ogni anno tre milioni di animali passano dalla riserva del serengeti
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ogni anno tre milioni di animali passano dalla riserva del serengeti
Reportage Kenya Kenya Reportage il safari del popolo migratore ogni anno tre milioni di animali passano dalla riserva del serengeti, in tanzania, a quella del mara, in kenya. un viaggio per sopravvivere. emozionante, crudo, autenticamente wild Testo di Nico Tondini, foto di Sergio Pitamitz big crossing Un gruppo di gnu attraversa il fiume Mara durante la grande migrazione in cerca dell’acqua e delle valli verdi. 74 Weekend&Viaggi Weekend&Viaggi 75 Reportage Kenya Kenya Reportage gattoni in estinzione Mamma ghepardo con un cucciolo: un tempo il ghepardo era diffuso in quasi tutte le regioni dell’Africa e nelle steppe dell’Asia minore e centrale, oggi è estinto in molte zone asiatiche e seriamente minacciato in molte regioni dell’Africa. 76 Weekend&Viaggi Weekend&Viaggi 77 Reportage Kenya Kenya Reportage kenya fiume mara riserva masai mara nairobi aeroporto wilson parco del serengeti tanzania L’ aeroporto Wilson di Nairobi è l’ultimo avamposto della civiltà, una Fortezza Bastiani da cui si vola verso la savana. L’Africa amata attraverso le pagine di Karen Blixen, i sogni di Kuki Gallman e i racconti venatori di Hemingway, si trova alla fine della rotta che punta verso ovest, in un lontano punto di fuga segnato dalle grandi pianure della Riserva Masai Mara. Il Wilson è una piccola lingua d’asfalto sulla quale i turisti pronti per il safari e già vestiti alla coloniale, con il cappello Rogue Ranger alla Denis Finch Hatton (il cacciatore bianco amato da Karen Blixen), attendono di salire su piccoli aerei ad elica per decollare verso l’ultima frontiera keniota. L’aereo de Havilland Dash 8 in un attimo è in aria e si lascia alle spalle gli slum di Nairobi, vira secco verso ovest volando sopra le strade ridotte a fiumi di polvere, lasciando dietro sé il luccichio dei tetti di lamiera delle bidonville che cingono Nairobi come una corona di spine. Le case si fanno sempre più rare, e la savana del Masai Mara appare dal finestrino: ha il confine dell’orizzonte e il colore dell’aridità. La breve air strip di Ngerende è la fine di un volo e l’inizio di un safari (che in lingua swahili significa “viaggio”) alla ricerca dell’ebbrezza africana che segna in maniera indelebile ogni viaggiatore. Da agosto a ottobre questo angolo d’Africa vive la sua più famosa e cruda esperienza: il passaggio di tre milioni di animali dal confinante Parco del Serengeti in Tanzania, verso le sponde del fiume Mara e i pascoli della più grande riserva keniota. Dopo due mesi temporale in arrivo La stagione delle piogge è la primavera, ma i rovesci sono frequenti anche in autunno. 78 Weekend&Viaggi Weekend&Viaggi 79 Reportage Kenya Kenya Reportage 3milioni 27 37milioni di animali ogni anno migrano dalla Tanzania al Kenya e passano il fiume Mara in cerca di acqua, prati verdi e cibo per sopravvivere il totale tra riserve nazionali, parchi e riserve marine del Kenya, con la fauna più rappresentativa del continente nero sono gli abitanti di questo paese africano. Sono quasi raddoppiati negli ultimi 20 anni Il re della savana Un leone maschio: ormai si trovano solo nell’Africa subsahariana. ritratto di famiglia Masai davanti a una casa di fango. In origine seminomadi, sono sempre più spesso stanziali. di sosta i grandi branchi rientrano nel Serengeti seguendo la stessa direttrice. Turisti, cameramen e fotografi di wildlife si danno, in questo periodo, un tacito appuntamento nel Masai Mara per assistere, armati