche ed
Internazionali presso l'Università degli Studi di Trieste, il Master in
Scienze Strategiche e la Specializzazione universitaria in Scienze
Umane presso l'Accademia Agostiniana di Roma. È autore di
numerosi libri, studi ed articoli.
È sposato con la signora Marisa Lanucara con la quale vive a
Roma.
L’Istituto del Nastro Azzurro, nel congratularsi col generale
Graziano, gli formula i più sentiti auguri di buon lavoro. L’Istituto,
altresì, ringrazia il generale Giuseppe Valotto, Capo di Stato
Maggiore uscente, per l’opera indefessa svolta al vertice
dell’Esercito Italiano e gli formula i più vivi auguri di sempre maggiori fortune.
Il generale Claudio Graziano
17
VIVI LE FORZE ARMATE
l progetto Vivi le Forze Armate recentemente introdotto dal
Ministero della Difesa su impulso diretto del Ministro On.
Avv. Ignazio La Russa è a mio parere un esperimento positivo, nonostante in taluni ambienti della Difesa si mormori il contrario in ragione del costo non certo ridotto che l'iniziativa
comporta per il bilancio del dicastero.
La valutazione di positività che esprimo, non è comunque
un assunto apodittico che teorizzo solo in virtù del legame che
il nostro Istituto ha con il Ministero, ma è frutto di un'esperienza diretta che ho scelto di portare a termine nel corso dell'estate 2011.
In tale periodo, infatti, ho deciso di partecipare al progetto e
con non poche difficoltà sono riuscito ad entrare nella graduatoria di ammissione al 2° blocco con destinazione 151°
Reggimento Fanteria "Sassari".
Una scelta non casuale la mia, ma legata alla volontà di vestire i prestigiosi colori della Brigata Sassari in virtù dell'appartenenza del mio pro-zio Aiutante di Battaglia Gaetano Eugenio
Bazzoni (2 M.A.V.M., 1 P.M.G.) alle fila di entrambi i suoi
Reggimenti nel corso della Grande Guerra.
Ragion per cui domenica 28 agosto, preparato lo zaino e
caricato l'equipaggiamento necessario (secondo il ben noto
principio che in un alloggio militare se non porti del tuo non
trovi nulla) sono partito alla volta della Caserma "Monfenera" di
Cagliari, sede del Reggimento cui ero destinato.
L'accoglienza presso il mio reparto è stata particolarmente
cortese e subito mi sono ambientato, nonostante le evidenti difficoltà logistiche derivanti dall'assenza di talune comodità cui,
come tutti i partecipanti, ero abituato a casa mia.
Ed è a questa circostanza che deve essere ricondotta un'altra delle ragioni per cui ho deciso di vivere l'esperienza della vita
militare: per mettermi alla prova e superare quei limiti, anche psicologici, che tanti ragazzi hanno in relazione alla convivenza ed
alla collaborazione "forzata" con persone sconosciute. Evento
questo che fino a pochi anni fa la maggior parte dei giovani viveva al momento della chiamata per il servizio di leva.
Anche sotto questo punto di vista, dopo un paio di giorni di
ambientamento, abbiamo superato le problematiche insorte ed
organizzato una camerata perfetta, dotata di tutto quanto era
necessario, pulita ed ordinata secondo i dettami previsti dalle
disposizioni di servizio, dove tutti i presenti collaboravano attivamente per dare il massimo al fine del conseguimento del
miglior risultato possibile, onde onorare l'uniforme che ci è stata
consegnata con tutto il corredo necessario per affrontare le tre
settimane di ferma..
Il primo fondamentale passaggio, dopo le visite mediche di
rito, è stato il briefing sui nostri doveri e sulle norme da rispet-
I
tare, svolto dal Comandante la 4^ Compagnia Mortai Pesanti
"Aquile" nella quale il nostro plotone era inquadrato, Ten.
Antonio De Asmundis; in seguito il Comandante del Plotone
M.llo Enrico Melis ha dato le disposizioni necessarie per l'organizzazione interna degli alloggi con la nomina dei responsabili
delle camerate e dei diversi servizi.
In quest'occasione il sottoscritto che, proprio in virtù della
sua "anzianità" e della sua posizione di cronista "embedded"
aveva in animo di vivere il corso senza assumere alcuna posizione che potesse sminuire gli altri ragazzi (secondo il principio
insegnatomi che chi ha lo stesso grado è uguale agli altri anche
se è più anziano) è stato affettuosamente nominato "nonno" da
tutti i partecipanti. Circostanza questa che, lo ammetto, mi ha
reso orgoglioso degli insegnamenti ricevuti da mio padre e da
tutti gli altri militari con cui negli anni sono venuto a contatto, e
che nel contempo mi ha imposto di essere d'esempio per i miei
"nipotini" che ogni giorno cercavano consiglio da chi aveva un
pochino di esperienza di vita in più (e ogni tanto ne davano
anche al loro "nonno" per svecchiarlo un po') nonché la responsabilità di essere il primo ad aiutare quando c'era bisogno.
Sul punto, però, devo ammettere che nel giro di 48 ore i partecipanti al mio corso non erano più dei singoli che agivano isolatamente, ma parti di un meccanismo ben oliato, il Plotone, in
cui le menti erano unite verso il conseguimento della migliore
prestazione comune. Si è formata, infatti, una piccola, grande
famiglia in cui nessuno era lasciato solo e tutti aiutavano il compagno in difficoltà affinché potesse giungere al livello degli altri e
sentirsi parte del reparto. Prova di questo ne è il fatto che, al
momento del "congedo" nessuno voleva staccarsi dai propri
compagni e, nonostante i ripetuti tentativi di soffocarle, sono
scese a rigare le guance fiumi di lacrime perché dopo 21 giorni
ormai la nostra "famiglia" di Aquile era troppo unita per sciogliersi, tanto che ancora oggi ci si sente praticamente quotidianamente ed il legame tra noi rimane molto forte.
Un affetto quello nato tra noi che ha coinvolto anche gli
inquadratori (CMC Ignazio Atzeni, CMC Alessandro Spanò, CMS
Stefano Scano, 1° CM Stefania Onali, CM Laura Aduni) ed il Vice
Comandante delle "Aquile" Ten. Alfredo Carboni, con i quali
abbiamo mantenuto un bellissimo rapporto, proprio per l'impegno che ha contraddistinto tutti e 35 i partecipanti allo stage.
Durante le tre settimane, nonostante il 151° fosse impegnato a trasferire i suoi effettivi nel duro teatro afghano con l'ovvia conseguenza di dover modificare più volte il programma
delle attività, l'addestramento è stato intenso sotto tutti gli
aspetti (sia quello fisico - anche per il caldo torrido - che quello puramente nozionistico), ed ha soddisfatto in pieno le mie
aspettative, permettendomi di vivere appieno, anche se solo per
18
IL NASTRO AZZURRO
un breve periodo, la vita militare, con le sue difficoltà e nel contempo con le soddisfazioni derivanti dal raggiungimento degli
obiettivi prefissati.
È per questo che posso dire con certezza che il progetto
così come è stato congegnato, seppur passibile di alcune modifiche e certamente da migliorare per alcuni aspetti, è da ritenersi valido anche come test per chi vuole entrare nelle Forze
Armate, al fine di valutare direttamente sul campo che la scelta
di vita che si prefigge è veramente quella che fa per lui.
Di questo erano convinti anche gli altri ragazzi e ragazze
partecipanti allo stage, che hanno riportato un'impressione
positiva dell'esperienza vissuta, dimostrando peraltro un attaccamento al Reggimento ben superiore a qualunque aspettativa,
tanto che prima di lasciare l'uniforme hanno voluto far celebrare dal Cappellano una messa in suffragio di tutti i Caduti e
deporre avanti al Monumento sito nella Piazza d'Armi una
corona a ricordo di tutti i Sassarini che hanno dato la vita per
la Patria.
Per quanto concerne il sottoscritto, certamente ho appreso
nozioni che mi potranno essere utili anche nella vita civile ed ho
imparato a fronteggiare i miei limiti, sia di carattere puramente
psicologico che di natura tecnica.
Gli istruttori, poi, sono stati molto bravi nel trasmetterci il
loro sapere militare ed hanno saputo coniugare la fermezza del
proprio comando con la volontà di assecondare dove possibile
le esigenze particolari dei partecipanti al progetto.
Di questi ultimi, peraltro, non posso che avere un bellissimo
ricordo, tanto che ritengo doveroso ricordarli uno per uno così
come mi vengono alla mente: Lorenzo Bassetti, Stefano
Henriquez Cortez, Angelo Palumbo, Lorenzo Pagani, Davide
Caboni, Fabio Facellu, Manuel Serra, Riccardo Ramo, Marco
Palazzesi, Paolo Rafael Simoni, Giovanni Muscas, Carla Pili,
Sabrina Laconi, Chiara Sardu, Lara Castaldini, Federica Vacca,
Ilaria Luciano, Francesca Esposito, Caterina Lorrai, Fabrizio Fois,
Fabio Lauria, Marco Dal Monte, Francesco Sechi, Andrea
Riccardi, Daniel Fossati, Simone Gaudino,Antonio Mazza,Andrea
Diana, Roberto Contarino, Maurizio Brunazzo, Paolo Quinzi,
Andrea Pessei, Andrea Lelli, Stefano Stissi.
Un'ultima notazione che non posso trascurare è certamente il fatto che al termine delle tre settimane abbiamo avuto l'o-
Il dottor Fedrico Vido offre al col. Viel una copia
di “Appunti di storia del Risorgimento”
nore di poter rendere omaggio alla Bandiera di Guerra del 151°
Reggimento poco prima che la stessa partisse con il
Comandante per il teatro operativo afghano; un'emozione fortissima per tutti noi, ed in particolare per il sottoscritto che ha
ripensato per un momento al proprio avo che ha difeso sul
campo quel drappo.
Concludo, quindi, sperando che questa iniziativa continui
anche negli anni futuri con sempre maggiore successo e permetta a molti ragazzi di comprendere appieno cosa sono le nostre
Forze Armate e perché nella Costituzione Repubblicana è previsto per i cittadini il sacro dovere di difendere la Patria.
Una cosa, comunque è certa: l'esperienza è stata talmente
intensa e positiva che è nata con il patrocinio del Ministero
l'Associazione Nazionale Vivi le Forze Armate (che raccoglie
tutti i partecipanti ai corsi ed anche chi non è riuscito ad essere chiamato), con la quale lo scrivente è stato incaricato dal
Presidente Nazionale di tenere i contatti in uno spirito di massima collaborazione con le nuove generazioni.
Federico Vido
(Federazione di Sondrio)
Intervistando il Col. Luigi Viel, Comandante del 151° Rgt
Nel corso delle tre settimane passate presso il 151° Rgt. Fanteria "Sassari" ho avuto l'onore ed il privilegio di poter interloquire direttamente con il Comandante, Colonnello Luigi Viel, che mi ha concesso il suo tempo nonostante i pressanti impegni collegati al trasferimento suo e del suo personale nel teatro operativo afghano per assumere il controllo del settore destinato alla Task Force North del Regional
Command West a guida italiana.
É stata una conversazione veramente piacevole nel corso della quale il Colonnello ha espresso una visione positiva del progetto "Vivi le
Forze Armate" in quanto, a suo parere, " ... avvicina i giovani al mondo militare e permette di far comprendere l'essenza di questa scelta
di vita, dando la possibilità ai ragazzi di apprendere quali sono i valori ed i principi che contraddistinguono chi ha fatto questa scelta … ".
… molti suoi colleghi …, come lui, ritengono questi corsi il metodo migliore per trasmettere alle giovani generazioni il senso della "militarità", questo perchè " … è solo tramite il contatto diretto - asserisce il Comandante -, trascorrendo del tempo insieme ai ragazzi ed
alle ragazze del corso che possiamo instillare in loro il senso profondo della vita che noi abbiamo scelto di condurre … ".
Del resto il Colonnello Viel, entusiasta del progetto ha affermato con sicurezza " … con questa iniziativa per me si è aperta una finestra
sul mondo dei giovani e nel contempo ritengo che sia un'occasione per loro da non perdere per farsi un'idea chiara della vita che li attende se scelgono di intraprendere la carriera militare, comprendendo se è la loro strada o se non lo è nonostante condividano i principi
etici e morali che animano i nostri soldati … ".
Secondo la sua opinione il Comandante afferma, poi, che i partecipanti al 2° corso del 2011 sono stati più fortunati degli altri perché
hanno presenziato presso il reparto in un momento cruciale, quale la partenza per una missione difficile come quella in Afghanistan,
cogliendo in tal modo anche gli aspetti dell'impiego fuori area dei militari, sia dal punto di vista operativo che umano.
… In più il Colonnello Viel è stato molto contento che il corso sia stato contraddistinto dalla provenienza dei ragazzi da diverse regioni
d'Italia, perché " … questo consente di portare all'esterno il concetto di essere "sassarino" e di capire quanto la gente sarda ami la "sua
" Brigata, con un affetto pari solo a quello che la gente di montagna ha per gli Alpini … ". Questo perché la Grande Unità nella quale è
inquadrato il Reggimento è ormai l'unico esempio di reparto a provenienza omogenea, caratteristica che permette ancora un maggior
affiatamento degli uomini e delle donne delle diverse unità.
A conclusione del lungo colloquio, poi, il Comandante mi ha illustrato brevemente quello che il 151° Reggimento sarà chiamato a fare nel
corso della missione di pace che lo vedrà impegnato per sei mesi sino all'aprile 2012. … Nel … settore della Task Force North con la
FOB di Bala Mourghab…”.
È stata un'intervista veramente piacevole ed interessante al termine della quale chi vi scrive ha donato al Colonnello una copia autografata dall'autrice del volume "Appunti di storia del Risorgimento", edito dalla Federazione di Sondrio per celebrare i 150 anni dell'Unità
d'Italia.
IL NASTRO AZZURRO
19
ISISC 2011
a gara di tiro internazionale per pattuglie militari denominata "ISISC 2011", si è svolta presso il poligono di
tiro di Tirano nei giorni 10 - 12 giugno. La manifestazione, di cui quest'anno si è festeggiata l'undicesima edizione, la
quarta sotto l'egida dell'Istituto del Nastro Azzurro Federazione Provinciale di Sondrio, ha visto coinvolti nell'organizzazione sia la Federazione, che ha curato la parte logistica della manifestazione e l'accoglienza degli ospiti, sia il
Poligono di Tiro Nazionale - Sezione di Tirano (intitolato il
12 giugno alla M.O.V.M. Conte Luigi Torelli), il cui personale
si è occupato della gestione tecnica di tutta la competizione.
Grande è stato anche in questa edizione il successo
della competizione che ha visto crescere non solo il numero dei team partecipanti, ma anche, grazie all'innesto di
nuove rappresentanze ed al ritorno della compagine composta da militari in servizio attivo, il livello tecnico della gara.
Di particolare rilievo il fatto che per la prima volta in
assoluto la manifestazione ha avuto il patrocinio del
Ministero della Difesa, (circostanza che rappresenta per la
Federazione un ennesimo importante successo e dimostra
come l'attività svolta dall'Istituto nella Provincia di Sondrio
anche sotto l'aspetto sportivo-militare sia oltremodo
apprezzata dagli Enti Militari) cui si sono affiancati quelli già
consolidati del Comando Militare Esercito Lombardia, della
Regione Lombardia - Assessorato allo Sport -, della
Provincia di Sondrio, del Comune di Tirano e del B.I.M.
A questi si è aggiunto il contributo di numerosi sponsor
privati e degli enti locali, come la Comunità Montana di
Tirano e la Provincia, che hanno consentito di soddisfare
ancora una volta le aspettative dei novanta concorrenti presenti e dei loro accompagnatori.
Come sopra accennato, la competizione ha visto impegnate 30 squadre composte da uomini appartenenti alla
Forze Armate ed ai Corpi di Polizia, sia in servizio che in
congedo, provenienti da diverse regioni d'Italia e da Stati
Esteri (es. Polonia, Olanda, Svizzera) nonché un team della
Polizia di Stato, uno dell'Arma dei Carabinieri ed uno del
L
20
Comando
Nato
di
Solbiate Olona.
La manifestazione ha
avuto inizio venerdì 10
con l'arrivo dei concorrenti dall'Italia e dall'estero ed il briefing tecnico
tenuto dal Presidente
della Federazione Cav.
La cerimonia in onore
Alberto Vido e dal
dei Caduti ha aperto la
Segretario del Poligono
manifestazione
1° Cap. Piero Noli, presso
la sala messa gentilmente
a disposizione dalla Banca
Popolare di Sondrio. È
proseguita, poi, il sabato
di buon mattino in Piazza
Marinoni
con
l'Alzabandiera e l'Onore
ai Caduti alla presenza del
Prefetto della Provincia di
Sondrio, dott. Erminia
Rosa Cesari, che dopo gli
onori ha passato in rassegna lo schieramento
comandato
dal
1°
Capitano Piero Noli e
composto dalle squadre partecipanti e dai Labari e Vessilli
della Associazioni d'Arma rappresentate. Oltre al rappresentante del Governo erano presenti il Questore e le autorità civili e militari cittadine.
Nel corso della cerimonia di apertura il Presidente della
Federazione Cav. Alberto Vido ha dato lettura del messaggio di saluto che ha fatto pervenire l'On. Avv. Ignazio La
Russa, Ministro della Difesa, impossibilitato a presenziare di
persona alla manifestazione.
Al termine il Prefetto si è trasferita al Poligono di Tiro
per una visita, seguita dagli oltre 80 concorrenti.
Conclusa la visita del Prefetto, ha avuto inizio la competizione che nel corso di quest'ultima edizione è cresciuta
ulteriormente di livello sotto l'aspetto agonistico e tecnico
proprio grazie all'inserimento di nuove squadre provenienti
dalla Svizzera ed al ritorno dei nostri soldati della Base
NATO di Solbiate Olona, ed ha visto i concorrenti impegnati, oltre che nelle tradizionali prove di tiro di precisione a 50
metri con Carabina cal. 22 e 100 metri, con il fucile ex ordinanza Garand M1, anche in una sessione di tiro "di combattimento" (sagome girevoli con apertura temporizzata) con
pistola a 25 metri ed in una prova di tiro dinamico su percorso con bersagli mobili e "ostaggiati" (vale a dire con
interposto un target da non colpire tra il tiratore ed il bersaglio reale), nella quale sono state impiegate ben tre diverse armi.
Tale ultima sessione di gara, in particolare, ha messo in
luce le reali capacità tecniche dei concorrenti in quanto alla
precisione del tiro dovevano unire la velocità di completamento del percorso, considerato che il tempo di esecuzione contribuiva alla formazione del punteggio complessivo,
dovendo quest'ultima parte della competizione simulare
un'azione di combattimento.
