02-boll. febbraio 2009 - Parrocchie del Vicariato di Cittadella

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02-boll. febbraio 2009 - Parrocchie del Vicariato di Cittadella
PARROCCHIA DEL DUOMO
SOMMARIO
PARROCCHIA DEL DUOMO
Lettera di don Remigio Brusadin
pag. 1
DUOMO
Il Presepe del Duomo di G.B. B.
» 3
« Cittadella Vita »
» 4
Messaggio dei Vescovi per la Giornata per la Vita 2009
» 5
PATRONATO PIO X
Uscita di Alta Squadriglia di Iena
» 6
» 7
Thinking Day 2009 di Anna Ziero
« Ci piacciamo così! »
» 8
« Io. . . secondo me, secondo gli altri » – « Appassionarsi dell’altro »
» 9
« Alla scoperta del bene comune »
» 10
Tempo propizio. . . in attesa del nuovo Patronato – Incontri per fidanzati
» 11
ASSOCIAZIONI
Cristina: « Ho scelto Lui, gli ho detto di sì. . . » di Cristina Tonelotto
» 12
» 13
« Sono appena tornata dal Rwanda » di Lucia Bressan
LETTURE DOMENICALI
Domenica 01 febbraio
» 14
Domenica 15 febbraio
» 16
Domenica 08 febbraio
» 15
Domenica 22 febbraio
» 17
ARTE E STORIA
L’inverno nel passato di M. B.
» 18
» 19
Tempo di scherzi e di baldoria di M. B.
PARROCCHIA DEL POZZETTO
Lettera di don Gilberto Ferrara
Prima Comunione - 8 dicembre 2008
Battesimi
Flash di Natale
»
»
»
»
PARROCCHIA DI S. MARIA
Lettera di don Domenico Frison
Come rosa blu – Consigli per vivere una vita vera
Recita di Natale della Scuola dell’Infanzia
» 24
» 25
» 26
PARROCCHIA DI S. DONATO
Lettera di don Luciano Vanzan
Giornata per la vita – Un grazie riconoscente – Gita
Generosità e solidarietà – Dati anagrafici – Busta di Natale
» 27
» 28
» 29
PARROCCHIA DI CA’ ONORAI
Lettera di don Matteo Ragazzo
Vita in Comunità
» 30
» 31
ANAGRAFE PARROCCHIALE
ORARI PARROCCHIALI
Controcopertina: Gioele 2,12
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23
» 32
» 33
Il Bollettino consta di 10 numeri mensili per anno.
Il costo di ogni numero è di 1 euro. Al fine di agevolare la distribuzione del Bollettino,
si propone di effettuare l’abbonamento annuo di 10 euro, o sostenitore di 15 euro.
Anno XLI - n. 2 - febbraio 2009
Periodico mensile - Direttore responsabile: Giovanni Tonelotto - Iscr. Stampa Trib. Padova n. 1151 del 29/07/89
Bertoncello Artigrafiche - Cittadella (Padova)
Dopo 13 anni di “lettere” è giunto il momento di una pausa, nel senso
di non dire parole “mie”, bensì di riportare qualche parola “sapienziale”
(tolta, cioè, dai libri dei Proverbi, della Sapienza, del Siracide). Non segnalo i versetti per non appesantire il testo, ma ciascuno ha la possibilità di trovarli con un po’ di “ricerca”. Li numero per facilitare un possibile
dialogo.
B UON ASCOLTO !
« 1. Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento e il tuo cuore custodisca i miei precetti.
12. Bontà e fedeltà non ti abbandonino; legale intorno al tuo collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore.
13. La strada dei giusti è come la luce dell’alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio.
14. Con ogni cura vigila sul cuore perché da esso sgorga la vita.
15. Va’ dalla formica, o pigro, guarda le sue abitudini e diventa saggio.
16. Sei cose odia il Signore, anzi sette gli sono in abominio: occhi alteri,
lingua bugiarda, mani che versano sangue innocente, cuore che trama iniqui progetti, piedi che corrono rapidi verso il male, falso testimone che diffonde menzogne e chi provoca litigi tra fratelli.
17. Non rimproverare il beffardo per non farti odiare; rimprovera il saggio
ed egli ti amerà.
18. Chi chiude un occhio causa dolore, chi riprende a viso aperto procura
pace.
19. Un anello d’oro al naso d’un porco, tale è la donna bella ma priva di
senno.
10. Chi accaparra il grano è maledetto dal popolo, la benedizione è invocata sul capo di chi lo vende.
11. Poco con il timore di Dio è meglio di un gran tesoro con l’inquietudine.
12. Prima della rovina viene l’orgoglio e prima della caduta lo spirito altero.
13. Un amico vuol bene sempre, è nato per essere un fratello nella sventura.
1
DUOMO
DUOMO
14. Chi fa la carità al povero fa un prestito al Signore che gli ripagherà la
buona azione.
15. Non associarti a chi ha sempre aperte le labbra.
16. Chi disprezza la sapienza e la disciplina è infelice.
17. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la
sua vita.
18. Chi ama il pericolo in esso si perderà.
19. Non aspettare a convertirti al Signore e non rimandare di giorno in
giorno.
20. Non confidare in ricchezze ingiuste, perché non ti gioveranno nel
giorno della sventura.
21. Sii pronto nell’ascoltare, lento nel proferire una risposta.
22. Se vedi una persona saggia, va’ presto da lei; il tuo piede logori i gradini della sua porta.
23. Ama con tutta la forza chi ti ha creato e non trascurare i suoi ministri.
24. Non evitare coloro che piangono.
25. Non indugiare a visitare un malato, perché per questo sarai amato.
26. Non lodare un uomo per la sua bellezza e non detestare un uomo
per il suo aspetto.
27. Non ti vantare per le vesti che indossi.
28. Prima della fine non chiamare nessuno beato; un uomo si conosce
veramente alla fine.
29. Il lutto per un morto, sette giorni; per uno stolto ed empio tutti i giorni della sua vita.
30. Una brava moglie è la gioia del marito.
31. Quando si agita un vaglio, restano i rifiuti; così quando un uomo riflette, gli appaiono i suoi difetti.
32. Tra gli insensati bada al tempo, tra i saggi fermati a lungo.
33. Il male si riverserà su chi lo fa, egli non saprà neppure da dove venga.
34. Un colpo di frusta produce lividure, ma un colpo di lingua rompe le
ossa.
35. Non presentarti a mani vuote davanti al Signore.
36. In ogni offerta mostra lieto il tuo volto, consacra con gioia la decima ».
Il Presepe del Duomo
Il solito gruppo di superap- lastrema
capanna che evidenzia l’epassionati che annualmente
povertà in cui è nato il
allestisce il presepe del nostro
Duomo, ha lavorato per più di
un mese, ogni sera, per approntare un nuovo scenario
dell’ambiente natalizio.
È stato occupato l’ampio
spazio che delimita l’abside
della vecchia parrocchiale (attuale Cappella della Concetta)
e il lavoro che ne è scaturito è
risultato davvero molo suggestivo.
Vi si notano le colline che
fanno da cerchia all’ambientazione “palestinese” con tutto
un susseguirsi di strutture abitative con una distribuzione
parecchio realizzata ma molto
convincente.
Ai piedi della struttura collinare che fa da sfondo è stata
realizzato un passaggio pedonale (piccola stradina) che
apre ai visitatori la visione
completa della scena natalizia.
In primissimo piano invece
“Bambino Gesù”.
Le luci, i suoni e il movimento meccanico di alcuni ambienti, sono molto apprezzati
dai numerosissimi visitatori, a
cominciare dai bimbi, che percorrono entusiasti la stradina
interna e sono attirati dalle
statuine sistemate nei vari settori.
Mi sento di rivolgere un grazie di cuore a tutti gli operatori
che hanno dimostrato in questa opera molto creatività e
squisito senso artistico.
Gli artisti sono: SERGIO e ALESSANDRO PIEROBON, SERGIO BISINELLA, REMO BRUGIOLO, VALTER SGARBOSSA, LUIGINO LINGUANOTTO, ALBERTO BERNARDI e GIULIANA SIMONETTO.
G.B. B.
« Gloria in cielo,
p a c e i n t e r ra ! »
Con affetto
vostro don Remigio
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3
DUOMO
« C I T TA D E L L A V I TA »
È nata nel nostro territorio
una nuova Associazione di
Volontariato chiamata “Cittadella Vita” ed è un Centro
Aiuto alla Vita (CAV) che è
un’organizzazione a livello nazionale con sedi in tutta Italia.
Ciò che si propone l’Associazione è di sostenere le donne
che si trovano a vivere una
maternità difficile. Lo scopo è
creare promesse concrete
perché ogni vita iniziata possa
essere accolta.
L’idea di fondare “Cittadella
Vita” è nata da un gruppo di
amiche volontarie che a conoscenza delle problematiche
del territorio hanno deciso di
dedicare un po’ del loro tempo alle mamme in attesa e ai
loro bambini.
Un’associazione importante e indispensabile che non
esisteva a Cittadella e le
mamme del cittadellese si rivolgevano ai CAV dei paesi limitrofi.
L’aiuto alle mamme in difficoltà si esplicherà tramite l’apertura di uno sportello presso la nostra sede di Santa
Croce Bigolina in via Tre case n° 15 “Condominio Cesare Battisti” nei giorni di martedì mattino e giovedì pomeriggio in cui sarà fornito supporto umano e psicologico oltre ad un sostegno per alleggerire la situazione economica attraverso la fornitura di
pannolini, corredini, carrozzine etc. Per comunicare con le
volontarie del “Centro Aiuto”,
nell’orario di apertura dello
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sportello ci sarà a disposizione un numero telefonico.
Di questa iniziativa verranno date altre informazioni,
per le mamme che possono
averne bisogno e per coloro
che desiderano collaborare a
sostegno di questa associazione, con locandine e pieghevoli che saranno a disposizione negli studi pediatrici,
nelle scuole e nelle parrocchie ed altri ambienti pubblici. Inoltre saranno organizzate
conferenze, tavole rotonde ed
altro per poter far conoscere
le finalità di questa Associazione e poter far sapere alle
mamme in situazioni di disagio: « non siete più sole ».
