Economia - UNA Hotels
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29 Corriere della Sera Martedì 26 Maggio 2015 Economia Indice delle Borse FTSE MIB 23.285,11 -2,09% ê Dow Jones BorsaChiusa -ó Nasdaq BorsaChiusa -ó S&P 500 BorsaChiusa -ó Londra BorsaChiusa -ó Francoforte BorsaChiusa -ó Parigi (Cac 40) 5.117,17 -0,50% ê Madrid 11.322,30 -2,01% ê Tokio (Nikkei) 20.413,77 0,74% é 1euro 1euro 1euro 1euro Titolo Cambi 1,0978 133,3900 0,7138 1,0349 dollari -1,67% ê yen -1,20% ê sterline inv. ó fr.sv. -0,65% ê Titoli di Stato Ced. Quot. Rend.eff. 25-05 netto% Btp14-15/05/17 1,150% 101,80 0,09 Btp15-01/05/20 0,700% 99,05 0,81 Btp14-01/03/30 3,500% 112,60 2,07 Btp14-01/09/46 3,250% 105,22 2,61 SPREADBUND/BTP10anni: 135p.b. La Lente di Sergio Bocconi I salvataggi Alitalia sono costati 7,4 miliardi A litalia è «costata» al Paese, cioè allo Stato e alla collettività, 7,4 miliardi. La stima è stata realizzata dall’Area studi Mediobanca in uno studio che comprende circa 40 anni di storia della compagnia aerea, dal 1974 al 2014. In particolare l’onere a carico del settore pubblico e della collettività prodotto dalla gestione «in bonis» dal 1974 al 2007 è stato di 3,3 miliardi (a valori 2014); mentre quello prodotto sotto la gestione commissariale, fino al giugno 2014, è di 4,1 miliardi. Per quanto riguarda il periodo 1974-2007 la voce più consistente è relativa agli interventi di ricapitalizzazione, che «si sono fatti particolarmente intensi dalla metà degli Anni 90»: lo Stato ha sborsato 2,937 miliardi (4,9 a valori 2014). La stima degli oneri pubblici e collettivi relativa al periodo di amministrazione straordinaria (2008-2014) è pari a 4,1 miliardi, tra prestito ponte del Tesoro del 2008, emissione di zero coupon , obbligazioni Alitalia del Tesoro, passivo patrimoniale dell’amministrazione straordinaria (1,2 miliardi), cigs-mobilità 2008-2015 (0,7), prestazioni Fondo speciale trasporto aereo (1,2 miliardi) e versamento Poste in Alitalia Cai (0,1 miliardi). © RIPRODUZIONE RISERVATA Accordo da 55 miliardi Charter verso l’acquisizione di Time Warner Un accordo da 55 miliardi di dollari. Potrebbe essere vicina l’ora dell’acquisizione di Time Warner Cable da parte di Charter Communication. Se confermata, l’operazione è destinata a creare un nuovo colosso nel settore della tv via cavo. L’intesa arriva dopo che solo un mese fa era naufragata la prospettiva di una fusione tra Comcast e Time Warner Cable in seguito all’opposizione delle autorità americane. L’accordo avrebbe creato un gigante in grado di controllare il 30% del mercato della pay tv. &%* $(+) . -%"*#! La Bce avverte Mps: l’aumento non basta La Fondazione lima all’1,55%. Clarich: sottoscriviamo perché abbiamo fiducia nell’istituto Scendono pure i brasiliani di Btg Pactual. In Borsa azioni su dell’11%, le opzioni perdono il 18,4% MILANO Il primo giorno dell’aumento di capitale da 3 miliardi di euro che dovrebbe tirare fuori dalle secche il Montepaschi, due dei suoi principali azionisti, la Fondazione Mps e la società d’investimento brasiliana Btg Pactual limano le proprie quote, rispettivamente dal 2,5% all’1,55% e dal 2% all’1,90%. Non è un segnale di disimpegno ma certo comincia a farsi sentire lo sforzo finanziario enorme — 8 miliardi di capitale fresco — che la banca ha richiesto in appena 12 mesi: solo lo scorso giugno si è concluso il precedente aumento di capitale da 5 miliardi servito per rimborsare 3 dei 4,07 miliardi di aiuti di Stato (i Monti bond), mentre quello partito ieri servirà ad estinguere il prestito residuo dello Stato da 1,07 miliardi e a rafforzare il patrimonio dell’istituto al 10,2% (come common equity) come richiesto dalla Banca centrale europea. Tuttavia il presidente Alessandro Profumo — che ha annunciato lascerà dopo la ricapitalizzazione — e il ceo Fabrizio Viola sanno che da solo l’aumento non basta, come ha ribadito il presidente della Bce, Mario