701 GENIALE È un qualificativo di prestigio, direttamente
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701 GENIALE È un qualificativo di prestigio, direttamente
Snm di Gentilezza è Garbo e Galanterìa. Gàrbo è l’omologismo dal got GARWI cui Garbàre, Garbàto, Garbatèzza e Garbatùra con gli opposti (S privativo) Sgarbatàggine, Sgarbàto, Sgarbatèzza, Sgarberìa e Sgàrbo. Termini omonimi Gàrbo “agro di sapore (frutta)” e Gàrbo “navicella”, termine ancora alieno è Garbùglio con Garbugliòne, Garbugliàre, Garbugliòne e i prefissati Ingarbugliàre, Ingarbugliòne, tutti d’origine non accertata, ma di presumibile connessione con Garbìno “vento da W-SW”, attestatosi lungo il litorale adriatico, dunque un omologismo dall’ar GHARBI occidentale. Galànte è l’omologismo dal franc GALANT da GALER divertirsi, da un più ant GALE ornamento già WALA bene, rintracciabile nell’ingl WELL bene, nello sp GALA “ornamento femminile” e forse connesso con l’ar GALLABIYYA tunica maschile cui Galabìa; nel percorso ital, si contano Gàla, Galà, Galàno “fiocco”, Galanterìa, Galantomerìa con Galantuòmo o Galantòmo e Galantuomìsmo; a Vittorio Emanuele II di Savoia (regno 1861/78) era stato assegnato l’epiteto di Re galantuomo o Re gentiluomo per non avere abrogato lo Statuto Albertino. E ancora, Galatèo “libro de’ costumi”, oggi scalzato dal glb franc Bon ton, opera di Galeazzo Florimonte (1503\1556) detto appunto Galateo. Pseudoetim, infine, Galànga questo omologismo dall’ar KHALANGAN condimento aromatico, Gal quale l’unità di accelerazione, ispirato a G. Galilei (1564-1642), coniato nel 1942, donde ancora l’aggettivo Galileiàno. \ Frasi sconvenienti In ubbidienza al Galateo moderno, ecco alcune locuzioni abitudinarie da evitare poiché considerate sconvenienti. Salute! (dopo uno starnuto dell’interlocutore) Che (cosa) mi racconti di bello! Cin cin (con risuono dei bicchieri) Vieni quando vuoi. Faccia come (se fosse) a casa sua. Non dovevi disturbarti. (nel ricevere un regalo o qualcosa di simile a un favore) Con decenza parlando (poiché o sta per essere o è stata già proferita una parola sconcia). Cento di questi giorni! Lei non sa chi sono io! GENIALE È un qualificativo di prestigio, direttamente discendente dal lat GENIUS Pro-genitore divinizzato, poi trasfigurato nel mistico personaggio delle leggende, il Gènio, e semant nel Gènio umano cui Geniàccio, Genialàta, Geniàle con Genialità, Genialmènte e Genialòide, il prefissato Congeniàle con Congenialità. Si abusa del qualificativo Geniale ove tale considerazione sgorga da una semplice dimostrazione di simpatia. L’essere geniale è il possedere un ingegno non comune, di grado superiore al Talento, questo limitato in un solo campo, vuoi professionale, sportivo, 701 artistico… vuoi altro. La definizione Geniografìa, proposta dal franc George Polti, starebbe per “indagine sulla comparsa d’uomini di genio in ogni tempo al mondo”. Il genio femminile è indicato con Sìlfide attraverso il franc SYLPHIDE dal gr SILPHION “sorta di pianta”, cui Sìlfo dallo stesso significato, fig Sìlfidi (Famiglia d’insetti) e un omn Sìlfo “essere demoniaco” transitato nella mitologia germanica quale ellittico attraverso il lat SILVESTER silvestre. L’omn Gènio “struttura tecnica militare” cui Genière, vale “ ingegneria ” attraverso il franc GENIE cui INGENEUR ingegnere. Il percorso di GEN conta ancora il prefissato Ingègno (IN illativo) da INGENIUM indole (intellettiva, infusa dai progenitori divinizzati) cui Ingegnàre, meglio Ingenàrsi, Ingegnàccio, eppoi dall’estensione semat di Ingegno “meccanismo” (creato dall’indole umana) si ha Ingegnère, Ingegnerìa con un glb ingl Engineering, Ingegnerìstico, Ingegnerizzàre, Ingegnerizzàto, Ingegnerizzaziòne, Ingegnòso com Ingegnosamènte e Ingegnosità; eppoi Congegnàre “disporre insieme diversi elemnti”, questo considerato l’inc di Ingegnare con Combinare, oppure il derivato da Ingegnare con cambio di pref (CUM associativo), cui Congegnamènto, Congenatòre, Congegnatùra, Congègno “meccanismo complesso”. Il lat GENIUM è anche lo spirito che accompagna l’individuo, una sorta di angelo custode ante litteram. Il GENIUS LOCI era per i latini il nume protettore di un luogo; metaf, oggi, l’ancora ricorrente locuzione Genius loci potrebbe indicare il responsabile custode delle tradizioni di un posto, quali un politico, un amministratore comunale, un presidente di Pro Loco, un animatore di iniziative… il genius loci della “Padania” sarebbe, quindi, Umberto Bossi. Fotogènico (con i suoi ricalchi), relativo alla figura umana, è il composto di Fotografia-GEN “fotografia che ne riconosce i migliori tratti fisici” ed è la stessa traduzione che si potrebbe avere col termine Genero. Gènero, infatti, con Congènero, è un derivato particolare: dal lat GENER, la rad GEN avrebbe subito forti interferenze dal gr GAMBROS e dal sct JAMATA, pertanto sarebbe giunto semant non nel senso di generazione, bensì quale conoscente; in realtà, il Genero non appartiene alla generazione della famiglia, ma è semplicemente colui che è riconosciuto membro della famiglia. Nel percorso di GEN, l’ital conta Gènere dal genitivo GENERIS di GENUS ad indicare in generale l’insieme di più Specie, l’insieme dei caratteri essenziali eppoi quale snm di Simile cui la locuzione Genere umano; in Zoologia e Botanica indica un gruppo superiore alla Specie e inferiore alla Famiglia, in filosofia accomuna proprietà 702 essenziali, in arte esprime canoni tradizionali cui Genere epico, Genere drammatico e la locuzione Di genere “a carattere anedottico”, nella linguistica sta ad indicare la categoria grammaticale cui Genere maschile, nella cultura e nel sociale un modello cui Studio di genere e il glb ingl Gender “appartenenza al genere maschile o femminile ma in relazione alla cultura ossia non biologico, ed infine quale snm di Merce, Prodotto, Tipo. Il percorso prosegue con l’ironico accr Generòne, eppoi Generàbile, Generabilità, Generàle da GENERALIS “relativo ad un intero ordine” cui Generalità, Generalìsta, Generalizzàre, Generalizzàto e Generalizzaziòne, la locuzione glb ingl General manager “direttore generale”, Generalìzio, Genèrico, Genericamènte, Genericìsmo e Genericità; Generàle “grado militare” dalla locuzione Capitano generale cui Generalàto, Generalèsco, Generàla con Generalèssa, Generalìssimo, Generalìzio, la locuzione In genere o In generale o ancora Generalmènte. In prefissato si ha Degeneràre (DE di allontanamento) o Digeneràre, Degenerativo, Degeneràto, Degeneraziòne, Degènere. In giapponese, ma di genesi cinese, SHOGUN vale Generale ma con attestazioni quali “governatore” o “personaggio autoritario” cui l’omologismo Shogunàto (pron sciogunàto) che sta per “caricapotere” o per una specifica “epoca storica”. Anche Cugìno, con Cuginànza, potrebbe far pensare ad una derivazione diretta da GEN; il termine, invece, è un ricalco del franc COSIN, a sua volta ridotto dalla composizione lat CONSOBRINUS figlio di due sorelle, ovvero, di sorella della madre, da COM con SOROR sorella e BINI due. Successivamente c’è stata la lenizione della s in g e la mutazione da CONSINUS-CONGINUS-CONGINO a Cugìno. Volg, in alcune contrade, cui il pugliese, sopravvive il termine Corsopino-Cursupino per cugino, foneticamente corrotto appena dal lat CONSOBRINO con il sopravvissuto, ma disusato, Consobrìno o Consubrìno in ital (già in uso alla fine del ‘200). In una società fallocratica, per i cugini figli di fratelli è adoperato il termine Cugini germani, così come i Fratelli germani dello stesso padre, anche se di madre diversa, nel senso “dello stesso germe” (seme). Per i figli di una stessa madre e padri diversi, è invece utilizzato il limitativo Uterìni, poeticamente Adèlfi “co-uterini”. Adèlfo è da rad GWELBI vulva. Insomma, in detta società, i Fratelli germani risultano doc rispetto ai Fratelli uterini o Adèlfi e la definizione di Fratelli germani può comprendere il nascere sia dalla stessa madre sia da madre diversa, senza per questo modificarne lo status sociale e giuridico; 703 l’importante è che abbiano il seme del loro padre naturale comune. \ Geni viventi 2011. La classifica inglese Hit Parade dei cento geni viventi, compilata da sei esperti, anche in relazione ad un sondaggio popolare nel Regno Unito, conta, tra i primi sette, Albert Hofmann scopritore del LSD (Lysergic Acid Diethylamide Dietilammide dell’acido lisergico), Timoty Berners-Lee inventore della rete World Wide Web, Giorgio Soros politico della Finanza, Matt Groening ideatore dei Simpson e di Futurama, Nelson Mandela presidente del Sudafrica, ex aequo con Frederick Sanger studioso della sequenza del DNA (DeoxyriboNucleic Acid Acido desossiribonucleico cui la locuzione Test del DNA), infine, l’italiano Dario Fo già Premio Nobel. \ La pittrice Odile Speed (1920/2007) coniuge dello scienziato Francis Crick, questo tra gli scopritori del DNA, disegnò per la prima volta in assoluto lo schema strutturale del DNA, ancora d’attualità nel 2011. Stando a diversi autorevoli studi, pare scientificamente provato che dall’esame del DNA si possa prevedere nell’individuo, come esempi, una predisposizione all’infedeltà in amore, a preferire il caffè, a fumare, ad amare la musica, a vivere con ottimismo, ad essere spendaccione, a seguire uno sport \ \ Prefissi *PRO PROD Vece Vice PRO PROD Pref e termine che meritano particolare attenzione. Dal gr PRO e dal lat PRO(DE), davanti ai verbi e derivati sta per “fuori, davanti-consecuzioneestensione”; davanti a nomi sta per “anteriorità o referenza” e talvolta “precocità”. Prorogàre (con il lat ROGARE “chiedere”) cui il devb Pròroga, Prorogàbile, Prorogabilità e Prorogaziòne, Prostràre con Prostràto eppoi ProstèrnereProsternàre (rad STER stendere), Probòscide (dal gr BOSKO io nutro vale “sporgenza per il nutrimento”), Proditòre, questo nel significato di traditore, ovvero “dare prima”, Prolegòmeni “esposizione preliminare” dal gr TAPROLEGOMENA cose dette avanti. Pròssimo, superlativo lat di PROPE vicino già PROQUE cui la preposizione dantesca Pròpe “vicino” e l’avverbio Pròvo (omn di Provo “provocatore”) o Pruòvo “vicino” attraverso il franc PRUEF meglio solo nella locuzione A provo, eppoi come Màssimo da MAXIMUS superlativo di MAGNUS; nel percorso di Pròssimo si ha Prossimàre, Prossimàno, Prossimàre, Prossimità e, col pref AD, Approssimàre, Approssimatìvo, Approssimaziòne, e nel percorso di Massimo col fem Màssima, il sostantivo Màssima “sentenza” dalla locuzione lat MAXIMA SENTENTIA sentenza la più importante, Massimàle, Massimalìsmo, Massimalìsta, Massimalìstico, Massimamènte, Massimàre, Massimàrio, l’avverbio Màssime quale forma irrigidita, Massimizzàre con Massimizzaziòne, i composti il matematico Massimìnimo o Massimomìnimo, le locuioni sportive Peso massimo e Peso massimoleggero, l’onomastico Massimo da MAXIMUS con Massimiliano da MAXIMILIANUS figlio di Massimo … da non equivocare con termini in percorso da Massa (Ved Massa…). L’ital conta ancora Propìnquo da PROPINQUUS, su modello di Longinquo al quale è in opposizione, con Appropinquàre, Approcciàre questo transitato dal franc APPROCHER col 704 devb Appròccio, comunque tutti dal lat medv APPROPIARE (pref AD) da PROPE vicino, prossimo. Il percorso prefissato continua con Prolèssi o Prolèpsi “anticipazione” cui Prolèptico col gr LEPSIS presa adottato tra le figure retoriche per indicare ciò che sintatticamente viene anticipato per meglio evidenziarlo, Progènie dal gr GHENOS stirpe cui Progenerare dal lat PROGIGNERE relativo alla stirpe e Progenitòre, Prolàsso allentato snm di Procidenza con Prolassàto, dal lat LAXUS cui Làsco con Lascàre e Allascàre (AD allativo), Pròle dal lat ALERE allevare con Prolìfico e Proletàrio, Pròlogo col gr LOGOS in correlazione con Epilogo. Procrastinàre è composto con l’aggettivo lat CRASTINUS, cui Cràstino “del domani”, derivato da CRAS domani cui un Crài ancora perdurante nel nostro volg mer con Crai o Crei col significato di Domani, e l’ant suff TINUS attestato anche in sct; Procrastinare vale dunque “rimandare al domani” cui Procrastinàbile, Procrastinamènto, Procrastinatòre e Procrastinaziòne, con un opposto Improcrastinàre (doppio pref IN negativo) cui il più usato Improcrastinàbile; in percorso volg CRAS si conta ancora un Piscrai o Piscrei che vale Posdomani o Dopodomani. Davanti a nomi di parentela vale “ascendente” cui Prozìo, vale “discendente” cui Pronipòte. Davanti a termini di funzioni o di cariche, vale “fa le veci di” cui Prosìndaco. Pro, con la o aperta, è il termine derivato dalla preposizione lat PRO e sta per “a favore di...” , cui Pro forma, Pro Loco. Il termine Propinàre deriva direttamente dal gr PROPINO bere a favore di... un termine che corrisponde al Brìndisi; Propinare però è un termine d’enantiosemìa poiché svoltosi in negativo cui Propinatòre; il sostantivo Propìna, invece, permane semant positivo nel senso di “mancia-regalo”. Brìndisi è dal ted BRIG DIR‘S io porto a te! giuntoci tramite i famigerati Lanzichenecchi, cui Brindàre; il matador pronuncia BRINDIS quale saluto alle autorità prima della sfida col toro; il corrispondente Brindisi tra i serbocroati è ZDRAVICA cui l’omologismo Stravìzzo, attraverso il veneziano, adottato quale “convito” dagli accademici della Crusca snm di Beccaficata Altro termine pseudoetim è Proteifòrme, questo ispirato a Proteo, la divinità greca che, a suo piacimento, assumeva diversi aspetti. Il brindisi lat era con la locuzione RATA FIAT l’accordo (anche quale amicizia) sia reso operativo cui il nome del liquore Ratafià. \ La trasfigurazione del dei è d’antica credenza, omologata sino al cristianesimo con la Trasfigurazione di Gesù, ricordata il 6 agosto.\ Da PRO in forma ampliata PROD, quale amputazione (Apocope) di PRODE, in ital si conta l’inv Pròde “valoroso” con Prodèzza, il cui pref sta per “utilità” donde la locuzione Buon pro. Da Prode è stato coniato un raro Approdàre nel significato di “giovare”, omn del nautico Approdare. Col pref ampliato PROD, l’ital conta Prodigàre con Prodigalità, Prodigalizzàr, Prodigalmènte e Pròdigo dal lat PRODIGERE sperperare, Prodìgio e Prodigiòso con Prodigiosità con il lat AGIUM di rad AG che vale parlare, cui la locuzione della parabola cristiana Il figliuol prodigo. 705 VECE VICE Vèce, più usato al plur Fare le veci, cui il prefissato Invèce (IN illativo), deriva dall’accusativo lat VICEM, mentre Vìce è l’ablativo VICE, entrambi discendenti dal tema VIX-WEIK, rintracciabile nel ted WECHSEL cambio. Nel percorso troviamo Vicènda, Vicendèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE e Vicendevolèzza, Vicarìa o il desueto Vicherìa, con Vicàrio e Vicària, Vicariàle, Vicariànte, Vicariàre con Vicariànza, Vicariàto, il composto Vicevèrsa “vicenda voltata”, Vicissitùdine, sovente al plur, sta per “l’una vicenda fa le veci dell’altra”, insomma alternanza di accadimenti. Il pref VICE in una sequenza che va da Viceammiràglio a Vicesìndaco. Da ricordare che Invece quale congiunzione avversativa è snm di Mentre e pertanto non vanno appaiate, come Ma e Però. \ Fagiolo Non è azzardato credere in una connessione di PHASIS apparisco con il gr PHASELOS fagiolo, riversatosi nel lat PHASELUS cui il dim PHASEOLUM in ital Fagiòlo o Fagiuòlo con un volg Fasulo, eppoi i fig Sfagiolàre (S intensivo) “essere gradito” cui la locuzione Mi sfagiola o più correntemente Non mi sfagiola; in vfrs connessione fig Fasèlo o Fasèllo “imbarcazione”, il mollusco detto Fasolàro. In percorso, Fagiolàio, Fagiolàta o Fagiuolàta, Fagiolìno, meglio Fagiolìni i quali mantengono la stessa quantità di Vitamina C sia freschi sia surgelati. Occorre ricordare che il Fagiolo mediterraneo PHASELOS, delle Papilionacee, detto Fagiolo dall’occhio nero, è di origine afro-asiatica, già coltivato in Italia prima dell’arrivo del Fagiòlo americano, cui il Fagiolòne. L’antica connessione sembra giustificata dal fatto che questo legume appare, appunto, con l’occhio. L’omologismo Felàfel o Falàfel, crocchetta di fagioli (o ceci), è dall’egiziano FALAFIL già ar class FULFUL pepe. \ Il Fagiolo ha assunto la qualità popolare d’essere considerato un talismano. Gli studenti universitari al secondo anno sono tradizionalmente indicati quali Fagioli \ APPARIRE PARERE COMPARIRE APPARIRE Apparìre, col l’iterativo Riapparire e Rapparìre, è dal lat APPARERE, già gr PHASIS apparizione che assume la sinonimia “il parlare” da PHAINOMAI mi mostro composto dal pref allativo AD e PARERE mostrare, cui, semant o fig, Pàrte con Partiziòne, questo dal lat PARS PARTIS, l’aggettivo Parziàle da PARTIALIS con Parzialmènte, Partecipàre o Participàre (con il lat CAPERE prendere vale “prendere parte”) con Partecipàbile, Partecipànte, Partecipatìvo, Partecipàto, Partecipatòre, Partecipaziòne o Partecipànza con Partecipazionìsmo, Partècipe, il dim Particèlla con Particellàre. In fisica, oltre a Elettrone, Fotone e Mesone (suff scientifico ONE), si conta la particella Bosòne, in onore del fisico indiano S. N. Bose (1894/1974), ossia l’ipotetica Particella di Higgs, 706 a Spin zero, altrimenti detta Particella di Dio poiché da questa dipenderebbe la massa delle altre particelle, eppoi la particella Fermiòne, in onore di E. Fermi (1901/1954), a Spin semintero; altra unità di misura in onore di E. Fermi è Fèrmi (fm), sottomultiplo di metro (10-13 cm) quale misura di lunghezza nelle scienze nucleari. In fisica si contano le locuzione Particella elementare, Particelle alfa, Particelle beta… mentre nel diritto Particella catastale. \ Apparire è concettualmente l’opposto di Essere. \ Il percorso PARS prosegue con Particìpio (forma che si mostra quale verbo e nome) dal lat PARTICIPIUM con Participiàle, Partìcola o Partìcula dal lat PARTICULAREM con Particolareggiàre e Particolareggiàto, Particolarìsmo e Particolarìsta con Particolarìstico, Parcicolarità, Particolarizzàre con Particolarizzaziòne, Particolàto “particella inquinante” e Antiparticolàto, Particolàre o Particulàre, Parteggiàre “spartire” attraverso il franc PARTAGER con l’omn Parteggiàre “prendere parte” con Parteggiamènto, Parteggiatòre, Partigiàno (seguire una parte) con Partigianerìa e Partigianèsco, Partigiàna (dal XV sec) “arma da punta e taglio” dalla locuzione Arma di partigiano snm di Mezzapicca (dal 1893), Partimènto questo sia “partenza” sia “divisione”, Partìre “mettersi o mettere da parte” ossia “andar via” con il sostantivo Partìta con Partitèlla, Partitamènte, Partitàrio, Partitìvo, Partìto (sostantivo e aggettivo e talvolta usato come suff del valore di “spartito”) anche “associazione politica” cui Partitànte, Partìtico, Partitìno, Partitìsmo e Partitìsttico, Partitocrazìa e Partitòcrate, il termine musicale Partitùra, il glb ingl Partner “che partecipa alla coppia” con Partnership “comunanza d’interessi” (con SHIP nave che fig vale “compartecipazione”) e l’omologismo Partenariàto eppoi i prefissati Compartecipàre, Compartecipànza, Compartècipe e Compartecipaziòne (pref COM associativo), Dispàrte (DIS privativo), Impartìre (IN rafforzativo) “assegnare parte di…” con Impartìbile, Spartìre (S durativo) “dividere” con Spartìbile, Spartìto (Pp e sostantivo adottato in termini musicali), Spartitòre, Spartitòrio, Spartitùra e Spartiziòne con i composti Spartiàcque, Spartifiàmma, Spartifuòco, Spartigràno, Spartinève, Spartisèmi, Spartitràffico e Spartivalànghe; eppoi Porziòne da PORTIO PORTIONIS (pron porzionis) questo connesso con PARS in maniera macchinosa cui Proporzionàle e Proporziòne col pref PRO; ancora, Sparère da DIS PARERE, Sparìre con Sparìto e Spariziòne col pref S estrattivo, Sparùto (poca consistenza, quasi sparito) dal Pp di Sparere cui Sparutèzza, eppoi Sproporziòne e Sproporzionàto; col doppio pref DIS si ha Disparìre con Disparèvole e Dispariscènte. Parvènte è coniato con un originale Ppres estratto 707 dal passato remoto Pàrvi, cui Parvènza; Parcèlla è dal dim lat PARTICELLA transitato dal franc PARCELLE, cui Parcellàre. Appariscènte, infine, è dal lat volg APPARESCENTIS che appare (in senso intensivo). Dal Pp di PARERE, fornito di pref iterativo, è nato REPERIRE procurarsi-trovare cui Reperìre con Reperìbile, Reperibilità ed il prefissato Irreperìbile con Irriperibilità; eppoi Reperimènto, con il Pp REPERTUM tornato (a mostrarsi) alla luce cui Repèrto con la locuzione Reperto archeologico, Repertàre, Repertàto e Repertòrio (che si mostra, catalogo) con Repertioràre. Fuori tema è il lemma Pàrvolo con passaggio in Pàrgolo cui il dim Pargolètto, dal lat PARVUS piccolo già PAULUS da rad PAU cui l’onomastico Paolo, Pòco da PAUCUS (col suff CO per “difetto fisico” vedi Cieco, Monco…) con Paucàle, Paucisintomàtico (pochi sintomi), Pauperàre con Pauperìsmo (questo anche ideale di povertà in particolari comunità cristiane) e Depauperàre questo col pref DE conclusivo, connessi con Pòvero dal lat PAUPER già gr PAUROS poco rintracciabile nell’ingl POOR, Povertà da PAUPERTATEM, Poveràccia e Poveràccio, Poveràglia, Poverèllo, Poverètto, Poverìno, Poverìsmo e Poverìsta, Poveròmo o Poveruòmo dalla locuzione Povero uomo; c’è chi, in ogni caso, fa discendere Parvolo-Pargolo da PARERE nel significato “che si mostra” per le prime volte. Il gr ha lo specifico PENIA per Povertà, cui il suff ital PENIA per composti relativi a patologie del sangue quali Citopènia (col gr KYTOS cavità nel valore di “cellula”), Leucopènia (col gr LEUKOS bianco), Linfopènia (con Linfa), Neutropènia (ipocoristico di Neutrofilo e Penia), Sideropènia (diminuzione della Sideremia) con Sideropènico. In persiano, DARVIS vale Povero, cui l’omologismo Dervìscio o Dèrvis e Dervis, utilizzabile generalmente al pl Dervìsci. Oggi, in Turchia, indica i membri di una confraternita musulmana sufica, i quali seguono il rito mistico dei Dervisci rotanti”, sorta di danza che rappresenta il movimento circolare dell’universo e di tutte le cose in esso comprese, quindi la tropologia dell’unione con Dio. Sùfica è il relativo di Sùfi o Sufìsmo, pratica religiosa, omologismo dall’ar SUF derivato di SUFI lana, con la quale si tesseva la veste storico dei mistici. \ La Povertà è una scelta, vedi Il poverello d’Assisi, la Miseria invece è uno stato di costrizione sociale. Opposto a Povero, l’ital conta Rìcco, questo un omologismo dal long RIHHI, cui Riccamènte, Ricchèzza, l’accr Riccòne, i prefissati Arricchìre con Arricchimènto e Arricchìto, Trasricchìre o Transricchìre “più che arricchire”, il composto Riccòmetro; termine italico è il lat DIVES DIVITIS ricco cui DIVITIAE ricchezza 708 svoltosi nel percorso ital Dovìzia, Doviziosamènte, Doviziòso. In ant turco Ricco vale BAI cui il russo BOJAR e l’omologismo ital Boiàrdo o Boiàro con Boiardèsco. Nel ger, Ricco lo si ritrova in RIKS e in RICK esteso fig nel senso di padrone (implicitamente ricco) cui l’onomastico Enrico “ricco in patria” (con HAIM patria), Erica “unica padrona” da EIN RICK e Federico “signore della pace” con FRID pace il quale si ritrova semplicemente in Frida ed ancora in Goffredo che con GOT Dio vale “pace divina”, in Manfredi “uomo di pace” col termine comune indoeur MAN uomo, Sigfrido “pace vittoriosa” con SIGU vittoria; eppoi, EAD che vale patrimonio, capitale cui gli onomastici Edgardo con GART lancia e Edmondo (con MUND protezione) entrambi col valore di “difensore del capitale”, Edoardo “custode del capitale” col got WARD guardia che riappare in Werther dal ger ant WERTHERI tradotto “custode dell’esercito”. Edda è l’onomastico fuori percorso, attraverso il danese HEDDA quale ipocoristico del ger HEDWIC italianizzato Edvige “sacra battaglia”, il cui termine HILD battaglia lo si rintraccia in Ida “donna guerriera” dal ger ITHA con la variante Elda. Nel percorso di PARS, cui il lat COMPARTIRI prefissato di PARTIRI dividere e con i pref, l’ital conta Appartàre (pref AD allativo) con Appartamènto attraverso lo sp APARTAMIENTO luogo appartato e Apparàto. Appartamento, in gergo marinaresco, indica lo spostamento in miglia di una nave verso est o verso ovest su una rotta inclinata rispetto ai meridiani. In ambito lessicale indoeur l’ol conta APART separato dal franc PART A PART cui l’odioso termine glb Apartheid del Sudafrica, legge discriminatoria dei bianchi colonizzatori contro i nativi, abolita nel 1991. Compartìre cui Compartimènto, Compartimentàle e Compartimentaziòne, Compartitòre, Compartitùra, Compartiziòne e Compàrto. Dipartìre, questo sia nel valore di “dividere” sia di “allontanamento”, cui Dipartènza, Dipartimentàle attraverso il franc DEPARTEMENTAL, Dipartimènto “partenza” e Dipartimènto “circoscrizione” attraverso il franc DEPARTEMENT, Dipartìta. Ripartìre (col pref RI iterativo “partire di nuovo”), Ripartìre (col pref RI intensivo e “dividere”) con Ripartìbile, Ripartimènto con Ripartimentàle, Ripartiziòne e Ripàrto questo col corrente Repàrto cui l’acronimo ROS dalla locuzione, tra le tante, Reparto Operativo Speciale di competenza dell’Arma dei Carabinieri. 709 Scompartìre (doppio pref S intensivo) con Scompartimènto e Scompàrto. Trasparìre o Trasparère (pref TRANS, attraverso) con Trasparènte e Trasparènza. Il rad è l’indoeur PER produrre, che ritroviamo nel lit PERIU io covo e nel gr EPORON ho procurato. Il verbo ha il suo durativo PARARE dal lat immutato cui Paràre “addobbare, porgere, mettere al riparo, scansare, apparecchiare” e quindi “mostrare” donde Paramènto connesso col franc PAREMENT cui il polisemantico Sparàre (S sottrattivo, “spogliarsi del paramento”), Pàrto con Partorìre già Parturìre “mostrato al mondo, prodotto”, Partorimènto, il Pp Partoriènte anche aggettivato con un desueto Partoritrìce, Parto,i prefissati Preparàre con Preparamènto, Preparatìvo, Preparàto, Preparatòre, Preparatòrio e Preparaziòne (pref PRAE) in connessione con il gr PARASKEUE preparazione cui Parascève di tradizione giudaica, e il polisemantico Sparàre (S sottrattivo) attestatosi in “sventrare, squartare, squarciare”; eppoi il glb ingl Preppy “studente” che vale quale ellittico relativo alla locuzione PREPARATORY SCHOOL. Dalla composizione gr LOKHOS parto, fig da LECHETAI giacere, con ARISTOS ottimo-il migliore il gr ha coniato ARISTOLOKHIA “pianta medica contro le infezioni da parto” donde l’ital Aristolòchia con la corruzione volg Stallòggi e Aristolochiacee alla cui Famiglia appartiene l’Asaro-àsaro dal gr ASARON, lat ASARUM; da non equivocare con termini relati ad ARISTA ovino. Nel percorso di LOKHOS, l’ital conta Lòchi e Lochiaziòne da non equivocare con Lochiàno e Lochìsmo, questi meglio Lockiàno e Lockìsmo poiché sono termini ispirati al filosofo J. Locke (16321704); il composto Lockiofobìa indica il panico per il parto. Il gr conta ancora lo specifico TOKOS parto cui il prefissato Distocìa con Distòcico (pref DIS male), i composti Tocografìa, Tocologìa e Tocoferòlo (con FERO apportatore e suff chimico OLO) questo snm di Vitamina E, questa rintracciabile nei vegetali verdi, nell’olio d’oliva e di semi, fegato e tuorlo d’uovo. Nel percorso del durativo PARARE, si contano ancora il prefissato Apparàre (AD allativo) cui Apparàto (organico, burocratico, meccanico...), Apparècchio, Apparènza (astratta), Appariziòne (visibile) e Appariscènza (più che visibile). \ Apparat è il termine che designava il complesso di funzionari a tempo pieno nel partito comunista sovietico, già riconosciuto da Lenin, che si distingueva dalla Nomenclatura, questa composta di funzionari che contavano, decidevano le sorti nello Stato, anche quali membri di un organo del partito o del Governo.\ Ancora, Separàre (pref SE “a parte”) con Separàbile e Separabilità e con il doppio prefissato Inseparàbile (IN negativo) cui Inseparabilità, 710 e Inseparàto, eppoi Separatìvo, Separàto con Separatamènte e Separatèzza, Separatòre, Separaziòne o Separamènto e Separatìsmo con Separtìsta e Separatìstico, il glb sostantivo franc Separè (é), una forma letteraria Diseparàre o Disseparàre (doppio pref DIS) e le locuzioni matrimoniali Separazione legale e Separazione di fatto. \ Stando alle statistiche, nel 2007 in Italia le Separazioni legali sono aumentate dell’1,2% pari a 81.359. \ Il percorso prosegue con il doppio prefissato Sceveràre già Sciaveràre (EX SE PARARE con la mutazione del pref in SCI), e il sostantivo Sciavèro, con la lenizione di p in v. Paràta, con Paràtico, è tornato dallo sp PARADA rivista-sfilata e quindi dimostrazione, con la locuzione glb ingl Hit parade (con HIT successo). Il fin troppo noto DESAPARECIDO argentino vale tragicamente il nostro Sparito, Scomparso. L’inc lemmatico di PARARE con VITIUM vezzo, ha dato origine a Vitupèrio, Vituperàre, Vituperaziòne… Il lat PARARE, cui Paràre, c’è giunto immutato anche nel senso di “difendere”, concretamente o idealmente “apparecchiare la difesa” (la parata del portiere-parare un colpo) con Paràta, Paràto e il prefissato Sparàto (S sottrattivo, omn di Sparato di Sparare), i prefissati Imparàbile (questo con IN negativo, omn di Imparabile da Imparare con IN illativo), Riparàre dal lat REPARARE con un Riparàre “procurarsi” cui Riparàta, Riparàto, Riparatòre, Riparaziòne, Riparèlla o Raperèlla (omn di Riparella da Ripa), Ripàro ed ancora un Riparàre del valore di “rimpatriare, rifugiarsi in patria, in casa…” attraverso il provz REPAIRAR questo sovrapposto al lat REPATRIARE rimpatriare. Riparàre vale ancora fig “aggiustare” un cui snm è Rabberciàre d’etimo non accertato, cui Rabberciamènto e Rabberciatùra; si potrebbe ipotizzare una connessione prefissata con il termine Berciare emettere suoni sgradevoli nel senso fig di “aggiustare in maniera sgradevole”. Il termine polisemantico Sparàre, qui mediante un’arma, ha il valore di “sottrarre all’ordine costituito (o preparato)” esteso in Sparare “proiettare” mediante un apposito apparecchio, pertanto è relativo all’azione e non allo strumento usato; il suo Pp Sparàto ha l’omonino nello Sparato “aperto” opposto a Parato “coperto-difeso”. In percorso, l’iterativo Sparacchiàre, Sparàta anche fig, Sparatòre e Sparatòria, i composti Sparachiòdi, Sparanève, Sparapùnti, Spararàzzi. Parènte è dal Ppres lat PARENS di PARERE, ma è connesso più alla semant di PARARE nel significato originario indoeur di procreare, il lat PARIO generare e il valore primitivo di Parente “Genitore”, connesso con il gr EPORON “procurare” e con il lit PERIÙ 711 “covare”. Parente è la persona unita ad altra da vincolo sia di consanguineità sia di affinità; la locuzione Parente acquisito indica la persona divenuta tale in seguito a un matrimonio. Lemma attestatosi nella versione corrente con Parentàdo o Parentàto dal volg PARENTATUM, Parentàle da PARENTALIS, Parentàli o Parentàlie da PARENTALIA, i prefissati Apparentàre (AD allativo) con Apparentamènto e Imparentàre (IN illativo) praticamente snm; i Parentalia era una ricorrenza annuale che i romani dedicavano ai defunti con nove giorni di riti, omologata poi nel nostro 2 novembre. Eppoi Parentèla dal volg PARENTELA, il composto Alloparènte con Alloparentàle (pref gr ALLOS altro) che indica una persona non essenzialmente parente che assume il ruolo di genitore; da non equivocare con Parenteràle, fuori percorso poiché è dal gr ENTERON intestini col pref PARA “accanto-presso, oltre”. Evento straordinario, è la lingua ingl e non l’ital che mantiene il lemma PARENT nel significato di “Genitore” (dove Parente è tradotto invece in RELATIVE). Parènte, quindi, come succitato, nel lat class vale “genitore” ed esistono termini composti (naturalmente solo al fem) quali Primìpara, che sta per “chi partorisce per la prima volta” e Puèrpera “chi ha appena partorito” (un bambino), questo in composizione con il lat PUER fanciullo, da un ant sct PUTRA da rad PEU figlio, cui Puerìle, Puerilìsmo, Puerìzia, il composto Puericultùra con Puericultòre, l’epiteto di Federico II di Svevia Puer Apuliae “Figlio della Puglia”. Imparàre, cui Imparàbile (omn di Imparabile da Parare con IN negativo), è la composizione del pref IN illativo con PARARE procurare, ovvero nel procurare di... con un Imparacchiàre e Imparatìccio. Il termine composto Apparentamènto s’è attestato nel senso di “coalizione elettorale”. Il prefissato Sparentàre (S sottrattivo) vale “lasciare il parentado” e fig “morire”. Impèro ha la base di partenza nel tema del rad PER produrre - e quindi come Parto e Parente - ed è l’agente prefissato IMPER del durativo-intensivo IMPERARE, connesso con PARARE, cui Imperàre con Imperànte, Imperatìvo con Imperativàle e Imperatività, Imperatòre e Imperatrìce e gli ant Imperadòre e Imperadrìce, Imperatòrio, Imperiàle, Imperialèsco, Imperialìsmo, con Imperialìsta e Imperialìstico, Impèrio con Imperiosità e Imperiòso, il composto Imperialrègio; nel percorso si conta il toponimo Imperia col relativo Imperièse, ma non Poggio Imperiale che, diversamente dall’evidenza, questo toponimo è associato alla cognomastica di 712 Placido Imperiale (una connessione dunque indiretta), nobile feudatario del territorio che comprendeva il lago di Lesina sul Gargano. Vìpera, con Viperàio, Viperàto, Vipèreo, Vipèridi (la Famiglia), Viperìno, Viperòtto, implicitamente, deriva da PARERE (il mostrare nel senso di Parto), e sta per “partorisce figli vivi”, in connessione con l’altro derivato Vivìparo. Fenòmeno, infine, sta per “ciò che appare” ed è il diretto discendente dal gr PHAINOMENON, Ppres di PHAINESTHAI apparire, sembrare, col quale è in connessione rad il lat PARERE mostrare. Il percorso, attraverso PHANEROS manifesto-visibile, conta ancora il composto Fanerògame snm di Spermatòfite, cui Fanerogàmico con Fanerògamo e Faneroglòssi Raggruppamento di anfibi, col gr GLOSSA lingua. Dal rad PER produrre, l’ital ha coniato i suff PARO “che produce” e PARA “che partorisce” dal lat PARUS di PARERE, cui Cirìparo (con il lat CIRA variante di CERA cera,), Deìpara (epiteto divino per “genitrice di un dio; nel cristianesimo è attibuito a Maria), Fissìparo (con il lat FISSUS spaccato) o Scissìparo (col pref dal lat SCINDERES scindere) termini della zoologia e valgono “riproduzione asessuale per scissione”, Gemmìparo (con Gemma, vale “che si riproduce per gemmazione”), Multìpara (col pref MULTI vale “che ha partorito più volte) col snm Plurìpara (col pref PLURI vale “che ha partorito almeno due volte”) e Nullìpara (con il lat NULLUS vale “che non ha mai partorito” non essenzialmente sterile) cui Nulliparità, Ovìparo (con il lat OVUM uovo vale “che depone uova”), Ovovivìparo con Ovoviviparità (composto con Oviparo e Viviparo, termine per animali quali la vipera), Sudorìparo (con il lat SUDOR vale “che secerne sudore”), Unìparo (col pref UNI uno, in botanica e in zoologia vale rispettivamente “costituito da un solo ramo” e “che partorisce un solo figlio per volta”. Tornando al pref UNI “unico”, in botanica si ha ancora Uniàsse “Pianta il cui asse principale termina con un fiore”, Unifòro “che porta un solo fiore” e Unifogliàto “pianta il cui fogliame si riduce a una sola foglia”. L’aggettivo Uniàssico, invece, appartiene alla mineralogiae vale “un solo asse ottico”. Particella di Dio La Particella di Dio si sarebbe sviluppata a seguito delle immani collisioni prodotte 14miliardi d’anni fa dal Big Bang; la collisione primordiale è riprodotta in laboratorio a Ginevra dal 10 settembre 2008 mediante un grandioso Acceleratore di particelle (Lhc), con l’auspicio che alfine venga provata l’esistenza di questa particella divina. Fu Peter Higgs, scienziato scozzese, che negli anni Sessanta espose la teoria 713 sull'esistenza di questa particella. La teoria è stata poi integrata nel Modello Standard delle particelle elementari quali mattoni base della materia, insomma i Quark, gli Elettroni e i tre tipi di Neutrini. Complessivamente dodici mattoni di materia, ai quali sono da aggiungere i Bosoni, i quali tengono unita la materia. Nel 1983, Carlo Rubbia ha scoperto quei bosoni assegnando loro le letteree W e Z, per i quali gli sarebbe stato assegnato il Nobel. L’architettura dei mattoni fondamentali si sta completando, manca quello decisivo, la Particella di Dio, utile a comprendere il cosmo, la sua nascita, e la stessa struttura umana. Tra gli enigmi che astronomi, astrofisici e simili dovranno sbrogliare è l’incoerenza tra il calcolo della presunta cosmogonia (nascita dell’universo) quantificato in 14 miliardi di anni e la distanza che hanno raggiunto le galassie allontanandosi dall’attimo del Big Bang, ossia coprendo il tempo di 20 miliardi di anni. La locuzione glb ingl Big Bang sta per “Grande esplosione (cosmogonia)” dove BIG vale Grosso o Grande e BANG è l’onomatopeico traducibile in Esplosione; termine associabile a Big Crunch che sta per “Collasso finale (dell’universo)”, dove CRUNCH è l’onomatopeico che si traduce in Scricchiolio. Secondo recenti studi, un Big Crunch sarebbe già avvenuto, precedente al Big Bang. Il suono del Big Bang è stato scoperto nel 2000. Il termine ingl BIG si ritrova ancora in locuzione glb Big band. “Grande banda (jazz)”, Big blue che sta fig nel linguaggio giornalistico in “Societa IBM”, dal colore del marchio, eppoi Big Board “Grande tabellone (tavola)” \ Rimpatrio dei reperti archeologici \...\ La spoliata Puglia ha dovuto attendere la fine del secolo XX peché la Francia restituisse parte del bottino: è del 2 dicembre 1999 la rimessa ufficiale di 267 reperti archeologici maltolti ad Apulia, Egnazia o Gnazia (dal gr Gnathia) e Daunia. La cermonia diplomatica si è svolta a Roma nel museo di Palazzo Massimo /…/ (da “La pulzella delle specchie” SA). Il 30 gennaio 2008 è rimpatriato il Cratere di Eufronio, sottratto a Cerveteri e in esposizione al Metropolitan Museum di New York che l’aveva acquistato nel 1972 per un milione di dollari da un trafficante, questi posto sotto processo. Non solo, alcuni musei americani hanno restituito più o meno sessanta reperti greco-romani, quali la Statua di Vibio Sabina (la consorte dell’imperatore Adriano), altri crateri, altre statue, un bacile apulo, eppoi coppe, bronzi etruschi e sculture; nel 2010 farà ritorno a casa, in Sicilia, la Venere Morgantina. Tra le circa 250 opere ancora illegalmente trattenute negli USA c’è l’Atleta di Fano (tratto da “Qui Touring” marzo 2008). \ Fase Dal gr PHASIS apparizione, l’ital conta Fàse con una nutrita semantica astronomica, temporale, tecnologica, chimica e fisica, cui Fasatùra e i composti Anafàse (col gr ANA sopra), la serie Monofàse, Bifàse, Trifàse con Trifàsico, Tetrafàse (gr TETRA quattro) e Multifàse con Polifàse (gr POLYS molto), eppoi Cercafàse, Controfàse, Interfàse, Mesofàse (gr MESOS medio), Metafàse (gr META con-dopo), Profàse (gr PRO davanti), Telofàse (gr TELOS fine); eppoi Fasòmetro e l’omologismo Fasòre, questo attraverso l’ingl PHASOR fase e VECTOR vettore. \ Fenolo Dal gr PHAINOMAI appaio l’ital conta Fenòlo con i derivati Fenacetìna (con Acetico), Fenachitoscòpio, dal gr PHENAKISTES ingannatore vale 714 apparecchio ottico per la sintesi dei movimenti (strumento ant), Fenantrène (Antracene), Fenàto, Fenìle con Fenìlico, Fènico con Fenicàto, Fenòide, il pref FENIL per composizioni quali Enossimòne (ellittico di FenilOssi(geno)-Imidazolo), Fenilalanìna (Alanìna dal franc ALANINE da ALDEHYDE, in ital Aldèide cui Aldèidico, Aldòso o Aldòsio - suff chimico OSO o OSIO - Aldosteròne composto con Steroide e suff chimico ONE e il prefissato Dialdèide detto anche Dїale), Fenilammìna (Ammina), Fenilchetonùria o Fenilchetonurìa (Chetone e Uria), Fenilpirùvico (con Piruvico), Fenilisopropilammìna (con Isopropile, questo idrocarburo da “Propano”, e Ammina), Fenolàto, Fenòlico ed ha tratto il perf FENO per composizioni quali Fenocristàllo, Fenolftaleìna (Ftaleìna, composto chimico connesso etim a Nafta) ), Fenologìa, Fenoplàsto (con PLASTOS formato), Fenòssido con Fenossìdico (Ossido), Fenotiazìna (con Tiazina e suff INA), Fenotìpo con Fenotìpico (TYPOS impronta), il prefissato Polifenòlo con Polifenòlico. Il termine Amfetamìna (chimica) è la multicomposizione di Alfa-MetileFenil-Ammina cui Amfetamìnico, in complanare con Anfetamìna e Anfetamìnico per il fenomeno della sostituzione per ragioni fonetiche della n in m innanzi a f o v, eppoi Metanfetamìna. Il termine Fen non è in questo percorso poiché è l’esot cinese che indica una moneta. \ Potare Contare La rad PEU ha un risvolto in tagliare (vrs dalla riflessione che un figlio è tagliato dal genitore), cui il lat PUTARE già PUERE tagliare e le attestazioni in ital Potàre, con Potaiòlo o Potatòio, Potatùra, e fig Putàre “ritenere” (tagliare dall’autenticità), cui Putatìvo “presunto”, questo nelle locuzioni Padre putativo (come S. Giuseppe) e Reato putativo (un reato pensato, ideato ma mai commesso). \ Giusto dall’epiteto in iscrizione P.P. “padre putativo” riferito a S. Giuseppe che sarebbe sorta la tradizione popolare di Peppe e Beppe, ipocoristico di Giuseppe. L’imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe era chiamato nella Grande Guerra dalle truppe italiane Cecco Peppe (Francesco Giuseppe). \ Con i pref, Amputàre con Amputaziòne e Amputàto (tagliare col pref AMBI attorno). Computàre, con Computàto, Computìsta e Computaziòne, (tagliare per conteggio) dal prefissato lat inv COMPUTARE contare da CUM PUTARE attestatosi in Compitàre con lo sdrucciolo Còmpito (corretta accentazione cómpito); in area glb si conta Spelling attraverso l’ingl e Pinyin attraverso il cinese, entrambi con valore di “computare”, eppoi *Computer con l’omologismo Computerizzàre (attraverso l’ingl). L’invenzione storica del computer moderno è da assegnare a V. Bush negli anni trenta del XX sec, con i decisivi progressi effettuati da A. Mathison Turing, che avrebbero portato a cotruire il Computer colossus. La Macchina di Turing è un calcolatore particolare costruito nel 1936, che porta il nome del suo inventore; a causa della sua semplicità, i programmi si rivelarono troppo lunghi, pertanto ne fu ridimensionata l'adozione. Ancora d’attualità invece è il Test di Turing per saggiare l’intelligenza del computer. \ La tastiera del computer è un brevetto del 1866, integrata nelle macchine per scrivere. 715 Oggi, nel 2012, il numero dei computer e dei cellulari (telefonini) supera quello della popolazione mondiale ed è in continua crescita rispetto al secondo \ Il percorso prosegue con l’ellittico Contàre di Com\pu\tare-Com\pu\to cui Cònta e Cònto da COMPUTUS con Contatòre Contàbile e Contabilità, Contabilizzàre con Contabilizzaziòne, Contànte, Contàta, Contàto, Contatòre e Contatorìsta, Contèggiàre con il devb Contèggio o Conteggiamènto, una serie di composizioni quali Contabàlle, Contachilòmetri o Contakilòmetri e Contamètri, Contacòlpi, Contacòpie, Contafìli, Contafògli, Contafotogràmmi, Contafròttole, Contagettòni, Contagìri, Contagòcce, Contamètri, Contaminùti, Contamonète, Contaòre, Contapàssi, Contarìghe, Contascàtti, Contasecòndi, Contastòrie. Nella tradizione popolare è diventato “dire-narrare”, con Contàre e Cònto snm di Raccontàre e Raccònto (pref R-AD), con Contànza, i composti Contabàlle, Contafròttole, Contastòrie, Contafòle attestatosi nel Veneto, Lu cuntu e Li cunti nel mer; ma non si dimentichi l’origine lat COMPUTARE la cui rad PEU tagliare, in questa versione fa assumere il significato di “ritagliare e ritagliato dall’avvenimento”. Eppoi Deputàre (tagliare per diverso ufficio) con Deputàto e Deputaziòne già Diputàre e Diputàto, Disputàre (tagliare un argomento per trattarlo) cui il devb Dìsputa o Dispùta con Disputàbile, Disputabilità, Disputamènto, Disputànte, Disputatìvo, Disputàto, Disputatòre, un raro Disputaziòne, con gli opposti Indisputàbile e Indisputàto (pref IN negativo); il franc conta BARALHAR disputare, cui l’omologismo Sbaragliàre (pref S intensivo) con Sbaragliamènto, Sbaraglìno (un gioco) e il devb Sbaràglio, in connessione col prvz BARATA già scandinavo BARATTA battaglia cui l’omologismo Baràtta con Sbarattàre (S intensivo) snm di Sbaragliare. I prefissati nel percorso di PUERE, questo tradotto in un ant Putàre “supporre” sopravvissuto nell’aggettivo Putativo “supposto” con la locuzione Padre putativo, in Putacàso dalla locuzione avverbiale imperativa Puta caso “supponi il caso (che)”, proseguono con Imputàre (IN illativo, dal XIII sec), Imputàbile e Imputabilità, Imputàto e Imputaziòne (tagliare per tenere in conto). Reputàre (sempre dal XIII sec, pref RI iterativodenominativo) o Riputàre, Reputàto o Riputàto e Reputaziòne o Riputazione (ritagliare per considerare). L’ingl contiene To TELL raccontare donde il glb Storytelling racconto orale coniato in USA nel 1970 quale teatro d’avanguardia, cui Storyteller narratore orale. La riflessione che l’ingl TO TELL raccontare sia connesso, in ambito indoeur, con il gr TELE lontano-a distanza, non è da buttar via, poiché il raccontare vale riferire di cose lontane-distanti. \ *Pari Dispari Parecchio Il tema PAR è d’origine etrusca; questo popolo, infatti, aveva il PARCHIS magistrato, forse dal ruolo di risolvere la controversia fra due o più. Pàri da PAR uguaglianza ipocoristico di PARCHIS magistrato, verosmilmente per un concetto di giustizia uguale o per l’uguale autorità dei magistrati, pertanto, oltre all’aggettivo, esiste anche il titolo europeo di Pàri donde il ceto Parìa. Dal neutro plur PARIA di PAR, l’ital ha derivato il plur Pàia (due paia vale due coppie) svolgendolo al sing in Pàio (una coppia) cui Appaiàre 716 e Appaiamènto, Disappaiàre (DIS “separazione”), Dispaiàre (da Appaiare col cambio di pref) o Spaiàre (S sottrattivo) con Spaiàto; eppoi un Paiòla o Paiuòla con Paiolàto “insieme (paia) di fili d’ordito avvolti a spirale sul bindolo”, da non equivocare con Paiolàta o Paiuolàta, Paiolìna con Paiolìno, questi da Paiòlo o Paiuòlo “recipinte famigliare”, lat volg PARIOLUM d’origine celtica, cui i dim Paiolìna e Paiolìno, la locuzione Compagnia del paiuolo questa un’associazione conviviale poetica fiorentina. Nel percorso PAR, l’ital conta ancora Pareggiàre, questo denm da Pari, col devb Parèggio, Pareggiàbile, Pareggiamènto, Pareggiàto, Pareggiatòre, Pareggiatùra e i prefissati Dispareggiàre, Disparèggio (DIS separativonegativo), Impareggiàbile con Impareggiàto (IN negativo) e Spareggiàre con Sparèggio (S sottrattivo), Parìglia cui la locuzione Rendere la pariglia (in senso fig riferito a una coppia di cavalli da tiro), il prefissato Sparìglia e Sparìglio (con S sottrattivo) con Sparigliàre e un composto Salsaparìglia snm di Smilace, eppoi Parimènte o Parimènti, Parità, Paritàrio, un Parlàto “doppio” (termine marinaresco) omn di Parlato da Parlare, e, con i pref, Comparàre (CUM associativo) cui Comparàbile, Comparatìvo, Comparatòre e Comparaziòne, Disparàre cui Disparatèzza e Disparàto (DIS separativonegativo), Incomparàbile, Incomparabilmènte, Incomparabilità (IN negativo), prefissati dal lat PARARE pareggiare questo denm da PAR. In opposizione, Dìspari, Disparità, eppoi Impari-ìmpari (IN negativo) cui i composti Imparidigitàto (zoologico), Imparipennàto (botanico), Imparisìllabo (linguistica),. In composizione, l’ital conta Paricòllo (per indumenti), Paridigitàto (zoologia), Parificàre con Parìfica, Parificamènto, Parificàto e Parificaziòne, Paripennàto, Parisìllabo, Paritètico. In gr, Dispari è PERISSOS questo connesso col pref PERI, cui Perissodàttili (Ordine di mammiferi erbivori, con DAKTYLOS dito,come il Cavallo e il Formichiere), Perissologìa dove il termine “dispari” assume fig il significato di “inutile” (come può esserlo il tredicesimo in una dozzina). \ Secondo Pitagora, i numeri pari sono femminili, quelli dispari maschili \ Parècchio è il derivato dal dim lat di PAR pari-due uguali poi attestatosi nell’indicare “più di due, molti”. Dalla locuzione lat PAR CONDICIO CREDITORUM parità di condizione per ogni creditore (di un unico debitore) l’ital, nella terminologia politica, ha adottato la locuzione Par condicio, per accezione “parità di condizioni (spazio propagandistico) per i rappresentanti d’ogni partito”. Eppoi, dall’ar KAFF palma della mano connesso a QAFA rovescio di una cosa, di una faccia, svoltosi nella destrezza di “cambiare velocemente una moneta tra le dita” cui l’ital conta l’omologismo Càffo che vale “dispari”; l’ital conta ancora l’omologismo Accaffàre che sta per ghermire. Fuori percorso l’omologismo invariabile Pària dal tamil PARAIYAN tamburini da PARAI tamburo attraverso l’ingl PARIAH che in India vale “individuo privo di casta o appartenente a quella infima” e che nel mondo occidentale è omologato in “persona di infimo ceto sociale” cui la locuzione Paria della società. La traslazione fig da “tamburini” si spiega poiché negli eserciti esisteva il ruolo di suonatore di tamburo assegnato a un fuori grado. \ Parrucca Parroco 717 Parrùcca e Parrucchière sembrerebbero derivati impliciti di apparecchiare, in verità, questi termini non hanno un etimo accertato. Sarebbero considerati il prodotto di un inc sett di Pelo con Zucca, ma in Francia esistono i corrispondenti PERRUQUE e PERRUQUIER. Tornando al tema lat PARERE mostrare che avrebbe condotto a Parrucca, (e la parrucca è una ostentazione), non è escluso che il percorso si sia defilato oltralpe, per rientrare nel significato attuale. In memoria delle parrucche indossate anche dagli uomini nel XVII e nel XVIII sec, il termine, meglio Parruccòne, si è metaforizzato in “individuo antiquato, reazionario”. La moda della Parrucca sarebbe sorta nel Seicento grazie a Luigi XIII che la indossava per celare la calvizie. Pèlo ci viene dal lat PILUM etim oscuro, a meno che non sia derivato dalla rad PI-PE(UKOS) di Pino, l’albero, in richiamo alla sua chioma. In percorso, Pelàme, Pelamènto, Pelànda “pelatoio” (omn di Pelanda sopravveste), Pelàre dal lat PILARE con Pelàta anche “calvizie”, Pelatìna termine in Veterinaria,, Pelàto, Pelatòio e Pelatrìce, Pelatùra, Pelòne “grosso panno peloso” (col suff accr ONE), Pelòso o Pilòso cui Pelosità e Pelosìna (riferito ai bachi da seta), il glb ingl Pile, Pilerìa attraverso il franc PILERIE da PILER pelare, Pelùria, il composto Pelìfero o Pilìfero, i prefissati Soppèlo( SUB sotto) vale “specifico taglio da macellaio”, Spelàre (S sottrattivo) e Spelàto cui l’iterativo Spelacchiàre con Spelacchiàto e il sostantivo botanico Spelàia in percorso con Spelatrìce, Spelatùra e il composto Spelafìli, eppoi Piluccàre dal lat volg PILUCCARE iterativo di PILARE con Piluccòne e il prefissato Spiluccàre (S intensivo), il glb franc Peluche; ed ancora Pilòrcio o Spilòrcio (con S durativo) questo inc tra Piluccare e Sorcio nel senso “che conta pure i peli” cui Spilorcerìa, l’omn fig Spilòrcio o Spilòrcia “fune sottile per strascicare la rete da pesca”. Dallo specifico lat GLABRUM pelato-liscio, l’ital conta “roccia eruttiva” con Gàbbrico con la dissimulazione della serie gl…br in g…br; termine alieno Gàbri, omologismo dall’iranico GABR colui che dà. Il termine Pelare è utilizzato nelle composizioni con PELA quali il fig Pelagàtti e Pelapatàte. Termine alieno è Peloritàno questo demotico del promontorio siciliano dal toponimo Peloro, snm del demotico Messinèse da Messina. Pelànda o Pellànda (omn di Pelanda da Pelo) appare alieno nel percorso, dal franc HOUPPELANDE già ingl ant HOPPADA sopravveste, cui l’omologismo Palàndra con Palandràna varianti di Pelanda, vrs sovrapposti a Pelanda nel significato di “peloso” quale tessuto; infine, l’omologismo omn Palàndra di genesi ol BIJLANDER (BYLANDER) o Balàndra atraverso il franc BALANDRE che sta per una sorta d’imbarcazione. Il verbo Pelare, snm di Depilare o Spelare in enantiosemia dal “mettere i peli”, s’è attestato da un’espressione gergale indicante l’operazione che segue la mattazione di una bestia o che precede la concia. Pelare vale quindi spennare, rapare, togliere le foglie, escoriarsi, perdere i capelli, sbucciare e infine, fig, ghiacciare, scottare. L’altro snm di Pelare è Rapàre, questo fig un verbo denm da Ràpa “pianta erbacea delle Crocifere” inv dal lat RAPA, da un arcaico RAPUM 718 rintracciabile nel ted RUBE, cui Rapaccìni; da Rapa derivano i termini leniti (la p in v) quali Ravizzòne “sorta di pianta erbacea”, il dim fig Raviòlo con Raviolatòre e Raviolatrìce, un glb cinese Wonton “raviolo”. Da Rapa, il percorso conta Rapàio, “terreno coltivato a rape”, Rapaiòla “sorta di farfalla”, i fig Raperìno e Raperùgiolo questi snm di Verzellino, Rapastròne è il fig Raperònzolo o Rapònzolo “delle Campanulacee”. \ Raperonzolo è l’unico racconto dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm (XIX sec) che inizia con la locuzione favolistica o fiabesca C’era una volta \ Da Rapa, come si potrebbe credere, non deriva affatto il dim Ravanèllo, ma questo è una variante lenita di Rafanèllo o Rapanèllo dim di Ràfano dal lat RAPHANUS già gr RAPHANOS, cui ancora Ravastrèllo dim dal lat RAPISTRUM, con perdita della h del gruppo gr PH. Fuori percorso Rapazzòla o Rapazzuòla “sorta di giaciglio rustico” vrs dalla rad mediterranea RAVA “massa di detriti” in senso fig al variegato materiale usato per il riempimento. Zùcca, metaf “testa rapata”, cui la corruzione volg mer Ciucca (snm di Ciucca da “inghiottire” con il dim Ciucchetella (questo anche con valore di “teschio”) a sua volta, dal lat CUCUTIA, connesso con il tema med KUKKA punta, cui Cocùzza o volg Cucùzza questo anche in cognomastica Cucuzza; l’origine rad del significato di “punta” emerge in Cocùzzo o Cucùzzo con Cucùzzolo o Cocùzzolo. Attraverso un processo di metatesi da Cocuzza in Cozucca, il termine s’è semplificato successivamente in Zucca con aferesi di Co, pare già nel lat volg in TUCCA, Zuccàia, Zuccàio, Zuccaiòla, Zuccàta (fig anche un bel colpo alla testa), Zucchètta, Zucchètto (fig una sorta di copricapo) questo indicato con Solidèo indossato dal pontefice, termine che è l’ipocoristico sostantivato della locuzione “(da togliere) solo al cospetto divino” a riaffermare così il ruolo di Vicario. Il percorso conta ancora Zucchìna o Zucchìno, il fig Zuccòne con Zucconàggine, il fig Zuccòne, Zucconàre e Zuccòtto, questo snm di Zucchetto ed ancora “dolce semifreddo” che fig lo ricorda, un prefissato Assuccàre (AD allativo) in gergo marinaresco dal ligure, attraverso una locuzione fig A zucca, eppoi la locuzione Sale in zucca da una ant pratica di utilizzare una zucca svuotata e secca a mo’ di contenitore per il sale, appunto. Il lat conta la variante scientifica CUCURBITA per Zucca, cui Cucùrbita e Cucurbitàcee (la Famiglia cui cetrioli, cocomero, melone…). La locuzione lat CUCURBITAE CAPUT valeva per l’attuale Zuccone. Tra le varietà di zucca, a seconda della forma, si contano Zucca trombetta, Zucca violina e Zucca Barucca (nel veneziano, con il volg Barucca che vale Verruca). \ Negli USA, la zucca addattata a lanterna nelle notti di Halloween è chiamata Jacko’-lantern; il termine Halloween è l’ipocoristico di ALL HALLOW EVEN Vigilia di Ognissanti \ Con l’apposizione del pref TRA “attraverso”, s’è ottenuto il verbo denm da Pelo, Trapelàre “vedere attraverso i capelli lunghi (facendo finta di non vedere)”, riversatosi nel significato di oggi. Utilizzato in composizione, ricalcando il gr ORTHO TRIKS ed il lat HORRI PILUS, è nato Orripilànte “da far rizzare i peli” da Orripilàre cui Orripilaziòne; il primo membro è dal 719 lat HORRERE aver orrore, da rad GHERS eccitarsi, cui Orrèndo con Orrendèzza, un desueto Orrere-òrrere, Orrìbile con Orribilità, Orrido-òrrido con Orridèzza, Orridità, Orrìfico, Orrìre, Orròre con Orroròso e il glb ingl Horror, il prefissato Aborrìre o Abborrìre (AB HORRERE) con Aborrèvole o Abborrèvole con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, Aborrimènto o Abborrimènto, Aborritòre o Abborritòre, il cui fenomeno d’attestazione dialettale della doppia b richiamerebbe Obiettàre o Obbiettàre; termine pseudoetim è Borìre o Borrìre con Borìta o Borrìta è l’omologismo dal long BURRJAN con valore di “far volare la selvaggina per abbatterla”. Ancora, il prefissato Inorridìre (IN illativo) con Inorridìto. Fuori percorso ancora Orrettìzio e Orreziòne, questi un adattamento da Obrettìzio e Obreziòne che, col pref OB contro, valgono “contro ciò che è retto”, ossia “atto fraudolento”, vrs in connessione metaf con Rèttile nel significato di “essere infido”, questo dal lat REPTILIS derivato di REPTUM supino del verbo lat REPERE strisciare donde REPTARE, cui gli espliciti Reptàte, Reptànti (Gruppo di crostacei), Reptatòrio e Reptaziòne; eppoi un Rèttile “organo strisciante” adottato in botanica, Rettilàrio, Rèttili (la Classe), l’aggettivo Rettilàno. Col pref OB si ha OBREPERE “strisciare-penetrare furtivamente” cui OBREPTICIUS e in ital Orretìzio o Obrettìzio. Tra i rettili, il pù grosso oggi vivente è il Varàno detto Varano di Komodo dal lat VARANUS questo omologismo dall’ar WARAN cui Varànidi la Famiglia dell’Ordine dei Sauri e il preistorico Varanosàuro. Gèco, altrimenti detto Stellione o fig Tarantola, è l’omologismo dal malese GEKOQ, attraverso l’ingl GECKO, cui Gecònidi (la Famiglia dei Rettili Sauri); l’origine etim pare sia onomatopeica dal verso dell’animale Da REPERE, si conta il percorso Surrettìzio o Sorrettìzio “reticenza intenzionale – in difformità all’esattezza e/o alla coerenza di un concetto” con Surrettiziamènte e Surreziòne (SUB REPERE); per l’esot franc Reps “tessuto per abiti” è vrs la connessione fig con il lat REPERE. Da non equivocare includendo in questo percorso il termine Insurrezione questo da IN SURGERE. In gr, Pelo è dunque THRIKS TRIKHOS, cui Istrice-ìstrice (composto col gr HYS porco per la somoglianza del pelo) con Istrìcidi (Famiglia di roditori), Istricifòrmi, Istricomòrfi. \ Contrariamente a quanto indica un luogo comune, l’Istrice non lancia i suoi aculei verso il nemico ma ha la proprietà di poterli sbatterli, emettendo suoni che spaventano l’assalitore, La credenza è nata vrs dal fatto che qualche aculeo si stacchi e rimanga sul terreno.\ I percorso prosegue con Trichèco “che ho il pelo” snm al plur di Odobènidi, Trichìasi (suff patologico IASI dal gr IASIS), Trichìna, Trichinòsi, Tricolòma (genere di funghi, col gr LOMA lembo), Trichomònas (col gr MONAS mònade), il prefissato Polìtrico “sorta di Musco” con Politricàcee (Famigliua di Muschi), Polìtropo “di versalità” (col gr TROPOS da TREPO io volgo), ancora sia il franc TRICOT sia il neerlandese TRIQUE, che stanno per maglia; l’associazione fili di lana con fili di capelli è, infatti, chiara. Il percorso conta ancora il pref e suff TRICO per composizioni quali 720 Tricocèfalo, Tricòfilo, Tricofobìa, Tricògeno, Trigoglòsso (lingua con spicola), Tricologìa con Tricològico e Tricòlogo, Tricolòma (genere di fungo, col gr LOMA bordo), Tricòma (suff medico OMA per infiammazione) Tricomonìasi (col gr MONAS mònade), Tricoptilòsi (malattia dei capelli provocati da un PTILON insetto), Tricòsi (patologia, col suff medico OSI utilizzato in composizioni), Tricotomìa (rasatura medica dei peli), Tricòtteri (Ordine di insetti, col gr PTERON ala), eppoi Anfìtrico (organismo biologico, col gr AMPHI da ambo le parti) in connessione con l’onomastico letterario Anfitrione cui il termine Anfitriòne “padrone di casa” vrs nel senso di “piacere reciproco (da ambo le parti) nel ricevere”, Polìtrico (col gr POLYS molto), Ulòtrico che col gr OULOS crespo vale “capelli ricci”, Cimòtrico che col gr KYMA onda vale “capelli ondulati”, Leiòtrico o Lissòtrico che col gr LEIOS-LISSOS liscio vale “capelli lisci”. In connessione fig col gr TRIKHOS, il percorso conta il glb franc Tricot “tessuto a maglia” da TRICOTER lavorare a maglia. Dal gr TRIKHIA corda connesso a TRIKHOS pelo,capello, il lat conta TRICHIA fune cui Trèccia, Intrecciàre, Intrèccio \ La locuzione Treccia della lattaia indica una sorta di acconciatura che nel passato era utile alle donne mungitrici, perché i capelli non cadessero nel secchio del latte \ Il lat conta ASSERERE con valore di intrecciare cui il risvolto da fig in semant con Asserìre, Asserimènto e Asserziòne, poi dal Pp ASSERTUS si ha Assertìvo con Assertività, Assèrto, Assertòre, Assertòrio e Asserziòne. Il percorso col gr TRIKHIA conta ancora il prefissato Atrichìa “assenza di capelli” con A privativo, il composto morfologico ondulato Cimotrichìa col gr KYMA onda… TRICAE imbroglio, cui Trècca e Treccàre “imbrogliare”, ma anche fig una rivendugliola di frutta, verdure e legumi, e si potrebbe ragionevolmente pensare ad una connessione con la rad STREI di Strìa già Strìgia, Striàre, Striàto, Strigàre o Estrigàre o Stricàre (pref EX con un denm da TRICAE), Strìngere inv dal lat STRINGERE con Strìnga, questo devb da STRINGERE, Stringimènto e il Pp Strètto da STRECTUS, Striziòne con Strittìvo dal lat STRICTIO STRICTIONIS stringimento; in genovese Stringa è Trena cui Trenptta “pasta alimentare”. Il percorso prosegue con i prefissati Astrìngere (AD allativo) con Astringènte, Costrìngere (CUM associativo) con Costrettìvo o Costrittìvo e Costrittìva, Costrètto o Constrètto, Costringimènto o Constringimènto, Costrittòre, Costriziòne o Constriziòne o ancora un desueto Costrinziòne; eppoi Districàre da EX TRICARE (il cui pref EX fuori è stato sostituito da DI privativo) o il desueto Distrigàre con Districamènto, Distrìngere da DIS STRINGERE (DIS d’opposizione) già Distrìgnere, Estricàre ancora da EX TRICARE (dove il pref EX fuori muta nell’ital S) o Stricàre o ancora Strigàre con Estricamènto, Intricàre (IN illativo) o il lenito sett Intrigàre col devb Intrìco o Intrìgo, Intrigànte, Intricamènto e Intrigàto, Prestìgio da PRAE STIGIAE (PRAE prima) cui il denm Prestigiàre da PRAE STRINGERE nel senso di “avvincere (con l’inganno)” con Prestigiatòre e Prestigiòso cui ancora il composto Prestidigitatòre “che agisce presto (stretto) con le dita” sovrapposto a DIGITUS dito, Restrìngere da RE STRINGERE (RE d’azione) con Restringènte, Restringimènto, Restringitìvo, Restrittìvo o Ristrettìvo dal Pp 721 RESTRICTUS cui l’aggettivo Ristrètto e ancora Restrittivamènte, Restriziòne e Ristrettèza, eppoi Ristrìngere da RI STRINGERE (RI reiterativo) talvolta intercambiabile con Restringere cui Ristringimènto, Ristringitùra; dal franc l’ital conta il glb Escamotage “gioco di prestigio”. Dall’estensione della rad STREI in STREIG è pervenuto il lemma Strìgile, cui Strigilatùàra, dal lat STRIGILEM già gr STLENGIS raschiatoio, in percorso con Strìglia o il toscano Strègghia o Strèglia dal lat volg STRIGILA attraverso il franc ESTRILLE , Strigliàre o Stregghiàre, Strigliàta, Strigliatòre, Strigliatùra. Dal volg STRICTIARE da STRINGERE, l’ital conta il fig Strìzza snm di Fifa e Paura, Strizzàre, Strizzàta, Strizzatòio, Strizzatùra, Strizzòne. Strizzacervèlli è lo psichiatra e simili in forma popolare. Dal sct JUTA o JATA treccia di capelli, l’ital conta l’omologismo Iùta già Jùta cui Iutièro attraverso l’ingl JUTE che a sua volta aveva attinto al bengalese JHUTO o JHOTO. Il lat conta ARTARE stringere da ARTUS già ARCTUS stretto (Ved Deserto…) cui Arctaziòne, Artàre, Artàto questo omn di Artàto “fatto (furbescamente) ad arte”, i prefissati Coartàre, Coartàto, Coartaziòne; da non equivocare col pref ARTO semplificato da ARCTO in gr ARKTOS orso. Viepiù, dal tema med GRAMA intreccio, l’ital ha ricavato Gràmola, Gramolàre, Gramolàta, Gramolatùra; fuori percorso dovrebbe esserci Gràmo dal long GRAM affanno-sofferenza cui Gramàre e Gramèzza, l’esot Gramàglia “veste da lutto-sofferenza” attraverso lo sp GRAMALLA veste da magistrato (vrs per le sentenze di condanna), e il composto Menagramo (Ved Mina in Lume…); tuttavia, nulla toglie di riflettere che fig GRAM soffrire vale GRAMA contorcersi, perché dunque non alludere ad una connessione etim. Ancora fuori percorso, stavolta inequivocabile, Gramicidìna (antibiotico) dallo scopritore dott. H. CH. J Gram. Pàrroco, Parròcchia e Parrocchiàni sono allitterati con PAREREApparecchiàre, tali da farli credere in connessione. Parroco è dal lat PAROCHUS somministratore, dal gr PAROCHOS provveditore. Dal rad PER produrre, svoltosi in covare e in procurare, si sarebbe dunque diramato un ulteriore percorso semantico, quello di somministrare e provvedere; pseudoetim nel percorso, si avrebbe Parrocchètto o Parochètto o Perrocchètto, attraverso il franc PERROQUET “sorta di pappagallo” e fig “attrezzatura navale” poiché questa ricorda il trespolo per il volatile. Il Parrocchetto notturno è una varietà di pappagallo che nel 2012 è considerata in estinzione. Per assonanza, è definibile Parrocchetta la parrocchiana che nel passato ripeteva le messe in latino senza conoscere la lingua; per estensione è il cantante che si esibisce in lingua straniera senza conoscerla. Omn di Piviere (sorta di uccello), l’ital conta Pivière da Piève questo termine cristinizzato dal lat PLEBEM plebe con la variante Piòve e vale “parrocchia minore” (sparse nelle campagne), cui ancora rimangono i toponimi quale Pieve di Soligo e Piove di Sacco nel Veneto; in percorso, Piviàle già Pieviàle, Pievàno con Pievanìa e, in complanare, Piovàno (omn di Piovano 722 da Piova “pioggia”) con Piovanìa e Piovanàto. \ Connettere Intrecciare è tra i snm di Connèttere, dal lat COM NECTER congiungere, in percorso con Connessiòne, Connèsso, Connessùra, Connettìvo con Connettivàle e Connettività, Connettòre, da rad NEGH collegare, cui Nèsso 1 e, col pref AD, Annessiòne, Annèsso, Annèttere… Dal gr ARTAO connetto, il gr ha tratto ARTERIA svoltosi inv in lat e nell’ital Artèria con Arteriòso, il patologico Arterìte e la composizione Arterioscleròsi o Arteriosclèrosi (accentazione gr) col gr SKLEROS duro. I greci ant consideravano la Trachea un arteria particolare, dato che al tatto risultava aspra, pertanto era identificata con TRAKHEIA ARTERIA arteria aspra, da TRAKHYS aspro cui Tracòma e Tracomatòso “patologia degli occhi”; così l’organo ha assunto quale nome un suo attributo cui Trachèa con Tracheàle, Trachèide (botanica), Tracheìte, Trachèlio dal gr TRAKHELOS svoltosi in estensione per collo, e il pref TRACHEO per composizioni quali Tracheobronchìte, Tracheoscopìa, Tracheotomìa con Tracheotomizzàre. Nel percorso, il composto Trachimedùse e Trachìnidi (tassonomia per Famiglia di pesci Perciformi) cui Tràchina o Tràcina (parasnm di Dracèna) dal lat DRACAENA femmina del drago e Trachìno con la locuzione lat TRACHINUS DRACO tradotta Trachino dragone, eppoi Trachìte (minerale) con Trachìtico Trachittèridi (col gr PTERON ala, Famiglia di pesci). Altre locuzioni Tracina drago, Tracina ragno, Tracina raggiata e Tracina vipera. Il termine assonante Tràcico, invece, è dal lat THRACICUM già gr THREIKEKOS, relativo al coronimo Tracia dal gr THRACIA. 1 In linguistica, per Nèsso s’intende un guppo letterale, vocalico (arancia) o consonantico (stranezza), ovvero una successione di diversi suoni vocalici o consonantici contenuti in un lemma, quasi a costituire un unico suono (risultante sonora), eclatante nel nesso gn considerato una sola consonante palatale. \ Sparadrappo Cera Testa Teste Attraverso il franc SPARADRAP \ DRAP stoffa di genesi celt-gallica con il lat tardo DRAPPUS drappo, il glb franc Drap \ è tornato nel volg Sparadràppo “cerotto”, attraverso il lat medv SPARADRAP(P)UM che starebbe per “stoffa o fazzoletto (drappo) che ripara” (dalle impurità esterne) con un pref S di valore intensivo; altra ricerca lo comporrebbe con un pref da Sparare (S sottrattivo) nel senso di “squarciato” e quindi “drappo per lo squarcio (della carne)”. Particolare il vocabolo Ceròtto, o il desueto Ceròttolo, snm di Sparadràppo, con il prefissato Incerottàre cui Incerottatùra (IN illativo); Cerotto contiene l’identica rad di Cera, infatti, era stato coniato come “unguento di cera” per chiudere le ferite, col suff alterativo OTTO di valore dim simile al suff ETTO cui Ragazzòtto e Ragazzètto. Ragàzzo è l’omologismo dall’ar RAQQAS messagero, transitato dal lat medv RAGATIUS cui il neologismo nel linguaggio giovanile Ràga per Ragazza; il ragazzo di bottega è un Garzòne, questo un esot dal franc GARCON valletto, di genesi ger, cui il medv Garzonàto. Dal franc viene i glb Garzonne e Garconniere, questo italianizzato in un 723 risibile Giovanottiera in tempi di regime fascista nemico degli esotismi. Il volg conta uno Sfitìnzia “ragazza” d’etimo non accertato, vrs attraverso il gr PHYTON pianta in senso fig con pref S intensivo o sottrattivo dall’immagine di una pianta che emerge (cresciuta) o che è tolta dal vivaio (giardino). Tornando al lemma Cèra, occorre fare una distinzione: il derivato dalle api ha origine etim arcana inv dal lat CERA cui Ceràio, Ceraiòlo o Ceraiuòlo, il composto Ceralàcca (in composizione con Lacca), Ceràre con Ceràto (sostantivo e aggettivo, omn di CERATO corneo) e Ceratùra, i fig l’aggettivo Cèreo, il sostantivo fig Cèreo “Genere di piante delle Cactacee”, Cererìa, i dim Cerètta e Cerìno (questo nel senso di “fiammifero di cera” è in uso dal ‘900 anno della sua invenzione), l’accr Ceròne con Inceronàre, Ceròma dal gr KEROMA “unguento” ma anche Ceròma (suff patogico OMA), Ceròso, Ceròtico, Cerùme, eppoi i prefissati Deceràre (pref DE privativo) con Deceràto, Inceràre (pref IN illativo) con Inceràta, Inceratìno Inceràto e Inceratùra, il pref CERO per composizioni quali Cerìfero (col pref FERO “che porta-produce”), Ceroferàrio “che posrta il candelabro”con il lat FERRE portare), Cerografìa, Ceroplàsta e Ceroplàstica (col verbo gr PLASSEIN plasmare cui PLASTIKOS); ed ancora i fig Ceràmica dal gr KERAMIKE lavorata come cera con Ceràmico, Ceramìsta, Ceramografìa, e Ceramògrafo, Ceramologìa e Ceramòlogo. Sorta di ceramica rinomata è indicata con Faènza dall’omn toponimo cui Faentìna, da non equivocare con Faesìte “impasto di fibre” relativo al toponimo Faè dove ebbe avvio la lavorazione, Fuori percorso Cerfòglio o Cerfùglio dal lat CAEREFOLIUM già gr KHAIREPHYLLON “sorta d’erba aromatica delle Ombrellifere” composto col gr PHYLLON foglia e con un termine in pref d’etim non rintracciuata. Il percorso continua con il volg Ciriòla “sorta di panino-tagliatella” fig “persona inaffidabile” ancora “piccola anguilla” cui Ciriolàre, dal lat CEREA a forma di candela; eppoi Ceràsa “ciliegia” è dal gr KERASION vrs per quel suo aspetto lucido, appunto come una ceramica, cui il dim Cerasèlla, Cerasèto, Ceràso e Cerasòlo o Cerasuòlo, il composto Cameceràso “sorta di pianta con bacche simili alle Ciliegie, altrimenti detto Ciliegio di montagna (col gr KHAMAI in basso). Il gr KERASION si era attestato nel lat CERASUM e nel volg CERESJA, frutto del genere Prunus importato appunto nel 73 aC dalla regione di Cerasus in Turchia, oggi Giresun; Cerasunte è nella toponomastica che s’affaccia nel Mar Caspi. Eppoi foneticamente e graficamente dal XII sec nell’ital Ciliègia (plur in ge o gie) o Ciriègia, e Ciliègio o Ciriègio con Ciliegiàio, Ciliegiàta, il dim Ciliegìna con Ciliegìno, Ciliegiòlo o Ciliegiuòlo o ancora Ciriegiòlo. \ Da un’ant credenza, la Ciliegia è il portafortuna degli amanti, da qui il folclore di utilizzare una coppia di ciliegie a mo’ di orecchino \ L’ingl conta CHERRY ciliegia cui la locuzione Cherry brandy con il glb Cherry. \ La ciliegia contiene le stesse proprietà antidolorifiche dell’aspirina\ Dal gr KEROS cera, l’ital conta Cherosène o Kerosène (suff chimico ENE per Idrocarburi), eppoi Kerogène questo materiale organico ceroso che precede 724 la formazione del Petrolio. L’omn Cèra “espressione del viso” cui il prefissato Accerìto (AD allativo) fig “acceso in volto”, deriva invece dal gr KERAS KERATOS testa-corno, rad KER sporgere (Ved Rad KER in Metro…), transitando dal franc ant CHIERE questo dal lat medv CARA volto già gr KARA testa. Il termine Tèsta, cui Testàtico (ant imposizione fiscale), Testièra, i prefissati Attestàre (omn di Attestare da Testa), Intestàbile con Intestàre, Intestatàrio ed Intestàto (omn di Intestato da Teste), ci viene inv dal gr TESTA e vale “corazza di tartaruga, carapace”, ma anche “conchiglia” e poi “recipiente” snm di Testo, cui Testùggine con la variante Testùdine, Testudinàti (Ordine di rettili) e Testuggìneo dal lat TESTUDO TESTUDINIS; il verso della testuggine pare un gatto che soffia. Rispetto alla Tartaruga che è esclusivamente marina, erbivora o carnivora, la Testuggine può essere terrestre “erbivora” e d’acqua dolce “carnivora”. La Testuggine romana, era la fig formazione di difesa in battaglia, costituita da un gruppo di militi serrati e protetti da una copertura di scudi. La Testuggine vive in media 100 anni, un secolo, la più alta età nel mondo animale. Il lat aveva infatti svolti il gr TESTA in TESTUM “coperchio di pentola di terra-teglia” cui Tèsto (omn di Testo “tessuto”) con Testaròlo e Testàta (omn di Testata da Testa); dal dim lat TESTULUM inc con Conchiglia è stato coniato Tèschio. Il veneto Intestadura è un ant termine che indicava la chiusura idraulica di testa a un segmento del Piave condotto a scorrere verso destra per incontrrare il Sile, confluendo in un unico letto nel mare; segmento denominato Vecio Piave. Il fiume grande venne incanalato verso la foce con un nuovo alveo a sinistra. L’idronimo Piave, d’etimo ignoto, non è mai citato nell'antichità, e ciò avrebbe condotto a credere che il fiume era conosciuto solo nella parte finale confluito nel Sile. In percorso indoeur, dall’ingl TEST saggio-prova l’ital conta il glb Tèst attraverso l’ant franc TEST “piccolo contenitore per saggiare l’oro” cui gli omologismi Testàre (omn di Testare da Teste) e Testìsta, il glb Tester (strumento elettronico, omologismo dall’ingl TO TEST provare), ma l’origine è dal lat TESTUM vaso (per il trasporto marittimo) svoltisi nel medioevo col significato specifico di “vaso di terracotta” e, infine, quale “vaso per le prove nei laboratori chimici”. 725 Dall’aramaico GULGULTA luogo del cranio cui l’omologismo Golgota, il lat aveva coniato il calco CALVARIUM da CALVARIA teschio e l’italianizzato Calvàrio, questo fig “decorso di tribolazione”. Da qui è spontaneo andare alla connessione con il termine lat CALVUS cui Càlvo, Calvèzza da CALVITIA attraverso il volg CALVITJA cui Calvìzie e Calvìzio dal plur CALVITIES, il prefissato fig, quale termine agricolo, Scalvàre (S sottrattivo) o Scàlvo con Scalvatùra, eppoi Calbìgia “sorta di frumento” per il fatto che è calvo di reste attrraverso la pron sett di Calvizie. A Carlo II di Francia fu assegnato l’epiteto il Calvo. \ Stando a Plinio, l’infuso ci vino, zafferano, pepe e sterco di topo risolverebbe la calvizie.\ Seguono nel percorso di TESTA, Testàceo, Testàta (omn di Testata da Testo), Testatìna, Testàrdo (suff spregiativo ARDO) con Testardàggine snm di Caponaggine o Cocciutaggine, e Intestardìre. Il lemma Tèste, invece, è dal lat TESTIS dal più ant TRISTIS e vale “colui che sta nel tre”, ossia il terzo tra i due contendenti, donde Testàre (omn di Testare da Test) dal lat TESTARI, Testàbile con Testabilità, Testànte e Testamènto dal lat TESTAMENTUM (il libro che attesta il patto tra Dio e il popolo ebraico) cui, in locuzione, Antico o Vecchio Testamento o Bibbia e Nuovo Testamento o Vangelo; il Testamento ha anche un valore temporale poiché indica i tempi antecedenti e immediatamente seguenti alla Venuta del Messia. Il percorso prosegue con Testatòre, Testimòne o Testimònio (con suff MONIUM ciò che compete, logicamente al Teste) con l’aggettivo Testimoniàle, il glb ingl Testimonial, eppoi Testimoniànza col snm Testificaziòne e il prefissato Contestimoniànza, Testimoniàre con un snm in Testificàre cui Testificatòre, le locuzioni Testimone oculare e Testimone auricolare e, sorprendentemente, Testìcolo dal dim lat TESTICULUS “il piccolo terzo tra i due” accezione speciale di TESTIS testimone cui Testicolàre; da questo deriva il nome assegnato all’ormone maschile Testosteròne ellittico della composizione Testicolo con Steroide ed il suff biologico ONE. Da una digressione dall’ebr, Testicoli ha un snm volg in Zebedei, dai due figli di un Zebedeo. Con i pref si ha Attestàre (omn di Attestare da Testa) da AD TESTARI con Attestàto e Attestaziòne, Contestàre da COM TESTARI portare a citazione i testimoni (omn di Contestare da Testo) con Contestàbile (omn di Contestabile da Connestabile) e Incontestàbile, Contestaziòne, Contèste che vale Contestimòme, Detestàre (in origine, “rigettare la testimonianza”) con DE ablativo cui Detestàbile, Detestàndo, Detestatòre e Detestaziòne, Intestàto “che non ha fatto testamento” (omn di Intestato da Testa) con IN privativo, Protestàre da PRO TESTARI citare pubblicamente con Protèsta e Protèsto, Protestànte con Protestantèsimo (dalla riforma religiose del XVI sec) e Protestàntico, Protestatàrio, Protestatìvo, Protestàto questo adottato anche in econonia cui la locuzione Cambiale protestata e nel campo artistico cui la locuzione Cantante protestato “rifiutato dagli impresari”, Protestatòre, Protestatòrio, Protestaziòne; Protestare vale anche Boicottàre, questo 726 omologismo dal franc BOYCOTTER ispirato al nome di un capitano inglese, J. Boycott, contro il quale, nel ruolo di amministratore, ci fu una forma di protesta (interruzione d’ogni rapporto) da parte dei coloni nel 1880, cui Boicottàggio da BOYCOTTAGE e Boicottatòre. Una breve riflessione sul lemma TRISTIS-TESTIS, il cui suff STIS è nel percorso del verbo lat STARE, cui l’ital Stare, e che ritroviamo in CAELESTIS Celèste “sta in cielo” dal lat COELUM cielo, cui Cièlo e Celètto, con Celèsta o ancora Celèste “strumento musicale”, Celestiàle, Celestìno e le varianti Celèstre, Celèstro, Cilèstre, Cilestrìno, Cilèstro, il composto Celostàto (con suff Stato) “strumento astronomico”, il prefissato Incielàre o Incelàre (IN illativo), l’onomastico Celeste con Celestino svoltosi in “che viene dal cielo”, la locuzione Corpo celeste; il percorso prosegue con la tonalità cromatica Celèste (come il colore del cielo) col snm Cerùleo (colore del cielo) da CAERULIUM e Cèrulo da CAERULUM, in vrs connessione con la rad KERE del mistico Cereale. Celeste è il colore artistico del cielo dal Rinascimento, che va a sostiture il bizantino colore oro. \ La Scala di Torino calcola la probabilità d’impatto di un corpo celeste con la Terra.\ Nella Commedia dantesca, a differenza dell’Inferno suddiviso in Gironi e del Puregatorio in Cornici, il Paradiso lo è in sette cieli cui la locuzione Essere al settimo cielo “vivere un momento di immensa felicità” L’ital conta ancora Cèsio “celeste chiaro”dal lat CAESIUM, di rad preindoeur, questa vrs l’ ant matrice di Celeste e Ceruleo, donde, fig per il colore, l’elemento chimico Cèsio (simbolo Cs) col composto Cesioterapìa e vrs Cesèna (sorta di tordo) inclusi i toponimi Cesena e Cesenatico. PARERE Dal lat PARERE, Parère è legato al senso di “mostrarsi in modo diverso” oppure “sembrare probabile, vrs, giusto, convincente…” da questi il sostantivo Parère snm di Valutazione, Giudizio... Attraverso il franc RAI esiste il glb Rai “sorta di musica nata dalla fusione di rtmi andalusi e beduini”, termine di genesi ar RA’Y che vale parere derivato da RA’A vedere. Il Parèo è il perizoma indossato dagli indigeni Hawaiani e dei mari del Sud ed è un termine del patrimonio linguistico hawaiano, emigrato nel franc PAREO e passato in omologismo nella nostra lingua. COMPARIRE Dal lat volg COMPARIRE, dal class COMPARERE, composto di COM e PARERE mostrarsi è comunemente usato quale snm di Apparire. La Compàrsa (adottato già dal XVII sec) è dunque “chi appare con altri”, un snm di Figurante (dal 1777), cui Comparsàta, al contrario è Scompàrsa (con due pref, S sottrattivo e COM). Comparsàme è il collettivo delle tante comparse anonime di uno spettacolo. Comparsàta è una breve apparizione, sul ricalco di Videata. 727 Il pref di compagnia CON (CUM-COM) indicherebbe un’azione associata e di compiutezza; pertanto, sarebbe pleonastico usare l’espressione Comparire con (insieme a...), più correttamente Apparire con (insieme a...). È l’identica riflessione per Conservare uguale a “serbare con ...” e per tantissimi altri lemmi col pref d’azione associativa. Sembrerebbero più consone alle origini espressioni quali: Il protagonista è apparso in proscenio insieme all’antagonista, Il protagonista e l’antagonista sono comparsi sul proscenio, Il protagonista è comparso (da intendere, insieme agli altri attori). La cravatta l’ho serbata (riposta) con la camicia nel primo cassetto, Ho conservato camicia e cravatta nel primo cassetto, Ho conservato la camicia (da intendere, insieme con altri capi). \ Prefisso CARIO Esiste in alcuni lemmi composti il pref CARIO, che pare sia d’area mediterranea a largo respiro, con adeguamenti fonetici, individuabile, ad esempio, in Carapàce, che è la corazza della tartaruga, dell’aragosta e dei granchi, omologato dallo sp CARAPACHO e dal franc CARAPACE. Vrs connesso col gr KARYA noce e KARYON nucleo (ad esempio di mandorla) - seme…cui Cariòsside “sorta di frutto secco” col suff OPSIS aspetto, il dim lat CARILIUM cui Gherìglio o Garìglio, intessuto d’etim arabe, il pref è rintracciabile in parole quali Caràbo “coleottero” (vrs in senso fig dall’originale “piccola imbarcazione”) cui Caràbidi (la Famiglia), Caràto “piccolo peso”, questo omologismo dall’ar QIRAT, Carbòne dal lat CARBO; eppoi Grànchio dal gr KARKINOS granchio cui il fig Gravìna “piccone” (omn di Gravina da Grava) attraverso il gbz KARABOS granchio, con i prefissati fig Ingranchìre (IN illativo), Raggranchiàre o Raggranchìre (doppio pref RAD intensivo), Sgranchìre (S sottrattivo) o Sgranchiàre con Sgranchiàta; il Granchio gigante ha assunto il soprannome di Godzilla. Granchio, poi, svoltosi nel lat CANCER, cui il segno zodiacale Càncro, e che ha dato lo stesso di Càncro svoltosi nel termine medico corrente cui Canceròso, Cancrèna con Cancrenòso, ed ancora lo stesso di Cànchero cui Cancheròso con la variante Tànghero 1 (già dal 1685), termine, però, che pare si sia sovrapposto a CARCER carcere assumendo così, oltre al significato di “malanno”, anche quello di “persona con cattiva fama ” con un snm in Buzzurro (dal 1808). Dal gr KARKINOS granchio svoltosi in “cancro”, l’ital conta in medicina Carcinòide, Carcinòsi e il termine CARCINO usato in composizione quali Carcinogènesi, Carcinologìa, Carcinomatòso (da Carcinoma) Carcinòma attraverso il franc CARCINOME già lat CARCINOMA dal gr KARKINOMA., eppoi il fig Carcìnotron (termine fisico, composto con l’ingl ELECTRON elettrone). Il percorso prosegue ragionevolmente con l’omologismo Carrùbo o Carùbo e Carròbbio dall’ar KHARRUB cui Carrùba o Carùba con un Carrùbbio, Carrubèto (suff ETO per collettivi), Carrùbbio, un Carcào “surrogato del Cacao estratto dalla polpa delle carrube” vrs connesso col tema med KARRA pietra KARYA noce KARYON nucleo-mandorla in senso fig, dato 728 l’esocarpo coriaceo del legume; eppoi con Carrùga “insetto coleottero” dal lat CARIES carie e ERUCA bruco, con Carciòfo “cardo spinoso” dall’ar HARSUF cui la variante Carciòfolo con Carciofolàta, Carciofàia o Carciofèto (suff ETO per collettivi), Carciofàio. Una bevanda al carciofo, sorta di amaro, era nota tra gli ant greci e romani. \ Ariosto aveva cantato il carciofo “…durezza, spine e amaritudine” \ L’origine gr-lat, tuttavia, è senz’altro in comune a KARYON noce, nucleo, frutto che sopravvive in termini composti quali Cariocinèsi, Cariogamìa, Cariogènesi con Cariogenètico e Cariògeno, Cariogràmma, Cariolìnfa, Cariolìsi, Cariologìa, Carioplàsma, Cariorrèsi (col gr RHEKSIS frattura). Tale primo membro, che varrebbe “di materia consistente, dura”, rintracciabile in tanti altri termini, ricorda, infatti, il tema med KARSA, cui Carsico. Carìsma, non sembra appartenere a questo percorso, poiché è dal gr KHARISMA, dal lat CHARISMA e sta per dimostrazione, dono, in senso astratto, così Carrolìte nome di minerale relativo alla Contea di Carrol in USA. In associazione al termine Carbone si ha Tizzòne, questo accr del lat TITIO da una forma onomatopeica T T, cui Tìzzo o Stìzzo (S intensivo) con il fig Stìzza “ira” del carbone che brucia, devb da Stizzàre, i prefissati Attizzàre (AD allativo) con Attizzamènto, Attizzatòio e Attizzatòre. La connessione fig Tizzone con Stizza appare chiara, infatti, Stizzàre e i correnti Stizzìre, Stizzìto, Stizzòso valgono Adiràre, Adiràrsi, Adiràto (questi col pref AD allativo), Iràto con Iròso dal lat IRA cui Ira-ìra con Iracòndo o Iracùndo, Iracòndia o Iracùndia inv dal lat IRACUNDIA di IRASCI adirarsi (di costruzione col Pf passivo come in Facondo, Fecondo, Giocondo, Verecondo), il composto Iradiddìo dalla locuzione fig Ira di Dio; Iràrsi e Iràscersi appartengono all’obsolescenza, ma da quest’ultimo sopravvive Irascìbile con Irascibilità. Il rad di IRASCI è l’indoeur EISA vivacità e si scopre che Izza-ìzza è l’inc di Ira con Stizza, cui il prefissato Aizzàre (AD allativo), già Adizzàre, con Aizzamènto, Aizzàto e Aizzatòre. Il termine Ircàno è relativo al toponimo Ircania dell’ant Persia, oggi Mazandaran, che ha assunto, attraverso una metaf, il significato di “terra impervia” estendendosi in “belva crudele” vrs per l’assonanza con Ira. Bìzza pare abbia avuto identica origine, dal suo significato di “ira”, cui Bìzze, Bizzàrro questo con pref peggiorativo mer ARRO, Bizzòso, Imbizzarrìre e, incrociando Bizzarro con Sciocco, è stato coniato Bizzòcco o Bizzòco col fem Bizzòca e Bizzòchero, dal lat medv BIZOCHUS. Il termine estesosi dalla Valtellina, Pinzòcchero o Pizzòcchero, meglio al plur Pizzòccheri “sorta di tagliatelle”, è di non facile ricerca etim, comunemente associato ai Pinzòccheri, assimilati a “Bizzocchi”, un ordine francescano trecentesco, sciolto d’autorità dalla Chiesa; vrs, questi frati hanno diffuso tale tipo di pasta. Fuori percorso troviamo Bizzèffe, questo dall’ar BIZZAF molto, unicamente avverbio nella locuzione A bizzeffe. Snm di Ira è Ràbbia, di rad REBH svoltosi nel sct RABHA e nel lat RABIA già class RABIES, cui l’ital Ràbbico o Ràbico, Rabbiòso e Ràbido questo 729 dal lat RABIDUS di un RABIRE, il prefissato Arrabbiàre con Arrabbiamènto, Arrabbiàta, Arrabbiatìccio, Arrabbiàto e Arrabbiatùra; da RABIES pare sia disceso RABULA cui Ràbula questo attestatosi in abbaiatore per accezione “avvocato che sa solo sbraitare, inconcludente”, termine inc con un RAVULA da RAVIS raucedine. Il lemma Rabbia, pertanto, sarebbe l’esito di un RABULA simile alla mutazione di Coppia da COPULA. con normale passaggio del gruppo ul in i con raddoppio della b. Ràbbia è anche una malattia dei mammiferi, cui Ràbbico o Ràbico o ancora un Ràbido (termine medico). \ Quando l’individuo è colto da rabbia, l’emisfero sinistro del suo cervello diventa iperattivo \ Termini alieni Ràbbi ricalcato dall’aramaico RABBI “mio maestro” svoltosi nel gr RHABBINOS e nel lat RABBINUS, cui Rabbìno, Rabbinàto, Rabbìnico, Rabbinìsmo, Rabbinìsta; eppoi Ràbbio “piccola rete per uccellagione” corrotto dal lat RUTABULUM e Rabòso questo un vitigno veneto. Dallo sp REBATO attacco repentino-allarme cui ARREBATARSE andare in collera – arrabbiarsi s’è attestato in ital l’omologismo Arrabbattàrsi “agitarsi, sforzarsi per ottenere…” 1 L’omonimo Tanghèro, accentato piano, s’è diffuso indicando “ballerino di tango”. \ Carbone Carbone, dal lat CARBO, non è rintracciabile in connessioni con altre aree, se non mediante l’elemento CAR, questo vrs correlato col pref CARIO. In percorso si contano Carbonizzàre, Carbonizzaziòne, Carbonìzzo, il prefissato Incarbonimènto con Incarbonìre, Carbonàia dal lat CARBONARIA, Carbonàio da CARBONARIUS, Carbonàro questo più fedele al lat, Carbonàto, Carbonerìa “termine risorgimentale”, Carbonìccio (per il colore), i relativi Carbònico e Carbonìle, Carbonière, Carbonièro, Carbùncolo “rubino” dal dim CARBUNCULUS, i composti Carbonìfero, Carbosiderùrgico, la locuzione glb ingl Carbon tax “tassa sul carbone”, eppoi Carbònchio da CARBUNCULUS dim di CARBO cui Carbonchiòso e il prefissato Incarbonchìre, Carbònio con suff IO cui Carbonicaziòne, ancora i relativi Carbònico e Carbonìle questo con Carbonìlico, Carboniòso, il glb ingl Carborùndum questo marchio commerciale composto con CORUNDUM in ital Corindòne “ossido di alluminio” attraverso il franc CORINDON di genesi dravidica 1, Carbossìle (doppio suff OSSI ossigeno e ILE) con Carbosilàsi (suff ASI su modello ingl CARBONXYLASI), Carbosilàre, Carbosilaziòne, Carbossìlico (la cui presenza è indicata chimicamente nei termini col suff ONICO da non equivocare col pref ONICO “unghia”) e Dicarbossìlico (pref DIS due volte) il composto Carbossiemoglobìna, Carbùncolo, Carburàre denm di Carbùro da CARB con suff chimico URO, cui Carbùrico eppoi Carburatòre, l’utilissimo Carburànte e Carburaziòne, il composto Idrocarbùro; CARBO lo si ritrova in composizioni quali Carbochìmica, Carbocianìna, Carboidràto e Carboidràsi (con l’aggiunta del suff chimico ASI riferito agli enzimi), Carbòlico (suff chimico OLO). Il percorso conta alcune locuzioni quali Carbone animale d’ossa, Carbone attivo, Carbone bianco, Carbone di legna, Carbone di 730 storta, Carbone dolce, Carbone forte, Carbon fossile, Carbone vegetale. Curiosità medv è che il termine Carbonchio valeva Rubino, questo fig avvicinato al colore del tizzone ardente. Dallo specifico gr ANTHRAKS carbone, l’ital ha ricalcato Antràce con Antracène, Antrachinòne (con Antracene usato in pref), Antracìte, Antracnòsi (col suff dal gr NOSOS malattia), ANTRACO per composizioni quale il suffissato Antracòsi. Dalla lega grezza di una percentuale di Carbonio superiore a 1,7% con il Ferro, nasce il termine fem Ghìsa, omologismo dal franc GUISE o GUEUSE già voce ted, cui l’omn fig mas Ghìsa “vigile urbano”, per il casco di ghisa che indossavano, attestatosi nel nord d’Italia (Milano). Il D’Annunzio chiamava fig la Duse “Ghisola”. Sul modello di Carbonchio, in ital s’è attestato il termine volg Tònchio (Specie di insetti dannosi per i legumi) facendolo derivare da un nome proprio Antonio con aferesi (An)tonio; pertanto si ha Tonchiàre, Tonchiàto, Tonchiòso e il prefissato Intonchiàre (IN illativo). 1 Dravìdico è l’etnonimo relativo ai Dravìda, cui Lingua dravidica che accomuna idiomi dell’India meridionale. Dravida è il nome sct di quei popoli stanziatsi sulle coste sud-orientale del Deccan, adottato successivamente per indicare nel loro complesso gli elementi preari dell’India. Preàrio sta per struttura linguistica precedente alle lingue Arie. Ario-àrio, dal sct ARYA signore di rad AR, che identificava una etnia superiore indoeuropea, è diventato snm di Indoeuropeo o Ariàno, cui Arianizzàre, attraverso il franc ARYEN. Il rad AR vale muovere, adattare, lavorare via via attestatosi in perfezione, nobiltà, eccellenza… si ritrova in Arare, Arte e nel gr ARISTOS il migliore, cui Aristocrazia. L’omn Ariàno, invece, è relativo all’eresiarca alessandrino Ario (IV sec), cui Arianèsimo, divenuto snm di Eretico, poiché negava la divinità del Cristo, cioè non fatto della stessa sostanza del Padre, in contrapposizione a Omousìa, cui Omousiàno, (col gr HOMOS uguale e USIA sostanza-essenza, definizione emessa dal Concilio di Nicea, che attesta la consustanzialità di Cristo. Ariònidi, infine, è una Famiglia di molluschi a ricordo del mitico poeta Arione (VII/VI sec aC). \ Prefisso allativo *AD *A Prefisso Alfa privativo *A *AN Il lat conteneva il pref AD attestato nelle aree oscoumbra, celt, ger, frigia, con valore allativo, ossia di avvicinamento reale o figurato verso un luogo o un modello. Allatìvo è sul calco di Ablativo con sostituzione del pref AB con AD di direzione, in percorso con Elativo e Illativo. Il pref, italianizzatosi, ha perso la consonante ma si assimila con quella, o la raddoppia, con cui viene a saldarsi: Abbassàre “verso il basso” denm da Bàsso, lat BASSUM d’origine osca, cui il sostantivo Bàssa, Bassamènte, Bassètta “un gioco delle carte” con Bassètto “strumento musicale” con Bassotùba e il musicista Bassìsta, Bassèzza, Bassùra quale contrario di Altura, l’aggettivo Bassòtto con Bassòtto (cane), chiamato altresì Cane salciccia, e la locuzione glb ingl Basset hound “bassotto da caccia” e i prefissati quali Abbassàre (AD allativo) con Abbassamènto, Abbassàta e il composto Abbassalìngua, Dabbàsso dalla locuzione Da basso, Dibassàre (Di di diminuzione) con Dibassamènto, Disbassàre o Sbassàre (DIS separativo o S privativo), Ribassàre (RI iterativo) con Ribàsso e Ribassìsta (termine 731 borsistico), i composti espliciti Bassacòrte, Bassadànza, Bassafòrza, Bassofòndo, il linguistico Bassolatìno, Bassoparlànte in correlazione con Altoparlante, Bassopiàno, Bassorilièvo, Bassovèntre, la locuzione glb ingl Bass reflex”diffusore sonoro” (che riflette i suoni bassi); pseudoetim l’ital con Bassanèllo, uno strumento musicale che prende il nome dal suo inventore G. Bassano (XVII sec). Il serbo-croato BAN governatore degli stati danubiani pare connesso alla rad con Basso nel senso di “stati della bassa”, cui l’omologismo Bàno e Banàto; la conferma di una connessione verrebbe dal gr BANAUSIKOS artigiano ma “grettamente manuale”, dunque “basso”, Accasciare “verso il crollo”, Addrizzare “verso il dritto” Esiste un pref gr A “puro” denominato Alfa privativo, che si muta in AN davanti a vocale ed esprime azione di privare, sottrarre; in pratica corrisponde al pref di negazione IN lat, cui Anepìgrafo che vale privo di Epigrafe. Ma esiste una sfumatura: il pref gr A indicherebbe l’estraneità, mentre il lat IN una reale contrarietà cui Amorale vale indifferente, estraneo alla morale, ma non contro di essa; Immorale è invece contrario alla morale, Areligioso vale indifferente alle religioni ma non nemico, Irreligioso è contro le religioni, Ateo-àteo è privo di fede in Dio dal gr THEOS-Dio. Atono-àtono vale “privo d’accento”, semant “non normalmente teso”, dal gr TONOS tensione da TEINEIN tendere, cui Tòno e un obsoleto Tuòno (questo omn di Tuono atmosferico, interconnessi), Tonàle 1 con Tonalità, Tonèma (su modello di Fonema), Tònico con Tonicità, prefissati e composti, Atonìa (con A privativo) con Atonicità, Atònico e Atono-àtono, Intonàre (IN illativo) con Intonàto, Intonatòre e Intonaziòne, Stonàre (S sottrattivo) con Stonàta, Stonàto, Stonatùra e Stonìo, Ipertòno, Isòtono (col gr ISOS uguale), Microtòno, Monòtono, Ortotòno (col gr ORTHOS dritto e Tono nel senso muscolare), Ossìtono col gr OKSYS acuto e con Tono nel senso di “accento” cui Ossitonizzàre, Parossìtono (pref PARA presso) che vale “accento sulla penultima sillaba e Proparossìtono (col doppio pref PRO davanti) che vale “sulla terzultima sillaba”, Protònico (col pref PRO prima vale “che precede la sillaba accentata”, termine omn di Protonico da Protone); eppoi Rizàtono o Rizoàtono (col gr RHIZA radice e Atono) che vale “accento posto sugli affissi”, dunque non sul lessema, infine Semitòno, Sottotòno e Sovratòno o Sovrattòno, Tonificàre, Tonometrìa con Tonòmetro, Tritòno “un tre toni”. Il Cinese, come Aacune lingue, è definito Lingua tonale, per la sua modulazione. Il suono della parola muta pur con un identico gruppo letterale. 1 \ Frigia La regione dell’Asia Minore, Frìgia, abitata dai Frìgi, regno indipendente sino al VII aC, quando iniziarono le guerre di successione egemonica, volute dai Cimmeri e poi dai Lidi; fu assorbito dai persiani e dai macedoni, prima di subire il colpo di grazia dai romani. Poeticamente, Frìgio è snm di Troiano; il loro copricapo divenne simbolo della libertà durante la Rivoluzione Francese, a ricordo del sacrificio di quel popolo sottomesso. Altro snm di Frigio o Troiano è Retèo dall’oronimo Rhoiteion, il 732 promontorio della Troade, questo il coronimo del territorio di Troia. QUIZ GUIZZO QUISQUILIA QUIZ Termine esterofilo americano; forse non è leale andare a ricercarne le origini nel lat QUIS. È gioco o esame basato sul tempo, con risposte a quesiti predeterminati. Anche la risposta corretta è in genere da selezionare tra quelle predeterminate. Il partecipare ai Quìz ha suggerito il verbo Quizzàre. Pare che il termine sia stato coniato alla fine del XIX sec da un impresario alla ricerca di un neologismo d’effetto snm di Quesito. \ In Italia, esplose la moda dei Quiz immediatamente all’avvento della TV, grazie al giovane presentatore italo-americano Mike Bongiorno, il quale esordì con il Quiz televisivo “Lascia o Raddoppia”, di tecnica logicamente americana. Il sistema dei quiz farebbe risparmiare tempo sia ai giudicanti sia ai concorrenti, confermando tra l’altro un’ottima potenzialità analitica, tant'è che è stato adottato finanche per esami scolastici e professionali. Un’ascesa di successo che gli ha aperto le porte alla Psicologia.\ \ Quiz d'intelligenza Il QUIZ d'intelligenza è oramai una pratica collettiva, con tutte le variazioni atte a scoprire comportamento, carattere, sentimenti reconditi, capacità ... In USA, pare che un’università avesse proposto i seguenti quesiti-quiz per appurare il grado d'intelligenza tra gli studenti: 1) Per quanto un uomo può addentrarsi in una foresta. 2) Quanto è lungo un pezzo di spago. Si racconta che solo un ragazzo negro fosse riuscito a rispondere in maniera esauriente. 1) Finché non ne raggiunga il centro, dopo comincia ad uscirne. 2) Il doppio della misura che intercorre tra uno dei capi e la metà perfetta. Il Quoziente d’Intelligenza I.Q. di un individuo va calcolato in rapporto alla sua età mentale con quella cronologica, in cui 100 rappresenta la Media; allo scienziato B. Pascal è stato assegnato il quoziente 195. Il Quiz può essere usato ad arte per una opportuna selezione socio-politica. In uo stato statunitense, al tempo dell’acuzie razzistica, allo scopo di dimostrare al mondo quanto fosse invece salda la democrazia, facendo partecipare i negri alle elezioni, fu congegniato il Quiz di alfabetizzazione, superato il quale il negro avrebbe potuto votare. Uno dei quesiti così recitava: Quante bolle ci sono in una saponetta. La stragrande maggioranza, logicamente, non fornì la risposta sufficiente per gli esaminatori, GUIZZO Guìzzo è il devb di Guizzàre, col prefissato Sguizzàre (S durativo) “movimenti, apparizioni a scatti”, a sua volta un presunto denm del long WIZZA, la “pena per chi vìola le riserve boschifere”, cui Guizzamènto, Guizzànte, eppoi Guizzàre e Guizzàta questi snm, in termini marinareschi, di Guinàre e Guinàta su modello sp GUINAR; il prefissato Sguisciàre questo una sovrapposizione di Guizzare e 733 Sgusciare. Rimane l’immaginazione della pena “wizza” inflitta ai malcapitati cacciatori di frodo e da “wizza” a “guizzare” il percorso non è improbabile: l’identica sorte che sarebbe toccata alla selvaggina carpita, l’essere sgozzata… e l’azione dello sgozzare comporta movimenti sguizzanti. Più che considerare una presunta origine onomatopeica da ZIGZAG, è più ragionevole allora ricercare le origini di Quiz nel long WIZZA cui Guizzo; i quesiti dei quiz, infatti, prevedono risposte “guizzanti”, ovvero in tempi relativamente rapidi. Dal long WAHTARI guardiano, dal franc WAHTA sentinella, l’ital ha ereditato Guàttero o Sguàttero questo col pref S durativo, vrs connesso con Sguazzare, il quale sa come trattare agevolmente l’acqua, appunto per lavare; infatti esiste il verbo Sciaguattàre, che è una sovrapposizione di Guattero a Sciacquare. Sul Gargano sussiste il volg Quatrera “serva” e Quatraro “garzone”, che paiono il calco ital di WAHTARI, un fossile dei tempi longobardi, dunque. L’ital, inoltre, ha ereditato quei termini quali Guàita “guardia”, Guatàre “guardare a lungo con minaccia” cui Guatatùra e Guàto “appostamento”, eppoi i prefissati Agguatàre e il devb Agguàto (pref AD), Inguattàre svoltosi in “rubare- nascondersi”; da questo percorso, verrebbe vrs Guàttire, il verso del cane da caccia che ha puntato la preda. Guaìre o Guaiolàre, di origine onomatopeica G N sovrapposta a UA UA, invece, è il verso del cane sofferente, cui ancora Uggiolàre dal lat EIULARE con Uggiolamènto, Uggiolìno (da non equivocare col percorso di Uggia), Dello stessa serie onomatopeica appartiene il termine Guàio, il suo plur Guài (esclamazione), i prefissati Inguaiàre, Sguaiatàggine e Sguaiàto con Sguaiatamènte, in connessione con il lat VAE guai inc col franc WAI dolore, cui vrs Vagìto “pianto dei piccoli” con Vagìre; il ted conserva il termine WEH dolore (non dimentichiamo la lingua madre comune indoeur). Esiste ancora il termine Scaraguàita, inv dal lat medv SCARAGUAITA, questo l’inc dei termini franc SKARA schiera, in ted SCHAR, e WHATA sentinella. Dal franc SKARA, riversatosi nel prvz ESQUEIERA, ci viene Schièra con un ant Stièra di voce toscana, Schieràre, Scheràno “brigante schierato” attraverso il prvz ESCARAN brigante, Schieràto, Sghèrro “capitano di una schiera”, già got SKARJA capitano, transitando dal veneziano Sghero qui attestatosi nel senso di “poliziotto”, cui ancora l’obsoleto snm Sgarìglio o Sgherìglio; dal snm ted HANSA schiera svoltosi in HANS società commerciale, l’ital utilizza inv l’esot Hansa o Hanse per “associazione mercantile”. Esiste un curioso, comunemente 734 introvabile, lemma Inciuscheràre, che dovrebbe essere una sovrapposizione di Inciuciare con un inesistente Scherare. Schìzzo è il sostantivo devb da Schizzàre “rapidi tratti scritti o spruzzi liquidi”; l’origine è l’onomatopeico SC ZZ; derivato è Schizzinòso, con un volg Schizzignòso, che ha assunto una semant di “incontentabile” ricca di sfumature, sul ricalco di Schifiltoso “sdegnoso”. Altri derivati: Schizzàta, Schizzàto, Schizzatòio, Schizzètto con Schizzettàre, Schizzettàta, Schizzettatùra, il glb ingl Sketch “scenetta comica” (dal 1915) attraverso l’ol SCHETS ma ricopiato dall’ital Schizzo. Schìsto, cui Schistosità e Schistòso, addolcito in Scìsto con Scistosità e Scistòso, dal lat SCHISTUM connesso con SCISSUS, già gr SKHISTOS con SKHISIS fenditura, cui Schìsi, da un ant SKHIZEIN fendere, dicesi di pietra metamorfica che si sfalda facilmente; derivato Schèggia, dal lat SCHIDIAM già gr SCHIDION, con Scheggiamènto, il denm Scheggiàre, Scheggiàto, Scheggiatùra, Schèggio e Scheggiòso. Il lemma Scheggiàle o Scaggiàle (in uso dal XIII sec) “cintura di cuoio o di stoffa pregiata” non pare sia in percorso e l’etim risulta ignota. Il percorso conta il pref SCHISTO per composizioni quali Schistomètopo (col gr METOPON fronte), Schistosòma con Schistosomàtidi e Schistosomìasi col gr SOMA corpo e suff patologico IASI dal gr IASIS (Gruppo di manifestazioni patologiche, parassitarie). Il gr-lat SCHISTUS-SKHISTOS, da rad SKHEIDH, è l’identica matrice del lat SCINDERE separare cui Scìndere, o l’obsoleto Escìndere, col Pp Scìsso, o Escìsso e Scìso, da SCISSUS con i derivati Scìssile, Scissiòne, o Escissiòne, Sciossionìsmo con Scissionìsta e Scissionìstico, Scissùra (divisione, spaccatura), Scissurìte (suff medico ITE), l’astratto Scìsma dal gr SKHISMA cui Scismàtico, i prefissati Scoscèndere questo dal prefissato lat CONDISCERE (CON intensificativo con valore di Lacerare) cui Sconscendimènto e Scoscèso, Discìndere (pref DIS di separazione) con Discindìbile, Discissiòne e Discìsso e l’opposto Indiscindìbile (IN negativo), ancora Prescìndere (pref lat PRAE prima) questo con Prescissiòne e in locuzione A prescindere... e del verbo d’azione Schisàre semant in “sfiorare il bersaglio (dividersi da esso)”, il composto Scissìparo snm di Fissìparo con Scissiparità. Ed ancora i composti e suffissati Schizoblefarìa (col gr BLEFHARON palpebra), Schizofasìa (col gr PHASIS voce) snm di Schizolalìa (col suff dal gr LALEO chiacchiero) Schizofìta o Schizofìto, Schizòfite (raggruppamento vegetale unicellulare), Schizofrenìa con 735 Schizofrènico (col gr PHREN mente), Schizofrenògeno o Schizògeno, Schizogènesi snm di Schizogonia, Schizografìa, Schizòide con Schizoidìa, Schizomanìa con Schizòmane, Schizomelìa (con MELOS arto), Schizomicèti (organismi unicellulari), Schizonòia su calco di Paranoia, Schizònte, Schizotimìa (col gr THYMOS animo), Schizozoìte (con ZOO e suff biologico ITE) snm di Merozoite. Sghiribìzzo o Schiribìzzo nasce prefissando S durativo a Ghiribìzzo, che è l’omologismo dal ted ant Krebis “gambero”, metaforizzatosi in un idea improvvisa e stravagante, insommna un “capriccio”. L’allitterato Ghirigòro o Ghirigògolo è la forma fonosimbolica della serie GR GR (simile a ZIG ZAG) per indicare una scrittura senza senso. QUISQUILIA Quisquìlia o Quisquìlle, dal lat QUISQUILIARE, si richiama al gr KOSKYLMATIA secondo la successione onomatopeica K SK L. Dal lat QUISQUILIAE questa cosa o quell’altra (pref ALIAE diverse, tante), ovvero minuzia. Quisquìlia, allora, sottolinea l’indifferenza per questo e per quello, entrambi senza valore, robaccia; in connessione Quidsìmile o Quissìmile dal lat QUIS SIMILE qualcosa di simile. Fuori percorso Quìsling, questo l’esot che sta per “tradimento, collaborazionista col nemico”; il termine discende dal maggiore norvegese Vidkun Quisling che capeggiò in patria un governo amico dei nazisti. Ancora fuori percorso Quisqueìte (suff ITE per minerali) relativo al toponimo peruviano Quisque. PICCA PICCHETTO PICCOLO PICCA Da un onomatopeico P H-PIKK pungere, dal lat volg PICCARE verbo denm da PICCA, assimilato a PICA gazza inc con beccare, sono pervenuti Pìca “sorta di uccello altrimenti detto Gazza o Ghiandaia” col fig Pìca “ant volume liturgico” e il fig medico Picacìsmo, Pìcca, il franc PIQUER. Dallo sp PICAR pungere, tritare, inoltre, si contano gli esot Picadillo, Picador e l’omologismo Pìcaro cui Picarèsco; attraverso l’ingl PICK, infine, si conta la locuzione glb Pick test e il suffissato glb Pickup (suff UP su). Pìcche “punte” è il plur di Picca “asta a punta”, quindi “rispondere a picche” è la metaf di “controbattere in maniera pungente”. Da Picca, allora, Picchiàre, come Bastonare, Abbacchiare e Ammazzare dai rispettivi strumenti. Se Bastonare è l’utilizzo del bastone a scopo aggressivo, Picchiare, la semant lo preferisce con “qualsiasi mezzo” 736 mani comprese. Il Picchière era il soldato con la Picca, termine diventato snm di Alabarda. Derivati e composti in linea “picchiare”, Picchiapètto, Picchiàta, Picchiatèllo, Picchiàto, Picchiatòre, Picchiatùra, Picchierèllo con Picchièrellàre, Picchiettàre con Picchiettatùra, Picchiettàto, Picchiettìo e Picchiettìno. Ed ancora, in linea “piccare”, i derivati Piccamàrra (questo con Marra “zappa”), Piccàre “colpire-pungere” cui Picòzzo o Piccòzzo (suff alterativo OZZO) “dente incisivo” ed anche metaf “avere sapore pungente” cui Piccànte con Piccantèzza, Piccàrsi (ostinarsi) cui Piccheggiàrsi, Piccòso e Piccosità, Piccàta, Piccàto (risentito), eppoi l’accr Piccòne con Piccòzza cui Picconàre, Picconatòre e Picconière, il composto Piccasòrci. \ Negli anni Ottanta, il presidente della repubblica italiana Francesco Cossiga ebbe dai media l’epiteto di “Picconatore” per il suo inusitato modo di incalzare la classe politica.\ Nel percorso, vrs Pìnca “cetriolo” fig “pene” svoltosi nel volg Pincone snm di Minchione, col mas Pìnco “balordo” cui la locuzione Pinco pallino “persona ignota”, eppoi un Pìnco “sorta di veliero” snm di Polacca, i volg Pincione e Pinciare, i composti Appiccàre, cui Appìcco omn di Appìcco dalla locuzione A picco (un dirupo), Appiccàgnolo (col suff di derivazione volg per nomi di strumento), Appiccàto e Appiccatòio. Pìcchio dal dim lat PICULUS di PICUS già gr PIPO con la variante PIPRA, cui Pìcidi e Picifòrmi (Famiglia e Ordine) con Pìpridi (Famiglia sudamericana), pare fuori percorso o almeno in sovrapposizione per la sua peculiarità picchiante, poiché sarebbe stato coniato alla memoria di Pico, un personaggio mitologico greco mutato appunto in picchio; il gr conta lo specifico KOLIOS picchio, cui Colifòrmi o Coliifòrmi (l’Ordine). Poiché Picca è semant una punta, il termine Picchè appare ovvio, italianizzato dal franc PIQUE, derivato dal verbo PIQUER trapuntare, questo svoltosi nel corrispondente ital fig Spizzicàre da Spìzzico o Spuntìno (pref S intensivo), cui PIQUENIQUE (composto con NIQUE bazzecola da accostare all’ital Iniquità) e il glb Picnìc inv dall’ingl PICNIC. L’espressione “Appiccare il fuoco” (pref A allativo) ci viene vrs dall’antica consuetudine di accendere i falò allungando una picca che regge una torcia o simile; l’azione del prefissato Appiccàre si sta allontanando dal significato originario di attaccare, appendere, come già è accaduto dal significato di Impiccare. Nel volg mer esiste un Picciare o Appicciare che vale “accendere” e fig “provocare”. Impiccàre (pref IN illativo) ovvero infilare la punta della picca nel capo reciso del nemico si è attestato nel significato corrente, cui Impiccagiòne, Impiccatòre, Impiccatùra, Impiccagiòne e 737 Impiccamènto. La semantica di “impiccare”, infatti, s’è attestata del tutto differente da quello di “impalare”, anche se sia ovvio guardare ad un originale significato comune. Il significato di Impiccare si è così dirozzato, liberandosi dalle barbarie, oltremodo celtiche, oggi intendendo “semplicemente” appendere per il collo. Il termine Impiccagione è ornmai del tutto adottato come modalità di condanna capitale. Col pref S estrattivo si è venuto a formare Spiccàre (staccarsi dalla picca), con Spiccàce, Spiccàgnolo o Appiccàgnolo (cambio di prefisso, da Appiccare), Spiccàto, Spiccatòio o Spiccàgnolo e Spìcco, che sta fig per “staccarsi da una cosa, prendere il volo, emettere un mandato...”. \ Cucchiaio Chiocciola In associazione a Forchetta, troviamo Cucchiàio, questo dal lat COCHLEARIUM, dal lat class COCHLEA chiocciola; Cucchiàio, allora, era in origine la posata creata per mangiare le chiocciole. In percorso, Cucchiàia, Cucchiaiàta con un Cucchiaràta d’impronta volg, il dim Cucchiaìno, l’accr Cucchiaiòne, i volg Cucchiara e Cucchiaro e il prefissato Schucchiaiàre o Scucchiaràre (S durativo). Il Cucchiaio di Casagrande è una sorta di strumento da ingegneria. \ Spilla Snm di Picca punta è Spìlla e Spìllo, dal dim lat SPINULA di SPINA, connesso con l’umbro SPINA e con un ant lat SPICA con SPICARESPICATUS cui Spìca con Spicanàrdo (con Nardo), Spicàstro (suff ASTRO), Spicàto Spìcchio dal dim SPICULUM, Spicilègio (Ved Lega…), Spìcola “formazione anatomica” dal dim SPICULA, snm di Sclerite, cui anche l’inv fig Spìcula “getto materiale solare”; poi, a seguito della lenizione sett, si ha, sovente in complanare, Spìga, Spigàre, Spigàto, Spìgo da SPICUM (snm di Lavanda) con Spiganàrdo o Spiganàrdo o ancora Spicanàrdo, eppoi Spigolàre, Spìgolo, Spìgola o Spìnola o ancora localmente Pesce ragno, Spigòne, Spigòso. Da SPINA, derivano Spìna con l’ipocoristico Spìno e Spinàle, Spinàre, Spinaròlo (sorta di squalo), Spinàto, Spinatrìce, Spinatùra, il minerale Spinèllo (per la forma dei cristalli) e il fig Spinèllo “sigaretta a forma di spina” con l’ipocoristico Spìno eppoi Spinellàre, Spinellàto e la locuzione Farsi uno spinello, Spinarèllo (sorta di pesce d’acqua dolce), Spinèto, il patologico Spinìte (dorsale) snm di Mielite, Spìno (botanica), Spinòne (sorta di cane, per il suo pelo), Spinòso con Spinosità, Spinotto quale dim di Spina questo svoltosi in termine elettrico, contrapposto a Presa, i composti Spinacrìsti “agutoli”, Spinapèsce, Spinificàre, Spinifòrme, Uvaspìna. Infine la composizone di indagine medica Spinometrìa relativo alla Colonna vertebrale (Spina dorsale). Spinòsa è una varietà di quercia. Spìna, tradizionalmente la cannella infilata nel recipiente a mo’ di spina, vale anche fig “rubinetto” cui la locuzione Birra alla spina. La Spinètta, strumento musicale, sarebbe termine alieno nel percorso, perché coniato dal nome del suo inventore Giovanni Spinetto (XV-XVI sec), 738 così come il Sassofono (da A. Sax); eppure, da altre ricerche, pare che il termine Spinetta sia connesso alla Spìna, ovvero la penna del salterello, l’asticciola del clavicembalo. Certamente pseudoetim Spinòre, con Spinoriàle, questo omologismo dall’ingl SPINOR composto da SPIN rotazione (da “Trottola”) e VECTOR vettore; da SPIN l’omologismo Isospìn (col gr ISOS uguale), i glb Spin “movimento angolare delle particelle” dalla locuzione ingl SPINNING MOMENT momento di rotazione, eppoi Spinning e, in locuzione, Spin doctor, Spin off. Spin è la rotazione della palla nel Tennis. Ancora alieni nel percorso Spingàrda omologismo dal franc ESPINGARDE già SPRINGAN saltare cui Spingàre, Spinozìsmo questo relativo a B. Spinoza (1632/1677). Spinciòne “fringuello da richiamo”, con Spincionàre, ancora fuori percorso, è dal suono onomatopeico PINK dalla serie SP C cui il at PINCIONEM. Il gr conta lo specifico TRIBOLOS spino cui il lat TRIBULUS e i fig ital Trìbolàre, Tribolaziòne, Trìbolo questo sia “avversità” e fig “arnese per cavalli” ” sia “sorta di pianta erbacea delle Zigofillacee” snm di Caciarèllo questo fig connesso con Caciara e quindi si giustifica l’avere un snm in Trebbio questo nel senso di ”gruppo”. In area glb si conta l’ingl Pin spillo cui il suffissato Pinup (dal 1950) dalla locuzione Pinup girl “ragazza (immagine) appuntata con gli spilli”, dall’abitudine d’alcuni uomini d’attaccare figure di ragazze seducenti. Il termine Spìlla, con Spìllo, ha i suoi derivati espliciti quali Spillàre sia “forare” sia “unire con spilli”, il fig Spillàtico “assegno annuo per piccole spese” per accezione alle mogli, su modello di Legnatico, Spillatrìce, Spillatùra, Spillòne e quelli impliciti, elaborati, come Spilaccheràre, Spiluzzicàre con Spiluzzicamènto e Spilùzzio, dovuto all’inc di PILUS pelo con Spìllo e alla solita lenizione sett da SPILUCCICARE. Spilungòne, ellittico questo della composizione lat PER LONGUS PILUS SPINA, con il pref PER dal valore di molto e che suonerebbe “molto lungo come una spina dalla forma di un pelo” Spilla (ed anche Fibula) in gr erano indicati con PERONE, dal verbo PEIREIN trafiggere, trapassare vrs connesso alla rad BHER forare, cui per la sua forma l’osso Peròne o Pèrone (pron lat), snm di Fibula, dal gr inv PERONE spilla-fibbia-punta cui Peronèo o Peronièro, eppoi Peronòspora col suff gr SPORA seme cui Peronosporàcee (Famiglia di funghi) e Peronosporàli (l’Ordine), infine Piòlo con Impiolàre da un tema PIR paletto cui il lat PIRUS svoltosi nel volg PIRJOLUS cui Pìro e Piròne snm di Taròzzo “sorta di asta marinaresca” questo omologismo dallo sp TROZO pezzo. Vrs dal tema PIR paletto, Pìro questo per accezione il paletto per reggere i blocchi di marmo, il sett Piròlo (snm del Bischero musicale), il milanese Pirotta “mortaio” con il fig Pirottìno usato in pasticceria, il piccolo contenitore cartaceo a forma di mortaio per contenere i dolcetti (pertanto il termine passa per estensione a identificare tutto l’utensile). Il gr conta ancora AKANTHA spina, svoltosi nel lat ACANTUS, cui Acànto e il pref ACANTO in Acantàcee (la Famiglia), Acantobdellifòrmi (col gr BDELLA sanguisuga), Acantocèfali, Acantòfago, Acantòfide (col gr OPHIS serpente), Acantolìsi, Acantòma, Acantòsi, Acànzio da AKANTHION 739 piccola spina, e, in suff, Esacànta col ESA dal gr HEKSA da HEKS sei (numero), eppoi Adragànte o Dragànte “mucillagine” (omn di Dragante”paratia”) dal composto gr TRAGAKANTHA fig Spina del caprone con TRAGOS caprone. \ Dorso Midollo Spina dorsale è la non corretta definizione per l’umana Colonna vertebrale sede del midollo spinale. Dòrso è dal lat DORSUM, d’etimo incerto, ma di presunta connessione con TURSUM torso, cui Dorsàle, Dorsalìsta e Dorsìsta (atletica), Dorsifìsso (botanica), il composto Dorsoventràle, il glb dal franc Dossier da DOS dorso (dall’iscrizione sul dorso della cartella) cui ancora l’omologismo Dossière “spalliera-bardatura”. In long la regione dorsale è detta SKENA, cui l’omologismo Schièna con Schienàle, Schienàre, Schienàta e Schienùto e la voce friulana Schena fedele al long. In ar NUKHA sta per midollo spinale, cui l’omologismo lat NUCHA svoltosi nell’ital Nùca (snm di Collottola e Coppino) con l’attestazione fig di “parte posteriore del collo”cui un volg Gnucca con valore di “zucca” e l’aggettivo Nucàle con la locuzione medica Translucenza nucale “fessura translucida in ecografia ossia patologico accumulo di fluido sottocutaneo dietro il collo fetale”. Midòllo, infine, è l’attestazione mas volg di Medolla dal lat MEDULLA, cui Midollàre, Midollòso, il prefissato Smidollàre (S sottrattivo) con Smidollàto anche in senso metaf; ma è vrs la connessione con il tema risalente al sct MLDU da rad MLA articolatosi nel percorso lat di MOLLIS molle e pare sia un estratto da MEDJUS che sta nel mezzo, quasi ad indicare il tessuto “che sta a metà tra carne ed ossa”. Dal franc MOELLE midollo, l’ital conta l’omologismo Moèlla “armatura di tela per confezionare abiti di seta”. Il gr conta lo specifico MYELOS midollo sempre di rad MLA - che, come già riportato, avrebbe portato al lat MOLLIS molle e MEDJUS “che sta nel mezzo” - da questo pare derivi la corruzione volg veneta Mèolo o Meòlo “sorta di cavetto molle posto all’interno (nel mezzo) di una guaina” in linguaggio marinaresco; lo si ritrova quale toponimno Meolo nell’immediata terraferna veneziana, in mezzo a corsi d’acqua e la laguna. MYELOS midollo avrebbe ancora ispirato il percorso lat-ital di Miele e che lo si ritrova nel composto Poliomelìte con il suo ellittico Pòlio cui Poliomelìtico; il termine è composto con un pref POLIO che è dal gr POLIOS grigio cui Poliovìrus, da non equivocare con termini composti quali Polionimia dal gr POLYONYMIA molteplicità di nomi (POLYS molti e ONYMA nome), Poliopia “patologia visiva” (POLYS molti e OPS OPOS volto-aspetto svoltosi in vista), Poliorcete dal lat POLIORCETES già gr POLIORKETES questo composto con POLIS città ed HERKOS mura di cinta e vale “assediatore” da POLIORKEO assedio (della città). L’ital conta ancora il sostantivo Pòlio, un odoroso suffrutice, dal gr POLION. \ Pertica Stanga Stecca Stilo Lancia Giavellotto Asta Alidada Zagaglia 740 Sarissa Snm di Picca, potrebbero essere Pertica, Stanga, Stecca, Stilo, Lancia, Giavellotto, Asta-àsta, Zagaglia, Sarissa. Pèrtica è dal lat inv PERTICA, cui Perticàre, Perticàta, Perticòne, senza alcune connessioni, termine attestatosi prima del 1320; dall’anglosassone GYRD pertica, l’ingl conta YARD “unità di misura per lunghezze pari a 0,914 mt” cui l’omologismo Iàrda. \ Secondo una tradizione ingl, YARD corrisponderebbe alla lunghezza ricavata misurando la distanza tra la punta del naso e il pollice di Enrico I. \ Dal got STAKA palo, l’ital conta l’omologismo Stànga con Stangàre cui Stangàta, e questo oltre ad indicare metaf un colpo di stanga sta ad indicare il numero di fiaschi appesi (dai loro appositi legacci) ad una stanga sorretta e trasportata da due persone, eppoi Stangàto, Stangheggiàre, Stanghètta, Stangòne con Stangonàre. Le Stanghe sono i pali dei carri ai quali si legano gli animnali da trasporto e, in versione volg mer, si ha Sdanga cui Sdanghiere con riferimento alle stanghe utili per condurre, appoggiatte sulle spalle, le statue religiose durante le processioni. STAKA è diventato in franc ant ESTACHE, cui il nostro Stàccia trave, sopravvissuto nel Lazio, e Staccionàta. Una connessione di STAKA è vrs col franc TANGON che pare giunto attraverso il prvz o lo sp, cui Tangòne che nel gergo marinaresco indica una sorta d’asta dell’albero; viepiù, esiste l’omologismo Tanguìno che è una sorta di albero del Madagascar. Stècca è l’omologismo dal long STEK palo, rintracciato nel got STIKA bastone, questo dim di STAKA, cui Steccàia, Steccàta, Steccàto, Steccatùra, Steccherìno (sorta di fungo), Stecchètto, Stecchièra, Stecchìno, Stecchìre, Stecchìto, Stècco, l’accr Steccòne con Stecconàre, Stecconàta e Stecconàto, Steccùto... vrs connesso col gr STOIKHAS disposto in linee (come i pali) cui Stèca o Stècade (suffrutice di Labiate) e ancora con STOIKHEION elemento cui Stechiometrìa (chimica) con Stechiomètrico per il passaggio fig da palo a elemento passando da linea. Dall’ingl l’ital ha adottato il glb Joystick che sta per “leva per videogiochi”, meglio per Videogame. In percorso, il veneto conta Steca con i derivati e fig. Stecca è un polisemico di almeno otto significati semant e fig. Ed esiste una rad STEI(G) che vale pungolare, cui il lat STINGUERE pungere, donde metaf e semant si sarebbero attestati Stèlo dal lat STILUS, Stìmolo con un più fedele Stìmulo dal lat STIMULUS cui il devb Stimolàre con Stimolànte, Stimolatìvo, Stimolatòre, Stimolaziòne, Stimolòso, i composti e prefissati quali Distìnguere con Distnguìbile, Distintìvo dal lat DISTINCTIVUS ma attraverso il franc DISTINCTIF, il Pp aggettivato Distìnto col sostantivo fem Distìnta, e Distinziòne (DIS dispersivo), Estìnguere con un obsoleto aferetico Stìnguere, Estinziòne (EX intensivo-di compimento, Ved Estinto…), Istigàre ed Istigaziòne, Istìnto “stimolo” dal lat INSTINCTUS eccitare astratto del prefissato IN STINGUERE eccitare, pungolare, cui la locuzione Istigazione a delinquere. \ Stimula era una atavica divinità del culto romano, invocata per ottenere eccitazione (stimolo) sessuale; nel suo bosco sacro si celebravano i riti dionisiaci. Più tardi fu 741 identificata con la gr Semele amata da Zeus e dal quale ebbe Dioniso. Fu graziata con la resurrezione e accolta nell’Olimpo\ Il gr conta lo specifico ENARGES distinto cui Enargìte (suff ITE per minerali). Stìlo è ancora dal lat STILUS di rad STEI(G) pungolare cui Stìle “pugnale”, con Stilettàre, Stilettàta, il dim Stilètto e il composto Stilifòrme, connesso fig col gr STYLOS colonna cui il Pròstilo da PROSTYLOS (che ha le colonne di fronte) e Anfipròstilo col pref gr AMPHI ambo le parti), lo Stilìta o Stilìte (monaco anacoreta che viveva sulla colonna in contemplazione), Astiloàstilo (con A privativo), il pref STILO per i composti Stilogràfica, Stilòbate, Stilòforo; l’omn Stìle “foggia”, è nel percorso di STILUS ma inc col franc STYLE cui Stilèma, Stilìsmo, Stilìsta, Stilìstica, Stilìstico; una curiosità, pare che la Chiesa sia sia dimenticata di assegnare agli stilisti almeno uno dei santi protettori, di cui è ben fornita ogni categoria. Attraverso l’ingl STYLE invece si contano i glb Styling “progettazione” e Restyle “rammordenamento” associati ai glb Design “progetto-disegno” e Look”aspetto”. \ Lo Stilnòvo, più noto come Dolce Stil Novo, è stata una scuola di poesia tra il 1200 ed il 1300, i cui adepti credevano nell'amore quale macchina per risanare la morale ed elevare la spritualità; vide tra i sostenitori il sommo Dante Alighieri, più correttamente Durante Alighieri, (1265/1321), cui il percorso straordinariamente connesso con l’onomastica, conta Danteggiàre,.Dantèsca, Dantèsco, Dantìno “edizione tascabile della Divina Commedia”, Dantìsmo con Dantìsta e Dantìstico.\ La variante gr STELE, inv nel lat STELA(E), ha condotto a Stèle o al raro Stèla, il cui plur è invariabile Stele con un raro Steli. \ Scoperte a metà del Novecento, le Stele Daunie o Daune, risalenti al 1500 aC, costituiscono oggi un’affascinante collezione custodita nel castello svevo-angioino (con ritocchi aragonesi) di Manfredonia, sede di un museo nazionale.