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elle incontra bettie page Alcune immagini di Bettie Page negli anni d’oro da modella. Al centro, prima della mitica frangetta, e sul set di Jungle Bettie, la sua serie più famosa. CASTA DIVA Un film e un libro raccontano gli anni d’oro della più famosa, amata e guardata pin-up d’America. Quella Bettie Page con frangetta e babydoll mozzafiato, scomparsa misteriosamente dal set. Un giornalista di “Elle” l’ha intervistata di Roberto Croci È stata infermiera, professoressa, donna delle pulizie, cowgirl, dominatrix, ragazza della porta accanto, trendsetter della sessualità americana, regina delle curve, Miss Gennaio 1955... Ma, soprattutto, un’icona che negli ultimi cinque anni ha fatto cliccare sul suo sito (www.BettiePage.com) più di 600 milioni di persone - in rete le fa concorrenza solo Marilyn Monroe. Questa è Bettie Page, la prima pin-up della storia, diventata famosa per la sua frangetta, le calze a rete, i tacchi vertiginosi e la biancheria intima un po’ jungle, un po’ marchese de Sade e molto hot bikini. Oggi ha 83 anni - il prossimo 22 aprile ne compie 84 per la precisione e, pur essendo stata (o forse, proprio per questo) una demolitrice di tabù negli anni ’50, è poi diventata fervente religiosa e totalmente casta, e vive in una località segreta della California dedicando le sue giornate alla beneficenza. «Sono più famosa adesso che allora. Su di me sono uscite montagne di libri, cd, calendari, ultimamente persino un film», commenta, riferendosi a The Notorious Bettie Page, diretto da Mary Harmon e interpretato da Gretchen Moll. A Bettie non è piaciuto per niente, «pieno di menzogne», sbotta. «Insomma, tutti hanno qualcosa da dire su di me... L’unica cosa che, invece, voglio dire io, è che, pur nuda, non è peccato. Se lo fai senza secondi fini, naturalmente... Come Adamo ed Eva!». LA RAGAZZA DI NASHVILLE Tra il 1949 e il 1957, gli anni in cui ha fatto la modella, Bettie ha posato per migliaia di foto; alcune la ritraevano in pose sadomaso, armata di fruste, in lotta con altre donne in biancheria intima. «Le foto di bondage sono le uniche di cui mi pento», confessa, «ma in qualche ora guadagnavo quello che come segretaria prendevo in una settimana. In più mi divertivo a cucirmi i miei costumi. Il famoso reggiseno a cono di metallo, invece, mi era stato spedito da un mio grande fan, un personaggio molto importante di cui non posso fare il nome e che aveva ordinato tutta una serie di foto speciali solo per sé». Bettie Page - che incontro mentre firma un volume di disegni di Olivia De Berardinis, la sua più famosa ritrattista - è non solo viva e vegeta (alcuni addirittura pensavano fosse stata uccisa), ma sta cavalcando una seconda ondata E c_ELLE 04 PAG 261-264_Dave.indd 261 L L E 261 2-03-2007 8:54:54 elle incontra “mi dicevano: sii sexy. e io facevo l’amore con la macchina fotografica” di fama e denaro donato interamente, precisa, a enti benefici. Ha una voce secca, decisa, mentre proibisce a tutti i presenti di scattare foto. «Il mio volto dev’essere quello di allora. La persona che sono adesso non ha nulla a che vedere con chi ero prima, capito?». Bettie è nata vicino a Nashville, nel Tennessee, nel profondo Sud degli Stati Uniti dove ai quei tempi l’abuso sessuale era di casa. È la maggiore di sei figli e sin da piccola deve fare da mamma ai fratelli. Il padre, un meccanico ubriacone, molesta regolarmente tutte e tre le sorelle e la madre, non avendo alcuna vena materna, lascia fare. «Mio padre non faceva altro che pensare al sesso. Da quando si alzava fino a quando… mi metteva a letto. Non mi ha mai stuprata per paura di mettermi incinta, ma mi toccava di continuo. Ha sempre negato, anche il giorno in cui stava morendo. E mia madre ha sempre rifiutato la realtà e non mi ha insegnato nulla; era estranea alla mia vita, non voleva figlie femmine - diceva che avremmo solo combinato guai. Pensa che, quando ho avuto le prime mestruazioni a 13 anni, non sapevo cosa fossero e ho creduto di morire per colpa di qualche strana malattia!». dai codini alla frangetta Ormai Bettie era cresciuta, era una donna fatta e