Per quanto concerne i tiratori locali debbono essere
segnalati numerosi ottimi piazzamenti, con una media di 6
concorrenti locali nei primi 20 classificati di ogni specialità,
a dimostrazione della preparazione tecnica ed atletica delle
IL NASTRO AZZURRO
squadre valtellinesi che possono crescere ulteriormente di
livello nei prossimi anni.
In particolare:
– il quarto posto del Sottotenente di Vascello Massimo
Bongiorni, il sesto del Capitano Camillo Bianchini, l'ottavo del VV.FF. Luigi Carbone, il nono del Sergente Franco
Silva, il decimo del M.llo A. SUPS Antonio Sottile,
Comandante della Stazione CC di Ardenno, ed il decimo del VV.FF. Marco Datelmi nel tiro con fucile Garand
M1 a mt. 100;
– il terzo posto del Trasmettitore Alberto Bozzi, il quinto
del Caporale Paracadutista Davide Ravanetti, il sesto del
M.llo A. SUPS Antonio Sottile, il quattordicesimo del
Trasmettitore Giorgio Ferrario ed il diciottestimo del
Brigadiere Claudio Del Curto del Nucleo Informativo
del NORM di Sondrio, nel tiro con pistola cal. 9 X 21;
– il primo posto del VV.FF. Luigi Carbone, il terzo del
Capitano Camillo Bianchini, il settimo del Brigadiere
Claudio Del Curto, il nono del Trasmettitore Alberto
Bozzi, il tredicesimo del Sottotenente Stefano
Boninsegna, il quindicesimo del Sergente Franco Silva ed
il diciottesimo del Caporale Paracadutista Davide
Ravanetti nel tiro con carabina cal. 22 a mt. 50;
– il quarto del Capitano Camillo Bianchini, il sesto del
Sottotenente di Vascello Massimo Bongiorni, il settimo
del VV.FF. Luigi Carbone, il decimo del M.llo A. SUPS
Antonio Sottile, il dodicesimo del VV.FF. Marco Datelmi,
il quattordicesimo del Brigadiere Claudio Del Curto, il
quindicesimo del Sergente Franco Silva, il diciottesimo
del Caporale Paracadutista Davide Ravanetti ed il diciannovesimo del Trasmettitore Alberto Bozzi nella combinata individuale;
– il quinto posto della squadra n° 2 del Gruppo ANMI di
Sondrio, l'ottavo della squadra del Comando Provinciale
dei Carabinieri di Sondrio (M.llo A. SUPS Sottile, M.llo
Ord. Monaco, Brig. Del Curto), il nono della squadra n°
1 della Federazione di Sondrio del Nastro Azzurro (Cap.
Camillo Bianchini, S. Ten. Stefano Boninsegna, Serg.
Franco Silva), nella classifica combinata a squadre;
– il secondo posto, primo delle squadre italiane, della
squadra del Comando NATO di Solbiate Olona, nella
quale gareggiava il nostro Segretario Avv. Federico Vido,
l'ottavo della squadra n° 2 della Federazione Di Sondrio
dell'Istituto, il nono della squadra del Comando
Provinciale dei Carabinieri di Sondrio nella prova di tiro
dinamico.
In serata le premiazioni nel corso della Cena di Gala
hanno visto la presenza del Sindaco e dell'Assessore allo
sport del Comune di Tirano, del Capitano Prete,
Comandante la Compagnia dei CC di Tirano e del Tenente
Spanò, comandante della Tenenza di Bormio della GdF.
La gara ISISC, nel corso di questi anni è venuta ad assumere sempre maggiore rilevanza e costituisce un appuntamento fisso sia nel panorama delle gare di tiro sia del locale poligono che nel calendario delle competizioni di carattere militare, vuole essere non solo una manifestazione
sportiva di livello, ma anche un momento di incontro e di
confronto tra membri attivi e non delle forze armate di
Paesi che, in questo momento cooperano in diversi teatri
operativi nel contesto di missioni di Peace Keeping o di
Peace Enforcing.
Nel contempo non si può nascondere che la competizione viene ad assumere una connotazione di rilievo anche
in ordine alla conoscenza della Provincia di Sondrio, della
città di Tirano e del suo territorio al di fuori dei confini
della Regione Lombardia, anche in considerazione del fatto
che l'organizzazione ha da sempre curato di cogliere l'occasione per far conoscere agli ospiti le bellezze culturali e
paesaggistiche oltre che le specialità enogastronomiche
della Valle.
Del pari la gara ISISC rappresenta anche per l'Istituto un
ottimo biglietto da visita a livello nazionale ed internazionale e dimostra il grandissimo attaccamento del nostro Ente
Morale alle Forze Armate e la volontà di contribuire a rinsaldare i legami tra i militari in congedo e quelli attualmente in servizio.
Maristella Ravelli
(Socia Federazione di Sondrio)
Il Prefetto passa in rassegna i concorrenti
IL NASTRO AZZURRO
21
UNA RIFLESSIONE
llo scoppio della seconda guerra mondiale,
mio padre Aurelio, nato nel 1909, fu strappato alla sua Imola e alla serenità della vita
civile e richiamato, come ufficiale di complemento, al VI Reggimento Bersaglieri di Bologna. Il
comandante era il colonnello Umberto
Salvatores e l'aiutante maggiore il tenente colonnello Ercole Felici.
Mio padre fu inviato con l'intero reggimento
in un primo tempo sul fronte jugoslavo e, in seguito, sul fronte russo (prima CSIR e poi ARMIR).
Nell’avanzata in Russia rinunciò alla nomina a ufficiale istruttore della Scuola Allievi Sottufficiali
Bersaglieri di Bobrusko - Villa del Nevoso in Istria,
a migliaia di chilometri dal fronte (che gli sarebbe
spettata come capitano con maggiore anzianità di
nomina) per non abbandonare al loro destino i
300 uomini della sua 3^ Compagnia, che avrebbero continuato quotidianamente a rischiare la vita
in prima linea. Meritò un encomio solenne, una
Medaglia di Bronzo "sul campo" e una Medaglia
d'Argento al Valor Militare.
Sull'ansa del Don, punto di massima avanzata
delle nostre truppe, quando la sua terza compagnia era ridotta a meno di venti uomini, fu ferito da un
proiettile di parabellum che, esploso da una decina di
metri, lo colpì all'emitorace sinistro. Restato per ore a
perdere sangue nella "terra di nessuno" fra le opposte
linee, fu infine quasi miracolosamente salvato dal bersagliere Quinto Ascione di Cervia che, per tale azione, fu
decorato di Croce di Guerra al Valor Militare e sarebbe
A
Aurelio Barnabè sul fronte jugoslavo
22
poi caduto pochi giorni dopo, meritando la Medaglia
d'Oro "alla memoria".
Mio padre, dopo alcuni mesi in pericolo di vita, infine
si riprese e tornò alla vita civile e alla sua attività di dirigente bancario.
Io fui sottotenente medico di complemento al 6°
Battaglione Genio Pionieri di Bologna dal giugno 1972 al
giugno 1973. In tale veste fui spesso Medico di Guardia
all'Ospedale Militare di Bologna, intestato al S. Ten. Med.
Lino Gucci, già ufficiale medico al 6° Reggimento
Bersaglieri sul fronte russo e Medaglia d'Oro "alla memoria". Il Medico di Guardia in un ospedale militare, per
regolamento, deve presentarsi agli ufficiali superiori eventualmente ricoverati e dichiararsi burocraticamente a
loro disposizione. In una delle mie guardie furono contemporaneamente ricoverati sia Umberto Salvatores che
Ercole Felici (nel frattempo divenuti generali). Quando mi
presentai al loro cospetto e appresero che ero figlio di
Aurelio, da loro definito "uno degli ufficiali più valorosi del
reggimento", espressero il desiderio di rivederlo.
L'incontro avvenne in quello stesso pomeriggio e vide i
tre reduci con gli occhi lucidi al ricordo delle tante traversie passate.
Alcuni anni dopo, nel marzo 1993, quando i pochi resti
di Ascione rientrarono dalla Russia, mio padre fu invitato
a presenziare alla cerimonia che si sarebbe tenuta a
Cervia. Benché fosse già in precarie condizioni di salute,
volle essere da me accompagnato e, dopo i meno partecipi discorsi ufficiali, posando la mano con affetto riconoscente sulla piccola urna, pronunciò poche e toccanti
parole fra l'intensa commozione dei presenti, convenuti
numerosi in quella luminosa giornata di fine inverno. Ciò
mentre io riflettevo che solo grazie all'eroismo di Ascione
in quel lontano agosto 1942 mio padre era sopravissuto
ed io avevo avuto la possibilità di nascere nel maggio
1944.
Pochi mesi dopo anche mio padre avrebbe terminato
la sua corsa terrena. Trascorsi ora circa altri venti anni
sento anche per me avvicinarsi il traguardo.
Mario Barnabé
IL NASTRO AZZURRO
ELENCO DELLE FEDERAZIONI
FEDERAZIONE
ALESSANDRIA
RECAPITI
Via Pontida,46 - 15121 Alessandria Tel.0131.231172
PRESIDENTE O
COMMISSARIO (*)
APERTURA
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Gen. Attilio POLITANO
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Corso Einaudi 44 – 14100 Asti – Tel/Fax
0141.530408
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BARI
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080.5541443 – Cell.3401535050 [email protected]
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Belluno – Tel.0437.30651
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Geom. Italo SAVASTA (*)
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Via I.Polcari 7 – 82100 Benevento
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SANDIGLIANO
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AOSTA
AREZZO
ASCOLI PICENO
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Via dello Sportico 27 – 52025 Montevarchi
(AR) – Cell. 3395792396 –
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Piceno – Cell.3471157983
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ASTI
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BERGAMO
BIELLA
BOLOGNA
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Sabato h.9.30-11.30
BRINDISI
Via Spalato 12 – 72100 Brindisi Tel.0831.590198
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Via dei Giudicati 17 – 09131 Cagliari –
Tel.070.402644
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Tel.0874.413794
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Da Lun. a Ven.
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Cav.Uff. Antonio DI
GIROLAMO
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MASTRANTUONI
da Lun. a Ven.
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CASERTA
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Tel.0823.324695 – Cell.3385779632
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CATANIA
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Catania - tel.095.932283
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Mar/Mer/Ven
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CAGLIARI
CAMPOBASSO
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Tel.0871.348603
IL NASTRO AZZURRO
23
COMO
Salita dei Cappuccini 18 – 22100 Como –
Tel.031.308108
Comm. Giuseppe REINA
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Rag. Alberino MAZZUCA
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Maggiore Dr. Claudio
MANTOVANI
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CREMONA
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Cell.3313551579 – 3289114679
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Via Virgilio Poeta 2 – 23883 Brivio (Lc)
Cell. 335.7204522
CUNEO
C/o Via Bodoni 46 - 12037 Saluzzo (CN)
tel.0175–42418 – cell.349 1319948
FERRARA
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Ferrara – Tel.0532.203368
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Via S.M. Maddalena 1 – 50010 Caldine (FI) –
Tel.055.211087
FIRENZE
FOGGIA
Via Marchianò 46 – 71100 Foggia –
Tel.0881.636341
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CORVINO
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FORLI’
Viale Roma 18 – 47100 Forlì
Cell.336788589
Magg. Vittorio ALVISI’
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Cav. Alberto IANNACE
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Salita San Francesco da Paola 44– 16126
Genova – Tel.010.398113
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Via D. D’Aosta 143 – 34170 Gorizia – Tel.
0481.520935
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Mercoledi
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Sig. Rinaldo ROMANO
Martedì
h.10-12
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Cavaliere del Lavoro Giacomo
ALBERTI
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Viale Amendola 196 – 19100 La Spezia –
Tel.0187.716204 – Cell.347.1990911
Mar.llo Renzo PEDRIGI
Mar/Gio/Sab
h.9-11
Piazza S. Marco 4 (c/o Casa del
Combattente)– 04100 Latina –
Tel.0773.693357
Via Flascassovitti 25 – 73100 Lecce –
Tel.0832.308190
Cav. Luigi CASALVIERI
Lun/Ven
h.10-12
Cav. Luigi DELICATO
da Lun. a Ven.
h.9-11
S.Ten. Giuseppe FACCINETTO
Mar/Ven.
h.17-19
Via Piave 13 – 57123 Livorno –
Tel.0586.896711
Ing. Giovanni ANDREANI
Martedi
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LUCCA
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Tel.0583.59612
C.A.(aus) Nunzio PELLEGRINO Sabato
h.11-12
MACERATA
Piazza Annessione 12 - 62100 Macerata –
Tel./Fax 0733.232450 – Cell.360.369662
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Corso Vittorio Emanuele 35 – 46100
Mantova – Tel.0376.322512
Sig.ra Cav. Sandra VECCHIONI
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Cav.Uff. Leonardo SAVI
Lun/Mer/Ven
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Galleria Leonardo da Vinci 4/1 - 54100
Massa – Tel.0585.44796
Gr.Uff. PierPaolo BATTISTINI
Mar/Gio h.16-18
Sabato h.10-12
Viale Europa 162 – 98123 Messina - Cell.
3288972643
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RANDAZZO
Mercoledì 17:00-19:30
Martedì su appuntamento
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GENOVA
GORIZIA
GROSSETO
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58019 Porto S.Stefano (GR)
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LA SPEZIA
LATINA
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LECCO
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LIVORNO
MANTOVA
MASSA-CARRARA
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24
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80132 Napoli – Tel.081.7640758
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Novara – Tel. 0321.612130
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Riviera S. Benedetto 30/A – 35139 Padova –
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Settimo) – 90138 Palermo – Tel.091.308108
Gen.D.(ca) Delio COSTANZO
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Mer
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Geom. Giuseppe RONCHETTI
Da Lun a Sab
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Col.Dr. Giancarlo Giulio
MARTINI (*)
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PORDENONE
Via dell’Aviere 1 – 33170 Pordenone –
Tel.0434.361611
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POTENZA
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85100 Potenza
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RAVENNA
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REGGIO CALABRIA Salita Cappuccinelli dir. Zag.8 – 89123 Reggio
Calabria – Tel.0965.22046
REGGIO EMILIA
RIETI
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Reggio Emilia – Tel.0522435394 – Cell.
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TRENTO
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Gio h.9.30-11.30 e 16-18
Ven h.8.30-10.30
IL NASTRO AZZURRO
NOTIZIE IN AZZURRO - NOTIZIE IN AZZURRO
CERIMONIA DI CAMBIO DI COMANDO DEL PAVONE
Il 9 settembre 2011 si è svolta, presso l'aeroporto militare di Rimini, la cerimonia di cambio del Comandante del 48° Gruppo
Squadroni Elicotteri "Pavone", tra il Colonnello pilota Giuseppe Potenza, comandante cedente, e il Tenente Colonnello pilota Francesco
Spadolini, subentrante, alla presenza del comandante della Brigata Aeromobile
"Friuli", Generale pilota Filippo Camporesi e del Colonnello pilota Salvatore
Annigliato, comandante del 7° Reggimento Aviazione dell'Esercito "Vega". Il "Pavone",
nei due anni di comando del Colonnello Potenza, ha volato per oltre 1500 ore con
gli elicotteri A129 "Mangusta" e A109. In particolare, 600 ore di volo sono state
effettuate dagli elicotteri da esplorazione e scorta in Afghanistan dove, nel 2010, il
Gruppo di volo ha operato per sei mesi nell'ambito della missione ISAF.
Il Colonnello Potenza lascerà Rimini per assumere un nuovo incarico alle dirette
dipendenze dello Stato Maggiore dell'Esercito, presso il Centro di Simulazione e
Validazione di Forza Armata a Civitavecchia. Il Tenente Colonnello Spadolini, 42 anni,
sposato e padre di due figli, proviene dall'Army Aviation Center of Excellence di
Fort Rucker in Alabama negli Stati Uniti, dove ha svolto l'incarico di Ufficiale di collegamento nazionale per due anni.
LANCIATO IL TIANGONG-1 PRIMO PASSO PER LA STAZIONE SPAZIALE CINESE
Il 29 settembre 2011 è stato lanciato, alle 15,15 il Tiangong-1 (Palazzo Celeste)
che rappresenta per Pechino l'avvio del terzo passo necessario per insediare l'uomo intorno alla Terra. Il primo era la realizzazione della navicella abitata Shenzhou
per partire e tornare sulla Terra, il secondo la realizzazione delle tecnologie
necessarie per le passeggiate spaziali con tute adeguate e per gli agganci in orbita tra veicoli diversi, il terzo la costruzione di una base orbitale. L'obiettivo cinese è di avere entro il 2020 una stazione formata da tre moduli (ciascuno di 20
tonnellate) e pesante complessivamente 60 tonnellate, quindi molto più piccola
della stazione internazionale Iss che raggiunge le 400 tonnellate, che garantirà
comunque una presenza e un'autonomia di grande valore tecnologico e politico
oltre che militare.
CROCE D'ONORE AL CAP. MASSIMO RANZANI
Al Cap. Massimo Ranzani, nato a Ferrara e deceduto il 28 febbraio 2011 in un attentato contro truppe italiane in Afghanistan, in data
27 luglio 2011 è stata conferita la Croce d'Onore per le vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e
civili all'estero, con la seguente motivazione:
Giovane Ufficiale del 5° Reggimento Alpini dalle straordinarie qualità umane e morali. Comandato in teatro afghano, si prodigava con grande
perizia e professionalità per il pieno assolvimento degli obiettivi della missione. Il 28 febbraio 2011, durante un trasferimento dopo un'attività di
sostegno sanitario alla popolazione locale, veniva investito, nei pressi dell'abitato di Adraskan, dall'esplosione di un ordigno improvvisato, proditoriamente occultato da terroristi lungo il percorso dell'autocolonna, immolando la propria vita nell'adempimento del dovere. Chiaro esempio di
elette virtù militari, elevato senso del dovere e dedizione al servizio che, con il suo estremo sacrificio, ha contribuito ad accrescere il prestigio
dell'Esercito e dell'Italia, tenendo alti gli ideali di pace e solidarietà.
