Economia - UNA Hotels

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Economia - UNA Hotels
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Corriere della Sera Martedì 26 Maggio 2015
Economia
Indice delle Borse
FTSE MIB
23.285,11 -2,09% ê
Dow Jones BorsaChiusa
-ó
Nasdaq
BorsaChiusa
-ó
S&P 500
BorsaChiusa
-ó
Londra
BorsaChiusa
-ó
Francoforte BorsaChiusa
-ó
Parigi (Cac 40) 5.117,17 -0,50% ê
Madrid
11.322,30 -2,01% ê
Tokio (Nikkei) 20.413,77 0,74% é
1euro
1euro
1euro
1euro
Titolo
Cambi
1,0978
133,3900
0,7138
1,0349
dollari -1,67% ê
yen
-1,20% ê
sterline
inv. ó
fr.sv.
-0,65% ê
Titoli di Stato
Ced.
Quot. Rend.eff.
25-05 netto%
Btp14-15/05/17 1,150% 101,80 0,09
Btp15-01/05/20 0,700%
99,05 0,81
Btp14-01/03/30 3,500% 112,60 2,07
Btp14-01/09/46 3,250% 105,22 2,61
SPREADBUND/BTP10anni:
135p.b.
La Lente
di Sergio Bocconi
I salvataggi
Alitalia
sono costati
7,4 miliardi
A
litalia è «costata» al
Paese, cioè allo Stato
e alla collettività, 7,4
miliardi. La stima è stata
realizzata dall’Area studi
Mediobanca in uno studio
che comprende circa 40
anni di storia della
compagnia aerea, dal 1974
al 2014.
In particolare l’onere a
carico del settore pubblico
e della collettività prodotto
dalla gestione «in bonis»
dal 1974 al 2007 è stato di
3,3 miliardi (a valori 2014);
mentre quello prodotto
sotto la gestione
commissariale, fino al
giugno 2014, è di 4,1
miliardi.
Per quanto riguarda il
periodo 1974-2007 la voce
più consistente è relativa
agli interventi di
ricapitalizzazione, che «si
sono fatti particolarmente
intensi dalla metà degli
Anni 90»: lo Stato ha
sborsato 2,937 miliardi (4,9
a valori 2014). La stima
degli oneri pubblici e
collettivi relativa al periodo
di amministrazione
straordinaria (2008-2014) è
pari a 4,1 miliardi, tra
prestito ponte del Tesoro
del 2008, emissione di zero
coupon , obbligazioni
Alitalia del Tesoro, passivo
patrimoniale
dell’amministrazione
straordinaria (1,2 miliardi),
cigs-mobilità 2008-2015
(0,7), prestazioni Fondo
speciale trasporto aereo
(1,2 miliardi) e versamento
Poste in Alitalia Cai (0,1
miliardi).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Accordo da 55 miliardi
Charter verso l’acquisizione di Time Warner
Un accordo da 55 miliardi di dollari. Potrebbe essere vicina l’ora
dell’acquisizione di Time Warner Cable da parte di Charter
Communication. Se confermata, l’operazione è destinata a creare un
nuovo colosso nel settore della tv via cavo. L’intesa arriva dopo che
solo un mese fa era naufragata la prospettiva di una fusione tra
Comcast e Time Warner Cable in seguito all’opposizione delle
autorità americane. L’accordo avrebbe creato un gigante in grado di
controllare il 30% del mercato della pay tv.
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La Bce avverte Mps: l’aumento non basta
La Fondazione lima all’1,55%. Clarich: sottoscriviamo perché abbiamo fiducia nell’istituto
Scendono pure i brasiliani di Btg Pactual. In Borsa azioni su dell’11%, le opzioni perdono il 18,4%
MILANO Il
primo giorno dell’aumento di capitale da 3 miliardi
di euro che dovrebbe tirare
fuori dalle secche il Montepaschi, due dei suoi principali
azionisti, la Fondazione Mps e
la società d’investimento brasiliana Btg Pactual limano le proprie quote, rispettivamente dal
2,5% all’1,55% e dal 2% all’1,90%.
Non è un segnale di disimpegno ma certo comincia a farsi
sentire lo sforzo finanziario
enorme — 8 miliardi di capitale fresco — che la banca ha richiesto in appena 12 mesi: solo
lo scorso giugno si è concluso
il precedente aumento di capitale da 5 miliardi servito per
rimborsare 3 dei 4,07 miliardi
di aiuti di Stato (i Monti bond),
mentre quello partito ieri servirà ad estinguere il prestito residuo dello Stato da 1,07 miliardi
e a rafforzare il patrimonio dell’istituto al 10,2% (come common equity) come richiesto
dalla Banca centrale europea.