attirava lo sguardo e il desiderio di tanti uomini. Due settimane prima della maturità, l’amante della madre cerca di baciarla. La madre li scopre e la caccia via di casa. «Grazie a questo ho perso la possibilità di continuare a studiare... È stato il giorno peggiore della mia vita: mi sono resa conto di essere sola al mondo». Scappa quindi a New York, dove tenacemente ritorna a scuola, prende un diploma di maestra e inizia a insegnare, anche se la sua carriera è di breve durata perché sia i ragazzi che il preside la trovano troppo sexy per poterlo fare. Si ricicla allora come segretaria e prova a farsi una vita normale sposandosi con Billy Neal, ma anche in questa occasione il suo progetto fallisce miseramente. Nel 1948 divorzia e decide di andare a frequentare un corso da modella, che la porterà dapprima a San Francisco poi a Miami 262 E L L c_ELLE 04 PAG 261-264_Dave.indd 262 e Haiti. Ritornata a New York, comincia a posare anche per le copertine di giornali tipo fotoromanzi. Un giorno, passeggiando per Coney Island, conosce un fotografo amatoriale, Jerry Tibbs, che le suggerisce - per nascondere la fronte un po’ troppo alta - di cambiare pettinatura e passare dai codini alla famosa frangetta. Con le sue nuove foto e le misure da classica maggiorata diventa subito celebre e attira l’attenzione di Irving Klaw e della sorella Paula, fotografi specializzati nel business delle foto per posta. Sono i Klaw che cominceranno a scattarle foto fetish, filmini tipo Striporama (1953), Varietease (1954) e Teaserama (1955) e la faranno diventare la prima vera pin-up americana, creando il cult della celebre Dark Angel, mito che prosegue tuttora. «Era tutta una finzione... Ho sempre cercato di avere un’espressione gioiosa, di dark avevo solo il colore nero dei miei capelli, che poi era naturale. Mi dicevano che ero la numero 1 ma, se non avessi fatto per loro le foto sadomaso al sabato, non mi avrebbero pagato mai il lavoro della settimana dopo». Nel 1954 conosce la fotografa Bunny Yeager, che la immortala in parecchie foto di nudi come Jungle Bettie - le sue foto più famose, che la ritraggono come ragazza della giungla, a piedi nudi e spesso con animali feroci. Bunny manda alcune immagini di Bettie anche a Playboy che subito la sceglie come la playmate di gennaio 1955, fra queste quella che la ritrae tutta nuda, unico capo di abbigliamento il cappello di Babbo Natale. Dal risentimento nella sua voce capisco però che con la Yeager non deve aver avuto vita facile. «Nel 1954 mi pagava 5 dollari l’ora e mi aveva promesso che, se le mie foto avessero reso bene, avrebbe diviso i suoi guadagni con me. Invece l’unica cosa che ho ricevuto è stato un kit da trucco, vuoto per giunta!!! Bunny non sapeva fare fotografie. Ha sempre detto che mi aveva insegnato a posare, mentendo spudoratamente, mentre ho imparato da sola, da bambina, quando giocavo con le mie sorelle. Ero un’appassionata di cinema e cercavo sempre di assomigliare alle mie star preferite. Il problema era quando mi chiedevano di fare un look sexy. Non sapevo Da sinistra, la locandina del film biografico su Bettie Page, The notorious Bettie Page di Mary Harmon, di prossima uscita in Italia, e Bettie in due foto personali: in un ritratto scattato dal marito e con la numerosa famiglia. E 2-03-2007 8:55:05 elle incontra Altre immagini copertina di Bettie. La seconda da sinistra è la celebre foto di Bunny Yeager che la lanciò su Playboy nel 1955. nemmeno cosa volesse dire. Non sono mai stata come Marilyn, e allora mi inventavo un fidanzato e cercavo di fare all’amore con lui guardando la macchina fotografica. E ho continuato così per anni, come se davanti a me ci fosse l’uomo della mia vita». “HO AVUTO PROBLEMI CON IL SESSO. MAI CON IL NUDO. NUDA, MI SENTO LIBERA” L’AMORE Ê SACRO L’uomo della sua vita - lo ripete tuttora - è Carlos Garcia Arrese, incontrato a New York nel 1948 in una sala da ballo. «Mi sono innamorata a prima vista... Siamo stati insieme parecchio (sei mesi, ndr), finché un giorno sento bussare alla porta e, quando apro, mi ritrovo di fronte sua moglie e suo figlio. Scappai disgustata ed entrai in depressione, proprio