Adraskan (Afghanistan), 28 febbraio 2011
SACRARIO SFREGIATO DA PICCIONI E ALLAGAMENTI
Il Sacrario Militare di Oslavia, che conserva le spoglie di 57.740 soldati italiani morti nella Grande guerra nonché di 540 militari
austroungarici, versa in condizioni disastrose. La copertura dell'edificio presenta grandi squarci che l’hanno trasformata in una sorta
di monumentale voliera, con tutti gli annessi e connessi, di una colonia di piccioni, dal guano alle uova rotte. Inoltre, dalle fratture sulla
sommità dell'edificio la pioggia cade sulla grata posta sul pavimento della sala centrale, e di lì filtra sopra la cripta che custodisce le
spoglie delle Medaglie d'Oro e del generale Achille Papa, caduto sulla Bainsizza. L'umidità sta scrostando la vernice. Infine, le quattro
aule semi interrate, che corrispondono alle torri del monumento, sono allagate. L'acqua filtra attraverso il terreno, ed è evidente che
da anni c'è bisogno di manutenzione: il calcare ha formato stalattiti sotto gli archi delle porte e le pareti sono incrostate dalle muffe.
Sul pavimento l'acqua si accumula in grandi pozzanghere, l'umidità ha addirittura oscurato parte dei nomi dei militari sulle pareti.
Il Sacrario Militare di Oslavia fu costruito nel 1938 su progetto di Ghino Venturi. È un'opera faraonica, caratteristica del periodo in
cui fu realizzata: indubbiamente un luogo suggestivo. Di certo non merita di essere abbandonato così.
LIBERTÀ DI INFORMAZIONE
La Corte di Giustizia Europea, con la sentenza a dir poco storica del 24 Novembre, ha sancito che i sistemi di filtraggio generico su
Internet violano diritti fondamentali dei cittadini europei, incluso il diritto alla libera circolazione delle informazioni on-line.
La protezione dei copyright non può essere applicata a spese di altri diritti fondamentali come la libertà di informazione e la tutela
della privacy, ha stabilito la Corte, che ha emesso la sua sentenza in seguito alla richiesta di appello del Tribunale di Bruxelles sul caso
SABAM-Scarlet. La SABAM (Società belga Autori Compositori e Editori Musicali) aveva intrapreso un'azione legale nei confronti della
Scarlet Extended, un Internet provider che si era rifiutato di applicare filtri o blocchi per impedire di scaricare illegalmente opere
musicali coperte da copyright della SABAM.
IL NASTRO AZZURRO
27
CONTEMPORANEAMENTE ALL’UNITÀ
D’ITALIA, LA GUERRA DI SECESSIONE
collezionare sconfitel
2011,
mentre
te, inviò un invito a
l'Italia celeGiuseppe Garibaldi,
brava l'Unità della
allora all'apice della
nazione avvenuta
notorietà mondiale
centocinquant'anni
per l'impresa dei
fa, gli Stati Uniti
Mille, avvenuta l'and'America hanno
no precedente, chiericordato
l'inizio
dendogli di assumedella guerra di secesre il comando di una
sione che mise il
sua armata. Egli
Nord, industriale
rifiutò il lusinghiero
contro il Sud, agricoinvito,
essendo
lo. Una guerra fratriimpegnato nell’orgacida che, per quasi
nizzazione di una
cinque anni, spaccò
spedizione dei suoi
l'unità della giovane
volontari tesa alla
nazione, procurando
Ulysses Grant
liberazione di Roma.
la perdita di circa seiCome si scrivecentomila combatva, le cose stavano
Robert Lee
tenti, una cifra impressionante da paragonare soltanto alle
andando male per
due guerre mondiali.
l'esercito nordista
Il conflitto ebbe inizio nel 1861 un anno dopo l'eleziofino a quando gli venne messo a capo il generale Ulysses
ne del 16° presidente degli Stati Uniti, il repubblicano
Grant che, con la vittoria militare di Vikisburg, seppe rieAbramo Lincoln, di professione avvocato e strenuo sostequilibrare la situazione fortemente compromessa. Il
nitore della causa per l'abolizione della schiavitù che allogenerale Lee, con una manovra diversiva e temeraria,
ra era imperante negli stati del sud ad economia fortecercò di penetrare nel territorio unionista ma venne
mente agricola. Gli schiavi erano prevalentemente utilizduramente sconfitto nella battaglia di Gettysburg. Il
zati dai numerosi latifondisti che impiegavano questa gragenerale Grant a sua volta scatenò una violenta controftuita mano d'opera per la fiorente coltivazione del cotofensiva, mettendo a capo di questa manovra in profondità
ne. Ma se la causa dello scoppio del conflitto si basava su
il collaboratore generale Sherman che distrusse tutto sul
una nobile causa, quella dell'abolizione della schiavitù, i
suo cammino. Venne messa a ferro e fuoco la città di
motivi di questa guerra erano da attribuirsi al profondo
Atlanta in Georgia il cui devastante incendio ci è raccondivario economico esistente fra Nord e il Sud: fortementato nel romanzo, poi diventato
te industrializzato il primo, tradifilm, "Via col Vento". Schiacciato da
zionalmente agricolo il secondo.
una potenza di uomini e di armaGli stati del Sud si staccarono
menti poderosa, il generale Lee si
dall'Unione organizzando un loro
arrese al generale Grant nella
esercito, proclamando capitale
località di Appomattox nel 1865.
della confederazione sudista la
La sanguinosa e fratricida
città di Richmond ed eleggendo in
guerra era terminata ma pochi
antitesi con Lincoln un loro presimesi dopo, mentre si trovava ad
dente: Jefferson Davis. A capo deluna rappresentazione teatrale, il
l'esercito sudista misero un abilispresidente Abramo Lincoln che,
simo generale, Robert Lee, che
dopo il conflitto si stava prodiganaveva precedentemente rifiutato
do per una riappacificazione coml'invito di Lincoln ad assumere il
pleta fra vincitori e vinti, venne
comando generale dell'esercito
brutalmente assassinato.
dell'Unione. Benché notevolmente
Terminava tragicamente un
inferiore come numero di combatlungo conflitto foriero di consetenti e di armamenti del contrapguenze negative che pesarono
posto esercito nordista, grazie alle
nelle coscienze del popolo americano negli anni che seguirono.
notevoli capacità strategiche ed
organizzative del generale Lee, i
sudisti all'inizio del conflitto riporAzzurro Alessandro Albertini
tarono dei grandi successi militari
Vice presidente della
al punto che Lincoln, scontento dei
Federazione Provinciale di
Abraham Lincoln
suoi generali che continuavano a
Brescia
N
28
IL NASTRO AZZURRO
IL CIMITERO CHE NON C'È PI Ù
Bardia (Libia): il cimitero seminascosto nell’uadi
Latitudine 31° 45' 47.67" N
Longitudine 25° 5' 26.28" E
a civiltà di una Nazione si misura dal livello della sua
memoria storica, parametro fondante l'umanità dai suoi
primordi, dove la sepoltura dell'Eroe rappresentava l'apoteosi della tribù. Epifania della difesa del gruppo, il guerriero era sepolto con gli onori del semidio, il suo culto era eretto a totem della tribù e a mito fondatore dei singoli clan (le
famiglie all'interno del gruppo). I cimiteri di guerra sono la
continuazione di quella mitologia e il loro rituale simboleggia
il retaggio di una Nazione, al di sopra del bene e del male che
appartiene al giudizio storico. Sono migliaia, sparsi nel mondo
sotto ogni latitudine, piccoli, grandi, monumentali, poveri, ma
sempre mantenuti dall'orgoglio di una memoria debitrice.
Sempre? L'Italia fa eccezione.
Nell'iconoclastia che ha come alibi la frattura storica del
1945, travolti da una società male uscita dalla guerra i paradigmi che l'avevano resa Nazione, la nostra memoria ha
preso la via della cancellazione progressiva, trasformando
l'Eroe caduto nella difesa della Bandiera in un ostaggio del
progresso sociale. Ne è esempio cupo il piccolo cimitero di
guerra a mezz'ora da Bardia, Libia orientale, a pochi chilometri dal confine con l'Egitto verso il mare. In un wadi senza
nome, raggiungibile solo a piedi, appare improvviso uno spazio tracciato da resti di pietre poste a protezione di una trentina di cicatrici acciottolate sulla terra arsa, tombe di guerra
disfatte dalla paura del ricordo. Non ci sono più nomi, solo
pietre divelte e lo spezzone terribile di una lapide che ricorda l'epicentro di fatti e nomi entrati nella leggenda della guerra desertica, appuntati sugli Stendardi dei nostri Reggimenti:
Bardia, Sollum, passo Halfaya, ridotta Capuzzo, Sidi Omar.
Peggio, l'area intorno è interessata dallo sviluppo di
L
IL NASTRO AZZURRO
resorts turistici che hanno già inglobato nelle fondamenta le
tombe sparse, capitali italiani offshore e ruspe turche che
solo i bombardamenti della NATO hanno (per ora) fermato.
Tripudi di vacanzieri, faccendieri, mafiosi, magnaccia, evasori
malati di esotismo balleranno e si ubriacheranno in giardini
artificiali arredati con pietre che furono copertura alle bare
dei nostri Soldati, scavate a filo di terra perché sotto c'è roccia. È l'Italia che avanza sulla sua storia, quella dei nostri Eroi
che ritornano a morire nel vento del deserto.
Tomaso Vialardi di Sandigliano
(Presidente della Federazione di Biella-Vercelli)
“Debito fotografico: Franco Dal Bello”
Bardia (Libia):una pietra tombale ricomposta dopo
la violenza
29
STORIA DEL CANTIERE
NAVALE DI
CASTELLAMMARE DI STABIA
oluto dal ministro del Regno borbonico John Francis
Edward Acton in una città, come Castellammare di
Stabia, che vantava antiche tradizioni marinare e cantieristiche, la data di nascita del cantiere navale la si può far
risalire al dicembre del 1780 allorquando il sovrano firmò
un Dispaccio Reale nel quale si legge:
“Ferdinando IV dei Borboni, in attestato della sua Sovrana
beneficenza su questa città, dispone che a Castellammare di
Stabia si fosse aperto un cantiere per la costruzione delle Reali
Navi”.
In seguito alla costruzione del cantiere navale,
Castellammare divenne, così, la seconda città commerciale
del Regno e sede, in seguito, della prima "Società di
Navigazione a vapore".
Si utilizzò un antico convento dei Carmelitani e, come
forza lavoro, dei galeotti che venivano ivi destinati ai Bagni
Penali. La scelta operata dall'Acton fu avvalorata dal fatto
che, già alla fine del '500, nella zona stabiese esistevano
numerosi piccoli cantieri navali in grado di costruire imbarcazioni a vela più grandi delle barche da pesca, con un consistente numero di maestri d'ascia che si tramandavano il
mestiere da padre in figlio. Unitamente ai maestri d'ascia
locali e ad altri operai, la forza lavoro, alla fine del '700
ammontava a ben 2006 unità. I galeotti lavoravano l'intera
giornata con una pesante catena ai piedi; furono utilizzati
per i lavori più pesanti ma con possibilità di recupero e
riscatto. Successivamente furono impiegati, oltre ai maestri
d'ascia locali, altri del Regno.
V
30
Una caratteristica dello stabilimento era la presenza di
grandi vasche d'acqua per stagionare il legname da costruzione dei vascelli, sfruttando le proprietà delle acque minerali delle vicine sorgenti. La materia prima era ricavata
anche dalle pendici del monte Faito ed era conservata in
enormi magazzini. Per i servizi fu costruito un acquedotto
che, dalla sorgente dell'Acqua Fredda di Agerola, posta a
circa 1000 metri sul livello del mare, attraverso canalette,
serbatoi e pozzetti di sfioro, portava l'acqua potabile fino al
cantiere.
In una grande sala a tracciare furono disegnate le
costole, i madieri ed altri elementi strutturali dei vascelli
dell'epoca armati di ben 74 cannoni sul modello di quelli
francesi e potenti da far invidia a quelli inglesi. Le navi
costruite a Castellammare fecero divenire l'Armata di
Mare, la seconda Marina del Mediterraneo dopo quella
francese. Vascelli, fregate, corvette prima e pirovascelli e
pirofregate dopo, venivano varati dai tre grandi scali di
costruzione dotati di avantiscalo per permettere il varo
all'interno del porto e non più verso il mare aperto, come
avveniva nei primi decenni. Lo scalo in muratura era dotato di grandi argani per l'alaggio dei vascelli, cioè l'operazione inversa del varo per permette di effettuare, all'asciutto,
il calafataggio della carena ed altri lavori di manutenzione.
Castellammare divenne in breve il più grande cantiere
navale d'Italia. A sua difesa, accanto ai forti di Pozzano e di
Rovigliano già esistenti, fu costruita una batteria casamattata con 30 cannoni, prima del genere in Mediterraneo.
IL NASTRO AZZURRO
La prima nave da guerra costruita a Castellammare fu
la fregata Stabia, l'anno seguente il vascello Partenope, la
fregata Pallade e la corvetta Flora, ed altre navi fino alla
costituzione della Repubblica Partenopea del 1799, durante la cui breve stagione, gli inglesi incendiarono nel porto
di Castellammare il vascello di linea Partenope per non
farlo catturare dai francesi. Il cantiere lavorò senza sosta
anche sotto Murat che fece costruire nel 1810-1811 i
vascelli Capri e Gioacchino.
Ritornato sul trono di Napoli il re Borbone, il cantiere fu ulteriormente ammodernato ed ampliato.
Achille Gigante nel suo "Viaggi artistici per le Due Sicilie"
del 1845, così descrisse lo stabilimento: “Esso fu qui stabilito da Re Ferdiando IV, fin da' primi anni del suo regno, occupandovi un vasto spazio di terreno, nonché l'abolito monastero de'
Padri Carmelitani. Di buone fabbriche lo sussidiò quel principe
e di utensili e macchine necessarie quali a quei tempi poteansi
desiderare. Oggidì è il primo arsenale del regno, e tale che fa
invidia a quelli di parecchi regioni d'Europa. Sonovi in esso vari
magazzini di deposito, e conserve d'acqua per mettere in mollo
il legname, e sale per lavori, e ferriere, e macchine ed argani,
secondo che dagli ultimi progressi della scienza sono addimandati, e mercè dei quali abbiamo noialtri veduto con poco di
forza e di gente tirare a secco un vascello nel più breve spazio
di tempo."
Quello di Castellammare fu un vero cantiere modello
per l'epoca: venivano impiegati nuovi procedimenti tecnici
della nascente rivoluzione industriale formando, così, maestranze altamente specializzate che, in breve, conquistarono fama di eccellenti costruttori navali.
Sotto la dinastia borbonica furono varate dal Real
Cantiere di Castellammare, unità navali tra le più moderne
e veloci dell'epoca, quali le fregate Partenope, Ercole,
Archimede, Carlo III, Sannita ed Ettore Fieramosca, dotate
di macchine da 300 cavalli.
Nel solo ventennio che va dal 1840 al 1860, dal varo del
brigantino Generoso al varo della fregata mista Borbone,
fu varato un totale di oltre 43.000 tonnellate di naviglio, tra
vascelli, fregate, cannoniere, brigantini e cavafondi.
Alla fine degli anni '40 del XIX secolo furono varate
due pirofregate: l'Ettore Fieramosca e il Torquato Tasso. Le
due unità furono fra le prime navi dotate di macchine a
vapore di fattura italiana. Esse, infatti, furono costruite nell'officina di Pietrarsa. Il Reale Opificio, sorto nel 1840,
impiegava oltre 1.000 lavoratori
ed era specializzato nella costruzione di materiale ferroviario e
sperimentava macchine a vapore
navali. Pietrarsa era il più importante stabilimento industriale
d'Italia, precedendo di 44 anni la
fondazione della Breda e di 57
quella della FIAT.
La presenza dell'importante
cantiere navale e della Reggia di
Quisisana fecero si che a
Castellammare si installassero
ben 17 sedi consolari: AustriaUngheria,
Francia,
Gran
Bretagna,
Grecia,
Spagna,
Olanda, Paraguay, Turchia,
Danimarca, Norvegia, Paesi
Bassi,
Portogallo,
Russia,
Sardegna, Svezia e Stati Uniti
d'America.
Dopo il 1860, chiusi i
Consolati accreditati presso il
Regno delle Due Sicilie, il gover-
IL NASTRO AZZURRO
no italiano ampliò ulteriormente il cantiere navale per la
costruzione delle navi in ferro.
L'importanza del cantiere e la professionalità delle sue
maestranze, dopo la sconfitta della flotta italiana a Lissa nel
31
1866, fece dire all'ing. Colombo, fondatore del Politecnico
di Milano che: "… l'unico cantiere in Italia in grado di ricostruire la flotta è quello di Castellammare …".
Superata una crisi nel 1870, vennero costruite diverse
unità in ferro. La corazzata Duilio, progettata da
Benedetto Brin, rappresentò un'ardita rivoluzione tecnica,
presentandosi, tra l'altro, come la nave più grande ed evoluta dell’epoca tanto da attirare l'attenzione delle marine
estere e portare la flotta al terzo posto nello schieramento mondiale.
La nave, varata nel maggio del 1876 alla presenza dello
stesso Brin, commosso più che mai, e delle più alte cariche
dello Stato, nonché di ventimila persone, destò ammirazione ed orgoglio. Umberto I, con tutta la corte, partecipò al
varo unitamente ad ambasciatori ed ingegneri navali anche
stranieri, molti dei quali abbastanza scettici alla sua riuscita. Si racconta che l'ambasciatore cinese, vestito tradizionalmente, al momento del varo si gettò bocconi a terra. Gli
chiesero se si fosse sentito male e questi rispose, con le
lacrime agli occhi: "Ho ringraziato Budda per avermi chiamato ad assistere ad uno spettacolo così commovente e grandioso". Lo stesso ambasciatore statunitense ebbe a dire che la
sola Duilio sarebbe stata in grado di distruggere tutta la
flotta americana!
Nel febbraio del 1880 Garibaldi così scrisse
all'Ispettore del Genio Navale Felice Mattei:
Illustre Mattei
La stupenda riuscita del Duilio onora grandemente voi ed i valorosi collaboratori, sul concetto e nell'attuazione. Io considero la nascita dei quattro colossi della
nostra marina militare, come un vero risorgimento
nazionale, che ci porterà al livello delle grandi potenze
marittime.
Accogliete un cenno di ben meritata lode e tenetemi per la vita vostro.
G. Garibaldi
Nel 1886 il cantiere fu unito alla strada ferrata NapoliTorre Annunziata da un binario che portava, e porta attualmente, materiale ferroso e macchinari per la costruzione e
l'allestimento delle navi. Si consolidò, così, un vasto ed articolato indotto che dava lavoro a migliaia di persone.
Incrociatori, corazzate, navi del tipo ariete-torpediniere, avvisi ed esploratori furono varati a cavallo del secolo
XX. Come non ricordare l'incrociatore San Giorgio che
combatté per ben tre guerre e finì la sua vita operativa
nelle acque di Tobruk nella seconda guerra mondiale?