Tuttavia il presidente Alessandro Profumo — che ha annunciato lascerà dopo la ricapitalizzazione — e il ceo Fabrizio
Viola sanno che da solo l’aumento non basta, come ha ribadito il presidente della Bce,
Mario Draghi, nella lettera del
12 maggio che ha autorizzato la
ricapitalizzazione citata nel
prospetto informativo. Come
anticipato dal Corriere della Sera lo scorso febbraio, la Vigilanza Unica ha chiesto di intervenire su ulteriori due direttrici
affinché la banca torni a generare capitale proprio e ad avere
un adeguato livello di redditività: ridurre la grande mole di
crediti deteriorati — (46,5 miliardi lordi, pari a 23,7 miliardi
netti su 146 miliardi di crediti
Mps in Borsa
Investiti 287 milioni
IERI
2,14 euro
+11,30%
9.122
7.298
5.473
3.649
1.824
luglio
settembre
novembre
gennaio
2014
marzo
maggio
0
2015
d’Arco
L’ente
Il presidente
della
Fondazione
Mps Marcello
Clarich.
L’ente ha
deciso ieri di
sottoscrivere
solo in parte
l’aumento di
capitale
diluendosi
dal 2,5%
all’1,55%
totali) — e poi procedere anche
a una fusione.
Tutti questi elementi sono
stati presi in considerazione ieri dal mercato, che ha fatto
muovere come sull’ottovolante
il titolo e il diritto di opzione di
Mps a causa del prezzo di 1,17
euro delle nuove azioni, offerte
con uno sconto pari al 38,9% e
un rapporto di 10 nuove ogni 1
vecchia posseduta. La giornata
di Borsa è stata complicata: alla
fine l’azione ha chiuso a +11,30%
a 2,14 euro, mentre i diritti hanno perso il 18,41% a 6,14 euro.
«Ci sono un po’ di problemi
tecnici, come avevamo visto
anche nell’aumento di capitale
precedente», ha commentato
Profumo. «Il diritto scende, il
titolo sale: bisogna vedere l’insieme delle due cose e vedere
poi come procede il combinato
disposto dei due elementi. È
veramente presto per esprimere qualsiasi giudizio».
Comunque l’aumento sarà
La banca
Il presidente di
Mps,
Alessandro
Profumo, ha
annunciato che
si dimetterà
dopo
l’aumento da 3
miliardi partito
ieri. All’istituto
la Bce ha
imposto anche
di procedere a
una fusione
seguito dai grandi soci Fintech
(4,5%), Axa (3,17%) e Falciai
(1,7%) e parzialmente da Fondazione Mps e Btg Pactual, che
ha venduto parte dei titoli dopo
la fine del lock up previsto nel
patto di sindacato con Fintech
e Fondazione. La sottoscrizione dell’ente senese è «un segno
di fiducia nella banca; altrimenti non l’avremmo fatto»,
ha detto a Radiocor il presidente Marcello Clarich. L’esborso
netto — considerato l’incasso
delle vendite di titoli — sarà di
22 milioni, «il 5% della nostra
liquidità disponibile: un livello
accettabile. La discesa non
cambia radicalmente la nostra
posizione: non siamo né insignificanti né determinanti».
Clarich vuole continuare ad
avere un ruolo nella governance: dopo l’aumento l’ente «esaminerà i vari scenari anche per
rafforzare il patto esistente».
Fabrizio Massaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Amazon, prima tregua sulle tasse
Apre succursali in Italia e altri Paesi Ue
Nuovo modello di business. La direttiva sull’Iva negli acquisti e-commerce
DALLA NOSTRA INVIATA
Definirla una svolta sulle tasse
forse è troppo ma sicuramente è un cambio di passo: Amazon, il colosso dell’ecommerce, ha aperto dal primo maggio succursali in Italia, Gran Bretagna, Germania e
Spagna. E prossimamente anche in Francia. Adesso chi fa un acquisto riceve la fattura con indicato l’indirizzo della società a
Milano e il numero di partita Iva.