\ Lància è dal lat LANCEA d’origine gallica, col dim Lanciòla e l’accr Lanciòne; da questo termine e dal verbo d’azione LANCEARE vibrare la lancia è sorto Lanciàre anche nel senso di scagliare o gettare qualsiasi cosa e metaf “condurre alla notorietà”; eppoi Lanceolàto (a forma di lancia), il dim Lancètta, Lanciamènto, Lanciàrio, Lanciàta e Lanciàto, Lanciatòre, Lancinàre, con Lancinànte, inv dal lat LANCINARE dilaniare. In volg mer, vrs da un Lanza per Lancia, si conta Lanzata “lanciata” che vale fig “fitta”. Col pref S durativo si ha Slanciàre con Slàncio e la locuzione Slancio vitale tradotta dalla glb franc Elan vital (corretta accentazione élan). Nel percorso composto, si contano Lanciabàs (ellittico di “lancia bombe antisommergibili”) 1, Lanciabòmbe, Lanciafiàmme, Lanciagranàte, Lanciamìme, Lanciamìssile, Lanciapiattèllo, Lanziaràzzi, Lanciarpiòne, Lanciasàbbia, Lancisàgola, Lanciasilùri questo con Silùro dal lat SILURUS già gr SILUROS ”specie di pesce”, cui Silùridi e Silurifòrme, svoltosi fig nel significato d’arma (per la forma del pesce) cui Siluramènto, Silurànte, Siluràre, Siluratòre, Silurìsta. Infine, Lanciatorpèdini dal lat TORPEDO anche questo “specie di pesce” cui Torpèdine, con Torpedìnidi, fatto derivare dalle scariche elettriche che genera, in connessione fig con il lat TORPERE “essere torpido” cui Tòrpere, Torpidèzza, Torpidità, Tòrpido, Torpòre, col prefissato Intorpidìre 742 cui Intorpidimènto e Intorpidìto; svoltosi nel significato di ordigno bellico donde l’omn Torpèdine con Torpedinièra e Torpedinière, svoltosi ancora fig quale mezzo di locomozione (sempre per la forma aerodinamica) cui Torpèdo, Torpedòne attraverso l’attestazione franc-sp TORPEDO. Il gr conta un LONCHE lancia, in connessione rad indoeur con LANCEA, che l’ital ha utilizzato per il termine botanico Lonchìte “sorta di felce” attraverso il lat LONCHITIS, Il ted ant aveva TART per Lancia, riversatosi DARD nel franc e nell’omologismo Dàrdo in ital, cui Dardeggiàre; il gr conta lo specifico AKON dardo cui Acònzio dal gr AKONTION. Il ger conta GEIRR per Lancia cui l’onomastico OSCAR “lancia di Dio” con la versione OS (connesso al gr THEOS) per Dio, che ritroviamo ancora nell’onomastico Osvaldo “potenza divina” con WEALD potenza connesso col franc ant WALD burocrate e con il got WALDAZ capo. La punta della lancia è Cùspide lal lat CUSPIS di tema med KUSP cui Cuspidàle e Cuspidàto, in complanare con il percorso di LAPIS punta di pietra. \ L’Oscar cinematografico è la statuetta dotata di spada. \ Giavellòtto, attraverso il franc JAVELOT, discende dal gallico GABALO, che il lat volg avrebbe diminuito in GABALINA da un precedente GABALUS forca, cui Gavaìna forca, questo attestatosi attraverso il ligure; il gr conta lo specifico BELEMNON giavellotto, cui il fig lat BELEMNITES e l’ital Belemnìte “genere di molluschi”. Il lat conta MATAREM o MATEREM di genesi celt, quale snm di giavellotto cui il percorso ital di Màttero, Mattarèllo o Matterèllo snm di Lasagnolo, il fig Maràsso “sorta di vipera europea”. Asta-àsta dal lat HASTA trova corrispondenze celt e ger, dal sct HASTA mano, alla quale si presume sia stato associato (quale prolungamento d’essa), erede del più ant e rituale GHASTO ramo del corpo, ovvero la mano. In percorso Astàta, Astàòto, Astìle (da non equivocare con lo sdrucciolo Astilo), l’atletico Astìsta, i dim Asticciòla o Asticciuòla, Asticèlla, il prefissato Innastàre o Inastàre con Innastàto o Inastàto. Asta è anche fig un segno grafico cui Asteggiàre e Asteggiatùra. Attraverso il ger l’ital conta l’omologismo Fràmea con valore di “asta corta ndi ferro” quale arma,che nulla ha del termine glb ingl Frame che da “telaio o cornice” in semant originale, ha assunto il valore di “singola immagine” quale snm di Fotogramma o di “sequenza di informazionia a due o più unità programmate (Item)”. Asta è ancora metaf il prolungamento dal prezzo base, cui Astatòre, e dal suo dim lat ASTELLA è pervenuto il termine architettonico navale Astellàre attestatosi in Stellàre (aferesi della A) col suo Stellàto (omn di Stellato da Stella) e Stellatùra. Nel percorso si conta anche un omn fig Stellàre sempre da ASTELLA con valore di “scheggia”, vrs poiché le stelle cadenti appaiono come schegge. Snm di Asta è Bòma o Bòme omologismo dall’ol BOOM attraverso il franc BOME cui Bomeràle “asta del vomero”, utilizzato anche in terminologia marinaresca. Termine alieno Astigiàno che vale relativo al toponimo Asti. Dal remoto e magico termine HASTA, i latini avevano coniato PRAESTO 743 cui Prèsto (omn di Presto “pegno”) a portata di mano e fig in breve tempo contraendolo da PRAIHESTOD davanti alla mano, con Prestèzza ed il prefissato Apprestàre. Opposto a Presto è Tàrdi, questo avverbio di Tàrdo dal lat TARDUS lento risalente ad un TRDU complanare del sct MLDU svoltosi in Molle. In percorso, il denm Tardàre, il gerundio sostantivato Tardàndo, i snm Tardànza, Tardèzza e Tardità o Tarditàte, Tardìvo con Tardività, il fig Tardòna con l’omologo mas Tardòne, il prefissato Ritardàre (RI per denm)con Ritardàbile, Ritardamènto, il gerundio sostantivato Ritardàndo, Ritardànte, Ritardatàrio, Ritardatìvo, Ritardàto questo anche fig mentale, Ritardatòre, Ritardaiòne, Ritàrdo, i composti Tàrdo-antìco, Tardogòtico, Tardorinascimentàle. In ar, AL IDADA è Asticciola, cui l’omologismo Alidàda. Zagàglia è ancora l’omologismo dal berbero ZAGAJA punta di lancia, forse d’identica rad con il berbero ZAGAJA zàgara, ovvero punta fiorìta. Sarìssa è per accezione la lancia macedone, dal gr SARISA transitato inv dal lat. 1 La similitudine è con l’ellittico MAS che vale Motoscafo Antisommergibili, ma più propriamente l’acronimo di Motobarca Armata SVAN (Società Veneziana Automobili Nautiche); Gabriele D’Annunzio lo mutò poeticamente nella locuzione lat MEMENTO ALUDERE SEMPER Ricordati di osare sempre. \ Brando, Gladio, Spada, Stocco, Daga, Sciabola, Fioretto, Scimitarra Dal franc BRAND, che sta per ciò che arde, è nato fig l’omologismo Bràndo “arma scintillante”, poi semplicemente Bràndo (l’arma) cui Brànda (oscillante) con il glb franc Brandade attraverso il prvz BRANDADO agitato-mosso, eppoi Brandàre, Brandìre (roteare, oscillare), Branditòre, il prefissato Imbrandìre col pref IN illativo. In connessione al franc BRAND cio che arde si conta Brandèggio “spostamento delle bocche da fuoco” con Brandeggiàre e Brandeggiàbile, un glb ingl Branded che sta per “marchiato” da BRAND marchio (in riferimento al marchio a fuoco impresso sui capi di bestiame) con, in locuzione, Brand image “immagine pubblicitaria” e Brand manager “responsabile del marchio”. Il termine Brandistòcco “stocco a tre lame” è omologismo dal franc BRANDISTOC modellato dall’ol SPRINGSTOK. Glàdio è dal lat GLADIUS - di concepimento gallico - cui Gladiatòre, Gladiatòrio e, per associazione, Gladìolo dalla forma di un piccolo gladio, il cui snm è infatti Spadacciòla, e Giaggiòlo, questo dal volg GLADJOLUS con la variante fig Iris-ìris dal gr IRIS “iride” (omn-snm di Iris “sorta di quarzo”); un’attestazione di Gladio in Ghiàdo aveva portato ad Agghiadàre trafiggere col gladio, fig inorridire. Tra i latini, il termine GLADIATOR aveva assunto il valore popolare di bandito,poiché gran parte del corpo era costituita da condannati. Spàda o Spàta è dal lat SPATHA, termine questo entrato nell’uso con l’avvento del dizionario germanico, l’arma a forma di SPATHE questo in gr spatola. Il lemma Spada (adottato dal XIII sec) è tra i primordiali il cui percorso parte dal rad SPA, in sct SPHA, attestatosi nell’albanese SPATE e, mutandone il significato di arma, nell’anglosassone-ingl SPADE, nell’ islandese SPADHI, nel ted SPATO e SPATEN vanga e finanche nella 744 lingua non indoeur, nel basco IZPATA; il rad SPA-SPHA contiene il valore di “estendere”, la spatola, la vanga e la spada sono, infatti, estensione protesi - del braccio. In percorso la locuzione ittica Pesce spada scientificamente detto Xiphias gladius, della Famiglia dei Xifidi, Ordine Percifòrmi. I derivati, esclusi alcuni termini espliciti quali Spàtola (dim lat) cui il fig Spàtolo “sorta d’uccdello di palude dei Treschiornìtidi, Spatolària “sorta di pesce” altrimenti detto Pesce spatola, Spatolàto, Spàta (botanica) e Spàto (minerale) attraverso il ted cui Spàtico SPAT, hanno subito la lenizione sett in Spàda cui il fig botanico Spadacciòla snm di Gladiolo, Spadàio o Spadàro, Spadàra (rete da pesca), Spadàta, Spàdice (botanica) dal lat SPADIX, Spadìsta, Spadòna (sorta di pera), Spadòne, quest'ultimo (d’altra etim) anche snm di Eunuco e fig sorta di radicchio per accezione quello trevigiano, eppoi il composto Spadifòrme. Il gr conta lo specifico KSIPHOS spada cui il percorso omologato in ital, pur non contemplando la lettera x, quali Xìfidi (Famiglia ittica alla quale appartiene il Pesce spada) con Xifòforo (col gr PHERO porto), Xifòide con Xifoidèo, Xifosùri (col gr URA coda). Dal succitato minerale Spato, l’ital conta l’omologismo Feldspàto o Feldispàto, Feldspatòide o Feldispatòide (suff OIDE “somiglianza”) attraverso il ted FELDSPAT spato di campo. Il giapponese conta BOKEN composto da BO difesa e KEN spada, donde il termine inv glb che sta per “spada di legno” da usare nel KENDO “scherma tradizionale”, composto con DO arte, questo omologato in ital con Kèndo cui il praticante Kendòka col suff KA mestiere. Una spada corta è Stòcco dal prvz ESTOC, cui Stoccàre (omn di Stoccare da STOCK), Stoccàta, Stoccatòre, Stoccheggiàre vrs connesso con il long STEK palo cui l’omologismo Stecca. Il termine è vrs connesso a un precedente onomatopeico per significare un colpo, cui Tòc o Tòcche, Toccàre, Toccàta, Toccatùra, Toccheggiàre e Tòcco con l’iterativo Ritoccàre con Ritoccamènto, Ritoccàta, Ritoccatòre e Ritòcco, Rintoccàre (doppio pref Ri reiterativo e IN illativo) e Rintòcco, meglio Rintòcchi; eppoi i composti quali Toccafèrro, Toccalàpis, Toccamàno, Toccasàna. Il Toccare può avere il valore esteso di “trattenere” dalla locuzione Non mi toccare pronunciata da Gesù risorto nei confronti di Maddalema. Tòcco vale fig guasto ma, in parvenza di enantiosemia, sta anche per “fisico alto e robusto” insomma un complimento. I volg veneti Tocco e Tocchetto valgono fig “pezzo” e “pezzetto”. La locuzione Tocco alla genovese vale una sorta di intingolo con pezzi di manzo. Il long, in connessione, conta STOK svoltosi nel’omologismo Stòcco “stelo del granturco-stollo-parte legnosa della lancia (primo omn di Stocco “spada”) esteso in “bastone” cui Stoccafìsso “ (merluzzo) rigido come un bastone” attraverso l’ol STOCVISCH “pesce seccato” col suo ellittico Stòcco (secondo omn di Stocco “spada”) cui la locuzione gastronomica calabrese Stocco della mammola. Infine, vrs, sempre in connessione ed in estensione semant, attraverso l’ingl STOCK l’ital conta il glb Stock “materiale immagazzinato” o fig “titolo azionario” cui ancora gli omologismi Stoccàre (omn di Stoccare da ESTOC), Stoccàggio, Stocchìsta 745 in complanare con Stockare cui Stockàggio e Stochìsta da evitare; dal termine glb l’ital conta la locuzione sportiva Stock car (CAR autovettura), la commerciale Stock house (HOUSE casa), l’azionaria Stock option (OPTION opzione). I latini chiamavano SPATHA DACA l’arma forgiata alla maniera dei Daci 1 (a due tagli), poi sintetizzata DACA, cui, con lenizione sett della c in g, Dàga e un singolare Draghinàssa con un suff peggiorativo sett ed epentesi della consonante r. Il cognome Spatafora e simili varrebbe munito, portatore di spada col suff FERO dal lat FER tratto dal verbo FERRE portare. Nei temi indoeur si conta NSI spada, già sct ENSIS cui il semiomologismo ital Ensifòrme, che non ha alcuna connessione con Elsa-èlsa “protezione dell’impugnatura” o semplicemente “impugnatura” omologismo dal franc ant HELSE svoltosi nel ted ant KELZA, cui l’onomastico Elsa. Il termine Elson-èlson, invece, che sta per “sorta di presa” nella Lotta, è un omologismo in ellissi dalla locuzione ingl IN NELSON la quale pare derivi dalla cognomastica (di un lottatore); in connessione rad con Elèpoli dal gr HELEPOLIS che è l’ant torre a più ripiani che si spingeva sotto le mura per prendere le città (POLIS), in associazione con ELAUNO spingo. Sciàbola è dal polacco SZABLA rintracciabile nello slavo SABLJA, cui i derivati espliciti Sciabolàre, Sciabolatòre... Fiorètto, infine, un'arma sportiva, in omn con piccolo fiore, è appunto il termine metaforico d’assimilazione della sua punta, protetta da un bottone, ad un bocciolo, benché sempre più stia cancellando la retorica, diventando una vera spada sottile e flessibile, non da taglio. La parte affilatissima del fioretto è chiamata Gavigliàno, dal lat CAPILLUM con suff IANUM, termine successivamente lenito (p in v) e variato (CA in GA). Scimitàrra è l’omologismo dal persiano SIMIR attraverso lo sp CIMITARRA. Armi, queste, alle quali, talvolta è assegnato il nome di Làma, dal lat LAMINA-LAMNA rimpatriato dal franc LAME, cui Lamàre, Lamàto, Laminàre, il glb franc Lamè (corretta accentazione è) “laminato”, Lameggiàre, il dim Lamèlla con Lamellàre, Lamellàto, Lamellibrànchi (Classe di molluschi) e Lamellifòrme, il dim Lamètta, Lamièra con Lamierìno e Lamierìsta, direttamente dal lat Làmina (termine fig svoltosi in mineralogia, botanica, anatomia e biologia) con Laminàre sia aggettivo sia verbo, il fig Laminària “sorta di alga”con Laminariàcee (la Famiglia) il cui estratto è il chimico Laminarìna (suff chimico INA), Laminàto, Laminatòio, Laminatòre, Laminatùra, Laminaziòne e Laminòso, il termine composto chirurgico Laminectomìa del XX sec (col gr EKTOME resezione) poiché qui Lamina è dalla locuzione anatomica Lamina vertebrale; eppoi un Lamìglia (dal 1957), sorta di tessuto decorato con piccole lamelle metalliche, col suff AGLIE per collettivi, un Làmio questo una sorta di ortica” adottato dal XVI sec. Il termine Bràttea (snm di Gluma o Ipsofillo) inv dal lat BRATTEA o BRACTEA, d’etimo sconosciuto, vale lamina metallica e, in senso fig, in botanica, sta per una particolare foglia, cui Bratteàle, Bratteàto, Brattèola, con Bratteolàto, dal dim lat BRACTEOLA. 746 Alle armi, assegnato anche il nome di Fèrro, questo dal lat FERRUM privo di connessioni in area comune indoeur, poiché il Ferro fu scoperto dopo la costituzione delle prime società indoeur, con le loro lingue; l’onomastico Isotta, infatti, è dal celt ESSYT e vale “che difende con il ferro”. In percorso dal lat FERRUM, Ferràccia, Ferràccio snm di Ghisa, Ferràglia, Ferràio cui Fabbroferràio, Ferraiòlo, Ferramènta, Ferramènto, Ferràre cui Ferràta, Ferràto, Ferratòre, Ferratùra e il composto Ferracavàllo snm di Maniscalco, Ferrarèccia, un Ferrari nella cognomastica, Fèrreo, i dim Ferrètto e Ferrettìno, ancora Ferrètto “terreno ferruginoso” cui Ferrettizzaziòne, Fèrrico cui Idrato ferrico e Ferràto (omn del precedente) che vale Acido ferrico, Ferrièra, il composto Ferrìfero, Ferrìgno, Ferrìsta “assistente del chirurgo”, Ferrìte (suff scientifico ITE), Ferròso. Il Ferro dolce o Ferro battuto, rispetto all’Acciaio (0,3/1,7%) contiene una percentuale di Carbonio inferiore allo 0,3. Le locuzioni Braccio di ferro e Dito di ferro indicano due esercizi di competizione muscolare nati nei ritrovi quali taverne e locande. FERRO lo si ritrova ancora in composizioni quali Ferrocemènto, Ferrocròmo, Ferromagnètico con Ferromagnetìsmo e Ferroelettricità (dove Ferro vale “ferromagnetismo”), Ferrofluidodinàmica, Ferrotipìa (in ambito fotografico), Ferravècchio o Ferrovècchio. Ancora, Ferrovìa con Ferroviàrio, Ferrovière e l’ellittico FERRO con valore di Ferrovia, utilizzato nelle composizioni quali Ferromodellìsmo, Ferromodellìsta e Ferromodellìstico, Ferrotranviàrio con Ferrofilotranviàrio e Ferrotranvière. Eppoi, Ferruggìgno “color ruggine” dal lat FERRIGINUS da FERRUGO ruggine, Ferrùgine con Ferrugìneo, Ferruginosità e Ferruginòso, Ferruminàre (sovrapposto al lat FERRUMEN saldatura) con Ferruminatòre e Ferruminatòio, i prefissati quali Afferràre (AD allativo), Deferrizzaziòne (De sottrattivo), Inferràre e Inferriàta (IN illativo), Rinferràre, Sferràre con Sfèrra, Sferragliàre con Sferragliamènto, Sferràre con Sferràto e Sferratùra, eppoi il domestico Sferruzzàre, il composto fig Sferracavàllo adottato in botanica. Una particolarità, infine, per Ferraiolo del quale esiste un omn; il primo percorso etim è naturalmemnte da Ferro e sta per “operaio del ferro”, il secondo Ferraiòlo o Ferraiuòlo, invece, è dall’ar FERYUL mantello. Ferrandìna, attraverso il franc FERRANDINE, infine, è fuori percorso da Ferro poiché è una sorta di stoffa di lana e seta il cui inventore è Ferrand vissuto nel IV sec,. Il lemma Ferraio è sempre in connubio con Fàbbro, questo dal lat FABER operaio in connessione col verbo FACERE, cui Fàbbrica da FABRICA con Fabbricàre da FABRICARE, Fabbricàto e Fabbricaziòne da FABRICATIO FABRICATIONIS, Fabbricerìa da FABRICIERE, Fabbrìle da FABRILIS, l’onomastico Fabrizio “artefice”. Dal lat FABRICA il franc ha tratto FORGE cui l’omologismo Fòrgia con il denm Forgiàre e i derivati Forgiàbile con Forgiabilità, Forgiatòre, Forgiatrìce e Forgiatùra. Il Fèrro quale elemento chimico (simbolo Fe) è presente in alcuni alimenti 747 come il fegato, i legumi, frutti di mare e i vegetali verde-scuro, cui Ferrobattèrio, Ferrocène (composto con la C di Ciclo e ene di Pentadiene), Ferrochìna, Ferrocianìdrico, Ferrocianùro, Ferrolèga, il patologico Ferroprìvo, il composto chimico Deferipròne (con Ferro e Piridina, suff biologico ONE), la proteina Transferrìna (suff medico INA). L’ellittico FERRI questo con valore chimico di Ferro trivalente usati nelle composizioni quali Ferritìna “proteina” cui Apoferritìna (suff chimico INA), Ferridrìte. Snm di Afferrare e Brancare e Ghermire. Brancàre è da BRANCA zampa da tema med, vrs connesso al tema di Braccio dal gr-lat BRAKHION BRACHIUM braccio, cui Brànca con Brancàle, Brancarèlla, Brancàta, Brànco e il composto Brancorsìna ellittico snm della locuzione Zampa orsina, eppoi l’iterativo Brancicàre con Brancicamènto, Brancicatùra, Brancichìno e Brancicòne, Brancolàre con Brancolamènto, Brancolòne o Brancolòni, le composizioni Abbrancàre, questo sia nel significato di “afferrare”, sia in quello di “riunire in branco” snm Imbrancàre col pref IN illativo; Brancaleonèsco, in percorso indiretto, è in riferimento al personaggio Brancaleone della nota armata del film di Monicelli. Ghermìre, invece, è l’omologismo attraverso il long KRIMMJAN afferrare, cui Gherminèlla nel senso fig di “incantesimo-inganno-gioco” connesso con il lat CARMINARE sanare con incantesimi-incantare cui un ant Garminàre. Lancia, Dardo, Brando, Daga, Gladio, Sciabola... tutti termini che identificano delle armi primitive e sono d’origine straniera; questo dovrebbe comprovare una quotidianità più pacifica in seno ai popoli italici. Nelle battaglie e nei duelli, di questi le armi sono sempre in accoppiata con Scùdo, dal lat SCUTUM, cui SCUTARIUS - Scudièro e Scuderìa. Dal franc TARGA e il prvz inv TARGA l’ital conta Targàre donde il devb Tàrga. \ Le mamme spartane rivolte ai loro figlioli in partenza per la guerra e consegnando loro lo scudo, recitavano la frase rituale “O con questo o su questo” intendendo di tornare o indossando lo scudo in mano (vivo) o deposto sullo scudo (caduto ) come era tradizione funebre per i soldati.\ Termine alieno in questi percorso è Scudìscio, coniato dal lat SCUTICA che intendeva Scìtico, ovvero, relativo agli Scìti; da non associare il termine Scitàle o Scitàia, questo dal gr SKYTALE bastone che vale” testo scritto su una striscia avvolta intorno ad un bastone”. Lo scudo rotondo romano, piccolo e leggero, era indicato con PARMAM cui Pàrma, vrs sopravvissuto fig nel toponimo Parma cui i relativi Parmènse e Parmigiàno questo relativo al tipoco formaggio cui locuzione Parmigiano reggiano (della zona di Reggio Emilia) e da qui il Reggianito, formaggio gemello creato dagli emigrati italiani in Argentina. Nella locuzione Tirare di scherma, l’omologismo Schèrma è il devb da Schermìre d’origine long SKIRMJAN proteggere, cui Schermàglia eppoi il mas Schèrmo (dal XIV sec) fig da Schermire, donde Schermàre, Schermàta, Schermàto, Schermàggio, Schermatùra, Schèrmico, Schermidòre o Schermitòre o Eschermidòre, Schermìstico, i composti Schermografìa con Schermogràre e Schermogràfico; incrociando il termine Scherma col franc 748 SKARA schiera, è stato coniato Scaramùccia con Scaramucciàre. Il termine SHIRMJAN proteggere è connesso, tramite un passaggio fig con SKIRNJAN (sempre long) burlare e con metaplasmo della m in n, cui ancora Schernìre con Schernèvole, Schernitòre e Schèrno; in connessione indour ancora il ted ha SCHIRM che sta per “ombrello”, quindi, in senso più o meno lato, è implicita la semant riparare, schivare-burlare di questo percorso. In coerenza indoeur, si rintraccia ancora una connessione con l’ingl SCREEN schermo, cui i glb Screening “vaglio” dal verbo TO SCREEN che dal valore semant di proiettare sullo schermo s’è svolt fig in vagliare, come d’altronde è accaduto in ital con Schermografia; eppoi Screemate “immagine animata d’informatica” fig con MATE compagno. 1 Daci. Antica popolazione stanziatasi nella regione danubiana dell’odierna Romania, storicamente nota per essere stata sottomessa dall’imperatore Traiano (guerre del 101102 e del 105-107 dC). \ Spinacio Asparago Un luogo comune vuole lo Spinacio il vegetale ricco di minerale Ferro; invero è la menta e il prezzemolo che ne contengono maggiore quantità in percentuale. Spinàcio o Spinàce, meglio Spinàci - più ricco di vitamina C rispetto all’arancia - con Spinaciòne, è dal persiano ASPANAKH già ar ISFANAG o ISFINAG, in ital sovrapposto a Spina. Il termine persiano è assonante del termine med svoltosi nel gr ASPARAGOS germoglio e nel lat ASPARAGUS cui l’ital Aspàrago o Aspàragio, meglio Aspàragi, o ancora Sparàgio con aferesi, cui, in complanare, Sparagèlla o Sparaghèlla, Asparagàcee, Asparagèto, Asparagiàia e Sparagiàia, Asparagìna “amminoacido” (suff chimico INA) cui Aspàrtico e Aspartàme, Asparicoltòre con Asparicoltùra con Aspargicoltòre. Spinaci ed Asparagi, quindi, sono vrs connessi a comprovare l’immensa area indoeur. Asparagus era anche l’ant imbarcazione romana specifica per il trasporto degli asparagi importati. \ Gli Asparagi di Rommel (generale tedesco) erano così indicate le palizzate costruite dai tedeschi nell’ultimo conflitto mondiale, a protezione dagli sbarchi \ \ Ferro e nomi di persona Ferro è un ant nome, in gran voga nel medioevo, vrs, come una moltitudine di cognomi d’oggi, ha avuto origine dal soprannome che intendeva chiarire la fisiognomica di chi lo portava. Nomi similari o che paiono dello stesso ceppo, sono Ferrante o Ferrando e Ferdinando con i suoi ipocoristici Fernando o Nando. In effetti, il primo, Ferrante-Ferrando, è in origine un soprannome che si rifaceva, è vero, al ferro, ma in riferimento al colore grigio-ferro dei mantelli equini; nomi nati in Spagna e in Francia prima di calare omologati nella nostra penisola, quali Ferrant e Ferrand. Il cognome Ferrero, poi, appare originario da fabbro ferraio, sp Ferrer, franc Ferrier. Altro percorso per l’onomastico Ferdinando, che non sta per “Ferro di Nando”, ovvero “Ferro figlio di Nando”, infatti, il nome è d’estrazione ted, di nascita visigota, e vale FRITHU sicurezza, amicizia e NANTHS audace coraggioso, quindi FRITHUNANTHS; gli spagnoli se ne sono innamorati 749 attestandolo nell’ipocoristico Hernando-Fernando. Un onomastico italianissimo è Ferruccio, vedi Francesco Ferrucci, che non è il vezzeggiativo di Ferro, bensì dal lat FERRUTIUS, poi rivolto in Ferrùzio; dal nome del suo uccisore Fabrizio Maramaldo, a Gavinana nel 1530, è derivato il termine Maramàldo che vale snm di Traditore, cui Maramaldeggiàre, Maramalderìa e Maramaldèsco. PICCHETTO Dopo un’escursione in Francia, il lat PICCA rimpatria in PIQUET drappello (armato di picche), ribattezzato Picchètto. Il termine è peraltro associabile alla consuetudine militare di legare i cavalli ai pali, prima dell'ordine di partenza. Picchetto, allora, semant un “drappello armato, di guardia o d’onore”. La smilitarizzazione ideologica ha portato a definire Picchetto finanche gruppi d’operai, di studenti, di femministe... di protesta o d’occupazione. Il Picchetto è anche il paletto conficcato nel terreno quale segna-confine o per reggere la tenda. Altri derivati: Picchettàre, Picchettàggio, Picchettamènto, Picchettàto o Picchiettàto, Picchettatòre, Picchettatùra, Picchettaziòne. \ Palo Pala Altro termine associato potrebbe essere Pàlo, che dal lat tardo PALUS è connesso a Pala, entrambi da un ant PAG-S-LA ciò che si pianta o si affonda... cui Palètta (anche parte della chitarra snm di Cavigliere, dove hanno sede le chiavette) e Palètto con Palettàre, Palettàta, Palettatùra, Palettizzàre o Pallettizzàre, (questo attraverso l’ingl TO PALLETIZE, con Palettizzàbile o Pallettizzàbile e Palettizzaziòne o Pallettizzaziòne, Palificàre con Palificàta e Palificaziòne, il dim Palìna con Palinàre, Palizzàta, Palìzzo, Passòne questo accr di un arcaico PAXOLOS di PALUS, e una non certa relazione con Palànca (omn di Palanca “moneta), questo inv dal lat PALANCA trave, già gr PHALNKS tronco d’albero, cui Palancàre con Palancàta e Palancàto, Palanchìno (omn di Palnchino “portantina”), Palànco o Parànco con Parancàre (in attestazione genovese), Palàncola snm di Pedagnolo, un raro Piancìto da un ant Piancia attraverso il lat volg PLANCA per PALANCA, il prefissato Spalancàre con S sottrattivo che sta per “più che aprire” ossia “togliere le palanche (travi di chiusura) cui Spalancamènto e Spalancàto. L’ingl conta POLE palo, donde la locuzione glb Pole position “posizione al palo di partenza”. Direttamente dal gr PHALANKS il lat conta PHALANGA rullo cui Falànga tronco; il termine militaristico Falànge ideata dal macedone Alessandro Magno (356/323 aC) è sempre dal gr PHALANKS tronco poi lat FALANGEM, in risvolto fig, cui Falangìsmo, Falangìsta (appartenente alle Falange, l’omn-snm di Falangista “sorta di marsupiale) e Falangìtico, eppoi Falangèridi (Famiglia di mammiferi), Falangètta e Falangìna delle dita (la prima quella con l’unghia e la seconda quelladi mezzo), Falangìte (suff patologico ITE). Falanstèrio o Falanstèro da tema med FALA-PALA macchina d’assedio, cui Falàrica “grosso giavellotto” da un ampliamento lat FALARICA d’identica traduzione, e sarebbe ricaduto fig in quello anatomico. Esiste un Falàsco 750 “pianta palustre” considerato d’identico tema med FALA cui il risvolto tematico fig, ma non accertato, in FALASKA pianta, o, forse, ampliato fig con un suff ligure ASCO. Esiste, ancora, il lemma Falèsia attraverso il franc FALAISE da un ant FALISA “rupe”, vrs e fig più vicino al tema med ove si pensi alle arcaiche macchine belliche. L’attinenza di Palo quale strumento per i campi dovrebbe desumersi in area indoeur con il lemma ingl POLE palo in connessione rad con lo slavo POLE campo, cui il toponimo nazionale Polonia da Polàni “abitatori dei campi”, Polàcca (sorta di danza, giacca, stivaletto) con Polacchìna “calzatura”, vrs Polàcca “sorta di veliero” snm di Pinco con Polaccòne “sorta di vela” considerati d’etimo non accertato in questo percorso, Polàcco, Polonaise per accezione “danza polacca” glb dal franc, cui l’talianizzazione Polonèse questo anche “sorta di tessuto”, Polònico, meglio Polònica, per accezione relativa ad una infezione da pidocchi cui Febbre polonica, Polònio “elemento chimico” in riferimento alla Polonia (simbolo Po), patria di M.Curie che lo scoprì, Polèna “ornamento scultoreo prodiero” attraverso il franc POULAINE, fig dalla locuzione SOULIERS A LA POULAINE scarpe alla polacca. La rad è l’indoeur PAK che sta per Pattuìre, alternata in assimilazione con altre rad PAG e PLT, cui il lat PLANTARE (fig con la pianta del piede) e l’ital Piantàre con Piantàta e Piantàto; attraverso il franc PLAN da PLANTER piantare, l’ita conta fig Piàno nel senso di “disegno industrialeprogetto-programma”cui il composto Pianificàre con Pianificàbile, Pianificabilità, Pianificàto, Pianificatòre e Pianificaziòne. Da contare Pianìsmo “pianificazione economica” (omn di Pianismo da Pianoforte). Una nuova professione si affaccia nel millennio, il glb Wedding plan, che tradotto dall’ingl vale “progetto per organizzare un evento matrimoniale, luna di miele inclusa” Il percorso prosegue nei prefissati Impiantàre col devb Impiànto e Impiantamènto, Impiantìre con Impiantìto, Impiantìsta, Impiantìstica, Impiantìstico, Impiantologìa, eppoi Piànta “arbusto” (omn o sovrapposto a Pianta del piede) da PLANTA cui Piantàggine da PLANTAGO PLANTAGINIS snm di Petacciola, Piantàbile, Piantagiòne da PLANTATIO PLANTATIONIS con lenizione sett del gruppo tion in sgion e successivamente in gione, Piantamènto, Piantàna, Piantatòio, Piantatòre e Piantatrìce, Piantatùra, Piantìme, Piantìna (oltre al dim di Pianta, indica una piccola carta topografica sovrapponendo il termine a Piano “piatto”), Piantòne con Piantonàre e Piantonamènto (transitato del gergo militare svoltosi in sorvegliante non armato), Piantonàia e Piantonàio, Piantùme (suff UME per collettivi) dall’antica pratica di interrare gli ortaggi calcando col piede, Plàntula dal dim lat PLANTULA, Plànula “larva”, i composti Piantagràne (con il fig plur Grane “fastidi”), Piantanimàle, Plantagenèto (suff da Genesi) attraverso lingl PLANTAGENET capostipite, Plantaginàcee (con il succitato genitivo lat PLANTAGINIS, vale Famiglia di piante erbacee) . Il termine Piantùme, col suff collettivizzante UME, vale “l’insieme delle piante seminate”, cui Piantumaziòne; il verbo Piantumare è semant errato, poiché non esiste il piantare ciò che è già seminato. Il diritto 751 di piantare nella proprietà altrui è definito Enfitèusi dal gr EMPHYTEUSIS il piantare dentro col pref gr EM corrispondente al lat IN illativo, cui Enfitèuta, Enfitèutico. Dal Pp PACTUS si ha Pattòna quale snm di Castagnaccio (nel senso di “impasto compatto”), e col pref COM è nato Compàtto, già gr PEKTOS condensato, compatto, cui Compattàre, Compattàbile, Compattamènto, Compattatòre con Compattaziòne, Compattèzza e la composizione Autocompattatòre per la nettezza urbana, eppoi Pectàsi (suff scientifico ASI), Pectìna (suff chimico INA) con Pèctico. Potrebbe essere vrs nella mappa indoeur una connessione tra il rad PAK è l’ol PACK, considerando un patto che introduce un tangibile scambio, cui Pàcco, il dim Pacchètto, Paccottìglia dallo sp PACOTILLA attraverso il franc PACOTILLE e, con i pref, Impaccàre, Impacchettàre, Impàcco. Il termine Pèctide, l’ant strumento gr musicale a corda, con la variante Pèttide, è dal gr PEKTIDOS da PEGNYMI fisso insieme. Il franc conta TROUSSER impacchettare cui il glòb Trousse (pron trus). Pàcca, invece, fuori percorso, è da una serie onomatopeica PAC PAC del valore di colpo cui, in estensione metaf (lavoro dei campi a colpi di zappa), il volg napoletano Pacchera “schiaffo-botta”. L’omn Pàcca sta per “natica” o “pezzo di carne macellata (suino) omologismo dal long PAKKA rintracciabile nel ted BACHE guancia-coscia equina-natica, cui il fig Pàcchero “sorta di pasta” di genesi napoletana, sovrapposto a Pacchero; è vrs una connessione con l’onomatopeico Pacca “colpo” per la tentazione che si ha di schiaffeggiare una natica, un pezzo di carne polposa, una guancia. Pàcchia, snm di Cuccagna, (come Villano da Villa), Pacciàme o Pacciùme con Pacciamatùra con nel senso di “poltiglia”, per accezione riferito a foglie e sterpi, col suff collettivo UME variante di AME. Vrs da una metaf, il termine Pacchia, dal significato originario di “lavoro gravoso (nei campi)” si è semant attraverso il valore di “rozzo-volgare” via via in “felice ozio” (enantiosemia), ed includendo le abbuffate di cibo, donde Pacchiàre che vale mangiare con Pacchiamènto, Pacchiàno, Pàcchio e Pacchiòne, eppoi Pacchianàta, Pacchianerìa, Pacchieròtto. La pacchianella è un gruppo folcloristico nato a Monte Sant’Angelo sul Gargano. Tornando a Pala, il percorso semantico di Impalàre e Impalàto, allora, col pref IN illativo “infilare il palo per tutto il corpo” s’è diversificato da Impiccare, questo limitato al capo (infilzare il capo eppoi appendere per il collo). Implicitamente più largo, giunge Strampalàto un inc di Strambo con Impalato (pref S sottrattivo), che sta per “sfornito di trampoli (protesi) benché gli occorrano”, con richiamo al ted TRAMPELN calpestare cui l’omologismo Tràmpoli con Trampolière con la locuzione Uccello trampoliere, e Trampolìno. Dal rad PAK-PAG pattuire-piantare, cui Pàtto da PACTUM con Patteggiàre, Patteggiàbile, Patteggiamènto e Patteggiatòre, Pàtta da PACTA quale plur di PACTUM con valore di “parità” cui Pattàre con un Impattàre “pareggiare” (omn di Impattare “battere contro) e un Rappattumàre con valore di Riconciliare, per associazione è derivato il termine Pàce “patto di disarmo” dal lat PAX, cui Paciàre, Paciàle, Paciàro, Pacière, Pacìfero, 752 Pacìfico con i derivati quali Pacificàre, Pacificaziòne, Pacifìsmo e Pacifìsta, Pacifondàio su calco di Guerrafondaio, Paciòne con Pacionìsmo (XXI sec) e Paciòso, eppoi il prefissato Riappaciare o Rappaciàre cui Rappacificamènto, Tappacificaziòne o Riappacificaziòne. Il Pacifìnto è l’ipocrita pacifista. Tra i tanti derivati di Pace, quali Pacàre dal lat PACATUS con Pàgo e Appagàto (da lenizione sett), non è da includere il termine Pacioccòne, questo discendente diretto di Baciòcco “sempliciotto”, erroneamente attestatosi. Altri termini alieni Pacìnko “sorta di gioco” di genesi giapponese, Paciùgo con Paciugàre parasnm di Pacciame, l’omologismo Paciulì attraverso il franc PATCHOULI (pron paciulì) “pianta erbacea” già ingl ma di genesi tamil. Attraverso il prvz PATI area per il pascolo in comune, dal lat PACTUM patto-convenuto, lo sp ha tratto PATIO cui il glb Pàtio “cortile interno”. Il fem Pàtta dal lat PACTA, conta due omologismi omn, Pàtta con Pattòne dal long PAITA veste ed anche abbotonatura, come quella dei pantaloni, e Pàtta con Pateràzzo dal franc PATTE zampa (prvz PATO) cui PATIN svoltosi nell’ital Pàttino, meglio Pàttini, e Monopàttino, con Pattìna, Pattinàggio, Pattinamènto, Pattinàre, Pattinàto, Pattinatòio e Pattinatòre, cui PATOUILLER diguazzare nel fango svoltosi in PATROUILLER col derivato PATROULLE e l’ital Pattùglia con Pattugliàre, Pattugliamento e Pattugliatòre; snm di Pattino e Pattini è Schettìno con Schettìni, omologismo dall’ingl SKATING pattinare, vrs connesso al tema SKAT erompereschizzare cui, in complanare, Schettinàggio, Schettinàre, Schettinatòre. L’ital conta Pattìno o Patìno (accentazione piana) “sorta di imbarcazione” sempre attraverso il franc PATIN. \ Le pattine domestiche, care alle nostre nonne e mamme, si sarebbero evolute con l’invenzione orientale di Scarpette aspirapolvere a batteria da calzare in casa, logicamente munite di un piccolo serbatoio per lo svuotamento.\ Il gr conta EIRENE pace, ad indirizzo teologico, cui Irènico, Irenìsmo con Irenìsta e l’onomastico Irene, in complanare con il lat Pacifico, Pacifismo, Pacifista e Pace in cognomastica. Altri termini associati al rad PAK-PAG, Paèse (fondato con il patto di piantarvisi) cui Paesanìsmo, Paesàno, Paesìsta o l’obsoleto Paesànte, Paesìstico con Paesisticamènte, il prefissato Spaesare con Spaesàto, Paesàggio (collettivo, che è l’inc di Paese col franc PAYSAGE) cui Paesaggìsmo, Paesaggìsta, Paesaggìstico e Paesaggìre, questo coniato dal poeta Andrea Zanzotto (1921/2011). \ In Italia ben oltre 5mila paesi sono abbandonati \ \ La mitica locuzione Passaggio a Nord-ovest, già tentato dal 1400 e aperto storicamente nel 2007 per pochi giorni causa i ghiacci, è il varco lungo la direttrice Asia-Europa (Tokio-Londra) a nord del Canada, che conduce a tagliare ben 12mila Km lunga la rotta attraverso il Canale di Panama. Il Passaggio a Nord-est, invece, più agibile, è il transito a nord della Russia, che fa risparmiare 9mila Km evitando il Canale di Suez. Nel 600 aC, l’attuale Canale di Suez era indicato con il Canale del Faraone poiché gli egizi si erano attivati per effettuare alcune escavazioni di passaggio. \ Il percorso continua con Pàgina “piantagione a schema regolare”, cui fig 753 “foglio per scrittura” con Pagèlla dal dim PAGELLA, Pastìno (attrezzo agricolo) e Pastinàre da un ant PAKS-TINO questo aggettivo sostantivato di PANGERE piantare, rad PAG; con i prefissati Compàgine dal lat COMPAGO connessione da PANGERE col pref associativo COM. Impàtto dal Pp IMPACTUS con Impattàre col pref illativo IN “pigiare contro”. Propagàre (pref PRO nel senso di riproduzione) con Propagàbile cui Propagabilità, Propagamènto, Propagatòre, Propagaziòne, il sostantivo botamico Propàgolo cui Propagolaziòne, ancora Propagginàre con Propàggine o Propàggine con Propagginamènto o Propagginnaziòne eppoi Propagànda questo gerundio al fem dalla locuzione eccl DE PROPAGANDA FIDE fede da propagare cui Propagandàre, Propagandìsta, Propagandìstico, la locuzione Ministero della Propaganda con Ministro della Propaganda di memoria fascista. Ai fini di una propaganda è adottato il glb Slògan “frase orecchiabile” dal celt (gaelico) SLUAGH GHAIRM urlo di guerra cui gli omologismi Sloganeggàre, Slogànico e Sloganìstico. Rimpinzàre dal lat volg PICTIARE da PANGERE con duplice pref cui RIIN-PICTIARE pigiare dentro ossia impiantare, Spìngere, già Pìngere (omn di Pingere “dipingere”) o Pìgnere e Spìgnere, da EX PANGERE cui Spingimènto o Spignimènto e il composto Spingidìsco (meccanica), eppoi Impìngere (IN illativo) snm di Spingere (in una determinata direzione), Spìnta con un aferetico Pìnta e Spintòne che col pref EX intensivo vale “più che piantare”, in altre parole ficcare, Respìngere da RE EX PANGERE (doppio prefisso reiterativo) cui Respingènte, Respingimènto, Respìnta e Respìnto, Sospìngere o Sospìgnere cui Sospìnto (pref SO di SUB sotto); termine alieno Pìnta “unità di misura per liquidi” (adottato dal 1875) omologismo dal franc PINTE. L’ingl conta TO DRIFT sospingere - andare alla deriva cui il glb Drift “deposito roccioso da trasporto glaciale o il moto di una particella” con Drifting “lancio di esche” Dal lat SPONS SPONTIS volontà l’ital conta Spònte, o Spìnte questo inc con Spinta, cui Spontàneo con Spontaneìsmo, Spontaneìsta, Spontaneìstico, Spontàneità e Spontàno. Il gr conta OSMOS spinta, pressione donde Osmòsi con Osmòtico e la composizione Esosmòsi in percorso con Osmòmetro, Osmotattìsmo (col gr TAKTOS ordinato); da non equivocare col percorso di OSMAN odorare cui Osmoforo. \ Il riferimento semantico “agricolo” della Pagina è da tempo archiviato, a favore di quello metaf grafico, pertanto, l’espressione “una pagina di lattughe” crea oramai delle profonde perplessità a chi ascolta. Il lettore, nello scorrere questa ricerca, saprà infatti che una moltitudine di termini che pronunciamo appartengono originariamente alle pratiche dell’agricoltura, alle prime civiltà stanziali - unica fonte d’economia, madre dell’allevamento e dell’artigianato - successivamente celati dalle interpretazioni metaforiche, le quali si sarebbero consolidate semant in maniera irreversibile.\ Pàla, da inv tema med PALA sta per “rotondità”, derivato da PELA, oltre all’arnese di lavoro, cui Palàia (omn di Palaia “sogliola”), il denm Palàre da Pala o Palo e l’aggettivo Palàre relativo alla Pala d’elica, Palamènto, Palàta, Palatùra, Paleggiàre con Paleggiamènto e Palèggio, il dim Palèlla o Parèlla, il composto Palafìtta (con Fitto Pp del lat FIGGERE) cui Palafittàre e 754 Palafittìcolo, il prefissato Spalàre (S intensivo) cui Spalàta, Spalatòre, Spalatrìce e Spalatùra, il composto Spalanève; termine alieno Palemònidi “Famiglia di crostacei Decapodi” in onore dl dio marino gr Palaimon. Pàla vale anche per “dosso montano” e per “spazio aperto” cui il sostantivo ed aggettivo Piàno “piatto” dal lat PLANUM questo anche nel senso di “parte di un edificio” compreso tra il pavimento e il solaio oppure tra due solai dove il primo fa da pavimento, eppoi Piàna e Pianàle, Pianèlla “calzatura bassa” o “mattonella” cui Impianellàre con Impianellàto, Pianèllo, Pianeròttolo, Pianèzza, Pianigiàno (abiatante della pianura, in correlazione con Alpigiano e Valligiano), Pianòro, Pianùra, il prefissato Appianàre cui Appianàbile, Appianamènto, Appianàto, Appianatòia, Appianatòio e Appianatùra, i composti Piano-concavo e Piano-convesso, Pianosequènza, Pian-parallelo, Pianterrèno o Pianoterrèno o ancora in locuzione Pian terreno e il fotografico Primo Piano, snm di Mezzobusto, nel senso di immagine avanzata rispetto al resto della foto in Secondo piano e oltre; eppoi l’omn fig Piàno “lento”. Il percorso continua con Plàga questo, inv dal lat PLAGA piano-regione (omn di PLAGA percossa) connesso col ted FLACH liscio, Planàre, fedele al lat PLANUM, e il prefissato Complanàre (pref COM vale “di pari importanza-sullo stesso piano”), eppoi Planària (zoologia, dei Turbellari), Planarità, Planàta e Planàto, Planitùdine (ricalcando Latitudine), Planìzie, il glb ingl Planning cui Aquaplanning dal verbo TO AQUAPLANE navigare con l’acquaplano, il pref adattato PLANO per composti quali Planigrafìa, Planigràmma, Planimetrìa con Planimètrico e Planìmetro, Planipènni (con Penna, Ordine di insetti), Planiròstro, Planisfèro o Planisfèrio (composto con l’ellissi di Emisfero), Planivolumètrico, Planografìa con Planogràfico. Ancora i prefissati Appianàre, cui l’iterativo Riappianare o Rappianàre, con Appianatòia, Appianatòio e Appianatùra, Propalàre “diffondere in spazio aperto (pref PRO)” dall’avverbio lat PALAM apertamente con Propalatòre e Propalaziòne, Spianàre (EX intensivo, per accezione un’arma, nel senso di puntarla sul piano di tiro) con Spianàta, Spianàto, Spianatòia “ove lavorare, spianare col mattarello, l’impasto in cucina”, Spianatòio, Spianatòre, Spianatrìce, Spianatùra e Spiàno. Dal lat volg PLANULA, questo dim del fem PLANA, è sorto Piàlla, lo strumento da falegname per spianare, cui Piallàccio con Impiallacciàre, Impiallacciàto Impiallacciatòre e Impiallacciatùra, Piallàre, Piallàta, Piallatòre, Piallatùra, Piallètto e Piallòne; snm di Piallare è Dolàre, inv dal lat DOLARE, cui lo strumento Dolàbra da DOLABRAM però attestatosi quale “lama per sacrifici” e successivamente “piccone” a due becchi, uno a punta e l’altro a taglio. Il percorso prosegue con l’aggettivo e sostantivo araldico Palato (con i pali) omn di Palàto dal lat PALATUM cavità orale (dalla volta rotonda) cui i relativi Palatàbile con Palatabilità, Palatàle cui Palatizzàre, Palatizzànte, Palatizzàto e Palatizzaziòne, l’aggettivo Palatìno (omn di Palatino da Palazzo), Palatìte (suff ITE per malattia acuta), i composti Paltoalveolàre, Palatogràmma, Palatoplàstica, Palatoschìsi; eppoi Pàlma dal lat inv PALMA (lemma polisemico che sta per pianta, termine marinaresco, termine zoologico, parte della mano opposta al dorso) e Pàlmo dal lat PALMUM 755 (diffuso dal toscano è snm di palma della mano) con i loro derivati quali Palmàre, il fig Palmàres, Palmàrio, Palmàta, Palmatìfido (con il lat FIDUS da FINDERE fendere, Palmàto, Palmatolobàto (fal gr LOBOS rotondeggiante), Palmatopartìto (dal lat PARS parte), Palmatòria, Palmatosètto (con il lat SECTUM tagliato), Palmèto, Palmière (pellegrino con la palma), il dim Palmètta anche fig, Palmìfero, Palmifòrme, Palminèrvio (con il lat NERVUM tendine), Palmìpede (con il lat PES PEDIS piede), Palmìsti (semi), Palmitàto, Palmìte con Palmìtico, Palmìzio, Pàlmola, Palmòso, l’onomastico Palmiro “nato nel giorno cristiano delle Palme”. Infine il prefissato Impalmàre snm di “sposare una donna” in senso fig “stringere l’un l’altro la mano”, cui la locuzione Impalmare la morte “votarsi alla morte”, omn di Impalmàre, questo pseudoetim omologismo dallo sp EMPALOMAR legare con spago-congiungere cavi metallici”. Nel gergo dei prestidigitatori, la locuzione Impalmare una carta vale “celare una carta in mano”. La locuzione Vino di palma (della pianta) era già nota tra gli Assiri quale aperitivo. Ràfia o Ràffia è un genere di Palme dal lat RAPHIA d’origine malgascia, cui anche Ràfia “fibra vegetale”; il lemma Ràfididi “Famiglia d’uccelli dal becco uncinato”, dal gr RAPHIS RAPHIDOS ago di RAPTEIN cucire, pare alieno ma, associando l’uncinato allo spinoso delle guaine foliari delle palme, è vrs una connessione cui Rafìdia “sorta di insetto fornito di pungolo”. Il lat PALMA è in connesione col gr PELMA pianta del piede da questo Pelmatozòi (Superclasse di Echinodermi). Decisamente fuori percorso Pàlmer “sorta di pneumatico per biciclette” snm di Tubolare e tipo di micrometro” entrambi dal nome dell’inventore J. Palmer (1958). \ La Palma d’oro per il vincitore dele Festival cinematografico di Cannes è l’omologo europeo dell’Oscar americano.\ Il percorso da PALA “rotondità” s’articola ancora con Palàzzo e Palàgio da PALATIUM con l’aggettivo Palatìno da PALATINUS “relativo al palazzo, alla corte” (omn di Palatino da Palato) e Palatinàto e Paladìno “conte del palazzo” semantizzato “eroe difensore” cui Paladinèsco, con Palatìno questo per accezione l’oronimo del colle romano dalla locuzione Colle palatino (colle del palazo), la cui metafora di potere è oggi ereditata dal termine Palazzo. In percorso, Palaziàle, Palazzàccio, Palazzètto, Palazzìna, Palazzòtto, i composti con PALA quale pref per Palazzo, quali Palacongrèssi, Palaghiàccio, Palaspòrt. Le locuzioni storiche minoichemicenee Fase prepalaziale, Fase postpalaziale. Il demotico Minòico è il relativo di Minosse, loro leggendario re eletto alla sua morte giudice dell’oltretomba; Micenèo è l’etnico di un popolo indoeur, detto anche degli Achei, provenienti dalla penisola balcanica e che prende il nome appunto dalla loro capitale Micene. Il termine Pàlco, omologismo, con Palcàto, Palchètto e Palchettìsta, i prefissati Impalcàre con Impalcamènto, Impalcàto e Impalcatùra, Spalcàre con Spalcatùra (anche termini agricoli), il composto Palcoscènico, ha un percorso diverso, dal long BALK trave, cui ancora Bàlco, Balconàggio, Balcòne con Balconàta e Balconcìno, Balconière, l’esot Balconnet 756 “reggiseno a balconcino” dal franc BALCON balcone, il tutto vrs dal rad indoeur BAK bastone; il termine Palco è vieppiù utilizzato per definire ciascuna delle ramificazioni delle corna dei cervidi, cui Palcùto. Vrs una connessione con il turco BALK che dal significato originale di fango s’è svolto in BALKAN catena montuosa (balcone naturale) cui il franc BALCANIQUE e l’ital Balcànico cui Balcanizzàre e Balcanizzaziòne con la locuzione geografica Penisola balcanica. Fuori percorso, l’omn Palànca (moneta) dallo sp BLANCA “nome di una moneta”; Palanchìno, questo dal sct PALYANKA letto, portantina è omn di Palanchino da PALANCA trave, ma d’origine rad comune (l’arcaica portantina è di assi o travi). Il lat conta lo specifico MAENIANUM balcone o veranda donde Mignàno “balcone esterno” e il volg mer Mignàli “scalinate esterne all’edificio, poste sulla via pubblica”. Il gr conta lo specifico TARSOS impalcatura cui Tàrso, fig pianta del piede cui Tarsàle, Tarsalgìa eppoi Metatàrso con Metatarsàle, Metatàrsico e Metatarsalgìa, eppoi Tàrsio “proscimmia” con Tarsìdi (la Famiglia, dalla pianta del piede oltremodo sviluppata); lemma alieno Tàrsia con Intarsiàre omologismo dall’ar TARSI da RASSA’A intarsiare. Tarso è anche un toponimo cui il lat TARSITUS di Tarso cui l’onomastico Tarcisio. \ Giardino mediterraneo In complanare ai temi snm di frutto, il Mediterraneo conta diversi temi snm di pianta, confermando la sua denominazione di giardino. Da LABRNO cui LABURNUM e successivamente l’aferetico ABURNUM deriva Avòrnio con Avornèllo o Avornièllo, e Vibùrno (adottato dal 1668) dalla variante lat VIBURNUM “sorta di pianta” delle Caprifogliacee, snm di Lantana (questo già dal XII sec) ma anche del fig composto Maggiociondolo (dal XVIII sec) e di Ornello (XVI sec). Da LAPPA il dim lat LAPPULA cui l’ital Làppa o Làppola (sorta di pianta erbacea delle Composite) snm di Bardàna questo inv dal lat BARDANA in ipotetica connessione con Bardare “adornare” questo di genesi ar, ed un fig Lappàre “bere con insaziabilità” (adottato dal XVI sec) dovuto alle brattee della pianta che s’attaccano tenacemente agli abiti, cui il termine volg siciliano Làppara che sta fig per “donna racchia ed attaccaticcia”. L’omn Lappàre “limare” è l’omologismo dall’ingl TO LAP levigare neologismo del XX sec, cui Lappatòre, Lappatrìce, Lappatùra. Fuori da questi percorsi, Làppone o Lappòne, etnico omologismo dallo svedese LAPP attraverso il lat plur LAPPONES, relativo ad una popolazione ugro-finnica il cui nome nazionale è Sabme.. Da LAURO il noto Làuro, termine quest’ultimo da una voce preindoeur passata nel lat LAURUS, cui il snm Allòro, tradizionalmente simbolo di vittoria, con Lauràcee (la Famiglia), alle quali appartiene lo Gnìdio “sorta di pianta velenosa” dal lat GNIDIUM; eppoi Lauràto, Làureo, il dim Laurèola da LAUREA di alloro, Lauretàno, Laurèto, Làurico, Laurìlico, Laurìna, Laurìno, gli onomastici Laura con il dim Loretta e la versione russa Lara questo però in concorrenza con un ant onomastico lat Lara madre delle divinità LARES, Loredana dal lat LAURETANA con l’ipocoristico Lorena, 757 Lorenzo con Laurenziàno, Laurènzio (chimica, questo in onore di E.O. Lawrence 1901\1958) e i suoi dim Enzo e Renzo, attraverso il toponimo lat LAURENTUM cui Loreto nelle Marche; ancora, i composti Lauroceràso (con Ceraso variante di Ciliegio) e Laurotìno o Lauro Tino con la variante Lentàggine questo dal lat LENS LENTIS delle Capriofogliacee. In percorso Alloro americano detto Kàlmia. Alloro ha ancora un snm in Orbàco tratto dalla locuzione lat LAURI BACA con aferesin della L e mutazione del gruppo vocale au in o; da non equivocare con Orbàce “sorta di tessuto lanoso” questo omologismo dall’ar AL BAZZ, attraverso il sardo Orbaci, con il quale si confezionavano le divise fasciste. Dalla locuzione scientifica lat LAURUS CAMPHORA, attraverso l’ar KAFUR, l’ital conta Cànfora cui Canforàceo, Canforàre, Canforàto, Canfòrico, l’albero Cànforo. Dalla locuzione lat CORONA LAUREA, corona d’alloro, l’ital conta ancora il termime Làurea cui Laureàndo, Laureàre e Laureàto. Il gr conta lo specifico DAPHNE alloro cui l’ital Dàfne o Dàphne “Genere di piante delle Timeleacee, e fig Dàfnia “sorta di crostaceo dulciacquicolo” le cui uova si schiudono dopo decenni - donde i mitologici Dafne e Dafni. Da LENTISCO il lat LENTISCUS cui Lentìschio o Lentìsco “pianta delle Anacardiacee”, fig da LENTUS per la sua vischiosità; il tardo lat eccl conta ancora SCHINUM già gr SCHINOS quale snm di LENTISCUS cui l’ital Schìno. Da LIGUSTRO il lat LIGUSTRUM cui Ligùstro “sorta di arbusto” snm di Olivella-Ulivella o di Mezereo, connesso a Ligùria e Lìgure tramite un precedente rad LIGUS cui Ligùstico con la variante (deformazione dal lat) Levìstico, eppoi Ligulìna, termine chimico “colorante” con Ligu, ipocoristico di Ligustro, suffissato con il chimico INA e l’intercalare l. Fuori percorso Liguorìno o Liguoràno, questo relativo ad Alfonso M. de’ Liguori (1696/1787) morto in un’età straordinariamente longeva data la vita media del tempo. Da MALVA, già gr MALACHE, il calco Màlva dal lat MALVAM cui Malvacciòne, Malvàcee (alle quali appartiene l’albero Ibìsco dal lat HIBISCUM), Malvàceo; direttamente dal gr si conta Malachìte, “dal colore della malva” il minerale che stando alla Cristalloterapia sanerebbe dalla timidezza. Il termine Oppio-òppio è dal lat OPIUM, gr OPION succo di papavero cui un generico OPOS succo (omn del genitivo gr OPOS di OPS vistaocchio…); il percorso conta Oppiàceo, Oppiàre, Oppiàto, Oppiòide, il prefissato Alloppiàre (AD allativo) coniato straordinariamente con il sostantivo munito d’articolo “l’oppio”, i composti fedeli al lat Opoterapìa con Opoteràpico, eppoi Oppiofagìa con Oppiomanìa e Oppiòmane con valore di “tossicomania”. Termine omn Oppio-òppio “sorta di acero” dal lat OPULUM. Da SABINA il calco Sabìna inv dal lat SABINA ginepro, cui il toponimo Sabina e i suoi abitanti Sabini. Dal gr SKUPA e il lat SCOPA “specie di pianta-ramoscello” l’ital conta Scòpa con Scopèto in snm con Erica-èrica, altrimenti detta infatti Erica 758 scoparia, questo dal gr EREIKE cui Ericàcee con Ericèto, la locuzione Terra di erica; dal lat plur SCOPAE insieme di ramoscelli l’ital conta il sing Scòpa “attrezzo di pulizia” donde Scopàio, Scopàre, Scopàta e Scopatòre con Scoperèccio con il risvolto volg fig relativo al coito, Scopatùra, il dim Scopètta con Scopettàre, l’accr Scopettòne con il fig Scopettòni “baffi”, il dim Scopìno “piccola scopa” e Scopìno (adottato dal 1940, suff INO di mestiere) snm di Spazzino (già dal XVII sec), il composto Scopamàre (marinaresco), Scopàzzo, il fig Scòpa quale “gioco delle carte” e la locuzione medv Gran scopatore questo il responsabile degli addetti alle pulizie di palazzo. Da TANA pianta il lat TANACETUM cui l’ital Tanacèto e Tanacetìna. Dal lat ULVA “alga” l’ital conta l’inv Ulva-ùlva cui Ulvàcee (fuori percorso Ulvìte, minerale dell’isola di Ulvo, Svezia); il lat conta ancora BUDA ulva cui il dim BUDULUS e il volg BLUDUS donde l’ital Biòdo “sorta di pianta palustre”. Infine, dal tema VERBASCO transitato dal lal VERBASCUM, oltre all’esplicito Verbàsco, l’ital ha coniato, implicitamente macchinoso da un’attestazione ligure, Tassobarbàsso, cui le varianti Barabàsso o Barbàsco e Barabàsco o Barbàsso, dalla locuzione TAS BARBAS mutando la v in b, e dove Tàsso sta per Tapsìa dal gr THAPSIA “pianta della Ombrellifere”, con Barba. Il lemma Tàsso è un polisemico e si ha Tàsso dal lat TAXUM di tema med TAKSA “conifera” cui Tassàcee (Famiglia di Conifere) donde il chimico Tassòlo o Taxòlo e Tassòdio “sorta di albero ornamentale” con Tassodiàcee (la Famiglia); il gr conta lo specifico SMILAKS per Tasso (estraneo cioè al tema med TAKSA) cui Smilàce altrimenti detta Salsapariglia. Eppoi Tàsso “animale” dal lat TAXONEM d’origine ger cui Tassìdea “sorta di mammifero”, ancora il capitalistico Tasso e Tasso quale “ammasso” analizzati altrove. \ Plagio Spiaggia Sabbia Plàgio, Plagiàre, Plagiàrio, Plagiatòre, questi tutti discendenti di PLAGIUM tratta di un uomo libero in schiavitù, a sua volta dal gr PLAGION stortura cui PLAGIOS obliquo-laterale che l’ital ha adottato nel pref PLAGIO per termini quali Plagiocefalìa, Plagioclàsio (col gr KLASIS rottura), Plagiòstomi (col gr STOMA bocca, Superordine di pesci), Plagiotropìsmo. Esisterebbe una connessione con Piàggia, Piaggiàre e Piaggiatòre, eppoi con Spiàggia, Spiaggiàre con Spiaggiàto, Spiaggiamènto (pref S intensivo), questi considerati termini nati dall’inc di Plaga con PLAGIOS laterale e, in locuzione, Spiaggia libera, Tipo da spiaggia, il fig Ultima spiaggia “estrema possibilità”; dal significato di Spiaggiare “arenarsi sulla spiaggia” riferito per accezione ai grossi cetacei, è nato il fig Spiaggiarsi “starsene in ozio sulla spiaggia ad abbronzarsi o altro”. In associazione a Spiaggia, Sàbbia questo dal lat SABULA quale plur di SABULUM da SABIES, cui Sabbiàre, Sabbiàto, Sabbiatòre, Sabbiatùra, Sabbièra, Sabbionàio, Sabbiòne, Sabbionìccio, Sabbionòso, Sabbiòso, la locuzione Sabbie mobili, e i prefissati Dissabbiàre con Dissabbiatòre, Insabbiàre con Insabbiàto. Un rialzo sabbioso è detto Dùna, omologismo 759 dall’ol DUNE altura, cui Dunòso e la locuzione glb Dune buggy “veicolo fuori strada (sulle dune) con l’ingl BUGGY calesse. Le Dune assumono alcune forme naturali definite Trasversale, Stellare e A barcana cioè “a mezza luna” vrs da una voce indigena. Zavòrra è da tema med SABURRA connesso con SABIES sabbia, cui il lat inv SABURRA e il percorso ital di Zavorràre con Zavorramènto e Zavorratùra. \ Tundra Brughiera Steppa Landa Tùndra, un omologismo dal franc TOUNDRA derivante dal lappone, lingua ugrofinnica, non indoeur. Brughièra, con Brughièro, dal lat BRUCARIAM, da BRUCUS erica d’origine celt cui Brùgo questo fruttuce delle Ericacee snm di Crècchia o Grècchia vrs da una non accertata connessione fig, cui, in locuzione botanica complanare, Terra di brughiera o Terra di erica. Termine alieno Brùgola, termine meccanico che identifica una particolare vite a testa con incavo esagonale, dal nome del suo produttore E. Brugola (1983), cui la locuzione Chiave a brugola ossia a forma di L (elle). Stèppa, dal russo STEP e dal franc STEPPE cui Stèppico, Steppificaziòne e Steppòso; l’etim fa riferimento ad un antica rad che si sarebbe riversata nell’ingl TO STEP camminare, calpestare... cui i glb Step “sorta di ginnastica” con Stepper “sorta di attrezzo ginnico” e la locuzione One step “ballo ad un solo passo”. Ecco qualcosa, ma non è la sola, che avevano in comune le due superpotenze antagoniste, tuttavia esiste il lemma Tèppa ricalcato dal lombardo Teppa da tema med TIPPA che vale zolla erbosa. A Milano, “La compagnia della Teppa” era un movimento di giovani i quali s’atteggiavano ricoperti di zolle erbose (muschio) cui, in senso spregiativo, Teppàglia, Teppìsmo, Teppìsta, Teppìstico: omologo russo del giovane teppista è CHULIGAN cui l’omologismo Uligàno o Huligàno, Uliganìsmo; il russo, tuttavia, s’era ispirato all’ingl HOOLIGAN il cognome di una attaccabrighe famiglia irlandese. Lànda 1, omologismo dal celt LANDA regione piana e deserta, che ritroviamo con LANDIA-LANDESE nei suff geografici quale Groenlandia con Groenlandèse. Termine che ritroviamo nell’ingl LAND territorio, cui ICELAND, ISLAND. Lo si rintraccia ancora nel got-ted LANDA, nell’onomastica italianizzata con Lamberto associato a BERHTA splendente-illustre-famoso e che vale pertanto “di terra illustre” e con Orlando associato a HROTH gloria e che vale”glorioso nella sua terra”. Landa ha il suo omn in Lànda “attrezzo navale” dal lat LAMINA-LAMNA lamina questo con la variante Làndra e questo, come se non bastasse, ha l’omn in Làndra “sorta di pianta erbacea” e in Landra “vagabonda” (analizzato altrove). Infine, Làndro, voce dolomitica, vale “piccola spelonca o crepaccio”. 1 \ Laterculum Pompeiano Su un misterioso mattone, indicato con Laterculum Pompeiano, ritrovato a Pompei ed esposto nella sala grande, è inciso SATOR AREPO TENET 760 OPERA ROTAS Il TENET è leggibile a croce centrale e l’intero testo può essere letto normalmente dal primo al quinto rigo, oppure colonna per colonna da sinistra, oppure partendo da destra nell’ultimo rigo risalendo, oppure dalla colonna di destra leggendo dal basso… Trascurando il ricordo di esercizi enigmistici, una delle traduzioni è la seguente: Il Seminatore tiene (cura, gestisce...) l’opera, l’Areopago (tribunale territoriale) tiene le ruote (del destino?). Qualcuno, sfuggendo da ogni arcano, considera il mattone più semplicemente come l’antesignano di un gioco da Cruciverba. AREOPAGISTA giudice dell’areopago. PAGUS villaggio, distretto, contrada, terra... AREA spazio, luogo, settore... LATERCULUM è il dim lat di LATER LATERIS mattone cui l’ital Latèrcolo, eppoi Laterìte, Laterìzio da LATERICIUM, un raro Lateràme (suff AME per collettivi) attraverso il lat LATERAMEN l’insieme fatto di mattoni; il lemma è vrs connesso con LATUS LATERIS fianco. Coesiste il lemma Latomìa inv dal gr LATOMIA composto con LAAS pietra, questo vrs connesso alla rad con LATER mattone, e col suff da TEMNEIN tagliare. PICCOLO Associando una minuta punta di picca ad una puntina di cose, ad una giovanissima vita (da notare l’ancestrale valore logico delle punte), è nato il lemma Pìccolo o Piccìno secondo le preferenze locali; in torinese Piccino è Pinin cui il marchio industriale Pininfarina (composto con il cognome Farina) che è finito per indicare la stessa famiglia. Pìccolo è anche una moneta medievale sembra coniata storicamente nella Venezia dei dogi. L’essere Pìccolo è tracimato dal significato originario e dalla snm di Inezia, per cui Piccolèzza o Piccinerìa “meschinità-poca importanzainsufficienza intellettiva” e il prefissato Impiccolìre con Impiccolimènto. Nel volg, in alcune contrade mer esiste ‘Nu pìcca per indicare un po’-una piccola parte. In rumeno, la patria di un risvolto neolatino, PICATURA vale piccola quantità, ad esempio PICATURA DE APA goccia d’acqua. Picciòtto, affine a Picciolo-Pìccolo, cui Picciotterìa, ha avuto una semant travagliata: dal tradizionale significato locale (siciliano) di Giovanotto, è passato a rappresentare il partigiano garibaldino durante la storica spedizione dei Mille. In tempi più recenti, il termine è scivolato nei luoghi comuni, per indicare i giovani affiliati mafiosi, sino a includere semant ogni membro. Comunemente è il delinquente rionale o di paese, giovane o non, elegantone, un po’ smargiasso, un po’ vile, da assimilare al giovane camorrista napoletano… \ Piccolo contadino è chi coltiva un ridotto campo. Piccolo-divorzio, accolto quasi 761 d’ufficio nel 1970, è concesso qualora uno dei coniugi sia condannato all’ergastolo, soffra di un’irreversibile malattia mentale o, se straniero, abbia ottenuto altrove l’annullamento. Piccolo schermo, quello televisivo, per discriminarlo dal grande delle sale cinematografiche. Piccoloborghèse è, dalla comune credenza, lo stato di chi vive nella mediocrità di stipendio e di piacere. Piccolo Teatro ovvero Organismo teatrale a compagnia fissa e sede stabile, col finanziamento pubblico, ideato e nato nel XXI sec.\ L’inc Pìccolo-Piccìno ha coniato il termine Pìcciolo in pron sdrucciola (omn di Picciòlo in quella piana). Pìcciolo è il vezz di Piccolo, cui Impicciolìre, ma era la quarta parte del fiorino, cui Spìcciolo con Spicciolàme e Spicciolàre (omn di Spicciolare da Picciolo). Nel percorso fig si ha Spicciolàre omn di Spicciolare da Spicciolo) e Spicciolàta, questo in genere nella locuzione Alla spicciolata. Il gr conta SKYMNOS piccolo, cui Scimnorìnidi “Famiglia di pesci” composto col gr RHIS RHINOS muso-naso. Picciòlo, quindi, è anche l’omofono(grafo) semant spregiativo “falso, difettoso piedino”, dal dim lat PECIOLUS già PETIOLUS piccolo piede di PED-CUS piede, con valore fig di “piccolo codino - piccola appendice - il peduncolo di un frutto, di una foglia”, dalla cui rad PED sono derivati Piède dal lat PES PEDIS già gr POUS PODOS, Pedàggio, Pedàgna con Pedagnòlo snm di Parancola, Pedàle con Pedalàre e Pedalàta, l’esotico Pedalò, Pedàna, Pedàneo e Pedàrio, Pedàno, Piè. La locuzione A ogni piè sospinto vale “a ogni passo” e pertanto è utilizzata per rappresentare una continuità. Il Piede, il Braccio e il Dito (della mano) erano utilizzati come unità di misura. Il composto lat PEDISEQUUM con PEDIS e SEQUI seguire indicava la persona incaricata di accompagnare a piedi il padrone; PEDISEQUA era la serva-schiava-balia-parente incaricata di accompagnare per strada la giovane illibata. Da qui l’ital conta fig Pedìssequo “che si adegua a qualcuno altro” cui la locuzione Traduttore pedissequo e l’avverbio Pedissequamènte. Eppoi Pedànte “colui che segue-accompagna a piedi” attestatosi metaf in “cavilloso” con Pedanteggiàre, Pedantàggine, Pedanterìa e Pedantèsco metaforizzato “puntiglioso” da un’ant semantica di “maestro” e “culturale” con i prefissati Impedantìre (IN illativo) “rendere pedante” e Spedantìre (S sottrattivo) “liberare dall’essere pedante”, eppoi Pedàta con Pedatòre e Pedatòrio, Pedèstre, Pèdice (contrario di Apice), Pedicèllo, Pedìdio “pianta del piede”, Pedignòne (gelone al piede) sinm di Pernione, Pedìna (quale sostantivo dell’aggetttivo PEDINUS) con Pedinàre. Ancora, Pedivèlla (ricalcando Manovella), il fig Pèdo “grosso bastone”, Pedòne (in origine, dai piedi larghi) con Pedonàle cui Pedonalizzàre e Pedonalizzàto, Pedùla o Pèdula, Pedùle “parte della calza”, 762 Pedùncolo (dal dim lat PEDUNCULUS) con Peduncolàre e Peduncolàto, Pòdice che vale quale snm di Deretano ma oggi indica la parte inferiore del feto, le locuzione glb franc Pied a terre “appartamentino per incontri abituali” italianizzato Piedatèrra, Pied de poule “piede di gallina (pollo)” e il militaresco Piedàrm dalla locuzione Pied’arm, i composti Piedipiatti snm popolare di Poliziotto su calco ameircano di FLATFOOT (FLAT piatto e FOOT piede), Piedistàllo o Piedestàllo snm di Zoccolo, l’architettonico Piedrìtto, e i prefissati Apode-àpode o Apodo-àpodo (pref A privativo “privo di piedi”) con Apodi-àpodi “Ordine di Anfibi vermiformi”, Apòdidi “Famiglia di uccelli”, Apodifòrmi “Ordine di uccelli”; Espediènte o Spediènte da Espedìre “togliere dai piedi” attestatosi nel sostantivo “accorgimento” o nell’aggettivo “opportuno”da EXPEDIRE (pref EX fuori) con il parasinm Spedìre, con Spedìto e Spediziòne, attestatosi nel senso corrente. La locuzione lat No expedit disposta dal Vaticano nel 1868, dopo la presa di Roma, valeva proibire ai cattolici l’entrata nella politica italiana. Ancora, Impedìre “legare i piedi” con Impedìbile, il burocratico Impediènte, Impedimènto dalo lat IMPEDIMENTUM con Impedimentàre, Impeditìvo, Impedìto, Impeditòre; il lat IMPEDIMENTUM aveva in origine un preciso significato militare poiché rappresentava tutto ciò che il milite recava con sé ma che poteva impedire la normale operatività. Il termine poi s’è attestato estendendosi genericamentenell’indicare il bagaglio a sé. Esàpodi in zoologia vale Insetti, Esàpodia nella poesia classica vale la successione di versi con sei piedi metrici. La locuzione fig A piede libero risale al tempo in cui l’incarcerato si trascinava una palla o altro al piede. Il percorso prosegue con Impedènza questo “termine tecnico” e “grandezza elettrica” cui Impedenzìmetro e Impedenzometrìa, ancora Spedàre “rovinarsi i piedi per il troppo camminare”, gli assonanti Soppediàno o Soppidiàno “cassapanca ai piedi del letto” e Soppedàneo o Suppedàneo “panchetto sotto i piedi” per appoggiarli (col pref SUB sotto e suff aggettivante-sostantivante ANEO dal lat ANEUS ), eppoi i composti Stapedìo con Stapediàle con il lat STAPEDIUM staffa. Il percoso prefissato prosegue in Bìpede con Treppiède, Quadrùpede… Decàpodi “dieci piedi” quali Ordine di crostacei Malacòstraci e Sottordine di molluschi Dibranchiati… Centopièdi, Millepièdi (ma ne ha massomo 750) questo nello specifico gr SKOLOPENDRA cui Scolopèndra in connessione etim con Scolopèndrio dal gr SKOLOPENDRION “sorta di felce” - snm di 763 Lingua cervina - delle Polipodiacee (entrambi in connessione etim fig con il tema cui SKOLOPAKS beccaccia); in legame etim il preistorico Scolosàuro. Il percorso prosegue con Miriàpodi “Classe di Artropodi” (pref MIRIA moltissimi), Polipòdio che col pref gr POLYS molti vale “Genere di felci” cui la Famiglia Polipodiàcee; fuori percorso Trìpide con Trìpidi (Famiglia d’insetti) dal gr THRIPS tarlo. Eppoi l’avverbio Dappiè dalla locuzione Da piede “in basso-ai piedi” con le varianti Dappiède, Da piedi e Da piè. Infine, il pref PEDI in Pedicùre questo esot dal franc PEDICURE “chi cura i piedi”, il glb franc Pedigree fig dalla locuzione PIE DE GRU piede di gru (per la forma grafica ramificata), Pedilùvio (con il lat LUERE lavare), Pedipàlpi (Ordine di Aracnidi, col suff che vale Palpo) con Pedipàlpo (organo). Piède era l’unità metrica nella poesia classica ed è anche l’unità di misura di lunghezza pari a 0,3048 mt già utlizzata nei paesi anglosassoni (FOOT piede e FEET piedi), in disuso dal 1995 insieme al Pollice; oggi è adottata nella navigazione aerea per stabilire l’altitudine di un velivolo; curiosità linguistica è che in ital esiste un Fettòne relativo alle zampe degli equini e un volg Fetta per “piede”, vrs connessi con l’ingl FEET o da questo influenzati. Piedìno 1, oltre ad essere il dim, è un termine giornalistico che indica fig un brano finale di un articolo situato separatamente ai piedi della colonna di destra. Da uno sperduto S-PIDERE da PEDIRE (metatesi?), ci rimane Spèsso, dal suo presunto Pp SPISSUS calcato cui Spessàre o Spissàre, Spessèzza, il composto Spessìmetro, Spessìre e Spessòre con in complanare Inspessìre o Ispessìre con Inspessimènto o Ispessimènto. Spèsso è utilizzato come avverbio snm di Sovente dal XIII sec, donde si ha Spesseggiàre e Spesseggiamènto, Spessòra come snm di Spesso. Dal lat PECCUS difettoso di piede, nasce il devb PECCARE che, da un senso fig, ha assunto il significato corrente, cui Peccàre con Pècca, Peccàbile, Peccaminòso e Peccaminosità, Peccàto (usato anche in esclamazione di rammarico da solo o in locuzione), Peccatòre, il prefissato Impeccàbile con Impeccabilità. \ La Chiesa ha classificato il peccato, secondo la gravità, in Peccato veniale e Peccato mortale eppoi in Peccato attuale (incidente di percorso per un cristiano) e in Peccato abituale (persistenza). Il Peccato originale è quello addossato a tutta l’umanità, ereditato da Adamo, ad eccezione della Vergine Maria..La classificazione include ancora i Peccati capitali quali Accidia, Avarizia, Gola, Invidia, Ira, Lussuria, Superbia.\ In associazione, dal lat SCELUS SCELERIS delitto, da rad SKHEL compiere un passo falso, l’ital conta Scelleràre o Sceleràre, 764 Scelleràggine, Scellerànza, Scelleràto o Sceleràto con Scelleratàggine e Scelleratèzza, Scèllere. Dal gr PEDON terreno connesso con POUS PODOS piede, pervengono i composti Pedofàuna, Pedogènesi, Pedologìa cui Pedològico e Pedòlogo, Pedoclìma, eppoi Podària (snm di Pedale), Pòdio (lat PODIUM dal gr PODION), Podìsmo con Podìsta e Podìstico, Pòggio “piccola altura” (dal lat PODIUM piedistallo), col dim Poggiòlo o Poggiuòlo o ancora Poggiuòla, e Poggiàre da PODJARE posare, fig sostenere, salire (il poggio) cui Poggiàta questo sia con valore di “poggio” sia di marinaresca “manovra ”, i composti Poggiacàpo o Appoggiacàpo o Poggiatèsta, Poggiafèrro, Poggiamàno o Appoggiamàno, Poggiamèstoli, Poggiapiedi. In percorso Catapedafobìa (pref CATA) che indica la paura di saltare da posti alti (alture). Poggiatùra (anche “tecnica del doppiaggio”, ad indicare la parola da porre in evidenza alzando il tono dell’accentazione), i prefissati Appoggiàre e Appodiàre (pref AD), e i composti col pref PODO sostegno-piede, anche foneticamente adattato, quali Podàrgo (riferito ad un uccello, col gr ARGOS agile), Podàgra con Podàgrico e Podagròso (col gr AGRA caccia sta per “trappola per i piedi” al quale è connesso Agrafobìa “paura degli abusi sessuali, di essere cioè intrappolati da uno stupratore) e vale anche “Gotta del piede”, Podàlico “nato dai piedi” questo da non equivocare con Podolico 2, Podiàtra, Podofìllo con Podofillìna (col gr PHYLLON foglia), Podoflemmatìte (col gr PHLEGMA infiammazione e suff medico ITE), Podoftàlmo (col suff dal gr OPHTHALMOS occhio), Podologìa con Podològico e Podòlogo, Podòmetro, Podocàrpo (col gr KARPOS giuntura), Podùra (insetto acquatico, col gr URA coda), il suff PODE o PODO per composti quali Lagòpodo o Lagòpo (col gr LAGOS lepre, vale Genere di uccelli), Pereiòpode (col gr PEREION “parte dei crostacei”) e i prefissati Antìpode con Antìpodi “al punto opposto del globo, dove appoggiamo i piedi”, Antìpodo e Antipodìsta “atleta”, Apodidi-àpodidi (Famiglia di uccelli), Apodifòrmi (Ordine di uccelli), Diplòpodi (col pref DIPLOS doppio), Macropodo, Tetrapòde (pref gr TETRA quattro, vale “quattro piedi”) in correlazione con Trìpode “tre piedi”. Dall’urdu (lingua del Pakistan simile al hindi) PAE gamba-piede e JAMA indumento, incluso il persiano PAY JAME (quindi nella matrice indoeur) l’ingl ha coniato PYJAMAS cui l’omologismo ital Pigiàma “indumento da gamba” che al plur sarebbe restato correttamente invariato se non ci fosse stata la diffusione in “Pigiami”. 765 Indumento da gamba perché in origine era costituito unicamente da comode brache da notte. La locuzione Pigiama palazzo indica una sorta di abito per signora con pantaloni molto larghi. Da non contare nel percorso di PODOS piede, termini quali Epòdo o Epodo-èpodo questo dal gr OPOIDOS da OIDES canto prefissato EPI e che vale”sorta di verso poetico” cui Epòdico, e i derivati dal gr PAIS PAIDOS fanciullo, con PAIDEIA educazione, quali Pedagogìa (suff AGOGIA), Pediàtra, Pedicàre questo inc con PUDICUS pudico, Pederàsta (col gr ERASTES amatore da ERAN amare) con Pederastìa in complanare con Pedofilo e Pedofilia, Pedogènesi e Pedologìa omonimi di Pedogènesi e Pedologìa riferite al terreno. Ancora, Propedèutico questo composto PROPAIDEUO istruisco prima, ossia col pref PRO e PAIDOS fanciullo, cui Propedèutica, relativo insomma ai primi insegnamenti, termine in percorso con Pedagogia; infine, Litopèdio (col gr LITHOS pietra) che vale “feto pietrificato nel grembo”. Altri termini in nomenclatura giornalistica, Cappèllo “introduzione ad un articolo”, Colònna “suddivisione in verticale di un articolo impaginato” cui Colonnìsta attraverso l’ingl Columnist, Occhièllo o Soprattìtolo “frase di lunghezza non superiore e di corpo inferiore al titolo che segue”, Manchètte “titolo in evidenza posto a lato della testata” termine attraverso il franc MANCHETTE polsino dim di MANCHE manica, Testàta e Testatìna, Tìtolo e Sottotìtolo. 2 L’aggettvo Podòlico, vrs connesso con PEDON terreno-distesa e PODOS piedezoccolo nel senso conclusivo di “libere di calcare i grandi pascoli” è in relazione ad un gruppo di razze bovine a corna lunghe discendenti da BOS TAURUS MACROCEROS (in lat) bove taurino a grandi corna, originario dei paesi europei meridionali. Appartengono al gruppo podolico le razze italiane maremmana, pugliese e romagnola, eppoi la grigia delle steppe (questa podolica per antonomasia) ed altre razze diffuse qua e là in Europa, Asia ed Africa. La podolica pugliese discenderebbe dalla regione steppica dell’Ucraina, anticamente chiamata Podolia, appunto, dal gr PEDON e PODOS. Il termine dovrebbe essere connesso con la mitologica divinità taumaturga greca Podalirio, figlio di Esculapio dio gr della medicina; da qui il nome Podalìrio a una farfalla con ali colorate gialle a strisce nere, scientificamente indicata con Papilio podalirius. 1 \ Pidocchio Tigna Un secondo rad PED del valore di cadere-peggio, omn del PED di piede, dovrebbe aver prodotto il percorso del lat PEDIS cui Pidòcchio con Pidocchiàra, Pidocchierìa, Pidocchiètto “fig cinema o locanda d’infimo ordine”, Pidocchiòso, il prefissato Spidocchiàre (S sottrattivo) e il dim PEDICULUS tradotto in ital Pedicolàre, Pediculòsi, cui Pediculosi inguinale snm di Ftiriasi, e Pedicèllo da PEDICELLUS omn di Pedicèllo “piccolo piede”. Attraverso il lat PEDICULUS il veneto conta Peòcio “pidocchio” meglio Peòci, attestatosi però nel corrispondente ital di Mitili o Cozze. Il lat ha inoltre assegnato al termine TINEA il significato di pidocchio, cui il volg TINJA, svoltosi nell’ital Tìgna, Tignàrsi, il dim Tignòla dal dim lat 766 TINEOLA (adottato dal XIII sec) -1 il cui snm è Sèsia (adottato dal 1891) dal gr SES - Tignòso e, col pref, Intignàre (fig vale “insistere”) con Intignatùra; sorta di favo patologico, causa della Tigna, è il Chèrion, dal gr KERION favo. L’inc di Intignare con Stentare ha prodotto Stintignàre che sta per “tintinnare”. Fuori percorso Tignàmica, questo dal gr THYMIAMA profumo. \ Serie onomatopeica *Z Zàmpa “piede d’animale”, cui l’accr Zampòne noto prodotto alimentare, attraverso l’emiliano Zampoun, è considerato un inc lemmatico di Gamba con ZANCA questo scarpa nel lat medv; pare che l’idea della Zampone culinario sia nata da Giovanni Pico della Mirandola (1463/1494). Una seconda ipotesi etim vuole invece il gruppo mp di Zampa una dissimulazione del gruppo pp di una base tsapp svoltasi così in zamp e che troverebbe giustificazione nel lemma Zampìno da Zappìno che vale “pino d’Aleppo”; si potrebbe allora asserire che Zampa sia un termine fig, ossia “come il tronco dello Zampino”. Nel percorso, l’ital conta Zampàre, Zampàta, Zampeggiàre, il dim Zampètto con Zampettàre, Zampicàre. La Zampa è anche fig la parte sotterranea dell’asparago. Termine alieno nel percorso è Zampiròne, questo dal nome dell’inventore bolognese Zampironi (termine adottato dal 1927). ZANCA, connesso al long ZANKH tenaglia, cui un italianizzato Ciànca, è originario dalla serie onomatopeica Z MB battere, cui Zombàre, Zombàta, Zombatùra e, nel senso di “saltellare”, Zompàre, Zompàta e Zòmpo. Dalla variante Ciàmpa di Zampa, è stato tratto il percorso con il denm iterativo Ciampicàre, i fig Ciampichìno e Ciampicòne, un Ciampanèlle (sovrapposto a Campanelle) unicamente nella locuzione Andare in ciampanelle o Dare in cimpanelle “farneticare”, il prefissato Inciampàre (non coniugabile al riflessivo) con il suo devb Inciàmpo e l’iterativo Inciampicàre. Il termine Zòmbi è l’omologismo dell’ingl ZOMBIE di voce creola ma d’origine africana. Detta serie, da Z s’estende in Z G, cui Zigàre, Zigolàre. Zìgolo con un raro Zìvolo cui Cigolàre cui Cigolamènto e Cigolìo con mutazione della Z in C e Cicàla dal lat volg inv CICALA, già class CICADA, da un Zigala con mutazione totale delle lettere Z g in C c, già lenito da tema med KIKADA, cui Cicalàio, Cicalamènto, Cicalàre, Cicalàta, Cicalatòre, Cicalèccuio, Cuicalìno “soerta dui avvisatore acustico”, Cicalìo, il fig Cicalòne “blaterone”; in percorso, oltre a un ant Cicàda si ha Cicàdidi “la Famiglia”. Fuori percorso Cìca dal lat CUICCUM “membrana del melograno”, l’omn Cìca “voce infantile per “cosa da niente”, Cycas inv dal lat CYCAS già gr KOIKAS “sorta di palma delle Gimnospermne” cui Cìcade, Cicadàcee “Famiglia” e Ciccadìne. Il gr conta KERKOPE cicala vrs connesso con KERKOS appendice codale. Eppoi in Z L cui Zirlàre (lat ZINZILULARE inc con Ululare) col devb Zìrla altrimenti detto Zigolo nero e Zìrlo o Zìllo “il suo verso”cui Zillàre. Ancora in Z MP cui Zampillàre e Zampìllo, in Z NZ cui Zònzo nella locuzione A zonzo, eppoi Zanzàra o Zanzàla, Zanzàna e Zenzàra, dal lat 767 tardo ZINZALA, insetto propriamente della Famiglia dei Culìcidi con la Sottofamiglia dei Culicìni, dal lat CULEX lo specifico nome per Zanzara cui la locuzione lat scientifica Culex pipiens “zanzara comune” (fig piccante come il pepe); in percorso Zanzarièra o Zanzarière, Zanzeràre snm di Ronzare entrambi adottati amche in senso fig, Zanzaròne, i composti Zanzaricìda, Zanzarìfugo, vrs solo in senso fig Zànzero “assiduo compagno” e Zanzàta “cosa fastidiosa, imbroglio”, eppoi la locuzione Zanzara tigre insetto originario del Sud-est asiatico. In epoca rinascimentale in uso il termine Zanzarèlli che stava ad indicare fig “gnocchetti”. Una sorta di zanzara è Alùcita inv dal lat ALUCITA. L’Anòfele “sorta di zanzara”, insetto della malaria, è dal gr ANOPHELES questo composto con OPHELEO giovo-sono utile, da rad DHE(I) nutrire, col pref AN privativo; l’onomastica conta Ofelia dal gr OPHELEIA colei che giova. Le zanzare succhiano sangue umano di cui sono golosi alcuni ragni, detti pertanto Culicìvori, termine composto col suff VORO. \ Le zanzare sono attirate dall’odore di acido lattico, anidride carbonica e dal calore emanati dalla pelle umana. \ Infine in Z Z cui Zuzzurellòne con le varianti Zuzzerullòne e Zuzzurullòne. \ Connivenza Renitenza Dalla rad KNEIGWH appoggiarsi, il lat aveva tratto NIVENTIA e NIVENS, cui, col pref COM associativo, CONNIVENTIA E CONNIVENS tradotti in Connivènza e Connivènte. Inoltre, dalla stessa rad, aveva tratto il verbo NITI sforzarsi, cui, col pref RE di movimento inverso, RENITENTIA e RENITENS svoltisi in ital Renitènza e Renitènte. \ Pus Putredine Suff *ULENTO Pùs è dall’ant PUWOS di rad PU, svoltosi nel lat PUS PURIS, cui l’ital Piorrèa e Piorròico dal gr PYORRHOIA flusso di pus con il tema di REI sgorgare cui RHOIA flusso, Postèma dal gr-lat APOSTEMA ascesso con aferesi e col pref APO “ciò (succo) che s’allontana dalla normalità (del corpo)”, Purìno “colatìccio da concime”, Purifòrme, Purulènto con Purulènza da PURULENTUS, il cui suff *ULENTO è per aggettivi esclusivamenbte derivati dal lat; la rad PU, ampliatasi in PUT-T, ha condotto, tutti dal lat PUTRERE da un PUTREM marcio, a Putèra dal lat PUTERE puzzare, Pùtido ed ancora Putìre, Putolènte, Suppuraziòne (pref SUB), la variante Putrèdine dal lat tardo PUTREDITEM con Pùtre, Putredinòso, Putrefàre (col verbo FACERE) con Putrefàtto, l’opposto Imputrefàtto e Putrefaziòne, Putrescènte (dal verbo PUTRESCERE incoativo di PUTRERE) con Putrescìbile e l’opposto Imputrescìbile, il chimico Putrescìna (suff chimico INA), Pùtrido, Putridùme (suff UME per collettivi) e il prefissato denm Imputridìre con Imputridimènto e Imputridìto. Icòre dal gr ICHOR stava in origine “sangue degli dei” ma, per un rivolgimento semantico, forse da un avvio fig, il termine è diventato snm di Pus passando dal significato di “siero”. Il lemma Putifèrio sembrerebbe un inc di Putido con Ferie nel senso di “festino putido”, ma altra ricerca lo vuole derivato dal personaggio biblico Putifarre sovrapposto a Vilipendio (Questi avrebbe fatto un pandemonio nel 768 scoprire che la propria consorte intendeva sedurre Giuseppe). Il termine Pùstola, con Pustolòso, dal lat PUSTULA in una forma dim, sembra non aver alcuna connessione rad con PU di Pus e con PUT-T di Putido, poiché è il derivato dall’onomatopeico P S soffiare; tuttavia, la serie onomatopeica può essere stata l’abbrivo per un unico percorso di partenza, o almeno per una sovrapposizione. Pustola ha il suo snm in Fìgnolo, omologismo dal ted ant FINNE cui i dim Fignolètto e Fignolìno, l’accr Fignolàccio. Il gr conta PEMPHIKS pustola cui l’ital Pèmfigo o Pènfigo (adottato dal 1835) e Pemfigòide o Penfigòide quale lesione bollosa. Il gr conta ancora il prefissato EKTHYMA pustola (pref EK fuori), cui l’ital Ectìma (già dal 1840) quale dermatosi batterica. L’ar, invece, ha il proprio BUTHUR pustole cui l’omologismo Bùttero (adottato dal sec XV, poi omn di Buttero bovaro), cui Butteràre, Butteràto e Butteratùra. \ Sciti Sciiti Sunniti Gli Sciti, popolo di stirpe iranica che occupava la Russia meridionale, la Scizia. Invase l’Assiria nell’VIII sec aC, ma dovette ripiegare sulle sponde nel Mar Nero ed ancora a Nord nel 613 aC, incalzati dagli Assiri, dai Cimmeri e dai Medi; finirono per scomparire assimilandosi ad altre popolazioni, quali i Sarmati da questo il relativo Sarmàtico anche in termine geologico con Sarmatiàno. Da non equivocare con gli Sciiti i fedeli musulmani scissi dai Sunnìti, pertanto riconoscono in Alì l’unico erede del profeta, accettandone i precetti; Sciìta è l’omologismo dall’ar SI I che è di parte (di Alì). Tra gli Sciiti si conta la dinastia dei Fatimidi, discendenti di Fatima, la figlia di Maometto, cui l’aggettivo Fatimìta. Sunnìta, invece, è da SUNNI ortodosso di SUNNA norma-legge cui Sùnna e l’omologismo Sunnìsmo; tra i Sunniti si conta la dinastia turca Selgiuchide che trae il suo nome da SELIUK, scomparso circa l'anno 1000, dinastia contro la quale si scagliò la prima crociata. Una suola di pensiero sunnita è il Salafìsmo, cui Salafìta e Salfìti, dall’ar SALAF AL-SALIHIN i pii antenati. \ In Iraq, il rais Saddam Hussein di fede sunnita, allo scopo di ottimizzare la propria dittatura, ha sostenuto negli anni ottanta un vero genocidio a danno degli avversari sciiti. Gli Stati Uniti lo hanno ritenuto corresponsabile dell’attentato alle Torri gemelle, pertanto hanno avviato un conflitto armato con l’Iraq, che dal 18 marzo 2003 al 24 marzo 2008 ha causato la morte di 4mila combattenti americani ed un numero imprecisato di iracheni, si parla di 1milione, incluso lo stesso Saddam, catturato, processato e condannato alla pena capitale.\ GRANDE VECCHIO GRANDINE GRANDE Dal lat volg GRANDIS, accusativo GRANDEM, l’ital conta Grànde, preferendolo alla forma class MAGNUS grande, con la forma tronca Gran, pare non abbia connessioni indoeur. Azzardato 769 tema med (GA)LA-(CR GR KR)APPA sasso, vedi il gr AKRA promontorio. Grande, dunque, perché originariamente avrebbe diversificato il sasso (più consistente) da altre materie quali il legno, gli ossi. Grande identifica un confronto sommario delle dimensioni, ma, straordinariamente, anche delle età fra individui. Inoltre, il termine Grandèzza, cui Grandezzàta, nel contrario di Piccolezza è snm di Eccellenza, Magnanimità, attività intellettiva superiore. Altri derivati, Grandeggiàre (emergere per grandezza, comunemente fig), Grand’ufficiàle dalla locuzione Grande ufficilale, il glb franc Grandeur “grandezza”, Grandìgia (ostentazione di potere), Grandiòso con Grandiosità, i composti Gancancellière dalla locuzione Gran cancelliere, Grancàssa, Grandàngolo con Grandangolàre, Grandiloquènza snm di Magniloquenza con Grandiloquènte e Grandìloquo, il nobile qualificativo Grandùca con Granducàle, Granducàto e Granduchèssa, l’omologismo Grandguignolèsco dal franc GRANDGUIGNOL “genere di teatro ottocentesco”, Grandiflòra, Grandisonànte, Granturìsmo dalla locuzione Gran turismo, in locuzione cavalleresca Gran collare, Gran cordone e Gran croce, eppoi la sportiva Gran premio e l’anatomico Gran simpatico, in locuzione glb franc Gran commis “grande funzionario” e Grand prix “gran premio”. Col tema med GR dovrebbe essere connesso il toponimo della Bosnia, Medjugorje il quale, con il primo membro MEDJU, sta per “in mezzo (tra i) ai monti”; una costruzione lemmatica indoeur che ricorda il lat MEDIOLANUM (Milano) che vale in mezzo (alla pianura padana) in celt MIDLAND. Termine alieno nel percorso di Grande, ossia non è composto con Gran, è Grancèvola o Gransèola, il crostaceo appartenente al Genere Màia questo inv dal gr MAIA cui la Famiglia dei Màidi. Qui il Gran sta per ellittico di (Gran)chio dal dim lat CANCRICULA di CANCER granchio, così come l’altro suo simile Grancipòrro attraverso il veneziano Gransiporo dove porro sta per Paguro. Ripensandoci, però, il Granchio ha la consistenza di un sasso e la Grancia è ricavata dai (scavata nei) sassi, ed ecco che ritorna il tema rad CR GR KR. In un contesto indoeur, infatti, il gr conta GRYPS GRIPOS curvoadunco, il lat GRIPHUM grifone, il long KRAMPFO per crampouncino-granchio dal loro verbo GRIFAN prendere cui l’omologismo Grìffa e Grìnfia con Sgrìnfia (S intensivo) connessi col franc GRIFFE cui Grìffe, con Griffàre e Griffàto, svoltosi fig in “apporre il marchio” cui Degriffàre (pref DE sottrattivo), connesso col franc HRAMPON e KRAMP curvo, cui gli omologismi Cràmpo col 770 composto Crampifòrme, Grànfia snm di Ranfia, o Grànfa col denm Granfiàre cui Granfiàta e Aggranfiàre (pref AD), Grifàgno “uccello rapace”, e Grìffa “grappetta”; eppoi i fig Grifàre questo da Grìfo “muso del maiale”cui Grufàre o Grufolàre con Grufolìo e Grifòide, ancora, gli omn Grìfo “animale fiabesco”, il fig Grìfo o Grìpo “sorta di barca da pesca”, Griffòne “un cane”, Grifòne “un uccello”, e la macchina mobile Gru o Grùe, cui Gruìsta, termine fig ispirato all’onomatopeico Gru o Grùa o ancora Grùe, Uccello trampoliere, dal lat GRUEM sintetizzato dal gr GERANOS della serie GR GR, cui Grùidi “la Famiglia” e Gruifòrmi “l’Ordine”; da GERANOS l’ital conta un Geràno in riferimento ad una danza ad imitazione dele figure delle Gru in stormo. In percorso zoologico, l’ital cont Grùidi (la Famiglia) e Gruifòrmi (l’Ordine). Bìbbio o Bìbbo è una sorta di Gru, metaplasmo dal lat VIPIONEM. \ Grande Divorzio, finalmente concesso dopo un complicato iter giudiziario, per distinguerlo dal meno burocratico Piccolo divorzio. Grande Fratello, personaggio creato dallo scrittore Orwell, è divenuto il termine metaf di potere umano dittatoriale o oligarchico, di gestione computerizzata, capace di plagiare le libere potenzialità cerebrali degli individui. Grande Vecchio, personaggio rimasto ipotetico burattinaio del terrorismo italiano; comunque, il termine pare si stia radicando nel lessico sociale in tendenza metaforica, anche in riferimento a nuclei o gruppi. Il Grande Balzo in Avanti è stata la politica d’industrializzazione a più largo respiro attuata dalla Cina nel 1958, per rafforzarne il concetto gà avviato con Il Balzo in Avanti del 1956.\ Si ritrovano nello stesso percorso del tema rad med CR GR KR, Gràno dal gr GERON che sta per vecchio nel senso di maturo, cui Granàglia meglio Granàglie col fig Granagliàre (suff collettivo AGLIE), Granàio, Granaiòlo, Granàrio, Granatìno “mercante di grano” e Granatìno o Granatìglio da GRANADILLO legno rosso granato, un Granàre cui Granàto, l’accr Granòne, l’aggettivo Granòso, il composto Grantùrco o Granotùrco “mais” dalla locuzione Gran turco o Grano turco (nel senso però di “grano straniero, esotico”) cui Granturchìno; lo scrittore veneto Ottorino Sottana, in una sua ricerca pubblicata nel 1979, farebbe risalire il temine Granturco alla locuzione ingl TURKEY-COCK “grano del tacchino”. Il percorso conta ancora il mas invariabile Gràna (formaggio emiliano o padano a lunga maturazione, chiamato Piacentìno nel Medioevo), Gràna “colore carminio” con Granàta o Granàto “pietra preziosa”con un dim Granatìna “sciroppo” e Granìre, Gràna fig “fastidio” con ancora un Granòso, Granàta “pannocchia” (della saggina) con gli omonimi in Granàta o Melagranata “frutto del Melograno”, Granàta “proiettile d’artiglieria” cui Granatière; eppoi, attraverso lo sp, Granadìglia da GRANADILLA di GRANADA melagrana snm di Maracujà attraverso il ptg ma di genesi tupi. Il 771 percorso continua con Gràna “particella” con un Gràna da Grano “denaro” (coniato a Napoli e in Sicilia ai tempi di Ferdinando I d’Aragona), Granèlla e Granèllo cui Granellàre, Granellòso con Granellosità, il fig prefissato Raggranellàre (riferito al denaro), Granìcolo e Granicoltùra sul calco di Agricolo e Agricoltura, Granìfero (suff FERO “che produce”), Granigiòne “il granire”, Granìglia, l’omn Granìre fare i chicchi, Granìta, Granìtico, Granìto – questo sia prodotto da una fase di macinazione sia fig sorta di marmo - Granitòio, Granitùra “il ridurre in grani”, Granòne, Granòso, Grànulo dal dim lat GRANULUM cui Granulàre con Granularità, Granulàto con Granulatòre, Granulaziòne e Granulometrìa con Granulomètrico, Granulòsa e Granulòso con Granulosità, Granadìglia dal dim sp GRANADILLA da GRANADA melograno, Grantùrco “mais”, i prefissati fig Ingranàre, cui Ingranàggio e Ingranamènto in correlazione con Sgranàre (termini meccanici), eppoi Sgranàre (S sottrattivo da Grano) con Sgranamènto, Sgranatòio, Sgranatòre, Sgranatrìce, cui la locuzione Sgranatrice di cotone la cui paternità va all’allora giovane Eli Whitney; merito dela sua invenzione, la produzione di cotone passò negli Usa dagli 81 tonnellate del 1793 alle 42mila del1810. \ Secondo il mito, l’Isola Tiberina in Roma sarebbe sorta dal grano del re Tarquinio, versato nel Tevere dal popolo in rivolta. \ Il percorso prosegue con Sgranatùra, Sgranellàre con Sgranellatùra da Granellare, Sgranocchiàre fig “mangiucchiare con gusto”; i termini scientifici-medici Granulocìta con Granulocìto (suff biologico CITA cellula), Granulòma (suff medico OMA infiammazione) con Granulomatòsi e Granulomatòso, (suff medico OSI). Dal suono GR del tema med, l’ingl ha adottato GRAIN grano. Il percorso prosegue con Grattàre, omologismo dal prvz GRATAR erede del franc KRATTON azione relativa ad una materia consistente come il sasso cui Grattamènto, Grattatùra, Grattìno “manovra erotica”, Grattùgia con Grattugiàre Grattugiàto dal prvz GRATUZA, i composti quali Grattacàpo e Grattapùgia questo dal prvz GRATABOYSSA composto con BOYSSAR pulire. Gràmmo dal lat medv GRAMMA “ventiquattresima parte di un’oncia” (gli antichi pesi erano particolari pietre) cui Grammatùra, utilizzato quale massa per composizioni quali Grammo-atomo, Grammo-equivalente, Grammo-formula, Grammo-ione, Grammomolecola o in ellissi Grammo-mole, in suff GRAMMO per misure di pesi quali Chilogràmmo o Kilogràmmo con l’ipocoristico Chìlo, Megagràmmo snm di Tonnellata, Microgràmmo, Milligràmmo. Termine alieno Gram-negativo relativo allo studioso H. Ch. J. Gram (1853/1938). 772 Gràmma sta per “grafica” (incisione con apposite pietre) cui Grammàtica o ant Gramàtica dalla locuzione la GRAMMATICA ARS arte da GRAMMAR, Grammàtico, l’ironico Grammaticàggine o Grammaticherìa, Grammaticàle, Grammaticalità, Grammaticalizzàre e Grammaticalizzaziòne, Grammaticalmènte, Grammaticamènte, Grammaticherìa, Grammàtico, Grammatìsta, Grammatìsmo con Grammatìstica, il glb pseudofranc Grammelot (termine teatrale che vale “parole senza senso” per un esito comico). Dal lat GRAMMAR l’ingl conta GRAMARYE dottrina occulta, magia cui il glb ingl Glamour fascino, per accezione quello femminile. Il percorso prosegue con i prefissati e composti Agrammatìsmo e Paragrammatìsmo (Agrammatismo con cambio del pref A Privativo in PARA). Diagràmma inv dal gr DIAGRAMMA disegno (col pref DIA vale “tracciato attraverso”) con Diagrammàre, Diagrammètico e Diagrammatòre, che in ingl diventa EMAGRAM cui Emagràmma poichè fig il suo andamento ricorda la lettera m (pron em). Digràmma e Trigràmma 1, Parallelogràmmo (grafica “a linee parallele”), Progràmma (scrittura pubblica) inv dal gr-lat PROGRAMMA (scrittura a favore) con Programmàbile, Programmàre, Programmàtico, Programmàto, Programmatòre, Programmatòrio, Programmaziòne e Programmìsta, Sgrammaticàre con Sgrammaticàto e Sgrammaticatùra (pref S sottrattivo); eppoi Grammatologìa con Grammatològico, Grammòfono con Grammofònico, Cardiogràmma. Gràffa e Graffètta snm di Grappa e Grappetta, con un glb franc Agrafe (pron agraf) fig “fermaglio”, dal long KRAPFO uncino, cui Graffàre o il prefissato Aggraffàre (AD allativo) con Aggraffàggio, Aggraffatòre, Graffatrìce o Aggraffatrìce e Graffatùra o Aggraffatùra, eppoi Graffignàre o Sgraffignàre (S intensivo); in connessione con Graffiàre cui Graffiamènto, Graffiànte, Graffiàta, Graffiatòre, Graffiatùra, il sostantivo Graffiètto “utensile”, Gràffio, snm di Ranfio, questo sia “uncino” sia quale devb di Graffiare, con i prefissati Antigràffio, Sgraffiàre (S intensivo) con Sgraffiatùra, Sgràffio. In percorso fig la nota frittella dal ted glb Krapfen “uncino”; ma secondo una tesi pare sia così chiamata perché inventata da una certa Frau (Signora) Krapfen. Il percorso conta ancora Grafìa dal gr GRAPHO scrivo (la prima scrittura “incisione” è graffiare su tavole di pietra) cui Grafema (analizzato altrove), Gràfica e Gràfico (in opposizione a Fonico) con Graficamènte, Graficìsta, Grafìsmo e il prefissato Agrafìa (A privativo) che sta per disturbo psicologico, ma usato dall’autore per 773 definire un fenomeno retorico-linguistico, Ved Lenizione in Folla…), eppoi Grafìte (il minerale che ha la proprietà di scrivere e che libera i nostri padri dalle incisioni) cui Grafitàggio, Grafitàre e Grafitatùra e Grafitaziòne, Grafitizzàre e Grafitizzaziòne, il termine scientifico Gràfo e il pref-suff GRAFO per composizioni quali Grafologìa, Grafològico e Grafòlogo. Graphofobìa è l’avversione di scrivere (essenzialmente a mano). \ Secondo la Grafologia, A. Manzoni era portato per le materie scientifiche più che essere stato un letterario \ Il percorso prosegue in Grafomanzìa (col gr MANTEIA l’indovinare) con Grafomànte – col snm Chirogrammatomanzìa e Chirogrammatomànte - Grafòmetro “strumento nautico”, Graforrèa “irruenza incontrollabile nello scrivere” su modello di Logorrea, eppoi, di massima in associazione a GRAFIA e GRAFICO, Antìgrafo “copia”, Astrografìa con Astrògrafo, Autografìa con Autografàre, Autogràfico e Autògrafo, Cardiografìa e Cardiògrafo, Commediògrafo, Coronògrafo “relativo alla corona del sole”, Cronografìa con Cronogràfico e Cronògrafo questo sia “autore scrittore” snm di Annalìsta, sia quale Cronòmetro che registra, incluso Cronotachìgrafo (col gr TAKHYS veloce in concorso con Tachigrafìa e Tachimetria), Glittografìa con Glittògrafo (col tema gr GLYPHE incisione, GLYPHO io incido, GLYPTOS inciso), Intègrafo (traccia integralmente una curva), In riferimento ancora a Grafia scrittura, l’ital conta Graffìto tratto dal lat GRAPHIUM stilo (per scrivere) coniato nel XVI sec ma diffusosi dal 1973 a seguito del successo cinematografico di American graffiti del regista G. Lucas, cui Graffìre, Graffitàro, Graffitìsmo e Graffitìsta; in area glb l’ingl WRITER scrittore (da TO WRITE scivere) vale Graffitista. Infine, il termine GRAFIA per composizioni mediche quali Radiografìa con Radiografàre e Radiogràfico, Schermografìa con Schermografàre e Schermogràfico. La Radiografia è opera di W. Conrad Rontgen nel 1895, realizzata studiando gli esperimenti elettrici di W. Crokes, di P. E. A.von Lenard e di H. Hetz. Un tema rad, insomma, (GA)LA-(CR GR KR)APPA, che rappresenta il linguaggio preistorico tramandato ai nostri giorni e, pertanto, appaiono tutti vrs di genesi onomatopeica. In connessione ancora con Gràppolo e Gràmpa dal got KRAPPA uncino cui Aggrappàre, Gràppa e Grappètta snm di Graffa e Graffetta, Grippàre attraverso il franc GRIPPER già GRIPAN afferrare cui Grippàggio, il prefissato Ingrippàre il glb ingl Grip da TO GRIP afferrare, Grippe attraverso il franc che vale “influenza”, eppoi in vrs connessione il termine marinaresco Grìppia “cima per il 774 recupero dell’ancora” cui il relativo Grippiàle; ancora, Grèppo “luogo scosceso” dal tema med GRAPPA sasso, Gràva “pianura ghiaiosa cui la locuzione Grave del Piave, con Gravìna “crepaccio calcareo” (omn di Gravina da Granchio) cui il toponimo Gravina (di Puglia), Grèto “ghiaioso” dal tema med GRAVA greto, Gravòso metaf “pesante come un masso” e semant “faticoso”, Grèppia “rastrelliera per il fieno-mangiatoia” metaf “fonte di guadagni” dal franc KRIPPIA contemporaneo del long KRUPPIA e sembrerebbe in antica associazione con Greppo, Gres “ghiaia” dal franc GRIOT, tutti omologismi. L’omn Gràppa “acquavite” con Grappìno è attraverso il lombardo GRAPA che vale Gràspo questo inc di Raspo con Grappolo. Gradìno “scalino” è il dim di Gràdo, dal lat GRADUS astratto di GRADI camminare il quale ha assunto fig una polisemia “stadio intermedio, livello, valore” cui, in locuzione, Primo grado, Secondo grado e Terzo grado, eppoi in riferimento alla scala musicale, difficoltà alpinistica, condizione, al posto gerarchico, in termine grammaticale, matematico, scientifico, tecnologico… cui Gradàre (un snm di Graduare), Gradatamènte, il glb ingl Grader da TO GRADE livellare cui l’omologismo Graderìsta, Gradaziòne, Gradiènte cui il composto Gradiòmetro, il fig Gradìna “utensile” questo omn dell’omologismo Gradìna che vale “agglomerato” attraverso il serbo-croato GRAD città, eppoi Gradinàre sia relativo alla Gradina “utensile” sia al dim Gradino cui Gradinàta, Gradinàto, Gradinatùra, eppoi Gradàle, Gradàto, Gradìsmo, l’accr Gradòne con Gradonamènto e Gradonàta, Graduàbile con Graduabilità, Graduàle con Gradualìsmo, Gradualìsta, Gradualìstico e Gradualità, Graduàre (snm di Gradàre) con Graduàto, Graduatòria, Graduatòrio e Graduaziòne, eppoi un inatteso Grassàre “camminare” con Grassatòre “camminatore” fig “rapinare” e “bandito da strada (Rapinatore)”, Grassaziòne “rapina a mano armata” dal lat GRASSATIONEMN da GRASSARI intensivo di GRADI. Grassazione in corso dal 1673 sarebbe stato sostituito da Brigantaggio dal 1799, anno dell’occupazione francese che neloro lessico utilizzavano BRIGANTS. Il percorso prosegue con i pref Biodegradàre (pref dal gr BIOS vita) con Biodegradàbile, Biodegradabilità, Biodegradatòre e Biodegradaziòne. Degradàre è attraverso il franc DEGRADER (pref DE di abbassamento), cui i derivati e fig, Degradàbile, Degradamènto, Degradànte, Degradàto, Degradaziòne e Degràdo, Digradàre con Digradamènto e Digradaziòne (pre DE per diminuzione), l’attestazione Disgradàre (omn di Disgradare da 775 Gradire) con Disgràdo (DIS di sottrazzione). Per logica etim, è pensabile che il vocabolo Gradino sia stato coniato associando l’azione del camminare sul terreno (di sassi) e questo, infatti, è storicamente ricavato dalla pietra; il termine è anche utilizzato in composizione come secondo membro GRADO, cui Anterògrado, Retrògrado “che cammina all’indietro”, Tardìgrado “che cammina lento” (dal lat TARDUS tardo) e Ungulìgrado (ad esempio, gli equini); eppoi il fig, per accezione militaresco, Parigràdo. Lemma alieno è Gradàsso cui Gradassàta, dal personaggio dei poemi “Orlando Innamorato” e “Orlando Furioso” un snm di Smargiàsso. Dalla composizione IN GRADI svoltosi in INGREDI entrare, cui Ingrediènte, è nato l’astratto Ingrèsso dal lat INGRESSUS cui l’eccl Ingrèssa, Ingressàre, Ingressiòne e Ingressìvo; eppoi i modelli nel percorso prefissato Aggredìre cui Aggressiòne, Aggressività, Aggressivizzaziòne, Aggressìvo e Aggressòre (pref AD), Congrèsso (COM associativo) cui Congressìsta e Congressuàle, Digredìre cui Digressiòne e Digressìvo da DIGREDI (DIS dispersivo, di allontanamento), Egrèsso cui Egressìvo (EX fuori), Pregrèsso da PRAEGREDI (pref PRAE, ital PRE, di anteriorità), Progredìre con Progredìto, Progrèsso cui Progressiòne, Progressìsmo, Progressìsmo, Progressìsta, Progressìstico, Progressività e Progressìvo (pref PRO l’andare avanti), rintracciabile nell’ingl PROGRESS progressione, Regredìre cui Regrediènte, Regressiòne, Regressìvo e Regrèsso (RE l’andare all’inverso), Trasgredìre cui Trasgredimènto, Trasgreditòre, Trasgressiòne, Trasgressività, Trasgressìvo e Trasgressòre (TRANS l’andare oltre). Il rad GR lo ritroviamo in Gràsso o Cràsso svoltosi dal lat CRASSUS inc con GROSSUS, vrs per la sua consistenza e dalla proprietà d’indurirsi, cui Grassàggio o Ingrassàggio, Grassamènte, Grassèllo, il fig Grassètto snm di Neretto (carattere tipografico), Grassèzza, Grassòccio, Grassòlo snm di Cìccioli, l’accr Grassòne, Grassùme (suff UME per collettivi), eppoi in Gràscia attraverso il volg fem lat CRASSIA cui Grascèlla o Grasciòla o ancora Grassèlla, Grascèta. \ La città di Bologna è indicata con La grassa (per la sua cucina) ma anche La dotta per la sua storica università fondata nel 1088, e La rossa per vicende politiche.\ Il grasso per cucina in lingua ar è detto SAMIN cui l’omologismo Zimìno “sorta di salsa”; il sett botanico Cimìno o Cumìno (gastronoma-liquoreria-medicina), considerato afrodisiaco, cui la locuzione Cumino di Malta, arriverebbe invece attraverso il lat tardo COMINUM e COMINUM già class CUMINUM dal gr KYMINON ma nulla vieta di pensare a una unica rad. Il percorso prefissato conta Digrassàre con Disgrassatùra (pref DI dal 776 DE lat di privazione), Disgrassàre con Disgrassatòre (pref DIS di dispersione), Ingrassàre (IN illativo) con Ingrassamènto, Ingrassatòre, il composto fig Ingrassabùe “sorta di pianta leguminosa, foraggio”, Ingràsso, il frequentativo Ingrassicchiàre o Ingrassucchiàre, Ingrassamènto, Ingrassatòre e il prefissato Sgrassàre (S sottrattivo). Il lat medv GROSSUSM è d’etim sconosciuto, cui Gròsso (dal XIII sec), il fem Gròssa con valore di “dodici dozzine”, Grossolanità, Grossolàno e il composto Grossomòdo, i prefissati Digrossàre con Digrossamènto, Digrossatòre, Digrossatùra e Digròsso (pref DI dal DE lat di privazione), Disgrossàre (pref DIS di dispersione), Ingrossàre (IN illativo) con Ingrossamènto, Ingrossatòre, Ingrossatùra questo anche in relazione ai caratteri scritti in buona copia dalla locuzione medv lat LITTERA GROSSA a carattere chiaro, ben visibile e Ingròsso comunemente nella locuzione All’ingrosso, Ringrossàre con Ringròsso (doppio pref RI iterativo e IN illativo) e Sgrossàre (S sottrrattivo) con Sgrossamènto, Sgrossàta, Sgrossatòre e Sgrossatùra. Gròsso dal lat tardo GROSSUS era ancora una moneta d’argento europea, diffusa in Oriente. Grossulària, inoltre, è dalla locuzione lat RIBES GROSSULARIA uva spina, ma anche fig un minerale, tutti vrs connessi con il significato di “grossolanità”. Il lat conta ancora GURDUM per pesante, grosso, cui Ingordo (pref IN illativo) ed Ingordìgia da un senso fig. Gràngia o Grància, infine, è il pascolo per l’alpeggio o ricovero estivo per il pastore Grancière o Grangère o ancora Grangière e deriva da un tardo lat GRANICA granaio; dalla Francia, infatti, c’era giunto GRANCHE deposito di grano e poi attestatosi in capanna rurale, podere (annesso ad una abbazia), fattoria. \ Noti quali grange (grancie in accezione dialettale locale) i siti d’antichi eremitagi sottostanti l’abbazia di Pulsano sul Gargano, in cui, nella seconda metà del secolo scorso, si scoprì ancora qualche eremita, prima che iniziassero i lavori di ristrutturazione dopo secoli di totale abbandono e spoliazioni, oltre ai terremoti (da “La pulzella delle specchie”, Piazza Editore 2001 SA) \ Gli altri temi mediterranei di roccia-sasso FARA, KARRA, KARSA, KLAPPA, KRODA avrebbero rispettivamente condotto a Faragliòne, Càrso e Càrsico con Carsìsmo, Chiàppa “rupe” (omn di Chiappa “natica”) e Ciàppola, il toponimo friulano Cormons, Cròda con Crodaiòlo e Incrodàrsi. Da KARRA pietra sarebbe derivato Carànto e vrs Carantàno o Carentàno questo relativo alla Carinzia il cui nome ant era Carantana. In linguistica, vale gruppo letterale da pronunciare con un unico fonema: Digràmma, col pref DIS due volte, quali ch con le vocali a e i, sc con i, e gn; Trigràmma, col pref TRI tre volte quali sci con a o u, e sch. 1 777 \ Scabbia Il lat conta SCABERE che sta per grattare, da rad SKEBH grattare, cui l’astratto SCABIA eppoi l’ital Scàbbia con Scabbiòso, Scabiòsa (botanica, nella flora tipica del Gargano) o Scabbiòsa da SCABIOSUM rugoso, Scàbro da SCABER con Scabròso da SCABROSUS cui Scabrosità. Fuori percorso Scabìno (magistrato del comune) dal lat medev SCABINUS attinto al franc SKAPIN chi fa, rintracciabile nel ted SCHAFFEN. Il termine Razzàre, con Razzatùra, sta per “ricoprirsi in macchie rossastre” estesosi in “grattare” (omn di Razzare da Radiare) è invece dal long RAZZJAN vrs connesso con il franc RAZZIA e con l’ar GHAZIYYA cui l’ital Razzìa fig “piazza pulita” (grattata) col denm Razziàre, Razziatòre e Razzolàre questo con un suff iterativo OLARE cui Razzolàta, Razzolatùra e Razzolìo. Ci si gratta per un prurito, Prurìto è dal lat PRURITUS astratto di PRURIRE da rad PREU formicolare, cui Prùdere, Prudòre, Prurìgine con Pruriginòso. \ Grazie Il termine omn Gràdo, (omn di Grado da GRADI camminare), cui Gradìre, Gradèvole, Gradevolèzza, Gradevolmènte, Gradimènto con l’opposto prefissato Sgradìre (S sottrattivo) cui Sgradèvole e Sgradevolèzza (Pref S sottrattivo e suff ital EVOLE di aggettivo verbale attivo), Sgradimènto e Sgradìto è dal lat GRATUM questo da rad GWERE cantare inni a lode, con la lenizione della t in d, cui l’onomastico Graziano da GRATIANUS gradito; fedeli all’etim, l’ital conta Gratìfica e Gratificàre, Gràto con Gratitùdine e Ingratitùdine con Ingràto (pref IN negativo), Gratùito, Gratulàre con Gratulatòrio e Congratulaziòne, eppoi le diverse attestazioni in Gràzia dal lat GRATIA già gr KHARIS KHARITOS cui l’avverbio Gratis dal suo ablativo lat GRATIS, Graziàre e Graziàto (sia nella terminologia giudiziaria sia in senso religioso, il termine si è attestato quale “dono gratuito”), il termine di cortesia Gràzie quale pl di Grazia dalla locuzione lat GRAZIAS AGERE ringraziare, Graziòla dal dim GRATIOLA, Graziosamènte, Graziosìsmo, Graziosità, Graziòso e l’onomastico fem Grazia, dal lat GRATIA in concorrenza con Grazia attraverso la devozione per Santa Maria delle Grazie tradotta nello sp DE LAS MERCEDES cui l’omologo onomastico Mercedes. Eppoi i composti Buongràdo, Disgràdo, Malgràdo con Malgradìto, la locuzione Colpo di grazia (colpo finale mortale per evitare la sofferenza) e l’esot locuzione franc Malgrè lui “malgrado lui”; da ricordare che Malgrado è sempre da riferire a persone “Malgrado tu me lo abbia detto”, pertanto, in altri casi, è corretto l’uso di Nonostante. 778 Con i pref, l’ital conta Aggradàre (pref AD allativo, omn di Aggradare da Grado) con l’opposto Disaggradàre (DIS separativo) cui Disaggradèvole o Aggradìre, con l’opposto Disaggradìre, eppoi Disgradàre (DIS privativo) omn di Disgradare da Grado; eppoi Aggraziàre e Aggraziàto (AD allativo), Disgràzia e Disgraziàto (DIS “male”), Ingraziàre con Ingraziàrsi (IN illativo), Ringraziàre e Ringraziamènto (doppio pref RIN), Sgraziàto (S sottrattivo). Negli Stati Uniti, Il Giorno del Ringraziamento è una attesa ricorrenza e a tavola si consumano tacchini ripieni con salsa di mirtilli, torte di zucca. \ Lipide Pingue In gr, LIPOS sta per Grasso, cui Lìparo “Genere d’insetti) dal gr LIPAROS lucente d’olio cui il toponimo Lipari (isola di) con Lipàride (Genere di piante in botanica, snm di Limantria in zoologia), Liparìte (suff ITE per minerali), eppoi Lipàsi, Lipemìa con Lipèmico e il prefissato Dislipidemìa o Dislipemìa, Lipìde e Lipìdico coi composti Lipidemìa, Lipidogràmma e Lipidosteròlico, Lipòide e Lipoidèo con Lipoidòsi, Lipòma con Lipomatòsi e Lipomatòso, ed il pref LIPO adattato in composizione quali Lipacidemìa (con Acido e il gr HAIMA sangue) Lipectomìa, Lipoaspiraziòne o Liposuziòne, Lipofilìa e Lipòfilo, Lipolìsi e Lipolìtico, Lipoproteìna, Liposarcòma, Liposcultùra (termine d’estetica), Liposolùbile, Liposòma con Liposomiàle, Lipòtropo (col gr TREPEIN far regredire-volgere), Liùria o Lipurìa “grasso nelle urine (suff URIA); il percorso conta ancora termini col raddopppio espressivo della p, quali Lèppo “odore sgradevole” dal lat LIPPUS cui Lìppo attestatosi in cisposo e Lippòso questo anche relativo a “materia grassa”. Il vernacolo salentino conta Lippu con valore di “grasso”. Fuori percorso Lìppa dalla serie onomatopeica infantile L…P “sorta di gioco” con un pezzetto di legno appuntito alle due estremità e che, adagiato a terra, si fa saltare percuotendolo alle punte con un assestato colpo di bastoncino per colpirlo con destrezza a mezz’aria e così rilanciarlo, alla maniera del Baseball di cui è vrs il progenitore. Pseudoetim il termine Lipizzàno questo relativo del toponimo Lipiza (dal locale LIPA tiglio) in Slovenia, per accezione una particolare razza equina; eppoi, tutti dal gr LEIPEIN mancare, Lipogràmma con Lipogrammàtico, Lipogrammatìsmo e Lipogrammatìsta (col gr GRAMMA lettera) “sorta di struttura letteraria in cui si omettono lemmi che abbiano una determinata lettera o sillaba”, Lipomerìa “mancanza parziale del corpo” (col gr MEROS parte) e Lipotimìa “deliquio” con Lipotìmico (col gr THYMOS animo). In lat volg SAGIMEN sta per grasso di maiale, cui Saìme, il fig Saggìna (delle Graminacee) con Sagginèlla da SAGINA ingrassamento con la variante toscana Saìna, Sagginàle o Sainàle, Sagginàre o Saginàre dal lat SAGINARE ingrassare con Sagginàto: snm di Saggina è Mèlica o Mèliga (omn di Melica “canto”) dalla locuzione lat HERBA MILICA da MILIUM miglio, anche quale snm sett di Mais, da questo il volg fig Melicòtto “ sorta di biscotto”. Altro snm di Saggina è Sòrgo questo dal lat SURICUM GRANUM grano della Siria. Dalla rad PNGU connessa con le ant rad indoeur BHENGH spesso e PIW grasso il lat ha coniato PINGUIS cui Pìngue con Pinguèdine e Pinguìcola 779 “sorta di pianta carnosa”. Il termine Pinguìno, datta la sua figura, farebbe pensare ad una connessione con pingue, invero è dalla composizione bretone PENNGWENN testa bianca attraverso il franc PINGOUIN già ingl PENGUIN; un termine, GWENN, che ritroviamo nell’onomastico Guendalina dal gallese GWENDOLEN la bianca, in concorrenza con Guendalina dal ger WANDEL vagare di Vandalo. Il Pinguino salta rocce è una varietà che nel 2012 è considerata in estinzione. Dal lat SEBUM materia grassa d’origine animale o vegetale, l’ital ha tratto le diverse attestazioni di Sèbo cui Sebàceo il composto Seborrèa con Seborrèico o Seborròico (col gr RHEO scorro), Sègo cui Rassegàre, il lenito Sèvo (omn di Sevo “severo”). L’accumulo di Sebo in un follicolo è definito Comedòne dal lat COMEDO COMEDONIS mangione, questo un risvolto metaf del termiine che indica “verme dei cadaveri” da COMEDERE mangiare. \ Dolina Dolmen Menhir Dal tema sloveno-croato DO, è pervenuto il termine Dolìna “depressione carsica”. Tutto starebbe a credere che anche Dolòmia (roccia) con Dolomìte, Dolomìtico e altri derivati, siano i legittimi discendenti di DO; in realtà, i termini sono stati coniati alla memoria del geologo D. de Gratet de Dolomieu (1750-1801), studioso della particolare roccia, dolomitica appunto. Fuori percorso il marinaresco Dolòne dal lat DOLON già gr DOLON che sta per “albero prodiero”. Nel giugno del 2009, l’UNESCO ha inserito le Dolomiti nell’elenco mondiale dei siti “Patrimonio dell’umanità” La locuzione denominativa Dolomiti di Brenta contiene il termine Brenta invariato dal lat BRENTA di tema med BRENTA “recipiente arcuato-roccia arcuata” donde Brentatòre, che definisce una peculiarità di alcuni contenitori o rocce, Brènta “ant misura preromana di capacità, eppoi, in vrs connessione rad i botanici Brèntine e Imbrèntano; Brenta è anche l’idronimo di un noto fiume veneto (fig un recipiente d’acqua). Ancora, in una vrs remota connessione rad, Brèntidi “Famiglia di Coleotteri” dal gr BRENTHOS “sorta di uccello acquatico” e un Brèntolo quale snm di Brugo. L’antico toponimo pugliese di Brindisi è il messapico Brenton, verosimilomente d’identico tema med BRENTA, in riferimento al suo storico porto quale particolare recipiente arcuato, il cui profilo ricorda una testa di cervo. Anche Dòlmen, con il relativo Dolmènico, il preistorico monumento megalitico, rintracciabile nelle campagne pugliesi, cui il Dolmen Chianca, non ha nulla del rad DO, bensì è l’omologismo che discende dal bretone T(A)OL tavola e da MEN pietra; similmente al coevo Menhir, che vale MEN HIR pietra lunga. Da non equivocare Dolmen con Dòlman, questo omologismo inv dal franc ma già turco DALAMAN indumento per uniforme degli ussari; Ussaroùssaro o Ussero-ùssero è dall’ungherese HUSZAR esploratore ma anche il 780 corrispondente di Corsaro. Per Megalìto o Megalite “insieme di pietre”, con il relativo Megalìtico, s’intende quale monumento dell’età del rame, diversamente dal Monolìto, o meno corretti Monòlito e Monolìte, quale unico blocco pietroso innalzato (dal greco MONOS unico-solitario), donde Monolìtico e Monolitìsmo. In locuzione sarda, Perdas fittas “pietra conficcata” indica una sorta di stele religiosa preromana. Restando nel contesto litico, la locuzione sarda Perdas fittas “pietra conficcata” indica una sorta di stele religiosa preromana. \ Tavola Tovaglia Mensa Tàvola dal lat TABULA, cui il dim Tabèlla, è da tema med TABA tavola il cui ricalco ha dato TABERNA in ital Tavèrna e Tavernière cui un ant Contubèrnio “tenda romana” con Contubernàle con valore metaf di “convivenza nella stessa tenda”. Il percorso includerebbe il prefissato Stanfèrna attestatosi in “aperturasquarcio” da un ant TAFERNA con S intensivo, questo quale variante etrusca di TABERNA. Nel Veneto, Taverna (o Osteria) è Bàcaro, voce derivata da Bacco il dio del vino. Fuori percorso il chimico Tabernantìna, o Ibogaìna, estratto dalle radici dell’Ibòga questo del Genere Tabernanthe, lemma di genesi afraicana. Tavola vale metaf “ordinamento giudiziario” cui le Tavole della Legge o i Dieci Comandamenti, le Dodici Tavole che racchiudono il primo codice romano (451- 450 aC), vale “codice scientifico” quali Tavole astronomiche, Tavole geografiche, Tavole logaritmiche, Tavole trigonometriche… Tabulon è una pietanza torinese a base di carne, così indicata poichè la carne macellata viene affettata e tagliuzzata sul Tagliere di legno, ovvero sulla TABULA. Non è il solo termine ad essere stato coniato con un ricalco simile, vedi Caverna dal lat CAVUM, Cisterna dal lat CISTA. In percorso da Tavola pervengono Tavèlla dal dim TABELLA, Tavellòne con Tavellonàto, Tavolàto, Tavolière, Tavolìno, Tàvolo, Tavolòzza, mentre in percorso esplicito da TABA pervengono Tabellàre, Tabellàrio (sia “portatabelle” oggi portalettere, sia “tabella contenente un elenco”), Tabellaziòne, Tabellìna e Tabellìno, il fig Tabelliòne (desueto snm di Notaio, da Tabella per scrivervi) con l’ufficio Tabellionàto, Tabellòne, l’esot franc Tableau, Tablìno, Tablòide questo adattamento dall’ingl TABLOID, Tabulàre, Tabulàre, Tabulàrio, Tabulàto, Tabulaziòne, e, infine, dalla forma lat TABERNA ci viene il dim Tabernàcolo o Tabernàculo; dal lat TABERNA l’ital conta Tabwernària e Tabernàrio vrs in connessione con l’ar TABBULA cui Taboulè “piatto freddo” attraverso il franc. La locuzione lat Tabula rasa, ancora attuale, indicava on origine una tavoletta di cera riscrivibile, la cui compilazione precedente era cancellata con una rasatura. Associata a Tavola (per mangiare) l’ital conta Tovàglia, cui Tovagliòlo o Tovagliuòlo, dal franc THWAHLJA attraverso il prvz TOALHA, connesso con il bretone TAOL cui Tòlla, Tollatùra ed il volg veneto Tola, questo 781 semant esteso anche alla stessa Tavola, vrs come può essere accaduto per il franc TOILETTE, dim di TOILE tela, termine adottato pari pari dall’ital nel senso di “mobile disposto per la pettinatura e trucco delle donne”, esteso ad indicare le stesse operazioni, cui gli omologismi Toelètta, Tolètta,Tolettàre, Tolettatùra. \ L’uso del Tovagliolo a tavola, che nel Rinascimento era chiamato Truccabòcca, è stato storicamente introdotto da L. da Vinci, contribuendo così al progresso igienico poiché era abitudine che i commensali utilizzassero bordi e lembi della stessa tovaglia per ripulirsi mani e labbra \ Sempre dal franc si conta il glb Boudoir “gabinetto da toletta per donne” derivato dal verbo BODER essere imbronciato appunto perché la donna davanti allo specchio assume smorfie tali da apparire immusonita. Il franc THWAHLJA, il prvz TOALHA, il bretone TAOL e il franc TOILE, in ogni caso, considerando l’area indoeur, sarebbero connessi col lat STOLA, già gr STOLE questo astratto di STELLO vesto, cui Stòla con l’accr Stolòne (omn di Stolone in botanica e zoologia), tutti comunque in derivazione dal lat TABULA. L’omologismo Tùlle “sorta di tessuto” non è in percorso, poiché è relativo al toponimo franc Tulle. Dal lat MESA tavola, l’ital conta ancora Mènsa, questo inv dal lat MENSA, e Mènsola dal dim lat MENSULA con Mensolòne; rintracciabile nello sp MESA tavola cui il glb Meseta “Tavolato, quale termine orografico”. \ Il Mensa, cui Mensàno, è un’associazione fondata a Oxford nel 1946 ed è costituita da membri (mensani) di intelligenza superiore alla media (minimo Quoziente d’intelligenza “QI” 148 nel Test di Cattell) \ L’ital conta un Modigliòne per “mensola architettonica” dal lat MUTILIONEM di MUTULUS “ciò che risalta dal muro”. Attraverso il franc ant BRELENC tavolo per giocare già BREDLING, l’ital conta l’omologismo Berlingàre “chiacchierare dopo una mangiata” dal XIV sec) con Berlingatòre, Berlinghière e Berlinghìno, cui ancora Berlingàccio “giovedi grasso” con Berlingaccìno “il penultimo giovedi di carnevale” e Berlingòzzo “sorta di ciambella da consumare a Carnevale” (dal XV secsuff alterativo OZZO), Berlèngo “tavola da pranzo” o “da gioco” (adottato dal XVI sec), estesosi fig in Gozzoviglia, cui vrs, in estrema estensione, Berlìc o Berlìcche con ancora Berlòc o Berlòcche “pandemonio” (adottato dal 1829) assimilato ad uno dei nomi popolari imposti al diavolo; eppoi Berlòcca “ora del pasto o della siesta” (dal 1892) con l’avviso del rullo del tamburo. Sempre dal XVI sec fu adottato il termine Berlìnga “lira milanese” ma non è ovvia la connessione, a meno che non si sia associato il possesso del denaro alla possibilità di gozzovigliare, infatti nel XIX sec si attesta il termine Berlinga quale sorta di fiche (da gioco) attraverso la variente franc BRELINGUE. \ Tabula peutingeriana Dal nome del suo scopritore Konrad Peutinger (1507), la Tabula peutingeriana indica una riproduzione medievale su pergamena di una sperduta carta d’epoca romana, che tracciava l’impero e tutto il mondo allora conosciuto. Si estende dalle Colonne d’Ercole (Gibilterra) all’estremo oriente; ha le caratteristiche di una carta stradale d’oggi, allora denominata ITINERARIUM PICTUM. 782 \ Sgarrare Crollare In franc si pronunciava WARON avere cura che, transitato dal prefissato franc ESGUARER sbagliare, è giunto nei prefissati sp ENGARRAR DESGARRAR, ital Sgarràre “sviarsi”, metaf “cadere dalla dritta via”. Esiste tuttavia la voce d’origine celt GARRA che sta per una parte della gamba, riferita per accezione ai quadrupedi, cui Garrèse, Garrètto o Garètto cui Paragarrètto, eppoi Giarrettièra, questo dal franc JARRETIERE da JARRET garretto, cui il prefissato Sgarrettàre (S sottrattivo) con Sgarrettatùra; in tal caso, Sgarràre equivarrebbe a Sgambàre “togliere il gambo” (ad un fiore) con S sottrattivo e metaf “zoppicare” oppure “perdere improvvisamente l’uso di una gamba e cascare”; in associazione al Garretto equino, e vrs in connessione, si conta l’omologismo Giàrda “crescita ossea” dall’ar GARATH metaf in “burla-beffa”. Nel volg pugliese, viepiù, risuona il termine considerato onomatopeico Sgarrare, che vale “crollare, cadere a pezzi, ridurre in pietre”, cui il denm Sgàrro “strappo” e metaf “offesa” (termine mafioso), connesso con Sgarrupàto “fatiscente” questo attraverso il partenopeo Sgarrupà (vrs sovrapposizione con Dirupato) e opposto di ‘Ngarrare metaf “riuscire a mettere in ordine, indovinare” questo con eferesi della I da un possibile prefissato ital Ingarràre. L’onomatopeico volg, omn dei due termini, sarebbe allora o una coincidenza o una metaforizzazione di quelli; è quindi ragionevole l’idea che tutti abbiano avuto l’influenza del tema GR sasso e che abbiano subito una metatesi da GRA a GAR o discendano direttamente da (K)AR, con lenizione di k in g, così come può essere accaduto per l’eponimo Gargàno. \ GRA è l’ acronimo di Grande Raccordo Anulare che gira intorno alla capitale Roma, il cui tratto storico Appia-Aurelia fu aperto nel 1951.\ Il tema GR lo si ritrova nello slavo GRADISCE che vale fortificazione, donde il toponimo Gradisca e in Belgrado bianca fortificazione (castello). Ritroviamo inoltre la rad KRA nell’ingl SKY-SCRAPER, cui la traduzione Grattacièlo 1 già Grattanuvòle . L’ingl SKY vale dunque cielo, da questo i glb Skylab “labiratorio spaziale” con LAB ellittico di LABORATORY, il filtro per fotoigrafi Skylight con LIGHT luce, Skyline “linea d’orizzonte” con LINE linea (pron laine), Skywatching “osservazione stellare” con TO WATCH osservare-guardare, la locuzione Sky surf “sorta di surf”. Il termine Crollàre, con Crollamènto, Crollàta o Scrollata e il devb Cròllo, è dal lat volg CORROTTULARE (da COM RUPTUM di Corrotto); da Crollare l’ital conta ancora l’intensivo Scrollàre o Sgrollàre, cui Scrollàta o Crollata, Scrollìo, il devb Scròllo e Scrollòne. L’ital conta un omn Scrollàre omologismo attraverso il verbo ingl TO SCROLL far scorrere (termine per computer) cui ancora i glb Scroll o Scrolling. Crollare, così attestatosi in ital da CORROTTULARE per lo stesso fenomeno fonetico di Spàlla da SPATULA questo dim di SPATHA, cui Spallàccio “pezzo d’armatura”, Spallamènto, Spallàre, Spallàta, Spalleggiamènto, Spalleggiàrwe, Spallètta, Spallièra in correlazione con Pedièra (parti del letto), il marinaresco Spallière, gli alterati Spallìno, 783 Spallòne e Spallùccia cui la locuzione Fare le spallucce, Spallucciàta, Spallùto e la locuzione militare Spall’arm! cui il termine Spallàrm! Il gruppo letterale TULA, dunque, svoltosi in LLA, come il termine Secchia da SITULA che ha subito ancora una seconda variante in CCHIA. 