32
Un altro primato che il cantiere, i suoi tecnici e le sue
maestranze possono vantare, è la costruzione del Dante
Alighieri nel 1910. Unica nave della classe, costruita su progetto del Generale del genio navale Masdea, fu la prima
corazzata al mondo ad avere torri trinate per cannoni e la
prima in Italia ad avere 4 eliche e cannoni monocalibri. Era
la prima dreadnought italiana, cioè una corazzata armata di
grossi cannoni di un unico calibro, simile a quelle inglesi
che, però, avevano attuato le teorie del Generale
Cubiberti, altro progettista e direttore del Regio Cantiere
stabiese.
Intanto, dopo un lungo periodo di pace, salvo la parentesi della Guerra di Libia del 1911-12, l'Europa ed il mondo
furono interessati ad un conflitto di immani proprozioni.
Anche il cantiere partecipò allo sforzo bellico. Tra il
1915 ed il 1918, furono costruiti numerosi pontoni semoventi armati di cannoni navali per arginare l'avanzata degli
austro-ungarici dopo lo sfondamento di Caporetto, zattere da sbarco, treni blindati, piattaforme per cannoni ed
altro materiale bellico.
Negli anni '20 il cantiere, ormai specializzato in navi
militari, subì un rallentamento nelle costruzioni per la Regia
Marina in quanto, per il Trattato navale di Washington, furono limitate le dimensioni delle flotte.
Nel 1939 venne fondata la società Navalmeccanica con
sede a Napoli che incorporava le società Officine &
Cantieri Partenopei, il Cantiere di Vigliena, le Officine
Meccaniche e Fonderie di Napoli, nonché il Cantiere
Navale di Castellammare di Stabia.
Fino al passaggio alla società Navalmeccanica del Regio
Cantiere Navale Stabile, ben 360 bastimenti e galleggianti di
ogni tipo furono varati dai suoi scali. Tra questi 11 navi da
battaglia, di cui la prima fu la Duilio (1876) e l'ultima la
Caracciolo (1920). Gli incrociatori furono 17, di cui l'ultimo fu il Giovanni dalle Bande Nere (1930), nonché due
navi scuola a vela, Colombo (1927) e Vespucci (1931) e la
nave coloniale Eritrea (1937).
Durante la seconda guerra mondiale, il cantiere lavorò
alacremente per la costruzione di naviglio sottile e per la
riparazione di numerose unità. All'atto dell'armistizio, all'indomani del tragico 8 settembre del '43, esso vide la gloriosa lotta ed il successivo sacrificio dei marinai che si opposero, ma inutilmente, alla sua distruzione ad opera dei tedeschi. Per l'azione svolta a difesa delle navi e degli impianti,
furono fucilati il comandante dell'incrociatore Giulio
Germanico, il Capitano di Corvetta Domenico Baffigo,
alcuni ufficiali e marinai. Baffigo per questa azione, fu successivamente insignito di Medaglia d'Oro al Valor Militare,
una delle prime Decorazioni assegnate agli Eroi
della Guerra di Liberazione. Si può affermare,
senza ombra di dubbio, che la Resistenza è iniziata nel cantiere navale di Castellammare ad
opera dei marinai e dei lavoratori!
Per la resistenza opposta ai tedeschi, che si
estese anche nelle altre fabbriche della città e
che vide il sacrificio della vita di decine di cittadini e lavoratori, il 25 gennaio del 2005 il
Presidente della Repubblica Carlo Azeglio
Ciampi conferì alla città di Castellammare di
Stabia la Medaglia d'Oro al Merito Civile con la
seguente motivazione:
"Importante centro del Mezzogiorno, all'indomani dell'armistizio, fu oggetto della violenta reazione delle truppe tedesche che, in ritirata verso il
Nord, misero in pratica la strategia della "terra bruciata", distruggendo il cantiere navale, simbolo della
città eroicamente difeso dai militari del locale presidio, e gli altri stabilimenti industriali. Contribuì alla
IL NASTRO AZZURRO
Il cacciatorpediniere “Ardito” ultima realizzazione
stabiese per la Marina Militare
guerra di liberazione con la costituzione spontanea dei primi
nuclei partigiani, subendo deportazioni e feroci rappresaglie che
provocarono la morte di numerosi concittadini"
Recuperate le navi affondate, alla fine del conflitto, gli
stessi lavoratori contribuirono a ricostruire il loro cantiere; con mezzi di fortuna rimisero in piedi le officine fatte
saltare dai guastatori tedeschi e tutta la città si unì ai loro
sforzi perché il cantiere navale era ed è il cuore di
Castellammare. La vita sociale ed affettiva degli stabiesi è
scandita dal suono della sirena di inizio lavoro, pausa pranzo e fine giornata lavorativa. Ogni famiglia ha avuto un proprio componente tra i lavoratori del cantiere e molte
hanno pianto per la morte sul lavoro di un loro congiunto.
Morte che compare in maniera subdola e silenziosa, anche
a distanza di anni, non più con gli infortuni sul lavoro ma …
ammantata di amianto!
A partire dalla seconda metà degli anni cinquanta la
Navalmeccanica ricevette varie commesse militari e nello
stabilimento stabiese vennero realizzate tre delle
quattro corvette della Classe Alcione, prime unità di
scorta costruite in Italia nel dopoguerra e tre delle
quattro fregate porta elicotteri della Classe
Bergamini, mentre negli anni sessanta sono avvenute le realizzazioni degli incrociatori lanciamissili portaelicotteri Caio Duilio e Vittorio Veneto.
Numerose navi mercantili e passeggeri furono
varate in questo periodo. Nel 1953 si registrò un
interessante avvenimento scientifico e tecnologico:
l'assemblaggio del batiscafo Trieste dello scienziato
svizzero Auguste Piccard. La valentia delle maestranze stabiesi suscitò l'ammirazione dello scienziato
che, sicuro, collaudò il batiscafo nelle acque delle
bocche di Capri e il 23 gennaio 1960 scese fino alla
profondità di 10.900 metri nella Fossa delle
Marianne, punto più profondo del pianeta Terra.
Con il riordino del settore cantieristico, il 22
ottobre 1966 venne fondata la società Italcantieri
facente parte del gruppo IRI con sede a Trieste. La
nuova società integrava le attività cantieristiche già
facenti capo all'Ansaldo di Genova, ai Cantieri Riuniti
dell'Adriatico di Trieste e alla Navalmeccanica.
L'ultima realizzazione per la Marina Militare fu il cacciatorpediniere Ardito varato nel 1972 che fu anche l'ultima
unità militare italiana a vapore.
Con l'Italcantieri, Castellammare fu deputata a costruire navi ad alta tecnologia. Fino al 1987 furono costruite
diverse navi tra cui 4 traghetti della serie Poeti, la Saipem
Due, destinata alle trivellazioni petrolifere nel fondo marino, e numerose cisterne. La forza lavoro, compreso l'indotto, si aggirava sulle 2000 unità. Ma la crisi stava montando,
IL NASTRO AZZURRO
oltre che per i risvolti di politica marittima internazionale,
anche perché si ebbe una concentrazione a Trieste dei servizi di progettazione e commerciali-amministrativi.
Ormai un patrimonio di professionalità vecchio di 200
anni, si era definitivamente perduto. Restava solo la bravura delle maestranze e dei tecnici di cantiere.
Nel 1983 nasce la Fincantieri, sempre con sede a
Trieste, che destina al cantiere di Castellammare una quota
irrisoria rispetto agli investimenti programmati. Ciò nonostante vengono costruite delle navi bulk-carrier per la
Deiulemar. Gli addetti scendono al di sotto delle 1800
unità e con un ricorso massiccio alla cassa integrazione.
Benché il lavoro scarseggi, si costruiscono solo poche
unità per la società Grimaldi e Lloyd Triestino, vengono,
però effettuati dei miglioramenti strutturali. Gli addetti continuano a scendere di numero: ci sono 1000 lavoratori!
Gli investimenti strutturali ed organizzativi introducono il progetto "qualità totale" e Castellammare risponde
positivamente anche a questa sfida.
Il 19 marzo del 1992 il Papa visita il cantiere però le
commesse continuano a mancare. Ma, appena due anni
dopo, la china viene risalita. Si costruiscono bulk carrier
per gruppi armatoriali meridionali come i D'Amato, la
Deiulemar e la Grimaldi, mentre la minaccia dei cantieri
orientali incombe sempre sulla cantieristica nazionale, stabiese in particolare. La città avverte che il suo cantiere
rischia grosso e si stringe attorno ai lavoratori. Attraverso
alterne vicende si arriva al famigerato piano industriale del
2011 presentato dalla Fincantieri che prevede la chiusura
del cantiere di Castellammare, di quello di Sestri Ponente
ed altri ridimensionamenti.
Una politica miope ed irresponsabile, senza criterio né
comprensione, vuole uccidere Castellammare ed il suo hinterland, buttando sul lastrico migliaia di persone in una
zona difficile che, però, ha conosciuto, nel corso della sua
lunga storia, periodi migliori di prosperità e fama.
Varo di un traghetto per la “Grimaldi Lines”
Castellammare, senza il suo cantiere navale, non è niente. La storia ha intrecciato in maniera inscindibile i destini
di queste due realtà. Il cantiere navale non può e non deve
essere chiuso, deve poter ritornare ai suoi antichi splendori e mandare per i mari del mondo il frutto del lavoro e
della professionalità dei suoi lavoratori che sono in grado
di affrontare le sfide del futuro, supportati dalla città e dal
comprensorio.
Antonio Cimmino
(Socio della Federazione di Napoli)
33
CIAO BEPI!
Il 19 ottobre, col trasferimento a Saporoshie, la zona di
l 25 Febbraio 2011 il Generale di Brigata Aerea Giuseppe
combattimento divenne più difficile. Le missioni continuavano
Biron ci ha lasciati per il suo ultimo decollo. Non lo rime "Rata" e "Super Rata" venivano distrutti al suolo ed in compiangeremo mai abbastanza e sarà sempre qui con noi perbattimento. Il 5 febbraio Biron abbatté un "Rata". Il 18 febbraio
ché è stato un uomo del tutto particolare sia come aviatore
si trovò solo con una serie di nemici che lo
che come persona.
inseguivano e gli ridussero l'aereo come un
Gli sono state accreditate 20 vittorie
colabrodo. Seguirono altri attacchi e combataeree, ma bisogna tener conto che mancano
timenti; tra l'altro mitragliando un treno,
i dati relativi alle vittorie di cui non ci fu testiBiron vide la locomotiva esplodere sotto il
monianza; ad esempio nel marzo 1944 inseguì
proprio tiro. Il 24 febbraio abbatté un Mig.
una "Flying Fortress" durante un bombardaL'11 aprile ebbe luogo l'ultimo combattimenmento su Torino, il quadrimotore americano
to nel quale riuscì ad abbattere un bombarsi staccò dalla formazione e si diresse verso il
diere. Il suo reparto venne avvicendato dal
Tirreno, oltre Genova. Il nostro pilota non
21° Gruppo e Biron, con un volo a tappe
mollò la presa e continuò l'inseguimento, spaassieme ad altri due piloti, rientrò in Patria
rando, fino a che l'aereo americano non preatterrando al Lido di Venezia il 30 aprile.
cipitò in fiamme al largo di Genova. In questa
Il 13 maggio, sposò la fidanzata Tina ma il
circostanza non ci furono prove né testimoni
breve viaggio di nozze fu interrotto da un
validi per l'attribuzione della vittoria. La stestelegramma che lo convocava a Ciampino
sa situazione si ripeté più volte per aerei
dove lo attendevano i nuovi Reggiane
abbattuti sul Mediterraneo.
Re.2001, buoni aerei, anche se poco armati e
Ritengo, insomma, che il numero delle sue
non troppo veloci; leggermente migliori del
vittorie sia ben superiore alle 20 attribuitegli.
Macchi C.200. Con questi due tipi di caccia i
Biron era nato il 13 ottobre del 1914 a
piloti si alternarono per fare pratica, fino a
Legnago (Vicenza). A Treviso iniziò gli studi
che il 3 agosto del 1942 iniziarono le scorte
alla De Amicis, poi nel collegio Pio X; frealle navi dirette in Libia. Biron ne effettuò
quentò in seguito l'Istituto Riccati, ma aveva
parecchie col Macchi C.200.
già nel sangue la passione per il volo. Ebbe il
Con la dotazione completa di Re.2001, il
battesimo dell'aria nel 1929, con un volo pre22° Gruppo fu dislocato in Sicilia e poi, dopo
mio a Roma su un vecchio Fiat AS-1. Da alloqualche volo su Malta e varie altre azioni, ai
ra la passione non lo abbandonò mai e si
primi di novembre sull'aeroporto di
arruolò nel 1931 con il corso per Allievi sotMonferrato da dove furono compiute missiotufficiali Piloti. Nel marzo di quello stesso
ni, soprattutto di bombardamento in picchiaanno fece il suo primo decollo ed il 14 aprile
Giuseppe Biron
ta su Bona. A gennaio furono dislocati a difedivenne così Sergente Allievo Ufficiale Pilota.
sa di Napoli. A Capodichino Biron fece il pasCi fu poi il passaggio sul Breda 25 e, l'8 setsaggio sul Macchi C.202. Il gruppo aveva in
tembre 1933, per sua scelta, fu trasferito allo
dotazione anche i Macchi C.200 e alcuni Dewoitine D-520 di
Stormo da Caccia dove effettuò i passaggi su diversi tipi di
preda bellica dalla Francia. Biron compì una ventina di missioaerei fino al C.R.20.
ni, riuscendo ad abbattere in collaborazione con altri piloti,
La sua carriera di pilota sembrò destinata ad un'interruziodiversi bombardieri e quattro caccia P-38, i famosi "Lightning",
ne prematura quando, il 15 aprile del 1935, effettuò un passagindividualmente ed altri in collaborazione. Il 10 agosto le
gio basso tra i pennoni delle bandiere della piazza dell'Unità
Officine Reggiane cominciarono a consegnare i nuovissimi
d'Italia a Trieste, lasciando la semiala inferiore sinistra su uno
Re.2005: caccia poderosi, bene armati e veloci. Biron ebbe la
dei pali. Solo grazie all'intercessione dell'Aiutante di Campo
fortuna di ritirare i primi tre esemplari in ditta.
del Duca d'Aosta non venne espulso dall'Aeronautica.
La signora Biron era, nel frattempo, ritornata in treno a
Trasferito al 3° Gruppo dotato di caccia Fiat C.R.20 e
Treviso, dove arrivò l'8 settembre. Quel giorno Biron compì
ricognitori IMAM Ro-37, venne assegnato alla 109a squadriglia
due voli di ricognizione sul mare con Macchi C.202. Al rienRicognizione Senza Visibilità a Mogadiscio.Tornato in Patria col
tro il Comandante di Gruppo, Capitano Santandrea, gli comugrado di Maresciallo, nel 1937, dopo diverse assegnazioni, fece
nicò la notizia appresa dalla radio: l'Italia aveva concluso un
domanda per la Spagna, dove fu assegnato alla squadriglia
armistizio con gli alleati!
"Frecce" del gruppo "La Cucaracha" sui C.R.32. Biron si distinCon sconforto e rabbia venne compilato un verbale della
se subito contro i caccia russi I-15 "Rata", e americani
situazione a firma del Cap. Santandrea e del Ten. Biron; gli aerei
"Curtiss". Il 21 maggio 1938, dopo un ultimo volo, Biron lasciò
furono incendiati e il Gruppo, abbandonato il campo, si sciolla Spagna con due Medaglie d'Argento e due di Bronzo.
se. Il Gen. Cerrutti, sentito telefonicamente dal Cap.
A fine luglio del 1939 riprese servizio all'aeroporto di
Santandrea, rispose che non c'erano ordini di nessun genere;
Treviso, col 54° stormo su Fiat C.R.42, e poi sui primi Macchi
occorreva non fare resistenza verso gli angloamericani, menC.200. Fu in quel periodo che lo conobbi.
tre si doveva essere ostili con le truppe tedesche. Il personaBiron fu poi ammesso al 13° Corso Integrazione
le del Gruppo si diresse verso le proprie case: chi a nord, chi
all'Accademia Aeronautica di Caserta, dove rimase dal giugno
verso sud, per cercare di formare di nuovo la Regia
1940 all'aprile del 1941, e nel maggio 1941, promosso
Aeronautica, chi si fermò a Napoli.
Sottoenente Pilota in S.P.E., fu assegnato al 22° Gruppo
Biron riuscì a raggiungere Treviso dove poi decise di arruoAutonomo a Tirana. In quei giorni Biron aveva ideato e diselarsi nell'Aviazione Repubblicana. Rimase celebre una sua
gnato il distintivo del gruppo "Lo Spauracchio" che, subito
risposta a chi gli chiedeva il motivo di quella decisione: "Mi no
famoso, è tuttora sulle fusoliere dei nostri aerei.
son un politico! Son un soldà!".
Ai primi di agosto ci fu il trasferimento in Russia. L'attività
Inizialmente Biron fu a Gorizia, dove era stato formato un
bellica iniziò subito: il primo giorno furono abbattuti otto veligruppo per il trasporto di aerei; poi, il 7 giugno venne trasfevoli russi; da questo derivò, sembra, l'indicazione di 8 fiammelrito a Reggio Emilia al 1° Gruppo caccia, comandato dal
le rosse sopra lo "Spauracchio".
I
34
IL NASTRO AZZURRO
Maggiore Adriano Visconti, sui Macchi C.205. Le missioni furono numerose e disperate. Il 20 luglio, decollato
da Vicenza, Biron si vide raggiunto da alcuni "Lightning"
che gli sparavano contro. Si buttò in picchiata ma non
azionò il supergiri: il motore si incendiò. Decise di lanciarsi, cosa che non aveva mai fatto nella sua vita e
tentò di uscire con l'aereo in linea di volo.
Naturalmente finì contro i piani di coda. La botta tremenda lo fece svenire. Per fortuna il paracadute lo
posò a terra senza ulteriori danni e subito due contadini che avevano assistito alla scena lo recuperarono e
lo portarono in una casa vicina. Ebbi l'occasione di
vedere il tutto e lui, rinvenuto, mi riconobbe: "Marietto
si tu qua?". La diagnosi: enfisema polmonare, sei costole fratturate e pleura stracciata.