di pazienza, di telecamere e di macchine fotografiche, a una migrazione epocale, a un fenomeno di forza, numero e coraggio che non ha uguali in alcuna parte del mondo. Vivere significa migrare. Gli animali della savana africana non elaborano concetti così sottili, ma hanno scritto nei cromosomi il tragitto di un’eterna transumanza verso territori floridi dove erba, acqua e vita saranno le loro uniche conquiste. Le giornate keniote sono lunghe, e il tempo ha la dinamica slow che regola tutta l’Africa. Uno dei ritornelli in swahili più usato è: pole pole, piano piano. La sveglia è alle quattro e mezzo, è buio e gli unici suoni della notte sono il richiamo profondo del gufo lat80 Weekend&Viaggi avvistamento Una leonessa passa vicinissima alla jeep per la gioia di fotografi e safari-addicted. Vivere significa migrare. Gli animali della savana lo hanno scritto nei cromosomi. Per seguirli, sveglia alle quattro e mezza teo, che abita le foreste che cingono il campo di Saruni, e il tintinnare delle tazze di tè che sono portate ai turisti per ammorbidire la levataccia antelucana . John Ole Nchoe, il masai che parla un fluente inglese, diplomato alla scuola di turismo, guida e autista del lodge, veste la tradizionale tunica rossa dei guerrieri (sotto la quale ha un cellulare Nokia ultimo modello), si ripara dal freddo del mattino con la shuka, la colorata coperta masai. Scorta i turisti, attraverso i sentieri del Saruni, verso la Land Rover “passo lungo” che attende per il safari. La direzione è quella del Triangolo del Mara, un’area a sud ovest delimitata dal confine con la Tanzania, la Scarpata di Oloololo e il fiume Mara. In questa zona si stima la presenza di cinquecentomila zebre, due milioni di gnu e un milione tra Gazzelle di Thomson e Damalischi. è il più grande raduno di animali al mondo, tornano nel Serengeti e, in un’eterna migra- zione, attraversano le acque scure del Mara alla ricerca, sull’altra sponda, d’erba e di una rinnovata chance di vita. Tutta la riserva a nord ovest del fiume è segnata dalle cicatrici di una siccità aspra. I pascoli sono aridi, le praterie cancellate, e al loro posto solo poca erba secca colora di giallo tutta la savana. Sciami interminabili di gnu si muovono alle prime luci dell’alba, sono annunciati da nuvole di polvere rossa e muovono in fila indiana, a testa bassa, con un passo che ha il sapore di una rassegnazione naturale. La Land Rover prende posizione sulla riva est del fiume, cercando un ampio spazio di visuale tra i sei fuoristrada parcheggiati in questo punto nevralgico chiamato Rocky Crossing (il crossing è l’attraversamento del fiume Mara compiuto dagli animali). L’attesa è la compagna del safari. Ci si aspetta sempre il meglio, scene forti da documentario del NaWeekend&Viaggi 81 Reportage Kenya Kenya Reportage un po’ di storia! Stato dell’Africa Orientale, con capitale Nairobi, ha 37 milioni di abitanti che negli ultimi 20 anni sono praticamente raddoppiati. è grande quasi due volte l’Italia ed è stato per anni (la fascia costiera) uno dei luoghi cult dei vacanzieri e di alcuni faccendieri italiani. Malindi e Diani Beach restano una sorta di T.O.M. (Territori di Oltre Mare) di transalpina memoria, dove si parlano tutti i dialetti dello stivale, si mangia la pizza più buona che a Napoli, e si contratta il prezzo di ogni souvenir in italiano. Il resto di questa parte di Africa dell’Est è territorio di numerose etnie come i Masai, i Samburu, i Kikuyu, i Wanderobo, i Kamba, i Luo e i Kalenjin. Lingue ufficiali sono swahili ed inglese. Colonia britannica dall’800, ha ottenuto l’indipendenza dopo la rivolta dei Mau