1 Lo storico grattacielo fu innalzato nel 1885 a Chicago, HOME INSURANCE BUILDING edificio casa assicuratrice; era alto 42 metri con 10 piani esclusi il pianterreno ed il terrazzo. Il termine ingl HOME vale dunque casa, snm di HOUSE, cui una serie glb di lemmi quali Homeless “senzatetto”, Homing “che torna a casa” (termine zoologico e fig missilistico) e, in locuzione, Home banking “operazione bancaria da casa”, Home base, “casa base” in termini sportivi da Baseball, Home care “assistenza domiciliare per anziani” con CARE cura, Home computer “computer di casa” con una sfumatura dal Personal computer, Home entertainment “ricevimento, trattenimento a casa”, Home page, Home shopping “acquisti da casa”, Home theatre “telelevisore a grande schermo” fig con THEATRE teatro., Home video” film in CD e in cassetta per uso casalingo”. Una connessione indoeur vuole l’ingl HOME casa dell’uomo con il lat DOMUS casa e con HOMUS uomo. Esiste ancora in ingl il termine DOOR che vale porta ma svoltosi, per il fenomeno della metonimia in Casa, simile al metonimico ital Tetto per Casa; pertanto si ha la locuzione glb Door to door che vale Porta a porta e quindi Casa per casa, e Outdoor ”fuori della porta (della palestra)” in opposizione a Indoor. (col pref IN dentro). La l’ingegneristica ha condotto l’uomo ad abitare finanche nei grattacieli subacquei la cui energia è tratta da fonti di origiìne solare, eolica e cinetica. \ Gargano il sacro promontorio /…/ hadriacas exit Garganus in undas /…/ “…emerge dalle onde dell’Adriatico il Gargano…” così scrive Marco Anneo Lucano (39/65 dC). L’embrione del Gargano, un isolotto solitario, fu concepito da madreacque nel Cretaceo, si sviluppò nell’era Cenozoica integrando altri fratelli isolotti, subì un’intrusione vulcanica, che tra l’altro aveva favorito il sollevamento di sedimenti carbonatici dal fondale marino, ricordato dai toponimi Punta delle Pietre Nere e Valle Carbonara, per assumere finalmente l’imponente maturità, grazie alle fasi climatiche quaternarie. L’uomo vi apparve nel Paleolitico abitandovi le grotte disseminate nell’abbondante flora arricchita di sorgenti cui i sopravvissuti Bosco Isola e Bosco Quarto, e sovrastata da solenni foreste, copiose d’animali, quale la superstite Foresta umbra oggi di 2000 mq. L’invadenza vulcanica è ancora oggi comprovata dall’idronimo Caldoli, un corso d’acqua sgorgante da una sorgente calda. Gargano, il pietroso promontorio adriatico, figurativamente lo Sperone d’Italia, starebbe per Macigno di Giano grazie al radicale GR sasso di tema mediterraneo, agionimo a perenne memoria di un’antica devozione per il dio Giano, in complanare con la tradizione dell’eponimo che lo vuole derivato dal mitologico gigante Gargan, verosimilmente per un’attività vulcanica, da associare idealmente a Polifemo-Etna. Enucleato dai toponimi di genesi magnagreca quali Apenestae, Drion (accostamento con i Dori), Matinum (oggi Mattinata), Merinum (posto in relazione con la razza merino di pecore importate dai greci), Vestae (oggi Vieste, verosimilmente dal gr HESTIA focolare in connessione con l’antico radicale WES abitazione e focolare); l’agionimo di un secolare Giano garganico riaffiora, a comprovare il profondo radicamento dell’antica 784 liturgia, dalla denominazione a Monte S. Angelo dell’erto quartiere Junno, questo esito di un’ipocoristica corruzione volgare di Pilunno o Pilumno, epiteto di un re-sacerdote assimilato a divinità, ossia Pilastro di Giano, il reggente della fede. Dal lat PILA, infatti, Pìla ha assunto il significato di “struttura portante” svoltosi in “mucchio d’oggetti in verticale” e figurativamente relativo a un agglomerato abitativo costruito verso l’alto, ossia lungo e sulla sommità di un rilievo. Giano Riaffiora a San Marco in Lamis dall’idronimo Jana, l’ellittico di AQUA IANUARIA acqua gianuaria. Riaffiora dal più esplicito Pirgiano, questo col tema greco-latino PYR fuoco darebbe Fuoco di Giano nel senso del fuoco perenne sull’ara in suo onore, oppure col greco PIRGOS questo nel senso di agglomerato annesso alla dimora signorile fortificata, darebbe Castello di Giano; Pirgiano, allora, l’antico toponimo di S. Ioannis Rotundi (1095) poi S. Giovanni Rotondo così attestatosi dal precedente La Rotonda per la forma circolare del tempio qui dedicato al dio, quale allegoria architettonica del cerchio che rappresenta la pertinenza divina della visione omnidirezionale, come ben concepibile in questo nume bifronte. Riaffiorerebbe ripetutamente ancora a mo’ di suffisso, ma da accettare con cautela, in sovrapposizione quindi al diffuso suffisso ANO per nomi di luogo, dal toponimo Rignano, già segnato Locazione di Arignano nelle topografie della transumanza e che per la sua posizione da Balcone delle Puglie, poiché guarda dall’alto il Tavoliere, antiche attestazioni lo indicano in Castellum Riniani o Guardia Riniani. Riaffiorerebbe da Pulsano il cui territorio pullula di romitori e da Castel Pagano, anche qui dovizioso di romitori, questo già traducibile in PAGUS campo dedicato a Giano prima che, in era cristiana, questo termine si diffondesse nel significato di “idolatria” e proprio dal fatto che nelle campagne ancora si adoravano le antiche divinità. Riaffiorerebbe da Cagnano, dove esiste una grotta già sede di venerazione pagana e cristianizzata da una fugace apparizione dell’Arcangelo. Riaffiorerebbe, infine, dai toponimi Ruggiano, Stignano, dall’oronimo Monte Celano, dal limnonimo Varano… tutti a raccordare la tradizione di questo dio dalla vista pantotenica, protettore dei luoghi inaccessibili, dei cancelli, dei recinti, degli accessi, delle porte, metaforicamente delle proprietà e filosoficamente la rappresentazione dell’apertura mentale, delle conoscenze, e che vedeva fedelissimi osservanti i pastori a tutela delle loro greggi e gli ovili, questi in grotte, stazzi e ripari tra gli scoscesi camminamenti garganici. Sarebbero stati, infatti, i pastori, nelle loro mene (transumanze), a importare, far conoscere e consolidare il culto per Giano, attraverso quei tratturi, i cui tracciati avrebbero poi facilitato la realizzazione della grandiosa rete viaria romana. Nella non lontana Trani, lungo la costa adriatica, si conserva una chiesa protoromanica denominata S. Maria di Giano con un’adiacente costruzione a cupola, rivestito di cosiddette chiancarelle, detto Tempio di Giano, in una parte di territorio dal toponimo LOCUS JANA o Casale di Giano a ricordo di attività coloniche e pastorizie in età romana. Il mitico gigante Gargan sarebbe stato omologato, ai primi secoli d’era cristiana, nel ricco pastore Gargano al quale, in una grotta, sarebbe apparso, storicamente il 490, l’Arcangelo Michele, donde la conversione di un’intera 785 regione dal paganesimo (culto gianuario) al cattolicesimo (culto micaelico). Un’evangelizzazione al tempo dei bizantini, con Zenone I imperatore e suo cugino (o almeno parente) Lorenzo Maiorano, futuro santo, vescovo di Siponto, la sottostante città marinara, oggi Manfredonia, e competente spirituale del territorio. Costantinopoli, dove è accertato sia nata la dulìa per l’Arcangelo, avrebbe spedito a Monte S. Angelo una maestosa statua votiva, ma la nave che la trasportava fece naufragio nel golfo di Manfredonia; le storie raccontano che furono i pescatori di Barletta, nel 1491, a ripescarla e, da allora, è esposta nel centro storico di questa cittadina, indicata con Il gigante di Barletta. Da Costantinopoli giunsero, donate dal mercante amalfitano Pantaleone, le Porte di bronzo fuse nel 1076, arricchite di formelle che riportano scene del Vecchio e Nuovo Testamento, ognuna con una propria didascalia, ancora oggi ben salde all’ingresso della Spelonca. Un’evangelizzazione non certo facile da Giano a S. Michele se, a titolo di paragone, s’immagini la resistenza del popolo partenopeo all’abolizione del culto per S. Gennaro a favore di un altro imposto in un’ipotetica, nuova era. In latino JANUA è appunto Porta ed è straordinario che sul portale esterno della scalinata, che discende verso la spelonca micaelita, è riportata la dicitura TERRIBILIS 1 EST LOCUS ISTE ET JANUA COELI Questo luogo è terribile ed è la porta del cielo, quasi a non voler rinnegare la primitiva competenza gianuaria. Un culto dell’antico mondo, quindi, che vedeva Giano adorato nella spelonca garganica, dove poi sarebbe stato sradicato a favore di S. Michele, l’Arcangelo armato, acerrimo nemico degli idoli, difensore della nuova fede per un nuovo mondo, sorretto dagli invasori longobardi che, facendosi strada pugnando contro i Goti, erano calati giusto ai tempi dell’Apparizione, scacciando in mare i Bizantini, e che avevano visto in Lui il protettore, donde la costruzione della “Via sacra langobardorum” (dall’antico germanico LANGBARDLAND), ancora oggi così richiamata, che si snoda lungo la dorsale garganica sino alla Grotta. Il percorso che sarebbe divenuto una diramazione della futura transeuropea Francigena o Francesca “Via dei Franchi” in epoca carolingia, dopo la sconfitta dei Longobardi per opera di Carlomagno nel 774. Francigena, altrimenti detta Romea poiché la tappa fondamentale per pellegrini e crociati era Roma in visita alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo; dopo il valico delle Alpi, dalla Francigena già si era diramato il percorso per Santiago de Compostela, per la tomba dell’apostolo Giacomo. Proseguiva poi per Monte S. Angelo adagiandosi sulle consolari Appia e Traiana, e infine, discendeva per affacciarsi sull’Adriatico all’imbarcadero di Siponto; da qui il viator navigava in rotta per la Terra Santa. Siponto subì la distruzione intorno al 1200 a seguito di un sommovimento idrogeografico, pertanto, riprendendo l’Appia, si raggiungeva il porto di Brindisi. Una mistica direttrice della francigena unisce Mont Saint-Michel au péril de la mer (Normandia – datata 709) con la Spelonca di S. Michele (Gargano – datata 409) passando dalla Sacra di S. Michele (Val di Susa - Alpi torinesi – datata 966/1002). Il Gargano e il sottostante Tavoliere brulicavano di greggi, l’economia essenziale del territorio, da ciò l’importanza data dai nuovi padroni 786 aragonesi-spagnoli, succedutisi ai normanni, agli svevi, agli angioini 2, di far ricorrere i festeggiamenti per l’Arcangelo l’8 maggio e il 29 settembre, le rispettive date stabilite dal regio decreto per l’apertura e la chiusura delle mene ossia le transumanze, e fatte osservare dal tribunale della cosiddetta “Regia dogana della mena delle pecore in Puglia” istituita a Foggia il 1447; oppure, viceversa, di far coincidere le date civili della transumanza con quelle religiose delle tradizionali ricorrenze, poiché pare documentato che il precettore di Carlomagno, Alcuino, avesse scritto di una turba di popolo che il 29 settembre risaliva lo sperone richiamata dai miracoli di S. Michele. C’è da aggiungere, infine, che la venerazione dell’Arcangelo Michele è molto sentita nell’Islam che l’aveva ereditato dal cristianesimo, tant’è che per lo scrittore Salam Rushdie, il quale Lo aveva offeso nei suoi “Versetti satanici”, è stata emessa dal tribunale musulmano la sentenza di morte; una canonica risposta “fatwa” (vincolo religioso non abrogabile dagli uomini) di accesa fede che avrebbe ammutolito i toni dei fedeli cristiani altrettanto offesi. Gli stessi musulmani, però, regolari o pirati saraceni che fossero stati, durante le loro scorrerie, oltre a saccheggiare Manfredonia e Vieste ai piedi del Gargano, a scalarlo per distruggere Pulsano e a insediarsi sul colle ancora oggi chiamato Saraceno, osarono a più riprese profanare la Grotta dall’869, lasciandola, come citano i documenti, deserta e ruinosa, a testimonianza che il terrorismo arabo, ieri come oggi, non ha nulla a che vedere con il credo religioso. Il promontorio appare popolato fin dalla preistoria, merito fra l’altro di una pregiata varietà di selce bionda e consistente, fondamentale per la fabbricazione di utensili, ma l’evento misterico è che s’è evoluto come asse di rotazione della fede, via via in espansione incontenibile, a cominciare dalla paleolitica Grotta Paglicci, sito così importante in archeologia che non è normalmente visitabile, scrigno di pitture equestri e impronte di mani in un significato santuariale, per passare dalla neolitica Grotta Scaloria con lo stillicidio di acqua piovana serbata in apposite terrecotte e lacrimatoi a denotare la liturgia dell’acqua salvifica, ancora dalle grotte indicate dai romani Plinio e Strabone quali eremi di sacerdoti indovini e guaritori, e poi dalla Spelonca dell’Apparitio dell’Arcangelo, dove era stata omologata la raccolta del gocciolamento a mo’ di rito, per finire nell’adorazione moderna per l’umile frate Padre Pio a S. Giovanni Rotondo, popolare in tutto il mondo, recentemente santificato. Sul promontorio era diffusa tra gli eremiti, che l’avrebbero riversata negli abitanti, la Historiola delle Sette Sorelle, ossia la leggenda delle Sette Madonne le quali si sarebbero spartite per competenza spirituale il territorio e le contrade sottostanti, ancora oggi qui venerate; Madonna del Carmine ad Accadia, di Cristo a Rignano, della Fonte a Torremaggiore, dell’Incoronata a Foggia, della Libera a Rodi, di Loreto a Peschici e infine del Soccorso a San Severo. La leggenda trova fondamento nell’evento del recupero delle madonne bizantine salvate dalla distruzione iconoclastica dei sec VIII e XIX e fatte approdare a salvamento sulla costa garganica; non entra nel computo la Madonna di Siponto (col Bambino) dacché è un gruppo statuario ligneo. Ci sarebbe ancora un fondamento pagano, elencando gli antichi luoghi di 787 culto, uno dedicato a Giove Dodoneo, un riporto del culto di Giove a Dodona nell’Epiro ove era venerato quale dimorante in una quercia. Si narra che alla fine del V secolo dC, il vescovo della vicina Siponto, oggi Manfredonia, Lorenzo Maiorano, si sarebbe recato sul Monte Dodoneo alto 874 metri, a nord di Mattinata, per cancellare l’adorazione pagana dedicando il preesistente tempio alla SS. Trinità. D’allora quel sito avrebbe assunto il toponimo di Monte Sacro, e poi gli altri al veggente Calcante, al taumaturgo Podalirio (figlio di Esculapio il dio gr della medicina), al divinizzato Diomede (reduce della guerra di Troia che qui pose alcune prime pietre raccolte dalle sventrate mura della città sconfitta), oltre naturalmente a Giano e Pilunno, e altri ancora andati dispersi, che sarebbero stati tutti omologati nelle chiese in era cristiana. Non poteva che accadere qui il miracolo del mercenario Camillo de Lellis, gran bevitore, come suol dirsi, sacrilego e giocatore d’azzardo, che il 2 febbraio 1575, sulla strada di ritorno per Manfredonia da una missione in S. Giovanni Rotondo, lungo un dirupato sentiero noto come Valle dell’inferno, ebbe l’ispirazione di fondare l’Ordine dei Camilliani a soccorso dei sofferenti e malati, propagatosi in tutto il mondo, antesignano della Croce Rossa. In riepilogo, dalle peregrinazioni italiche per il dio Giano, a quelle europee per l’Arcangelo che ha ispirato templi in suo onore quali Mont Saint-Michel in Francia (Normandia) e Sacra di S. Michele in Val di Susa, alle fiumane processioni per le Sette Madonne che richiamano a casa frotte di emigranti, e poi all’attualismo dei pellegrinaggi per Padre Pio, questi in marcia da ogni contrada dei continenti, si ripercorrono così antiche vestigia che culminano sempre e ancora sul Gargano, Terra sacra nella semantica universale della locuzione. Il genius loci del Gargano, poi, ha ordinato che il richiamo dei devoti avvenisse contemporaneamente sia per l’anniversario della scomparsa di S. Pio il 23 settembre sia per la ricorrenza di S. Michele immediatamente il 29, ad avvalorare un Ordinamento prestabilito nei secoli. 1 Il termine latino Terribilis tradotto invariato non dovrà essere inteso nella semantica corrente di “spaventoso”, ma affidandosi alla radice indoeuropea TER essere scosso assume il senso di “che scuote, risveglia (la coscienza religiosa) ”. 2 Il castello di Monte S. Angelo, che aveva inglobato la cosiddetta Torre del Gigante, che sarebbe stata voluta da Annibale a sentinella della pianura, tra acquisizioni e rinunce territoriali da parte di dinastie straniere, è stato, per un breve tempo, feudo dell’arricchita famiglia Grimaldi:, ai tempi delle loro ricerche per una signoria propria fra monte e mare, ed è schietta la riflessione che sarebbe potuta diventare quel Principato oggi di Monaco. La nascita del Principato, in odore di mitologia, sarebbe stata dovuta a Francesco Grimaldi, il quale espugnò la rocca dell’attuale Montecarlo travestito da monaco; da qui il toponimo del principato. \ Radicale CR-GR-KR Appare ammissibile che tutti i lemmi aventi rad in CR-KR GR siano discendenti di un suono gutturale primordiale, insomma onomatopeico, col quale i nostri progenitori, non ancora diversificati dalle lingue, indicavano universalmente qualcosa di consistente, di più solido, di duro, anche in senso figurato, quali, ad esempio, omologismi e non, con il gruppo GR, Grissìno dal piemontese Grissin “filo di pane”, Grùppo con Gruppàle, 788 Gruppettàro, il dim Gruppètto, Gruppìsta, il dim Gruppùscolo attraverso il franc GROUPUSCULE, i prefissati Raggruppàre (pref RA-D) e Raggruppàto. Eppoi Gròppo “groviglio-nodo” attraverso il ted KROPF nodo donde l’ital Grovìglio con Grovigliàre e i prefissati Aggrovigliàre e Sgrovigliàre o Sgrovigliolàre; Grovièra o Gruvièra, invece, pseudoetim, è relativo al toponimo svizzero Gruyere. Il mistico Graal è coerente col tema CR-GR-KR, nel senso di consistenza divina. Graal starebbe quale ipocoristico di Sangue Reale, ovvero Sangue Divino (di Gesù) in riferimento alla discendenza dei figli di Maria Maddalena nell’ipotesi d’esseree stata la compagna di Gesù; una discendenza che passerebbe dai Merovingi. Ancora Gròppa “dorso delle bestie” dal ted KRUPPA attraverso il prvz CROPA rintracciabile nell’ingl GROUP, cui l’accr Groppòne con Sgropponàre e Sgropponàta. Infine i prefissati Aggroppàre con Aggroppamènto da Groppo, Aggroppàre da Groppa, Ingroppàre da Groppo e Ingroppàre da Groppa (IN illativo), Sgroppàre o Sgruppàre (S sottrattivo) da Gròppo “groviglio-nodo” cuui il volg veneto Sgroppin ( bevanda alcolica digestiva “che toglie il groppo”) e Sgroppàre (S intensivo) dal fig Gròppa “dorso delle bestie” cui Sgroppàta, ed ancora Sgroppìno”sorbetto che toglie il groppo”. Grùzzo e il dim Grùzzolo dal long GRUZZI mucchio di roba inutile, Grònda dal lat GRUNDA che sta per “margine esterno del tetto”, cui Grondàia (si pensi alle capanne che, per la raccolta delle acque piovane, avevano la gronda più consistente rispetto alla costruzione) con Grondàre, Grondànte, Grondatùra, Grondòne e i prefissati Aggrondàre con Aggrondàto (AD allativo) nel senso fig di “accigliarsi”, Sgrondàre con Sgrondatòre; il glb ingl Grog, la bevanda marinaresca a base di rum o brandy miscelati con acqua e limone, è l’ipocoristico di GROGRAM “lana pesante”, il tessuto col quale erano confezionati i capi d’abbigliamento dell’ammiraglio Vernon. Eppoi, con il gruppo CR-KR, il mer Cragno “mucchi di pietre ottenuti dalla bonifica di campi per la semina”, Cratère o Cratèra dal gr KRATER mescolanza svoltosi nel lat CRATER, con il fig Craterèllo (sorta di fungo), Cratèrico e Craterizzaziòne, è anche “vaso” o “coppa” per mescolarvi acqua e vino da versare nelle tazze, Cratòne dal gr KRATOS forza, e da questo l’onomastico Socrate da SOKRATES sano e forte (col pref SOS sano), eppoi vrs Cràuti attraverso il ted KRAUT il quale è associato a SAUER acido, per il loro gusto “duro”. Il percorso continua con Cròio dal prvz CROI duro, Cròtalo dal lat CROTALUM già gr KROTOS rumore cui Crotalària, Crotàlidi e Cròtali snm di Nacchere; del tutto estranei a questo, Scròto e Scrotàle, dal lat SCOTRUM sacco anatomico d’etim sconosciuta, a meno che non siano stati prodotti in metatesi da SCORTUM pelle. Il percorso avanza con Crànio dal gr KRANION cui Craniàle, Crànico, i composti Craniognòmica, Craniografìa, Craniolèso,Craniologìa con Craniològico e Craniòlogo, Craniomanzìa snm di Frenologia, Craniometrìa con Craniomètrico e Craniòmetro, Craniòpago (col gr PAGOS ciò che è fisso) “gemello siamese unito con ilo cranio”, Cranioreseziòne, 789 Cranioscopìa, Craniòstato, Craniostenòsi, Craniotomìa con Craniòtomo. Cròcchia con Cròcchio e Crocchiàre (snm Crocciare) e Scròcchio con Scròcchiàre discendono dal lat CROTLA questo devb da CORROTULARECOM ROTULUS arrotolare insieme, vrs l’origine del volg fig siciliano Crozza “teschio”che appare in un noto canto. Scroccàre è l’omologismo dal norreno KROKR uncino, adottato in forma fig Scroccàre con Scroccherìa e Scroccòne “vivere a spese altrui, Cròcco e Croscè, questo imitato alla pron franc di CHOCHET. L’omn Crocchiàre è specifico della serie onomatopeica CR C e vale “gracchiare o crocidare – verso della chioccia – scricchiolare, crepitare o scrocchiare ” cui Crocchètta, Croccànte e Crocchiolàre “Chiocciare in senso durativo” dal franc CROQUETTE da CROQUER. Cruènto dal lat CRUENTUS da CRUOR sangue da rad KREU cui Cruòre “sangue scorrente” e Incruènto (pref IN negativo). Nel percorso del suono primordiale KR entrerebbe il vulcano Krakatoa. L’uomo di CRO-MAGNON, cui Cromagnonòide, prende il nome dalla località in cui furono scoperti i resti, che sta per grande (magnon) sasso (cro); termine, questo CRO sasso, rintracciabile in Croàzia “paese montuoso”, cui Croatìsmo e Croàto. Contestualmente, l’ital conta il suff CRATE e CRAZIA con CRATICO dal gr KRATE e KRATIA (Ved Demone…) del valore di “potere-forzadominio”, insomma coerente con la traduzione data a CR-KR GR, donde i composti Aristocrazìa con Aristocràtico 1 dal gr ARISTOS il migliore che vale “potere dei nobili” cui l’onomastico Aristide, eppoi Autòcrate con Autocràtico e Autocrazìa dal gr AUTOS se stesso, Buròcrate con l’ironico Brurocratèse o Burocratichèse, Burocràtico, Burocratìsmo, Burocratizzàre, Burocratizzaziòne e Burocrazìa col franc BUREAU ufficio pubblico, Plutòcrate con Plutocràtico, Plutocrazìa (potere dei ricchi), Plutodemocrazìa, un pref BURO per composizioni quali Burolìngua, il fig Burosàuro, tutti col gr PLUTOS ricchezza. Il lat PLUTEUS vale riparo, vrs in metonimia da una ant associazione di “riparo per le ricchezze” cui l’aggettivo architettonico Plùteo. 1 Lo specifico russo di Aristocratico è BOJAR cui l’omologismo Boiàrdo con la variante Boiàro attraverso il franc BOYARD. 790 \ Stesso Questo Il termine Stèsso è l’ellittico del lat ISTUM IPSUM col valore di questo stesso transitato da un Istèsso, in correlazione con AD IPSUM TEMPUS sintetizzato in Adèsso. In dimensione glb si è esteso l’ingl SELF stesso già ger SELBA cui i glb Self-tracking “cura di se stesso” (TRACKING monitoraggio), Self-control “controllo di se stesso (le emozioni)”, Self-service “servisi da sé”, Self-Area “generalmente area di servizio carburanti (o altri prodotti) ad erogazione automatica”, Self-publishing pubblicazione editoriale a proprie spese (esempio è Personaledit di Genova gestito da Ottavio Giiorgio Ugolotti), oggi tende ad essere in via informatica,Self-government “termine burocratico che vale amministrarsi autonomamente”, Self-made man “uomo che si è fatto da sé, creandosi un’ottima posizione dal niente”, Selfie “neologismo che indica l’autoscatto fotografico, oggi con Smartphone o webcam”. Il lat ISTUM questo in ellissi dalla locuzione ECCUM ISTUM vale ecco questo differenziandosi da ECCE HOC che vale ciò. Dal lat sopravvive la locuzione Ad hoc “a questo (scopo)”. Il termine ital *Ciò è invece il derivato di un ant pref GH cui *Cioè dalla locuzione Ciò è e la congiunzione Conciossiachè o Conciossiacosachè (corretta accentazione …ché) già in locuzione Come ciò che si che e Come ciò sia cosa che. L’ital conta ancora le congiunzioni Acciò dalla locuzione A ciò e Acciocchè (…ché) da Accio che già A ciò che. Non in percorso col pronome ed avverbio *Ci, questo ellissi dal lat HICCE da HIC, con valore di “a noi” e “qui-in questo luogo”. Dalla composizione PER HOC l’ital ha ottenuto *Però 1 cui Epperò dalla locuzione E però. Dalla locuzione ECCUM SIC l’ital ha tradotto *Così cui l’avverbio affermativo *Sì da SIC, ellittico di Così e la preposizione Cosicchè o Sicchè (corretta accentazione cosicché e sicché) dalla locuzione Così che, l’aggettivo Sifàtto dalla locuzione Sì fatto (Così fatto). Il lat conta il proprio ID EST per cioè ossia ciò è adottato in ital sia inv Id est sia con Idèst, dove logicamente ID vale ciò-questa cosa e *EST vale la terza persona sing del presente indicativo del verbo Essere, che talvolta riemerge in ital; in connessione il lat conta IDEM stessa cosa, utilizzato nell’ital corrente con Idem-ìdem quale pronome, cui il percorso Identicità, Idèntico, Identificàre, Identificazione, Identità con Identitàrio e le locuzioni Carta d’identità e Carta d’identità elettronica, il glb Identikit dall’ingl col valore di “congegno per l’identificazione” composto con IDENTIFICATION identificazione e KIT attrezzatura. Dal gr TAUTO lo stesso, l’ital conta il pref TAUTO nel significato di “identità”, in composizioni quali Tautòcrona (col gr KHRONOS tempo), Tautogràmma (frase le cui parole iniziano con una stessa lettera), Tautologìa “discorso ripetitivo”, Tautològico e Tautologizzàre, Tautomerìa e Tautòmero (col gr MEROS parte), Tautosillàbico. 1 L’uso correlativo di Ma e Però in una frase rende l’espressione a ogni modo pleonastica, da considerare un errore; l’Accademia della Crusca, tuttavia, con un recente pronunciamento, ritiene che può essere accreditata quale figura intensiva, così come la locuzione A me mi… Questo non toglie l’errore poiché tali modelli 791 rafforzativi, specialmente nella scrittura, sono da utilizzare con intelligenza e facendo comprendere al lettore o all’interlocutore di ben conoscere la forma corretta. VECCHIO Esiste un’inclinazione ad emulare il dialetto veneto, convertendo grande in vecchio (vecio) per il confronto d’età. Vècchio è in connessione con il lat VETUS, cui una forma in Vièto e in Vìzzio con valore di “appassito” da VIETIUS di VIETUS. Nella forma primitiva e gr WETOS, racchiude il valore di un anno e si applica in ambiente d’allevamenti bovini in aree ind, ger, italica; infatti, il termine VITELLUS dim di VITULUS vitello vale “meno di un anno”. Nelle aree lat, bal, slava, assume un valore peggiorativo in opposto a Nuovo e s’applica in un quadro d’allevamenti ovini e di produzione vinicola: il nuovo ed il vecchio (già di un anno). Semant, comparando i percorsi iperbolici d’altri termini, non sembra per niente scorretto adeguarsi alla versione veneta. Si evincerebbe, viepiù, un’associazione o una connessione tra i termini Vacca e Vecchio. Azzardato, invece, connettere con VETUS e con la forma Vieto “vecchio” il verbo VETARE, cui Vietàre (dal XIII sec) questo col snm di Proibire (dal XIV sec), con Vietàbile, Vietatìvo, Vietàto, Vèto e, col pref intensivo DE, Divietàre con Divièto; a meno che non si sia partiti dalla pratica di “inibire chi ormai è vieto ovvero vecchio”. DASPO è l’acronimo di Divieto (di) Accesso (nelle manifestazioni) Sportive. WETOS avrebbe condotto al lat VETUS svoltosi in bestia di un anno, cui, come gà visto sopra, il dim VITELLUS bestia meno di un anno da VITULUS e l’ital Vitèllo con il fem Vitèlla, Vitellàio, il sostantivo e aggettivo Vitellìno, Vitellòne questo anche fig (film di Fellini per “mediocri giovani di provincia”) con Vitellonèsco e Vitellonìsmo; l’omn Vitèllo vale in biologia snm di Tuorlo o Deutoplasma. Un fettina di vitello cotta a fuoco vivace, e condita con vino o simile, è detta Scalòppa o Scaloppìna, un omologismo attraverso il franc ESCALOPE, già ingl SCALLOP, tuttavia modellati dal franc antico ESCALOPE guscio già ol SCHOLPE. Da VETUS, insomma, è nato il dim class VETULUS contrattosi in VECLUS nella lingua tarda, cui Vecchio con i prefissati Devecchiàre o Divecchiàre, Invecchiàre (non coniugabile al riflessivo, IN illativo, snm di Inveterare) con un aferetico Vecchiàre, Invecchiamènto e Invecchiàto, eppoi Vèglio questo passando dal prvz VIELH. Derivati, quindi, dal termine tardivo, Vècchia, Vecchiàia, Vecchiàrdo, Vecchiarèllo o Vecchierèllo, Vecchiàta “marachella fatta da un vecchio”, Vecchìccio, Vecchierèccio o Vecchierìccio, 792 Vecchiarèllo o Vecchierèllo, Vecchiètto, il raro aggettivo Vecchìle, Vecchièzza, Vecchiòne, Vecchiòtto, Vecchitùdine, Vecchiùme, Vegliàrdo, la locuzione Vecchio (a)bacucco sorta in riferimento al profeta Abacucco vissuto in tarda età; e dall’originale VETUS si contano Vetùsto, Veteràno col prefissato Inveteràre (IN illativo snm di Invecchiare) cui Inveteràto, eppoi Vètero quest’ultimo usato come primo membro in composizione, quale Veterotestamentàrio, riferito al Vecchio Testamento. I Veterorepubblicàni potrebbero essere oggi quei politici ed elettori nostalgici della Prima Repubblica, in percorso con Veterofascisti e Veterocomunisti. I termini Veterinàrio e Veterinària, cui Arte veterinaria anche indicata con il composto Mulomedicìna (con Mulo e Medicina) dal tardo lat MULOMEDICINAM, sono i derivati dal lat tardo VETERINARIUS e (ARS) VETERINARIA connessi a VETERINAE cavalli non più da corsa, da VETUS termine svoltosi in bestia non più giovane, acciaccata. La locuzione lat VETULA VIRGO valeva vergine anziana una sorta di odierna Zitella. L’ital conta, infine, il termine geologico Vedrètta relativo ai ghiacciai, una sovrapposizione volg lombarda-alpina da Vedar vetro e Veteretta campi vecchi (non coltivati o coltivabili), pertanto “vecchi campi resi vetrificati (dal ghiaccio)”;Veteretta corrisponde alla variante del plur VETERCTA del lat VETERECTUM, poi VETERETUM, vecchio campo (incolto). Dal long ALD vecchio, rintracciabile in ambito comune indoeur nell’ingl OLD, l’onomastica conta Aldo col ricorrente dim Duccio, eppoi, con presunta attestazione fig nel ger HLOD gloria connesso con HROTH e HROD quali snm, aggettivatosi nelle composizioni celebre-animoso-glorioso, con protesi della lettera H in OLD e metatesi del gruppo ol in lo, deriverebbe l’onomastico italianizzato Clotilde con sonorizzazione della H in C, composto con HILD battaglia, e pertanto dal significato di “celebre in battaglia” e in Clodoveo, ted Ludwig da HLODWIG dove a HLOD gloria è accoppiato WIG battaglia snm di HILD, lat Ludovicus, ital Ludovico o Lodovico e Luigi con Luisa; il termine HILD riappare nel ted Ildebrando “ardimentoso in battaglia (eroe)” composto con BRAND arma scintillante (roteante). In veneto Vecio vale “vecchio” con valore anche di “più grande d’età” in qualsiasi età, da non equivocare con Veccia “pianta erbacea delle Leguminose”. Il contrario di Veccchio è comunemente Giòvane o Giòvine, dal lat IUVENIS, da tema rad YUWEN, cui Giovanètto o Giovinètto, 793 Giovinàstro (suff ASTRO), Giovincèllo dal dim volg IUVENCELLUS, Gioventù da JUVENTUS cui il nome alla squadra torinese Iuvèntus con Iuventìno, Giovinèzza o Giovanèzza, Giovanòtto con Giovanottàta , Giovanìle o Giovenìle da JUVENILIS con i neologismi Giovanilèse, Giovanilìsmo, Giovanilìsta e Giovanilìstico, l’inv dal lat Jùnior o Iùnior “il più giovane” con il plur Juniòres o Iuniòres; talvolta appare un italianazzato Iuniòre o Giuniòre da evitare, eppoi Giovènca “mucca giovane” e Giovènco “bue giovane” da JUVENCA e JUVENCUS da IUVENIS giovane. Un bel giovane, valendosi dei personaggi mitologici, è indicato con Adòne cui Complesso di Adone che coglie l’uomo ossessionato dalla scultura del proprio corpo ricorrendo al culturismo. In ambito indoeur, il ted conta JUGEND gioventù cui il glb Jugendstill “stile della gioventù” omologo dell’ital Stile liberty, dei glb il franc Art nouveau, l’ingl Modern style e l’austriaco Sezessionstill (stile di) Secessione artistica. Giovàre è dal verbo IUVARE piacere con Giovamènto dal lat tardo IUVAMENTUM, Giovèvole con un pref superlativo Tragiovànte, eppoi Giocòndo da IUCUNDUS di costruzione col Pf passivo come Facondo (quindi da non equivocare con il tema di IOCUS gioco); dal prefissato ADIUVARE si ha Adiuvàre e dal derivato nome d’agente ADIUTOR si ha Adiutòre e Adiutòrio; poi, dall’intensivo ADIUTARE, si ha Aiutàre, Aiùto e, col doppio pref associativo COM, Coadiutàre con Coadiutòre cui Coadiutoràto e Coadiutorìa, eppoi Coadiuvàre con Coadiuvànte, col doppio pref DIS sottrattivo un Disaiutàre con Disaiùto. Il termine Aìta è il devb da AITARE, cui Aitàre dal prvz AIDAR, comunque dal lat ADIUTARE, e Aitànte o Atànte “che soccorre”. L’ingl conta in connessione ondoeur AID aiuto. Giovare deriva altresì dal rad YEU strettamente imparentata con YEUW vivere, e ciò andrebbe a rafforzare l’antica idea latina che vivere i piaceri della vita è senza dubbi un beneficio; infatti, non esistono testimonianze di questa rad fuori dell’ambito lat. Il gr conta lo specifico HEBE adolescenza cui i termini scientifici Ebefrenìa con Ebefrènico “demenza giovanile”, il sostantivo Efeboèfebo o Efèbo dal gr EPHEBOS prefissato EPI che sta per “inizio della giovinezza”, con Efebèo, Efebìa e Efèbico, eppoi l’onomastico Ebe a ricordo della giovane dea dell’Olimpo. Ephebifobìa è l’avversione per gli adolescenti. Fuori percorso Ebère o Ebere-èbere da HEBERE essere smussato, fig ottuso, cui Ebete-èbete con Ebetàggine, Eberàre, Ebetìsmo, Ebetùdine. \ Nuovo Nove Triskaidekafobia 794 Nuòvo è dal lat NOVUS cui Novàle (termine agricolo snm di Maggese), Novaziòne, Novità, Novìzio. Novèlla con Novellàre, Novellànte, Novellàta, Novellatòre, Novelleggiàre, Novellètta, Novellière, Novellìstica, Novellìsta, Novellizzaziòne attraverso l’ingl NOVELIZATION. Nòva (termine astronomino) e Novèllo nel senso di “giovane” con Novellìno e Novellàme (suff AME per collettivi, per accezione riferito ai pesci) e Novellìzia. Con i prefissati Innovàre, Innovatòre e Innovaziòne, Innovellàre, Rinnovamènto e Rinnovàre. Il prefossato Supernòva è col termine astromomico Nòva il cui plur e Novae, quindi Supernovae. NOVUS è di rad NEWO cui il pref NEO dal gr NEOS nuovo cui per una lunga teoria di termini da Neoaccadèmico a Neozòico questo con la locuzione Era neozoica, passando da Neoàntropo “uomo fossile”, il termine zoogeografico Neoàrtico, Neòfia o Neòfito (col gr PHYO genero-cresco), Neofobìa “avversione per tutto ciò che è nuovo”, Neologìsmo (lemma di nuova coniatura) questo col suff ISMO nella versione retorico-filosofica di LOGIA con Neologìsta e Neologìstico; da includere il toponimo Napoli dal gr NEAPOLIS città nuova (con POLIS città). Nèon o Nèo è il gas (simbolo Ne) dal gr NEON questo il neutro di NEOS nuovo. L’omn Nèo, vezzo o naturale, è dal lat NAEVUS poi italianizzato Nèvo, questo attestatosi come malformazione cutanea, in vrs connessione con NOVUS per la sua novità sulla pelle. Da NOVUS deriva ancora la mutazione nel lat NOVI inv in ital, utilizzato in composizione, cui Novilùnio luna nuova (un snm di Interlunio) o in termini particolari cui Novìsmo da Nuovìsmo e il toponimo Novi Ligure; un ulteriore pref NOVO lo rintracciamo nel termine Novotestamentàrio. Il lat aveva inoltre il termine MUSTUS per Novello, in riferimento anche agli animali, privo di connessioni, eccetto con il percorso di Mosto vino novello. Novèrca (matrigna) è sicuramente nel percorso di NOVUS, ma con un suff non chiarito, forse connesso al gr ARKO comando, cui Patriarca. Quindi Noverca non è la madre, ma colei (la nuova) che comanda come una madre cui la patologica Novercafobìa. Fuori percorso il lemma Novacolìte “roccia sedimentaria”, silicea, utilizzata per affilare, è dal lat NOVACULA rasoio con suff ITE di terminologia scientifica. Ancora alieni, almeno così sembrerebbe in moderna semantica, i termini Novèna, Novenàrio, Novendiàle, Novènne, Novènnio, Ennèade “raggruppamento di nove elementi” dal gr-lat ENNEAS cui Enneasìllabo “nove sillabe”, tutti in percorso col numero cardinale Nòve (9) dal lat NOVEM da rad NEWN, cui l’ordinale Nòno da NONUS, la quale, però, appare in connessione con NEWO di NOVUS, nella sua forma base NEW e - guarda caso? - in ingl NEW è Nuovo. Di tale connessione, si potrebbe tentare la tesi del nono elemento, il quale, dopo un conteggio pari di otto (8), il nono è un nuovo elemento; da mettere in ant correlazione con Triskaidekafobìa (calco dal gr) cui Triskaidekàfobo, ovvero la fobia del numero 13 (TRISKAIDEKA), nata dalla disgraziata impossibilità di spartire con equità le parti, diversamente da un conteggio pari di dodici (12) definito Dozzina, la quale era valore base di riferimento. Dozzìna è l’esot dal franc 795 DOUZAINE da DOUZE, attinto al lat DUODECIM, cui Dozzinàle, Dozzinalità, Dozzinante. Pare che il valore Dozzina sia di origine babilonese ispirato al numero delle falange di una mano (tre per quattro dita) contate toccandole con il quinto dito, il pollice Oltre alla fobia per il numero 13, esiste quella per il 17, di mera tradizione lat, dal che in numero romano corrisponde a XVII questo anagramma del verbo VIXI io vissi. GRANDINE Gràndine dal lat GRANDO GRANDINIS dovrebbe vantare l’identico progenitore tematico GA GRA di grande, dal fatto che la grandine è sasso dal cielo ben più consistente della pioggia e della neve; meglio, la pioggia dura è (gran)dine, come il sasso. In percorso, Grandinàre, Grandinàta, Grandinìfugo, Grandinìgeno, il fig Grandinìna “sorta di pasta”, Grandinìo, Grandiniòso e le variazioni Gragnòla o Gragnuòla dal lat volg GRANDJOLA cui Gragnolàre. Il lemma Gràndula o Gràndule “sorta di uccello”, omologismo dal franc GRANDOUL dovrebbe essere fig connesso in questo percorso per quelle macchioline che contiene il suo piumaggio. In certa connessione, il lat conta ancora GRANJOLA granello, donde Grignòla semantizzatosi in “vitigno”, cui Grignolìno. Il gr conta KHALAZA grandine cui i fig Calàza “termine scientifico” e Calàzio “patologia delle palpebre”. \ La grandinata del 1987 in Città del Messico provocò oltre 50 morti; consistette in una caduta di ghiaccio di enormi proporzioni.\ \ Grafologia Calligrafia Scrittura Prefisso CALLI La grafìa di un individuo è esaminata dalla Grafologia, dal Grafologo, per scoprirne determinate caratteristiche psicologiche e morali. Per farne un esempio, s’è stabilito che se la scrittura tende a destra, l’autore corre verso l’ottimismo; ove ami tracciare le occhiellature delle vocali non del tutto chiuse, mostra estroversione; nel pendere dall’ideale rigo orizzontale, indicherebbe stia vivendo momenti di tensione. L’occhiello inferiore della consonante g più è lasciato aperto, più palesa una buona sessualità. Calligrafìa, con Calligràfico, Calligrafìsmo e Callìgrafo è il termine composto col pref CALLI, da gr KALLI da KALLOS bellezza. Sarebbe quindi pleonastico, se non un errore, dire o scrivere Bella calligrafia, piuttosto che “una bella scrittura o bella grafìa”; come potrebbe esserci, l’errore, in Corretta ortografìa, poiché il termine Ortografìa è col pref ORTO, dal gr ORTHOS corretto e vale scrittura corretta (ma che può anche essere brutta). Il termine Callifòridi “Famigliad’insetti” è col gr PHERO io porto per la bellezza colorata (azzurro) dell’addome, altrimenti detti Mosconi. Caloptèrige o Calottèrige (col suff dal gr PTERYKS ala) è una sorta d’insetto dalle “belle ali”. In Puglia, nell’area ellenofona, si conta la cittadina di Calimera che sta per “Buon (bel) giorno” composto con 796 HEMERA giorno, in eteronimia con Calispera “Buona (bella) sera” questo composto con HESPERA sera. Il termine desueto Calotipìa cui Calòtipo vale “stampa fotografica” inventata nel XIX sec e che si traduce letteralmente “bella immagine” La mitologia greca, oltre a Calliope, è ricca di onomastica fem che si richiama alla bellezza KALLOS, quali Callidice, Calliroe, Callisto; Callipoli, invece, pare sia l’unico maschio mitologico che meriti il pref di bellezza in onomastica, mentre Achille era indicato con l’epiteto KALOKAGATHIA ovvero “bello e valoroso”. Callipigìa, epiteto di Venere, con PYGE natiche vale dalle belle natiche; Callìdrome “bello incedere”, più che un nome pare sia una qualità assegnata alle antiche prostitute romane, le quali camminavano ancheggiando. Calligynefobìa (col gr GYNE donna) è la fobia per le belle donne, snm di Venustrafobìa composto con VENUS “dea della bellezza Venere”. I tre toponimi Gallipoli valgono quindi “città bella” dal gr Kallipolis, oggi, l’unico è in provincia di Lecce; era anche toponimo dell’ant Giarre nel catanese e, in Turchia, infine, il toponimo Gelibolu era italianizzato in Gallipoli al tempo dei crociati. Il termine PYGE si ritrova nello zoologico Pigostìlo (col gr STYLOS colonna in riferimento alla vertebrale), in Steatopigìa composto col gr STEAR STEATOS grasso e vale “cosce e glutei con sviluppo adiposo” caratteristica di alcune antiche statuette, cui il pref STEATO tratto dal genitivo STEATOS per l’antropologico Steatopigìa (col gr PIGE natica) cui Steatopìgico e Steatòpigo o Steatopìgo. Derivati dal nominativo STEAR, l’ital conta termini quali Stearàto, Steàrico, Stearìna, Stearìte, Steatòsi in complanare con i derivati dal lat ADEPS grasso cui Adipe-àdipe Adìpico, Adipòsi (suff medico OSI), l’aggettivo Adipòso con Adiposità, la locuzione Acido adipico cui Adipàto, i composti Adipectomìa (col suff dal gr TEMNO taglio). Snm di Grafia è Scrittùra, dal lat SCRIPTURA astratto del verbo SCRIBERE Scrìvere cui Scrìba, Scribacchiàre e Scribacchiatòre o Scrivacchiàre e Scrivacchiatòre (influenzati da Scrivere),Scribacchìno, Scrìtto, Scrittòio, Scrittòre, Scritturàle, Scrivacchiàre, Scrivanìa, Scrivàno, Scrivicchiàre o Scrivucchiàre, la locuzione Macchina per scrivere, questa introdotta storicamente sul mercato tra il 1874 e il ’78 da E. Remington in Usa. con i pref, Ascrìvere con Ascrìtto e Ascrivìbile, Circonscrìvere o Circoscrìvere o ancora Circunscrìvere con Circoscrivìbile, Circonscrìtto o Circoscrìtto o ancora Circunscrìtto e Circoscrittìbile, Circonscriziòne o Circoscriziòne con Circoscrizionàle, Coscrìvere con Conscrivìbile, Coscrìtto e Coscriziòne, Descrìvere o Discrìvere con Descrittìbile, Descrittivìsmo, Descrivìbile, Descrittìvo o Discrittìvo, Descrìtto o Discrìtto, Descrittòre o Discrittòre, Descrivìbile, Descrivimènto, e Descriziòne o Discriziòne, Inscrìvere o Iscrìvere con Inscrittìbile, Inscrìtto con Iscrìtto, Inscrivìbile e Inscriziòne o Iscriziòne, Prescrìvere con Prescrittìbile, Prescrittibilità, Prescrittìvo, Perscrivìbile, Prescrizionàle e Prescriziòne, Proscrìvere con Proscrìtto e Proscriziòne, Soscrìvere con Soscrìtto, Soscrittòre e Soscriziòne, 797 Trascrìvere o Transcrìvere con Transcriptàsi o Transcrittàsi o ancora Trascrittàsi attraverso il franc TRANSCRIPTASE (termine biologico), Trascrìtto, Trascrittòre e Trascriziòne, tutti da rad KER tagliare, poi ampliata in SKER, cui Scorticàre, in SKEBH grattare ed infine in SKERIBH scrivere. Direttamente dal lat SCRIPTA scritta plur di SCRIPTUM, l’ital conta il lemma adottato in paleografia Scripta, il medv Scriptorium ambito per trascrizioni e il glb Script copione da film attraverso l’ingl SCRIPT con valore di scrittura. Da non equivocare con i termini da collezionista Scripofilìa e Scripòfilo, questi omologismi dall’ingl SCRIP “certificato di titoli azionionari e obbligazionari fuiori commerciali”; indiscutibile l’identica rad. Dalla rad SKER scorticare, disseccare è nato il termine gr SKELETOS vrs connesso con il rad di SKELOS gamba, cui Schèletro, in legame etim e metatetico con il gr SKLEROSIS indurimento denm di SKLEROS duro con SKLEROTES durezza cui Sclèra o Scleròtica, Scleràle, il fig Scleràre “sragionare”, Sclerèide il fem Sclerìte (suff medico ITE per infiammazioni) e il mas Sclerìte (stesso suff) snm di Spicola, Scleròma (suff medico OMA), Sclerosàre con Sclerosànte, Scleròsi (suff medico OSI) o Sclèrosi (accentazione gr) con Scleròtico, Sclerotizzàre con Sclerotizzaziòne, il botanico Scleròzio dal lat SCLEROTIUM; il pref SCLERO adattato per composizioni quali Sclerenchìma (con Parenchìma) con Sclerenchimàtico, Scleroattìnie (Sottordine di Celenterati, composto con Attinia), Sclerodermìa (dal gr DERMA pelle), Sclerometrìa con Scleròmetro, Scleroproteìna, Sclerotomìa con Scleròtomo (col gr TEMNO taglio), la locuzione Sclerosi multopla. Una sorta di slitta, per la sua struttura essenziale, è indicata fig in area glb con Skeleton questo dall’ingl SKELETON scheletro. L’acronimo SLA indica la Sclerosi Laterale Amiotrofica (l’ultimo lemma è prefissato A privativo con MIO muscolo) \ Nel corpo umano si contano duecentosei ossa, la cui metà è distribuita tra mani e piedi; il gatto ne conta duecentocinquanta e il cane ben trecentodiciannove. Il termine composto Sclerodermia vale letteralmente “pelle dura” e dona un aspetto giovanile (epidermico) a chi ne soffre \ Strumenti per scrivere, la Penna e la Matita. Pènna è dal lat PINNA penna d’ala d’uccello, già gr PTERON (che sta per ala), cui Pennàcchio con Pennacchièra, il dim Pennaccìno (da un virtuale Pennaccio), la variante Spennàcchio (S intensivo) e il prefissato Impennacchiàre (IN illativo), Pennàio, Pennaiuòlo “mestierante scrittore o vasetto per penne”, Pennarèllo, Pennàta, Pennàto sia fig sostantivo “attrezzo” sia aggettivo, il fig Pènne con Pennètte “sorta di pasta alimentare”, il dim fig Pennèllo “piccola bandiera” (omn di Pennello da PENIS coda) affine a Pennòne entrambi attraverso il franc PENEL e PENON con Pennoncèllo e Pennonière, Pennìno, il fig Pennòla “antennaasta”, l’aggettivo Pennùto, Pignòne dal lat volg PINNIO, Pìnna, Pinnàcolo. Da includere fig l’oronimo Alpi Pennine cui Pennìna “sorta di minerale”delle cloriti. La storia della Penna parte dall’ant Egitto quando cominciarono ad 798 utilizzarla su carta; nel Medioevo erano ricercate la Penna di pellicano e la Penna di cigno, nel XVI sec giunse la moda della Penna d’oca e solo nel XIX sec si ebbero la prima Penna stilografica che L. Waterman perfezionò. Con i pref, si contano Depennàre “cancellare-radiare” (DE d’esclusione) con Depennamènto e Depennaziòne, eppoi Impennàre (IN illativo) “fornire di penne” cui Impennàto e Impennatùra (omn di Impennare da Pino), Impènni (IN negativo, Sottoclasse d’uccelli), Spennàre (S sottrattivo) con Spennàta e Spennatùra eppoi l’iterativo Spennacchiàre con Spennacchiàto, infine Spennellàre (S intensivo, da Pennello) con Spennellàta e Spennellatùra. Il percorso conta ancora i composti il botanico Pennatìfido o Pennatòfido (foglia pennata divisa a metà, con FIDUS da FINDERE fendere), Pennatopartìto (con Partito nel senso di “spartito”), Pennatosètto (con il lat SECTUM tagliato) “foglia pennata divisa”, Pennatùlidi dal lat PENNATULIDAE (Famiglia di Celenterati), il botanico Penninèrvio (di foglia con buona nervatura), Pennivèndolo (col suff VENDOLO ma, diversamente dalla logica linguistica, non è “chi vende le penne” ma ciò che scrive, per accezione ciò che vuole il committente, l’editore…) eppoi Pinnìpede “arti-piedi a pinne” (Sottordine di Mammiferi come la Foca, col gr PES PEDIS piede). Bipènne vale fig per accezione “scure a due penne” (ali). Il termine generico Penna, per ogni strumento di scrittura da amanuense, resta ognora valido anche se la semantica ne ha da tempo cancellato l’origine animale; l’ingl conta PEN cui i glb Light pen “monitor dove è possibile interagire col computer ad esso collegato” dove LIGHT vale luce, snm di Penna ottica da preferire, e Pen computer una sorta di computer sul cui monitor è possibile interagire con un dispositivo a penna. Termine alieno sembrerebbe Pennèse (dal XIV sec) che indica un marinaio con mansioni di custodia, d’etim non ritrovato, vrs da considerare connesso fig con i termini nautici, Pennello, Pènna “estremità della vela triangolare” e Pennone attraverso il franc, cui la locuzione figt Occhio alla penna che vale semanticamente rivolta al timoniere “attento a non far perdere il vento alla vela”. Il lemma Penna avrebbe la sua rad in PETE dirigersi verso una meta, ampliata con NA e successivamente ridotta a nome di strumento, pertanto s’ottiene PE(TE)NNA del valore dirigersi velocemente. Dal percorso gr PTERON l’ital conta Pteridàli o Ptèride “sorta di felce” e Pteridòfite (col gr PHYTON pianta, tassonomia vegetale) dal gr PTERIS felce (in senso fig poiché ricordano le ali), Pterìgio questo sia termine fig medico “malattia degli occhi” sia “ciascuna delle pinne pari dei pesci”, Pterigòide con Pterigoidèo (col gr OEIDES vale simile all’ala), Pterigòti (Sottoclasse d’insetti), Pterilòsi (col gr HYLE qui con valore di selva, vale “distribuzione di piume e penne sul corpo degli uccelli), Ptèrocle (col gr KLEIS chiavistello) “sorta di uccello”, Pterodàttilo (fauna preistorica), Pteròfora (col gr PHOROS foro, sorta di farfalla), Pteroglòsso (col gr GLOSSA lingua, sorta di uccello), Pteròide, Pteròmalo (col gtr MALOS tenero, sorta di insetto), Pteròmide (col gr MYS topo, Genere di roditori), Ptèpropo (col gr POUS PODOS piede, Genere di Pipistrello) con Pteròpodi 799 “Ordine di molluschi”, Pterotrachèa. Ancora, in connessione gr si conta PTILON piuma cui Ptilonorìnco (col gr ONOS asino, sorta di uccello), Ptilòsi (suff medico patologico OSI, caduta delle ciglia), Ptìno “alato”. Il termine Pticozòon “sorta di sauro” è’ col gr PTYX PTICHOS piega vrs connesso con PTERON ala e PTILON piuma. Tra le Pteridofite si conta la Fèlce dal lat FILIX FILICIS, cui Felcèta, Felcèto, Filicàli (tassonomia vegetale), Filicìne. Il lemma Zoràtteri (Ordine d’insetti) è la composizione gr di ZOROS puro e PTERON ala. Tra le felci acquatiche si conta la Famiglia delle Marsileàcee da Marsìlea, questo sorta di pianta erbacea, paludosa, così indicata a ricordo di L. F. Marsigli (1658/1730). Tra le penne degi volatili, ci sono le piume, più morbide e non resistenti, prive di rachide (la linea assile); il termine Piùma è dal lat PLUMA da un arcaico PLUKSMA, cui Piumàccio dal tardo PLUMACIUM, Piumàggio, Piumàio, Piùmàto da PLUMATUS, i dim Piumètta e Piumìno, gli accrescitivi Piumòne e Piumòtto, Piumòso da PLUMOSUS con Piumosità, la locuzione pugilistica Peso piuma, i termini Implume “privo di piumepenne” col pref IN di negazione adattato foneticamente e Spiumàre col pref S sottrattivo cui Spiumacciàre e la sua corruzione Sprimacciàre. Piùma sta anche fig per “nube eruttiva” di un vulcano. Attraverso lo scandinavo si conta il glb Duvet “piuma” svoltosi nel significato di “imbottitura” o “difetto di sbavatura” cui l’omologismo Duvetìna “tessuto leggermente peloso”. Matìta è invece dal lat LAPIS HAEMATITOS pietra d’ematite, cui Ematìte “pietra sanguigna” o Amatìte dal gr HAIMA HAIMATOS sangue; caso più unico che raro, può essere usato sia l’uno sia l’altro termine per indicare la stessa cosa, Lapis o Matita. Pare che risalga al 1564 l’uso di bastoncini naturali di carbone per scrivere; il brevetto è invece del 1795 presentato da N. J. Conté. In ambito artistico, disegni a matita sono indicati con “Sanguìgna”o “Sanguìna” su modello franc SANGUINE ocra rossa. Quando l’ungherese Laszlo Biró (1899-1985) inventò la Bìro, questa era considerata matita e, almeno nel nostro paese, se ne vietava pertanto l’utilizzo sui documenti e a scuola per i compiti in classe; si doveva invece usare la cosiddetta Penna stilografica, primo membro dal gr STYLO a forma di colonna. Oggi, è dignitosamente chiamata Penna biro. Questa penna ha il snm in Penna a sfera e pare che un precedente inventore la utilizzasse per scrivere su pelle di cuoio. \ Pernacchia Perla Prosciutto Polo Termine volg napoletano Pernàcchia o Pernàcchio, nato fig dall’inc del termine Vernacolo con il lat PERNIX svelto, questo da PERNA gamba; quindi lo svelto di PERNIX vale in gamba. Perniòne “gelone”, snm di Pedignone, è in connessione fig con PERNA. Pernacchia, tuttavia, pare abbia subito l’influenza dell’onomatopeico P R suono sgradevole rintracciabile in Papera. Il termine PERNA, da rad PYERSN che vale gamba, si è svolto nel dim volg PERNULA che sta per prosciutto quale parte migliore della gamba 800 dell’animale macellato, cui, sorprendentemente, il lemma Pèrla, per la forma a prosciutto dell’ostrica, dopo che aveva smarrito il gruppo letterale nu (PERnuLA) donde il fig Pèrla (genere d’insetti), Perlàceo, il glb franc Perlage (bollicine dello spumante), Perlagiòne, Perànte, Perlàto o il glb franc Perlè, il dim Perlìna con Perlinàto e Perlinatùra, Perlìte (suff ITE per minerali), il composto Perlìfero (con il lat FER che porta, produce); una perla imperfetta è indicata con Scaramàzza d’etimo considerato disperso, ma è vrs, a titolo dell’autore di queste pagine, una connessione fig con CARA volto nel senso di aspetto (prefissato S intensivo) e con AZZA quale variante al fem del suff ACCIO per peggiorativi, legati con la lettera m di valore eufonico. Fuori percorso il termine Sperlàno o Eperlàno “sorta di pesce” omologismo dall’ol SPIERLINC attraverso il franc EPERLAN. Prosciùtto o i rari Persùtto e Presciùtto, cui Prosciuttàto e i prefissati Improsciuttìre con Sprosciuttàrsi - questo nel gergo giovanile adottato nelnuovo millennio - è dallo specifico lat PEREXSUCTUS del tutto disidratato, composto dal Pp SUCTUM di SUGERE succhiare e coi pref PER superlativo e EX fuori col valore di Prosciugato, cui il volg sett Prosiutto; Asciùtto, con Asciùtta e Asciuttèzza, è dal Pp prefissato EXSUCTUM di SUGERE sovrapposto ad Asciugare. Dal termine lat PERNA gamba, infine, l’ital ha coniato fig Pèrnio cui il prefissato Imperniàre con Imperniatùra o il più usato Pèrno “asse-fulcro” col snm Impernatùra, questo in gr POLOS dal verbo PELOMAI giro, cui il lat POLUS e l’ital Pòlo (la linea che congiunge i poli, infatti, è l’asse del mondo che gira) cui, nel senso semant, fig o relativo ai poli terrestri, Polàre, Polarità, Polarizzàre attraverso il franc POLARISER con Polarizzatòre e Polarizzaziòne col valore di “orientamento verso una direzione determinata”, eppoi Polàre quale termine matematico e chimico, i composti Polarìmetro con Polarimetrìa e Polarimètrico (termine fisico), Polarografìa e Polarògrafo (termine chimico), il glb ingl Polaroid “polarizzatore artificiale” e l’omologismo Polaròide col suff OIDE dal gr OEIDES simile, i neologismi politici Polìsta, Pololiberìsta con valore di raggruppamento di partiti e movimenti con unità d’intenti, cui un successivo Duopòlo, infine il prefissato Dipòlo con Dipolàre (pref DI “due”). Termini alieni, l’omn Pòlo (gioco) con Polìsta, omologismo dal tibetano PULU palla, transitato dall’ingl POLO, Polàbico relativo ai Polabi, popolaione slava insediatasi nell’isola d’Elba questa già indicata con La fuligginosa dai naviganti greci. NUBE NUVOLA NUBILE NUBE Nùbe (adottato dal XIV sec), dal lat class NUBES, volg NUBA, con rad SNEUDH coprire attestata nelle aree iran e celt. Da Nube, gli aggettivi Nùbilo, Nubilòso i composti Nubìfero, Nubifràgio dalla composizione di NUBE - FRAGIUM (rottura di nube), questo da FRANGERE rompere, sul ricalco di NAVIS-FRAGIUM cui Naufràgio con Nàufrago. 801 \ La meteorologia definisce, per convenzione, Nubifragio la caduta di 45 millimetri di pioggia per metro quadrato.\ Dalla variazione lat NEBULA nebbia, dal gr NEPHELE, rad NEBH, attestatasi in area ind, ittica e slava, derivano i complanari Nèbbia (già dal XII sec) con Nebbiàio o Nebbiòne questo anche fig “fannullone” attraverso il lat NEBULO, il composto Nebbiògeno, il fig Nebbiòlo o Nebiòlo “sorta di vitigno” snm di Spanna, Nebbiòso con Nebbiosità, eppoi il fedele al lat Nèbula (ancora dal XII sec) con Nebulàre (anche riferito a Nube), Nebulizzàre con Nebulizzàto, Nebulizzatòre e Nebulizzaziòne, Nebulòne, Nebulòsa, questo un aggettivo sostantivato, Nebulosità e Nebulòso eppoi Nubècola o Nubìcola con Nubeculàre dal dim lat NUBECULA, il prefissato fig Obnubilare (Ved OB in Obiettivo…), la composizione Nebulafobìa che sta per “paura della nebbia”. Nel percorso del gr NEFHELE nube l’ital conta fig il minerale Nefelìna e i composti Nefelògrafo, Nefelòmetro con Nefelometrìa, e Nefelomètrico, Nefoscopìa e Nefescòpio. Nèmbo (dal XIV sec) è dal lat NIMBUM nube minacciosa con Nembòso, il composto Nembìfero e il latinismo Nìmbo questo adottato nella terminologia sacra e pagana con valore di Aureola. In connessione indoeur, il ted conta NEBEL nube, mentre in franc sia NUE cui il glb Nuance nel valore di “fumatura” sia FRIMAS nebbia cui Frimàio il terzo mese rivoluzionario (21 novembre / 20 dicembre). Nubiàno è invece il termine alieno relativo alla Nubìa, la regione suddivisa tra l’Egitto 1 e il Sudan. 1 Egìtto è dal gr ALGYPTOS ellittico del sacrario di Menfi HWT-KA-PTAH a devozione del dio Ptah, cui Egizìaco, Egiziàno, Egìzio, il composto Egittologìa con Egittòlogo. NUVOLA Il snm Nùvola (letterario) viene dal lat class NUBILIA, semant immutato. Da Nuvola, invece, derivano i vari Nuvolàglia, il dim Nuvolètta, Nuvolàre, Nùvolo questo sia sostantivo sia aggettivo, e Nuvolòso con Nuvolosità,. Nuvolàto è per accezione la carta da parati a chiazze simili a nuvole, i prefissati Annuvolàre (AD allativo) con Annuvolamènto, Rannuvolàre (doppio pref RI iterativo e AD allativo) con Rannuvolamènto e Rannuvolàta, e Riannuvolàre (RI iterativo). Da Nuvola-Nuvolo discende anche Nùgolo, con la mutazione sett della v in g, ritoccando finanche il significato originale e semant in “gran numero di..”. fig ispirandosi al polverone-nuvolone alzato da una moltitudine di soldati a cavallo. Dal celt ARTVA nuvola si vorrebbe far discendere l’onomastico Arturo ma che altre fonti vorrebbero di genuina italicità dall’etrusco 802 ARTORIUS. \ Nubi Nuvole Le nubi, contenitori di vapore acqueo, fluttuano nell’aria, sul nostro capo, sorrette dalle correnti ascensionali; per questo, in proporzione al loro peso ed alla forza dei venti, si stabilizzano a varie altezze. Orientativamente, iniziando dalle più vicine alla superficie terrestre, innalzandole gradualmente, si hanno il Cumulonèmbo (ghiaccio, correnti impetuose e carichi d’energia elettrica, pericoloso per la navigazione aerea, ma fortunatamente visibile ai radar), Cùmulo, Nembostràto, Stràto, Stratocùmulo, Cirrocùmulo, Cirrostràto e Cìrro. Nello spazio interstellare si chiamano Nubi cosmiche, quelle costituite, appunto, con materiale cosmico. NUBILE Si suppone che non sia spontaneo andare ad immaginare la connessione di Nùbile con Nuvola-Nube, eppure, la rad SNEUDH è la loro madre comune e - sebbene abbiano seguito percorsi semantici diversi - occorre risalire ai tempi quando la “non sposata” era coperta, velata, celata agli sguardi, giusto come una nube copre il sole. Il “coprire la sposa” aveva anche il simbolismo primitivo di “sottrarla alla patria potestà”. Inoltre, il lemma, pur originato da un’espressione figurata, s’è saldamente semant, grazie alla tradizione della sposa di coprirsi con veli, poeticamente come una nube. Nubilàto indica lo stato di chi è nubile. Nòzze è il termine inc tra Notte e NUPTIAE, questo il devb lat dal Pp di NUBERE sposare cui il composto Anuptafobìa “paura di restare privo di un(a) compagno(a), di un partner (col pref A negativo)”; linguisticamente elegante l’attinenza con “prima notte”, cui Binùbo da BINUBUS “al secondo matrimonio”. Il percorso conta ancora Nubèndo e Nubènda “che sta per sposarsi” dal gerundivo lat NUBENDUS e Connùbio dal lat CONNUBIUM che è l’inc di CONIUGIUM coniugio (matrimonio) e NUBERE sposare, eppoi Bìnubo con il pref BIS due volte e che vale “che ha contratto matrimonio per due volte”, Innùba col pref IN negativo inv dal lat INNUBA non sposata. Il termine Spòso, al fem Spòsa, in complanare con Spònso e Spònsa, non è altro che il Pp SPONSUS del verbo lat SPONDERE promettere, cui Sposalìzio o Sponsalìzio, Sposàre, Sposàto, Sposerèccio, i dim Sposìna e Sposìno, eppoi Sponsàle con Sponsàli e, col pref, Rispòndere e Rispòsta, Responsàbile e Responsabilità, Responsìvo con Respònso e Responsòrio, dal lat RE SPONDERE che sta per ricambiare la promessa. Il termine Spònsor, contrariamente a quanto si creda, è un falso esot, poiché è dal lat SPONSOR padrino-garante, così adottato in ingl e riflesso in ital, cui Sponsorizzàre, Sponsorizzàto, Sponsorizzatòre e Sponsorizzaziòne. 803 Il gr conta NYMPHE per sposa o fanciulla, cui il lat NYMPHA svoltosi nell’ital Nìnfa donde l’aggettivo e sostantivo Ninfàle dal lat NYMPHALIS, Ninfàggio (che varrebbe Pedofilia) attraverso l’ingl NYMPHAGE con Ninfeggiàre “atteggiamento smorfioso, eppoi Ninfàlidi, questo Famiglia d’insetti alla quale appartiene Atalànta sorta di farfalla il cui mome è a ricordo della mitica ninfa Atalanta; Atalanta è anche il nome della squadra calcistica di Bergamo, cui Atalantìno. Il percorso prosegue con Ninfòsi (processo d’insetti), fig Ninfèa (pianta acquatica) dal lat NYMPHAEA già gr NYMPHAIA con Ninfeàcee (la Famiglia); alle Ninfeacee appartiene il Nenùfero o Nenùfaro con le varianti Nanùfero, Nannùfaro e Nannùfero omologismo dall’ar NINUFAR già persiano NILUFAR, ma vrs connessi alla rad con il gr-lat NYMPHE-NYMPHA. Il percorso prosegue con Ninfèo dal lat NYMPHAEUM già gr NYMPHAION sacrario delle Ninfe, il fig Ninfètta attraverso l’ingl NYMPHET (adottato dal 1959 grazie al successo del romanzo “Lolita” di V. Nabokov 1899\1977), Ninfomanìa “stato morboso della donna di ricerca sessuale” con Ninfòmane. Il lemma Nòtte discende dall’ant rad NEGH svoltosi nel gr NYKS NYKTOS, nel lat NOX cui l’accusativo NOCTEM (da questo, Notte), e la coesistenza dell’omn rad NEG H collegare farebbe pensare alla Notte quale tramite (collegamento) tra i giorni, donde i derivati quali Nottànte, Nottàre, Nottàta, Notteggiàre, Nòttola, Nottolàta (di bagordi), Nòttua, Nottùrno questo dal lat NOCTURNUS da tema NOKT-R\N, e le composizioni quali Acronìttico col gr AKRON estremità, vale “del principio della notte”, Mezzanòtte che sta anche per “parte del nord” in opposizione a Mezzogiorno, Nottàmbulo con suff AMBULO, Nottetèmpo con suff TEMPO, Nottilùca o Noctilùca “protozoi dei Flagellati, luminiscenti” e Nottilucènte, Nottìvago, lo strumento Notturlàbio su calco di Astrolabio, i verbi prefissati Annottàre (pref AD), Pernottàre con Pernottamènto (pref PER attraverso) In gr, dal suo termine NYKS notte, il Pipistrello è NYKTERIS il notturno, differenziandosi dal lat VESPERTILIO (Ved Nord Sud in Ruota…). Dal gr NYKS NYKTOS l’ital conta il pref NICTO o NITTO adattati cui le composizioni Nictaginàcee o Nittaginàcee (Famiglia di piante, con AGO che vale Piantaggine), Nictàlopo o Nictàlope o ancora Nittàlopo o Nittàlope dal gr NYKTALOPOS (con OPS OPOS vista) con Nictalopìa o Nittalopìa1 in opposizione a Emeralopia, Nictofòbìa, Nictògrafo “per ciechi”, ed altre elencati nei rispettivi 804 percorsi, Nictùria (col gr URON urina) vale “esigenza di minzione notturna”, Nitterìbia apparecchio o Nitteròlbia (con BIOS vita) vale “uccello notturno” ma più frequentemente “insetto parassita dei pipistrelli”. Il termine composto Nictemeràle o Nittemeràle (con EMERA giorno) si riferisce a un fenomeno che presenta variazioni durante le 24 ore. 1 Esempio di Enantiosemia poiché il NYKTALOPOS vale “cieco di notte” ma s’è attestato in “chi vede meglio di notte” vrs da una metaf. \ Illibata Vergine Pura La sposa, tradizionalmente, dovrà essere Illibata, Vergine, Pura. Illibàta, nella sua accezione, non può che essere, termine poeticamente maschilistico, esclusivamente di genere fem - con pref negativo IN - del termine lat ILLIBATUS, dal verbo LIBARE, inv in ital Libàre “versaredegustare” (omn di Libare “alleviare”) cui il sostantivo ed aggettivo Libatòrio, Libagiòne o Libaziòne, vrs dal gr LEIBO io verso a goccia a goccia, in connessione con un supposto rad LEI linimento-fregare (massaggiare), di cui si sarebbero persi i legami, ma rimane fig il fatto che Libare è un “piacevole linimento alla sete e che massaggia la gola ” , infatti, il lat conta il connesso LIBERE piacere cui Libènte dal Ppres LIBENS LIBENTIS e un LIBUM che vale “pane addolcito con miele”. Illibata, allora, metaf sta per “non sorseggiata, non strofinata, non consumata, non goduta (in termini maschilistici)…” . Il percorso prefissato conta ancora Prelibàre (pref PRE “prima”) cui Prelibatèzza e Prelibàto, Quòdlibet o Quolibet dal lat QUODLIBET ciò che piace con l’aggettivo Quodlibetàle. Vèrgine era un elegante qualificativo per una giovane donna, derivante dal lat VIRGO VIRGINIS (Ved Virgola in Segni ortografici) “fiorente come una giovane pianta, un virgulto”. Questa metaf s’è poi semant in “intatta, inviolata dal maschio”, subendo una cattiva forma maschilistica. In percorso Vergine quale segno zodiacale, l’aggettivo Verginàle, questo con la variante Virginàle più fedele al lat e omn di Virginàle “spinetta” le cui sonate erano indirizzate alle vergini, con Virginalìsta; eppoi Virgìneo o Vergìneo, Virginità o Virginitàde o ancora Virginitàte, infine Vìrgo, fedele al lat, snm di Vergine. L’onomastica contempla Virginia e l’ipocoristico Virna questo in concorrenza con il gaelico Virna “grandi virtù”, ma il senso non cambia, eppoi Virgìnio “elemento chimico” relativo allo Stato americano della Virgìnia.Con i pref si ha Deverginàre snm di Sverginàre questo con Sverginamènto e Sverginatòre, Dopo il nubilàto si è Mòglie, lemma questo dal lat MULIER donna, da ant MULIES, cui l’obsoleto Moglièra, Mulièbre. I triestini hanno volg Mula per “ragazza”, ma è il termine svolto al fem da un precedente Mùlo “bastardo”, poi passato a definire “ragazzo” nella forma più mondata. Nel volg mer si ha la corruzione Mugghièra. \ L’aforisma Mogli e buoi dei paesi tuoi racchiude una tradizione contadina dove l’associare le donne ai buoi indica la considerazione sociale per entrambi quali “animali da lavoro e da produzione”.\ \ Mulo Asino 805 Il termine Mùlo, infatti, dal lat MULUS di tema med MULU, è assegnato all’equino ibrido, nato dall’incontro asino-cavalla; in percorso, Mulàre, Mulattièra con Mulattière, Mulattièro, e Mulàtto questo riversatosi fig nell’uomo (inc di pelle bianca e nera) svoltosi nel snm di Bastardo. Mùlo vale anche fig Testardo cui Mulàggine. Eppoi i fig Mulètto “termine tecnico”, la locuzione militare Mulo meccanico e il glb sp Muleta “termine da Torero”. Il termine pseudoetim Mulàcchia “cornacchia”, nasce dall’inc lemmatico di Mulo con Monàcchia questo dal lat volg MONACULA, che vale anora “cornacchia”, a sua volta il prodotto lemmatico tra il lat MONEDULA gazza con un altro lat volg CORNACULA cornacchia. Asino-àsino ò dal lat ASINUS d’origine da tema med ASINO, connesso al gr ONOS, il cui verso Ragliàre-Ràglio è dal lat volg RAGULARE dalla serie onomatopeica R G R C 1 cui Raganèlla. In percorso Nasèllo “sorta di pesce” (adottato dal XVII sec) dal dim lat ASELLUS asinello inc fig con Naso, snm di Merluzzo (questo dal XV sec) ed omn del dim Nasello di Naso. Il lemma Onàgro o Onagro-ònagro dal lat ONAGER già gr ONAGROS è la composizione ONOS AGRIOS asino selvatico questo connesso con il rad di AK di AKRI acre-agro; in risvolto metaf indica una ant macchina per il lancio dei proiettili (sassi) così come l’asino tira calci. L’ital conta un percorso prefissato con ONO asino, quali Onocèfalo “testa d’asino”, Onocròtalo fig “sorta di pellicano” poiché il verso ricorda quello dell’asino (col gr KROTOS rumore-grido). Onoterapìa questo da accostare a Ippoterapìa “rieducazione fisico-psicologica attraverso l’esercizio dell’equitazione; fuori percorso Onònide “suffrutice delle Papilionacee” dal gr-lat ONONIS “sorta di leguminosa”. La locuzione Bellezza dell’asino, rivolta ad una ragazza giovane e bella, pare si sia incredibilmente attestata da un errore di traduzione dal franc BEAUTE DE L’AGE bellezza dell’età, fraintendendo DE L’ANE dell’asino. 1 La serie onomatopeica da R continua con R B Ribòbolo. R MB Ròmbo (lat RHOMBUS, gr RHOMBOS trottola, attestatosi fig in “figura geometrica”, “sorta di pesce” e “rumore cupo”) cui derivati Ròmba, Rombàre-Rombànte, Rombàzzo, Ròmbico, Rombòide con Romboidàle, Rombòide con Romboidèo, Ròmbola, i composti Rombencèfalo, Rombododecaèdro (a dodici facce, dal gr DODEKA dodici e HEDRA base), Romboèdro; Rombare è vrs connesso con Arrembàre, Arrembàggio e Arrembàta dal lat volg RHEMBARI già class REMBARE appoggiare alla maniera degli sciancati. R N Ràna (lat inv RANA) con Ranòcchia, la locuzione Rana Golia (esemplare la cui lunghezza raggiunge gli ottanta cm), Ranùncolo (lat RANUCULA) e Ranuncolàcee (Famiglia di piante cui Aconito-àconito dal lat ACONITUM già gr AKONITON) e i fig Ranèlla o Rànula, Ranàtra questo composto con il lat ATRAM scura ed indica una sorta di insetto emittero che si comporta come una rana sia nel suono simile al gracidare sia perché staziona sugli stagni. R NG Rignàre con Ringhiàre e Rìnghio (lat volg RINGULARE). R NT Ràntolo con Rantolàre (lat RAGULARE) e Arrantolàto. R NZ Ronzàre con Ronzìo e Ronzòne, cui il prefissato fig Arronzare “lavorare frettolosamente-urtare un’altra imbarcazione”; l’omn Ronzòne, quale variante di Ronciòne dal franc RONCIN, vale Stallone non di razza cui anche Ronzìno, vrs sovrapposti a Rozzo, cui Ronzinante il cavallo di Don Chisciotte della Mancia (l’omn romanzo di M. de Cervantes Saavedra (1547/1616) donde un Donchisciòtte con 806 Donchisciotterìa e Donchisciottìsmo in complanare nel percorso di Spavaldo. Il vero nome del personaggio Don Chisciotte è Alonso Quijano. Il lemma glb Zoom è dall’ingl TO ZOOM ronzare svoltosi nel senso di puntare (rapidamente verso un qualcosa) e fig congegno che avvicina l’oggetto da fotografare cui gli adattamenti ital Zoomàre con Zoomàta o gli omologismi puri Zumàre e Zumàta. La serie da R, infine, prosegue con R T Ràtto (topo) per l’azione del rodere cui Derattizzàre e Ratticìda questo snm di Topicida e Rodenticida. \ \...\ Difatti, il nostro giovanotto possedeva un cavallo così strano, che fu subito notato da tutti; era un ronzino del Bearn, dell’età di dodici o quattordici anni, dal mantello giallo, con la coda senza crine, ma non senza nocche alle gambe \...\ da “I tre moschettieri” di A. Dumas, Edito da Carroccio nella prima metà del Novecento. Il protagonista, D’Artagnan è un GASCON in ital Guascòne, ossia della regione della Guascogna, termine rintracciabile nell’onomastico Gastone \ \ Celibe Scapolo Marìto Vedovo. Lo Sposo passa dallo stato di Celibe o Scapolo a Marìto e può diventare un Vedovo. Cèlibe, dal lat CAELEBS, cui Celibàto, d’ignota etim, a meno che, riflessione d’autore, non ci sia stata un’originale connessione fig col gr KELES cavallo da corsa (fig che ha le gambe lunghe connesso con SKELOS gamba), cui il termine Cèlere dal lat CELER con Celerìno e Celerità, Celòce da CELOX nave romana (inc con Veloce), il superlativo irregolare Celèrrimo col regolare Celerìssimo da CELERRIMUS, i composti Celerimensùra questo con il lat MENSURA misura, Celerìmetro con Celerimètrico, il prefissato Acceleràre cui Acceleramènto, Acceleràndo, Accelerànte, Acceleràta, Acceleratìvo, Acceleràto, Acceleratòre, Acceleratòrio, Acceleraziòne, il chimico Accelerìna (suff chimico INA) i composti Acceleròmetro con Acceleromètrico. Scàpolo, cui Scapolàggine, è il devb fig dal lat SCAPULARE (EX CAPULARE) liberare dal CAPULUM, questo in ital Càppio, pertanto, Accappiàre (AD allativo) con Accappiatùra e Accappiettàre dal dim Cappiètto, Incappiàre (IN illativo) e il verbo Scapolàre vale fig “liberarsi dal cappio”. Termini connessi col gr SKAPOS passato nel lat SCAPUS assicella e il suo dim SCAPULA, omologati nell’ital Scàpo “fusto di colonna” e termine botanico e zoologico, con Scàpola, o Scàpula, snm di Omoplata, attestatosi in “osso piatto” cui la composizione anatomica Scapolo-omerale e nel suo aggettvo Scapolàre omn del sostantivo Scapolàre o Scapulàre (nell’abbigliamento religioso) da SCAPULA e del succitato Scapolare da CAPULUM cappio. Marìto, dal lat MARITUS da MAS maschio, nella terminologia agricola, in origine, stava per adolescente e la forma indicava provvisto di un compagno giovane per i lavori nei campo, in riferimento sia all’uomo sia alla donna. Successivamente s’è semant nell’attuale ruolo matrimoniale, escusivamente quale compagno della donna, cui Maritàle, Maritàre con Malmaritàrsi e Malmaritàta. Nel volg romano esiste Maritòzzo (col suff ironico OZZO), un panino dolce, quale simbolo della cerimonia nuziale, presumibilmente per la forma che ricorda il membro virile; infatti, nel medievo veniva tradizionalmente donato dai giovani romani alle promesse spose. 807 \ Un marito si trova per strada, un figlio no (detto da Emma, una centenaria. Dicembre 2007). \ Moglie e Marito possono ritrovarsi vedovi. In origine, lo stato di vedovanza spettava unicamente alla donna, pertanto il termine Vèdovo (corretta accentazione védovo), dal lat VIDUUS, nasce svoltosi dal fem VIDUA cui Vèdova (védova) dalla rad WIDHE-WA che, ancora più anticamente, stava per la sfornita, in parallelo semantico (Eteronimìa) con Celibe. Lungo il percorso WIDHE-WA, allora, il termine VIDUA sfornita, priva di… ha assunto il significato luttuoso di rimasta sfornita, privata, divisa di marito, insomma vittima, passato poi anche al maschio rimasto sfornito, privato della moglie; pertanto, fedeli alla rad e non, Vedovàggio, Vedovàle o Veduàle o ancora Viduàle, Vedovànza, o Vedovària o ancora Vedovèzza, Vedovàre, Vedovàtico, il dim Vedovèlla, Vedovìle o Vidovìle o ancora Viduìle, il dim Vedovìna (anche termine botanico snm di Scabiosa), Vedovità con le varianti Vedovitàte, Vedovitàte, Veduità, Vidovità, Viduità La rad, a ogni modo, è la stessa di Divìdere dal lat DI VIDERE vedere (pref DI) cui Dividèndo, l’intensivo Divisàre, Divìsi, Divisìbile con Divisibilità, Divisionàle, Divisionàrio, Divisiòne, Divisionìsmo (tecnica artistica, adottato nel 1908, snm di Puntinismo o Neoimpressionismo) con Divisionìsta e Divisionìstico, Divisìsmo, Divisìvo, Divìso con un omn Divìso “pensiero”cui Divisamènto e Divisàto dal franc DEVIS opinione, Divisàre o Devisàre “proporsi-immaginare-esporre” dal franc DEVISER. Divisòre e Divisòrio, i prefissati (doppi) Condivìdere con Condivisiòne e Condivìso (pref COM associativo), Indivisìbile questo dal lat INDIVIDUUS e Indivìso questo dal lat INDIVISUS (pref IN negativo), Suddivìdere e Suddivìso; il tema è del rad WID-WEIDH, cui anche Indivìduo svoltosi dal lat INDIVIDUUS indivisibile cui Individuàre con Individuàbile, Individualìsmo, Individualìstico questo opposto di Solidaristico, Individualìsta, Individualità, Individualizzàre, Individuaziòne. Il termine Divìsa è dal franc DEVISE insegna, segno, iscrizione, ma è vrs la connessione con il lat DI VIDERE per il fatto che la divisa separa (divide) dal resto dei cittadini in comuni abiti civili; pertanto Divisa è il snm di Uniforme. La sfumatura semantica tra Divisa e Uniforme è che il primo è il lemma di interpretazione generica “I militari indossano la divisa” mentre il secondo è d’interpretazione del tutto particolare “L’uniforme dell’Aeronautica militare” o “L’uniforme della Marina”. Insomma, gli appartenenti all’Aeronautica e alla Marina indossano la Divisa ma ogni Arma ha la propria Uniforme (divisa uniformata). Il gr conta ATOMOS per indivisibile, quale composizione del pref A privativo con TEMNO taglio, cui il lat ATOMUS e l’ital Atomo-àtomo con Atòmico, Atomìsmo, Atomìstica e Atomizzàre, con il prefissato Diatòmico (pref DI di DIS due) e la variante temporale Attimo-àttimo dal lat ATOMUM; pertanto questo cancella l’idea di una connessione rad di ATOMOS indivisibile con ATMOS vapore cui Atmosfèra. \ Enterite Meningite Prefisso LIO Suffisso LISI 808 Elettricità I termini Celènteron e Celenteràti questo snm di Cnidari (sorta di Invertebrati acquatici), sono composti dal gr KOLLOS vuoto e ENTERO intestino, rintracciabile in Enteràle, Entèrico, Enterìte, Enteròsi, nei composti Enteralgìa, Enterectasìa (col gr EKTASIS distensione), Enterectomìa, Enterobatteriàcee (Famiglia di batteri), Enterocèle, Enterocettòre con Enteroceziòne, Enterocìto (col suff CITA cellula), Enterocòlico con Enterocolìte, Enteroepàtico, Enterolitiàsi con Enterolìto, Enterologìa con Enteròlogo, Enteropatìa, Enteropneùsti (Gruppo di animali marini, col gr PNEIN respirare), Enteroptòsi (col gr PTOSIS caduta), Enterorragìa (col suff da rad REIK rompere su modello di Emorragia), Enteroscopìa, Enterostenòsi, Enterostomìa, Enterotomìa con Enteròtomo, Enterotossìna, Enterozòo, nei prefissati quali Dissenterìa con Dissentèrico (pref DYS male), Mesentère o Mesentèrio (col gr MESOS medio). Da includere la locuzione Cervello enterico, che, secondo studiosi, dovrebbe trovarsi nei pressi dell’intestino; una sorta di groviglio di nervi che risuona alle emozioni dell’individuo. ENTERO quale intestino è il derivato di ENTOS dentro, connesso col lat INTERUM, cui Entamèba (con AMOIBE cambiamento, sta per Genere di protozoi) Entolòma (col gr LOMA frangia), Entòtico (col gr OUS OTOS orecchio e suff aggettivale ICO), Entòttico (col franc OPTIQUE ottico), Entozòo. Enterocele è composto col gr KELE ernia (anche tumefazione) ma che è generico per tumore cui il suff CELE nelle composizioni quale Meningocèle questo col gr MENINKS MENINGOS cui Menìnge, Meningìte, la composizione Meningitofobìa (paura delle malattie al cervello), eppoi il metaplasmo Mirìnge attestatosi quale “membrana dell’orecchio” cui Miringìte, eppoi Varicocèle questo con il lat VARIX varice. Ciò che avvolge le meningi è indicato fig con la locuzione Pia madre., ENTERO intestino è ancora rintracciabile in Enteròclisi con Enteroclìsma, questo in composizione col gr KLYSIS lavaggio, connesso con LYSIS da LYO sciolgo cui Lièo “che scioglie”, Lisìna (amminoacido con suff chimico INA),il pref LIO LITO in composizioni quali Liòfilo, Liofilizzàre e Liofilizzàto, Liòfobo questo in complanare con Idrofobo, Litoceràtidi (fossili, col gr KERAS KERATOS corno); il pref LISO in composizioni quali Lisocitìna (col gr KYTOS cavità), Lisofòrmio (con Formòlo), Lisogenìa con Lisògeno, Lisòlo (con OLEUM olio) attraverso l’ingl LYSOL, Lisosòma gr SOMA corpo), Lisozìma (Lisolo con Enzima). Ancora un suff LITO o LITA dal gr LYTOS solubile-sciolto (omn di LITO pietra) cui Idròlito (col gr HYDOR acqua), Analìta (composto con Analisi). Eppoi Lìsi con Lìtico (omn di Litico “di pietra”) e un suff LISI per composizioni quali Anàlisi “scomposizione” con Analìsta con Analìtica, Analiticamènte, Analiticità, Analìtico, Analizzàre cui Analizzàbile e Analizzatòre, Diàlisi “separazione” (pref DIA), Diàlito cui Dialìtico, Dialìte “sorta di cannocchiale”, Dializzànte e la composizione medica Emodiàlisi; Dialisi oltre ad essere un termine medico è anche una figura retorica che indica l’interruzione di un enunciato mediante un inciso. Il percorso 809 prosegue ancora con le composizioni Elettròlisi o Elettrolìsi (scioglimento chimico mediante elettricità) cui Elettròlita o Elettròlito, Elettrolìtico, Elettrolizzàre, Elettrolizzatòre e Elettrolizzaziòne, eppoi Idròlisi con Idrolàsi (suff ASI), Idrolìtico, Idròlito e Idrolizzàre, cui ancora Lisèrgico questo una composizione di Idrolisi ed il franc ERGOT “fungo della segale” col suff chimico ICO. In connessione il gr conta ancora un LITHRON macchia di sangue cui l’ital Litràcee (Famiglia di piante) alle quali appartiene la Alcànna omologismi dall’ar AL HINNA attraverso il lat medv ALCHANNA o Hènna o Enna-ènna direttamente dall’ar. Paràlisi e Paralìtico con le varianti Parlasìa e Parlètico, cui Paralizzàre e Paralizzàto attraverso il franc PARALYSER, è col pref PARA che sta per “contrapposizione” allo scioglimento dei muscoli. Il primo membro di Elettrolisi è da Elettricità, inserito in un ricco percorso lemmatico che vede in testa Elèttro dal gr ELEKTRON ambra tradotto in lat ELECTRUM, la resina che ha proprietà magnetica se strofinata, cui il composto Electrofobìa “paura dell'elettricità”; in persorso, Elèttrico con Elettricamènte, Elettricìsta, Elettricità, Elettrizzàre (anche in senso fig “rendere euforico”) con Elettrizzàbile, Elettrizzànte, Elettrizzàto, Elettrizzatòre ed Eletrizzaziòne, Elettròne (suff fisico ONE) cui Elettrònico, Elettrònica, Elettronicamènte, Elettro-volt o Elettronvòlt dalla locuzione Elettrone volt (dove Volt è unità di misura elettrica), eppoi l’onomastico Elettra e il pref ELETTRO adattato per una ricca serie di composizioni quali Elettràuto, Elettrète attraverso l’ingl ELECTRET (con MAGNET magnete), Elettrificàre con Elettrificaziòne, Elettroacùstica con Elettroacùstico, Elettroaffinità, Elettroanalgesìa, Elettroanàlisi, Elettrobioscopìa (col gr BIOS vita e SKOPEO osservo-vedo), Elettrobìsturi, Elettrocalamìta, Elettrocapillarità. Eppoi Elettrocardiografìa con Elettrocardiògrafo e Elettrocardiogràmma, il cui acronimo è ECG, questo evolutosi dal prototipo del 1868 di J. Bernstein che già era un perefezionamento di precedenti esperimenti, un Galvanometro del 1794 e un Reotomo del 1849. Elettrochìmica con Elettrochìmico, Elettrochirurgìa, Elettrochòc (pron sciòc) o Elettroshòck (adottato dal 1942) attraverso l’ngl SHOCK scossa 1, Elettrocinemàtica, Elettrocinètica con Elettrocinètico, Elettrocoagulaziòne, Elettrocomandàto, Elettroconvulsìvo, Elettrocuziòne attraverso l’ingl ELETTROEXECUTION in ital Elettroesecuziòne, Elettrodèbole cui la locuzione Forza elettrodebole, Elettrodeposiziòne in correlazione con Elettroformatura, Elettrodiàgnosi con Elettrodiagnòstica, Elettrodiàlisi, Elettrodiàpason, Elettrodinàmica con Elettrodinàmico e Elettrodinamòmetro, Elèttrodo (con suff gr HODOS Via) con Elettròdico, Elettrodomèstico, Elettrodòtto, Elettroencefalografìa con Elettroencefalogràmma, Elettroerosiòne, Elettròfilo (con Elettrone e il gr PHILOS) in correlazione con Nucleòfilo, Elettrofìltro, Elettrofìsica, Elettrofisiologìa con Elettrofisiològico, Elettrofluorescènza con Elettrofluorescènte, Elettrofonìa cui Elettròfono, Elettroforèsi con Eletroforètico (col gr PHORESIS trasporto), Elettroformatùra in correlazione con Elettrodeposizione, Elettrofòrno, Elettròforo sia “macchina elettrostatica” sia “Pesce dei Gimnotidi” (col gr PHERO io porto), Elettrofusiòne, Elettrògeno, il 810 geofisico Elettrogètto, Elettrogravimetrìa, Elettrogrìll (con l’ingl TO GRILL arrostire), Elettrologìa con Elettrològico e Elettròlogo, Elettroluminescènza, Elettromagnète con Elettromagnètico ed Elettromagnetìsmo, Elettromeccànica con Elettromeccànico, Elettromedicìna con Elettromedicàle, Elettrometallurgìa con Elettrometallùrgico, Elettrometrìa con Elettròmetro, Elettromiografìa, Elettromotòre con Elettromotrìce, Elettronarcòsi, Elettronegatìvo con Elettronegatività in correlazione con Elettropositìvo e Elettropositività, Elettronucleàre, Elettroosmòsi con Elettroosmòtico o Elettrosmòsi con Elettrosmòtico, Elettroòttica (una variante Elettrottica pare non abbia risposta perché il suono risulta cacofonico), Elettropneumàtico, Elettripòmpa, il biologico Elettroporaziòne, Elettroretinogràmma, Elettroscòpio, Elettrosiderurgìa, Elettrosincrotòne, il semiomologismo Elettrosmòg, Elettrostàtica con Elettrostàtico, Elettrostimolaziòne, Elettrostriziòne con Elettrostrittìvo, Elettrotècnica con Elettrotècnico, Elettroterapìa con Elettroteràpico, Elettrotermìa con Elettrotèrmica e Elettrotèrmico, Elettrotraziòne, Elettrotrèno, Elettrovalènte con Elettrovalènza, Elettrovàlvola. Dall’ingl SHOCK scossa, l’ital conta oltre ai glb Shock e Shocking, gli omologismi Scioccàre e Scioccànte o i semiomologismi Shockàre, Shockànte, Shockizzànte e Shockterapìa, eppoi Elettroshòck o Elettrochòc.con Elettroshockterapìa, 1 \ Anniversari matrimonio 1 anno Nozze di carta 2 anni di cotone 3 anni di cuoio 4 anni di seta 5 anni di legno 6 anni di ferro (o di zucchero) 7 anni di rame (o di lana) 8 anni di bronzo (o di sale) 9 anni di ceramica 10 anni di stagno (o di alluminio) 11 anni di acciaio 12 anni di lino 13 anni di pizzo 14 anni d’avorio 15 anni di cristallo 20 anni di porcellana 25 anni d'argento 30 anni di perle 35 anni di corallo 40 anni di rubino 45 anni di zaffiro 50 anni d'oro 55 anni di smeraldo 60 anni di diamante 70 anni di grazia 811 INCISO ACCIDENTE UCCISO INCISO Incìsoè dal lat INCISUM, dal gr KOMMA-KOPTO, Pp di INCIDERE prefissato con l’illativo-intensivo IN e CAEDERE tagliare - produrre un taglio in... cui Incisiòne, Incisività, Incisìvo, Incisòre, Incisorìa e Incisòrio, le locuzioni riferite ai denti Incisivi centrali (i primi a spuntare) e Incisivi laterali; eppoi, col pref CIRCUM Circoncìdere con Circoncisiòne, Circoncìso e l’opposto Incirconcìso (IN negativo). Dal gr KOMMA l’ital conta Còmma che sta per “virgola” oltre al corrente significato di “parte di un articolo di legge-capoverso”. Strumento specifico per incidere artisticamente, familiare a Benvenuto Cellini, è il Bulìno questo un omologismo dal long BORO cui Bulinàre, Bulinatòre, Bulinatùra e Bulinìsta; da non equivocare con Bolìna o Borìna o, ancora, Bulina e Burìna, con Bolinàre, omologismo attraverso il franc BOLINE, già ingl BOWLINE, termine marinaresco composto da BOW prua e LINE linea-cavo; vrs in connessione rad con il glb ingl BOWLING questo dal verbo TO BOWL far rotolare la palla, dal movimento rotante della prua. Tornando al lat CAEDERE, il cui gruppo vocalico ae si muta in i per normale passaggio cui CIDERE e si ha col pref COM Concìdere, Concìso, Concisiòne e col pref DE ablativo Decìdere dal lat DE CIDERE “togliere via” con Decidìbile e l’opposto Indecidìbile (IN negativo), Decidibilità con Indecidibilità, Decidimènto, Decisiòne con Indecisiòne, Indecisionìsmo e Indecisionìsta, Decìso con Indecìso e Decìduo “che cade giù” (come il dente da latte) cui Decìdua (snm di Caduca) con Deciduàle, il composto Decidofobìa che indica il timore di prendere decisioni; col pref PRE Precisiòne e Precìso questo con un opposto Sprecìso (pref S sottrattivo), col pref RE Recìdere o un Ricìdere, Recidìvo, Recisiòne e Recìso, col pref SUB Succìdere. Senza i pref, il verbo CAEDERE ha prodotto Cèduo “adatto al taglio” cui Ceduaziòne, Càsso “tagliato”, Cemènto (rottame da impastare) da CAEMENTUM “pietra grezza”, cui Cementìzio dal lat CEMEMTICIUS, eppoi il fig Cimènto “impasto per saggiare i metalli preziosi” attestatosi genericamente in “prova” cui il denm Cimentàre e Cimentòso. La locuzione Cemento di Portland indica il cemento comune la cui miscela è fondamentalmente composta di argilla, calcare e gesso. Il percorso continua con Cesèllo da CAESELLUM col denm Cesellàre, Cesellamènto, Cesellàto, Cesellatòre e Cesellatùra, il 812 termine per associazione Cesàrie “capigliatura”, l’aggettivo Cesàreo snm-omn di Cesareo “imperiale”, Cesùra con Cesuràle da CAESURA taglio cui CAESORIA e l’ital Cesòia con Cesoiàta, Cesoiatòre o Cesoìsta e Cesoiatrìce; il termine Cesura “taglio” che sta per una decisa pausa all’nterno di un verso, tale da sembrare tagliato in due, appare sovente snm di Censura relativamente al significato di “valutazione negativa-stroncatura” se non sovrapposti nell’etim. Si potrebbero includere Cèspo, dal lat CAESPES CAESPETIS zolla, cui Cèspite “zolla” svoltosi fig in “fonte di reddito”, Cespitòso e Cespicàre o il prefissato Incespicàre dal lat CAESPITARE, considerando questa, la zolla, una parte tagliata dalla terra, con il suo collettivo Cespùglio (suff collettivo, dal lat ALIA- ALIAE traducibile in diversi, tanti), simile a Mischio-Miscuglio, con Cespugliàme (pref AME che estende il già collettivo), Cespugliàto, Cespugliòso e Cespogliùto. Il lat RUBUM cespuglio andrebbe al moderno toponimo Ruvo di Puglia. Sematicamente, Incìso è tutto ciò che produce una soluzione di continuità; in letteratura è la frase indipendente dal costrutto, di norma racchiusa tra parentesi. Nella musica, Inciso è lo spunto melodico ritmico inserito in una composizione, ma che ne costituisce il nucleo fondamentale. Incidènte, sia aggettivo sia sostantivo, è dal Ppres INCIDENS del prefissato INCIDERE cui Incìdere “tagliare” ma anche fig “produrre effetti” cui Incidentàle ossia “ciò che produce una grave soluzione di continuità al normale svolgimento dell’azione”. Incidente può contenere valore geometrico cui Raggio incidente, di Diritto cui Dolo incidente e infine rappresenta l’interruzione dell’azione in maniera definitiva e insanabile. Incidente è quindi una parentesi temporale, che può condurre a conseguenze cui la locuzione giuridica Incidente probatorio, questo basilare per i successivi dibattimenti, diversamente dell’Interrogatorio questo utile per le indagini. Accìsa ci ritorna dal franc ACCISE, sortito dal lat medv ACCISIA imposta, derivato dal lat AD-CIDERE tagliare e stava per Tàglia, oggi Imposta di fabbricazione. \ Roncare Tagliare Crepare Fendere Lesionare Incrinare Spaccare Dal rad REUG incidere, ampliato in REUKH, nell’ital pervengono Roncàre dal lat RUNCARE sarchiare, cui il devb Rònca (già adottato nel XV sec), Roncatùra, i dim Ròncola e Ròncolo con Roncolàre e Roncolàta, ancora il dim Ronchètto, l’accr Roncòne e il prefissato Arroncàre, Rùga dal lat RUGA (scavo) cui Rugosità con Rugòso e Corrugàre con la locuzione Corrugare le sopracciglia, il glb ingl pubblicitario Rough “grezzo”, i toponimi di 813 Roncade, cittadina del trevigiano, e di Ronciglione nel viterbese, la locuzione anatomica Ruga di Marte (scende dall’angolo inferiore del naso al sottostante angolo della bocca). Strumento utile a verificare le imperfezioni dei terreni è detto Rugosìmetro. In connessione il termine Ràgade dal gr RHAGAS screpolatura. In ingl, quale patrimonio indoeur, ritroviamo il termine ROUGH ruvido-rozzo cui ROUGHY squamoso. Ruga è fig una stradina, un viottolo, in antica voce veneziana. Il gr conta lo specifico RYTIS ruga della pelle cui RITISMA ricucitura dal verbo ERYEIN tirare cui direttamente l’ital Ritìsma che indica il Genere di funghi Ascomiceti. \ Per le rughe che si formano sott’acqua alle mani, oltremodo alle dita, esiste una interpretazione evolutiva: infatti, la natura permette così di evitare gli scivolamenti e l'eventuale perdita di appigli. \ Vrs in connessione etim, l’ital conta ancora Roncinàto questo dal lat RUNCINA pialla, cui Rònchio con l’accr Ronchiòne e Ronchiòso del valore di “sporgenza”, Roncìglio o Runcìglio e Roncigliàre con valore di “uncino” cui il prefissato Arroncigliare e Arroncigliàrsi anche in senso fig “torcereattorcigliarsi”. Rùvido è da RUIDUS questo da un ant RUGIDUS pieno di rughe, con lenizione totale della g, cui Arruvidìre con Arruvidimènto (AD allativo) e Irruvidìre con Irruvidimènto (pref IN illativo). Il termine Rònco dal lat RONCHUM già gr RONCHOS vale “rumore di chi russa” cui Roncopatìa; altri omonimi, d’etim incerta, Rònco “strada cieca” e Rònco “Spinarello, sorta di pesce d’acqua dolce”, vrs coniati da ant metafore, sarebbero però in riferimento alla forma ricurva della Roncola. L’omn Rùga “bruco” è dal tema med E-RUKA bruco, vrs connessi con la rad REUG, appunto per il lavorio del bruco. Dal long GRIMM rugoso, connesso col ger GRIM iracondo (fig dalla mimica grinzosa del viso durante una crisi d’ira), l’ital avrebbe coniato l’omologismo Grìnza, un devb tratto dal long GRIMMISON corrugare, cui Grìnzo, Grinzosità, Grinzòso, Grinzùme, Grinzùso, un volg Grimo che vale Padre o Vecchio dunque “grinzoso”, i prefissati Aggrinzàre o Aggrinzìre. In snm o in associazione ad Incidere, troviamo Taglio, Crepa, Fessura, Lesione, Incrinatura, Ferita, Spaccatura, Squarcio. Tàglio è il devb da Tagliàre, dal lat TALIARE, denm da TALEA getto, punta, dal gr THALLOS fioritura, entrambi dal tema med TALEA radice, cui Talèa o Tàlea con Taleàggio, Tàllio (elemento chimico con simbolo Tl), Tallìre, Tàllo “germoglio”. L’omn Talèa di etim ignota indica nella struttura musicale una ripetizione Da Tagliare l’ital conta Tàglia “costituzione fisica”, Tagliàbile, Tagliàndo, Tagliarèllo, Tagliàta, Tagliatèlla, Tagliàto, Tagliatòre, Tagliatrìce, Tagliatùra, Taglieggiàre con Taglieggiatòre, Tagliènte, Taglière, Taglierìna e Taglierìno, Tagliètto, Tàglio, Tagliòla, Tagliolìno, Tagliòlo e Tagliòne questo omn dello pseudoetim Tagliòne che è dal lat TALIO, a sua volta derivato da TALIS tale, e vale come soprannome lat Talione (Taglione) come Marco Porcio Catone (234-149 dC) da CATUS appuntito e Ovidio Publio Nasone da NASUS naso; questo Taglione sta per “pena” cui la 814 locuzione La legge del Taglione da assimilare ad Occhio per occhio. \ La Carta stratagliata (pref STRA), strumento da codice segreto, inventata dalla patriota risorgimentale Bianca Milesi, consiste in un foglio con dei piccoli fori e che, sovrapposto a una pagina di uno specifico libro, mette in evidenza le lettere che in successione danno un messaggio.\ Il percorso continua con Tagliuzzàre e Tagliuzzamènto (col suff di riduzione IZZARE) e i pref, Dettagliàre con Dettàglio, questi inc con Dètto, ritornato dal franc DETAILLER, Intagliàre con Intàglio, Ritagliàre con Ritaglière e Ritàglio, col composto plur Maltagliàti “sorta di pasta”. In volg mer si ha Tagghjata col significato di “cava di tufo”. In russo RUBL vale ritaglio da RUBIT tagliare cui l’unità monetaria Rùblo che vale cento Copechi: Copèco è l’omologismo dal russo KOPEJKA. Il franc conta MORTAISE intaglio attraverso l’ar MURTAZZA, omologato in ital dal XIX sec con Mortàsa o Mortèsa o ancora Mortìsa cui il denm Mortasàre o Mortesàre con i sostantivi Mortasatòre o Mortesatòre, Mortasatrìce o Mortesatrìce; Mortasa è sovente associato a Tenone. Dal franc, ancora, l’ital conta Tàglia da TAILLE quale misura, il glb Tailleur che sta per “(abito da donna) tagliato dal sarto (uomo)” con un forzato omologismo Tailleurìno. L’ital conta un serie di composizioni con TAGLIA cui Tagliabòrdi, Tagliabòrse, Tagliabòschi, Tagliacàlli, Tagliacàrte, Tagliàcque, Tagliacùce, la locuzione Taglia e incolla, Tagliafèrro, Tagliafièno, Tagliafuòco, Tagliafuòri, Taglialègna o Taglialègne, il marinaresco Tagliamàre, Tagliamènto, Tagliapàsta, Tagliapatàte, Tagliapiètre, Tagliapòggio; Tagliasfòglia, Tagliasièpi, Tagliasìgari, Tagliastràcci, Tagliatartùfi, Tagliaùnghie, Tagliauòva, Tagliavènto, Tagliazòlle. Il Tagliacàrte ha avuto la sua popolarità quando i libri erano in vendita con le pagine ancora ripiegate. Metaf, Tagliare è anche “impedire o censurare”. Tagliare in volg siciliano assume il significato di “guardare”, vrs perché vale “ritagliare l’immagine dal contesto”; in lingua, corrisponderebbe a Stagliàre con S intensivodurativo, che semant vale “tagliare in forma grossolana” ma fig sta per “stralciare l’immagine dal contesto, farla risaltare” con Stagliàto, Stàglio (dal XIV sec) snm di Cottimo (coevo) con Estàglio in uso nell’Italia mer, eppoi il doppio prefissato (FRA–S) Frastagliàre “tagliare in maniera irregolare” cui Frastagliàme (suff AME per collettivi) con Frastagliamènto, Frastaglàto con Frastagliatamènte, Frastagliatùra, Frastàglio, Frastagliùme (suff UME collettivo-diseregiativo dal lat UMEN). Il glb TAG è un termine associato a un'immagine, una mappa geografica, un post, un video clip ... diffusosi con l’avvento del radar e del computer. Dallo specifico gr KOLOBOS tagliato da KOLOS mutilato, l’ital conta Colòbio “sorta di tunica senza maniche (con le maniche tagliate)” attraverso il lat COLOBIUM già gr KOLOBION. In connessione il termine Còlobo “Genere di scimmia africana dei Cercopitècidi” la cui peculiarità è il pollice ridotto a un tubercolo senza unghia, cui la locuzione Colobio abissino altrimenti detto Guereza questo attraverso l’amarico GUIREZA “dalla coda 815 bianca”. Dal franc TRANCHER tagliare deriva il termine TRANCHEE cui i glb Tranchant, Tranche e Trancheur, l’omologismo Tranciàre con Trancerìa, Trància, Tranciàre,Tranciatòre o Trancìsta, Tranciatrice, Tranciatùra, Tràncio; termine alieno il glb ingl Trance (pron trans), già franc TRANSE trapasso nel senso di morire, termine in ogni caso dal lat TRANSIRE andare. Eppoi Trincèa con le varianti Trincèra e Trincièra, Trinceramènto, Trinceràto, Trincerìsta e Trinceròne tutti da Trinceràre o Trincieràre inc con Trinciàre questo però dal lat TRINICARE dividere in tre parti da TRINI a tre a tre, cui Trincettàta, Trincètto, Trinciamènto o Trinciatùra, Trinciànte, Trinciàta, Trinciàto, Trinciatòio, Trinciatòre, Trinciatrìce e i composti Trinciafòglia, Trinciaforàggi, Trinciapòllo o Trinciapòlli, Trinciatùberi. Il percorso prosegue con Trìnca attraverso lo sp TRINCA riunione di tre cose cui l’attestatzione Trincàre attraverso il ted TRINKEN che vale “bere” (per accezione, vino, alcol in genere) vrs in compagnia e non essenzialmente in tre, cui Trincàta, il fig Trincàto “furbo” attraverso il franc ant TRINCAT, Trincatòre, vrs in connessione indoeur con l’ingl TO DRINK bere.Nel gergo marinaresco s’è attestato un Trincàre col devb Trìnca che vale “legare” e “legatura”, vrs in origine “a tre lacci”, cui Trincarìno, Trincatùra. Crèpa è il devb dal lat CREPARE 1 strepitare attestatosi in scoppiare, spaccarsi, fendere. Nel percorso di CREPARE, l’ital conta Crepàre con Crepàccio e Crepacciàre, Crepàto, Crepatùra, Crèpo, Crepùnde o Crepùndi “fig giocattoli infantili o amuleti per neonati”, il prefissato Discrepàre con Discrepànte, Discrepànza, i composti Crepacuòre col volg Crepacòre, Crepapància e Crepapèlle; eppoi Scaraventàre questo da una voce lat popolare CREPANTARE, il prefissato Screpolàre (S intensivo) con Screpolàto e Screpolatùra dall’incoativo CREPOLARE cui Crepolàre e Crepolatùra, Crepitàre da CREPITARE con Crepitaziòne, Crepitìo, Crèpito, Crepitàcolo, eppoi Crettàre e Crètto con presunta lenizione in Grètto (fig). Il Crepitàcolo, snm di Tric-Trac e di Tròccola, cui Troccolànte, anche questi di origine onomatopeica, è uno strumento dal caratteristico rumore adottato durante le processioni della Settimana Santa, in coppia con Raganèlla altro nome fig per uno strumento musicale. L’ital conta ancora un Crepàta, considerato d’etimo incerto, che vale “operazione abusiva per colorare il vino” ma potrebbe essere un termine volg fig da CREPARE nel senso di “rompere la genuinità”. Crepùscolo ha un percorso particolare: è il dim lat di CREPUSCUS, aggettivo di CREPUS oscurità, dubbio, cui Crepuscolàre, Crepuscolarìsmo (corrente letteraria a cavallo tra XIX e XX sec); vrs il termine è connesso fig con CREPARE nel senso di “rottura, interruzione della luce” (oscurità) o “interruzione della ragione” (dubbio). Il Crepuscolo astronomico precede il tramonto o l’alba; è una situazione in cui l’ambiente è pervaso da uno scambio di luce e di ombra, per cui si ha il Crepuscolo mattutino e il Crepuscolo serale. Metaf si hanno la locuzione Crepuscolo della vita. Nella psicologia si conta la locuzione Crepuscolo orientato o Crepuscolo in 816 coscienza; è lo stato in cui il cervello si spegne per pochi attimi o per giorni e settimane e al termine del quale il soggetto è vittina di una completa amnesia. Lo stato in cui il campi di coscienza è ristrettoi (orientato) ad alcuni contenuti o addirittura a uno solo. Decisamente pseudoetim è Crèpida “sorta di sandalo con altissime suole” dal gr KREPIS scarpa, cui il fig Crepìdine con Crepidòma (in architettura) attraverso il lat CREPIDO CREPIDINIS orlo, sporgenza. Il termine Crepare è usato in alcune espressioni metaf, quale “crepare dalle risate o dalla rabbia” svoltosi volg “morire” e, in tale configurazione, Crepare vale anche Schiattàre, con la variante toscana Stiattàre, dal lat volg SCLAPPITARE dalla serie onomatopeica SL PP cui Schiattìre “emettere gridi intensi”, Schiappàre e il devb Schiàppa o Scàppia “scheggia lignea” transitato nel germanico SLAITAN strappare, questo in macchinosa conessione col got SLAHATA di poco conto-semplice cui Schiètto e Schiàtta questo semant in ital “stirpe (semplicemente) pura”. Schiàppa vale fig “individuo di poco conto” snm di Sbèrcia devb di Sberciàre “sbagliare il bersaglio” questo col pref S ”fuori” quale cambio di pref da Imberciàre (IN illativo) “colpire nel segno”; Sberciàre vale ancora “urlare” cui il mas Sbèrcio “urlo” con il pref intensivo S da Berciàre e Bèrcio con Berciòne che valgono “urlare-urlo-chi urla” dal lat BERBEX pecora vrs in riferimento agli strilli del pastore per radunare il gregge. Il termine Prètto, cui Prettamènte, snm di Schietto, è coniato invece dall’inc di Puro con Schietto, oppure ellittico del dim Purètto di Puro. Il termine Schiantàre nasce dall’inc di Schiattare con Spiantare, donde il devb Schiànto con il toscano Stiànto cui Stiantàre. Fessùra dal lat FISSURA astratto di FINDERE spaccare, in origine il legno, cui Fèndere, Fenditùra; il long conta SPALT fenditura eppoi attestatosi in bastione (dalle tante fenditure), svoltosi nell’omologismo ital Spàlto o nel non usato Spaldo, ricorrente Spàlti “cumulo di terra, gradinate”. Il percorso prosegue con Fèsso dal Pp FISSUS (o in alternativa Fendùto) n’è il Pp e Fissiòne il nome d’azione cui Fissionàbile; eppoi i composti Fissìparo (col suff PARO dal lat PARUS di PARERE partorire, vale “riproduzione per scissione”) e Fissìpedi (col lat PES PEDIS vale Sottordine di mammiferi). Con i pref, Difèndere, Difènsa con Difensiòne cui le variante Defensiòne con Defensionàle e la locuzione finanziaria glb ingl Defensive stock dove STOCK vale titolo, eppoi Difensìva, Difensivìstica con Difensivìstico e Difensòre, eppoi Difèsa e Difèso, Offèndere ed Offensìvo con Offensìva e Offèso con Offèsa, Offesivìsmo, Ovvisivìsta, Offensòre, questi da OB- FENDERE urtare contro cui OFFENDERE; quale variante l’ital conta Offènsa e Offènso quale sostantivato dal Ppass OFFENSUS. Eppoi Bìfido (BIFIDUS diviso in due parti) in linea con Trìfido (lat TRIFIDUS diviso in tre sezioni) o Trèfolo (dal volg TRIFILUS); termine glb è OMBUDSMAN difensore civico direttamente dall’ingl, ma di origine svedese. Nelle lingue ger è passato semant BEISSEN mordere, infatti la rad in comune con FINDERE è l’indoeur BHEID. Con l’associazione “lavorare 817 sino a crepare (fendersi)” sono stati coniati termini quali Fatiscènte, Fatìca (lat FATIS) con i desueti Fadìga e Fatìga, Faticàre o Fatigàre (lat FATIGARE), Faticabilità, Faticàta o Fatigàta, Faticàto, Faticatòre, Faticòne, Faticòso o Fatigòso, in correlazione al lat FATISCI che sta per Fendersi; ed è allora pleonastico pronunciare la frase “crepare di fatica” perché basterebbe semant “faticare”. Il prvz ci aveva consegnato AFANAR durar fatica e l’ital si è ispirato per coniare Affannàre, Affànno con Affannòso e un Anfanàre con Anfaneggiàre coniato con la sovrapposizione di Affannarsi e Ansare. Il lat conta lo specifico AERUMNA peso-carico in senso fisico cui Erùmna e Erumnòso “Affanno e Afflitto” Da FATISCI, ancora, è derivato il prefissato DEFETISCI spossarsi dal cui Pp DEFESSUS spossato, l’ital conta Indefèsso con l’aggiunta del pref IN privativo e un desueto Defèsso. Da una primitiva rad LE-I lasciare, l’ital conta Làsso dal lat LAXUS allentato sovrapposto al snm-omn LASSUS stanco, gr LAPSUS scorrimento (Ved Prefisso IN in Macchia…) e Lène o Lèno (rilasciato e lieve) da LENIS leggero con il rad ridotto in LE cui Lenìre dal lat LINERE con Lenimènto, Lenità, Leniziòne e il composto Lenificàre; la rad LE-I diversificata in LE-D ha prodotto il lat LAEDERE colpire cui Lèdere con Lesiòne dal lat LAESIO LAESIONIS cui Lesionàle, Lesionàre, Lesìvo con Lesività, Lèso e on l’opposto Illèso (IN negativo), la locuzione Lesa maestà dalla locuzione lat CRIMEN LAESAE MAIESTATIS crimine di lesa maestà, il prefissato Collìdere con Collisiòne. Litùra, infine, sta per cancellazione (lenizione totale), quale sostantivo astratto del lat LINERE. Il termine gr LENOS sta per torchio e pare l’anello di congiunzione tra la rad LE-I lasciare e LE-D colpire cui Lenèo questo epiteto di Bacco dio dell’ebbrezza. In area indoeur, con tali rad è connesso il termine ingl TO SLICE svoltosi in tagliare, cui il glb sportivo Slice “colpo tagliato”nel tennis. Languìre è dal lat LANGUERE da LAXARE lasciare di rad SLEG ampliata da LE, cui Lànguido con Illanguidìre (pref IN illativo) da LANGUIDUS con Languidèzza, Languòre, snm del prefissa Illanguidimènto (IN illativo) con Languoròso, Lasciàre con Làscito o Lasciamènto, Lasciàta, Lasciàto, Lasciatùra, Làscio, Lascità, i composti Lasciamistàre, Lasciapassàre, Lasciapodère, e i prefissati Rilasciàre con Rilàscio, Tralasciàre, Làssa attrraverso il franc LAISSER lasciare, questo anche componimento poetico che abbia una stessa assonanza di rima, Lassàre questo variante di Lasciare da LAXARE con il Pp LAXATUS cui Lassatìvo, Làsso “allentato” e fig “indulgente” da LAXUS cui Lassìsmo con Lassìsta, Làsso “stanco” e fig “infelice” da LASSUS cui Lassèzza e Lassitùdine, Lassità da LAXITAS larghezza, il prefissato Rilassàre da RELAXARE, che vale Rilasciare, con Rilassamènto, cui il glb ingl Relax. Ulteriormente ampliata in LE-GHU, avrebbe dato Leggèro con Leggièro o ant Leggière e Leggièri, in locuzione sportiva Peso leggeri, Peso superleggeri o Peso Welter questo in termine glb ingl la cui etim non è rintracciabile; eppoi Leggerèzza, Leggiadrìa con Leggiàdro transitato dal prvz LEUJAIRIA, eppoi il prefissato Alleggerìre (AD allativo) con Alleggerimènto, Alleggerìto, Allèggio o Alèggio (snm di Allibo da Lieve) 818 attraverso il franc ALLEGE cui ancora Alleggiàre da ALEGIER alleggerire con Alleggiamènto. Ancòra, Elevàre (EX fuori) con Elevamènto, Elevatèzza, Elevàto, Elevatòre, Elevaziòne, Elevòne “sorta di alettone” esot attraverso l’ingl ELEVON da ELEVATOR. Dalla rad LE(I), ancora, il lat LEVARE alzare, cui Levàre, con Lèva o l’obsoleto Lièva e in locuzione da caccia Cane da leva, ancora il fig Lèva “arruolamento” cui le locuzioni militari Leva di mare, Leva di terra, Leva dell’aria eppoi un generico Nuova leva “nuova generazione”, Levàbile, Levàta o Levamènto, Levatàccia, Levatrìce, Levatùra (questo anche fig nel senso di grado o livello), Levànte (dove si leva il sole) con Levantàra, Levantìna e Levantìno, Levatòio (ponte), Lièvito, questo inc con Lieve, di cui si ha documentazione già con gli egizi nel 2600 aC, con la locuzione Lievito madre o Lievito naturale con le varianti Pasta madre, Madre acida, Pasta acida; a Bari si svolge la tradizionale Fiera del Levante. Eppoi l’esot ingl Leverage italianizzato Leveràggio, e i prefissati fig o meno Allevàre (pref AD allativo) con Allevamènto, Allevàta e Allevatòre con Allevatrìce. Rilevàre da RELEVARE (pref RE uguale a RI iterativo) con Rilevamènto, Rilevànte, Rilevatàrio, Rilevatòre, Rilevatùra, Rilevaziòne e Rilièvo con Rilievografìa. Sollevàre con Sollevatòre, Sollevamènto, Sollevaziòne e Sollièvo dal lat SUBLEVARE (pref SUB); Lèva ha assunto fig una seconda attestazione militare (arruolamento obbligatorio), artistico, culturale e sportivo (affermazione giovanile).La composizione MANUM LEVARE alzare la mano ha dato origine ai termini ital Mallevàre, Mallevadòre, Malleverìa. L’ital ne ha tratto ancora un pref LEVA per composizioni quali Levacàpsule, Levafògli, Levanòccioli, Levapùnti, Levatòrsoli. Levofobìa, infine, è l’avversione psicologica per la parte sinistra del corpo. Incrinatùra, Incrinàto, da Incrinàre, che sarebbe stato il verbo denm da un tardo lat CRENA “fessura, intaglio” sopravvissuto nel nostro Crèna “tacca”; nulla con l’etim di Crìna, Crinàle, Crìne o Crìno, Crinièra, Crinìto, tutti derivati dal lat CRINIS testa del monte, metaf i capelli, la chioma CRISNIS, la cui variante avrebbe condotto a CRISTA-Crèsta, cui Crestàia, Crestàto, Crestèlla, Crestìna, Crestòne, Crestòso, Crestùto. IL gr conta LOPHOS per cresta-pennacchio-ciuffo cui il percorso ital Lòfidi (Famiglia di pesci) con Lofifòrmi (l’Ordine) e Lofobrànchi (altro Ordine) snm di Singnatifòrmi, Lofòcero (sorta di uccello africano, col gr KERAS corno), Lofòforo (coil gr PHOROS che porta), Lofòte dal gr LOPHOTOS crestato, Lofòtrico (col gr THRIKS TRIKHOS pelo. Il lat conta IUBA per criniera, svoltosi nel volg JUBBA, cui l’ital Giùba o Giùbba con Giubbàto. L’ital Giùbba quale capo di vestiario, con Giubbètto, Giubbìno e Giubbòtto, è invece inv dall’ar GIUBBA sottoveste. Spaccàre è l’omologismo di genesi long, da SPAHHAN fendere, quindi non conterrebbe il pref lat-ital sottrattivo S, cui Spaccàta snm di Scoscio nella danza, Spaccàto, Spaccatùra, il fig Spaccòne con Spacconàta, in complanare con l’omologismo franc Guascòne (dal XIV sec) da GASCON, cui Guasconàta da GASCONNADE, eppoi Guasconàggine o Guasconerìa, in senso fig da Guascone relativo al toponimo franc Guascogna, glb da A. 819 Dumas nel romanzo “I tre moschettieri” in riferimento a D’Artagnan originario della Guascogna; il perf S sottrattivo è contenuto invece nell’evitabile omn Spaccàre “disfare il pacco”, ispirato da Impaccàre col pref IN illativo, con ancora Spacchettàre da Pacchetto. Denm da QUARTUS quarto, i latini coniarono EX-QUARTARE ridurre in quattro pezzi con pref EX estrattivo, cui Squartàre e Squatràre (con metatesi), Squartamènto, Squartatòio, Squartatòre, Squartatùra, il devb Squàrto, il composto Squarciafògli (ant termine per “relazione”); dal lat volg EX-QUARTIARE, e questa volta con pref EX dispersivo, l’ital ha aggiunto Squarciàre cui Squarciamènto, Squarciatùra, Squarcìna “coltellaccio”, il devb Squàrcio, i composti Squarciagòla e Squarciasàcco solo nella locuzione A squarciasacco “sguardo iroso”. L’assonanate Squarquòlo, invece, è connesso con l’onomatopeico Scaracchiare. Il percorso di CREPARE avrebbe origine dalla serie onomatopeica KR KR-CR CCR P-CR V, donde Cric cui Crìcca, Criccàre e Crìcchio con Cricchiàre, Scricchiàre e Scricchiolàre questo con le varianti Sgrigiolàre e Sgrigliolàre, Crosciàre e Scrosciàre cui Scrosciànte e Scròscio o la variante toscana Stròscia o Stròscio con Strosciàre, il verso del gallo Chicchirichì. Cornàcchia (snm Gràcula), cui Cornacchiàia e il fig Cornàcchio “proiettile rumoroso”, dal lat volg CORNACULA, già gr KORONE, con il snm in Cornìce o Còrnice dal class CORNIX già gr KORONE cornacchia, questo, con accento piano Cornìce, curiosamente tradotto nel XIV sec anche nel significato corrente cui Corniciàre meglio Incorniciàre (pref IN illativo), Corniciàio, Corniciàme (suff AME collettivizzante), Corniciatùra meglio Incornicitùra, Cornicìna e Corniciòne. Cornice è fig parte letteraria inquadrata da collegare ad altra o altre; quali le Cornici del Purgatorio. Il percorso onomatopeico prosegue con Còrvo dal lat CORAX già gr KORAKS, con la variante Còrbo (la cui vita media è di 69 anni) donde Corbàccio o Corbàcchio con i fig Corbacchiòne o Corvacciòne eppoi Scorbacchiàre con Scorbacchiamènto e Scorbacchiatùra. Da CORAX-Corvo si ha Coracifòrmi (l’Ordine degli uccelli) al quale appartengono i Momòtidi questo attraverso lo sp MOMOTO ma di genesi indigena sudamericana, Còrvidi (la Famiglia cui la Gazza e la Cornacchia), Crocidàre, Crocidìo e Nictìcora o Nittìcora “corvo notturno” col gr NYKS NYKTOS notte; dalla serie onomatopeica lenita GR C, ci vengono ancora Gràcchia o Gràia (snm di corvo) con Gràcchio (uccello al mas) attraverso il prvz GRALHA cui Gracchiàre con Gracchiamènto, Gracchiàta, Gracchiatòre e Gràcchio o Gracchìo, Gracidàre con Gracidamènto e Gracidìo dal lat GRACITARE (verso dell’oca), Gracilàre (verso della gallina, snm dell’onomatopeico Croccolare altrimenti detto Chiocciare o Crocchiare o Gorgogliare per i liquidi) connesso col gr KRAZO grido. Il termine Gràcula è dal lat inv GRACULUM (plur GRACULA) snm di Cornacchia con la variante Gròla da GRAULUM snm sia di Cornacchia sia di Corvo. Il lemma Cricèto, cui Cricètidi (la Famiglia), non entrerebbe nei derivati onomatopeici, poiché è dal lat CRICETUS attinto al boemo KRECEK, pertanto è un omologismo indiretto; però, nulla vieta di credere ad un’origine della serie KR. Tra i Cricetidi si conta il Gerbìllo, omologismo dallo sp GERBILLO; fuori percorso Gerbèra “sorta di pianta” il cui none è ispirato al naturalista T. Gerber (XVIII sec).In area glb, si conta l’ingl Hamster che sta per Criceto dorato e, in estensione, per la sua pelliccia; termine questo però di genesi slava già iran e che pare risalga all’avestico HAMASESTAR in connessione fig. 1 820 ACCIDENTE Accidènte, Accidentàccio e Accidentàle, l’interiezione Accidènti! con la variante tabuistica Accipìcchia! sono i composti di AD e CADERE, variante volg di AD CIDERE, donde Accadère, il cui pref allativo AD imprime il senso di “avvenimento improvviso e spiacevole”; seguono Accidentalità, Accidentàrio, Accidentàto, Accìdere (volg di Uccidere) e le imprecazioni Accidèrba! Accidèmpoli! il primo composto eufemisticamente con Erba, il secondo addirittura con la città di Empoli, questo vrs dai tempi delle rivalità comunali, similmente alla frase “Meglio avere un morto in casa che un marchigiano (o pisano o altro) alle porte”. Occidènte “cadente contro l’orizzonte”, il punto dove tramonta il sole, deriva dalla composizione lat OB-CADERE, cui Occàso e Occìduo. Nella teologia medv CAEDIA era lo stato di malinconia e di decadimento sprirituale. Con il prefissato OCCIDERE (OB CIDERE), cui il supino OCCASUM, l’ital ha ricavato Occasionàle, Occasionalìsmo e Occasiòne da OCCASIO OCCASIONIS nel senso di “opportunità” (che cade all’improvviso), cui Cagionàre, Cagiòne, Cagionèvole, questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, e Cagionevolèzza (anche nel senso fig di colpa o malattia) con attestazione sett del gruppo sio in gio. Con il prefissato PROCIDERE (PRO CIDERE) cadere innanzi l’ital conta Procidènza (adottato dalla metà del XVI sec) snm di Prolasso (dal XVIII sec). \ In termini filosofici, Accidente è l’opposto di Sostanza, questo da intendere “ciò che è in sé e per sé”.\ Altri prefissati Decadère o Dicadère dal lat DE CADERE con Decadènte, Decadentìsmo (movimento artistico e letterario tra il XIX e XX sec) cui Decadentìsta e Decadentìstico, Decadènza, Decadimènto o Dicadimènto e Decadùto o Dicadùto, Scadère dal lat EX CADERE con Scadènte, Scadènza, Scadenzàre, Scadenzàrio, Scadimènto, Scadùto. Il percorso semplice conta quindi Cadère direttamente dal lat CADERE con Cadùta e Cadùto, Cadènza e Cadenzàto, Caditòia, Cadùca (snm di Decidua) con Cadùco da CADUCUS cui Caducàre, Caducaziòne, e Caducità, i composti Caducicòrni (snm di Plenicorni), Caducifòglio; il gr conta lo specifico PIPTO io cado cui il linguistico Diptòto dal gr DIPTOTOS “sostantivo con una terminazione che vale per due casi” (col pref DIS due volte) e vrs il volg mer Pipito “peto” con l’accr Pipitone in senso fig “far cadere un peto”. Il lat conta i prefissati DECIDERE che vale cadere giù svoltosi in ital nel significato di Definire “mettere giù – sul tavolo - la propria soluzione”, ACCIDERE cadere sopra svoltosi nell’ital “porre – far 821 cadere - una tassa su…” cui Accisa. Il lat CADERE, nel significato di cadere, s’è svolto nel volg CASARE cui CASUS caduta e l’ital Càso “ciò che cade” (in circostanza fortuita) con Casàccio e la locuzione A casaccio, Casìsta o Casuìsta attraverso il franc CASUISTE gia sp CASUISTA con Casìstica o Casuìstica, Casuàle cin Casualìsmo, Casualità, Casualizzàre e Casualizzaziòne, e il glb Casual, la locuzione lat corrente Casus belli “caso di guerra” ossia “il motivo”; termine alieno Casoàrio o Casuàrio “sorta di uccello” dei Ratiti cui Casuarifòrmi (l’Ordine) al quale appartiene Emù uccello simile allo struzzo, di voce australiana attraverso il franc EMEU. Da CASARE poi, il lat conia CASICARE, donde l’ital Cascàre col prefissato Ricascàre ed un sostantivo fig Ricàsco (pref RI iterativo), eppoi Cascàggine “rilassamento”, Cascàme (suff AME per collettivi), il composto fig Cascamòrto, Cascànte, Cascatìccio, Cascàto con Cascàta; la più spettacolare cascata al mondo è la Cascata del Niagara ripartita in Cascata americana, Cascata a ferro di cavallo e, la minore, Cascata a velo nuziale. Il percorso prosegue con Cascatòre, Cascatùra con il suo devb Càsco “caduta” questo anche nel senso peggiorativo di “caduto e rotto” come un vaso, e fig la cascata di una infruttescenza di banane. Da inserire da Cascare l’intensivo Cascolàre cui i dvb Càscola “caduta di gemme” e Càscolo “grappolo d’uva con miseri acini2 snm di Cascaticcio, e un prefissato Incascolìto “non maturato bene, per accezione il grappolo d’uva”. Il Càsco quale “elmo” è dallo sp CASCO, certamente connesso con il lat CASICARE in odore d’enantiosemia; il Casco, infatti, protegge dalle cadute, cui i dim Caschètto questo anche fig, la locuzione militare Caschi blu “truppe ONU” e Cascherìno, questo il ragazzo romano che porta il cesto di pane fig “sul capo come un casco”. Cascavèl “serpente a sonagli” dallo sp CASCAVEL sonaglio è in presumibile connessione col lat CASICARE cascare nel senso di “pendaglio”. Il gr conta PIPTEIN cadere cui PTOSIS caduta rintracciabile nel suff PTOSI per composizioni quali Isteroptòsi “abbassamento dell’utero” o Metroptòsi, eppoi il termine linguistico Triptòto perfissato Tri tre e PTOSIS con valore fig di “desinenzacaso”. Lo sp conta CASCARA corteccia, vrs in connessione fig con il lat CASICARE cascare (la corteccia infatto casca al ricambio), cui gli esot Cascarìlla “sorta d’albero delle Euforbiacee” e la locuzione Cascara sagrada ( corteccia santa) “arbusto delle Ramnacee” vrs per le sue credute proprietà guaritrici. 822 Snm di Casco è Elmo-èlmo, con Elmètto, l’omologismo dal got HILMS, cui la locuzione Colombo elmato “sorta di colombo”. Nell’onomastica si conta un Elmo cui la locuzione Fuochi di Sant’Elmo, quel lampeggimento bluastro (molecole di azoto e ossigeno) che può precedere un tamporale. Il lat, comunque, conta lo specifico CASSIS elmo metallico, di derivazione etrusca, cui Càssida o Càsside, Cassìdidi “Famiglia di molluschi”, nel senso di “vuoto” attraverso il rad KAS mancare donde il lat CASSUS vuoto. Fuori percorso l’omologismo Cassidìsmo dall’ebr HASID pio cui Cassìdico, riadattati da Hasidìsmo e Hasìdico. \ Erba Erba-èrba è dal lat HERBA, cui Erbàggio o Erbàccio snm di Erebàtico, Erbàceo, Erbàio, Erbaiòlo con le varianti Erbaiuòlo, Erbaròlo o Erbaruòlo, il dannunziano Erbàle, il composto Erbalàùce “vitigno”, Erbànza, Erbàrio, Erbàta, Erbàto, Erbatùra, Erbeggiàre, il dim Erbètta, il composto Erbicìda, Erbìre, Erbivèndolo (suff VENDOLO), il composto Erbìvoro, Erbolàre o Erboràre, Erbolàto o Erbolàtto, Erboraziòne, Erborinàto “sorta di formaggio” attraverso il milanese Erborin “prezzemolo” con Erborinatùra, eppoi Erboristerìa con Erborìsta ed Erborìstico, Erborizzàre con Erborizzatòre e Erborizzaziòne, Erbòso, il dim Erbùccia e i prefissati Aderbàre (AD allativo), Diserbàre (pref DIS sottrattivo) con Diserbàggio, Diserbànte, Diserbatùra e Disèrbo, Inerbàre con Inerbìre e Inerbimènto. Termine pseudoetim Erbiio-èrbio “elemento chimico” (simb ER) dal nome della città Ytterby in Sozia dove fu scoperto. Erba, dal lat HERBA, è dal tema med GHERBA erba, cui Ghèrba, Gèrbido “terreno brullo, incolto” snm di Baraggia e Magredo, eppoi Zerbìno (snm di Nettapiedi) questo dall’ar ZIRBI tappeto, a conferma della mediterraneità di una termine, vrs connesso con Zerìba omologismo dall’ar ZARIBA. Zerbino è anche un personaggio dell’Orlando Furioso dell’Ariosto, cui Zerbinèsco e Zerbinòtto. Zerbino (adottato dal 1841) è in snm con Stoìno o Storìno da Stuòia o Stòia (già dal XIII sec) dal lat STOREA cui Stuoiàre o Stoiàre e Stoiàto. Dalla definizione lat HERBA BETA erba bietola inc con Barba ha dato Barbabiètola; Bièta o meglio Biètola, dunque, è dal lat BETA cui Bietìcolo con Bieticoltòre e Bieticoltùra, il fig Bietolàggine snm di Insulsaggine, Bietolàio, Bietolòne questo snm di Atreplice e fig vale “credulone”. Il gr conta BOTANE erba, cui BOTANIKOS dal quale l’ital ha assunto il termine Botànica con Botànico attraverso il lat BOTANICUS, eppoi Botanìsta, i composti Botanofobìa “avversione per le piante” e Botanomanzìa. Il gr conta POA erba cui il composto Poèfago “sorta di mammifero” snm del glb ingl Yak di genesi tibetana. Un campo d’erba equivale a Pràto, questo dal lat PRATUM d’etim ignota, cui i desueti plur Pràta o Pratòra, Pratàglia, Prataiòlo o Prataiuòlo, Pratellìna, Pratènse, Praterìa, Pratìcolo (col suff lat COLO come in Agricolo) e 823 Praticoltùra, Pratìle dal franc PRAIRIAL (il nono mese del calendario rivioluzionario), Pratìo o Pratìvo, Pratìsta (termine sportivo), Pratìto, Pratolìna ssm di Margherita, Pratolìno e Pratòso; Pratèse è l’abitante di Prato, toponimo connesso con questo percorso. \ Accidia Accìdia, infine, termine alieno nel percorso AD CIDERE, deriva direttamente dal gr AKEDIA cui il medv ACIDIA sopravvissuto nel snm Acèdia o Acedìa ed indica l’indolenza nell'operare, snm di indifferenza ed apatia traducibili in “comportamento che favorisce del male al prossimo”. Nello stesso percorso, Accidiàre, Accidiosàggine, Accidiòso. \ Secondo Dante, gli accidiosi meritano l’Inferno \ UCCISO Uccìso, Pp di Uccidere dal lat OB-CAEDERE. L’accezione “tagliare per uccidere” è comprensibile dal fatto che un’arma da taglio pur primordiale procura profonde ferite letali; simile all’accezione “mazza per ammazzare”, il cui strumento risulta ben più micidiale del bastone. La lingua ital ne ha tratto Uccìdere da OCCIDERE con un ant Occìdere fedele al lat, con un prefissato Trauccìdersi “uccidersi a vicenda”, eppoi Uccidimènto e Ucciditòre quest’ultimi due in via d’estinzione. Uccidimènto, in un’immagine collettiva, è sostituito dall’anomalo Eccìdio, o l’obsoleto Escìdio, composto di EX e SCINDERE lacerazione inc con Uccidere. Eppoi Uccisiòne da OCCISIO OCCISIONIS col fedele Occisiòne, Uccisòre da OCCISOR OCCISORIS. Dalla composizione con AMB e CAEDERE erano nati i termini Ancìdere (letterario per uccidere) e Ancìle da AMB CID SLIS scudo romano divino, questo ancora con suff aggettivale SLIS, italianizzato in ILE. Dal lat CAEDERE uccidere, tagliare a pezzi, è nato il secondo membro CIDA-CIDIO per composizioni lemmatiche, quali Femminicìdio questo un triste “neologismo” di recrudescenza sociale ispirato all’ingl FEMICIDE, Fratricidio e Fratricìda (uccisione-uccisore del fratello, ma il termine è stato esteso anche alla sorella e a chiunque abbia un rapporto di consanguineità, di amicizia, di cittadinanza, di patria...), Infanticidio e Infanticìda, Matricidio e Matricìda, Parricidio e Parricìda o Patricìdio e Patricìda, etim riferiti al padre, ma la semant lo ha esteso ad ogni ascendente o discendente stretto, madre inclusa, riferito al termine Parente, che da genitore è passato ad indicare i famigliari, eppoi Regicidio e Regicìda, il generico Omicìdio con il lat HOMO uomo, Omicìda, Omicidiàle o il desueto Umicidiàle (in assonanza con Uomo poiché questo è connesso con HUMUS terra) con Micidiàle, questo con aferesi lungo il vecchio percorso Micìda, Micidiàro, Micìdio, infine Suicìda con Suicidio, Suicidàre, Suicidàrsi 1 e il composto Suicidògeno, Liberticìdio e Liberticìda, Uxoricidi e 824 Uxoricìda (uccisione della moglie, ma il termine è stato esteso anche all’altro coniuge). In termini botanici, il secondo membro Cida sta per che si apre, si fende. \ Deicìda è chi si è macchiato del sangue di Gesù. Era un’accusa generazionale, bimillenaria, rivolta al popolo degli Ebrei, ma che, per onore di giustizia, sarebbe spettato, almeno in correità, anche ai Romani, i colonizzatori della Palestina d’allora. Le colpe storiche, si sa, ricadono tradizionalmente sui più deboli... e i bianchi di stirpe europea sono da troppo tempo i più forti.\ 1 Suicidare è il transitivo dal sapore ironico, che vale “provocare la morte simulandone il suicidio”. Il riflessivo Suicidàrsi, invece, da Suicìda attraverso il franc SUICIDE è una “forzatura linguistica” poiché il verbo già contiene SUI questo genitivo lat del pronome riflessivo.\ \ Trucidare Troncare Truciolare Trucidàre, denm da TRUX Trùce, è uno di quei lemmi che hanno subito un’inversione semant (enantiosemìa) come Mondizia per Immondizia. Inv graficamente dal lat, verbo denm da TRUX-CIDA (come Omicida) stava ad indicare uccisione di un truce (violento). Un’inversione di marcia nel percorso semantico lo ha svolto in “uccidere in maniera truce, violenta”, trasferendo quindi il qualificativo di truce nell’uccisore, il Trucidatòre; in percorso, Trucibàldo (composto con Baldo) e Trucidità. Altro derivato di TRUX è Truculènto o Tucolènto “terrificante” con Trucolènza, ma la semant l’ha moderato nel senso che non riesce a spaventare per la sua ingenuità, allora, può anche rivelarsi un brano di narrativa, un film, una sceneggiatura, una scenografia, il cui autore dice sia spaventevole. Dalla famiglia TRUX si farebbero discendere pure i termini, reali o fig, Trònco, Troncòne, Troncàre con Troncamènto, Troncàto, Troncatùra, l’accr Tronchèse dal franc TRICOISES tenaglie inc con Troncare cui il dim Tronchesìna, il fig Tronchètti “sorta di stivali”, il dim Tronchètto, Troncòne cui Tronconatùra, l’aggettivo Tronculàre, il composto Troncocònico, il prefissato Stroncàre (S durativo Stroncatùra) anche con valore fig, cui Stroncamènto, Stroncàto o Strònco, Stroncatòre, Stroncatòrio e Stroncatùra, Stroncòne. Il Troncamento, in linguistica, è snm di Apocope ed è la caduta di uno o più fonemi finali di una parola innanzi ad una seconda che inizi o per vocale o per consonante, cui Qual è e non Qual’è. Sono tutti dal lat TRUNCUSTRUNCARE cui un obsoleto Truncàre, ma occorre analizzarne il percorso. Nella lingua lat, gli aggettivi terminanti in CUS rivelano un’imperfezione fisica, pertanto si è supposto TRUNCUS quale inc di MANCUS monco, tronco con TRUX (Troncone è infatti snm di Moncone), e quindi anche nel significato di tagliare, amputare, metaf censurare. Il termine Trùcia “miseria, aspetto di trascuratezza” non pare inserito nel tema di TRUX, ma lo si considera tratto dal franc ant TRUCHER vagabondare, cui forse il lat volg EXTRUDERE cacciare fuori e Strusciàre questo con pref S intensivo da rad TREUD battere vale “logorare” riferito agli abiti, sovrapposto a Strisciare da Striscia. \ Nel volg d’oggi, localizzato al Sud della penisola, ma in rapida comprensione 825 altrove, grazie alle emigrazioni, esiste il termine Strùscio che vale per lunga passeggiata collettiva sul corso principale. Lo Struscio per accezione avviene la sera dei Sepolcri, il Giovedì Santo, per recarsi in pellegrinaggio nelle chiese, dove appunto è allestito simbolicamente il Sepolcro (Repositorio), e venerare il corpo di Cristo morto. \ Strìscia è da un onomatopeico STR C con riferimento vrs agli animali che si muovono rasenti al terreno e sibilanti (lasciando tracce a strisce), cui il denm Strisciàre, Strisciamènto, il sostantivo Strisciàndo (termine musicale), Strisciànte, Strisciàta, Strisciatùra, Strìscio, l’accr Strisciòne, l’avverbio Strisciòne meglio Strisciòni. Il volg napoletano conta Strascìno nell’indicare l’azione di trascinare qualcuno per capelli, sia semant che fig. \ Strìscia è anche una tecnica di ceramica in correlazione con la tecnica del Colombino; questa tecnica è di elaborazione più veloce rispetto alla seconda ed è meno flessibile. L’importante è assicurarsi di legare bene le strisce fra loro e curarle durante l’applicazione.\ Il long conta STRIHHA striscia cui Strìcco “termine navale” e vrs in connessione con Stricàre cui Stricatùra “termine tessile”. In ambito indoeur, l’onomatomeico STR riappare nell’ingl STRIP striscia, cui il glb Strip per “striscia di fumetti” e “striscia sulla quale si riportano i dati di un aereo in volo” (terminologia del Controllo del Traffico Aereo). L’ingl STRIP vale ancora asportazione-rimozione cui il glb Streaptease “asportazione degli abiti”, Stripping “staccare” con l’omologismo Strippàggio, Stripapèlle snm di Crepapelle. L’ingl conta ancora TO CRAWL strisciare cui il glb sportivo Crawl “stile di nuoto” con Crawler e il semiomologismo Crawlìsta. Il lemma Strubbiàre è l’inc di Strusciare con Strebbiare. Dal verbo lat TRUDERE spingere perviene direttamente Trùdere e, in composizione, Astrùso (Pp) col pref AB cui Astrusàggine, Astruserìa e Astrusità, Detrùdere e Detrusòre con il pref DE, Intrùdere con Intrusiòne e Intrùso col pref illativo IN, Protrùdere con Protrudìbile, Protrusiòne e Protrùso col pref PRO innanzi. Dal verbo lat volg TRUDICARE, iterativo di TRUDERE spingere, deriva Truccàre, con i desueti Trucchiàre e Trucciàre, cui Truccàbile, Truccàto, Truccatòre e Truccatùra, Truccòne, il prefissato Struccàre con Struccàto, Struccatùra e Strùcco; eppoi, il fig Truccàre con Trùcco (ingannare e inganno-artificio) riferito anche ad un ant gioco del biliardo transitando dal franc TRUC abilità svoltosi dal prvz TRUC colpo da TRUCAR. Da Trucciàre nel senso di “sfregare” l’ital conta Trucciamènto. Nel Veneto, Struccare vale “stropicciarsi amorevolmente” ovvero “Pomiciare”, vrs da un primitivo riferimento alla donna che ci rimetteva il trucco; il termime s’è attestato nell’azione generica di toccare e premere (spingere), ad esempio un pulsante. Con il gr TROKHOS ruota, cui il lat TROCHUS cerchio di ferro, l’ingl TRUCK autocarro, appare in connessione il percorso lat TORQUERETORTIARE-TORTIOLARE-TORCULARE, da rad TERKW TREKW, cui Tòrcere e Attòrto (Pp), Tòrchio da TORCULUM cui Torchiàre con Torchiatòre, Torchiatùra e Torchiòtto, il glb franc Torchon, Tarchiàto (inc Torchio-Marchiato) che non ha niente del termine nautico Tàrchia “vela aurica trapezoidale” (dal XVIII sec) cui la locuzione Vela a tarchia, d’etim 826 non rintracciato ma vrs connesso con lo sp TARQUINA; il percorso continua con Torcimènto, Torcitòio, Torcitòre con Torcitrìce, Torcitùra, Tòrcolo (parasnm di Torchio) con Torcolière Torsiòne con il prefissato Detorsiòne (pref DE) e con i composti Torcicòllo questo anche fig “sorta di uccello” snm di Capotorto, Torcìmetro e il fig Torcinàso “odore piccante” questo dal composto lat NASTURTIUM (NASUS naso e TORTUS Pp di TORQUERE) cui Nastùrzio snm di Cresciòne ed anche di Cappuccina nella locuzione Nasturzio indiano o Nasturzio del Perù; eppoi Tòrta con Tortèllo e Tortellìno (pasta ravvolta), Tortèzza, Tortìccio, Tortièra, gli omologismi Tartìna e Tartelètta dal franc TARTE torta e dal suo dim TARTELETTE. Tòrtile da TORTILIS del Pp TORTUS di TORQUERE cui Tortìglia, Tortigliàre, Tortigliòni “sorta di pasta alimentare” e Torcigliàre con Torcigliòne dal volg TORTILIARE sovrapposto a Torcere, eppoi l’esot dallo sp Tortìlla, Tortìre con Tortuòso e Tortuosità, il popolare Tròccoli (pasta fatta in casa), Trùciolo meglio Trùcioli attraverso una forma fig dal gr TROKHOS ruota con Truciolàre, Truciolàto, Truciolatòre, Truciolatrìce e Truciolatùra. Con i pref, Attòrcere (AD allativo) con Attòrto o Intòrto (IN illativo), Attorcigliàre, Attortigliàre con Attortigliamènto, Contòrcere con Contorsiòne, Contorsionìsmo, Contorsionìsta, Contorsionìstico e Contòrto cui Cortortamènte e Contòrte (Ordine nella Tassonomia vegetale della Classe delle Dicotiledoni), Distòrcere con Distorcimènto, Distorsiòne, Distorsìvo, Distorsòre e Distòrto, Estòrcere con Estorsiòne, Estorsìvo, Estorsòre ed Estòrto, Intortigliàre questo inc di Intorto e Tortigliare, Rattòrcere (con doppio prefisso RA(D) Intensivo), Ritòrcere (RI iterativo) con Ritorcimènto, Ritorcitòio, Ritorcitòre, Ritorcitrìce, Ritorcitùra, Ritorsiòne dal lat RETORSIO RETORSIONIS, Ritorsìvo, il sostantivo Ritòrta e l’aggettivo Ritòrto, Scontòrcere (doppio pref S intensivo con Contorcere) cui Scontorcimènto e Scontòrto, Stòrcere con Stòrto e Bistòrto. Dal Pp Storto l’ital conta Stortèzza, ilo volg Stortignàccolo, Stortùra e il sostantivo al fem Stòrta con valore di “distorsione-svolta tortuosa-recipiente per distillazione cui Carbone di storta- contenitore per urinare (Pappagallo)arma da taglio”. iI volg Intorcinàre con Rintorcinàre, Intorcolàre e Torcinèllo, questo altrimenti detto fig Marro dal lat MARRO ciottolo, meglio al plur Torcinèlli dal volg mer Turcinieddi, sorta di polpette, più comune di involtini a base di fegato e altre interiora d’agnello o capretto, raggomitolati, riavvolti, con rete (omento) delle budella, diffusi nell’ital Fegattèllo, meglio Fegatèlli, questi però conosciuti con fegato di maiale; Fegatèllo è anche fig lo spezzone che raccorda due scene di un film. Turcinuna è una voce volg insulare (Sicilia e Sardegna) che indica una ricetta a base di pesce. Altro snm mer di Torcinello è Gnummariello o Gnummarieddo, meglio Gnummarielli o Gnummarieddi, il dim di un volg che sta per “gomitolo” fig attestatosi dal lat GLOMUS viluppo-intreccio (Ricerca etimologica in vernacolo grottagliese di Cosimo Occhibianchi); infatti, ad accreditare questa tesi etim, l’ital conta un non gutturale Gliòmmero che vale 827 “gomitolo” metaf “intrigo”, da GLOMUS. Si potrebbe però condividere di connettere questo termine volg Gnummariello con il lat NUMMUS unità monetaria attraverso il fenomeno dell’attestazione fonetica della consonante N in GN, come Cane e Cagna, Niuno e Gnuno, Nero e Gnuru (volg mer), Nudo e Ignudo, SENIOR (lat) e Signore, SOMNIUM (lat) e Sogno… e come dal tema med KLANA acqua stagnante pare sia derivato il Làgno fossato attraverso il percorso (K)LANA-LANA-LAGNA-LAGNO; allora, Gnummariello corrisponderebbe a “piccolo gnummo” attraverso la mutazione fonetica Nummus-Gnummo ed avrebbe un significato metonimico, ovvero traslato dal corrispettivo in denaro per questo ant Piatto povero, al costo di un nummus svoltosi in gnummo. Il percorso continua con Tormèntare, cui Tormènto, Tormentòne, Tormentòso e Tormènta attraverso il franc TOURMENTE, deriva dal lat TORMENTUM già TORCMENTON questo nome di strumento da TORQUERE torcere. Snm di Tormentare è Travagliàre dal lat TRIPALIARE “torturare col TRIPALIUM” questo sorta di strumento di tortura di “tre pali”. Il lemma però è pervenuto attraverso il franc TRAVAILLER cui Travàglia, Travagliamèpnto, Travagliatìvo, Travagliàto, Travagliatòre, Travagliòso e Travàglio questo snm sia di Fatica, attraverso il significato franc di TRAVAILLE lavoro e TRAVAILLER lavorare, sia di Tortura; eppoi, rifacendosi allo strumento di tortura, vale “attrezzatura per immobilizzare i cavalli”. Il volg mer conta Travagghiare “faticare”. Dal lat TORQUERE, connesso col celt TORQUES collana, e attraverso questo, l’ital conta Intòrto da INTORTUS quale Pp del prefissato INTORQUERE (IN illativo) e nell’onomastica Torquato da TORQUATUS ornato di collana. Il lemma Torta, assume un significato fig in locuzione quali Grafico a torta (esempio, la composizione delle componenti nel Parlamento), Fetta della torta (del malloppo) e il verbo Intortàre nell’intendere “involgere, coinvolgere”. Il lat conta lo specifico TORULUS funicella connesso con il lat TORQUERE torcere cui il fig Tòrula (Genere di funghi) con il patologico Torilòsi. Il percorso continua con Tòrto da TORTUM quale Pp di TORQUERE, sia sostantivato che aggettivato con l’accr Tortòne, Tortòre (omn di Tortore “tortora”) che vale “persecutore”, e fig “bastone” con Tortoràta, dal TORQUERE torcere, Tortùra dal tardo TORTURA cui Torturatòre, Torturatrìce o Totrìce con Tortrìcidi (Famiglia d’insetti); termini sovente associati a Masochìsmo e Masochìsta, Sadìsmo e Sàdico, unificati in Sadomasochìsmo con Sadomasochìstico e nell’ellittico Sadomàso, i quali contengono un etimo cognomastico, ossia, rispettivamente da L. Sacher Masoch e da D.A.F. de Sade, i cui scritti trattano tali perversioni. Il percorso dovrebbe infine includere Tòrvo “sguardo torto” (dal XI sec) dal lat TORVUS cui Protèrvo e Protèrvia, ma la connessione non è certa, snm di Bieco (questo già prima del 1313). \ La cognomastica pare talvolta il marchio dell’individuo; Tomas de Torquemada (1420/1498) è passato alla storia per essere stato il grande inquisitore spagnolo, responsabile di circa 2000 condannati al rogo per bigamia, eresia, stregoneria ed 828 usura.