DUOMO
Per avere supporti organizzativi e logistici nell’affrontare
problematiche sociali difficili
l’Associazione si è collegata
con il CAV di Padova e collaborerà con Enti pubblici, privati ed altre associazioni in
quanto lo scopo non è quello
di sostituirsi alle strutture istituzionali già esistenti sul territorio, ma quello di collaborare ed integrare offrendo quello che è lo specifico del volontariato: la condivisione.
Il nuovo centro di aiuto sarà operativo verso la fine di
febbraio. Si ringraziano tutte
le persone e gruppi associativi che hanno dato il loro
contributo per rendere concreto questo progetto e facciamo affidamento nella loro
collaborazione anche per il
x
futuro.
MESSAGGIO DEI VESCOVI PER LA GIORNATA PER LA VITA 2009
« La forza della vita nella soffer enz a »
L
a vita è fatta per la serenità e
la gioia. Purtroppo può accadere, e
di fatto accade, che sia segnata dalla sofferenza. Ciò può avvenire per
tante cause. Si può soffrire per una
malattia che colpisce il corpo o l’anima; per il distacco dalle persone
che si amano; per la difficoltà a vivere in pace e con gioia in relazione
con gli altri e con se stessi.
La sofferenza appartiene al mistero dell’uomo e resta in parte imperscrutabile: solo « per Cristo e in
Cristo si illumina l’enigma del dolore e della morte » (GS 22).
Se la sofferenza può essere alleviata, va senz’altro alleviata. In
particolare, a chi è malato allo stadio terminale o è affetto da patologie particolarmente dolorose, vanno
applicate con umanità e sapienza
tutte le cure oggi possibili.
Chi soffre, poi, non va mai lasciato solo. L’amicizia, la compagnia, l’affetto sincero e solidale possono fare molto per rendere più
sopportabile una condizione di sofferenza. Il nostro appello si rivolge
in particolare ai parenti e agli amici dei sofferenti, a quanti si dedicano al volontariato, a chi in passato
è stato egli stesso sofferente e sa che
cosa significhi avere accanto qualcuno che fa compagnia, incoraggia
e dà fiducia.
A soffrire, oggi, sono spesso molti anziani, dei quali i parenti più
prossimi, per motivi di lavoro e di
distanza o perché non possono assumere l’onere di un’assistenza
continua, non sono in grado di
prendersi adeguatamente cura. Accanto a loro, con competenza e dedizione, vi sono spesso persone
giunte dall’estero. In molti casi il
loro impegno è encomiabile e va
oltre il semplice dovere professionale: a loro e a tutti quanti si spendono in questo servizio, vanno la nostra stima e il nostro apprezzamento.
Talune donne, spesso provate da
un’esistenza infelice, vedono in
una gravidanza inattesa esiti di
insopportabile sofferenza. Quando
la risposta è l’aborto, viene generata ulteriore sofferenza, che non solo
distrugge la creatura che custodiscono in seno, ma provoca anche in
loro un trauma, destinato a lasciare una ferita perenne. In realtà, al
dolore non si risponde con altro dolore: anche in questo caso esistono
soluzioni positive e aperte alla vita, come dimostra la lunga, generosa e lodevole esperienza promossa
dall’associazionismo cattolico.
C’è, poi, chi vorrebbe rispondere
a stati permanenti di sofferenza,
reali o asseriti, reclamando forme
più o meno esplicite di eutanasia.
Vogliamo ribadire con serenità, ma
anche con chiarezza, che si tratta
di risposte false: la vita umana è
un bene inviolabile e indisponibile, e non può mai essere legittimato
e favorito l’abbandono delle cure,
come pure ovviamente l’accanimento terapeutico, quando vengono meno ragionevoli prospettive di
guarigione. La strada da percorrere
è quella della ricerca, che ci spinge a
moltiplicare gli sforzi per combattere e vincere le patologie – anche
le più difficili – e a non abbandonare mai la speranza.
La via della sofferenza si fa meno impervia se diventiamo consa-
pevoli che è Cristo, il solo giusto, a
portare la sofferenza con noi. È un
cammino impegnativo, che si fa
praticabile se è sorretto e illuminato dalla fede: ciascuno di noi,
quando è nella prova, può dire con
San Paolo « sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do
compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia
carne » (Col 1,24).
Quando il peso della vita ci appare intollerabile, viene in nostro
soccorso la virtù della fortezza. È
la virtù di chi non si abbandona
allo sconforto: confida negli amici;
dà alla propria vita un obiettivo e
lo persegue con tenacia. È sorretta e
consolidata da Gesù Cristo, sofferente sulla croce, a tu per tu con il
mistero del dolore e della morte. Il
suo trionfo il terzo giorno, nella risurrezione, ci dimostra che nessuna
sofferenza, per quanto grave, può
prevalere sulla forza dell’amore e
della vita.
x
5
PATRONATO PIO X
Scout Cittadella 2
Uscita di Alta Squadriglia
imparando così a leggere la
«Gli Scout possono rendersi
tro ad un telo e qui presentarsi
cartina.
veramente utili quando nevicome fosse un dj radiofonico.
ca. . . esercitandosi a trovare la
strada per mezzo di tracce o segnali lasciati sulla neve o,
quando c’è nebbia, possono
prestarsi a far da guida » (B.P. ).
È cominciata così la giornata
di sabato 27 Dicembre a Campo Croce. Un po’ di foschia,
tanta neve. Ognuno con la cartina dei sentieri in mano, lo zaino in spalla, i grandi dei Reparti S. Giorgio e Bronwsea, i ragazzi dell’Alta Squadriglia si sono avviati per il sentiero innevato. Guardando i punti di riferimento sulla cartina, i segnali
dei sentieri e l’andamento del
terreno, tutti si sono resi conto
delle caratteristiche del luogo
6
Dopo circa un’ora e mezza
di sentiero siamo giunti a destinazione: la malga degli Alpini di Cittadella sul monte Oro.
Qui siamo stati accolti dal confortevole tepore del camino.
Dopo mangiato ci siamo cimentati nella costruzione di
una truna, un tipico rifugio
adatto a pernottare nella neve.
La giornata è poi continuata
tra giochi vari fino a un momento molto particolare: ad
ognuno era stata chiesta la
canzone preferita, che poi durante la serata è stata fatta
ascoltare a tutti. Durante l’ascolto della canzone, chi l’aveva scelta doveva mettersi die-
In poche parole ognuno è riuscito a dare un’idea di sé, dei
propri dubbi e dei propri sogni
senza filtri e senza la paura di
essere giudicato.
La mattinata successiva è
stata dedicata alla sistemazione e alla pulizia della, poi dopo
pranzo di nuovo zaini in spalla
e il ritorno a Campo Croce dove le macchine ci aspettavano
per il ritorno a casa. Due giorni
veramente intenso ed importanti per creare un gruppo,
quello dell’Alta Squadriglia,
che diventerà sempre più trainante per il resto dei reparti.
Buona Caccia.
Iena
PATRONATO PIO X
T h i n k i n g D a y 20 0 9
forti che B.P. ha trasferito
Il 22 febbraio è una data che così
in parole e azioni e che col moad ognuno può ricordare o
meno un evento, una persona,
un momento della propria vita. . . per noi Scout è un giorno
molto particolare: è infatti il
“compleanno” del nostro fondatore Baden Powell e di sua
moglie Olave, ricorrenza che
ha preso il nome di Thinking
Day, in italiano tradotto con
Giornata del Pensiero.
È una giornata in cui ci si ferma a pensare ancor di più al
mondo che ci circonda e ai
suoi problemi, nel tentativo di
« lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato ». Ogni anno quindi i vari
gruppi pensano a delle modalità più o meno giocose di riflessione per affrontare una tematica particolare (l’anno scorso
quella dello spreco dell’acqua),
per trasmettere ancor di più ai
nostri ragazzi, alle loro famiglie
e pure a noi stessi, quei valori
vimento dello scautismo ha
cercato di diffondere in tutto il
mondo. Del resto la parola
“scout” in italiano trova traduzione come “esploratore, cercatore”, colui che è in continuo
cammino ma attento a ciò che
lo circonda, disposto a “sporcarsi le mani” e a rendersi utile.
In questo Thinking Day 2009
si è pensato di fare un’attività
collettiva per i vari gruppi del
cittadellese e vicini. Ecco perché al ritrovo nel parco di Galliera Veneta ci saranno ragazzi
con fazzolettoni di vari colori al
collo. . . Cittadella 2, Cittadella
3, Cittadella 4 e Galliera-Tombolo. La tematica di quest’anno è ben sentita ed ecco il perché di un’attività voluta con
molti ragazzi e capi: “un albero
tira l’altro” è un’iniziativa lanciata agli scout del padovano e
alla loro famiglie in cui si chie-
de di adottare un piccolo carpino bianco con l’intento di rendere un po’ più verde questa
Terra che sta diventando sempre più buia a causa dello
smog e dell’inquinamento. Se
ogni famiglia a cui è stata lanciata questa sfida si prendesse
in custodia un albero sarebbe
un risultato a dir poco meraviglioso: nel padovano ci sono
5000 scout censiti, immaginate
l’impatto che ciò avrebbe. E
proprio per dare il migliore degli esempi, ecco che nell’attività di sabato 21 febbraio ogni
gruppo pianterà un albero che
lo rappresenti, nel parco che è
stato dedicato proprio a Baden
Powell.
Intanto attendiamo di vivere
quest’esperienza collettiva, con
la speranza che questa iniziativa trovi terreno fertile nella nostra collettività.
Anna Ziero
« La Guida e lo Scout
amano e rispettano
la natura ».
7
PATRONATO PIO X
Campo invernale IIIa media
« Ci piacciamo così! »
C
orporeità: questo il tema
chi, bocca, orecchie ci servono
del campo invernale dei 14enper accarezzare, colpire, correni di quest'anno. Un argomento che li tocca da vicino e li coinvolge, visto il periodo di cambiamenti che questi ragazzi
stanno vivendo. Sono stati tre
giorni intensi, ricchi di esperienze e relazioni.