Mau nel 1963. Da allora ha avuto tre presidenti: Jomo Keniatta, il padre della patria che ha lasciato un buon ricordo; Daniel Arap Moi, che da presidente si è trasformato in leader maximo durato troppo: 24 anni di potere assoluto. L’attuale presidente, Mwai Kibaki, ha iniziato malissimo il suo mandato: è stato accusato di brogli elettorali e nel 2007 il malcontento dei kenioti è sfociato in un’accesa rivolta contro di lui e il suo entourage politico. Famoso per i suoi parchi nazionali (14), per le riserve (7) e per i parchi marini (6) il Kenya ha una fauna selvatica tra le più rappresentative del Continente Nero. Un aiuto importante per la conservazione della fauna locale arriva dal nostro paese. L’Associazione Italiana Esperti d’Africa (www.espertiafrica. com/chi-siamo.php ) ha portato a termine un corso di formazione per 18 guide keniote che parlano italiano, trattando temi come l’ecologia, la geologia, il bracconaggio, la botanica, l’ornitologia. A dicembre darà vita ad una missione per salvaguardare la grande specie felina radiocollarizzando alcuni leoni, in collaborazione con il Kenya Wildlife Service e il Lion Research Program. 82 Weekend&Viaggi africa vera Una leonessa insegue uno gnu per… pranzo. Sotto un rinoceronte, avvistamento raro. L’attesa è la compagna del safari. Gli animali sanno che il confine liquido del Mara è un passepartout per la vita o per la morte tional Geographic, da raccontare agli amici davanti a una bottiglia di rosso. Ma spesso tutto è troppo lento e senza quello slancio che tutti vorrebbero che ci fosse. Gli gnu, le zebre e le gazzelle di Thomson sanno che quel confine liquido del fiume Mara che hanno davanti può essere il passepartout per la vita o trasformarsi, in un attimo, nella tragedia della fine. Centinaia di animali stazionano sulla riva, senza avvicinarsi troppo all’acqua che nasconde la trappola senza scampo di decine di coccodrilli. Dicono le guide che il crossing avviene solo se c’è sole e di solito verso mezzogiorno, per ragioni legate alla rifrazione dell’acqua che altrimenti non consentirebbe l’avvistamento dei coccodrilli da parte degli ungulati. Gli gnu più temerari si accostano alla riva, scrutano l’acqua torbida del Mara, da dietro sopraggiungono altre centinaia di bestie che spingono il gruppo più prossimo al fiume al grande salto. Si avverte nell’aria il gigante del regno L’elefante africano arriva fino ai quattro metri di altezza e pesa intorno alle quattro tonnellate. una trepidazione animale, qualcosa di sanguigno che scuote il branco. Gli gnu in prima fila bevono, con occhi vividi, i muscoli tesi e pronti ad un repentino salto indietro al minimo allarme. I coccodrilli lasciano strie schiumose sull’acqua e si avvicinano al gruppo con traiettorie mortali. I grandi teleobiettivi dei fotografi, così come le minuscole compatte dei turisti sono pronte all’azione. Ma basta che uno gnu o una zebra faccia dietro front che ecco palesarsi lo spirito di branco. Lentamente, come sono arrivati, gli animali tornano sulla sponda, seguendo il raglio metallico delle zebre e il muggito gutturale e monocorde degli gnu, si disperdono lentamente nella pianura e, nello spazio di un sospiro, scompaiono dalla vista. Niente è scritto o programmato nella savana, tutto è legato al caso: basta un cambio di vento, un verso d’allarme, un’ombra nell’acqua o il grido di un babbuino per ribaltare un’azione che stava per realizzarsi e trasformarla in un nulla di fatto. Nel suo libro postumo Hemingway scriveva: “In Africa, una cosa è vera all’alba e falsa a mezzogiorno...” un concetto che non ha tempo e che si sposa perfettamente