\ \ La torta nuziale Linguisticamente, il vocabolo Torta sarebbe l’esito di una millenaria evoluzione della primitiva rad indoeur TERKW-TREKW che avrebbe dato il gr Trokhos “ruota” e dai qui il lat Trochus “cerchio di ferro”. La lingua ingl, naturalmente indoeur, conta Truck “autocarro”. Dalla rad, quindi, si sarebbe avviato quel percorso lat-ital in Trochus e poi Torquere il cui Pp Tortus ci fa arrivare finalmente a Torta così già adottato dal lat tardo. C’è da aggiungere per onestà di ricerca che alcuni studiosi hanno dei dubbi su quest’origine del vocabolo poiché la “o” di Torta in lat tardo è di quantità lunga rispetto al Pp Tortus. I medesimi, però, non avanzano altri chiarimenti. Comunque sia, i greci antichi chiamavano PLAKUNTES la torta i cui ingredienti base erano farina e miele ma pare che ci aggiungessero il sesamo per quella nuziale. Il dolcificante miele, in assenza dello zucchero, continuarono a utilizzarlo i romani per la torta nuziale, questa a base di orzo. È nel Medioevo, dopo il Mille, che fu ideata la torta nuziale alta, dall’infrastruttura montata con pane e biscotti e la sua altezza era in proporzione al numero degli invitati. La “modernità” medievale era data anche dall’introduzione del dolcificante importatio dagli arabi, lo zucchero, che lo acquisivano nel mercato indiano. \ Komma Kopto KOMMA pare connesso al gr KOMMI già egiziano KEMAI cui il lat CUMMI svoltosi nel volg GUMMA e nell’ital Gòmma cui il glb franc Gommàge che sta per Gommatùra, Gommagùtta transitato dal franc GOMME-GUTTE (composto con il medv KUTTA goccia), Gommàio, Gommàre, Gommàre con Gommàto e Gommatòre, Gommìno, Gommìsta, Gommòne “imbarcazione” con Gommonàuta, Gommòsi (in botanica, col suff OSI), Gommòso con Gommosità, i prefissati Sgommàre (S sottrattivo) e Sgommàre (S intensivo) con Sgommàta, Sgommàto e Sgommatùra, Ingommàre con Ingommatàra (IN illativo) i composti Gommalàcca, Gommapiùma, Gommarèsia o Gommorèsina, Gommaspùgna, Gommìfero, Gommifìcio; la connessione KOMMA-GUMMA-Gomma con KOPTO appare chiara per la proprietà della gomma di poter essere facilmente incisa. L’ital conta l’omologismo Guttapèrca “gomma naturale” dal malese GETAH PERCHA albero della gomma attraverso l’ingl GUTTAPERCHA. Tessuto gommoso è il Caucciù con la variante Catù, termine questo importato dal franc CAOUTCHOUSE già carabico KAHUCHU. Il gr KOPTO sembrerebbe connesso al Còpto che indica il cristiano d’Egitto e dell’Etiopia, dall’omonima lingua parlata in Egitto sino al XVI sec e sopravvissuta nella liturgia, similmente al lat cattolico. COPTO nasce nell’ar-egiziano in QUFT, QUBT, cui il gr AIGYPTIOS egiziano. Nulla vieta di pensare che il COPTO, lingua, sia connesso al KOPTO taglio di “incidere per scrivere”. In connessione, il gr conta SKOLYPTO tagliare per scavare cui Scolìtidi “Famiglia d’insetti”. Da una corruzione di AIGYPTIOS l’ital conta un Ghèzzo (già nel 1294) con 829 valore di “nericcio (come un moro)”. \ Condanne capitali Uccidere è un reato punibile dalle leggi divine e terrene solo se perpetrato in maniera autonoma; infatti, le guerre e le sentenze capitali hanno sempre esonerato gli uomini dai reati di strage e d’omicidio. Guerre e condanne a morte storicamente accolte finanche nelle religioni. Si starebbe tuttavia facendo strada il principio che nemmeno in guerra è lecito uccidere se non in frangenti d’accertata contrapposizione bellica. Ci sono stati processi e condanne per i crimini nazisti, sentenze punitive per politici e generali dell’Ex Jugoslavia e si pretendeva giustamente di chiedere a Pinochet il conto per le troppe giustizie sommarie in Cile. È del primo giorno di dicembre 1998 la sentenza della Cassazione Italiana, che conferma l'ergastolo per l'ufficiale tedesco Erich Priebke, tra i massacratori dei 335 civili a Roma, nelle Fosse Ardeatine, in rappresaglia per l'attentato di Via Rasella. "S’imponeva la disobbedienza gerarchica" citano i giudici, per quel "barbaro eccidio". Certo, che se la logica umana e civile della disobbedienza gerarchica (disobbedire ove l'ordine sia contrario alle norme del diritto internazionale), finalmente scalzante quella infame e militaristica dell’obbedienza pronta e cieca, diventasse patrimonio di tutti gli eserciti, l’umanità andrebbe veramente incontro alla pacificazione. Non entrerebbero più esclusivamente le corti dei vincitori (i più forti) a giudicare i vinti; non ci sarebbero più politici e militari impuniti per i genocidi simili ai 150.000 atomizzati di Hiroshima, per i neonati dal cranio vuoto, per quelle donne e per quei bambini trucidati nei propri villaggi, come nel conflitto vietnamita. Il Cattolicesimo aveva superato la fase storica delle sentenze di morte in nome di Dio (24 agosto 1572, la strage degli Ugonotti nella Notte di S. Bartolomeo) e ricorre sempre meno alle scomuniche. Ritorna il pensiero cristiano del divieto assoluto di procurare la morte del prossimo, in qualsiasi frangente (Non uccidere - Ama il prossimo tuo come te stesso). Come per le Tavole dei Comandamenti, non possono esistere deroghe, nemmeno per intervento papale (Il Papa ha ragione quando afferma che la chiesa non può essere democratica, appunto perché le leggi fondamentali non possono essere modificate, sospese, abrogate dalla base), così per la Legge Musulmana, la sentenza di morte per lo scrittore Salam Rushdie è Fatwa (vincolo religioso), cioè non abrogabile dagli uomini. Duemila anni d’esecuzioni capitali nella nostra penisola, dall’Antica Roma alla Prima Repubblica Italiana. Nell’Antica Roma repubblicana si condannano a morte gli schiavi e i traditori; in quella imperiale, anche gli uomini liberi accusati di lesa maestà. La condanna prevede la decapitazione, il rogo, l’essere divorato da belve affamate; quest’ultima pratica è stata in verità un breve inciso della storia romana e al tempo dei protocristiani, considerati ebrei sobillatori dell’ordine costituito. 830 I parricidi sono invece chiusi in un sacco in compagnia di un cane famelico, di una vipera o d’altro. C’è da aggiungere che l’imperatore aveva il dovere di ratificare le esecuzioni e non poteva sottrarsene anche al cospetto di un congiunto colpevole, genitore, moglie, figlio che fosse; diversamente sarebbe stato accusato di grave parzialità. Nel Medioevo, la condanna a morte rappresenta una vendetta del signore feudatario e la scelta pratica è lasciata al boia*, il quale escogita delle scervellanti novità che vanno dal bollitura in olio, al trascinamento o allo smembramento tramite cavalli e allo scuoiamento (o scoiamento come vuol dirsi). La condanna peggiore, logicamente, è prevista per l’assassinio del proprio signore "benefattore". Ai tempi delle Signorie si alzano le forche e quella più decisa è la milanese. I Visconti e gli Sforza la utilizzano anche per i reati non contemplati dal codice, ma considerati tali da un qualsiasi giudice (di parte). La Santa Inquisizione, il cui eccidio pare abbia statisticamente superato quello dei lager nazisti, contempla una vasta gamma di strumenti "cristiani": decapitazione, impiccagione, rogo (Giordano Bruno il 17 febbraio 1600), soffocamento nel fango; gli ecclesiastici rei, poi, allo scopo di non far sgorgare il loro sangue "viola", sono lasciati morire in gabbie penzolanti dai campanili. L’intelligenza cristiana del Santo Padre polacco gli ha ispirato la richiesta di perdono, in nome di tutto il cattolicesimo, per i fattacci delle Crociate, dell’Inquisizione, delle Missioni... ma ancora una volta è l’uomo in sé che deve chiedere storicamente perdono agli altri uomini, al di fuori cioè della sua veste religiosa, politica, militare... L’Illuminismo è il viatico al ripensamento cristiano e civile e le condanne calano sensibilmente di numero, mantenute generalmente per traditori e spie. Il primo stato ad abolire le condanne a morte è il Granducato di Toscana nel 1786, poco più di un ventennio dalla pubblicazione di Beccaria "Dei delitti e delle pene". L’Italia dei Savoia è indecisa: in ottanta anni di monarchia, la condanna a morte è sospesa e ripristinata per almeno cinque volte, finché non è del tutto accantonata nel 1899 dal codice Zanardelli. L’Italia fascista la reintegra quale difesa di stato, deterrente alle opposizioni, ma viene estesa anche ai reati comuni, dimostrando l’eclatante debolezza (e paura) di regime. L’Italia Repubblicana la elimina per via costituzionale nel 1947, anche se permane teoricamente sino al 1993 per reati previsti dal codice delle leggi marziali. All’alba del terzo millennio, la pena di morte esiste ancora diffusissima nel mondo; è stata cancellata, esclusa l’Ex URSS, dalle legislazioni in Europa e negli stati del Centro-Sud America, in Oceania, nella punta estrema del continente africano. Il Cile l’ha soppressa nella Pasqua del 2001 e l’Ucraina a settembre. 831 La Turchia, gennaio 2004, quale referenza per entrare nell’UE, ha firmato il protocollo della Convenzione europea dei diritti sull’abolizione della pena capitale in qualsiasi circostanza, compresi tempi di guerra o d’imminente pericolo di scoppio. Gli ultimi governi abolizionisti sono il Messico e la Liberia, portando a ottantasei gli stati al mondo che nel 2006 non praticano la pena di morte. Tutto il resto, salvi gli aggiornamenti, o la mantiene o la utilizza in casi eccezionali o non intende sopprimerla pur evitandola. Lo stato di Singapore, addirittura, nel 2004 detiene il primato delle esecuzioni in proporzione al numero degli abitanti; dal 1991 al 2003, infatti, se ne contano 408. Il Libano, dopo cinque anni di sospensione, nel 2004 riprende la pena di morte con tre esecuzioni. Nel 2005, in Cina sono state eseguite ben 5000 condanne capitali. Tra i recenti personaggi strenui partigiani al mondo per l’abolizione assoluta della pena di morte, ritroviamo i nomi di Sister Helen Prejean (religiosa), Pierre Sanè (Amnesty International), Anatolij Pristavkin (scrittore), Francesco Cossiga e Roberto Bobbio (senatori a vita), Patrizia Tola (rappresentante italiana nelle sedi internazionali ove se ne discuta). La storica recrudescenza del terrorismo, a scapito degli Usa e dei suoi alleati - la paura internazionale diffusasi immediatamente dopo il gravissimo attentato al Pentagono e alle torri gemelle di Manhattan del settembre 01, con migliaia di morti – aveva già verosimilmente piantato dei paletti d’attrito alle buone intenzioni, anche se per i kamikaze la morte eroica è sempre un dono divino, sia prima, durante o dopo la missione. C’è da sottilizzare, infine, che una legge sulla liceità di difendersi a colpi d’arma da fuoco, per proteggere vita e beni, non sia altro che una ben congegnata pena capitale con delega ai cittadini, pertanto, lo stato viene così ad aggirare la declamata etica ufficiale di negazione delle condanne a morte. Una flebile speranza, tuttavia, ci arriva da una statistica stilata nel 2006 concernente i 54 paesi, dopo i 60 del 2004, che ancora mantengono le condanne a morte: 5494 esecuzioni nel 2005 contro i 5530 del 2004 ed è la Cina al primo posto, in pratica avvengono nella stragrande maggioranza tutte lì; seguono l’USA con 60, l’Iran con 94, l’Arabia Saudita con 86 e la Bielorussia con 2. In riepilogo, ancora riferito al 2005, nei 54 paesi che applicano la pena capitale, si contano 5186 condannati in attesa del patibolo. Il 2006 si chiude in Iraq con la condanna a morte per impiccagione dell’ex rais Saddam Hussein, il 30 dicembre alle 4 ora italiana, scortato da ben sei boia. Era stato processato per la strage di 148 sciiti nel villaggio di Dujail il 1982. Un’esecuzione che spinge l’Italia, membro d’alternanza appena insediatosi nel Consiglio di Sicurezza all’Onu, a promuovere una decisa mozione per la moratoria della pena capitale al mondo, finalmente confortato dall’UE, nella sua intierezza. Il 18 gennaio 2007, infine, l’Assemblea plenaria dell’ONU, 192 Stati, approva la moratoria con 104 sì, 54 no e 29 astenuti; fra gli stati dissidenti 832 Cina, Iran, Iraq, Pakistan, Sudan e i soliti USA. Grande apporto dell’Italia, attivatasi da oltre un decennio. Il 2007 si chiude con 3347. Per tutta risposta, il 27 luglio del 2008, alle ore 02.30, tradizionalmente all’alba, nel carcere di Evin a Teheran, in Iran, sono giustiziati per impiccagione 29 detenuti, tutti assieme. L’Iran è il secondo paese, dopo la Cina nella classifica per numero di condanne, ai quali seguono Arabia Saudita, Pakistan e USA, partecipe del totale di 355 esecuzioni nel 2007. Nel 2008 erano state 8864 condanne a morte, un’impennata straordinaria rispetto al 2007, il 72% nella sola Cina con 346, seguita dall’Arabia Saudita, Iran, Usa, Pakistan, Giappone, Botswana e Sudan. In riepilogo, tra i paesi dove vige la pena di morte, gli USA, con i suoi 50 stati, sono senza dubbio i più monitorati. Nel 2009, dopo l’abolizione del New Mexico, dell’Argentina, dell’Uzbekistan, del Burundi e del Togo, se ne contano ancora 57 che la mantengono, in aumento rispetto al biennio 2005-2006 (54) ma in calo al 2004 (60); la Liberia l’ha reintrodotta. Il numero dei paesi abolizionisti si attesta così in 95. L’anno in cui le esecuzioni raggiungono il numero di 714 in 18 paesi, tra i quali l’Iran con 388, l’Iraq con 120, l’Arabia Saudita con 69 e gli USA con 52. L’apposito Tribunale penale internazionale al quale aderiscono 91 paesi non conta però la presenza degli USA, della Cina, Turchia e Arabia Saudita. Giusto queste nazioni, USA con Cina, Arabia Saudita e l’Iran si distinguono nel 2010 come le maggiori esecutrici di condanne a morte; in Iran 136 sino a ottobre. A metà 2011, Cina, Iran e Nord Corea rimangono le nazioni ad alto tasso di esecuzioni capitali con 5837 condanne di cui 5000 solo in Cina; in Iran se ne contano 546 nel 2010, in Bielosussia 2 nel 2010 e 3 nel 2011. In totale, nel 2011 si è arrivati a 155 nazioni abolizioniste. Arriviamo nel 2012 quando le esecuzioni si attestano in 3967 di cui 3000 solo in Cina, mille meno dell’anno precedente, mantenendo sempre il primo posto, seguita dalle 580 condanne capitali dell’Iran e 84 dell’Arabia Saudita, 43 negli USA. Nessuna esecuzione in Egitto, Singapore e Vietnam. Siamo così approdati nel 2013.Negli Usa le esecuzioni appaiono in calo con 39 rispetto ai 43 del 2012 e ai 52 del 2009; dal 1999, anno in cui ce ne furono 98, si calcola una riduzione del 60%. In Egitto, per i terroristi responsabili del massacro di Port Said il tribunale ha inflitto 21 condanne a morte L’Iraq ne ha accelerato il numero con la cifra di almeno169 esecuzioni contro i 120 del 2009 e assieme all’Iran con 369 ha fatto lievitare il totale al mondo del 15%, anche se, però, negli ultimi venti anni è calato decisamente. L’Arabia Saudita, altalenante, chiude infine l’anno con 79 esecuzioni, inferiori rispetto alle 86 della statistica 2006 ma superiori alle 69 rispetto del 2009. 833 E mentre la Cina ne ha eseguite appena 778, altri paesi quali l’Indonesia, il Kuwait, la Nigeria e il Vietnam le hanno ripristinate. Insomma, rispetto al 2012 si è avuto un paese in più ad adottare la lena di morte. La Tortura, al mondo, da un rapporto di Amnesty Internationale del 2010, è adottata da 111 paesi. Il rapporto elenca anche i 52 paesi ove si svolgono processi iniqui e i 96 in cui la libertà di parola è espressa con restrizioni. Nel 2014 sono risaliti a 141 i paesi al mondo in cui la pratica della tortura è nella norma e tra di essi ben 79 sono nell’Africa subsahariana la quale, tra l’altro è la peggiore al mondo. La Cina in quest’anno ha propinato 2400 esecuzioni a morte, il 67% del mondo. Ecco soltanto una parte degli abusi su esseri umani perpetrati tra il 2014 e il 2015 (dati di International lesbian, gay, bisexual, trans and intersex association): 18 i paesi nei quali sono stati commessi crimini di guerra o altre violazioni delle "leggi di guerra"; almeno 35 gli stati nei quali gruppi armati hanno commesso abusi (oltre il 20% dei paesi esaminati da AI); più di 3400 i rifugiati e i migranti annegati nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere l'Europa; 4.000.000 i rifugiati siriani; 119 i luoghi nei quali i governi hanno arbitrariamente limitato la libertà d'espressione (3 su 4 dei paesi esaminati da AI); 62 le nazioni i cui le istituzioni hanno messo in carcere prigionieri di coscienza, ossia persone che avevano soltanto esercitato i loro diritti e le loro libertà (più di 1/3 dei paesi esaminati da AI); 93 i territori dove si sono svolti processi iniqui e sommari (il 58% dei luoghi esaminati da AI); 131 gli stati nei quali si sono registrati maltrattamenti e torture (l'82% dei paesi esaminati da AI); 28 i paesi che vietano completamente l'aborto, anche in caso di stupro e quando è a rischio la salute o la vita della donna (dati di Centro per i diritti riproduttivi); 78 gli stati in cui sono in vigore leggi usate per criminalizzare le relazioni sessuali consensuali tra adulti dello stesso sesso. Il numero dei paesi che a giugno 2015 risultano abolizionisti dalla pena capitale è sceso a 37 rispetto a 39 del 2013 e 54 nel 2005. Tra i sostenitori ci sono sempre Cina, Iran, Arabia Saudita, USAQ, Egitto, Bielorussia. Per un quadro più esteso occorre aggiungere che nel 2015 sono stati uccisi al mondo 156 difensori dei diritti umani. \ Boia Bòia c’è giunto dal prvz BOIA ceppi, derivato dal lat BOIAE “strumenti di tortura e di supplizio” o “gogna”, attinto al gr BOELAI, che indicava le corregge bovine, cui Boiàta; terrmini pseudoetim Boiabèssa “zuppa di pesce” attestatosi in Liguria attraverso il franc BOUILLABAISSE (dai primi ‘900) e Boiàcca “sorta d’impasto cementizio” vrs connesso con il precedente almeno in senso fig zuppa-impasto. Dal lat volg CUNGULA cinghia del giogo, invece, è pervenuto Gùnghia, che, inc con Vergogna, ha prodotto Gògna. Dal long BREDEL asse-tavola, invece, ci è pervenuta la traduzione in 834 Berlìna (snm di Gogna) quale suo dim, un termine long la cui rad è ancora l’origine dell’ital Predèlla sia “basamento” sia “briglia”. L’assonante lemma Bretèlla, invece, è un ricalco dal franc BRETELLE dal ted ant BRITTIL redine, cui Brèttine. LATRIA LATRICE LATRATA LATRIA Dal lat tardo LATRIA, ricopiato dal gr LATREIA servitù, culto, collegato a LATREUO io servo. Derivato l’aggettivo Latrèutico. Da Latrìa “culto” sono tratti i suff LATRIA-LATRA che stanno per adorazione (culto) di... adoratore di… cui la forma aggettivante LATRICO. Egolatrìa “adorazione di se stesso”, Idolatrìa “adorazione degli idoli”, con Idolàtra e Idolàtrico, ha assunto fig il significato di amore sviscerato, ammirazione fanatica, non essenzialmente per una divinità. Ofiolatrìa (col gr OPHIS zserpente” è appunto il culto degli idoli-serpenti. Statolatrìa, con Statolàtra, poi, ha assunto il significato di una eccessiva laicità, ovvero di ubbidienza esclusivamente alle leggi di stato, pur diverse o contrarie ai precetti della chiesa. Nel Cattolicesimo, il lemma Latria s’è attestato quale adorazione riservata a Dio, in complanare con Dulìa quale adorazione riservata alla Madonna, ai santi ed agli angeli, dal gr DULEIA da DULOS servo, cui Iperdulìa (alta adorazione per Maria), eppoi Angelodulìa come quella per l’Arcangelo Michele che pare risalga ai tempi di Costantino, importata da Bisanzio. Dall’inc lat di LATREUO io servo con PRAEDO-ONIS predapredone, ci è pervenuto Làdro o Làtro con Ladròne, da LATROONIS e Latròcinio da LATROCINIUM, aggiornato in Ladrocìnio; le locuzioni i Due ladroni sul Golgota e i Quaranta ladroni di Ali Baba nelle favole arabe. In percorso il fig Làdra “sorta di tasca interna”, Ladrerìa, Ladrèsco, Ladronàia o Ladronàglia, Ladronàta, Ladroncèllo, Ladronèccio dal volg lat metatetico LATRONICIUM, Ladroneggiàre, Ladronerìa, Ladronèsco, Ladrùncolo (col suff UNCOLO). LATRICE Latrìce è il fem di Latòre, nome d’agente del verbo lat FERRE portare, già gr PHERO io porto, il cui Pp è LATUM, donde il prefissato Dilàto da DILATUS differito, con Dilatòrio da DILATORIUM che porta a differire, ed ancora Dilaziòne da DILATIONEM cui Dilazionàre e Dilazionatòrio (pref DI); eppoi Illatìvo dal lat ILLATIVUS verso il dentro del luogo con IN d’entrata, appunto In illativo eppoi Illàto e Illatòre, Illaziòne. LATUM è l’erede di un ant TLATOS da rad TELA sollevare portante di Tògliere o Tòllere o ancora un ant Tòrre, con il Pp Tòlto, 835 dal lat TOLLERE levare con la variante TOLERARE cui Tolleràbile e Tollerabilità, Tolleràre, il Ppres sostantivato Tollerànte con Tollerànza, Tolleraziòne, Tollètta o Tollètto “ruberia” e, con i pref, Attòllere, Distògliere o l’ant Distòrre con Distòlto e un snm Stògliere, Estòllere con Estògliere ed Estollènza (Pref S ES privativi), Ritògliere con l’ant Ritòrre (RI iterativo), da un raro Intolleràre i correnti Intolleràbile e Intollerabilità, il gerundivo sostantivato Intolleràndo, il Ppres sostantivato Intollerànte e Intollerànza (IN negativo), eppoi i composti Maltollerànte e Maltòlto, Tollerògeno. In assonanza, l’omologismo chimico Tolù estratto da una sorta di pianta colombiana che prende il none da un toponimo locale cui Toluène con Toluidìna o Toluòlo e la locuzione Balsamo di tolù. Ablatìvo sia aggettivo sia sostantivo e nella declinazione è dalla locuzione lat ABLATIVUS CASUS; ABLATIVUS, è da ABLATUS il Pp del prefissato AB FERRE portare via-sollevare-togliere, cui Ablatòre con Ablatòrio e Ablaziòne. FERRE ha condotto a Fèrtile con Fertilità da FERTILIS e i prefissat Affertilìre, Infèrtile cui Infertilìre, Infertilità questo anche relativo alla femmina quale anomalia che, pur fecondata, non conduce a termine la gestazione, diverso dalla Sterilità “incapacità di fecondare”; in etrusco, Bologna era indicata con Fèlsina “terra fertile” cui Felsineo con valore di Bolognesi. Il lat conta LAETUM per fertile, poi svoltosi nel snm di felice, differenziandolo da FERTILIS fertile, cui Letificàre (con il lat FACERE fare, da notare il possibile equivoco con Letifero “portatore di morte” con il lat FERRE portare), Letìzia da LAETITIA, Lièto col derivato Lietèzza , e l’onomastico Letizia. Da FERRE, con i pref, si ha Afferìre da AFFERRE apportare con Afferènte, Afferènza e il prefissato Deafferentaziòne, Conferìre da CONFERRE con Conferimènto, Conferitòre e Conferènza, Deferìre da DEFERRE con Deferènte, il patologico Deferentìte dalla locuzione anatomica Canale deferente, Deferènza e Deferimènto, Differìre da DIFFERRE con Differènte, Differènza con l’obsoleto Differènzia, Differenziàbile con Differenziabilità, Differenziàle, Differenziamènto, Differenziàre o Disferenziàre, Differenziàto, Differenziatòre, Differenzaziòne, le locuzioni Raccolta differenziata e Rifiuti differenziati eppoi Differire da DIFFERERE variante di DIFFERRE cui Differìbile, Differimènto, Differìta cui la locuzione televisiva Trasmettere in differita, Differìto, Differitòre. Il percoso continua nei prefissati Indifferènte con Indifferènza, Inferìre da INFERRE con Inferènza, Inferenziàle, Inferimènto, Inferìto, 836 Inferitòio, Inferitòre e Inferitùra, Interferìre da INTERFERRE attraverso il franc INTERFERER con Interferènza, il biologico Interferòne attraverso l’ingl INTERFERON e il composto Interferometrìa con Interferomètrico e Interferòmetro; eppoi Offrìre con Offerère o Offerìre da OFFERRE svoltosi nel volg OFFERIRE con Offerènte, Offèrta (Pp al fem) cui l’acronimo OPA di Offerta Pubblica d’Acquisto, Offertoriàle ed Offertòrio. Eppoi Preferìre da PRAEFERRE con Preferènza o Preferimènto e Preferenziàle, Preferìbile e Preferibilità, il sostantivo Preferìcolo da PRAE e FERCULUM piatto da portata; il verbo Preferire s’è attestato nel valore di “amare di più” ed è pertanto pleonastica un’espressione tipo “Lo preferisco di più”. Infine, Proferìre da PROFERRE “mostrare” con la variante Profferìre cui Proferìbile, Proferimènto, Proferitòre o Profferitòre, Proffèrlo (tipica scalinata medv) dal dim lat PROFERULUM da PROPHERES posto innanzi, Profèrta o Proffèrta, eppoi Soffrìre o Sofferère o Sofferìre da SUFFERRE portare su di sé svoltosi nel volg SUFFERIRE con Soffrìbile o Sofferìbile, Soffrimènto o Sofferimènto, Sofferènte o Soffrènte, Sofferènza o Soffrènza o Sofrènza, Soffritòre o Sofferitòre e Soffèrto. Dilaziòne dal lat DILATIO DILATIONIS è da DILATUS Pp di DIFFERRE differire cui Dilazionàre, Dilazionàbile, Dilazionàto. Delàto quale Pp DELATUM del prefissato DEFERRE cui Delatòre e Delatòrio. Il Pp di FERRE è dunque LATUM, cui, con i pref, Colaziòne, questo tramite il franc COLATION il raccogliersi relativo ai monaci, e Collaziòne (lat COLLATIO conferimento) con Collatìvo e Collazionàre con Collazionamènto; Traslàto (aggettivo o sostantivo col snm Tropo) e da questo Traslatàre (già dal 1865) cui il Pp Traslatàto, Traslatìvo, Traslatìzio o Tralatìzio, Traslàto (sostantivo e aggettivo) eppoi il demn Traslàre “portare da un luogo all’altro (per accezione una salma) dal XIV sec, Traslànte, Traslatòre o Traslatatòre, Traslatòrio (per accezione, la Terra in orbita del Sole), Traslaziòne, già Tralaziòne con Traslazionàle, questi tutti con il pref TRANS adattato foneticamente, pertanto esistono in complanare i termini desueti quali Translatàre (già “volgere in un’altra lingua”, ossia tradurre), Translatìvo, Translàto, Translatòre e Translaziòne. LATUM ed il pref PRE – da PRAE FERRE - hanno conformato Prelaziòne e Prelàto “colui che è messo davanti” in subordine a Episcopo-Vescovo “colui che osserva da sopra”. Sia Prelazione che Prelato hanno il relativo in Prelatìzio. Col suff SUPER è nato il termine Superlatìvo. Altri lemmi in percorso, Prelatèsco e Prelatàùra. 837 Esiste ancora un Pp in percorso esplicito FERTUM, che ha condotto a Refèrto “riportato” con il pref reiterativo, quindi anche Riferìre con Riferìbile, Riferimènto, Riferìto e ancora Referendàrio, Referèndum quale calco lat, Referènte, Referènza, in complanare con il percorso LATUM di Relatìvo con Relativìsmo - questo in opposizione a Dogmatismo - Relativìstico e Relatività, Relàta “notifica” e Relàto col prefissato Derelàto, Relatòre, Relaziòne con Relazionàle e Relazionàre, eppoi Correlatìvo, Correlàto, Correlatòre, Correlaziòne col pref associativo COM, Interrelaziòne con Interrelàto col pref INTER tra. Da Relata si è ottenuto il denm neologismo Relatàre, questo ancora considerato improprio dai puristi. FERT, la terza persona del presente indicativo di FERRE, è il motto di Casa Savoia con valore di Sopporta. / Il referendum Monarchia o Repubblica del 1945 in Italia, raccolse la più alta percentuale di partecipazione, circa il 90% degli aventi diritto. Un dato storico rimasto ancora insuperato. / \ Superlativo assoluto irregolare L’ital conta alcuni superlativi assoluti irregolari, cui 3 con suff in ILLIMO dal lat ILLIMUS relativi agli aggettivi lat terminanti in ILIS quali Facìllimo da FACILIS, Simìllimo da SIMILIS e Umìllimo da UMILIS, 8 con suff in ENTISSIMO dal lat ENTISSIMUS relativi agli aggettivi lat terminanti in DICUS – FICUS – VOLUS corrispondenti all’ital DICO – FICO – VOLO quali Benedicentìssimo da Benèdico “benedicente”, Maledicentìssimo da Malèdico “calunniatore, maldicente”, 12 con suff in ERRIMO da ERRIMUS relativi agli aggettivi lat terminanti in ER quali Acèrrimo (Acre), Aspèrrimo (Aspro), Celebèrrimo (Celebre), Celèrrimo (Celere), Integèrrimo (Integroìntegro), Misèrrimo (Misero), Pigèrrimo (Pigro), Pulchèrrimo (Pulcro), Sacèrrimo (Sacro), Salubèrrimo (Salubre), Tetèrrimo (Tetro),Ubèrrimo (ùbere-Ubere) LATRATA Latràta, Pp al fem di Latràre, immutato dal lat LATRARE gridare, con Latràto, e Latratòre, vrs connesso col gr YLAO abbaiare, risalente ad una rad (ind, slava, bal, alb) LA gridare, cui il poetico Lài, Lamènto con Lamentàre, Lamentàbile, Lamentànza, Lamentatìvo, Lamentatòre, Lamentatòrio, Lamentaziòne, Lamentèla, Lamentèvole, Lamentìo, il fig Lamentòne, Lamentòso, eppoi Lamantìno questo mammifero acquatico dei Sireni, una sorta di tricheco, volg “vacca marina”, attraverso il franc LAMANTIN, già sp MANAT, sovrapposto a LAMENTER lamentare per i suoni che emette, considerato dall’immaginazione quale discendente delle sirene. Snm di Lamantino è Manàto, omologismo dallo sp MANATI di etim carabica. Il gr conta KOMMOS lamento, cui Còmmo che nulla ha di 838 Commodòro, questo dall’ingl COMMODORE dal franc COMMANDEUR comandante. Oggi, Latrare è posto in relazione ad uno dei versi del cane. È individuabile una connessione d’immagine tra Latrìa (servitù, adorazione) e Latrare “gridare, lamentarsi” nel pensare ai servi, ai seguaci, ai fedeli che invocano l’intercessione con grida e lamenti; accade ancora oggi, entrando nel terzo millennio, a Napoli, per bocca delle Prefiche di S.Gennaro. Dalla sovrapposizione di un onomatopeico BLATIRE con LATRARE, il lat ha coniato BLATERARE, con BLASIUS balbuziente cui l’onomastico Biagio 1, passato inv nell’ital Blateràre con Blateramènto, Blateraziòne, Blateròne e una moderna forma onomatopeica Bla bla (1964) cui Blabàre. Ironia delle imposiioni onomastiche, può accadere, ed è accaduto, che un individuo al quale era stato imposto dalla nascita il nome Biagio si sia rivelato un inguaribile balbuziente. 1 \ Prefica Prefetto Prèfica, meglio Prèfiche, donna della tradizione romana antica, che piangeva e si lamentava nelle veglie funebri, durante i funerali, dietro compenso. Dal lat PRAE-FICERE fare da guida, nello specifico, al pianto della servitù (ancelle). Il retaggio della prefica è stato colto nella tradizione mer dai famigliari più intimi del defunto, i quali tra grida e lamenti narrano gli episodi indicativi della sua vita. Da un canto funebre delle prefiche è nata l’ispirazione per comporre la nota canzone “Maramao perché se morto”. La composizione del termine Prefica è simile a Prefètto, Pp dal lat PRAEFACERE fare da capo. Senza ironia, accade che il prefetto debba fare da tramite nel raccogliere le lamentele dei cittadini e riportarle nelle sedi competenti. Da Prefetto ci verrebbero Prefettizzàre e Prefettizzaziòne “azione ed atto di accentrare localmente alcuni poteri in stato d’emergenza”. PELAGO PEGOLA PERGOLA PELAGO Pèlago, dal lat PELAGUS riscritto dal gr PELAGOS mare. Derivati Palàia “sogliola” (omn di Palaia da Pala) dal gr PALAGIKOS marino attraverso il catalno PALAYA,Pelàgia “sorta di Celenterati”, Pelagiàle, Pelàgico, i prefissati Arcipèlago dal gbz ARKHPELAGOS col gr ARKHO principale, vrs per l’importanza data alla proliferazione d’isole), e Impelagàre (IN PELAGO) trovarsi nelle acque, metaf in una situazione dalla quale occorre uscire, riemergere. Impelagare si richiama a “insabbiare”, ma quest’ultima espressione ha valore di un illecito occultamento. Dal termine Pelagheggiàre è nato il devb Pelèggio o Pìlèggio o Pulèggio con Pulèzzo “mare aperto, rotta o viaggio di mare” cui la locuzione Dare il puleggio o Pigliar puleggio “andarsene”; vrs in connessione la voce volg mer 839 Pilone che vale “vasca per lavare gli ortaggi”. L’etnico Pelasgi cui il derivato Pelàsgico, indica una popolazione pregreca poi considerata protogreca, che con altre stirpi avrebbe raggiunto via mare (PELAGOS) l’occidente (la futura Magna Grecia). In connessione ancora il toponimo Pelagie imposto alle tre isole dell’arcipelago italiano situate all’estremo sud dell’Europa (Lampedusa, Lampione e Linosa), i toponimi Palagiano e Palagianello con l'aggiunta del suffisso demotico ANO, il toponimo ancora insulare Pelagosa (piccolo arcipelago) dal lat PELAGUS, oggi croato con PELACRUZA. In connessione rad ancora il termine Palamìta o Palàmita o Palàmito (Specie di pesci Tunnidi) attraverso il gbz PALAMIS PALMIDOS già class PELOS fango e AMYS tartaruga d’acqua dolce, con la variante veneziana Palàmida cui il fig Palmidòne; termine omn Palàmito o Palàmite dal lat PALAMITUS in metaplasmo dal prefissato gr POLYMITOS tanti fili con POLYS molto e MITOS filo, detto anche Palàngaro o Paràngaro o ancora Palangrèse, attraverso il gr POLYANKISTRON tanti ami con ANKISTRON amo. Da PELOS fango, l’ital conta Pelòide “prodotto naturale” (suff OIDE simile) cui Peloidoterapìa, il suff PELO per composizioni quali Pelàbate “sorta d’anfibio” (col gr BATES che cammina) con Pelobàtidi (la Famiglia), Pelòbio o Pelòfilo “organismo acquatico” (col gr BIOS vita o col gr PHILOS che ama nel senso che preferisce), Pelodìte “sorta di anfibio” (col gr DYTES che s’immerge). Peloponneso, cui l’aggettivo Peloponnesìaco, è il coronimo gr Pelomonnisos connesso con PELAGOS mare. Termini assonanti ed omografi, quindi pseudoetim, Pulèggia o Polèggia dal gr POLOS perno, eppoi Pulègio o Pulèggio “sorta di erba perenne” dal lat PULEIUM, cui Pùliga “bolla nel vetro”, dal veneziano Pùlega, connesso con il lat PULEX di Pùlce cui Pulciàio, Pulciòso, il fig Pulcesècca e la locuzione fig Pulce d’acqua “sorta di crostaceo”. Dal franc CABESTAN da CABESTRE puleggia, l’ital conta l’omologismo Cabestàno. In ingl BUG vale piccolo insetto-pulce cui il glb fig Bug “errore” col prefissato Debbugging “correzione” (DE sottrattivo) adottato in informatica. La locuzione Fare gli occhi alle pulci vale agire con estrema precisione, in concorrenza con Ferrare le oche. \ Pelagiàno è l’aggettivo di conformità alla dottrina del Pelagianìsmo, che in nome del monaco britannico, Pelagio, nega il peccato originale e la necessità della grazia, lasciando all’uomo la possibilità di salvarsi dal male per il tramite della propria 840 natura.\ PEGOLA L'assonante Pègola - con Pèlago - dal tardo lat PICULA, dim di PIX - CIS pece, ha affiancato Impegolàre a Impelagare, provocando dubbi sulla corretta grafia. Impegolàre e Impelagare sono perfettamente snm; comunque, per sottigliezza semant, potrebbe essere più avventuroso liberarsi dalla pece PICULA che dalle acque PELAGUS. Qualcuno, nell'usare l'uno può credere di aver commesso uno strafalcione considerando corretto l’altro, e viceversa. Come accade per Palude-Padule, Storpiare-Storpio e StroppiareStroppio, Interpretàre-Interpetrare e Interpretaziòne-Interpetraziòne, tutti corretti merito della metatesi. 841 \ Storpio Zoppo Tornando al lemma Stòrpio, questo, dal lat EXTURPIARE cui Storpiàre e in metatesi Stròppio con Stroppiàre, è la composizione del pref EX estrattivo col denm da TURPIS cui Tùrpe, Turpitùdine ed il composto Turpilòquio (composto con il lat LOQUI parlare); in percorso il prefissato Deturpàre con Deturpamènto, Deturpatòre e Deturpaziòne. Deturpare ha il suo snm in Defedàre dal lat prefissato DEFOEDARE cui Defedamènto, Defedàto attestatosi nel xx sec. Chi è storpio cammina zoppicando, Zòppo dal lat CLOPPUS, d’origine onomatopeica C P quale risonanza del passo dissimetrico, cui Zoppàggine, Zoppàre, Zoppeggiàre meglio Zoppicàre, Zoppìa, Zoppicamènto, Zoppicànte, Zoppicatùra, l’avverbio Zoppicòni o Zoppicòne, Zoppìna (patologia animale). Sul Sacro Romano Impero (XIV sec circa) regnò un Carlo II il cui epiteto era lo Zoppo. Il lat CLOPPUS è connesso col gr KHOLOS zoppo e con SKAZON SKAZONTOS zoppicante tradotto in Scazònte e Scazòntico (snm di Coliambico e di Ipponatteo). Attraverso il franc CLOCHER zoppicare connesso con il lat volg CLOPPICARE, l’ital conta il glb Clochard fig “barbone-senzatetto-vagabondo”; vrs una connessione fig o in sovrapposizione con Cloche questo di genesi onomatopeica che del valore onomatopeico di “campana” e fig di “cappello floscio” vale ancora fig “barra di comando”. Zoppicàre vale anche Arrancàre, con Arrancàta, da Rancàre col pref AD, in derivazione da Rànco dal prvz RANC già got WRANKS storpio; non attendibili le connessioni con il lat RANCERE sapere di rancido, che avrebbe portato a RANCIDUS cui Ràncido ed a RANCOR “odore di rancido” cui il dim Rancidètto, Rancidèzza, Rancidìre, Rancidità, Rancidùme e Rancòre, questo in risvolto figurato, ovvero, da una metaf. Col cambio di suff si ha il snm Ràncico cui Rancicàre Fuori percorso l’omologismo Ràncio “pasto dei soldati” svoltosi in metonimia dallo sp RANCHO camerata per i soldati, questo dal valore di recinto, rintracciabile nel glb ingl RANCH (pron renc), reso orecchiabile dai film western, cui Rancière. Ràncio quale polisemico sta anche quale aferetico di Arancio e ipocoristico di Rancido. PERGOLA Pèrgola dal lat PERGULA loggetta variato dai temi med BARKA, BARGA, PARGA, PERGA capanna inc con TEGULA tegola. Temi dal quale è derivato fig Bàrca inv dal lat BARCA con Bàrco “bastimento”, (entrambi omn-snm di Barca o Barco ”cumulo”), con Barcàccia, Barcherèccio o Barcarèccio e Barcherìzzo attraverso il veneziano Barcarezo, Barcàro sempre dal veneziano, Barcaiòlo o Barcaiuòlo con il volg Barcarolo, la composizione musicale Barcaròla, il veneto Barcaro, Barcàta, Barchèggio con Barcheggiàre, i dim Barchìno e Barchètta con Barchètto cui Barchettòne e 842 Barchettàta, il fig Barcollàre, o un desueto Barcullàre, con Barcollamènto, Barcollànte, Barcollìo e l’avverbio Barcollòne o Barcollòni, l’accr Barcòne (omn-snm di Barcone “cumulo”, i prefissati Abbarcàre incurvare le tavole per lo scafo omn di Abbarcare “ammucchiare”, Imbarcàre con Imbarcamènto, Imbarcàta questo sia fig “frotta” sia “evoluzione aerea” o ancora “presa da lotta libera” e “bandata-cotta”, Imbaqrcàto, Imbarcatòio, Imbarcatòre, Imbarcatùra, Imbarcaziòne e Imbàrco, eppoi Sbarcàre con Sbàrco e i fig Sobbarcàre e Barcamenàrsi; ancora, Baràcca con Baraccamènto, Baraccàto, Baracchìno (fig l’apparecchio dei radioamatori), l’accr Baraccòne con Baracconìsta, Baraccòpoli (fig col gr POLIS città) e Sbaraccàre. \ Dal censimento, nel 2012 si contano in Italia 23.336 baraccati contro i 71.101 del 2001 \ Da Pergola, cui Pergolàta, Pergolàto, Pergolèse e Pergolòna, il verbo Impergolàre (con IN illativo) dona un’immagine ben più poetica e romantica delle precedenti assonanze, Impelagare e Impegolare; vrs una connessione cognomastica con G. B. Pergolesi (1710/1736), il musicista di Jesi autore di uno Stabat Mater. Pergolàto ha il suo snm in Bersò questo omologismo dal franc BERCEAU “volta a botte”. Pergola in franc è LOGE capanna, donde l’omologismo Lòggia con Loggìsta e la locuzione Loggia massonica ; eppoi il percorso con Loggètta, Loggiamènto, Loggiàto, Loggiòne e Loggionìsta, che, sovrapposto ad Allogare, ha dato Alloggiàre cui Alloggiamènto, con un aferetico Loggiamènto, ed Allòggio, con Disloggiàre (cambio di pref in DIS privativo-dispersivo) snm di Sloggiàre (S sottrattivo), quindi degli omologismi. Un simile fenomeno per l’attestazione ital di Lubbiòne dal lombardo LUBION, ma questo attinto al got LAUBJA pergola. Dal tema med che avrebbe originato Pergola, pare sia anche derivato Bàrba (ted BART), per l’allusione semant che essa copre il mento “facendo da pergola”, donde Sbarbàre (S sottrattivo) con Sbarbatèllo, Sbarbàto, il fig Sbarbatòre (operaio del feltro per cappelli) con il snm-omn Sbarbàre e Sbarbatùra, il dim Barbètta adottato in senso fig in agricoltura nel senso di “radice” Sbarbettàre con Sbarbettatùra e con ancora Barbicèlla o Barbìcola eppoi Barbicàia (gruppo di radici), il composto Barbificàre eppoi Barbicàre che col pref AD allativo compone Abbarbicàre con Abbarbicamènto e Abbarbicànte, poi col pref S sottrattivo Sbarbicàre con Sbarbicamènto infine. Il percorso conta derivati e composti quali Barbafòrte (pianta erbacea snm di Santoreggia e di Crèn, questo da ted KREN ma di origine slava, cui l’omologismo Crènno), Barbalàcchio, Barbanèra (il noto 843 lunario dall’immagine di un barbuto astrologo), Barbastèllo (sovrapposto a Pipistrello), Barbàta o Barbatèlla (botanica) snm di Talèa inv dal lat TALEA di rad prelatina) con Barbatellàio, Barbàto, Barbazzàle o Barbozzàle snm di Tèttola, Barberìa con Barbière, Barbìgi (baffi e basette), Barbìglio “appendice cutanea dei pesci (il Pesce gatto ne ha quattro) – barbetta della capra” o fig appendice della punta di freccia e dell’amo snm di Ardiglione, i fig Barbìna e Barbìno questo con valore di “gretto”, vrs iniquamente ispirato allo stereotipo dell’ebreo (con la barba) con un Bagìtto “ebreo livornese”, Bàrbo o Bàrbio col dim Barbàtula “sorta di pesce fornito di barbigli”, Barbitonsòre snm medv di Barbiere, Barbòcchio (fig rad, in botanica), Barbògio questo una sovvrapposizione di Barba con Balogio cui Imbarbogìre (IN illativo), il dim Bàrbola o Bàrbula (sorta di penna degli uccelli), l’accr Barbòne questo fig anche “straccione”) cui Barbonìsmo (neologismo del XXI sec), Barbòso questo anche nel senso fig “noioso”, il fig Barbòtta (sorta di nave, fornita di sprone fig “barba”), Barbòtto, Barbòzza o Barbòzzo, il glb cubano Barbudo, il fig Barbùsa “muschio”, Barbùta “sorta di elmo” e per esteso “il soldato che lo indossa” (con Barba che qui, in estensione, vale “mento”), Barbùto. Il farmaco Barbitùrico, con Barbiturìsmo, è l’omologismo attraverso la locuzione franc ACIDE BARBITURIQUE dal lichene Usnea barbata e con suff URIQUE urico. In alcune contrade sett, Barba sta per “zio”, quale uomo anziano “con la barba” discriminandolo da “padre”, cui Barbàno; infatti, Barbètto è anche tradizionalmente chiamato il pastore della Chiesa Valdese. In connessione fig-scherzosa con Barba “zio” pare ci sia Bargìglio (appendice dei galli sotto il becco, dal XIII sec), con Bargigliàto, Bargigliòne (relativo ai maiali) e Bargigliùto, talvolta trattato quale snm di Barbìglio, questo però correttamente “appendice dei pesci (sotto la bocca)” in diretta connessione semantica con Barba, cui Bàrbo “sorta di pesce” dal lat BARBUS, appunto per la proprietà di avere il Barbiglio. \ Valdèse, meglio Valdèsi, con Valdìsmo, dal nome del fondatore Pietro Valdo (1140\1217), di Lione; furono perseguitati e dispersi, ma alcuni seguaci sopravvivono ancora oggi, in comunità evangelica di tipo calvinista.Calvinìsta, meglio Calvinìsti, con Calvinìsmo e Calvinìstico, è dal nome del fondatore G. Calvino (1509\1564).\ Il termine Barbagiànni, con la variante Barbachèppio (vrs composto fig con un termine tratto da Cheppia) e con Barbagiannerìa e Barbagiannèsco, è ancora in riferimento al significato di “zio” umoristicamente con l’onomastico Gianni; così pare anche per il nome del vino pavese Barbacàrlo. Nel percorso di “zio” si conta Barbapedana che in voce lombarda 844 vale “cantastorie”. Fuori percorso, lo strumento musicale Bàrbito o Bàrbitos dal gr BARBITOS O BARBITON “sorta di Lira”, l’omologismo Barbotìn “sorta di argano” dal nome del suo inventore il francese Barbotin (XIX sec). Barbacàne, che non è una composizione, è ancora fuori percorso, poiché è l’omologismo dall’ar B-AL-BAQARA ingresso per le vacche. Dal lat GLABER si ha Glàbro “privo di barba” ma anche riferito in botanica è l’organo privo di peluria; in vrs connessione rad si ha Glabèlla quale prominenza frontale tra le arcate sopracciliari, regione cutanea in genere glabra. \ Nell’arcipelago delle Antille, l’isola Barbados è così stata battezzata dagli occidentali perchè ricca di piante dalle tipiche radici che ricordano barbe fluenti.\ \ Ciambella Ciambellano Camarlengo Il lat conta CYMBULAM per barchetta, cui fig sembra sia derivato il termine Ciambèlla con Ciambellàio e il prefissato Acciambellàre, in associazione a barchetta (da pesca) un volg Ciambòtta o Ciambòtto che vale Piatto povero, ovvero un misto di pesci e frutti di mare accantonato dal padrone dopo una scelta della varietà commerciabile, a disposizione del pescatore dipendente; il termine si sarebbe esteso tra i contadini nell’entroterra quale “piatto di verdure miste”composto con lo stesso criterio, cui le varianti Ciammotta e Cianfotta. Pseudoetim è invece l’omologismo assonante Ciambellàno dal franc CHAMBELLAN già ted KAMARLING addetto alla camera del re, cui Camarlìngo o Camarlèngo o Camerlèngo o Camerlìngo. Snm di Ciambella nel mer ital è Taràllo d’etimo non accertato, in uso dal 1919, cui Tarallifìcio, il dim Tarallùccio con la locuzione Finire a tarallucci e vino. Nel sett ital, invece, si ha Taràgna, in uso dal XX sec, quale aggettivo riferito alla polenta di grano saraceno cotta con burro e formaggio. Il Poperàto è una sorta di tarallo del Gargano, la cui etim risale vrs alla lingua albanese al tempo del dominio degli Skandemberg sul promontorio. \ Canoa Canova Canapa Conopeo Canòa è l’omologismo dal caribico CANAUA attraverso lo sp CANOA (ingl CANOE), cui Canoìno, Canoìsmo con Canoìsta e Canoìstico; eppoi Canòtto attraverso il franc CANOT canoa con i derivati Canòtta, Canottàggio, Canottièra, Canottière e Canottièro. Il termine fu importato in Europa da Cristoforo Colombo. Cànova, volg Càneva, dal lat CANABA è baracca, cantina, cui Canovàio, Canovière connessi col gr KANUN tenda. A Treviso, in Piazza S. Vito, ancora oggi, l’insegna “Al Canevon” indirizza verso una delle più antiche cantine della città. Il lemma Cànapa o Cànape, fuori percorso, è dal gr KANNABIS, lat CANNABIS svoltosi nel volg CANAPA, cui, derivati e composti, 845 Canapàccio o Canapòne, con Canapacciàia e Canapacciàre, Canapàia e Canapàio, Canapèto, Canapìcolo con Canapicoltòre e Canapicoltùra, Canapière, Canapièro, Canapifìcio, il fig Canapìglia (sorta di uccello degli Anatini, per il colore delle penne), il sostantivo Canapìna o Canapìno o Canapaiòla “sorta d’ùccello (varietà di Beccafico) che dimora nel canapai” eppoi l’aggettivo e sostantivo Canapìno “prodotto dalla canapa” col sostantivo fem Canapìna “ripieno di canapa”, eppoi Cànapo, Canapùccia “seme di canapa quale mangime”, Canapùle o Canapùlo il cui suff ULE vale “stelo”, Canovàccio (nel senso di “canapaccio”, accr sett con lenizione della p in v); eppoi, fedeli all’origine KANNABIS, Cannabìna (pref INA), Cannabinàcee (la Famiglia botanica), Cannabinòide (suff OIDE “somiglianza”) cui Endocannabinòide (sostanza prodotta dall’intestino, responsabile della voglia di continuare a mangiare specifici cibi grassi quali le patatine), eppoi Cannabinòlo (suff OLO), Cannabìsmo “tossicodipendenza” dalla droga estratta dalla Canapa indiana. Per la misurazione di lunghezza nei paesi anglosassoni dei filati di Canapa, si conta il glb ingl Bundle “fascio” già in uso nel 1955. Termine alieno Canapè “divanetto imbottito” e fig “fetta di pane ben guarnita” così attestatosi dal lat CANAPEUM, class CONOPEUM, già gr KANOPEION zanzariera; il termine ital Conopèo da CONOPEUM è traducibile in che difende dalle zanzare, dal lat KONOPS zanzara ed è appunto il velo che copre il tabernacolo e la pisside. Altro alieno nel percorso è Canapìcchio questo una corruzione fig di Camepìzio “pianta erbacea” composto dal gr KHAMAI in basso (verso terra) e PYTIS pino. \ Prefissi Suffissi ARCHI ARCI ARCA ACRO Membri di parole composte derivate dal gr o moderne. ARCHI è utilizzato quale secondo membro in ARCHIA dal gr ARKHO sono a capo, in termini quali Anarchìa “senza governo” col pref gr AN privativo, cui Anàrchico, Anarchìsmo, Anarcòide e il primo membro ANARCO in composizioni quali Anarcobrigatìsta, Anarcoinsurrezionalìsta (neologismo XXI sec) e Anarcolibertàrio, Eparchìa dal gr EPARKHIA distretto eppoi diocesi cui Epàrca “vescovo” e Epàrco “comandante” (pref EPI “sopra” quale autorità); Monarchìa “uno solo a governare” cui Monàrca e Monàrchico con il gr MONOS solo, Polemàrco “amministratore (arconte) militare” con il gr POLEMOS guerra. Nègus è l’appellativo eriopico di monarca in amarico, cui l’omologismo Negussìta. Il Trieràrca o Trieràrco, termine dal gr composto con TRIERES trireme e ARKHOS vale “comandante della trireme” cui Trierarchìa Dal gr ARCHEIN principale, il pref ARCHI sta per comandareincominciare, rintracciabile anche in suff vedi Menarca, ed ha permesso una numerosa proliferazione lemmatica con vari adattamenti fonetici, da Archiàtra “medico principale di corte” alla forma secondaria da Arcibasìlica ad Arcivèscovo con Arcònte cui Arcontàto e Arcosàuro questo parasnm di Dinosauro. Archètipo è la composizione di incominciare con TYPOS modello, per cui si traduce “ciò che è stato all'inizio e funge da modello”. Il termine gr, nel senso “che incomincia”, assume ancora il significato di 846 vecchio, antico da ARKHAIOS – per i greci, l’elemento primordiale dell’Universo era identificato con Archè - cui il pref ARCHEO in composizioni quali Archeoastronomìa, Archeobiologìa, Archeobotànica, Archeografìa con Archeogràfico e Archeògrafo, Archeologìa con Archeològico e Archeòlogo, Archeometrìa, Archeottèrige o Archaeopteryx (Volatile primitivo dei Saururi col gr PTERYX ala) Archeosofìa (col gr SOPHIA conoscenza). Da non scambiare con la traslitterazione dal fiammingo HAKE uncino, arco in ARCHI di Archibugio che vale con l’uncino e di Archipèndolo che è lo strumento di comparazione per il piano orizzontale. Nel lemma Architràve, cui Architravàto e Architravatùra, poi, si è inc HAKE arco con ARCHEIN principale, assimilandone i significati. ARCI è la mutazione di ARCHI attestatasi da un linguaggio non dotto, l’identico meccanismo fonetico che ha mutato in Braccio il lat BRACHIUM. Con ARCI, impiegato come pref superlativo, l’ital conta Arcàngelo o Arcàngiolo con Arcangèlica e Arcirìcco, questo talvolta con una sfumatura ironica… Il pref ARCA, ancora, è dal lat ARCA custodia-raccolta e ARCERE proteggere da rad ARK proteggere, cui Arca-àrca, il nautici Arcàccia, Arcàme, Arcàno “il contenuto dell’arca” e Arcèlla, Arce-àrce “rocca di difesa”, Arcìle (coniato sul tipo di Ovile da OVIS con suff sostantivante), Arsèlla “astuccio” dim di Arca foneticamente attestatosi dal genovese; eppoi i prefissati Anarcàsmo “comportamento ossessivo-compulsivo (che sfugge all’auto-controllo, alla propria protezione) col pref AN privativo, Coercìbile CUM ARCERE, Esercènte, Esercère, Esercìre, Esercitàre, Esercitàto, Esercitaziòne, Esèrcito, con la variante Essèrcito, da EX ARCERE questo traducibile tra l’altro in “mandato fuori (le mura) per la difesa della città”, Esercìzio con Eserciziàrio. Infine, con il pref ACRO, direttamente dal gr AKROS alto-estremo si contano Acrotèrio dal lat ACROTERIUM già gr AKROTERION (termine architettonico, con un suff fig da THERION animale), Acroamàtico dal gr ACROAMA discorso orale (con il lat ACROAMATICUS già gr AKROAMATIKOS connesso a MANTHANO imparo, e vale “ascolto dalla viva voce del maestro” fig dall’alto) da non equivocare con Acromatico, eppoi Acrobazìa con Acròbata, Acrobàtica, Acrobàtico, Acrobatìsmo e Acròbazìa che col gr BAINO vado vale che cammina con l’estremità dei piedi, Acrocefalìa con Acrocèfalo “malformazione del cranio”, Acrocèntrico (termine della biologia), Acrocianòsi (termine medico che vale “colorito bluastro nelle regioni estreme del corpo”), Acrocòro o Acròcoro “altopiano” (col gr KHOROS regione), Acrofàse (termine in biologia), Acrofonìa 1 con Acrofònico (termine linguistico), Acroleìna (con il lat OLERE odorare e suff INA), Acròlito (col gr LITHOS pietra, vale sorta di statua), (Acròpoli “città alta”, Acròmio (col gr OMOS spalla), Acrònimo, cui Acronimòlogo, (col gr ONOMA nome vale “un nome” formato dalle lettere – o più lettere iniziali di altri, normalmente in sequenza) parasnm di Acròstico (col gr STIKHOS verso) questo tecnica poetica le cui iniziali di ogni verso racchiudono un nome, Acrostòlio (col gr STOLION ornamento, termine navale), Acrotònico (linguistica) 2. 847 La Trinàcria è l’attuale Sicilia, dal gr TRINAKRIA (isola) a tre estremità cui Trinàrico “siciliano” dove il pref è dal gr TRINA tre; il suo simbolo è un volto umano dal quale sporgono tre gambe, indicato con Trìquetra dal lat TRIQUETRAM triangolare che corrisponde al gr TRISKELES. 1 Nella pittografia semitico-egizia, il suono iniziale della parola rappresentata è aggiudicato al segno corrispondente. 2 Si definisce Acrotònica una parola ove l’accento cade sulla prima sillaba (sdrucciola, bisdrucciola…), oppure sull’ultima (tronca), insomma sull’estremità. \ Trabiccolo Trabucco Trabacca Del lemma composto Architrave, il secondo membro Tràve – lenito dal già Tràbe - deriva dal lat TRABEM accusativo di TRABS, cui Travàme (suff collettivo AME),Travàta, Travàto, Travatùra o Travamènto, Travètto, Travicèllo con Travicellàto; termini alieni Travertìno “sorta di marmo” dalla locuzione lat LAPIS TIBURTINUS pietra di Tivoli, eppoi Travet “impiegato di basso ceto” cui Travettìstico dal personaggio monsù Travet del commediografo V. Bersezio (1863). Il percorso fedele all’origine TRABEM conta Trabeaziòne (termine architettonico), Trabìccolo e Trabècola, con Trabecolàre, che col dim lat valgono “piccola trave”, Trabùcco “rete verticale”, con Trabucchìsta e Trabuccolànte, e Trabocchètto (già adottato agli inizi del XVII sec, snm di Trappola già dal 1320) o un obsoleto Trabocchèllo “piccolo trabucco” dal pvz TRABUQUET dim di TRABUC trabucco, attestatosi nel significato corrente; il trabocchetto, per accezione, è una trappola congegnata sul paviumento (botola, asse o tavola a ribalta…,). Il percorso prosegue con Trabattèllo “impalcatura”, un Trèvo o Trèo con Trevière nella terminologia marinaresca; il tema è da TREBO che in area celt, bal e ger sta per “costruzione di legno”, cui un osco-umbro TREBULA casale, collettivo di TREBO casa (di legno); in un certo percorso fig (osssia in riferimento scenografico), si può contare Tràbea dal lat TRABEAM “commedia equestre” con Trabeàta dalla locuzione lat FABULA TRABEATA. L’omn Trabùcco è una variazione di Trabòcco da Traboccare e questo, a sua volta, ha l’omn in Trabòcco dal prvz TRABUC “sorta di arma da guerra” cui Traboccàre omn di Traboccare “straripare”. Il lemma Trabàcca con Trabàccolo, attraverso l’ar TRABAQA tettoia, è vrs connesso con TRABS-TREBO, inc con Baracca; in connessione il volg mer Trasanna che vale “tettoia” vrs in metaplasmo da Trabacca. Termini alieni, ovvero non appartenenti al percorso TRABS, si conta Traboccàre “straripare” questo, diversamente a quanto si creda composto con Boccare da Bocca, è dal prvz TRABUCAR da BUC tronco nel senso di “rompere gli argini, la diga”; eppoi Trèbbia, con Trebbiàre, Trebbiatrìce il cui inventore pare sia stato A.Meikle nel 1786. Il percorso conta il prefissato Strebbiàre (pref S durativo), dalla rad TERE fregare cui Tritàre da TRITARE intensivo di TERERE col Pp TRITUS cui Trìto, Trituzzàre (sovrapposto a Sminuzzare), Trituràre inv dal lat TRITURARE denm da TRITURA trebbiatura cui Trituramènto, Trituratòre, Trituraziòne, eppoi i prefissati Attrìto dal lat ATTRITUS Pp di ATTERERE sfregare (sia sostantivo “sfregamento” sia fig aggettivo “logoro”) e 848 Attriziòne, i fig Contrìre, Contrìto e Contriziòne. Iterativo del lat TRITARE è TRITOLARE cui Stritolàre con Stritolamènto. Il Pp INTRITUS soppiantato da INTRISUS ha dato origine a Intrìso cui Intrìdere. L’omn Trèbbia vale “residuo di ammostatura” omologismo attraverso il ted TREBER vinacce, vrs connesso con Trebbiàno “sorta di vitigno” da un diffuso ant toponimo ital Trebula. \ Bracciale Brachiale Bràccio è dal BRACHIUM già gr BRAKHION cui i derivati e prefissati in linea lat quali Abbracciàre, Bràccia plur di Bràccio 1, Bracciàle, Bracciànte con Bracciantìle, Bracciàre, il militaresco Bracciàrmi (Bracciàrm!), Bracciatèlla (focaccia), Bracciòlo o Bracciuòlo, Imbracciàre, Sbracciàre, i composti Abbracciabòsco (caprifoglio), Abbracciafùsto snm di Abbracciànte; derivati in linea gr, Brachiàle o Bràchico cui la locuzione anatomica Muscolo brachiale. In area glb si conta il franc Embrassons-nous “abbracciamoci” ipirato ad un’opera di E. Labiche (1815/1888). Il Braccio, il Piede e il Dito (della mano) erano utilizzati come unità di misura. \ Pare che da una ricerca, l’abbracciarsi è un gesto altamente erotico.\ \ Caprifoglio Nibbio Caprifòglio, snm di Vincibosco, è dal lat CAPRIFOLIUM questo una composizione con CAPER capro e FOLIUM foglia, pianta ricercata appunto dalle capre, con Caprifogliàcee (la Famiglia). Un suo snm è ancora Ebbioèbbio con la variante in Nìbbio questo da EBULUM mentre l’omn uccello Nìbbio è dal lat volg NIBULUM variante del class MILVUS. Alle Caprifogliacee appartiene il Sambùco dal lat SAMBUCUS donde la Sambùca “liquore”: termini alieni, Sambùca “ant strumento musicale” dal gr SAMBYKE di genesi orientale, Sambùco “sorta di barca” omologismo dall’ar SAMBUQ. Apparrtiene ancora, l’Abèlia, genere di piantra dal lat scientifico ABELIAS dal nome dello studioso C. Abel (1789–1826); il relativo Abeliàno, invece, è del matematico N. H. Abel (1802–1829). 1 Come il Cubito, Braccio era una unità di misura di lunghezza che assumeva a riferimento il corpo umano e corrispondeva alla lunghezza media di un braccio, ma variabile secondo la località, la “stazza del venditore”, i limiti imposti da regolamenti; a Treviso, infatti, nella centralissima Piazza S. Vito, l’antico mercato delle stoffe, una colonna riporta ancora una riga scanalata, stabilita dalle autorità quale campione standard di un Braccio. Oggi, il termine Braccio è omologato in ital dal glb ingl Fathom pari a 1,8288 mt quale unità di profondità marina da riportare sulle carte idrografiche. Il termine Fathom, tuttavia, pur di provenienza ger, è connesso, in ambito rad indoeur, con il lat PATERE stendere-aprire in riferimento alle braccia. \ Arco Iride Il lat aveva il suo termine ARCUS per Arco-àrco, cui il plur Archi-àrchi che indica la famiglia di strumenti musicali a corda con l’arco quali Viola, Violino, Violoncello e Contrabbàsso, eppoi Arcuàre inv da ARCUARE, Arcuàto con Arcuatùra, eppoi Arcàle, Arcarèccio snm di Terzera, Arcàta col dim Arcatèlla; Arcata ha il snm in Archèggio da Archeggiàre cui Archeggiamènto e Archeggiatùra. Il percorso prosegue con Arcière-Arcièro 849 tradotto in franc ARCHIER, Arcìgno (in relazione all’arco sopraccigliare), Arciòne con Arcionàto e il pref Disarcionàto, Arcolàio (riferito all’arco della matassa) da un ant plur Arcora-àrcora cui Arcoràio e un ipocoristico veneto Corlo con un Corleta “Filatoio”, Arcuàto, il prefissato Inarcàre (IN illativo) cui Inarcamènto, Inarcatùra (adottato già dal 1681) questo, nella tecnica poetica è snm del glb franc Enjambement (XX sec), eppoi Inarcocchiàto vrs sovrapposto a Inginocchiato. I composti Arcobalèno “arco che si balena” cui la locuzione Arcobaleno lunare (visibile in America sulle cascate nel parco Yosemite), Arcobalèstro, Arcosòlio o Arcosòglio (con il lat SOLIUM sepolcro, vale “nicchia ad arco”), con i trigonometrici Arcosecànte e Arcocosecànte, Arcosèno e Arcocosèno, Arcotangènte e Arcocotangènte, Arcoscènico, Arcosèno, Arcotangènte; vrs il dim volg mer Arciolo o Arciuolo, rintracciabile nella cognomastica con la variante Urcioli. Snm di Arcobaleno (adottato dal 1483) è Iride-ìride (dal XVI sec) dal gr-lat IRIS; Iris, infatti era la messaggera degli dei che soleva incamminarsi lungo l’arcobaleno. Il percorso conta Iridàcee (Famiglia di piante), Iridèo e Iridescènza con Iridescènte, l’elemento chimico Irìdio (Ir), il cristallo iridescente Iris-ìris (omn-snm del Giaggiolo) cui il minerale Irìte (composto con Cromite), i patologici Irìte (suff medico ITE); termine alieno Irizzàre questo tratto dalla sigla IRI che vale “Istituto per la Ricostruzione Industriale”. L’onomastico Iride è anche in richiamo alla dea della mitologia, in assonanza con Iside, ma questo alla memoria della divinità lunare egizia, cui, attraverso il gr, l’aggettivo Isìaco da ISIAKOS e il composto Isidoro da ISIDOROS “dono di Iside”. \ Un intenso chiarore lunare può palesare un arcobaleno notturno \ Iride è anche parte dell’occhio, cui Iridociclìte che, col gr KYKLOS circolo (orbita oculare) e il pref medico ITE, vale malattia acuta dell’occhio snm di Uveite, eppoi Iridologìa, Iridoscòpio. Snm di Arcolaio è Guìndolo (entrambi dal XIV sec) dal lat medv GUINDOLUS questo attinto al ted WINDEN avvolgere. Il tiro con l’arco prevede un Bersàglio, questo omologismo dal franc ant BERSAIL dal verbo BERSER, cui Bersagliàre, Bersaglière, il composto Radiobersàglio. \ Trapezio Trapèzio, l’attrezzo per esercizi acrobatici, cui Trapezista, è dal gr TRAPEZA tavola a quattro piedi, donde il dim TRAPEZION che ha condotto al lat TRAPEZIUM, all’ital Trapezìta “banchiere”, eppoi Trapezòide con Trapezoidàle; una connessione dovrebbe pur esserci tra i rad TRAB trave e TRAP tavola. \ Archibugio Fucile Carabina BUS buco, questo d’origine ol e sta per scatola o buco (nessuna connessione con il lat BUS bue), diventa Buz nella tradizione padana, Bucio in quella mer e Bugio, la predominante, in quella toscana che va a confermare la vincente lenizione di c in g nella lingua italiana. Nel settentrione esiste ancora il termine Bùsa “pancia”, originario da Bùsa e Bùso “buca e Buco”, cui l’attestazione Bùzzo con l’accrescitivo Buzzòne e il fig Buzzùrro “rozzo 850 e ignorante”, snm di Tanghero, da Buz “buco”; la pancia, infatti è allocata nell’incavo centrale dello scheletro. Buzzonaglia è una voce insulare (Sicilia e Sardegna) per indicare una ricetta con carne sott’olio. La locuzione Filato del buso indica un seta di filamento prodotto da un mollusco (dal suo “buco”). Il termine toscano Bùgio sta per “foro-buco” ed è l’adattamento dell’inc lat di BUCCA con PERTUSUM forato, cui Pertùgio con Pertugiàre e il volg mer Pertuso. Ne deriva la composizione Bugigàttolo, con il dim lat, che sta per “piccolo buco nel cui spazio può stare solo un gatto”. Pertuso del monaco è la storica gradinata attraverso una porticina delle antiche mura di Manfredonia, che scendeva direttamente a mare, oggi nel lungomare. Nasce così nel XIV sec Archibùgio o Archibùso, dalla composizione fiamminga HAKE uncino dal tema del rad AK essere appuntito (assimilando HAKE ad Arco) e BUS, attraverso il ted HAKENBCHSE arma ad uncino; in percorso il glb franc Arquebuse che vale letteralmente “acqua d’archibugio” e serviva a curare le ferite inferte da quest’arma; oggi indica metaf un liquore digestivo. La locuzione Archibugio focile ha dato origine dallo stesso sec XIV alla sintesi lemmatica Fòcile, subito attestatosi in Fucìle cui Fucilàta, Fùcilatòre, Fucilaziòne, Fucilerìa, Fucilièra, la locuzione Fucile a ripetizione, la composizione musicale Escopetarra, uno strumento a corde da pacifisti coniato sovrapponendo i lemmi sp ESCOPETA fucile e GUITARRA chitarra. Focìle, derivato da FOCUS focolare vale Acciarìno questo il dim di Acciàro dal lat tardo ACIARIUM cui la locuzione FERRUM ACIARIUM da ACIES filo della spada di rad AK essere appuntito, dalla quale si ha Acciàio (dal XIII sec) con Acciaiàre, Acciaiàto o Acciarìto, Acciaiatùra, Acciaierìa, Acciaìno, Acciaiòlo o Acciaiuòlo e Acciaiòso, il composto Acciaio-cemento. L’Acciaio sebbene si producesse inconsapevolmente fin dall’antichità, fu considerato tale dopo gli studi di T. O. Bergman nel 1750, il quale ne scoprì le proprietà evidenziando le funzioni del Carbonio; l’Acciaio, infatti, è Ferro contenente Carbonio dallo 0,3 all’1,7 %. La storia del fucile incomincia a metà del XV sec con l’adozione di un Cannone portatile, alleggerito nell’Archibugio e poi nel Moschetto (dal XVI sec). Sorta di fucile a ripetizione è il glb ingl Winchester, l’arma resa famosa dai film western, dal nome dell’inventore O. F. Winchester (1810/1880). Restando in ambito, Carabìna (coniato nel XVI sec), con Carabinàta e Carabinètta, è dal franc CARABINE derivato da CARABIN soldato di cavalleria (XVII sec) e CARABINIER armato di carabina cui Carabinière (adottato dal XVII sec), questo anche snm di Gendarme, con deformazione in Caràmba o Caràbba e metaf in Cerbero, omologismi che non pare abbiano progenitori rad lat; comunque dal gr KARABOS ci viene Càrabo “coleottero” e dal lat CARABUS ci viene Carabottìno “graticolato d’imbarcazione”, dal lat GRABATUM lettuccio ci viene la corruzione in Carabàttola “masserizia” o Garabàttola e Scarabàttola o Scarabàttolo “credenza”, tra i quali non si vedono connessioni eccetto che per 851 l’associazione degli ultimi tre lemmi a “mobili di casa”. Secondo un diverso esame etim, Carabattola contiene il pref peggiorativo CA pertanto conterrebbe il valore di peggior baratto (dim in metatesi). Dal lat CARABUS, inoltre, il ptg ha tratto CARAVELA “sorta di piccola nave” cui l’esot Caravèlla, termine adottato nel XIV sec e immortalato da C. Colombo per le sue tre caravelle, Nina, Pinta e Santa Maria, con le quali raggiunse il Nuovo Mondo, oggi America, che nuovo non era affattto ma dimenticato per colpa di falsi teoremi che non sapevano di trasmigrazioni di popoli europei attraverso lo Stretto di Bering e di incursioni vichinghe, o che non ne volevano sapere. Da Caravella “nave”, cui l’accr Caravellòne, l’ital conta il fig Caravèlla 1 “colla resistente per carpenteria”, con un omn Caravèlla “sorta di mela o di pera” questo omologismo dal franc CALVILLE tratto dal toponimo franc Calleville, altrimenti Calvèlla, Calvìlla o ancora Calvìlle ma in unico riferimento alla mela. Termine alieno Caravaggèsco, relativo all’artista Caravaggio (1573/1610) pseudonimo di Michelangelo Merisi (da Caravaggio). I termini quali Caccavella e Caravella possono far pensare ad un suff VELLA per diminutivi; in realtà è solo una coincidenza lemmatica, che rintracciamo in Manovella, Pedivella, Tavella, Vedovella… ognuno con un propri derivazione etim. 1 \ Rad AK Dalla rad AK essere appuntito, cui il gr AKIS punta, il lat conta ACUM ago donde il composto Acucettòre (con RECEPTOR di RECEPIRE), ACUERE rendere aguzzo cui Acuìre e Acuità, ACULEUS cui Acùleo, Aculeàto, Aculeàti (Sezione d’insetti), ACUMEN cui Acùme con Acuminàre e Acuminàto, ACUTUS cui Acùto con Acutamènte, Acutànza, Acutèzza, Acutizzàre con Acutizzaziòne, Acùzie dal lat medv ACUTIES, la composizione Acutàngolo e i leniti Agùto e Agùtoli (snm di Inchiodacristi, arbusto dai rami spinosi). In vers connesione, il lat CACUMEN puntasommità-vetta-cima cui Cacuminàle. Termine alieno Agùti “nome generico dei Mammiferi Roditori” dei Dasiproctidi. Foneticamente dal gr l’ital conta il composto Achiurgìa (dal gr AKIS – ERGON), sul modello di Chirurgia, con valore di “istruzione all’uso di strumenti adatti a interventi chirurgici” Di rad AK si conta ancora il lemma fem Acme-àcme dal gr inv AKME erronemante tradotto ed attestatosi in Acne-àcne cui Acnèico; nella lingua gr, l’insieme degli anni in cui un uomo illustre mostra massima potenzialità è indicato con AKME. Fuori percorso il termine Acmòtital o Acmonitàl l’ipocoristico della lega di Acciaio, Cromo, Nichel e di Vanadio, questo elemento chimico dal nome della divinità scandinava Vanadis (smbolo V) cui Vanadàto e Vanàdico. In connessione il composto Aicmofobìa in complanare con Belonefobia che è la paura degli aghi o di tutto ciò che è appuntito. Dal lat ACUM, già gr AKIS, dunque, deriva il lenito Ago-àgo con le composizioni Agoaspiràto e Agoaspiraiòne, poi Aghètto “cordellinauncinetto”, il composto botanico Aghifòglio e i vari Acìcula “sorta di pianta” dal dim ACICULA piccolo ago cui Aciculàre o Acicolàre snm di 852 Aghiforme, Agùcchia dal dim volg ACUCULA piccolo ago cui Agucchiàre, Agùzzo con Aguzzàre dal lat volg ACUTIARE intensivo di ACUERE da ACUTUS; altro termine in percorso è Agùglia “ago-pinnacolo” e fig “sorta di pesce dei Beloniformi”, con Gùglia (aferesi) e Agugliàta con l’aferetico Gugliàta “quantità di filo introdotto nell’ago” cui la locuzione Gugliata di refe, transitato dal prvz AGULHA, cui il glb franc Aiguille “monolito (guglia) naturale”, eppoi i tessili Agugliàto e Aguglierìa, il marinaresco Agugliòtto. Dall’ingl STEEPLE guglia si conta il composto glb Steeplechasse “gara ippica” con Chasse caccia. La locuzione Ago di Buffon è di competenza matematica quale teorema. L’omn Agùglia vale Aquila-àquila dal lat class AQUILA, volg ACULA, attestatosi in Aquila-àquila, cui Aquilàstro, Aquilìno, il fig Aquilòne “termine marinaresco-vento di tramontana cui anche con valore di settentrione” e snm di Cervo volante cui Aquilonàre, Aquilòtto, il glb ingl Eagle “aquila” questo attestatosi in terminologia sportiva (golf). Il verso dell’aquila è il Grido. Termini alieni Aquilàno “relativo al toponimo L’Aquila, Aquiliàno relativo alla Legge aquilia proposta a Roma mdal tribuno Aquilio (III sec aC), in assonanza con Aquinàte che è il relativo del toiponimo Aquino. Aguzzìno, invece, è l’omologismo dall’ar AL WAZIR luogotenente, cui lo sp ALGOZIR, comunque inc con Aguzzare. \ Dal Duomo milanese s’innalzano ben 135 guglie.\ La rad AK s’era gà svolta nel gr KARKHAROS aguzzo, cui Carcarìno “sorta di squalo” con Carcàridi “la Famiglia” e Carcarìnidi (altra Famiglia, col gr RHIS RHINOS naso) appartenente agli Euselaci, eppoi Carcarodònte “sorta di squalo, col gr ODUS ODONTOS dente”. Il rad AK (acuto in senso fig, relativo al gusto), estesosi in AKRI, ha condotto al percorso ACER ACRIS talvolta adattato cui Acèrbo dal lat ACERBUM con Acerbamènte, Acerbèzza e Acerbità. Ha condotto al copioso percorso di Acèto da ACETUM cui Acescènte e Acescènte da ACESCERE inacidire, Acetàto, Acètico con Acetàle, Acetièra o Acetabolo, Acetìle con Acetìlico, Acetilàre e Acetilùro (suff URO chimico), Acetilàto e Acetilaziòne, Acetilène attraverso il franc ACETHYLENE con Acetilènico composto con ETHYLE e il pref AC che vale acido e un suff chimico ENE, Acetòne con Acetònico e Acetonùria (patologia, col suff gr URON urina), Acetòsa, Acetòso con Acetosèlla “sorta di erba” e Acetosità, Acetìre, Acetìno, Acetùme (col pref UME vale”troppo aceto”); i composti Acetàbolo (col suff dal gr BOLOS metto) o Acetiera con Acetabolàre e il fig Acetabulària (botanica), Acetammìde (Acido acetico col suff Ammide), Acetificàre con Acetificànte, Acetificatòre e Acetificaziòne, Acetìmetro, infine i prefissati con ACETIL (Acetile) quali Acetaldèide, Acetilcellulòsa, Acetilcolìna (doppio suff da KHOLE bile e INA per elemento chimico), Acetilsalicìlico, e con ACETO sovente adattato quali Acesulfàme (con Solfo e Lattame), Acetacetàto con Acetacètico, Acetobattèrio, Acetofenòne, Acetonemìa. Attraverso l’ingl ALKYD acido, l’ital conta Alchìdico. Eppoi, più fedele al gr, Ossirìna o Ossirìno (con OKSYS acuto e RHINOS naso) sorta di squalo dell’Ordine Lamnifòrmi (col gr LAMNA pesce vorace) della 853 Famiglia Isùridi (col gr ISOS uguale e URA coda); eppoi Ossiùro (gr OKSYS acuto e URA coda) “verme intestinale” cui Ossiurìasi o Ossiuràsi (doppio suff patologico IASI), i composti Ossiacetilènico (cannello) cui Ossitàglio “taglio col cannello”, Ossiàcido, Ossibenzène, Termini alieni Ossianèsco e Ossiànico relativi al poeta bardo Ossian del III sec dC. Eppoi Acido-àcido sia “sapore” sia “sostanza” da ACIDUS, già gr OKSYS, con, derivati e composti, Acidità, Acidificàre con Acidificaziòne, Acidimetrìa con Acidìmetro, Acidità, la locuzione fig glb Acid music “musica elettronica ritmata”, la locuzione Acido acetico, Acidofilìa con Acidòfilo o Ossìfilo o ancora Oxìfilo (che ama terreni acidi), Acidòlisi (sol gr LYSIS scioglimento), Acidòlo (suff chimico OLO), Acidòsi (suff OSI), Acìdulo dal dim lat ACIDULUS con Acidolàre, Acidoresistènza, Acidùme (suff UME vale “troppo acido”), Acidùria (suff tratto dal gr URON urina), Acìle questo un radicale (monovalente) derivato da Acido con sostituzione del gruppo finale do con le cui Acilàre, Acilaziòne e Acìlico. Gli Acidi grassi essenziali costituiscono la Vitamina F presente negli oli vegetali, oli di pesce e latte. Dal rad AK, si conta ancora l’aggettivo Acre-àcre dal ACRIS cui Acrèdine o Acrimònia con Acrimoniòso, Acridìna su modello franc ACRIDINE, la lenizione sett Agro-àgro già Acro-àcro (omn di Agro “campagna”) cui il sostantivo Agra-àgra, Agrètto, Agrèzza o il sostantivo Agro-àgro, Agrìgno, Agriòtto e Agriòtta o l’aferetico Griòtta “sorta di ciliegio-ciliegia” snm di Visciolo-Visciola, Agròre da ACROR, Agrùme cui l’aggettivo Agrumàrio, Agrumèto, Agumicoltùra con Agrumicoltòre e Agrumicultùra con Agrumicultòre, eppoi i composti Agrocòtto, Agrodòlce, infatti, il comune superlativo di Acre-Agro è Acèrrimo. Agrifòglio è dal lat ACRIFOLIUM pianta dalle foglie aguzze; in percorso il prefissato Disagrìre con Disagrimènto per accezione relativo ad una operazione vinicola. Il termine Crespìno (sorta di arbusto), cui la variante Trespìno, che pare connesso a Crespo, è invece la composizione lat ACRISPINUM dalle spine acute del genitivo ACRIS con SPINA spina, ricalcando il gr OKSYAKANTHA questo con AKANTHA spina rintracciabile ancora in Triacànto (pref TRI tre) “sorta di albero americano” snm di Gledìssia o Gledìccia dal nome del botanico J. G. Gleditsch (1714/1786). Il lemma Agrimònia non è affatto il snm lenito di Acrimonia; il termine è un’attestazione dal lat AGRIMONIA “sorta di pianta” metaplasmo dal gr ARGEMON leucoma oculare poiché si credeva che tale pianta curasse questa patologia. Termini pseudoetim il glb Agreement “accordo” dall’ingl TO AGREE accordarsi, l’omologismo Agremà o Agremàno o ancora Agrimàno “sorta di passamano artistico” dal franc AGREMENT ornamento. Il lemma Agripnìa, poi, è dal gr AGRYPNIA insonnia composto da AGREO desidero e HYPNOS sonno. Agrìppa, infine, è composto da AGRO nel senso di punta “parte terminale” e PED piede, questo in forma espressiva PPA, e vale “nato per i piedi”, cui Agrippina nell’onomastica. Il termine Agrippìna “sorta di divano” adottato 854 ndal 1832 è così indicato poiché è ispirato al gruppo statuario che raffigura Elena, consorte dell’imperatore Costantino, semisdraiata sul divano, erroneamente creduta Agrippina questa moglie di Germanico. MIGLIO MIGLIORE MULTA MIGLIO \ Miglio, che per i romani valeva MILLE PASSUUM (1478 metri), è l’unità tradizionale di misura itineraria terrestre incalzata dal chilometro, successivamente omologata in marina ed in aviazione (qui in senso orizzontale, diversificandosi dal Piede, 30,48 cm, in senso verticale), che muta genere al plur: 1 miglio, 2 miglia (come migliaio e migliaia). Il miglio ha diversi valori dipendenti dai luoghi in cui è determinato; ma anche dai tempi, incominciando dagli antichi romani. Il miglio terrestre adottato nei paesi anglosassoni corrisponde a mt 1609,3 mentre il miglio marino, ormai universalizzato ed accolto, come si è detto, anche dalla navigazione aerea, a mt 1852. Il Nodo, unità di misura delle velocità marine ed aeronautiche, equivale infatti ad 1 miglio l’ora, pari alla distanza di mt 1852 coperta in un’ora. Molti toponimi indicano ancora la distanza storica in miglia dal centro importante più vicino, quali Quarto d’Altino nel Veneto e Tricesimo nel Friuli, ovvero 30 miglia da Aquileia; ancora, Quinto di Treviso e Quinto Vicentino.\ Mìglio, cui il plur Mìglia con la storica corsa automobilistica Millemìglia e Centomìglia questa la regata velica sul Garda, dal lat MILIA migliaia da MILIARIUM, ed i suoi derivati sono rimasti ottemperanti al lat, rifiutando il gruppo GL, quali Miliàre, Miliòne con Biliòne “miliardo” (pref BIS due volte) attrraverso il franc BILLION, Triliòne “milione di bilione” attraverso l’ingl TRILLION cui la variante Trilliòne, Miliàrdo... in connessione con il gr MYRIAS diecimila, cui Mirìade e il pref MIRIA in termini quali Miriagràmmo, Miriàmetro. Migliàio e il plur Migliàia si sono attestati nel gruppo GL, anche grazie a Dante “Quanto di qua per un migliaio si conta” dal Purg XIII v.22. L’uso improprio di Millànta, al posto di Migliaio o Migliaia, ne ha attestato il significato in “falsità, bugia”, dal verso di Boccacio “Hàccene più di millanta” che ne ha sostituito il corretto suff etim del lemma lat MILIARIU(M) imponendovi l’anta delle decine (quaranta... novanta); pertanto, l’ital conta Millantàre con Millantamènto, Millantàto, Millantatòre, Millantatùta e Millanterìa. Il cardinale Mìlle, dal lat immutato MILLLE, parte dalla base tematica SMI-GHZ-LI, vrs paragonato al sct SAHASRA, che deriva da SM-GHEZ-LO, e al gr KHILIOI, questo derivato da GHEZ-LYO. Nel percorso semantico di Mille, troviamo Millenàrio con Millenarìsmo, Millenarìsta e Millenarìstico, Millènne, l’ordinale Millèsimo 1 o Millèsmo, da MILLESIMUS, Millècuplo, il prefissato Immillàre o Imillàre e tutti i composti col primo membro Milli (millesima parte), Millìmetro, Millimìcron e alcuni sostantivi 855 d’immagine quali Millefiòri, Millerìghe, ma troviamo anche i diretti discendenti dal gr KHILIOI mille, cui il pref CHILO (omn del pref CHILO da KHEILOS labbro) o KILO nei composti in complanare, ma preferibile il gruppo letterale puramente ital Ch, quali Chilocalorìa o Kilocalorìa, Kilobyte, Chilogràmmetro o Kilogràmmetro, Chilohèrtz o Kilohèrtz o il snm Kilocìclo, Chilòmetro o Kilòmetro con Chilometràggio, Chilometràre, Chilomètrico o Kilometràggio, Kilometràre e Kilomètrico, Chilomicròne (col gr MIKRON piccolo), Chilòpodi (centopiedi), il semiomologismo Chìloton o Chilotòne con Kìloton o Kilotòne (con l’ingl TON tonnellata), in ambito elettrico Chilovòlt o Kilovòlt con Chiloampère o Kiloampère, Chilovoltampère o Kilovoltampère, Chilowàtt e Chilowattòra o Kilowàtt e Kilowattòra questo composto con l’unità di misura di potenza Watt e del tempo Ora. Il Millenarìsmo è affine al Chiliàsmo, cui Chiliàsta e Chiliàstico, dal gr KHILIOI mille, ed è la dottrina che ha mitizzato il ritorno di Cristo dopo mille anni, ma il termine non è nato in epoca cristiana: l’idea di un qualche ritorno millenario si ritrova in epoche precedenti come nel giudaico, eppoi omologato nell’islamico. Chiliàrca è il condottiero di mille militi, lemma composto col gr ARKHOS comandante. L’omn sostantivo Chìlo è dal lat CHYLUS già gr KHYLOS e vale succo-linfa intestinale cui Chilòsi (suff medico OSI), Chilòso, il prefissato Achilìa (pref A privativo), il composto Chilìfero con Chilificàre e Chilificazione (la trasfornazione del Chimo in Chilo) o Chilòsi. In assonanza, e null’altro, l’esot messicano Chili “sorta di peperoncino- condimento”, di genesi Nahuati. L’omn Mìglio, dal lat MILIUM, con tema indoeur M(E)LI (questo solo omn del gr MELI miele, la cui connessione non appare possibile), è la pianta erbacea i cui minuti frutti gialli sono usati come becchime per uccelli, cui il fig Migliàccio con Migliacciàre, un Migliaccìno, Miglialsòle dalla locuzione Miglio al sole snm di Migliarìno “sorta di pianta e d’uccello”, il fig Migliaròla “pallini da caccia”; è ragionevole pensare che l’assonanza rad con MILIA sia la prova di una correlazione, mercè la grande quantità (migliaia) dei frutti; il gr conta KENKHROS grano di miglio cui Cèncro svoltosi fig ad indicare una varietà microcristallina di diamante altrimenti detto Bort e addirittura una sorta di serpente, vrs per il ventre screziato di piccole macchie. \ La Capsula del Tempo del Millennio è d’idea britannica: ognuno - dietro regolare ricevuta d’attestazione di proprietà - potrà depositarvi un apposito scrigno di sicurezza racchiudente un’importante ricordistica da tramandare ai posteri. La capsula, sigillata, 856 sarà sotterrata in un bunker nel 2001.\ 1 L’omn Millesimo indica la data di nascita di un ottimo vino prodotto da una vendemmia particolarmente feconda; il termine nasce dalla tradizione di indicare un determinato anno secondo l’era volgare. \ Giudaico Islamico Dal lat IUDA, inv dal gr, già ebr YEHUDAH, l’onomastico Giuda cui Giudèo adottato dal XIII sec assimilato ad “ebreo” con il ted JUDISCH giudeo svoltosi nel glb YIDDISH o JIDDISCH, questo un termine diffuso dal 1932 che da “dialetto degli ebrei europei” (Europa centro-orientale) è finito per indicare tale cultura, il cui maggiore esponente d’oggi è Moni Ovadia; la melodia nel noto coro canto corale Bella ciao è vrs di genesi yiddish, attraverso un riadattamento nei canti delle mondine. L’onomastico Giuda ha avviato il percorso di Giudàico (dal XIV sec), Giudaìsmo, il toponimo Giudecca (quartiere “ghetto” di Venezia o d’altre città, adottato dal XVII sec) dal lat IUDAICA quale fem di IUDAICUS, Judeofobìa è l’atavica e patologica paura degli ebrei. Ebrèo, lemma contemporaneo di Giudeo, è dal lat HEBRAEUS già gr HEBRAIOS da IBRI in originale del popolo, così indicato dagli egizi con valore di “immigrati poveri” e non quindi di popolo o di religione, cui Ebràico con Ebraicìsta, Ebraicità, Ebraicizzàre ed Ebraicizzaziòne, Ebraìsmo con Ebraìsta, Ebraizzàre ed il prefissato in contrapposizione Antiebraìsmo, questo neologismo del XXI sec. Ebreo s’è svolto in snm di “usuraio, avaro”, grazie ad una universale politica antisemita che è riuscita storicamente a plagiare purtroppo i popoli. Il nome dato agli ebrei dell’Europa centroorientale è Ashkenazìta o Askenazìta dall’ebr ASHKENAZ che identificherebbe l’attuale Germania. Israele è lo stato fondato dagli ebrei nel secondo dopoguerra, cui Israeliàno adottato dal 1948, eppoi Israelìta (già dal XIV sec) con Israelìtico in riferimento alla tradizione, cultura e religione, dall’originale YSRA’EL svoltosi nel gr ISRAEL con ISRAELITES. Sionìsmo (dal 1899) è il movimento politico che condusse alla costituzione di una patria in Palestina 1 per gli ebrei dispersi nel mondo (Diàspora), termine in riferimento al colle Sion, in ebr Iyyon, di Gerusalemme, cui Sionìsta e Sionìstico. Semìta (coniato nel XIX sec) identifica il gruppo etnologico, storico e culturale, che racchiude storicamente i babilonesi, gli assiri, l’ebr, l’aramaico e l’etiopico, cui Semìtico, Semitìsta, Semitìstica e Semitizzàre, ma è finito per identificare comunemente gli ebrei, specie nell’accezione Antisemìta, Antisemìtico, Antisemitìsmo. Il termine omn Semìta (coniato nel XIV sec) vale anche “sentiero” inv dal lat SEMITA. Gli ebrei, poi, indicano il prossimo non appartenente alla loro identità GOY col plur GOYIM cui l’omologismo Gòi adottato dal 1892. Il cibo ritualmente puro, in base agli insegnamenti religiosi, è definito KASHER cui il glb Kashèr o Koshèr e l’omologismo Cascèr. Da TORAH “istruzione” si conta lomologismo Torà. Ancora dall’ebr, in area glb si conta Shalòm quale formula di saluto” da SHALOM pace, Dall’ar-persiano MUSLIM fedele dell’Islam, l’ital ha ricalcato l’omologismo Musulmàno o Mussulmàno adottato dal XVI sec. Il termine Islam (pron i slàm o ì slam) diffuso dal 1879 è inv dall’ar ISLAM 857 abbandono (alla volontà di Allah “Dio”), cui gli omologismi Islamicità, Islàmico, Islamìsmo, Islamìsta, Islamìstica, Islamìta, Islamìtico, Islamizzàre e Islamizzaziòne. Fondatore dell’Islam è il profeta Muhammad o Mohammed italianizzato Maometto (570\632) cui Maomettàno questo adottato dal XIV sec sostituendosi al preecedente Saraceno, con Maomettanìsmo o Maomettìsmo; ai suoi continuatori è assegnato il titolo di HAIFA successore cui l’omologismo Calìffo con Califfàto. Secondo la tradizione islamica, Maometto salì al cielo cavalcando Al Buraaq, un cavallo alato, nome che avrebbe assunto un supereroe musulmano, personaggio di ultima generazione (XXI sec) dei fumetti, dall’indole di rappacificazione tra le religioni. Attraverso il turco GAVUR dall’ar KAFIR infedele, l’ital conta l’omologismo Giaùrro “ non musulmano”. Nella terminologoa islamica si conta l’omologismo Alcoràno (già dal 1292) dall’ar AL QU’RAN lettura o semplicemente QURAN cui il corrente Coràno (adottato dal XVIII sec) con il suo relativo Corànico; in associazione a questo, il termine Sùra, esot inv dall’ar SURA, cosi definito ognuno dei 14 capitoli del Corano, omn dell’omologismo Sùra “tipo di stoffa”dal toponimo ind SURAT, attraverso l’ingl SURAH. L’insieme della Legge sacra islamica, ossia il Corano, la Sunna, il Consenso della comunità e la Deduzione analogica, racchiusi nei quattro fondamenti del diritto, è indicata con l’ar SARI ‘A strada battuta, cui l’omologismo Sharìa. L’espositore della legge giuridica e religiosa è indicato con Muftì, inv dall’ar MUFTI. Colui che pronuncia l’ADHAN, ossia che invita alla preghiera, è indicato invece con MU’ADHDHIN attestatosi dal turco MUEZZIN cui Muezzìn o l’omologismo Muezzìno adottato dal XVIII e che è andato a sostituire Talacimànno omologismo dal persiano DANISMAND dotto già diffuso dal XV sec. La comunità dei fedeli è detta Umma-ùmma. Infine, Ulma-ùlama o Ulemaùlema teologo da ULAMA questo plur di ALIM dotto, e Imàm inv dall’ar IMAM, con l’addattamento ital in Imàn o ancora in Imàno, che è il lettore dei testi sacri, in estensione “sapiente”; IMAM, storicamente, è per gli sciiti tra i dodici eredi del Profeta mentre per i sunniti corrisponde al califfo, cui Imamìta e Imanàto. Il Salafìta è un membro di una setta che ha adottato la lotta santa e armata contro gli occidentali, dall’ar SALAFI devoto-pio. Salàm è l’omologismo inv dall’ar SALAM saluto-pace, con Salamelècco o Salamelècche dalla locuzione SALAM ALAYK pace su di te. 1 Storicamente, Palestina, cui l’etnico Palestinèse (diffuso dal 1953), in lingua semitica sta per “Terra degli stranieri” in connessione rad con Filistèo meglio Filistèi (termine già diffuso nel 1374) che sta per “popolo della Terra Promessa” antecedente agli ebrei, attrraverso il lat PHILISTAEUS; Palestina, poi, per gli Ebrei guidati da Mosè s’è svolta in Terra promessa (da togliere agli stranieri). Dal XVII sec, poi, Filisteo s’è svolto nel snm di “borghese gretto” attraverso il gergo studentesco in Germania, eppoi Filisteìsmo dal 1908 snm di Misoneismo. MIGLIORE Mèglio, dal lat MELIUS, è il neutro di MELIOR cui Migliòre, da un 858 rad MEL meglio, cui Mòlto da MULTUS (aggettivo) e da MULTUM (avverbio), che ritroviamo nel gr MALA molto; Migliòre, allora, vale “abbondantemente buono” da MIGLIOREM comparativo di Buomo. In percorso, Miglioràre o il toscano Meglioràre da MELIORARE cui Miglioràbile, Miglioramènto, Miglioràndo, Miglioratìvo, Miglioratòre, Miglioraziòne, Migliorìa questo anche lo stato d’improvviso o inatteso benessere che precede la morte, in tal senso molto diffuso a livello popolare cui la locuzione Miglioria della morte, Migliorìsmo (idea intermedia tra pessimismo ed ottimismo) dalla teoria del Migliorìsmo attraverso l’ingl MELIORISM cui il termine politico Migliorìsta che indicherebbe chi è propenso ad accogliere un miglioramento dello stato, rinunciando alle rivoluzioni, il prefissato Immegliàrsi (IN illativo). Da MULTUS l’ital ha ricavato Moltitùdine eppoi il pref MULTI adattato per una nutrita serie di composizioni da Multànime a Multizonàle, compresi Moltèplice e Molteplicità col lat PLICARE piegare vale “che si piega più volte” su calco di Duplice, Triplice… e Moltìplica con Moltiplicàre, Moltiplicatìvo, Moltiplicatòre e Moltiplicaziòne. Il gr conta il pref intensivo ZA molto cui l’ital Zalòfo “leone marino” con LOPHOS cespo-pennacchio. Il rad MEL meglio, svoltosi nella forma espressiva lat MEL MELLIS miele (ossia il meglio tra gli alimenti), già gr MELI ha dato Mièle, con la vaiente Mèle, ma del valore di non inebriante, cui Melàrio con la locuzione Borsa melaria “parte intestinale dell’ape contenente il miele”, Melàta (omn di Melata da Mela) con Melàto, Melilìte “sorta di roccia, con suff ITE per minerali), Mèlleo, Mielàto, Mièlico, Mielòso, il prefissato Smielàre con Smielatòre e Smielatùra, l’onomastico Pamela “tutta miele” (col suff PAN tutto), eppoi, attraverso il gr MELI, Melifàgidi (Famiglia di uccelli, col gr PHAGEIN mangiare), il botanico Melilòto (composto con Loto). Da recenti studi, oltre alle sue proprietà note sin dall’antichità, cui l’assimilazione alla rad di meglio, il miele, oltremodo quello cosiddetto Miele di manuka (di una sorta d’arbusto esotico), contiene una accertata azione antibiotica e cicatrizzante. Dalla correlazione MULSUM miele con vino, si ha Mùlso, il prefissato Emulsionàre con Emulsionàbile, Emulsinànte, Emulsionatòre, Emulsiòne, Emulsìvo e il composto Emulsiòmetro. Nel volg mer esiste il termine Miero o Mieru per Vino, considerato una sovrapposizione del lat MEL miele con il lat TEMETUM vino; la presente ricerca ritiene più realistica la sovrapposizione di MEL col dialettale Gnuru “nero” (o Niru e simili) del valore di Vino nero 859 questo affine allo sp TINTO vino rosso. La sovrapposizione con MEL, a ogni modo, è accertata poiché era ricorrente bere il vino addolcito col miele, questo, almeno nelle consuetudini strategicamente importate dai romani, i quali, non dimentichiamolo, erano gli americani d’allora, vedi oggi per la Coca Cola. Relativi al vino, il lat conta PASSUM “vino prodotto con uva secca (passa)” eppoi le locuzioni VINUM ATRUM vino nero e VINUM CANDIDUM vino bianco. Sempre da MELI, il lat conta MELLACEUS dolciastro-mosto (recuperando la doppia lettera l), ma che inc con un franc MINCE sottile, è nato l’ital Melènso, forse influenzato da MEL miele, cui Melensàggine e il prefissato Immelensìre (IN illativo). Lo stesso per Melàssa, su calco franc MELASSE, questo dallo sp MELAZA, ma sempre dal lat MELLACEUS, cui la variante Melàsso o Melàzzo, eppoi Melassàre, Melassatùra, un forzato Melassòso. Il gr conta MALASSO rammollisco, vrs in connessione con Miele, cui MALAGMA svoltosi nel lat medv AMALGAMA così entrato in ital, cui Malassàre con Malassatùra, il prefissato Amalgamàre con Amalgamànte e Amalgamaziòne. Si hanno ancora le composizioni col pref MELLI dal genitivo MELLIS quali il fig Mellìfero, snm di Sdolcinato, con il lat FER porto, Mellificàre e Mellificaziòne con il lat FACERE fare, Mellìfluo con Mellifluità con il lat FLUERE scorrere, Mellìsuga “sorta di uccello” con il suff tratto dal lat SUGERE succhiare, fig (per il colore) il minerale Mellìte, il chimico Mellìtico, il patologico fig Mellìto cui la locuzione Diabete mellito, Mellìvora “sorta di carnivoro”, eppoi il pref MIELE MIELO, il suff MIELIA da MYELOS fig midollo, cui Mielìna (suff chimico INA) con Mielìnico, il patologico Mielìte snm di Spinite (suff medico ITE) con Mielìtico, il patologico Mielòide (suff OIDE somiglianza), Mielòma (suff medico OMA), Mielòsi (suff medico OSI), il prefissato Demielinizzànte con Demielinizzaziòne, i composti Mielencèfalo, Mieloblàsto, Mielocìta e Mielocìto (suff che vale “cellula”) con Mielocitòma (doppio suff medico OMA), Mielocoltùra, Mielografìa, Mielomalacìa, Mielomeningìte con Mielomeningocèle, Mielopatìa, Mielopoièsi, Mielopuntùra, Mieloscleròsi o Mielosclèrosi (pron gr) con Osteomieloscleròsi, Mielotomìa, Mielotrasfusiòne; infine Idromielìa (con IDRO acqua), Nanomielìa (col gr NANOS con valore di micro) e Siringomelìa. Termini alieni Melìna nella locuzione sportiva Gioco della melina legato in modo fig al gioco infantile dello scambiarsi lanciando una piccola mela, la miscela esplosiva Melinìte (col gr LITHOS pietra) 860 dal nome del ministro franc F. J. Meline (1838)1925), Melitèa “sorta di farfalla” dei Ninfalidi a ricordo della mitologica Melite una delle cinquanta figlie di Nero, citate in Nerèidi, eppoi Melitènse relativo al toponimo insulare Malta già Melita. \ Proprietà terapeutiche del miele Il Miele d’Acacia disintossica ed è lassativo, d’Arancio è sedativo, di Castagno disinfetta le vie urinarie e favorisce la circolazione del sangue, d’Erica è un ricostituente, d’Eucalipto combatte la tosse e l’asma, di Girasole rinforza le ossa e contrasta il colesterolo cattivo, di Rododendro allevia l’artrite, di Tiglio è diuretico ed è contro l’insonnia, di Timo, infine, è tonificante. \ Neutro In lat c’erano nomi di genere ibrido, in altre parole, che s’opponevano sia al mas sia al fem, definiti Neutri. Nella nostra lingua, se ne sente talvolta la mancanza. Prendendo ad esempio i termini Sentinella, Guardia… questi sono considerati di genere fem anche se i ruoli sono tradizionalmente svolti da un uomo; oppure i termini Avvocato, Deputato, Ministro… considerati di genere mas pur ricoperti da donne, a meno che non vogliamo volgerli nei linguisticamente ineleganti Avvocata-Avvocatessa, Deputatessa, MinistraMinistressa… meglio accettabile andrebbe per Deputata. Nèutro, quindi, dal lat NEUTER nessuno dei due, composto della particella di negazione NE e UTER, questo dal tema di KWOTERO quale dei due. Da Neutro parte un percorso esplicito e composto, cui Neutràle, Neutralìsmo con Neutralìsta e Neutralìstico, Neutralità, Neutralizzàre con Neutralizzàbile, Neutralizzànte, Neutralizzàto e Neutralizzaziòne, Neutrìno cui il prefissato Antineutrìno, Neutròfilo (termine medico), Neutròne con Neutrònico. \ Ministra e sentinello Nel mondo animale, solo in rari casi, è consuetudine differenziarne in alcune specie il sesso, adoperando il femminile del nome, quali elefantessa da elefante e leonessa da leone. Più normalmente, infatti, il genere linguistico resta invariato, vedi la tigre, il puma, la zebra, il leopardo, la formica… La specie umana, invece, ha sempre adottato gli eteronimi uomo e donna, pur restando immutato il lemma collettivo maschile uomo riferito all’umanità. Oggi il nostro idioma è inquinato da pseudo - neologismi, che non hanno cioè alcuna connessione storica. Si fa prevalere in maniera linguisticamente ingiustificata una motivazione sociale, figliastra di una soluzione politica, che d’altro canto però è giusta. Si assiste così alle brutture di termini quali assessora, avvocata, controllora, ministra, sindaca e soldata in sostituzione o in aggiunta alle già datate forzature di avvocatessa, dottoressa, soldatessa e, più recentemente, di presidentessa e sindachessa. Per le identiche motivazioni di parità sociale, allora, dovranno essere inserite nella lingua vocaboli grammaticalmente di genere femminile riportabili al 861 maschile ove attribuiti a uomini, quali il guardio da guardia, il sentinello da sentinella e il vedetto da vedetta. Se si percorre questa strada in procedimento globale, accantonando storia e tradizioni, non solo la lingua bensì il nostro essere italiani finirà di smarrire la propria identità, lasciando alle etnie che giungono nella nostra penisola di mantenere fermamente le loro; anzi potrà capitare che saremo noi a emularle, come già accade nell’omologare nella nostra lingua voci straniere. La globalizzazione, un esempio per tutti, ci ha persuasi a scalzare la locuzione “revisione della spesa (pubblica)” per abbracciare la “spending review”, questa riportata finanche nei documenti ufficiali di governo, l’ente che avrebbe dovuto piuttosto salvaguardare la lingua, Francia insegna. Volgere al femminile termini storicamente maschili senza una dovuta documentazione giustificatoria, e naturalmente viceversa, è un tradimento linguistico. La storia, nondimeno, alla quale occorre affidarci senza deroghe, ci dice viepiù che sono accettabili in alcuni casi termini quale Ostetrico maschile di Ostetrica. L’ostetricia è stata sempre prerogativa delle donne, ebree, egiziane, greche, romane, sino al Seicento quando fu accreditata la pratica del chirurgo francese François Rousset il quale nel 1581 aveva sperimentato il parto cesareo, operazione che salvò la vita a una partoriente. La spiegazione storica del termine al maschile, poi, è supportata dalla zoologia nello studiare il comportamento dei maschi, i quali soccorrono le femmine sia nella deposizione delle uova sia nell’incubarle, come il rospo ostetrico o l’ippocampo (cavalluccio marino) MULTA La semant ha irradiato, dalla stessa rad MEL di Meglio, il lemma Mùlta “pena pecuniaria”, cui Multàre, già lat inv MULTA per indicare “abbondantemente buono” ma per chi ne beneficia; infatti, le multe vanno a totale interesse dei comuni, dello stato. Snm di Multa (adottato dal XIV sec) è Contravvenziòne (dal XVI sec) dal lat CONTRAVENTIO da CONTRA VENIRE andare contro la legge, cui Contravvenìre. Venìre è inv dal lat VENIRE cui Veniènte e Venùto, i glb franc Avenue da AVENIR venire e Parvenue dal prefissato PARVENIR arrivare, è inv dal lat VENIRE da rad GWEM nel significato originale di andare, passato poi in enantiosemia, cui il sostantivo Ventùra dal Pf VENTURUS da venire (quindi fig rischio) con i prefissati Sventùra e Sventuràto (S sottrattivo), la locuzione glb ingl Venture capital “capitale a rischio”, Venturière o Venturièro, l’esot Venturina o meglio Avventurìna (minerale) attraverso il franc AVENTURE, Ventùro “futuro”, vrs Venturòne (sorta di uccello) e Venturòso. Il percorso prosegue con i prefissati Avvenènte ed Avvenènza questo dal prvz AVINEN che vien bene, Avvenimènto e Avvenìre questo anche sostantivato cui Avvenirìstico, eppoi Conciòne 862 “assemblea o discorso solenne” con Concionàre, Concionatòre, Concionatòrio e Concionèsco dal lat CONTIO da COM VENTO di COM VENIRE cui Convenìre con Convègno, Convenènte, Conventìcola, Convenènza Convenèvole, meglio Convenèvoli, con Convenevolèzza, il glb ingl Convention, Conveniènte e Conveniènza, Convènto con Conventuàle, Convenziòne con Convenzionàle, Convenzionàre e Convenzionàto; i prefissati Sconvenìre (S sottrattivo), Sconveniènte e Sconveniènza, con Sconvenèvole o un desueto Sconvenèbole, con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, e Sconvenevolèzza, e il doppio prefissato Disconvenìre. Eppoi Divenìre, o Devenìre, sia aggettivo sia sostantivo cui il doppio prefissato Addivenìre (AD allativo, dal XIII sec) questo sia con valore di “arrivare” sia di “accadere” snm di Avvenire, e il frequentativo Diventàre, o Deventàre con il toscano Doventàre; ancora, Eveniènza con Evènto, Eventuàle, Eventualità e Eventualmènte dal lat EX VENIRE; il franc conta EVENEMENT evento cin EVENEMENTIEL cui l’omologismo Evenemenziàle termine adottato in storiografia. Il percorso prosegue con Inconveniènte con Inconveniènza (pref IN negativo), Intervenìre con Interveniènte, Interventìsmo con Interventìsta e Interventìstico, Intervènto, Intervenùto, Intervenziòne, e Intervenzionìsmo (pref INTER tra), Pervenìre con Pervenùto (pref PER attraverso), Prevenìre con Preveniènte, Prevenùto, Preventìvo, Preventivàre, Preventòrio, Prevenziòne e Prevenzionìstico (pref dal lat PRAE prima), Provenìre con Proveniènza e l’astratto Provènto (col pref PRO davanti-fuori), Rinvenìre (omn-snm di Rinvenire “riprendere i sensi”) con Rinvenimènto e Rinvenùto nel senso di “ritrovare-ritrovarsi” col doppio pref RI IN (iterativo-illativo), Sovvenìre con la variante Suvvenìre eppoi Sovvenèvole, Sovvenitòre, Sovventòre, Sovvenziòne, Sovvenzionàre, Sovvenzionamènto e Sovvenzionatòre da SUB VENIRE “soccorrere”; dal franc si conta il glb Souvenir dal lat SUB VENIRE sovvenire, traducibile ancora nel sostantivo ital Sovvenìre nel senso di “ricordo” omn-snm del verbo. Il percorso prefissato conta ancora Svenìre con Svenimènto e Svenùto (S sottrattivo) nel senso di “perdere i sensi” cui Rinvenìre con Rinvenimènto, Rinvenitòre e Rinvenùto nel senso di “riprendere i sensi” mutando il pref S con il doppio RI iterativo e IN illativo, cui ancora il fig Svenèvole con Svenevolèzza. \ Il noto cantante italo-americano Frank Sinatra era indicato, oltre a “The voice” la voce, con l’epiteto “Swoonatra” dall’ingl To SWOON svenire, poiché capitava sovente che alcune fan svenissero durante i suoi concerti. \ Il percorso continua con Rivenire (RI iterativo) e con il glb franc 863 Reverant, infine Vademècum dalla locuzione VADE MECUM vieni con me utilizzato quale snm di Manuale o Guida, la locuzione Vai e vieni o Va’ e vieni. Il gr conta ELY venire, che col pref gr PROS a-verso diventa PROSELITOS sopraggiunto, cui il lat PROSELITUS e l’ital Prosèlite o Prosèlito, meglio al plur Prosèliti, con Proselitìsmo e Proselitìsta. \ Avventura Invenzione Con l’intensivo ADVENTARE di ADVENIRE, l’ital conta il percorso di Avventìzio variante di Avventìccio (che viene fuori) con Avventiziàto, Avvènto (arrivo) con Avventìsta, Avventòre (che arriva), Avventùra (Pf lat per “ciò che accadrà” svoltosi in “ciò che è accaduto” Ved Facere in Beneficiato…) con Avventuràre, Avventuràto, Avventurière, Avventurièro, Avventurìsmo, Avventurìsta e Avventurìstico, Avventuròso. Inventàre è dal lat volg INVENTARE trovare dentro di sé (un’idea), questo l’intensivo di IN-VENIRE trovare, con Inventàto, Inventìva, Inventività, Inventìvo, Invènto sostantivo da INVENTUS ritrovato, Inventòre da INVENTOR, Invenziòne da INVENTIO INVENTIONIS “capacità di trovare (un’idea)”, eppoi Inventàrio da INVENIRE trovare con Inventariàre, Inventariàbile e Inventariaziòne. SASSO SESSO SESSA SASSO Sàsso, dal lat SAXUM di rad indoeur SEK tagliare in età litica, che ne riafferma l’uso strumentale. Derivati espliciti di Sasso, una serie lemmatica quale Sassàia, Sassaiòla, lo zoologico Sassaiòlo “che vive tra i sassi”, come il Sassèllo “piccolo tordo” e Sassìcolo (con pref dal lat COLERE con valore “che abita) snm di Saltimpàlo, Sassàta, Sàsseo, Sassòso dal lat SAXOSUS, Sassìsmo con Sassìsta (termine alpinistico); il composto Sassifraga o Sassèfriga, cui Sassifragàcee (la Famiglia) dal lat SAXUM-FRANGERE è un’erba montana anticamente creduta terapeutica per infrangere i calcoli (sassetti) renali cui ancora Sassafràsso o Sassofràsso attraverso il franc SASSAFRAS già sp SASAFRAS, che è un albero dell'America del nord la cui rad produce un olio medicinale; un lemma nobile, quindi, d’antichissima stirpe, che si ritrova nel ted SAHS oggi lama, coltello smarrendo così l’identificazione originaria della materia (pietra) con la quale si fabbricavano tali utensili o armi. Il termine Sassolìno, oltre ad essere un dim di Sasso, è anche “minerale” relativo al toponimo Sasso (Toscana) cui Sassolìte (suff LITE pietra e che, come in un gioco di parole vale “pietra di Sasso) e quale “anisetta” relativo al topomimo Sassuolo nel modenese, così come Sassèlla “sorta di vino” al toponimo Sassella. Fuori percorso da Sasso, Sàssola o Sèssola, snm di Gottazza, d’etim 864 onomatopeico della serie S SS, che è la grossa cucchiaia di legno utilizzata per togliere l’acqua (sgottare) dal fondo delle imbarcazioni; Sàssone, poeticamente Sassòne, infine, è relativo alla regione della Sassonia. Il lat conta SCRUPULUS per sassolino, questo dim di SCRUPUS sasso, cui fig Scrùpolo, Scrupolosamènte, Scrupolosità, Scrupolòso, la locuzione Avere uno scrupolo deviando dalla locuzione Avere un sassolino nella scarpa. L’ingl conta un TO SCRUB lavarestrofinare, e il pensiero non può che andare all’ant pretica di lavare e strofinare sulle pietre, cui, vrs in connessione, i glb Scrub e Scrubbing in cosmetica. Dal tema med GALA-KALA sasso, inoltre, l’ital ha coniato il nome del minerale Galèna alias Solfuro di piombo”, questo dallo specifico tema med GALENA, il quale non è nel percorso di Galènico poiché questo è l’aggettivo derivato dal medico gr Galeno (vissuto pressoché nel 129-200); ancora, Galèstro o Calèstro “terreno particolare, argilloso, e nome di vino toscano dal quale si ricava” con l’aggettivo Galestròso. Dalla rad indoeur SEK è convenuto il lat SECARE da un ant SECERE, cui il Pp SECTUS che avrebbe portato Insètto da INSECTUM (pref IN illativo, vale “frammentato” ricalcando il gr ENTOMON) cui Insectofobìa che è l’avversione per gli insetti, Insettàrio, Insètti (la Classe), Insetticìda, Insettìfugo, Insettìvori (Classe di mammiferi) e Insettìvoro, Insettologìa con Insettològico e Insettòlogo, eppoi Segmentàre e Segmènto questo nome di strumento di SECERE col composto Soprasegmentàle, Sèttile “può essere reciso”, Sètto “reciso” (omn di Setto da Recinto) col prefissato Bisètto (BIS due volte), Settòre “parte di... tagliato da...” con il pref Prosettòre e Prosettrìce, i geometrici il fem Settrìce e i prefissati Bisettòre e Bisettrìce questo snm di Bisecante, Settoriàle con Intersettoràle, Settorialità, Settorialìsmo, Settorializzàre e Settorializaziòne, il neologismo Settòrio, Settorìsta, Seziòne con Sezionàre e Interseziòne, Dissecàre, Dissezionàre con Disseziòne e, ancora, Secàre con il trigonometrico Secànte cui Secantòide e Cosecànte ellittico della locuzione lat COMPLEMENTI SECANS Secante del complemento, i prefissati Intersecàre cui Intersecamènto e Intersecaziòne, Resecàre o Risecàre (da non equivocare con Risicare da Rischiare), ed ancora Scùre da SECUREM derivato da SECARE già Secùre (con sincope della vocale e) cui il composto fig Securìgera che con il lat GERERE portare vale “sorta d’erba infestante delle Papilionacee”; eppoi Segàre col devb Sèga ottenuti con la lenizione sett di c in g da Secare, con una sfumatura semant 865 che orienterebbe Segare nel senso di un’azione concreta, tramite appositi utensili, e Secare in figura teorica, come le secanti geometriche di una curva, come la funzione trigonometrica inversa del coseno. La Sega idraulica è una delle invenzioni leonardesche. Il lat conta ancora un SERRAM sega cui Saràcco con il dim Saracchìno “sega a mano” adottato dal 1861; da non equivocare con il lemma Saracchio adottato in botanica. Omn di Setto ”reciso” è Sètto, come quello nasale che divide le due cavità, dal lat SAEPTUM chiusura-recinto, forma sostantivata del verbo SAEPERE recingere, cui Sèpalo (botanica, sul modello di Petalo), il biologico Sepimènto con Sepimentaziòne, eppoi Sièpe con Sepaiòla o Sepaiuòla (uccello delle siepi), i prefissati Assiepàre (già nel 1321) “chiudere con la siepe” con Assiepamènto, Presèpe o Presèpio (già nel 1306) “davanti al recinto (stalla)” cui Presepiàle con la locuzione Arte presepiale, Presepìsta in gara con Alberìsta per gli addobbi natalizi. Il risvolto fig di Assiepare “affollare” ha trascinato il termine Presepe nella metaf “innanzi alla folla di credenti” nel 1280, \ Il primo presepio inanimato, ovvero composto con statuine, pare sia stato ideato da un certo Arnolfo Di Cambio; quello vivente, è noto, fu scenografato in prima assoluta da Francesco d’Assisi.\ Il termine prefissato Transètto o Transétto “navata trasversale della chiesa” è stato coniato attraverso l’ingl TRANSEPT ma con il lat TRANS oltre e SAEPTUM chiusura. Scuriàta non ha nulla della Scure, il termine è l’ipocoristico italianizzato di EX CORRIGIATA, dal lat CORRIGIA laccio per scarpe, che oggi sta per “sferza-cinghia di cuoio”, donde è ancora pervenuto Corrèggia (etim estraneo al percorso di Correggere) con Correggiàme (suff AME per collettivi), l’utensile Correggiàto, e i fig Correggiòla “striscia di terra” col toponimo d’attestazione locale Corizola con Correggiòlo”cordoncino” della rilegatura dei libri; col pref S fuori, l’omn-snm Corrèggia con Scorreggiàre (S sottrattivo) e Scorrèggia o Scoreggiàre e Scorèggia con Scoreggiàta e Scoreggiòne, che stanno ironicamente per “ perdita della cinghiacorreggia”. Il gr conta lo specifico HIMAS correggia cui Amànte, omn di Amante da Amare, con Amantìglio. Correggia vale Nàstro, questo dal got NASTILO correggia, cui Nastràre, Nastratùra, il composto Nastrotèca, la locuzione Nastro di Mobius “superficie topologica non orientabile”; vale ancora Amènto dal lat AMENTUM che da “correggia del giavellotto” s’è svolto in botanica quale infiorescenza con asse allungato. L’ingl conta TAPE nastro cui il glb Tape (dal 1972) per accezione “nastro magnetico-nastro perforato”, ma anche “nastro adesivo” cui 866 l’omologismo Tapinàre “avvolgere con questo”; termine d’area indoeur rintracciabile nella locuzione franc Tapis roulant “nastro trasportatore”. \ Rischio Azzardo Dal lat medv RESECLARE, iterativo di RESECARE tagliare, l’ital ha coniato Resecàre o Risecàre con Reseziòne da RESECATIO RESECATIONIS dal Pp RESECATUS, Rischiàre con il devb Rìschio con un Rìsco e Rischiòso, continuando la tradizione del senso dato al verbo lat, in riferimento al pericolo che incombe su ognuna delle parti tagliate in maniera arbitraria o non corretta, cui il prefissato Arrìschio con Arrischiàre (pref AD). Esplicito dal lat RESECARE, l’ital conta Risicàre (da non equivocare con Risecare da SECARE) con Risicàto, il devb Rìsico e il prefissato Arrisicàre (pref AD). Snm di Rischiare è Azzardàre (entrambi dal XIV sec), questo con Azzàrdo e Azzardòso, omologismo dall’ar ZAHAR dado cui il gioco a dadi Zàra; la voce ar prima di ricadere nell’ital era passata dal franc HASARD. L’ar ZAHAR ha un omn che sta per fiore d’arancio connesso a ZHAR fiore cui, in omologismo, Zàgara e l’onomastico Zaira da ZAHIRAH fiorente. \ Pietra Ciottolo Ciotola Sasso (adottato dal XIV sec) è anche Piètra o Pètra (già dal XIII sec), termine questo giunto dittongato dal lat e dal gr PETRA; esistono in complanare (snm) i relativi Petràia e Pietràia, Petrièra, Pètrico, Petrìgno o Pietrìgno, Petràme, Petròso e Pietròso, Pietràme, il fig Spetràre meglio Spetràrsi “commuoversi”, il composto Petrificàre o Pietrificàre con Petrificàto e Pietrificàto, Petrificaziòne o Pietrificaziòne, i dim Petrìna e Pietrìna questo attestatosi in “piccola pietra focaia”, Pietrìno, Pietrìsco, Pietrìsta, Pietrèso con Pietrosità, Pietrùzza, e Petròlio “olio delle pietre (estratto dalle)”, i cui elementi più noti sono Carbonio, Zolfo, Ossigeno ed Idrogeno, cui l’acronimo GPL che vale Gas di Petrolio Liquefatto, Petrolièra, Petrolière, il patologico Petrolìsmo, Petrolìfero e la composizione esot ingl Pet-coke da PETROLIUM e COKE carbone cui il glb Coke con i semiomologismi Cokificàre e Cokefaziòne o Cokificaziòne, Cokerìa, eppoi Petronciàno o Petonciàno dall’ar BADINGIAN melanzana inc con PETRA, Prezzèmolo dal gr PETRO SELINON “sedano delle pietre” cui il lat PETROSEMOLUM con il volg Petrosino e Petrosèllo dal medv PETROSILLUM; una pianta velenosa che pare facilmente confondibile col prezzemolo (entrambi erbe delle Ombrellifere) è la Cicùta dal lat inv CICUT, nota per l’avvelenamento di Socrate. Il volg sardo conta il composto Piccapedreri che vale Cavapietre, Spaccapietre, dove il pref Picca vale “colpire”. Pietra con Petrolio ha il suo corrispondente pref PETRO per composizioni quali Petrolchìmica, Petrolchìmico, Petrògale “Genere di Marsupiale” col gr GALE donnola, Petrogènesi, Petròglifo “incisione su roccia” (col gr GLYPHO incido), Petrografìa o Petrologìa con Petrogràfico e Petrògrafo, Petromizònti “Ordine ittico” col gr MYZO io succhio al quale appartien la Lampreda; esteso nel significato di Petrolio quali Petrochìmica o Petrolchìmica, Petrochìmico o Petrolchìmico, Petrodòllaro o Petroldòllaro. 867 Infine, i prefissati Impetràre snm di Impetrare “ottenere”, Inpietràre o Impietrìre (IN illativo) e il composto Cavapiètre. In percorso l’onomastico Petronio, già assunto tra la gens romana, col dim Petronilla cui Nilla e con Petroniàno snm di Bolognese dall’agionimo S. Petronio, patrono della città; eppoi Piero e Pietro attraverso il gr PETROS mas di PETRA. Dall’agionimo San Pietro si contano Sampiètro “sorta di pesce degli Zeiformi” e Sampietrìno o Sanpietrìno “moneta di rame in corso nello stato pontificio dal 1795 al 1801” oppure “operaio addetto nella basilica” o ancora “mattone per pavimentazione stradale a Roma”. il cui onomastico è vrs conneso con Pietra come Pietro. Sasso, dunque, è anche Piètra o Pètra, termine questo giunto dittongato dal lat e dal gr PETRA. È possibile che il termine PADDHRY, che identifica il gioco infantile pugliese “gioco dei cinque sassolini” sia l’esito di una corruzione attraverso il passaggio dal metaplasmo e dall’epentesi da PETRA in PATRA-PADRA-PADDHRI (plurale con rafforzativo) Un errore comune è pronunciare o scrivere Pietralcina, il paese di nascita di Padre Pio (santificato il 16 giugno 2002); la forma corretta è Pietrelcìna, vrs toponimo nato da un’ant composizione “pietre a terra rossa” in connessione con la rad di Cinabrèse “terra colorante” e di Cinàbro “rosso brillante” (Solfùro di mercurio) dal lat CINNABARI già gr KINNABARIS di genesi orientale. Esiste, tuttavia, il termine volg Elce-èlce o Elice-èlice o Ilice-ìlice, che stanno per Lèccio “sorta di quercia”, cui Leccèta o Leccèto, dal lat ILEX, la cui ghianda è detta Lèccia omn di Leccia “sorta di pesce” cui la corruzione Ricciòla (alterato con Riccio) snm di Seriola; Lissa poi è omn di Lissa “rabbia” dal tema med ILEK-ELEK, pianta assimilata alla Quercia; dal lat AESCULETUM bosco di lecci si ha il toponimo medv Scledo oggi Schio cui Scledènse. Dal lemma Elce, attraverso il lat ILEX, è stato coniato il toponimo Deliceto passando da Iliceto. Quèrcia o Quèrce è dal lat QUERCUS donde la locuzione QUERCUS ILEX che indica un legno durissimo e utilizzato per fabbricare bastoni, dal che sarebbe sorto l’aggettivo Elcìno, al fem Elcìna; la relazione tra Pietra ed Elce-Elcina sarebbe allora tutta da indagare. Nel percorso di Quercia si conta Quercèta e Quercèto, Quercetìna, Quercìno sia aggettivo sia sostantivo questo fig snm di Eliomio, Querciòla o Querciuòla snm di Camedrio. Nel libro Cuore di E. De Amicis (1846/1908) il termine Querciola è utilizzato nella locuzione Far querciola con riferimento ad un assembramento di ragazzi; relativo a questo scrittore, l’ital conta l’aggettivo Deamicisiàno. Il percorso prosegue con Querciòlo o Querciuòlo, Querciòso, Quercìte (suff chimico ITE) o Quercìtolo, il composto Quercitròne attraverso il franc QUERCITRON attraverso la composizione QUERCUS-CITRON quercialimone cui l’estratto glicoside Quercitrìna (suff chimico INA), Il gr conta lo specifico DRYS quercia cui il pref-suff DRIO per composizioni quali Driopitèco “mammifero dei Pongidi” con PITHEKOS scimmia, Camèdrio “quercia nana” col gr KHAMAI in basso, snm di Querciola. Il celt conta TANN quercia cui il franc TAN e il percorso ital dall’omologismo Tànno “scorza della quercia” donde l’estratto Tannìno 868 “composto chimico” (suff chimico INO), Tannàre con Tannàggio, Tannànte, Tannàto, Tànnico con Tannicità Sasso è ancora Ciòttolo (coevi), questo un dim da un dimenticato Ciòtto, della serie onomatopeica C T rumore secco, dal rumore sordo che produce percorrendolo con i carri e con le armate, cui Acciottolàto o Ciottolàto. In associazione a Ciottolo, si conta Sèlce, già Sèlice, dal lat SILEX col genitivo SILICIS, dal significato già indoeur di “pietra dura”, cui Selciàio, Selciaiòlo, Selciàto, Selciatòre, Selciarùra, Selcìno, Selciòso e le varianti Sèlice con Silicàto, Sìlice, Silìceo, Silìcico, Silìcio questi più espliciti dal lat, con il composto Filosilicàto. Sorta di silicato idrato è Attapulgìte, così indicato dal toponimo statunitense Attapulgus dove fu rintracciato. \ Nella preistoria, la selce, tra gli innumerevoli usi, era utilizzata per realizzare rasoi, pertanto la rasatura era già una consuetudine di pulizia personale.\ Dal gr KHALIKS ciottolo, il lat ha tratto CALX, cui Calcàre sostantivo (omografo del verbo Calcare) con Castìna “fondente calcareo” questo dal ted KALKSTEIN calcare attraverso il franc CASTINE, e il prefissato Anticalcàre, il compostio Calcarenìtico (con Arena e suff aggettivante), eppoi Calcàreo, Calcàra e Calcaròne, Càlce (omn di Calce “tallone”), Calcìna “calce spenta” con Calcinàccio, Calcinàio, Calcinàre, l’aggettivo Calcinàto che indica anche il baco da seta vittima del Calcino “fungo”, Calcinatòre, Calcinatòrio, Calcinatùra, Calcinaziòne, il fig Calcinèllo “mollusco”per il suo colore e, Calcìno “sorta di miscela” anche fig “fungo parassita” (omn di Calcino da Calcio) cui Calcinàto (omn del già elencato), Calcinòsi (suff OSI per patologie), Calcinòso e i prefissati Incalcinàre con Incalcinatùra, Scalcinàre (pref S sottrattivo) con Scalcinàto e Scalcinatùra; Calcinello è snm di Tellìna, cui Tellìnidi (Famiglia di molluschi) d’etimo incerto. Termine pseudoetim Calcedònio “sorta di minerale” cui Agata-àgata dal lat ACHATES già gr AKHATES. In volg esiste un Ciotto per “persona grassa” o, almeno “imponente”, termine utilizzato anche come criterio di paragone “questo più ciotto di…” nel senso di “questo è più grosso di…” Può essere vrs una connessione fig con Ciotto di Ciottolo o una variazione dialettale ed ancora in senso figironico di Chiotto che vale “sornione, rannicchiato, silenzioso”. Ciòtola è fuori percorso, questo sorto dall’inc lat di CYATHUS coppa con COTYLA scodella; il termine lat sopravvive in Ciàto vaso. Ancora dal gr KYMBE coppa cui KYMBALON con valore specifico di “ciotola”, il lat conta CYMBALUM, da qui il persorso ital Cìmba questo fig “barchetta”, Cèmbalo “tamburello dotato di sonagli” (l’ant strumento era fatto con due dischi metallici ed era indicato al plur) o le varianti Cèmbolo, Cìmbolo, Ciòmbalo e Cìmberlo con Cembalàio o Cembalàro, Cembalìsta, Cenmalìstica e Cembalìstico, Cìmbalo “piatto” (del Gong o della Batteria) o Cìmberlo cui Cimbalàio e la variante Cèmbano cui Cembanèlla o Cimbanèlla o amcora Cemmanèlla, vrs in connessione fig con lo sp CIMBRA curvare cui Cèmbra o Cèmbia. Appare ancora in connessione fig il termine Cèmbro “sorta di pino” col sett Zèmbro di genesi prelatina, cui il snm Cirmòlo questo transitato nel lat in CIRMUS, termine questo che 869 infonde un senso di rotondità. L’ungherese conta KYMBALON “strumento musicale a corde” cui l’adattamento ital Zìmbalon. Dal lat CYMBALUM il prvz ha tratto CEMBEL fischio (per richiamare) donde Zimbèllo, snm di Endice, l’uccello utilizzato per richiamarne altri, ad uso della caccia, termine attestatosi fig in riferimento ironico ad una persona, cui Zimbellàre con Zimbellatòre, Zimbellatùra, Zimbellièra. Dal lat MARRO col genitivo MARRONIS, in origine ciottolo, l’ital ha coniato Marròne, rad di estrazione alpina paleoeuropea, cui fig il colore Marròne dopo il transito dal franc MARRON dal quale il glb Marron, i composti Marronsècco. Attraverso il franc MAURE DORE (Doré) bruno dorato, l’ital conta l’omologismo Mordorè “marrone dorato”. Il colore marrone acceso è identificato fig con Castàno o Castàneo, questo ispirato a Castàgna e Castàgno “albero delle Fagacee” con Castanìcolo e Castanicoltùra dal lat CASTANEA già gr KASTANON, di cui ha assunto semanticamente la snm, pertanto in percorso complanare, l’ital conta Marròne, Marronèta o Marronèto, la locuzione glb franc Marron glacé eppoi Castagnàccio, snm di Pattona, Castagnàio o Castagnàro, Castagnatùra, Castagnèto, Castagnètta anche fig “petardo” ed ancora “nacchera” questo attraverso lo sp CASTAÑETA dim di CASTAÑA, Castagnìno “colore”, Castagnòla o Castagnuòla attraverso lo sp CASTAÑUELA nacchera ancora un dim di CASTAÑA, il dim Castagnòlo o Castagnuòlo con Castognolèta (suff ETA pe collettivi). In percorso il composto Bulbocastàno, sorta di pianta erbacea delle Ombrellifere. Da includere, tanto per confermare l’assimilazione Castagno-Marrone, il Marrone d’India o Castagno d’India snm di Ippocastàno questo fig col gr HIPPOS cavallo. Marròne vale anche un “grosso errore” cui Marronàre con l’intensivo Smarronàre e Marronàta eppoi, attraverso una radiazione sinonimica 1, si ha la locuzione Prendere in castagna. \ Nel Medio Evo, il castagno era indicato con Albero del pane poiché, in temoi di carestia, le castagne macinate costituivano un buon succedaneo di farine da pane \ Attraverso l’ar BALLUT castagna-ghianda, l’ital conta Ballòtta snm di Caldalessa, cui Abballottolàre e Sballottolàre. L’identico termine è dal lat volg MARRO MARRONIS magistrato, da tema med MARU magistrato, svoltosi in MARO MARONIS e si ritrova nella cognomastica cui Virgilio Marone. Termini omn pseudoetim, dal long MARH cavallo, l’ital conta Marròne per “bestia alla guida del branco” svoltosi in “vecchio cavallo anziano” e metaf in “consigliere-educatore”; infine, Marròne “guida alpina del S. Bernardo” in riferimento ai Marroni, dal lat MARRONES, ant comunità alpina. Dicesi Radiazione sinonimica ove un primo termine polisemico si trasferisce in un secondo, come appunto Marrone nel senso di “errore” si svolge nel suo snm di “frutto” Castagna mantenendo in ogni caso inalterato il significato di “errore”. 