mentre cominciava a chiamarmi il cinema». Il suo primo provino è alla 20th Century Fox. «Mi hanno truccato come Joan Crawford... Non piaceva il mio make-up e neanche il mio accento del Sud. In più mi dicevano che persino Marilyn era andata a letto con qualcuno, per ottenere la sua prima parte... E io non volevo fare niente di tutto questo, così me ne sono tornata a casa». In seguito anche la Warner Bros prova a chiamarla, ma lei ha deciso di rientrare a Nashville con il primo marito Billy: è appena tornato dal fronte - la Seconda guerra mondiale è agli sgoccioli e secondo Bettie aveva bisogno di una moglie, di una casa normale. «Mi sono sposata prima di aver mai visto il pene di un uomo. Non mi piaceva fare sesso... Credo fosse colpa delle molestie subite da mio padre. Sono arrivata all’orgasmo solo due volte in vita mia, ed entrambe le volte con uomini che amavo, altrimenti ho sempre finto. Ero bravissima... La nudità invece non è mai stata un problema: non mi piace essere promiscua, ma adoro essere nuda. Mi piace nuotare nuda, correre nuda e persino stare nuda in casa o nel bosco vicino a casa mia. È rigenerante, rilassante». A 35 anni Bettie lascia la carriera da modella e si risposa con un uomo molto più giovane di lei che, poi scoprirà, ha la passione di stare seduto davanti alla tv a mangiare hamburger. «Dopo sei settimane di matrimonio - era il Capodanno del ’59 - invece di portarmi fuori a ballare, ha preferito ubriacarsi con il fratello. È stato quella sera che ho scoperto Dio, gli ho confessato tutti i miei peccati e gli ho affidato la mia vita». Diventa una born-again Christian dei protestanti evangelici 264 E L L c_ELLE 04 PAG 261-264_Dave.indd 264 fondamentalisti secondo i quali, grazie a conversazioni dirette con Dio, dapprima ci si pente, poi si muore - come fede religiosa - e si rinasce spiritualmente. Ed entra a far parte dei “crociati” di Billy Graham, il consigliere spirituale di diversi presidenti americani, tra cui la famiglia Bush. Nel 1967 si sposa, per la terza volta, e per la terza volta - undici anni dopo - divorzia. Bettie allora sparisce letteralmente dal mondo, entra in depressione e viene costretta a dieci anni di internamento in un istituto per problemi mentali, dopo aver accoltellato la padrona di casa rea di chiederle l’affitto. Quando esce, nel 1992, scopre che le sue foto sono diventate oggetto di culto e, tre anni dopo, concede l’approvazione per quella che sarà la sua unica biografia, Bettie Page, Life of a Pin Up Legend, scritta da Karen Essex e James Swanson dove, oltre a centinaia di foto fatte sul set, ci sono anche immagini “innocenti” della sua vita privata e racconti intimi tratti dal suo diario. La sua fama, inaspettatamente, cresce specialmente fra i più giovani, fra quelle ragazze che la considerano una delle prime eroine del movimento femminile. Si moltiplicano anche i club dedicati a lei, i siti e i tributi di attrici che la eleggono a ispiratrice, dando origine al movimento burlesco sexy, a capo Dita von Teese. E infine la consacrazione che ogni star si aspetta: un film sulla sua vita. Proprio su questo sono le sue ultime parole: «L’ho visto insieme a Hugh Hefner e, mi spiace, ma ci sono molte scorrettezze, a cominciare dall’attrice e dalle moine che faceva durante le foto. Io non le ho mai fatte… E anche la famosa scena quando vengo violentata da cinque uomini in un bosco: in realtà erano quattro ed è successo dentro a una macchina nel Bronx. Il cinema, mah! L’unico rimorso della mia vita riguarda proprio il cinema. Quella chiamata che la Warner mi fece nel ’43: se avessi ascoltato e accettato, adesso forse non sarei qui a firmare poster». Oggi Bettie studia la Bibbia, ascolta musica country e religiosa; non va al cinema, le piace piuttosto guardare vecchi film in tv e sembra finalmente serena con se stessa. «Vorrei essere ricordata come la donna che ha cambiato la prospettiva della gente, che ha rotto dei tabù, soprattutto riguardo al nudo, che deve essere visto come una condizione umana naturale. Probabilmente come lo è Dio, nel giardino dell’Eden». Roberto Croci Amen, sorella Bettie. E 2-03-2007 8:55:13