con l’incertezza del safari. Passano le ore, e di nuovo ritornano gli animali, la scena è la stessa, l’indecisione anche. Uno gnu temerario si lancia da solo in una traversata suicida. Gli altri lo seguono e il crossing si fa serrato. Gli animali si tuffano a centinaia, uno dopo l’altro, freneticamente, nuotando veloci, seguendo percorsi dettati dalla corrente e dal terrore. In mezzo a questa scena dantesca di dannati della savana che inseguono una sponda, dove polvere, muggiti e frenesia sono la cornice naturale, i coccodrilli azzannano una zebra, e poi uno gnu, e un altro ancora, in un ribollire di schiuma chiudono il grande cerchio della vita. Scattano i flash, le foto vanno a raffica, e le signore inglesi del fuoristrada vicino si lasciano sfuggire grida d’orrore per questa scena così cruda, così africana. Passano in migliaia sull’altra sponda, gnu, zebre, gazzelle, damalischi. I superstiti non si curano di nulla e galoppano lontano. Anche noi attraversiamo il Mara, ma usando un ponte, per continuare il safari sulla riva occidentale. Cambiamo lodge, auto, guida e panorama. Incredibilmente la zona a sud ovest del fiume Mara è verde, coperta d’erba, con un oceano fluttuante di animali; si fatica a seguire le piste tracciate nella savana per l’immensa moltitudine che si accalca in questa pianura. è l’Africa iconografica, l’immagine che cercavamo per registrare nei file della memoria, l’emozione che va oltre due spilungone Le giraffe (l’animale più alto tra tutte le specie di animali terrestri viventi) possono superare i cinque metri di altezza e la tonnellata di peso. Weekend&Viaggi 83 Reportage Kenya Kenya Reportage il safari del popolo migratore Riccardo Orizio, un inviato tra i Masai Ha un curriculum che parla: corrispondente estero per il Corriere della Sera, La Repubblica e CNN, autore di numerosi libri; un giorno molla tutto e si trasferisce in Kenya per far nascere dal nulla il campo Saruni, ai confini della Riserva Masai Mara e lontano mille miglia da Milano, Londra e Atlanta, città dove ha vissuto. Perchè proprio l’Africa? Credo che sia stata l’Africa a scegliere me. Qui mi sono sempre sentito a casa, ho sempre percepito un legame misterioso con questa terra che rappresenta il passato dell’umanità. E in senso metaforico e forse anche genetico rappresenta il mondo da cui tutti noi veniamo. Cosa c’è d’irrinunciabile a Saruni e in Kenya? Svegliarsi la mattina con le zebre, gli impala e i bufali che ti guardano. Il senso di libertà. Il rapporto forte con i Masai e con i bianchi che vivono nella savana. La soddisfazione degli ospiti quando alla fine del safari ti dicono: questa esperienza non è stata solo una vacanza, ma ha cambiato la mia vita. Secondo te qual è il motivo per il quale i nostri connazionali vanno in Kenya e passano tutta la loro vacanza a Malindi, disertando le aree più “africane” e interessanti di questo paese? Un problema culturale mascherato da un problema economico. Il safari, quello vero, è una vacanza abbastanza costosa. Spesso l’idea italiana di vacanza esotica non differenzia tra safari e spiaggia, tra Cuba e Kenya, tra Maldive e Cancun. Quindi la domanda che tiene lontani molti italiani cahier de voyage dal safari è la seguente: perché qualcuno in Kenya mi chiede di spendere per un giorno quello che a Cuba spendo per una settimana? Se ho voglia di “altro”, di esotismo, la posso soddisfare a buon mercato. Anzi, ho visto che si può stare nello stesso Kenya per una settimana spendendo quello che qualcuno mi chiede per un safari in Kenya. In realtà in Italia ci sono centina di migliaia, anzi alcuni milioni, di persone che