1 \ Alpi e Appennini Dal tema med ALBA-ALPA pietra vrs in origine con valore di bianco 870 quindi Pietra bianca, cui il plur lat ALPES Alpi, è derivato l’oronimo Alpiàlpi e il percorso Alpe-àlpe, Alpeggiàre con Alpèggio (snm di Monticare e Monticazione) “pascolo d’alta montagna”, cui la locuzione Contratto d’alpeggio (tra pastori e proprietari terrieri), l’esot ted Alpenstock “bastone per escursioni alpine”, gli aggettivi Alpèstre o Alpèstro e Alpigiàno (in correlazione con Pianigiano “della pianura” e Valligiano “della valle”), i prefissati Cisalpìno - La Cisalpìna è storicamente la zona tra il Po e la catena alpina, abitata dai celti, ovvero i Galli Cisalpini, oggi Italia Settentrionale o Continentale; questi ottennero la cittadinanza romana sotto G. Cesare nel 49 aC - Pedalpìno (composto con Pedemontano e Alpino), Prealpìno,Subalpìno, Transalpìno, il composto Alpicoltùra, eppoi Alpinìsmo con Alpinìsta e Alpinìstico cui Scialpinìsmo, Scialpinìsta e Scialpinìstico dalle composizioni Sci-alpinismo, Sci-alpinista e Sci-alpinistico, Alpìno sia sostantivo sia aggettivo, l’esot ted Alphorn “corno delle Alpi”, tromba particolare. Il termine Alpìnia indica una sorta di pianta delle Iridacee originaria della Cina, stessa Famiglia dello Zafferano. Per imparare la suddivisione in oronimi delle Alpi, basta conoscere la chiave mnemonica Ma Con Gran Pena Le Reti Aldo Cala Giù, quindi Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine, Retiche, Atesine, Dolomiti, Carniche e Giulie. Fuori percorso gli omologisti Alpaca-àlpaca o Alpàca o ancora Alpàga dal peruviano (lingua queciua) PACO “rossastro” attraverso lo sp americano ALPACA “ruminante dell’America mer” altrimenti detto Lama pacos, Alpàcca dal franc PACK-FOND argentone. Termine ancora alieno nel percorso di Alpi è il coronimo Alpago, la regione veneta della provincia bellunese, che pare sia un derivato dal lat PAGUS “circoscrizione rurale”. Dalla divinità celtica Penn, deriverebbe l’oronimo Appennini e Monte Pennino; in percorso Appenninico, Preappennìnico, Protoappennìnico (popolo) e Subappennìnico. Oltre alle Alpi quali corona al confine settentrionale dello stivale e le Alpi Apuane (parte nord-occidentale degli Appennini), si conta fuori della penisola italiana l’oronimo Alpi scandinave. \ Spezie mediterranee Associati a Prezzemolo, troviamo le nobili erbe aromatiche del Basilico, della Menta e dell’Origano. Basìlico, con una variante in Bassìlico, ci viene dal gr BASILIKON erba regale appunto, svoltosi nel lat BASILICUM, in connessione con Basìlica dal gr BASILIKE portico regio lemma composto con BASILEUS re e OIKIA casa, donde Basilicàle, Basilìsco o Basalìschio, Basalìsco e Basilìschio dal gr BASILIKOS piccolo re, governatore cui Basilìssa o Basìlissa “regina”, da Basilèus inv dal gr BASILEUS quale denominazione di un monarca o di un magistrato, l’onomastico Basìlio e il toponimo Basilicata. \ La Basilica di S. Pietrro in Roma può contenere sino a 20mila tra fedeli e visitatori. \ Mènta, invece, è dal tema med MENTA restato inv in lat ed ital, cui i dim 871 Mentìna e Mentùccia, Mentàstro, il composto chimico Mentòlo (suff OLO), cui l’aggettivo Mentolàto, donde la locuzione Talco mentolato e Mentène “idrocarburo”, in connessione con Calamìnta dal gr KALAMINTHE altrimenti detta Nepitèlla o Nipitèlla dim dal lat NEPETA mentuccia. Menta è altresì indicata con la locuzione lat Erba Sanctae Mariae, poiché secondo la leggenda, aveva profumato il cammino della famiglia di Maria in fuga verso l’Egitto. La medicina popolare indica la Menta quale rimedio per superare le febbri. Secondo una diversa tradizione popolare, però, la Menta rende sterile la donna e indebolisce il guerriero sul campo di battaglia. Orìgano, con le varianti aferetiche Règamo e Règano, cui Origanàto con il volg mer Arraganato, è dal lat ORIGANUM già gr ORIGANON, vrs in connessione fig con ORA orlo nel senso esteso di spezia per “contornare”. Tra le ombrellifere, oltre ancora Finocchio e Sedano, altrove analizzati, si conta Anice-ànice dal gr ANISON, questo con una ricca serie di varianti quali Anace-ànace con Anaciàto, Anacio-ànacio, Anicio-ànicio con Anacìno, Anicìno, Aniciòne e Anisètta questo attraverso il franc ANISETTE. Da contare ancora Caròta, con Carotàggio (estrazione di un campione di roccia a forma di cilindro, fig “carota”), Carotàio, Carotatrìce, Carotène (un derivato) con Carotenòide, Carotièra o Carotière, inv dal lat CAROTA già gr KAROTON, connesso con la rad KER di Coriaceo. \ Roccia Marmo Ròccia è da Ròcca “fortezza” d’origine preindoeur da tema med ROKKA pietra appuntita, cui il composto militaresco Roccafòrte, i prefissati, anche figArroccàre, Arroccamènto, Arròcco (termini comuni, questi, nel gioco degli scacchi , Arrocciàrsi snm di Incrodàrsi; il mas Ròcco è la torre degli scacchi omologismo dal persiano ROKH, questo il cammello che ha sulla groppa la torre con uomini armati, e non è azzardato affermare che il termine sia connesso con il tema med. Ròcco vale anche fig pastorale arcivescovile (Diocesi di Ravenna). Eppoui il prefissato Diroccàre con Diroccamènto e Diroccàto; da Roccia l’ital conta Rocciatòre, Rocciòso, il glb Rockclimbing “scalatore” (dove CLIMBING vale scalata da TO CLIMB salire), il prefissato Dirocciàre “precipitare dalla roccia”. L’ital conta ancora l’omografo Ròcca, questo attraverso il got RUKKA strumento per filare, cui Rocchètto – questo anche sorta di tacco per scarpe da donna – con il prefissato fig Arrocchettàto, Ròcchio cui il pref Arrocchiàre e Arrocchimènto, Ròccolo, la cui rad è connessa in tema med col primitivo utensile fatto di pietra appuntita, ancora un omn Arroccàre. Il got conta lo specifico SPOLA rocchetto cui l’omologismo inv Spòla col dim Spolètta e il denm Spolettàre, eppoi Spolatrìce, Spolatùra. Il tema med riappare nel celt HROKR nel senso fig di “forte come una roccia” cui Rocco nell’onomastica; l’omn Rocchètto con un raro Roccètto vale “mantellino o sopravveste” questo dal lat ROCCHETTUM già franc HROK svoltosi metaf nel senso di un capo d’abbigliamento “simbolo di potere”. Il termine franc Rococò, adottato in ital, è fig il vezzeggiativo di 872 ROCAILLE roccia artificiale, ornamento caratteristico di questo stile. Dall’inc di Rocca con un Bìca “mucchio di covoni”, cui Bicòne e i preefissati Abbicàre con Abbicatùra, omologismi dal long BIGA mucchio, è stato coniato il termine fig Bicòcca “piccola rocca o casupola anche rudere” dal XV sec. L’omn lemma lat BIGA è fuori percorso, sintesi della locuzione EQUAE BIIUGAE pariglia di cavalli-a doppio giogo (con IUGAE giogo), pervenuto inv in Bìga (pref BIS ridotto in BI) in correlazione con Triga e Quadriga; da questo è vrs la derivazione del termine Bighellàre “gironzolare con la biga” svoltosi in “andare in giro senza alcuno scopo”, cui Bighellòne con Bighellonàre e l’avverbio Bighellòni nella locuzione Andar bighelloni. Dalla locuzione lat BIGATIUS DENARIUS “moneta con impressa la figura di una biga sovrastata dalla luna” si ha il termine Bigàto “moneta d’argento” adottata dal XVI sec, successivamente effigiata con la Vittoria. Il risvolto mas Bìgo nella terminologia nautica sta per “albero di carico”, adottato dal 1932. Esiste un Bigodìno, con le varianti Bigodì e Bigudìno, omologismo dal franc BIGOUDI, vrs connesso in maniera fig con il lat BIGA. Il franc conta FLANER bighellonare cui il glb Flaneur “gironzolone” e l’omologismo Flanàre e Flanellàre con la locuzione Fare flanella da FAIRE FLANELLE , dove Flanèlla è omn di Flanella “tessuto”, forse con una remota connessione fig alla rad. Rocchetto (adottato dal XIV sec) ha il snm in Bobìna (dal 1833) questo omologismo dal franc BOBINE rocchetto, cui Bobinàre, Bobinatòre, Bobinatrìce, Bobinatùra con i opposti Sbobinàre, Sbobinamènto e Sbobinatàùra (pref S). Màrmo è anche pietra, ma pregiata, dal lat MARMOR, questo dal gr MARMAROS connesso ad un verbo che valeva rompersi, cui Cascata della Marmore in Umbria e l’idronimo Marmore in Valle di Aosta, eppoi Marmàre “essere freddo come il marmo”, Marmoràre o Marmorizzàre, Marmòreo. Marmòsa, dal franc MARMOUSET figura grottesca, potrebbe esssere connesso con la relazione pietroso-freddo-grottesco, così come il franc MARMOT scimmia cui fig Marmòcchio, questo con un snm Rabòcchio o Rabàcchio attraverso l’emiliano Raboc o il romagnolo Rabac. Lo specifico Scìmmia, con una desueta variante Scìmia, invece, è dal lat volg SIMJA già class SIMIA dal gr SIMOS (naso) schiacciato, cui Scimmieggiàre, Scimmièsco, Scimmiòne, Scimmiottamènto, Scimmiottàre, Scimmiottàta, Scimmiottatòre, Sciommiottatùra, Scimmiòtto il prefissato Proscìmmie (Sottordine di primati, con il gr PRO davanti) e Inscimmiàrsi quale voce del gergo giovanile adottata nel nuovo millennio. Il verso della scimmia si definisce Grido. Il processo che ha condotto MARMOT a Marmocchio, s’è ripetuto col franc ESCARBOT scarafaggio svoltosi fig in ital Scarabòcchio e Scarabocchiàre, tutti da una base onomatopeica S CC R, che ha condotto ancora al snm Schiccheràre con Schiccheratùra; l’omn Schiccheràre bere, con Schiccheròne, invece, col pref S estrattivo, è il devb da Chìcchera, omologismo dallo sp CHICARA attinto al messicano GICATLI d’origine 873 azteca, al quale è stato aggiunto un suff italianizzante ERA come in Maschera e in Zazzera. Il franc, tuttavia, per ESCARBOT aveva attinto ad un percorso gr-lat, cui KARABOS-SCARABEUS, tradotto in ital Scarabèo, con Scarabèidi (la Famiglia) e Scarabòide (col suff OIDE somiglianza, vale gemma a forma di scarabeo), e il lat volg SCARAFAJJUS tradotto Scarafàggio, tutti in connessione rad indoeur col gr ESKHARA scorza. Il gr, ancora, conta lo specifico MELOLONTHION scarabeo. Certamente pseudoetim in questo percorso è invece Marmèggia, un termine zoologico d’estrazione padana, coniato incrociando il lat VERMICULUS vermicello con Barba in complanare con Barbèggia bruco, snm ancora di Dermèste “che mangia la pelle” questo dalla composizione gr DERMA pelle con ESTHIEIN mangiare. Ancora alieni, l’ital conta gli omologismi Marmìtta dal franc MARMITE pentolone, cui Marmittòne; Marmòtta dalla locuzione lat MUS MONTANUS topo di montagna attraverso un percorso franc di corruzione lemmatica MARMONTAINE MARMOTAINE MARMOTTE, da altra fonte è semplicemente un derivato onomatopeico. La roccia in mare è detta Scòglio, dal lat SCOPULUM transitato dal genovese Scogiu; sopravvive tuttavia in ital Scòpolo o Scopulo fedele alle origini. \ Marga Marna Riparo di roccia è Bàlma, inv da tema med BALMA attestatosi in area alpina e in quella dalla Catalogna, alla Liguria sino al sud della Germania, assumendo il significato di roccia, grotta, altura tondeggiante o roccia sporgente; termine vrs connesso con un tema Bala-Pala. Dal tema med MARGA roccia calcarea, inv nel lat MARGA, con MARGILAM d’origine celt MARGILLA, e nell’ital Màrga, coesiste – vrs da un precedente rad comune MAR pietra - in complanare il lemma Màrna, cui Marnàre, Marnatùra, Marnièra, Marnòso rintracciabile nel franc MARNE con vrs toponimo del dipartimento Marne e con l’idronimo del fiume Marne (Marna). In Italia, la connessione con Marna dovrebbe esserci col toponimo Marnate (Va). Ancora, in connessione la voce trentina Maròcca “accumulo di pietre da glaciazioni”. Fuori percorso il termine Margarìna dal franc MARGARINE derivato dalla locuzione ACIDE MARGARIQUE, nondimeno dal gr MARGARON perla (di colore), cui il percorso Margàrico, Margarinàre, Margarinatùra, Margarìte, passato ad indicare il nome del fiore Margherìta cui l’onomastico Margherita quindi “perla” o “il noto fiore” secondo le preferenze, con il dim Rita e l’ipocoristico Greta attraverso lo scandinavo MARGARETHE. Vrs una connessione di MARGARON col toponimo veneziano Marghera, qui preferita dall’autore di queste pagine, ma incalzata da altre teorie quali l’agglutinazione della locuzione veneta Mar gh’era “(qui) c’era il mare” o da Merghèra “deposito di letame”. Dal toponimo, il termine Margheròtta, l’imbarcazione “costruita a Marghera”. \ Scimmie Sono altresì definite Primati, poiché occupano il primo posto nella classificazione zoologica; sono sottordinate in Proscìmmie dal lat PROSIMIAE col pref PRO “prima, davanti” e Antropoidèi dal gr 874 ANTHROPOEIDES simile all’uomo. Ai Primati appartine la Famiglia dei Pòngidi fdal lat PONGIDAE di genesi indigena africana. Amadrìade, grossa scimmia dal muso canino, dal lat HAMADRYADEM dalla composizione gr HAMADRYAS (HAMA insieme e DRYS connesso con DENDRON albero). Amadrìade è anche il nome di una ninfa che poeticamente vive in simbiosi con un albero, legata alla sua esistenza. Il termine HAMA insieme è rintracciabile ancora in Amamèlide dallla composizione gr HAMA e MELON melo e che vale “fiorisce al tempo delle mele” con Amamelidàcee (la Famiglia). Apale-àpale è dal gr HAPALOS soffice-molle e indica una cimmia sudamericana della Famiglia dei Callitrìcidi, questo da Callitrìce (snm di Apale) composto col gr KALLI bello e THRIKS capelli e vale “bella chioma”. Budèng, scimmia dei Cercopitecidi stanziatasi nell’isola di Giava, è un omologismo dal malese. Bunder, altra scimmia dei Cercopitecidi stanziatasi in India e Cina, omologismo dall’indostano BANDAR Cèbo, scimmia dell’America centro-meridionale, è dallo specifico gr KEBOS scimmia, cui Cèpidi (la Famiglia), e utilizzato quale suff CEBO in composizione cui Microcèbo “lemuride”, Nicticèbo o Nitticèbo (proscimmia asiatica dei Lorisidi, col gr NYCTOS notte), la locuzione Cebo dai cornetti. Il suff CEBO si ritrova nella locuzione umana Muscolo Procèbo (e che caratterizza la faccia di un individuo immerso vistosamente nelle proprie riflessioni) Entèllo è una scimmia sacra indiana, appartenente ai Cercopitecidi, in onore del mitologico peronaggio Entello ricordato da Virgilio nel poema Eneide, che narra appunto delle vicende di Enea. Galagòne, proscimmia dal lat GALAGO, ma di voce africana. Gibbòne, attraverso il franc GIBBON dal lat GIBBUS gobba. Gorìlla, la gigantesca scimmia, transitato dal franc GORILLE è da gr GORILLAI; il termine gr, tuttavia, è di genesi africana del valore di “donna selvaggia e pelosa”. Il Gorilla di montagna tende ad estinguersi; nel 2010 si contano 680 esemplari sopravvissuti. Il termine “gorilla” s’è svolto fig nel snm di Guardia del corpo. Il termine, infatti, pare sia nato tra i cartaginesi, ripreso poi dai greci, i quali indicavano con “gorilla” le pelose donne dei pigmei. Lòri “piccola proscimmia” dell’India, omologismo dal Fiammingo LORRIAS già LUIAARDT bradipo attraverso il franc LORIS o LORI, cui Lorìsidi (la Famiglia). Termine omn è l’omologismo Lòri “sorta di pappagallo” australiano cui Lorichètto e Lorìculo cui il comune nome Loreto dato a questi volatili, pertanto non associabile a Loreto di Lauro; il termine LORI è rintracciabile attraverso il malese LURI e lo sp LORO questo attinti alla lingua caribica. Per inciso, Caraìbico o Caràibico con Carìbico, Caraìbo o Carìbo, è dalla voce locale KARAIBA ardito transitato dallo sp CARIBE. Macàco è l’omologismo dal ptg MACACO d’origine onomatopeica africana; suo omn è Maimòne dall’ar MAYMUN scimmia, che indica anche 875 un pilastro a forma di scimmia considerato portatore di felicità. Mandrìllo, scimmia cinocefala dei Cercopitecidi, omologismo da un termine della Guinea attraverso lo sp MANDRIL; specie di Mandrillo è il Drìllo. Nasìca, scimmia dei Cercopitecidi, dal lat tardo NASICA nasuto, che vive in piccole comunità nel Borneo, la cui peculiarità è appunto il naso lungo simile ad una proboscide. Nasobìanco, invece, sempre dei Cercopitecidi vive in Africa ed è caratterizzata da una maculazione bianca sul naso nero e sulla zona inferiore della pelliccia, questa verdastra con macchie rosso-nerastre. In malese, ORANG sta per creatura umana che in composizione con UTAN selvaggia, si ha ORANGUTAN creatura umana selvaggia (o della foresta), il cui omologismo ital è Oràngo “scimmnia antropomorfa” con le varianti, a seconda delle orecchiabilità, Uràngo, Orangutàn, Orangutàno, Rangutàn e Rangutàno, della Famiglia dei Pongidi; il suo verso è simile, infatti, al piamto di un bambino. Scimpanzè è l’omologismo dal congolese SCHIMPANZE; sorta di scimpanzé è il Bonòbo, questo di genesi sempre congolese, noto anche come Scimpanzé pigmeo o Scimpanzé nano. SESSO Sèsso, dal lat SEXUX risalente a Secare “tagliare” della nobile stirpe indoeur di SEK. La semant pare abbia associato Sesso al taglio risoluto esistente tra la natura della femmina e quella del maschio. Suoi derivati e composti: Sessàre (termine in avicoltura) con Sessàggio e Sessatòre, Sessìsmo questo modellato attraverso il franc SESSISME, Sessìsta, Sessuàle con Sessualità, Sessualìsta e Sessualizzàre con Sessualizzaziòne questo l’effetto delle ricorrenti immagini sessuali forniti dai mass-media e dagli spettacoli, Sessuàto, i composti Sessappèllo questo risibile termine scopiazzato all'ingl Sex-appeal (dove APPEAL vale richiamo già lat APPELLARE chiamare), Sesduziòne (in biologia, trasferimento di un carattere da una cellula all’altra mediante il fattore del sesso), Sessuofìlico questo ad indicare la tendenza e i fautori delle valutazioni personali utilizzando il sesso come metro e suoi esaltatori. In composizione, l’ital conta Omosessuàle con Omosessualità “attrazione verso il proprio sesso” in opposizione a Eterosessualità, Sessodipendènte con Sessodipendènza, il glb ingl Trangender “integrazione maschile e femminile nella propria sessualità” con l’omologismo Transgenderìsmo, Transessuàle “identificazione col sesso opposto” cui Transessualità e Transessualìsmo; il Sessuoeducatòre (Sessoeducazione), poi, è un termine che celerebbe complicità di Sessualizzazione, distanziandosi dal corretto Sessuòlogo da Sessuologìa). Dalla forma ingl SEX-SEXY, che poi è dal lat, incluso l’italianizzato SEXI, l’ital ha adottato un nutrito esot di composizioni: Sex-shop, Sex-simbol o Sex-symbol, Sexy-show, Sex876 party, Sex-Session, Sexikini... PARTY in ingl oltre a “festicciola-trattenimento-incontro” vale anche “partito politico” vedi LABOUR PARTY partito dei conservatori. Per quanto riguarda il significato di “trattenimento” l’ultima moda giunta dagli USA è il MORNING GLORYVILLE che vale quale party di primo mattino. Sèssola, fuori percorso, è il prodotto della serie onomatopeica S SS agitare acqua con suff dim. Ancora fuori percorso, la locuzione lat SEX CRINES che sta per Sei ciuffi (di capelli), acconciatura tipica per le spose. \ Un termine, Sesso, che, come molti altri, abbiamo gravato di problematiche sociali, psicologiche, filosofiche... ma originariamente nato con semplicismo e spontaneità, parametri sempre naturalmente più logici andando ai ritrosi dell'umanità.\ L’omosessualità femminile è indicata con Lesbìsmo cui Lesbicàre, da Lèsbico questo relativo all’isola gr Lesbo, dove la poetessa Saffo (VII/VI sec aC) pare radunasse donne amanti della lirica; dal toponimo si ha Lesbìaco e Lèsbio. Relativo all’onomastica della poetessa e delle sue opere si conta Sàffica cui Sàffico “metrica”, svoltosi nel snm di Lebismo con i termini Sàffica, Sàffico e Saffìsmo. \ “Vento sulle querce” è la poetica definzione di Amore data da Saffo.\ SESSA Sèssa è l'oscillazione del livello delle acque di lago o di mare interno; è un lemma italianizzato dallo svizzero (franc) SEICHE, particolarmente in uso per le misurazioni del lago di Ginevra. La Sessitùra, fuori tema, dal lat SESSUS Pp di SEDERE sedere, sta per balza del fondo di una veste. \ Sassanidi I Sasàdini, cui Sassànide o Sasànide, appartengono all’antica dinastia iranica che governò in Persia dal 224 dc, identificati dall’eponimo Sassan, loro sacerdote. Scomparvero dopo il 651, debellati dagli Arabi che islamizzarono il paese.\ \ Prefisso LITO LITO Snm di sasso-pietra è il gr LITHOS, cui Litìasi e Litiàsico (calcolosi, ovvero “pietruzze”, con suff patologico IASI dal gr IASIS), Lìtio con Litiòso, Lìtico “di pietra” (omn di Litico da Lisi “solubilità”), Litòide, Litòte o Liptòte 1 questo dal gr LITOTES semplicità (termine linguistico, vrs connesso fig con l’elementarità della pietra) che in qualità di figura retorica vuole la descrizione di un concetto negandone il contrario “Attenti nel camminare sul tetto, le tegole non sono resistenti ai carichi”. Il Trilìte, cui Trilìsmo, è una struttura in pietra con due lastre verticali che reggono una orizzontale (Dolmen). Eppoi il pref LITO (omn del pref LITO sciolto), sovente assimilato 877 foneticamente al lemma, cui Litantràce (dal gr ANTHRAKS carbone), Litargìrio (dal gr ARGYROS argento), Litiemìa (con EMIA sangue), Litificaziòne (col lat FICARE da FICERE fare), Litòbidi con Litòbio e Litobiomòrfi (col gr BIOS vita), Litoceràmica, Litòclasi (col gr KLASIS frattura), Litoclastìa col gr KLASTOS rotto (snm di Litotripsia o Litotrissìa col gr TRIPSIS triturazione), Litocromìa o Cromolitografìa, Litodiàlisi (col gr DYALISIS separazione), Litòfago (col gr PHAGEIN mangiare), Litofanìa (col gr PHAINO appaio), Litòfita (col gr PHYTON pianta), Litòfono (col gr PHONE suono), Litografìa (dal gr GRAPHIA scrittura) o Litotipìa (col gr TIPOS impronta) con Litogràfico, Litògrafo, Litografàre e Litofotografìa, Litolatrìa e Litolàtra (col gr LATREIA culto), Litolìsi (col gr LYSIS scioglimento), Litogènesi (col gr GENESIS nascita), Litoglifìa (col gr GLYPHE incisione), Litologìa (col gr LOGOS parola) o Petrografìa (col gr PETRA pietra), Litomanzìa (col gr MANTEIA l’indovinare) con Litomànte (divinazione attraverso i riflessi di una candela accesa su pietre colorate), Litonefròsi (col gr NEPHROS rene), Litopèdio (feto pietrificato, col gr PAIS PAIDOS bambino), Litopòne o Litopòno (col gr PONOS fatica), Litosfèra (col gr SPHAIRA sfera in sequenza con Aerosfera e Idrosfera), Litostratigrafìa (con il lat STRATUS disteso e il gr GRAPHIA), Litostròto dal gr LYTHOSTROTOS pavimentato con pietre, Litotècnica ( con l’aggettivo dal gr TEKHNE tecnica), Litotomìa (col gr TEMNO taglio) ed i suff LITO-LITE quali Batolìte (pref BATI profondo), Crisolito (pref dal gr KHRYSOS aureo). La versione greca LITHOS ha imposto il nome alle epoche dell’umanità: Paleolìtica e Neolitica, ovvero “della vecchia e della nuova pietra”. Dal lat LITUS è pervenuto il termine Lìto, attestatosi in Lìdo attraverso la lenizione veneta, cui Litoràle o Littoràle, Litoràneo o Littoràneo col prefissato Sublitoràneo, Littorina “un mollusco” omn di Littorina “automotrice”. Non avrebbe connessioni attendibili e non è difficile immaginare che in origine fosse stato associato alla natura litica, pietrosa, della costa; in realtà, la sabbia d’oggi è la ghiaia primordiale. Per i veneziani Lido sta per “isola”, cui la più nota in ambito internazionale è il Lido, sede del festival del cinema, del casinò e della spiaggia. Il termine Ofìte è la sintesi della locuzione OPHITES LITHOS pietra serpentina, dal gr OPHIS serpente cui Ofìtico. Termine alieno nel percorso del suff LITO è Bachelìte, questo dal nome dal suo inventore (Ved Biblioteca…). Il termine Lìte, cui Litigàre questo dal lat LITIGARE con Litighìo, Litìgio, Litigiòso e con i composti Litisconsòrte con Litisconsortìle e Litisconsòrzio (dal lat CONSORTES partecipi), Litispendènza (dal lat PENDENS pendente), discende invece da un ant lat STLIS successivamente LIS-LITIS che non ha corrispondenze in area linguistica. \ Un’antica morale espressa da Esopo recita che “(la lite) più si combatte e più si gonfia”, ma ben si addice alla guerra./ Dalla rad REIK rompere, deriva invece il snm Rìssa dal lat RIXA lite cui Rissaiòlo, Rissàre, Rissòso e la variante Rèssa attestatasi in “calca”. Il termine Lite è in genere riferito a uno scontro a due mentre Rissa (snm di Zuffa) ha assunto il significato di lite collettiva. 878 Dallo sp REBATE rissa, d’origine ar, cui ARREBATAR prendere con brutalità (tutto ciò che è possibile), l’ital conta l’omologismo Arrabattàre, meglio Arrabattàrsi, semant addolcito nel darsi da fare, memtre dal franc ant RIHOTE lite conta Riòtta con Riottàre, Riottosità, Riottòso. Arrabattare ha un snm in Acciaccinàre di voce toscana, una corruzione volg di Accincignàre o Incincignàre questo con valore però di “sgualcire”, tutti connessi con Aginàre “affrettarsi” da Agìna o Aìna “prestezza”; vrs Accincignare e Incincignare sono a loro volta connessi con Incignare. Liturgìa discende direttamente dalla composizione gr di LEITON luogo pubblico per affari da LAOS popolo col suff URGIA dal gr ERGON lavoro; in percorso Litùrgico, Liturgìsmo, Litùrgo, la locuzione Veglia liturgica e il composto Vètero-liturgìa questo più con valore ironico. Il Lìtuo, in ogni caso, era il bastone ricurvo, rituale degli àuguri, dal lat LITUUS (provenienza etrusca), da LITARE guadagnarsi un presagio favorevole; l’attinenza di entrambi i termini Lituo-Liturgia alle pratiche religiose rende vrs una rad comune. Non è scorretto allora immaginare che il Lìtuo primordale fosse una pietra (LITHOS) sagomata, simile allo Stìlo (di legno o d’osso) questo dal gr STYLOS colonna, da rad STEI pungolare vrs connessa con STLIS litigio. 1 Esempio della figura retorica della Litote, la quale modera un’espressione col negare il contrario, è, quale esempio, Informazioni non buone (per non definirle cattive). \ Frangere Ghiaia Breccia Dal tema rad BHEUG-BHREUG(WG)-BHREGH, cui il lat FRANGERE e l’ital Fràngere con Frangìbile, Frangitòre e Frangitùra, con il suo Pp FRACTUS rotto, sono pervenuti il fig Fragàglia “novellame di pesce”, Fràgile e il poetico Fràle con Fralèzza o Frallèzza e il prefissato Infralìre (IN illativo), eppoi Fragòre con Fragoròso e Fragòso da FRAGOR, Fragmènto o il corrente Frammènto cui Frammentàre, Frammentarietà, Frammentàrio, Frammentàto, Frammentaziòne e Frammentìsmo, Fràna questo da FRAGINA con lenizione totale della g e semplificazione dell’esito in dittongo ai con a cui Franàbile, Franamènto, franòso e Franosità, Frànto quale Pp di FRANGERE cui Frantòio, con il snm Trappèto o Trapèto dal lat TRAPETUM da TRAPEIN pigiare (in origine, l’uva) cui il volg mer Trappito, con Frantoiàno, Frantoìsta e Frantùme (suff collettivizzante UME) cui Frantumàre, Frantumatòre e Frantumaziòne, eppoi i prefissati Infrànto Infrantoiàta, Infrantòio. \ Da una statistica 2008, l’Italia conta 6184 frantoi, di massima dislocati tra Puglia e Calabria.\ Il percorso continua con Fràtta che oltre alla semant di “rottura-frattura”, ha assunto il valore di “rami rotti” eppoi di “luogo malagevole ricoperto da macchia intricata” esteso in “macchia-siepe, cui i prefissati Infrattàre con Infrattàto e il fig Sfrattàre con Sfrattàto; ancora un prefissato fig Soffràtta “penuria-bisogno” da un SUFFRANGERE Il percorso prosegue con Frattàle, Fràtto il composto Frattografìa, Frattùra, Fraziòne cui Frazionàre con Frazionàbile, Frazionàle, Frazionamènto, Frazionàrio, Frazionàto, Frazionìsmo con Frazionìsta e Frazionìstico, i composti Frangibiàde, Frangifiàmma, Frangiflùtti con Frangimàre e 879 Frangiònde, Frangilùce, Frangisòle, Frangivalànghe, Frangivènto, Frangizòlle; pseudoetim l’albero del Frangipàni il cui termine è ispirato al nobile romano M. Frangipane. Fràtta da FRACTA è anche “luogo scosceso ed impervio-macchia intricata-bosco reciso” (idealmente “infranto”), cui il prefissato Anfràtto con Anfrattosità e Anfrattuòso, il popolare Infrattàre; Fràtta è anche “recinto” cui, anche fig nel significato corrente, Sfrattàre, Sfràtto. Continuando nel percorso, si contano i prefissati Affràngere con Affrànto che con AD allativo e FRANGERE vale fig “rotto”(ad esempio, dal dolore). Effraziòne da EX FRANGERE vale “rompere fuori”. Infràngere con Infrangimènto e Infrangitòre, Infrànto ed Infraziòne con IN intensivo vale “più che rotto” (anche fig) opposto a Infrangìbile questo con IN negativo “che non si rompe”. Refràngere o Rifràngere con Rifrangènte, Rifrangìbile con Rifrangibilità, Rifrangimènto, Rifràtto da REFRACTUS cui Rifraziòne da REFRACTIO, Rifrattività o Rifrangènza, Rifrattìvo, Rifràtto, Rifrattometrìa e Rifrattòmetro, Rifrattòre, tutti col pref RE-RI reiterativo. Eppoi, Refrattàrio con Refrattarietà da RE FRAGARI questo durativo di FRANGERE; Suffragàre da SUB FRAGARI con Suffragàneo o Soffragàneo, Suffragètta e l’astratto Suffràgio da SUB FRAGOR con Suffragìsmo e Suffragìsta. Occorre soffermarsi sui termini Infranto ed Infrangibile: il primo è composto dal suff IN illativo e sta per “dentro la rottura” come Infiammàto “vale dentro le fiamme”; il secondo, invece, con il pref negativo IN sta per “non frangibile”. Ed ancora, Fracassàre con il prefissato Sfracassàre (S intensivo), Fracassìo, Fracàsso e Fracassòne attrraverso la sovrapposizione di FRANGERE con QUASSARE, Fràcco dall’intensivo FRAGICARE attraverso il volg Fraccàre cui il volg Fracchia che indica una grossa torcia di materiale infiammabile “fraccato”, bruciata nella tradizionale processione della Settimana Santa a S. Marco in Lamis sul Gargano. Si potrebbe pensare che Infàrto (rottura del cuore) discenda da Infranto; in realtà è il Pp del lat INFARCIRE cui Infarcìre con pref IN illativo - in percorso con Farcìre, Farcìto e Farcitùra - per indicare l’immagine dell’occlusione interna, ritrovato nel franc FARCIR, cui Fàrcia da FARCE e Farcìno da FARCIN, ma con rare corrispondenze indoeur. Fuori percorso, ancora, Fràngia con Frangètta, Frangiàre, Frangìno “piccolo tovagliolo del sommelier” e Frangiatùra, dal lat volg FRIMBJA, cui il snm Fìmbria con Fimbriàto, i prefissati Sfrangiàre, Sfrangiàto e Sfrangiatùra; attraverso il franc FRANGE frangia, l’ital conta l’esot Frinzèllo con Frizellòso cui un corrotto prefissato Raffrignàre “cucire alla meglio” donde Raffrìgno “cucitura grossolana”. Il gr conta KRASPEDON frangia cui Cràspedo o Cràspedon e Craspedòta con Acraspedòta (pref A privativo) questo snm di Acalèfa dal gr AKALEPHE anemone di mare. Il letteratura, Fràngia è l’aggiunta nel testo di segmenti puramente fantastici. Fràgola, infine, è il dim lat di Fràga, questo discendente da un tema med SRAGA frutto cui il gr RHAGOS grano d'uva dal tema med RAK-RAG con il percorso Racèmo cui Racèmico con Racemizzaziòne, Racemòso, i composti Racemìfero (col suff dal lat FERRE portare) e Racemàsi (suff chimico ASI), il dim Racìmolo con Racimolàre, questo anche in senso metaf 880 cui Racimolatòre, e Racimolatùra, Gracìmolo questo l’inc RacimoloGrappolo, Ràcchio questo inc Racimolo-Rachitico, col fem volg Ràcchia in un brutto ed offensivo senso fig. Vrs la connessione fig del termine Gràcile cui Gracilità e il prefissato Ingracilìre, dal lat GRACILIS, con il tema Racimolo-Rachitico-Gracimolo. OIn anatomia si conta la locuzione Muscolo gracile. Il Ventriglio dei volatili è detto nel volg romanesco Grecìle o Gricìle vrs d’etim ancora in connessione. Il termine Ràchide, Rachìtide, con Rachìtico e Rachitìsmo, è dal gr RHAKHIS colonna verebrale cui il pref RACHI per composizioni quali Rachialgìa, Rachianestesìa, Rachianèttidi “Famiglia di cetacei”, Rachicentèsi o Rachicèntesi (col gr KENTESIS puntura), Rachischìsi (col gr SKHISIS fenditura): in percorso il prefissato botanico Aràchide (con A privativo vale fig “privo di spina dorsale”) “sorta d’erba” i cui semi sono indicati, comunemente al plur con Aràchidi snm di Noccioline americane o Nocioline brasiliane o ancora fig Ceci di terra, cui Arachìdico con Arachidònico (suff chimico ONICO “gruppo carbossìlico”) e, in locuzione, Acido arachidico e Olio di arachide. Ghiàia o Ghiàra o ancora un Giàra (omn di Giara “orcio”), Ghiaiàta, Ghiaiàto, Ghiaièto o Ghiarèto, i dim Ghiaiètto e Ghiaìno, l’accr Ghiaiòne e l’aggettivo Ghiaiòso discendono invece dal tema med GLARA, cui il lat GLAREA riversatosi nel tardo volg GLARJA, presunta connessione con GELE di Glandula per una ipotetica forma base rad comune, derivata da G(E)L; nel percorso lat si conta Glareòlidi “Famiglia d’uccelli”. In snm con Ghiaia l’ital conta Brèccia con Brecciòso e Sbrecciàre, dal tema med BRIKKO roccia-picco-dirupo, con i derivati Brecciàme, Brecciòla, Brecciàle, Brìcca, Bricchètta, Brìccica, Briccicàre, Brìccola “palo nell’acqua” quale punto visibile e per accezione Bricola veneziana (omn di Briccola “masnada” e di Briccola “macchina d’assedio”), il composto Abbriccàre con Abbriccàrsi che sta per “inerpicarsi”. Il tema med BRIKKO, nella vasta area indoeur, si ritrova nel long BREHHAN, nel ted BRECHEN, nell’ingl BREAK cui i glb Break “pausa”, Breakfast “rottura veloce del digiuno” 1 con la locuzione alberghiera glb Bed and breakfast “letto e colazione” eppoi Break dance “danza acrobatica da strada” nata ilm 1984, Break down “collasso-interruzione” con DOWN giù 2, Break even “pareggio (economia)” con Break even point “punto di pareggio” e Break even volume “entità del pareggio” con EVEN anche, Breaking point “punto di rottura” (gioco d’azzardo) e Break point “punto d’interruzione (informatica-tennis)”; vrs in connessione l’ant termine Break che valeva “vettura scoperta a cavalli”. Dal franc BRECHE frattura l’ital conta l’omologismo Sbreccàre “rompere i bordi di un vaso o piatto” e Sbreccàto con pref S sottrattivo; il tema si ritrova ancora nel got BRIKAN cui Sbregàre e Sbrègo con pref S intensivo, nell’ital Brèccia nel senso di “frattura”. Non è facile aggiudicare in connessione il volg toscano Sbreccola che sta per “donna brutta - racchia”. 1 2 L’ingl FAST veloce riappare nella locuzione glb Fast food “pasto veloce”. Con l’ingl DOWN giù-basso, da non associare a Down (sindrome di) questo riferito 881 al cognome dello scienziato, l’ital conta i glb Download “scaricamento” e Downloader “utente scaricatore” (in terminologia dei computer) con LOAD carico cui ancora Loading “caricamento” (in Informatica) e, in locuzione, Load factor “fattore di carico” (posti in aereo), Overload “sovraccarico” e Upload “caricamento verso altro computer”, eppoi l’economico Downsizing “riduzione delle dimensioni” con SIZE taglia, Breakdown “collasso”, Countdown “conteggio all’ingù (alla rovescia)” con COUNT conto cui ancora Countertrade “baratto” con TRADE commercio, Account “accredito”, Discount “sconto” con Discount “negozio con gli sconti”, Hard discount “negozio con forti sconti” e Soft discount “negozio a sconto lieve”, la composizione Counterfobìa “Il piacere di un fobico nel ricercare (nel contare) situazioni che lo spaventano. eppoi i pugilistici Knockdown “colpo violento” con Knoch out “colpo finale” dove KNOCK vale bussata in connessione indoeur con il long KNOHHA giuntura cui l’ital Nocca (della mano), eppoi il termine radioattivo Meltdown “fusione” da TO MELT squagliare cui Melting pot “grogiuolo” con POT pentola da non associare al glb ingl Melton “meccanismo per la follatura” derivato dal toponimo Melton-Mowbray, eppoi Shutdown “chiusura” dall’onomatopeico TO SHUT chiudere, eppoi Splashdown, “impatto con il mare” con l’onomatopeico TO SPLASH schizzare cui Splash ”tuffo” con il composto ital-ingl da divertimento estivo Acquasplash, la locuzione informatica Splash screen fig ”schermata iniziale di presentazione” e, infine il termine sportivo (football) Touchdown adottato dall’aviazione col significato “il toccare la pista” qui definito Touchdown point con TOUCH tocco in connesione indoeur con l’ital Tocco, il franc Touche cui Touche (pron tuscè) toccato, con ancora l’ingl Touch pad “tappetino dove tocca-scorre il mouse” con PAD tappeto cui l’ultima invenzione computerizzata glb I-Pad giunta in Italia a maggio del 2010, Touch screen “monitor sensibile al tocco”. \ Anemone Anèmone “pianta delle Ranuncolacee, con Anemone di mare (snm di Attinie) è inv dal gr-lat, ANEMONE, questo vrs connesso con il lat NEMORALIS “boschereccio” cui Nemoràle e Nemorènse, questo epiteto di Diana la dea dei boschi e della caccia, il cui secondo soprannome Cinzia appartiene ancora all’onomastica, in riferimento al monte Cinzio dove era nata. Una derivazione rad comune dovrebbe esserci col gr NEMA NEMATOS filamento, associando a questo fig il groviglio boschivo, cui Nemàtico dal gr NEMATIKOS intessuto, i pref NEMA NEMATO per composizioni quali Nemaspèrma o Nemaspèrmio snm di Spermatozoo, Nematelmìnti (col gr HELMINS HELMINTHOS verme), Nematòceri (sottordine d’insetti, col gr KERAS corno), Nematocìda (antiparassitario), Nematòdi (sorta di Invertebrati vermiformi della Famiglia Strongilidi) dal lat NEMATODA già genitivo gr NEMATOS, Nematòfori (Ordine di Miriapodi, col gr PHERO io porto). Il suff NEMA per composizioni quali Aglaonèma “sorta di pianta delle Aracee” è composto col gr AGLAOS splendente, lo zoologico Assonèma (composto con Assòne), il biologico Cromonèma “filamento cromosomico”, l’istologico Mionèma (col gr MYS muscolo), il botanico Protonèma (col gr PROTOS primo). \ Scacchi Dama Scàcco è l’omologismo dal prvz ESCAC, attinto al persiano SHAH il re, cui Scià; nel percorso si ha Scàcchi quale ipocoristico della locuzione Gioco 882 degli scacchi cui Scaccàta, Scaccàto, Scaccheggiàto, Scacchièra, Scacchière o Scacchièro in termini militari e “cassa dello stato” in ant regno normanno cui Cancelliere dello scacchiere, Scacchìsmo, Scacchìsta, Scacchìstico, Scàcco, i composti Scaccografìa, Scaccogràmma e Scaccomàtto dalla locuzione Scàcco matto. La locuzione metaf Prendere il sole a scacchi vale essere illuminato dalla luce solare che passa attraverso le inferriate a mo’ di scacchiera poste alle finestre delle prigioni. Nel gioco degli Scàcchi, si ha l’Alfière omologismo dall’ar AL-FARIS cavaliere, passato allo sp ALFEREZ, la Tòrre 1, la cui etim è ben articolata, dal lat TURRIS, dal gr TYRRHIS, cui gli accr Torràzzo e Torriòne, Turricolàto dal dim TURRICULA piccola torre, Turritàno relativo a Porto Torres in Sardegna (derivazione indiretta dall’ant nome lat TURRIS), Turrìto, dal tema med TURSI torre in riferimento ai popoli delle torri, i Tirreni, appunto. Il termine è rintracciabile nell’ingl TOWER cui il glb Tower nel linguaggio dell’informatica. La Regina, essendo un gioco che pare sia stato ideato in area ind, in origine era indicato con Visir. La vittoria spetta a chi fa Scacco matto questo indicato con Scacco matto imbecille o Scacco matto stolto, riuferito al giocatore sconfitto, quando lo scacco avviene subito dopo l’inizio dell’incontro. Dàma è dal franc DAMES pedine doppie cui l’omologismo Damàre, il glb franc Damier, Damièra, Damière, Damìsta. L’omn Dàma “signora”, invece, è dal franc DAME, ipocoristico del lat DOMINA padrona, cui Dameggiàre, Damerìa, Damerìno, Damigèlla, Damigèllo, Dàmo e, sorprendentemente, Damigiàna, questo dal franc DAME JEANNE signora Giovanna, da una presumible metaf. Madàma, pertanto, è l’italianizzazione dal franc MADAME dalla locuzione MA DAME mia signora cui Madamàto e Madamigèlla questo attraverso MADEMOISELLE da MA DEMOISELLE mia signorina. Esiste ancora il termine Dàma per “stampo” (di ghisa) altrimenti detto “chiodaia”, di presunta correlazione fig o con Dama “gioco” o con Dama “signora”, ma non accertata. Pedìna, infine, inv dal lat volg PEDINA, è la forma fem sostantivata di PEDINUS, da rad PED piede, cui Pedinàre e il prefissato scacchistico Impedinatùra (IN illativo). L’ampliamento del rad PED in PED-S e svoltosi in PEIS, cui il verbo lat PINSERE pestare, ha dato ancora origine a Pèsta con Calpestàre, questo un inc lemmatico di Calcare con Pestare, cui Calpestatòre, Calpestìo (già dal 1353) questo con un snm Trepestio (dal 1842); ancora, Pestàggio, Pestàre, Pestaròla, Pestàta, Pestatòio, Pestatòre, Pestatùra, Pestèllo e Pistìllo col composto Pistillìfero, l’iterativo Pesticciàre con Pestìccio, Pestìo, Pèsto (anche Intingolo) cui Pesto alla genovese, Pestòne cui Pistòne attraverso il franc PISTON comunque questo da un anti ital Pistòne dal lat PISTOREM cui ancora un Pistòre, eppoi Pìsta con Pistàggio, cui la locuzione Pista ciclabile. \ Nella città di Modena, la pista ciclabile si snoda con un percorso di 190 km \ Pistaiòlo corrispondente al glb franc Pistard “ciclista su pista” da PISTE pista in correlazione con Routier “su strada”, eppoi il prefissato Depistàre con il glb franc Depistage, Depistàggio e Depistatòre: nella forma fig di 883 “caduta-capitolazione”, Pèggio (PEIUS), Peggiòre (PEIOR) o Piggiòre con Peggioràre (non coniugabile al riflessivo) o Piggioràre da PEIORARE, Peggioramènto o Piggioramènto, Peggioratìvo, Peggioràto o Piggioràto, Peggioratòre e Pèssimo (PESSIMUS) cui Pessimìsmo, Pessimìstico e Pessimìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Pèste da PESTEM distruzione questo con i derivati quali Pestilènte, Pestilènza o Pestilènzia con le varianti Pistolènza o Pistolènzia, Pestilenziàle, Pestilenziòso, Pestòso, il prefissato Impestàre con Impestàto (pref IN illativo), i composti Pesticìda, Pestìfero. Il termine Prestinàio che vale “fornaio” è il derivato di PISTOR panettiere nel senso di Pestatore, quale nome d’agente di PINSERE; il veneto conserva il termine Pestrineri. Dal volg PINSIARE intensivo di PINSERE, è derivato Pigiàre con Pigiàta, Pigiatòre, Pigiatùra ma anche Brigiàre o Briciàre dal volg BRISARE con identica semant. Il gr conta in connessione PTISSEIN pestare, tritare cui PTISANE decotto, infuso svoltosi nel lat PTISANAM italianizzato Tisàna; da non connettere con Tisanòtteri questo dalla composizione gr THYSANOS nappa e PTERON ala e Tisanùri questo con URA coda, entrambi Ordine d’insetti. La più famosa Torre al mondo è la Tour Eiffel, alta 324 mt, che prende il nome dal suo progettista, l’ingegnere Gustave A. Eiffel (1832/1923), coaautore tra l’altro, della della Statua della Libertà, del Ponte Maria Pia in Portogallo e delle strutture del Canale di Panama; infine è stato l’ideatore della storica Galleria del vento europea, utile agli studi aerodinamici per la sicurezza dei ponti ed alla nascente aeronautica. La Tour Eiffel, appunto per la sua struttura fisica in ferro, durante i mesi caldi può allungarsi di quindici centimetri, per la nota legge della dilatazione e restringimento dei metalli in relazione alla temperatura. 1 \ Stampa Stampella Dal franc STAMPON pestare, ted STAMPFEN, l’ital ha ricalcato l’omologismo Stàmpa (tecnica a caratteri mobili inventata da Gutenberg nel 1450, che sconvolse la maniera di pubblicare testi e contribuì all’alfabetizzazione delle masse) cui Stampàre con Stampàbile, Stampabilità, Stampàggio, Stampànte, Stampatèllo, Stampàto, Stampatòre, Stampatrìce, Stampatùra, Stamperìa, Stampìno con Stampinàre e Stampìsta, il fig Stampìta questo termine musicale attraverso il prvz ESTAMPIDA da ESTAMPIR battere i piedi cui il dim Stampèlla svoltisi anche nel snm di Gruccia o Ometto e nella tassonomia marina in Pesce stampella altrimenti detto Pesce martello smerlato. Il percorso prosegue con Stàmpo questo nel senso di “marchio negativo” cui le locuzioni Stampo camorristico, Stampo mafioso, oppure di “modello” cui Stampo per dolci, l’accr Stampòne; Stampìglia, invece, con Stampigliàre, Stampigliatrìce e Stampigliatùra, l’ha tratto attraverso lo sp ESTAMPILLA. Dall’ingl TO PRINT stampare l’ital, ancora, conta i glb prefissati Prepint “prestampa” e Reprint “ristampa”. Il lemma Stampanàre che vale “lacerare” è in coerenza etim con questo percorso poiché è dal franc STAMPON pestare. Snm di Stampella è Grùccia da un Crùccia (per il segno che lascia sul terreno), questo omologismo dal long KRUKKJA bastone con punta a forma d’uncino, passato anche semant ad “appendiabito”, cui Grucciàta “colpo di 884 gruccia” e il fig Grucciòne snm Grottaione e Vespiere, l’uccello che nidifica nelle grotte e si nutre d’api. Occorre però aggiungere che il lat conta CRUS CRURIS gamba, cui Cruràle “relativo alla gamba”, pertanto è logico credere nella connessione indoeur lat-long CRUS-KRUKKJA, nel senso di bastone quale gamba (artificiale). ASSESSORE ASSASSINO SASSOFONO ASSESSORE Assessòre, dal lat ASSESSOR colui che siede affianco, è il sostantivo d’agente del verbo ASSIDERE (AD-SEDERE), di rad SED, con AD allativo; oggi è semant una carica politicoamministrativa. Dello stesso tema, oltre ai derivati espliciti Assessoràto, Assessoriàle, Assessorìle – l’ital conta Assettàre dal volg ASSEDITARE di ASSIDERE, che oltre al significato etim vale “ordinato-approntato” cui Assettàre con Assettamènto, Assettàto, Assètto e vrs il glb ingl Asset “bene-patrimonio” nel senso di “proprietà assettata”, il prefissato Rassettàre (doppio pref R iterativointensivo RI AD) e Riassettàre con Riassètto (RI iterativo), Assìse “sedute solenni” (genere fem e di numero plur, scorretta la forma le assisi) dal lat volg ASSISA assemblea seduta; un termine che avevamo smarrito, ma che c’è ritornato dal franc ASSISE già col significato che stabilisce, che delibera. Assìsa, infatti, nelle pagine letterarie, sta per “abito stabilito, divisa, uniforme”, nei trattati geologici sta per “complesso di terreno stabilizzatosi durante un'era” e in biologia vale “strato di cellule”. Assìsa è ancora un termine del XIV sec con valore di “imposta, balzello” ormai divenuto obsoleto. Eppoi il glb ingl Sit in da TO SIT sedersi, che vale una silenziosa manifestazione di protesta, stando appunto seduti, intralciando un normale svolgimento. L’ant bolognese conta Sit quale “posto-sedia”. Nel percorso semantico di Assisa, troviamo Assìso, Assìdere (AD SIDERE stare vicino nel senso di permanenza) con Assiduità e Assìduo questo da ADSIDUUS, d’identica relazione che il termine in percorso Resìduo, da RESIDUUS ciò che rimane, ha rispetto a Residuàre (RE SIDERE) cui Residuàle e Residuàto. Assisiàte o Assisiàno sta per il demotico del toponimo umbro Assisi ereditato dal 399 a.C. quando divenne colonia romana con il nome di Asisium. \ “Assise”, quindi, è un termine plurale e il verbo che lo accompagna deve essere al plurale. Su queste pagine, allo scopo di aggirare gli errori frequentemente commessi, si propone di riadattare il lemma collocandolo tra i sostantivi collettivi (folla, branco, gregge…) e pertanto il verbo può così essere coniugato al singolare. \ Sèdia, devb da SEDERE stare-sostare, è la metatesi di un più ant SIEDA, in connessione col gr HEDRA sedia-base, per cui troviamo Sède, Sedentàrio con Sedentarietà, Sedentarizzàre, Sedentarizzaziòne 885 e il fig Sedentàri (Sottoclasse marina, poiché vivono nel fondo, cui Policheti Sedentari), Sedère, questo anche sostantivo Sedère indicante la parte del corpo implicata nell’essere seduto, Sediàrio, Sedìle, Sèdio (seggio), i dim Sediolìno e Sediòlo, Sedùta, l’aggettivo Sèssile (in opposizione a Vàgile) dal lat SESSILIS, Sessiòne da SESSIO SESSIONIS tratto da SESSUS questo Pp di SEDERE, i dim Sediòlo e Sediolìno, eppoi i prefissati Risièdere dal volg RESEDERE già class RESIDERE (pref RE continuativo) con Resède o Resèdio “termine notarile”, Residènte dal Ppres RESIDENS con Residènza e Residenziàle, il glb franc Residence, il termine adottato in geologia e in meteorologia Subsidènza o italianizzato Sussidènza “abbassanento tettonico-massa d’aria in discesa entro se stessa” dal lat SUBSIDENTIA sedimentazione e il glb ingl Session “seduta”. Una sorta di sedia o poltrona d’origine toscana è detta Savonaròla, appunto perché era la preferita di G. Savonarola. \ Stando a una ricerca dell’Istituto di Sanità (2011), in Italia i più sedentari risulterebbero i cittadini della Basilicata, seguiti dall’Abruzzo, dalla Campania e dalla Sicilia; mentre i meno sedentari sarebbero i trentini seguiti dai lombardi e liguri.\ Dal gr HEDRA, l’ital conta il suff EDRO EDRIA col significato di “base-faccia-lato” in termini geometrici cui Dodecaèdro (col gr DODEKA dodici vale “dodici facce”) con Diacisdodecaèdro (col pref DIAKIS due volte vale “ventiquattro facce”) e Icosidodecaèdro (col pref gr EIKOSI venti) “dodici pentagoni e venti triangoli”; eppoi in sequenza, Dièdro (pref dal gr DIS due volte) vale “ciascuna delle due parti di uno spazio”, Trièdrio (col gr-lat TRI tre) “tre facce”, Pentaèdro (dal gr PENTE cinque) “cinque facce”, Esaèdro (col gr HEKSA sei) “sei facce”, Eptaèdro o Ettaèdro (dal gr HEPTA sette) “sette facce”, Icosaèdro (col gr EIKOSI venti) “venti facce”, Esacisottaèdro (col gr HEKSAKIS sei volte e Ottaedro) “quarantotto facce”, Esacistetraèdro (col gr EKSAKIS sei volte e Tetraedro) “ventiquattro facce triangolari” con Icositetraèdro (col gr EIKOSI venti) “poliedro a ventiquattro facce”, eppoi Scalenoèdro (con Scaleno), Trapezoèdro (con Trapezio); eppoi Proedrìa (pref PRO avanti) “primi posti al teatro”. Dal long PANKA connesso col lat PANCA asse-tavola l’ital conta Pànca con Pancàccia, Pancàccio, Pancàle, Pancàta, Panchètto, Panchìna, Panchinàro e Plància attraverso il franc PLANCHE, cui Plancìto o Piantìto, connesso con il lat PLANUS. Dall’attestazione volg SEGGERE da SEDERE, cui SEDJO, ci è pervenuto Seggettière (portantino), Sèggia, Sèggio (sedio), i dim Seggètta, Sèggiola, Seggiolàio, Seggiolìno, l’accrecitivo Seggiolòne. Il rad di SEDERE è SED - attestata anche nelle aree bal, slava, ind, 886 iran, gr (HIZOMAI), ger (SITZEN) - la quale, oltre ai succitati derivati, ha condotto a Sòglio, Sussidiàre con Sussidiàrio e Sussìdio, e a Nìdo questo da un ant indoeur NIZIDOS composto con NI giù e SED sedere (ridotto a ZD) cui Nidiàta, il prefissato Annidàre (AD allativo) con Riannidàre (RI iterativo), i composti Nidìcolo, Nidificàre con Nidificaziòne, Nidifòrme e Nidìfugo, eppoi Nìdio questo variante toscana di Nido cui Nidiàce o Nidiàceo o ancora Nidàce e Nidiàndolo questo snm di Endice e Guardanidio; il termine Nido è adottato per indicare fig un ricovero per neonati e bimbi cui, in locuzione, Nido d’infanzia o semplicemente Nìdo. Il termine Nidòre è fuori percorso, dal lat NIDOR di rad KNID odore- vapore, questo in connessione col gr KNISA odore di carne ai ferri. Il rad SED, inoltre, ha condotto al causativo (di Sedere) Sedàre, adottato anche in medicina (nel senso di “calmarealleviare”), con Sedatìvo, Sedatòre e Sedaziòne col prefissato Resèda (botanica) e Resedàcee (la Famiglia) dalla locuzione lat RESEDARE MORBOS sedare il dolore, Sedìme dal lat SEDIMEN, di SEDERE cui Sedimènto dal nome di strumento lat SEDIMENTUM con Sedimentàre con Sedimentàrio, Sedimentatòre, Sedimentaziòne, Sedimentòso e il composto Sedimentologìa e, con i pref, talvolta in SIDERE con normale passaggio della e in i, Dissìdio con Dissidènte e Dissidènza (DIS-SIDERE sedere disparte), Insìdia con Insidiàre, Insidiatòre, Insidiòso (IN SIDERE con valore di sovrastare per minacciare), Prèside, Presidènte, Presidènza, Presièdere, Presìdio con Presidiàre, Presidiàto (PRAE-SIDERE sostare avanzati) e, in locuzione, Presidio militare, Presidio sanitario, Insediàre con Insediamènto, Insediatìvo, e Insediàto (col pref illativo in sedia da IN SEDERE), Assediàre o Obsediàre con Obsidiàre e Ossedère o Ossediàre con Assediàto e Assèdio o Ossèdio (OB-SEDERE stare addosso (contro), accampare) o ancora Ossidiòne, Obsidiòne e Ossediòne con il relativo Ossidionàle. Sediziòne e Sediziòso, sono fuori percorso, composti dal lat SED pref di separazione e dal verbo (G)IRE andare. \ Assideramento Il verbo Assideràre con Assideramènto è dal lat inv ASSIDERARE che vale cadere vittima delle emanazioni stellari o del freddo stellare dal lat SIDERALIS da SIDUS SIDERIS stella-astro, questo un ant termine indoeur, cui Sideràle col prefissato Intersideràle, Sideraziòne, Sidèreo, il composto Sideròstato snm di Celòstato e, con i pref, Consideràre questo col pref associativo COM stava per “scrutare l’insieme degli astri per trarne auspici” cui Consideraziòne poi attestatosi nel significato corrente, Desideràre o Desiàre e l’obsoleto Disiàre, col pref DE sottrattivo sta in origine per “non avere la possibilità di scrutare le stelle” cui Desidèrio con 887 gli obsoleti Desideramènto, Desidèro e Disidèrio, l’onomastico Desiderio, eppoi Desiàbile o Disiàbile, Desiànza o Disiànza, Desiàto o Disiàto, Desideràbile o Disideràbile con Desiderabilità, Desiderànte o Disiderànte, il sostantivo Desideràta fedele al lat DESIDERATA plur del neutro DESIDERATUM, Desideratìvo o Disideratìvo, Desideràto o Disideràto, Desideratòre o Disideratòre, Desideraziòne o Disideraziòne, Desiderèvole o Disiderèvole, Desideròso o Disideròso, Desièvole o Disièvole, il poetico Desìo o Disìo con Desiòso o Disiòso; il termine SIDUS dal successivo significato di “freddo come il ferro”, è finito per identificare unicamente il metallo, cui il gr SIDEROS ferro, l’ital Siderìte, Sideròsi (suff patologico OSI) e, quale pref SIDERO, lemmi composti cui Sideremia (col gr HAIMA sangue), Siderografìa, Siderolìte (col gr LITHOS pietra), Sideropenìa con Sidseropènico (col gr PENIA povertà). Siderurgìa e Siderùrgico (col suff dal gr ERGON lavoro); da non equivocare con termini quale Siderostato da stella. \ Sedulo Dolo Dolore Sèdulo è col pref di separazione SE(D) e con il lat DOLUS dolo, da un’origine gr DOLOS, e vale “diligente-leale” ovvero “senza inganno”, cui Sedulità; Sùbdolo, invece, è col pref SUB e vale “con inganno sotto (nascosto) - ipocrita”. Dòlo e Dolòso cui Dolosamènte, Dolosità, non hanno corrispondenze fuori d’Italia; questi termini stanno per inganno e non è chiara la provenienza rad comune con DOLUM di Duolo, a meno che non si accetti la sovrapposizione lemmatica del Dolo che causa Dolore. Dòglia, con il mas Dòglio, cui Dogliòso, dal lat volg DOLIA dal class DOLEUM sostantivato dal presente indicativo DOLEO da DOLERE provare dolore e da un’incerta rad indoeur DEL cui Dogliànza attraverso il franc ant DOILLANCE (il suff ANZA è omologato dal franc ANCE) o Dogliènza attraverso il prvz DOLHENZA, il prefissato Condogliànza con il ricorrente plur Condogliànze, eppoi Dolère da DOLERE col Ppres Dolènte cui Dolènzia da DOLENTIA dolore, un Dolicchiàre da un Dolìcchio ed un Doliccicàre da un dim Dolìccio, Dòlo o Duòlo, Dolòre cui Doloròso, Doloràre, Dolorànte e Doloraziòne, i prefissati Addoloràre con Addoloramènto, Addoloràto e l’accezione Addolaràta riferito alla Madonna cui l’onomastico Addolorata e la variante sp Dolores con l’ipocoristico Lola, Indolòre o Indolòro, Indolènte e Indolenza fig snm di Pigro e Pigrizia, Indolenzìre (IN illativo) con Indolenzimènto e Sdolenzìre dal Ppres Dolente (S sottrattivo), Indolìre con Indolimènto da DOLIRE variante di DOLERE, i composti Dolorìfico, Dolorimetrìa. \ La memoria di un dolore provato si falsifica nel tempo, tale da essere ricordato con meno intensità.\ Fuori percorso, ma ben equivocabili, Dòlio o Dòglio dal lat DOLIUM vaso o barile, cui Dolàbra nome di strumento di un DOLARE sgrassare, Doliàrio o Doleàrio “cusode dei vasi o operario nella fabbrica figulina” Dal gr ODYNE dolore, l’ital ha tratto le composizioni Odinofagìa (deglutazione dolorosa), Odinofobìa (ossessione per il dolore), Odinolìsi (scioglimento del dolore), il prefissato Anodìno da ANODYNOS privo di 888 dolore (AN senza); eppoi il suff ODINIA in Artrodinìa (gr ARTHRON articolazione), Cardiodinìa, Glossodinìa (gr GLOSSA lingua vale “sindrome dolorosa della lingua”), Gnatodinìa (gr GNATHOS mascella), Mastodinìa (gr MASTOS mammella) snbm di Mastalgia, Metrodinìa (gr METRA utero), Neurodinìa, Pleurodinìa. Fuori percorso Odìnico, relativo alla divinità germanica Odino. ASSASSINO Assassinàre non è relativo a Sasso nel modello di MazzaAmmazzare; per una forma di ricalco dovrebbe significare “colpire col sasso” e semant “uccidere”. Esiste comunque Sassàta per definire il colpo di sasso, parasnm di Mazzata. Assassìno, invece, è l’omologismo dall’ar HASHISHIYYA uso all’alcool, che per gli arabi è un grave peccato, e quindi violento, abbrutito dai fumi. Il percorso conta esplicitamente Assassinamènto, Assassinàre, Assassinatòre, Assassìnio... Coesiste una seconda versione, che vuole il termine dall’ar HASHSHASHIN e nome degli adepti di una setta, sguinzagliati dall’assunzione di hascisc a commettere crimini. Ascisc o Hascisc, o ancora Haschisch e Hashish è l’omologismo dall’ar HASIS erba, snm della locuzione lat scientifica Canapa indiana da CANNABIS INDICA. In presenza di connessione dell’indoeur SEK tagliare con l’ar SAHS (il rad è primordiale ed è vrs che si sia riversata o sovrapposta nel mondo arabo) cui HAS(HISHYYA) (HSHASHIN), il tragitto non sarebbe stato lungo. Termine alieno adattato Hàssio (elemento chimico, simbolo Hs), relativo a HASSIAS toponimo dell’Assia. Altro alieno è l’omologismo Ascemìta o Ashimìta “membro settario”dall’onomastico ar Hashim, avo di Maometto. \ Gli Assassini, che sarebbero durati un settantennio, avevano il covo sulla rocca di Alamut in Persia, ai confini con il Libano, e, sotto la guida di un Veglio della Montagna, si prefiggevano di occupare la Palestina, scaraventandosi contro ogni avversario. La loro era una tecnica terroristica che riemerge tragicamente nei nostri giorni, quella degli assalti suicidi. La denominazione di Veglio o Vecchio della Montagna, poi, risuona tragicamente oggi, dall’Afghanistan. Alla setta andrebbe assegnato l’assassinio del conte Raimondo di Tripoli e di Goffredo del Monferrato. Per esigenze strategiche, s’appoggiavano agli ordini cristiani ora dei Templari ora degli Ospitalieri. Furono massacrati e dispersi dai mongoli condotti da Khan Hulagu intorno al 1250.\ SASSOFONO Il nome di questo diffuso strumento musicale, Sassòfono, nasce in Francia, SAXOPHONE, in onore del belga A. Sax, il suo inventore (1814-1894), con la composizione del suo cognome Sax e di FONO dal gr PHONE suono, voce. Lo strumento appartiene alla famiglia dei cosiddetti “Legni” a ricordo dei suoi antenati Flauto e Clarinetto che erano di legno. 889 La corrispondenza latina SAX(UM) sasso è coincidentale; se l’inventore fosse stato un Esposito avremmo forse avuto L’espositofono. Sassotròmba è il nome dato alla famiglia degli strumenti musicali simili al sassofono, cioè d’ottone e con bocchino. Coniato a modello di Sassofono, si ha il glb Sousaphone “sorta di tuba” inventato da J. P. Sousa (1854/1932). Tròmba è da una serie onomatopeica TR MP, cui Trimpellàre e Strimpellàre con Trimpellìo e Trimpellìno; il percorso conta Trombadòre o Trombatòre, Trombàre (anche in volg per “atto sessuale”) con Trombàta, Trombàto, Trombatùra, Trombeggiàre, Trombètta e Trombètto con Trombettàre, Trombettàta, Trombettàòto, Trombettatòre, Trombettière, Trombettìno, e Trombettìsta, Trombìno, Trombòne con il fig Trombonàggine, Trombonàta, Trombonìsta e Trombonèsco, Tromboncìno, i prefissati Strombàre con Strombatùra o Stròmbo (omn di Strombo “mollusco”) e Strombazzàre con Strombazzamènto, Strombazzàta, Strombazzatòre, Strombazzatùra, il dim Trombètta o Trombètto col prefissato Strombettàre cui Strombettàta, Strombettatòre, Strombettìo e, in locuzione fig, Tromba d’aria e Tromba marina questa con l’omn Tromba marina che indica una sorta di strumento musicale medv. Sorta di trombetta è la VUVUZELA (pron fufuzela), lo strumento tipico del Sud Africa, già Corno d’antilope nella tradizione boera, le cui note riecheggiano nelle feste nazionali e negli stadi; un suono che la FIFA vorrebbe ridurre a meno di 20 decibel. L’etim del lemma in lingua zulu sembrerebbe di origine onomatopeica che vale "fare vuvu", in riferimento al suono prodotto, oppure dal volg con valore di "doccia", in versione fig per la sua forma. Pseudoetim, il gr conta THROMBOS grumo di sangue cui Tròmbo con Trombìna “enzima”, Trombizzàre, Trombòsi, Trombòtico, utilizzato in pref per composizioni quali Tromboangioìte (con ANGIO vena e il suff medico ITE per infiammazione), Trombocìta (col suff CITA cellula) o Trombocìto, Tromboflebìte, Tromboplastìna (enzima, col gr PLASTOS plasmato), col prefissato Protrombìna cui Protrombìnico. Il prefissato Antitrombìna è un farmaco che contrasta la formazione di trombi. Il lat conta TUBA per tromba, forse un’insiemistica di TUBUS tubo, cui l’ital Tùba con Tubàrico (anche in anatomia), Tùbo con Tubàggio, Tubatùra con la locuzione Tubatura idraulica che in ingl suona PLUMBING dal lat PLUMBUM piombo con il quale i romani costruirono le tubazioni, ancora utilizzato nel XIX sec. In botanica si conta Tubifloràli (composto con il lat FLOR FLORIS fiore), Classe 890 delle Dicotiledoni. Il percorso prosegue con Tubaziòne, l’esot dall’ingl Tubeless (con LESS senza, Pneumatico senza camera d’aria), Tuberìa, Tubètto, Tubièra e Tubièro, il composto Tubifòrme, l’esot ingl Tubing “serie di tubi”, Tubìsta Tùbolo o Tùbulo con Tubolòso o Tubulòso, Tubolàre con Tubolàto e Tubolatùra in complanare con Tubulàre, Tubulàto e Tubulatùra, Tubulìna (proteina), i composti Tubulidentàti (Famiglia di mammiferi), Tubulonefrìte, e il prefissato Intubàre con il contrario Estubare, la locuzione fig Non valere un tubo. Nel volg toscano, Trombaio sta per Idraulico. TUBA sta anche per cappello, donde l’omn Tùba per un tipo di cappello, il dim Tubìno che sta anche per un tipo d’abito femminile. Il gr conta lo specifico SOLEN tubo cui il termine elettronico Solenòide (adottato dal 1865) con Solenoidàle (suff OIDE somiglianza) eppoi Solènidi dal lat SOLENIDAE (Famiglia di molluschi cui il “cannolicchio”), Solenogàstri (Classe di molluschi, col gr GASTER ventre). Il gr conta ancora il snm SIPHON tubo cui il termine meccanico Sifòne (adottato dal XVI sec) con Sifonàggio, Sifonamènto, i composti Termosifòne (coniato nel 1839) e Copritermosifòne (coniato nel XX sec); eppoi Sifonocladàcee (Famiglia di Alghe, col gr KLADOS ramo), Sifonòfori (Classe di Celenterati, col gr PHERO porto), Sinofògamo (termine botanico, col gr GAMOS unionematrimonio). Infine, il gr conta SYRINKS SIRINGOS tubo, cui il lat tardo SYRINGA tradotto in terminologia medica nell’ital Sirìnga (adottato dal XVI sec) con Siringàre, Siringatùra “introduzione del catetere” e Sirìnge (organo vocale dei volatili), ancora Siringìna con Sirìngico, i composti Siringobulbìa (con suff che vale Bulbo), Siringocistoadenòma, Siringòma (suff medico), Siringocèle (col gr KELE tumefazione), Siringocistòma. Termine che pare connesso con TUBUS tubo è Tùbero dal lat TUBER che vale “bozza, sporgenza, escrescenza”, ma in realtà è l’inc fig di TUMOR gonfio (da TUMERE essere gonfio) con UBER fertile cui Tuberàcee, Tuberòsa e Tuberòso con Tuberosità, eppoi il prefissato Protuberànte con Protuberànza da PROTUBERARE gonfiarsi in escrescenza; il gr conta lo specifico HYDNON tubero cui Idnàcee “Famiglia di funghi”, Idnologìa attestatosi nello studio dei Tartufi cui Idnòlogo. Il percorso lat TUBER prosegue con Tubèrcolo dal dim lat TUBERCULUM cui Tubercolizzaziòne (Botanica) e un percorso negativo quale Tubercolàre, Tubercolàto, Tubercolìna, Tubèrcolo Tubercolòma (medicina), Tubercolòsi con 891 Tubercolosàrio (sanatorio) e Tubercolòtico; snm di Tubercolosi polmonare è Tìsi dal gr PHTHISIS consunzione cui Tisiàtra e Tisiatrìa (con i suff IATRA medico e IATRIA cura medica), Tisichèzza, Tìsico, Tisiologìa e Tsiòlogo col prefissato Intisichìre (IN illativo) cui Intisichìto, eppoi i snm Etisìa attraverso il franc ETISIE tisi e Tisìa nel toscano; coesiste un Tisichèlla (termine gastronomico) in relazione semant a consunzione. Per il verbo Tubàre, invece, occorre richiamarci alla serie onomatopeica TU TU dei colombi, come nella serie TR TR di Tòrtora dal lat TURTUREM con il poetico Tòrtore, questo omn di Tortòre “aguzzino”, e la variante Tòrtola. Tubare ha il snm in Bubàre sostituendo l’onomatopeico in BU BU. \ Prefisso SED *SE La forma più ant è SED, ripetuta nella congiunzione avversativa lat con valore di ma. Dalla locuzione lat SED MAGIS è nata in ipocoristico la congiunzione avversativa ital *Ma, cui Mài da MAGIS piuttosto con l’avverbio Mainò dalla locuzione Mai no; da non includere Sèd quale ant eufonica della congiuzione Se. La rad è in comune con il termine MAGIS di più, dal tema MEGHE grande, il sct MAHA grande, cui il lat MAGNUS eppoi l’ital Maèstro da MAGISTER il più forte con Maèstra, Maestrànze, Maestràre meglio Ammaestràre questo con Ammaestramènto, Ammaestràto e Ammaestratòre (un snm di Domatore), Maestrèvole, Maestrìa, Maestrùcolo, eppoi Màstro, col fem Màstra (omn di Mastra “madia”), dal volg MAGISTRUM con afonia (o lenizione totale, che dir si voglia) della g e semplificazione del dittongo risultante ai in a cui Mastrìno. Il percorso conta ancora Magistèro o Magistèrio, Magistràle e Magistràto. Màgno da MAGNUS grande con Magnitùdine, l’ingl MASTER cui l’italianizzazione Masterizzàre con Masterizzatòre, il lemma Almagèsto omologismo dall’ar AL MAGISTI “raccolta degli studi di Tolomeo” ma questi ricalco del gr MAGISTE SYNTAKSIS compendio magistrale. Il sct conta JINA maestro vincitore cui l’omologismo Giainìsmo o Jainìsmo (sorta di ascetismo) con Giàina (il seguace); fuori percorso Giaiètto omologismo dal franc JAIET “sorta di lignite pìcea” cui la contrazione glb Jais con l’omologismo Gè. Nel percorso lat si conta Màggio “maggiore” con un obsoleto Màio, da un MAIOS già MAGYOS tratto dalla rad MEGHE, poi svoltosi in MAIUS grande cui Maiùscolo dal dim MAIUSCULUS opposto a Minuscolo, e nel grado superiore MAIOR maggiore donde Maggiòre con Maggioràre, Maggiorànza, l’esot Maggioràsco o Maioràsco o ancora Maggiorascàto (patrimonio di famiglia ereditato esclusivamente dal figlio maggiore, diversamente dalla Legge salica) attraverso lo sp MAYORAZGO, Maggioràta, e Maggioràto, Maggioraziòne, il composto Maggiordòmo (con il lat DOMUS casa vale “il maggiore (servo) della casa”, Maggiorènne col suff ENNE per “anni”, Maggiorènte, Maggiorìa, Maggiorità (su calco di Superiorità), Maggioritàrio attraverso il franc MAJORITAIRE, e l’astratto 892 MAIESTAS cui Maestà, Maestàtico, Maestèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, Maestosità, Maestòso; nell’iconografia medievale cristiana, Maestà è la raffigurazione frontale del Cristo o della Madonna seduta “in trono”con una coreografia paradisiaca. In connessione il toponimo Majorca o Maiorca già Maiolica “la maggiore” (tra le isole delle Baleari) donde la nota ceramica Maiòlica con Maiolicàio o Maiolicàro, Maiolicàre, Maiolicàto. Màggio, l’omn mese, invece, con l’aggettivo Maggèse (snm di Novale) svoltosi in sostantivo cui Maggesàre con valore di “terra a riposo” per renderela più fertile, eppoi con Maggiaiòlo, Maggiàtico, il composto Maggiociòndolo (arbusto) snm di Cìtiso, la locuzione sessantottesca Maggio francese, Maggiolàta, Maggiolìno – questo snm di Melolònta dal gr MELOLONTHE scarabeo dorato di origine preindoeur - e Maggèngo, è relativo alla dea MAIA nutrice madre di Mercurio, nome che già compariva tra le divinità romane all’adozione dell’omonima greca, pertanto è verosimile la rad comune MEGHE, che le assegnerebbe così la traduzione di “ La (dea) maggiore”. L’onomastico Maia è ancora ricorrente. A Umberto II di Savoia fu assegnato l’epiteto di Re di maggio per il suo brevissimo regno (dal 9 maggio al 13 giugno 1946) che precedette l’esilio e l’istituzione repubblicana in Italia, Lemma sicuramente alieno è l’omn Maggiolìno “mobile”, ispirato al nome dell’intarsiatore G. Maggiolini (1738 \ 1814). Il percorso MAGIS conta ancora Magnàte da MAGNAS MAGNATIS sovrapposto al franc MAGNAT, cui Magnatìzio e le composizioni Magnanimità e Magnànimo (con ANIMUS animo), Magnificènza e Magnìfico (con FACERE), Magniloquènte e Magniloquènza (con LOQUI parlare). Magnòlia è fuori percorso, derivante dal nome del botanico Pierre Magnol (1638-1715). \ La Magnitùdo, utilizzata nella Scala Richter, dal cognome del suo inventore statunitense Charles Francis Richter (1900\1985), è la grandezza fisica di un terremoto, su scala d’intensità, adottata dal 1935, in sostituzione di scale empiriche simili alla Mercalli, relativa agli effetti del sisma. Con la Scala Mercalli, ideata da Giuseppe Mercalli (1850\1914), infatti, una scossa d’identica intensità Richter su diverse zone, può avere valori diversi, secondo la più o meno resistenza delle cose e del numero delle vittime. La Scala Mercalli in origine andava sino a 10 gradi, poi aumentata a 12 dagli americani H.O. Wood e F. Neumann per adattarla alla familiarità costruttiva in California. La Scala Mercalli espressa in gradi va pertanto da I (strumentale) a XII (grande catastrofe) corrispondente alla Scala Richter da magnitudo minore di 3,5 (I Mercalli) a magnitudo maggiore di 8,1 (XII Mercalli).\ Il pref italianizzato SED-SE vale privo di, senza, a parte, separazione nel senso di “via”... da non equivocare in termini quali Setacciare (usare il setaccio), Semovènte (si muove da sé)... Il pref SE svoltosi in SO ha dato luogo a Sòlo cui il dim Solètto, Solìngo (suff long INGO) cui una variante in Solèngo per indicare una sorta di cinghiale che preferisce vivere fuori delo branco, il fig Solìno “colletto 893 staccabile”, Solìsta con Solìstico, Solitàrio, Solitùdine, Soltànto, questo snm di Almanco e Almeno, il prefissato Assòlo dalla locuzione A solo, Desolàre dal lat DE SOLARE lasciare con Desolamènto, il Pp Desolànte, il Pp Desolàto, Desolatòre, Desolaziòne o un Disolàre con Disolamènto, Disolatòre e Disolaziòne (pref De conclusivo), i composti Soliflùsso, Solìpede (zoologico) snm di Solidungo, Solipsìsmo con Solipsìsta (col gr IPSE stesso) snm di Individualismo, Solitòne (ellittico di “elettrone solitario”), Solìvago (cn il lar VAGUS vagante). \ L’acqua calda può far ricordare il calore umano, gli affetti; pertanto, un buon bagno caldo contrasterebbe i sintomi depressivi da solitudine \ La composizione lat SE-GREGARE, cui Segregàre con Segregàto e Segregaziòne, sta per “separare dal gregge”, ovvero chiudere in un recinto particolare; da una trovata metaforica, il termine Segregare è venuto a consolidarsi semant in “isolare, incarcerare...” Il termine esente dal pref è Gregàrio dal lat GREGARIUS che fa parte del gregge con Gregarìne (Sottotipo di protozoi), Gregariàto, Gregarìsmo e l’onomastico Gregorio attraverso l’attestazione gr GREGORIOS che vale fig vigile-sveglio (come appunto deve essere un gregario) con la versione russa Igor; seguono i vari prefissati Aggregàre con Aggregaziòne (pref AD allativo), Disgregàre con Disgregaziòne (pref DIS di dispersione), Congregàre con Congrèga, Congregazionalìsmo e Congregaziòne (pref COM associativo), con i rispettivi pref; Grègge è da un Grèggia dal lat class GREX inc con un volg GREGJA, di rad GER radunare, cui l’esplicito Grèmio dal lat GREMIUM bracciata o Grèmbo o ancora Grèmbio “riempito” inc con Lembo, cui Grembiàle o Grembiùle (adottato dal XIV sec) con Grembiàta o Grembiulàta e il fig Grembiàto (relativo allo scudo araldico) eppoi Grègna “bica di covoni” dal lat GREMIA plur di GREMIUM; infine il fig Grèggio “proprio del gregge-al naturale” con la variante Grèzzo. Snm di Grembiale potrebbe essere Fùta (già corrente nel XIII sec) che vale “fascia di tessuto quale indumento” omologismo dall’ar FUTA “grembiule-asciugamano”. Al rad indoeur prendendo a riferimento Grembo, è sicuramente connesso lo sp GREMIO corporazione e il long KRAMMJAN riempire, cui Gremìre con Gremìto. L’ingl conta LAP grembo cui locuzione glb ndicativa di una danza erotica Lap dance (intorno ad una pertica che rappresenta il pene). Secèrnere, dal prefissato lat SE-CERNERE, sta per “distinguere a parte” ovvero “separare”, cui Secrèto (omn di Secreto con valore di Segreto), è dal Pp lat SECRETUS con Secretàggio, Secretàre (omn di Secretare con valore di Segretare), Secretìna (suff chimico INA), Secretìvo, Secretòre, Secretòrio, Secreziòne e Secrèzie “denaro dovuto all’erario”, seguito dai vari prefissati Concèrnere con Concernènte (pref COM), Discèrnere con Discernìbile, Discernimènto, Discernitìvo e Discernitòre, il Pp Discrèto con Discretamènte, Discretèzza, Discretìvo, Discreziòne, Discrezionàle e Discrezionalità (pref DIS), Escrèto da EXCERNERE vagliare per evacuare con Escretìvo, Escretòre, Escretòrio ed Escreziòne, eppoi Escreàto dal lat tardo EXCREATUS da SCREARE “scatarrare-sputare” cui il fig toscano Crìo con un desueto Scrìvo “integro, puro” corrispondente alla forma italiana Sputàto “somigliante” nelle locuzioni quale Quel bimbo è suo padre 894 sputato; tutti dal termine CERNERE separare cui Cèrnere o Cernìre che discende da un rad proprio dell’agricoltura KR(E)I setacciare, con i derivati il devb Cèrna (omn di Cerna “pesce”) con Cernècchio “ciocca pendente di capelli” dal lat CERNICULUM scriminatura già staccio, eppoi Cèrnide (truppe cernita nel contado), Cèrnita, Cernitòre, Cernitrìce, Cernitùra, un Pp CERTUS cui Cèrto con i derivati Certamènte, Certànza, Certèzza, i prefissati Accertàre cui Accertàbile con Accertabilità, Accertamènto, Accertatìvo e Accertatòre, Incèrto con Incertèzza, Raccertàre (doppio pref RI iterativo e AD allativo ), i composti Certificàre con Certificàto e Certùno; pseudoetim Cèrnia, il pesce, altrimenti detto Cèrna (omn di Cerna “cernere”) dal lat ACERNIAM con aferesi della A, già ACHAMAM dal gr ACHAMAS, eppoi Cernière questo dal lat CARNARIUM dispensa transitato dal franc CHARNIER gancio per la carne, Certosìno questo dall’abbazia Chartreuse in Francia, istituita da S. Brunone il 1084, italianizzata Certòsa cui la locuzione Gatto certosino per la sua pazienza in riferimento monacale; Chartreuse è ancora un liquore d’erba prodotto dai Certosini la cui invenzione fu casuale poichè erano alla ricerca di un Elisir di lunga vita. Il percorso KR(E)I prosegue con il lat CRIBRUM vaglio questo nome di CERNERE, con il dim CRIBELLUM cui Cribèllo “termine da filiera” da una forma in CRIBLUM, con Crìbro snm di Vaglio ed utilizzato in botanica nella locuzione Tubo cibròso, eppoi il lenito Crivèllo cui il denm Crivellàre, questo verbo d’azione, eppoi Crivellatòre, Crivellatùra, Crivellaziàne, il pezzo meccanico Crivellòne, il composto Crivellografìa snm di Serigrafìa, entrambi del XX sec. Il gr conta lo specifico ETHMOS crivello cui l’anatomico Etmòide “osso a forma di crivello” (suff gr EIDOS a forma) con il relativo Etmoidàle. Prosegue con il morfema CRINO che secerne, per composti quali Apòcrino (coin APO allontanamento), Endòcrino “a secrezione interna” cui Endocrinologìa e Endocrinòlogo, col pref ENDO dal gr ENDON dentro, cui Endoscòpio; eppoi Crìmine nome astratto di Cernere con valore giudiziario di “accusa” e poi “delitto”, con Criminàle, Criminòso e Crimenlèse, questo ellittico dalla locuzione lat CRIMEN LAESAE MAIESTATIS delitto di lesa maestà. Tra i neologismi si conta la composizione Cybercrìmine cui Cybercriminàle, un esempio di associazione di lemmi stranieri e italiani. Il lat, infine, contail prefissato SCRIMEN divisione, separazione, cui Scriminatùra, Scrìmolo, e la variante DISCRIMEN, cui Discriminàre, Discriminatòre, Discriminatùra, Discriminaziòne, Discrìmere. \ Magnete Dal gr MAGNES LITHOS pietra di Magnesia, da un toponimo della Turchia, svoltosi nel lat MAGNES MAGNETIS, deriva il termine Magnète con l’aggettivo Magnètico cui Amagnètico (A privativo) e il sostantivo Magnetìsmo rintracciabili in composizioni quali Antiferromagnètismo da Ferromagnetìsmo, Diamagnetìsmo (col gr DIA attraverso), Eliomagnetìsmo (col gr HELIOS sole), Galvanomagnetìsmo (con Galvanico) 1, Geomagnetìsmo (col gr GEO da GE terra), Paleomagnetìsmo (col gr PALAIOS antico), Paramagnetìsmo, Piromagnetìsmo (col gr PYR fuoco) e 895 Termomagnetìsmo, logicamente con i derivati Ferromagnètico, Elettromagnètico cui, in locuzione, Onde elettromagnetice o Onde hertziane questa da HERTZ “unità di misura della frequenza delle onde” in onore dello studioso H. L. Hertz (1857/1894)… eppoi Magnetìsta, Magnetìte (pref ITE per minerali), Magnetizzàbile, Magnetizzàre con Magnetizzàbile, Magnetizzabilità, Magnetizzamènto, Magnetizzàto, Magnetizzatòre, Magnetizzatrìce, Magnetizzaziòne, usato in composizione quale pref MAGNETO, in termini quali Magnetochìmica, Magnetoelasticità e Magnetoelàstico, Magnetoelèttrico, Magnetofluidodinàmica, Magnetòfono coin Magnetofònico, Magnetògrafo, Magnetoidrodinàmica, Magnetolettòre con Magnetolettùra, Magnetomeccànico, Magnetometrìa con Magnetòmetro, Magnetomotrìce, Magnetòne (col suff fisico ONE), Magnetoòttica, Magnetopàusa, Magnetoresistènza con Magnetoresistènte e Magnetoresistòre, Magnetosfèra “campo magnetico del pianeta”, Magnetostàtica con Magnetostàtico, Magnetostratigrafìa, Magnetostriziòne con Magnetostrittìvo, Magnetoterapìa; eppoi adattato in Màgnetron (con Electron elettrone). Dal lat class MAGNESIUM SAXUM sasso di Magnesia (dall’omn toponimo), invece, deriva Magnèsia, Magnesìaco, Magnesìfero, Magnèsio (simbolo Mg), rintracciabile nei vegetali verdi, nelle noci, nella carne e nel latte), Magnesìte, la composizione Magnàllo “lega di magnesio e alluminio”. Il minerale Manganèse (simbolo Mn) è una variante del gbz MAGNESION magnesia ed è rintracciabile nei cereali, nella frutta e nel Tè; in percorso Manganàto “sale dell’acido manganico” che per la proprietà di mutazione cromatica è indicato con la locuzione Camaleonte verde, Mangànico, Manganìna “lega con rame e nichel” attraverso l’ingl MANGANIN, il patologico Manganìsmo, Manganòso, i composti Manganesìfero, Permangànico (pref chimico PER e suff chimico ICO) con Permanganàto nel senso della locuzione Acido permanganato. 1 Dallo scienziato L. Galvani (1737/1798), l’ital conta il percorso Galvànico, Galvanìsmo, Galvanìsta, Galvanizzàre con Galvanizzamènto, Galvanizzàto e Galvanizzaziòne, Galvàno, il prefisso GALVANO per composizioni da Galvanocàustica a Galvanotropìsmo. \ Matassa Materasso Il gr conta lo specifico MATAKSA o METAKSA per seta, cui il lat MATAXA o METAXA e l’ital Matàssa con Matassàre, i porefissati Ammatassàre e Smatassàre; si suppone una connessione rad con l’ar MATRH cui Materàsso, in toscano Materàssa, con Materassàio e il dim Materassìno, eppoi la locuzione fig Materasso alluvionale e un glb franc Matelassè (corretta accentazione è) che sta per “tessuto imbottito” dal verbo MATELASSER “confezionare come un materasso” a comprovare una connessione indoeur. Il got conta HASPA matassa cui Aspo-àspo con Aspa-àspa, Aspàta, Aspatòio, Aspatòre, Aspatùra e Nàspo questo coniato straordinariamente dalla locuzione In aspo con aferesi della I e saldatura della n, cui l’ant locuzione Naspo rotativo (filatura e bobinaggio) donde il prefissato fig Annaspàre con Annaspamènto e Annàspio (pref A privativo adattato 896 foneticamente in AN) con la variante Innaspàre o Inaspàre (cambio di prefisso IN illativo) con Innaspàto e Innaspatòre; una evoluzione lemmatica simile al termine Nasprato che varrebbe In aspro (reso aspro). LUSORIO ELUSIONE LUSINGA LUSORIO Dal lat LUSOR-LUSORIUS, Lusòrio è nome d’agente del verbo LUDERE giocare. LUDI, cui, appunto, Lùdo. I Lùdi, nella Roma Antica sono manifestazioni di giochi, cui i LUDI SCAENICI “manifestazioni musicali” istituiti nel 364 aC, a mo’ d’esorcismo contro una grave epidemia, ai quali partecipavano i LUDIONES questi i danzatori d’impronta etrusca; il termine infatti dovrebbe essere connesso con un persorso di genesi etrusca. In percorso, Lùdere, Lùdico, Lùdrico dal lat LUDICRUM (già nel XV sec), Ludiòne dal lat LUDIONEM attore svoltosi fig in una sorta di galleggiante (a forma di puiccolo diavolo), i composti Ludificàre con Ludificaziòne, Ludimagìstro. Ludìbrio nasce dall’inc tra Lùdo e Obbrobrio “gioco infame, osceno...” Il pref Ludo per composizioni quali Ludologìa con Ludòlogo, Ludopatìa (passione patologica per il gioco, per accezione quello d’azzardo), Ludotèca con Ludotecàrio e Ludoterapìa. Sembra che Lèdere (Ved Inciso…) abbia affinità col gr LOIDOROS offensivo; infatti, il gioco è “contrastare l'avversario”. Il termine Luddìsmo, con Luddìsta, è invece a se stante, è il caso di dire fuori gioco, un omologismo dall’ingl LUDDISM, ispiratosi al nome del leggendario operaio Ned Ludd. La contestazione sorta in Inghilterra nel primo ventennio del XIX sec, contro l’utilizzo delle macchine di produzione industriale, che riducono sensibilmente la mano d'opera e quindi l’occupazione. ELUSIONE Col pref PRE a LUDERE s’ottiene Prelùdere con Preludiàre e Prelùdio, questo sta per “prima del gioco” semant in “introduzione” specie musicale; e, tramite altri pref, l’ital conta i fig Allusiòne ed Allùdere col pref AD allativo “sfiorare l’argomento-toccarlo indirettamente”, Collusiòne e Collùdere col pref CUM associativo “accordo di due ai danni del terzo”, Delùdere con Deludènte, Deludimènto, Deluditòre, Delusiòne, Delusìvo, Delùso o un Dilùso e Delusòrio col pref DE di privazione, Elùdere con Eludìbile e l’opposto Ineludìbile con Ineludibilità, Elusiòne, Elusività, Elusìvo e Elusòrio col pref EX estrattivo “uscire dall’argomento-evitarlo con astuzia”, Illùdere cui Illusiòne con Illusionìsmo, Illusionìsta, Illusionìstico, Illusìvo, Illùso, Illusòre, Illusorietà, Illusòrio col pref IN illativo “entrare nell’argomento-con false apparenze”. Allusione è 897 anche una fig retorica che, ad esempio, nell’enunciare un fatto positivo si vuole intenderne un altro negativo quale “La vittoria di Pirro”. \ Illusione di Ponzo (dal nome di uno studioso), locuzione coniata nel 1911, è un inganno ottico che ci fa vedere un oggetto più grande di come ci appare abitualmente, come ad esempio il sole o la luna all’orizzonte. C’è da aggiungere, però, che l’occhio umano vede e intuisce la reale dimensione di un oggetto in direzione orizzontale; lo stesso appare più piccolo in ottica verticale, come ad esempio un aereo o un uccello \ LUSINGA Lusìnga è tra i vocaboli sopravvissuti al prvz (OC OIL) di scolastica memoria. Dal prvz LAUZENGA e dal franc LASINGA, bugia. L’origine lat da LUDER giocare associa la bugia ad un gioco non sempre perdonabile, per la sua pericolosità. Derivati: Lusingamènto, Lusingàre, Lusingatòre e Lusingatrìce, Lusinghèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, Lusinghièro... \ Gioco Giogo Giòco o Giuòco è dal lat IOCUS scherzo passato poi al significato di seria competizione. Per Gioco dovrà anche intendersi “un’azione o circostanza”. Il lemma Gioco (giocare), infatti, dopo un lungo e tortuoso percorso semantico è pervenuto con innumerevoli definizioni: esercizio piacevole, azzardo, scommessa, prova d’abilità, movimento meccanico, effetti luminosi, sonori, d’acqua, d’aria... inganno, astuzia... quali Giocàre o Giuocàre con l’iterativo Rigiocàre o Rigiuocàre, Giocàta o Giuocàta, Giocatòre o Giuocatòre, gli iterativi Giocherellàre, questo con Giocherellòne, e Giochicchiàre, Giocherìa, Giochètto, Giocàttolo con Giocattolàio, il sostantivo e verbo Giocolàre da IUCULARE cui Giocolatòre, Giocolière attraverso il franc JOCULER, Giocòso con Giocosità e i composti Giocofòrza, Giocotèca, Giocucchiàre. Dal lat JOCULARIS scherzoso, poi, l’ital conta Giullàre attraverso il prvz JOGLAR, con Giullarèsco e Giullerìa. Dall’ingl JOG andatura irregolare si conta il glb Jog cui Jogging e da TO PLAY giocare, l’ital conta il glb Replay “rigiocare”; l’ingl PLAY con PLAYING vale genericamente esecuzione. Il gioco nazionale è il Lòtto, questo l’omologismo dal franc LOT già got HLAUTS eredità-sorte, cui Lotterìa, Lottìsta e Lotterìstico; pare che il Gioco del lotto sia stato storicamente introdotto nel 1757 da Giacomo Casanova. Lòtto s’è attestato anche nel valore di “quantitativo parzialeblocco” cui i derivati quali Lottizzàre, Lottizzàto, Lottizzatòre, Lottizzatòrio, i pref Allottàre “asegnare-dividere” (AD allativo), Delottizzàre con Delottizzaziòne adottato in politica con valore di “epurazione”. L’ingl conta BATCH lotto-blocco cui il glb in informatica Batch processing “elaborazione a blocchi”. Giògo, o un obsoleto Iùgo fedele al lat, è invece dal lat IUGUM, lemma fondamentale nell’area indoeur - gr ZYGON, sct YUGAM, itt YUGAN, ted JOCH - con rad YEUG sottomettere-asservire, cui Giogàtico, Giogatùra, i 898 prefissati Aggiogàre con Aggiogamènto, Soggiogàre con Soggiogamènto e Soggiogatòre, eppoi il variegato percorso Coniugàre (CUM IUGARE) dal denm IUGARE da IUGUM (omn-snm di Coniugare “unire in matrimonio”), con Coniugàbile e Coniugaziòne (questo sia relativo ai verbi, alla biologia e alla chimica), Giumènto (asservito al carro, bestia da tiro) e Giumènta (femmina del cavallo; nel volg, esiste il termine Giumentare che, per accezione, è il troppo spinto gioco di corteggiamento dell’uomo per assoggettare la donna al suo volere. Dall’accoppiamento della giumenta con il toro è sorto il favoloso lemma Giumèrro attraverso il prvz JUMERIE questo dal lat CHIMAERA già gr KHIMAIRA che però sta per giovane capra, questo attestatosi in Chimera, altro mitologico animale, passato in lettura fig, cui Chimèra, Chimèrico, Chimerizzàre e i composti Chimericìda (uccisore della Chimera, il mitico Bellerofonte), Chimerifòrmi (Ordine di pesci olocefali). Svoltosi in attaccare, unire tramite il lat IUNGERE, ottenuto con l’inserimento dell’infisso nasale n, l’ital conta inoltre Giùngere (questo anche con valore fig di “ingannare-illusione” riprendendo l’ant semant della rad YEUG) con un desueto Giùgnere, eppoi Giùnta, Giuntàre, Giuntatòre, Giuntatùra, Giuntìsta, Giùnto dal Pp IUNCTUS, Giuntòia, Giuntùra, Giunziòne con Giunzionàle; termine alieno Giuntìno relativo al lavoro tipografico dell famiglia Giunti (dal XV al XVII sec). Giùsto (omn di Giusto nel percorso di Giustizia) passato nel volg Giùsta è dal lat IUXTA variante fem di IUNCTUS; in percorso Còniuge da CONIUX CONIUGIS devb da CUM IUNGERE, cui Coniugàre (omn-snm di Coniugare semant “unire”), Coniugàle, Coniugàto, Coniugàte (Classe di alghe) e Coniùgio. \ Le città italiane con più alto tasso di infedeltà tra coniugi, stando alla statistica stilata dall’associazione degli avvocati matrimonialisti (2011), risultano essere in ordine decrescente, Milano, Roma, Venezia, Napoli \ In sct YOGA unione è dal verbo YUNAKTI congiunge col quale, nel contesto linguistico indeur, è connesso il lat IUNGERE; in percorso, il glb Yòga con i vari omologismo o meno Yogacàra, Yòghin o Yòghi o Yògi, Yògico. Dall’ebr SADDUQ giusto già sct SADHU retto svoltosi in indù santone, l’ital conta Sadducèo attraverso il lat SADDUCAEUS. Infine, riprendendo il percorso dal lat, l’ital conta i prefissati Aggiùngere con un desueto Aggiùgnere, Aggiùnta cui Aggiuntàre e Aggiunziòne, Aggiuntatòre, Aggiuntatùra e Aggiuntìvo, Aggiustàre con Aggiustàbile, Aggiustàggio, Aggiustamènto, Aggiustatèzza, Aggiustàto, Aggiustatòre e Aggiustatùra (pref AD allativo); la locuzione Aggiusta Venere identificava, durante l’occupazione alleata nel secondo dopo guerra del secolo scorso, tecnici e periti civili aggregati alle forze armate addetti al recupero e salvataggio di opere d’arte. Il percorso prefissato continua in Congiùngere con un desueto Congiùgnere, eppoi Congiuntìvo, Congiùnto e Congiunziòne 1 (pref COM associativo), Disgiùngere con Disgiungimènto, Disgiuntìvo, Disgiùnto e Disgiunziòne (pref DIS d’opposizione), Ingiùngere con un desueto Ingiùgnere, e Ingiunziòne (pref IN illativo), Raggiùngere con un desueto Raggiùgnere, Raggiungimènto e Raggiùnto (pref RAD), gli iterativi Ricongiùngere 899 (doppio pref RI COM) e Rigiùngere o il desueto Rigiùgnere (pref RI), Soggiùngere con Soggiuntìvo e Soggiùnto (pref SO da SUB sotto), i prefissati espliciti Sopraggiùngere con il desueto Sopraggiùgnere o Sovraggiungere o ancora Sovragiungere. Nel percorso, Iùgero, unità di misura lat di superficie, connesso con IUGUM poiché corrispondente all’area lavorata in un giorno da una coppia di buoi al giogo. \ Gli agrimensori romani tracciavano delle strade che si distanziavano di 710,4 mt e che intersecandosi formavano degli appezzamenti terrieri detti Salti (Sàlto dal lat SALTUM balza-pascolo) e ogni Salto era suddiviso in altrettanti poderi di numero venticinque detti Centurie (Centùria dal lat CENTURIAM da CENTUM cento) a loro volta formasti da duecento parti dette Iugeri (Iùgero dal lat JUGERUM di 2500 mq).\ Il Giògo è originariamente l’arnese di legno sagomato che serve a tenere accoppiati i buoi durante il lavoro, metaf rappresenta servitù, autorità e dominio gravosi, soggezione... L’ingl conta il meccanico FLANGE elemento di giunzione cui l’omologismo Flàngia con il denm Flangiàre “congiungere-collegare” (neologismo dal XX sec). \ I nemici vinti erano umiliati con l’imposizione del Giogo; facendoli cioè passare sotto un’asta orizzontale (fissata bassa su altre due aste verticali), costringendoli ad inchinarsi al cospetto dei vincitori.\ Giogàia “rilievo montano” è il collettivo di Giogo nel senso di “congiunzione”, mentre l’omn Giogàia “piega della pelle”, snm di Pagliolaia, nasce dall’inc lat di IUGULUM gola con IUGARIU aggettivo di IUGUM giogo, cui la locuzione lat IUGULARIA PELLIS. Il lat IUGUM, dunque, vale ancora clavicola, collo cui Giùgolo o Giùgulo, Giugulàre o Iugulàre, Giugulatòrio o Iugulatòrio, Giugulaziòne o Iugulaziòne. Dal gr ZYGOO congiungo, unisco, aggioco, è pervenuto Zìgomo o Zìgoma da ZYGOMA con Zigomàtico, eppoi Zigòsi, Zigòte o Zigòto cui Zigòtico questo da ZYGOTOS aggiogato (in riferimento all’uoivo fecondato), cui ancora Azigos-àzigos non accoppiato (pref gr Alfa privativo), i prefissati con ZIGO quali Zigodàttilo (in zoologia), Zigofillàcee (Famiglia botanica, col gr PHYLLON foglia), Zigomicèti (Sottoclasse di funghi, col gr MYKES MIKETOS fungo), Zigomorfìa e Zigomòrfo (col gr MORPHE forma, in botanica), Zigospòra (in botanica), Zigotène (fig col gr TAINIA nastro, in biologia), Zigòtteri (Sottordine d’insetti, con PTERON ala); le composizioni Monozigòte o Monozigòtico, Eterozigòte o Eterozigòto; il termine Sizìgia, infine, questo composto col gr SYN insieme, vale per accezione la congiunzione di un pianeta col sole, cui Sizigiàle. Dal lat IUNCUS di IUNGERE attaccare, unire (cesti, cortine, stuoie...), è derivato Giùnco col denm Giuncàre e i vari Giuncàcee (la Famiglia botanica), Giuncàceo, Giuncàia, Giuncàta questo sorta di cortina da porta per riparo dal sole e dalle mosche, e un tipico formaggio lasciato scolare tra un contenitore di giunchi, Giunchèto, Giunchìglia “sorta di pianta erbacea”, il composto Giunchifòrme, vrs per la flessibilità dello stelo che permetteva primitivi lavori di legatura, la varietà Giunco spinoso, eppoi Cùnzia “sorta di pianta palustre” dallo sp JUNCIA già lat JUNCEUS aggettivo da JUNCUS. Il lat conta lo specifico SCIRPUS giunco, cui Scìrpo e Scirpèto. Il gr tardo 900 conta ancora BRYLLON giunco cui Brìllo, sorta di alberello delle Salicacee. Dal lat ACERBAM affilato al tatto, invece, sarebbe derivato il lemma fig Gèrba snm di Giunco; da non equivocare con una sequenza di assonanti quali Gèrbera “sorta di pianta della Composite” che prede il nome dal naturalista T. Gerber (XVIII sec) cui Gerbòne “trifoglio” con la sovrapposizione di Erbòne “accr di erba”, Gèrbo “moina” d’etim disperso, Gerbìllo “Genere di roditore” omologismo dall’ar YARBU o GARBU (yarbù-garbù) cui ancora Gerbòa “sorta di roditore africano” attraverso l’ingl JERBOA. In franc, JONQUE è la semplice imbarcazione malese, attestatasi localmente GIUNG, la Giùnca. Giùngla, invece, è l’omologismo dall’indostano JANGAL transitato dall’ingl JUNGLE e pare di genesi sct con valore di “zona deserta”; Giunca e Giungla danno l’idea di un insieme attaccato, unito, quindi è vrs una arcaica rad comune. Il personaggio di Tarzan, l’uomo della giungla, che sta per “pelle bianca” creato dalla penna di E. R. Burroughs, reso famoso in tutto il mondo grazie alla cinematografia, è finito per indicare fig un giovane aitante ma selvaggio, oppure un ladro acrobata; durante il fascismo, fu ribattezzato Sigfrido in linea con gli ordini autarchici e per compiacere gli alleati tedeschi. La Congiunzione copulativa o Particella copulativa *E deriva direttamente dal lat ET cui la sonorizzazione *Ed innanzi a vocale; etimologicamente discende dal gr E ma da un segno fenicio che valeva il suono h. La Congiuzione disgiuntiva *O cui la versione eufonica *Od, invece è dal lat AUT; la forma originale lat riappare in ital nella locuzione AUT AUT. Le due congiunzioni appaiono in composizione Ebbène, Eppòi (preferita dall’autore di queste pagine invece del più corretto E poi…), Ovvèro, Ovverosìa ed Ossìa questi ultimi con Sìa congiunzione correlativa o avverbio, tratto dal verbo congiuntivo Sìa di Essere… Eppùre ed Oppùre con l’avv lat PURE puramente questo in ital congiunzione ed avverbio Pùre e Puramènte, in composizione Purchè (corretto l’accento acuto Purché) e Purchessìa con Che congiunzione e il congiuntivo Sia, eppoi Seppùre con Sé congiunzione, Neppùre con il Né negativo. Oltre alla copulativa e alla disgiuntiva, l’ital conta la Congiunzione conclusiva quale “Quindi”, la Congiunzione esplicativa quale “Ossia”. 1 \ Animali della giungla, savana e non Popolano la giungla, la savana o in aree adiacenti e non, Giaguari, Giraffe, Leoni, Leopardi, Pantere, Tigri. Savàna, o Savànna, tipica vegetazione delle zone tropicali africane, americane ed australiane, è l’omologismo dell’arawak attraverso lo sp Sabana. Giaguàro, con un obsoleto Iaguàro, è l’omologismo dal tupì-guaranì YAGUARA attraverso il franc JAGUAR, animale diffuso in Patagonia ai confini con la California, cui la locuzione canzonatoria Amico del giaguaro. Giràffa, che abita le boscaglie rade dell’Africa nella zona meridionale del Sahara, è l’omologismo dall’ar ZARAFA “animale che corre veloce”, da voce africana, vrs transitato dalla zona sett franco-padana, cui Giràffidi, Giraffìsta e la locuzione Collo di giraffa quale errata postura del collo, causa di disturbi. Leòne, la cui vita media è di 25 anni, è dal lat LEONEM già gr LEON 901 LEONTOS, diffuso in aree circoscritte africane e asiatiche, cui Leonèsco, Leonèssa, Leonìno, incluso il segno zodiacale, il prefissato Illeonìre (IN illativo), eppoi il patologico Leontìasi (suff IASI per patologie, anche botaniche, dal suff gr IASIS per nomi d’azione dei verbi con tema in IAO), Leontocèbo (col gr KEBOS scimmia), Leòntice attraverso il lat dal gr LEONTOKE leonina, Leontopòdio (col gr PODOS piede), Leònza questo una sovrapposizione con Lonza, Leopàrdo composto con PARDUS pantera cui il prefissato Illeopardìto (IN illativo); i termini Leopardeggiàre e Leopardiàno sono associati a G. Leopardi (1798/1837), così Leopoldìno questo relativo ai granduchi di Toscana Pietro Leopoldo (1747/1792) e Leopoldo II (1797/1870). \ Nella cartografia della Roma antica, le terre sconosciute d’Africa e d’Asia sarebbero state indicate con la dicitura HIC SUNT LEONES “qui ci sono i leoni” una metafora per terre ignote dai risvolti rischiosi. Non ci sono però prove definite sulla veridicità di tale annotazione \ La variante Liòne per Leone ha prodotto in complanare Lionàto, Lionèssa, il mitico Liocòrno (composto con Corno) o Leocòrno (senese) con variante Alicòrno (entrambi dal XIV sec) al quale si sarebbe aggiunto il snm moderno Unicorno (questo dal XX sec), e Liofànte questo termine volg per Elefante, sovrapposto a Lione. Virtualmente connessi, poiché l’onomastica s’era ispirata al nome dell’animale, i termini Leonìna (moneta d’oro del 1823 fatta coniare da Leone XII), Leonìno (verso di poesia medv dal poeta Leonio (XII sec), e il nome Leopoldo. Nel percorso, l’ital conta gli onomastici Leo, Leone, Leonardo attraverso il long LEONHARD “forte come un leone” (con HARD forte), Leonida “simile al leone (col suff OIDE somiglianza); non è qui incluso l’onomastico Leopoldo poiché è dal gr LIUTPOLD che vale “valoroso tra la gente (il popolo)” composto con LIUT popolo e POLD baldo. Elefànte, la cui vita media è di 60 anni, è dal lat ELEPHAS ELEPHANTIS già gr inv ELEPHANS, cui Elefantèsco, Elefantìaco, Elefantìasi con Elefantisìaco, Elefantìno; Elefàntulo (suff del dim latino ULO) è una sorta di Toporagno nordafricano indicato anche con Elefantulo di Rozer classificato nella Famiglia dei Macroscelidi. Le tipiche zanne d’elefante sono fonte di Avòrio questo dall’aggettivo lat EBOREUS di avorio relativo a EBUR EBORIS avorio cui Ebùrneo o Ebùrno con il termine medico Eburneaziòne. La femmina dell’elefante conclude la gestazione (gravidanza) in 22 mesi. L’etnonimo però relativo alla Costa d’Avorio è Avoriàno o Costavoriàno. Leopardo, come succitato, è quindi snm di Pantera questo da PARDUS dal lat PANTHERA già gr PANTHER cui Pàrdo, Pantèra, nell’errata tradizione che vuole il Pardo montone della leonessa; Irbis-ìrbis “sorta di pantera della neve” è l’omologismo dal russo IRBIS di genesi mongola. Tìgre dal gr-lat TIGRIS, animale diffuso in Asia, cui Tigràrsi, Tigràto con Tigratùra, Tigrèsco, il dim Tigròtto. Pseudoetim il termine Tigrìno relativo al Tigrè una regione dell’Etiopia, ma anche lingua semitica tra l’Etiopia e l’Eritrea; però, lo zoonimo ed il termine potrebbero vrs essere connessi con una rad locale. Il Tigrino, quale lingua, ha omologato alcuni termini italiani, 902 i quali, più che esotismi, partecipano oramai all’idioma, prova questa della passata colonizzazione. L’ibrido dall’accoppiamento di un leone con una tigre femmina è indicato con Lìgre, un inc anche lemmatico, che non avrebbe nulla del termine Ligroìna che è invece una miscela di idrocarburi, questo d’etim ignoto ma nulla vieta di pensare a un riferimento tropologico con Ligre quale “mescolanza”. \ Arena Stadio I giochi atletici di ieri si svolgevano nelle Arene, quelli di oggi negli Stadi. Arèna, dal lat HARENA circo, e vale sabbia dal tema med GHASENA, per il semplice fatto che il fondo era ricoperto di sabbia (rena), cui Arenàceo, Arenàio, Arenàre, meglio Arenàrsi, con Arenamènto, Arenària (roccia) e Arenàrio, Arenìcola “grossi vermi Policheti Sedentari”, Arenìcolo, Arenìle, Arenòso con Arenosità, ma anche Arrenàre questo composto dal pref AD e (A)rena; nel percorso complanare, Rèna, Renàccio, Renàio, Renaiòla “sorta di pianta delle Cariofillàcee” snm di Spergola, Renaiòlo o Renaiuòlo (operaio addetto alla rena fluviale), Renèlla, Renosità, Renòso, con aferesi della A. \ Occorrono su e giù 100milioni di anni perché una massa di rena si possa evolvere in roccia arenaria.\ Stàdio, dal lat STADIUM, attinto al gr STADION, era una misura di lunghezza cui il composto Stadiòmetro “strumento misuratore della statura” perlopiù riferito all’uomo. La rad simile al gr STATER STATEROS moneta, connessa con l’antichissima STHA fermarsi, cui Stadèra o Statèra, con Staderàio, Staderànte e Stàdia, indicherebbe semant una misura, un valore, svoltosi nel lat STATEREM e nell’ital Statère peso, moneta; il termine è connesso con STASIS stabilità-equilibrio. Lo Statere di Dario fu la prima moneta coniata in oro nella storia. La Stadera ha assunto la traduzione di BALANCE ROMAINE bilancia romana nella lingua franc. Il termine Stadio avrebbe una connessione con Stàggio o Stàggia “pezzo di legno-unità di misura”, questo dal lat volg STADJUM (class STADIUM); appare quindi etim ovvio (stesso rad STA) che quel pezzo di legno avesse una misura, un valore ed appare semant logico che Stadio sta per “campo di una determinata lunghezza” e il tutto verrebbe avvalorato dal termine Stàzza “dimensione” dal lat volg STADJA plur di STADJUM, cui la variante Stàza eppoi Stazzamènto, Stazzàre o Stazàre, Stazzatòre o Stazatòre, Stazzatùra o Stazatùra. \ Antichi giochi greci Gli Olimpici, la cui origine leggendaria si fa risalire alle fatiche d'Ercole, ebbero inizio nel 776 aC e si svolgevano ogni quattro anni, comprendendo gare del Pentathlon ed agoni letterari. Furono aboliti da Teodosio I nel 393(4) dC con la 292° edizione. Secondo la più antica tradizione, erano stati istituiti in memoria della vittoria di Zeus sul padre Crono, per il predominio dell’universo. Tra un’Olimpiade e l’altra si svolgevano i Giochi Pitici in onore del dio Apollo Pitio, uccisore del serpente pitone, e consistevano dapprima in competizioni letterarie e musicali per poi riabbracciare tutti i 903 giochi olimpici, i Giochi Nemei in onore di Ercole, uccisore del leone nemeo, in sostanza simili ai Pitici ed infine i Giochi Istmici in onore del dio Poseidone Istmio, che comprendevano, oltre al pentathlon, corse, pugilato, le gare musicali e poetiche. In percorso da Olimpo, il mitologico oronimo gr dimora degli dei, corrispondente oggi metaf a Cielo o Paradiso, ma anche al vertice di una gerarchia, l’ital conta Olimpìaco, Olimpìade, Olimpiònico questo con un suff tratto dal gr NIKE vittoria, per accezione termini in riferimento ai giochi, eppoi Olimpica (anche “ostentata calma”), Olimpicamènte, Olimpicità, Olìmpico, Olìmpio, l’onomastico fem Olimpia. Il gr NIKE vittoria ha ispirato l’onomastico Berenice “che porta alla vittoria” col pref da rad BHER portare, cui la variante Veronica. \ Antichi ludi romani Si distinguevano in Ludi Stati (ricorrenti a periodi fissi), Ludi Votivi (in devozione di un dio) e Ludi Straordinari. Secondo la specialità, si suddividevano in Ludi circensi (nel circo), Ludi gladiatori (nell’anfiteatro) e Ludi scenici (su di un palco di legno, successivamente in un vero e proprio teatro di pietra). Tra gli Stati c’erano i Ludi Secolari che si svolgevano appunto ogni cento anni, con spettacoli notturni. Gli ultimi ludi istituiti furono le Augustalie. Furono soppressi, con i giochi greci olimpici, dall’imperatore cristiano Teodosio I perché considerati di rito pagano. \ Olimpiadi moderne Fu il franc barone Pierre De Coubertin che nel 1894 propose la restaurazione dei giochi olimpici aboliti nel IV sec. Le prime Olimpìadi moderne si svolsero nel 1896 ad Atene; l’edizione del 1912 (VI°), quelle del 1944 e 1945 (XII-XIII°) non ebbero luogo a causa degli eventi bellici. Rispetto alle olimpiadi antiche, le attuali hanno convocazione intercontinentale. Il famoso logo a cinque cerchi apparve storicamente nelle olimpiadi di Los Angeles nel 1932. Le donne esordirono nei giochi olimpici nel 1900, con 29 presenze. Adottato dal 2004 il termine Paralimpìadi o Giochi paralìmpici (pref PARA) per atleti menomati. Oggi, ad Olimpia, è eretta una stele in cui è conservato il cuore di Pierre De Coubertin, il fondatore delle Olimpiadi moderne. \ Lotta Palestra Polemica Il lemma Losànga è dal franc LOSANGE presumibile genesi celt; tuttavia, dato il suo significato di “rombo”, nulla vieta pensare al gr LYGIZO fare dei piegamenti ginnici, cui il tema lat LUGERE, LUCERE, LUCTARI e il percorso ital Lòtta, con un desueto Lùtta, Lottàre “piegarsi nell’incontro”, Lottatòre. Ineluttàbile è dal lat INELUCTABILIS questo da ELUCTARI lottare per salvarsi, con doppio pref IN negativo, EX estrattivo e vale che non si può lottare per sottrarsi; Riluttàre con Riluttànte, Riluttività e Riluttànza dal lat RELUCTARI resistere col pref di senso opposto svoltosi in RI. Sorta di lotta è il glb cinese Kung fu “arte marziale” cui la specialità Kung tsun. Durante il Sessantotto italiano sorse un movimento studentesco e proletario 904 definito Lotta continua. Dal gr PALAIO io lotto, cui PALAISTRA, il lat ha tratto PALAESTRA inv in ital Palèstra con Palestràle, Palèstrico, Palestrìta e il volg Palestrato; da PARIS lottatore, l’onomastica avrebbe adottato Paride 1 già nella mitologia. Ancora, dal gr POLEMOS guerra cui POLEMIZO combatto, il franc ha tratto POLEMISER riversatosi in senso fig nell’ital Polèmico cui Polemicità, Polèmica cui Polemicàre, Polemìsta “lottatore”, Polemizzàre, il composto Polemologìa “studio dei fenomeni bellici”, la locuzione Vis polemica “espressaione d’impeto”con il lat VIS forza. In percorso vrs fig si contano Polemònio “sorta d’erba perenne” dal gr POLEMONION cui Polemoniàcee “Famiglia botanica Classe delle Dicotilèdoni”, Tolomeo in onomastica italianizzazione di PTOLEMAIOS arcaico di POLEMOS attraverso il lat PTOLOM(A)EUS con successiva aferesi. Infine, sempre dal gr, da ERIDAINO io lotto-combatto, l’ital conta Eridologìa “studio psicologico dell’aggressività” cui Eridòlogo. Oggi, tra i termini rispettivamente derivati dal gr LYGIZO, PALAIO, POLEMIZO, ERIDAINO, il sopravvissuto semant fedele al combattimento è il Palestrita, indenne cioè da risvolti fig. 1 Paride, comunque, è lo storico Esposto o Esposito della cognomastica etichettata, essendo stato esposto, ossia abbandonato. I suoi genitori, Priamo ed Ecuba, regnanti a Troia, infatti, intimoriti dalla profezia che il loro erede avrebbe un giorno trascinato la patria in una guerra, lo lasciarono sul monte Ida alla misericordia dei pastori, i quali l’allevarono. Il nome Paride, allora, risuonerebbe da PARUS partorito col suff gr (O)EIDES somiglianza, apparenza, poiché, in realtà fu un parto non accettato. \ OC OIL Prefissi OLTRE ULTRA La lingua tanto amata dai rimatori italici prima della rivoluzione volg, comprendeva l'idioma prvz OC, che significava l’avverbio affermativo Sì, rifacendosi al lat HOC delle risposte affermative. Oggi, in sua memoria, ai confini con la Spagna ed Andorra, esiste geograficamente la Linguadòca, in franc Languedoc-Roussillon, in cui sopravvive la comunità degli Occitàni, di lingua d’Oc appunto e di cultura propria, oltre ad una comunità che vive in Italia, nel Piemonte. Altra lingua che affascinava gli artisti italici, alla deriva per la mancanza di una lingua nostrana, che non fosse il lat class, era l’ant idioma della Francia centro-sett, OIL, che, ancora, significava l’affermativo Sì, rifacendosi al lat HOC ILLE in espressioni affermative. Lingue del Sì, quindi, ma da non equivocare con … del bel paese là dove ‘l sì suona (Dante), giacché è riferito all’Italia. OLTRE ULTRA ILLE appartiene al tema lat AL ILLE OL OLLE, cui Alienàre, Alienaziòne, Alièno, Alìquota, Alquànto. \ Nel 1961 lo studioso Frank Drake elaborò la cosiddetta Equazione di Drake, con la quale dimostrò che esistono nel cosmo almeno 4mila se non 5mila civiltà aliene.\ ALIUS ALTER cui Altèrno da ALTERNUS uno su due con Alternàre, Alternànza e il prefissato Subaltèrno, la variante Altèrco da ALTERCUS col denm ALTERCARI cui Altercàre; Altro-àltro (con suff TERO che vale “opposizione” fra due entità come in NOSTER e VOSTER nostro e vostro) 905 cui Altrico-àltrico “relativo alle mansioni (non professionali o di mestiere) per il mantenimento del proprio nucleo famigliare” l’avverbio Ierilàltro dalla locuzione Ieri l’altro, Peràltro dalla locuzione Per altro, il pronome Talàltro o in locuzione Tal altro dalla composizione Tale e Altro, Altrùi, dal volg ALTERUI già class ALTERI quale dativo di ALTER, con Altruismo, Altruìsta e Altruìstico, le composizioni Altresì, Altrettàle dalla locuzione lat ALTERUM ET TALIS atraverso il prvz ATRETAL già franc ant AUTRETEL, Altrettànto, Altrièri da Altro ieri, Altrimènti già AltramènteAltramènti-Altrimènte (col suff d’avverbio) dal lat ALIAS questo ancora adottato inv in ital *Alias-àlias “cioè, ovvero…”, Altrochè (corretta accentazione altroché), Altrònde dalla locuzione lat ALTER UNDE cui D’altrònde, Altròve, una locuzione storica Mansioni altrici “impegni per sostenere la famiglia” da parte del Pater familias, un volg laziale Noàntri che vale la locuzione Noi altri, e Peràltro dalla locuzione Per altro. ULTRA di là da-più che, avverbio di ULTER che va - che si trova al di là, cui Ultraùltra e Oltre-òltre con la variante Oltra-òltra che l’ital utilizza anche in pref adattati OLTRE-ULTRA, cui, derivati e composti, l’avverbio Oltracciò, Oltracotànte o Oltracotàto attraverso il provz OLTRAGUIDAN già franc OLTREGUIDANT coin Oltracotànza, Oltràggio e Oltraggiàre “oltre la morale” attraverso il franc OUTRAGE già OLTRAGE cui Oltraggiàbile, Oltraggiamènto, Oltraggiatòre e Oltraggiòso, Oltràlpe “di là delle Alpi” dalla locuzione Oltr’Alpe, Oltramàre meglio Oltremàre con Oltremarìno già Oltramarìno o altrimenti Trasmarìno (pref TRAS), Oltramiràbile meglio Oltremiràbile,Oltramisùra meglio Oltremisùra dalla locuzione Oltre misura, Oltramòdo meglio Oltremòdo, Otramondàno meglio Oltremondàno, Oltramontàno meglio Oltremontàno, Oltrànza attraverso il franc OUTRANCE dal verbo OUTRER spingere oltre con Oltranzìsmo e Oltranzìsta, il verbo Oltràrsi, la congiunzione Oltrechè o Oltrecché (corretta accentazione oltreché o oltrecché) dalla locuzione Oltre che, Oltreconfìne dalla locuzione Oltre confine, la storica Oltrecortìna (nei paesi comunisti sovietici) dalla locuzione Oltre la cortina di ferro, Oltrefrontièra dalla locuzione Oltre frontiera, Oltremànica dalla locuzione geografica Oltre Manica ovvero di là del Canale della Manica, Oltremònte o Oltremònti, Oltrenùmero, Oltreocèano, Oltrepassàre con Oltrepassàbile e Oltrepassamènto, Oltrepò dalla locuzione geografica Oltre Po, Oltrepossènte, Oltretòmba, l’avverbio Oltretùtto, Oltreumàno. Eppoi, Ultrà attraverso la locuzione franc ULTRA ROYALIST, Ultracellulàre, Ultracentenàrio, Ultracentrìfuga con Ukltracentrifugàre e Ultracentrifugaziòne, Ultracompàtto, Ultracondensatòre, Ultracòrto, Ultracùstica con Ultracùstico, Ultradèstra, Ultrafàcile, Ultrafemminìle, Ultrafiltrànte con Ultrafiltraziòne e Ultrafìltro, il glb ingl Ultraformig con cambio di pref da Reforming (TO REFORM trasformare), Ultraleggèro, Ultramarìno, Ultramicrofotografìa, Ultramicròmetro, Ultramicroscopìa con Ultramicroscòpico e Ultramicroscòpio, Ultramicròtomo composto com Microtomo, Ultramodèrno, Ultramondàno, Ultramontanìsmo dal franc ULTRAMONTANISME (fig “fedele alla politica pontificia di Roma” in opposizione alla politica degli indipendentisti tedeschi) con Ultramontàno a 906 questo rrelativo e Ultramontàno nel senso semantico del termine, Ultrapastorizzaziòne, Ultrapiàtto, Ultraportàtile, Ultrapotènte, Ultrarallentatòre, Ultraràpido, Ultraregionàle, Ultrarelativìstico, Ultraresistènte, Ultraridòtto, Ultraròsso, Ultrasensìbile, Ultrasinìstra, Ultrasocializzaziòne, Ultrasònico “oltre la velocità del suono”, ovvero con una frequenza superiore a 20.000 Hz, Ultrasonòro, Ultrasottìle, Ultrastruttùra con Ultrastrutturàle e Ultrastrutturìstica, Ultrasuòno con Ultrasuonografìa e Ultrasuonoterapìa, Ultratecnològico, Ultraterrèno, Ultrattività, Ultraviolètto con una frequenza superiore a quella dei raggi visibili, Ukltravìrus, Ultravuòto, Ultròneo “eccedente” da ULTRONEUS svoltosi da ULTRO spontaneo; il lat ULTER sopravvive in Ultimo-ùltimo – con nun obsoleto Utimo-ùtimo - con Ultimàto e Ultimàtum, attraverso il suo superlativo lat ULTIMUS e in Ulteriore-ùlteriore dal comparativo ULTERIOR. Da Ultimo il percorso conta Ulima-ùltima,Ultimàbile, Ukltimàre, Ultimatìvo, Ultimaziòne, Ultimìssima, Ultimìssimo, Ultimìzia questo su modello di Primizia, la locuzione fedele al lat Ultima ratio. Rispetto ai snm PRETER “di pensiero” e TRANS”geografico”, OLTRE indica dunque “modo, tempo, spazio”, ULTRA, invece, una qualità e una condizione. Pertanto, si ha la locuzione Delitto preteritenzionale, la denominazione di Transalpino, il titolo cinematografico Il buio oltre la siepe di R. Mulligan (1968), eppoi l’enunciazione che “Gli uccelli vedono a colori, meglio degli uomini, poiché i loro occhi sono impressionati anche da raggi oltre il visibile umano”. Lo Stretto di Gibilterra già Colonne d’Ercole era segnalato nell’antichità con la dicitura NEC PLUS ULTRA non più avanti. La locuzione italianizzata Non plus ultra, invece, sta a indicare il limite massimo della perfezione. PONENTE IMPOSTA PONTE PONENTE Ponènte è il Ppres di Ponère, fig “tramontante”, con riferimento al sole e al relativo punto cardinale opposto a Levante. Il Ponentìno è la brezza di mare che soffia sulle coste laziali. Il verbo Ponère, con Ponimènto e Ponitòre, dal lat PONERE, contiene una primitiva composizione PO-SINERE da rad indoeur SEI sito; per una corretta comprensione etim, è da notare che dal verbo SINERE lasciare è sorto PO-SINERE ricollocare, questo con il pref PO, vrs da un arcaico APO 1, che sta ad indicare un’azione conclusa, stabilizzata, cui i derivati Sìto, Situàre con Situàto, Situaziòne con Situazioinàle e con la locuzione lat sempre in auge In situ e quella teatrale ingl glb Situation comedy con l’ellittica Sit com “commedia di situazione”. Da non associare etim Sito a Insito-ìnsito, poiché questo non sta per “insediato, nel sito”, bensì per “inseminato, intimamente radicato”. Insito, nel significato di “insediato nel nostro intimo”, comunque, rivela una sovrapposizione semantica; viepiù, la somiglianza della 907 rad SEI lasciare alla rad SED sedere proverebbe un’antichissima familiarità attraverso i derivati: SEI-Sito e SED-Sede. Esiste, fra l’altro, il lemma Sìto che vale “muffa” dal lat SITUS attestatosi in Toscana ed un ulteriore Sìto dal lat SITOS cibo (Ved Parassita in Zecca…) cui il pref SITO con Sitofobìa “fobia per il cibo” e Sitologìa “scienza dell’alimentazione” e Sitologìa con Sitològico e Sitòlogo. Ponere ha la sua variante in Pòrre questo con sincope del gruppo ne e raddoppio della lettera r cui i prefissati e composti Antepòrre con Anteposiziòne e Antepòsto, Contrappòrre con Contrapposiziòne e Contrappòsto, Frappòrre con Frapposiziòne e Frappòsto, Giustappòre con Giustapposiziòne e Giustappòsto, Infrappòre, Interpòrre o Trapòrre con Interpòsto o Interpòsito con Interpositòre e Interposiziòne, Sottoespòrre con Sottoesposiziòne, Sottopòrre con Sottopòsto, Traspòrre o Transpòrre con Traspositòre e Trasposiziòne meglio adottati rispetto ad Anteponère, Interponère … e il termine chimico Trasposòne (con Trasposizione e il suff chimico ONE) Discendenti impliciti di PO-SINERE ponere o porre, l’ital conta Pòsta dal lat POSITA luogo di sosta, con caduta della vocale i, il suo denm Posteggiàre e il devb Postèggio, eppoi Postàle, Postigliòne, Postìno o Postière, la locuzione A posta cui il lemma Appòsta, Appostamènto e Appostàre, il prefissato Impostàre con Impostaziòne, il glb ingl Post-it “foglietto autoadesivo in evidenza per appunti”; eppoi Postùra o Positùra dal lat POSITURA astratto da PONERE cui il Pp POSITUS di Pòsto con Postàre e Spostàre (S sottrattivo), Postaziòne, gli omonimi Impostàre e Impostaziòne, infine Impostatùra, Postìme “mangime”. Giustappòsto vale “posto accanto”. Il Postino ottocentesco era chiamato Pedone postale. Dall’ingl MAIL posta cui ELECTRONIC POST Posta elettronica si ha il glb ipocoristico E-mail o anche semplicemente Mail e ancora Mailing “invio di posta pubblicitaria”, le locuzioni Mailing Lista “elenco o lista di spedizione” e Mail Order “ordinazione via posta”. L’esot ingl POSTER affisso-manifesto è in connessione con il percorso lat di POSITUS posto. La locuzione Posto di lavoro ha condotto al teremine provocatorio Postifìcio in relazione al clientelismo. Appare più esplicito discendente di PO-SINERE il termine Posiziòne, dal lat POSITIO POSITIONIS, cui Positìvo con Positìva, Positivìsmo, Positivìsta, Positivìstico, Positività, Positivizzàre con Positivizzaziòne, il fisico Positòne o Positròne (Positivo con Elettrone) con Positrònio, Positùra dal tardo lat POSITURA dal Pp POSITUS, Posiziònàre con Posizionàle, Posizionamènto e i 908 prefissati Anteposiziòne con Antepòsto, Frapposiziòne con Frappòsto, Interposiziòne con Interpòsto. Il pref DE con SINERE compone DESINERE terminare cui l’ital Desinènte con Desinènza e Desinenziàle, che nella linguistica rappresentano il morfema mobile saldato al termine di un lessema per indicarne il caso (lat), il genere, il numero, la persona e il tempo del verbo, insomma un suffisso. Il verbo Ponere-Porre è una straordinaria fonte semant; con il doppio e triplo pref, il lemma va a modificarsi sino ad invertire la propria dinamica, come da elencazione che segue. AD-PONERE, Appòrre “mettere sopra, attribuire”, cui Appositìvo, Apposiziòne. CUM-PONERE, Componère o Compòrre “collocare insieme a... ordinare, conciliare, concepire” cui Componènte, Componimènto, Componitòre, Compòsite (Famiglia botanica) snm di Asteracee, Compositìvo, Compòsito da COMPOSITUS, Compositòio, Compositòre, Compositrìce, Composiziòne cui Composizionàle, Compòsta transitato dal franc COMPOTE, Compostèzza, Compòsto da COMPOSITUS con caduta della vocale i come in Posta-Posto; eppoi i prefissati con S sottrattivo cui Scomponìbile, Scomponibilità, Scompòrre, Scomposiziòne, Scompostamènte, Scompostèzza e Scompòsto. I doppi prefissati Decompòrre con Decomposiziòne, Discompòrre con Discomposiziòne, Ricompòrre con Ricomposiziòne e Ricomponimènto, il composto Fotocompòrre cui Fotocomposiziòne. DE-PONERE, Deponère o Depòrre o ancora Dipòrre “mettere giù, abbandonare, testimoniare”, cui Depòsito dal Pp neutro DEPOSITUM con Depositàre, Depositàrio, Depositerìa, Deposiziòne, Depòsto. Il composto Ovidepòrre (con Uova). DIS-PONERE, Disponìbile con Disponibilità, Disponère o Dispòrre “collocare e preparare in un certo ordine”, cui Disponènte, Disponimènto, Disponitìvo, Disponitòre, Dispòsi, direttamente dal lat Disposìtio “disposizione”, il lemma composto Disposofobìa “mania delle cianfrusàglie”, l’aggettivo Dispositìvo (col suff IVO di valore durativo) e il sostantivo omn Dispositìvo transitato dal franc DISPOSITIF, Dispòsito, Dispositòre, Dispositòrio, Dispositùra, Disposiziòne, Dispòsta, Dispostèzza, Dispòsto. Con il doppio pref PRE si ha Predispòrre con Predisponènte, Predisposizione e Predispòsto. Con il doppio pref IN si ha ancora Indispòrre “rendere o rendersi non servibile per malessere, disadattazione, proporzioni, volontà...” cui Indisponìbile, Indisponibilità, Indisposiziòne, Indispòsto e, talvolta in maniera irritante, leggi Indisponènte. 909 L’iterativo Ridispòrre, i composti Bendispòsto e Maldispòsto già in locuzione Ben disporre e Mal disporre. EX-PONERE, Esponère o Espòrre o ancora Spòrre “lasciare la ricollocazione per tracciarne un’altra che va a rappresentare” e\o “ostentare”, cui Esponènte 2, Espositìvo, Esposiziòne, Espòsto, il prefissato Sovraespòrre o Sovrespòrre, il composto Esposìmetro. IN-PONERE, Impòrre “mettere sopra, far rispettare, comandare, assegnare”, cui Imponìbile, Impositìvo, Imposiziòne, Impòsto e Impòsta questo sia termine fiscale sia architettonico o elemento di una finestra snm di Scuro; il lemma Impostìme “sedimento” vale Imposto con un suff collettivo IME come in Mangime. I doppi prefissati Disimpòrre, Sovraimpòrre o Sovrimpòrre. OB-PONERE, Opponère o Oppòrre, Opponènte, Opponìbile con Opponibilità, Oppositìvo, Oppòsito o Oppòsto, Oppositòre, Opposiziòne, i composti botanici Oppositifòglio (col suff da Foglia) o Oppostifòglio, Oppositipètalo o Oppostipètalo, Oppositisèpalo o Oppostisèpalo. PRE-PONERE (pref lat PRAE), Prepòrre, Prepòsito con Prepositìvo, Prepositùra, Preposiziòne e Prepòsto questo rintracciabile in Prevòsto attraverso il franc PREVOST cui Prevostùra, Prevostàle, Propòsto quale variante di Preposto-Prevosto con Prepositàùra e Preposituràle cui la locuzione Chiesa Prepositurale. e in Profòsso corrispondente all’ital Prevosto attraverso il ted PROFOSS “carceriere militare”. PRO-PONERE, Proponère o Propòrre “presentare per un’accoglienza, decidere...” cui Proponimènto, Propositìvo, Propòsito con Spropòsito, Proposiziòne 3, Propòsto e Propòsta. I prefissati Contropropòrre, Ripropòrre con Riproposiziòne. RE-PONERE, Riponère o Ripòrre “porre di nuovo” cui Repositòrio e Reposiziòne (solenne rappresentazione nei riti pasquale del SS Sacramento) o Riposiziòne, Ripòsto e Ripostìglio. SUB-PONERE, Supponère o Suppòrre o amcora Soppòrre, Suppositìvo, Supposiziòne, Suppòsto, Suppòsta. Il doppio prefissati Presuppòrre con Pesupposiziòne e Presuppòsto. Questo arcaico pref APO, svoltosi in PO, corrisponderebbe al lat AB, il motivo per cui non esiste, come da elencazione che segue, il verbo PONERE prefissato con AB. 2 In un dizionario, l’Esponente (voce esposta) è la parola base elencata in ordine alfabetico, quasi sempre in neretto, donde discendono i lemmi e gli articoli raggruppati. In questa ricerca del “Percorso omologistico”, gli esponenti di partenza sono riportati nelle terzine. 3 In linguistica, ovvero nella grammatica, la Proposizione, snm di Frase, è il segmento sostanziale di un testo, che comprende il soggetto (nome), il predicato (verbo) e non essenzialmente i complementi; si idenificano in Principali e Secondarie, Cooridinate e Subordinate, Esplicite ed Implicite. Una Proposizione può essere Straordinaria quando 1 910 costituita solo da un verbo. \ Preposizioni semplici ed articolate Preposizioni improprie Le Preposizioni dal lat PRAEPOSITIO PRAEPOSITIONIS segnalano un rapporto tra verbo e il nome al quale vengono preposti e sono parte integrante dei Complementi. L’ital conta DI, A, DA, CON, SU, PER, TRA, FRA, e possono travarsi, ad eccezione di TRA e FRA, in composizione con l’articolo relativo al nome; sovente sono scambiabili nell’uso, determinado identica immagine “Spiare DAL buco della serratura” vale “Spiare PER IL buco della serratura” (determinazione fig di “attraverso luogo”). *DI, con *Della, *Delle, *Del, *Dello, *Dei, *Degli, simbolo del caso lat genitivo, deriva dal lat DE; dal valore originario di distacco, assume funzioni di moto (da luogo, attraverso luogo), origine e provenienza. separazione e privazione. Quale simbolo del genitivo assume valore di specificazione oggettiva e soggettiva, estendendosi nel determinare abbondanza, causa, colpa e pena, denominazione ed argomento, età, fine e scopo, limitazione, modo e maniera, peso e misura, qualità e materia, stima e prezzo, strumento e mezzo, tempo, introduzioni per impicite, uso partitivo e distributivo, predicativo, costruzione superlativa e di locuzioni. Accompagna il soggetto in frasi quale “dei lupi attraversano il parco cittadino” e il complemento oggetto quale “sto mangiando delle mandorle” Il DI preposizione appare ancora connesso con complementi di paragone (più onesto di…), di materia (fatto di mollica), di moto per luogo (guadare di qua il fiume), *A, o la forma eufonica Ad, con Alla, Alle, Al, Ai, Allo, Agli, simbolo tra l’altro del caso lat dativo, deriva dal lat AD; dermina una causa, distanza, età, fine o scopo, limitazione, mezzo e strumento, modo e maniera, moto (a luogo, in luogo), paragone, pena, prezzo e misura, qualità, termine, tempo continuato e determinato, vantaggio e svantaggio, uso distributivo, predicativo del soggetto e dell’oggetto, uso nelle proposizioni implicite e condizionali, nelle locuzioni. *DA, con Dalla, Dalle, Dal, Dai o la forma tronca Da’, Dallo, Dagli, deriva dalla locuzione lat DE AB; la preposizione DA determina un moto di provenienza, separazione e allontanamento, eppoi, permanenza, distanza, tempo, agente, causa, mezzo, qualità, limitazione, stima e prezzo, fine e scopo, modo e maniera, di collegamento al predicato del soggetto; eppoi forme gerundive, passivanti, in funzione consecutiva, forme di locuzioni avverbiali ed alcune attestazioni ricorrenti da estensioni non sempre corrette come il passaggio di DA dalla forma di valore passivo “pagine da scrivere” alla forma scorretta di valore attivo “macchina da scrivere”, oppure nell’uso di DA con valore di specificazione “messa di requie” nella forma scorretta “messa da requie”. *CON, con Colla (Con la), Colle (Con le), Col, Coi (Con i) o la forma tronca Co’, Collo (Con lo), Cogli (Con gli), deriva dal lat CUM; determina tradizionalmente compagnia, unione e relazione, estesosi in causa, limitazione, mezzo e strumento, modo e maniera, paragone, qualità, tempo: 911 eppoi uso nelle locuzioni e, infine, assume valore avversativo o concessivo sostituendosi a Malgrado e a Nonostante, questo meglio da evitare a beneficio della lingua “Con tutti i problemi cha ha, riesce ugualmente a dormire” invece del più linguistico “Riesce ugualmente a dormire, nonostante abbia tanti problemi”. *SU o un raro Sù con un obsoleto Sùe, con Sulla, Sulle, Sul, Sui, Sullo, Sugli, deriva da un tardo lat SUSO già SUSUM da un ant SURSUM - questo si ritrova nell’ancora ricorrente locuzione lat Sursum corda! “In alto i cuori!” nel senso di “Animo! Coraggio!” e che si ritrova come pref in terminologia scientifica quale Sursumduziòne riferita al movimento oculare - Con valore di “sopra” determina uno stato in luogo e un moto (a luogo) anche fig, argomento, modo e maniera, materia, tempo continuato e determinato; eppoi uso avverbiale incluse le locuzioni. L’ital conta un poetico Sùso che vale Su, di forma avverbiale, riscontrabile nel volg, cui Lassù o l’obsoleto Lassùso composto da Là e Su. *PER, con Pel (Per il), Pei (Per i), ormai desueti a beneficio degli espliciti Per la, Per le, Per il, Per i, Per lo, Per gli, deriva dal lat PER. Determina innanzitutto uno stato in luogo, moto (a luogo, traverso), estesosi in agente, causa, causa efficiente, colpa e pena, comvenienza, fine e scopo, limitazione, mezzo, misura ed estensione, modo e maniera, prezzo, stima, tempo continuato e determinato, termine (direzione e destinazione, vantaggio e svantaggio; eppoi uso giudicativo, predicativo e di sostituzione e distributivo, valore di congiunzione causale, concessiva, consecutiva, finale, in costruzioni perifrasiche e di locuzioni. *TRA e l’eufonico *FRA derivano dal lat INTRA INFRA, gli eventuali articoli sono posti sempre separati; determinano innanzitutto uno stato in luogo, estendendosi in causa, compagnia, distanza, modo e maniera, relazione, tempo continuato, nell’uso partitivo. L’uso diffuso nell’abbinare in un senso rinforzativo le preposizioni TRA e PER è scorretto “Tra per le telefonate e tra per i fax, non riesco ad allontanarmi dall’apparecchio”. Esistono ancora delle preposizioni cosiddette Preposizioni improprie quali Mediànte (Ppres del lat MEDIARE interporre da MEDIUS), Tràmite (Ved Tramare… in Ordire…) Vìa (Ved Trivio…), discendenti da antiche forme nominali, anche queste sempre separate dagli articoli. \ Apposizione Attributo Nella sintassi, l’Apposizione (semplice) è un sostantivo che accompagna un nome, un altro sostantivo, utile a determinarlo “Umberto II re di maggio”, “ La Televisione il focolare del XX sec”; può trovarsi accoppiata o in elenco e in tal caso si definiscono Apposizioni composte, “Nerone, imperatore e poeta” L’Apposizione, ancora, può trovarsi preceduta da una voce pleonastica (come, da, in qualità…) ed allora è indicata Apposizione in locuzione avverbiale, “Questo volume è adatto come testo di scuola”; infine, qualora l’Apposizione sia accompagnata da un aggettivo (attributo) essa è chiamata Apposizione complessa, quindi, rielaborando l’ultimo esempio, si avrebbe “Questo volume è adatto come testo scolastico” . 