Nel novembre Biron, tornato abile, io ed altri 10
piloti del 22° gruppo fummo inviati in Germania per il
passaggio sul nuovissimo aereo a razzo Messerschmitt
163. A Berlino Bogsdorf iniziammo l'addestramento su
alianti con le ali sempre più ridotte. Il 4 gennaio a
Sprontau, la scuola del Me-163, assistemmo ad una
prova di volo. Il 12 gennaio una copiosa nevicata impedì
la continuazione dell'addestramento per cui, il 9 febbraio
Biron si recò ad Aviano per iniziare il passaggio sul Me-109
"Gustav". Il 17 febbraio, recandosi a Vicenza con una macchina
guidata dall'aviere Gentile, insieme alla moglie e al maresciallo
Negri mentre, a Bassano del Grappa, transitavano sul famoso
ponte "Degli Alpini", alle 19,30 circa, un grosso sacco in mezzo
alla strada esplose. Erano tutti feriti, e alcuni soldati accorsero
accompagnandoli all'ospedale; il ponte crollò proprio davanti a
loro. La signora aveva riportato soltanto piccole ferite alla
testa, Biron era stato colpito da un pezzo di vetro che gli aveva
ferito l'occhio destro, mentre Negri e Gentile, più vicini alla
zona dell'esplosione, erano rimasti ciechi. Alla clinica universitaria di Padova, il prof. Santonastaso diagnosticò per Biron l'enucleazione dell'occhio, ma quest'ultimo si oppose in modo
così deciso che lo operarono in anestesia locale limitandosi a
ricucirglielo.
Intanto, il 14 marzo del 1945 il suo Gruppo aveva sostenuto il primo combattimento impiegando i ME-109, ma l'esito
era stato disastroso: 10 aerei perduti e 3 morti, fra i quali il suo
comandante di Squadriglia Bartolozzi; il Maggiore Visconti, ferito, si era lanciato con il paracadute. Fra il 21 e il 27 aprile il
Gruppo si riunì a Gallarate dove, firmata la resa con una formazione partigiana e incendiati gli aerei, prese le mosse il triste e oscuro episodio che si concluse il 29 a Milano con la barbara esecuzione a tradimento di Visconti nella ex caserma
"Savoia Cavalleria".
Biron visse un periodo molto duro, in prigione come un
delinquente comune. La moglie intanto era in avanzato stato
di gravidanza e si arrangiava come poteva, confidando nella
provvidenza. Finalmente in agosto Biron fu liberato e tornò a
Treviso dove riuscì a trovare un lavoro come custode nel
deposito di frutta e verdura degli americani. Nel 1947 la
Palmolive lo assunse come rappresentante per il triveneto.
Intanto aveva riacquistato un decimo di capacità visiva e questo gli rese possibile il conseguimento del brevetto civile, così
cominciò a frequentare l'Aeroclub di Treviso e a volare su
aerei da turismo.
Nel 1950, improvvisamente arrivò la chiamata
dall'Aeronautica, destinazione la 2° Z.A.T.. Dimessosi subito
dalla Palmolive, il 15 dicembre fu trasferito all'aeroporto di
Treviso. Successivamente, grazie all'aiuto di un ufficiale dello
Stato Maggiore, malgrado la situazione dell'occhio, fu dichiarato idoneo al volo con altro pilota a bordo. Nel luglio 1951 fu
trasferito al Comando Scuole di Volo di Lecce con l'incarico di
istruttore di primo periodo a Gioia del Colle; lì ebbe occasione di pilotare diversi tipi di aereo: FIAT G.46, FIAT G.59,
Stinson L-5.
In occasione della seconda visita medica si tenne conto
della Legge Botto e lo si dichiarò abile a tutti gli effetti fino
IL NASTRO AZZURRO
Biron vicino al Macchi C.200
con lo “Spauracchio”
all'età della pensione. Nel marzo 1952 fu promosso Capitano
e gli affidarono il comando di una squadriglia di G.46. In quel
periodo fece il passaggio sul D.H.100, il primo aereo a reazione in dotazione alla nostra Aeronautica.
Alla fine del 1952 fu inserito nell'appena creato Ruolo
Naviganti Speciale. Nell'aprile 1954 fu promosso maggiore. Nel
maggio dello stesso anno a Lecce fece il passaggio sul G.59.
Nel 1954, Biron in forza al 51° stormo rischierato a
Treviso in attesa dell'apertura del nuovo campo di Istrana, un
mattino compie un volo acrobatico con un vecchio IMAM
RO-41, fra lo stupore dei presenti. Nei giorni seguenti fece il
passaggio sul North American F-84 G in dotazione allo
Stormo. Ai primi di febbraio del 1955 eseguì i voli necessari
per ottenere l'abilitazione come istruttore sul T-33, sul quale
effettuò circa 3000 ore quasi sempre come istruttore di volo.
Effettuò qualche volo sull'F-84 G e, il 24 settembre 1958, riuscì per la prima volta a superare Mach 1 con un F-84 F, picchiando da 13000 metri. Ad Amendola fu inserito nella C.E.N.
(Commissione Esaminatrice Nazionale), la cerchia più alta di
piloti istruttori. Nell'aprile 1959 fece il passaggio sull'F-86K.
Nello stesso mese arrivò la nomina a Tenente Colonnello. Nel
1963 ci fu un temporaneo rischieramento a Istrana dei G-91
del 2° stormo, Biron ne approfittò per fare il passaggio anche
su questo aereo. Nel 1965 fu convocato a Grosseto per il passaggio sull'F-104 G che completò a novembre col prescritto
decollo da solo. Il 9 settembre 1971 figura nel suo libretto la
data del suo ultimo volo di servizio. Le ore erano oltre 7000.
Il 31 dicembre di quell'anno arrivò il pensionamento.
Biron non volle mai essere trasferito allo Stato Maggiore,
come sarebbe stato logico dopo aver conseguito il suo grado,
perché per lui il volo era tutto. Si dedicò alla pittura, ritornò al
canottaggio sul Sile, che dovette presto abbandonare per
motivi di salute, frequentò con successo un corso triennale di
Sommelier e iniziò a scrivere un diario, leggendo e pensando
alla moglie che lo aveva lasciato ormai da troppi anni. Gli erano
rimasti i tre figli, a cui poté dedicare quel tempo che gli era
mancato durante il servizio.
Con sua grande soddisfazione, il distintivo del "Pluto" con
un missile in bocca - adottato nel dopoguerra dal 22° Gruppo
- venne sostituito dal precedente "Spaventapasseri" ideato e
disegnato da Biron stesso.
La nomina a Generale di Brigata Aerea T.O., riconosce il
merito dovuto ad un uomo che è vissuto dando tutto
all’Aeronautica, un ufficiale il cui petto è Decorato da 5
Medaglie d'Argento, 4 di Bronzo, una Decorazione spagnola,
una Croce di Ferro tedesca di II Classe, 21 vittorie aeree riconosciute, e altro. Ma quello che conta di più è il ricordo, con
l'affetto di quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
Ciao Bepi!
Mario
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PARLIAMONE ANCORA
Risponde il gen. Antonio Daniele, direttore
responsabile de “Il Nastro Azzurro”
Egregio direttore Daniele,
ho molto pensato prima di scrivere questa lettera dopo aver letto il suo articolo "Detto fra
noi: Prendiamo il mondo com'è …" (n° 5/2010, pag. 24 - ndr). Non sono in sintonia con Lei,
non mi sento di chinare il capo, aver lacrime agli occhi ed abbandonare le braccia lungo il
corpo in segno di sconfitta. Non mi arrendo a questo tenore di vita, ho i miei principi e
cerco di trasmetterli ai giovani. Certamente con il tempo molte cose sono cambiate: il
rispetto per il prossimo e la dirittura morale non esistono più; noi ne soffriamo immensamente.
Non è l'incapacità da parte nostra a relazionarci con il mondo della politica e della cultura, loro hanno sottovalutato quella opportunità per grettezza o per paura: c'è qualche
scheletro nell'armadio? Cosa servono? Sicuramente non sono obiettivi e non hanno il senso
storico. La storia detta una volta "Maestra della vita", va insegnata com'è, invece ognuno la
espone a proprio uso e consumo.
Come Presidente della Sezione A.N.M.I.G. invio un bando ai presidi degli Istituti
Superiori (ottobre 2009) riguardante la tecnologia avanzata e quanto da essa possono usufruire i giovani in modo adeguato ed intelligente. Aprile 2010, i presidi non sono informati, ottobre 2010, invio ancora un bando diverso dal primo riguardante i 150 anni dell'Unità d'Italia. Lei crede che prenderanno in considerazione la cosa? Ho i miei dubbi!
L'ambiente politico sicuramente non ci aiuta, finché esisterà una classe politica litigiosa, protagonista ed in alcuni casi
anche incompetente.
Come vedova di un Azzurro, ho ricostruito, insieme a persone disponibili e meravigliose la Sezione del Nastro Azzurro.
Il Presidente è giovane e nipote di un Decorato di M.A., Caduto in azione.
Stiamo già lavorando, con altre associazioni, rispettando la nostra e la loro indipendenza, per opere che riguardano i
nostri Caduti, i nostri Eroi, le nostre radici.
La prego scusare il mio malumore, soffro per quanto Lei scrive. Mi auguro di leggere di Suo cose che facciano riflettere e che diano speranza a chi le attende.
Con osservanza.
Lucia Polidori Giorgetti
Gent.ma signora Polidori Giorgetti,
rispondo solo ora alla sua lettera, poiché, come noto, non curo più io la rubrica della "posta" ed ho dovuto attendere che
sulla rivista fosse disponibile uno spazio adeguato. Avrei potuto risponderle privatamente, ma ho avuto il dubbio che Lei
costituisse la punta di un iceberg: chissà quante altre persone potrebbero aver avuto gli stessi dubbi e le stesse perplessità da Lei espressi nel leggere il mio "detto fra noi". Quindi ho preferito poter avere lo spazio, anche se dopo un anno
(meglio tardi che mai … spero), per darle una risposta pubblica, ritenendo il Suo pensiero probabilmente condiviso da
molti altri.
Innanzitutto tengo a dirLe che sono davvero spiacente per l'evidente equivoco che le mie parole hanno ingenerato.
Nel pezzo che La ha tanto turbata, non ho mai detto che oggi è necessario venir meno alle proprie convinzioni ed agli
ideali che ci hanno fatto da faro per un'intera vita, né me lo sono mai sognato!
Intendevo solo riferirmi alla necessità di adeguare semplicemente l'approccio e "il linguaggio" alle mutate situazioni che
il progredire della società propone. Ho detto "progredire" e non "progresso" perché quest'ultimo, secondo me, si è fermato, almeno per quanto riguarda l'Italia, già da una ventina di anni.
Di forma parlavo e non di sostanza. Di metodo per evitare che il solco profondissimo, che si era scavato tra la società
civile e le Forze Armate negli anni settanta, rimanesse tale. Oggi, a prezzo di notevoli sforzi e di profondi cambiamenti della
mentalità con la quale i militari si relazionano col pubblico, il solco si sta colmando.
Quanta "tecnica" c'è dietro allo sforzo col quale i militari di tutte le Forze Armate hanno modificato il proprio atteggiamento, quanta fatica è costata impegnare tutti gli enti e tutto il personale in uno sforzo di "pubbliche relazioni" che, in
altri tempi, non sarebbe stato necessario, quanto i vertici delle Forze Armate hanno dovuto impegnarsi sui media e con i
media per invertire una situazione che, come militari, ci stava letteralmente isolando dalla società alla quale, come cittadini italiani, apparteniamo comunque.
Questo sforzo, per sei anni mi ha visto personalmente protagonista, insieme a moltissimi altri colleghi di ogni grado e
ruolo, quando, da colonnello, ho diretto per tre anni la "Rivista Aeronautica" e per altri tre l'"Ufficio Attività Promozionali"
sempre nello Stato Maggiore dell'Aeronautica. Ho un ricordo vivissimo della fatica con la quale abbiamo cercato di "vendere" (è proprio la parola giusta) l'immagine di una Forza Armata vicina alla gente e protesa alla sicurezza della nazione. E
questo sforzo lo hanno fatto contemporaneamente anche l'Esercito, la Marina e i Carabinieri. Solo poche persone ci erano
vicine allora. Generalmente si trattava di familiari e amici intimi di militari stessi oppure, cosa che talvolta ci danneggiava
più che aiutarci, fanatici seguaci di ideologie estremiste che vedevano nella figura del militare non il garante della pace, ma
l'avventuriero della guerra.
Se tutti l'avessero pensata come Lei … tutto quello sforzo non sarebbe stato necessario.
Oggi il clima è cambiato notevolmente: i militari sono tornati ad essere considerati parte integrante della società, eppu-
36
IL NASTRO AZZURRO
re esistono frange sociali che li vedono ancora come "avventurieri della guerra" e come tali non li considerano al passo
coi tempi, tempi nei quali la parola "pace" è spesso abusata, tempi in cui molti sono convinti che per mettere a posto un'intricata situazione internazionale basti … "il dialogo".
In questo contesto, dove la politica sembra non esistere e la responsabilità dei conflitti viene astrusamente attribuita
al binomio "produttori di armi - militari", riuscire a colloquiare con gran parte della società non è semplice: i pregiudizi
sono sempre presenti e l'atteggiamento intransigente può portare a rapporti difficili che non servono al bene comune. Per
questo, le Forze Armate hanno investito ingenti risorse economiche e umane nello sforzo di migliorare l'immagine e aprirsi al contatto con strati sociali sempre più vasti. Il successo di questa operazione permette oggi di sostenere il terribile
impatto sociale dei nostri militari Caduti in Afghanistan nel corso di quella difficile missione la cui riuscita è essenziale per
il nostro futuro di nazione civile, prospera e integrata nel mondo occidentale.
Quello che intendevo dire col mio "Detto fra noi" è che anche le Associazioni Combattentistiche e d'Arma devono
aprirsi alla stessa maniera. Solo così potranno cogliere quel risultato che tutti diciamo di volere: trasmettere i nostri ideali alle giovani generazioni. Se, viceversa, attendiamo che le giovani generazioni vengano a noi … resteremo sicuramente
delusi.
Questo era il senso del mio appello. Non certamente tradire ideali in cui ho sempre creduto, ma aprirmi (aprirci) con
serenità e disponibilità a nuovi modi di essere e di comunicare.
L'insoddisfacente risposta che Lei ha sperimentato con i presidi degli istituti scolastici del suo territorio, secondo me,
è da addebitarsi non solo ad una scarsa organizzazione del sistema scolastico, ma soprattutto al perdurare di alcune "sacche di resistenza" da parte della scuola (una delle organizzazioni principali della società civile) nei confronti del nuovo
atteggiamento delle Forze Armate e, di conseguenza, delle Associazioni d'Arma.
Anche l'ideologia che sostiene alcuni partiti politici, pur avendo ormai fatto il suo tempo, continua a produrre danni.
Anzi … forse ne fa più adesso di quando tale ideologia era ben nota e, nei suoi confronti, la società si divideva in modo
"consapevole" tra seguaci e contrari.
Oggi alcuni atteggiamenti vengono assunti ormai solo per posa o per moda, ma senza approfondimento culturale. Ecco
la ragione del mio appello! Oggi basta davvero poco per far riflettere chi si atteggia in maniera superficiale e senza una
profonda convinzione, che seppure spesso discutibile nei modi con i quali si estrinsecava, era invece alla base delle grandi
passioni ideali del periodo degli anni settanta.
Proprio perché oggi basta così poco, ho inteso pubblicare quel mio appello a, praticamente, "tendere la mano" verso i
cambiamenti sociali per recuperare un contatto che, mai come ora, è necessario tra persone della nostra esperienza e i
giovani.
L'importanza di questo atteggiamento supera l'esigenza di dialogo tra "Associazioni d'Arma" e società. Diviene una fase
essenziale dell'educazione alla vita che i giovani si aspettano da chi giovane non è più. Ad essi è stata tolta quasi ogni occasione di "fare esperienza", prima fra tutte il servizio militare, che insegnava non solo a cavarsela finalmente fuori di casa e
senza papà e mamma che risolvevano tutti i problemi, ma anche a doverlo fare in un ambiente che talvolta poteva pure
essere "ostile", spesso del tutto indifferente.
Oggi che questa esperienza, come tante altre molto formative, è stata denegata ai nostri giovani, ci rimane solo il dialogo: dobbiamo cercarlo a tutti i costi, altrimenti si scaverà un solco, questa volta sì, incolmabile, tra le generazioni e tutta
la società ne soffrirà.
Questo era il senso del mio discorso, che forse per eccesso di sintesi, si prestava a qualche fraintendimento. Spero, con
questo, di aver tranquillizzato sia Lei, sia altri che lo avessero eventualmente letto alla stessa maniera, e di trovare sempre
in Lei l'assidua e attenta lettrice che ho il piacere di aver conosciuto attraverso le Sue lettere.
Infine, con tutto il cuore, La ringrazio ancora una volta per l'impegno e la dedizione che sta dando all'Istituto del Nastro
Azzurro ed alle consorelle Associazioni Combattentistiche e d'Arma alle quali è iscritta e dedica la sua attività.
Un cordiale e sentito saluto.
AZZURRI CHE SI FANNO ONORE
iancarlo Piperno nasce a Pistoia nel 1927 da genitori di religione ebraica e
come tale subisce le persecuzioni razziali che lo costringono a lasciare la scuola. A 15 anni entra a far parte della Resistenza, avventurandosi in imprese
ardue e pericolose, tanto che il suo nome figura nel Museo israeliano "Ghetto Fighters
House Archives". Al termine della guerra completa gli studi laureandosi in Medicina e
specializzandosi in Radiologia. Nel 1960 fonda a Pistoia la LILT (lega italiana per la
lotta contro i tumori), finalizzata alla prevenzione e alla diagnosi precoce del cancro,
un centro altamente specializzato nel quale opera una equipe di medici in modo
volontario e gratuito. L'attività della LILT varca presto i confini regionali e nazionali ed
il dottor Piperno viene eletto Direttore Onorario dell'unico Centro di Prevenzione
sorto in una provincia della Cina. Nell'ottobre del 2010, alla soglia dei 50 anni di attività della LILT e degli 83 anni di età, si ritira dall'attività professionale
Il dottor Piperno è socio della Federazione Provinciale di Pistoia.
G
IL NASTRO AZZURRO
37
CRONACHE DELLE FEDERAZIONI
AREZZO
Nell’arco del bimestre, la Federazione di Arezzo ci ha
comunicato i seguenti eventi e cerimonie del 2011:
– 2 giugno Festa della Repubblica, durante il ricevimento
presso la Prefettura di Arezzo, alla quale ha presenziato il
Presidente della Federazione, il Prefetto Dr. Saverio
Ordine ha appuntato al Gonfalone della Città di Arezzo
la Medaglia d'Argento al Merito Civile, per il sacrifico della
popolazione della città durante la seconda guerra mondiale;
Loro Ciuffenna (AR): 70° Anniversario della
morte di Don Giovanni Mazzoni
– la Federazione, unitamente al Comune di Loro Ciuffenna
ed alla Sezione ANB di Montevarchi, ha ricordato il 70°
anniversario della morte in Russia di Don Giovanni
Mazzoni, Cappellano Militare pluridecorato al VM alla
cui memoria è intitolata la Federazione di Arezzo. Le
celebrazioni sono iniziate venerdi 3 giugno con un concerto di musiche risorgimentali e patriottiche della
Filarmonica Giuseppe Verdi di Loro Ciuffenna, e sono terminate domenica 5 giugno con la cerimonia commemorativa durante la quale è stata celebrata la S.Messa ed è stato
reso omaggio alla tomba di Don Giovanni Mazzoni.