Draghi, nella lettera del 12 maggio che ha autorizzato la ricapitalizzazione citata nel prospetto informativo. Come anticipato dal Corriere della Sera lo scorso febbraio, la Vigilanza Unica ha chiesto di intervenire su ulteriori due direttrici affinché la banca torni a generare capitale proprio e ad avere un adeguato livello di redditività: ridurre la grande mole di crediti deteriorati — (46,5 miliardi lordi, pari a 23,7 miliardi netti su 146 miliardi di crediti Mps in Borsa Investiti 287 milioni IERI 2,14 euro +11,30% 9.122 7.298 5.473 3.649 1.824 luglio settembre novembre gennaio 2014 marzo maggio 0 2015 d’Arco L’ente Il presidente della Fondazione Mps Marcello Clarich. L’ente ha deciso ieri di sottoscrivere solo in parte l’aumento di capitale diluendosi dal 2,5% all’1,55% totali) — e poi procedere anche a una fusione. Tutti questi elementi sono stati presi in considerazione ieri dal mercato, che ha fatto muovere come sull’ottovolante il titolo e il diritto di opzione di Mps a causa del prezzo di 1,17 euro delle nuove azioni, offerte con uno sconto pari al 38,9% e un rapporto di 10 nuove ogni 1 vecchia posseduta. La giornata di Borsa è stata complicata: alla fine l’azione ha chiuso a +11,30% a 2,14 euro, mentre i diritti hanno perso il 18,41% a 6,14 euro. «Ci sono un po’ di problemi tecnici, come avevamo visto anche nell’aumento di capitale precedente», ha commentato Profumo. «Il diritto scende, il titolo sale: bisogna vedere l’insieme delle due cose e vedere poi come procede il combinato disposto dei due elementi. È veramente presto per esprimere qualsiasi giudizio». Comunque l’aumento sarà La banca Il presidente di Mps, Alessandro Profumo, ha annunciato che si dimetterà dopo l’aumento da 3 miliardi partito ieri. All’istituto la Bce ha imposto anche di procedere a una fusione seguito dai grandi soci Fintech (4,5%), Axa (3,17%) e Falciai (1,7%) e parzialmente da Fondazione Mps e Btg Pactual, che ha venduto parte dei titoli dopo la fine del lock up previsto nel patto di sindacato con Fintech e Fondazione. La sottoscrizione dell’ente senese è «un segno di fiducia nella banca; altrimenti non l’avremmo fatto», ha detto a Radiocor il presidente Marcello Clarich. L’esborso netto — considerato l’incasso delle vendite di titoli — sarà di 22 milioni, «il 5% della nostra liquidità disponibile: un livello accettabile. La discesa non cambia radicalmente la nostra posizione: non siamo né insignificanti né determinanti». Clarich vuole continuare ad avere un ruolo nella governance: dopo l’aumento l’ente «esaminerà i vari scenari anche per rafforzare il patto esistente». Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Amazon, prima tregua sulle tasse Apre succursali in Italia e altri Paesi Ue Nuovo modello di business. La direttiva sull’Iva negli acquisti e-commerce DALLA NOSTRA INVIATA Definirla una svolta sulle tasse forse è troppo ma sicuramente è un cambio di passo: Amazon, il colosso dell’ecommerce, ha aperto dal primo maggio succursali in Italia, Gran Bretagna, Germania e Spagna. E prossimamente anche in Francia. Adesso chi fa un acquisto riceve la fattura con indicato l’indirizzo della società a Milano e il numero di partita Iva. Finora tutte le vendite venivano gestite dalla casa madre con base in Lussemburgo e fiscalità lussemburghese, cioè assai agevolata. Adesso Amazon ha in Italia, così come negli altri Paesi elencati, quella che in gergo fiscale si chiama una «stabile organizzazione», che ha una rilevanza sul pagamento delle imposte dirette perché vengono corrisposte al Paese in cui si trova la succursale. La polemica dura da anni a livello internazionale e l’Ocse è al lavoro per trovare una soluzione. Di recente anche il governo italiano ha dichiarato guerra ai colossi dell’economia digitale — come appunto Amazon, Google, Facebook, Apple — per costringerli a pagare le tasse sul business effettivamente realizzato in Italia, BRUXELLES