È stato bello vedere i nostri
ragazzi alla riscoperta del proprio corpo, per capire quante
funzioni possa avere ogni sua
singola parte: mani, piedi, oc-
8
re, accogliere. . . ma soprattutto
per COMUNICARE, è questo
che hanno scoperto i ragazzi.
È stato poi divertente trasformare il rifugio Coston in
una beauty farm, con tanto di
chirurgo, personal trainer e
estetiste: in questa occasione i
ragazzi hanno dato sfogo alla
loro creatività e alle loro esigenze.
Il vero stupore, però, è stato
suscitato dall'accorgersi che
tutte quelle “maschere” erano
inutili: il nostro corpo è un dono di Dio e Lui ci ama così come siamo, per questo non
dobbiamo mai vergognarci di
essere noi stessi! Una bella
scoperta, che i ragazzi hanno
fatto grazie alla loro voglia di
mettersi in gioco e di partecipare, formando un gruppo unito e collaborativo, che speriamo si consolidi e continui a
crescere durante quest'anno di
A.C.R.
Il più grande GRAZIE va a loro, e a tutte le persone che
hanno permesso che il campo
invernale si rivelasse un vero
x
successo!
PATRONATO PIO X
Campo invernale Ia superiore
« Io. . . secondo me, secondo gli altri »
mancare le palle di neve, i pula voglia di continuare con lo
V
enerdì 2 gennaio al Coston
pazzi (fatti o distrutti. . . ), le distesso clima del campo anche
passaggio di testimone dai
giovani che hanno festeggiato
insieme l’ultimo dell’anno ai
ragazzi del ’94 arrivati per il
campo.
Lo ammettiamo alla partenza le aspettative erano quanto
meno incerte e i dubbi tanti,
ma già dal primo momento insieme abbiamo capito che le
cose sarebbero andate meglio
del previsto.
In questi due giorni abbiamo camminato insieme alla ricerca di qualche informazione
in più su noi stessi e su chi ci
sta attorno, abbiamo provato a
compilare una Carta d’Identità
che raccontasse qualcosa di
noi e ci siamo anche improvvisati ritrattisti per cercare di capire come ci vediamo e come
gli altri ci vedono. E ci siamo
scoperti tutti diversi, ma al
tempo stesso tutti simili nell’essere fatti ad immagine e somiglianza di Dio. Ma sarebbero
state solo belle parole se non
avessimo veramente vissuto e
condiviso dei bei momenti tutti
insieme: le chiacchiere e i giochi nei momenti di pausa, i
pranzi e le cene in compagnia
( . . .che strazio lavare i piatti!!!); perché in fondo la cosa
più importante è stare bene
con chi ti è vicino, divertirsi in
gruppo, fare qualche passo in
più insieme. E il clima che si è
respirato è stato proprio quello
di chi ha voglia di camminare
insieme, di mettersi in gioco, di
scoprire, di scoprirsi.
E non sarebbe stato un vero
campo scuola invernale senza
la. . . neve! Allora non potevano
scese con gommone, sacchi,
slittino, padella nelle più improbabili combinazioni! La neve però abbiamo dovuto lasciarla al Coston, ma speriamo
di esserci portati casa una bella esperienza in più che ci dia
nel gruppo del venerdì sera.
Allora ci auguriamo di passare un bell’anno tutti insieme, anche aspettando il campo estivo (che è già in cantiere!!!)
x
Campo invernale IIa superiore
«APPASSIONARSI DELL’ALTRO»
prattutto la celebrazione della
A
nche quest'anno i giovanislavanda dei piedi, ci hanno fatsimi sono stati accolti dalla
splendida cornice innevata del
rifugio Coston, per passare alcuni giorni diversi dalla routine
quotidiana. I ragazzi sono stati
entusiasti dell'esperienza, che
ha offerto molti momenti di divertimento tra la neve, ma anche tante occasioni di riflessione e preghiera. Tema del campo è stato il “prendersi a cuore”, che, sviluppato a partire
dalle parole e dall’esempio di
don Milani, ha condotto animatori e ragazzi verso un'esperienza di condivisione nel raccontare il proprio vissuto, capendo che « l'amore si può donare solo se lo si è ricevuto ».
Compagni fondamentali del
campo sono stati anche i genitori dei ragazzi, che, collaborando con gli educatori per
preparare l'attività centrale del
campo, sono stati un esempio
eccellente di cosa significhi
“prendersi cura di qualcuno”
con amore, anche nei piccoli
gesti quotidiani.
I momenti di preghiera, so-
to poi capire che amore e cura
possono essere ricondotti ad
un'unica fonte: Gesù, che per
primo si è fatto servo per amore delle sue creature, donando
Se stesso sempre con gioia ed
x
umiltà.
9
PATRONATO PIO X
Campo invernale III-IV-Va superiore
« Alla scoperta del bene comune »
le concreto di vita quotidiana
quella carica necessaria per
P
artenza: 28 Dicembre - ore
basata sugli insegnamenti del
farci dire: « Sì, anche noi ce la
8.30 in piazzale Villarina. Tutti
pronti con i bagagli carichi di
entusiasmo ed energia per poter vivere a pieno un’esperienza incredibile! Durante il viaggio verso il rifugio Coston si respirava già aria di neve e di
amicizia, eravamo tutti immersi
in un continuo contagio di fremiti e scalpitii per quello che ci
stava aspettando.
È stato un campo di tre giorni, un’avventura breve ma appassionante durante la quale
l’intento è stato quello di suscitare nei nostri cuori la passione
per i fratelli, l’I CARE cristiano
che ci faccia uscire da noi stessi per portarci a vivere uno
“slancio generoso” verso l’altro.
Non è stata una proposta
orientata al tempo del campo,
ma la presentazione di uno sti-
10
Vangelo. . . una ginnastica del
cuore! Un tema “alto”, un sogno, forse. . . ma perché non
lanciarlo?!
In un campo ogni minuto
può essere significativo perché
vivi tutto a stretto contatto, diventi un’unica famiglia ma ci
sono stati dei momenti forti
che ognuno di noi ha vissuto
con maggiore partecipazione.
Nel pomeriggio del primo giorno abbiamo avuto il piacere di
conoscere Marzia, un’importante manager che, dopo anni
di vita dissoluta, ha scoperto il
piacere di donarsi gratuitamente agli altri. La sua testimonianza, di una donna così decisa e
determinata ma allo stesso
tempo così dolce e materna ci
ha pervaso l’anima, dandoci
possiamo fare ».
Un’altra esperienza che ci ha
segnato è stata la celebrazione
dell’ultima sera divisa in tre
azioni:
– accogliere, quale gesto più
significativo di un abbraccio;
– “bruciare” il male-dire nei
confronti degli altri;
– invocare lo Spirito Santo
affinché con la sua luce illumini, dia forza e coraggio per seguire la strada del Signore.
Perché questo intenso momento possa continuare nella
vita di tutti i giorni occorre crederci, lasciarsi trasportare dall’amore, iniziando dalla famiglia e da chi ci è più vicino. Il
nostro campo è terminato ma
il nostro cammino prosegue
x
con una forza nuova. . .
PATRONATO PIO X
Tempo propizio. . .
in attesa del nuovo Patronato
Sarà perché stiamo aspet- Propizio nelle varie iniziatitando con trepidazione la realizzazione del nuovo Patronato ma stiamo veramente respirando ogni giorno di più
aria di nuovo (anche se questo “tempaccio” non ci aiuta
certo a credere che i tempi
previsti per la consegna della
nuova struttura saranno rispettati), ma certamente stiamo vivendo in parrocchia un
momento davvero magico e
assai “propizio”.
ve parrocchiali sempre più numerose ed apprezzate.
Propizio perché in molti/e si
rendono disponibili a dare una
mano in tutti gli ambiti parrocchiali; a tal proposito rinnoviamo un fraterno invito a tutte
quelle persone “di buona volontà” che in qualsiasi modo desiderano collaborare alle necessità indispensabili per il buon funzionamento del nostro Patronato e per il bene comune.
Propizio perché, nonostante la momentanea “ristrettezza degli spazi”, ci ha permesso
di essenzializzare e ben sfruttare tempi e luoghi, con sinceri momenti di fraternità e di
condivisione, riuscendo a realizzare belle e numerose iniziative.
Propizio perché ci permette
di “mettere a punto” e “oliare”
tutti gli “ingranaggi” organizzativi e gestionali che ci metteranno nelle condizioni di iniziare sin da subito con il piede
giusto questa nuova avventura
con l’apertura del nuovo Patronato.
S.B.
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ASSOCIAZIONI
ASSOCIAZIONI
CRISTINA: « Ho scelto Lui, gli ho detto di sì. . . »
« Sono appena tornata dal Rwanda. . . »
Ora è a Pechino, in una casa-famiglia della Comunità Papa Giovanni
« La riconoscenza di questa gente laboriosa è grande! »
Cristina Tonelotto
Lucia Bressan
COMUNITA’ PAPA
GIOVANNI XXIIII
È stata una bellissima lotta, durata 4 anni,
fatta di fatiche e sorprese, nella quale riconoscevo che il Signore mi aveva molto coccolata, ma che mi proponeva anche di sceglierLo come principale tesoro e senso della
mia vita. Voleva dire abbandonarmi al mistero, in tutti i sensi, mistero nella relazione,
mistero nella quotidianità, mistero nel futuro. . . tanti i dubbi e le paure, ma Lui con la
sua Parola insisteva e mi mostrava che in
Lui c’è la gioia vera e che Lui è fedele per
sempre. . . con il suo amore riempiva il mio
cuore di quella tenerezza che solo Lui sa
dare e mi trasformava con la sua grazia facendomi sempre più desiderare di stare con
Lui.