potrebbero benissimo permettersi un safari e che anzi spendono cifre simili per vestire bene, mangiare bene, guidare una bella automobile. Il problema è culturale: la lingua, l’idea che in safari fa spesso freddo e non ci si abbronza, ci si alza presto la mattina per andare a vedere gli animali in una cultura come la nostra che non ha mai dato valore alla natura, una certa ipocondria che gli italiani amano, l’idea che la vacanza sia solo un “relax”, il disagio che gli italiani hanno spesso nel mischiarsi con chi non condivide i nostri naturali punti di riferimento (calcio, moda, tivù, politica e cibo). Come andare Gli esperti d’Africa del tour operator Il Diamante (www. qualitygroup.it ) hanno preparato un viaggio mirato di 10 giorni nel Masai Mara, con safari di elevatissimo livello e soggiorno nei lodge migliori del paese (Saruni, Olonana, Mara Plains). Costo del pacchetto per persona € 5.800 (+ Tasse aeroportuali. Ingresso ai parchi escluso). I voli KLM (www.klm.com/it) collegano Milano Malpensa a Nairobi (via Amsterdam) con tariffe a/r a partire da € 1812. Safarilink (www.safarilink-kenya. com/) ha voli aerei da Nairobi/Wilson al Parco Masai Mara con costi a/r da € 173. QUANDO ANDARE Sconsigliato da marzo a maggio per le grandi piogge. Documenti Passaporto con almeno 6 mesi di validità e una pagina vuota. Visto (25 dollari) da pagare alla dogana keniota. Valuta Lo scellino keniota che vale 0,0088 euro. Oltre gli euro conviene avere dollari di tutti i tagli. Le carte di credito sono accettate, ma per motivi bancari kenioti è addebitato un 10% in più sulla spesa effettuata. Come telefonare Acquistate all’aeroporto una sim card locale (Safaricom o Zain Kenya), le telefonate e gli sms fatti usando questi operatori costano cifre irrisorie. BAGAGLIO Visti gli spostamenti interni su piccoli aerei, con stiva limitatissima, è d’obbligo usare un borsone morbido e non una valigia rigida. room service Saruni Camp (Mara North Conservancy, Masai Mara) Situato a nord est della riserva ha sei cottage dove eleganza fa rima con raffinatezza. Un luogo difficile da dimenticare, immerso nella foresta, dove il safari si può fare comodamente anche dalla propria veranda. Gli autisti-guida Masai sono profondi conoscitori del territorio e portano alla scoperta degli angoli più interessanti della riserva. Da € 250 a persona comprensivo di: bevande, day&night game drives, lavanderia, trsf da/ per airstrip. www.sarunicamp.com I lodge africani coniugano comfort, lusso ed emozioni autentiche tra la natura potente. Ma il turista medio italiano li snobba, preferendo l’esotismo più facile ed economico del relax bordo spiaggia nei villaggi kenyoti il limite dell’avventura. Elefanti che si abbeverano in piccoli laghi e riflettono la loro immagine massiccia sulle acque tremule, giraffe che si muovono con il passo ondulante, famiglie di facoceri in fila indiana, con la coda eretta e l’andatura nervosa. Iene schive, dal baricentro basso, che si voltano indietro ad ogni metro in eterno sospetto, leoni sazi e felinamente pigri che se la dormono dopo gli agguati del mattino, ippopotami immersi nel fango in una salva di sbadigli e sbuffi. Leopardi maculati che pendono come frutti maturi dalle chiome di alberi green hat, impala e gazzelle di Thomson dai movimenti delicati e flessuosi, con le code come eterni metronomi. L’accelerazione assassina del ghepardo che insegue una gazzella, zebre rissose che con il mantello bianco e nero danno un tocco trendy alla savana, e gnu, migliaia di gnu dal muso inespressivo e montonino che riempiono il paesaggio, con il loro galoppo sciatto e caracollante. è