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15/04/2011
Vessel, uno spazio non profit per l’arte contemporanea in
Puglia
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Vessel, uno spazio non profit per l’arte contemporanea in Pugli...
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Vessel nasce da un idea di Viviana Checchia e Anna
Santomauro, giovani curatrici pugliesi che vivono e lavorano fuori dalla Puglia, ma che hanno
deciso di investire sullo sviluppo e sulla riconversione culturale della loro regione. Il team di
vessel è composto da persone provenienti da ambiti disparati e si avvale della professionalità di un
comitato scientifico internazionale di tutto rispetto. Il Comitato Scientifico di vessel è composto
da Charles Esche, Ilaria Gianni, Cecilia Guida, Denis Isaia, Viktor Misiano, Marco Petroni e
Roberto Pinto, che avranno il compito di selezionare i portfolio degli artisti pugliesi under 35.
Nel database dello spazio saranno raccolte tesi di laurea di ambito territoriale che saranno poi
messe in consultazione. Vessel ospiterà residenze per giovani curatori europei, progetti di
approfondimento sull’arte contemporanea, una web radio e sarà un incubatore di progetti per
giovani artisti, curatori e operatori culturali pugliesi.
Ciao Viviana, potresti definirmi in poche parole cosa è vessel?
vessel è una piattaforma curatoriale, una vera base operativa. vessel significa contenitore, significa
vascello quindi al tempo stesso un luogo per inglobare risorse e per trasportarle verso l’esterno
così come al suo interno.vessel è anche un canale per veicolare i processi che a livello artistico e
culturale si stanno sviluppando nelle nostre aree di interesse: Puglia, Est e Centro Europa così
come nel bacino del Mediterraneo.
Anna l’idea di diffondere e fare approfondimento attraverso uno strumento come la radio, in
questo caso una web radio, da dove nasce e in che modo credi possa contribuire alla
comunicazione e alla diffusione del progetto?
L’idea della radio nasce dal desiderio di sperimentarne il formato e di esperirne le possibilità, sia
in termini di comunicazione e diffusione, che di approfondimento in senso stretto. L’intero
progetto vessel ruota intorno al concetto di immaterialità e di condivisione del sapere attraverso il
dialogo e il confronto. E la radio, quando connessa alle potenzialità del web, può diventare uno
strumento di riflessione e allo stesso tempo di interazione. La sede di vessel si trova in Puglia, a
Bari. Rispetto ai principali centri di produzione e diffusione dell’arte contemporanea, il territorio
pugliese è in una posizione “marginale” (centrale se si ribaltano i parametri geopolitici e si pensa
al Mediterraneo come tessuto connettore e ponte sociale). La radio, quindi, è la finestra sul mondo
del nostro spazio, veicolo dei contenuti e delle ricerche effettuate all’interno dello spazio vessel.
Ma, al di là della diffusione in sè, siamo spinti dal desiderio di sperimentare il formato radio, per
cui inviteremo artisti e curatori a realizzare progetti format-specific.
Viviana tu vivi abitualmente in Inghilterra, cosa ti spinge a lavorare con l’arte
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contemporanea in un territorio fuori dai circuiti convenzionali come quello pugliese?
In ogni momento della mia pratica curatoriale ho sempre scelto posizioni geografiche e culturali di
margine: ho iniziato la mia ricerca in Repubblica Slovacca, per poi trasferirmi si in Inghilterra ma
in un piccolo centro del East Midllands lontano dai circuiti londinesi.
Il mio interesse per quella che Piotr Piotrowki definisce come visione marginale privilegiata mi ha
portata a scegliere il “decentrato” come luogo di azione esterno alle tensioni ma più consapevole
delle stesse proprio per il fatto stesso di non esservi partecipe.
Anna tu lavori da anni a Bologna da neon>campobase, storico spazio non profit italiano,
quale è, secondo te, il contributo che l’attività delle associazioni non profit danno all’arte
contemporanea?
L’esperienza di neon>campobase è molto significativa nell’ambito del non profit in Italia, visto
che ne ha attraversato i cambiamenti e i processi degli ultimi 30 anni. Tuttavia non credo ne sia del
tutto rappresentativa. Ogni esperienza italiana legata al non profit ha una connotazione del tutto
particolare, per cui non mi sembra che esista un vero e proprio scenario. Ciò che però le avvicina è
il tentativo di creare un’alternativa al sistema di mercato e alle dinamiche che lo regolano. Questo
fa sì che si crei uno spazio di libertà completamente rivolto verso la ricerca e la sperimentazione,
aperto alla crescita e, alle volte, anche al fallimento.
Viviana mi parleresti dei notebook di redifinizione?
Il notebook di redifinizione rappresenteranno il materiale di lavoro dei curatori in residency.
Generalmente nell’articolare una mostra o una conferenza si prendono appunti si scrivono
pensieri. Attravero il notebook vorrei quindi rendere al pubblico l’elaborazione del non visto, la
parte più concettuale che spesso nelle grandi mostre diventa poco visibile o scompare del
tutto.Questa operazione verrà realizzata inisieme alle coppie di curatori in residency: uno dall’Est
e dal West ogni mese.
Insieme a loro, di fatti, svolgeremo degli esercizi che ci porteranno ad una rielaborazione aperta e
flessibile di concetti emergenti tra le identità artistiche Est e West.
Il risultato sarà poco lineare e molto caotico: seguià il flusso della discussione indispensabile per
questa elaborazione.
Il notebook rappresenta per me la formalizzazione pratica a livello curatoriale della ricerca di
dottorato che sto svolgendo alla Loughborough University in UK.
Andrea tu ti occupi di ricerca fondi, vessel nasce grazie ad un contributo regionale, il
progetto Motore di Ricerca è reso possibile grazie ai fondi stanziati dalla regione Puglia per
il programma Bollenti Spiriti all’interno del quale il bando Principi Attivi finanzia e sostiene
le attività di giovani pugliesi per idee di impresa culturale. Mi parleresti del piano di
sostenibilità e delle linee di finanziamento che intendete attuare?
Fondamentale, per la prima fase, è stato il supporto di quanti, fornendo le proprie risorse in-kind,
hanno permesso di abbattere parte dei costi che l’associazione doveva necessariamente sostenere.
Altrettanto fondamentale è stata la cooperazione con istituzioni culturali non presenti sul territorio
che provvederanno a farsi carico parzialmente dei costi per la realizzazione dei residency. Il piano
di sostenibilità e di finanziamento proseguirà sulla falsariga di quanto già attuato introducendo
però delle novità importanti. La norma fiscale permette, infatti, di affiancare all’attività
istituzionale la realizzazione di altre attività, strettamente correlate alla prima e con lo scopo di
ottenere le risorse necessarie per la realizzazione dello scopo di natura ideale dell’associazione. La
struttura di vessel è stata pensata per essere quanto più dinamica possibile e contiamo di realizzare
una serie di attività che consentiranno di sostenere il nostro progetto Molte volte ci si dimentica
che è possibile conseguire un utile da reinvestire nelle attività di un’associazione. Come già fatto
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nella prima fase prenderemo in considerazione la possibilità di partecipare a bandi internazionali.
Approfondimenti:
www.vesselartproject.org
Estremo Vincenzo
Tags: Arte, Creatività, Management, Politiche Giovanili, Spazi urbani, Territorio
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