Così ho scelto Lui, gli ho detto di sì. . . e il
giorno 8 dicembre ho emesso voto triennale di verginità, povertà e obbedienza secondo la vocazione della Comunità Papa Giovanni XXIII di cui faccio parte. Accompagnata da parenti, amici e fratelli di comunità ho
consacrato al Signore la mia vita, l’ho messa
nelle Sue mani perché Lui possa fare quelle
meraviglie che solo il suo Amore sa creare.
Conquistata da Lui ho capito quelle parole che Don Oreste sempre ripeteva: le cose
belle prima si fanno e poi si pensano! Sento
che questo è quello che ho vissuto e sto vivendo adesso a poche ore dalla partenza.
Sento infatti che il Signore mi chiama ad
annunciare questo Suo Amore a quanti ancora non lo conoscono e, nella mia disponibilità per la missione la Comunità mi ha
chiesto di partire per la Cina, dove a Pechino, già da alcuni anni c’è la presenza di una
casa famiglia. Paese nuovo, cultura nuova. .
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parto nella fiducia che se Lui mi chiama là,
sarà al mio fianco. . . nuove esperienze e sfide, ma doni che mi faranno crescere nella
mia relazione con Lui, fonte e pienezza della mia vita, e nel mio donarmi nell’amore.
In questo momento una profonda gratitudine nasce dal mio cuore, se son qui è
perché tutto e tutti nel mio cammino hanno
contribuito a questo, vi chiedo di accompagnarmi nella preghiera perché possa essere
fedele alla chiamata ricevuta. A presto. . .
8 dicembre ‘08: Cristina Tonelotto emette i voti
di castità, povertà, obbedienza. Ai primi di gennaio è partita per la missione.
C
ari amici di Cittadella, voi mi conoscete
per le testimonianze che ho portato il 14 novembre al Pozzetto nel corso della serata sul
Congo e il 23 dicembre durante il Concerto di
Natale in Duomo.
Sono rientrata da qualche giorno, dopo una
breve ma intensa permanenza in Rwanda, piccolo stato dell’Africa centrale con circa 8 milioni di abitanti.
In Rwanda – precisamente a Ruhengeri –
ho incontrato, parlato e visitato molte persone
in tutti gli ambiti sociali. In particolare ho operato all’interno del Progetto sanitario per il
recupero dei malati abbandonati sieropositivi, che coinvolge molte persone e si svolge
su ampio raggio: dal recupero del malato quasi terminale all’intervento a favore dei bambini orfani e abbandonati che trovano il calore
di una famiglia nel centro d’accoglienza, alla
formazione di 120 animatori socio-sanitari
che arrivano a coinvolgere migliaia di persone
nei numerosi villaggi. Ed ancora, alla costruzione di piccole case per coloro che vivono
con la plastica, e al recupero delle ragazze abbandonate sulla strada.
In merito al Progetto: “Laboratorio per la
fabbricazione delle scarpe”, volto a dare autonomia e dignità a una decina famiglie, tutto
sta procedendo per il meglio e l’iniziativa consente tra l’altro a diversi bambini di frequentare la Scuola e di alimentarsi sufficientemente
evitando la malnutrizione.
Solo nel periodo natalizio il laboratorio ha
confezionato 20 paia di scarpe e 8 paia di sandali, partendo dal recupero delle vecchie borse. Ciò ha permesso di ricavare e 84,00 netti.
Sembra una cifra irrisoria per noi, ma per loro
è molto!
La riconoscenza di questa gente laboriosa
Una proposta diversa
nei confronti dei benefattori di Una Proposta
diversa che non conoscono è grande e sono
stata incaricata di esprimervelo con grande calore.
Un ultimo rilievo di grande importanza:
grazie alla Caritas diocesana locale, nostra interlocutrice sul posto, tutte le attività messe in
atto sono seguite e affiancate dai membri della Caritas stessi.
14 novembre ’08: Lucia Bressan (a destra) durante la serata sul Congo tenutasi al Pozzetto, al suo
fianco Don Albino Bizzotto.
Un paio di sandali realizzati nel laboratorio a
Ruhengeri in Rwanda.
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LETTURE DOMENICALI
LETTURE DOMENICALI
Domenica 1 febbraio
Domenica 8 febbraio
(4a Domenica del Tempo Ordinario - Ciclo B)
Dal libro del Deuteronomio
(Dt 18,15-20)
Mosè parlò al popolo dicendo: « Il Signore,
tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i
tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete
ascolto.
Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo
Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: “Che io non oda più la voce del Signore,
mio Dio, e non veda più questo grande fuoco,
perché non muoia”.
Il Signore mi rispose: “Quello che hanno
detto, va bene. Io susciterò loro un profeta in
mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie
parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che
egli dirà in mio nome, io gliene domanderò
conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di
dire in mio nome una cosa che io non gli ho
comandato di dire, o che parlerà in nome di
altri dèi, quel profeta dovrà morire” ».
Salmo 94
Ascoltate oggi la voce del Signore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
Se ascoltaste oggi la sua voce!
« Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere ».
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Dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi
(1Cor 7,32-35)
Fratelli, io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore;
chi è sposato invece si preoccupa delle cose
del mondo, come possa piacere alla moglie, e
si trova diviso!
Così la donna non sposata, come la vergine,
si preoccupa delle cose del Signore, per essere
santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo,
come possa piacere al marito.
Questo lo dico per il vostro bene: non per
gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate
degnamente e restiate fedeli al Signore, senza
deviazioni.
Dal Vangelo secondo Marco
(Mc 1,21-28)
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella
sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano
stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non
come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi
era un uomo posseduto da uno spirito impuro
e cominciò a gridare, dicendo: « Che vuoi da
noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io
so chi tu sei: il santo di Dio! ». E Gesù gli ordinò severamente: « Taci! Esci da lui! ». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì
da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si
chiedevano a vicenda: « Che è mai questo? Un
insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono! ».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in
tutta la regione della Galilea.
(5a Domenica del Tempo Ordinario - Ciclo B)
G
Dal libro di Giobbe
(Gb 7,1-4.6-7)
iobbe parlò e disse: « L’uomo non compie
forse un duro servizio sulla terra e i suoi giorni
non sono come quelli d’un mercenario? Come
lo schiavo sospira l’ombra e come il mercenario aspetta il suo salario, così a me sono toccati mesi d’illusione e notti di affanno mi sono
state assegnate. Se mi corico dico: “Quando
mi alzerò?”. La notte si fa lunga e sono stanco
di rigirarmi fino all’alba. I miei giorni scorrono
più veloci d’una spola, svaniscono senza un filo di speranza. Ricòrdati che un soffio è la mia
vita: il mio occhio non rivedrà più il bene ».
Salmo 146
Risanaci, Signore, Dio della vita.
È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d’Israele.
Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.
Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.
ziativa, è un incarico che mi è stato affidato.
Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di
annunciare gratuitamente il Vangelo senza
usare il diritto conferitomi dal Vangelo.
Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono
fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto
tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per
diventarne partecipe anch’io.
Dal Vangelo secondo Marco
(Mc 1,29-39)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga,
subito andò nella casa di Simone e Andrea,
in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la
fece alzare prendendola per mano; la febbre
la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole,
gli portavano tutti i malati e gli indemoniati.
Tutta la città era riunita davanti alla porta.
Guarì molti che erano affetti da varie malattie
e scacciò molti demòni; ma non permetteva
ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora
era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: « Tutti ti cercano! ».
Dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi
(1Cor 9,16-19.22-23)
Fratelli, annunciare il Vangelo non è per
me un vanto, perché è una necessità che mi
si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!
Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla
ricompensa; ma se non lo faccio di mia ini15
LETTURE DOMENICALI
Domenica 15 febbraio
(6a Domenica del Tempo Ordinario - Ciclo B)
I
Dal libro del Levitico
(Lv 13,1-2.45-46)
l Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse:
« Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale
sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli. Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo
scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro! Impuro!”. Sarà impuro
finché durerà in lui il male; è impuro, se ne
starà solo, abiterà fuori dell’accampamento ».
Salmo 31
Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia.
Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.
Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: « Confesserò al Signore le mie
[iniquità »
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.
Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia!
Dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi
(1Cor 10,31-11,1)
Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia
che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per
la gloria di Dio.
Non siate motivo di scandalo né ai Giudei,
né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io
mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
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Diventate miei imitatori, come io lo sono di
Cristo.
Dal Vangelo secondo Marco
(Mc 1,40-45)
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso,
che lo supplicava in ginocchio e gli diceva:
« Se vuoi, puoi purificarmi! ». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse:
« Lo voglio, sii purificato! ». E subito la lebbra
scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito
e gli disse: « Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha
prescritto, come testimonianza per loro ».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non
poteva più entrare pubblicamente in una città,
ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
LETTURE DOMENICALI
Domenica 22 febbraio
(7a Domenica del Tempo Ordinario - Ciclo B)
Dal libro del profeta Isaia
(Is 4,18-19.21-22.24-25)
Così dice il Signore: « Non ricordate più le
cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio
ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa.
Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi.
Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe;
anzi ti sei stancato di me, o Israele. Tu mi hai
dato molestia con i peccati, mi hai stancato
con le tue iniquità. Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso, e non ricordo
più i tuoi peccati ».
Salmo 40
Rinnovaci, Signore, col tuo perdono.
Beato l’uomo che ha cura del debole:
nel giorno della sventura il Signore lo libera.
Il Signore veglierà su di lui,
lo farà vivere beato sulla terra,
non lo abbandonerà in preda ai nemici.
Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore;
tu lo assisti quando giace ammalato.
Io ho detto: « Pietà di me, Signore,
guariscimi: contro di te ho peccato ».
Per la mia integrità tu mi sostieni
e mi fai stare alla tua presenza per sempre.
Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele,
da sempre e per sempre. Amen, amen.
Dalla seconda lettera di san Paolo ai Corinzi
(2Cor 1,18-22)
Fratelli, Dio è testimone che la nostra parola
verso di voi non è "sì" e "no". Il Figlio di Dio,
Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi,
io, Silvano e Timòteo, non fu "sì" e "no", ma in
lui vi fu il "sì".
Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono
"sì". Per questo attraverso di lui sale a Dio il
nostro "Amen" per la sua gloria.