912 L’Attibuto, infatti, è l’aggettivo che accompagna un nome, un sostantivo, sia esso soggetto, predicato nominale o complemento, per attribuirne qualità o circostanze,” La quercia solitaria di Villanova è un albero secolare”, col tronco cavo”. \ Magazzino Snm di Deposito (adottato nel XIII sec) è Magazzìno (adottato nel successivo sec XIV) con attestazione sett Magazzèno, cui la locuzione Grande Magazzino. Il termine Magazzino, un omologismo, non è un dim, ma il plur dall’ar MAHAZAN deposito-MAHAZIN depositi. Dall’ingl LOFT magazzino si conta il glb Loft con significato di “vano senza pareti divisorie”. Dall’ant franc ESTAPLE già ol STAPEL magazzino, l’ital conta l’omologismo Stàpula snm di Magazzino. Dall’ingl si conta il glb Magazine che vale “deposito di informazioni” attestatosi in “Rivista” quale pubblicazione periodica. Gli allitterati Magagna e Magari non hanno nulla della rad ar. Magàgna, devb di Magagnàre, è dal prvz MAGANHAR ridurre in cattivo stato cui Magagnamènto e Magagnatùra. Magàri, con lenizione vrs veneta, è dal gr MAKARIE beato te! cui l’onomastico Macario. IMPOSTA L’omn tra Imposta “tassa” e Imposta “sportello ligneo” girevole delle finestre, può far credere che sia l’eredità di un tempo, quando, si narra, il signore pretendeva dalla gleba un’imposizione pecuniaria per ogni finestra ricavata dalle pareti delle loro case. In realtà, il primo termine Imposta è il Pp sostantivato, al fem, di IN PONERE cui Imponere o Imporre, pertanto è un “pagamento dovuto, imposto”; il secondo Imposta, invece, pur d’identica derivazione, ha seguito il destino fig del verbo IN PONERE svoltosi semant in “introdurre qualcosa (o qualcuno) con determinazione e renderla accetta all’ambiente”. Nella terminologia eccl, il lat medv IMPONERE vale imporre una credenza ossia ingannare, cui Impostòre (che vale Impositòre), Impostùra (Impositùra), Imposturàre e Imposturàto, in opposizione a POSITOR positore. PONTE Pònte è dal lat PONS, antichissima parola indoeur, stabilizzatasi nelle aree indoiran, arm, gr, bal e slava, dalla rad PENTH strada; termine estesosi nel significato di Territorio e Ponto; infatti, è una regione della Turchia cui il relativo Pòntico, il quale, per associazione, indica un sapore amarognolo, vrs relativo alla provenienza geografica (Mar Nero) della pianta utilizzata, detta anche Rapòntico su modello del lemma composto Rabarbaro. In Grecia nella locride c’era il toponimo Opunte cui la regione occidentale della Opunzia sul Mare dell’Eubea. In Italia si conta il 913 toponimo Pontinia, l’Agro Pontino. Il mare è la via per eccellenza per i greci e quindi PONTOS mare, profondità cui il Ponto Eusino (Mar Nero) con il coronimo Ponto, l’isola di Ponza e Isole Pontine o Isole Ponziane. Poeticamente sopravvive Pònto che sta per Mare. Ripreso dai latini in PONS ponte, Ponte, allora, semant è il manufatto, ovvero la strada, che permette di attraversare agevolmente le acque, quale un Ponte fluviale, il Ponte girevole a Taranto, termine svoltosi finalmente, in senso lato, per un comodo collegamento, di là della natura da attraversare come una valle, una rotonda stradale, i binari ferroviari… quali un Ponte stradale, un Ponte ferroviario, un Ponte pedonale, un Ponte ciclabile nel proseguo di una “pista ciclabile”, acquisendo tra l’altro la moderna definizione di Viadotto. Ponte di comando e Ponte di coperta sulle navi sono strutture perfettamente compatibili con lasemantica relativa al mare. \ In Portogallo, il ponte “Vasco de Gama” è lungo ben 17 Km \. In percorso semantico, Pontière per accezione il militare geniere addetto alla costruzione dei ponti, Pontìle, Pontèggio con Ponteggiatòre, il dim Ponticèllo, l’anatomico Pontìno dalla locuzione Ponte di Variolo del metencefalo, Pontìsta, Pontòne (grosso galleggiante), Pontonàio, Pontonière, Pontaiòlo, Appontàggio attraverso il franc APPONTAGE “atterraggio su un ponte” e Appontàre (su modello di Atterraggio - Atterrare e Ammaraggio Ammarare). Il Pontàtico o Pontèggio è il diritto medv di imporre un pedaggio sui ponti, ma tanto medv non è, dal fatto che nel 2012, si paga ancora il pedaggio per attraversare il ponte di barche sul Piave, che porta da Fossalta a Noventa, nel veneziano. Il Pontàto è un’imbarcazione munita di ponte di coperta. Infine, arriva Pontèfice dal lat PONTIFEX che deriverebbe dalla composizione popolare PONSFACERE costruire ponti, ovvero “Colui che cura la costruzione dei ponti sul Tevere”. Ciò starebbe a provare la grande importanza che aveva nelle popolazioni il raggiungere agevolmente le rive opposte, pertanto era la cosa che più s’attendevano dai governi. A parte la discutibilità dell’origine, resta l’immagine dei Papi che fanno da tramite (ponte, via...) tra gli uomini e Dio, cui i derivati logici Ponteficàto o Pontificàto, Pontificàle, Pontificàre, Pontificànte, Pontifìcio. Il Ponte sospeso, capace di valicare grandi fiumi e vallate, privo cioè di manufatti reggenti al di fuori delle due colonne estreme, dopo le rielaborazioni del Ponte ad arco romnano e del Ponte a travata reticolare, nel 1801 J. Finley sperimentò il suo ponte sospeso con 914 catene di ferro rette dalle tori gemelle poste alle estremità. \ Il futuribile Ponte sullo stretto di Messina, ha già avuto una realizzazione storica: furono i romani a costruirne uno, provvisorio, mediante zattere, per riportare in Sicilia gli elefanti abbandonati sul continente dai cartaginesi; l’isola, infatti, aveva ancora una parte, quella siracusana, sotto il controllo punico./ Ponte è anche, metaf, il giorno (o i giorni) di vacanza che collega due festività e chi ne usufruisce è il fortunato Pontìsta. Pontàre è una variante di Puntàre “far forza” (leva) su di un punto per produrre moto, da non equivocare etim col Puntàre “prendere la mira”, metaf “criticare, opprimere”, che è verbo denm da Punta. Pontìno è relativo a Pontìna la regione laziale; la toponomastica riconfermerebbe il percorso semantico da “strada”. La sponda di un fiume è detta Rìpa dal lat RIPA ripido, pendio cui Riparèlla (adottato dal 1917) snm di Salcerella (già dal 1826) e omn di Riparella da Riparare, eppoi Ripàggio o Ripàtico “tassa medv di approdo”, Ripaiòla “rete da pesca”, Ripària, Ripàrio, il prefissato Straripàre, con il percorso lenito in Rìva, Rivièra questo ellittico di TERRA RIPARIA, Rivieràsco e i composti Arrivàre con Arrìvo (AD RIPARE), Corrività con Corrivazione e Corrìvo attraverso il lat CORRIVARE raccogliere acqua (di un bacino nell’alveo principale), Derivàre (DE ablativo) con Derivatìvo, Derivàto, Derivaziòne e Derìva questo transitato dal franc DERIVE. Sulle due rive di un fiume s’attestavano rispettivamente due tribù contendenti il corso d’acqua, donde i termini Rivàle, Rivaleggiàre, Rivalità. Dal termine ingl SHUNT che vale derivazione (circuiti elettrici) è sorto l’omologismo Shuntàre italianizzato Sciuntàre. \ Suffisso Prefisso ASCO Rivierasco contiene il suff ASCO per toponimi e demotici come in Bergamasco, Comasco, Cremasco; attenzione, Bergamasco è anche un comune di Alessandria il cui demotico è Bergamaschèse. Da non equivocare col pref ASCO dal gr ASKOS otre-sacco, cui Ascìdia “animale marino” con Ascidiàcei (la Classe), Ascìdio dal gr ASKIDION con Ascidiàto e Ascidiòsi (in botanica, suff patologico OSI); eppoi il fig Ascìte “malattia del ventre” con Ascìtico, i termini Asco-àsco (organo del fungo) con Ascocàrpo, Ascogònio, Ascomicèti “Classe di funghi”, Ascòspora, eppoi Ascoliàsmo (ant gioco d’equilibrio sull’otre) e in vrs connessione fig i toponimi Ascoli Piceno e Ascoli Satriano 1; ancora utilizzato quale suff in termini quali Esoàsco o Exoàsco, questo col pref gr EKSO fuori. Termini alieni Asciànti quale omologismo di Ashanti, popolo della Costa d’Oro o Ghana in Africa, eppoi Ascòrbico con Ascorbìna da Scorbuto con il pref A alfa negativo; il termine, in associazione con Acido, vale Vitamina C altrimenti detto Acido ascorbico individualbile nella frutta e verdura, negli agrumi, nei pomodori e vegetali verdi. Scòrbuto o meglio Scorbùto “carenza di Vitamina C”, cui Scorbùtico anche in senso fig “scontroso”, il composto Scorbutamìna (con Vitamina) snm di Acido scorbutico (Vitamina C), è dal 915 lat moderno SCORBUTHUS già ol SCORFT evolutosi in SCHURFT e pertanto, anche se indiretto, può essere considerato omologismo. Altro alieno è il termine glb ASCII (informatica) che è l’acronimo della locuzione ingl AMERICAN STANDARD CODE FOR INFORMATION INTERCHANGE Codifica standard americana per scambio d’informazioni. Ascoli Piceno, cui il demotico Ascolàno, antica capitale dei Piceni, l’Asculum romana lungo la consolare Salaria, divenne longobarda nel 578 e integrata nel Ducato di Spoleto, il quale con Pavia e il Ducanto di Benevento avrebbero rappresentato il potere longobardo in Italia. In gastrinomia è ricercata l’Oliva ascolana. Ascoli Satriano, cui l’omn demotico Ascolàno, colonia romana col toponimo Asculum, fu teatro della vittoriosa ma inutile battaglia di Pirro, re dell’Epiro, contro i Romani nel 279 aC, il quale aveva già malamente incassato l’anno prima la vittoria di Eraclea, cui la locuzione Vittoria di Pirro; il coronimo Epiro, con l’etnonimo Epiròta con Epiròtico, è dal gr EPEIROS terraferma cui i lemmi geologici Epeirogènesi o Epirogènesi con Epirogenètico e un Apeirofobìa “paura dell'infinito” dove il pref A privativo sta per “assenza di terraferma” fig “il vuoto”. Pirro utilizzò gli elefanti a mo’ di carrarmati, così come aveva fatto Annibale il 216 nella vicina Canne. Ausculum era situata lungo la via consolare Traiana che da Benevento, ramificandosi dalla consolare Appia divenendone una sua complanare, toccava Canosa, Bari, Egnazia o Gnazia (dal gr Gnathia) sull’Adriatico per Brindisi; l’Appia da Roma toccava Capua, Benevento, Venosa, Tarnto per Brindisi. Ascoli Satriano fu poi luogo nel 1041 della battaglia intrapresa dai Normanni alla conquista della Puglia, la quale poi sarebbe stata in breve ereditata dagli Svevi di Federico II. 1 \ Ellesponto Siponto Ponte delle tre P Ellespònto è l’ant toponimo dello Stretto dei Dardanelli 1 - fra l’Asia e L’Europa - che mette in comunicazione il Mar Nero (Ponto) con l’Egeo, attraverso il Mar di Marmora ed il Bosforo, donde Pòntico quale relativo di Ponto; pertanto Ellesponto è la Via Ellade per il Ponto. In gr, ELLEIPSIS è mancanza, nome d’azione di ELLEIPO lascio fuori; Ellespònto, allora, potrebbe intendersi “la strada che manca” (interrotta dallo stretto di mare, appunto), oppure “la strada d’acqua che lascia l’Ellade per l’Asia” o viceversa. Ellade, cui Ellàdico, nome di una città della Tessaglia, andò ad indicare successivamente la Grecia e finì per designare un vasto territorio che abbracciava Grecia, Magna Grecia, Cirenaica, Asia Minore; in percorso, Ellèno dal gr plur HELLENES elleni, Ellènico, Ellenìsmo con Ellenìsta ed Ellenìstico, Ellenizzàre con Ellenizzànte, Ellenizzaziòne, Ellenòfono, meglio Ellenòfoni, questo per accezione in riferimento all’area meridionale di lingua greca. La mitologia vuole sia stato il tessalo Elleno, l’eponimo, vissuto nel 1519 aC, a fondare la città-madre della Grecia. L’Ellenismo rappresenta pertanto l’istante storico di fusione della civiltà ellenica con quella orientale. Per Ellenismo, riferita all’area med, s’intenda il periodo incluso dalla morte di A. Magno (323 aC) alla battaglia di Azio (31 aC), che aveva visto fronteggiarsi la flotta egiziana comandata da Antonio in nome di Cleopatra e quella romana comandata da Ottaviano, vinta da questi. Oggi, i greci chiamano la propria lingua Ellinkà. Il percorso di Grecia conta, Grèca (sostantivo per fregio, decorazione, veste fem) con Grecàto, Grecàre attraverso il franc GRECQUER con Grecàggio (sistema di rilegatura “alla greca”), Grìco o Grecànico dal lat GRAECANUS 916 che vale Grèco o Greciènse dal lat GRECIENSIS ma che è riferito alla cultura greca (Magna Grecia) nel sud d’Italia, un Greco nella cognomastica, Grecàstro (ebreo greco, con suff peggiorativo ASTRO), Grecheggiàre, Grechèsco, Grechètto, Grecìsmo con Grecìsta, Grecità, Grecizzàre con Grecizzànte e Grecizazziòne, Grèco dal gr GRAIKOS cui il pref GRECO per composizioni quali Grecòfono, Grèco-bizantìno, Grèco-romàno con Grecoromanìsta (questo riferito alla Lotta greco-romana), Greco-ortodòsso, Grèculo “maestrucolo di filosofia presso l’ant Roma”. Di omerica memoria, i greci antichi sono indicati con Achèi, ma in realtà designavano gli abitanti della regione Acaia, cui Acàico, Achèo o il poetico Achìvo; da non inserire in percorso Acheuleàno, periodo del Paleolitico, in riferimento al toponimo franc Saint Acheul, dove fu scoperta una stazione archeologica. Il composto letterario Greco-bizantino nasce dal toponimo Byzantion, italianizzato Bisanzio, cui l’etnonimo Bizantìno o Bisantìno, città fondata dai greci nel 660 aC e capitale dell’Impero Romano d’Oriente dal 395 aC, poi Impero Bizantino, con il nuovo nome di Costantinopoli, in onore dell’imperatore Costantino; eppoi la moneta imperiale Bisànte dal gr BYZANTYS. A seguito della conquista turca, i greci rimasti in città, nel quartiere Phanar, d’altronde riconosciuti dai nuovi padroni, furono indicati col demotico gr PHANARIOTES da PHANAI dire-esprimersi (in greco) donde l’omologismo ital Fanariòta. Dal 1760 la città ha assunto il toponimo di Istanbul, quale corruzione ipocoristica dal gr Konstantinoupol e dove pol diviene bul, cui il demotico Stanbuliòta – talvolta appaiono Istanbulìno o Istanbulèse che sarebbe meglio accantonare - e ha perso il ruolo di capitale a favore di Ankara nella moderna Turchia. Le vicende di questo popolo, storicamente legato all’Occidente, nonostante le profonde tracce lasciate dall’occupazione arabomusulmana, hanno fatto si che il paese entrasse nella NATO, e già designato in prossimo futuro quale membro dell’Europa Unita 2. Bizantìno s’è attestato metaf nel snm di Cavilloso, Pedante o di “preziosismo formale”, cui Bizantineggiàre, Bizantinerìa; Bizantinìsmo, però, vale anche per il recupero dell’arte bizantina, cui le Icone, con Bizantinìsta. Siponto, già gr Sipous, cui il demotico Sipontìno, oggi stazione balneare, era una civitas pedegarganica, nell’attuale golfo di Manfredonia, completamente distrutta da uno sciame di dissesto terracqueo nel XIII sec, rifondata il 1256 nell’odierna Manfredonia; il sito dei suoi scavi e delle romaniche chiese di S. Maria Maggiore e di S. Leonardo attendono una convincente opera di riordinamento e restauri. L’origine si disperde oltre le colonializzazioni della Magna Grecia, ma la data ufficiale della sua fondazione come colonia romana in Sipontum indica il 194/197 aC. È vrs, tuttavia, che il toponimo lat sia una sovrapposizione a quello antico di origine gr: la costa è sempre stata ricchissima di una gustosa qualità di seppie, in gr SYPIA, ancora oggi rinomate nella gastronomia, il cui particolare sapore pare sia dovuto alla Prateria sottomarina, alias Prateria posidonia (rigogliosa vegetazione di alghe), pertanto sarebbe nato dalla composizione lemmatica SY(PIA)PONTO ”il ponto delle seppie” ovvero “il mare delle seppie”. Il Ponte delle tre P “Punta Penna-Pizzone” (lo si potrebbe definire delle 917 quattro P aggiungendovi la P di Ponte) è il manufatto costruito tra una sponda e l’altra del Mar Piccolo, a Taranto, a pochi decenni dalla fine del secolo; ma il “ponte” a Taranto rimane ancora quello girevole, quale storica porta di comunicazione tra il Mar Piccolo e il Mare Jonio, il passaggio tra la città storica (Taranto vecchia) e la nuova. Quel passaggio che nei primi anni successivi alla guerra, era inibito ai marinai americani delle portaerei, allo scopo di prevenire azioni di criminalità locale, che purtroppo perdura. 1 Dardanelli prende il nome dai Dardani, l’ant popolazione illirica stanziatasi al nord della Macedonia; durante la campagna di Pirro in Italia, la loro espansione era giunta fin all’Adriatico.Secondo la mitologia, l’eponimo era Dardano, figlio di Zeus e di Elettra. 2 Il Manifesto di Ventotene fu ideato da Eugenio Colorni, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, oppositori del regime fascista e confinati appunto in quest’isola pontina nel 1941, col quale teorizzavano l’Unione dei paesi europei . Il Manifesto rappresenterà negli anni quell’idea di riferimento per il processo che avrebbe condotto all’Europa Unita. CERCHIO CINTO CERCATO CERCHIO Cèrchio dal lat CIRCUS arco già gr KIRKOS anello, cui Cìrco col suo dim CIRCOLO questo in ital inv Cìrcolo, Cerchiàio, Cerchiàta, Cerchiàto, Cerchiòne ed il verbo d’azione Cerchiàre cui i prefissati Accerchiàre (questo, sia concretamente che fig) con Accerchiamènto, Accerchiànte e Accerchiatùra, Incerchiàre, Raccerchiàre. Circolo è anche una figura retorica per cui un enunciato termina con l’identica parola con la quale aveva avuto inizio. Cèrchia è una difesa naturale o artificiale, metaf è un protettivo gruppo di amici. Direttamente dal gr KRIKOEIDES (metatesi KIR KRI) a forma d’anello, l’ital ha composto Cricòide, la cartilagine della laringe, con EIDES somigliante. Il giornalismo adotta il fig Cerchiobottìsmo con Cerchiobottìsta nel senso della locuzione spressiva Dare un colpo al cerchio e uno alla botte. N’è venuta una numerosa discendenza di composti e derivati da Cerchio, Circo e Circolo, compreso l’avverbio Cìrca intorno a... Cèrcine o Cércine con la variante Cércino “panno avvolto a ciambella da porre sul capo per trasporto di pesi – acconciatura femminile dei capelli – manufatti generici a forma di anello” con Cercinàre, Cercinàta, Cercinatùra e Incercinàre dal lat CIRCINUS compasso da CIRCUS. Cercòne “vino guasto” è d’etim non accertato, ma vrs connesso fig con “botte cerchiata” in senso spregiativo, cui Incerconìre. Circènse è il perdurante aggettivo lat CIRCENSIS che dall’Antica Roma è relativo agli spettacoli nel Circo cui Circo equestre e il 918 romano Circo massimo. Circostànza o o Circonstànza o ancora Circonstànzia vale “situazione” con Circostànte, Circostanziàle, Circonstanziàre o Circostanziàre e Circostanziàto con Circostanziatamènte. In linguistica l’Elemento circostanziale indica il segmento di una proposizione che racchiude una circostanza; nell’esempio che segue “Cesare fu assassinato nel Senato” l’elemento in esame è “nel Senato”. Il percorso prosegue con Circospètto, o Circonspètto o Circunspètto, cui Circospeziòne, o Circonspeziòne o Circunspeziòne, è chi agisce con cautela. Circuiziòne s’è attestato fig in quel complesso d’azioni predeterminate, da Circuìre, svolte allo scopo ultimo di plagiàre, cui Circuimènto, gli aggettivi Circuitàle e Circuìto, il sostantivo Circùito o Circuìto, con Circuitaziòne, Circuiterìa, Circuitòre e Circuiziòne; termine derivato dal prefissato lat CIRCUM IRE “l’andare intorno” cui ancora Circolàre, questo aggettivo e verbo, Circolamènto, Circolànte, Circolarità, Circolàta, Circolatòio, Circolaziòne e Circolo che indica metaf un tragitto (o situazione) senza uscita. Circondàre è dal lat CIRCUMDARE cui Circondàbile, Circondamènto, Circondariàle e Circondàrio. \ Circolo sta anche per “gruppo organizzato di persone” e la similitudine microcosmica con Stato deriva dalla logica democratica che, come questo per essere tale deve conchiudere in sé lingua, cultura e territorio comuni, il Cìrcolo deve comprendere interessi resi pubblici, lessico, sede adeguata e accessibile. Circolo è ancora una riunione di conversazione improvvisata od organizzata o una competenza territoriale, amministrativa, come quello didattico. Il Cìrcolo di Vienna (Wiener Kreis), guidato da Moritz Schlick, composto di filosofi, matematici e scienziati, propugnava, negli anni venti, la tesi del Positivismo Logico. Il Circolo si mantenne in stretta comunità d’intenti con l’analogo circolo sorto a Berlino, retto da Hans Reichenbach. La morte di Schlick (1936) e l’occupazione nazista dell’Austria, due anni dopo, segnarono la secca dell’idea in Europa, che sarebbe riemersa in USA, ridenominata Empirismo Logico, con una propria rivista Erkenntnis, e che iniziò le pubblicazioni verso la fine degli anni settanta.\ Il secondo membro CHIO di Cerchio induce a pensare ad un CHIO in termini quali Chioma, Chiostro, Chiosco... di identica origine etim, ovvero semant rotondo. Non sembrerebbe così, poiché Chiòma, cui Chiomànte, Chiomàto, Chiomeggiàre, Chiomòso con i composti Chiomadòro o Chiomindoràto, Chiominevòso e Chiomazzùrro, è dal lat volg CLOMA, questo una metatesi da COMULA quale dim di COMA dal gr KOME capigliatura, cui Comàtula “echinoderma” con Comatùlidi (la Famiglia); in questo percorso Còma vale “aberrazione ottica”. Snm di Chioma è Zàzzera (entrambi adottati nel XIV sec), questo dal long ZAZZA ciocca, col suff ERA come in Maschera, cui Zazzerìna, Zazzerìno e Zazzerùto. 919 Dall’immagine a chioma della gallina che cova, sarebbe vrs derivato il termine lat GLOCIRE dalla serie onomatopeica GL C singhiozzare cui Chiocciàre (XIV sec), il devb Chiòccia, con Chiocciàta, Chiòccio, pur se altre ricerche lo facciano risalire ad una serie onomatopeica, ispirata al suo verso stridulo e rauco; Chiocciare, oltre a Crocchiare, ha il snm nell’onomatopeico Crocciàre della serie CR C. L’ampliamento gr del tema KIRKOS in KYKLOS ha condotto al lat CYCLUS cui Cìclo, che metaf sta anche per successione, alternanza, avvicendamento come nel prefissato moderno (1959) Ricìclàre con Riciclàggio, Riciclatòre, Riciclerìa e Ricìclo; pertanto, l’ital conta i derivati, i fig e i composti con il pref CICLO adattato, con raro valore anche di “occhio”, quali Ciclamìno (tubero tondeggiante) con un poetico Ciclàme e un raro Ciclàmo, Ciclantàcee (Famiglia botanica, col gr ANTHOS fiore), Cìclico con Ciclicità e l’opposto Acìclico (pref A privativo), il chimico Ciclìna (suff scientifico INA), Ciclìte (col suff ITE vale infiammazione oculare) e, ancora ambito oculistico, il composto Cicloplegìa. Eppoi Ciclizzàto con Ciclizzaziòne, Ciclòide (suff che vale “simile”) con Cicloidàle, l’accr Ciclòne cui Ciclònico con le locuzioni Occhio del ciclone e Stato dei cicloni (lo stato del Kansas negli USA), Ciclonìte (esplosivo); il percorso conta ancora una numerosa teoria di composizioni cui Cicloanalìsta, Cicliesàno “idrocarburo” composto da ESA (dal gr EKSA da EKHS sei) e il suff chimico ANO “idrocarburi saturi” con Cicloesanòlo (suff chimico OLO “alcol”) e Cicloesanòne (suff chimico ONE), Ciclomanzìa, il biologo Ciclomerìa, Ciclometrìa, Cicloparaffìna, Ciclosporìna (con Spora e suff chimico INA), Ciclostìle o Ciclostìlo con Ciclostilàre e Ciclostilàto, Ciclostomi (col gr STOMA bocca, Famiglia di Vertebrati), Ciclotimìa (psicologia, col gr THYMOS animo) con Ciclotìmico, Ciclotomìa (termine geometrico), Ciclotròne (composto col suff che vale Elettrone), Ciclovìrus cui Aciclovìr, Cyclofobìa “avversione per la bicicletta”. In chimica si conta Ciclàmmico cui Acido ciclammico con Ciclammàto cui le locuzioni Ciclammato di calcio, Ciclammato di sodio. L’ital conta ancora Bicìclo attraverso il franc-ingl BYCICLE cui CYCLE vale ruota col dim Biciclètta dal 1893 - nome precedente Macchina da corsa del 1817 inventata dal barone von Drais, eppoi Velocipede del 1865, oltre a Celerìfero e al franc CHEVAL DE BOIS cavallo di legno - con Biciclettàre attraverso il franc BICYCLETTE, eppoi Tricìclo, Quadricìclo... Prototipo del Velocipede-Bicicletta è la Draisìna (biciclo che si muoveva puntando 920 i piedi a terra) omologismo dal franc DRAISINE o DRAISINNE dal nome del costruttore C. F. von Drais (1785/1851). CICLO è ancora utilizzato in suff, cui le composizioni Acquacìclo, Chilocìclo e Megacìclo, Emicìclo, Epicìclo, Oricìclo (con il lat ORA orlo). Cìclo è ancora l’adattamento ital dell’ingl CYCLE bicicletta, cui Ciclàbile, Ciclìsmo, Ciclìsta e Ciclìtico, i composti Cicloalpinìsmo con Cicloalpinista e Cicloalpinìstico, Cicloamatòre con Cicloamatorìsmo e Cicloamatorìstico, Ciclocampèstre - questo o in glb Cross country o in esotismo Ciclocròss (dall’ingl TO CROSS incrociare, attraversare) con gli omologismi Ciclocrossìsta, Crossòdromo, Crossàre e Crossìsta. Altri glb dall’ingl, Cross dressing che vale “scegliere capi di abbigliamento per il sesso opposto”, in genetica Cross over “scambio di cromosomi” con un Crossover; termine alieno è Crosse, omologismo dal franc LACROSSE mazza da gioco - Cicloergòmetro “attrezzo tra sport e fisiologia”, Ciclofurgòne, Ciclomotòre con Ciclomotorìsta e Ciclomotorìstica, Cicloturìsmo con Cicloturìsta e Cicloturìstico, Ciclopedonàle, Cicloradùno. \ Da ua statistica aggiornata al 2010, il paese europeo che conta più biciclette per abitanti è la Danimarca con 980 ogni mille, seguita dalla Germania con 900, dalla Svezia con 463 e dall’Italia con 440. \ Encìclica è tratto dalla locuzione lat EPISTOLA ENCYCLICA lettera circolare, Enciclopedìa è dal lat ENCYCLOPAEDIA ispirato al gr ENKYKLIOS PAIDEIA educazione circolare; ma i greci, con quel “circolare”, intendevano completa (ciclo chiuso), pertanto ci è arrivato erroneamente tradotto e così attestatosi. \ Fu Brunetto Latini nel 1200 a diffondere storicamente l’enciclopedia in lingua volgare. \ Epìstola “componimento didascalico” snm di Lettera (da inviare), rintracciato in ant tomi nell’aferetico Pìstola, è dal lat EPISTULA già gr EPISTOLE da EPISTELLO io invio cui Epistolàre con Pistolàre, Epistolàrio e i composti Epistolografìa con Epistologràfico e Epistològrafo. \ “Faccia da ciclista” era una espressione fig di fine Ottocento, che stava per “ansioso”, ispirata al cipiglio di chi si cimentava ad equilibrarsi sugli antichi velocipedi a ruota anteriore altissima. Tra i più grandi ciclisti del XX sec, oltre al suo antagonista Fausto Coppi, l’Italia ha avuto Gino Bartali che pare abbia corso 600mila Km, esclusi gli allenamenti. \ \ Cozza Conchiglia Il lat CLOMA chioma è la forma estesa dal lat tardo CLOCEA questo in metatesi da COCHLEA dal gr KOKHLIAS o KONKHE chiocciola, cui Còclea “strumento elevatore d’acqua” con il relativo Cocleàre cui la locuzione Canale cocleae, Cocleària “in botanica, sorta di pianta”, il termine matematico Cocleòide e quello architettonico Còclide, eppoi Chiòcciola 921 questo prodotto della metatesi di COCHLEA (questo anche fig “segno informatico” per la posta elettronica, glb At dall’ingl AT presso) cui Chiocciolàio, Chiocciolàre, Chiocciolìo, il prefissato Acchiocciolàre cui Acchiocciolamènto e Acchiocciolatùra, donde il percorso volg COCCJA cui Cozzàre dal lat volg COCTIONARE d’origine etrusca con Cozzàta, Còzzo, vrs il volg mer Cozzaruòlo fig “sorta di tufo”, eppoi i prefissati Accozzàre (AD allativo) con Accozzàbile, Accozzàglia, Accozzamènto, Accozzatìccio, Accozzatòre e il devb Accòzzo, Raccozzàre con Raccozzamènto (doppio pref RI iterativo e AD allativo), Scozzàre (S sotrattivo) con Scozzàta, il devb Scòzzo. L’esplicito Còccia conta molteplici attestazioni quali buccia, calcio della pistola, calotta, fornello della pipa, redancia, testa, cui il fig Cocciòla o Cocciuòla “rigonfiamento”, Cocciùto “testardo” con Cocciutàggine snm di Caponaggine e Testardaggine, e i prefissati per entrambi, Incocciàre (IN illativo) sia “colpire” con Incocciàta e Incocciatùra, sia “infilare” (in un gancio, nell’amo… col cambio di pref da Scocciare), Scocciàre (S sottrattivo) questo sia “ridurre a cocci” sia fig “infastidire” questo con Scocciàto, Scocciatòre, Scocciatùra, ed ancora termine marinaresco “liberare dal gancio, dall’amo…” col cambio di pref da Incocciare), L’ital conta viepiù il lemma mas Còccio “terracotta, frammento” e fig “persona acciaccata” cui Cocciàio, il composto Cocciopèsto “frammenti impastati” (antica rivestitura per cisterne, come ancora visibili tra i Sassi di Matera), l’omn fig Scocciàre “infastidire-ridurre il prossimo a cocci” con Scocciàto, Scocciatòre e Scocciatùra (pref S sottrattivo). Il volg mer conta un Coccia per spavento improvviso, che varrebbe un irrigidimento della testa. Còzza o Còzzeca, con Cozzicàro, è la variante di Coccia dal lat COCCJA, snm di Mìtilo dal lat MITULUM o MITYLUM già gr MYTILOS nicchiomollusco, cui Mitilicoltùra e Mitìlidi (Famiglia di molluschi); altri snm di Cozze e Mitili sono il veneto Peoci e Muscoli. Cozza, quindi, è per accezione quella di mare cui Cozza pelosa, ma nel volg mer Cozza vale anche Lumaca (commestibile) cui Cuzzedda “lumachina”. Termini alieni Scòcca “cassa” (termine meccanico quale struttura portante) omologismo decisamente allontanatosi dall’originale long SKOKKA che sta per dondolo; eppoi Cozzòne dal lat COCTIONEM mediatore cui Scozzòne svoltosi in domatore, ammaestratore d’animali da sella e da tiro, cui Scozzonàre, Scozzonatòre e Scozzonatùra. Il pecorso lat CLOCEA continua con Chiocciola e Conchiglia, ma questi termini meritano un approfondimento. Chiocciola giunge lungo un percorso che, partendo dal gr KOKHLIAS, s’era riversato nel lat COCHLEA, poi volgarizzatosi con metatesi in CLOCEA e italianizzatosi in Còclea, con il dim lat Chiocciola. In lat COCLEUS sta quindi per guscio donde COCLUM svoltosi nell’ital Cògolo, questo “ciottolo levigato naturalmente dall’acqua” o “taglio di pietra preziosa”, cui il dim Cogolètto; Cogolo, quale taglio di pietra preziosa, tuttavia, ha assunto il termine franc glb di Cabochon da CAPOCHE capocchia. In ogni caso, questi termini, pur con l’eccezione di Chiostro, appaiono echeggianti d’un primordiale KO, donde il lemma Còte, dal lat COS, che indica la pietra per affilare, ossia una mola; ed ecco che ritornerebbe la 922 forma rotondeggiante. Conchiglia, infine, dal lat CONCHYLIUM e questo dal gr KONKHYLION connesso con KOKHLIAS, è nato dall’inc con CONCHA dal gr KONHKE cui Cònca. Ispirato a KOKHLIAS-KONKHE chiocciola il gr ha coniato fig KONKHION cui il lat CONGIUS “misura per liquidi” pari a 3, 383 litri, da qui l’ital Còngio o un volg Cògno. La sesta parte del Congio è detta Stàio o Stàro, una corruzione dal lat SEXTARIUM sesta (parte), svoltosi nella misura per cereali, cui Staiàta. \ Chiocciola Lumaca Per Chiocciola s’intende un mollusco, sovente edibile, dei Gasteropodi polmonati (sacco polmonare) terrestri con conchiglia totale. Gasteropodi perché sono dotati di un piede polposo, tutt’uno con il corpo, utile al movimento. Questo mollusco terrestre ha un suo corrispondente marino, la Patella, pertanto etimologicamente affratellati nel significato figurato dal latino PATELLAM rotula che non è altro che il diminutivo latino di ROTA ruota. Lumaca, invece, vale ancora per mollusco dei Gasteropodi ma non è una PATELLAM bensì dal corpo allungato e viscido; per questa proprietà è così chiamata dal greco LEIMAKA che è l’accusativo di LEIMAX limaccia. La lumaca è priva di conchiglia, anche se talvolta questa è presente in forma ridotta sotto la pelle dorsale. \ Gallo Gallone Dal lat GALLUS d’etimo sconosciuto l’ital ha ricopiato Gàllo, cui, in locuzione, Gallo da combattimento, Gallo bankiva (originario dell’India), il pugilistico Peso gallo, il cognomastico Gallo nel senso di “maschio” in concorrenza con Gallo “celtico” e il metaf Gallo da un epiteto per “sbruffone” cui Gallìsmo e la locuzione Fare il gallo, eppoi Gaètto o Galètto “variopinto come il gallo” dal lat volg GALLIUM, donde vrs il lemma fig Gaìta “guardia” (come il gallo che avverte col suo verso) e Gaettòne “turno di guardia” in gergo marinaresco. Gallàre (omn di Gallare “stare a galla”) con Gallàto e Gallatùra (fecondare l’uovo della gallina), Gallicìnio (con il suff dal lat CANERE cantare) snm della locuzione Il canto del gallo, Gallifòrmi (Ordine di uccelli) al quale appartengono i Cràcidi (la Famiglia, dal gr KRAZO grido) cui il Tacchino, Gallinàio, il fig Gallorìa questo vale “baldoria”, il fem Gallìna cui Gallinàccio “tacchino” da GALLINACEUM e fig “sorta di fungo” questo snm del fig Cantarèllo (per la forma del Cantaro “recipiente”), il relativo Gallinàceo, Gallinàia o Gallinàio snm di Pollaio, Gallinèlla dal dim lat GALLINULA e, in locuzione, Gallinella d’acqua questo uccello dei Rallidi, Gallina faraona, Gallina livornese, Gallina padovana (in realtà di origine polacca), Gallina del Signore fig snm di Coccinella, Gallina tirolese o Gallina piemontese che è poi il Colombo fiorentino, eppoi il fig Gallinèlle questo snm della costellazione delle Pleiadi. Con la sovrapposizione del termine Gallo, l’ital ha tradotto il lemma gbz PAPAGAS, questo dall’ar BABAGA, in Pappagàllo, cui i fig Pappagallèsco e Pappagallìsmo; Pappagàllo è anche fig il contenitore per urinare a letto o uno sciocco corteggiatore. Pappagàllo è ancora il termine fig con cui si indica sia un 923 attrezzo per idraulici sia il recipinte per bisogni fisiologici, utile a chi non può muoversi dal letto. Il gr conta lo specifico ALECTROR gallo cui Alettromanzìa o Allettoromanzìa, con Alettromànte o Alettoromànte, che vale quale divinazione attraverso questo animale. Il gr conta lo specifico PSITTAKOS pappagallo cui Psittàcidi (la Famiglia), Psittacifòrmi (l’Ordine), il fig Psittacìsmo (tendenza all’imitazione spontanea del parlare altrui), Psittacòsi (suff patologico OSI) “infezione che può essere trasmesse all’uomo” Il Gallo cedrone (fig relativo al colore) o Gallo alpestre (relativo alle Alpi) o Urogàllo già lat TETRAO UROGALLUS è dal piumaggio nerastro (Tetro); il pref URO in GALLUS vale dal gr URA coda. In assonanza, fuori percorso da Gallo quale animale, l’ital conta Gàlla inv dal lat GALLA rigonfiamento, vescica cui Gallìgeno, Gallòzza o Gallòzzola da identico tema med GALLA cui il fig Gallètta “bozzolo dei bachi” con Gallettàme, Gallettìère, Gallettifìcio e l’ancora fig Gallètta “sorta d’uva”, Gàllico con la locuzione Acido gallico (omn di Gallico da Galli “celti”), eppoi Gallòne unità di misura dall’ingl GALLON forse in qualche modo connesso fig col franc GALON ornamento da GALLONER ornare cui l’omn omologismo Gallòne passamano con Gallonàre, ancora omn di Gallòne “fianco” omologismo dal celt CALON coscia-femore. Da Galla l’ital conta ancora fig Gallàre “stare a galla” (omn di Gallare da Gallo) con il proprio Gallàto, e Galleggiàre cui Galleggiàbile con Galleggiabilità, Galleggiamènto e Galleggiànte, il pref Aggallàre con Aggallàto questo snm di Cuora, le locuzioni Linea di Galleggiamento e fisiche Galleggiamento positivo, Galleggiamento negativo e Galleggiamento Neutro, queste in relazione a un corpo che galleggia in superfice, sommerso e instabile. Ancora, fuori percorso, l’omologismo Gallètta “biscotto” ed anche “attrezzatura navale” (omn di Galletta da Galla) dal franc GALETTE da un ant GAL ciottolo, e infine, Gàllio “elemento chimico” (simbolo Ga) dal lat scientifico GALLIUM, dal nome dello scopritore P. E. Lecoq (1838-1912). Snm di GALLA rigonfiamento è Cecìdio dal gr KEKIDION dim di KEKIS, cui i composti Cecidiologìa o Cecidologìa in botanica e Cecidomìa (col gr MYIA mosca) “sorta di insetto dei Ditteri nocivo per le colture” . \ Simbolo della rinascita è il Gallo, logo dell’antica medicina, per il suo canoro risveglio mattutino; ma anche la Fenìce lo è, uccello fiabesco d’Arabia, dal lat PHOENICEM già gr PHOENIKS della Fenicia, che, stando alla leggenda, risorgeva ogni cinquecento anni dalle proprie ceneri, dopo essersi bruciato vivo in un rogo d’erbe aromatiche appositamente costruitosi. Il gr PHOENIKS vale anche, per estensione fig dal rogo, “colore rosso” poiché si considerano i Fenici inventori della porpora, ricavato dai molluschi; termine, PHOENIKS, che aveva dato, oltre alla stessa Fenicia, anche il nome alla Palma dei datteri. Pòrpora è dal lat PURPURA già gr PORPHYRA, cui Porporàto, Porporeggiàre o Purpureggiàre con Porporeggiànte o Purpureggiànte, Porporìna con Porporìno e Purpùreo, questo il più espicito dal lat, il prefissato Imporporàre e Imporporamènto \ \ Cantare Il verbo CANTARE, intensivo di CANERE, nasce dalla terminologia rituale celtalica, ispirato al canto del gallo, da un rad sopravvissuto nel ted HAHN 924 gallo; la locuzione Canto del gallo, pertanto, appare come uno straordinario esempio di unicità rad. Il verbo CANERE è stato l’abbrivo per un gioco linguistico in cui si costruisce una frase lat con un proprio significato ma con lemmi correnti in ital con significato del tutto diverso: il lat CANE NERO MAGNA BELLA PERSICA vale Canta o Nerone le grandi guerre persiane e il lat I VITELLI DEI ROMANI SONO BELLI vale Va o vitello del dio romano al suono della guerra. Il percorso conta Cantàre “modulare la voce” con Cantàre “verso della balena” e il sostantivo Cantàre “poema”, eppoi Cantàbile con Cantabilità, Cantaiòlo, Cantànte, Cantarèlla 1 (omn di Cantarella “pianta”) “sorta di allodola” ed anche “richiamo per le percici” e snm di Cicala, Cantarellàre o Canterellàre con Cantarellìo, Cantàta, Cantatìna, Cantàto, Cantatòre, Cantatòrio, Canterìno, Càntica con il glb ptg Cantiga dal plur lat CANTICA di CANTICUM componimento cui Càntico, Canticchiàre dal lat CANTILLARE cui Cantillaziòne, Cantilèna inv dal lat CANTILENA ritornello cui Cantilenàre, Cànto da CANTUS (omn di Canto “angolo”), Cantòre, il prefissato Scantinàre (S sottrattivo) “uscire dal tono” da un Cantìno; eppoi Canzòne o un ant Canzòna dal lat CANTIONEM in origine “componimento poetico” di più parti definite Stanze cui, in locuzione, Canzone a ballo snm di Ballata e il medv Canzoni di gesta dal franc CHANSON(S) DE GESTE cui il noto poema Chanson de Roland, ed ancora “espressione di canto” cui Canzonètta, Canzonettàrio, Canzonettìsta, Canzonettìstico e Canzonière, i glb Chansonnier (pron sciansoniè) “Cantautore” con Chanteuse “Cantore” cui l’omologismo fem Sciantòsa, tutti dal franc CHANSON canzone ma già lat CANTOREM. Eppoi, fig nel senso di “burla-burlare”, Canzonèlla, Canzonàre, Canzonatore, Canzonatòrio, Canzonatùra. Ancora, il prefissato Scanzonàre con Scanzonatamènte (S sottrattivo) che vale “schivare le cose serie con ironia”. L’omologismo Sciantosa risuona del glb Shahtoosh di voce tibetana che indica della lana pregiata ricavata dall’antilope tibetana. \ “La canzone dell'amore” è il primo film sonoro italiano del 1930 diretto da Salvatore Gennaro Righelli (1886/1949) con Dria Paola, Isa Pola e Elio Steiner. La canzone di tutti i tempi più venduta in Italia, almeno sino a maggio 2010, risulta essere “Questo piccolo grande amore” interpretata sia da Claudio Baglioni sia da Mina.\ In ingl TO CROON vale canticchiare, cantare sommessamente, donde il glb Crooner che identifica cantanti dallo stile quali Frank Sinatra (1915/1998) e Pasquale Riccardo (1944/2010), entrambi italoamericani; il primo di notorietà internazionale, il secondo famoso in Messico. Il percorso prosegue con i composti Cantafàvola, Cantafòla cui Cantafèra questo sovrapposto a Tiritera, Cantambànco o Cantimbànco snm di Cantastòrie, Cantautòre (questo agli anni 60 del XX sec, termine che pare sia stato coniato dall’attrice Maria Monti compagna del cantautore Giorgio Gaber) con Cantautoràle o Cantautoriàle, il fig Cantimplòra “recipiente” attraverso lo sp CANTIMPLORA già CHANTEPLEURE (dal suono del liquido versato, in connessione con il lat PLUERE di Piovere), Belcànto con 925 Belcantìstico (termine artistico); fuori percorso Cantarèlla o Canterèlla (omn di Cantarella “allodola”) “sorta di pianta velenosa” dal dim lat volg CANTHARIDULA di CANTHARIS CANTHARIDIS cui il corrente Cantàride con il chimico Cantaridìna (suff chimico INA), eppoi i glb il franc Cantal “sorta di formaggio” dall’omn coronimo Cantal e l’ingl Canter ellittico della locuzione ippica CANTERBURY GALLOP galoppo di Canterbury “sorta di andatura” caratteristica dei pellegrini a cavallo che si recavano a Canterbury. Il volg mer conta Skanto, Skantare e Skantato nel significato di Spavento, Spaventare e Spaventato, vrs nel senso di Scantare (S intensivo) ossia metaf “urlare di paura”; il gruppo sk è dato per imprimere il suono mer strisciante sc che precede quello duro della k. L’intensivo CANTARE vale anche recitare formule magiche, cui Decantàre (DE durativo) “esaltare” con Decantatòre (omn di Decantare e Decantatore “sedimentare” e “sedimentatore”), Incànto cui Incantàre (omn di Incanto “gara d’acquisto” e Incantare “mettere all’incanto”), Incantagiòne o Incantaziòne, Incantamènto, Incantàto, Incantatòre con un desueto Incantadòre, Incantatòrio, Incantèvole; eppoi Incantèsimo o Incantèsmo con Incantesimàre e Incantesimàto. Infine un Incantadiàvoli snm di Stregone. \ Nella infinita teoria di parole magiche foriere d’incantesimi, la tradizione conta Alohomora, Avis, Espispendo, Expellarmus, Feraverto, Flagramus, Glisseo, Reducto e Salvio hexia.\ Dal verbo CANERE, cui l’ital Canòro, il lat aveva tratto CANMEN componimento poetico, canto, divenuto CARMEN e giunto nell’ital Càrme, con lo stesso meccanismo che aveva portato GERMEN a Gèrme dal lat GIGNERE con rad GEN generare. Un carme popolare è detto Fescennìno, dal toponimo Fescennia dove darebbe srtato ideato. Il lat CARMEN s’è svolto nel snm di Incantesimo, cui i glb franc CHARME fascino (pron sciarm) con Charmant, Charmeur, Charmeuse, il termine fisico fig ingl Charm “particella incantata”. Fuori percorso gli ancora glb franc Charmoise “razza di pecore” relativa all’omn tenuta, il lemma Charmat nella locuzione vinicola Metodo charmat in onore dell’enologo E. Charmat e in concorrenza con il Metodo chardonay dove Chardonay è in riferimento all’onm toponimo in Borgogna. Ancora, dal lat INCINERE composto da IN CANERE, col normale passaggio di a in i, è stato coniato l’ital Incentìvo da INCENTIVUS che dà tono tratto dal Pp, cui Incentivàre; dal prefissato CONCENTUS canti armonizzati (pref CON) l’ital conta Concènto utilizzato quale snm di Concerto, da affiancare ad Accento. Da non equivocare col termine Canarìno, cui Canaricoltùra, segnandolo quale derivato di CANERE e pertanto pare significhi “piccolo cantore”, poiché in realtà sta per “dalle isole Canarie”, così come la Canària “sorta d’erba” snm di Scagliola e omn di Canària “sorta di danza”; in percorso il relativo Canàrio “delle Canarie” adottato anche quale snm di Canarino, e Canaròne “frutto del cedro” fig per il colore che ricorda il Canarino. Canarino è anche fig una sorta di bevanda calda con limone. Anche l’onomastico Carmelo con il risvolto fem sp Carmen non sono nel 926 conto di questo percorso, bensì dall’ebr CHARMEL giardino divino in connessione con il derivato Carmelìta o Carmelitàno relativo all’ordine religioso fondato sul monte Karmel in Palestina. Dal lat GANNAT, terza persona sing di GANNARE deridere, dall’onomatopeico G N 1, cui il lat GANNIRE, oltre a Gannìre, questo indica il mugolare del cane e della volpe, ci è pervenuto il prefissato Ingannàre “canzonare” (IN illativo), vrs connesso con CANERE, cui Ingannamènto, Ingannatòre, Ingannèvole e Ingànno; dal franc la locuzione glb Trompel’oeil “Inganna occhio”, genere di pittura naturalistica. GANNAT avrebbe la connessione con il lat GANEUM o GANEA, questo vrs sovrapposto al lat CANNA già gr KANNA, cui Gàgno snm di Taverna e Bettola, dal significato originale di Tana attestatosi in Ventre e nel fig Imbroglio, eppoi Gagnolamènto, Gagnolàre e Gagnolìo snm di Gannire. GANEA, insomma, diventa fig “gola” cui il lat GANEO ingordo. Snm di Ingannare (adottato dalla prima metà del XIII sec) è l’omologismo Turlupinàre (adottato dal 1816), questo un termine lessema con il solo morfema desinenza verbale ARE poiché è ispirato al soprannome TURLUPIN del comico franc Henri Le Grand scomparso nel 1634. Altro snm è l’omologismo Gabbàre (adottato nel XIII sec) da Gàbbo dall’ant franc GAB, cui Gabbàto, Gabbatòre, Gàbola, presumibilmente un volg Gabbatella e il composto metaf Gabbasànti. Pesce gabbato è una ricetta calabrese con poveri ingredienti, in voga durante il 2° conflitto mondiale, con l’aggiunta di una pietra marina allo scopo, appunto, di dare al piatto il sapore di mare. Infine, l’ital conta il snm Beffàre (adottato nel XIII sec) d’origine onomatopeica B F cui l’esclamazione dispregiativa Bèff! eppoi Bèffa con Beffàrdo su calco di Bugiardo, Beffàbile, Beffamènto (desueto snm di Beffa), Beffatòre, l’iterativo Beffeggiàre con Beffeggiamènto, Beffeggiatòre e Beffeggiatòrio. Infine Beffèvole quale snm di Beffardo. \ Nel film “La cene delle beffe” del 1941 del regista Alessandro Blasetti tratto dall’omonimo dramma di Sem Benelli del 1909, appare storicamente in Italia un seno femminile nudo, appartenente all’attrice Clara Calamai.\ 1 La serie onomatopeica, con base G, s’estende in G G “balbettio snobistico” cui Gagà con i dim il fem Gagareèlla e il mas Gagarèllo, l’accr Gagaròne dal franc GAGA, G GN lamentarsi cui Gagnolàre dal percorso di Cagna con lenizione della c in g, GI GI cui Gèmere, Gemebòndo, l’iterativo Gemicàre, Gemitìo o Gemizìo, e Gèmito inv dal lat GEMERE, GN GL gonfiarsi di soddisfazione cui Gongolàre, Ghìngheri con la locuzione Mettersi in ghingheri e simili, Gingìllo e Gingillàre meglio Gingillàrsi questi snm dell’onomatopeico Nìnnolo con Ninnolàre. Fuori serie il termine Gong, questo un omologismo dal malese GUGG di presunta derivazione onomatopeica del suono, e Gongorìsmo con Gongorìsta, questi in riferimento allo stile letterario del poeta L. de Argole y Gongora (1561-1627). Estranei al termine onomatopeico Gagà, l’ital conta Gagàte dal gr GAGATES “minerale” della città di Gagai in Licia, eppoi Gagàuso che è la lingua turca espatriata nei Balcani. Il verbo specifico Singhiozzàre con il denm Singhiòzzo, eppoi Singhiozzìo, Singhiozzòso o Singhiottòso, è invece dal lat volg SINGLUTIARE denm di SINGULTUS, cui ancora l’astratto Singùlto con Singultìre e Singultìo di rad SENGW cantare cui l’ingl TO SING cantare; vrs connesso con una serie onomatopeica con base G. 927 Cantarella, in vocabolario napoletano, era ancora un sedile di pietra con un foro nel piano di seduta; vi erano deposti i cadaveri delle clarisse perché, a seguito di un preciso taglio nell’incavo tra le gambe e i glutei potessero scolare, ossia svuotarsi degli umori. Quando disidratati, i loro resti erano ammassati nell’ossario comune. Una tradizione antica che ha lasciato il segno nel dialetto con l’espressione popolare Puozz' sculà! (Che tu possa scolare!) Un’apposita camera con le cantarelle è visitabile nel convento delle clarisse all’interno del castello aragonese nell’isola d’Ischia. 1 \ Ring Arringa Aringa Dal got HRINGS circolo, il ted e l’ingl contano RING cui il glb Ring che sta per “sorta di filatoio ad anello”, oppure “termine economico-speculativo” ed ancora “spazio per gli incontri di pugilato” che dal significato etim di “circolo” s’è svolto in “quadrato”. Dal got HARI HRINGS campo circolare dell’esercito l’ital ha ereditato Arrìngo con la variante Arìngo “campo circolare dell’esercito” e Arringàre “agire davanti all’arringo”, eppoi Arèngo (assemblea popolare medv) col relativo Arengàrio, cui Arrìnga dal lat medv HARENGA con la variante Arìnga. Derivato Ringhièra con aferesi da ARINGHIERA questo da Aringo, con valore di “parapetto” o “tribuna”. In assonanza ad Arringa l’ital conta Arìnga “pesce dei Clupeidi”, dal lat HARINGUS attraverso il ted HARING, ma è chiara la connessione fig con Aringa assemblea data la caratteristica di questo pesce di nuotare in branchi (a circolo). Cè’ stato un periodo, nel medv, quando l’Aringa era utilizzata come moneta. Il maschio dell’Aringa è biologicamente chiamato Aringa di latte. CINTO L’immagine del Cerchio-Accerchiare induce alla semant complanare di Cìnto-Cingere dal lat CINCTUS-CINGERE, con i rad KENGKENK legare, attestati anche in aree bal, gr, ind, cui Centìna e Centinàre da CINCTINUM (tratto da CINCTUS come CIRCINUS da CIRCUS, forse da suono cimbro) con Centinamènto, Centinàto e Centinatùra, eppoi Cìnghia da CINGULA con un volg (toscano) Cigna, Cinghiàle (per il collare naturale di setole) con i volg Cignale e Cinghiare, Cinghialèsco, Cinghiàre col volg Cignare, Cinghiàta col volg Cignàta, Cinghiàto, Cinghiatùra col volg Cignatura, Cìnghio e Cìngolo (anche anatomico) da CINGULUM con Cingolàto e Cingolètta, eppoi Autocingolàto e il Semicingolàto. Eppoi Cèngia o il volg Cèngio “risalto naturale pianeggiante che cinge un costone montano utilizzato come camminamento” Dal franc GUIGE già WITHTHJA cinghia dello scudo l’ital conta l’omologismo Guìggia. Termine specifico il gr conta APER cinghiale, cui il raro Apro-àpro, il toponimo Apricena già Porcina, e il coronimo Abruzzo “paese dei cinghiali” da APRUTIUM, in concorrenza con ABRUPTUM rupestre, scosceso prefissato AB e RUPTUM da RUMPERE rompere cui RUPES rupe, cui Aprutìno “abruzzese”, la locuzione lat 928 ancora in uso Ex abrupto “all’improvviso (pivo di preamboli o avvisaglie)”. Il percorso continua con Cìnta da CINCTA fem di Cìnto da CINCTUS, la locuzione Essere incinta (in-cinta), Cìngere da CIGNERE, Cintàre, Cintùra da CINCTURA col dim Cinturìno, Cìntola dim di Cinta, Cìntolo dim di Cinto. La locuzione Cintura nera appartiene al Karatè ed è suddivisa in 10 livelli. Con i pref, si ha Circoncìngere o Circumcìngere (lat CIRCUM intorno), Discìngere e Discìnto (DIS dispersivo-d’opposizione), Incìngere o Incìgnere con IN illativo vale “stringere strettamente” ma attestatosi erroneamente in “essere incinta” da Incìnta da INCIENS INCIENTIS gravida che col pref IN negativo, infatti, vale fig “priva di cintura” per l’impossibilità di indossarla a causa del pancione; pertanto, Incinta non è uno specifico termine dello stato fisiologico (Gravida) ma di questo una forma fig in concorrenza con quelle in locuzione In attesa e Stato interessante. Eppoi Recintàre con Recintàto, Recìnto e Recinziòne, il glb ingl Ranch “recinto”, Scìngere o Scìgnere con Scìnto, Succìngere con Succintèzza e Succìnto o Soccìnto (SUB CINGERE). Cerchia (adottato dal 1313) e Cinta (dalla prima metà del XIV sec) sono, infatti, comunemente in snm. Il gr conta lo specifico KESTOS cintura connesso alla rad KENGKENK cui Cèstidi la Famiglia di Ctenofori, Cestòdi la Classe di Platelminti. Dal giapponese OBI cintura, l’ital conta il glb Obi-òbi “fascia di seta per il kimono”; Kimòno è il glb di genesi giapponese che sta per vestito-abito cui l’omologismo Chimòno. Dal gr-lat MANDRA recinto, l’ital conta Màndra o Màndria con Mandriàle o Mandriàno; fuori percorso Mandrìno con Mandrinàggio, Mandrinàre e Mandrinatùra, dal franc MANDRIN dal prvz MANDRE “giogo della bilancia”, attestatosi in manovella sovvrapponendosi a Mano. L’ital conta ancora un Procòio dal lat PERICHORIUM già gr PERIKHORION prefissato PERI intorno da KHORA regione che sta per “luogo recintato”, in accezione per gli animali (ovini), con le varianti Precòio, Precuòio, Prequòio, Proquòio; nulla vieta però di figurare questo lemma in sovrapposizione con Cuoio dal lat CORIUM, associandone il materiale d’utilizzo. Dal lat CINCTURA lo sp pare abbia tratto CIMBRAR curvare cui CIMBRA, donde l’ital Cèmbra, Cèmbia, Cìmbia, Cìmbra, il composto Cimbifòrme, e vrs una connessione con i termini toscani italianizzati Cimbràccola o Cirimbràccola e Cimbràccolo; pseudoetim l’assonante termine Cimbri, una popolazione d’origine 929 tedesca, con Cìmbrico, Cìmbro. Dal long CAHAGI recinto, l’ital ha coniato l’omologismo Cafàggio una sorta di “riserva bandita alla caccia” cui Cafaggiàio “guardaboschi”, mentre dal tema med TANKA “recinto per bestiame” riversatosi nel catalano TANCAR, attestatosi in Sardegna, l’ital ha ricalcato Tànca, il cui omn Tànca è l’ipocoristico dell’omologismo Tànica dall’ingl glb TANK ma d’origine indostana TANKH cisterna cui Tanker “nave cisterna”, l’omologismo Tankìsta; dall’indicare un contenitore, il termine ingl s’è svolto fig nel significato di Carro armato. Cingere vale anche Coronàre, questo dal gr KORONE transitato nel lat CORONARE denm da CORONA con il suo dim COROLLA cui l’ìtal Coròna, il fig Coronamènto, Coròlla… con tutti i derivati quali Corollàrio, Coronàto e Coronaziòne, Coronèlla, i prefissati Incoronàre con Incoronàto e Incoronaziòne; eppoi Crùna con sincope della prima o e mutazione della seconda o in u, cui il prefissato Incrunatùra. In Puglia è sorta una cosca mafiosa indicata fig con Sacra corona unita. l gr conta lo specifico STEPHANOS per Corona, cui l’onomastico Stefano e Stefania. CERCATO Cercàto, Pp dal lat CIRCARE, che aveva scalzato l’anziano CIRCUM IRE (CIRCUM attorno), nel senso di andare girando (per trovare), cui Cercàre, Cercàbile, Cercatòre (come il frate) o Cercadòre, Cercamènto, Cercànte, Cercàta, Cercatùra, i composti Cercafàse, Cercafùghe (di gas), Cercametàlli, Cercamìne, Cercaoersòne, Cercapòli, il prefissato Ricercàre col devb Ricèrca e un raro Ricercamènto, eppoi Ricercatòre col fem Ricercatrìce, il sostantivo Ricercàre (termine musicale), Ricercàto con Ricercatèzza, il composto Ricercapersòne, i glb il franc Recherche “ricerca (psicologica) con la locuzione Cherchez la femme “ cercate la donna” da un segmento letterario di A. Dumas padre, e l’ingl Search “tasto-comando di ricerca” dal XX sec. Termine alieno è Cercària questo composto col gr KERKOS corda col suff ARIO al fem e sta per “ sorta di larva”. Da CIRCUM intorno si ha l’avv desueto Circumcìrca “pressappoco” e gli attuali composti col pref CIRCUM, foneticamente adeguato in CIRCO CIRCUN CIRCOM, quali Circondùrre con Circonduziòne, Circonferènza da CIRCUMFERENTIA di CIRCUMFERRE portare intorno con Circonferenziàle, Circonflèttere da CIRCUMFLECTERE piegare intorno con Circonflessiòne e Circonflèsso, Circonfluìre, Circonfòndere con Circonfùso, 930 Circonfùlgere da CIRCUMFULGERE lampeggiare intorno, Circonvallàre con Circonvallaziòne (fig con il lat VALLUM struttura difensiva), Circonvenìre da CIRCUMVENIRE con Circonvenziòne attestatisi psicologicamente in “insidiare-insidia”, Circonvicìno, Circonvòlgere o Circonvòlvere con Circonvolùto e Circonvoluziòne, eppoi Circumatlàntico, Circumetnèo (intorno all’Etna), Circumincessiòne o Circuminsessiòne questo termine teologico relativo alla Trinità (l’Una è nell’Altra) con il lat INSIDERE sedere sopra, Circumlunàre, Circummediterràneo, Circumnavigàre con Circumnavigatòre e Circumnavigaziòne o Circunnavigaziàne, Circumpacìfico, Circumpadàno o Circompadàno, Circumpolàre o Circompolàre (intorno ai Poli), Circumsolàre, Circumterrèstre, Circumvesuviàno, Circumzenitàle. La Circàssia (i Circàssi) è il toponimo italianizzato della Rep. Autonoma Karacajevo-Cerkessia. Dallo sp BUSCAR cercare, l’ital conta l’omologismo Buscàre che sta per “procacciarsi cercando” o “prendere”, cui Buscatòre; Buscheràre con Buscheratùra e Buscheròne nel senso di Buggeratura; volg ha assunto il significato di “ricevere percosse”. Buscherìo, infine, in risvolto fig, vale “grande quantità” e (chiasso di) molte persone”. \ Il cerchio, quale figura, ha affascinato gli uomini fin dalla loro comparsa sul pianeta. Esiste un graffito a Palvorin - Spagna sett - rappresentante un essere soprannaturale, in forma stilizzata, racchiuso in un cerchio, datato 2500 aC.A Tanum (Bohuslan), un’incisione rupestre del 1000 aC rappresenta un cerchio che va ad unire i bracci di una croce confermando che il simbolo della croce non è d’esclusività cristiana. Il sole, il primitivo dio adorato dagli uomini in una forma protomonoteistica, era idealizzato dal cerchio. L’accostamento della forma della ruota - il mezzo che ha rivoluzionato l’esistenza stessa degli uomini - al simbolo del dio-sole, ha alimentato il significato mistico di questa figura geometrica. Il cerchio è ricorrente in ogni logo rappresentativo del sesso: il maschile ha per esponente la freccetta, il femminile la crocetta, l’ermafrodita un semicerchio scostato dalla crocetta. Ancora oggi, per indicare “a pieno sole”, riferibile alla messa a dimora delle piante, si adotta la figura del cerchio.\ \ Croce Cròce è dal lat CRUX di tema med KRUK, cui il dim Crocètta con Crocettàto, Crociàta “mobilitazione militare cristiana contro i musulmani” cui Crociàto, Crociàta quale snm di Crocevia, Crocièra questo “tecnica di sostegno”, Crocière o Crociòne (sorta di uccello) snm di Becchincroce, Cruciàre fig “far soffrire” con Cruciàle e Crucialità, i termini marinareschi Crociàme (suff AME per collettivi), Crociàre con Crociamènto e i prefissati Escruciàre (con EX intensivo vale “tormentare”), Incrociàre (IN illativo) con Incrociamènto, Incrociàto, Incrociatòre e Scrociàre (S intensivo) e, coerente in area indoeur, il glb ingl sportivo Cross “termine calcistico, tennistico e del pugilato” ed anche “bastone ricurvo” nel gioco dell’Hockey, da TO CROSS incrociare cui gli omologismi Crossàre e Crossìsta e, in locuzione glb, 931 Cross-country cui il semiomologismo Cròssdromo, Cross dressing quale abbigliamento con TO DRESS indossare, il genetico Crossing over o Crossover; dal franc, vrs in connessione, si conta ancora in ambito glb Crosse “sorta di mazza”, tratto dal gioco detto Lacrosse, dalla foggia ricurva del bastone usato indicato con LA CROSSE. Il percorso prosegue con l’omn Crocièra “navigazione” cui Crocerìsta, il ferroviario Crociamènto; eppoi una serie lemmatica che come pref ha il termine CROCE, sovente in riferimento alla Croce quale strumento di tortura e morte di Gesù, con Croceròssa da Croce Rossa cui Crocerossìna, Crocesègno dalla locuzione Croce segno cui Crocesegnàre o Crocisegnàre con Crocesegnàto, ed il suo adattamento in CROCI e CRUCI cui Crocìcchio, Crocìfere o Crucìfere (Famiglia botanica, Classe delle Dicotilèdoni) e Crocìfero o Crucìfero “figura mistica” (suff dal lat FER portatore), Crocifìgere o Crocifìggere o ancora Crucifìggere dal lat CRUCIFIGERE fissare sulla croce con Crucifìge questo inv dall’imperativo lat CRUCIFIGE! Crocifissiòne e Crocifìsso o Crucifìsso, il botanico Crocifòrme o Crocifòrme, Crocìgero o Crugìgero (suff GERO “che indossa” la croce), Crucivèrba 1 (con VERBA plur di VERBUM parola) con Cruciberbìsta. Crocètto è l’italianizzazione del glb franc Crochet che vale “uncinetto” da CROC uncino. Crocianèsimo o Crocianìsmo e Crociàno, sono relativi a B. Croce (1866/1952), la cui cognomastica è riferito alla Croce. Nel volg esiste la locuzione Crocina d’olio che vale condire versando l’olio con un breve giro, ma che in origine significava proprio versarlo con brevi tratti a croce, in un rituale famigliare. Il lat conta lo specifico COMPITUM crociccio (o bivio) cui la festa romana COMPITALIA a devozione delle divinità i Lari degli incroci. Fuori percorso dal alt CRUX si ha Cròceo dal lat CROCEUS aggettivo di CROCUS già gr KROKOS zafferano cui Cròco, ma l’ital, questa volta, ha snobbato il termine gr-lat adottando Zafferàno, della Famiglia delle Iridacee, calco dall’ar ZA’FARAN cui Zafferanàto; “zafferano falso” è chiamato il Càrtamo dal lat CARTHAMUS ma omologismo lat dall’ar QURTUM. Il lat CARTHAMUS ha il suo snm in CNECUM svoltosi nel volg GNETUM cui Gnetìne, Classe di piante Gimnosperme alla quale appartiene Efèdra dal gr-lat EPHEDRA cui Efedrìna “alcaloide” col suff chimino INA. Altro termine pseudoetim nel percorso di CRUX è Crocidìsmo dal gr KROKYDISMOS, l’azione dello svellere bioccoli di lana, da KROKE trama, cui il fig minerale Crocidolìte. Nessuna connessione ancora del tema KRUK col termine popolare Crùcco per “tedesco”, poiché questo è dal croato KRUH pane, per cui veniva inizialmente rivolto agli slavi meridionali; vrs in connessione con il ted Krug “tipico boccale” (per la birra). Ancora, lo pseudoetim Crocìna, col suff chimico INA, da Cròco cui Crocoìte (suff ITE per minerali), dal gr KROKOS “sorta di pianta” delle Iridacee. 1 In raro uso, Cruciverba ha il proprio snm nel glb ingl Puzzle, questo d’etimo ignoto, che sta più comunemente per “gioco di pazienza” nel ricostituire con vari pezzi 932 un’immagine scomposta, simile al mosaico con le sue tessere; data l’immagine pittorica del puzzle, ovvero posta su di un piano, si potrebbe pensare ad una connesione col termine d’origine slava PUSZTA pianura adottato dall’ungherese, cui l’mologoismo Pùsta.. QUADRO QUADERNO SOQQUADRO QUADRO Dal lat QUADRUS, alterato di QUATRO, con tematica KWETR KWETRO KWEYWOR, cui il cardinale Quàttro da QUATTOR. In percorso, termini derivati e composti quali Quàdra da QUADRA quarta parte, Quadragenàrio dal lat QUADRAGINTA svoltosi nel volg QUARRAGINTA cui Quarànta con Quarantàna, Quarantàno, Quarantèna che è la forma veneta di Quarantìna e sta per “quaranta giorni d’isolamento-d’attesa”, Quarantennòle, Quarantènne, Quarantènnio, Quarantìno, Quarantòre, Quarantottèsco. Eppoi Quadrìga (col lat IUGUM giogo dei cavalli), Quadrìglia transitato dallo sp CUADRILLA da CUADRO quadro con il prefissato militaresco Squadrìglia (S intensivo) – al sing Quadrìglio attraverso il franc QUADRILLE vale una sorta di gioco delle carte col snm Quadrigliàti - eppoi Quarèsima con Quaresimàle e Quaresimalìsta ellittico dal lat eccl QUADRAGESIMA da QUADRAGESIMUS quarantesimo giorno (prima di Pasqua), con Quadragesimàle e Quadragèsimo, Quadrantàle da Quadrànte, Quadrantectomìa (termine chirurgico). Infine, Quàdro con Quadràre e Quadràbile, Quadratùra, Quadràto, Quadràtico e Quadratòne, Quadratòre, il composto Quadraturìsmo con Quadraturìsta, il dim Quadrèllo con Quadrellàre e Quadrellatùra, Quadrerìa, Quadrètta attraverso il franc QUADRETTE con Quadrettàre, il dim Quadrètto con Quadrettàre e Quadrettatùra. I prefissati Inquadràre e Inquadràto, Riquadratùra e Riquàdro, Squàdra con Squadràre e Squadratùra (EX durativo). \ Il Quadrato quale figura geometrica è una sorta di Rettangolo, poiché ha i quattro angoili retti (90°). \ Quadro è anche il gruppo di un’azienda, al quale appartengono i dirigenti; per estensione, è un documento (legge, normativa...), che include le linee generali ed essenziali di un’azienda, dello stato... Per Quadro, che intenderebbe una tela (o altro) racchiusa da una cornice a quattro lati, la semant ha finito di indicare qualsiasi opera compresa da una cornice, non essenzialmente a quattro lati. Quadro è snm di Quattro, viene quindi posto, come primo membro (pref) QUADRI QUADRU addattato foneticamente, in parole composte quali Quadrifònico, Quadrifòrme, Quadrigètto, Quadrilàto, Quadrilèmma (quattro opzioni di assunti), Quadrilogìa oggi snm di Tetralogìa (nel classicismo, nella tetralogia la quarta opera è un dramma che segue tre tragedie) e snmn di Tètrade in medicina, Quadrimèstre (con il lat 933 MENSIS mese), Quadripartìto, Quadrisìllabo “termine poetico” snm di Quaternario, con Quadrisillàbico, ed ancora Quadrùmane, Quadrùmviro, Quadrùpede... Dal gr TETRAS TETRADOS quattro l’ital ha tratto il pref TETRA che vale appunto quattro-quadrangolàre, cui Tetràstico col gr STIKHOS riga, fig verso poetico cui Emistìchio che col pref EMI vale “metà verso”, Stìchico, Stìco “termine filologico” cui in suff (lemmi inseriti nelle terzine di competenza) e in pref STICO per composizioni quali Sticomanzìa, Sticometrìa con Sticòmetro e Sticomitìa questo col gr MYTHOS parola-leggenda e sta per “lettura alternata di versi” con due attori. In connessione indoeur il glb ingl Stick bastone svoltosi dal significato di riga. Un verso d’origine franc, composto di 2 emistichi, ognuno accentato sulla sesta casella sillabica, è detto Alessandrìno, ispirato al poema Roman d’Alexandre, corrispondente al doppio settenario ital altrimenti detto Martelliàno da P. I. Martello (1665/1727) che ne fece uso. Il percorso prefissato TETRA conta ancora Tetraàcido, il pref chimicocTETRAZO (quattro atomi di azoto), Tetrabàsico, Tetraboràto, Tetrabòrico, Tetrachènio (con Achenio), Tetracìclico, Tetraciclìna, Tetraclorùro, Tetracoràlli, Tretracòrdo quattro corde dal lat CHORDA (in origine musicale) già gr KHORDE corda cui Tetracordàle, Tètrade “gruppo di quattro elementi” (in correlazione con Triade “di tre elementi”), Tetradimensinàle, Tetradràmma o Tetradràmmo (col gr DRAKMHE dracma vale moneta che vale quattro dracme), Tetraèdro “quattro basi” col gr HEDRA base-sedia cui Tetraèdrico con Tetraedrìte (suff ITE per minerali), Tetraetìle (col chimico Etile), Tetrafàrmaco, Tetrafàse, Tetraginìa (botanica, col gr GYNE donna vale “quattro pistilli in un fiore ermafrodito”), Tetragràmma “rigo musicale a quattro linee” o “parola di quattro lettere”, Tetralìna (con Naftalina), Tetralogìa snm di Quadrilogia, Tetràmero “quattro parti”, Tetràmetro (poesia, verso di quattro “metri”), Tetramòrfo, Tetràndro (botanica, col gr ANDROS uomo vale “fiore con quattro stami”), Tetraodòntidi o Tetrodòntidi Famiglia di pesci col gr ODUS dente) con Tetraodontifòrmi o Tetrodontifòrmi (l’Ordine), Tetrapak (marchio registrato, vale recipiente a forma di tetraedro), Tetràpilo “quattro porte” col gr PYLE porta, Tetraplegìa con Tetraplègico, Tetraplòide con Tetraploidìa (biologia, col gr HAPLOOS semplice), Tetràpode con Tetrapodìa, Tetràpoli “quattro città” col gr POLIS, Tetrapròtico (con Protone), Tetrarchìa “governo a quattro” donde Tetràrca con Tetrarcàto e Tetràrchico, Tetràsse con Tetrassòne e Tetrassònidi (col 934 gr AKSON asse), Tetrastìlo dal gr STYLOS colonna, il termine pseudoscientifico Tetratricotomìa che vale “taglio di un pelo in quattro parti”, Tetratòmico, Tetravalènte con Tetravalènza, Tetrìte. Il pref appare adattato in Tètrodo (tubo elettronico a quattro elettrodi col gr HODOS via) questo in correlazione con Trìodo e Pentodo, ancora in Tetròsio (suff OSIO o OSO “carboidrato”) e infine in Tretròssido. L’invenzione del Triodo si deve a Lee De Forest, aizzato dagli esperimenti di Edison; il suo brevetto è datato 1907. Termine alieno Tetraòne cui Tetraònidi “uccelli galliformi” col gr TETRAON gallo di montagna. \ Corda Dal lat CHORDA già gr KHORDE minugia, l’ital ha ricalcato Còrda con la locuzione anatomica Corde vocali, quelle linguistiche nei luoghi comuni Essere giù di corda in riferimento fig alle vechie corde pendule per la ricaricadegli orologi, Tagliare la corda “evadere-fuggire” da una costrizione anche fig, eppoi Strumenti a corda in ambito musicale. Il percorso conta Cordàggio, Cordàio o Cordàro, Cordàme (suff AME per collettivi), Cordàta, Cordàti dal lat CHORDATA (Metazoi, nel senso di “forniti di corda dorsale”) cui Notocòrda (col gr NOTON dorso e KHORDE vale “corda dorsale”), Cordàto (omn Cordato da Cuore), Cordatrìce, Cordatùra, il dim Cordèlla cui Accordellàre e Accordellàto, con Cordellìna e Cordellìno, Cordellòne, Corderìa, Cordièra, Cordiglièra con Cordiglière e Cordiglièro, il dim Cordìglio, Cordìno, il fig Cordìte (esplosivo fabbricato in grossi fili, suff ITE per minerali) e Cordìte (infiammazione alle corde vocali, suff medico ITE), Cordòfono, il fig Còrdolo con Cordolatùra, Cordonàre con Cordonàta, Cordonàto, Cordonatrìce e Cordonatùra, il dim Cordonètto, l’accr Cordòne con, in locuzione, Cordone ombelicale, Cordone sanitario, Cordone morenico, l’esot locuzione franc Cordon bleu “cordone azzurro” dal cordone dei “Cavalieri dello Sprito Santo”, eppoi i prefissati e composti Cordòfono, il glb ingl Cordless (per accezione al telefono, “senza fili” con LESS meno-privo di) in concorrenza con Wireless, Cordonifòrme e Cordotomìa (chirurgia), i prefissati Accordàre (AD allativo, sovrapposto a Concordare) con Accòrdo e le locuzioni D’accordo e In accordo con..., Accordàbile, Accordellatùra, Accordàta, Accordàto, Accordatòre, Accordatùra, Accòrdio (accordatura prolungata), Scordàre (S sottrattivo, omn di Scordare “dimenticare”) con Scordàto e Scordatùra; in ingl si rintraccia la locuzione ACCORDING TO… ma con la sfumatura di valore snm delle locuzioni ital Secondo questa tesi, queste voci… Eppoi Raccordàre con Raccordatòre, Raccordatùra e il dvb Raccòrdo. Da rilevare che il verbo Raccordare era usato nel passato snm di Ricordare. Il Tetracòrdo è un ant strumento musicale gr (col pref TETRA quattro che vale “a quattro corde” e la tecnica di trasferimento del modo musicale dal superiore all’inferiore è detta Ipodòrico (pref IPO e il relativo al popoloo dei Dori). Il termine Accordio, ancora una coincidenza lemmatica, ha l’omn pseudoetim Accòrdio, o Accordèon, un ant organino, dal nome del suo 935 inventore Akkordion (1865). Pseudoetim, Cordèsco e Cordèsca, rispettivamente “agnello” o “vitello” giovani e “pelle d’agnello o capretto” dal lat volg CHORDISCUS da CHORDUS nato ieri; lo sono ancora Cordaitìne (Classe di piante) dal nome del botanico A. K. J. Corda (1809/1849), Cordierìte “minerale” dal nome del geologo L. Cordier (1777/1861) con suff scientifico ITE altrimenti detto Dicroite. Lo è infine Cordovàno questo relativo alla città andalusa di Cordoba. Scòrdio o Scordèo “sorta d’erba” è il termine alieno dal lat SCORDIUM già gr SKORDION. QUADERNO Quadèrno, con Quadernàle, cui l’ipocoristico Quarnàle, dal lat QUATERNI (plurale), significa a quattro a quattro e al lat sono rimasti fedeli i vari Quatèrna, Quaterniòne questo un numero ipercomplesso, Quaternàrio, in retorica snm di Quadrisillabo, indica in geologia Era quaternaria snm di Era Neozoica e, in chimica, gli atomi di carbonio o d’azoto uniti a quattro gruppi organici. Quàrto da QUARTUS 1 è l’ordinale di Quattro e da questo Quattordicènne, il sostantivo Quattordicèsima, Quattordicèsimo, Quatriduàno o Quattriduàno o ancora Quadriduàno che sta per “quattro giorni”, il percorso prefissato QUATTRO cui Quattròcchi o Quattr’occhi “sorta di uccello” ed anche in senso fig per “occhialuto”, la locuzione A quattr’occhi, l’araldico Quattrofòglie e il fig Quattrozàmpe “animale domestico quali cani e gatti”. Da includere Quattrocentìsta o Quattrocentometrìsta l’atleta che corre la specialità dei Cento metri. Quattrocchi è stato adottato nella lingua argentina con CUATROCHI, quindi un omologismo all’inverso. Nel percorso dell’ordinale Quarto, l’ital conta Quartìle, Quartìna (anche nella poesia e nella musica), Quartìno (anche snm di Carticino), l’agrario Quartiròlo, Quartùccio già “unità di misura”, il percorso composto Quartodècimo snm di Quattordicèsimo, Quartogènito (in sequenza con Primogenito, Secondogenito, Terzogenito), Quartotòndo “quarto di cerchio” dalla locuzione Quarto tondo, Quartùltimo (in sequenza con Penultimo e Terzultimo), la locuzione sportiva Quarto uomo, il famoso dipinto a olio “Il Quarto Stato” di G. Pellizza da Volpedo (1901) conservato a Milano nel Museo d’Arte Moderna. In percorso Quartière, con un desueto Quartièro (adottato dal XIII sec), uno dei quattro settori in cui erano suddivise le città medievali, alcune lo erano in Sestière (da Sesto, dal XIV sec)), come a Venezia e in Terzière (da Terzo, dal 1865). Oggi, anche se i settori sono ben superiori di numero a quattro, resta semant la denominazione di 936 Quartiere, cui la locuzione Poliziotto di quartiere. Un quartiere malsano è definito in ambito glb con l’ingl Slum in connessione con SLUMP caduta-rovina fig in campo economico dal verbo TO SLUM vivere in econimia. Quartiere s’è poi attestato fig in “abitazione” snm del mer Quartìno, in “complesso di alloggi militari” cui Quartiermàstro, il prefissato Acquartieràre (AD allativo) con Acquartieramènto e Acquartieràto, in “tregua-sosta” nel senso di “riposo in quartiere” cui la locuzione Lotta senza quartiere, eppoi in araldica quale “scudo”, in terminologia navale cui Quartiglière attraverso lo sp CUARTALERO da CUARTA stanza, nel gioco del biliardo quale “parte del tavolo”, parte della calzatura, della sella, nel gergo ciclistico quale “riposo”. Un ant termine diffuso nel Veneto è Quartèse, la quarta parte della Decima a favore della Parrocchia. Snm di Quartiere è Riòne cui Rionàle, l’ipocoristico del lat REGIONE. Quartiere malfamato è Subùrra, dal nome di un quartiere dell’antica Roma, SUBURRAM da identico tema med SUBURRA, che nulla ha però del lemma Subùrbio, questo dalla composizione lat SUB URBIUM sotto la città. Non è da escludere, tuttavia, che abbiano un’identica origine rad del valore di sotto-inferiore. L’antica cittadina pugliese di Grottaglie - i cui termini dialettali utilizziamo volentieri in questa ricerca, merito della presenza di variegati radicali - era suddivisa in Pittagi “rioni o parrocchie”; Pittàgio appare in snm con Parlagio. Pìtico, dal gr PYTHIKOS e dal lat PITICUM, era relativo a Delfi, dove sorgeva il santuario dedicato ad Apollo; Pìtia n’era infatti la sacerdotessa. La cristianizzazione avrebbe riversato il termine in comunità intorno ad una chiesa-parrocchia. Il suff AGIO di Pittagio dovrebbe essere una modifica dialettale di Aggio, dal suff sostantivante lat ATICUM, cui Abbordaggio, Spionaggio… poco credibile, invece, la trasformazione del pref AGIO dal gr HAGIOS santo in un suff AGIO per indicare luogo costruito intorno ad una chiesa cristiana. 1 Altri ordinali, non esaminati altrove nel testo, Quìnto da QUINTUS cui Quintìle il (quinto) mese romano corrispondente all’attuale Luglio, Quintàna, Quintaròlo, Quinterìa, Quintèrno, Quintessènza da Quinta essenza con Quintessenziàle, e Quintessenziàre, Quintètto, Quintigliàti, Quintìglio o Quintìlio questo omologismo dallo sp QUINTILLO, Quintìna e Quintìno eppoi i composti Quintodècimo, Quintogènito, Quintùltimo da Quint’ultimo. Al fem, Quìnta sta per il sostantivo che nella terminologia teatrale indica elemento di scena prospettica cui la locuzione Dietro le quinte “retroscena-non visibile sul palcoscenico”, che in dimensione glb ricorre con il termine composto ingl Backstage. Sèsto da SEXTUS cui Sestàrio, Sestèrno o Sesterniòne, Sestètto, Sestìga (sul modello di Quadriga), Sestìle il sesto mese romano oggi Agosto, Sestìna, i composti Sestodècimo, Sestogradìsta dalla locuzione alpinistica Sesto grado, Sestùltimo da Sest’ultimo con Sestùplice, Sestùplo e Sestuplicàre. Eppoi Dècimo da DECIMUS, Ventèsimo da VICESIMUS già VIGESIMUS, 937 Trentèsimo da TRICESIMUS già TRIGESIMUS, Quarantèsimo da QUADRAGESIMUS, Cinquantèsimo da QUINQUAGESIMUS, Sessantèsimo da SEXAGESIMUS, Ottantèsimo da OCTOGESIMUS, Novantèsimo da NONAGESIMUS. I cardinali dai quali derivano, sono adottati in ital tutti dal lat, quali, non esaminati altrove nel testo, Cìnque da QUINQUE cui Cinquedèa o Cinquadèa “sorta di daga rinascimentale”, Cinquefòglie o Cinquefòglia, Cinquerème, Cinquetèrre “qualità di vino” dal coronimo Cinque Terre, un prefissato ital Incinquàrsi (IN illativo) che vale “per cinque volte” e il sostantivo composto Quincòncie o Quincùnce in termini frazionari dal lat QUINQUE UNCIA cinque once cui ancora Quinconciàle o Quincunciàle, eppoi i sostantivi Quinàle e Quinàrio questo il termine metrico poetico, entrambi dal lat QUINI a cinque a cinque; l’ital conta un Chìna che sta per “doppio cinque” in un gioco delle carte, dal franc QUINE. Eppoi Sèi da SEX, Vènti (corretta accentazione vénti) da VIGINTI cui Ventènnio con Ventennàle o Vicènnio con Vicennàle da VICIES venti volte, Trènta da TRIGINTA con Trentennàle, Cinquànta da QUINQUAGINTA, Sessànta da SEXAGINTA, Novànta da NONAGINTA. SOQQUADRO È l’unico vocabolo della nostra lingua che contiene un errore incorreggibile, sconvolgendo la norma che impone il raddoppio della consonante Q esclusivamente in CQ: Acqua da tema AKWA per cui è un falso raddoppio per ricordare la pron forte di K, Acquartierare da Quartiere, Acquisre e Acquistare dal lat QUIRERE, Acquiescere e Acquietare dal lat QUIESCERE... Soqquàdro, cui il meno comune Soqquadràre, nasce dalla locuzione Sotto quadro specifico di un’impalcatura che va fuori posto, quindi in relazione allo scompiglio che provoca. Il termine Soqquadro deve essere usato in locuzione avverbiale con A, leggi A soqquadro. Per inciso, gli avverbi Carpone-Carponi, Boccone-Bocconi e Ginocchione-Ginocchioni (per l’etim Ved le apposite terzine) non sono correttamente scrivibili in locuzione con A che li precede “a bocconi, a ginocchioni…” solo per A carponi, lo Zingarelli traccia una vaga possibilità. Squadernàre, Squinternare, Dissestare, verbi che appaiono tutti ispirati dai numeri. Il primo, Squadernàre, da Quaderno a quattro a quattro, sta per un antiquato “sfogliare pagine per cercare” ma anche metaf “rendere palese”. Squinternàre, invece, da Quinterno, fascicolo di cinque fogli, vale “sfogliare in malo modo sino a slegarne le pagine” ed anche fig “confondere”. Dissestàre con Dissèsto, infine, deriva da Sèsto, non quale ordinale, ma quale Sèsta “compasso” cui Sestànte, la locuzione architettonica A tutto sesto e quella metaforica Rimettersi in sesto; lo strumento ha questo nome perché la sua apertura, che va a descrivere una circonferenza, corrisponde al lato dell’esagono in essa inscritto. Il prefissato Dissestàre (pref DIS), allora, sta per “fuori compasso” e fig “fuori equilibrio” ad esempio in campo economico e di bilancio. Il percorso prefissato prosegue con 938 Assèsto (pref AD allativo vale A sesta) cui Assestàre, Assestàta, Assestamènto, Assestatèzza, Assestàto. Il termine Sièsta è un esot dallo sp SIESTA sesta ora, già lat SEXTA. \ Prefissi *SUB *SOTTO SO SU *SOPRA SUPER SOVRA SOR SUR Il termine Soqquàdro è costituito in composizione con il pref lat SUB sotto foneticamente italianizzato SO o SU o ancora SOB e SO(S) dalla variante SUBS davanti alle consonanti sorde C T P Q, che continuano sotto, ma anche con valore attenuativo e d’onerosità, modale e spaziale, che vanno a raddoppiare la consonante alla quale sono legati, donde Sobbalzare, Sobbarcare, Sorrìdere, Supplènte con Supplire (dal lat PLERE riempire) e la variante Sopperìre prodotto a seguito del fenomeno dell’anaptissi, Surrogàre questo con ROGARE... Il prefisso SUB rimane invariato in ital per una ricca teoria lemmatica da Subaccòllo a Subvedènte, passando da un Subcomandànte e Subunità. Da SUB, il lat conta l’avverbio SUBTUS, rielaborato Sòtto in ital, che utilizzato quale primo membro SOTTO in composizione non raddoppia mai la consonante alla quale è saldato, quali Sottovèste snm di Sottabito e Sottofòndere; il percorso prefissato conta da Sottoalimentàre a Sottozèro, incluso Sottogòla snm di Soggolo, eppoi adattato in termini quali Sottàbito snm di Sottoveste, Sottacère con Sottaciùto (col verbo Tacere), Sottacèto, Sottàcqua con Sottàcqueo, Sottòrdine con un Sottordinàre cui Sottordinàto e la locuzione In sottordine, Sottufficiàle, eppoi la preposizione Sottèsso che sta per Sotto ma con valore rafforzativo, dalla locuzione Sotto esso. Sotterfùgio “di nascosto” è dal lat SUBTERFUGIUM da SUBTERFUGERE di FUGERE fuggire prefissato SUBTER questo SUB con suffisso comparativo TER. Sottofondere è con il lat FUNDERE da rad GHEU versare, cui Fòndere, Fondènte ritornatoci dal franc FONDANT col glb Fondant, Fonderìa, Fondìta, Fonditòre (omn di Fonditore da Fionda) snm di Fusore, Fonditrìce, Fonditùra, i glb franc Fondu e Fondue “fuso” (pron fond’y)e da questo il piemontese Fondùta, Fùsa per il richiamo sonoro del fondere, Fusìbile cui Fusibilità e la locuzione Fusibile elettrico questo inventato da J. Jaoule nel 1840, Fusiòne, il glb ingl Fusion, Fusionìsmo con Fusionìstico e Fusionìsta “sorta di ideologia”, Fusòre snm di Fonditore, Fusòrio, il Pp Fùso da FUSUS cui il fig Rinfùsa (doppio pref RIN da RI iterativo e IN illativo) per la locuzione Alla rinfusa, il composto Meteodisfusività da un prefissato Disfusìvo cui Disfusività, Fùtile “che lascia scorrere” con Futililità e, con i pref, Affusiòne, Ciconfòndere con Circonfùso, Confòndere da CONFDUNDERE, Confusiòne da CONFUSIO CONFUSIONIS e Confùso (CUM associativo) dal Pp CONFUSUS, Diffòndere con Diffùso (DIS dispersivo), Effòndere già Effùndere con Effusiòne, Effusìvo (suff IVO che insiste sul valore durativo del lemma), Effùso ed Effusòre (EX fuori), Infòndere con Infusiòne, Infùso, Infusòre e Infusòri questo “Classe di protozoi” (IN illativo), Profòndere (PRO avanti ) con Profonditòre, il Pp Profùso cui Profusiòne con la locuzione A profusione e Profusamènte, 939 Rifòndere o Rifùndere (RE movimento inverso) da REFUNDERE con Refùso dal Pp REFUSUM, Rifusìbile e Rifusiòne, Soffòndere o Suffòndere con Soffùso o Suffùso (SUB sotto), Trasfòndere già Transfòndere con Trasfusiòne e Trasfùso (TRANS oltre). eppoi i composti Effusiòmetro, Infundìbolo “vaso” dal lat INFUNDERE versare dentro col fig Infundibulifòrme (botanica). In percorso Fònte quale “serie di caratteri tipografici” (omn di Fonte “vena d’acqua”) attraverso il franc FONTE fusione da FONDRE fondere, cui il glb ingl Font. Alieno invece il termine Fontìna “sorta di formaggio valdostano” attraverso il piemontese Funtina d’etim non accertato. Il sostantivo Fùso, pseudoetim, è dal lat FUSUM senza connessioni, cui Fusàggine snm di Berretta da prete “arbusto”, Fusaiòla o Fusaròla o Fuseruòla “ornato architettonico e peso da ant telaio”, Fusaiòlo o Fusaròlo “ciambellina!”, Fusàta, Fusèlla, Fusellàto, Fusellatùra, Fusèllo, Fusièra, col fig Fusìlli “sorta di pasta alimentare”, Fusolièra questo dal veneziano Fisolera inc con Fuso, un attrezzo per la caccia del Fisolo, meglio Fìsoli, specie di palmipedi; eppoi i prefissati Affusàto, Affusolàre con Affusolàto. Attraverso il franc si conta il glb Fuseaux “pantaloni da donna fig a fusi”. Dal pref SOTTO si contano i termini sostantivati Sottàna “sottoveste” e Sottàno che sta “abitazione sotto il piano stradale”, in origine aggettivi relativi a Sotto, di genere diverso, come Soprano relativo a Sopra. Sottano è in complanare a Sotterràneo (SUB TERRANEUS) composto con il lat TERRA in percorso con Sottèrra, Sotterràre e Dissotterràre con Dissotterràmento (doppio pref DIS) snm di Disseppellimento, Esumazione. Col pref SOTTO, ancora composizioni come Sottobànco, Sottobòrdo, Sottostànte… Sottècchi o Sottècchie dal lat volg SUBTICULE (opposto a SUPERCULUM) da SUBTUS sotto. In opposizione, dal lat SUPRA di SUPER sopra già gr HUPER, cui Sòpra, questo con la variante SOVRA e un ant sostantivo Sopracciò (con Ciò) “funzionario di controllo”, l’ital conta il pref SOPRA per una nutrita serie di composizioni quali Sovraccopèrta o Sopraccopèrta (per un libro è un foglio protettivo che si richiama alla copertina), Sopràlzo, Sovrappòrre o Soprappòrre con Soprapposiziòne e Sovrapposiziòne, Sovraprèzzo o Sovrapprèzzo con Sopraprèzzo o Soprapprèzzo, Sovrastànte o Soprastànte, eppoi Soprappensièro. Sopràno è la forma sostantivata dell’aggettivo che sta sopra va ad indicare comunemente il registro più acuto tra i cantanti in concerto, pertanto è invariabile nel suo genere mas, pur esclusivo di voce femminile, il termine deriva dal lat volg SUP(E)RANUS, cui Superàbile, Superàre, Superàto, Sùpero, Superfìcie, con Superficiàle, questo composto con FACIES aspetto-forma con apofonia della a in i, l’omologismo Surfactànte dall’ingl SURFACTANT ellittico dalla locuzione SURFACE ACTIVE “superficialmente attivo”, i prefissati Insuperàbile con Insuperabilità e Insuperàto (IN negativo). Superiòre con Superiorità da SUPERIOR comparativo di SUPERUS, Supèrno (SUPERNUS) da SUPERUS come Inferno (INFERNUS) da INFERUS, Sùpero su calco di Infero-ìnfero. Dall’ingl SURFACE superficie 940 l’ital conta l’omologismo Surfattànte o Surfactànte, ellittico dalla locuzione SURFACE ACTIVE AGENT agente superficialmente attivo. Il pref SOPRA dal lat SUPRA AD per composizioni da Soprabbondànte a Sopravvìtto (con il lat VICTUS cibo), eppoi l’adattamento per composizioni da Sopreccedènza o Sovreccedènza a Sopreminènza o Sovreminènza, da Soprimbòtte di Sopraimbòtte a Soprintèndere di Sopraintèndere; ancora, Sopròsso di Sopraòsso, Soprumàno o Sovrumàno, Soprùso di Sopra uso. Dal lat SUPERCULUM (opposto a SUBTICULE) aggettivo di SUPER, l’ital conta Sopèrchio con Soperchiànte, Soperchiàre, Soperchierìa e Soperchièvole, questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, in complanare con i leniti e più ricorrenti Sovèrchio con Soverchiànte, Soverchiàre, Soverchiatòre, Soverchierìa, Soverchièvole e Soverchièzza. Suprèmo con Supremazìa, Suprematìsmo 1 e il culinario glb franc Suprême, dal lat SUPREMUS, superlativo di SUPERUS. Sovràno è letteralmente snm di Soprano, composto con la lenizione Sovra di Sopra, ma la semant lo ha scelto per indicare comunemente il Capo di uno Stato Monarchico; dal diradamento di quest’istituzione il termine sta riacquistando la corretta semantica etim di potere, dignità, diritto autonomi. \ Da una ricerca del 2008, tra i più ricchi al mondo, è elencato il sovrano della Thailandia, con un patrimonio ben superiore a 3miliardi d’euro. La Thailandia era stata indicata con Siam sino al 1939 e per un breve inciso dal 1945 al ’49; oggi si traduce in “Terra libera” con THAI libero \ I termini Superstiziòne e Supèrstite hanno il pref SUPER connesso a temi del verbo lat STARE, allora Superstizione vale soprastruttura ovvero sopra le regole che stanno e Superstite vale sopravvissuto ovvero sopra coloro che stanno. \ Gli individui che pongono in relazione malattia con colpa, sono i depositari di arcaiche superstizioni, ove le divinità puniscono i colpevoli scagliandogli un male; pertanto agiscono in maniera tale da nasconderla, considerandola un accadimento del tutto riservato, privato. In realtà, non s’accorgono che la patologia, di chiunque sia, compromette, oltre alla propria, la normale quotidianità dei famigliari e degli amici, altera l’organigramma sul lavoro e quindi condiziona i colleghi, sommuove i conoscenti, incuriosisce i co-assistiti negli ambulatori e gli sconosciuti pazienti con i loro famigliari e visitatori, involontari testimoni nelle cliniche, coinvolge gli operatori della sanità, dell’assistenza… insomma, è invece un avvenimento tra i più aperti al pubblico. \ SUPER, ancora, compone in qualità di pref innumerevoli termini, quali Superaffollamènto, Superallenamènto, Supermercàto cui l’omologismo Superètte dal glb ingl Supermarket con suff franc ETTE (adottato dal XX sec), Superumàno con Superumanìsmo o Superomìsmo con Superomistico da Superuòmo, Supervacàneo (da VACUUS), sino al glb termine ingl pugilistico Superwèlter. Una particolarità di equivoca composizione lemmatica è rintracciabile in lemmi quali Suppellìttile e Supplire, entrambi col pref ridotto SU, eppure il primo vale SUPER sopra e il secondo SUB sotto. Suppellèttile è dal lat SUPELLEX e vale (oggetto) sopra il letto, ma la semant lo ha esteso per oggetto d’arredo su qualsiasi mobile o archeologico o, in senso fig, per cognizioni che abbelliscono (arredano) la mente. Così anche per il pref SOR 941 identificabile quale SUPER o quale SUB, cui Sorgere vale da di sotto e Sormontare vale montare in alto; da non includere Soràbo questo relativo ai Sorabi. Super lo si ritrova infine quale pref SUR col valore di “sopra” ricalcando il franc SUR in termini quali Suralimentaziòne, Surclassare, Surcompressiòne con Surcomprèsso, l’omologismo Surcòntre con Surcontràre “termine del bridge” dal franc SURCONTRER con CONTRE contro. Un SUR preposizione, resiste ancora molto raramente in posizione proclitica col valore inc di “su” e “super” davanti a parole che inizino con u, quale il manzoniano “…sur una tempia…”. Suprematìsmo, cui Suprematìsta, è il movimento artistico sorto in Russia nel 1913 nell’intento di sbrigliare il figurativo dalle imposizioni estetiche, privilegiando la totale imitazione della natura. Una certa diversione politica deve pur essere avvenuta nel movimento internazionale, poiché alcuni suprematisti statunitensi, nell’agoso del 2008, tentano d’assassinare il candidato democratico alla presidenaa statunitense Barack Obama (n. 1961): il concetto si sarebbe svolto nel raggiungimento del bene supremo della nazione, del pianeta, a qualsiasi costo. 1 ZECCA ZECCHINO AZZECCARE ZECCA Zècca è l’acaro italianizzato dal long ZEKKA. Per assimilazione fig, sono nati i termini Zèccola spina che rimane impigliata nel pelo degli animali e Zèccolo grumo di lana. Il lat conta il proprio RICINUS per Zecca cui il fig Rìcino, la pianta i cui semi la ricordano; derivato l’aggettivo Ricinolèico composto con Oleico, l’acido contenuto nell’olio di ricino. \ Parassita Parassìta o Parassìto con la variante Parasìto più fedele all’origine, con Parassitàre, Parassitàrio, Parassicìda, Parassìtico, Parassitìsmo, Parassitòsi e il composto Parassitologìa, dal lat PARASITA, è la composizione gr con PARA presso e SITOS grano-cibo; il termine stava inizialmente per “addetto alla distribuzione del cibo”, poi passato a commensale e, fig, al significato corrente. Nel percorso gr di SITOS, l’ital conta il pref SITO, cui i composti Sitofobìa “avversione per il cibo” snm di Cibofobia e in concorrenza con Anoressia, Sitologìa con Sitòlogo, Sitomanìa o Sitiomanìa con Sitòmane in concorrenza con Bulimia, Sitosteròlo questo in estensione col valore di “grano” e il doppio suff STEREO ed OLO. Oltre all’omn Sito luogo dal lat SITUS, esiste un Sìto muffa, fetore, sempre dal lat SITUS che più ant stava per abbandono, vrs connesso a SITUS luogo; la mutazione semantica si sarebbe attestata associando la muffa ed il fetore all’abbandono del luogo. Mùffa nasce dalla serie onomatopeica M F che stava ad indicare esalazioni; fuori percorso Mùffola che è l’omlogismo dal franc MOUFLE guantomanicotto attestatosi in “manopola” o in “camera refrattaria” cui i fig Muffolètto “pagnotta spugnosa”, Mùffolo “muso”, Muffolìsta “operaio dei forni a muffola”. ZECCHINO Dall’ar (DAR-AS)SIKKA (Casa della) moneta, l’ital conta 942 l’omologiamo Zècca Casa del conio, cui Zeccàre e Zecchière. Un suo erede è Zècchino, il ducato d'oro veneto del XVI sec, il cui nome fu esteso per designare altre monete di pari valore aureo in stati diversi (Lucca, Toscana, Genova, Sardegna, Pontificio...). Che la Zecca-àcaro sia omofona ed omografa - insomma omonima di Zecca-conio conduce ad associare la presa del parassita sulla pelle a quella del marchingegno che preme la matrice sulla moneta o medaglia; nel volg, è d’uso l’espressione Azzeccarsi o Zeccarsi nel significato di “attaccarsi a (pressare, tormentare) qualcuno come una zecca”. Ancora in volg, il termine Zecca sta metaf per paura improvvisa, comunemente accompagnata da sussulto. Per assimilazione figurativa, Zècca-conio è utilizzato con riferimento luogo comune - ad un’idea o una notizia originale, un abito mai usato... nuovo di zecca. Zecchinèlla è un gioco d’azzardo con le carte. \ La Zecca italiana conia monete per lo Stato di San Marino e per la Città del Vaticano. Nell'Antica Roma, il conio ebbe inizio nel IV sec e la zecca fu istituita sul Campidoglio. A Pompei, nella casa dei Vetti, le pitture murali mostrano il lavoro che era svolto nelle zecche. La prima Zecca in Europa sorse a Lucca intorno al 650.\ AZZECCARE Azzeccàre, dal ted A(D)-ZECKEN colpire col pref A allativo; si ottiene così andare a colpire e semant nel segno (indovinare, centrare...). In percorso semantico, si ha Azzeccàto ed il manzoniano Azzeccagarbùgli, il leguleio plagiato dal potere. Il termine, che appariva allocato nel volg, è emerso onorevolmente nella lingua ufficiale, merito dell’espressionismo verbale del giudice Di Pietro. Azzeccare ha anche un suo risvolto volg in Azziccare. Esiste ancora Nazzicàre “muoversi lentamente” e, per estensione, “cullare”, voce di preminente adozione toscana la quale pare abbia la medesima rad di Azzeccare ma con la protesi della n giusto come Aspo e Naspo. CAMINO SCAMATO SGAMATO CAMINO Dal gr KAMINOS fornello latinizzato CAMINUS, cui Camìno, Caminètto, Caminièra con le varianti toscane da evitare Cammìno, Camminètto, Camminièra. Il termine Caminèse è il relativo della famiglia Da Camino, i Signori trevigiani del XII sec. I latini chiamavano CAMINATA la stanza col camino, cui il toscano Camminàta ancora da evitare; un termine che emigrato in Francia si è svolto in CHEMINEE, rimpatriato in Ciminièra o Ciminèa. Il lemma Cimièro, o anche Cimèro e Cimière, che pare dello stesso 943 percorso, è un derivato da Cima su ricalco franc CIMIER di CIME; il Cimiero, col pennacchio, ricorda in realtà la ciminiera col fumo. Cìma è fig dal lat CYMA germoglio già gr KIMA feto da KYO concepisco, cui Cimaiòlo o Cimaiuòlo e Cimaròlo, Cimàle, Cimalìno, Cimàre, Cimàta, Cimatòre, Cimatorìa, Cimatrìce, Cimatùra con Ricimatùra, Cimìno questo omn di Cimino variante di Cumino, Cìmolo e Cimòso. Il lemma Tracimàre con Tracimaziòne è la prefissazione di Tra con Cima. Cimòsa o Cimòssa è dal lat CIMUSSA che sta per orlo, d’etimo considerato sconosciuto, comunque è vrs una connessione fig con Cima. Anche i termini architettonici Cimàsa e Cimàzio dal lat CYMATIUM già gr KYMA onda e KYMATION piccola onda appaiono connessi con CYMA cima, accostando in associazione fig la cresta dell’onda. \ Figulo Mascara In Puglia, a Grottaglie, il quartiere delle ceramiche, d’eredità magnogreca, è volg identificato con Camenre, ricco appunto di camini delle fornaci per la terracotta, che fuoriescono dalle grotte. Non può essere allora un caso, ma una connessione rad, che l’antica ceramica dell’isola di Creta, plasmata nelle grotte sui pendii del monte Ida è definta “di KAMARES”. Il quartiere è identificato elegantemente con il letterario “dei Fìguli” dal lat FIGULUS da FINGERE foggiare, modellare, cui Fìgulo, Figulìna, Figulinàio e Figulìno, Fìngere col Pp moderno Fìnto, Fìttile da FICTILIS, Fittìvo tratti dal Pp lat FICTUS di FINGERE, Fittìzio da FICTICIUS e Finziòne da FICTIO FICTIONIS rappresentazione cui il glb ingl Fiction quale termine televisivo. Il percorso da FINGERE prosegue elencando Infìngere “immaginarsi” con Infingimènto, col pref IN intensivo, ed ancora Infigardàggine, Infigardìa, Infigardìre e Infigàrdo “pigro e simulatore” col suff ARDO spregiativo. La stessa rad ha dato Figùra inv da FIGURA con Figuràre, Figurànte questo un snm di Comparsa, Figurìsta, Figùro (brutto tipo), i prefissati Configuraziòne e Configuràto, Transfiguràre o Trasfiguràre e Trasfiguraziòne, Sfiguràre e Sfiguràto. Abbandonare del tutto il greco Camenre per il lat-ital Figuli significa indurre le nuove generazioni a dimenticare la storia linguistica e le origini. Dal gr SKHEMA configurazione, il lat ha tratto SCHEMA, inv nell’ital Schèma, cui Schemàtico, Schematìsmo… La rad è DHEIGH plasmare che avrebbe portato a DHEIGHOS, ovvero cosa plasmata con il fango, attestatasi in aree osca e gr (TEIKHOS) e nelle aree tocaria, ger (TEIG pasta). Restando in ambito delle simulazioni, il lat medv usava il termine MASCA, col valore di strega, questo fedele al tema med MASKA strega, cui l’inv ma disusato Màsca con Mascàgno divenuto semant “malizioso” ed ancora Mascàra, Mascòne (termine navale); il percorso continua con Màschera 1, Mascheràio, Mascheramènto, Mascheràta… che sono giusto delle “finzioni”; 944 ancora, Il tema med MASKA stava anche per guancia, quindi non è assurda la connessione con Maschera. Fuori percorso, Mascarpòne dal lombardo Mascherpa o Mascarpa una sorta di ricotta. Il prvz aveva MASCOTO sortilegio-oggetto scaramantico, cui il franc MASCOTTE, italianizzato Mascòtta. I termini volg Mascìa “affatturazione” e Masciaro sono vrs connessi (con pron della s quasi sorda). Il lat conta LARVA maschera svoltosi dal significato originale di spettro, cui Làrva, Larvàle, Larvàre, Larvàto, i composti Larvevòridi (Famiglia d’insetti) con Larvìvori (con il lat VORUS da VORARE divorare), Larvicìda (col lat CIDA che uccide da CADERE), Larvìcolo (con il lat COLO che abita) e Larvifòrme. Il lat conta lo specifico COSSUS larva, per accezione (tarlo) del legmo, cui Còsso e Còssidi, la Famiglia alla quale appartiene la Zeuzèra (etimo ignoto, vrs da un onomatopeico) e l’ordine dei Lepidotteri. La Maschera nasce in teatro per armonizzare nell’attore la voce (tonalità e ritmo), la gestualità, l’incedere, la postura. Maschera famosa il bergamasco Arlecchìno, attraverso il franc ARLEQUIN perché già noto in Francia, con Arlecchinàta, Arlecchinàto e Arlecchinèsco, eppoi il bolognese avvocato Balanzòne da Balanza “bilancia” simbolo della giustizia, Brighèlla della Commedia dell’Arte derivato da Briga cui Brigare, Colombìna quale dim di Colomba, il piemontese Giandùia quale composizione del nome Gianni e Duja “boccale” quindi “assiduo bevitore” cui Giandùia e Gianduiòtto “cioccolatini torinesi” questi alla nocciola, il milanese Meneghìno che il drammaturgo Maggi aveva tratto dal dim Domenichino nel 1630, il veneziano Pantalòn quale ellittico di Pianta Leone, questo funzionario incaricato di piantare il vessillo del Leone di S.Marco nelle terre acquisite dalla Serenissima cui il termine Pantalòne-Pantalòni attraverso il franc PANTALONS, con Pantalonàio e Pantaloncìni; curiosa la locuzione Avere l’acqua in casa per chi indossa pantaloni corti all’orlo. Sagging è il termine glb igl per indicare la moda giovanile di inizio millennio dei pantaloni calati da TO SAG tenere basso. Fuori percorso Pantaleòn o Pantalòn questo un salterio inventato dal ted Pantaleon Hebenstreit (1705). Infine, il napoletano Pulcinèlla di Acerra derivato dal dim di Polece “pulce” cui Pulcinellàta e Pulcinellèsco, il fiorentino Stenterèllo fig dalla sua eterna fame per una esistenza di stenti. L’Italia pullula di Maschere poco note, per esempio a Manfredonia il logo del Carnevale dauno è Ze’ Peppe (zio Giuseppe), il personaggio che di notte andava per le strade a svuotare nel suo carretto-bidone i contenitori delle urine e delle feci, richiamando la gente al suono della tromba. 1 \ PROSO Prosopopea Blindare Dal gr PROS accanto cui PROSO davanti, in connessione con PRO questo invariato nel lat-ital, l’ital conta Prosobrànchi (Sottoclasse di molluschi), Prosodìa dal gr PROSOIDIA composto con OIDO canto e che vale “accentazione-ritmo poetico”cui Prosodìaco o Prosòdico, Prosòdio e Prosodìsta, eppoi Prosopoagnosìa (con AGNOSIA ignoranza) che indica l’incapacità di riconoscere fisicamente una persona nota, Prospaltèlla (col tema gtr POLLOEIN lanciare) indica una sorta di8 piccolo insetto degli Imenotteri. Dal gr PROSOPON faccia, ma anche con valore di maschera, (PROS accanto e OPON dal tema di vedere), l’ital conta Prosopografìa “descrizione 945 del volto”, Prosopopèa o Prosopopèia cui Prosopopèico dal gr PROSOPOPOIEO personifico; termine connesso con l’etrusco PHERSU svoltosi via via da divinità malefica in maschera cui il lat PERSONA maschera, eppoi faccia, volto e infine persona nel significato corrente cui Persòna con Personàggio, Personàle, Personalìsmo, Personalìsta, Personalìstico, Personalità, Personalizzàre, Personalizzàto, Personalizzaziòne, Personalmènte, Personeggiàre, Personificàre con Personificàto e Personificaziòne, Personologìa con Personològico; il termine Personificazione adottato quale figura retorica indica la trattazione di un termine astratto, inanimato, o addirittura di un defunto, come se fosse reale, in vita. La lingua ital conta Verbi personali i cui modi indicano tempo e innanzitutto la persona, Verbi impersonali i cui modi non indicano alcuna persona quali l’Infinito, il Participio ed il Gerundio. In percorso, ancora, le locuzioni glb ingl Personal computer, Personal numbering (Numerazione personale), Personal organizer (Organizzatore personale), Personal trainer (Allenatore personale). PROSOPON è l’astratto di POIEO faccio-creo (l’etimo di Poesia), pertanto, vale volto fatto-creato per una rappresentazione, ovvero, una personificazione. Dal ted BLENDE mascheratura connesso a BLIND cieco, il franc ha coniato BLINDER cui il ricalco omologistico Blìnda con Blindàggio, Blindàre, Blindàto, Blindatùra i composti Autoblìndo, Blindosbàrra, Blindovètro dalla locuzione Vetro blindato, le locuzioni la militare Mezzo blindato e la domestica Porta blindata, il glb ingl Blind test “test alla cieca”, Blind trust “società fiduciaria cieca” (con TRUST fiducia) e vrs in connessione rad i termini Blimp che sta per “involucro-mascheratura (tecnologia )” e Blister “involucro per capsule o compresse”. SCAMATO Scamàto, dal lat volg CAMACTUS, dal gr KAMAKS-AKOS bacchetta, si era attestata nella forma sett CAMAITO. Scamatàre (Scamatòre), con pref S durativo, “batterela lana, i tessuti”, con lo Scamato, per ammorbidirli, ripulirli. Ricamàre, che sembrerebbe un termine in qualche maniera discendente da KAMAKS-CAMACTUS, in realtà è un riadattamento dall’ar RAQAMA, ma questo non toglie che abbiano una primordiale origine comune. Fuori percorso Camàglio “passamontagna” dal prvz CAPMALH “armatura per il capo”, con il quale è vrs connesso il lemma Camàuro “copricapo papale di velluto rosso”. Ancora fuori percorso Camàllo o Camàlo “scaricatore” dall’ar HAMMAL portatore e Camaleònte questo, composto col gr KHAMAI a terra sta per “leone strisciante”. Nel passato si credeva che il Camaleonte si nutrisse esclusivamente d’aria per la sua peculiarità di tirar fuori la lunga lingua e ritrarla rapidamente a mo’ di pompa da risucchio; da qui la locuzione fig Dieta del camaleonte. In realtà è la tecnica naturale di 946 catturare gli insetti per la nutrizione. SGAMATO Sgamato, in volg, sorge vrs da un una attestazione fig da Scamato, con lenizione della c, è vale “indovinato”. Rispetto ad “azzeccato”, possiede tuttavia una sfumatura divinatoria, d’intuizione, pertanto è più ricorrente la forma al passato “l’avevo sgamato”. Sgamato, quindi, metaf “ripulito”, “scoperto”. Chissà se l’uso improprio dello Scamàto non abbia provocato, dallo strofinio, una scintilla incendiaria; non sarebbe allora coincidentale la tematica KAM(AKS)-KAM(INOS). Sgamàre vale “scoprire il gioco” e il pref privativo S appare giusto appiccicato all’ingl GAME gioco, a provarne la comune discendenza indoeur, cui il glb ingl Videogame in ital Videogiòco con Videogiocatòre. Si potrebbe ancora insistere ripensando al Ricamàre, che starebbe per lenizione di Rigamàre iterativo metaf “giocare e rigiocare”. \ Suffissi AGLIA AGLIE AGLIO - ARDO AGGINE *ONE AGLIA AGLIE AGLIO Quale suff collettivo, dal lat (ALIA) ALIAE traducibile in diversi, tanti sono stati composti lemmi quali Frattàglie dal lat FRACTAE-ALIAE diverse interiora di FRACTUS rotto, il toponomastico Grottaglie (comune nel Tarentino) da CRIPTAE-ALIAE diverse grotte, Battàglia da BATTALIA diversi colpi, Boscaglia ed ancora Vettovàglia dal lat VICTU-ALIA diversi viveri (Vìveri da VICTUS modo di vivere da VIVERE), Anticàglia “tante cose vecchie”, Avvisàglia con un desueto Visàglia da Avvìso questo dal franc A VIS cui il denm Avvisàre, e Schermàglia da Scherma. Il suff può assumere un deciso senso dispregiativo come in Gentaglia, Marmàglia o Maramàglia ricalcando il franc MARMAILLE. Da non equivicare con termini quale Ritàgli, che non ha nulla del suff AGLIE ma deriva da Tagliare-Taglio con pref reiterativo RI; d’altro canto, Frattàglia meglio Frattàglie, è una curiosità etim poiché il termine può erroneamente far pensare a ciò che si recupera fra i tagli della carne macellata, ossia a un derivato di Taglio. In Psicologia, si ha il termine Abalietà dal lat AB ALIO-ALIETAS che definisce le caratteristiche di un individuo la cui esistenza dipende da altri (potrebbe essere il snm di Plagio); in opposizione si ha Aseità, lo stato in cui l’individuo ritrova in se stesso la ragione della propria esistenza. Il suff AGLIO, invece, dal lat ACULUM imprime al lemma l’indicazione oggettistica, strumentale e utensìle quali Scandaglio e Ventaglio. Faragliòne è da tema med FARA roccia con suff accr ONE, simile a Muràglia “intreccio di diversi sassi o mattoni” e Muragliòne, questi dal lat MURUS, ital Mùro con il dim Murètto cui la locuzione turistica Muretto di Alassio, dove la piastrella storica del 1951 porta la firma di E. Hemingway 1; eppoi Muraiòla “sorta d’erba” snm di Vetriola e omn di Muraiola “ant moneta”, Muraiòlo “pianta” , il fem Muraiòla “animaletto” col snm Parietaria, l’aggettivo Muràle con il sostantivo Muràle o Moràle, il glb 947 artistico sp Mural col plur Murales con Muralìsta, Muràre con Muramènto, Muràrio, Muràto con Muràta questo termine marinaresco (fianchi emersi della nave), Muratòre con Muratòrio, Muratùra, Muraziòne, il veneziano Muràzzi (a protezione del litorale), il composto Murìcolo “sorta di pianta” che vale Muraiola, il dim Murèlla, il vento Murer, e il fem Mùra con il suo Muràre, d’antica rad MOI-N MOI-R autorità, progressivamente semant in barriera, limite, eppoi Murìccia o Morìccia, Murìccio col dim Muricciòlo o Moricciòlo, ancora nil dim Murièlla o Morèlla. MURUS è connesso col tema med MUSAK, roccia puntata, donde Mùrgia roccia e l’oronimo Mùrge con Murgèse. Murgèse è anche la razza di cavalli pugliesi allevati nei pressi di Martina Franca, sulle Murge, località Galeone. Termine alieno Murazzàno “sorta di formaggio” relativo al toponimo Murazzano. \ Dopo la caduta del famigerato Muro di Berlino nel 1989, che divideva emblematicamente i due blocchi contrapposti dal 1971, sembrava che tale struttura sarebbe rimasta nei tristi ricordi storici del XX sec; nessuno s’aspettava invece che proprio gli USA, i più autorevoli a condannare quel muro, sia per la loro storia sia per il loro ruolo di potenza guida delle democrazie, ne avrebbero rialzato un secondo, lungo la frontiera con il Messico, all’alba del nuovo millennio, reiterando le miserie politiche del passato, inducendo a riflettere pessimisticamente che nulla potrà cambiare, ferma restando l’identica logica strategica e tattica che muove ogni Grande della terra. Nel passato c’erano già stati Il Limitone dei greci, la grande cinta innalzata dai Bizantini per isolare il Salento dal resto della penisola, dopo la caduta dell’impero romano, che aveva spalancato le strade alle invasioni barbariche, eppoi la nota Muraglia cinese o Grande muraglia. \ Dalla rad MOI-N-MOI-R autorità, cui un ant MUNERA 2, il lat conta MUNIA dovere con MUNUS carica-ufficio donde i vari Municìpio, Munificènza, Munìfico, Munìre, Muniziòne… e, coi pref, il sostantivo Comùne, con Comunàle, (snm di Municipio e Municipale) dal lat COMMUNIS (col pref COM) / In Italia se ne contano 8101 (aggiornamento 2008) / l’aggettivo Comùne nel senso fig di “ordinario”, Comunànza, Comunèlla, Comunicàre con Comunicaziòne, Comunitatìvo, talvolta in sovrapposizione con termini quali Comitato e Comizio questi composti da CUM ITUS andato insieme (Ved suff GIRE in Ambo…). Il Comunicàre (sacramento) è dalla loc lat eccl COMMUNICARE ALTARI partcipare all’Eucarestia, cui Comuniòne altrimenti detta Santa Cena e il prefissato Scomunicàre o Scommunicàre (S sottrattivo) con il sostantivo Scomùnica o Scommùnica, Scomuniàto o Scommunicàto, Scomunicatòre e Scomunicaziòne o Scommunicazione o Scomunicagiòne, eppoi in complanare Escomunicàre (pref EX sottrattivo che vale S), Escomùnica, Escomunicàto, Escomunicaziòne o Escomunicagiòne; il sodalizio d’impronta cattolica Comunione e Liberazione fu fondato negli anni Cinquanta da Don Luigi Giussani. \ La Scomunica inflitta a G. Galilei per le sue teorie filosofiche-astronomiche è stata cancellata nel 1992 per volontà di Papa Wojtyla. \ Premunìre (pref PRAE prima) con Premunìto e Premuniziòne (da non equivocare con Premonizione) questo anche figura retorica che indica la tecnica del controbattere prima che l’interlocutore possa obiettare; una strategia che mette in risalto il complesso d’inferiorità di chi la utilizza. 948 Remuneràre o Rimuneràre restituire il dono-dare per avere viene da MUNUS dono attestatosi fig da carica-ufficio, col pref restitutivo RE e suff verbale ARE. L’ingl conta COMMON comune cui la locuzione tecnologica Common rail “barra semplce (ordinaria)”. Il percorso prefissato conta Immùne dal lat IMMUNIS esente dal dovere cui, in senso semant o fig medico “refrattario”, Immunità, Immunitàrio, Immunizzàre con Immunizzànte e Immunizzaziòne, il pref IMMUNO nelle composizioni quali Immunochìmica, Immunocìto, Immunocompetènza, Immunodeficiènza, Immunodepressiòne, Immunodiffusiòne, Immunofarmacologìa, Immunofluorescènza, Immunògeno, Immunoglobulìna, Immunomodulatòre, Immunologìa, Immunopatologìa, Immunoprecipitaziòne, Immunoprofilàssi, Immunoreaziòne, Immunoregolatòre, Immunosièro o Immunsièro, Immunosoppressiòne, Immunostimolànte, Immunoterapìa, Immunotollerànza, Immunotossìna. \ Murgèse è anche una razza di cavalli già nota per la loro adozione nella cavalleria della Serenissima; oggi è protetta ed è impiegata nel Corpo Forestale locale.\ Da MURUS, l’ital conta i prefissati Estramuràle e Intramuràle che valgono in locuzione lat EXTRA MOENIA e INTRA MOENIA. Pomèrio dal lat POEMERIUM composto con POST e MOIROS (arcaico di MURUS muro), è lo spazio che corre lungo (dopo) le mura, esente da costruzioni, vincolato dalle leggi; il Pomerio tra confinanti è sovente seme di lungaggini giudiziarie. Nell’ant Roma ai tempi di Giulio Cesare era vietato ai militi di oltrepassarlo armati per entrare nin città. Nel Salento, il volg Popto sta per “abitante fiori le mura”, da Pomerio. Termini alieni Mùria “salamoia” dal termine lat MURIA acqua salsa, cui Muriàto attestatosi in cloruro con Muriàtico e la locuzione Acido muriatico (si potrebbe pensare ad una connessione fig con Muro dal quale fuoriesce acqua salsa in determinati ambienti); eppoi Murèna dal gr MYRAINA “sorta di pesce”cui Murènidi (la Famiglia), Mùrice, dal lat MUREX “mollusco” cui la Famiglia Murìcidi. Un muro può essere costruito di tufi; Tùfo, roccia derivante da sedimenti vulcanici, è dal lat class TOFUS d’origine etrusca, svoltosi nel tardo TUFUM, cui l’ital Tufàceo, il dim Tufèllo, Tufòso, il fig Tufàre “essere caldo e fumigante” con Tufàto. Roccia di natura tufacea, già utlizzata dagli Etruschi, è indicata con Nènfro d’etimo non conosciuto. Dal termine originale, l’ital conta fig un anatomico Tòfo “nodulo di acido urico”. 1 Forse pochi sanno che il più piccolo racconto nella storia della letteratura, almeno così è considerato, porta la firma di E. Hemimgway, scritto con sei parole per scommessa, eccolo: “Vendesi scarpe da bambino mai usate”. 2 Cerimonie funebri pubbliche, originarie della penisola, in cui in cui si svolgevano lotte e combattimenti propiziatori, anche cruenti, allo scopo di placare gli dei; il tetrmine MUNUS, infatti, si sarebbe attestato anche in offerta sacrificale. Dette cerimonie avrebbero ispirato i giochi dei gladiatori “offerti” al divino imperatore, importati a Roma già dal 264 aC dal mondo etrusco (Etruria), eppoi istituiti ufficialmente nel 105 aC e che prevedevano la presenza gratuita del popolo, mantenendo la peculiarità di manifestazione del tutto aperta. ARDO 949 Di origine ger, il suff ARDO, relativo ad una persona, ne amplifica la qualità positiva (aumentativo), come in Gagliardo, ma, transitato da una metaf, s’è attestato come suff spregiativo, cui Codàrdo questo un inc tra Coda e il franc COUARD nel senso di coda bassa, con Codardìa o Codardìgia; eppoi Complottàrdo, Dinamitàrdo… Lo si rintraccia esteso alle cose cui da Leccardo “ghiotto” a Leccarda “vaschetta da leccare”. AGGINE Altro suff indicante una qualità in senso negativo, AGGINE, relativo a termini astratti, quali Fanciullàggine, Stupidàggine, Testardàggine… ONE Dal lat ONEM, vale alterazione, caratterizzazione; ad esempio, accrescitivo, abitudine, eccesso o peggiorativo, come in Omòne, Pigròne questo dal lat PIGER d’incerta connessione con PIGET agire senza voglia, Brontolòne dal gr BRONTAO io tuono di vrs origine onomatopeica, Mangiòne… In Fisica, dalla desinenza gr ON, vale entità elementare, cui Elettrone e Fotone. In Chimica, adottato dal patronimico gr ONE, vale “chetone” e indica la presenza di una entità di primo elemento, quale Acetone. In Biologia indica infine unità funzionali o collettive, quali Neurone e Linneone. Il lemma Ambra-àmbra, con un onomastico femminile Ambra, è dal lat AMBAR attinto all’ar ANBAR, cui Ambràto, Ambrètta, questo snm di Abelmosco, il curioso lemma Liquidàmbar “ambra liquida” snm di Storace. Snm di Ambra è Succinìte o Sùccino dallo specifico lat SUCCINUM. Il Pomo d’ambra è un addobbo natalizio profumato, composto con una arancia in cui sono infilzati chiodi di garofano. \ Goffo Gobbo Goffrare Gagliòffo, cui Gaglioffàggine e Gagliofferìa, è l’inc tra Gagliardo e Gòffo, questo dal lat GUFFUM grossolano-sgraziato con Goffàggine, Gofferìa, il fig Goffètto o Gòffo “sorta di gioco a carte”, Goffèzza e i prefissati Ingoffàre e Ingoffìre; il lat conta ancora GURDUS goffo-balordo svoltosi fig nel prefissato Ingòrdo “bramoso-insaziabile” con IN illativo, cui Ingordìgia. Goffo s’è attestato nel significato corrente attraverso una variante di Gobbo, questo dal lat volg GOBBUS già class GIBBUS cui Gìbbo, Gibbosità, Gibbòso, Gibbùto, e Gibberellìna “fitormone” vrs in connessione, termini in complanare con Gòbba, Gobbètto, Gobbòne o Gobbòni (avverbio); i prefissati Ingobbatùra (pref IN illativo), Ingobbìre, il fig Sgobbòne (talmente chino sui libri da ingobbirsi) da Sgobbàre “faticare” con suff S intensivo; termine alieno Ingòbbio (utilizzati nella ceramica) con Ingobbiàre e Ingobbiàto, omologismo dal franc ENGOBER rivestire di terra. L’omn Gòbbo, questo termine cinematografico, è l’omologismo dall’americano GOBO, cui Gobbìsta. Sempre dal franc, l’ital conta l’omologismo Goffràre da GAUFRER da GAUFRE “dolce prodotto con una particolare preparazione”, già WAFEL “miele di favo”, cui Goffràggio o Goffratùra, Goffràto “fig sorta di tessuto” con il glb Gaufrè (gaufré) italianizzato Goffrè, Goffratòre, Goffratrìce e l’adattto Goffrè, che sta a indicare la tecnica di improntare un disegno a 950 rilievo tramite un’apposita calandra. \ Coda Còda è dal lat class CAUDA, vrs connesso col gr KERKOS appendice codale, cui gli espliciti Caudàle, il medv Caudatàrio, Caudàti (ordine di anfibi), Caudàto “con la coda”, il composto Caudotomìa,; pseudoetim l’esot sp Caudìllo “capo” con Caudillìsmo, Caudìno questo relativo al toponimo sannito Caudio di romana memoria con la locuzione Forche caudine. Il percorso italianizzato conta Codàle, Codàta e Codàto, Codàzzo, Codètta, Codiàre “pedinare”, Codicìllo con Codicillàre dal lat CODICILLUS tavoletta per scrivere (vrs in coda ad un testo precedente, un post scriptum), eppoi Codìno con il fig Codinìsmo, Codìnzolo cui il denm Scodinzolàre (pref EX intensivo svolto in S) con Scodinzolamènto e Scodinzolìo, Codiòne o Codriòne, Còdolo (dim), l’accr Codòne sia “sorta di ucceello degli Anatidi” sia “groppiera sottocoda equina”, il composto Cutrèttola dim di Cutrètta “sorta di uccello dei Motacìllidi” dalla locuzione lat CAUDA TREPIDA coda fremente cui il prefissato Scutrettolàre snm di Sculettare, ancora i prefissati Accodàre (AD allativo) con Accodamènto e Accodatùra, Scodàre (S sottrattivo) con Scodàto e un fig automobilistico Scodàre “lo sbandare”, Soccodàgnolo (peef SUB-SO sotto) che vale la cinghia che passando sotto la coda dell’animale, regge ben equilibrato il basto, snm di Imbraca. I composti Codibiànco o Culbiànco, Codibùgnolo composto con Bugnolo e vale “coda grande come un paniere”, Codimòzzo “coda mozza”, Codiròsso “sorta di uccello dei Turdidi”, Coditrèmola “sorta di uccello dei Motacìllidi” altrimenti detto Ballerina. Termini alieni Codeìna attraverso il franc CODEINE dal gr KODEIA testa del papavero dell’oppio, Codomìnio (composto con Con e Dominio, termine matematico). Incerta la connessione di CAUDA coda con CAUDEX-CODEX, cui Càudice, l’esot locuzione ingl Code sharing “compartecipazione” di nuova introduzione (anno 2000), Còdice, un Codicìstico, Codicologìa con Codicològico e Codicòlogo, Codìfica con Codificànte, Codificàre e Codificaziòne cui il prefissato Decodìfica con Decodificàre e Decodificaziòne (pref DE “distacco”) attraverso il franc CODIFIER; eppoi Codòne (omn di Codone accr di Coda) attraverso l’ingl CODON di CODE codice, forse nel senso fig di rispetto delle leggi sotto la minaccia dell scudiscio (coda), e, in locuzione, Codice di Avviamento Postale cui l’acronimo CAP, Codice civile, Codice penale... il glb ingl Barcode che vale la locuzione ital Codice a barre. Il gr, come suddetto, conta KERKOS coda quale appendice, prolungamento, cui Cèrco “appendice addominale” degli insetti, Cercùro o Cercùrio (ant nave), un pref CERCO in composizioni quali Cercocèbo (col gr KEBOS scimmia), Cercocìsti, Cercolètto (col suff tratto dal gr LAMBANO prendo), Cercòpidi, Cercopitècidi (col gr PITHEKOS primati ovvero scimmie principali) con Cercopitèco, Cercospòra; eppoi, in suff, Gefirocèrco con il gr GEPHYRA ponte fig “sorta di pesce dei Crossotterigi”. Dal gr GEPHYRA è stato coniato Gephyrofobìa che indica l’avversione ad attraversare i ponti. Il gr conta ancora lo specifico URA coda cui il pref ital URO per 951 composizioni quali Urobòro (fig “serpemte” o “coccodrillo”, col gr BOROS che divora la coda), Urociòne (col gr KYON cane “dalla coda slanciata”), Urocordàti (sottotipo di Tunicati, col gr KORDE corda vale “a forma di corda”), Urodèli (Ordine di anfibi, col gr DELOS visibile, dunque “dalla coda ben visibile, al quale appartiene il Protèo in riferimento alla divinità gr Proteus) snm di Caudati, Uromàstice (specie di rettile col gr MASTIKS frusta, quindi “dalla coda frustante”), Uropatàgio (con il lat PATAGIUM orlo, vale “coda a membrana” riferita ai pipistrelli), Uropìgio con Uropigèo (col gr PYGE natiche-deretano, vale “coda munita di ghiandola adiposa”), Uròstilo con il lat STILUS già gr STILOS stilo; eppoi, dove URA è in suffisso con URI URO, l’ital conta Anoplùri “Ordine d’insetti” (col gr ANAPLOS disarmato), Anùri “Ordine di Anfibi” (col pref gr AN privativo, vale “senza coda”), Brachiùri “Sottordine di crostacei” (col gr BRAKHYS breve, vale “coda corta”), Diplùro “Ordine d’insetti” (col gr DIPLO doppio), Macrùri “Raggruppamento di crostacei” (col gr MAKROS lungo), Protùri “Ordine d’insetti” (col pref PROTO), Xifosùri “Ordine di Artropodi” (col gr KSIPHOS spada), e infine Conùro “sorta di pappagallo” (col gr KONOS cono), Dasiùro “sorta di Marsupiale” (col gr DASYS peloso), Enicùro “sorta di uccello” (col gr ENIKOS singolare), Melanùro “sorta di pesce” snm di Occhiàta (col gr MELAS nero), Paradossùro “Genere di mammifero” (col gr PARADOKSOS strano). Lo sp conta RABO coda, cui l’omologismo Rabicàno (dalla) coda bianca composto con CANO bianca, cui Rabicanatùra \ Fotone Fotòne, la particella, su calco di Elettrone o viceversa, dal gr PHOS luce, cui i termini contestuali composti col pref FOTO, quali Fotocèllula, Fotogènesi, Fototipìa. Il percorso conta ancora Fòt (unità di illuminamento uguale a 104 Lux pari a 1 Lumen per cm2) e una numerosa sequenza composta da Fotoallergìa a Fotozincografrìa passando da Fotoconducibilità, Fotoconduttànza, Fotocòpia, Fotocromàtico, Fotocrònaca con Fotocronìsta, Fotodermatòsi, Fotofobìa “avversione e fastidio per la luce”, Fotogènesi, Fotografìa ed il suo ipocoristico Fòto cui Fotògrafo e Fotolitògrafo o Fotolìto, Fotogràmma, Fotometrìa con Fotomètrico e Fotòmetro, Fotoràma (1956) con uno straordinario suff RAMA estratto da Panoràma (1824) questo composto dal pref gr PAN tutto e HORAMA vista, ancora rintracciato in Cineràma (1952). In percorso la locuzione Macchina fotografica, questa nata dagli esperimenti di T. Wedgwood e di W. F. Talbot nel XIX sec, che si erano ispirato a quelli di J. H. Schulze effettuati nel 1727, a quelli di J. N. Niepce che nel 1826 aveva ottenuto un’immagine con un procedimento originale che chiamò Eliografìa e del suo amico L. J. M. Daguerre con un secondo procedimento che fu chiamato in suo onore Dagherrotipìa (1840) cui Dagherròtipo. Nel 1889, G. Eastman utilizzò storicamente la celluloide, così nacque la Pellicola fotografica. Attraverso l’ingl PHOTO, si contano i glb Photofit semi-italianizzato Fotofit con TO FIT preparare, la locuzione Photo finish dove FINISH sta per “finale”. \ La prima foto scattata nella storia ritrae un cortile con edifici e piante \ 952 Direttamente dal gr PHOSPHOROS portatore di luce col suff PHOROS io porto su calco di Tedoforo, l’ital conta Fosfène (col suff dal gr PHAINESTHAI apparire), lo sdrucciolo Fòsforo con i derivati e composti con il pref FOSFO cui Fosfàto con Fosfatàsi e Fosfataziòne, Fosfìna (suff chimico INA), Fosfìto attraverso il franc PHOSPHITE “sale o etere di acido fosforoso”), Fosfodièstere con Fosfodiestèrico, Fosfoglicèrico e Fosfoglicèride, Fosfolipìde, Fosfoprotìde Fosforàre con Fosforàto, Fosforeggiàre, Fosforemìa (col gr HAIMA sangue), Fosfòreo, Fosforescènte, Fosforescènza, Fosfòrico, Fosforilàre da Fosforìle (suff ILE) con Fosforilàsi (doppio suff ASI) e Fosforilaziòne, Fosforolìsi, Fosforìsmo, Fosforìte (suff chimico ITE), Fosforòso, Fosfùro attraverso il franc PHOSPHURE, Fosgène attraverso il franc PHOSGENE questo col suff GENE, in ital GENO, e vale generato dalla luce, le locuzioni Fosforo bianco, Fosforo rosso (questo per i fiammiferi). Il lemma accentato piano alla greca Fosfòro vale “sostanza luminiscente” per tubi catodici, un risvolto linguistico fig. Un minerale di fosfato idrico di ferro è indicato con Koninckite in onore dello studioso L. G. Koninck (1809/1887), con suff scientifico ITE. OSTIA OSPITE OSTAGGIO OSTIA Ostia-òstia, dal lat HOSTIA vittima, presumibilmente connesso a HOSTIRE compensare, a sua volta derivato da HOSTIS straniero, indoeur GHOST con accezione di fantasma-ospite alieno nelle tendenze esterofile d’oggi, in buona compagnia con Poltergeist e Gremlin. Nella sua accezione cristiana, Ostia è l’iconografia del sacrificio divino, anticamente la sfoglia sottile di pane àzzimo dell’Ultima Cena. Comunicarsi vale “ospitare devotamente nella propria persona la presenza divina, il suo sacrificio”. In percorso, Ostiaràto (ordine religioso) e Ostiàrio; fuori percorso Ostiàco questo relativo alll’etnia degli Ostiachi cui la locuzione Lingua ostiaca del gruppo Ugrofinnico. Il termine glb Ghostwriter (composto col l’ingl TO WRITE scrivere) è lo scrittore a pagamento, che scrive a nome d’altri; in Italia lo si identifica fig con il termine razzistico Negro, il quale sta anche per “correttore di bozze”, ma che praticamente riscrive i testi prodotti da una penna d’interesse ma linguisticamente incerta. Il glb ingl Ghostbuster è invece il cacciatore di fantasmi, con TO BUST rompere-rovinare. OSPITE Ospite-òspite dal lat ant HOSTIPOTIS, composto di HOSTIS straniero e POTIS padrone successivamente rielaborato in HOSPESPITIS colui che accoglie lo straniero. Ospite, è colui che viene 953 compensato con l’ospitalità, trattato “come se fose a casa sua”, “che può fare da padrone”, ma è anche contestualmente chi accoglie una persona, pertanto, Oste-òste e i derivati Osterìa (adottato dal 1363), questo snm di Bettola (da 1478) e Taverna (giànel 1294), cui Ostière e Ostèssa; dall’ingl . La derivazione è nutrita, diramatasi ancora secondo i percorsi Ospedàle o l’aferetico Spedàle o ancora Ospitàle da HOSPITALE da HOSPITALIS ospitale, Ospedalière o Ospedalièro con Spedàle e Spedalière (aferesi), i desueti Ospetalière e Ospitalièro, Ospedalìsmo, Ospedalità o Spedalità, Ospedalizzàre con Ospedalizzaziòne con gli aferetici Spedalizzàre e Spedalizzaziòne, Ospitàle da HOSPITALIS (snm-omn di Ospitale “ospedale”) relatvo a HOSPES ospite, con Ospitalità, Ospitànte, Ospitàre, Ospìzio da HOSPITIUM da HOSPES ospite. Nella Psichiatria Infantile, Ospitalìsmo è il fenomeno patologico descritto da René Spitz, causato da lunghi ricoveri in istituzioni, dove l' Io subisce uno sviluppo deficitario. Oggi si fa strada il neologismo televisivo Ospitàta. Termine alieno nel percorso l’omologismo Ospodàro “governatore” dallo slavo GOSPODAR padrone cui Ospodaràto “titolo”. La rielaborazione in ital dell'ingl glb Hostess avrebbe portato al discutibile Ostèssa, se non fosse che il termine è già contemplato quale fem di Oste e che, peraltro, non ha mai avuto una disinvoltura linguistica. In appaiamento a Hostess l’ital conta il glb Steward, questo una composizione dall’ingl ant STI casa e WEARD guardiano. In percorso, Stàlla e Stallàggio dal got STALLA dimora cui i vari Stallàggio o Stallàzzo, Stallàre “mettere in stalla” e Stallàre attraverso il franc ETALER fermarsi fig da STALL stalla (mettere in) con il termine aeronautico Stàllo omologismo dall’ingl STALL caduta di portanza con un ancora Stallàre e Stàllo attraverso il franc STALLUM che vale “seggiola-stanza-posizione-ristagno”; eppoi Stallàtico, Stallerèccio, Stallìa, Stallière, gli aggettivi Stallìno e Stallìo o Stallìvo (suff IVO che accentua il valore durativo del termine), Stallòne “cavallo da riproduzione”, il composto Conestàbile o Connestàbile con una variante Contestàbile (omn di Contestabile da Contestare) dalla locuzione lat COMES STABULI “soprintendente alle stalle imperiali. Il percorsi conta infine Ostellàggio Ostellière ed Ostèllo, eppoi l’ingl glb HOTEL dal franc ant OSTEL. Osterìggio, poi, è l’apertura sul ponte delle navi, per immettere aria e luce in sottocoperta; è un omologismo dall’ingl STEERAGE alloggio di poppa di terza classe. \ Podestà Possesso 954 Il lat POTIS padrone è la traslazione di un termine fondamentale nella tradizione indoeur, che risalirebbe ad una preesistente forma indoiran. Dall’ant percorso sarebbero discesi i vari Potestà o Potestàte o ancora Potestàde da POTESTAS il potere, Potestatìvo e Potesterìa, Potènza da POTENTIA con Potenziàle, Potenzialità, Potenziàre con Potenziamènto e il composto Potenziòmetro, Potènte con il politico Potentàto, Potère da POTERE (sia verbo che sostantivo), Potènte da POTENS POTENTIS, Potìssimo da POTISSIMUS quale superlativo di POTIS padrone, i prefissati Prepotènte e Prepotènza col pref PRAE che vale superlativo. La lenizione sett di t in d, consolidatasi durante l’occupazione dei Longobardi, avrebbe attestato i vari Podère, questo già verbo “essere padrone di terre”, con Poderàle e Poderòso, Podestà o Podestàte e da questo Podestariàto, Podestarìle, Podesterìa, Spodestàre cui Spodestamènto e Spodestàto col pref S sottrattivo. Un’ulteriore attestazione dopo il 1300, credibile derivazione dal congiuntivo “che possa”, avrebbe condotto al percorso di Impossessàre (pref IN illativo), Pòssa, Possànza, Possedère dal lat POSSIDERE già POSSIDEO, questo composto con POTIS che può e SEDERE stare già SEDEO, Possedimènto, Possedùto, Possènte questo Ppres di un Possère dal lat POSSE, Possessiòne, Possessìvo, Possèsso dal lat POSSESSUS astratto da POSSIDERE, Possessòre dal lat POSSESSOR nome d’azione di POSSIDERE, Possessòrio, Possidènte dal Ppres POSSIDENS cui Inpossidènte (IN negativo) e Possidènza, Possìbile questo aggettivo da POSSE cui Impossìbile con IN negativo, Possibilìsmo con Possibilìsta, Possibilità, Possibilìstico e Possibilmènte, eppoi col pref S sottrattivo, Spossàre, Spossatèzza, Spossessàre. In termine feudale, dal franc ALOD pieno possesso, il lat medv aveva ricavato l’omologismo ALLODIUM cui l’ital Allòdio con Allodiàre, dove ALL vale tutto, questo così ritrovabile nell’ingl, e OD bene-possesso, vrs connesso in ambito indoeur con l’ingl LOAD carico. \ *Aggettivi e pronomi possessivi Mìo, con un ant Mèo e con la forma tronca Mi’, dal lat MEUS d’origine indoeur MOS cui il gr EMOS, s’è svolto nella versione corrente come Dio da DEUS. La connessione è con i pronomi *Me e *Mi, questi dal lat MED risalente al sct MA, cui il gr EME. Tùo, con *Te, *Ti e *Tu, dal lat TUUS, questo dal possessivo indoeur TEWO cui il gr TEOS, anche in forma tronca Tu’. Sùo, dal lat SUUS da una rad SWO cui SEWO, anche in forma tronca Su’. Nòstro dal lat NOSTER derivato da NOS di Noi, cui Nostràle e Nostràno, col suff TERO che vale “opposizione” fra due entità, come in ALTER altro. In gr suona HEMETEROS. Vòstro dal lat ant VOSTER - class VESTER - derivato da VOS di Voi, con lo stesso suff TERO di Nostro. Tuo, Suo e Vostro sono pur sempre aggettivi anche quando funzionano da pronome. Lòro (usato anche come pronome personale) dal lat ILLORUM non è altro che il genitivo plurale di ILLE, cui l’articolo Il. 955 Nel volg, il possessivo è rintracciabile sovente quale parte integrante del nome. Si prenda ad esempio il veneto Mimorti con Tamorti e Samorti, ormai in desuetudine, che stanno per I miei morti, I tuoi morti, I suoi morti. Il pugliese peninsulare mantiene ancora alcune di queste voci famigliari in via d’estinzione, Sirma “mio padre” e Sirda (vrs lenito da un Sirta) “tuo padre” attraverso un medv Sire “padre”. Eppoi, tutte in accentazione sdrucciola, Nònnama “mia nonna” con Nònnata “tua nonna” e Nònnasa “sua nonna”, Nànnima “mio nonno”, Màmmama “mia madre” con Màmmata “tua madre” e Màmmasa “sua madre”, Pàtima “mio padre” con Pàtita “tuo padre” e L’Attàne questo utilizzato solo alla terza persona “suo padre” e sempre accompagnato dall’articolo. L’Attane, da un Atta, è vrs connesso con il mas Tàta “papà” o “fratello” o Tàto che avrebbe condotto al lat TATIUS anziano, svoltosi dall’originale fem Tàta “balia”, attraverso un onomatopeico infantile TA TA, cui un Tatòne (nonno) questo in eteronimia con Mammone (nonna, da Mamma); da TATIUS l’onomastica conta Tatiana che si traduce “figlia di padre anziano”. Dal lat TATIUS cui Atta sarebbe derivato Atavo-àtavo “papà avo (l’antenato)” cui Atàvico con Atavìsmo, Atavìsta e Atavìstico. Il processo che ha condotto a L’Attane da Atta dovrebbe essersi avviato da una variante accentata Attà successivamente suffissato NE. Il NE a mo’ di suffisso è ricorrente nel volg centromer giusto per ovviare alle parole tronche e per imprimere una maggiore cadenza, come l’affermativo Sine da Sì e il negativo None da No; in ital è il corrispondente DE o TE come in Bontade o Bontate da Bontà, Stremitate da (E)stremità. Il pugliese famigliare conta ancora Sorma (mia sorella), Sorda (tua sorella, vrs lenito da un Sorta) da Sore “sorella” attraverso il lat SOROR, Fratima (mio fratello), Fradda (tuo fratello, vrs lenito e ridotto da un Fratita) da Frate “fratello” attraverso il lat FRATER. Nel percorso di SOROR si ha Corsopino (Ved Gene…). Questo per dare un esempio al lettore di come possa essere analizzato un termine, specie volg, apparentemente d’etimo oscuro; sempre però, onestamente, con la riserva d’altre più convincenti interpretazioni. \ Nosocomio Dal gr NOSOS malattia e KOMEIN curare, fu coniato il termine NOSOKOMEION, cui il lat NOSOCOMIUM ed, infine, l’ital Nosocòmio “luogo di cura” con Nosocomiàle, snm di Ospedale; in percorso i composti Nosocomefobìa e Nosofobìa o Nosemafobìa “paura degli ospedali e di ammalarsi”, Nosogènesi, Nosografìa e Nosogràfico, Nosologìa e Nisològico, Nisomaìa, Nosoparassìta. Il suff gr KOMEO cura, lo si ritrova in termini composti quali Manicomio ed è verosibilmente connesso a KOMA sonno profondo, cui Còma, Comatòso, nell’antica e speranzosa pratica medico-popolare che recita “il sonno cura tutte le malattie”. Albèrgo è l’omologismo del termine got in composizione HARI BAIRG e vale semant riparo per i militari, dove HARI sta per esercito, svoltosi nel lat medv e BAIRG è connesso con l’indoeur BERG riparo, cui il ALBERGUM. 956 OSTAGGIO Ostàggio, cui l’aferetico Stàggio (omn di Staggio “pezzo di legno”) dal franc ant HOSTAGE, è l’inc del lat OBSES statico con HOSTIS straniero, cui il snm Ostàtico con una variante Stàtico (aferesi della O). Ostaggio era, dunque, chi tra i nemici non partecipava all’assedio. Il termine OBSES, poi, si sarebbe da solo semant in Ostaggio. HOSTIS sarebbe così passato da “straniero signore” (da trattare come il signore di casa) a “vittima ostaggio” quando ogni straniero era un barbaro da sacrificare alla patria. La vittima sacrificale per eccellenza è il Cristo metaforizzato dall’Ostia. AMBO CAMBIALE SCAMBIO AMBO Il sostantivo ed aggettivo Ambo-àmbo (di solito inv, ma al plur può essere usato al mas e fem in Ambi e Ambe) dal lat AMBO, già gr AMPHO, sta per il pronome Entràmbi (fem Entràmbe) questo da INTER AMBOS cui i desueti Entràmbo, Intràmbo e Tràmbi. Il lemma gr AMOIBE cambiamento pare connesso. I due elementi di AM-BO- il primo di forma celt-ger UM e il secondo bal-slava BHO suonano in le due parti-l’uno e l’altro. Ambo è peraltro usato al plur Ambi-àmbi (dal gr AMPHI), eppoi Ambàta, Ambiàre, Ambiatòre, Ambiatùra, Ambio-àmbio “andatura dei quadrupedi” col snm fig Ambiadùra o Ambiatùra, e, quale pref in composizione, Ambidèstro con Ambidestrìsmo, Ambigènere, Ambiguità, Ambisessualità con Ambisessuàle (snm di Bisessuàle con Bisessualità), Ambivalènza con Ambivalènte; infine Ambidùe, evolutosi nel corrente Ambedùe da AMBO DUO, con i desueti Ambedùl, Ambedùo, Ambidùl, Ambodùe e il brutto, equivocabile Amendùe attraverso il prvz AMDUI cui Tramendùe o Tramendùi (pref TRA). Il tardo lat conta AMBO AMBONIS podio-tribuna (con leggio), cui Ambòne di attestazione cristiana, e si potrebbe credere che il termine dia il senso ambivalente di una partecipazione al rito, ossia del lettore e del fedele uditore. Termine alieno il neologismo Ambaradàn “baraonda” (adottato nel XX sec), ispirato all’oronimo etiopico Amba Aradam, luogo nel 1936 di una vittoriosa ma sanguinosa battaglia colonialistica dell’esercito italiano. \ Ambiguità è nella letteratura il coesistere di due o più significati; lo studio delle ambiguità letterarie fu d’attualità soprattutto negli anni trenta, stimolato dalla poesia e dalla critica di T.S. Eliot. Ambivalènza, da un termine adottato nella psicologia dell’anormalità (psichiatria), è passato ad indicare, nella critica letteraria, la situazione in cui il soggetto rivela atteggiamenti, sentimenti, valori in contraddizione. \ 957 Il termine Ambiguo è associabile al termine Esiguo, entrambi composti dal secondo membro derivante da (A)GIRE. AMB-IGUO, cui Ambìguo “che agisce da due parti” con Ambiguità e Ambiguànte col suffissato Disambiguàre donde Disambiguànte. EX-IGUO, cui Esiguità, Esìguo “pesato con precisione” (troppa precisione, tale da agire fuori della norma di rispetto per un cliente abituale), con il correlativo Esàtto “perfetto” cui il prefissato in opposizione Inesàtto con Inesattèzza (omn di Esatto e Inesatto “riscosso “ e “non riscoso). Stràmbo, cui Stràmba e Stramberìa, ha una storia tutta sua: dal lat STRAMBUS è la variante di STRABUS, dal gr STRABOS, cui Stràbico con Strabìsmo fig “asimmetrico, anormale” insomma “chi vede sdoppiato” in percorso con Strabuzzàre dal gr STRABIZO guardo strabico, sovrapposto ad Aguzzare, pertanto estraneo al percorso di Buzzo. Il termine Strambòtto, col volg Strambòttolo, s’ispira al franc ESTRIBOT questo devb di ESTROBAR staffilare sovrapposto a Strambo. Eppoi si ha il termine Estribòte che indica una tecnica metrica adottata nella poesia spagnola. Il fem Stràmba vale “fune torta”. Lo Strambòtto “ottave rimate con diversi schemi” è snm di Rispètto. La forma durativa della rad EL essere in movimento associata in pref ad AMB attorno ha prodotto termini quali Ambulàre, Ambulànte, Ambulànza, questo dal franc AMBULANCE, Ambulatòrio, Ambulàcro, Ambiènte con Ambientalìsmo e la locuzione Lega Ambiente, l’acronimo ENEA da Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e Ambiente, eppoi Ambito-àmbito (che gira, si muove attorno). Col pref DE intensivo, si ha Deambulatòrio “corridoio che gira intorno all’abside” e Deambulàre “camminare”. Semant, Ambulàre e Deambulare risulterebbero snm, ma si vorrebbe far passare quest’ultimo come “essere fuori dell'ambulanza”. In connessione il termine Embatèrio dal gr “ant canto militare” dalla locuzione EMBATERION MELOS canto di marcia. Come secondo membro, dal lat AMBULUS in ital Ambulo “che passeggia”, compone alcuni termini quale Funàmbolo “che passeggia sulla fune”, termine Fùne dal lat FUNIS privo di connessioni, con Funàio o Funaiòlo o ancora Funàro, Funàme, Funàta, il dim Funicella, il botanico-anatomico Funìcolo cui Funicolìte (suff medico ITE) e il relativoFunicolàre, ancora l’aggettivo Funicolàre con il sostantivo Funicolàre relativi a Fune. Da non associare al termine Incunàbolo o Incunàbulo (snm di Quattrocentino), che è derivato dal lat CUNAE culla col suff BOLO e sta metaf per “primo prodotto tipografico”, per i quali esiste il catalogo INCUNABULA THYPOGRAPHIAE primo in assoluto di 958 C. van Beughemm, 1688; derivati, Incunabolìsta o Incunabulìsta. \ Ambiente è in Ecologia l’insieme dei fattori biologici, chimici, fisici, in un’area definita, culla d’organismi viventi, sovente definito Ecosistèma (sintesi di “sistema ecologico”) o Habitat, un latinismo questo più tecnico che letterario. Ambiente è anche il sito in cui l’artista crea una sorgente di percezioni e di sensazioni che colpiscono il visitatore (Empatia-Omologismo, Ved Suff PATIA in Logo… Dagli studi fatti da Legambiente e da Ambiente Italia, la classifica italiana per il migliore Ecosistema urbano vede in ordine decrescente Belluno, Verbana, Parma, Trento, Bolzano, Siena eppoi al 63° posto Milano, Roma al 75° e Napoli al 96°.) \ I termini con accentazione piana quali Ambìre, Ambìto, Ambiziòne e Ambiziòso (alieni nel percorso dello sdrucciolo Ambito) che ci sono giunti nel valore di “desiderare ardentemente”, derivano dal lat AMBIRE composto di AMB intorno e IRE andare, che intende in origine andare in giro a chiedere voti (per i candidati); anche Adìre “intraprendere” è composto dal pref AD con IRE con il suo Pp piano Adìto AD ITUS e sdrucciolo Adito-àdito questo svoltosi nel sostantivo “entrata-facoltà d’ingresso” e Adiziòne “accoglimentoaccettazione”. Esiste l’omn (omografo ed omofono) Adito-àdito direttamente dal gr ADYTON inaccessibile o ABATON, cui l’inv Abaton-àbaton, il quale era la parte recondita del tempio in cui i sacerdoti custodivano l’oggetto (meteorite) o un simulacro del dio; Dal lat AMBIRE è venuto il verbo intensivo AMBITARE, cui il già citato nome d’azione Ambizione ed il termine Andàzzo, da un volg AMBITATIO con suff AZZO, questo ricorrente in ital. Lo stesso verbo ital Andàre è l’ipocoristico del lat AM(BI)TARE – altra scuola lo vorrebbe derivato dal lat ANNARE nuotare verso… - con un devb Anda-ànda, Andamènto, Andàna “passaggio, marciapiede, corridoio”, Andànte con Andantemènte, il musicale Andantìno, il Pp aggettivato Andàto con il fem sostantivato Andàta, Andatòia, Andatùra, e Andàzzo (già dal 1400), Andito-àndito su modello di Adito “entrata” ed il composto Andirivièni; l’irregolare coniugazione “ Io vado, tu vai, egli va \...