Nell’ambito dell'evento sono stati consegnati gli Attestati
di Benemerenza ai reduci di guerra del Comune di Loro
Ciuffenna. La Federazione, presente con lo storico
Medagliere intitolato a Don Giovanni Mazzoni, era
rappresentata dal Presidente Cav. Stefano
Mangiavacchi, dal Consigliere Provinciale Mario
Rondoni e dai Soci Nicola D'Addona, Fernando
Genesi, Valerio Innocenti, Enzo Mangiavacchi.
Presenti le Federazioni di Grosseto con il Presidente Cav.
Giovanni Sclano e quella di Livorno con il Consigliere
Sig. Andrea Degl'Innocenti; l'ANB era rappresentata
dal Presidente Naz. Gen. Benito Pochesci, dal Presidente
Regionale ANB Cav. Alfio Coppi e dal Presidente della
Sez. ANB di Montevarchi
Cav. Danilo Baldi.
ASCOLI PICENO
Il 22 Maggio 2011, nel ricordo della Battaglia del Solstizio, si
è svolta a Offida, in Provincia di
Ascoli Piceno, la Festa dell'Arma
dell'Artiglieria organizzata dalla
Delegazione delle Marche
dell'Associazione
Artiglieri
d'Italia. Alla cerimonia, alla presenza delle massime Autorità
38
Offida (AP): decorata
la vedova di un artiartigliere
civili e militari della Provincia, è stato invitato il Nastro
Azzurro ed il nostro Presidente, Cav. Franco Bruno
Crucioli, ha consegnato una Medaglia al Merito di Guerra alla
vedova di un artigliere. Il nostro Labaro era in prima fila e
aveva alfiere il Segretario Ing. Igino Massimi con a fianco il
Consigliere Prof. Fausto Quercia.
BARI
Sez. Bari
Nell’arco del bimestre, la Sezione di Bari della
Federazione di Bari ci ha comunicato i seguenti eventi e cerimonie del 2011:
– 6 gennaio: festa dell'Epifania con distribuzione di doni a
tutti i soci;
– 11 febbraio: conferenza del Dr. Federico Pirro (giornalista
RAI) sul 150° Anniversario dell'Unità d'Italia;
– 8 marzo “Festa della Donna”: serata conviviale con distribuzione di fiori e mimose a tutte le socie;
– 27 marzo, Anniversario dell’istituzione del Nastro
Azzurro: Cerimonia al Sacrario con deposizione di una
corona ai Caduti e Pranzo sociale;
– 3 maggio, premiazione di 5 marinai, veterani della 2° GM,
due dei quali Decorati al V.M. e soci della Sezione di
Bari.
BARI
Sez. Barletta
La Sezione di Barletta della Federazione di Bari il 5 giugno ha celebrato l’inaugurazione della nuova sede messa a
disposizione del presidente sezionale Dr. Michele Nasca.
L’evento si è concluso col Pranzo sociale.
BARI
Sez. Modugno
Nell’arco del bimestre, la Sezione di Modugno della
Federazione di Bari ci ha comunicato i seguenti eventi e cerimonie del 2011:
– 7 gennaio: Festa del Tricolore: dopo la .S Messa nel
Duomo, un grande corteo con Autorità e scolaresche si
è snodato lungo le vie cittadine sino al monumento ai
Caduti dove è stata deposta una corona di alloro;
– 17 marzo - 7 aprile: mostra ambientata per il 150°
Anniversario con cimeli e ricordi di cittadini illustri di
Modugno e soprattutto Combattenti delle varie guerre;
BARI
Sez. Molfetta
Nell’arco del bimestre, la Sezione di Molfetta della
Federazione di Bari ci ha comunicato i seguenti eventi e cerimonie del 2011:
– 7 gennaio: per la Festa del Tricolore è stata organizzata
una Cerimonia celebrativa in Piazza Mazzini con deposizione di una corona di alloro;
– 17 marzo - 2 aprile: allestimento di una mostra ambientata sui Patrioti del Risorgimento di origini molfettesi;
– da giugno: pubblicazione con frequenza mensile sulla
stampa cittadina "il Fatto" (www.il fatto.net) di articoli sui
militari molfettesi Decorati al V.M.;
IL NASTRO AZZURRO
– giugno - dicembre 2011: allestimento di una Mostra su
"Scoperte e innovazioni del 900" realizzate da cittadini di
Molfetta, e tra questi Vincenzo Rutigliano, tecnico di
bordo e operatore radio sulla nave "Elettra" di Guglielmo
Marconi.
BERGAMO
Continuano ad aumentare gli adolescenti che si iscrivono
alla sezione di Bergamo, come soci simpatizzanti. Motivo di
orgoglio del Presidente dott. Vito Mirabella è, in particolare, la presenza di giovani frequentatori della Scuola militare
Teuliè di Milano. Il loro entusiasmo, sempre unito al naturale
sorriso, costituisce motivo di speranza, affinché il compito
dell'Istituto venga trasmesso alle nuove generazioni nella
continuità delle tradizioni.
Nel mese di giugno ad Aosta una rappresentativa di dieci
soci, allievi in uniforme storica della Scuola Teuliè, accompagnati dal loro Comandante di Battaglione e dall'ufficiale medico, hanno partecipato alla costituzione della Sezione valdostana del Nastro Verde, affiancando l'anziano presidente locale, generale Attilio Politano. Presenti numerose Autorità, tra
cui citiamo il Presidente Nazionale, generale Federici, ed il
presidente locale Cav. Maurino che generosamente ha ospitato la rappresentativa al successivo convivio.
BOLOGNA
Nell’arco del bimestre, la Federazione di Bologna ci ha
comunicato i seguenti eventi e cerimonie del 2011:
– 21 maggio, solenne cerimonia per l’Anniversario
dell’Istituzione della Polizia di Stato, in Piazza Maggiore,
alla presenza del Prefetto, di rappresentanti delle Forze
Armate, della Magistratura, della Chiesa Bolognese, degli
Onorevoli e Senatori della Regione ed autorità del
Comune, della Provincia e della Regione. Il Medagliere,
portato da un Ufficiale dell'UNUCI, accompagnato dal
Consigliere Rag. Ugo Bulgarelli e da un Capitano della
Polizia di Stato, ha sfilato al suono della Fanfara
dell'Esercito fra una ala di folla e di studenti della scuole
che hanno calorosamente applaudito.
– 28 maggio, Discesa a Bologna dal Colle di San Luca della
Sacra Immagine della Madonna Patrona della città.
D'intesa con la Curia Arcivescovile è stato eseguito il servizio di rappresentanza a fianco dell'lmmagine, per le strade della città, da parte del Presidente Cav. Giorgio
Bulgarelli e dei Consiglieri Alessandro Di Marco e
Marco Bettoli e dei Soci Davide Nanni e Cap.
Corrado Piccione;
– 31 maggio, partecipazione con Medagliere presso la
Cattedrale di San Pietro alla S. Messa officiata da S.E.
Mons. Vincenzo Pelvi, Ordinario Militare per l'Italia, a
ricordo di tutti i Caduti in servizio e per implorare il
dono della Pace. L'iniziativa è stata del Gen. B. Pasquale
Fierro, Comandante Regionale Esercito Emilia Romagna.
La Federazione era rappresentata dal Presidente Cav.
Giorgio Bulgarelli e dalla Dama Patronessa Luciana
Tiziani;
– sempre il 31 maggio, su invito del Prefetto di Bologna,
dott. Angelo Tranfaglia, il Presidente Cav. Giorgio
Bulgarelli, ha partecipato presso la Prefettura alla cerimonia di consegna delle Medaglie d'Onore conferite
dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani,
militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e
destinati al lavoro coatto;
– 2 giugno, 65° Anniversario della Repubblica Italiana: partecipazione col Medagliere alla cerimonia ufficiale a
IL NASTRO AZZURRO
livello provinciale che si è svolta in Piazza Maggiore, alla
presenza delle massime autorità civili, militari e religiose,
delle Forze Armate, delle Forze di Polizia, delle
Associazioni Combattentistiche e d'Arma, dei Gonfaloni
della Regione, dell’Amministrazione Provinciale e di tutti
i Comuni della Provincia. Successivamente, alle ore 18,30,
il Prefetto ha accolto negli splenditi saloni di Palazzo
Caprara, sede della Prefettura, i rappresentanti della
imprenditoria, della politica, delle Forze Armate, della cultura e dell'arte. Al ricevimento alle ore 20 nel cortile d'onore dello stesso palazzo, concerto della “Etna Jazz
Orchestra”, solista il Maestro Giorgio Zagnoni: “Voci
d’Italia”. Era presente il Presidente Cav. Giorgio
Bulgarelli e la Sig.ra Luciana Tiziani in rappresentanza delle Dame Patronesse;
– 6 giugno, 197° Annuale della Fondazione dell'Arma dei
Carabinieri. Presso la Caserma “Mazzoni”, sede del 5°
Battaglione Carabinieri Emilia Romagna, sotto un "diluvio
universale", il Presidente Cav. Giorgio Bulgarelli ha partecipato alla celebrazione anche in funzione di Alfiere;
– sempre il 6 giugno, nell'ambito delle celebrazioni dei 150
anni dell'Unità d'Italia, il Presidente Cav. Giorgio
Bulgarelli ha partecipato ai festeggiamenti per i primi
“sessant’anni delle elezioni Provinciali" presso il Palazzo
Malvezzi sede della Provincia, ove si è tenuto il Consiglio
Straordinario Solenne alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose.
BRESCIA
Nell’arco del bimestre, la Federazione di Brescia ci ha
comunicato i seguenti eventi e cerimonie del 2011:
– 21 maggio: 159° Anniversario dell’Istituzione della
Polizia di Stato. Come ormai tradizione, il Labaro della
Federazione (Alfiere Sig. De Lucchi), ha sfilato con i
Gonfaloni della città e della provincia di Brescia nonché
con i Labari delle Sezioni locali dell'Ass.ne P.S., in apertura ed in chiusura della cerimonia che si è svolta all'interno del complesso museale "Mille Miglia", in città. Nel
pomeriggio dello stesso giorno, il Presidente della
Federazione, ha partecipato all'Alzabandiera ed agli
Onori ai Caduti;
– 22 maggio, "Festa del Corpo Automobilistico dell'Esercito
e dell'Arma dei Trasporti e Materiali”, anniversario del
primo grande trasporto strategico che consentì, nel I916,
di arrestare l'offensiva nemica con la “Battaglia degli
Altopiani”. Il Labaro ha preso parte alla S.Messa celebrata a Folzano (Bs) in suffragio dei Caduti in guerra e nelle
missioni internazionali. Dopo la funzione, l'Alzabandiera e
la deposizione di un cesto di fiori al monumento ad Essi
dedicato;
– 29 maggio: per la “Festa della Fanteria”, organizzata dalla
Federazione di Brescia dell'ANF (pres. Cav. G. Feretti), é
stata celebrata la S.Messa presso la Chiesa di S.Giuseppe.
Il Labaro della Federazione ha partecipato alla funzione,
sostando poi presso l’Altare dedicato alla Divisione di
Fanteria "Lupi di Toscana", dove sono esposte alcune
Decorazioni al V.M.;
– 1 giugno: conferenza del vice presidente della
Federazione, Comm. Albertini sulle "X Giornate di
Brescia", presso la scuola media di Trenzano (Bs), nell’ambito delle iniziative messe in atto dalla Federazione per il
150° dell’Unità d’Italia. Guidati dalle Prof.sse Paola
Martini, Lorella Bertoli, M.Elena Bonfiglio, erano presenti
70 ragazzi che hanno seguito molto attentamente l'esposizione, ponendo numerose domande;
– 2 giugno: cerimonia per la Festa della Repubblica. Il
Labaro della Federazione, accanto a quelli delle altre
39
–
–
–
–
–
Associazioni Combattentistiche e d'Arma, ha ricevuto
gli Onori dalle Autorità civili e militari presenti all'evento. Un "bandierone" Tricolore é stato srotolato
dalla balconata di Palazzo Loggia, creando un suggestivo effetto scenografico. È seguito, nel pomeriggio, il
ricevimento presso la Prefettura. Nell'occasione, il
Presidente Nazionale, Gen. Carlo Maria Magnani ed
il Presidente della Federazione di Brescia, hanno consegnato al Prefetto, D.ssa Narcisa Brassesco Pace, la
tessera di Socio Benemerito dell'Istituto del Nastro
Azzurro;
3 giugno: per la costituenda Associazione "Medaglie al
V.M. Palazzolesi" di Palazzolo sull'Olona (BS), la
Federazione ha ricercato e fornito le motivazioni di 45
nominativi di Decorati della citata località;
5 giugno: nella bella cornice del teatro San Barnaba, il vice
presidente Comm. Albertini ha consegnato un labaretto
dell'Istituto del Nastro Azzurro alla vincitrice di uno dei
premi della 5^ edizione del Premio Nazionale di Poesia
"Versi distillati e ... territorio”, a cura dell'ADIO e
dell'Associazione Culturale "SIDUS";
Sempre il 5 giugno: per i festeggiamenti del 60° anniversario della fondazione del Gruppo Alpini di Pezzaze (BS)
(Capo Gruppo Sig. Marziano Bregoli) il Labaro della
Federazione ha partecipato allo sfilamento lungo le vie
del paese; l'Alfiere é stato il Signor Claudio Martini, del
Gruppo Alpini del Villaggio Prealpino di Brescia città Capo Gruppo Sig. Angelo Lorenzini. Il Gruppo di Pezzaze
é intitolato alla MOVM S.Ten. Serafino Gnutti, del
quale il Museo di Salò possiede l'uniforme.Tale cimelio,
volentieri fornito in prestito agli organizzatori, é stato
esposto durante i 4 giorni di durata della mostra allestita
presso l'ex miniera "Marzoli";
6 giugno: celebrazione a Bologna del 197° Annuale della
fondazione dell'Arma dei Carabinieri. Come sempre,
l'Alfiere Sig. De Lucchi, ha ben rappresentato il nostro
Istituto;
7 giugno: organizzato dalla Fondazione CAB e da
Assoarma, visita ai restauri in corso nella Chiesa di Santa
Maria della Carità, già complesso monastico del Buon
Pastore. Ha illustrato i lavori il Dirigente della
Fondazione che sta finanziando gli interventi, dott.
Mantovani. Il complesso, insieme agli altri fabbricati,
venne costruito per ospitare le donne più bisognose, vittime della soldataglia dopo il Sacco di Brescia (Gastone
di Fois), del 1512.
BRINDISI
Il 22 maggio la Federazione Provinciale di Brindisi ha celebrato, con una cerimonia ad hoc, la “Giornata del decorato”.
Brindisi: Giornata del Decorato
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CAMPOBASSO
Nel 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, il presidente
della Federazione Provinciale di Campobasso, Comm.
Pasquale Mastrantuoni, ha voluto ricordare, con la partecipazione delle consorelle Associazioni Combattentistiche e
d'Arma e delle Autorità Civili e Militari, la data del 24 maggio
1915, che segna l'inizio di quella che fu chiamata l'ultima guerra del Risorgimento Italiano. Il 20 Maggio a tale scopo, si è
svolta una cerimonia nel Sacrario dei Caduti nel Castello
Monforte di Campobasso.
Campobasso: cerimonia commemorativa del
24 maggio 1915
CATANZARO
Nell’arco del bimestre, la Federazione di Catanzaro ci ha
comunicato i seguenti eventi e cerimonie del 2011:
– A dare inizio ai festeggiamenti per il 159° Anniversario
della fondazione della Polizia, celebrata a Catanzaro il 21
maggio 2011 in Piazza Luigi Rossi, è stato il Questore
Vincenzo Roca che nel suo discorso introduttivo ha evidenziato l'importanza di una "sicurezza urbana partecipata". Alla presenza delle più alte cariche civili, religiose,
militari e di numerose scolaresche, sono stati conferiti
riconoscimenti agli agenti distintisi in delicate operazioni di
servizio. Nell'ambito delle originali iniziative dal titolo
"Arte e Polizia" e "Artisti in Polizia", sono stati in conclusione premiati anche numerosi artisti, tra cui poliziotti in
servizio ed in quiescenza, autori di opere su tela e manufatti aventi ad oggetto la figura del poliziotto in ogni occasione vicino alla gente. Presenti i rappresentanti delle
locali Associazioni Combattentistiche e d'Arma e, per il
nostro sodalizio, l'Avv. Giuseppe Palaja, presidente
della Federazione "Azzurri dei Due Mari";
– il 2 giugno è stata celebrata in Catanzaro la Festa della
Repubblica. Nella mattinata, è stata deposta una corona
d'alloro al Monumento ai Caduti, in Piazza Matteotti. A
seguire, in Piazza Prefettura, l'alzabandiera, la lettura del
messaggio del Capo dello Stato, e la consegna da parte
del Prefetto, Antonio Reppucci, delle Medaglie
d'Onore e delle Onorificenze dell'Ordine al Merito
della Repubblica Italiana. Schierati accanto ad un battaglione di formazione le Associazioni Combattentistiche
e d'Arma. Presente il Labaro del nostro Sodalizio
(Alfiere il Segretario avv. Antonio Palaja di Tocco,
Scorta M.llo C. Rocco Portolesi). Numerose le autorità
Militari, Civili e Religiose intervenute e, per la
Federazione "Azzurri dei Due Mari", l'avv. Giuseppe
Palaja. La giornata di Festa, si è conclusa con la visita agli
stand dimostrativi lungo il Corso e con il concerto della
Banda "Città di Borgia";
– lunedì 6 giugno è stato celebrato a Catanzaro il 197°
anniversario della fondazione dell'Arma dei
IL NASTRO AZZURRO
Carabinieri. Lo schieramento di un Battaglione di
Formazione, passato in rassegna dal Generale di Brigata
Adelmo Lusi, ha reso gli Onori ai Caduti.
Nell’occasione sono state consegnate Ricompense ed
Encomi ai militari che si sono particolarmente distinti.