È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi,
in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello
Spirito nei nostri cuori.
Dal vangelo secondo Marco
(Mc 2,1-12)
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più
posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico,
sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella
su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: « Figlio, ti
sono perdonati i peccati ».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in
cuor loro: « Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio
solo? ». E subito Gesù, conoscendo nel suo
spirito che così pensavano tra sé, disse loro:
« Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti
sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati,
prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché
sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di
perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e
va’ a casa tua ».
Quello si alzò e subito prese la sua barella
e sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si
meravigliarono e lodavano Dio, dicendo:
« Non abbiamo mai visto nulla di simile! ».
17
ARTE E STORIA
L’inverno nel passat o
Così lo descrive il Poeta: « E dove i bovi con il loro calore
l’inverno vien tremando vien
tremando alla tua porta, sai
tu dirmi che ti porta? / Un fastel d’aridi ciocchi, un fringuello indirizzito e poi neve,
neve a fiocchi e i ghiaccioli
grossi un dito ».
Quand’ero piccolo le stagioni si alternavano regolarmente: si passava dai tre mesi invernali con freddo intenso ad altri tre di caldo soffocante, separati da due periodi
in cui si godeva una temperatura ideale: la primavera e
l’autunno. Qui parlo dell’inverno che a quei tempi significava sofferenze e malanni
per la povera gente. Le abitazioni rurali erano fatiscenti;
avevano stanze con soffitti a
travi ed assi sconnesse, pavimenti in terra battuta, porte
rabbercate alla meglio, ma lì
si doveva vivere. L’unico ambiente riscaldato era la stalla
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corporeo e l’umido fiato rendevano accettabile il luogo e
la famiglia lì si riuniva, di sera,
per il “filò” e nelle giornate di
neve, pioggia e vento per ripararsi e stare al calduccio.
Quando nevicava, e questo
accadeva spesso, la precipitazione era abbondante e la
coltre nevosa talvolta raggiungeva o anche superava i
30-40 cm, perciò era faticoso
aprirsi un passaggio sulle
strade per andare a scuola. In
quel tempo i bimbi calzavano
le “galosce” che ben presto si
riempivano di neve, le calze si
bagnavano e i piedi gelavano.
Con la mente rivedo il
bianco candore della campagna che riflettendo i raggi solari abbagliava la vista di chi,
passata la bufera, transitava
per quelle zone. Ricordo pure
le gesta degli animali selvatici
e le impronte degli uccelli im-
presse in quelle bianche radure. Dai tetti scendevano i
ghiaccioli che talora misuravano un metro di lunghezza e
avevano lo spessore di alcuni
centimetri. Sulle distese prative si formavano lastre di
ghiaccio e tutti i ragazzi del
luogo vi andavano a scivolare
con le “sgalmare” broccate.
Talvolta qualche spericolato
cadeva a terra sbattendo la
testa, ma prontamente si rialzava dimostrando coraggio e
spavalderia. Pur essendo una
stagione grama per l’infierire
del freddo i ragazzi erano felici di cimentarsi sul ghiaccio.
Nel pomeriggio, dopo l’impegno scolastico, posavano sulla coltre bianca le trappole
per pigliare qualche uccellino
affamato.
La luce del giorno era breve, ma tutti riuscivano a divertirsi e a stare insieme per
costruire presepi, magari all’aperto, e raccogliere fastelli
di rami secchi per far la “pira”
(piroea-poroea) nel giorno
dell’Epifania in modo da
scacciare i malanni della lunga invernata. In quel tempo i
bimbi erano spesso linfatici e
venivano colpiti dai geloni
(buanse) alle dita delle mani,
ai piedi e alle orecchie.
Durante l’invernata il contadino aveva sempre qualcosa da fare: se non poteva andare nei campi restava nella
stalla a riparare gli attrezzi di
lavoro, impagliare qualche
sedia rovinata e costruire con
i giunchi dei cesti utili per la
casa.
M. B.
ARTE E STORIA
Tempo di scherzi e di baldoria
« Semel in anno licet insanidai gruppi mascherati, l’assorri mascherati da far sfilare per
re » questo il detto latino riferidante suono proveniente dalle
le vie di Cento e di Viareggio.
to soprattutto al periodo festaiolo che si vive durante il
Carnevale.
Già nei secoli passati si è vissuto questo tempo di mangiate
e generose bevute, memori di
quanto avveniva in Roma per
celebrare il dio Bacco, durante
le feste in suo onore, il popolo
sfrenato si dava a orge e ad intemperanze di ogni genere prima di partire, a marzo, per le
conquiste territoriali nelle terre
dell’Est (Illiria, Pannonia e altre
zone lontane).
Anche da noi quel periodo
rappresenta giornate di baldoria, mangiate e scherzi. Il termine Carnevale vuol proprio dire
“abbuffarsi”, poi partirà la Quaresima con digiuni, sacrifici,
preghiere in preparazione alla
festa più grande della Cristianità: la Pasqua.
La gente organizza sfilate
mascherate e scherzi vari per
tenersi in allegria con i vari
amici. Prima dell’ultima guerra
compagnie festaiole, abbastanza camuffate, passavano di casa in casa, nelle zone rurali, a
recitare qualche scenetta comica e a carpire la benevolenza
dei proprietari che offrivano loro un bicchiere di vino, dei crostoli e qualche moneta sonante. Tutto serviva per far festa insieme e mettere dietro le spalle le difficoltà del viver quotidiano.
Sono note le sfilate mascherate nelle località rese celebri
per i festeggiamenti che lì si
svolgono ogni anno e che richiamano molti turisti dall’Italia e dall’Estero. Durante l’intera annata i laboratori artigiani
preparano in gran segreto i car-
Più che altro si tratta di allestimenti simbolici riferiti a personaggi politici non troppo graditi o a fatti capitati durante l’anno che hanno colpito l‘interesse pubblico. Certi carri sono
molto elaborati e perciò li definirei artistici e meritevoli di
premio.
Il Carnevale di Venezia fa
sfoggio delle ricche vestimenta
nobiliari del ‘700 e con quello
sfarzo si fa un richiamo alla
grandezza storica della Serenissima, ma soprattutto un invito
ai numerosissimi ospiti e alla
loro curiosità.
A Bassano del Grappa i
gruppi mascherati presenti nell’ultima domenica di Carnevale
erano molto invitanti e ricordo
che nel passato alcune persone s’indebitavano per acquistare o noleggiare i costumi da indossare durante i veglioni notturni o per partecipare alle sfilate lungo le vie cittadine. L’usanza di far festa è presente in
tutti i paesi veneti siano essi
grandi o piccoli.
A Cittadella si festeggia l’ultimo giorno del periodo: il martedì grasso con la grande sfilata
dei carri mascherati che, verso
le ore 15, parte dal Piazzale
della Stazione, percorre il Viale,
entra in Borgo Padova, poi
svolta verso la Riva dell’Ospedale ed entra da Porta Treviso,
tra una folla immensa di persone che commentano il curioso
spettacolo. Si calcola che la
presenza popolare si aggiri sulle 5000 persone. Ovunque si
trovano banchetti ripieni di coriandoli, stelle filanti, palloncini
colorati e tanta varietà di dolciumi. Si ode il baccano fatto
bancarelle e il continuo cicaleccio della gente che osserva e
commenta la bellezza dei carri.
Sul far della sera avviene la
premiazione delle maschere e
gruppi più significativi. Quando
arriva il buio si brucia la cosiddetta “Vecia” quasi a scongiurare i fastidiosi malanni dell’invernata. Percorrendo le carreggiate che portano fuori dalle
mura si sente un buon profumo; infatti le donne di casa
preparano i dolciumi carnevaleschi. Impastano la farina con
lievito, uova, grappa, poi col
mattarello distendono la sfoglia e alla fine tranciano i cosiddetti “galani” da mettere a cuocere in una padella piena d’olio
bollente. Verso sera tutta la famiglia consuma la crostolada
accompagnata da buon vino.
A mezzanotte, nel passato,
veniva suonata la campana
grande per indicare la fine dei
bagordi e l’inizio del tempo penitenziale della Quaresima.
M. B.
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PARROCCHIA
TR ASG R EDISCO , DU NQU E SONO
L’assenza di qualcosa da conquistare, per cui battersi e impegnarsi, la perdita
di interesse, che è il sentirsi dentro le cose, l’avvertirsi estranei a tutto e senza
prospettive sono gli indizi più evidenti di questo comportamento: la vita non è
intesa come un progetto sotteso da una storia, che ha una sua coerenza lungo
l’asse del tempo ma piuttosto come una concessione veloce di istanti, in cui
sfuggono le cose veramente importanti.
Le apprensioni degli adulti circoscrivono la proposta delle esperienze da far
vivere ai più giovani. Nell’ansia di rendere tutto più facile si sono rimosse tutte
quelle situazioni che provocano sofferenza e disagio. Si dà tutto e non si lascia
conquistare nulla; si danno cose e non tempo, si chiudono prospettive e non si
aprono orizzonti.
Il rapporto con la realtà diventa sempre più virtuale e il rischio e la ricerca sono calcolati, entrano nel gioco della finzione. Il sapere diventa sempre meno risultato dell’esperienza. Non avere attrezzato le giovani generazioni ad affrontare la società complessa, le ha rese psicologicamente fragili, incapaci di un
forte sentire.
In realtà l’esperienza della perdita, della sofferenza, della rinuncia, dell’attesa, del conflitto, in definitiva del limite, aiuta a selezionare la sovrabbondanza di
valori ciò che ha senso e dargli peso; solo ciò che ha veramente importanza
smuove dalle secche di una vita paludosa.
Far cogliere le cose veramente importanti per smuovere dall’apatia diventa
allora il primo impegno dell’educare oggi.
Proporre esperienze autentiche di vita e incalzare con domande di senso può
essere una strategia vincente.