\ essi vanno – che io vada\...\che essi vadano – Va, va’o Vai” è l’erede del lat VADUM guado cui Vàdo, Vadòso, le locuzioni Acqua vadosa “acqua che penetra e scorre sottoterra” , Vade retro Satana invariato dal lat, Va e vieni o Va’ e vieni snm di Anririvieni. Termini alieni Andalusìte (suff ITE per minerali) dal coronimo sp Andalusia, Andecavènse o Andegavènse relativo al toponimo lat Andegavum poi Angers, capitale della regione Angiò, infine il minerale Andasìte e Andìno, il primo estratto dalle rocce delle Ande e il secondo relativo all’oronimo Ande cui Andinìsta gli omologhi americani di Alpino e Alpnista relativi alle Alpi. I termini Ambito e Ambiente appaiono snm, ma è preferibile assegnare al primo un valore astratto (in ambito filosofico, 959 grammaticale...), al secondo un senso di concretezza (ambiente riscaldato, ambiente malfamato...). Vedemècum, snm di “manualetto tascabile”, è inv dal lat VADE MECUM vieni con me. Il gr conta BASIS per andatura, cui l’ital Abasìa che sta per “difficoltà nel camminare” con Abàsico ed il composto Oribasìa “corsa in montagna”; il termine gr, inv in lat BASIS, si sarebbe svolto nel significato di piede ed infine di sostegno (anche fig “roccia”), cui il variegato percorso ital di Bàse con Basàle, Basàlto con Basòltico dal gr BASANITES roccia dura e nera scorrettamente tradotto nel lat BASALTES, Basamènto, Basàre, Basètta (omn di Basetta dei capelli), Bàsico con Basicità e il prefissato chimico Bibàsico o Dibàsico (dal lat BIS o gr DIS due), Basìdio dal lat BASIDIUM cui i composti Basidiolichèni (Classe di licheni), Basidiomicèti (Classe di funghi, col gr MYKES fungo) e Basidiospòra; eppoi Basilàre (modellato come Similare da Simile) con Basilarità, Basìsta, Bàsola o Bàsolo con Basolàto “massello di pietra eruttiva”, i composti quali Basamìna, Basificàre con Basificaziòne, Basidiospòra, Basìfilo (botanica, col gr PHILOS che ama (i terreni basici), Basofilìa con Basòfilo (che ama terreni calcarei, opposto a Ossifilo), Basofobìa (in psicologia, panico di perdere il sostegno delle gambe), dall’ingl il glb Baseball “sorta di sport” con BALL palla che si ritrova in Football “calcio” (con FOOT piede) e in locuzione quali Base line “linea di base”, Basis point “punto base” e Base rate “tasso base”. In ar, AL-QA’IDA vale “La base”, nome adottato da un gruppo terroristico, italianizzato Al Qaeda cui l’omologismo Qaedìsta. Il termine glb ingl Basic non è altro che l’acronimo della loquace locuzione BEGINNERS ALLPURPOSE SIMBOLIC INSTRUCTION CODE codice simbolico universale multiuso per principianti (coniato nel 1972), tuttavia il termine ital Basico quale aggettivo di Base racchiude l’identico significato poiché vale “elementare”. Pseudoetim Basedowiàno o Basedowìsmo, questo relativo al morbo descritto dal medico ted K. Von Basedow (1799 / 1894), Basiliàno relativo a S. Basilio; Basìre, con Basìto, inv dal lat volg BASIRE svenire di genesi celt di rad BA morire cui il fig Basìto “sbalordito”. \ Tornare Turismo Trono Associato ad Andare troviamo sovente il verbo Tornàre, questo inv dal lat TORNARE denm da TORNUS giro già gr TORNOS, cui il composto Tornacònto, Tornànte, Tornàta, Tornatùra, Tornèlla, Tornèllo, Tòrno “ambito circoscritto” cui Attòrno (A torno) con Attorniàre, Intòrno (In torno) con Intorniàre, Dintòrni e Dintòrno (Di in torno), i glb franc Entourage “cerchia di persone” da ENTOURAR circondare, Tourner girare con Tour 960 “giro” cui la locuzione Tour de France (giro ciclistico) che in Francia è omn-snm di TOUR torre (fig, che si gira verso l’alto). Eppoi Torneàre con Torneamènto o Torniamènto, Torneatòre e Tornèo questi rimpatriati dal prvz TORNEIAR; ancora, Tòrnio o Tòrno cui Torneggiàre, Tornèggio, Tornìre con Tornimènto, Tornìto, Tornitòre, Tornitùra; reperti attestanti l’uso del Tornio risalgono al 3500 aC, di logica legati all’invenzione della Ruota. Infine, Tùrno, questo dal franc ant TORN inc sempre col franc corrente TOUR da TOURNER girovagare-alternare giri giusto come Turìsta e Turìsmo, Tòro “modanatura” dal lat TORUS fune – cordone (che avvolge girando) cui Toròide e Toroidàle, vrs connesso fig con TORUS muscolo (rigonfiamento) cui Toròso; i prefissati Attortigliàre con Attortigliamènto, Contornàre, Contòrno, Frastornàre con Frastornamènto, Frastornàto, Frastornatòre e Frastòrno, Ritornàre con Ritòrno e Ritornèllo con il glb ingl Retour match “partita-incontro nel girone di ritorno”, Scontornàre (doppio prefisso S sottrattivo a Contornare), Stornàre (pref S sottrattivo), Stornèllo questo dim attraverso il prvz ESTORN “tenzone poetica” nel senso di giro di versi cui Stornellàre, Stornellàta e Stornellatòre, eppoi Stòrno questo devb da Stornare, con Ristornàre e Ristòrno, del tutto remoto dagli omonimi Stòrno “sorta d’uccello” dal lat STURNUM cui Stùrnidi (la Famiglia) e Stòrno “grigio” come l’uccello dal che la pascoliana Cavallina storna; sorta di storno originario dell’India è il Mainàte di voce malese attraverso il franc MAINATE. L’ital conta il lemma Distùrna “scambio polemico di scritti o orale” attestatosi nel toscano, di etim non accertata ma vrs connesso con TOURNER prefissato DIS male-cattivo nel senso di alternarsi (girare) nelle polemiche. Allitterato a Storno, quasi un parasnm, o un metaplasmo, l’ital conta ancora Stàrna, snm di Pernice grigia, da inv tema med STARNA uccello cui Starnàre, Starnazzàre, Starnazzìo. Il termine composto Tornasòle è coniato ricalcando il gr HELIOTROPION d’identico valore semantico che si volge verso il sole, cui Eliotròpio o Elitròpio che assume variegati indicazioni “sorta di pianta delle Borraginacee” cui Eliotropìsmo con Eliotròpico, “minerale di calcidonio” cui Elitropìa eppoi “gnomone di orologio solare.” Il glb Tornàdo è fuori percorso, paraomologismo dall’ingl TORNADO tempesta già sp TRONADA tuono ma connesso al lat TRONUS tuono. \ Ricorrente il termine composto Agriturìsmo che vale” vacanza presso un’azienda agricola”, magari collaborando nei lavori, cui Agriturìsta e Agriturìstico. Il termine ha acquisito una tale disinvoltura d’attestazione che ha già dimenticato la propria origine, adattandolo in diverse imprese; infatti, già qualcuno parla di “agritursmo di mare”, quando, invece la forma corretta dovrebbe essere Pesciturìsmo o Ittioturìsmo in riferimento alla Pescicoltura o Ittiocoltura rispetto all’Agricoltura. \ Frastòno o Frastuòno non è in connessione con Frastorno, poiché trattasi di composizione dei pref FRA intermittenza, S ripetizione con Tuono. Tuòno, o Tòno questo omn di Tono “tensione”, ma interconnessi, cui gli omn-snm Intonàre e Stonàre, è dal lat TONUM devb da TONARE (connesso rad col gr TONOS tensione da TEINEIN tendere cui Tuonàre, passato in TONITRUS con TONITRUARE cui Tonitruànte ed ancora, in metatesi, nel 961 volg TRONUS cui Tròno, Tronièra, Truòno, i prefissati Intronàre con Intronàto, Rintronàre con Rintronato e Rintrònico, questo solo nella locuzione Rispondere per rintronino snm di Rispondere per le rime; a ogni modo tutti da rad STENE, cui Attònito, dal prefissato ATTONITUS da AD TONARE, col suo ipocoristico Tònto e Attonimènto, Detonàre dal prefissato DE TONARE cui Detonànte, Detonatòre, Detonaziòne. Da non mettere in connessione col Tròno regale, questo dal lat THRONUS dal gr THRONOS, cui Detronizzàre, a meno che non si sia pensato al fatto che ogni Trono “fa rumore come un tuono”, giusto come Giove che scagliava tuoni e fulmini dal suo. Da Trono (regale) è stato coniato di recente il lemma fig Tronìsta, che identifica un personaggio per spettacoli televisivi di sottordine culturale. Il gr conta BRONTE tuono cui lo strumento musicale Brontèion inv da BRONTEION di fattura metallica, simile all’Echeo; eppoi l’ital Brontolàre cui Brontolamènto, Brontolìo, Bròntolo e Brontolòne, il pref BRONTO per composizioni quali Brontofobìa “paura dei tuoni, Brontoscopìa (il trarre presagi dai tuoni) e Brontotèrio col gr THERION belva. \ Embolo Simbolo I termini medici Embolo-èmbolo/émbolo ed Embolìa sembrerebbero della stessa discendenza di AMB intorno per la sua proprietà di girare, muoversi nella corrente sanguigna; in realtà è una composizione gr col pref EM dentro e il suff BOLO dal gr BOLOS del verbo BALLO getto, lancio, metto, quindi sta per corpo penetrato, cui Embolìsmo con Embolizzaziòne, eppoi adottato quale termine liturgico Embolìsmo (una forma che sviluppa la precedente) dal lat tardo EMBOLISMUS intercalazione con Embolismàle, i composti medici Embolectomìa (suff ECTOMIA dal gr EKTOME “resezione”). Similmente al termine Sìmbolo dal lat SUMBOLUM già gr SYMBOLON composto dal pref SYN con-insieme e il suff BOLO. Il Simbolo, infatti, era in origine una delle parti perfettamente combacianti di un oggetto; il possessore di questa, ovvero del simbolo, era così identificato insieme a chi aveva le altre parti, ovvero, gli altri simboli. Dal significato corrente di “elemento rappresentativo”, l’ital conta Simboleggiàre con Simboleggiamènto e Simboleggiatura, ed ancora Simbolicità, Simbòlico, Simbolìsmo con Simbolìsta e Simbolìstico, Simbolizzàre con Simbolizzaziòne; infine, Simbologìa con il snm Simbòlica “scienza che studia i simboli e la loro utlizzazione”, e Simbòlogo “lo studiosoricercatore”. Esiste l’omn gr BOLOS palla di terra svoltosi nel lat BOLUM grossa pillola cui l’ital Bòlo “cibo masticato e insalivato” pronto per essere deglutito; con valore anche di “ostruzione alla gola”, di “miscela argillosa” fedele al gr eppoi di “pillola” direttamente dal lat. Bòlo è ancora adottato in medicina cui la locuzione Bolo cortisonico “flebo terapeutica”. Nel significato di “miscela argillosa” si conta il composto Bolarmèno o Bolarmènico, riferito alla regione di provenienza, l’Armenia. \ Bis Prefisso intensivo Prefisso sottrattivo Esiste un aggettivo lat BINI a due a due, cui Bìno, ricavato dall’inc con BIS, 962 con il percorso Binàre cui Binàto, Binatòia, Binatòio, Binatrìce, Binatùra e Binaziòne, Binària (stella), Binàrio “due per volta”, Bìnodo (col gr HODOS strada); ne è derivata una congrua serie composta, cui Binauràle (con AURIS orecchio), sovente ridotto a Bi, cui i prefissati Abbinàre con Abbinamènto e Combinàre con Combinaziòne e un glb russo KOMBINAT “complesso industriale” (tanto per ricordare l’area comune indoeur); Combìno questo un termine gergale che sta per “ricevimento combinato”. L’ital conta ancora un Kombu adattato dal giapponese e che indica una nutriente alga ricca (combinata) di Sali minerali e vitamine; la connessione o una sovrapposizione appare esplicita. BIS è l’avverbio numerale lat, ricopiato nell’ital Bìs, identico nelle aree ind, gr, ger, arm, da una primitiva forma DWIS, cui Bissàre e il pref BIS BI per composizioni quali Bicameràle, Bidimensionàle con Bidimensionalità, Bidirezionàle, l’esot Bièlla, attraverso il franc BIELLE che vale “due cerniere” con Sbiellàre (pref S sottrattivo); il toponimo Biella, cui Biellèse, pare sia un corruzione dall’ant Bugella già citato questo nell’826. Il pref BIS è indicato con Prefisso intensivo poiché estende il termine a cui è saldato quali Biscotto, Bisnonno, Biscroma, Bisdrùcciolo, analogamente a EXTRA IPER, STRA… diversamente dal Prefisso sottrattivo come DE DIS ES IN (negativo) e S. Il percorso continua con Bièrgolo (col gr ERGON lavoro-forza), Bìfora “due finestre”, Biènnio e Biènne dal lat BIENNIUM (suff lat ENNIS anni) cui Biennàle (doppio suff ALE aggettivante), in correlazione con Triènnio, Quadriènnio, Quinquènnio italianizzato Cinquènnio cui Quinquènne o Cinquènne con Cinquennàle o Quinquennàle… Quindicènnio o Quindènnio da QUINQUENNIUM “il tempo di quindici anni” cui Quindicènne. \ La locuzione storica Biennio rosso riguarda le vicende rivoluzionarie contadine e operaie svoltesi dal 1919 al ’20.\ Di voce nordica FEMTEN quindici (norvegese e danese) e che indica 10-15, l’ital conta un smbolo f che rappresenta l’esot pref matematico FEMTO. Bifòrca con Biforcùto “due forche” che vale Bidènte con Bidentàle, Bieziòne o Biieziòne (con Ieziòne) cui Biettìvo o Biettìvo ancora Bigiettìvo, Bifacciàle, Bifamiliàre, Bifàse, Bifenìle o Difenìle (mantenendo la forma primitiva DWIS, con Fenile), Bìfero (con il lat FERRE portare, che fiorisce due volte all’anno), Bifilàre, Bifocàle, Biforcàre (dividersi in due come una forca) cui Biforcamènto, Biforcàto, Biforcatùra, Biforcaziòne e Biforcùto, Bifòrme, Bifosfonàto (con un derivato da Fosfonio questo da Fosforo), Bifrònte (dal lat FRONS fronte, faccia) il cui termine definisce anche una parola che abbia un diverso senso compiuto se letta alla rovescia, quale Acetone-Enoteca, da non equivocare con Palindromo (Ved Pref PALIN… in Cammeo…), Bifùne, Bifunzionàle, Bìgaro o Bìghero (guaina a doppia cucitura), Bigiornalièro o Biquotidiano, Bigonadìsmo (col derivato da Gonade), Bilabiàle con Bilabiàto, Bilàma, Bilàmina con Bilaminàto, Bilateràle con Bilateralìsmo, Bilateralità e Bilàtero, Bilineàre con Bilìneo, Bilobàto con Bilòbo, Bilocàle con Bilocaziòne, Biloculàre (due loculi), Bilùce, Bilùstre (due Lustri, dieci anni), Bìmane o Bìmani o Bìmano, Bimàrce, Bimàre (bagnato da due mari), Bimèmbre o Bimèmbro, Bimensìle, 963 Bimestràle da Bimèstre (con il lat MENSIS mese), Bimetàllico da Bimetàllo, Bimillenàrio, Bimolecolàre, Bimotòre, Binòmio “due nomi” con Binomiàle, Binucleàto, Bioccupàto, Bioculàre, forse Biòva (forma di pane, nel senso di due forme ovali), Biovulàre, Bipàla, Biparietàle, Bìparo (con il lat PARERE partorire come in Viviparo), Bipartìre, l’esot dall’ingl Bipartisan (approvare una legge parteggiando dagli schieramenti opposti alla maggioranza, da PARTISAN partigiano), Bipartìtico con Bipartitìsmo, Bipartìto, Bipartiziòne, Bipassàre e Bipàsso con un omn Bipàsso dall’ingl BYPASS, Bipennàto, Bipennatopartìto (cn il lat PARS parte), Bipennatosètto (con il lat SECTUM tagliato), Bipiàno (per accezione “autobus a due piani”, diverso dal Biplano “aereo a due piani d’ali”), Bipiràmide, Biplàcca, Bipolàre con Bipolarìsmo, Bipolarità e Bipolarizzaziòne, Bipòlide (col gr POLIS città, vale doppia cittadinanza), Bipòlo, Bipòsto, Bipropellènte, Biquadràtico, Biquotidiàno o Bigiornaliero, Bireattòre, Birettificàto, Birifrangènza, Birifraziòne, Birotòre, Bisaccàride, Bisàrca (col fig Arca “autocarro a due piani”), Bisarcàvolo (padre dell’arcavo) con Bisàvo e Bisàvolo, Biscànto (doppio cantone), Biscàrto, Biscròma (termine musicale che vale “due semicrome”), Biscugìno (di secondo grado), Bisdrùcciola (parola) e Bisdrùcciolo (accento), Bisecàre con Bisecànte questo snm di Bisettrice, Bisecolàre, Biseggiovìa, Bisègolo (col dim di Sega), l’esot Bisèllo con Bisellàre dal franc BISEAU doppio angolo, Bisèmico, Bisènso, Biservìzi, Bisessuàle con Bisessualità (snm di Ambisessuale con Ambisessualità) con Bisessuàto, Bisèsto o Bissèsto, Bisettimanàle, Bisètto con Bisettòre, Bisettrice e Biseziòne (col lat SECTUS tagliato), Bisèx, Bisfenòide, Bisfenòlo, Bisgènero (conige della nipote), Bisìllabo con Bisillàbico, Bislingua (botanica), Bisnipòte, Bisnònno, Bisolfàto con Bisolfìto e Bisolfùro, Bistàbile, Bisòlco meglio Bisùlco (con il lat SULCUS solco) e Bisulcàre, Bisuràto (con il lat URERE bruciare, lo si ritrova nella locuzione magnesia bisurata), Bitagliènte, Bitangènte, Bitartràto, Bitemàtico e Bitematìsmo, Bitemporàle, Biternàto, Bitonàle con Bitonalità, Bitòrso col dim Bitòrsolo e la variante Bitòrzolo con Bitorzolùto, Bitùrbo, Biunìvoco con Biunivocità (un elemento di un insieme corrisponde a un elemento di un secondo insieme), Biurèto (da Urea), Bivàlve (da Valva) con Bivàlvi (Classe di molluschi), Bivòmere. Bivalènte, con Bivalènza, questo dal lat inv VALERE star bene svoltosi da una rad WELE prendersi cura, cui il saluto romano VALE. Bisbètico è un termine che sorge dall’influenza di BIS nella composizione gr AMPHISBETIKOS cammina da due parti con BAINEIN andare; dove il pref AMPHI-S ambi viene addirittura sostituito da BIS, quindi BISBETIKOS svoltosi in due volte litigioso sino all’attestazione corrente. Il termine appare nella traduzione ital di un opera di Shakespeare “La bisbetica domata” i cui protagonisti sono Petruccio e Caterina. Bisbòccia, con Bisbocciàre e Bisbocciòne, è l’esot dal franc DEBAUCHE baldoria, anche questo, però, influenzato dal BIS che va a scalzare il DE con un passaggio da Disboccia. Bisàccia “doppio sacco”, questo omologismo dal semitico SAQ stoffa grezza, cui il lat SACCUS e l’ital Sàcco con il fem Sàcca “bisaccia” svoltosi 964 fig in “insenatura marina” o “rientranza del terreno” cui vrs il toponimo veneto Piove di Sacco ed anche “forma anatomica” cui Sàccolo o Sàcculo con Sacculàre, eppoi Saccàia, Saccàrdo, questo col suff ARDO vale in senso spregiativo portatore di sacchi (facchino), Saccheggiàre con Saccheggiamènto, Saccheggiatòre e Sacchèggio, Saccherìa, i dim Sacchètta e Sacchètto, Sacchettatrìce, Sacchettifìcio, Saccòccia, Saccocciàte, Saccàta e Saccàto, Saccatùra, Saccòccia con Saccocciàta, l’accr Saccòne, un Sàccu attraverso il sardo, e i prefissati Insaccamènto, Insaccàre, Insaccàta e Insaccàto, Insaccatòre, Insaccatùra, Insacchettàmento, Insacchettàre e Insacchettatrìce, i composti Saccifòrme, Saccofaringifòrmi (Ordine di pesci abissali), Saccapàne, Saccomànno (uomo col sacco, ovvero brigante) con Saccomannàre, Saccopelìsta o Saccapelìsta dalla locuzione Sacco a pelo. Dal lat SACCUS, lo sp ha tratto SACAR cavare (dal sacco) cui RESACAR tirare su e il devb RESACA svoltosi nell’esot Risàcca. Il lat conta il proprio ZABERNA per bisaccia che, transitando dal franc in GIBERNE, è rientrato quale esot Gibèrna. Dal franc FAQUIN sacco, già ol VAK, l’ital avrebbe ricalcato l’omologismo Facchìno con Facchinàggio e Facchinàta; da altre analisi, il termine deriverebbe dall’ar FAGIH portatore di colli ma pare che la semant originale lo indicasse quale “mediatore”. In percorso prefissato Affacchinàre (AD allativo) e Sfacchinàre con Sfacchinàta (S intensivo). Dal franc ant BOLGE valigia, d’origine celt, cui il lat BULGA, l’ital conta l’omologismo Bòlgia già “borsa, tasca” col dim Bolgètta e il glb ingl Budget “disponibilità finanziaria” cui Budgeteer “l’esperto” con l’omologismo Budgetàrio e la locuzione Low budget “a basso costo” con LOW basso; Bolgia s’è attestato fig nel significato corrente di “fossa” dalla locuzione Bolgia infernale, grazie a Dante. Dal termine ar WALI HA sacco di grano l’ital conta l’omologismo Valìgia (plur gie), cui Valigiàio, Valigerìa, il prefissato Svaligiàre con Svaligiamènto, Svaligiatòre (S sottrattivo). Termini alieni nel percorso BIS, Bismàlva questo ellittico del lat HIBISCUS MALVA ibisco malva, Bismùto dal lat BISEMUTUM dal ted WISSMUT cui Bismutìna, Bismutinìte, Bismutìte; eppoi Bisnàga attraverso lo sp BIZNAGA cui il lat PASTINACA inv nell’ital Pastinàca “erba delle ombrellifere” con radici simili alla carota ed anche “pesce dei Dasiatidi”. Pref intensivo di BIS è BAR rintracciabile in Bardosso (Ved Groppa in Gualchiera…) e Barùffa omologismo composto con Ruffa, Barullàre questo composto di BAR e Rullare, Bernòccolo questo composto col pref BAR adattato in BER e l’omologismo Nòcca o Nòccola attraverso il toscano, dal long KNOHHA giuntura con il dim Nocchìno cui Nocchiolàre, Nòccola cui Noccolùto, con ancora Gnòcco, meglio Gnòcchi, transitato dal veneto Gnoco, col volg fig Gnocca “vulva”, eppoi il composto Dinoccolàre “rompere le giunture” con il rassicurante fig Dinoccolàto “ agile-sciolto”. In connessione con il long KNOHHA, il ted conta KNODEL cui l’omologismo Canèderlo “sorta di grosso gnocco”. CAMBIALE Il termine Cambiàle adottato nel XVIII sec, snm di Pagherò (dal XVII sec) o Tratta, derivato di Cambio, questo devb di Cambiàre dal 965 tardo lat volg inv CAMBIARE d’origine celt, è la carta-documento di cambio dell’uno (oggetto) con l’altro (denaro), più semplicemente “carta da cambiare in denaro”, e Cambiàle è anche una banconota, un assegno, una Carta di credito; è solo questione di tempo, oltre all’adozione di Cambiàle in anatomia e botanica quale aggettivo relatico al cambio cellulare. In percorso, Cambiàbile, Cambiamènto, l’aggettivo Cambiàle e il sostantivo “bancario” Cambiàle cui Cambiàrio, i composti Cambiacasàcca, Cambiadìschi, Cambiamonète, Cambiatensiòne, Cambiavalùte cui Cambìsta. L’ital conta ancora i prefissati Concambiàre (Cum associativo) e Concàmbio, Contraccambiàre e Contraccàmbio, Intercambiàbile con Intercambiabilità e Inrtercàmbio, Ricambiàre (RI iterativo) con Ricambiàbile, Ricàmbio e Ricambìsta. Scambiàre (S sottrattivo) con Scambiàbile, il dim Scambiètto con Scambiettàre, Scambièvole con Scambievolèzza e Scambievolmènte. Attraverso il franc CHANGER dal lat CAMBIARE, l’ital conta Cangiàre con Cangèvole, Cangiàbile, Cangiamènto, Cangiànte e Càngio, sovente in relazione ai colori. Scambiare ha un ant progenitore in PRETERE dalla rad PRET scambiare, cui Interpretàre con Interpetràre in metatesi e Interpretàbile, Interpretànte, Interpretariàto, Interpretatìvo, Interpretatòre, Interpretaziòne, Intèrprete o Interpètre in metatesi; dal gr ant TARGIUMAN interprete, connesso all’ar TURGUMAN, il moderno ha tratto DRAGUMANOS, cui l’omologismo ital Dragomànno. I greci, superata la cultura dello scambio-baratto (PRET) avrebbero utilizzato PERNEMI vendere. Dalla rad PRET, il percorso conta ancora Prègio con Pregiàre e Pregèvole, questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, dal lat volg PRESGIO dal class PRETIUM cui anche il prefissato Sprèto “dispregio” e, in complanare, Prèzzo o Prèzio con Prezzàre o Preziàre ed ancora Prezzàrio o Preziàrio, Preziòso con Preziosìsmo e Preziosità, Prèzza che vale Apprezzamento, Prezzàbile, Prezzàto, Prezzatòre, Prezzatrìce e Prezzatùra; con i pref, Apprezzàre con Apprezzàbile, Apprezzamènto, Apprezzàto e Apprezzatòre, Dispregiàre con Dispregèvole, Dispregiatìvo, Dispregiatòre e Disprègio, Disprezzàre con Disprezzabile, Disprezzamènto, Disprezzatìvo, Disprezzàto, Disprezzatòre e Disprèzzo, Sprezzàre con Sprezzànte, Sprezzamènto, Sprezzatòre, Sprezzatùra e Sprèzzo, Spregiàre con Spregèvole, Spregevolèzza, Spregiatìvo, Spregiàto, Spregiatòre e Sprègio. Preziòso è dello stesso percorso di PRETIUM dall’aggettivo lat PRETIOSUS; il gr conta KEIMELION cosa preziosa, cui il lat CIMELIUM, l’ital Cimèlio. 966 Niente a che fare col percorso etim di Prète, questo dal lat PRE(S)BYTER, dal gr PRESBYS anziano, cui Prèsbito “anziano officiante” oggi "sacerdote” Presbiteràto, Presbiterianèsimo o Presbiterianìsmo, Presbiteriàno, Presbitèrio “consiglio degli anziani” e parte della chiesa ad esso riservata, sopraelevata e che circonda l’altare, Presbiacusìa o Presbiacùsi (col gr AKOUSIS udito) “sordità degli anziani”, Presbiofrenìa (col gr PHREN mente) “demenza senile”, Prèsbite e Presbiopìa “vista da vecchi” su calco di Miopìa, cui Mìope, questo una composizione gr di MYO chiudo da MYEIN chiudere e OPS sguardo cui il suff OPIA. Il termine corrente Prete è l’esito di una mutazione dal volg Prèvite che con la lenizione totale della v diventa Preite per attestarsi in Prete semplificando il dittongo. In percorso, Pretèsco e il prefissato Spretàre, meglio Spretàrsi, con Spretàto. SCAMBIO Il termine Scàmbio “le due parti, l’uno e l’altro” è il devb di Scambiare “l’uno (con) per l’altro”. Adottato scientificamente, esiste la locuzione Scambio ionico, questo tra atomi o molecole caricatisi negativamente (Anione) con quelli caricatisi positivamente (Catione). Lo Scambiatòre, poi, è un termine tecnico in uso dal 1949 cui la locuzione Scambiatore di calore utilizzato nelle centrali nucleari per produrre vapore atto ad alimentare le Turbine, e al fem quale Resine scambiatrici (di ioni); diventa un termine sociale nella locuzione Parcheggio scambiatore, che indica dove è previsto si cambi il mezzo di trasporto, per accezione l’auto con un mezzo pubblico, allo scopo di contenere il traffico. Altro risvolto sociale e Scàmbio con Scambìsmo “relativo alle coppie per fini sessuali” neologismo diffuso esplicitamente dal 2001, ma già in uso a seguito del Sessantotto, cui Scambìsta, questo però in origine “termine ferroviario, postale e borsistico” già dal 1837. Il gr conta HYPALLAGE scambio cui l’inv ital Ipàllage, quale figura retorica con scambio di elementi nell’eneunciato, sconvolgendo il rapporto logico /…/ a trionfare da morir palpiti / per la rabbia brutita dal ghetto /…/ da “Alla cornice” (SA) invece di /…/ palpiti da morire a trionfare per la rabbia brutita dal ghetto /…/ . Da non equivocare col Chiàsmo, o Chiàsma, cui Chiasmàtico, dal gr KHIASMOS a forma di croce riferito alla lettera X (KHI), figura retorica che vuole l’inversione “a croce” di due membri vicini /…/ odo greggi belar muggir armenti /…/ (G. Leopardi) invece di /…/ odo greggi belar armenti muggir /…/ o /../ odo belar greggi muggir armenti \\ Il termine Chiasmo è adottato in archeologia, anatomia ed in biologia 967 cui il composto Chiasmodòntidi “Famiglia di pesci” (con ODUS ODONTOS dente). L’ingl conta SWAP scambio cui la locuzione glb Swap party “ricevimento-incontro per scambiarsi capi d’abbigliamento” \ Variare Snm di Cambiare è Variàre da lat VARIARE, questo denm da VARIUS cui Vàrio e Vàio “ di colore tendente al nero” con afonia della r cui, da questo, il percorso Vaiòlo con Vaiolòso, Vaiolizzaziòne e un generico Vaiolàto con Vaiolatùra, il prefissato botanico Invaiàre con Invaiatùra. In vrs connessione, i termini Varìce e Varicòso, dal lat VARIX dilatazione di vena, forse sovrapposti al sct HIRA vena, ma è solo un’idea. Direttamente da Vario, inoltre, Vairòne “sorta di pesce” metatetico da Variòne dal lat VARIONEM, Variàbile con Variabilità, Variamènto, Variànte con Variantìstica, Variànza, Variàto, Variatòre, Variazionàle, Variaziòne, Varietà, con il prefissato al negativo IN Invariàbile con Invariabilità, Invariànte con Invariantìvo, Invariànza e Invariàto, col prefissato Disvàrio nel senso di “diversità” ; eppoi dall’ancora tardo lat VARIOLA da VARIUS variegato cui Variolàto. Varicèlla, invece, è l’esot franc VARICELLE falso dim di VARIOLE vaiolo. Infine, i prefissati Divariàre e Divàrio (pref DI intensivo), Svariamènto, Svariàre, Svariatèzza, Svàrio, Svariòne “errore grossolano” e le composizioni con VARIO quali Variòmetro, Variopìnto, Varistòre (ellittico da Variabile resistore). Ancora, Variegàre e Variegàto dal lat tardo VARIEGARE col suff durativo tratto da AGERE guidare-condurre. \ Culla Suffisso ACCHIO ACCHIARE Dal dim lat CUNULA di CUNA deriva il termine Cùna col snm Cùlla (già dal 1277); altro snm è Zàna o Zàina (dal 1500) fig attraverso il long ZAINA cesta e da questo Zanàio o Zanàro, Zanaiòlo e Zanàta “quantità compresa nella cesta”, il dim Zanèlla (metà del ‘600) questo con l’omn moderno Zanèlla (XX sec) “sorta di tessuto” d’etim non rintracciato. In connessione dovrebbe esserci Zànga (epentesi locale o dialettale della g) col dim Zàngola “catino di legno” (metà del ‘500) cui Zangolatòre e Zangolatùra e un accr veneziano in Zangòne col valore di “cosa storta”. In volg siciliano Nàcca indica la Culla, dal gr NACHE (nachè), con il risvolto religioso nella quale è deposto il Corpo del Cristo. La culla trasportata in equilibrio sul capo dalle donne è volg chiamata Drocchia, vrs da un’antica rad che avrebbe condotto al gr DROMOS, tema di DRAMEIN correre; pertanto, la locuzione volg Figlje’n’drocchia significherebbe “figlio dentro una piccola culla mobile”, speculare dell’incedere della madre, discriminata dal carrozzino che è invece trascinato, espressione metaf attestatasi in “figlio di donna abile”. Drocchia apparterrebbe ai lemmi con il suff del tema ACCHIO, dal lat ACULUM (lo stesso che ha dato il suff AGLIO), che vale dim-spregiativo, vrs connesso col suff ACCIO da ACEUS per “somiglianza” in senso peggiorativo cui l’albero del Pistàcchio (Pistaccio), questo con i frutti assomiglianti alle olive, dal lat PISTACIUS (PISTACEUS) già gr PISTAKION, con Pistacchiàta e 968 Pistacìte (suff ITE per minerali, vale fig “verde come il pistacchio”), la locuzione fig Non valere un pistacchio questa già in auge nel ‘200; ACCHIO è quasi sempre saldato al suff accr ONE o OTTO cui Furbacchiòne, Orsacchiòtto. Nei verbi è usato in ACCHIARE quale suff attenuativo, come in Sforacchiàre da Forare, Rubacchiàre da Rubare. Acchiare è il verbo volg (sud Puglia) che vale sia Cercare sia Trovare, a seconda del senso dato alla frase; Acchiatura, infatti, è una voce dialettale che si rifà alla desinenza del Pf lat e pertanto varrebbe “la cosa da trovare o da cercare”, ma s’è attestata nel mito popolare, riducendosi a sostantivo, come moltissimi altri derivati ital dal Pf lat, quale “cosa (la ricchezza) trovata”, per accezione mitica nelle grotte. Il lat conta AFFLARE-APPLARE nel senso di Toccare e quindi di “trovare” poiché “una cosa toccata è trovata”; vrs il volg Acchiare è una corruzione da APPLARE, tenendo conto che parole come Pianura diventano Chianura da un’alterazione mer del gruppo sillabico PLA/PLO in CHIA/CHIO. In percorso si avrebbe Scacchjare “scegliere” quale Acchiare con pref SCI. Il termine pugliese potrebbe essere vrs correlato con Acchìto (il “primo colpo” dalla terminologia del gioco del biliardo) cui Acchitàre, la locuzione Di primo acchito, attraverso il franc ACQUIT di ACQUITTER liberare, connesso con il lat ADQUIRERE, pertanto Acchiare varrebbe “liberare (acquisire con la ricerca)” con Acchiato “liberato-acquisito-trovato” ed Acchiatura “la ricchezza che è stata liberata (acquisita-trovata)”. \ “L’acchiatura” operaprima SA, Ed. P. L. Rebellato 1976 \ Esiste un Acchittàto nel senso di “abbigliato con ricercatezza” d’etim considerato dubbio, in uso dalla metà del XX sec, da un ipotetico AcchittàreAcchittàrsi; nulla toglie che sia in percorso con Acchiare “acquisire con la ricerca”. In complanare al lat Acchiatura “cosa trovata”, esiste l’omologismo Serendipità, dall’ingl SERENDIPITY relativo a Serendip ant nome dell’isola di Ceylon, termine coniato da H. Walpole (1717\1797) che sta, con una leggera sfumatura, “il trovare una cosa non cercata, ovvero imprevista, mentre si cerca altro”. \ Suffissi ACCIO AZZO ASSO GIRE ACCIO AZZO *ASSO Quale suff di valore accrescitivo e di somiglianza (assimilato) in senso peggiorativo, ACCIO è dal lat volg ACJUS già class ACEUS, cui Cipollàccio, Donnàccia, Figuràccia, Legàccio, Ragazzàccio. L’omologismo Strofinàccio è dal long STRAUFINON sfregare, un devb al quale è stato posto il suff ACCIO, in percorso con Strofinàre, Strofinamènto, Strofinàta, Strofinìo e l’avverbio Strofinòni, connesso col got STRAUPON e da questo Stropicciàre, Stropicciamènto, Stropicciàta, Stropicciatùra, Stropiccìo, Stropicciòne; il sett conta uno Sgurare col valore di “strofinare (per pulire)” vrs una estensione volg di Sturare (pulire da uno otturamento). ACCIO s’è attestato nel toscano AZZO preferendo un senso iterativopeggiorativo, cui Amoràzzo, Pupàzzo questo dal lat PUPA bambina- bambola, d’origine onomatopeica P P. Il suffisso ereditato nella cognomastica, pertanto, come in Antonazzo, può 969 intendersi relativo ad un ant soprannome “Antonaccio” di Antonio, in senso accrescitivo per la mole, o in senso peggiorativo, per l’indole e fama, come nello storico Lorenzaccio; invece, come in Cappellazzo e Guerrazzi, può intendersi “assimilato alla famiglia”, in questo caso dei Cappello e dei Guerra, nel senso di “adottato”. Il suff ha assunto ancora la forma di *ASSO, cui Smargiàsso (adottato da XVII sec) dal gr SMARAGEO faccio rumore (per nulla) cui Smargiassàta e Smargiasserìa, un snm di Gradasso (questo coniato in contemporanea). GIRE Il secondo membro (A)GIRE è dall’infinito lat IRE andare, già gr EIMI, di rad EI con la consonante analogica iniziale G, cui Agìre da AGERE spingere attraverso il franc AGIR, Agitàre inv dal lat AGITARE intensivo di AGERE cui Agitàbile, Agitamènto, il sostantivo Agitàta, il Pp aggettivato Agitàto, Agitatòre, Agitatòrio, Agitaziòne, Agitazionìsmo, la composizione Agitpròp “agitatore propagandistico” inv dal russo AGIT-PROP questo ellittico della locuzione OTDEL AGITACII I PROPAGANDY Sezione per l’agitazione e la propaganda (comunista); eppoi, Reagìre (pref RE d’inversione) cui Reagìbile con Reagibilità e Reagìna, Reagènte con Reagentàrio; Reaziòne con Reazionàre e Reazionàrio, è la composizione di Reagire con Azione, cui Reattivo con Reattività, Reattànza (sovrapposto a Induttanza) e Reattòre questi transitati dal franc REACTIF e REACTEUR. Termine alieno l’omologismo Reiziàno (pron raiziano) relativo al filologo ted F. W. Reiz (1733/1790); eppoi Transìgere da TRANS AGERE svoltosi in TRANSIGERE “spongere, cacciare attraverso” con Transigènza e gli opposti Intransigènte e Intransigènza Il percorso conta l’inv dal lat Ire-ìre con Istmo-ìstmo, cui un toscano Ismoìsmo, e il relativo Istmico-ìstmico, dal Pp ITUS di IRE già sct ITÀ, gr ITOS sovrapposto al gr EIMI, eppoi l’inv Iter dal lat ITER viaggio con ITINERARI viaggiare cui Itinerànte, Itineràbile, Itineràrio, e da ITERUM per la seconda volta il verbo ITERARE ripetere cui Iteràre, Iteràbile, Iteratìvo, Iteràto, Iteratòre e Iteraziòne; da non inserire nel percorso Item inv dall’ingl ITEM (pron aitem o item) che in linguistica vale “termine particolare” con l’omn Item dal lat ITEM da ITA con valore di ”parimenti – similmente”. Il percorso lat IRE prosegue con il prefissato Reiteràre cui Reiteraziòne che nelle figure retoriche indica la ripetizione di un concetto con parole diverse, Reiteràto e Reiteratamènte nel senso di “ripetere ancora-più volte”, ma il prefissato Reiterativo occorre usarlo correttamente per non trasformarsi in un pleonastico rispetto ad Iterativo; prosegue ancora con il prefissato Redìre, snm di Ritornare, o Reddìre (desueto) con la variante Rièdere, dal lat REDIRE (RED IRE). Eppoi, Ito-ìto dal Pp ITUS di IRE, cui il volg romano d’oggi Ito “andato” e, col pref associativo CUM IRE andare insieme, cui rielaborato in COIRE e il Pp COITUS cui COMITIUM adunanza e l’ital Comìzio 1 con Comiziàle e Comiziànte, Comitàto “giurisdizione” da COMITATUS entrambi dal lat COMES compagno cui il denm COMITARI che col pref COM diventa CONCOMITARI accompagnare cui Concomitàbile, Concomitànte e Concomitànza. 970 Il percorso continua con Cèto cui Cetuàle da COETUS Pp di COIRE ovvero CUM IRE andare insieme, cui Coìre e Còito con Coitàle dal Pp COITUS, la locuzione inv dal lat COITUS INTERRUPTUS coito interrotto, infine Còmito e Comitìva. L’omn Comitàto “ente collettivo” è dovuto al transito dall’ingl COMMITTEE e dal franc COMITE del lat COMMITTERE affidare Attraverso il franc RANG ceto-grado sociale, già gotico HRING anello-circolo, l’ital conta l’omologismo Ràngo con il prefissato Arrangiàre con Arrangiatòre attraverso S’ARRENGER adattarsi; fuori percorso Ràngola “respiro affannoso” d’etimo non trovato ma si può vrs supporre una sovrapposizione di GULA gola con Rantolo. In connessione con il significato di HRING anello l’ital conta Ranghinatòre “macchina agricola”. Rango, ancora, vale “schiera” cui la locuzione Uscire dai ranghi, vale “suddivisione in classe dei vascelli militari”, vale “posizione di un dato statistico” e infine “ordine matematico” Dal gr DRAO agisco è stato tratto DRASTIKOS efficace, cui è pervenuto in eredità il termine praticamente inv Dràstico. Tornando al lat IRE andare, con il pref IN è nato INIRE entrare-cominciare cui Inìre. Col pref EX il lat conta EXIRE cui Uscìre, un desueto aferetico Scìre e il toscano Escìre con Escìta, eppoi Uscìta, Uscitìccio, il desueto Uscitùra, Usciòlo o Usciuòlo; in ital ne utilizziamo i rarissimi Ppres per Ineùnte “che ha principio, entrante” e Exeùnte “che ha termine, uscente”. Termine alieno Uscio (Ved Ora…). Nella coniugazione, il verbo Uscire mantiene la forma del toscano Escire, così nel Pres indicativo esco-esci-esce-usciamo-uscite-escono, nel Pres Congiuntivo che io(tu-egli)esca…usciamo-usciate-escano e nell’Imperativo esci-uscite. Col pref TRANS TRANSIRE passare cui Transitàre (da TRANS ITUS), Transitìvo con l’opposto Intransitìvo, Trànsito, Transitòrio, Transiziòne. \ I verbi italiani si classificano in Verbi transitivi e Verbi Intransitivi, i primi richiedono il Complemento oggetto snm di Complemento diretto, il secondo un complemento adeguato. Il verbo transitivo è chiamato Transitivo assoluto se il complemento oggetto è sottinteso. Una confusione linguistica deve pur esserci se verbi transitivi quali Assolvere, Compatire, Agognare, Sposare, Vigilare e Interessare appaiono sovente riportati intransitivi, e verbi intransitivi quali Operare, Stupire, Inneggiare, Echeggiare, Accudire, Plaudire e Marcire appaiono riportati transitivi. \ Col pref SUB c’è venuto Subìre col Pp Subìto, transitato dal franc SUBIR, e Subitàneo o Subitàno da SUB ITUS Pp prefissato di IRE andare con Sùbito (da non equivocare col Pp Subìto di Subire) e Subitèzza. Termine alieno sia di CUM IRE andare insieme e di COMES compagno, erronemante considerato in derivazione, è il prefissato Compàgno, poiché, nella realtà etim, Compagno vale CUM PANI, ovvero “colui che ha il pane in comune”, diversificato da Companàtico che vale “ciò che va col pane”; in percorso, Compagnèvole, Compagnìa, Compagnòne, i doppi prefissati Accompagnàre (AD allativo) con Accompagnàbile, Accompagnamènto, Accompagnatòre, Accompagnatòria, Accompagnatòrio, Accompagnatùra, Accompàgno cui la locuzione Bolletta d’accompagno, termine peraltro 971 attestatosi in “funerale” e oggi “identità spettante a chi assiste una persona non autosufficiente” e pertanto snm di Accompagnamento con le locuzioini Identità d’accompagnamento o Identità d’accompagno, Discompagnàre (DIS separativo), Raccompagnàre o Riaccompagnàre (RI iterativo con AD allativo), Scompagnàre (S sottrattivo) con Scompagnàto, Scompagnatùra, Scompàgno,”estraneo”. Il Compagnuccio della parrocchietta è tra i personaggi creati e interpretati da Alberto Sordi. \ Nell’accettare il lemma Compagno-Compagna “il pane in comune”, ovvero “interessi famigliari”, quale snm di Coniuge, si dovrà allora adottare Scompagnàre in un snm di “separare-divorziare”. \ Snm di Compagno è Sòcio, da rad SEKH svoltosi nel sct SAKHA compagno, cui il lat volg SOCJETAS e SOCJUS questi dal class SOCIETAS e SOCIUS, l’ital Sòccida con Soccidàrio e Sòccio, Sociàbile con Sociabilità, Sociàle, il politico Socialìsmo con Socialìsta, Socialìstico, Socialistòide e i composti Socialcomunìsmo con Socialcomunìsta, Socialdemocrazìa con Socialdemocràtico, eppoi Socialità, Socializzàre con Socializzaziòne, Socialmènte, Società, Societàrio, Socièvole, questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, con Socievolèzza, Sòcio, Sociologìa e, con i pref, Assocciàre (AD SOCJUS), Associàre con Associatìvo cui Associativìsmo, Associaziòne e Associàto (AD SOCIUS), Consociàre, Consociatìvo cui Consociativìsmo, e Consociàto, Dissociàre e Dissociàto con Indissociàbile (doppio pref IN negativo). Il pref SOCIO per composizioni quali Socioanàlisi, Sociobiologìa con Sociobiològico e Sociobiòlogo, Sociocultutàle, Sociodràmma, Socioeconòmico, Sociogènesi con Sociogenètico, Sociogeografìa con Sociogeogràfico, Sociogràmma, Sociolètto (ellittico di Sociodialètto), Sociolinguìsta con Sociolinguìstica e Sociolinguìstico, Sociologìa con Sociològico, Sociòlogo e Sociologìsmo, Sociometrìa, Sociopatìa con Sociopàtico, Sociopolìtico, Sociosanitàrio, Socioterapìa. Altro snm di Compagno e Socio è Sodàle dalla rad SWED compagno cui Sodalìzio. Termini alieni Socianèsimo o Socianìsmo con Sociniàno relativi al sociologo L. Socini (XVIII sec). La rad SWED sodale ampliata in SWEDH abituato avrebbe condotto al lat SUETUS essere solito cui Assuèto e Assuetùdine (pref AD), ai correnti Consuèto, Consuetudinàrio, Consuetùdine da CONSUETUDO e Consuetidinàrio dal suo genitivo CONSUETUDINIS (pref CUM e suff aggettivante IO), Desuèto (pref DE) con Desuetùdine, Inconsuèto (doppio pref IN CUM) discendono dal lat SUESCERE abituarsi, eppoi Costùme, questo ellittico del lat CONS(UE)TU(DI)MEN abitudine cui Costumànza, Costumàre, Costumàto, Costumatèzza e con il prefissato in opposizione Scostumatèzza o Scastumatàggine o ancora Scostùme, con Scostumàto; Costùme nel senso di “foggia del vestire” vale anche “capo tipico di vestiario”, compreso quello da mare, cui Costumìsta. Nel percorso s’inserisce il composto Assuefacènte con Assuefàre, Assuefàtto, Assuefaziòne, dal lat AD SUETUS FACERE. 1 Comizio vale “adunanza pubblica” erroneamente attestatosi in “discorso”; pertanto 972 “indire-presiedere un comizio” è etim corretto rispetto a “fare-tenere un comizio” nel senso di “parlare-esprimersi”. \ Bambola Rispetto al snm onomatopeico Pupa, Bàmbola, invece, è il dim fem dal lat BAMBO sciocco, cui Bàmbo o Bìmbo, Bàmbolo con l’accr Bambolòne e Bambolòtto, il dim Bambolìna, l’accr Bambolòna, Bamboleggiàre con Bamboleggiamènto, il dim Bambìno con l’accr Bambinòne, i prefissati fig Abbambinàre e Imbambinìre, Abbambolàto con Imbambolàre e Imbambolàto, Rimbambìre con Rimbambinìre, Rimbamimènto e Rimbambìto, il composto Bambolifìcio. L’omologismo Bebè è tratto dall’ingl BABY. Dall’ingl KID bambino (fig dal significato di capretto, un po’ come l’ital cucciolo), l’ital adotta il glb Kidult “bambinone-comportamento da adolescente” quale composizione con ADULT adulto; ancora, conta il glb Kidnapping “rapimento di bambini” e Kidnapper “rapitore di bambini” con TO NAP rapire volg di TO NAB cacciare. \ In Italia, nel 2010, ogni ora nascono 64 bambini. \ Dalla serie onomatopeica PP derivano ancora Pòppa o Pùppa “mammella” dal lat volg PUPPA, con il fig Pòppa della nave cui Poppière e Poppièro, il dim Poppètta e il composto Poppavìa, eppoi, nel senso semant di “mammella, Poppaiòla o Poppatòio, Poppànte, Poppàre o Puppàre, Poppùto, ancora Pùpa “bambola” dal lat class PUPA cui Pupàttola, il mas Pùpo con Pupàzzo, Pupazzètto e il prefissato Spupazzàre, fig Pùpa vale “larva” cui Pupàrio, eppoi Pùpo quale “burattino” cui Pupàro e il patologico Pupaphobìa (il panico per burattini e marionette), un fig Pùppola “ovolo dell’olivo”. Infine, Pupìlla 1 (fig per l’immagine ridotta che qui si specchia) con Pupillàre, Pupìllo (dim). La Pupilla è detta fig Bambolina poiché fissando la persona che abbiamo di fronte ci rispecchiamo rimpiccioliti nella sua pupilla. 1 Il gr conta lo specifico GLENE pupilla, svoltosi nel significato generico di “incavo osseo, cavità ovoidale” cui Glèna o Glène, Glenoidàle, Glenòide, Glenoidèo. CAMMEO CAMMELLO DROMEDARIO CAMMEO Cammèo o Camèo, dal franc ant CAMAHEU d’etimo incerto, forse legato ad un’espressione locale, indica una figura (capo) scolpita in rilievo su pietre o su conchiglie, evidenziata dal diverso cromatismo. Cammeìsta n’è l'intagliatore. Niente di fantastico, però, se si pensi a far risalire il lemma Cammeo alla stessa rad del termine gr KAMARES ceramiche, nel valore di plasmare. \ Un’arte questa dei cammei assai diffusa fin dall’antichità: ricordiamo quelli egizi, cretesi, micenei e greci. In epoca alessandrina, l’artista gr Pirgotele ne ideò una collezione splendida; in epoca augustea si distinsero i cammei di Dioscuride. Dopo il crollo dell’occidente romano, l’arte dei cammei si trasferì in oriente, per rientrare in epoca carolingia a raffigurare il sacro. Nel Rinascimento ci fu un trionfale rifiorire del cammeo grazie ad artisti quali Giovanni delle Opere (Firenze), Domenico Compagni (Milano), Giovanni Bernardi (Bologna), Matteo del Nassari (Verona). Nel XVIII sec s’irradiò la moda dei cammei a soggetto erotico; il XVIX, infine, vede il ritorno del 973 classicismo con Giovanni Santarelli, Benedetto Pistrucci, Giovanni Pichler, Johann Natter ed altri. Famosa la “Gemma Augustea” nella collezione viennese di 20x22 cm.\ CAMMELLO Una volta conosciuto, ispirandosi alla rad indoeur KAM curvo, per la sua gobba il gr ha coniato KAMELOS d’etimo semita, svoltosi nel lat CAMELUS, cui l’ital Cammèllo o Camèllo o ancora Camèlo, con Camèlidi (la famiglia), Camelopàrdo (altro nome della giraffa, col gr PARDALIS), Camelopècora (altro nome del Lama 1), è un lemma inc col veneziano ant Gambelo (da Gamba), che finisce per ricalcare il mer Cammello, scalzando finanche il toscano Cambello. In forma fig si ha Gamèlla attraverso lo sp GAMELLA o CAMELLA già lat CAMELLA, a indicare un recipiente a forma di gobba del cammello. \ L’utile animale a due gobbe risulta addomesticato dal X sec aC \ Dal rad KAM curvo, il gr conta KHAMAI in basso, cui i composti Camèdrio (Sottofrutice, con DRYS quercia), Camèfita “sorta di pianta con gemme quasi a toccare terra” (col gr PHYTON pianta), eppoi KHAMAIMELON melo strisciante cui il lat CAMOMILLA inv in ital Camomìlla, svoltosi in un volg mer Campomilla sovrapposto a Campo; fuori percorso Camembert “sorta di formaggio” omn del toponimo franc dove è prodotto. Dal toscano Cambello, tuttavia, perviene il derivato Cambellòtto (Cammellòtto), il tessuto fatto con pelo di cammello. La rad rimane comune nelle diverse lingue: Camèllo (ital lett.), Camelot (franc), Chamelot (normanno-piccarda), Chameaux... Se soma o basto è il carico del somaro, Fàrdo lo è per i cammelli, dall’ar FARD ciascuno dei carichi, cui gli omologismi ital Infardàre, il dim Fardèllo con Infardellàre. D’altra origine è il franc FARD cosmetico da FARDER imbellettare, cui gli omologismi Fàrda (questo anche come “catarro”) e Fàrdo. 1 Oltre a Lama “pozzanghera” e Lama “lamina”, questo termine polisemico ha ancora due omonimi: l’omologismo adattato Làma dal tibetano BLAMA maestro vale monaco buddista cui Dalai Lama “maestro divino” – quello in vita nel 2009 è il 14° il quale ha ottenuto la cittadinanza onoraria di Venezia - con Lamàico, Lamaìsmo, Lamaìsta, Lamaìstico, Lamasserìa attraverso il franc LAMASERIE convento dei lama, termine questo che provoca equivoco con l’ital articolato La masseria. Infine, Làma questo omologismo di voce indigena americana, attraverso lo sp LLAMA camelide peruviano; il lama non addomesticabile è indicato con Guanàco dall’indigeno WANAKU attraverso lo sp GUANACO. Altro camelide peruviano, simile al Lama, è la Vigògna attraverso il franc VIGOGNE questo attraverso lo sp VICUNA (pron vicugna) di genesi quechua e che dà il nome alla fibra che se ne ricava. DROMEDARIO Dal lat tardo (IV sec) DROMEDARIUS, ampliato dal gr DROMAS DROMADOS corridore da DRAMEIN correre; quindi, Dromedàrio cammello (ad una gobba) veloce. Da DRAMEIN, oltre ai derivati 974 quali Dròma (nautica, dal franc DROME), Dròmo (punto noto della costa che permette una navigazione a vista), Dromòne (nave veloce, a cento remi e a vela), è posto in suff DROMIA DROMO (da DROMOS strada) nel significato di luogo da corsa, concorre a comporre termini quali Ballodromìa “traettoria” (col gr BALLO io scaglio), Cinòdromo (per i cani), Aeròdromo (per gli aerei) snm di Aeroporto e Ippòdromo (per i cavalli) questo dal gr HIPPOS cavallo, cui Eoìppo “cavallo primordiale” (il cui suff da gr EOS aurora sta per “primitivo”), Ippica-ìppica con Ippico-ìppico e i composti Hippofobìa che indica la paura dei cavalli, Ipparchìa (cavalleria greca), Ippiàtra e Ippiatrìa (medico dei cavalli e la sua materia), Ippobòscidi (col gr BOSKO io nutro) “Famiglia di insetti” altrimenti detti Mosca cavallina, Ippofagìa, Ippologìa, il fig Ippòmane “sorta di albero” snm di Manzanìglio, Ippomanzìa (divinazione attraverso i movimenti o il nitrire dell’animale), Ippòmetro, Ippopòtamo dal gr HIPPOPOTAMOS cavallo del fiume (gr POTAMOS fiume), la cui vita media è di 40 anni, cui Ippopotàmidi (la Famiglia), Ippogrìfo cavallo grifone termine fantastico coniato da Ariosto in composizione col gr GRIPHOS enigma, Ipposidèridi (col gr SIDEROS ferro, Famiglia di Mammiferi), Ippotècnica, Ippoterapìa, Ippotèrio “fossile” (col gr THERION belva), Ippòtrago col TRAGOS capra questo rintracciabile in Ammòtrago (col gr (PS)AMMOS sabbia “capra africana di montagna”), Ippotrainàre con Ippotrainàto, gli onomastici Filippo “amico dei cavalli” col gr PHILOS amico, Ippocrate “che governa i cavalli”, Ippolito “chi libera (doma?) i cavalli” col gr LYTOS sciolto. L’ital conta un Efìppio dal gr EPHIPPION (pref EPHI sopra) “antica sella” del valore di sopra il cavallo, cui ancora Efippiorìnco “sorta di cicogna” dalla composizione gr EPHIPPION e RHYNKHOS “cicogna dal becco a sella”. Ipponàtteo (snm di Scazote e Coliambo) è dalla locuzione poetica gr HIPPONAKTEION METRON verso di Ipponatte, questo un poeta, vrs dal nome connesso con HIPPOS. La gara ippica più importante durante l’anno è indicata in Inghilterra con DERBY dal nome del suo fondatore Edward Stanley conte di Derby (XIX sec); oggi, il termine s’è esteso per tutti gli incontri sportivi con squadre della stessa città o regione, quali calcisticamente Lazio-Roma e Inter-Milan. Pròdromo, cui Prodròmico, è composto con DROMO dal gr DRAMEIN correre prefissato PRO (davanti, a favore) che corre prima, precursore (un snm di Corridoio d’accesso ai vani, quali tomba, tempio, struttura tipo dolmen…), non è da equivocare con 975 Pròdomo questo termine d’architettura indicante il portico a colonne, snm di Pronao, dalla composizione PRO e DOMO (casa), quindi avanti casa, prima della casa (tempio), in riscontro con Opistòdomo, la parte posteriore, col gr OPISTO da OPISTHEN indietro, esteso dal pref OP contro, utilizzato ancora per composizioni quali Opistobrànchi (Ordine di molluschi), Opistòcomidi (Famiglia di uccelli, col gr KOME chioma), Opistoglìfo (sorta di serpente, col gr GLYPHE incisione relativo ai denti), Opistògrafo, Opistosòma (col gr SOMA corpo), Opistòtono (col gr TONOS da TEINEIN tendere). Prònao o Pronào (adottato dal XVI sec), snm quindi di Prodomo (già dal XV sec), è dal gr PRONAOS, in connessione con il lat PRONUS cui Prono, è la composizione col gr NAOS del valore complessivo di “parte anteriore dell’edificio (tempio)-vestibolo”. Il composto Dromofobìa, infine, indica l’avversione psicologica di attraversare le strade a piedi ma anche di viaggiare, il cui snm è Odofobia. \ Prefisso PALIN Palindromia Palindromo Palindromìa, cui Palìndromo e Palindròmico, composto con DROMO dal gr DRAMEIN correre prefissato PALIN, questo in gr di nuovo, sta per lettura inversa di un vocabolo e che non muta fonia e grafia, quali Alla, Anilina, Aveva, Malayalam (lingua indiana), Non, Radar. Palìndromo può essere anche un verso, come questi due ideati dal cruciverbista londinese Leigh Mercer: A MAN, A PLAN, A CANAL PANAMA. STRAW? NO, TOO STUPID A FAD. I PUT SOOT ON WARTS. La definizione è stata anche estesa ai numeri: Palìndroma è la cifra 8813200 023188. Con PALIN di nuovo, cn il suo adattamento in PALI, l’ital conta vari prefissati quali Paligrafìa e Palilalìa con Palilàlico “ripetizione patologica rispettivamente nello scrivere e nel parlare” col suff dal gr LALEO chiacchiero, Palilogìa, Palimbacchèo o Palimbàcchio o Palimbacchìo col gr BAKKEIOS cui Bàccheo “ritmo della metrica classica”, Palimpsèsto o Palinsèsto “riscritto sul vecchio” col gr PSAO raschio; il gr PSAO raschio è vrs connesso con PSAMMOS sabbia, in realtà la sabbia è utilizzata per raschiare-scrostare. Eppoi, Palingènesi “rinascimento” col gr GENESIS generazione con Palingenesìaco o Palingenètico, Palinodìa “ritrattazione” e Palinòdico col gr OIDO canto. Da non equivocare con Palinografìa e Palinologìa dal gr PALYNO spargo che valgono “descrizione e studio delle spore”, questi, dunque, termini alieni nel percorso, ancora con Palischèrmo già Paliscàlmo dal gr POLISKALMOS, il cui pref è un corrotto da POLYS molto con SKALMOS remo e vale “(imbarcazione) con molti remi” Termini ancora alieni Palìlie dal lat PALILIA “festeggiamenti per la dea Pales (Natale di Roma)”, Palinùro questo Genere di crostacei, a ricordo di 976 Palinuro, il timoniere di Enea. CAMORRO CAMORRA MORE CAMORRO Camòrro o Cimùrro, transitato dal franc CHAMOIRE, è il termine che sta per malaticcio, l’inc lat tra CAMURUS curvo e MUCUS muco dal naso, cui l’ital Mùco o Mùcco, in connessione col gr MIKSA (MIXA) che da beccuccio della lamapda s’è svolto fig in muco, in connessione con il lat Pp MIXTUS misto, cui MYKTER naso (fonte di muco), il volg mer Muccaturo o Maccaturo, attraverso lo sp MOCADOR a richiamare il gr MYKTER, termine sopravvissuto nel vernacolo classico. In derivazione, l’ital conta il pref adattato MIXO muco sovente italianizzato MISSO per composizioni quali Mixedèma con Mixedematòsi (suff med OSI), Mixinòidi o Missinòidi (Ordine ittico), Mixòma con Mixsmatòsi (suff medici OMA e OSI), Mixomicèti o Missomicèti (col gr MYKES fungo), Mixorrèa (col suff dal gr RHEIN scorrere), Mixosarcòma, Mixospòngidi o Missospòngidi (Ordine di spugne,col lat SPONGIA spugna)), Mixovìrus; la mutazione del pref MIXO in MISSO in alcuni termini ricorda che l’alfabeto ital con contempla la lettera x. Myxofobìa indica la paura del fango, o meglio, per tutto ciò che pè viscido, snm di Blennofobia. Altre connessioni con la rad MUK-MUG d’aree ind, ger, bal, hanno dato Mùcido, con Mucidùme e i prefissati Ammucidìre e Immucidìre, dal lat MUCIDUS che coesiste in Mùcito e Mucitazzo nel volg mer con valore di sporco e più che sporco, eppoi Mucillàgine con Mucillaginòso dal lat MUCILAGO MUCILAGINIS, Mucìna (suff chimico INA), Mucòide (col suff gr OEIDES simile a), Mucolìtico (con gr LITIKOS LYO sciolgo), l’aggettivo Mucòso o Muccòso con Mucosità o Muccosità e col sostantivo Mucòsa o Muccòsa dal lat MUCOSUS, i composti Mucìparo (col suff PARO che produce), Mucopolisaccàride (col prefissato Polisaccàride) snm di Glicosamminoglicano (con Ammina e Glicano questo tratto dal gr GLYKYS dolce), con Mucopolisaccaridòsi (suff medico OSI), Mucoproteìna snm di Proteoglicàno (pref tratto da Proteina), Mucopùs, Mucoviscidòsi, eppoi Mùggine (snm di Leccia o Lissa, questo omn di Lissa “rabbia”) da MUGILEM (sorta di pesce, snm di Cefalo) cui Mugginàra, Mugginièra, Mugìlidi con Mugilifòrmi (Famiglia e Ordine di pesci dal lat MUGIL vischioso), i composti Mucìparo (col suff dal lat PARERE generare); ancora, Mugghiàre e Mùgghio da 977 MUGILARE iterativo volg di MUGIRE e da questo Muggìre con Muggìto, con remoti filamenti onomatopeici MU MU. Dall’iterativo MUGILARE, l’ital conta ancora Mugliàre con Mùglio. La sovrapposizione di Muggire con Ruggire ha dato Rugghiàre. Mùcca nasce dall’inc di Muggire con Vàcca, termine questo inv dal lat VACCA di origine arcaica connesso in area ind, cui Vaccàio o Vaccàro, con un composto Capovaccàio “sorta di falconiformi” i fig Vaccàta, Vaccherìa, Vacchètta e Vacchìno cui i prefissati Svaccàrsi o Stravaccàrsi con Svaccamènto e Svàcco. Vàcca è ancora un epiteto per la prostituta. Il percorso prosegue il derivato Vaccìno da VACCINUS cui Vaccìno anche profilassi (estratto dall’animale) con Vaccinàle, Vaccinàre, Vaccinatòre, Vaccinaziòne, Vaccìnico, i composti Vaccinoprofilàssi, Vaccinostìlo (strumento) e Vaccinoterapìa; il termine Vaccinàro nel romanesco è snm di Conciatore o Conciapelli, cui la locuzione grastronomica Coda alla vaccinara. Una mucca di 500 chilogrammi può emmettere giornalmente una quantità di gas naturale (organico) di circa 800-100 litri. Vàcca è fig il baco che si ammala e pertanto si gonfia, da qui la locuzione Andare in vacca; \ La “vaccaredda” era un piccolo panetto di pane a ferro di cavallo al quale la cottura conferiva la forma di due mammelle di mucca. Oggigiorno anche il famoso pane di Altamura possiede questa forma, come una mezzaluna ripiegata su se stessa, ma la dimensione della pezzatura, ovviamente, è molto più grande di quella pagnotta odorosa e fragrante, che le persone dolci di cuore donavano a chi se la passava male. La “vaccaredda” si portava anche ai genitori e si intendeva con questo gesto ripagare la mamma o il papà del latte che avevano donato alla figlia quando era piccola, durante l’allattamento. Scopriamo così l’arcano di questa forma strana a mo’ di mammelle e il gesto di riconoscenza verso i genitori che perdurava fino alla loro morte (Anna Marinelli da “li nove purtòsiri Saporidelsalento” 2013 - online). La voce salentina Purtòsiri sta per Pertugi (buchi) \ La rad MUK con la sovrapposizione onomatopeica MU MU ha infine avviato il percorso di Mugolàre con Mugolamènto, Mugolìo e Mùgolo, eppoi Mugugnàre con Mugùgno. Durante la repubblica marinara di Genova, l’assunzione dei marinai prevedeva il Contratto con mugugno o Contratto senza mugugno; il primo presumeva una paga più bassa poiché il marinaio poteva impunemente lagnarsi durante il lavoro. Da un tema med MUKU con lenizione sett ci viene Mùgo, una specie di pianta, e Mugòlio, l’olio di mugo; la connessione con il rad MUK-MUG dovrebbe essere fig in riferimento al balsamo che si ricava. Non sarà proprio una coincidenza rad se l’ar ha il termine MUKHAYYAR per indicare stoffa di pelo del cammello. I russi chiamano MUZIK il contadino, svoltosi da MUZ (uomo) marito, cui 978 l’omologismo Mougik o Mugik, sovrapposto al suono onomatopeico dei muggiti che si odono dalle loro case. Mughètto, dal franc MUGUET, potrebbe ancora essere tratto da quel MUK-MUGMYKTER per quella sua soave carezza alle narici; la tradizionen popolare vuole che il mughetto sia nato dalle gocce di sangue di S. Leonardo in lotta contro il diavolo. Il rad MELG con valore di mungere pare sia connessa alle precedenti, cui il lat class MULGERE ed il volg MUNGERE inv nell’ital Mùngere con un desueto Mùgnere e Mungitòio, Mungitòre, Mungitrìce, Mungitùra e Mùnto, il prefissato Emùlgere o Emulgère (EX intensivo) con Emulgènte, snm di Smùngere (S intensivo) cui Smùnto. Il percorso prefissato conta ancora Emulsiòne dal lat EX MUNGERE con Emulsìna (suff chimico INA), Emulsionàbile, Emulsionànte, Emulsionàre e Emulsionatòre, poi Emùngere con Emungimènto, Emùnto, Emuntòre e Emuntòrio, infine, sorprendentemente, Promulgàre, Promulgaziòne, Promulgatòre, questi da PRO MULGARE verbo durativo di MELG, passato da termine d’allevamento a quello brurocratico, cui la locuzione Promulgazione delle legge. Dal lat MUCCIUS, questo aggettivo di MUCUS, cui Muco, seguono in percorso semantico, Mòccio attraverso il volg MICCA, con Mòccico e Moccicàre (il muco dal naso e il colare del Moccicòso, pieno di), Moccichìno (fazzoletto), Moccicòne o Mocciòso metaf chi si crede già adulto, Mòccolo e Moccolàia fig “pezzo di candela” e “scolatura della cera”. Nel volg sett, Moccolo è il snm di Bestemmia, ellissi dalla locuzione Tirare un moccolo, ossia “profanare un’immagine sacra gettandone via la candela per sfregio”. Dal lat MICARE scintillare e fig tremolare, l’ital conta il Ppres Micànte in connessione con Mìccia, transitato attraverso il franc MECHE cordoncino dal lat volg MICCA, class MYXA già gr MYKSA beccuccio della lampa-muco; il prefissato Ammiccàre con pref AD e raddoppio espressivo della c, cui Ammiccamènto, Ammiccànte, Ammìcco; da non equivocare con Amicare. Dal franc MECHE, l’ital ha adottato fig l’esot Mèche quale “ciocca (cordoncino) di capelli di tinta diversa dalla chioma”. L’ital conta tre omn di Miccia, il termine “esplosivo” Mìccia (adottato dal XVI sec) da MECHE cordoncino, il marinaresco Mìccia (già nel 1859) ancora da MECHE cordoncino svoltosi fig in sporgenza, e Mìccia fem del volg Mìccio asino questo da una voce onomatopeica di richiamo. Mìcco, infine, che da “sorta di scimmia”, snm di Cebo o Apale s’è attestato fig in “bellimbusto”, è un termine fuori di questo percorso poiché è l’omologismo di genesi caraibica attraverso lo sp MICO. 979 Nel gr, BLENNA è bava vischiosa, cui Blennofobìa “paura di tutto ciò che è viscido”, snm di Myxofobia, utilizzato in ital quale pref BLENO Blenoraggìa (col gr RHAGE eruzione) o Blenorrèa (snm di Gonorrea col gr RHEIN scorrere o snm di Scolo) con Blenorròico, Blenostàsi, Blenùria (col gr URON urina) \ Naso Frogia Rino Nàso ci viene direttamente dal lat NASUS, da rad indoeur NAS, cui Nàri, Narìce, meglio Narìci, con il prefissato fig Trinariciùto “che possiede molto fiuto da giornalista” termine coniato dallo scrittore G. Guareschi (19081968), Nasèllo questo dim di Naso ed omn di Nasello “sorta di pesce”, Nàsua “sorta di mammiferi Procionidi”, eppoi l’aggettivo Nasàle cui Nasalità, Nasalizzàre, Nasalizzàto e Nasalizzaziòne, lo strumento musicale Nasàrdo, il verbo Nasàre snm di Annusare, Nasàta, ed ancora l’aggettivo Nasùto da NASUTUS, eppoi Nasìcàre “fiutare” dal lat NASICA nasuto, Nasièra, l’accr Nasòne, i composti anatomici Nasofarìnge con Nasofaringèo e Nasolabiàle. Dal termine Annasàre, s’è attestato Annusàre questo dato dalla sovrapposizione di Ammusare, cui Annusàta, Annusatòre e il sostantivo Annùso. Il lemma Narìna è pseudoetim, omologismo d’origine ottentotta, ed è un uccello carenato africano della Famiglia dei Trogonìdi questo dal lat TROGONIDAE già gr TROGO io rodo cui TROGON e l’ital Trogòne “nome d’uccello”. Frògia, col plur Frògie o Fròge, è dal lat volg FROFICES nasiera passato poi ad indicare la narice, in metatesi e in forma fig da FORFEX FORFICIS di genesi sabina, da rad BHERDH tagliare cui un Fòrfice fedele al lat con un corrente Forfìcula o Forfècchia dal dim lat FORFICULA. Il lemma FORFEX si era poi svolto in FORBEX FORBICIS, cui l’ital Fòrbice e Fòrbici, con le varianti Fòrbicia, il già citato Fòrfice o Fòrvice, eppoi Forbiciàio, Forbiciàta o Forficiàta, il dim Forbicìna snm di Forbicìna “insetto dei Dermatteri” cui la locuzione Insetto forbicina il cui nome scientifico è il lat Forficula auricularia, il prefissato Sforbiciàre (S intensivo) con Sforbiciàta. Forbice-Forbici ha la variante in Fòrce o Fòrci attraverso il franc FORCES cui Forchètta (in uso dal ‘500 con diffusione dalla Francia) questo con Forchettàta, Forchettièra, Forchettòne, eppoi Fòrca dal lat FURCA cui Forcàccio, Forcaiòlo, Forcàle, Forcàta con Forcàto, Forcèlla dal dim lat FURCILLA con Forcellànte, Forchètto, Forchìno, Forcìna e Forcìno, Fòrcola dal dim lat FORCULA, Forcòne e Forconàta, e Forcùto; lo strumento d’impiccagione Fòrca, nella versione “impalare”, si richiama fig all’attrezzo agricolo. Il percorso prefissato conta Afforcare (AD allativo) col devb Affòrco, Inforcàre (IN illativo) con Inforcàta e Inforcatùra, Biforcàre dal lat BIFURCARE dividersi in due (pref BI dal lat BIS due volte) fig come una forca, con Biforcamènto, Biforcàto, Biforcatùra, Biforcaiòne e Biforcùto, eppoi il correlativo Triforcàre coin Triforcaziòne e Triforcùto. Dallo specifico gr RHIS RHINOS muso-naso, l’ital ha avviato il percorso di Rinalgìa, Rinìte, del pref-suff RINO cui Rinofarìnge, Rinofonìa, Rinologìa, Rinovìrus e Platirrìne questo con il gr PLATYS largo ed il raddoppio della 980 consonante r. La Forca insieme alla Farina e alla Feste costituivano per la monarchia borbonica le tre Effe (f) per il buon governo. Rinocerònte, dal lat RHINOCEROS, è dal gr RHINOKEROS, il quale è una composizione con RHINO e KERAS testa cornuta; il suo verso assomiglia ad una porta che cigola mossa ripetutamente dal vento. Il Rinocerente vive in media 70 anni, la più alta età nel mondo animale, escluso l’uomo e la Testuggine. \ Radicale MUS Dal rad MUS topo attestasi in aree indoiran, slava, alb, in gr MYS, l’ital conta Mùridi, Murìno, Musaràgno (dal lat MUS ARANEUS topo piccolo come un ragno), Muscìpula con Muscìpulo “trappola per topo” (suff derivato dal lat CAPERE prendere) equivocabile con i composti di musci da Mosca. Mustèla e Mustèlidi (Famiglia di mammiferi) dal lat MUSTELA donnola; tra i Mustelidi si conta lo Zibellìno omologismo dal russo SOBOL, di genesi orientale, attraverso il franc ZIBELINE, cui fig Zibellìna “stoffa di lana”. Pseudoetim è Musteriàno omologismo dal franc MOUSTERIEN “periodo preistorico” dalla località di Le Moustier. Col rad MUS ampliatosi con CA, il lat conta MUSCA cui l’ital Mòsca (in gr MYIA ampliatosi da MYS) con la locuzione pugilistica Peso mosca, Moscaiòla (rete a difesa delle mosche), Moscàrdo (lo sparviero con piccole macchie sulle penne del petto, fig come le mosche), Moscàio, l’uccello Moscaròla snm di Muscicapa, Moscàto (omn do Moscato da Muschio), Moscatùra, il dim Moscerìno con Moschìno o Moscìno, Moschèra o Moschièra (attrezzo di pesca) il fig Moschètta “freccia” con Moschètto (adottato dalo XVI sec) e Moschettòne, questo in origine il gancio per reggere il moschetto, e Moschettière (armato, oltre che della tradizionale spada, di moschetto in riferimento fig al proiettile che vola e colpisce, come la mosca) cui le locuzioni Moschettieri del re (nel XVII guardie del corpo nel regno di Francia) e Moschettieri del duce (guardie del corpo istituiti nel 1923 da Mussolini), Moschettàto con Moschettatùra (picchettato di macchioline nere, fig come mosche) e l’accr Moscòne questo sia “corteggiatore fastidioso” fig come una mosca e sia “imbarcazione da spiaggia” che gironzola come una mosca, i composti ancora fig Moscacièca saldato da una precedente locuzione Mosca cieca (noto gioco infantile) e la locuzione pugilistica Peso mosca. Fedele al lat MUSCA l’ital conta Mùscidi (Famigli d’insetti alla quale appartiene appunto la Mosca), i composti Muscicàpidi (Famiglia di uccelli, col suff dal lat CAPERE catturare) cui Muscicàpa “acchiappa mosche” (con suff dal lat CAPERE catturare) snm di Moscarola, e Muscìvoro (col suff dal lat VORARE divorare) equivocabili con i composti di Musci da Topo. La famosa mosca della locuzione Mosca bianca, che sarebbe insetto raro, in realtà non è una mosca ma un insetto somigliante che vive in zone tropicali; la sua rarità è in riferimento alle zone temperate e fredde qui inesistente. Una particolare mosca non volante che vive in Africa è indicata quale Pelosa terribile; dopo che si credeva scomparsa dagli anni Quaranta del secolo scorso, sarebbe riapparsa nel 2010. 981 La locuzione Mosche volanti indica quel disturbo alla vista scientificamente indicato con Miodesopsìa (col gr OPSIS visione). Tra i cosiddetti Uccelli mosca (fig perché piccoli), della Famiglia dei Trochilidi, c’è il Colibrì questo omologismo di genesi caraibica attraverso lo sp COLIBRI. Il termine Moscovìta è relativo alla città russa di Mosca, omologismo con Muscovìte “sorta di minerale” o Moscovìte relativo alla Moscovia, questo l’ant principato di Mosca, tradotto MUSCOVY in ingl; una varietà di Muscovite è la Fuchsìte (di colore verde smeraldo) termine in onore del mineralogista J. N. von Fuchs (1774/1856). Màscari è un Genere di piante, vrs omologismo di genesi turca, Muscarìna è un alcaloide tossico di alcuni funghi cui Muscarìnico e Muscarinìsmo. Il percorso continua con Mùschio dal lat MUSCUS già gr MOSKKOS, Mùsco”sorta di pianta” detto anche Mùschio ma anche secrezione, cui Muscòne (suff chimico ONE), il composto Muscovadìte “sorta di roccia” d’etim non accertato, Moscardìno (odore di muschio, snm di Moscato), Mùschi (la Classe botanica), Muschiàto con una corruzione in Mustiàto cui Mustiòlo “sorta di piccolissimo mammifero”, Muschiòso o Muscòso. Attraverso lo specifico ar USNA muschio, l’ital conta l’omologismo Usneacèe (la Famiglia botanica) coniato nel XX sec, quindi un neologismo. Il gr conta SPHAGNOS musco cui Sfagnacèe (Famiglia di Muschi), Sfagnèto e Sfàgno. Il muschio, al tatto, sembrerebbe la pelle di un topo, pertanto si sono coniati fig Moscardìno questo sia un piccolo roditore sia un mollusco snm di Eledòne dal gr HELEDONE polpo, Musaràgno toporagno e addirittura Mùscolo da MUSCULUM quale dim di MUSCUS, per il fatto che questo sprigiona contrazioni che vanno a ricordare i topi cui Mòscolo o Mùscolo “testuggine” l’ant arma d’assedio, Muscolàre, Muscolatùra, Muscolìna (suff chimico INA), Muscolosità, Muscolòso, Muscolàùto, i composti anatomici Muscolocutàneo, Muscololacunàre “sorta di ernia”, Muscolomembranòso, le locuzioni Muscolo piatto e le motorie Muscolo volontario e Muscolo involontario; in gr, infatti MYS MYOS sta sia per topo sia per muscolo, cui Dimiàri “collettivo per sorta di molluschi” dal lat DYMIARIA (pref DI “due”), Miomanzìa con Miomànte e Miomàntico (divinazione attraverso i topi), il fig Miosòtide o Miosòta e Miosòte (col gr OTOS orecchio) adottato in botanica vale “sorta di pianta delle Borraginacee con foglie a forma d’orecchio di topo”. Il Platisma mioide è un muscolo laterale del collo indicato anche come Muscolo del terrore poiché si attiva nell’uomo al cospetto di un grave accadimento. Ancora, il patologico composto prefissato Paramioclonìa con Paramioclòno col gr KLONOS spinta-agitazione-scossa. In ingl, MOUSE è il topo. Occorre qui indicare il termine Demuscaziòne sul tipo di Derattizzazione. Musofobìa sta ad indicare l’avversione per i topi. Interessante in questo percorso è la deviazione lemmatica che ha condotto al termine Moschea: la variante Mòsco di Muschio ha valore di odore, quindi è nato il termine Moscàto (“con odore di muschio”, omn di Moscato da 982 Mosca) o Moscàdo cui Moscatèllo o Moscadèllo, la locuzione Noce moscata, il termine Mùscari che identifica le piante erbacee con piccoli fiori azzurrognoli a grappolo, e Moschèa la profumata già sp MEZQUITA dall’ar MASGID luogo d’adorazione tradotto in luogo profumato, una sovrapposizione ar-ital adorare-odorare. Attraverso l’ar si ha ancora l’omologismo Abelmòsco “sorta di erba officinale delle Malvacee” composto con HABB ricco snm di Ambretta. Termine gr specifico per “muschio” è BRYON, cui Briàcee (Famiglia di muschi), Brìo (omn di Brio “vivacità”), il fig Briònia dal lat BRYONIAM già gr BRYONIA (termine polisemico che vale “pianta erbacea, vite bianca, zucca marina o selvatica), il pref BRIO per composizioni quali Briòfite “Divisione animale” (col gr PHYTON pianta), Briografìa, Briologìa, Briozòi “Classe di Molluscoidi”. Incerta la connessione con il toponimo Brianza (in riferimento al valore di Brionia), cui Briantèo e Brianzòlo o Brianzuòlo. Dal gr MYS col genitivo MYOS è nato il pref MIO che vale Muscolo in lemmi composti quali Mialgìa /mi(o)algia/ con Miàlgico, Miocardìa con Miocàrdico, Miocàrdio con Miocardiopatìa, Miocardìte e Miocardòsi (suff patologici ITE e OSI), Miocèle (gr KELE ernia-tumefazione), ioclonìa (col gr KLONOS movimento intenso), Miofribìlla, Miofilamènto, Mioflogòsi o Mioflògosi, Miògenio, Mioglobìna, Miografìa con Miògrafo, Miòide, Miologìa con Miològico, Miòma (suff patologico OMA e vale “tumore del muscolo,), Miomalacìa, Miomectomìa, Miomètrio (col gr METRA utero), Miopatìa con Miopàtico, Miioplàstica con Mioplàstico, Mioressìa (col gr REXIS rottura), Miorilassànte snm di Decontratturante, Mioscleròsi o Miosclèrosi, Miosìna “proteina”, Miosìte (suff patologico ITE infiammazione), Miospasìa (col gr SPASMOS contrazione), Miiotomìa, Miòtomo, Miotonìa con Miotònico, eppoi l’anatomico Endomìsio (pref ENDO dentro), il prefissato (col suff chimico INA), composto Amiotonìa (A privativo) snm di Miatonìa dove il prefisso A privativo è posto al secondo menbro del termine composto, Atonìa. In voce veneta, il lat MUSCULUS si è trasformato in Mussolo, il mollusco Arca per accezione; l’omn Mùssolo, quale variante di Mùssola o Mussolìna, è invece un tessuto originario della città di Mossul in Iraq. L’aggettivo Mussoliniàno è in relazione a Benito Mussolini, il dittatore italiano giustiziato nel 1945, il cui cognome è vrs derivato da Mussolina di Mossul. \ Ragno Scorpione Acaro Rogna Vergogna Sputo Ràgno è dal tema med ARAKHSNA cui il gr ARAKHNE (fem), il lat ARANEUS passato nel volg RANJUS, donde, anche fig, il boccaccesco Aràgno, Ràgna, Ragnàia, Ragnàre, Ragnatèla 1, Ragnatùra, Ràgnolo e il dim Ragnolìno; esplicitamente dal percorso gr l’ital conta, anche in senso fig, Aracnèo, Aràcnide meglio Aràcnidi (la Classe), Aracnidìsmo, Aracnofobìa, Aracnòide con Aracnoidàle, Aracnoidèo con il prefissato Subaracnoidèo, Aracnoidìte, eppoi Aranèidi (Ordine di Aracnidi). Tra gli aracnidi si conta anche lo Scorpiòne, questo anche segno zodiacale, con Scorpiòni (l’Ordine) dal lat SCORPIO SCORPIONIS già gr SKORPIOS, cui uno Scòrpio col fig 983 Scòrbio o Sgòrbio con Scorbiàre e Sgorbiàre con Sgorbiatùra, Scòrpena o Scorpèna “scorpione marino” con la variante Scòrfano, Scorpiòide, i composti Scorpènidi questo Famiglia e Scorpenifòrmi questo Ordine nella tassonomia animale dei Teleòstei; Scùrpena è il termine fig genovese che sta per “donna racchia” in similitudine al mer Scorfano, mentre Scorbicchieràre è un ant denm di Scorbio con un suff attenuativo ICCHIARE con le varianti attuali Scombiccheràre “scarabocchiare” cui Scombiccheratòre e Scombiccheratrìce. Acaro-àcaro è tra gli aracnidi, dal gr AKARI da AKARES minuscolo, cui Acari-àcari (l’Ordine), Acarìasi, Acaricìda, Acariòsi (suff patologico OSI), Acarocecìdio questo col gr KEKIDON da KEKIS KEKIDOS galla cui Cecidiologìa o Cecidologìa, Cecidomìa e Cecidomìidi (Famiglia di Ditteri) questo col gr MYIA mosca. Acarofobìa è la paura di avere prurito o degli insetti che causano prurito. Una resina estratta dai tronchi è definita Acaròide (di genere Xantorrea) d’etimo sconosciuto e quindi alieno nel percorso gr AKARI. Rògna dal lat volg RONEA già ARANEA ragnatela inc con Vergogna, cui Rognàre, Rognòso; Vergògna è dal lat VERECUNDIA, cui Verecòndia o Verecùndia e Verecòndo con Inverecòndia e Inverecòndo (IN negativo), e che avrebbe prodotto Gònzo da (VERE)GON con la cessazione di VERE e lenizione sett della c in g; il lemma Sguerguènza è dallo sp VERGUENZA vergogna questo una traduzione del lat VERECUNDIA. Snm di Vergogna è Pudòre, questo dal lat PUDOR PUDORIS da PUDERE avere vergogna, dalla rad PEUD, cui Pudèndo dal gerundivo PUDENDUS, Pudibòndo (suff BONDO) da PUDIBUNDUS, Pudicìzia da PUDICITIA, Pudìco da PUDICUS e, con i pref, Impudènte dal Ppres PUDENS con IN negativo cui Impudènza, Impudìco dall’aggettivo IMPUDICUS cui Impudicìtia, eppoi Ripùdio o Repùdio “il negare e svergognare un legame” da REPUDIUM cui Ripudiàre o Repudiàre da REPUDIARE (pref RE di allontanamento) con Ripudiàbile, Ripudiàto e Ripudiatòre, infine Spudoràto con Spudoratèzza (pref EX svoltosi in S privativo, vale “mancanza di vergogna”, da EXPUDORATUS di PUDOR); se Impudente è uno modo di essere temporaneo, Impudico è un vizio, mentre Spudorato è una condotta. \ Il Ripudio può essere legale come lo scià di Persia Riza Pahalavi contro la moglie Soraya Esfandiari a favore di Farah Diba che sposò nel 1959, o di fatto come il regista Roberto Rossellini contro l’attrice A.Magnani a favore dell’attrice Ingrid. Bergman che sposò nel 1950, l’armatore turco-greco Aristotelis Sokratis Onassis contro la cantante Maria K. Alogeropulos in arte Callas a beneficio di Jaqueline che sposò nel 1968, vedova di John Fitgerald Kennedy presidente americano assassinato nel 1963. Separazione, Divorzio e Abbandono non sono che termini moderni dello storico Ripudio.\. Particolare del rad PEUD di Pudore è che dalla forma intensiva SPEUD ci viene Spùto dal lat SPUTUM cui Sputàre, Sputàto e Sputatòre; cui i composti fig Sputasènno o Sputasentènze snm di Starnutadogmi, Sputavelèno. Lo sputare, nella tradizione popolare, accompagna una dimostrazione, offensiva o meno, di vergogna, di schifo. In percorso, l’iterativo Sputacchiàre, Sputàcchio con Sputacchièra e Sputacchìno (sorta d’insetto, snm di Fileno). Termine fuori rad è il glb russo Sputnik 984 “compagno di viaggio” svoltosi metaf in “satellite artificiale semplicemente Blog”, il veicolo dello storico approccio dell’uomo con lo spazio. Dal franc CRACHER sputare, della serie onomnatopeica S CR C, sono pervenuti gli omologismi Scaracchiàre, Screàre-Escreàto e Squarquòio, snm di Sputare e Sputo. L’ingl WEB ragnatela svoltosi fig in rete tratto dalla locuzione WORLD WIDE WEB rete estesa in tutto il mondo cui WWW in Internet, l’ital ha adottato il glb WEB quale “rete di Internet” cui Webarchitect “progettista rete”, Webcam “telecamera di rete”, Weblog “giornale di rete”o più, Webmaster “maestro (responsabile) di rete”, Webzine dalla locuzione Web magazine “rivista pubblicata via rete” e, in locuzione, Web designer “progettista grafico di rete”, Web developer “sviluppatore di rete”, Web engineer “tecnico di rete”, Web radio e Web TV “emissione radiofonica e televisiva in rete”, Il termine Weber è l’unità di m isura magnetica in onore dello scienziato W. E. Weber (1804/1891). Nella locuzione WEB, WIDE vale largo-esteso e WORLD Mondo questo rintraccibile ancora in locuzione glb quali World music “fusione di più ritmi (musica) etnici “ cui World song (canto). 1 CAMORRA Camòrra è di tema mer MORRA, ma che nulla ha dell’omn gioco da osterie Mòrra, con un Morra cinese, che dovrebbe essere connesso al lat MORA attesa cui Mòra e il prefissato lat DEMORARI trattenersi donde Dimoràre, Dimòra e Dimorànza, la locuzione Mettere a dimora. Da MORA derivano il disgraziato Moròso (costretto ad attendere di far soldi per pagare i debiti) con Morosità ritardo nel pagamento e Moratòria attesa concordata (per pagamenti, armamenti, sentenze di morte…). La Mora sulle tasse, quando non è concessa, è soggetta a penalità. Il Moroso è, nel volg, il ragazzo veneto che aspetta di sposare la sua Morosa; o che aspetta eternamente che gli si conceda. Mòrra, nell’accezione mer, è mucchio, gregge cui in percorso etim Morèna “accumulo di rocce-detriti” (indotti dai ghiacciai) dal franc MORAINE e dal savoiardo MORENA donde l’aggettivo Morènico, Morìccia o Murìccia snm della locuzione Muro a secco, Moriòne “sorta di quarzo”dal lat MORION inv attraverso il franc MORION “mucchietto minerale” e l’omn fig Moriòne “copricapo” attraverso lo sp MORRION da MORRA sommità della testa. Il toponimo Moresco, pertanto, pare nel percorso di Morra-Morenico e varrebbe quindi “roccioso” e non in relazione ai Mori; due pensieri di analisi etimologica, come nel caso del toponimo Grottammare, che pare in relazione a “rudere” piuttosto che a “grotta”. Morra, rafforzato e peggiorato dal pref CA (dal gr-lat KATA-CATA Ved Cattivo…) si sarebbe tramutato fig in CA-MORRA banda (banditi), con i degni derivati Camorrìsmo, Camorrìsta, Camorrìstico, il volg siciliano Camurria. Ci sarebbe un’altra versione 985 etim: il nome Camorra, da una veste fem Camòrra, si sarebbe attestato durante il Regno di Napoli su modello spagnolo, allitterandone il termine ZIMARRA, con i risvolti in Camòra e Camùrra leniti in Gamùrra e Gammùrra. Sarebbe oltremodo piaciuto, tuttavia, aver trovato tra i progenitori di Camorra il capostipite Muco-Mucillagine. L’idea della Camorra non è italiana; il seme è spagnolo. I padri fondatori napoletani (XVI-XVII sec) furono indotti ad emulare i loro padroni spagnoli istituendo e italianizzando un’organizzazione che si rifaceva alla Confraternita della Guarduna (rapina) sorta a Siviglia, in cui operavano i GUAPOS banditi, etim coraggiosi, dal che i napoletani Guapperìa, Guàppo. Purtroppo, anche il lemma e l’idea Màfia, abbondantemente glb, non sarebbero d’origine italiana, ma risalenti all’ar MAHJAS spavalderia. Le mafie hanno sempre utilizzato per il loro nome riferimenti religiosi qualim Santa Crociata, Beati Paoli, Sacra Corona Unita (Incoronata). Dal giapponese, l’ital adotta l’esot Yakusa o Yakuza o ancora Yacùsa mafia. D’etimo sconosciuto risulterebbe invece il lemma Còsca “famiglia mafiosa”, coniato nel XX sec, a meno che non sia un derivato dal lat COXA nel senso fig di articolazione (mafiosa) avversa a quella istituzionale nel gestire la società; altra ricerca farebbe derivare il termine dal lat COSTULA costola attraverso la locuzione Essere della costola ossia appartenere alla famiglia, fig dalla creazione divina della donna con la costola dell’uomo. \ Due le grandi operazioni internazionali antimafia nel tentativo di sradicare le connessioni Sicilia-Stati Uniti, negli anni ottanta Pizza connection, ossia “collegamento mafioso dall’Italia, il paese della pizza” e nel 2008 Old bridge, ossia “il vecchio (solito) collegamento mafioso tra il vecchio e il nuovo continente, insomma il “vecchio (OLD) ponte (BRIDGE) mafioso”) \ \ Prefisso *CA Il pref rafforzativo-peggiorativo CA lo ritroviamo in Camuffàre, cui Camuffamènto, dal lat MUFFA guanto e vale travisarsi con un guanto in testa (nel senso di un involucro); il lat conta ancora un dim MUFFULA che sta per manicotto, cui Mùffola; coesiste un Mùffolo, questo dal ted MUFFEL muso, snm di Musello. Il lemma specifico Guànto è l’omologismo ital dal franc WANTH attestatosi nel lat WANTUS, donde la mutazione di WA in GUA in ordine al passaggio dal long, vedi WANGJA diventato Guancia. In percorso, Guantàio, Guantàto, Guanterìa, Guantièra, Guantòne, i prefissati Agguantàre e Agguantàto (AD allativo) snm di “prendere e reggere con forza” con riferimento ai guanti di ferro indossati dai cavalieri medv, Inguantàre con Inguantàto (IN illativo), l’iterativo Riagguantàre, il composto Mezzoguànto; comunemente, Guanto vale anche quale snm fig di Preservatìvo. \ Non tutti sanno, forse, che nel gioco del biliardo è previsto indossare un guanto a tre diti \ 986 Il pref peggiorativo CA è ancora rintracciabile in Camùso, dal lat SIMUS “chiacciato e piatto” cui Sìmo, nell’accezione riferito al naso, già gr SIMOS, cui l’onomastico Simone “naso schiacciato” questo in concorrenza o in sovrapposizione con un Simone dall’ebr SHIMEON Dio ha esaudito, il termine Simonìa con Simònìaco “il peccato di chi acquista o vende cose sacre” dal nome di Simone Mago, il personaggio che secondo gli Atti degli Apostoli, avrebbe tentato di corrompere S. Pietro per ottenere il dono dello Spirito Santo. Il gr dorico contava KAMOS cui il lat CAMUS e l’ital Càmo “museruola”. Un snm di Camuso (adottato dal XIV sec) sarebbe Sìma (dal XVI sec) questo attestatosi fig quale “gocciolatoio” con l’omn Sìma che vale l’acronimo scientifico di Silicato e Magnesio. In connessione con CAMUS il termine Camàrro che indica un bue vecchio e condotto all’ingrasso. Mùso è di tema med MUSU, passato nel lat medv in MUSUM, cui, Musacchìno attraverso il franc ant MUSEQUIN “parte d’armatura”, Musàre attraverso il franc ant MUSER, Musàta, l’esot Musèllo attraverso il franc MUSEL, Museruòla in volg Muserola o Musaròla, Musètta, Musòne con Musonerìa, Musòrno; i prefissati Ammusàre, Ammusìre con Ammusonìto, Immusonìto. Nel concetto di “armatura”, il rad MUSU dovrebbe essere stato l’origine del toponimo Musile (di Piave) con significato di “argine”. Dal ted NIF grugno, d’origine onomatopeica, svoltosi anche nell’ingl TO SNIFF, l’ital conta l’omologismo Nìffo o Nìfo con Nìffa e Nìffolo, tutti considerati obsoleti, e i più correnti Snìff, Sniffàre, Sniffàta, Snìffo. \ Muffa Fungo Tartufo Zolfo Il termine Mùffa, quale fungo, è invece dall’onomatopeico M F ad indicare esalazione, cui Muffàre, Muffìre, Mùffo, Muffosità, Muffòso e il prefissato Ammuffìre con Ammuffimènto e Ammuffìto (pref AD); il termine Fùngo è di tema med SPHONGO passato nel gr SPONGOS, nel lat FUNGUS, cui Fungòso e la composizione Funghicoltùra. I latini avevano adottato iol termine FUNGUS quale significato di sciocco, vrs per la sua bassa considerazione alimentare, d’altronde pericoloso alla salute. In connessione rad l’ital conta Spòngia dal gr-lat SPONGIA spugna, cui i percorsi Spònga, Spongàta, Spongiàri, Spòngidi, Spongifòrme, Spongìlla, Spongìna, Spongiòso, Spongìte in complanare con Spùgna, in metatesi da un Spùngia dal volg SPUNGIA con Spugnàre, Spugnàta, Spugnatùra, Spùgne “invertebrati acquatici”, Spugnètta, Spugnòla o Spugnòlo ”fungo”, Spugnòne “travertino”; Spugnòso e Spugnosità; il fenomeno della mutazione della o in u è dovuto al gruppo letterale ng, come in Unghia ed Ungere. Tra i funghi, sia eduli sia velenosi, si conta Agàrico (dal 1310) dal lat AGARICUM già gr AGARIKON relativo all’etnonimo di una popolazione sarmatica, cui Agaricàcee (la Famiglia) e Agaricinàli (Sottordine) entrambi dal XX sec. Il gr conta MYKES MYKETOS fungo cui Micèlio, Micèlico, Micète (snm di Fungo), Micòsi con Micosìna questo composto con Cellulosa e suff INA e snm di Chitina, il pref MICETE o MICO per 987 composizioni quali Micetologìa o Micologìa con Micològico e Micòlogo, Micetòma, Micobattèrio, Micocellulòsa, Micodèrma, Micòfita, Mycofobìa “avversione per funghi”, Micorrìza col gr RHIZA radice, Micosferèlla (sorta di fungo) col gr SPHAIRA sfera e suff diminutivo INA. Pseudoetim, l’omn Micète dal gr MYKAOMAI muggisco snm di Aluàtta, una scimmia, da voce caribica, Micèneo, questo relativo all’ant città gr Micene. Il Tartùfo è un noto fungo molto speciale e costoso, dal lat volg TERRITUFER questo coniato con la composizione TERRA e TUBER, ovvero tubero di terra, cui Tartufàia, Tartufàio, Tartufàre con Tartufàta, Tartuferìa, Tartufèsco, Tartufìcolo, Tartuficoltòre con Tartuficoltùra in complanare con Tartuficultòre e Tartificultùra, Tartufìgeno e la locuzione Tartufo moscato, il meno pregiato. Il termine composto lat s’è sintetizzato nei vari dialetti, attestandosi in Tartùfolo, Trìfola e Trùfolo, da questo il verbo fig Trufolàre con Intrufolàre. L’esot dal franc Truffè vale “tartufato”. La speciale aspirazione del gruppo letterale med SPH di SPHONGO lo ritroviamo nel tema SULPHUR cui Sòlfo o Zòlfo, questo di mutazione centromeridionale, con i due percorsi complanari Solfanèllo e Zolfanèllo, Solfàra e Zolfàra, Solfàre e Zolfàre, Solfatàra e Zolfatàra, Solfatùra e Zolfatùra o Solforatùra, il prefissato Insolfàre e Inzolfàre, eppoi Solfatàro o Solfatàio, Solfataiòne, Solfàtico, Solfàto con Solfìto, Solfòso e Solforòso cui Idrosolfàto, Idrosolfìto Idrosolfòso, Idrosolforòso e Solfìdrico (pref e suff IDRO “acqua”), cui, Iposolfìto, Metabisolfìto, Pirosolfìto (col gr PYR PYROS fuoco), eppoi Solfòrico, Solfùro cui Solfuro d’idrogeno, questo il vero responsabile di quell’odoree comunemente assegnato allo zolfo; infatti lo zolfo è inodore. Il percorso conta ancora Sulfamìdico o Sulfammìdico (con Ammine), Sulfanìlico (con Anilina), Sulfasalazìna o Solfasalazìna (con Sale e Azina col suff chimico INA) e Sulfatiazòlo o Solfatiazòlo (suff chimico OLO), Sulfoemoglobìna, Sulfùreo o Solfùàreo, Zolfàio. Il gr conta lo specifico THEION zolfo, cui il pref TIO per composizioni quali Tiazòlo (suff chimico OLO) conn Tiazòlico, Tioàcido, Tiobarbitùrico, Tiobattèrio snm di Solfobattèrio, Tioètere, Tiofène, Tiògeno, Tiònico (con Ionico da Ione), Tiourèa e Tiourèico. Il termine Tiamìna è il composto di THEION zolfo con Amina ed è un snm di Vitamina B1 questa individuabile nei cereali integrali, nella pasta, nel pane, nella carne di maiale e nel lievito); altro snm di Vitamina B1 è Aneurìna questo dal gr NEURON nervo prefissato A privativo, da non equivocare con Aneurisma. I termini allitterati in percorso da Sòlfa con la mutazione in Zòlfa derivano dal legamento delle due note musicali SOL FA, cui Solfeggiàre, Solfèggio… pertanto, la locuzione Solita solfa sta per “solita musica”. MORE Mòra, il frutto del gelso detto Mòro, dal lat MORUM già gr MORON, da tema med MORA, cui Moràcee la Famiglia botanica alla quale appartengono la Maclùra “sorta di albero delle Moracee” così chiamato in onore di W. Maclure (1763/1840), l’Albero del latte 988 e l’Albero del pane, Morèto snm di Gelseto, Morìnda con Morindìna e Morindòne (composizione che vale “moro indiano); in connessione, Mòro, dal lat MAURUM, svolto dal tema med MAURO, attraverso il gr MAUROS scuro eppoi i fig Moracchiòlo “sorta di uccello”, Moraiòlo “sorta di olivo”, Morigliòne (sorta d’uccello acquatico) e il snm Morigliòne “sorta di smeraldo grezzo”, tutti per il loro colore; ed ancora Moràto, Morèa, Morella (sorta di pianta snm di Brunella), Morèllo (per i cavalli) con Morellìno, Morètta e Morètto “ragazzi bruni”, un Morètta “sorta d’anatra selvatica” cui Moretta tabaccata, un Morètta “sorta di maschera tradizionale veneziana che si regge con la bocca mediante un bottoncino posto nel retro” un Moretti nella cognomastica, Mòri con Morèsca e Morèsco (relativi ai musulmani); Morèsca è anche un’ant danza popolare quale allegoria delle lotte tra cristiani e mori. Moro avrebbe dato il toponimo alla Mauritiana (per il colore della pelle) cui l’etnonimo MAURUS e da questo l’inserimento nell’onomastica di Mauro con Maurizio da MAURITIUS discendente di Mauro, e di Moreno attraverso lo sp Maòri o Màori è l’etnonimo relativo alla Nuova Zelanda. Per associazione, l’onomastico Arabella vale “la scura”, vrs in riferimento al colore della pelle araba, ma non è accertato. Il termine Muraiòla “ant moneta”, omn di Muraiola da Muro, pare sia connesso al tipico colore Moro “scuro”. L’ital conta Amauròsi con Amauròtico dal lat AMAUROSIS “perdita della vista” direttamente dal gr AMAUROSIS oscuramento da MAUROS. Morotèo, sostenitore della politica di A. Moro (1916/1978), rapito ed assassinato dalle Brigate Rosse, cui Moroteìsmo, è il lemma sovrapposto a Dorotèo questo ispirato all’ordine delle suore Dorotèe, nel cui convento romano si svolse il convegno storico di questa corrente nel 1959. Gèlso, usato quale snm di Moro o della locuzione Albero dalla chioma d’oro, invece, è l’ellissi della locuzione lat MORUS CELSA moro elevato (da rad KEL-KOL di Celso “elevato”) e che, con la lenizione della c in g si ha Gèlsa, Gelsàta e Gelsèto snm di Moreto, i composti Gelsibachicoltùra, Gelsicoltòre e Gelsicoltùra, Gelsicultòre e Gelsicultùra; Gelsolìno (suff chimico INO) è la fibra tessile ricavata dalla corteccia del gelso mentre Gelsomìno, il noto fiore, è l’omologismo dal persiano YASAMIN, ma sovrapposto a Gelso, cui l’onomastico Gelsomino con il suo dim Mina dal fem Gelsomina. Fiore, il Gelsomino tradizionalmente simbolo dell’amore divino e di quello puro umano. La locuzione Gelso papirifero indica la pianta 989 dalla quale si ricavava carta per moneta. Il lat avevano MOS MORIS costume-usanza cui la locuzione More uxorio inv dal lat MORE UXORIO costume matrimoniale, sempre giuridicamente valida, riferita a coloro che si comportano, più o meno clandestinamente, come se fossero coniugati (in rapporto carnale); oggi, è sostituita dalla meno traumatica Convivenza. More solito, ancora inv dal lat MORE SOLITO, sta per come il solito. In percorso, Morigeràre da MORIGERUS accomodante con il Pp aggettivato Morigeràto e Morigeratèzza. Morigiàna, d’etim ignoto, snm di Fischione o Chiurlo, potrebbe avere il significato di “(uccello) uso al fischiare”. MOS-MORIS costume, abitudine è l’omologo del gr ETHOS costume; così, dalla tradizione lat, l’ital ha reditato Moràle, Moralìsta, Moralità, Moraleggiàre, Moralizzàre con i prefissati Amoràle cui Amoralìsmo e Amoralità (pref A privativo), Immoràle con Immoralìsmo e Immoralità (pref IN negativo) e da quella gr, invece, i vari Etica-ètica, Eticità, Etico-ètico, un Etos esplicito dal gr, il pref ETO per la composizione Etologìa con Etològico ed Etòlogo, Etopèa (col gr POIEIN fare-creare); fuori percorso Etosuccimmìde questo una straordinaria composizione con Etil-Ossi-SuccinicoImmide, ossia Etile-Ossigeno-Succino-Ammide. Il passaggio, o meglio una connessione di ETHOS abitudine con ETESIOS annuale (nel senso di ricorrenza abituale) ha condotto a Etèsio “vento periodico” dal lat ETESIAE già locuzione gr ETESIAI ANEMOI venti annuali con ANEMOS vento. Etichètta ed Etichettàre sono stati creati su calco franc ETIQUETTEETIQUETER e sembrerebbero d’altro percorso rispetto al tema gr ETHOS, purtuttavia, l’espressione regole del cerimoniale relativa ad Etichetta, attraverso lo sp ETIQUETA, lascia intendere ragionevolmente che il lat ETHICA già gr ETHIKA da ETHOS non è affatto estraneo. Dall’ingl TO TAG etichettare, l’ital ha adottato l’omologismo Taggàre in uso nel lessico dei computer. Pseudoetim, invece, sono i termini omonimi Etico-ètico questo dal lat HECTICUS tisico connesso col gr EKHO io ho cui HEKTIKOS ellissi della locuzione con PYRETOS febbre, che vale febbre continua-abituale, e Etico-ètico questo tratto dall’ingl ETIC staccato dal termine PHONETIC quale significato di funzione descrittiva anziché definitiva entro un sistema linguistico Dal gr AISTHESIS sensibilità-sensazione cui AISTHETIKOS armonioso, il lat AESTHETICA, l’ital conta Estèta dal gr AISTHETES con Estètica, Esteticità, Estètico, Esteticamènte, 990 Esteticìsmo, Estetìsmo, Estetìsta, Estetìstico, Estetizzàre Estetizzànte, eppoi il prefissato Inestètico (IN negativo) Inestetìsmo “lieve difetto fisico”, il composto Estetologìa Estetòlogo, il pref ESTESIO cui Estesiologìa, Estesiometrìa Estesiòmetro. \ Nuraghe Trullo Dammuso con cui con con Da Morra mucchio, nel tema med paleosardo NURRA mucchio di sassi, d’etimo preindoeur, discende Nuràghe 1, tipico monumento tronco-conico a grossi massi, utilizzati come dimore fortificate. Per inciso, dal lat MUTULUM pietra sporgente, donde Mùtulo trave sporgente, l’ital conta Mùcchio attestatosi come insieme di cose riunite (vrs da un’arcaica disposizione di pietre conficcate nelle terreno), cui il prefissato Ammucchiàre con Ammucchiamènto, Ammucchiàta e il doppio prefissato Rammucchiàre (pref RI AD); pseudoetim il lemma Mucchìgnero di voce sarda, pianta delle Rafflesiacee da Refflèsia “genere di pianta tropicale” derivato dal nome di T.S. Raffles (1781/1826). Il lat conta ancora ACERVUS mucchio, ammasso cui Acèrvo con un prefissato denm Coacervàre cui il devb Coacèrvo (CUM associativo), ed ancora Acèrvolo o Acèrvulo termine in botanica e in medicina. Il got conta RIKAN ammucchiare cui l’adattamento ital nell’omologismo Recàre con Recàta e Recàto, Recatòre Una pietra o una trave che sporge pare mozzata agli occhi di un osservatore; probabilmente, da questa sensazione è stato foggiato il verbo lat MUTILARE, da MUTILUS mozzo, cui Mutilàre con Mutilàto, Mutilamènto, Mutilatòre, Mutilaziòne, Mùtico dalla locuzione lat SPICA MUTICA mutila delle reste e Mùtilo, eppoi il termine Mùto voce mozza dal lat MUTUM silenziosoche può essere considerato d’origine onomatopeica della serie MU MU dallo sforzo vocale dei muti (Ved Camorro in terzina), cui Mutìsmo, Mutèzza, Mùtolo con Mutolèzza, l’onomastico Muzio dall’aggetivo MUTUS, Mutìlla (sorta di insetto), il glb ingl Muting. \ Fu G. D’Annunzio a coniare la locuzione Vittoria mutilata in riferimento al successo italiano nella Grande Guerra, questo avvenuto con enormi sacrifici e perdite territoriali. \ In percorso mer da NURRA, oltre a Morra, l’ital ha ereditato il snm Màrra mucchio di sassi, cui Maròcca e un raro Marìno (omn di Marino da Mare), Marrùbio “sorta d’erba perenne” o Marròbio o Marròbbio (da evitare poiché è l’omn di Marrobbio “livello del mare”) e Maròbbio cui Marrubìna, con l’omografo Màrra zappa dal lat MARRA d’identico tema med MARRA cui, in estensione, Marraiuòlo “guastatore militare”, Marràncio “coltellaccio da macellaio” e Marrascùra “arnese per nettare gli olivi”, infine il prefissato Smarràre che in pratica è snm di Zappare; la relazione tra sassi e zappa appare poco chiara, a meno che non ci sia stato un rivolgimento lemmatico nel contesto dei lavori nei campi. Smarrìre, invece, non sembrerebbe connesso con questo percorso, poiché è l’omologismo dal franc ant ESMARRIR già MARRJAN disturbare, con Smarrimènto e Smarrìto con la locuzione della parabola cristiana La pecora smarrita. Verso la fine del Settecento, a Roma fu coniato il termine Marràna o Maràna 991 per indicare una fossa d’acqua a scopi d’irrigazione, vrs connesso con Marra zappa per il lavoro dell’escavazione o con Marra mucchio di sassi per il conseguente mucchio di pietre prodotto, oppure in sovrapposizione. Il termine siciliano Marrubbiu, italianizzato Marròbbio (omn del botanico Marrobio) o Marrùbbio, che indica una rapida variazione del livello del mare, potrebbe avere l’identica e remota rad med del romano Marrrana; nulla osta, infatti, pensare ad una connessione comune con la rad del sct SARAS specchio d’acqua, svoltosi nel lat MARE laguna, per poi attestarsi nel corrente significato Mare. Dall’ar MUHARAM roba vietata, ma riferita alla carne di maiale, gli spagnoli coniarono MARRANO porco, passato poi dagli stessi spagnoli ad indicare l’ebreo o il musulmano convertito al cristianesimo; abusato nel veneziano Marrano, è stato esteso nel significato di spregevole, maledetto, scomunicato. L’ebreo di Spagna, inoltre, era discriminato con Sefardìta, dall’ebr SEFARAD Spagna. Oltre al tipico sardo Nuraghe mucchio di sassi, troviamo nelle Puglie il Trùllo, un manufatto mucchio di sassi dal tema gr-lat THOLOS TURRIS TRULLA ed ancora in gr tardo TRULLOS in gbz TORULLOSA tutti col significato finale di cupola. Trullerìa o Trullàggine valgono furbizia e ci piacerebbe porre questo termine in richiamo metaf ai Trulli, la cui copertura, stando alla tradizione, era montata a sera ed eventualmente smontata all’alba, per raggirare gli ordini del padrone, un conte di Conversano che proibiva la costruzione di tetti in muratura nella sua proprietà in agro Alberobello, toponimo questo che non sta da “un albero bello” ma dal lat (SILVA) ARBORIS BELLI ovvero Selva dell’Albero della guerra (BELLUM guerra), così denominata la quercia; infatti la zona, chiamata “selva”, ne era ricca, il cui ricordo sopravvive nel vicino toponimo Selva di Fasano. Omn di Trùllo, la nostra lingua elenca Trùllo quale ipocoristico di Citrùllo termine volg di Cetriòlo (questo o Cedriòlo o Cetriuòlo e Citròlo e) dal dim lat CITRIOLUM di CITRUS cedro delle Rutacee cui Citrullàggine, Ironia della coincidenza, allora, se Trullaggine è la furbizia dei braccianti di Alberobello, la Citrullaggine è quella dei padroni (proprietari della raccolta dei citrulli). L’ancora omn Trùllo scoreggia è della serie onomatopeica TR LL cui Trullàre (Dante). Il lat conta lo specifico CUCUMIS cetriolo cui Cucumària “il cetriolo di mare” che sta per Olotùria, della Classe Oloturoidèi o Oloturòidi, composto col gr HOLOS tutto e THURIOS impetuoso. Il volg mer conta CumarazzoCummarazzo “sorta di cetriolo” in connessione semant con CUCUMIS, anche se si potrebbe pensare ad un derivato in forma volg della composizione lat “CUM RATIO” che sta per “della stessa specie-razza (del cetriolo)”, dove si sovrapporrebbe il suff alterativo ACCIO-AZZO. D’etimo ar DAMUS volta, l’omologismo Dammùso è la tipica costruzione in pietra di Pantelleria e Lampedusa, con il tetto a volta. Il volg siciliano Dammusu vale anche prigione, vrs , in senso fig, dalla tradizione d’assegnare quelle isole a domicilio forzato. Sarà una coincidenza, ma Dammuso appare in connessione rad col termine 992 ol DAM che vale diga, ovvero un manufatto di pietre, vedi Amsterdam, che sta per diga sul fiume Amstel. Per associazione, queste due isole mediterranee sono ricche di capperi; Càppero, cui Capparidàcee (la Famiglia), un obsoleto Capperèto, è da un tema med KAPPAR passato nel gr-lat KAPPARIS-CAPPARIS. I nuraghi sardi, arcaici manufatti megalitici, sono figurativamente del tipo Torri corse, Specchie salentine, Sesi panteschi, Talaiot tirrenici. Il primo termine Sèse (a Pantelleria) risulta d’etimo ignoto mentre Talaiot è dal gr THOLOS il quale, nella civiltà micena e in altre, identificava gli ipogei dotati di una specie di cupola ogivale. 1 \ Cedri Il Cèdro deriva da due etmologie, fonte di equivoci: il Cedro del Libano è dal lat CEDRUS già gr KEDROS cui Cedrèla, Cedrèto, Cedrìno. Il Cèdro delle Rutacee, invece, è dal lat CITRUS cui Cedràia “sorta di pergolato”, Cedràngolo o Cetràngolo (inc con ANGURION cetriolo), Cedràre, Cedràta, Cedràto, ancora un Cedrèto, Cedricoltùra, Cedrìna o Cetrìna (sorta di arbusto delle Verbenacee), ancora un Cedrìno, Cedròne, Cedronèlla, ma vrs possiedono una comune rad d’origine, connessi con CAEDUS “adatto al taglio” cui Ceduo; incluso il percorso chimico fedele al lat CITRUS cui Citràle, Citràto, Cìtrico con la locuzione Acido citrico, Citrìna (ossia la Vitamina P presente negli agrumi), Citrìno. Pseudoetim è il termine Cedràcca “felce” o Cetràcca, un omologismo dal persiano SITARAK. CAMPO CAMPIONE CAMPANA CAMPO Càmpo è dal lat CAMPUS, che dà l’immagine di spazi aperti non essenzialmente agricoli, ma successivamente assimilati, come una piazza quale Campo dei fiori a Roma; non sono rintracciabili connessioni. Tra i suoi derivati e composti, indiretti o meno, l’ital conta Campàle, Campàre e Campicchiàre “vivere e vivacchiare” (con il lavoro dei campi) da una metaf agricola cui Campesìno, attraverso lo sp, snm di Contadino, Campàio o Campàro e Campière o Campièro “guardia campestre” i primi di tradizione toscana e i secondi siciliana, Campàta quale “spazio determinato”, Campàtico “tassa agraria”, Camperèccio snm di Campèstre, i dim Campètto e Campièllo questo per accezione “piazzetta veneziana”, Campàgna dal medv CAMPANIA, Campagnòlo, Campamènto (il mantenersi in vita), l’esot Campero (stivale da campagna), il termine glb Campos attraverso il ptg ma del tutto lat, il metaf dim Camporèlla costruito dal plur lat CAMPORA e che corrisponde al dim Campicèllo, i termini turistici il glb ingl Camper snm di Autoroulòtte, cui l’omologismo Camperìsta, e Campèggio con Campeggiamènto, Campeggiàre, Campeggiatòre, Campeggìsta e Campeggìstico; l’omn Campèggio o Campèccio è una sorta di albero nativo dello stato messicano Campeche. 993 Eppoi i composti Campimetrìa, Camposànto già Campo santo (snm di Cimitero entrambi adottati dal XIV sec) cui Camposantière e, con i pref, Accampàre (sistemersi in campo) con Accampamènto, Scampagnàta; il termine si ritrova nel franc CHAMPAGNE, cui il glb Champagne “sorta di spumante” con l’omologismo Sciampàgna cui Sciampagnìno, il fig Sciampagnòne questo inc con Compagnone, e Sciampagnòtta “sorta di bottiglia”. Ancora in percorso la pianura del Campidano l’ant distretto sardo, Campigiàna “sorta di mattone”relativo al toponimo Campi, Campobassàno quale relativo del toponimo Campobasso. Scampàre, con Scàmpo e Scampàto, in origine “sfuggire al gravoso lavoro dei campi” (pref S sottrattivo), cui il dim fig Scàmpolo nel senso di “rimasto fuori”, certamente non connesso con Scàmpo “gambero” omologato inv dal veneziano Scampo, il quale si suppone derivato dal greco KAMPE bruco con pref S intensivo. Da altre analisi, Scampare stava per ”sopravvivere ad un campo di battaglia” poi esteso genericamente “ad un pericolo”; nel volg, specie mer, Scampato vale “spiovuto”, vrs nel senso atavico di “ persone, animali e cose scampate al danno di allagamenti”. Capitolìno è da CAPITOLIUM attestatosi in Campidòglio, questo vrs da CAMPUS, quindi non sarebbe del percorso di CAPUT capo, come si potrrebbe credere. Il lat CAMPUS rimane inv negli Stati Uniti ad indicare la piazza centrale delle università, termine oramai glb in Campus quale cittadella per universitari. Ancora, tramite l’ingl, ci tornano Càmper, Càmping, Camperìsta. Legittimo della nostra lingua, il termine Càmpo, etim quale spazio aperto, che sta per area coltivata, misura veneta d’estensione terriera; ancora, vale giacimento minerario, luogo di combattimento o d’esercitazione, area per particolari servizi, attività o azioni, relativo all’araldica e alla numismatica, spazio fisico, visuale d’obiettivo. Campìre è l’estro artistico di uniformare cromaticamente il fondo o altre parti di un quadro, cui Campitùra. Il Càmpago (o Còmpago) era l’elegante e nobile calzare romano. Il lat conta il termine specifico RUS che vale campagna, nel senso di scorporo dall’incivilimento cittadino, cui il percorso Ruràle da RURALIS con Ruralità, Rùstico da RUSTICUS con Rusticàggine, Rusticàno, Rusticherìa, Rusticìsmo e Rusticità. I termini Rùsco dal lat RUSCUM “pungitopo” e Rùspa con Ruspàre e Ruspànte dal lat RUSPOR RUSPARI scavare per cercare cui la locuzione Pollo ruspante, potrebbero essere etim connessi con RUS, ovvero relativi alla terra della campagna cui ancora fig Ròspo, cui la locuzione 994 Rospo comune per questo anfibio anuro tutto ital, scientificamente detto Bufo bufo da Bùfo o Bufòne “rospo” di origine onomatopeica cui Bufonofobìa “la paura rospi”; il termine Rospo corrisponde allo specifico gr PHRYNOS donde l’ital Frinosòma con Frinosimàtidi (col gr SOMA corpo). Il Rospo dorato è una varietà che nel 2012 è considerata ormai estinta. Snm di Campàgna è Agro-àgro (omn di Agro “acre”) dal lat AGER campo – con il dim AGELLUS campetto - che dà questa volta il senso di campi lavorati, da rad AG condurre e dal lat AGRUM campi attorno alla città, cui Agràrio, Agrèsta con Agrèsto e Agrestìno “uva acerba” ma vrs il termine è sovrapposto ad Agro “acre”, Agrèste da AGRESTIS “sta in campo” con il suff STIS estratto da Stare, Agròstide “sorta di pianta” dal gr-lat AGROSTIS “gramigna”, eppoi una serie composta col suff adattato AGRI AGRO cui Agriartigianàto, Agricoltòre o Agrìcola, Agricoltùra, Agrimensùra con Agrimensòre (con il lat MENSURA misura) questo snm lat di Gromatico, Agroalimentàre, Agrobiologìa con Agrobiòlogo e Agrobiotecnologìa, Agrochìmica, Agroecologìa, Agroindùstria con Agroindustriàle, Agroingegnère, Agrologìa, Agrometeorologìa, Agrònica (con Elettronica), Agronomìa con Agronòmico e Agrònomo, Agrosistèma Agroecosistèma “campo coltivato”, Agrostèmma “sorta di pianta delle Cariofillacee”, Agrotècnico, il neologismo Agropiraterìa. Di vrs connessione è il termine Agriotimìa dal gr AGRIOTHYMOS temperamento fiero composto con AGRIOS fiero-selvatico e THYMOS animo. Dal lemma Agresto è sorta la locuzione Fare l’agresto oggi corrotta in Fare la cresta, cioè “rubacchiare sulla spesa”; tutto sarebbe nato dal fatto che chi era preposto alla vendemmia, invece di scartare l’uva acerba accantonava parte di quella buona per sé. Il lemma Agricoltura entra in locuzione quali Agricoltura biologica, Agricoltura intensiva, Agricoltura estensiva, Agricoltura transgenica, inoltre non è esclusivamente relativo alla produzione alimentare, poichè essa include, ad esempio, la produzione di legno, di cellulosa per la carta (dai pioppi), di piante per medicinali… Snm di Agricoltore è Contadìno, dal prvz CONTAT feudo di un conte, da Contàdo in lat COMITATUM cui Contadinàme, Contadinànza, Contadinàta, Contadinèsco, il prefissato Incontadinàrsi, eppoi Cònte attraverso il franc COMTE col fem Contèssa, Conte e Conti nella cognomastica, Contèa questo attraverso il franc COMTEE da COMITATUS che vale “territorio di un Conte”, ed ancora Viscònte e Viscontèssa attraverso il provz VESCONTE già lat VICECOMES col pref VICE al posto di… con Viscontàdo, 995 Viscontèa, Viscontèo questo anche relativo alla storica cognomastica milanese Visconti. Dal franc LANDGRAVE attraverso il ted LANDGRAF cui LAND Terra e GRAF Conte (del territorio), l’ital conta l’omologismo Landgràvio o Langràvio “titolo onorifico per conti e feudatari medv”, in percorso con l’omologismo Margràvio “conte di Marca” e Margraviàto “dignità del margravio e territorio di competenza” da MARKGRAF cui MARK marca, corrispondenti al Marchese e Marchesato. In ar FELLAH è contadino povero (cafone), cui gli omologismi Fellà attestatosi in aratore, Fellòne attraverso il lat medv FELLO col genitivo FELLONIS, cui Fellonèsco, Fellonìa, vrs in connessione rad con l’ar FELLAQ bandito cui Fellàga “appartenente ad una banda armata” attraverso il franc FELLAGHA. \ CAMP è quel movimento creato da Susan Sontag, che magnifica l’artificio artistico e il dandismo esistenziale, accogliendo benevolmente l’omosessualità; il termine, in prevedibile estinzione, sta ad indicare il “superato”. Memorabile il toponimo Camp David, la località USA dove, nel 1979, avvenne lo storico trattato di pace tra gli egiziani, guidati da Anwar Sadat, e gli israeliani di Menahem Begin, con la mediazione del presidente americano Jimmy Carter, dopo trentanni di guerra. Di cattiva memoria umana i Campi di Concentramento, inventati a Cuba nel 1895 dagli spagnoli, imitati dagli inglesi per i boeri nel 1910, adottati successivamente da tutti i paesi in conflitto armato. I Campi, da un verso, avrebbero dovuto “umanizzare” le guerre, per questo i prigionieri, invece di d'essere tradizionalmente giustiziati, sarebbero stati resi impotenti al combattimento - ed è questo che più conta nelle guerre - dall’altro, si sono rivelati lo strumento della più abietta deformazione della mente umana, dalle camere a gas ai forni, dalle torture ai veri e propri esperimenti chirurgici in vivisezione, tali forse da far rimpiangere i tempi delle semplici condanne a morte per i prigionieri di guerra. Il Campo è anche una struttura matematica o linguistica, uno spazio d’interazioni elettromagnetiche, vettoriali, gravitazionali... \ CAMPIONE Campiòne, dal lat medv CAMPIO-ONIS combattente in campo, d'origine franca KAMPJO; il termine Campione può allora tranquillamente essere tradotto in “il più bravo in campo libero” cui Campionàto, il dim Campioncìno. La semant lo ha successivamente idealizzato in “eroe, modello d’eroe” sino a “modello”, cui Campionàre, Campionamènto, Campionàrio, Campionarìsta, Campionatùra con Campionatòre, il termine industriale Campionìsta e il prefissato Accampionàre con Accampionamènto per accezione “campione quale mappa catastale”. Campionèse è il relativo del toponimo Campione d’Italia (cittadina italiana – modello italiano in territorio svizzero). Associato a Campione c’è il termine Primàto snm del glb Record, con Primatìsta, dal lat PRIMATUS astratto di PRIMARE primeggiare, questo verbo denm dall’ordinale PRIMUS primo (da 996 tre unità in poi) cui Prìma col poetico Prìa dal volg PRIA e Prìmo da PRIMUS cui l’onomastico Primo “il primo nato dei figli”, eppoi Primàrio, Primàte, Primàti (ordine a cui appartengono le scimmie), Primatìccio, Primàzia e Primaziàle, Primeggiàre, Primièro cui Primièra (fig “ un gioco delle carte” snm di un volg toscano Goffo, e “sorta di pasta da minestra” a forma appunto di semi delle carte) e, Primitìvo con Primitivìsmo, Primitività, un Primitìvo “sorta di vitigno mer”, Primìzia con Primiziàle, utilizzato anche nelle composizioni quali Primattòre, Primèvo, Primicèrio con Primiceriàle e Primiceriàto (con CERA sta per “il primo in elenco inciso su una tavoletta di cera”, attestatosi quale “capo di dignitari” o simili), Primìna “una classe elementare”, i botanici Primìna con Prìmula o Prìmola “sorta di pianta” dalla locuzione lat PRIMULA VERIS la prima in primavera e Primulàcee (la Famiglia), la locuzione “democratica” ricorrente dal lat PRIMUS INTER PARES primo fra gli uguali; eppoi, Dapprìma questo dalla locuzione Da prima, Prìa dal volg PRIA prima cui Priòra con Priòre, Prioràle, Prioràto, Priorità e Prioritàrio dal lat PRIOR che precede-anteriore-superiore (tra due unità), la locuzione A priori (opposta a A posteriori), donde Apriòri, Apriorìsmo, Apriorìstico e Apriorità, eppoi Prìsco con Prìstino e il prefissato Riprìstino con Ripristinàre da un ant PRIS dal valore di dapprima e da un ant suff TINUS attestatosi anche in sct. Il lemma Primàccio è pseudoetim, poiché è una errata attestazione da Piumaccio, questo dal lat PLUMACIUM. L’ital ha adottato i glb la locuzione bancaria Prime rate “tasso primario” con un Subprime, eppoi il televisivo Prime time” tempo primario” ossia l’orario di maggiore ascolto, l’enologico franc Primeur dalla locuzione VENTE DE VIN EN PRIMEUR vendita di vino anticipata (appena dopo la fermentazione), la locuzione inv lat Primus inter pares “primo fra uguali” una sorta di Re Artù in Tavola Rotonda con i cavalieri. Record, termine snm di Primato, cui il glb Recordman snm di Primatista, è copiato dall’ingl RECORD registrazione, tuttavia è l’erede del lat RECORDARI ricordare. L’albo dei record, o dei primati, è riconosciuto in ambito glb col termine Guinness (adottato dal 1990), dall’omn Casa Editrice che lo pubblica. \ Tra gli aggiornamenti dell’albo Guinness, si conta il record di una signora coreana che ha cantato ininterrottamente ben 979 canzoni in 59 ore e 48 minuti, dedicandolo al proprio compagno. CAMPANA Indirettamente, Campàna è un derivato di Campo; il lemma è d’estrazione toponomastica, dell'unica regione in cui erano costruite 997 le Campane, la Campania cui Campàno. Campania era Campagna per eccellenza, come già visto dal lat tardo CAMPANIA, ricercata fin dagli antichi romani, per fughe romantiche, politiche, seconde case, lussuria (Pompei, Ercolano). Il passaggio toponomastico sarebbe partito da Agro Capuano, nella zona di Capua, per attestarsi in Agro Campano ed infine in Campania.. Altri derivati, Campanàccio, Campanàio, Campanàrio cui la locuzione Cella campanaria, Campanàro, Campanatùra, i dim Campanèlla, Campanèllo e Campanìno, Campanìle con Campanilìsmo, l’accr Campanòne, Campànula con Campanulàto, i composti Campanifòrme, Campanulàcee (Famiglia nella tassonomia vegetale) e i prefissati Scampanàre denm di Campana col pref S durativo cui Scampanacciàta e Scampanìo, eppoi Scampanellàre denm di Campanello con Scampanellàta e Scampanellìo. Scampanàto è l’aggettivo “a forma di campana” dal Pp di Scampanare cui Scampanatùra. \ Storicamente, l’utilizzo delle campane come richiamo (adunate, allarmi…) pare risalga al vescovo Paolino di Nola nel V sec; nel 561, invece, risalirebbe la notizia, data da Gregorio de Tours, circa le installazioni di campane su apposite torrette, i futuri campanili \ Il Campanìno non è dim di Campàna, bensì una qualità di marmo che si estrae a Pietrasanta, che risuona tipicamente ai colpi della lavorazione. Il snm Tintinnìo di Scampanellio, con Tintinnìre e Tintìnno, eppoi Tentennàre e Tintinnàre, dal lat TINNIRE-TINTINNARE, cui Retentìre attraverso il franc TENTIR e il reiterativo RETENTIR, è dalla serie onomatopeica T N cui Tinnìre con Tinnìto e gli aggettvi Tinnànte e Tìnnulo, fedele al lat e associato a Frinìre dal lat FRITINNIRE cui Fritinnìre connesso con l’onopatopeico BHR N. Ad Alberto di Savoia (1798/1849) fu assegnato l’epiteto di re Tentenna, in aggiunta a il Magnanimo. \ Campanilismo Il Campanilismo, cui Campanilìsta e Campanilìstico, è, in forma di sentimento pressoché positivo, il grande amore per il proprio paese natale o adottivo, tale da privilegiare le relazioni con i paesani, il consumo dei prodotti locali, di trascorrervi sistematicamente le vacanze, od altro sullo stesso piano. Si muta in un eccessivo e pericoloso attaccamento qualora la preferenza vada a palese svantaggio del prossimo non paesano, addirittura a suo danno. Il Campanilismo, marcato di rivalità, egoismo o egocentrismo, è l’eredità lasciata dal tempo dei Comuni, protrattasi nelle Signorie, quando tra alleanze e leghe si dibattevano in conflitti anche bellici. La genesi, questa, di molteplici proverbi, ovvero di sentenze popolari che indicano, ad esempio, gli abruzzesi forti e gentili, i padovani impiccatori 998 d’asini, i piemontesi falsi e cortesi, i vicentini mangiatori di gatti, i fiorentini quali doghe di botte, i genovesi quelli che prendono e non rendono, i napoletani stretti di mano, i salernitani capaci d’ingannare anche il diavolo. \ Vanga Zappa Il contadino usa Vanga e Zappa; il primo, Vànga, è inv dal lat VANGA di origine ger, cui Vangàre-Rivangàre (questo anche fig), il fig Vangaiòla “sorta di rete”, Vangàta, Vangatòre con Vangatrìce, Vangatùra, Vanghèggia, Vangheggiàre, Vanghètta con Vanghètto, Vanghettàre, Vangìle o Vanghìle “asse metallica di traverso alla base dell’asta sopra la lama per spingerla col piede” snm di Staffa o Staffale, forse connessi col ted WANGE guancia, per la particolare forma dell’attrezzo, e tramite il long WANGJA guancia, infatti, l’ital conta Guància (dal XIII sec), snm di Gota, con Guanciàle, Guancialàio, Guancialàta, i dim Guancialètto e Guancialìno, Guanciàta quale “Schiaffo” in complanare con Guanciòne “Schiaffone”, e il prefissato Sguància con Sguanciàre e Sguàncio o Sguìncio. Termine alieno un mas Guàncio quale omologismo dal berbero attraverso lo sp GUANCHE, quale appartenente a una ant popolazione delle Canarie sterminata dagli spagnoli. Sguancìo, invece, pare sia la variante di Scancìo o Schiancìo, attraverso il franc GUENCHIR piegare ma non ci dovrebbe essere incertezza nel sancire la connessione con il tema indoeur WANGE-WANGJA-VANGA-Guancia, col quale è connesso il gr GENEION mento da GENYS mascella, il lat GENIA guancia, cui Genièno e il pref GENIO per composizioni quali Geniofobìa che indica la paura di non poter articolare la mascella, Genioglòsso (col gr GLOSSA lingua), Genioioidèo, Geniospàsmo. Curiosità etim è che dall’ingl FANG dente s’utilizza il termine VANG quale dispositivo draulico, ma nel volg ital esiste Vangale che vale dente molare (il dente che macina); la coincidenza, se non si tratti d’inc lemmatico, tra VANG dente e VANGA che taglia appare straordinaria. Zàppa è dal tardo lat SAPPA d’identico tema med SAPPA, con lenizione della s in z, presunta connessione con l’illirico ZAPP capro, per la forma dell’attrezzo che richiamava le due corna dell’animale; derivati il dm Zappètta con Zappetrtàre e Zappettatùra, l’accr Zappòne con Zapponàre e Zapponatùra, il denm Zappàre con Zappamènto, Zappàta, Zappatùra, eppoi Zappatòre o Zappadòre, Zappatrìce, un Zappicàre composti Zappacavàllo, Zappatèrrea. Gli spagnoli hanno ZAPATEADO, quale ballo caratterizzato dal battere dei piedi, come la zappa. NOBILE IGNOBILE IGNEO NOBILE Nòbile, dal lat NOBILIS, da NOSCERE conoscere. Il lignaggio di questo lemma è giustamente ant, derivato dal grado GNO della rad GENE generare. Da conoscibile (nobile) si è poi ristretto in conosciuto per la sua stirpe, per il suo gruppo famigliare (gens). Derivati essenziali e composti: Nobildònna con Nobiluòmo o Nobilòmo, Nobilèsco, Nobiliàre, Nobiliàrio “registro onomastico dei 999 nobili” altrimenti detto Libro d’oro della nobiltà, Nobilitàre con Nobilitamènto, Nobilitàto e Nobilitaziòne, Nobiltà o Nobilitàde, l’ironico o spregiativo Nobilùme (suff UME per collettivi), la locuzione glb franc Noblesse oblige “La nobiltà obbliga ad un certo comportamento”. Nobili sono anche alcuni gas conosciuti. Nobèlio è un elemento chimico che prende il nome da A.B. Nobel fondatore tra l’altro del Premio Nobel (1875) il cui ellittico è appunto Nobèl. Di contro, a mo’ di parodia, nel 1991 ci fu la prima edizione del Premio Ig Nobel il cui omologismo è Premio Ignobel calcando la pronuncia inglese, poi assegnato annualmente, riservato a una rosa di dieci autori che abbiano ottenuto risultati inutili o ridicoli nel campo della ricerca e della scienza. In ger ADAL vale “nobile” donde l’onomastico Ada, quale ipocoristico di Adele; per altre fonti, invece, Ada deriverebbe dall’ebr ADAH fronzolo. L’onomastica ADAL prosegue in Adelaide “nobile d’aspetto” (con HAID aspetto connesso con il suff ital OIDE dal gr (O)EIDES somiglianza) in complanare con Alice, Adelmo “nobile protettore” (con HELM elmo fig protettore), Adolfo “nobile lupo”(con WULF lupo), Alfonso “nobile valoroso” (con FUNS valoroso), Alice “aspetto nobile” (ancora con HAID aspetto) in complanare con Adelaide, il long Adalgisa “nobile freccia” (ATHAD nobiltà (versione sassone) e GISIL freccia) in percorso con Alida “combatte con nobiltà” (ATHAD e HILD battaglia); Aida, infine, non appartiene a questo percorso, poiché è dall’egizio EITI d’etim sconosciuto. Altro termine ger BERTH sta per nobile nel senso di celebre, cui Eriberto “celebre nell’esercito” (HARI esercito), Filiberto “celeberrimo”(FIL assai), Lamberto”celebre nelle sue terre” (con LAND territorio-paese), Norberto “celebre di origine nordica” (con NORTH nord), Umberto con l’ipocoristico Uberto e il dim Berto da HUMBERT composto con HUN gigante vrs utilizzato fig per amplificarne la qualità, nel senso di “celebre magno”. \ Nichilista Niente Nulla Per Nobile, ove s’intenda un atteggiamento o un punto di vista che riafferma tutti i valori tradizionali ed antichi, un suo contrario potrebbe essere il Nichilista, da Nichilismo, parola coniata dallo scrittore Turgeniev nel suo libro Padri e Figli del 1861 (in Italia si conformava lo Stato Unitario). Il termine designava il radicale russo, deluso dalle riforme, che intendeva attuare il pensiero del cambiamento sociale con ogni mezzo. Il termine Nichilista sarebbe passato così a identificare sia la rivoluzione nazista sia la Sinistra Radicale. Una derivazione falisca la ritroviamo etim in HILUM connesso col lat FILUM cui Fìlo, che avrebbe condotto al lat NIHIL nulla, vrs tramite la 1000 metaf nata dalla considerazione poco e niente come un filo, cui Nichilìsmo (il suff ISMO vale “dottrina-teoria”) e Annichilìre. FILUM filo è dal tema GWHISLO, cui Fìbra filamentosità-tessuto, inv dal lat FIBRA, coin Fibràto, Fibratùra. \ La locuzione Per filo e per segno indica una ant pratica da muratore: si tende un filo impolverato su una parete per lasciarvi al bisogno il segno di una linea retta.\ Tra le fibre sintetiche si contano i glb Nylon (1938) dall’ingl NITROGEN azoto, cui l’omologismo Nàilon, e Ràion di materiale cellulosico dall’ingl RAYON (1905), cui l’omologismo Ràion, connessi idealmente con COTTON cotone, entrambi marchi registrati. In percorso con Fibra l’ital conta termini medici e non, quali Fibròsi, Fibròso con Fibrosità eppoi il derivato Fibrìna “proteica” con Fibrinòso, Fibrinògeno, Fibrinolìsi e Fibrinolisìna, Fibrinurìa (suff URIA che vale “urina”), Fibroadenòma (suff patologico OMA), Fibroblàsto, Fibrocartilàgine con Fibrocartilagìneo, Fibrocèllula, Fibrocìstico, Fibrocìta e Fibrocìti, Fibroghiandolàre, Fibròide (suff OIDE “somiglianza”), Fibroìna (suff medico INA), Fibròma questo nel senso di “tessuto organico” col suff medico-patologico OMA, Fibromatòsi, Fibromatòso, Fibronectìna o Fibronettìna (col lat NEXUS legame-nesso e suff INA), Fibrosarcòma, il prefissato Defibràre; ancora il dim istologico Fibrìlla cui Fibrillàre (verbo e aggettivo) e Fibrillaziòne con gli opposti Defibrillatòre e Defibrillaziòne, infine i composti tecnologici Fibrocemènto, Fibroscòpio, la locuzione Fibra ottica, il glb ingl Fiberglass o Fibreglass dalla locuzione FIBER GLASS Fibra di vetro. Nel percorso con FILUM l’ital conta Fìla (collettivo) cui Affilàre (pref A allativo) “disporsi in fila” omn di Affilare “rendere tagliente”, cui il fig Defilàre con Defilamènto, Defilàto e il glb franc Defilè (corretto Defilé), Filàre “ridurre a filo” anche nel senso di “fondere” con, in locuzione, Filare l’oro e Zucchero filato, con Filàbile, Filàccia o Filàccica o ancora Filàzza con Filàccio, Filacciòne e Filaccicòso o Filacciòso, Filacciòlo o Filacciuòlo, Filàgna, Filamènto con Filamentòso, il marchio registrato Filànca (1965), la locuzione Filo di Scozia, Filànda con Filandàia, Filandière e Filandìna, Filàndra attraverso il franc FILANDRE, Filànte, Filàre questo sostantivo da Fila, Filària (parassiti) con Filarìasi o Filariòsi (suff patologico OSI), Filarìna “proteina” (suff chimico INA), Filàta e Filàto, Filatìccio, Filatòio e Filarèllo, Filatòre, Filatrìce, Filatùra, il glb ingl File (termine da computer che vale fila-archivio), il marinaresco Fileggiàre, l’esot franc Filet “filato”. Il verbo Filàre, tra l’altro, vale ancora fig “versare-scorrere” cui, in locuzione, Filare sangue, Filare vino, vale “correre” cui Filàrsela, il prefissato Difilàre con Difilàto, e la locuzione Filare come un razzo, vale “svolgersi” cui la locuzione Filare alla perfezione con Filatamènte “senza sosta” e Filastròcca 1 con Filatèra o Filatèssa; eppoi vale “intendersela amichevolmente o amorevolmente” vrs sovrapposto al gr PHILO “amico-amore” cui la locuzione Filare di comune accordo, il sostantivo Filarìno. Il Filo spinato nasce da un’idea di J. F. Glidden che la brevettò nel 1874. Infine, la locuzione In fila indiana che nasce dall’usanza dei guerrieri e cacciatori indiani d’America d’incedere uno dietro l’altro. 