Presenti alla manifestazione le più alte cariche civili,
religiose e militari della Regione ed, in rappresentanza
del Nastro Azzurro, l'avvocato Giuseppe Palaja. In
testa agli Stendardi delle locali Associazioni
Combattentistiche e d'Arma, il Medagliere della
Federazione "Azzurri dei Due Mari". Con una personalissima e coinvolgente allocuzione, il Generale Lusi si è
rivolto direttamente agli imprenditori per chiedere "...
maggiore collaborazione nella lotta ai preoccupanti fenomeni delle estorsioni e dell'usura ...". Al termine della cerimonia la Fanfara della Brigata Meccanizzata "Aosta" ha
suonato nell'arena della Caserma del Comando
Legione Carabinieri "Calabria" dove sono state allestite
mostre statiche di dotazioni ed equipaggiamenti.
FERRARA
Nell’arco del bimestre, la Federazione di Ferrara ci ha
comunicato i seguenti eventi e cerimonie del 2011:
– la Federazione ha celebrato la Festa del Decorato e
l'88° Anniversario di Fondazione dell’Istituto del
Nastro Azzurro con una semplice ma significativa cerimonia presso la "Casa della Patria Pico Cavalieri" alla
quale hanno partecipato le Associazioni d'Arma con i
loro Labari. Dopo la S. Messa al campo celebrata, nel
cortile, dal Parroco Don Giuseppe Bachetti, Assistente
Spirituale del locale Gruppo A.N.M.I., è stata deposta
una corona d'alloro sulla lapide che riporta la poesia
alla Bandiera italiana ed è stato suonato il silenzio in
memoria di tutti i Decorati. Nella sede della
Federazione, poi, il Presidente Ten. Col. Giorgio
Anselmi ha reso omaggio ai Decorati ferraresi di
tutte le guerre, da quelle risorgimentali all'ultimo conflitto mondiale. Ha ricordato come i combattenti ferraresi abbiano meritato 10 Ordini Militari d'Italia, 31
Medaglie d'Oro, 503 Medaglie d'Argento, 728
Medaglie di Bronzo, 746 Croci al Merito e 49
Promozioni per Meriti di Guerra;
Ferrara: Celebrazione del 2 giugno
– Il Socio Paolo Sturla Avogadri, componente il
Consiglio Direttivo Provinciale della Federazione di
Ferrara, è stato uno dei relatori al Convegno "I
Paracadutisti hanno servito e servono l'Italia senza se e senza
ma", svoltosi a Torino il 4 giugno, presso il Centro
Congressi della Regione Piemonte, nell'ambito delle
Celebrazioni dei "150 anni dell'Unità d'Italia". Al simposio, organizzato dall'Associazione Nazionale Paracadutisti
d'Italia, Sezione di Torino, in collaborazione con quella di
Ferrara, ed arricchito da un'esaustiva mostra documentaria sul Paracadutismo Militare Italiano, hanno partecipato,
quali relatori, i generali Giovanni Giostra e Renato
Perrotti, già Vice Comandanti la Brigata "Folgore" ed il
Professor Carlo Benfatti dell'Istituto di Storia
Contemporanea di Mantova, autore di numerose pubblicazioni storiche. Il professor Sturla Avogadri ha illustrato in dettaglio i successi ed i drammi delle 10 pattuglie dello Squadrone "Folgore" ("F" Recce) che operarono dal 20 al 23 aprile 1945 sui territori ferrarese e bolognese, nel corso dell'operazione "Herring", ovvero dell'ultimo aviolancio di guerra dei paracadutisti inquadrati nel
Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.) del Regio Esercito.
Torino: il prof. Paolo Sturla Avogadri (Federazione di
Ferrara) è relatore al convegno sui Paracadutisti
Ferrara: Festa del Decorato e
88° Anniversario del Nastro Azzurro
FROSINONE
– la ricorrenza del 65° Anniversario della Repubblica
Italiana è stata celebrata a Ferrara con una solenne cerimonia iniziata con l'alza Bandiera, seguita dalla deposizione di una corona d'alloro alla Torre della Vittoria e
dalla lettura dei messaggi. La Federazione ferrarese è
stata rappresentata dal Presidente, Ten. Col. Giorgio
Anselmi, con numerosi Soci e dal Labaro che apriva lo
schieramento di quelli delle Associazioni d'Arma;
IL NASTRO AZZURRO
Il 28 maggio 2011, si è svolta presso il campo C.O.N.I. di
Frosinone, con il patrocinio, anche in termini di contributi
finanziari, della Provincia e del Comune, una grande manifestazione popolare organizzata, in occasione del 150°
Anniversario dell'Unità d'Italia, dalle Associazioni d'Arma per
celebrare i fatti storici del Risorgimento e gli Eroi che li
hanno determinati. Nel corso della manifestazione, indirizzata soprattutto ai giovani, sono state conferite targhe commemorative della celebrazione ad alcune classi, dei diversi gradi
di istruzione, in relazione alle migliori iniziative scolastiche
svolte sul tema "150° Anniversario dell'Unità d'Italia". Intorno
alle Bandiere ed ai Labari di tutte le locali Sezioni delle
41
Associazioni aderenti ad Assoarma, nel Campo C.O.N.I. di
Frosinone erano presenti numerosissimi soci delle stesse, e
un folto e plaudente pubblico. Oltre alle autorità civili e militari, è stata registrata la gradita presenza del Presidente di
Assoarma, generale Mario Buscemi.
Frosinone: manifestazione al campo CONI per
il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia
Patria e la fedeltà alle Istituzioni. Il neo eletto Presidente
Col. Dott. Pasquale Parente, dopo i ringraziamenti di
prammatica, ha confermato che la sua Presidenza sarà nel
solco della tradizione e della continuità dell'opera fino ad
ora svolta che ha dato ottimi frutti. L'intervento conclusivo è stato del Preside Campo che, dopo un elogio
all'operato del Presidente Uscente e l'illustrazione della
sua vita professionale, delle conferenze tenute al Rotary
e in altri Sodalizi, ha proposto che il Presidente uscente
Gennaro Perrella fosse eletto Presidente Onorario. La
proposta è stata accolta per acclamazione. Il nuovo
Consiglio Direttivo è così composto: Presidente Col.
Pasquale Parente, vice Presidente M.llo Gennaro La
Rana, Segretario-Tesoriere M.llo. Pietro Caputo, Cons.
Pasquale Campo, Nicola Liccardo, Nicola
Maraglino e Ciro Cerutti; il Collegio dei Sindaci: Cav.
Pasquale Arfè - Presidente, Antonio Cimmino e
Sandro Carrozzo - sindaci;
Napoli: Eletto il nuovo Consiglio Direttivo
MESSINA
In occasione del 159° Anniversario della Fondazione della
Polizia di Stato, il 21 maggio, una rappresentanza della
Federazione Provinciale di Messina, con il Labaro, ha preso
parte, a Piazza Duomo, alla cerimonia celebrativa nel corso
della quale il Questore di Messina, Carmelo Gugliotta, ha
consegnato riconoscimenti agli agenti che si sono distinti in
attività di servizio.
Messina: 159° Anniversario
della Polizia di Stato
NAPOLI
Nell’arco del bimestre, la Federazione di Napoli ci ha
comunicato i seguenti eventi e cerimonie del 2011:
– Sabato 21 maggio, si sono insediati il nuovo Consiglio
Direttivo ed il Collegio dei Sindaci della Federazione
Provinciale del Nastro Azzurro. La cerimonia, che è stata
anche occasione per l'inaugurazione della rinnovata sede
a seguito di lavori di ristrutturazione e bonifica degli
impianti, si è aperta con il taglio del nastro tricolore ad
opera della madrina Sig.ra Elisabetta Fabricatore
Parente e la benedizione della sede da parte
dell'Assistente spirituale Don Vincenzo Lo lodice, poi,
sono intervenuti rispettivamente il Presidente Onorario
Gen. C. A. Cav. Gran Croce Franco De Vita, il
Presidente uscente Cav. Gran Croce Avv. Gennaro
Perrella, che ha svolto una accurata disamina sulle attività svolte sin dall'epoca in cui era Commissario e della
evoluzione avutasi in questi anni con particolare evidenza per il "Premio di Studio" che si svolge annualmente,
presso gli istituti scolastici del territorio, ponendo in risalto la figura di un Eroe M.O.V.M. allo scopo di diffondere tra i giovani il ricordo di chi ha dato la propria vita per
la Patria e per divulgare gli alti valori morali, l'Amor di
42
– il 23 maggio, nel piazzale della stazione marittima di
Napoli presso la Lapide che ricorda la "Battaglia dei
Convogli" della seconda guerra mondiale, una cerimonia
ha commemorato i marinai civili e militari scomparsi in
mare. La cerimonia, patrocinata e voluta dal Gruppo
Medaglie d'Oro per lunga navigazione della penisola sorrentina del Compartimento di Castellammare di Stabia, ha
registrato la presenza dei Presidenti delle Associazioni di
Categoria: Collegio capitani. L.C. e M, Associazione
Professionale Capitani Marittimi, la famosa "Casina dei
Capitani" tempio della marineria sorrentina. Tra le numerose autorità presenti, l'Amm. Dassatti, Presidente
dell'Autorità Portuale, l'Amm. Picone, Direttore
Marittimo, e il Comandante Del Prete della Capitaneria
di Porto. La Federazione di Napoli dell'Istituto del Nastro
Azzurro ha partecipato con il Presidente, col. Pasquale
Parente e il Labaro, scortato dal Maresciallo
Napoli: Commemorazione dei marinai scomscomparsi in mare
IL NASTRO AZZURRO
Maraglino, dal Sig. Fernandez e dal Maresciallo
Caputo, Consigliere Nazionale U.N.S.I.. La cerimonia,
dopo un breve corteo aperto dalla Bandiera della Marina
Mercantile del Collegio Capitani di Napoli, è iniziata con
la deposizione della corona di alloro ai piedi della lapide
dal Com.te Melillo e dal Dir. di Macchina Vincenzo
Astarita, è proseguita con la lettura della "Preghiera del
Navigante" da parte del Dir. di Macchina Giuseppe
Castellano, si è completata con l'appassionato intervento
del Comandante Migliaccio, Segretario dell'Unione M.O.
per Lunga navigazione del Comp. di C. Stabia, che ha
richiamato alla memoria storica il ricordo della tragedia
della guerra marittima.
POTENZA
Nell’arco del bimestre, la Federazione di Potenza ci ha
comunicato i seguenti eventi e cerimonie del 2011:
– in maggio il ricordo del generale degli alpini, Gerardo
Zaccardo, di Muro Lucano (PZ), fino a qualche anno fa
il soldato più pluridecorato vivente (5 MAVM, 4
MBVM, 2 Croci al VM e 5 al Merito di Guerra).
Nell’occasione, la Federazione Provinciale del Nastro
Azzurro di Potenza ha
incontrato
il Potenza: il gen.
Comandante
della Zaccardo
Brigata
Alpini
Taurinense, Gen. B.
Francesco
Paolo
Figliuolo, potentino, in
visita nella sua città di
origine a seguito della
Fanfara della Brigata che
ha allietato la Provincia
di Potenza esibendosi in
diversi centri. A Muro
Lucano si è inaugurata
così
una
sezione
dell'ANA intitolata all'eroico Gen. Zaccardo.
Il
Commissario
Straordinario del N.A.
Galasso ha avuto modo di sottolineare il ruolo importante ed eroico avuto dai soldati lucani in tutte le guerre,
determinando notevole interesse da parte del generale;
– la Federazione ha preso parte alla festa della Polizia di
Stato che si è svolta il 21 maggio presso il Conservatorio
Musicale "G. da Venosa" di Potenza. Il Commissario
Galasso è stato rappresentato dall'Azzurro Vincenzo
Matassini;
– A giugno il Labaro dell'Associazione è intervenuto alla
Potenza: il Commissario Galasso incontra la
vedova Pezzuto
IL NASTRO AZZURRO
celebrazione della Festa Annuale dell'Arma dei
Carabinieri con alfiere il Geom. Sabia. È intervenuto il
commissario Galasso che ha incontrato la vedova della
MOVM Claudio Pezzuto dell'Arma dei Carabinieri. La
cerimonia si è svolta presso la Caserma del Comando
Legione Carabinieri Basilicata.
ROMA
Nell’arco del bimestre, la Federazione di Roma ci ha
comunicato i seguenti eventi e cerimonie del 2011:
– il 24 maggio si è tenuta, presso la prestigiosa sede del
Museo Storico della Fanteria, in Roma, una Conferenza su
"Conclusione dell'Unità d'Italia: dal 1870 alla Prima Guerra
Mondiale". Hanno partecipato alla Conferenza, indetta dal
1° cap. f. cpl. Marco Pasquali, Presidente della Sezione di
Roma Capitale dell'Associazione Nazionale del Fante,
numerosi
rappresentanti
di
Associazioni
Combattentistiche e d'Arma, tra cui il nostro Istituto,
rappresentato dal Vice Presidente della Federazione di
Roma, Dott. Comm. Alberto Rissone. Il Col. Postiglioni,
Direttore del Museo Storico della Fanteria, ha aperto i
lavori ringraziando le Associazioni presenti, citando
espressamente il Nastro Azzurro. Quindi è intervenuto il
Cap. Marco Pasquali che ha introdotto l'argomento della
Conferenza. Ha preso successivamente la parola il dott.
Guido Coglitore Garufi, storico militare, che, dopo aver
riassunto i momenti più significativi che hanno determinato il primo conflitto mondiale, ha illustrato, con dovizia
di notizie e di diapositive, la particolare logistica delle
postazioni militari sulle Alpi Orientali ed alcuni aspetti di
particolare durezza di tale guerra. Ha concluso l’evento il
Gen. Cortellessa, Vice Presidente Nazionale
dell’Associazione Nazionale del Fante, proponendo, a
chiusura, la Canzone del Piave di E.A. Mario, unitamente
alla lettura della Poesia del Fante letta dal Vice Presidente
Provinciale Di Marco;
– il 24 giugno, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio,
si è tenuto un Convegno su "La figura del Re Vittorio
Emanuele II a centocinquant'anni dall'Unità d'Italia", promosso dal Sindaco di Roma Giovanni Alemanno e dal
Presidente dell'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore
alle Reali Tombe del Pantheon, Ugo d'Atri. Al Convegno
erano presenti numerose
Autorità civili e militari nonVittorio Emanuele II
ché i rappresentanti delle
maggiori
Associazioni
Combattentistiche
e
d'Arma. In rappresentanza
dell'Istituto del Nastro
Azzurro erano presenti il
Presidente Nazionale Gen.
Carlo Maria Magnani ed
il Vice Presidente della
Federazione Romana dott.
Alberto Rissone. Dopo
l'indirizzo di saluto del Vice
Sindaco Cutrufo, il Presidente d'Atri ha ricordato che il
Convegno è stato voluto proprio per commemorare la
figura del primo Re d'Italia nel centocinquantesimo anniversario della sua Unità. Relatori presenti al Convegno
erano il Prof. Stefano Monti Bragadin, dell'Università di
Genova, il Prof. Antonio Bellizzi, dell'Università di Firenze,
il Prof. Avv. Riccardo Scarpa, Docente di Sociologia della
Politica e del Diritto, dell'Università di Roma Tre, il Prof.
Nicola Neri, Docente di Storia delle Relazioni internazionali, dell'Università di Bari ed il Prof. Ciro Romano,
dell'Università Federico II di Napoli e di Turku (Finlandia);
43
– Venerdì 27 maggio 2011, presso la Caserma “Giuseppe
Rossetti” alla Cecchignola, si è celebrata la festa dell'Arma
Trasporti e Materiali dell'Esercito, alla presenza del
Comandante Logistico dell'Esercito, Generale Rocco
Panunzi e del Comandante dei Supporti delle FOTER,
Generale Alessandro Montuori. Presenti anche il
Generale Antonio Satta, comandante Logistico di
Proiezione e Ispettore dell'Arma TRAMAT ed il Generale
Vincenzo Porrazzo, Vice Comandante Logistico
dell'Esercito e Capo Dipartimento TRAMAT. Presente
per la Federazione di Roma del Nastro Azzurro l'Alfiere
Sig. Giuliano Fefè con il Labaro;
– Domenica 5 giugno l’Alfiere della Federazione Sig.
Giuliano Fefè con il Labaro ha partecipato alla cerimonia commemorativa in onore e memoria dei paracadutisti della Divisione "Folgore" Caduti sul fronte di
Anzio-Nettuno, organizzata dall'Associazione Nazionale
Paracadutisti d'Italia - Sezione di Roma presso il Cimitero
Monumentale del Verano.
e partigiane, di Assoarma e della Federazione
Provinciale dell'Istituto del Nastro Azzurro di Rovigo,
con il suo Presidente Graziano Maron e l'Alfiere con
il Labaro, hanno partecipato al Raduno circa una trentina di Associazioni dell'A.N.G.S.. In Piazza
Risorgimento, dopo l'Alzabandiera, il Sindaco e il
Presidente della Provincia hanno preso la parola, ricordando il valore del sacrificio compiuto da chi ha difeso
la Patria con la propria vita. È stato poi reso omaggio
al monumento del lendinarese Alberto Mario, con la
deposizione di una corona di alloro e la sfilata dei
Labari. Il corteo si è poi diretto verso la Basilica della
Beata Vergine del Pilestrello, dove la Santa Messa è stata
celebrata dall'Abate Don Cristoforo Zielinski, vicepresidente della Pontificia Commissione per i beni culturali
della chiesa e di archeologia sacra;
– Giovedì 2 Giugno la cerimonia per il 65° Anniversario
della Repubblica, svoltasi in Piazza Vittorio Emanuele II a
Rovigo, ha avuto inizio con lo schieramento della
Compagnia di Formazione davanti alle Autorità Civili e
Militari territoriali. Dopo l'Alzabandiera ha avuto luogo
la deposizione di una corona d'alloro al Monumento ai
Caduti presso il Palazzo della Gran Guardia. La cerimonia si è conclusa con un ricevimento ristretto e
riservato presso il Palazzo del Governo. All’evento
hanno presenziato le Associazioni Combattentistiche
tra cui la Federazione di Rovigo dell'Istituto del Nastro
Azzurro con il suo Presidente Graziano Maron ed il
Labaro.
SIENA
RIETI
La Sezione ha preso parte sia all’organizzazione, sia alla
cerimonia per la Festa della Repubblica svoltasi sotto l’egida
della Scuola NBC interforze comandata dal gen. B.
Alessandro Silvestri.