La trasgressione, come mancato rispetto di una norma, costituisce apparentemente un passo avanti rispetto all’apatia, in quanto esprime un moto
dell’anima a qualcosa che non si condivide, a un limite imposto. Questo atteggiamento presuppone un pensiero, una convinzione su cui il soggetto scommette e per cui si batte, una coscienza morale, per quanto sbiadita, che percepisca cosa è bene e cosa è male. Non sempre la trasgressione è espressione di
una contrapposizione.
Se si prova, infatti a chiedere ragione di certi comportamenti “trasgressivi“, la
risposta che spesso si riceve dai ragazzi è una non risposta o al massimo una lapidaria: « perché mi va », « che male c’è? » o « perché mi piace così ».
Che poi il piacere sia indotto o omologazione alle mode dominanti è una sottigliezza faticosa da far cogliere. La trasgressione si prefigura come l’altra faccia
di una stessa medaglia: una società che sovrabbonda di merci e di valori, che
sembra prospettare ampia libertà ma che, ci rende elementi di serie: la ribellione è così apparente. Anche la trasgressione, non si nutre di un pensiero forte,
che orienti un percorso di vita, ma sembra essere piuttosto una forma di linguaggio utile a comunicare, non tanto la contrapposizione, quanto la propria
20
DEL POZZETTO
presenza, l’affermazione di sé, del proprio mondo, a porre domande su cui gli
adulti frettolosamente e superficialmente glissano. Perciò spesso le forme di trasgressione diventano eclatanti: tanto più risuonano tanto più alta è la richiesta
di attenzione.
La necessità di essere ascoltati e “guardati“, di essere considerati interlocutori degni di fiducia trova provocatoriamente espressione in forme di
separatezza, nella rottura di forme tradizionali di comunicazione con gli
adulti e nel riconoscersi in riti che sembrano dare l’illusione del pieno affrancamento delle “paranoie dei grandi“, della piena disponibilità a godere della vita
e ad introdursi a pieno titolo in essa.
A rafforzare ciò concorre il consumismo che toglie il limite al desiderio, apre
a tutto, fa sentire onnipotenti, soprattutto i più esposti psicologicamente, perché
privi di strumenti critici.
Non è allora difficile che, in società in cui mancano i riti di iniziazione alla società adulta, le prove di coraggio diventino prove al limite della legalità e dell’autodistruzione.
Quale itinerario educativo è possibile ipotizzare per ricondurre fenomeni,
quali l’apatia e la trasgressione, ad un protagonismo positivo delle giovani generazioni?
È una domanda che mi pongo e che vi pongo. . .
Accetto il confronto e dei suggerimenti.
Don Gilberto
Prima Comunione - 8 dicembre 2008
18 bambini hanno vissuto la Messa di Prima Comunione.
Grazie alle catechiste che li hanno accompagnati nella loro preparazione.
21
PARROCCHIA
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DEL POZZETTO
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A sinistra:
BIZZOTTO ANGELA,
di Umberto e Alexandrina
SARTORE GAIA,
di Sergio e Elena
BIZZOTTO DAVIDE,
di Nicola e Mariangela
Sotto, da sinistra:
PALLONE EMANUELE,
di Roberto e Rita
KIMANI SELENE,
di David e Barbara
TESSAROLO CHIARA,
di Aldo e Patrizia
SCAPIN LEONARDO,
di Roberto e Rita
TONELLOTTO GIULIO,
di Luca e Manuela
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PARROCCHIA
P
C OM E ROSA BLU
U NA FAVOL A ... MODER NA !
« rima mi amavate, mi chiamavate con affetto “il nostro meraviglioso pugnetto di carne” ed ora che i medici vi hanno informato che nascerò con un’anomalia io sono improvvisamente diventato “quel pugnetto di carne che ci sta creando tanti problemi”. Spiegatemi perché
non capisco una cosa: io che colpa ne ho? Ho forse chiesto io di avere
un problema? Credete che per me sia facile accettare di nascere diverso da tutti gli altri? Pensate mai che io vi sento e vi capisco mentre parlate? Ero così felice quando sono entrato a far parte della vostra famiglia: mi sentivo amato e coccolato. Ti ricordi mamma quante volte ti
accarezzavi la pancia sussurrando che ero il tuo tesoro? Non lo sono
più ora? E tu papà ti ricordi di quando tornavi a casa dal lavoro e venivi subito a salutarmi
appoggiando la tua guancia sul ventre della mamma dicendomi di crescere presto perché
volevi giocare a pallone con me? Non vuoi più giocare a pallone ora?
Avete pregato i medici di farmi morire, li avete supplicati di uccidermi, ma quando vi
hanno informato che al sesto mese la gravidanza non si poteva più interrompere vi siete
alterati, avete imprecato, avete urlato che avrebbero dovuto provare loro a gestire uno come me. Uno come me, capite? A quel punto non ero più nemmeno degno di essere chiamato “quel pugnetto di carne” ora ero diventato “uno come me”.
Cari genitori io, ripeto io, sono un essere umano che è stato voluto e concepito da voi.
Mi sono installato nella casetta temporanea che avete preparato per me gioiosamente,
ascoltavo i rumori ovattati che filtravano attraverso il ventre della mamma, guardavo le luci con interesse, ascoltavo i suoni emessi dal televisore e la musica, soprattutto la ninna
nanna che mi cantava la nonna. Ricordi nonna quando me la cantavi, ogni volta era diversa, era solo per me ed ora non canti più, la tua non è più una voce melodiosa ma è
una voce cattiva che continua a ripetere: dovete sopprimerlo tanto non è ancora un essere umano, qualsiasi cosa dicano i medici non è un omicidio. Siete andati dal prete e gli
avete chiesto un consiglio e quando lui vi ha detto di accettare la volontà di Dio ve ne siete andati sbattendo la porta: sono certo che avreste voluto picchiarlo.
Ora siete seduti in cucina a parlare di me senza chiedervi che cosa ne penso io, ve lo
siete mai chiesto? Avete mai considerato che cosa io vorrei? Vorrei vivere o morire? No, la
cosa non vi interessa perché io posso portarvi solo problemi, guai e spese. Vi costerei
troppo, hai detto e ridetto papà e poi a chi potremo lasciarlo se avessimo un impegno? Mi
sono sentito un mostro: non voluto, non desiderato, non amato.
State sperando che io muoia presto così vi toglierei l’incomoda decisione di trovare
qualcuno disposto ad uccidermi, anche se questa decisione voi la prendereste a cuor leggero, senza pensare a me neppure per un istante. Io invece voglio vivere, voglio tentare di
avere una vita serena, voglio avere amici, voglio amare ed essere amato: questa è la mia
decisione e quindi non sarò certo io a facilitarvi il compito. Decidete voi se volete vivere
con me o se invece preferite sopprimermi. Io non vi giudicherò ma forse c’è chi lo farà ed
il Suo giudizio sarà inappellabile ».
(MARIUCCIA PINELLI)
C’è da riflettere tutti!
don Domenico Frison
24
SANTA MARIA
Jenny è una bambina. . .
un’adorabile bambina.
Se i capelli le cadono sugli occhi,
li scosta.
Ma la mano
non va dritta alla fronte.
Prima si curva come un fiore
al primo schiudersi dei petali.
Poi scosta i capelli
dagli occhi.
Jenny è diversa. Diversa?
Sì, diversa da quasi tutte le altre.
Ma chi ha detto che tutte le persone
debbano essere uguali?
Pensare, agire, apparire uguali?
Per me, Jenny è come una rosa blu.
Avete mai visto una rosa blu?
Ci sono rose bianche,
e rose rosa,
e rose gialle,
e un’infinità di rose rosse.
Ma blu?
Un giardiniere sarebbe felice
di avere una rosa blu.
La gente verrebbe di lontano
per vederla.
Sarebbe rara, diversa, bella.
Anche Jenny è diversa.
Ecco perché, in qualche modo,
è come una rosa blu.
Ci sono molte cose che Jenny non capisce.
E ci sono molte cose di Jenny
che gli altri non capiscono;
che Jenny è come un gattino senza coda;
che Jenny sente una musica diversa;
che Jenny ha le ali corte;
che Jenny dev’essere protetta.
Jenny è come una rosa blu,
delicata e bellissima.
Ma le rose blu sono così rare
che ne sappiamo poco, troppo poco.
Sappiamo solo che hanno bisogno
d’essere curate di più,
di essere amate di più.
(GERDA KLEIN)
CO N S I G LI P E R
V I V E R E U NA
V I TA V E R A
11. Guardati intorno e
non fare rumore; accendi il cervello, spegni il televisore.
12. Se pensi ed agisci nel
bene di tutti, il seme
che pianti darà buoni frutti.
13. Se invece del motore
i piedi fai girare, in
un mondo più pulito
potrai respirare.
14. Pianta un albero anche in città, l’effetto
serra vedrai sparirà.
15. Consuma di meno
che non ti fa male,
scende lo spreco, sale
il morale.
16. Scegli prodotti con
poco imballaggio, ricorda che il mondo
l’hai avuto in omaggio.
17. Recupera carta, vetro e lattine, meno
discariche, più materie prime.
18. Non calpestare chi
sembra perdente, un
mondo di forti non
serve a un bel niente.
19. Sorridi per strada a
chi è pensieroso, di
un mondo diverso
sarai orgoglioso.
10. Non stare da solo ma
cerca altra gente, per
rendere la Terra un
po’ più accogliente.
25
SAN DONATO
PARROCCHIA DI SANTA MARIA
Recit a di Nat ale
L
a sera del 19 dicembre i bambini e le insegnanti della Scuola dell’Infanzia e del Nido Integrato hanno augurato un Buon Natale a tutte le
famiglie con la recita preparata durante l’Avvento
e intitolata “Una capanna in prestito”.
Lo spettacolo è iniziato con la “danza delle
stelline” nella quale i bimbi della sezione dei piccolissimi si sono presi per mano a due a due per
fare il girotondo.
La recita è proseguita con alcuni canti corali e
la drammatizzazione dei bambini della sezione
dei grandi.
Veniva raccontato che alcuni pastorelli avevano costruito una capanna per giocare ma, visto
le difficoltà di Maria e Giuseppe con Gesù appena nato pensarono di cederla in prestito. Un angelo diede l’annuncio ai pastori che accorsero insieme ad alcune donne portando dei doni. Dall’Oriente giunsero anche i Re Magi per far visita
al “Re di tutti i re”.