imposte finora eluse. Il fatturato «italiano» di questi gruppi che operano via web è di circa 11 miliardi, ma pagano al Fisco meno di 10 milioni l’anno, ovvero meno dell’uno per mille. «Il fatto che ora Amazon abbia una succursale italiana non significa però che automaticamente nelle casse del Fisco entreranno milioni, perché la base imponibile è rappresentata dall’utile netto e non dal fatturato», spiega Maricla Pennesi, esperta di fiscalità internazionale. Tuttavia la decisione di Amazon di apri- Online Il fondatore e numero uno di Amazon, Jeff Bezos. Il colosso Usa delle vendite online sta cercando di mitigare la conflittualità con il Fisco di vari Paesi Ue aprendo sedi a livello nazionale re una sede secondaria in Paesi Ue diversi da quelli della casa madre può essere letta come un tentativo di limitare le occasioni di conflitto con il Fisco e di instaurare un rapporto nuovo. Anche se il gruppo di ecommerce spiega che da oltre due anni stava lavorando alla riorganizzazione delle vendite retail. La decisione, come osservava ieri il Wall Street Journal, metterà una certa pressione anche sugli altri colossi come Apple, Google o Starbucks già finiti nel mirino, come del resto Amazon, dell’Antitrust Ue per il regime fiscale agevolato di cui godono in alcuni Paesi, in particolare Lussemburgo, Irlanda e Olanda. «Di fatto Amazon ha cambiato il suo modello di business — sottolinea Pennesi —. È vero che dal primo gennaio l’Iva applicata sulle operazioni di commercio elettronico diretto non è più quella del Paese del fornitore ma quello del cliente, per effetto di una direttiva europea recepita da noi in marzo, ma questo non obbligava Amazon ad aprire una succursale, avrebbe potuto gestire le dichiarazioni trimestrali continuando a operare dal Lussemburgo». Francesca Basso © RIPRODUZIONE RISERVATA UnipolSai compra Unahotel, polo alberghiero da 8.600 camere MILANO Più di cinquanta strutture, circa 8.600 camere e un fatturato aggregato di oltre 170 milioni di euro. Sono questi i dati dell’unione tra AtaHotels e Una annunciata ieri dal gruppo UnipolSai. Il gruppo finanziario assicurativo era stato selezionato per negoziare in esclusiva l’acquisto della catena Una Hotel. Unipol era già proprietaria della catena Ata, «ereditata» dalla famiglia Ligresti dopo la fusione con Fonsai. Ora è arrivato l’annuncio dell’accordo con Una: l’acquisizione del ramo d’azienda prevede un corrispettivo di 27,6 milioni, mentre il prezzo per l’acquisizione del portafoglio immobiliare è pari a 259 milioni. Il gruppo Unipol punta a creare in Italia «una Manager Carlo Cimbri, amministratore delegato e direttore generale di Unipol catena alberghiera di dimensioni e di qualità» ha annunciato Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol. Una volta perfezionata l’operazione, ha aggiunto, «vogliamo, gestendo le cose con serietà, sviluppare attività anche se non sono “core” come le assicurative. In Una abbiamo visto una buona opportunità» ha spiegato. Una Hotels & Resorts, catena alberghiera nata nel 2000 ed ex polo alberghiero della Baldassini Tognozzi Pontello (Btp) dei Fusi, era finita in concordato. L’asta, gestita dall’advisor Paolo Colombo, aveva visto in gara anche Alpitour, Nh hotels, Mélia, Accor e Starwood. Le assicurazioni bolognesi hanno avuto la meglio con un’offerta complessiva che permetterebbe a questo punto di ripianare una fetta dei circa 270 milioni di debiti che gravano sulla società nei confronti delle banche creditrici. Le due operazioni (acquisizione del ramo d’azienda e del portafoglio immobiliare) devono ottenere l’approvazione delle Autorità e si chiuderanno dopo il completamento delle procedure di ristrutturazione dell’indebitamento di Una. La «grande catena alberghiera» di cui ha parlato Cimbri lavorerà in futuro, ha aggiunto l’amministratore delegato di Unipol, «per coinvolgere anche altri partner». © RIPRODUZIONE RISERVATA