ROVIGO
Nell’arco del bimestre, la Federazione di Rovigo ci ha
comunicato i seguenti eventi e cerimonie del 2011:
– Sabato 21 Maggio è stato celebrato il 159°
Anniversario della Polizia di Stato. Il questore Luigi De
Matteo e il prefetto Romilda Tafuri hanno deposto una
corona sul Monumento ai "Caduti in servizio della
Polizia" sito nel cortile interno della Questura.
Successivamente, in Piazza Vittorio Emanuele, si sono
uniti ai vertici della Questura anche le autorità istituzionali civiche, militari e delle altre Forze dell'Ordine e
alcuni rappresentanti delle Associazioni d'Arma tra cui
la Federazione Provinciale dell'Istituto del Nastro
Azzurro di Rovigo, con il suo Presidente Graziano
Maron e l'Alfiere con il Labaro. Presenti alla manifestazione anche i manovratori di corda che hanno srotolato sulla facciata del campanile di Palazzo Nodari il
gonfalone della Polizia di Stato;
– Domenica 22 Maggio, nell'ambito delle celebrazioni per
il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, si è svolto a
Lendinara il Raduno Regionale dei Granatieri di
Sardegna. Alla presenza delle Autorità civili e militari,
dei rappresentanti delle Associazioni combattentistiche
44
Il 28 maggio la Federazione di Siena del Nastro
Azzurro è intervenuta con il proprio Medagliere a
Torrita di Siena, dove si è svolta la rievocazione storica
della Sosta di Garibaldi e dei suoi seguaci avvenuta il 20
luglio del 1849.
L'iniziativa ha avuto luogo nel centro storico del paese ed
è proseguita nel teatro comunale cittadino dove si è svolta
una conferenza sul Risorgimento e l'Unità d'Italia.
Nell'occasione è stata conferita dal sindaco torritese la
Cittadinanza Onoraria ai Bersaglieri d'Italia. Ha presenziato
alla cerimonia il Medagliere Nazionale dell'Associazione
Bersaglieri e la Fanfara dei Bersaglieri di Siena che ha fatto da
cornice all'evento.
SONDRIO
Nell’arco del bimestre, la Federazione di Sondrio ci ha
comunicato i seguenti eventi e cerimonie del 2011:
– ha presenziato alla consegna della Medaglie d'Onore
agli Internati Militari Italiani in occasione della Festa della
Repubblica, trasmettendo altresì al Comitato costituito
presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con l'accordo della Prefettura di Sondrio, 25 domande da parte
di congiunti di ex internati, tutte regolarmente accolte;
– ha presenziato con il Presidente, il Segretario, l'Alfiere
Franco Silva ed altri Soci alla cerimonia di consegna
della borsa di studio dedicata ogni anno alla memoria di
un Decorato, organizzata dal Gruppo Alpini di Villa di
Tirano (SO).
TORINO
Nell’arco del bimestre, la Federazione di Torino ci ha
comunicato i seguenti eventi e cerimonie del 2011:
IL NASTRO AZZURRO
– il XLIII Raduno Nazionale dell'Associazione Nazionale
Arma di Cavalleria, svoltosi a Torino nei giorni 20-21-22
maggio, ha visto una serie di manifestazioni iniziate con
l'alza Bandiera all'arrivo dei Medaglieri dell'ANAC e
dell'ANCI e proseguite con conferenze, concorso ippico
nazionale, carosello equestre, Santa Messa di suffragio per
i Caduti e la spettacolare parata e sfilamento, nella via
Roma, tra due ali di cittadini entusiasti, dei reparti in armi
a piedi e a cavallo, e dei Radunisti al suono della Fanfara
della Brigata di Cavalleria. Era presente alla varie cerimonie, in rappresentanza della Federazione Provinciale di
Torino dell'Istituto del Nastro Azzurro, il Commissario
Straordinario Cav. Franco Provero e il Sindaco Rag.
Giovanna Cresta;
– sabato 21 maggio 2011, 159° Anniversario della
Fondazione della Polizia. Nell'ambito di una sobria cerimonia celebrativa, tenuta nell'Auditorium RAI di Torino, il
Questore della Provincia di Torino e Dirigente Generale
della Polizia di Stato, Aldo Faraoni, ha ricordato i progressi compiuti nella gestione dell'ordine pubblico nella
Provincia, dovuti in primo luogo alle azioni preventive con
la collaborazione della Polizia e dei cittadini. Sono stati
premiati agenti e ufficiali distintisi in particolari azioni di
coraggio e solidarietà. Erano presenti tutte le più alte
cariche Militari, Civili e della Magistratura. La Federazione
Provinciale di Torino dell'Istituto del Nastro Azzurro ha
presenziato tramite il Commissario Straordinario Cav.
Franco Provero e il Sindaco Rag. Giovanna Cresta;
– lunedì, 6 giugno, l'Arma dei Carabinieri ha festeggiato il
197° Anniversario della sua Fondazione presso la storica
Caserma "Cernaia". Nelle tribune, con il Governatore
della Regione Piemonte On. Roberto Cota, il Presidente
della Provincia di Torino On. Antonio Saitta e il Vice
Sindaco di Torino Tommaso De Alessandri, erano presenti i massimi esponenti di tutti i campi (industriale, finanziario, politico, giudiziario, ecc.) del Piemonte. Schierati,
nel cortile della caserma, compagnie e reparti rappresentanti le varie specialità dell'Arma. La Federazione
Provinciale di Torino dell'Istituto del Nastro Azzurro con
il Labaro, scortato dal Commissario straordinario Cav.
Franco Provero e dal Sindaco Giovanna Cresta, ha
sfilato alla testa delle molte Associazioni d'Arma e delle
bandiere dell'Associazione Nazionale dei Carabinieri. Il
Gen. Vincenzo Giuliani, Comandante della Legione
Piemonte-Valle d'Aosta ha illustrato quanto è stato fatto
dall'Arma nell'ultimo anno, mentre il Sottosegretario alla
Difesa On. Guido Crosetto ha espresso il ringraziamento di tutti i cittadini per l’impegno dimostrato nei loro
compiti dai Carabinieri.
VARESE
Domenica 22 maggio, nella splendida cornice di Villa
Cagnola - Gazzada, alla presenza del Presidente Nazionale
gen. Carlo Maria Magnani, che ha consegnato un Attestato
di Benemerenza per la vicinanza al Nastro Azzurro al Sindaco
di Gazzada Sig.ra Cristina Bertuletti, delle autorità civili e
militari, quali il gen. Pennino, vice comandante base NRDC di
Sobiate Olona, il Cap. Mineo vice Comandante Provinciale
CC, il Cap. della Gdf. Paola Bonacina, il Dr. Babini Cattaneo
presidente della Società Editrice "La Prealpina", l'avv. Sissy
Corsi, Presidente Provinciale dell'Ass.ne Giuliani e Dalmati,
l'Ass.re Prov.le alla formazione professionale Bonfanti, il
Presidente Provinciale ANCR, i Labari delle nostre tre
Sezioni, i Gonfaloni del Comune di Gazzada e della Provincia,
e di oltre trecento persone, dopo il fraterno saluto del
Direttore del Centro Studi Paolo VI, Mons. Luigi Mistrò, ed il
discorso di benvenuto del Presidente Provinciale Binaghi, la S.
IL NASTRO AZZURRO
Messa, accompagnata dal Coro ANA Monterosa di Busto
Arsizio, ha aperto la cerimonia annuale di “Consegna di 55
borse di studio del Nastro Azzurro” ad altrettanti studenti meritevoli ai quali, durante il discorso di benvenuto, erano stati
ben illustrati i Valori che il Nastro Azzurro intende portare
a conoscenza: Onore, Lealtà, Coscienza dei doveri verso la
Patria.
Varese: Il gen. Magnani consegna la borsa di
studio allo studente Giovanni Galletta
VENEZIA
Il 21 maggio u.s. la Federazione di Venezia del Nastro
Azzurro, ha potuto finalmente realizzare il nuovo Labaro
Provinciale. Con una cerimonia tenutasi presso la chiesa di
San Biagio (chiesa della Marina Militare), alla presenza di
numerosi Soci e famigliari, delle rappresentanze delle
Associazioni d'Arma con i loro Vessilli e dell'On. Dott.
Michele Zuin, Consigliere Comunale, è stato benedetto il
nuovo Labaro dal Cappellano Militare Padre Manuel
Paganuzzi. Madrina della cerimonia la signora Vanda Penzo,
moglie del Presidente della Sezione di Mestre, Capo
Nocchiero Cav. Uff. Raimondo Canu (Croce di Guerra
al V.M.), coadiuvata dall'Amm. Elio Sandroni (M.A.V.M.) e
dal Presidente Provinciale Serg. Magg. Comm. Virgilio Zan
(M.B.V.M.). Il Consigliere Cav. Uff. Francesco Cesca, prima
della Santa Messa, ha voluto ricordare i defunti della
Federazione ed ha ringraziato i presenti e chi ha permesso
col suo impegno di poter realizzare il nuovo Labaro. Il Cav.
Uff. Leone Rampini, dopo aver letto la preghiera del
Decorato al Valor Militare, ha ricordato il Presidente
Comm. Arnaldo Darai (classe 1915) recentemente scomparso, leggendo la motivazione della sua Decorazione al
Valor Militare e tracciandone la figura e le opere sia come
Socio fondatore della sezione dell'Associazione Arma
Aeronautica di Venezia, che come Presidente Provinciale del
Nastro Azzurro. Il Presidente Provinciale Virgilio Zan ha
poi invitato i presenti ad un brindisi presso il Circolo
Sottufficiali della Marina Militare.
Venezia: il nuovo Labaro
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RECENSIONI
ADAMELLO - ORTIGARA - GRAPPA - Lettere
dalla Grande Guerra dei fratelli Antonio, Piero e
Vittorio Leidi - di Elio Parsani e Rowena Brissoni Edizioni Povinelli - Pinzolo (TN) - ISBN 8885892086 Pagg. 302 - Euro 50,00.
"Mamma carissima, sia con te sempre la grande fiducia nei
destini della Patria le cui tristi sventure saranno vendicate non
per miracolo di oggi o di
domani, ma per il frutto
vittorioso di persistente
sacrificio e lavoro di tutti
gli Italiani. Ti bacia con
forte affetto tuo figlio
Antonio". È la lettera che
il tenente del 5° Alpini
Battaglione
Edolo,
Antonio Leidi, manda
alla madre Ester, nel
novembre del 1917.
È una delle centinaia di
lettere che i fratelli
Leidi (Antonio, Piero e
Vittorio) mandano ai
genitori, ai vari parenti
e amici. Sono tante tessere d'uno straordinario mosaico della guerra combattuta sull'Adamello, sull'Ortigara e sul Grappa,
delle vicende di paesi attraversati, bombardati dalle artiglierie, della gente. Lettere semplici che raccontano piccole cose quotidiane e straordinari eventi con un narrazione quieta e spontanea, riservata a pochi e perciò tanto più
sincera. Belle le tante fotografie che impreziosiscono il
volume.
ISLAM TRA PACE E GUERRA di Antonella Colonna
Vilasi - Città del Sole Edizioni - 240 pagine - ISBN 978 88
7351 496 5 - Euro 12,00
L'autrice, considerata un'esperta di servizi segreti,
nonché storica, giurista,
internazionalista e criminologa, svolge attività didattica in vari atenei italiani ed
esteri, ed è un'affermata
saggista. Tra i suoi molteplici campi d'indagine particolare importanza riveste il
tema dell'intelligence, cui
ha dedicato, prima autrice
europea, una trilogia. Ma
vediamo, in sintesi, il contenuto del volume.
L'Introduzione del libro è
stata affidata al giudice
Rosario Priore, il quale elogia l'approccio esaustivo della scrittrice alla materia e
definisce l'opera come "un trattato completo sulle organiz-
46
zazioni terroristiche arabe ed islamiche". La Prefazione è di
Vittorfranco Pisano, capo del Dipartimento Sicurezza e
Intelligence dell'Università "Hugo Grotius": egli sottolinea
come il volume, sia volto a fornire un contributo decisivo
per la comprensione del fenomeno terroristico nella sua
complessità. In sostanza, il saggio di Antonella Colonna
Vilasi pone in dettagliata analisi la questione "Islam e terrorismo". Una civiltà, quella islamica, in cui Stato e religione sono integrati al punto tale da sfociare nella cosiddetta "guerra santa". L'Islam, soffocato dal perenne conflitto
tra pace e guerra, ha visto nascere, a partire dagli anni
Sessanta, numerose organizzazioni criminali volte al terrorismo internazionale, fino a giungere ad Al Qaeda che,
sotto la guida di Osama Bin Laden, ha messo in atto il
devastante attacco terroristico contro gli Usa dell'11 settembre 2001. Un viaggio in una realtà cruenta che, agli
occhi del mondo occidentale, appare sempre di difficile
comprensione.
MISSIONE "NEMO". Un'operazione segreta della
Resistenza militare italiana (1944-1945) di
Francesco Gnecchi Ruscone - Ugo Mursia Editore - 296
pagg. - illustrato - € 17,00
Volume interessante su un
aspetto del tutto dimenticato della guerra in Italia dal
'44 al '45. Si parte dalle
memorie dell'arch. Gnecchi
Ruscone (MBVM) che all'epoca era un giovane studente universitario e che partecipò all'operazione Nemo.
Pochi mesi dopo l'annuncio
dell'armistizio nel settembre del 1943, nell'Italia centro-settentrionale occupata dai tedeschi, il Servizio
informazioni militare del
Regio Esercito infiltra una
missione
per
conto
dell'Intelligence britannica.
Attiva dal 18 marzo 1944 al
2 maggio 1945 sotto il nome di missione "Nemo", coordinata dal capitano di corvetta Emilio Elia della Regia
Marina, la missione ha il compito di trasmettere notizie
militari, industriali e politiche con tre obiettivi: affiancare
gli Alleati nella campagna d'Italia, garantire la salvaguardia
di bacini idroelettrici e impianti industriali, individuare cellule nemiche di spionaggio e controspionaggio da neutralizzare. Considerata dagli Alleati "la più efficiente e completa rete di spionaggio nel Nord Italia", la missione risulta pressoché ignorata dalla storiografia del dopoguerra.
Questo volume raccoglie le memorie di uno studente del
Politecnico di Milano, fra i protagonisti della missione
"Nemo", corredate da un'approfondita introduzione storica e da una ricca appendice di documenti inediti che
consentono di ricostruire una pagina dimenticata di storia della Resistenza militare italiana.
IL NASTRO AZZURRO
AZZURRI NELL’AZZURRO DEI CIELI
FED. ALESSANDRIA: Arch. Alessandro CORSICO (M.B.V.M.),
già Vice Presidente della Federazione.
FED. AREZZO: Socio Benemerito Dr. Guido FORNASARI.
FED. NOVARA: Ten. Alberto BIZZI.
FED. PADOVA – Col. A.M. Dino BASSO; Signora Livia BERETTA
GRANI; Aiut. Btg. Giuseppe PELIZZA; Sig. Valerio PIRON; Gen.
Luigi RICCARDO.
FED. BARI: Azzurro Alessandro FORCELLA (M.B.V.M.); Sig.
Pasquale RUBINO.
FED. PAVIA: Sig.ra Margherita LANCIA.
FED. BERGAMO – Avv. Arbace MAZZOLENI (C.G.V.M.),
Presidente onorario della Federazione.
FED. PIACENZA – Azzurro Mario BOSONI, già Presidente della
Federazione.
FED. BRESCIA: Aviere Sc. Cav. Giacomo BELLERI (C.G.V.M.).
FED. PORDENONE: Azzurro Mario BRESCIANI (M.B.V.M.), già
Sindaco della Federazione.
FED. CUNEO – Sezione di Savigliano: Prof.ssa Paola Bianca
GOFFREDI INDROZZI, figlia del Col. Med. Luigi Goffredi
(C.G.V.M.).
FED. FIRENZE – Sezione di Prato: Monsignor Vicario Eligio
FRANCIONI, figlio dell’Azzurro Angelo Francioni (M.B.V.M.), già
Consigliere della Sezione.
FED. GENOVA: Capitano di Corvetta (A.N.) Ing. Carlo MILAN
(M.A.V.M.), già Vice Presidente della Federazione.
FED. ROMA: Azzurro Conte Dott. Ing. Manfredo GOFFREDI
(M.A.V.M.); Sig.ra Ines PAZZAGLIA vedova dell’Azzurro Mario
Aspromonti (M.A.V.M. - 2 C.G.V.M.-E.S.).
FED. SASSARI: Azzurro Gigi CUCCUREDDU.
FED. TREVISO: Comm. Gino TESO, già Presidente della
Federazione.
FED.TRIESTE – Azzurro Stefano DAMIANI (M.A.V.M.).
FED. IMPERIA: Sig.ra Margherita CASSINI VINCENTI.
FED. UDINE: Azzurro Vincenzo MANNARA’.
SEZ. LECCO: Azzurro Virgilio SESANA (C.G.V.M.).
FED. MODENA: Gen. Silvio AZZALI.
FED. MONZA E BRIANZA – Sezione di Carate Brianza:
Cav. Uff.. Ambrogio DELL’ORTO; Sig. Alberto VILLA; Cav. Giovanni
VILLA.
FED. VICENZA: Sig.ra Comm. Luciana LONGHINI MARTINI,
sorella dell’Azzurro Antonio Longhini – Sezione di Valdagno:
Ten. Col. Cav. Uff. Mario DAL FIUME (M.A.V.M. - C.G.V.M.), già
Presidente della Sezione.
Alle famiglie colpite da queste dolorose perdite giungano le espressioni
del più vivo cordoglio della Presidenza Nazionale e di tutti gli Azzurri.
CONSIGLI DIRETTIVI
Fed. PIACENZA
Presidente onorario: M.O.V.M. Luigi GORRINI
Presidente: dott.ssa Maria Teresa ANDENA
Vice Presidente: sig. Alessandro ZARANTONELLO
Segretario-Tesoriere: dott.ssa Maria Elena MASSARINI
Consiglieri: sig.ra Carla CADEMARTIRI BURGAZZI, sig. Giuseppe
GRAZZI, prof.ssa Carla SCARPETTA e avv. Stefano ZUCCHI
Sindaci: sig. Giacomo SCARAMUZZA e prof.ssa Valeria COSTA
Fed. PORDENONE
Presidente: Aldo FERRETTI
Vice Presidente: Julia MARCHI
Segretario: Lelio PERTEGATO
Alfiere: Vincenzo PITTAU
Consiglieri: Elio CALCOPIETRA, Giovanni FOLLADOR, Anna Pia
MORET
COLLEGIO DEI SINDACI
Presidente: Bruno CORONA
Sindaci: Pio DEANA, Umberto DE CARLI
POTENZIAMENTO GIORNALE
IL NASTRO AZZURRO
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