Grazie alle luci, alle bolle di sapone, alle musiche e soprattutto alla bravura dei nostri piccoli
attori lo spettacolo è stato entusiasmante e suggestivo.
Finita la recita, don Domenico Frison ha distribuito un dono ad ogni bambino, alle insegnanti
e alle collaboratrici della scuola.
Poi le insegnanti hanno ringraziato tutte le
persone che hanno contribuito alla buona riusci-
26
Scuola dell’Infanzia
ta della serata: don Domenico, l’ “A.S.D.” per
Santa Maria per averci ospitato, i genitori dei
bambini grandi che hanno realizzato i costumi, i
genitori che hanno preparato palco e addobbi e
tutte le persone che permettono il buon funzionamento della scuola.
I genitori, poi, hanno fatto una grande sorpresa alle insegnanti devolvendo una somma al
progetto in Assam (India) della Fondazione Fratelli Dimenticati onlus che fa parte delle iniziative
educative prposte ai bambini. Infine cioccolata
calda per tutti! È stata una serata magica!
Le insegnanti
Fedeli carissimi,
dopo la pausa natalizia riprendiamo il nostro incontro mensile attraverso
questa pagina del Bollettino.
Abbiamo accolto con gioia, nonostante tutto, il nuovo anno; ci siamo
scambiati gli auguri confidando che le nostre speranze non diventino, col
passare del tempo, delusioni. C’è proprio il bisogno, in tempi come questi, di
trovare motivi di speranza.
Che cosa ci riserverà l’anno nuovo che da poco abbiamo iniziato? C’è chi
confida negli oroscopi e ad essi si affida per intuire il futuro che gli sta davanti. Noi, da cristiani, più semplicemente ci affidiamo a Dio. Il nostro “destino” è in parte nelle nostre mani, ma per il resto è nelle mani di Dio. E sono
buone mani, perché son quelle di un Padre che ama infinitamente i suoi figli, e non li abbandona mai, specialmente nei loro giorni più difficili.
Tuttavia, anche noi ci chiediamo: come sarà questo nuovo anno? È una
domanda motivata e legittima; tanto più perché ci sono dei segni poco rassicuranti. Il nostro non è un tempo di pace, di tranquillità e di benessere per
tutti. Basta che alziamo gli occhi per scorgere all’orizzonte guerre, violenze,
terrorismo, fame, malattie e più vicino a noi discordie, ingiustizie, discriminazioni, sofferenze, povertà che affliggono ancora troppe persone. Non sono
miserie che accadono per caso; molto dipende dagli uomini, in parte anche
da noi.
Da duemila anni « il Verbo si è fatto carne e ha piantato la sua tenda in
mezzo a noi »: Dio fa parte della nostra carovana di pellegrini. Da duemila
anni la croce di Cristo è fissa nello scorrere del tempo, segno di riconciliazione e di pace, sostegno della nostra speranza sulla terra. « Ecco, io sono
con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo ». La sua presenza in mezzo a
noi non cambia automaticamente la nostra vita, non modifica il corso della
storia, ma ci permette di avere speranza anche quando gli avvenimenti ci
possono recare spavento.
Dio ci offre ancora del tempo perché ci impegniamo, secondo le nostre
possibilità, a costruire attorno a noi un mondo di comprensione e di fraternità. Con la presenza di Dio accanto a noi è possibile costruire un mondo
migliore: ecco la nostra speranza. Dio non si è addormentato, né distratto: è
con noi, nella stessa barca.
Rafforziamo la nostra fede nella presenza di Dio tra noi e comportiamoci
di conseguenza. Sicuramente allora qualcosa cambierà; prima dentro di
noi, poi anche attorno a noi. Questo è quanto il Signore si aspetta da noi:
che diventiamo suoi collaboratori per costruire con lui un mondo in cui gli
uomini si riconoscano e vivano come fratelli.
Buon Anno e buon lavoro.
don Luciano
27
PARROCCHIA
G I O R N ATA P E R L A V I TA
Un G R A ZIE riconoscente
U N BA M B I N O M A I NATO
Non ha tomba, non ha nome
non ha croce
né persone attorno
che pregano in gruppo.
Il suo ricordo in famiglia
non ha volto,
solo un sospiro
uscito dal viso
triste di una donna.
La sua vita è lì
in quel sospiro triste
fra gli uomini,
perché non ebbe tempo
di entrare in una casa.
Non lo vollero, fu respinto
o ebbero paura.
Solo tra gli angeli ora riposa
là dove non è tempo né tramonto.
Ma lui “è stato” e “sarà” sempre.
Rivolgo a nome di tutta la
Comunità un dovuto grazie
a quelle persone che ogni
mese con puntualità e disponibilità distribuiscono il
Bollettino alle famiglie interessate, permettendo così
di camminare insieme, tenendoci informati sulla vita
della nostra parrocchia.
Nel corso dell’anno quattro gruppi di gentili Signore
si danno il turno settimanalmente e dopo i matrimoni per la pulizia della
chiesa e per l’addobbo dell’altare. Il loro umile ma
prezioso servizio, unito a
quello che alcuni uomini
svolgono in sacristia durante le Celebrazioni liturgiche,
merita il grazie di tutta la
Comunità.
Giovanni Paolo (2a media)
SAN DONATO
Generosità e solidarietà
Durante il periodo dell’Avvento e del Natale si sono rea-
lizzate in parrocchia alcune iniziative che miravano alla raccolta di fondi non solo a favore del nuovo Centro parrocchiale ma anche per aiutare altri nostri fratelli bisognosi.
Ecco quanto è stato raccolto nelle varie iniziative:
1.545
2.870
1.875
705
420
+ 693
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
kg
dal banchetto alla porta della chiesa
dal mercatino dell’Immacolata
dal canto della Pastorella
dalle cassettine dell’Epifania
dalla raccolta di generi alimentari
di generi alimentari
Il totale ricavato (7.415 Euro) è stato così suddiviso:
1.125
4.745
1.125
420
+ 693
Euro
Euro
Euro
Euro
kg
per l’Avvento di fraternità
per la Cappellina invernale
per l’Infanzia missionaria
per la Caritas vicariale
di generi alimentari
Grazie a tutti; il Signore ricompensi chi dona con gioia.
Dat i anagrafici
La Comunità accoglie con gioia i nuovi battezzati:
Nizzardo Cesare (Centuriazione), Calderaro Mattia (Sansughe), Zurlo Asia (Beltramina), Sgarbossa Marco (Bellinghiera), Bevilacqua Giulia (Beltramina), Guidolin Kevin (Muri
Bianchi), Carlotto Anna (Case Bianche), Pinton Elisabetta
(Beltramina).
La Comunità formula i migliori auguri ai nuovi Sposi:
Caselli Nicola e Rebellato Laura, Cagnin Fabio e Zanin Michela, Leonardi Massimo e Rosso Catia, Tonietto Moreno e
Berto Lisa, Girolimetto Marco e Campagnolo Romina, Nizzardo Luca e Castellan Stefania.
Sabato 20 dicembre 2008: si è dovuto fare la gita in un giorno feriale per poter visitare l’antica abbazia agostiniana di Novacella (BZ), essendo chiusa ai turisti nei giorni festivi. Nel pomeriggio ci si è recati a Bressanone: visitati il Duomo, i mercatini di Natale e il Museo dei presepi è giunta la sera e si è
tornati a casa, contenti della giornata trascorsa insieme, nonostante il grigiore del tempo autunnale.
28
La Comunità eleva preghiere di suffragio per i Defunti:
Zaramella Severina, Baldinazzo Rosa, Calderaro Valentina,
Linguanotto Oreste, Argolini Silvano, Giacomazzi Angelo,
Castellan Osvaldo, Beghetto Dorinda, Menegazzo Sergio,
Zurlo Amorino, Martini Speranza.
B U S TA
D I N AT A L E
L’
ultima BUSTA parrocchiale (Natale 2008) ha visto da parte di tante Famiglie della Comunità una generosa risposta, nonostante il momento difficile che
stiamo attraversando. Questo significa che vengono
sentiti anche come propri
gli impegni finanziari della
Parrocchia, che per alcuni
anni saranno un po’ gravosi. Dobbiamo terminare, infatti, il pagamento per la
costruzione del nuovo Centro parrocchiale.
Ecco il resoconto della
Busta Natalizia:
Buste distribuite: 439;
Buste ritornate: 369 (84%).
Sono stati raccolti 6.808
Euro (in media 18,45 Euro).
In particolare:
70 famiglie (16%) non
hanno dato nulla;
44 famiglie (10%) hanno
dato 43,85 Euro;
123 famiglie (28%) hanno
dato 17,55 Euro;
202 famiglie (46%) hanno
dato 13,45 Euro.
Grazie a tutte quelle Famiglie che con la loro generosità consentono di
guardare avanti con fiducia; e il Signore ricompensi
chi dona con gioia.
Colgo l’occasione per
ringraziare quelle persone
che con disponibilità passano nelle varie Zone per
consegnare e ritirare le buste.
29
PARROCCHIA
I L PAPA E G ESÙ BAM B I NO
CA’ ONORAI
Momenti di vita in Comunità
S
crivo questo articolo, perché il giorno di Natale ho visto una scena in televisione che mi ha lasciato a bocca aperta. Il Papa dopo la S. Messa di mezzanotte si è inginocchiato davanti al bambino Gesù appena deposto nella mangiatoia. Era collegato in mondovisione quindi tutti hanno visto com’era vestito il
Santo Padre. Aveva un mantello con un’apertura alare di 7-8 metri, tutto in raso
e damasco d’orato, una mitria con gemme e diamanti di tutte le grandezze incastonate, il pallio con spilloni in oro, casula rifinita con bordi in oro che richiamavano i disegni del mantello, càmice ricamato, anello d’oro, scarpe luccicanti
in tinta con i paramenti. . . senza esagerare credo che difficilmente Alessandro
Magno, Cesare Ottaviano Augusto, lo Zar Pietro il Grande, Napoleone o la regina d’Inghilterra siano riusciti a raggiungere uno sfarzo del genere! Il giorno di
Natale, la scena era veramente imbarazzante: un vecchio Papa vestito da Dio,
di fronte a Dio, vestito da bambino piccolo, povero e nudo.