questa 84 Weekend&Viaggi che look! I masai che troviamo in questo angolo di Kenya vestono come da tradizione e non per i turisti. particolari Ancora due scatti del Mara Plains: ha guide tra le più esperte di tutta l’East Africa. l’Africa del Masai Mara, un concentrato di vita, dove la nostra presenza di muzungu (uomini bianchi, in swahili) è misera e diluita, non facciamo numero, siamo un corpo estraneo che non può interferire in niente, ci è dato solo osservare. In mezzo a questo mare di animali selvaggi un grande teleobiettivo spunta dal finestrino anteriore di una Land Rover. è Michel Denis-Hout con la moglie Christine, uno dei più famosi fotografi di natura al mondo. Ci racconta del suo amore per il Kenya, della sua fuga dalla Francia a 20 anni, per inseguire il suo sogno di diventare cacciatore d’immagini. Parla del Masai Mara, della sua scelta difficile di vivere qui con la moglie, di come sia dura la savana e di quanto amore metta nella sua professione e nelle sue foto. Sono più di trenta anni che percorre le piste della riserva alla ricerca delle immagini più forti e suggestive che hanno illustrato decine di libri e fatto vincere Mara Plains Questo campo tendato di sei bungalows è punto di partenza dei safari. a lui e alla moglie i più importanti premi di fotografia. Se la Riserva Masai Mara è l’anima del Kenya, la zona confinante a nord, chiamata Mara Conservancy è il cuore pulsante. è una zona protetta, ricchissima di animali, che ha come sostanziale differenza con la riserva che ci vivono ancora i Masai con le loro mandrie. è qui che assaporiamo l’ultima notte africana, nel Campo di Mara Plains. Dentro le tende si cerca un sonno che non arriva, il ruggito cupo del leone è vicinissimo, e tra noi e lui c’è solo la barriera effimera della tenda. Per la prima volta nella vita proviamo quella gelida, dimenticata sensazione di essere preda, indifesi davanti alla Natura e alla sua forza. Ma la mattina arriva il risveglio arroventato. Un’altra notte è passata, le ombre e le nostre paure si sono dissolte con il sole regalandoci la sensazione di assoluto. E l’insegnamento dell’Africa: assaporare attimo per attimo, il W&V grande safari della vita. Sanctuary Olonana (Mara Conservancy,Masai Mara) 14 tende riccamente arredate sono il fiore all’occhiello di questa compagnia che ha campi in mezza Africa. Le verande danno sul fiume e il campo è in una posizione privilegiata per i safari, essendo ai confini della riserva presso l’Oloololo Gate. Bella sala da pranzo e ottime portate africane e internazionali. C’è anche una piccola piscina. Da € 360 a persona comprensivo di: bevande, day&night game drives, lavanderia, trsf da/per airstrip. Le quote non includono gli ingressi al Parco. www.sanctuaryretreats.com/lodges/kenya/olonana.cfm Mara Plains (Olare Orok Conservancy, Masai Mara) Solo sei bungalow tendati su palafitte formano questo piccolo gioiello del Mara. La posizione è invidiabile: situato sulle sponde del fiume Ntiakitiak, nel cuore della zona conservativa di Olare Orok, vicino al confine del Masai Mara, è il punto di partenza per safari che non deludono mai. Le guide sono tra le più esperte dell’East Africa, conoscono vita e abitudini di ogni animale vivente di queste terre e sanno scovare e seguire le tracce dei grandi felini anche nel più intricato bush. Il servizio è all’altezza della fama e la cucina ha una marcia in più: menù fantasiosi da 10 e lode. Costo a partire da € 415 a persona comprensivo di: bevande, day&night game drives, lavanderia, trsf da/per airstrip. Le quote non includono gli ingressi al Parco. www.maraplains.com Weekend&Viaggi 85