Finora tutte le vendite venivano gestite
dalla casa madre con base in Lussemburgo
e fiscalità lussemburghese, cioè assai agevolata. Adesso Amazon ha in Italia, così come negli altri Paesi elencati, quella che in
gergo fiscale si chiama una «stabile organizzazione», che ha una rilevanza sul pagamento delle imposte dirette perché vengono corrisposte al Paese in cui si trova la
succursale. La polemica dura da anni a livello internazionale e l’Ocse è al lavoro per
trovare una soluzione. Di recente anche il
governo italiano ha dichiarato guerra ai colossi dell’economia digitale — come appunto Amazon, Google, Facebook, Apple
— per costringerli a pagare le tasse sul business effettivamente realizzato in Italia,
BRUXELLES
imposte finora eluse. Il fatturato «italiano» di questi gruppi che operano via web è
di circa 11 miliardi, ma pagano al Fisco meno di 10 milioni l’anno, ovvero meno dell’uno per mille. «Il fatto che ora Amazon
abbia una succursale italiana non significa
però che automaticamente nelle casse del
Fisco entreranno milioni, perché la base
imponibile è rappresentata dall’utile netto
e non dal fatturato», spiega Maricla Pennesi, esperta di fiscalità internazionale.
Tuttavia la decisione di Amazon di apri-
Online
Il fondatore e
numero uno di
Amazon, Jeff
Bezos. Il
colosso Usa
delle vendite
online sta
cercando di
mitigare la
conflittualità
con il Fisco di
vari Paesi Ue
aprendo sedi a
livello nazionale
re una sede secondaria in Paesi Ue diversi
da quelli della casa madre può essere letta
come un tentativo di limitare le occasioni
di conflitto con il Fisco e di instaurare un
rapporto nuovo. Anche se il gruppo di
ecommerce spiega che da oltre due anni
stava lavorando alla riorganizzazione delle
vendite retail. La decisione, come osservava ieri il Wall Street Journal, metterà una
certa pressione anche sugli altri colossi come Apple, Google o Starbucks già finiti nel
mirino, come del resto Amazon, dell’Antitrust Ue per il regime fiscale agevolato di
cui godono in alcuni Paesi, in particolare
Lussemburgo, Irlanda e Olanda.
«Di fatto Amazon ha cambiato il suo
modello di business — sottolinea Pennesi
—. È vero che dal primo gennaio l’Iva applicata sulle operazioni di commercio elettronico diretto non è più quella del Paese
del fornitore ma quello del cliente, per effetto di una direttiva europea recepita da
noi in marzo, ma questo non obbligava
Amazon ad aprire una succursale, avrebbe
potuto gestire le dichiarazioni trimestrali
continuando a operare dal Lussemburgo».
Francesca Basso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
UnipolSai
compra Unahotel,
polo alberghiero
da 8.600 camere
MILANO Più di cinquanta
strutture, circa 8.600 camere e
un fatturato aggregato di oltre
170 milioni di euro. Sono
questi i dati dell’unione tra
AtaHotels e Una annunciata
ieri dal gruppo UnipolSai. Il
gruppo finanziario
assicurativo era stato
selezionato per negoziare in
esclusiva l’acquisto della
catena Una Hotel. Unipol era
già proprietaria della catena
Ata, «ereditata» dalla famiglia
Ligresti dopo la fusione con
Fonsai. Ora è arrivato
l’annuncio dell’accordo con
Una: l’acquisizione del ramo
d’azienda prevede un
corrispettivo di 27,6 milioni,
mentre il prezzo per
l’acquisizione del portafoglio
immobiliare è pari a 259
milioni. Il gruppo Unipol
punta a creare in Italia «una
Manager
Carlo Cimbri,
amministratore
delegato
e direttore
generale
di Unipol
catena alberghiera di
dimensioni e di qualità» ha
annunciato Carlo Cimbri,
amministratore delegato di
Unipol. Una volta perfezionata
l’operazione, ha aggiunto,
«vogliamo, gestendo le cose
con serietà, sviluppare attività
anche se non sono “core”
come le assicurative. In Una
abbiamo visto una buona
opportunità» ha spiegato. Una
Hotels & Resorts, catena
alberghiera nata nel 2000 ed
ex polo alberghiero della
Baldassini Tognozzi Pontello
(Btp) dei Fusi, era finita in
concordato. L’asta, gestita
dall’advisor Paolo Colombo,
aveva visto in gara anche
Alpitour, Nh hotels, Mélia,
Accor e Starwood. Le
assicurazioni bolognesi hanno
avuto la meglio con un’offerta
complessiva che
permetterebbe a questo punto
di ripianare una fetta dei circa
270 milioni di debiti che
gravano sulla società nei
confronti delle banche
creditrici. Le due operazioni
(acquisizione del ramo
d’azienda e del portafoglio
immobiliare) devono ottenere
l’approvazione delle Autorità e
si chiuderanno dopo il
completamento delle
procedure di ristrutturazione
dell’indebitamento di Una. La
«grande catena alberghiera»
di cui ha parlato Cimbri
lavorerà in futuro, ha aggiunto
l’amministratore delegato di
Unipol, «per coinvolgere
anche altri partner».
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