Io sono un prete e vi assicuro che amo la Chiesa come mia Madre, il Vescovo come mio padre e il Papa come se fosse mio nonno, ma se mio nonno fa
qualcosa di strano ho il dovere di dirglielo.
Che cosa sta succedendo nella Chiesa? Cosa stanno facendo a Roma? Perché il Papa si veste con il guardaroba di cinquanta, cento, duecento anni fa e
per le celebrazioni in S. Pietro si fa costruire un trono alto 5 metri? Perché, mentre in tutto il mondo si parla inglese, la grande novità liturgica della Chiesa è la
Messa in latino? Come mai, qualche mese fa i vescovi italiani si sono trovati per
trattare il tema della Parola di Dio e come conclusione del Sinodo, hanno concesso anche alle donne il ministero del “Lettorato”, cioè, finalmente, anche loro
possono leggere ufficialmente in chiesa!! Senza accorgersi che le donne leggono in chiesa da duemila anni, da quando esiste la Chiesa! Confesso il mio disagio guardando la gerarchia ecclesiastica “ferma” e “pesante”, mentre la realtà sociale e pastorale delle nostre parrocchie corre e cambia in continuazione.
Sinceramente, quando vedo il Papa che va in Piazza S. Pietro con il “Camauro”
rosso bordato di ermellino bianco, in testa, non so se ridere o piangere e mi
chiedo come può, un Papa che sceglie di vestirsi così, darmi dei consigli o suggerirmi delle linee efficaci, per trattare i miei ragazzi, le mie famiglie, la mia comunità parrocchiale? Mah!
Per fortuna Dio esiste, e la Chiesa è sua! Un Dio che si fa piccolo, povero e
nudo, con un messaggio che supera tutto e tutti e ci dice che Lui è l’Emmanuele
il Dio con noi. Ultimo con gli ultimi, sofferente con chi soffre, coraggioso di fronte alle difficoltà e alla morte. Non so che cosa abbia detto Gesù Bambino al Papa, quando l’ha visto arrivare vestito in quel modo, il giorno di Natale, sono sicuro che gli avrà suggerito parole illuminanti e utili per il suo ministero, quelle
stesse parole che anch’io chiedo sempre a voi, al Papa e a Gesù Cristo.
don Matteo
30
Martedì 6 gennaio nel giorno dell'Epifania i re
magi sono arrivati a Ca' Onorai a cavallo. . .
Battesimo del piccolo Pietro Didonè
Anniversari di Matrimonio dell'anno 2008
31
ANAGRAFE PARROCCHIALE
ORARI PARROCCHIALI
La Comunità parrocchiale accoglie con gioia i
nuovi fratelli nati alla Grazia con il S. Battesimo e si congratula con i loro genitori:
SS. MESSE FESTIVE del Sabato
ore 17.30 S. Francesco
ore 18.30 Ca’ Onorai
ore 19.00 Duomo, S. Donato, Pozzetto, S. Maria, Ospedale
Bagliolid Mariasole, di Emanuele e Pavin Barbara - Bosco Giorgia, di Daniele e Zanon Monica Bukli Riccardo, di Florian e Bukli Rozalina - Scudiero Anna, di Oscar Marcello e Canil Monia Compostella Matteo Domenico Antonio, di Massimo e Zurlo Magda Lisa.
Condoglianze ai familiari e preghiere di suffragio per i cari Defunti:
Casale Matteo - Cerchiaro Lucia - Bertoncello Gina
- De Altin Laura - Olivo Gemma.
SS. MESSE FESTIVE (Domenica)
BALLESTRIN ANGELO
COLOMBANA NATALINA
di anni 82
ved. Dolo
REGINATO GAETANO
6-12-1932
21-11-2008
di anni 92
ore 07.00
ore 07.30
ore 08.00
ore 08.10
ore 08.30
ore 09.00
ore 09.30
ore 10.00
ore 10.30
ore 11.00
ore 11.45
ore 15.30
S. Francesco
Pozzetto
S. Donato, S. Maria
Ospedale
Duomo, S. Francesco
Carmine
Duomo, Pozzetto, Ca’ Onorai, Casa di Riposo in B.go Bassano
S. Donato, S. Francesco, Casa di Riposo
in B.go Padova, S. Maria
Duomo
Pozzetto, Ca’ Onorai
Duomo
S. Donato
ore 18.00 Pozzetto, S. Maria (inv.)
ore 18.30 Duomo, Ca’ Onorai
ore 19.00 Ospedale, S. Maria (est.)
SS. MESSE FERIALI
ore 06.30
ore 08.00
ore 08.30
ore 09.00
ore 09.15
ore 17.30
ore 18.30
ore 19.30
S. Francesco
Pozzetto, S. Francesco
Duomo, S. Maria (Mart., Giov., Sabato)
Carmine, Case di Riposo in B.go Bassano
e B.go Padova
Duomo (Lunedì)
S. Francesco, Ospedale
Duomo, Ca’ Onorai, S. Donato
S. Maria (Lun., Merc., Ven.)
SS. FUNZIONI
ore 16.00 Duomo
ore 17.30 S. Francesco
ore 19.00 Carmine
Battesimo comunitario: accordare la data con il Parroco.
UFFICIO PARROCCHIALE DEL DUOMO
Orario di Archivio (documenti) - dal lunedì al sabato: ore 9-11
Udienze - l’Arciprete riceve in canonica il lunedì e il sabato dalle 9 alle 10.30
SANDRI ONORINA
ved. Alessi
26-12-1922
ZURLO AMORINO
18-1-1950
COPPO GIANCESARE
6-12-2008 25-5-1962
7-12-2008
1-12-2008
MARTINI SPERANZA
VOLPATO MARIA ROSA
in Baggio
ved. Carpella
9-3-1933
10-12-2008 12-2-1940
DORINA BERNO
BUSATTO
10-12-2008 15-5-1914
11-12-2008
TE LE FON I
Parrocchie
Ca’ Onorai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495965007
Duomo - ufficio e fax . . . . . . . . . . . . . 0495970237
Laghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0499422250
S. Donato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495974492
S. Maria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970099
Pozzetto - SS. Redentore . . . . . . . . . . . 0495970803
sito internet vicariale: www.parrocchiecittadellesi.it
Chiese
Carmine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
S. Francesco . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
TONIATO MONICA
9-1-1969
11-12-2008
VALOTTO ERMINIA
ved. Pierobon
17-2-1917
BRESSAN SANTE
AMEDEO
12-12-2008 14-4-1927
LUIGI GNOATO
Preside
13-12-2008 16-12-1922
CONTE MARIA
28-12-1912
24-12-2008
20-12-2008
SALVADORI EMILIA
ved. Pizzo
25-2-1913
5-1-2009
0495970525
0495970280
Centri parrocchiali
Bar Soleluna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495974715
e-mail . . . . . . . . . . . . . . [email protected]
Centro Anziani « S. Prosdocimo »
0499403490
Servizio di Solidarietà
Centro « Bertollo » . . . . . . . . . . . . . . . 0495970357
Centro di spiritualità « De Foucauld P. Carlo » 0495975924
Centro S. Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . . 0499400186
Centro socio-educativo « S. Antonio »
0495970448
Circolo Noi Ca’ Onorai . . . . . . . . . . . 0499440241
Patronato Pio X - direz. . . . . . . . . . . . 0495970466
Patronato Pio X - e-mail . . . . . [email protected]
Patronato Pio X - segreteria . . . . . . . 0499408707
}
PIOTTO GIOVANNI
25-5-1923
8-1-2009
TONIOLO GIOVANNA
in Pavin
14-2-1953
CONTE CARLOS
GERARDO
14-1-2009 20-6-1987
THIENE ALDA
in Conte
18-1-2009 16-10-1928
19-1-2009
BIZZOTTO ANGELO
15-7-1930
SIMIONI ELIGIO
21-1-2009 9-2-1938
22-1-2009
Istituti
Istituto Farina - Comunità . . . . . . . . 0499400788
Istituto Farina - Scuola . . . . . . . . . . . 0495970277
Scuole Materne
« Maria Immacolata » - Ca’ Onorai . .
« Pio X » - Borgo Bassano . . . . . . . . .
« Pio X » - S. Maria . . . . . . . . . . . . . .
« S.B. Boscardin » - Pozzetto . . . . . . .
0495965251
0495971273
0499401747
0495971030
Sacerdoti
Brotto don Attilio . . . . . . . . . . . . . . . 0499401461
Brusadin don Remigio . . . . . . . . . . . . 0495970237
e-mail . . . . . . . . . . . . . . . [email protected]
Cappellaro don Dino . . . . . . . . . . . . . 0499400480
e-mail . . . . . . . . . . . . . [email protected]
Ferrara don Gilberto . . . . . . . . . . . . . 0495970803
cell. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3477708517
e-mail . . . . . . . . . . . [email protected]
Frison don Domenico . . . . . . . . . . . . 0495970099
Gallocchio don Luca . . . . . . . . . . . . . 0495970466
e-mail . . . . . . . . . . [email protected]
Isati don Silvano . . . . . . . . . . . . . . . . 0499422250
Martignon don Ernesto . . . . . . . . . . . 0495975924
Passarotto don Angelo . . . . . . . . . . . . 0495970237
Pescarolo don Giuseppe . . . . . . . . . . 0495970525
Ragazzo don Matteo . . . . . . . . . . . . . 0495965007
e-mail . . . . . . . . . . . . . . . . . [email protected]
Rossin don Francesco (Osp. Civile) . . 0499424521
Tonin don Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . 0495975296
Religiose
Figlie di S. Anna (Suore indiane)
. . . 0495971423
« Ritornate a me,
c o n t u t t o i l c u o re »
(Gioele 2,12)