1001 Il percorso lat FILUM prosegue con Filètto termine fig “della vite” cui Filettàggio, Filettàre, Filettàto, Filettatòre, Filettatrìce e Filettatùra in complanare con Impanare e derivati; dal franc GODRON filettatura, l’ital conta l’omologismo Godròne cui Godronòre, Godronàto e Godronatùra snm di Zigrinatura. Prosegue con Filètto termine fig da macelleria per “muscolo psoas” cui Sottofilètto. Il percorso continua con Filièra, Filière, Filìno, Filòne (roccia) questo fig nel senso di “vena” cui Filoniàno, l’omn fig Filòne “che fa il filo” attraverso il franc FILOU, l’ancora omn accr Filòne con dim Filoncìno snm di Sfilatino relativi alle forme di pane, Filòso, Filòtto (ellissi per “fila di otto”), il dim lat volg FILICELLA cui Filzèlla con Fìlza, Filzètta “sorta di salame” e Filzuòlo; i composti quali Fildifèrro, Filifòrme, Filigràna o Filagràna o Filogràna (composto con “grano”) cui Filigranàto, Filigranatùra e Filigranoscòpio, Filipèndula (pianta erbacea, col fem di “pendulo”), Filobùs, Filodiffusiòne con Filodiffùso e Filodiffusòre, Filondènte o Filundènte (filo in “dente” del pettine, vale Tela di canapa), Filopiùma, l’utensile Filosecànte, Filoveìcolo, Filovìa con Filoviàrio e, con i pref, Affilàre (suff AD) “rendere tagliante” omn di Affilare “mettere in fila” con Affilàta, Affilàto, Affilatòio, Affilatòre, Affilatrìce, Affilatùra e la locuzione Affilare le armi, Infilàre (IN illativo) “introdurre” con Infilàta, Infilàto, Infilatòre, Infilatùra, i composti Infilacàppi, Infilanàstri, eppoi Infilzàre con Infilzamènto, Infilzàta, Infilzàto e Infilzatùra, Profilàre “delineare” (pref PRO) con Profilamènto, Profilàrio, Profilàto, Profilatòio, Profilatrìce, Profilatùra e Profìlo, Refilàre (pref RE per denm) “tagliare i margini o i bordi”. Un profilo di figura disegnata è detta in lemma glb franc Silhouette a ricordo del ministro Etienne de Silhouette (XVIII sec), così odiata dalla gente che il suo cognome passò a indicare qualsiasi cosa non definita. Eppoi Sfilacciàre da Sfilaccia con Sfilacciamènto, Sfilacciàto, Sfilacciatrìce, Sfilacciatùre, Sfilaccicàre da Sfilàcicca di Filaccica, Sfilàre con Sfilamènto e Sfilàta, Sfilatìno snm di Filoncino, Sfilàto, Sfilatùra, Sfilettàre da Filetto; snm di Sfilacciare (un cascame o altro pezzo di tessuto) l’ital conta l’omologismo Garnettàre, cui Garnettatrìce o l’esot Garnett e Garnettatùra, attraverso l’ingl Garnett nome adottato dell’inventore. Il percorso prefissato continua con Trafilàre con Trafìla, Trafilàto, Trafilatòre, Trafilatrìce, Trafilatùra, il giornalistico Trafilètto. I composti Controfilàre, Controfilètto, Contraffìlo con Contraffilàre, Controfìlo, Drittofìlo, Rettifìlo (con il snm Retto di Dritto), Serrafìlo, Sopraffìlo “tecnica di perfezionamento del ricamo agli orli”, Tirafìlo. Straordinario il lemma Sanfilìsta, una meteora linguistica ital transitata negli anni venti del secolo scorso, che stava per Radiodilettante eppoi Radioamatore, attraverso il franc SANS FILISTES ovvero senza fili. Filèno (sorta di insetto degli Emitteri), snm di Sputacchino, è termine alieno nel percorso, dal gr PHILAINOS questo il nome di un personaggio mitologico. Al percorso partecipa un dim plur corrotto da Filello in Fedelìni o Fidelìni o ancora Fidellìni “pasta in filamenti, generalmente all’uovo”. In snm con Annichilìre concorrono Annientare e Annullare. Annientàre, con Annientamènto, è il denm da Niènte 2, questo, con la 1002 variante Neènte e un glb ted Nix ellittico di NICHTS niente, è la composizione lat medv NEC ENTEM neanche un essere, attraverso le forme arcaiche di NEENTE, NEIENTE. Ente-ènte è dal lat class ENS, curioso Ppres dell’ausiliare ESSE essere, cui Entità e il verbo conposto Entificàre, il prefissato ABSENS Assènte questo Ppres di AB ESSE con i derivati Assentàre, Assenteìsmo; ancora, Essènza cui Essenziàle con Essenzialità, Essenzialìsmo ed Essenzialìsta, Essenzializzàre con Essenzialmènte, Essenzièro, in assonanza con Assènzio o Assènzo “pianta erbacea” questo dal pref lat ABSINTHIUM già gr APSINTHION connesso con il percorso di sentire il cui pref AB di scostamento alluderebbe al sapore amaro che si ottiene a seguito della macerazione. L’Assenzio, quale bevanda amara, era già nota tra i greci ant. La diffusione è avvenuta dal 1800. Dal ted WERMUT assenzio, transitato dal franc VERMOUTH, l’ital conta l’omologismno Vèrmut e Vermùt o ancora Vènmutte e Vermùtte coldim Vermuttìno. Il suff ENS cui Ente ricompare a formare i Ppres dei verbi, sovente sostantivati, vedi Dormiente, Corrente. Contrario di Assente è Presènte dal lat PRAESENS Ppres di PRAE ESSE con i derivati Presentàneo, Presentàre questo da PRAESENTARE denm di Presente, Presentatòre, Presentaziòne, Presentòsa “sorta di gioiello tradizionale abruzzese”, Presènza e, col secondo pref RE, Rappresentàre, Rappresentatìvo e Rappresentaziòne da RE PRAESENTARE; il prvz conta il sostantivo PRESENT dono (che viene presentato) cui l’ital Presènte semant inv. Il gr conta EIKAZO che sta per io rappresento, cui Icàstica e Icàstico rappresentativo e Icasticità dalla locuzione gr EIKASTIKE TEKHNE arte di rappresentare. Il pronome-avverbio Niente, nella versione sp è NADA, cui l’onomastico anarchico Nada. Annullàre, a sua volta, con Annullamènto, è il denm dal lat NULLUS nessuno, cui Nùlla 2, Nùllo e le composizioni Nulladimèno, Nullafacènza con Nullafacènte, Nullàggine, Nullamèno, Nullaòsta (col suff tratto da Ostare), Nullatenènza con Nullatenènte, Nullificàre con Nullificaziòne, Nullìsmo, Nullisomìa, Nullìsta con Nullìstico, Nullità, lo straordinario lemma Fannullòne che vale (chi) fa nulla con suff accr ONE, lemma da associare per un identico meccanismo di composizione a Falegname “(chi) fa legname”. Il Fannullone era l’epiteto del francese Luigi V (967/987) in aggiunta a l’Ignavo. Infine la locuzione glb informatica ingl NULLO MODEM “Modem nullo”, dove Modem sta per l’ipocoristico di Modulatore e Demodulatore. L’origine è in ULLUS, questo dim lat di UNUS uno, cui Adunàre o l’obsoleto Aunàre (lenizione totale della d) con Adunànza e il prefissato Coadunàre, Oncia-òncia o Uncia-ùncia con Onciàle o Unciàle dal lat UNCIA (quale unità di misura ponderale, dodicesima parte di un asse e poi dodicesima parte della libbra - in seguito moneta romana e borbonica) cui la voce Onza-ònza “ant moneta coniata a Palermo e Napoli”, Onciàrio, la e la locuzione Catasto onciario (sorta di dichiarazione dei redditi nel XVIII sec), 1003 Radunàre o gli obsoleti Ragunàre (epentesi della g), Raunàre (lenizione totale della d), con Radunàbile, Radunamènto, Radunànza o gli obsoleti Ragunànza e Raunànza, Radunàta e Radunàto o gli obsoleti RagunàtaRagunàto e Raunàta-Raunàto, Radunatòre o gli obsoleti Ragunatòri e Raunatòri, Radùno e Radunìsta, Uniòne e Riuniòne, Unitamènte, Unìre e Riunìre, Unimènto, *Unità o Unitàde e Unitàte, Unitariàno con Unitarianìsmo attraverso l’ingl UNITARIAN, Unitàrio con Unitarietà, Unitarìsmo e Unitarìsta, Unitèzza, Unitìvo, Unitizzaziòne, Unitòre, Unitùra, e il pref UNI, complanare di MONO, cui Unicellulàre, Unificàre e Unificaziòne, Unifòrme e Uniformità, Univalènte, Univàlve “unica valva”, Unìvoco. Da aggiungere il mitologico Unicòrno snm di Liocorno con la variante Alicorno, il quale tanto fantasioso non è, poiché nascono, pur raramente, caprioli e cervi con un solo corno sulla fronte invece della naturale biforcazione. L’anomalia morfologica era già conosciuta nel passato, tale da alimentare superstizioni (come ogni anomalia fisica) e ad ispirare iconografie e miti. Uniàte, invece, è dal russo UNIJAT da UNJIA unione è il sostantivo o l’aggettivo che indica le chiese o i fedeli staccatisi dal Cattolicesimo ma poi rientati serbando però l’autonomia. UNUS, che con l’aggiunta della negazione NE, è diventato NE ULLUS nemmeno uno, nessuno, ovvero NULLUS. Il cardinale lat UNUS deriva da un ant rad comune nelle aree celt, bal, ger (ted EIN, ingl ONE); col suff gr OIKO sarebbe divenuto UNUS OIKO eppoi UNICUS in lat e Unico-ùnico in ital. Uno-ùno è rappresentato anche da SEM (pref SEMI Ved Mondo...). Dall’ar AMAL Al GAMA “l’effettuare una uniore” l’ital ha adottato l’omologismo Amàlgama cui il devb Amalgamàre con Amalgamànte e Amalgamaziòne. Tra le più note filastrocche si contano Anghinghò, Ambarabà ciccì coccò, Giro girotondo e Ponte ponente. 2 Niente e Nulla seguono negli enunciati la costruzione relativa a Nessuno (Ved Nota 1 di Guardare… in Vezzo…) 1 \ Oncia e le monete romane L’oncia aveva valore di 27,25 grammi quale dodicesima parte della Libbra; da qui Asse (12 once) da AS (Ved Sala…) con Sestànte (2 once) da SEXTANTEM sesta parte di 12 once, Quadrànte (3 once) da QUADRANTREM quarta parte di 12 once, Triènte (4 once) da TRIENTEM terza parte di 12 once, Semìsse (6 once) dal lat SEMISSEM traducibile in Mezzàsse da SEMI AS mezzo Asse. Eppoi, al tempo di Augusto, Denario aureo (400 assi), Denario argenteo (16 assi), Sesterzio di oricalco (4 assi). Denàrio è la moneta romana di 10 assi (Ved Soldo….). Il sempliìce Sestèrzio da SESTERTIUM aveva valore di 2 assi e mezzo eppoi di 4 assi; l’etim è da SESTERTIUS NUMMUS già SEMISTERTIUS questo ipocoristico di SEMIS TERTIUS dall’originario valore metà di un terzo. Valori indicativi, infatti, poiché mutavano con i tempi e le svalutazioni. \ Tralice 1004 Il lat aveva ancora LICIUM per Filo da rad LIX, cui Allicciàre, Licciaiòla, Lìccio con Licciòlo (suff alterativo OLO), Tralìccio con Tralicciatùra dal lat volg TRILIUM già TRILIX a tre fili cui Tràlice, questo solo in locuzione avverbiale In tralice o Di tralice, e un fig marinaresco Stràllo o Stràglio “cavo dell’albero” col dim Strallètto, vrs sovrapposto a Tralcio con un pref S di valore intensivo. Con la rad LIX dovrebbe essere connesso il termine lat SUBLICA palo cui il ponte romano Sublicio fatto costruire dal re Anco Marzio; il termine SUPPLICIUM supplizio (del palo) sembrerebbe in sovrapposizione. IGNOBILE Per quei poveracci che non appartengono ad una Gens, spetta l’appellativo di IN-GNO- BILE non nobile con il pref negativo IN, che perde la N saldandosi con GNO. cui Ignòbile. La semant ne ha calcato la mano, così Ignobile è divenuto privo di dignità, meschino. Essendo il contrario di Nobile, ha il suo corrispettivo Ignobilità. IGNEO Esiste un ant primo membro di parola che si richiama al lat class IGNIS fuoco-igne, quindi Igneo-ìgneo da IGNEUS, Ignìcolo dal dim IGNICULUS, Ignìfero, Ignìfugo, Ignìto “acceso” quale Pp di IGNIRE accendere, Ignìvomo “che vomita fuoco”, Igniziòne su calco ingl IGNITION; eppoi, Ignitron-ìgnitron quale composizione di Ignizione con Elettrone. Il dio ind del fuoco Agni ed il termine lat IGNIS hanno vrs un’origine rad comune, a comprovare l’indoeuropeismo (Ved pref EU in Noto…). Le Rocce ignee indicano le rocce risultanti dal raffreddamento lavico. GAZZARRA GAZZETTA GAZZA GAZZARRA Dall’ar GHAZARA abbondanza, l’omologismo Gazzàrra vale chiasso-baccano ma con l’implicito di gente allegra, cui la variante volg romanesca Caciàra (omn di Caciara da Cacio) con Caciaròne. Allègro, cui Allegràre col prefissato Rallegràre (pref R) e Rallegramènto meglio Rallegramènti, Allegrànza, Allegrìa, è dal alt ALLECRUS connesso al verbo ALLICERE (AD LICERE) attrarre, sedurre da rad EL essere in movimento rintracciabile in Amb-ulare (Ved Ambo…), il sostantivo Mirallègro nato dalla locuzione Mi rallegro; Allegria (ricorrente nel 1535) è divenuto snm in Ilarità, questo adottato dal XIII sec, dal lat HILARIS già gr HILAROS allegro, cui Ilàre, i composti Ilarodìa e Ilarotragèdia (commedia) con Ilarotràgico, il prefissato Esilaràre con Esilarànte (EX intensivo); da non equivocare etim con Esile da EXSILIS (Ved Tela…), e gli onomastici Ilario esplicito dal lat HILARIUS, Lelio col fem Lelia 1005 impliciti dal gr LALOS scherzoso. Tornando al verbo LICERE legittimare, permettere, consentire… con il suo Pp LICITUS, l’ital ha coniato Lècere o Lecère, Lecitèzza o Licitèzza, Lècito (omn di Lecito da LEKITHOS tuorlo) o Lìcito cui Lecitamènte, Liceità con gli opposti Illècito o Illìcito, e Illiceità o Illeceità, eppoi Licènza o il più fedele al lat Licènzia da LICENTIA libertà e in senso fig sfrenatezza cui Licenziàbile con Licenziabilità, Licenziamènto, il gerundio aggettivato e sostantivato Licenziàndo “da licenziare”, Licenziàre, Licenziatàrio, Licenziàto, e Licenziòso con Licenziosità dall’aggettivo LICENTIOSUS, il fedele al lat Lìcere essere permesso con la terza persona del presente indicativo Licet si può che qualcuno avrebbe voluto italianizzare in Lèce o Lìce, che s’è svolto nel sostantivo col valore di “latrina” dalla formula scolastica Si può andare a gabinetto? ed infine Licitàre “libero per mettere all’asta” con Licitaziòne, dal lat LICITARE questo frequentativo di LICERE. Della stessa rad svoltasi in LAKW deriva Allettàre (omn di Allettare da Letto), cui Allettamènto, Allettànte, Allettatìvo, Allettatòre e Allettèvole, dal lat ALECTARE intensivo di ALLICERE attrarre questo dal prefissato AD LACERE, Delìzia da DELICIAE piaceri cui Deliziòso, questo con pref DE conclusivo e LACIO da LACERE, cui l’ipocoristico Lèzio o Lèzia con Lezioso, Leziosàggine e Leziosità, eppoi l’aggettivo Delicàto o Dilicàto con Delicatamènte, Delicatèzza, i glb l’ingl Delicius “delizioso” cui la locuzione Stark delicius “varietà di Melo” dove STARK vale “del tutto” e il ted Delikatessen “delicatezze quali prelibatezze”, Il percorso prosegue con Dilettàre da DELICERE sedurre tratto dal prefissato DE LACERE con Dilettàbile, Dilettànza, Dilettaziòne ed il suo devb Dilètto; l’omn Dilètto è il Pp di DILIGERE amare con Dilettànte, Dilettantìstico e l’omn Dilètto. In percorso, ancora Làccio con Lacciàia e Lacciòlo, col denm prefissato Allacciàre (AD allativo) cui Allacciamènto, Allacciatùra e Allàccio, eppoi un obsoleto prefissato (IN illativo) Illacciàre, dal lat LAQUEUS divenuto LACJUS nel volg da probabile discendenza semant da LACERE attrarre, cui Laqueàrio il gladiatore fornito di laccio e il prefissato Illaqueàre (IN illativo) “irretire”; il termine, volgarizzato Lazzu, si ritrova nel siciliano ‘ntirllazzu o ‘ntrallazzu (pref INTER) cui l’adattamento ital Intrallàzzo con Intrallazzàre e Intrallazzatòre, eppoi nello sp LAZO anche in senso fig di “legame d’amicizia” e nell’antitesi “insidia”, adottato in ital Làzzo nel senso di “atto o motto buffonesco” (omn di Lazzo da Latte). Lo si ritrova ancora dall’ant franc LIEM variante di LIEN laccio cui LIEMIER 1006 oggi LIMIER; l’ital ha adottato l’omologismo Limière attestatosi come “segugio”. Snm di Laccio (adottato dal XIII sec) è Guinzàglio (stesso sec) omologismo dall’ant ted WINTSEIL fune per la tenda, cui Guinzagliàre e Sguinzagliàre questo col pref S sottrattivo. Dal ted WINDE argano, cui l’omologismo Bìnda e il suo dim Bìndolo, è stato coniato il verbo fig Abbindolàre con Abbindolamènto e Abbindolatùra; il termine svoltosi nel long WIFFA, ha prodotto in ital Bìffa, Guèffa “matassa” con Aggueffàre, e Guìffa. In vrs connessione col primo, il long BINDA striscia di tela, dunque laccio, cui l’omn ital Bìnda e un potenziale dim Bìndolo; allora, il verbo Abbindolare sarebbe una sovapposizione lemmatica. \ Licenza poetica In premessa, occorre ricordare che l’articolo Lo (plur Gli) precede ogni termine che inizi per s impura, z, x, e gn, pn, ps. Seguiamo questo segmento di versi appartenenti alla poesia “Il sabato del villaggio” di Giacomo Leopardi. \...\ e qua e là saltando fanno un lieto romore e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore e seco pensa al dì del suo riposo \...\ È evidente nel quarto verso l’articolo il che precede erroneamente il termine zappatore. Seguendo la sequenza dei cinque versi si hanno tre settenari e due endecasillabi. Se il poeta avesse posto correttamente l’articolo Lo, il verso sarebbe risultato di otto sillabe, quindi un ottonario, non armonizzato con i settenari precedenti e creando di conseguenza una zoppicatura. Ottonario perché non sarebbe potuto accadere la saldatura della sillaba il con l’ultima di fischiando, insomma doil, grazie allo strumento poetico della sinalèfe, Un tale meccanismo è definito Licenza poetica o Libertà poetica, da non utilizzare in prosa e nel parlato. Pindàrico è il relativo di Pindaro il poeta gr (518/438 aC) cui, in locuzione, Ode pindarica e Volo pindarico, una particolare “licenza poetica” che vede il poeta passare repentinamente da un concetto all’altro, in definitiva è il passaggio repentino di un enunciato a un altro o altri, allo scopo di tessere delle similitudini per meglio far comprendere il concetto che l’autore vuole esprimere. La locuzione, nondimeno, sta assumendo anche valore di discorso farcito di incisi e con esito inconcludente o banale. \ Abbondanza Dal lat ABUNDANZIA, dalla composizione AD BUNDANTIA, deriva Abbondànza e Abbondàre dal verbo ABUNDARE; vrs connessione con Ubere-ùbere dal lat UBER fertile, cui il superlativo Ubèrrimo, lo sdrucciolo 1007 Ubero-ùbero o Uvero-ùvero “mammella”, da non equivocare con l’omn piano Ubèro o Ubièro omologismo dall’ar HUBARA otarda. Il percorso prosegue in Ubertà, Ubertòso con Ubertosità, e il prefissato Esuberàre con Esuberànte, Esuberànza, Esùbero (pref EX) in complanare con Esuperànte, Esuperànza da EXSUPERARE, questi in via d’archiviazione. Probabile connessione rad, invece, col tema med BUNYA recipiente rigonfio, cui il dim Bùgnola che sta per “paniere”, fig “banco degli accusati” e “cattedra” questa, in accezione, per gli accademici della Crusca; direttamente dal tema, Bùgna “pietra lavorata a punta di diamante sporgente da un muro” 1 cui Bugnàre e Bugnàto, o col mas Bùgno “arnia” cui Bugnerèccia “insieme di arnie”, il cui dim Bùgnola s’è attestato fig in “recipiente gonfio” eppoi “paniere”. Attraverso il franc, il tema med BUNYA s’è svolto nel franc BEIGNE bugna eppoi nel fig BEIGNET cui il glb Bignè “sorta di dolce o panino”; i lat già conoscevano una sorta di Bignè, e lo indicavano con LUCUNCULUS quale dim di LUCUUS pasticciotto, in connessione rad con LUCULENTUS luculento. Da non includere nel percorso il lemma Bignònia “Genere di arbusti” cui Bignoniàcee (la Famiglia) coniati a ricordo dell’abate J. Bignon (1589/1656). 1 Le bugne partecipano al rivestimento esterno del Palazzo dei Diamanti a Ferrara, del Palazzo De Matteis a Corato qui chiamato in volg U palazz de re péte pizzut “il palazzo delle pietre pizzute”. GAZZETTA Dal gbz GAZA tesoro, il dim Gazzètta starebbe ad indicare spiccioli, in altre parole una moneta di bassa lega coniata a Venezia. Per acquistare un giornale, nel 1543 a Venezia, bastava pagare due gazete; a Firenze occorreva il resto del carlino. Da qui l’illuminazione di chiamare Gazzetta e Resto del carlino i due giornali. Il primo nome di testata ha avuto più fortuna, perché oramai è assimilato a Quotidiano e Giornale, tant’è che ha avuto l’alto onore d’essere elevata a Gazzetta Ufficiale. Storicamente, il nome Gazzetta, quale snm di Giornale o Quotidiano, è stato in uso sino al 1900; la più vecchia è la Gazzetta di Mantova, stampata sin dal 1664, donde Gazzettìno e Gazzettìstico eppoi Gazzettànte e Gazzettière. GAZZA L’uccello Gàzza, altrimenti detto Pica o Ghiandaia, con la versione toscana Gàzzera e Gazzerìno, è un’attestazione fonetica dal lat volg GAIJA già GAIA, scherzosamente riferito sia al volatile dei Corvidi sia alla Gazza marina volatile degli Alcidi. In connessione fig l’aggettivo Gàzzo “di colore glauco” cui Gazzuòlo. La connessione pur fig con il sostantivo Gàzzo “berretto del doge di Genova”, invece, non pare così esplicita. Il lat GAIJA ha ispirato il prvz GAI vivace come una gazza, cui l’ital Gaiamènte, Gàièzza, Gàio da GAIUS cu il dim Gaiètto (omn di 1008 Gaietto variante di Caetto), l’onomastico Gaia, il quale è in concorrenza con Gaia (ispirato all’altro nome della divinità greca Gea, la cui omologa nordica è Jordr) e il lenito mas Caio da Gaio; pseudoetim un Gàia (omn di Gaia felice) dal lat CAVEA gabbia attraverso il genovese Gai, e Gaiètto (omn del dim Gaietto di Gaio) o Caètto dal prvz CAIET screziato. Il lat GAIJA e il prvz GAI sono connessi, in ambito comune indoeur, col celt GAIL allegria cui l’onomastico Galeazzo “che porta letizia”. Il mammìfero Gazzèlla è, a sua volta, l’omologismo con attestazione fonetica dall’ar GHAZAL, già voce africana GAZEL, attraverso il ptg GAZELLA. BRUTO BRUTTO BRUT BRUTO Brùto, d’origine osca, ci viene dal lat BRUTUS pesante. Nel percorso troviamo Brutàle, Brutalità, Brutalizzàre... Il Brutalìsmo fu coniato in Francia negli anni cinquanta, ricavato da BETON calcestruzzo BRUT, e indicava l'opera d’alcuni architetti (i Neobrutalìsti), i quali intendevano sfruttare le capacità espressive implicite delle strutture, sull'esempio del Brutalista storico Le Corbusier, autore dell’Unitè di habitation a Marsiglia 1948-54. In Italia, esempio di Brutalismo è l’Istituto Marchiondi di Vittoriano Viganò, a Milano, innalzato nel 1957. Il termine BETON calcestruzzo è l’evoluzione dal franc ant BETUN fango, cui l’ital Betonàggio, Betonièra, Betonìsta… da non equivocare con Betònica, questo dal nome di una stripe celtica dei Vettones, cui anche Bettònia, Brettònia, Vettònica. Il progenitore di BRUTUS è GWERE-U grave, che discenderebbe da un GWER inghiottire e si sarebbe attestato in area gr con BARYS e in sct con GURU figura grave, solenne cui l’omologismo Gùru. Dal tema GWERE-U sarebbe disceso il lat GRAVIS, cui Gràve, donde i vari derivati e fig nel senso di “pesante, duro, carico, incinta, lento nei movimenti, addolorato, opposto ad acuto” quale Gravàre con Gravàbile, Gravàme da GRAVAMEN, Gravamènto, Gravatìvo, Gravàto, Gravemènte, Gravèzza, un raro Gràvico, eppoi Gravidànza o Gravidèzza con Gràvida “incinta” con Gravìdico e Gravidìsmo, *Gravità o Gravitàde e Gravitàte cui la locuzione Legge di gravità, Gravitàre con Gravitaziòne e Gravitazionàle, Gravoso con Gravosità e Gravosamènte, che, con i pref, diventano Aggravàre con Aggravamènto, Aggravànte Aggravàto e Aggràvio (AD allativo), Ingravàre con Ingravescènza e Ingravescènte dall’incoativo INGRAVESCERE, Ingravidàre con Ingravidamènto (IN illativo), 1009 Sgravàre con Sgravamènto e Sgràvio (S sottrattivo), gli obsoleti Gravidàre cui Sgravidàre; G. Verga (1840/1922) ha coniato il composto fig Ingravidabalcòni per definire lo spaccone sedicente seduttore, capace solo di corteggiare i balconi delle donne. \ Febbraio 2016. Sono state scoperte le onde gravitazionali previste da Einstein. Le ha rilevate lo strumento Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory), in Usa, e i dati sono stati analizzati dalle collaborazioni internazionali Ligo e Virgo. Quest’ultima fa capo allo European Gravitational Observatory (Ego) fondato e finanziato da Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs). (ANSA) Il percorso prosegue con i composti Graveolènte con Graveolènza, Gravicèmbalo, Gravisonànte, il pref GRAVI da Gravitazione in termini quali Gravimetrìa con Gravìmetro, Gravitòne o Graviòne (ellittico di Gravità e Fotone), Gravitropìsmo snm di Geotropismo, Il termine Grève o Griève nasce dall’inc di GRAVIS grave col suo opposto LEVIS lieve. Dal rad GWER inghiottire dalla serie onomatopeica GL GL, l’ital conta Gòla, cui un Golàre “inghiottire” e i prefissati Sgolàrsi “affaticarsi con la voce” cui Sgolàto omn di Sgolato “scollato”e Soggolàre (SUB sotto) da Soggòlo (dal XV sec) ellittico di Sottogola. Il termine Gola vale anche nel senso di “ghiottoneria”cui Golòso, Goloserìa, Golosità e una corruzione in Gùlo giàtardo lat GULO che vale “ghiotto”, il prefissato Ingolosìre (IN illativo); eppoi il fig Golèna, Golètta (abbigliamento, omn di Goletta “navicella). Gramìgna dal lat GRAMEN erba-foraggio cui Graminàcee, col suff da GWER che sta per vorace (di colture), ma nulla vieta di aggiungere che, nel caso di Gramigna, ci sia stata una sovrapposizione con il tema med GRAMA contorcersi. Tra le Graminacee si conta la Dùra o Dùrra omologismo dall’ar DHURRA, lo Spàrto (omn di Sparto da Spartire) dal lat SPARTUM già gr SPARTON snm di Giunco marino dal quale si ricava la Carta di riso. Goliàrdo è un termine alieno in questo percorso, giacché deriva metaf da Golia, il biblico gigante avversario di David, cui Goliardàta e Goliàrdico. Il gr conta lo specifico LARYNKS gola cui Larìnge, Laringàle, Laringèo, Laringìsmo, Laringìte e il pref LARINGO per composizioni quali Laringòfono, Laringografìa, Laringoscopìa con Laringoscòpico e Laringoscòpio, Laringòtomo. In gola ci sono le Tonsìlle, questo dal lat TONSILLAE dim di TOLES “il loro gonfiore”, d’etimo sconosciuto, cui Tonsillàre, Tonsillectomìa (asportazione delle tonsille, termine composto con il gr EK fuori e TEMNEIN tagliare) con Tonsillòtomo, Tonsillìte 1010 questo col suff medico ITE che vale “malattia acuta”; si potrebbe supporre che il lemma Tonsille si sia sovrapposto al Pp lat TONSUS di TONDERE tagliare del tutto, perché considerate da asportare. BRUTTO Da Bruto ci sarebbe pervenuto il suo peggiorativo toscanizzato Brùtto, i quali avrebbero seguito sing dei percorsi semantici, differenziandosi. Derivati dal peggiorativo, Brùtta (copia), Bruttèzza, Bruttùra... BRUT Il termine Brut rozzo traslato dal franc, questo dall’ant BRYT, qualifica l’espressionismo spontaneo dei bambini, degli alienati e dei medium, quest'ultimi in trance; insomma al di fuori d’ogni ufficialità. Brut è anche il vino primitivo, che non ha subito la seconda fermentazione, ma è anche lo champagne secco \ Suffisso Prefisso VORO Suffisso OMNI ONNI Sono i derivati dalla rad (G)WER inghiottire, cui il gr BOROS che divora, il lat VORARE con Voràce, Voracità, Voràgine, Voraginòso. Divoràre con Divoratòre, col pref DE conclusivo, vale mangiare e chi mangia avidamente; attraverso il lat, l’ital conta il suff VORO che divora adattato per composizioni quali Carnìvoro e, in senso fig Idròvora questo con IDRO “acqua” vale quale meccanismo per lo smaltimento delle acque, con Idròvoro. Omnìvoro o Onnìvoro è dal lat OMNIS tutto, cui l’inv Omnium “di tutti”, Ogni-ògni o l’obsoleto Onni-ònni per il fenomeno della mutazione del gruppo lat mn nell’ital nn e gn, pertanto il pref OMNI, fedele al lat, per composizioni quali Omnìbùs, Omnidirezionàle, Omnipervasìvo, Omnisciènza con Omnisciènte, il pref complanare ONNI in Onniaccogliènte con Onniaccogliènza, Onnicomprensìvo, Onnidirezionàle, Onninamènte “assolutamente”, Onnipervadènte e Onnipervasìvo, Onnipossènte, Onnipotènte con Onnipotènza, Onnipresènte con Onnipresènza, Onnisciènza con Onnisciènte che conosce ogni scienza (per accezione relativo alla divinità), Onniveggènte con Onniveggènza; infine, nel percorso di OGNI, l’ital conta le composizioni Ognìndi che sta per “ogni dì” con epentesi della n, la locuzione D’ognintòrno (D’ogn’intòrno), Ogniòra meglio Ognòra, Ogniqualvòlta, Ognissànti da OMNES SANCTI tutti i Santi, Ognitèmpo, Ognùno. Nel percorso complanare dal gr BOROS che divora, cui BIBROSKO mangio, l’ital conta ancora un suff BORO per rari composti quali Ellèboro (col gr HELLOS cervo, indica una pianta delle Ranuncolacee, ricercata da questo animale) snm della locuzione Rosa di Natale, cui Elleborìna, Elleboreìna (suff chimico INA), eppoi Polìboro “molto vorace” riferito ad una specie di falco, con POLYS molti. In complanare con Vorace, l’ital conta Zàbro dal gr ZABROS vorace. 1011 PERDONO PERDONISMO PERDUTO PERDONO Perdòno è il sostantivo devb del lat medv PERDONARE ottenere la misericordia divina riscattandola attraverso (pref PER) una donazione (DONARE), termine adottato e diffuso dalla Chiesa sostituendolo a Condonare con cambio di prefisso. Perdonàre è tradizionalmente risparmiare la vita, non punire, in percorso, Perdonàbile, Perdonamènto, Perdonànza “terminologia cattolica”. In volg tarentino, i Perdòni sono gli incappucciati nelle processioni dei Misteri del Giovedì Santo. PERDONISMO Il Perdono è stata un'operazione finanziaria che aveva condotto alla soluzione delle scomuniche, grazie ad un’onerosa gratificazione alla chiesa. Una pratica di privilegio per i più abbienti che, tra l'altro, aveva contribuito, per reazione, alla scissione dei Protestanti. Perdonìsmo e Perdonìsta sono definiti l'atteggiamento e i favorevoli alla riconciliazione nazionale, dopo gli anni di piombo e quelli delle tangenti. Sapore di opportunismo politico, invece, potrebbero averli se affiancati all'evasione fiscale, alle atrocità di guerra, ai crimini dittatoriali, ai reati di mafia, di strage... per tali reati la storia semant dell'umanità non può concedere il perdono. PERDUTO Perdùto, Pp di Pèrdere, la cui composizione lat è DARE con pref PER al di là svoltosi in PERDERE. L’ital Pèrdere, letteralmente, metaf, realmente, può assumere molteplici valori, quali Pèrdita della capacità, della vista, delle cose familiari, della ragione, della vita... Cosa perduta, pertanto, etim è anche una donazione. In percorso semantico, il sostantivo adottato in musica Perdèndosi, Perdènte, Perdènza, Perdìbile con Imperdìbile (pref IN negativo), Perdimènto, Pèrdita, Perditòre, Perdiziòne, i Pp Pèrso (dal XIII sec, omn di Perso “scuro”) e Perdùto (dal XIV sec) cui Perdutamènte; eppoi i composti quali Perdifiàto, Perdigiòrno e Perdinòtte, Perdilègno (bruco di farfalla che rosicchia, disperdendo il legno), Perditèmpo, il prefissati Sperdùto quale Pp di Spèrdere, con pref S durativo, in complanare con Spèrso cui Spèrsola “sorta di tavolo da lavoro per caseifici”. Ancora il prefissato Dispèrdere, dal lat DISPERDERE dissipare col pref DIS intensivo, cui Disperdènte, Disperdènza, Disperdimènto, Disperditòre, Dispersività, Dispersìvo, Dispèrso e Dispersòre, dà l’idea della disseminazione, rispetto a Sperdere, il cui pref S durativo imprime un rafforzamento al concetto. Il lemma Dispersione, infatti, 1012 è da DISPERGERE con valore di “disperdere”. La semantica ha imposto i Pp Perso e Sperso in complanare a Perduto, Sperduto, lasciando solo Disperso da Disperdere. \ Vincere Vincolo Opposto a Perdere è Vìncere, questo inv dal lat VINCERE da rad WEIK combattere attestatosi in esito positivo - omn di WEIK scambiare (Ved Vece-Vice in Gene…) - Nel percorso di VINCERE, si conta Vincìbile, Vìncita, Vincitòre o il desueto Vintòre da Vìnto questo anche in desueto Vìtto (omn di Vitto “modo di vivere”), Vincìbile con Invincìbile, Vittòre da VICTOR supino di VINCERE, Vittòria da VICTORIA, derivato dal Pp VICTUS, con un poetico Vìnta “vittoria”, Vittoriàle, Vittoriòso, Vittrìce, il composto Vincipèrdi. In questo percorso si conterrebbe Vìttima, cui Vittimìsmo, Vittimìsta, Vittimìstico, Vittimizzàre e il composto Vittimologìa, dal lat VICTIMA, estratto dal Pp VICTUS, il cui suff farebbe pensare al lat IMUS che sta in basso, così come ogni vittima “caduta-stesa” per essere stata sacrificata, ma altra analisi farebbe derivare il termine dal rad WEIDH connessa col sct VINDHATE manca di (vita), nel percorso di Vedova da WIDHE-WA “manca di (marito)”. Il lemma Vìnci è fuori percorso quale omologismo dall’ingl WINCH argano, termine adottato in area glb con Winch “verricello”, eppoi Vinciàno relativo a Leonardo da Vinci in complanare con Leonardèsco, ed infine Vincisgràssi che nella culinaria marchigiana è sorta di pasticcio con lasagne, un omologismo poiché deriva dal nome del nobile austriaco WINDISCHGRATZ il cui cuoco avrebbe inventato questo piatto. Con i pref, Convìncere cui Convìnto e Convinziòne inv da CONVINCERE (COM d’intensificazione), Evìncere con Eviziòne questo nome d’azione da EVINCERE (EX conclusivo), Invìtto da INVICTUS (IN privativo), Pervicàce e Pervicàcia da PERVINCERE (PER attraverso), Rivìncere da REVINCERE (RE iterativo) e Rivìncita (RI di movimento inverso, sovrapposto al senso iterativo), Sopravìncere o Sopravvìncere e Stravìncere. Dal franc REVANCHISTE di REVANCHE rivincita, cui il glb Revanche l’ital ha ricalcato l’esot Revanscìsta (inizi ‘900), con Revanscìsmo e Revanscìstico, snm di un più ital Rivincìsta, ma questo con una sfumatura di “vendetta”. Il percorso onomastico conta Vincenzo dal Ppres VINCENS colui che vince col suo dim Enzo, gli espliciti Vittore e Vittorio e un ipocoristico Vito “bellicoso” in connesione col rad WEIK nell’accezione di combattere. L’estensione rad in WEI-EK, ha condotto al sct VI-VYAKTI abbraccia, alla mutazione in senso fig del lat VINCERE in VINCIRE legare cui l’ital Vìncido “appassito-flessibile”, Vincìglio, Vìncolo o Vìnculo da VINCULUM cui Vìncolàre, Vincolànte, Vincolatàrio, Vincolatìvo con Vincolatività, Vincolàto o Vinculàto, Vincolìsmo con Vincolìstico, eppoi Vìnchio o Vìnco (botanica) con Vincàstro, Vinchèto o Vincàia, il composto Vincibòsco (snm di Caprifoglio) e, con i pref, Avvìncere con Avvìnto, Avvincidìre, Avvincigliàre, Avvinghiàre questo dal tardo lat VINCULARE 1013 inc con CINGULUM, Divincolàre, Svincolàre-Svìncolo... Connesso con VINCIRE, il lat conta PROVINCIA territorio sottomesso, ma in origine stava per incarico da magistrato; l’ital ha mantenuto Provìncia quale significato corrente, con Provincialàto, Provinciàle, Provincialèsco, Provincialìsmo, Provincialità, Provincializzàre. \ In Italia, la provincia più piccola è quella di Trieste. \ BOTTA BOTTE COMBATTERE BOTTA Bòtta “percossa-colpo d’arma da fuoco”, più usato al plur Bòtte (omn di Botte “tino”), è un omologismo devb, derivato da un ant Bottàre “percuotere” cui il corrente Bottàta “frase-locuzione pungente” o metaf “costo eccessivo”, saldamente connesso con Buttàre; il cambio di vocale dipenderebbe dalla consolidata dizione sett. L’origine è got BAUTAN, in connessione con il franc ant BOTER spingere già BOTAN battere e, nel duplice significato di gettare e germogliare cui Bùtto “germoglio”; Getto è infatti snm di “germoglio”, benché il devb Bòtte, in complanare, si sia trasformato in menar le mani. Nel volg siciliano il verbo Buttare sta per spingere, in ossequio al franc ant BOTER, cui la voce Imbuttaturi, gli addetti al trasporto (a spingerla) la struttura mobile del santo in processione. In percorso da Bottare “colpire” si ha ancora Bòtto “colpo” e fig “stretta del torchio” (in tipografia) cui Bottèllo che tramite la metonimia è passato in “cartellino impresso”; col pref S intensivo si ha Sbòtto, Sbottàre, Sbottàta, che stanno per prorompere, comunemente riferiti alla risata, al pianto, ad una crisi di rabbia, d’ira... eppoi, da Buttare, si ha Buttàta, Buttalà “ant moneta piacentina” dalla locuzione Butta là, con i composti Buttadèntro, Buttafuòco, Buttafuòri, il militaresco Buttasèlla. Con il pref COM si ha Combùtta “accozzaglia di gente buttata lì” da un Combuttàre. Inaspettato nel percorso è Bottòne, fig dal franc BOUTON gemma botanica d’identica rad di BOTER, cui il termone botanico Bottonària “sorta di piante erbacea” con, in locuzione, Botton d’oro “sorta di ranuncolo”, Bottone d’argento snm di Tarmica, eppoi i termini per indumenti quali Bottonàto, Bottonièra, Bottonière, Bottonièro, il composto Bottinificio, i prefissati Abbottonàre con Abbottonàto, Abbottonatùra e Abbottanamènto, , Imbottonàre, Rabbottonàre o Riabbottonàre e Sbottonàre, questo anche fig “confessare senza alcuna reticenza” con Sbottonàto e Sbottonatùra. Esiste infine un Bùtta cui l’accr Buttòne che sta per “puntello” per accezione di sostegno alla volta delle gallerie, attraverso il franc 1014 BOTER spingere cui ancora in vrs connessione la locuzione glb BUTTES TEMOIN rilievo (spinta) testimone in terminologia geografica. L’omn Bòtta, al sing, è anche il derivato del ger BUTTA e sta per rospo, semant per brutta calzatura. Snm di Bòtte “percosse” è Bùssa, meglio Bùsse, devb da Bussàre vrs in metaplasmo dal lat PULSARE e assimilato a Tamburare “colpirebastonare”, cui Bussàta, Bussatòio, Bùsso “colpo” e Bussètto “attrezzo artigianale”. BOTTE Bòtte (adottato dal XII sec, corretta accentazione bótte), sing fem, snm di Tino (stesso sec) e omn del plur Botte “percosse”, è dal tardo lat BUTTIS, che dall’originario “vasetto” è divenuto via via un enorme contenitore. Altri derivati secondo il proprio percorso semantico o metaforico: Bottàccio “fiasco, damigiana”, ma anche “bacino d’acqua”, Bottacciòlo (rigonfiamento, anche organico) o Bottacciuòlo, Bottàio (l’artigiano) con il volg veneto Boter, Bottàle con Bottalàre e Bottalìsta, Bottàme “l’insieme delle botti in cantina”, Bottàta (ironia), Bottatrìce in riferimento alla forma rigonfia è un pesce d’acqua dolce, Bottàzzo (marinaresco) con una variante in Bottàccio, il fig Botticèlla carrozzella romana dal dim di tardo lat BUTTICULA con il mas Botticèllo “vaso di cristallo a forma di botte”, Bottìno pozzo nero cui Bottinàre (omn di Bottino preda e il relativo Bottinare, in connessione fig), Bottinàio e Bottinatùra. Botticelliàno e Botticellèsco sono relativi al pittore S. di Mariano Filipepi detto il Botticelli (1444/1510), ed anche qui la cognomastica è vrs ispirata al percorso di Botte originata da un soprannome. Eppoi l’ital conta i prefissati semant e fig, Imbottamènto, Imbottàre, Imbottatòio, Imbottatòre, Imbottatùra, Imbòtte (architettura), Imbottinàre “concimare col bottino”, Imbottìre “riempire come una botte” transitato dallo sp EMBUTIR con Imbottitùra, il composto Imbottavìno (un imbuto); il franc conta CAPITONNER imbottire, cui i glb chirurgici Capitonnage e Capitonnè. Dal dim lat BUTTICULA, attraverso il franc BOUTILLE recipiente da vino, l’ital conta ancora Bottìglia con Bottigliàio, Bottigliàta, Bottiglièra, Bottiglière, Bottiglierìa, Bottigliòne, con il prefissato Imbottigliàre (INH illativo) cui Imbottigliamènto, Imbottigliatòre e Imbottigliatrìce, eppoi la locuzione Bottiglia renana in relazione con Vino renano ossia il Riesling renano con la variante Riesling italico. Pseudoetim, l’oramai desueto Bottàna omologismo dall’egiziano BUTANA pelle di montone conciata, Bottàrga omologismo dall’ar BATRAH uova di pesce (muggine, tonno, pesce spada). 1015 In associazione, Caràffa, che vale “bottiglia dalla pancia larga”, omologismo dall’ar GARRAFA, cui Scaraffàre (pref S intensivo). La rientranza in fondo ad alcuni tipi di bottiglia (da vino), è definita Picùra, d’etimo ignoto; termine estraneo al percorso di Epicurèo, questo con Epicureggiàre e Epicureìsmo tutti relativi alla filosofia del gr Epicuro (341\270 aC), a meno che il nome non avesse una sorta di connessione fig col primo. \ Fiasco Flacone Bottiglia ha il suo snm in Fiàsco, questo dal got FLASKO cui Fiàsca, Fiascàio, Fiascheggiàre, Fiaschetterìa 1, Fiascòne; Fiasco è anche fig “fallimento” nalla locuzione Fare fiasco, vrs da fiasco rimandato vuoto, ma stando a un aneddoto, pare che tale locuzione sia stata coniata a seguito di una scena dell’attore bolognese Domenico Biancolelli (XVIII sec), il quale, interpretando Arlecchino, recitò un monologo con un fiasco in mano. L’insuccesso della scena provocò l’ira dell’attore che gettò via il fiasco incolpandolo. Il termine FLASKO svoltosi nel lat medv FLACCO ha prodotto Flacòne col dim Flaconcìno. Dallo sp BORRACHA fiasca, l’ital conta l’omologismo Borràccia, connesso col med paleoeuropeo BORRA corpo tondo; infatti lo sp BORRACHA vale donna gonfia di vino-ubriaca. 1 Nel milanese, Fiaschetteria, Bettola o Osteria, è indicata con Tràni, il toponimo della cittadina pugliese dalla quale s’importava una quantità significativa di vini. Tale fenomeno di trasposizione non è l’unico; a Foggia, ad esempio, un negozietto di generi alimentari è ancora indicato con Coratìno, foneticamente corrotto dal dialetto in Quaratino, dalla provenienza del proprietario di una storica rivendita da Corato. \ Pirata Bucaniere Filibustiere Per il lemma Piràta (adottato dal XIV sec), con i derivati Piraterìa, Piratèsco, Piràtico, inv dal lat PIRATA, dal gr PEIRATES che assale, si potrebbe pensare ad una ant connessione con PYR fuoco, poiché ogni assalto, sia di terra sia di mare, finiva in incendio; infatti, l’altro snm Bucanière (già in uso nel 1813) è l’omologismo dal carabico BOUCAN, questo uno strumento per affumicare le carni, ma che potrebbe essere stato utilizzato per indicarne fig la spada (lo spiedo). Omn di Bottino pozzo nero – ma evidente la connessione fig - e il relativo verbo Bottinare, è Bottìno preda cui Bottinàre “saccheggiare” e Bottinatrìce, omologismo dal franc BUTIN cui Filibùsta, Filibustière (adottato dal 1929), attraverso l’ol VRIJBUITER lemma composto e che vale libero di far (cacciatore di) bottino. Il got utilizzava RAUBA per Bottino o Preda, cui il denm RAUBAN omologato nell’ital Rubàre, già Robàre, cui Rùba, i fig composti Rubabandière “sorta di giuoco da ragazzi” e Rubacuòri o Rubacòri; il franc ha tradotto il got RAUBA in armatura o veste, vrs quale bottino di guerra, passato nell’ital Ròba già Ròbba, con Robàccia, nella semantica corrente “materiale in genere” e “stoffa” cui l’accr Robòna o Robbòna e il comnposto Robivècchi, ma anche nel glb franc ROBE vestito femminile cui la locuzione glb Robe manteau “sorta di vestito-soprabito”. Lemma alieno è Robiòla con i dim Robiolìna e Robiolìno “sorta di 1016 formaggio” dal toponimo Robbio. COMBATTERE Combàttere contiene la composizione lat volg CUM-BATTERE (battere con…) che ha raggiunto significati esponenziali estremistici batterci sino alla morte. In origine, il termine aveva una precisa giustificazione semant - battersi con le pietre, poi con i bastoni e, più tardi, con le spade - oggi, esso continua il suo percorso esponenziale ricorrendo alle armi da fuoco, a quelle nucleari… e non rimane proprio nulla di quel battere. Derivati espliciti: Combattènte, Combattentìsmo, Combattimènto, Combattività, Combattìvo, Combattitòre... Privi di pref, dal lat BATTUERE, che non ha connessioni altrove, diventano Bàttola, Battàna con l’affine Battèllo, Battitòre… \ Nel Trevigiano ricorreva una simpaticissima frase proverbiale-aforistica “Mi no vado a combatar”. L’aveva rilanciata Remigio Forcolin (biografia “Il conte d’Aci Castello – Remigio Forcolin e noi” SA, Ed Rebellato 1992), quale sottotitolo per il suo foglio satirico Cagnan, dal nome del coro d’acqua dantesco che s’accompagna con il più copioso Sile. Il regime fascista ritenne la frase pericolosissima per la propaganda e fece di tutto per censurarla. “Mi no vado a combatar” non avrebbe mai avuto odore di diserzione e certamente fu lo stesso imbecillismo politico, con i suoi timori, ad accendere ed alimentare una interpretazione di tradimento. “Mi no vado a combatar” era l'intento popolaresco di “non vado ad impicciarmi degli affari altrui” e Forcolin, maestro d’ironia qual era, la utlizzava a titolo delle sue ciacoe (chiacchere) di paese che riportava sul foglietto. Ecco, quindi, un esempio come gli avvenimenti possono incidere su di un tranquillo percorso semantico. Pochi, oggi, ne ricordano il significato di piazza, a beneficio di quello indotto dai censori. La stessa sorte toccò alla struggente canzone napoletana “Bei tempi di una volta. Bei tempi dove siete?” composta nel 1916; anche in questo caso, l’imbecillismo di regime non ebbe la cultura necessaria a comprendere che, in ogni luogo ed in ogni generazione, arriva il tempo quando la nostalgia delle cose passate si acuisce, rivolgendosi agli anni della giovinezza, senza ideologie o pensieri di sorta. \ CATTIVO RICATTO CATTOLICO CATTIVO Cattìvo, dal lat cristiano CAPTIVUS DIABOLI afferrato dal diavolo, indemoniato, derivato dal Pp di CAPTARE intensivo di CAPERE prendere (verbo denm da un CAPUS CAPERIS), svoltosi in CIPERE con normale passaggio della a in i, da rad KAP prendere cui, con i vari pref, Accattivàre che dall’ant “fare prigioniero” s’è svolto fig in “conquistare-ingraziarsi” con Accativànte e Accattivàto (AD allativo), Incattivàre (IN illativo) snm di Imprigionare, Incattivìre “diventare cattivo” con Incattivìto, eppoi Accettàre da ACCEPTARE (AD allativo) attraverso il Pp ACCEPTUS di ACCIPERE (AD allativo) con Accettàbile e Accettabilità, Accettànte, Accettàta, Accettaziòne, Accettèvole, il composto Accetilaziòne (dalla locuzione lat ACCEPTUM FERRE accusare 1017 ricevuta col Pp LATUS di FERRE portare), Accètto fig “gradito”, Accettòre e Acceziòne 1, Discettàre da DISCEPTARE (DIS dispersivo) disputare cui Discettatòre e Discettaziòne; eppoi Eccipiènte (pref EX col Ppres CIPIENS), Concepìre “elaborare, comprendere, ideare, intendere, assorbire” e, per accezione, “l’accogliere da parte della donna il seme di una nuova vita” da CON CIPERE (COM associativo), cui i desueti Concèpere e Concìpere, con Concepìbile e Concepibilità, Concepimènto, Concepìto e, in locuzione glb ingl, Concept car (CAR auto, idea per un prototipo d’auto), Concept provider (PROVIDER fornitore, vale ideatore multimediale), Concept store (STORE magazzino, vale centro commerciale con architettura d’avanguardia), Concètto (Pp CEPTUS) con Concettàre, Concettìsmo, Concettìsta, Concettìstico, Concettìvo, Concettizzàre, Concettòso e Concettosità, Concettuàle con Concettualìsmo, Concettualizzàre e Concettualizzaziòne, Concezionàle e Conceziòne da CONCEPTIO CONCEPTIONIS (per accezione, riferito alla Madonna), cui l’onomastico Concetta, il prefissato Contracceziòne attraverso l’ingl CONTRACEPTION da CONCEPTION concezione mutandone il pref, con Contraccettìvo da CONTRACPTIVE, snm di Profilattico e in complanare con Anticoncezionàle cui la locuzione Pillola anticoncezionale questa, appena composita e distribuita, considerata uno strumento di reato contro la stirpe. Ancora, Decipiènte “ingannatore” quale Ppres del prefissato DECIPERE ingannare da DE CAPERE, cui Decìpula “inganno”, e per accezione “laccio per ingannare (cacciare) i volatili”, Ecceziòne con Eccezionàbile, Eccezionàle, Eccezionalità, Eccezionàre da EX CIPERE. Da evitare la forma “più eccezionale” poiché l’aggettivo vale quale snm di “unico”, pertanto non può esistere la forma aggettivale “più unico”; da non equivocare però con la locuzione Più unico che raro poiché in tale caso il “più” non è riferito a “unico” ma vale come avverbio “soprattutto” o “maggiormente”. Incètta, Incettàre e Incettatòre da IN CEPTARE, Incipiènte Ppres da IN CIPERE, con l’inv Incipit-ìncipit “comincia” dalla terza persona sing del presente indicativo INCIPIT da IN CIPERE “incominciaredal capo”, e Incipitàrio, sovrapposto a CAPUT-CIPITIS capo-testa; eppoi Intercettàre attraverso il franc INTERCEPTER dal lat INTER CIPERE con Intercettamènto, Intercettatòre, Intercettaziòne, Intercètto, Intercettòre e Interceziòne da INTERCEPTIO INTERCEPTIONIS. Il percorso prefissato prosegue con Occupàre da OB CAPERE (pref OB di valore intensivo) con Occupàto, Occupatòre e Occupaziòne con Occupazionàle e il prefissato Disoccupàre con Disoccupàto e Disoccupaziòne (pref DIS 1018 separativo); eppoi Recipiènte quale Ppres di RE CIPERE ricevere con Rècipe inv dalla seconda persona sing del presente indicativo RE CIPE prendi e Recepìre, Recettòre o Ricettòre da RECEPTOR con Recettoriàle, Receziòne o Riceziòne da RE CEPTIO, Ricètta dal Ppass fem RECPTA di RE CIPERE con Ricettàre o Recettàre da RE CEPTARE, Ricettàcolo o Recettàcolo da RE CEPTACULUM nome di strumento del prefissato RE CEPTARE, Ricettàrio, Ricettatòre, e Ricettaziòne da RECEPTATOR che offre asilo, Ricettìvo, con Ricettività o Recettìvo e Recettività, dal Pp di RE CIPERE e suff durativo IVO, Ricettìzio o Recettìzio da RECEPTICIUS, Ricètto da RE CEPTUS astratto di RE CIPERE, l’esplicito Recèpere con Recepimènto ed ancora Ricèvere da RE CIPERE con lenizione di p in v, cui Recettìzio o Ricettìzio, Ricevènte, Ricevimènto, Ricevitòre con Ricevitorìa, Ricevùta e Ricevùta, il glb ingl Reception con Receptionist. Infine, Suscettànza da SUSCEPTUS Pp di SUSCIPERE prendere (col suff ANZA, francesismo su calco di Induttanza) e pref SUS che vale su di sé cui Suscettìbile, Suscettibilità, Suscettìvo e Suscettività; eppoi col pref PRE viene Precìpuo da PRAE CIPUUS prendere prima con valore di principale- fondamentale, da CAPERE, cui Precipuamènte. Dal desiderativo CAPERARE di CAPERE l’ital conta il prefissato Recuperàre o Ricuperàre con Recùpera, Recuperàbile o Ricuperàbile, Recuperabilità o Ricuperabilità, Recuperànte o Ricuperànte, Recuperàto, Recuperatòre o Ricuperatòre, Recuperatòrio o Ricuperatòrio, Recuperaziòne o Ricuperaziòne, Recùpero o Ricùpero. La sovrapposizione lemmatica di un ant ACCIPITER sparviero con ACCEPTOR uccello da rapina del sistema di ACCIPERE, questo inc con AVIS uccello, ha portato al prvz ASTOR, cui l’ital Astòre “specie di uccello”; l’ital conta ancora un Aucùpio dal lat AUCUPIUM uccellagione composto con AVIS uccello e CAPERE catturare, da non equivocare con l’assonante Aucùba (sorta di arbusto) questo omologismo dal giapponese AOKOBA. Altro verbo intensivo di CAPERE è CAPTIARE, cui un volg sett Cazar invariato attraverso lo sp CAZAR, svoltosi nell’ital Cacciàre col devb Càccia, questo anche componimento poetico astrofico, Cacciagiòne, Cacciatòre; Cacciàre vale ancora fig “emettere, estrarre, piantare, germogliare”, eppoi “nascondersi-ficcarsi” cui il riflessivo Cacciàrsi, “mandare via” cui i prefissati Discacciàre e Scacciàre, questo con Scacciamènto, Scacciàta, Scacciàto, Scacciatòre e Scaccìno (suff INO per mestiere), ancora i composti 1019 Scacciacàni “sorta di pistola a salve”, Scacciadiàvoli “artiglieria”, Scacciafùmo, Scacciaguài, Scacciamòsche o Cacciamòsche, Scacciapensièri “sorta di strumento musicale” idiofono che in Italia è tipico della Sicilia, snm Marranzàno poiché qui chiamato Marranzanu, presente anche in Sardegna qui indicato con Trumba o Trunfa vrs d’origine onomatopeica come Tromba. Lo strumento con alcune variazioni è presente in tutta l’Europa e parzialmente in Asia. In percorso, il dim Cacciarèlla, Cacciàta, Cacciatòra con Cacciatorìno, Cacciatòre, i composti Cacciasommergìbili e Cacciatorpedinière (nel senso di catturare), Cacciaspolètta, Cacciavìte (nel senso di estrarre o piantare). Dalla locuzione sp CAZAR LAS VELAS cacciare le vele, la marina ha adottato nella propria terminologia Cazzàre cui Cazzàme “bordame”. Il gr conta lo specifico THEREUO vado a caccia cui Terèvidi “Famiglia d’insetti”. La natura indemoniata del termine Cattìvo ha irradiato una ricca interpretazione semant: immorale, ostile, scortese, indisciplinato, vile, disgraziato, scadente, disonorevole, inutile, cagionevole, grave (malattia), sgradevole (cibo), indesiderato, malsano (clima), piovoso... insomma tutto ciò che è da imputare al diavolo. Da CATTIVARE, dal lat tardo CAPTIVARE, verbo denm da CAPTIVUS, c’è invece pervenuto l’astratto Accattivànte che sta per chi si merita (chi cattura) stima o affetto. Col pref IN illativo, infine, l’ital conta il meno astratto Incattivìto che designa “chi è diventato cattivo” per opera di qualcuno o di qualcosa. Secondo il percorso semantico, l’ital conta ancora Cattivèzza o Cattivèria (l’essere cattivo), Cattivèllo (oltre al compiacente dim di Cattivo, indica l’anello di ferro che salda il battaglio alla campana), Cattività (prigionia) cui la locuzione Animale in cattività. Immutato da lat CAPTARE, l’ital mantiene Captàre, cui Captaziòne, Captività, Captìvo in aggiunta a Capziòne e Capziòso. Il lat conta l’omn DETER cattivo dalla composizione DE ablativo col suff TERO che indica opposizione, cui il comparativo DETERIOR svoltosi nell’ital Deteriòre col denm Deterioràre cui Deterioràbile, Deterioramènto, Deterioràto, Deterioraziòne. Al di fuori della tradizione cattolica, CAPERE prendere, comprendere, capire ha prodotto Capàce da CAPAX CAPACIS in grado di poter prendere ovvero di contenere con Incapàce (IN negativo), Capacità da CAPACITAS con Capacitànza e Capacitàre, Capèdine dal lat CAPEDO “antico vaso”, Capère, Capiènza con Capiènte e Incapiènte (IN negativo), i volg mer Capasa e Capasone “vasi capaci”, utlizzati per la conservazione di olio, vino e di alcuni 1020 alimenti trattati quali olive, melanzane, peperoni. Capìre riuscire ad afferrare cui Capìbile. Càppio da CAPULUM e Capèstro che prendono questo da CAPISTRUM cui il lenito Cavèstro, l’esot Cabestàno attraverso il franc CABESTRE corda, il fig Capestrerìa, Capistèo o le varianti Capistèro, Capistèrio e Capistèio dal lat CAPISTERIUM “strumento che prende e monda, vaglia il grano” su calco del composto gr SKAPHISTERION con SKAPHE catino questo svoltosi nell’ital Scafo (galleggiante). Eppoi, Cattività da CAPTIVAS questo da CAPTIVUS prigioniero, Càtto “preso” (già dal 1294) dal Pp CAPTUS di CAPERE cui Cattùra da CAPTURA con Catturàre, Catturabilità e Catturàndo; termine rintracciabile nell’ingl CAPTURE cattura. Infine, Eccepìre, col Ppres Eccipiènte, da EX CIPERE con normale passaggio della a di CAPERE in e cui Ineccepìbile col pref IN di negazione. Non è difficile pensare, in un contesto indoeur, ad una remota connessione rad con il verbo ingl TO CATCH prendere-acchiappare cui i glb sportivi Catch “sorta di lotta libera” dalla locuzione CATCH AS CATCH CAN prendere come puoi prendere, Catcher “termine del baseball”, Catch-weight “prendi il peso” quale sorta di una corsa di cavalli, Il gr conta PHIMOSIS restringimento quale nome d’azione di PHIMOO stringo col capestro fig da PHIMOS museruola, cui Fimòsi questo termine col suff OSI medico-patologico. Omn di Chiappa “roccia” e Chiappa “natica” il volg toscano conta Chiàppa “presa” da Chiappàre, in metatesi da Cappio, con Chiappìno, Chiàppo (anche “anello”) dal lat CLAPPUS, il prefissato Acchiappàre e i composti Chiappacàni. Chiappamèrli, Chiappamòsche, Chiappanùvole o Chiappanùvoli, Chiappapòpoli. Infine, Calàppio questo inc con Laccio cui i prefissati Accalappiàre e Scalappiàre. Da Catto c’è pervenuto, quale volg di Accettare, Accattàre col pref AD e CAPTARE intensivo di CAPERE, cui Accattamènto, Accattatòre, Accattonàggio, Accattìno, Accattòne, Accattonerìa, e poi Raccattàre col pref RI ripetitivo, i composti Accattabrìghe, Accattafièno, Accattamòri (avventure amorose, “amori”), Accattapàne o Accattatòzzi entrambi snm di Accattone; Mentecàtto da MENTE CAPTUS toccato nella mente, cui Mentecattàggine. Nel volg odierno, esiste Accattare sia nell’accezione di prendere sia nel senso lato di acquistare-comprare, esiste ancora Capare per prendere scegliendo. Càtto indica anche il carciofo spinoso poiché è una equivoca traduzione, scientificamente CACTUS, dal gr KAKTOS. Il lat volg ha svolto CAPERE in CARPARE, cui la locuzione ognora 1021 valida inv dal lat CARPE DIEM prendi il giorno (giusto) ovvero cogli l’occasione, l’attimo prima che sfugga, l’ital Carpàre “afferrare”; ha svolto ancora in CARPIRE il class CARPERE cogliere frutti cui l’ital Carpìre e, dal suo Pp CARPUS col pref EX è nato Scàrso con Scarsità, Scarsamènte, Scarseggiàre e Scarsèlla (nel senso fig “con poco denaro”. I latini personificavano l’Attimo fuggente in Kairos, un semidioi figliuo di Giove, raffigurato con la nuca rapata. Il lat conta ancora CARPERE che sta per cardare la lana cui un volg CARPITA con valore di coperta donde il franc CARPETTE e lo sp CARPETA; da qui l’ital Carpètta con valore di “cartella burocratica”. Da CARPERE, con il normale passaggio della a in e cui CERPERE, si ha Eccerpìre o Escerpìre “estrarre da un testo” da EX CERPERE strappare e, ancora grazie alla variante del pref EX estrattivo in SCI, Scerpàre o Scèrpere, Scerpellìno, varianti Cerpellìno e Sciarpellìno, con Scerpellòne o Cerpellòne, Scerpellàto questo semant in rivoltato. Il lemma Excerpta “brani tratti da un autore” è direttamente dal Ppass del prefissato EXCERPERE trarre fuori (pref EX fuori). Fuori percorso, il lemma Càrpa, inv dal lat CARPA d’origine ted (KARPFEN) che avrebbe prodotto i vari Carpionàre, Càrpio o Carpiòne; il lat conta CYPRINUS carpione già gr KYPRINOS da KYPROS “pianta d’origine semitica” che per il suo colore ha dato i nomi ai pesci, cui i composti Ciprìnidi (la Famiglia) dal lat CYPRINIDI, Ciprinifòrmi (l’Ordine) e Ciprinodontifòrmi (l’Ordine) questo col gr ODONTOS dente e il lat FORMIS forme, tutti appartenenti al Subordine dei Teleostei. Ai Ciprinidi appartiene il Pìgo “sorta di pesce lacustre” (Lombardia e Veneto). Il termine Càrpio, con Carpiàto, indica fig una posizione del nuoto o della ginnastica cui la locuzione Tuffo carpiato. Carpigna, d’etim non trovato, è snm di Acetosella, Càrpine o Càrpino dal lat CARPINUM di origine preindoeur, invece, è un albero delle Betulacee, con Carpinèlla e Carpinèta o Carpinèto (suff ETO per collettivi). 1 Acceziòne, in linguistica, dal lat ACCEPTION ACCEPTIONIS vale “bene accettato quale significato”. Quale esempio, Librettista, per accezione, è chi scrive il libretto per un’opera musicale. \ Luccio Tinca Trota Oltre alla già analizzata Carpa, nelle acque dolci sguazzano Lucci, Tinche e Trote. Lùccio è dal lat LUCIUM, già ESOX ESOCIS, quindi ESOX LUCIUS, pesce appunto degli Esòcidi, questo dal lat ESOCIDAE della Famiglia Clupèidi cui Clupeifòrmi (l’Ordine), questi composti con il lat class 1022 CLUPEA svoltosi in CLIPEA1, cui Clùpeo scudo (dei soldati romani) con Clipeàto “il soldato col clipeo”, ma anche disco ornamentale (ex voto) e parte superiore del tegumento del capo degli insetti, con corruzione in CHIEPPIA cui Chièppia o Chèppia, snm di Alosa, che con l’Aringa e la Sarda appartengono alla Famiglia ittica dei Clupeidi. Altro snm di Chèppia è Làccia o Alàccia cui Lacciàra o Alacciàra e Lacciarèlla “tipo di rete”. Il Lucciopèrca o Luciopèrca è una sorta di pesce, composto con Perca, comunemente indicato con Sàndra attraverso il ted ZANDER ma di origine slava. Il luccio di mare è indicato con Sfirèna dal gr SPHYRAINA pesce martello cui Sfirènidi (la Famiglia) alla quale appartiene il Barracùda questo omologismo dall sp BARRACUDA di genesi indigena d’America latina, Sfìrnidi (Famiglia di squali). Tìnca, cui il fig Tincòne, è inv dal lat TINCA, pesce dei Ciprinidi. Tròta è il pesce della Famiglia dei Salmonidi, la cui vita media è di 10 anni, è dal lat medv TRUCTA da una voce dialettale sett, attraverso il franc TRUITE, cui Troticoltòre, Troticoltùra, i fig Trotinatùra e Trotìno. 1 Che vale “parte ritagliata” in connessione con i glb ingl Clip “fermaglio” e “stralcio di filmato” con la locuzione Clip art, eppoi Clipper “veliero” (che taglia le onde) omologato in una sorta di aeroplano. \ Fiala Vetro Cuccuma Borsa Tasca Marsupiale c Per associazione, un piccolo recipiente di vetro ermeticamente chiuso è detto Fiàla, cui Fialètta, i prefissati Infialàre, Infialettàre e Portafiàle, il composto Fialòfora “sorta di fungo” con PHORUS foro, dal lat PHIALAM di presunta origine egea e, diversamente da oggi, si trattava di un contenitore largo e piano (enantiosemia); anche per Vètro non si è risaliti alla rad, dal lat VITRUM cui Vetràio, Vetràme, Vetràrio, Vetràta o Vetrièra o ancora e Vetriàta e Invetriàta, Vetràto o Invetriàto, questo anche la patina di ghiaccio sulla roccia, Vetratùra, Vetrerìa, Vetrìgno, Vetrìna con Vetrinàre, Vetrinatùra, Vetrinìsta Vetrinìstica, Vetrìno, Vetriòla snm di Muraiola “sorta di erba” (indicata per pulire i recipienti di vetro), Vetriòlo, Vetròso, Vìtreo, Vitrìte, il prefissato Invetriatùra (tecnica per ceramica) e le composizioni Vetrificàre con Vetrificàbile, Vetrificànte, Vetrificàto e Vetrificaziòne, Vetrocàmera, Vetrocemènto, Vetroceràmica, Vetrocromìa, Vetrofanìa (procedimento particolare di colorazione, col gr PHAINOMAI appaio), Vetrorèsina, Vitrectomìa (chirurgia, asportazione del corpo vitreo e sostituito). Il gr conta HYALOS vetro cui il percorso ital, talvolta col valore di “simile al vetro”, Hyalofobìa che indica paura del vetro, Ialìno con Ializzaziòne e Ialinòsi (termini medici), Ialìte (suff ITE per minerali) e l’omn Ialìte (suff ITE per “infiammazione” del vitreo oculare), Ialòide con Ialoidèo (membrana oculare), Ialuronàto, il pref IALO per composizioni quali Ialoclastìte (col gr KLASTOS rotto e suff ITE per minerali “roccia”), Ialografìa, Ialòmero (ematologia, col gr MEROS parte), Ialòmma “Genere di zecche (con OMMA daauna rad indoer che vale “vedere”) Ialoplàsma, Ialosòma, Ialospònge o Ialospòngie (Classe di specie marina, col gr-lat SPONGIA spugna) snm di Triassonidi, Ialotipìa, Ialurònico (col gr URON 1023 urina) cui Ialuronidàsi “enzima”, la locuzione Acido ialuronico questa composta da Ialo-Glucuronico. La voce partenopea Cuccumella, pronunciata a Napoli, è il dim di Cuccuma, questo tradizionalmente un vaso di terracotta ma anche di rame. I veneti pronunciano Cògoma per l’identico oggetto. Da non equivocare con Cùrcuma “Genere di piante aromatiche” questo omologismo dall’ar KURKUM zafferano cui Curcumìna con suff chimico INA. La rad di Cuccuma dovrebbe essere mediterranea antecedente all’egemonia linguistica di Roma; infatti, in detta area il tema KUKKUMA vale recipiente e il lat l’adottò coniando CUCCUMA con il verbo COQUO “io cuocio”. La rad è diffusa in ambito indoeur, vedi CUISINER in francese e TO COOK in inglese. La Cuccumella, detta in volg napoletano, è la cosiddetta Caffettiera napoletana Ancora in area med, il tema TASKA vale borsa cui l’ital ricalco Tàsca con Tascàbile, Tascàta, Taschìna o Taschìno; in tema indoeur l’ingl conta TASK che vale “gruppo di unità navali” e fig “guppo di esperti”, vrs nel senso fig di “contenitore” cui la locuzione glb Task force “gruppo di forza per una specifica missione”. Bòrsa è dal lat tardo BURSA dal gr BYRSA pelle, quindi recipiente di pelle, cui Borsàio, Borsaiòlo o Borsaiuòlo, Borsàle, Borsàta, Borseggiàre con Borseggiatòre e il devb Borsèggio, i dim Borsello con Borsellìno e Borsètta questo con Borsettàio, Borsetterìa, Borsettiàre, Borsètto e il composto Borsettifìcio, un desueto dim Borsìglio, ancora i dim Borsìno e Borsòtto, Borsìsta dalla locuzione fig Borsa di studio, Borsìte (suff patologico ITE) dalla locuzione fig Borsa anatomica, il fig botanico Bòrsolo, i prefissati Disborsàre con Disbòrso, Esborsàre con Esbòrso, Imborsàre con Imborsatùra e Imborsaziòne, Rimborsàre con Rimborsàbile cui Rimborsabilità e Rimbòrso, Sborsàre con Sborsamènto e Sbòrso. Termine pseudoetim è Borsa “ gruppo d’agenti di cambio” (dal XVII sec) attraverso il franc BOURSE, dal nome della famiglia Van der Beurse che ospitava in casa i mercanti per trattare i loro affari (altre fonti affermano invece che si riunivano nella piazzetta sottostante la casa, cuui la locuzione Piazza affari), donde il composto Borsavalòri dalla locuzione Borsa valori, la cui storica istituzione risale al 1932 in Anversa, con Borsàro, Borsìno, l’omn Borsìsta e Borsìstico, il composto illegale Borsanèra con Borsanerìsta e Borsàro dalla locuzione Borsa nera. Secondo termine alieno è Borsalino “sorta di cappello da uomo” dal nome di una famiglia che lo ideò e lo diffuse dal 1901. Dal gr THYLLIS borsa l’ital conta l’anatomico Tìlla o Tìllo; alieno il termine Tilletiàcee (Famiglia di funghi) dal nome del botanico franc M. Tillet (sec XIX). Il lat conta ancora MARSUPIUM per borsa, fig anche “somma di danaro”, già gr MARSYPION, cui Marsùpio e Marsupiàle, meglio Marsupiàli quale tassonomia animale, e Marsupializzaziòne. Marsupiale per accezione è il Cangùro, questo omologismo dall’australiano KANGURU quadrupede transitato dal franc KANGOUROU che lo ha introdotto nel mondo occidentale nel XVIII sec. Altro marsupiale australiano simile ad un piccolo 1024 orso è il Koàla o Coàla (dato che l’albabeto ital non possiede la lettera K) omologato da KULA in lingua indigena; il verso del koala ricorda il raglio dell’asino. Un marsupiale è ancora l’Opòssum, termine questo di genesi alghonchina, appartenete alla Famiglia dei Didelfidi. Il gr conta PHASKO borsa cui Fascogàle (sorta di marsupiale, col gr GALE donnola), Fascolàrto (sorta di marsupiale, col gr ARKTOS orso), e Fascolòmidi (Famiglia di marsupiali, col gr MYS topo) con Fascolòmio (sorta di marsupiale) eppoi conta ancora THYLAKE borsa cui Tilacìno (sorta di marsupiale), Tilacòide (suff OIDE “somiglianza”, in termini medici); fuori percorso, Tilàka inv dal sct TILAKA seme di senape , per accezione il segno puntiforme degli indù sulla fronte. RICATTO Ricàtto, dal lat volg RECAPTARE, composto del pref RE (intensivo) e CAPTARE, è il devb di Ricattàre - letteralmente prendere in maniera intensa, afferrare - cui Ricattatòre, Ricattatòrio; in pratica, il Ricattare non è altro che l’azione del costringere a dare o a fare. Dall’ingl, si conta il glb Racket, termine in connessione indoeur, che sta per “organizzazione malavitosa per fini d’estorsione” ma anche per “feroce monopolio”, quindi “appropriarsi afferrando”. \ “Ricatto” è il titolo del primo film sonoro inglese del 1929 diretto da Alfred Hitchcock (1899/1980) \ Il termine Regàta, con Regatàre e Regatànte, nasce dal volg veneziano Regatar contendere, dal lat RE (pref denominativo) e CAPTARE. Dal lat EXCAPTARE, composto dal pref EX “fuori” e da CAPTARE, connesso con un tema SKAT erompere-schizzare, l’ital conta Scaturìgine, Scaturìre, il glb Scattering attraverso l’ingl TO SCATTER svoltosi in spargere; eppoi Scattàre che varrebbe (erompere per) cercare di prendere, afferrare, cui Scattànte, Scattìsta, Scàtto, Scattòso; Scattàre vale anche “balzare - riprendere un’immagine con la macchina fotografica - effettuare uno slancio durante una corsa - andare in un’improvvisa manifestazione d’ira”. Dal lat volg REEXCAPTARE, composto dal duplice pref RE (inversivo) EX (estrattivo) e CAPTARE, è giunto Riscattàre, letteralmente riprendere, estraendolo, cui Riscattatòre, Riscattàto, Riscàtto. Ricattare e Riscattare erano assimilati ed oggi il Riscatto (pagamento) pare abbia acquisito più concretezza rispetto al Ricatto (più psicologico). In versione gr Riscattato vale PRIAMUS cui l’onomastico Priamo oggi ricorrente alla memoria del mitico re di Troia, Priamo. CATTOLICO Cattòlico, cui Cattolicèsimo, dal lat tardo CATHOLICUS, dal gr KATHOLIKOS, è l’integrazione della locuzione avverbiale KAT HOLOU universalmente, dove HOLOS sta per tutto. I lemmi, 1025 alfabeticamente da Catechèsi istruzione del Cristianesimo passando da Catechìsmo la dottrina cui Catechèsi, Catechèta “chi insegna”, Catechètica, Catechètico, Catechìsta, Catechìstica, Catechìstico, Catechizzàre e Catechizzatòre, derivano dal gr KATECHESIS istruzione a viva voce cui Catecùmeno l’istruito, il battezzando con Catecuminàto. Il primo membro KAT(HA) conforme a… ricompare nel significato solenne di didattica e disciplina, in Càttedra con Catedràtico o Cattedràtico e Cattedràle dal lat CATHEDRA, già gr KATHEDRA, composto col gr HEDRA sedia, cui Kathisofobìa semitalianizzato Cathisofobìa “avversione psicologica nel sedersi (di dover stare in cattedra)”, il prefissato Concattedràle (un esempio è a Taranto con le due cattedrali di S. Cataldo, la storica e la moderna), eppoi Carrega questo attestazione veneta dal lat volg CATRECA e sta per sedia, così come Cadrega, col dim Cadreghino, attestazione sett dal lat CATHEDRA; eppoi Esèdra o Esedra-èsedra composto da EX HEDRA e sta per sedia fuori della dimora, ossia, il portico davanti casa munito di sedili per intrattenersi solennemente a conversare. Parèdra, nella mitologia, è la dea associata ad una divinità maggiore, come Opi (Abbondanza) considerata la paredra di Saturno; il termine è dal prefissato gr PARA HEDRA che siede vicino. \ In omologismo artistico cattolico, le paredre potrebbero essere identificate nelle figure di Sante dipinte intorno a Gesù, a Maria e allo stesso simbolo di Dio \ Tra cattivo e cattolico un legame esiste, quello della terminologia cristiana che li rende inconciliabili. La politica, da alcuni anni fucina di neologismi, ha coniato il pref CATTO quale indicatore anomalo di cattolico, componendolo con termini storicamente lontani dal Cattolicesimo, come nel caso di Cattocomunìsta coniato nel 1979 (da non equivocare con Cattofilo). \ Il Cattolicesimo, con l’adozione della Bibbia, del Credo Apostolico e Niceno, dei Concili, dei Sacramenti, dalla Liturgia, dalla presenza dei ministri regolarmente consacrati, è l’Universalità che insegna a salvaguardarsi dagli errori soggettivi ed oggettivi. Il Cattolicesimo vede nel Papa il Vicario o il Deputato di Cristo, un ruolo che gli Ortodossi Orientali non hanno accettato, separandosi nel 1054. Nel XVI sec; la Riforma separò i Protestanti a seguito di un’ulteriore rivolta contro il papato, i quali tuttavia continuarono a definirsi cattolici. Oggi, il termine è esclusivamente riferibile al Cattolicesimo Romano, quello che ubbidisce al Papa.\ \ Prefisso CATA Il pref è dal gr KATA connesso con KHAMAI verso terra, cui Càtodo dal gr KATHODOS discesa (con HODOS strada-via), con Catòdico e Catiòne questo composto con Iòne dal gr ION da IENAI andare 1 , in correlazione con Anodo-ànodo “salita” (pref AN) con Anòdico, Anodizzàre cui Anodizzàto e Anodizzaziòne, Aniòne questo composto con Ione. Il pref CATA-KATA ha assunto via via, vrs da antiche metafore, significato quale verso il basso, giù, contro, conforme a, relativo a cui Catàbasi 1026 (contrario di Anàbasi) ritirata, discesa dell’anima negli inferi. Catabolìsmo fenomeno biologico di espulsione organica. Catàclasi (col gr KLASTOS rotto) processo di frantumazione delle rocce. Cataclìsma precipitazione d’acque e per questo termine occorre una puntualizzazione: dal gr KATACLYSMOS e dal lat CATACLYSMUS, cui KLYSMA lavaggio, vale “inondazione” o “diluvio” pertanto è preferibile non associarlo ad eventi disastrosi estranei all’apporto delle acque; il gr conta infatti KATHAIRESIS distruzione cui il suff CATERESI. Catòcala col gr KALLOS bellezza (in riferimento alle ali posteriori di una farfalla), Catacòmba cimitero in basso, ovvero sotterraneo, Catacrèsi o Catàcresi caduta linguistica dal gr KATAKHRESIS abuso (snm di Acirologia), ovvero, definisce in una traslazione linguistica la mancanza di un termine proprio - come, quale esempio, Gamba del tavolo - in percorso con Anticrèsi dal ANTIKHESIS contro uso attraverso il franc ANTICHRESE (accordo per cui il creditore assume il diritto sui frutti dell'immobile del debitore, con l'intesa di detrarli dagli interessi dovuti), Catadiòttrica-Catarifrangènza luce in giù, ovvero, rifratta, Catàdromo che ripercorre in giù, nello specifico il pesce che torna in mare dalle acque dolci, Catafàscio crollo, in rovina con Scatafàscio (pref S intensivo), Catafìllo (col gr PHYLLON foglia) squame, scaglia da fogliame che cade in basso sul terreno, Catàfora “letargo” ma retoricamente “procedimento linguistico” che rimanda più giù nel testo, Catafràtta armatura pesante e Catafràtto difeso da armatura - termini questi composti col secondo membro Fratta o Fratto, Pp dal lat FRANGERE, valgono l’immagine del cavaliere e del cavallo protetti dentro l’armatura, ovvero sotto di essa - Cataglòsso abbassalingua termine medico, Catalèssi caduta della sillaba finale dal gr KATALEKSIS cessazione, in termine linguistico con Catalèttico e Dicatalèttico o Dicatalètto (pref DIS “due volte”), adottato in medicina quale caduta, ovvero, irrigidimento dei muscoli cui ancora Catalèttico, Catàlisi scioglimento, cui il ricorrente Marmitta catalitica, Catàlogo il mettere giù per iscritto le voci, ovvero una loro elencazione, Catàrro che scorre in giù cui i prefisati Accatarràre, questo con Accatarramènto e Accatarratùra (A allativo), Incatarràre (IN illativo) e Scatarràre questo con Scatarràta (S sottrattivo), Catàsta 2 collocazione di oggetti alla rinfusa (buttati giù a caso) cui Catastàre con il prefissato Accatastàre con Accatastàbile e Accatastamènto, Catàsto con Catastàle dalla composizione gr-biz KATASTIKHON (con STIKHON rigo vale “rigo per rigo”) e questa volta relativo alla conservazione (ordinata) di documenti riguardanti nello specifico terreni e fabbricati, donde il snm-omn Catastàre con il prefissato Accatastàre cui Accatastàbile e Accatastamènto, eppoi Catàstasi da KATASTATIS disposizione-collocazione (col gr STATIS stabilità) cui il termine astronomico e religioso prefissato con APO Apocatàstasi dal gr APOKATASTISIS ristabilimento, e Catasterìsmo da KATASTERIZO colloco tra gli astri (col gr ASTRON stella). Il percorso conta ancora Catalògna verdura dalle foglie molto sviluppate e che quindi si ripiegano, ovvero, pendono, Catameniàle mestruale, Catàmnesi o Catamnèsi raccolta di dati dell’ammalato successiva alla diagnosi (l’opposto di Anàmnesi che vale raccolta di dati per formulare una diagnosi), 1027 Catapècchia casa fatiscente, cadente cui Incatapecchiàsi quale voce del gerco giovanile adottata nel nuovo millennio, Cataplàsma o Cataplàsmo impiastro di medicazione (occorre immaginare il malato disteso, in giù, al quale viene applicato l’unguento medicamentoso), Cataptòsi dal gr KATAPIPTO cado giù vale “improvvisa caduta per crisi epilettica”, Catapùlta dal gr KATAPALLO scendo giù, Cataràtta o Cateràtta da KATARAKTES cascata composto col suff dal verbo gr ARDSSO io batto, Cataplessìa improvviso arresto, o caduta, muscolare e vale anche stupore o spavento, Cataràffio o Cataràffa dal gr KATARRAPHE cucire (legare) il tutto (connesso con Raffio) identifica lo strumento del calafato per eliminare le stoppe nelle commessure (quindi s’immagini un lavoro sottacqua), Catàrda dal gr KATARTAO lego termine marinaresco il mettere in giù verticalmente una cima da un pennone, Catàstrofe con Catastrofàle, Catastròfico, Catastrofìsmo, Catastrofìsta e Catastrofìstico dal gr KATASTHROPHE rivolgimento (col gr STROPHE di Strofa) termine retorico della tragedia greca passato vrs da una metaf nel significato di sciagura, Catatonìa con Catatònico caduta del tono muscolare. Categorèma o Categorùmeno, cui Categoremàtico, è dal Pp gr KATEGORUMENON predicato, da KATEGOREO io asserisco-attribuisco e dal sostantivo KATEGORIA attributo-predicato connesso con KATECHESIS istruzione a viva voce, e vale “accusa-parlare contro” ossia “ciò che è predicanbile di un soggetto”, in connessione di largo respiro con AGON (fig disputa), poiché indica le diverse relazioni tra persone, idee, cose; in percorso, Categorìa con Categoriàle, Categòrico con Categoricamènte e Categoricità, Categorizzàre e Categorizzaziòne. Infine Catèto linea che va in basso, Catòttrica o Catòptrica dalla composizione gr KATOPTRIKE dalla locuzione KATROPTRIKE TEKHNE arte degli specchi cui KATOPTRON specchio dove “verso il basso” assume il significato di riflessione, speculare cui Catòttrico o Catòptrico e Catottromanzìa o Catroptromanzìa. In percorso Catoptrofobìa, l’avversione per gli specchi. Il toponimo Catania risulterebbe dal gr KATAINE ossia AITNE Etna prefissatio Kata nel significato di giù-a terra dell’Etna; altre ricerche lo farebbero derivare dal prelatino KATINA (catino-bacinella) per la geografia a conca della città. Il termine Catìno dal lat CATINUS non ha altre connessioni, ma è vrs l’idea di utilizzarlo per lavarsi le mani immergendole giù, cui Catinòzza inc con Tinozza, eppoi, c’è l’immagine di lavarsi la faccia piegando il corpo in basso, verso il recipiente; derivati, il dim Catinèlla con Catinellàta, la locuzione Piove a catinelle, da non equivocare con Catilinària e Catilinàrio, metaf relativi alle orazioni di Cicerone (106-43 aC) contro il patrizio Catilina (108/62 aC). Catètere identifica lo strumento medico utilizzato nella parte bassa del corpo, vescicale, ureterale. Termine alieni nel percorso CATA, Catamaràno poiché questo è dal tamil KATTUMARAN zattera cui Trimaràno che vale Catamarano con pref TRI tre (a tre scafi), Catàrsi poiché questo è da Catàro dal lat medv CATHARUS già gr KHATAROS puro cui Catàrtico, il fig Catàrtidi (Famiglia d’uccelli), Catàro meglio Càtari con Catarìsmo, Catàrzo o Scatàrzo “seta grezza” questo dalla locuzione gr 1028 KHATARTEON SERIKON seta da purificare \ I Catari, o Albigèsi dal lat ALBIGENSIS (da Albigi, oggi Albi, in Provenza, il nome della loro capitale), erano gli eretici condannati dalla Chiesa; furono perseguitati e distrutti tra il 1209 e il ’22 \ 1 Dal gr ION da IENAI andare cui Ione, l’ital conta Iònico, Ionizzàre, Ionizzànte, Ionizzaziòne, il prefissato Disionìa (DIS alterazione) nella terminologia medica, eppoi i composti Ionoforèsi (col gr PHORESIS trasporto), Ionosfèra con Ionosfèrico, Ionosònda, Ionoterapìa; equivocabile col lemma Ionòne che è invece dal gr WION viola (con aferesi) col suff chimico ONE. Ionico da Ione è omn di Iònico da Ionia, questa antica regione della Grecia che prende il nome dalla stirpe degli Ioni, cui l’ordine architettonico Iònico, Ionìsmo e un satirico Ionadàttico (ionico ed attico); ancora omn di Iònico questo relativo al Mar Ionio o alle isole Ionie, tuttavia riguardanti la regione. L’associazione di ION da IENAI andare con il grande esodo dei greci andati a fondare la Magna Grecia attraverso il Mar Ionio non può essere una semplice coincidenza. 2 Catasta, dal lat CATASTAM, in origine “impalcatura dove si mostravano gli schiavi in vendita”, con la variante Calastra cui Calestrello. \ Concetto di Alto e Basso L’idea granitica di Basso e di Alto, così come è stata tramandata, comincia a scricchiolare. Era già avvenuto per espressioni quali Ammazzare, che dal significato originario di uccidere utilizzando la mazza, è passato al riferimento generico “con qualsiasi strumento”; Appiccare il fuoco, che dalla pratica di accenderlo allungando una picca, sulla cui punta era fissata una torcia accesa, oggi lo s’intende perfino con un sistema elettronico o telecomandato. È avvenuto per Piàtto dal lat PLATTUS, che, dopo aver attinto al gr PLATYS piatto, piano, largo, con tema PELA piatto, disteso, connesso con la rad PLT piatto, cui Piànta “del piede” (questo omn o sovrapposto a Pianta “arbusto”) con Plantàre e Soppiantàre col pref SUB, ai giorni nostri è finito per essere rimodellato concavo, incavato. Termine fig dal gr PELMA pianta del piede è Pèlta “sorta di scudo” cui Peltàsta o Peltàste “oplita fornito di pelta”, Peltàto “corredato di pelta” eppoi i botanici, in senso per la loro forma, Peltigeràce “Famiglia di licheni” (con suff dal lat GERERE portare) e Peltinèrvio “sorta di foglia” (con suff da Nervo per la nervatura delle foglie) Il franc conta PLAFOND soffitto composto con PKLAT piatto e FOND fondo che l’ital ha adottato così com’è Plafond e anche usando l’omologismo Plafòne. Da qui, ancora l’omologismo Plafonièra, cui Plafonatùra, dal franc PLAFONNIER questo un incrocio di PLAFOND con LUMIER. Nel percorso di Piatto si conta il dim Piattèllo, questo noto per vla locuzione sportiva Tiro al piattello ma indicante anche una sorta di pianta selvatica chiamata volg Ingrassa-porci o Costole d’asino. Il percorso prefissato conta fig Appiattàre “nascondersi” con gli iterativi Rappiattàre e Rimpiattàre, Appiattìre con Appiattimènto, il denm anche fig Spiattellàre col pref S sottrattivo, l’ancora fig Soppiàtto “nascosto (sotto un piano visivo)” col pref SUB. In connessione il glb ingl Flat (termine borsistico o relativo alle tariffe), dove FLAT vale piatto-liscio (non 1029 dimentichiamo che la lettera F nasce dalla pronuncia del gruppo PH) cui Flatboat “battello a fondo piatto” e Flatting “vernice lucida”. Snm di Piatto piano è Piòta da un suo complanare lat PLAUTUS largo, cui Piotàre, vrs il fig Piòtta “moneta in volg romano” e Impiotàre (IN illativo). Quale sarà il Basso e l’Alto durante i viaggi interstellari; qual è stato il Basso e l’Alto per gli astronauti in rotta lunare, qual è stato per i viaggiatori del MIR e quale per i nauti dell’ISS (Stazione Spaziale Internazionale). Il percorso semantico potrà vrs tradurlo nell’indicare Basso per “direzione Terra” e Alto “per la direzione prefissata”; all’interno nell’astronave non potranno che essere in relazione al tetto. Zènit e Nàdir andrebbero perduti quali punti della volta celeste segnati dalla verticale ideale che s’allontana da una base terrestre, attraversando l’osservatore dai piedi al capo, se non riaggiustati volta per volta in relazione alla posizione dell’astronave, la quale andrebbe però a configurare virtualmente la superficie del nostro pianeta. \ Bilancia Il lat, viepiù, conta il termine LANX per piatto dal tema med LANK piatto, cui il lat LANX, l’ital Lànce “piatto della bilancia”, Langèlla “orciolo” e Bilància “due piatti” cui, incluso Bilancia quale segno zodiacale, Bilanciàio o Bilancìsta, Bilanciamènto, Bilanciàre, il comando militaresco Bilanciàrm, Bilanciàto, Bilancière, il dim Bilancìno, Bilàncio, il prefissato Sbilanciàre con Sbilanciamènto e Sbilàncio; attraverso il genovese Bansigu da Bansa “bilancia” l’ital conta il marinaresco Bansìgo “tavola bilanciata” nel vuoto con le funi, allo scopo di poter lavorae fuori bordo, lungo la murata. Dovrebbe esserci una certa connessione tra il tema LANK ed il lemma franc LINK sinistra, poiché l’ital, apponendovi il pref BIS foneticamente adattato, ha coniato Bilènco, intensificandolo in Sbilènco “sbilanciato a sinistra”; poi, incrociandolo con lo sloveno BEZIAK stupido il toscano ha ottenuto Bislàcco già Bislàco, così attestatosi in ital. Il tema LANK ampliatosi in LANKA ansa ha condotto a Lànca acqua stagnante (in un’ansa fluviale), termine attestatosi dal ligure. Sempre in lat, avevamo il termine SCUTELA con la variante SCUTELLA dim di SCUTRA piatto, cui l’ital Scodèlla con Scodellàre, Scodellàta, Scodellàto, i dim Scodellètta e Scodellìno; in vrs connessione Scùcchia “mento pronunciato” fig “sorta di scodella” con una corruzione in CCHIA da SCUTELA simile a Secchia da SITULA. Incrociando PLATYS (per la sua forma schiacciata) con BLATTAPLATTA insetto di tema med, il lat ha ottenuto il dim BLATTULA svoltosi nell’ital Piàttola. Da BLATTA resta inv l’ital Blàtta con Blattoidèi “Ordine d’insetti” e Deblattizzaziòne. Attraverso il mer, l’ital conta l’omologismo Marpiòne con Marpionàggine, ereditato dal franc MARPION piattola. \ La Bilancia due piatti è nota sin dal 5000 aC in Egitto, La bilancia di Nakkada, rimasta praticamente inalterata sino ai nostri giorni, ma alfine in via d’estinzione a causa della tecnologia computerizzata. In Egitto era attribuita al dio Osiride per la pesatura delle anime nell’Aldilà e sovente appariva nell’iconografia di Ammon, omologata nel cristianesimo come simbolo del giudizio divino. Il mondo romano pagano la voleva quale logo di Mercurio, il protettore dei commercio e dei ladri e in età cristiana omologato nelle raffigurazioni dell’Arcangelo Michele. / \ Largo Ampio 1030 Làrgo è dal lat LARGUS d’origine ignota ma indoeur, cui Largìre, Largiziòne, questi anche con il pref EX cui Elargìre, Elargiziòne dal lat tardo ELARGIRI. Snm di Largo è Ampio-àmpio dal lat AMPLUS, cui Ampièzza e, in forma esplicita, Ampliàre, Amplificàre, Amplitùdine, Amplo-àmplo questo in complanare con Ampio. \ Azimut Zenit Nadir Dall’ar AS-SUMUT, plur di AS-SAMT direzione, è derivato l’omologismo Azimut, termine che sta per l’angolo compreso tra il piano verticale passante per l’astro e il piano meridiano di chi osserva. Dall’errore di trascrizione da parte di un amanuense dell’ar SAMT in SANIT, è invece originato l’omologismo Zènit, che sta per “il punto celeste” dove va a toccare la verticale passante per l’osservatore, cui Zenitàle. L’omologismo Nàdir, cui Nadiràle, infine, ancora dall’ar NAZIR transitato dallo sp, indica semplicemente opposto (allo zenit), vrs connesso col termine ebr NAZIR attestatosi nel senso di separato. LIBRO TOMO LIBERO LIBRO Lìbro, dal lat LIBER, la sottoscorza degli alberi sulla quale si scriveva prima della diffusione del papiro, o di una sua alternativa; in questa semantica permangono Liberiàno attraverso il franc LIBERIEN snm di Libròso (termini botanici); l’omn Liberiàno è relativo a Liberio, il papa dal 352 al 366. Libro, dunque, è in presumibile connessione con LUBU scorza in slavo ant. Derivati, Libèrcolo dal dim lat medv LIBERCULUS, Librerìa, Libràio, gli aggettivi Libràrio e Librèsco questo attraverso il franc LIVRESQUE da LIVRE libro, Librètto con Librettìsta e Librettìstica, la locuzione ital-ingl Libro game (con GAME gioco), il prefissato Allibràre “registrare in un libro” con Allibramènto e Allibratòre; termine alieno Libùrna dalla locuzione lat NAVIS LIBURNA nave dei Liburni, gli ant navigatori dell’Adriatico. Libro bianco indica un testo in cui è approfondito un determinato argomento, locuzione vrs attinta alle Tavole bianche dove i romani trascrivevavo le ordinanze dei pretori. Inv dal lat daEX LIBRIS, vive e vegeta ai nostri giorni la locuzione Ex libris che sta per etichetta da apporre ad un libro per fissarne la proprietà. Altro derivato è Libèllo, dal lat LIBELLUS, che da innocuo dim di LIBER è divenuto uno scritto diffamatorio o di pretese legali, autore il Libellìsta e Libellìstica il genere. Da non assimilare a Lìbra “bilancia” esteso dal lat LIBRA quale unità di misura che valeva circa mezzo chilo, cui Libèlla o Livèlla (dal dim LIBELLA), Libràle, Libramènto, Libràre “fluttuare come i piatti di una bilancia”, Libràto, Libratòre, Libraziòne e Libèllula “che 1031 tiene le ali sbilanciate”, con suff che rafforza il già dim LIBELLA da LIBRA, cui la locuzione Libellula depressa a causa del suo addome piatti, e neppure a Lìbbra “unità di peso” sempre dal lat LIBRA, tutti derivanti dalla rad LIDHRA. Dal lat LIBRA, poi, deriva ancora l’ital Lìra, già nel sistema monetario carolingio, cui Lirètta, l’unità monetaria sostituita dall’Euro, e attraverso il gr LITRA dodici once l’ital Lìtro con Mezzolìtro. L’omn Lìra, lo strumento musicale a corde è dal lat LYRA, cui Liràto, Lìrica (poesia accompagnata dal suono della lira), Liricità, Lìrico, Lirìsmo, Liròne (accr), il fig Lirùro “sorta di uccello”, il prefissato Sliricàre o Sliricizzàre (S sottrattivo). \ Nel 1941 il presidente americano T. Roosevelt definì’ gli italiani “una massa di cantanti lirici”\ La Lira che circolava nel Lombardo-Veneto durante l’occupazione austriaca era detta Svànzica omologismo dal ted SWANZIG venti soldi. Da non equivocare con Svàstica, antico segno preistorico dal sct SVASTIKA di SVASTI proprietà. \ Da un’indagine CENSIS, nel 1998, in Italia, l’11,5% dei giovani tra i 15 ed i 20 anni non ha mai letto un libro mentre il 40% ne ha sfogliati almeno due. Gli autori più conosciuti risultano ancora i tradizionali I. Calvino, S. King e P. Levi; i nuovi, quali I. Allende, J. Kerouac e D. Pennac, sono i preferiti al Nord. Nel 2006 il 46% dei bambini italiani d’età compresa tra i 6 e i 10 anni ha letto almeno un libro, rispetto al 58% dei loro coetanei spagnoli; sempre per i primi tra gli 11 e i 14 anni, la percentuale passa dal 59% al 43%, inversamente proporzionale all’età. La produzione libraria per l’infanzia, invece, è cresciuta in Italia dai 951 testi del 1987 ai 2300 del 2006.\ Il Libro è di Càrta, questo dal lat CHARTA, dal gr KHARTES foglio di papiro già usato dagli egiziani nel IV millennio aC; la Carta a noi nota risale a una invenzione cinese del105 dC. \ In Sri Lanka, è prodotta la carta con lo sterco d’elefante \ In percorso l’ital conta l’ant Cartabèllo “libercolo” con Scartabèllo e Scartabellàre (pref S intensivo), Cartàccia, Cartàceo, Cartàia, Cartàio, Cartàrio sia aggettivo sia sostantivo, Cartàta, Carteggiàre con Carteggiatùra e Cartèggio, Cartèlla con Cartellàrio, Cartellièra, Cartellìno con Cartellinàre, il glb franc Cartel “orologio murale” fig da Cartèllo “avviso pubblico” questo anche nel senso di “consorzio” transitato dal ted KARTELL con Cartellaziòne, Cartellìsta, Cartellìstico e Scartellàre, Cartellòne con Cartellonìsta e Cartellonìstica, Carticìno (termine tipografico snm di Quarticino o Quartino), Cartièra o il composto Cartifìcio, gli omologismi Cartìglia e Cartìglio dallo sp CARTILLA per accezione, quest’ultimo, il rotolo aperto e leggibile nelle opere pittoriche, ma fig anche la strisciolina con dedica d’amore inclusa negli storici baci di cioccolata della Perugina, eppoi Cartìna, Cartìsmo con Cartìsta attraverso l’ingl CHARTISM dalla locuzione PEOPLES CHARTER 1032 Carta del popolo cui il glb Charter (carta-licenza per...) ad esempio e per accezione “volo a noleggio” dove l’ingl CHARTER è dal franc ant CHARTRE che derivava dal lat CHARTULA dim di CHARTA; eppoi Cartòccio con Cartocciàre e Cartocciàta, Cartolàio o Cartolàro, l’aggettivo Cartolàre “relativo ad un diritto” dal dim lat CHARTULA e il sostantivo Cartolàre “custodia” dal lat medv CHARTULARE da CHARTULA, il verbo Cartolàre o Cartulàre con Cartolarizzàre e Cartolarizzaiòne, Cartolerìa, Cartolàrio o Cartulàrio “registro” snm di Cartulàrio “addetto” attraverso il lat CHARTULARIUS e il gbz KHARTULARIOS, Cartolìna con Cartolinèsco, Cartolinàre, Cartonàggio, Cartòne con Cartonàre, Cartonàro, Cartonàto e Cartonatùra, Cartoncìno, Cartonìsta, il glb franc Cartonniste e i glb ingl Cartoon e Cartoonist, Cartùccia con Cartuccèra o Cartuccièra; un dolce tipico mer è detto fig Cartellàta, meglio Carteddate in volg, ovvero nastri di pasta avvolti a spirale e conditi con miele o vino cotto, il termine assume il significato di “accartocciate-curvate”. L’ingl, quindi, come il franc, in ossequio all’area comune indoeur, conta CHART carta, svoltosi, come anche in ital, nel senso di mappa. Da contare ancora la locuzione lat Magna Charta coniata in Inghilterra nel 1215, la quale è il simbolo dei primi principoi costituzionali. Altre locuzioni abituali Carta bianca, Carta canta, Carta carbone tanto utile ai dattilografi, datata 1806, altrimenti detta Carta copiativa, eppoi Carta da forno, Carta d’argento, Carta igienica, Carta paglia, Carta velina, Carta vetrata… \ Le forbici possono essere affilate tagliando pezzi di Carta vetrata \ Eppoi i prefissati Accartocciàre(pref AD illativo), Incartàre anche nel senso di “scrivere sulla carta”, cui Incàrto e Sovraincàrto con un possibile Sovrincàrto, Incartocciàre (pref IN illativo), Raccartocciàre (pref RAD), l’iterativo Rincartàre con Rincàrto, Scartàre (S sottrattivo o estrattivo) con Scartàta, Scartìna cui Scartinàre, e Scàrto, gli omn Scartàre (pref S intensivo nel senso di “scartavetrare”) e Scartàre “spostarsi bruscamente” attraverso il franc ECARTER sovrapposto al lat EXQUARTARE da QUARTUS quarto cui Scartamènto, ancora Scartàta e Scàrto, e il composto Scartòmetro; infine l’intensivo Scartocciàre con Scartocciatùra e Scartòccio, Scartafàccio da Scartòffia o Cartòffia d’origine volg attinti al milanese Scartofia “cartuccia del gioco”, il verbo composto Scartavetràre con Scartavetràta. La locuzione Mangiare alla carta indica la libera scelta dei piatti al ristorante, senza consultare il menu. I composti Cartacarbòne, Cartapèsta questo ipocoristico di Carta 1033 pestata, l’eccl Cartaglòria, Cartamonèta questo il biglietto di banca o di Stato, storicamente introdotta dai cinesi nel 700 dC, eppoi Cartamodèllo, i fig Cartamùsica “pane sardo” e Cartapècora dalla locuzione Carta pecora snm di Pergamèna questo dalla locuzione lat PERGAMENA CHARTA carta di Pergamo (toponimo) cui Pergamenàceo, Pergamenàto, Pergamenizzaziòne e il dim Pergamìna. Il percorso continua con Cartasùga e Cartasugànte questi col suff tratto dalla forma SUGARE di Asciugare in complanare con la locuzione Carta assorbente, Cartastràccia, Cartavètro col denm Cartavetràre, Cartevalòri dalla locuzione Carte valori, Cartografìa con Cartògrafo, Cartogràfico e Fotocartògrafo, Cartogràmma, Cartolibràio o Cartolibràrio con Cartalibrerìa, Cartonfèltro, Cartongèsso, Cartonifìcio, Cartotècnica e Cartotècnico. Cartilàgine con Cartilagìneo o Cartaliginòso è dal lat CARTILAGO fig connesso con Carta. Il Cartongesso si deve a A. Sackett e a F. L. Kene che ne costruirono il prototipo alla fine del XIx sec. Pseudoetim i termini glb Carter “protezione meccanica” dal suo inventore J. H. Carter (1905), eppoi Cartàmo “sorta di pianta” detto anche Zafferano falso dall’ar QURTUM attraverso il lat medv CARTHAMUS, il volg Càrtola “viso” connesso con il lat CARA volto già gr KARA testa, ancora Cartesiàno con Cartesianìsmo e Cartesianìsta relativi al folosofo Cartesio (1596/1650) cui Assi cartesiani, infine Cartvèlico etnonimo relativo ai caucasici Cartveli. Cartaginèse etnonimo del toponimo Cartagine fondato dai Fenici nell’814 aC, nei pressi dell’attuale Tunisi; vrs una qualsivoglia connessione del toponimo col termine Carta, supponendone qui una produzione o quale paese dei papiri, dato che PAPYROS, di genesi africana (nordoccidentale) stava appunto per Carta regia. Il gr conta KHONDROS cartilagine o granello, cui Còndro “granello”, Condràle “cartilagineo”), Condrìna (suff med INA), Condrìte (minuscola meteorite suff ITE per minerali) e l’omn Condrìte (patologia, con suff medico ITE infiammazione) cui Osteocondrìte, Condriòma (suff medico OMA), i prefissati Ipocòndrio, Microcòndrio, Mitocòndrio, con Mitocondriàle, (in biologia, col gr MITOS filo) snm di Condrisoma e Pericòndrio; infine, il pref CONDRIO O CONDRO adattati per composizioni quali Condròma (suff biologico OMA), Condriosòma, snm di Mitocondrio, cui Condriosòmico, Condrìtti (col gr IKHTHYS pesce), Condrodistrofìa, Condrosarcòma, Condròstei (col gr OSTEON osso, Famiglia di pesci Attinotterigi alla quale appartine lo Storiòne o Sturiòne, un omologismo dal ted STOR da un ant 1034 STURIO, pesce degli Acipenseridi (la Famiglia) snm di Ladano; Acipensèridi è il derivato dal lat ANCIPENSER che starebbe per storione, cui Acipenserifòrmi (l’Ordine). Si conta ancora il percorso prefissato con A privativo cui Acondrogènesi, Acondroplasìa, snm di Condrodistrofìa, con Acondroplàsico \ Suffissi *OMA *OSI Il suff OMA è dal gr OMA OMATOS e che propriamente vale il gr MA aggiunto foneticamente a temi verbali in oo. In ital è utilizzato nella terminologia medica ad indicare “tumefazione, infiammazione, rigonfiamento, tumore…” e nella terminologia biologica ad indicare un collettivo di organi che costituiscono unità anatomo-funzionali; tra i quali Encondròma (pref gr EN dentro e Condroma), Filòma (col gr PHYLLON foglia), Gangliòma (con Ganglio). Il suff OSI dal gr OSIS indica una condizione, per accezione uno stato morboso, una deviazione fisiologica, utilizzato in medicina e talvolta omologato in botanica; tra i quali Berilliòsi quale infezione da Berillio, Coxsackiòsi da Coxackie virus (dal toponimo dove è stato storicamente isolato), Estridiòsi da Estridi-èstridi (Famiglia d’insetti) dal gr OISTROS tafano, Necrobiòsi, Peliòsi, altrimenti detta fig Porpora, dal gr PELIOSIS “fuoriuscita di sangue dalle vene” da PELIOOMAI divento livido dalla polisemica rad PEL che, coincidenza o non, si ritrova con la traduzione in “pelle” quale suff nel termine Erisìpela “arrossamento della pelle” (Ved Rosso… in Alba…), Rickettsiòsi da Rickettsìa “gruppo di parassiti” (dal medico H. T. Ricketts (1871/1910). \ Fanatico Profano Il Libellàtico era quel cristiano che l’imperatore Decio discriminava dalla persecuzione; il termine ricalca Fanàtico ispirato-colto da entusiasmo (in origine, per una divinità), cui Fanatìsmo e Fanatizzàre, derivato da FANUM tempio legato a FAS diritto sacro, cui Fàno e il glb ingl Fan da FANATIC che ha assunto l’attestazione corrente cui l’omologismo Fanzìna dal glb ingl FANZINE, una composizione in ipocoristico con FAN e MAGAZINE che vale la locuzione Rivista per appassionati, la locuzione glb Fan club. Fandònia dal lat volg EFFANDONIA questo sovrapposizione di EFFANDA da proclamare con solennità con il plur TESTIMONIA testimonianze. Profàno, cui Profanàre, infatti, letteralmente, sta per “davanti al tempio”, in altre parole tutto ciò che è al di fuori della sacralità. Empio-èmpio dovrebbe essere in complanare con Profano poiché sta per non pio, composto col pref negativo IN. Più correttamente, Profano è il “non sacrale”, come potrebbe esserlo, dignitosamente, una musica, un canto, mentre Empio è “chi disprezza la sacralità”, il blasfemo, in piena illegalità, avverso alle libertà di culto. Il termine Cratofànico col suff dal gr KRASIS mescolanza vale il risultato finale da un’insiemistica di devozioni. \ Empito Impeto Scempio Il termine Empito-èmpito snm di Impeto-ìmpeto, è da IMPETUS astratto lat di IMPETERE, da un intensivo IMPETIRE andare incontro per chiedere con insistenza; la diversità sulla lettera iniziale è dovuta ad attestazioni di 1035 preferenze fonetiche. Il percorso infatti conta Impetuosità e Impetuòso. Attraverso il franc RANDON impetuosità l’ital ha adottato l’esot Randonèe corsa lunga senza soste così in franc. Scèmpio ed il suo omn sono a se stanti: l’uno è dal lat SIMPLEX ed è il non comune Semplice inc con Scemo, cui Scempiàggine, Scempiamènto, Scempiàre, Scempiatàggine, Scempiàto, Scempietà; l’altro Scèmpio è dal lat EXEMPLUM ed è invece una punizione esemplare, cui Scempiàre nel senso di “straziare”, sovente motivo di grave equivoco, pertanto è meglio archiviare linguisticamente il percorso Scèmpio da SIMPLEX. \ In linguistica, Scempiamento consonantico, snm di Degeminazione, è la riduzione all’interno di un lemma di una consonante lunga o geminata (doppia) in consonante breve o semplice \ \ Plico Flesso Un Libro ove appaia sottoforma di fascicolo, dossier, carteggio... può essere definito Plìco, lemma cinquecentesco, dal verbo lat PLICARE piegare, già gr PLEIKO piegare, intensivo di precedente PLECERE, con valore di piegare-intrecciare, semant svolgere, dal rad indoeur PLEK, Plìca, Plicàto, il composto Plicometrìa con Plicòmetro, e che associato a vari pref ha prodotto un nutrito percorso semantico, quale Sùpplice (lat SUPPLEX da SUB PLEX) col denm Supplicàre, Supplicaziòne, Supplìzio da SUPPLICIUM (messo in ginocchio), stanno per “piegare-sotto, piegato-in giù”, allo scopo originario di rabbonire gli dei, cui l’assimilazione con PLACARE di Placare, e il glb franc Souplesse “agilità” da SOUPLE flessibile. Da PLICARE, l’ital conta i prefissati Applicàre, con Applicàto ed Applicaziòne, che vale “svolgere verso-avvicinare”. Complicàre con Complicànza, Complicatèzza, Complicàto e Complicaziòne, ed anche Còmplice, con Complicità, che stano per “svolgere insieme”. Il glb Dèpliant (accentazione corretta dépliant) dal franc DEPLIER dispiegare. Implicàre per “svolgere dentro” con Implicànza, Implicaziòne, Implìcito con Implicitamènte, Esplicàre “svolgere fuori” cui Esplicàbile, Esplicatìvo, Esplicaziòne, Esplìcito con Esplicitamènte ed Esplicitàre. Replicàre con Rèplica, Replicàbile, Replicànte e Replicatìvo “svolgere ancora”, Replicàto, Replicaziòne, Replicòne (termine della genetica). In area indoeur si rintraccia la rad nella composizione ingl glb Plexiglàs o Plèxiglas “il vetro che si piega” (GLASS vetro) con un dimenticato snm Pèrspex (entrambi marchi registrati), nel franc glb Plissé cui gli esot Plissettàre, Plissettatùra. Il percorso prosegue ancora con Piegàre, verbo in lenizione, dal lat PLICARE cui Pièga, Piegàbile, Piegàta, Piegatòre, Piegatrìce, Piegatùra, l’iterativo Pieghettàre donde Pieghettatòre e Pieghettatùra, Pieghèvole con Pieghevolèzza, Piègo “plico”, Piegòso, il percorso prefissato cui Compiegàre (CUM associativo). Dispiegàre (DI intensivo) con Dispiegamènto. Impiègare “impegnare” con IN illativo e lenizione sett da c in g cui Impiegatìzio, Impiegatizzàre e Impiegatizzaziòne, Impiegàto ed Impiègo, il doppio prefissato Disimpiegàre con Disimpiègo. Ripiegàre (Ri iterativo) con Ripiegamènto, Ripiegàbile, Ripiegàta, Ripiegàto, Ripiegatùra e Ripiègo, Spiegàre (EX “da”) con Spiegàbile e il doppio prefissato Inspiegàbile (IN 1036 negativo), eppoi Spiegamènto, Spiegatamènte, Spiegàto, Spiegatùra e Spiegaziòne ed ancora (con un secondo pref) eppoi Spiegazzàre (S intensivo) cui Spiegazzamènto e Spiegazzatùra. Infine i composti Piegabàffi, Piegacìglia, Piegafèrro e Piegafèrri La rad PLEK di PLECTERE intrecciare cui Perplessità e Perplèsso da PER PLEXUM, Plèsso da PLEXUM, ha una variante in PHLEK svoltosi in FLECTERE cui Flèttere con Flessìbile, Flessiòne 1, Flessìvo, Flèsso, i composti Circonflèttere con Circonflèsso (accento “piegato intorno”), Deflèttere con Deflettòre, Inflèttere con Inflèsso cui Inflessìbile, Inflessibilità e Inflessiòne, Reflèttere o Riflèttere con Riflessìbile, Riflessibilità, Riflessiòne, Riflessìvo 1 e Riflèsso dal tardo lat REFLEXUS cui Riflessànte, il glb ingl Rèflex, eppoi Riflettènte, Riflettòre, Riflettorizzàre e Riflettorizzaziòne, il prefissato (A privativo) Areflessìa con Areflèssico adottati in medicina “privo di riflessi”, i composti Flecnòdo questo termine matematico fedele al rad PHLEK (pron flec) con Nodo, Riflessògeno, Riflessologìa, Riflessoterapìa, Riflettòmetro. In lat AMPLEXARI vale abbracciare, cui Amplèsso da AMPLEXUS derivato in tema da AMPLECTI. In connessione indoeur con il tema rad PHLEK-PLEK, in got Piega è FALDA, ricopiato nell’omologismo Fàlda (di un monte, fig del cappello), cui Faldàre, Faldàto, l’accr Faldòne fig “cartella per documenti”, Faldòso, il prefissato Sfàlda (S sottrattivo) cui Sfaldàre con Sfaldàbile, Sfaldamènto e Sfaldatùra, il dim Sfaldèlla cui Sfaldellàre; in termini tettonici si ritrova associato nella locuzione Falda freatica questa col fem di Freàtico dal gr PHREAR PHREATOS pozzo cui il composto Freatologìa. Eppoi, l’ingl conta FLAP falda cui il glb tecnologico Flap e l’omologismo Flappèggio adottati dopo il 1940. Sòffice, dal lat SUFFLEX, è l’inc di SUPPLEX supplice con FLECTERE flettere. Non dovrebbe allora apparire incomprensibile che il lemma Plesso contiene l’identica radice originale di Flesso, qualora s’indugiasse a pensare che Plesso è traducibile in “sede riflessa”, ad esempio di una scuola; Complèsso, allora, da CUM PLECTERE, che sta per flettere insieme, vale insomma intreccio, cui Complessàre, Complessità, Complessìvo, termine adottato in psicologia. Nel vasto campo indoeur, il lemma Soffice è connesso rad con l’ingl SOFT morbido-molle-soffice cui i glb Softball “palla soffice” una varietà del Baseball, Soft-core “film a pornografia ammorbidita” Soft discount da Soft discounnt shop “negozio a sconti leggeri” da associare a Hard discount shop “negozio a forte sconto”, Soft drink “bevanda non alcolica”, Software “moduli e componenti per programmi dei computer” cui l’omologismo Softwarìsta, da contrapporre a Hardware “oggetti metallici”con Software house “la casa di produzione”. Lo schermo del computer fa parte dell’Hardware. 1 Nella linguistica, Flessione vale quale modificazione del termine nominale, pronominale e verbale in ordine alla coniugazione e alla declinazione. Riflessivo, allora, è quel verbo che si riflette sul soggetto e che si mostra con un pronome personale, quale Pentìrsi elencato tra i Riflesivi intransitivi o Intransitivi pronominale 1037 o Medio intransitivo, poiché, privo di complemento oggetto, non può essere diverso dal riflessivo, come nella frase “Mi pento di non averlo capito subito”; quale Lavarsi elencato tra i Riflessivi transitivi poiché è sempre accompagnato dal complemento oggetto come in “Hai l’abitudine di lavarti i denti solo dopo cena”. \ Studiare Astuccio Il lat avevano ancora il verbo STUDERE dal valore di appoggiarsi a qualcosa e poi, fig, applicarsi a qualcosa, donde Studiàre con Studènte, Studentàto, Studentèsca e Studentèsco, Studiacchiàre o Studicchiàre, Studiàto, Stùdio, Studiòlo, Studiòso e, sorprendentemente, Astùccio, (che non è una piccola asta) dal prvz ESTUG attinto al lat STUDIUM zelo astratto di STUDERE, mutatosi in Studiare con valore “custodire” qualcosa in sé, ovvero le nozioni; Astuccio, dunque, dal valore di “custodia”. In estensione fig, il lat utilizza STUDIUM nel significato di “amore”; infatti, senza amore non c’è applicazione e zelo. TOMO Il snm di Libro, Tòmo, dal tardo lat TOMUS già gr TOME sezionetaglio con TOMOS piano-strato (ritagliato) da TEMNEIN tagliare con rad TEM, è più correttamente una delle parti (sezione), indipendente, in cui è suddivisa un’opera libraria, ossia un volume; il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci è costituito da 12 tomi. Tòmo è “la persona che ostenta singolarità”, lemma certamente metaforizzato d’oscura connessione, ma corrispondente semant allo sp TOMO; tra le spiegazioni ci potrebbe essere un’antica associazione d’idea, fig e o ironica, con il contenuto o con la singolarità numerica di un tomo-libro. Tomàia o Tomàio è un termine da calzolaio (parte della scarpa) e vale “ritaglio di pelle”. Tomìno è il dim di Tòma, un tipo di formaggio caprino fermentato col pepe, inv dall’ant prvz TOMA connesso col gr TOME taglio, in pratica il complanare di Scamorza. Sala della Protomoteca in Campidoglio: il lemma Protomotèca “galleria di busti” ha origine da Pròtome “busto”, inv dal gr PROTOME testa umana o animale in rilievo nelle strutture architettoniche, sculture e simili, da PRO TEMNO davanti-taglio. Il composto Tomografìa con Tomogràfico e Tomògrafo, eppoi Tomogramma sono con TOMOS strato-sezione ritagliata. La Tomografia Computerizzata T.C. poi chiamata Tomografia Assiale Computerizzata T.A.C. fu messa a punto, ognuno per conto proprio, da A. M. Cormack e da G. N. Hounsfield nel 1972. Il prefissato Dicotomìa è dal gr DIKHOTOMIA “divisione (tagliato) in due parti” (pref DICO dal gr DIKHA due parti), cui Dicotòmico e Dicòtomo, è un termine astronomico, biologico, botanico e filosofico, qui vale “due nuovi concetti dedotti logicamente da un primo – divisione di un concetto in due contrari ma che ne esauriscono l’estensione (esempio è la scissione di un’ideologia in 1038 due correnti o la bipartizione tra sentimento e ragione)”. Il termine ha degli omonimi e assonanti: Tòmo “caduta, capitombolo”, d’origine onomatopeica corrispondente al franc ant TUMER, già TUMON, vrs connesso col franc moderno TOMBER cadere, cui il brutto esot Tomàre (da evitare specialmente nel Veneto, perché qui, nel volg, risuonerebbe in tua madre). Tomìsmo e Tomìsta sembrerebbero termini in relazione a studi particolari sui tomi, in realtà è la dottrina filosofica - ed un suo adepto - adottata dal Cattolicesimo e fondata da S. Tommaso d’Aquino, in percorso semantico dal lat Thomas. La voce volg mer Tumm’nu in uso nel meridione d’Italia è un’ant misura di superficie agraria dal lat medv TUMULUS già ar THUMN un ottavo italianizzato Tòmolo. Il tomolo, detto anche Tùmolo o Tomolàta si è svolto in unità di misura di capacità per le granaglie, in genere misura per solidi, I suoi multipli erano la Sàlma (16 tomoli), il Sàcco, la Versùra (già lat VERSURA svolta dal Pp VERSUS di VERTERE volgere) e il Càrro. Sottomultipli: Mondello, Quàrto con Quartùllo e Quartìglio, Mezzètto, Misùra, Pàsso, Stoppèllo (vrs connesso con Stoppa), Còppo, Cànna e Còzza. \ Tale Questo Tanto Un Tomo, in un contesto generico, è un Tale. Tàle, aggettivo, pronome e avverbio, è dunque usato anche in odore di sostantivo; deriva dal lat TALIS da tema rad TO-TA al quale solo il lat ha aggiunto come suffisso ALIS riversatosi in ital. Da Tale si ha il percorso dei composti Talàltro dalla locuzione Tal altro, Talchè (corretta accentazione talché), Talmènte, Talòra, Talùno, Talvòlta. Fuori percorso l’omologismo ebr Tàled da TALLIT “sorta di mantello o scialle”, l’omologismo Talebàno o Talibàn attraverso il persiano TALIBAN dall’ar TALIB studente, Talèggio “sorta di formaggio” prodotto nella zona bergamasca del toponimo Taleggio, il famigerato Talidomìde “sorta di tranquillante (marchio registrato nel XX sec)”, Talismàno con Talismànico dal gr TELESMA oggetto consacrato giunto attraverso l’ar TILISMAN. Il tema TO-TA ha dato ancora origine all’aggettivo e pronome Esto-èsto, poi Quèsto ellissi dal volg ECCUM ISTUM, Sto (Stò) quale aferesi di Esto; l’ital conta ancora un sing Quèsti dal volg ECCUM ISTE nel significato di “questa persona”. Il tema ha dato ancora origine all’aggettivo, congiunzione e avverbio Tànto da TANTUM del valore di tanto grande, cui un dim Tantìno e le composizioni Tantochè (corretta accentazione tantoché), Tantòsto; in composizione con Ecco va a formare Cotànto. Infine, all’aggettivo e pronome Tòt dal lat TOT tanti, al lat TOTUS tutto cui il medv TOTALIS e l’ital Totàle con Totalità, Totalitàrio, Totalitarìsmo e Totalitarìstico, Totalizzàre con Totalizzànte, Totalizzatòre e Totalizzaziòne, il composto Totalrifrattòmetro. 1039 Il termine Tòtem, d’origine algonchina, che tradizionalmente sta per un simulacro che accomuna le divinità, vale fig in etnologia quale “categoria di individui” (TOT) cui Totèmico e Totemìsmo, eppoi sta per “insegna di comando” (TOTUS), pertanto è vrs la sua connessione con il primitivo rad indoeur TO-TA, ricordando che per Algonchini s’intendono antiche genti appartenenti a molteplici tribù indiane stanziatesi nel Nordamerica. LIBERO Lìbero, dal lat LIBER, questo in omn con LIBER di libro, derivato dall’italico LOUDHERO simile al gr ELEUTHEROS sopravvissuto in aree slava, bal e ger (ted LEUTE), è colui che fa parte del popolo, discendente da un capostipite (gens), per molti aspetti snm di gentile. LEUDO è infatti, in origine franc, il protetto dal re (merovingio); semant ha moltipicato la traduzione, corredandosi di sfumature: scapolo (libero dal matrimonio), disimpegnato, sfuggito a…, scarcerato, latitante, disoccupato, dissequestrato ... sovente riferibile anche a cose, e non sempre risulta protetto dal re (legge). Esiste il nome proprio di persona Eleuterio “libero-liberatore” e il composto Eleutherofobìa che indica la paura della libertà. Dal termine lat LIBER sono stati coniati derivati e composti, espresioni sociopolitici, cui Liberàre inv dal lat LIBERARE, con Liberàbile, la locuzione Libera docenza. l’esot Liberal, Liberaldemocràtico, Liberàle, Liberaleggiànte, Liberalèsco, Liberalìsmo, Liberalìstico, Liberalità, Liberalizzàre, Liberalòide, Liberalsocialìsmo con Liberalsocialìsta, Liberamàrgine, Liberamènte, Liberànte, Liberatòre, Liberatòria, Liberaziòne, Liberìsmo, Liberìsta, Liberoscambìsmo con Liberoscambìsta, Libertà con i desueti Libertàde e Libertàte da LIBERTAS LIBERTATIS, Libertàrio con Libertarietà e Libertarìsmo, Liberticìda con Liberticìdio, Libèrto da LIBERTUS schiavo liberato; lemmi psico-intimistici come Liberamènto, Liberatòrio, Liberatìvo; comportamentali come Libertinàggio, Libertìno; filosofici quale Libertinìsmo e contrazioni politiche quali Lib-Lab che vale mediazione fra liberalismo e laburismo, e Lib-Lib per politica liberal-libertaria. Ancora, i prefissati Delìbera e Deliberàre, Illiberàle con Illiberabilità. Il termine Liberty, lo stile artistico, è pseudoetim poiché non è della rad di LIBER ma dal nome del suo fondatore A. L. Liberty (18431917) e pare non abbia discendenti poiché equivocabili con i derivati di Libertà. In ger KARL vale uomo libero cui l’onomastico Carlo con Carlina, Carlotta e Carola, eppoi alcuni derivati quali Carlìno “cane da caccia” (omn di Carlino moneta) attraverso il franc CARLIN questo nome d’arte dell’attore Carlo Bertinazzi (1713\1783) di successo in Francia per l’interpretazione di Arlecchino, la cui mascherina nera 1040 ricorda il muso di questo cane; infine, Carludovìca nome di una pianta dedicata ai regnanti di Spagna Carlo IV di Borbone e Maria Luisa Ludovica (1794) e Carlòna nella locuzione Alla carlona, attraverso il franc ant CHARLON in riferimento ironico a Carlomagno; qui occorre precisare che la locuzione si é svolta nel senso “con superficialità” in enantiosemia al fatto che Carlomagno intraprendeva tante imprese con facilità,. L’ingl conta FREE libero-gratuito in connessione indoeur col gr ELEUTHEROS e l’italico LOUDHERO (gruppo dh pron f), cui i glb Freeboard “bordo libero” (termine nautico), Freestyle “stile libero”, Freeware “software gratuito” e, in locuzione, Free access “accesso gratuito”, Free climber “libero scalatore” con Free climbing “scalata libera”, Free lance “prestatore d’opera da libero professionista” dove LANCE sta fig per “mercenario”, Free press “distribuzione gratuita di stampa”, Free rider “utente non a pagamento” da appaiare a “portoghese”, Free shop quale accorciativo di Duty-free shop “negozio ad imposta libera (esenzione doganale), Germ-free “libero da germi- sterilizzato” \ Per Liberismo, snm di Libero scambio, s’intende la dottrina che propugna la libera concorrenza e che vuole dettare leggi economiche e di mercato, condizionando l’operato dello stato democratico che deve essere al servizio di tutti. Il Libero Scambio, insomma, è l'assenza d’interferenze governative nel commercio internazionale. Metaf, indica la libertà fra le coppie di scambiarsi consensualmente i partner in pratiche sessuali. Il Liberalismo, che può essere un sinonimo di Liberismo, vedi Liberalismo economico, è la dottrina che si fonda essenzialmente sulle libertà individuali. Libera Università è l’utopia di una scuola che non impone requisiti d'accesso, né programmi ufficiali; sono contemplate le Arti e le Scienze Sociali, sull'esempio di quelle sorte a Londra e a S.Francisco. A Summerhill e a Liverpool sono formate da comunità autogestite (1982). Il Libertarìsmo, opposta al Determinìsmo, raggiunge l’estremismo con il Liberalismo Politico (snm di Anarchìsmo), per questo è negata ogni forma di discriminazione sociale e legale tra gli individui, ammettendo esclusivamente vincoli rigidamente minimalisti sulle libertà d’azione, da parte dei poteri dello Stato.\ \ Licenza Il lat aveva LICENTIA che sta per libertà, meglio sfrenatezza, cui Licènza, Licenziàre, Licenziòso. Fuori percorso Licèo, dal gr LYKEION, questo nome del luogo presso Atene dove Aristotele fondò una scuola superiore, cui Liceàle, Licealìsta. \ Suffisso TORE SORE TORIO SORIO Dal lat ATORE, di origine indeur, TORE - che diventa SORE ove il tema si concluda con la consonante d – va a formare aggettivi e sostantivi ricavati dai verbi, con la forma fem TRICE, cui Viaggiatore e Viaggiatrice, Incisore (da Incid-ere), indicante l’attività del soggetto. Per una maggiore comprensione, si ricorda che, in questo caso, l’infinito Incidere è composto dal pref IN, dal tema rad CID e dalla desinenza ERE (IN-CID-ERE); il gr conta lo specifico TOREUO incido, cesello cui Torèutica dalla locuzione gr 1041 TOREUTIKE TEKHNE arte del cesello. Il suff di strumento TORIO - che si trasforma parimenti in SORIO con tema in d - va ad indicare che serve a… porta a… cui Organizzatòrio (dal lat medv ORGANIZARE conformare di Organizzare), Ricreatòrio (dal lat CREARE con pref RE reiterativo), Illusòrio (Illud-ere \ IN-LUD-ERE Illùdere). Da Collùdere verrebbe Collusòrio e non Collutòrio, questo è invece dal lat COLLUERE sciacquare. Da Aspèrgere, lat AD SPARGERE, il linguaggio cristiano ha preferito il nome Aspersòrio, con suff di strumento SORIO benché non in tema d, o Aspèrges dal tempo verbale che in ital sta per aspergerai; in percorso Aspergìllo “sorta di fungo” con Aspergillàcee “Famiglia di funghi” e Aspergillòsi “micosi”, eppoi Aspersiòne e Aspèrso. VASO INVASATO EVASO VASO Il lat class VAS, divenuto più tardi VASUM, ha prodotto Vàso, con una variante in Vàse, contenitore anche in senso anatomico, architettonico, metaforico e botanico, cui i derivati Vàsca dal volg VASCULA dal dim VASCULUS cui anche Vàscolo con Vascolàre o Vascolòso, Vascolarizzàto, Vascolarizzaziòne, Vascèllo o Vassèllo dal tardo dim VASCELLUM piccolo vaso cui ancora Vascellìno, eppoi il dim ital Vasètto, Vassòio, questo da VERSORIUM di VERRERE pulire-mondare sovrapposto a Vaso cui Vassoiàta, Vasàio, Vasàle, il dim Vasèllo cui Vasellàio, Vasellàme, Vasellamènto e i desueti Vasellàggio, Vasellàro, Vasellamènto, Vasellière. Termine alieno è il glb franc Vasistas “sorta di sportello girevole” tratto dalla locuzione ted WAS IST DAS? Che cosa è questo (questa novità)? Dall’ar UTHAL “un vaso per uso particolare” l’ital ha tratto l’omologismo Utèllo, par la conservazione dell’olio. La caldaia dei tintori è il Vagèllo questo una variante da VASCELLUM cui Vagellàre o Vagillàre; una presunta variante volg in VACILLO pare abbia condotto in complanare a Vacillàre, dal suo moto, cui Vacillamènto e Vacillànte. Pseudoetim il termine Vaselìna o volg Vasellina, questo marchio di fabbrica (1877) ma composto con il nome ted WASSER acqua, con il gr ELAION olio d’oliva ed il suff ital INA “medicinale”. Il percorso derivato da VAS prosegue nello specifico dell’anatomia con i composti Vascolopatìa, Vasectomìa o Vasoreseziòne con Vasectomizzàre e Vasectomizzàto, eppoi Vasoattìvo, Vasocostrittòre con Vasocostriziòne, Vasodilatatòre con Vasodilataziòne, Vasomotilità, Vasomotòre coin Vasomotòrio e Vasomotricità, Vasopressìna “ormone” questo ellittico della composizione di 1042 Vasocostrizione con Pressione (sanguigna) snm di Pitressìna questo composto con un non accertato primo elemento, Vasoseziòne; eppoi con Vasotonìna, relativo ai vasi sanguigni (con Tono e suff chimico INA), Vasospàsmo e, in locuzione, Vasi sanguiferi, Vasi linfatici, Vasi uriniferi. Con il pref IN illativo, Invasamènto, Invasàre stanno a significare in vaso. Vasectomìa è l’intervento chirurgico che interrompe i condotti spermatici, che trasportano gli spermatozòi dai testicoli all'uretra, quindi all'esterno. Svasàre - Pp Svasàto, sostantivo Svasatùra - con pref S estrattivo, vale togliere dal vaso, ma l’esponente, rimodellato dalle sarte, ha assunto lo sviluppo semantico di scampanare, dare la forma di un tronco rovesciato (alla gonna), così si ricorre a Travasàre - svasare per invasare – cui Travasamènto, Travasatrìce, Travàso. È chiaro dunque che Vaso racchiuda in sé il senso altamente lato di contenitore, incluso le vene per il sangue ed il cranio per la mente umana. Fuori percorso Vasistas, una corruzione dall’espressione ted WAS IS DAS che cos’è ciò?, che indica una sorta di battente per ventilazione applicato a una finestra. Dal gr STAMNOS l’ital conta Stàmno, una sorta di vaso capace a due anse orizzontali, utilizzato tradizionalmente per la conservazone di liquidi pregiati (olio, vino…) e addirittura delle monete. Dall’ar TASA vaso, l’ital ha tratto Tàzza con i dim Tazzètta e Tazzìna. Dal franc POT vaso-pentola, ant lemma già esistente all’arrivo dei celti, l’ital conta l’omologismo Potage adattato in Bottàggio, Potàggio o Pottàgio con Potàssa “cenere di vegetali cotti in vaso” cui Potàssico e Potàssio col composto Potassiemìa “potassio nel sangue” cui il prefissato Ipopotassiemìa, snm dell’omologismo Kaliemìa con Kali variante di Càli dall’ar AL QALY potassa. L’omologismo Pòtta dal franc attraverso il lat volg POTTA labbra grosse è connesso con POT vaso, attestatosi fig nel snm di Vulva, ma anche al mas nel senso di Spaccone. \ Nappo Mappa Cavolo Vasca Basco Il vaso da bere per il franc è Nàppo da KNAPP, mas di un secondo termine che nulla ha di questo; Nàppa, infatti, dal lat MAPPA, d’origine onomatopeica M P dissimilata in N P, cui il tema med MAPPA, vale tovaglia, donde il volg napoletano Mappatella e Mappina. Dal percorso lat derivano Màppa, Mappàre, Mappàto, Mappatòre, Mappatùra e il composto Mappamòndo; dal percorso Nappa, invece, troviamo Nappàre sia “conciare” sia fig “condire” attraverso il franc NAPPER, Nappìna. (Peppe) Nappa è anche una maschera siciliana della commedia dell’arte. 1043 Coesiste però il tema med NAPPA che vale cavolo cui l’ital Nàpo “rapa” da NAPUM con Napèllo e Napòne questo lenito dall sett nei fig Navòne “sorta di piante” e Navoncèlla “sorta di farfalla” dei Pieridi. Lo specifico lemma Càvolo, cui Cavolàccio, Cavolàia (questo anche sorta di farfalla), Cavolòio, il fig Cavolàta, Cavolètto (nello specifico, di Bruxelles) o Cavolìno, col composto Cavolfiòre, è dal lat CAULUS cui sopravvive Càule dal lat CAULIS gambo col prefissato Acàule (A privativo) che vale “ gambo raccorciato” snm di Brevigàmbo, il composto Amplessicàule snm di Abbracciànte (con il lat AMPLEXIARI abbracciare), il fig Incavolàrsi con Incavolàto e Incavolatùra, in complanare con Incazzarsi e derivati. La trasformazione del gruppo letterale etim lat AU in AVU, con epentesi quindi della v, la riscontriamo ancora nelle voci quali Mantova da MANTUA, Genova da GENUA, Rovina da RUINA, Vedova da VIDUA. Dall’ol COOLZAAD “semenza di cavolo” l’ital conta l’omologismo Còlza attraverso il franc COLZAT. Storicamente noto il processo in Veneto, nella seconda metà del XX sec, per gli effetti nocivi dell’Olio di colza. Il Cavolo, la Colza e il Navone appartengono al Genere di piante cosiddette Bràssica dal lat BRASSICA cavolo, della Famiglia delle Crocifere, come la Sènape questo dal lat SINAPEM già gr SINAPIS, con Senapàto, Senapìsmo “cataplasma”. Nel lat s’era già attestato un VASCA, da noi ereditato inv in Vàsca; gli spagnoli lo hanno volto al mas VASCO per definire il tipico copricapo a forma di vasca, rientrato Bàsco in ital, ovvero “berretto basco” (dei baschi quale popolo); l’onomastica conta Vasco che vale quindi “Basco” quale abitante dei paesi baschi. Fuori percorso Baschìro, questo relativo alla repubblica russa dei Baschiri. INVASATO Il tema primitivo è VAD-TO, dal rad WAD andare-passare (omn di WARD di Predio), cui i derivati Vàdere, Vàdo (Guado) ed i verbi Vo, Vado, Vai, Vai, Vanno... Le forme Invadere-Invàso, Invadènte, Invadènza, Invasato, Invasiòne, Invasìvo derivano dal verb lat VADERE andare con il pref IN. Da una tradizione cristiana di tutto rispetto, ma anche da una credenza dell'immaginario collettivo, da oltretomba, Invasato viene ad assumere l'unico significato di "impossessato" dal diavolo o dagli spiriti; ovvero, l'indiavolato o lo spiritato da esorcizzare. Invasato, quindi, varrebbe andato dentro il corpo, nella teca umana. EVASO Con il pref EX estrattivo, Evàso sta ad indicare andato fuori da EX VADERE cui Evàdere con Evasiòne ed Evasòre, Evasìvo quale Pp durativo cui Evasività; semant, il termine ha il riferimento astratto che non manifesta (non fa andare fuori) chiaramente le proprie intenzioni, Evaso è invece concretamente chi è fuggito (andato fuori), per accezione dal carcere, oppure da un modo esistenziale, anche come riferimento alla definizione di una pratica, di una lettera, 1044 di un ordine. Evasore è chi si è sottratto al fisco. Pervàso, con il pref PER (attraverso) indica penetrato da… cui Pervàdere con Pervasività e Pervasìvo. BELLO BELLUINO BELLICO BELLO Bèllo, che l’ital ha preferito rispetto a PULCHER bello già grazioso, è un trapassato dim lat di BONUS, da un ant DUENOS, sopravvissuto nello sp BUENOS. La sua rad DO dare, in relazione alla rad DHE porre, con il suff EN equivale a pieno (posto) di virtù o di doni ed è, per via di logica, assimilata al rad DEU-DU di buono. Chi è buono, infatti, è tradizionalmente considerato bello. Da Bello, i derivati Bellamènte, Bellèzza, Bellètta (un curioso inc di Melmetta dim di Melma con Bello), Bellètto (cosmetico) cui il prefissato Imbellettàre (IN illativo) meglio Imbellettàrsi, Bèllide altrimenti detta Margheritìna o Pratolìna, Bellùria “bellezza di apparenza”, Beltà dal prvz BALTAT con le varianti Beltàde e Beltàte, i dim Bellìno e Bellòccio, l’accr fem Bellòna, Bellùria su modello di Lussuria, il prefissato Abbellìre o Abbellàre (AD allativo) con Abbellimènto e Abbellitùra, i composti Bellavìsta, Bellimbùsto (con “in busto” nel senso di “impettito”), Bellosguàrdo, Bellospìrito, Bellumòre dalla locuzione Bell’umore o meglio Begli umori, Belletterìsta o Belletrìsta e Belletteristica o Belletrìstica (in riferimento al dilettarsi delle Belle Arti), eppoi Belpaèse dalla locuzione Bel paese quale antonomastico dell’Italia cui il marchio registrato Belpaèse in riferimento ad una varietà di formaggio italiano, la locuzione Bella copia cui semplicemnte In bella, in opposizione a Brutta copia o In brutta. Belladònna è una pianta erbacea medicinale, la quale, vrs dalla pratica delle donne di imbellettarsi con un suo estratto, è un termine che l’ital ha ricavato con una specifica corruzione dal termine celt BLANDONA o BLADONA, insomma un omologismo svoltosi in termine ital comnposto. La Bella indica la donna che gode fama di bellezza, talvolta in senso ironico, metaf la fidanzata. Non sempre Bello è fedele alle radici: in locuzione quali Bella di notte e Bello di notte è relativo alla prostituzione, ispirate al noto film “Bella di giorno” di Bunuel, degli anni sessanta, interpretato da Catherine Deneuve. La Bella di Cerignola, però, non è un’avvenente e discussa ragazza di questa cittadina pugliese, ma una sorta d’oliva rinomata, qui coltivata. Belle epoque è il glb franc che indica l’epoca europea a cavallo tra l’Ottocento e l’inizio della Grande Guerra. Ombelìco o Ombellìco con Ombilìco (volg) e l’aferetico Bellìco 1045 nascerebbe dalla composizione lat UM-BILICUS “bello quasi come un neo”; ma, in similitudine a Belladonna, è vrs un adattamento assonante dell’originale riferimento fig a Umbòne “il centro degli scudi” o il “perno delle ruote”, per cui, dal lat volg UM-BILICARE gravitare sul centro (del corpo), ci sono stati tramandati Bìlico e Bilicàre. \ Adamo, il primo uomo, non avrebbe avuto l’ombellico poiché non era stato concepito da donna.Tutti i mammiferi presentano l’ombelico\ Ombelìco è anche il bastoncino intorno al quale era avvoto il papiro e, ancora, termine adottato in botanica e zoologia. Il verbo riflessivo Sbellicàrsi, usato unicamente nel luogo comune della locuzione Sbellicarsi dalle risate deriva dunque dall’aferetico Bellìco e starebbe per “ridere tanto da perdere il centro di gravità del corpo (l’ombellico), ovvero l’equilibrio”, snm di Scompisciarsi questo fig e letteralmente “orinarsi addosso” (volg Pisciarsi) dalle risate”. Altro significato di Sbellicarsi vuole “ridere tanto da aprire l’ombellico”. Il gr conta OMPHALOS per Ombelico, cui Onfalo-ònfalo snm di Umbone e utilizzato in pref per composizioni quali Onfalìte (suff patologico ITE), Onfalocèle, Onfalomanzìa (divinazione attraverso l’aspetto l’ombelico), Onfalorragìa, Onfalorrèa, Onfalotomìa. Onfalo, pertanto, era chiamata la pietra ovale venerata nel tempio di Apollo a Delfi, che rappresentava metaf il centro (l’ombelico) della Terra. L’onomastica conta un Alan pari pari dal gaelico ALAN bello. \ Il termine franc BEAUX ARTS Belle Arti deve intendersi in senso peggiorativo, poiché fu coniato per ironizzare sugli insegnamenti della Ecole des Beaux Arts di Parigi, fondata nel 1671, che non intendeva adottare le innovazioni in architettura, privilegiando i valori classico-rinascimentali; comunque, gli anni ottanta avrebbero visto un rinnovato interesse al ferreo tradizionalismo dell’Ecole. La BELLE EPOQUE Bella Epoca discrimina quel periodo europeo, per accezione il francese, a cavallo tra il 1800 ed il ‘900, che fu, essenzialmente per i borghesi, di benessere e di spensieratezza. Artisticamente è scenografato dagli Impressionisti; i successivi, primitivi Espressionisti (Germania) posero le basi profetiche della fine di quell’epoca, incalzata dalle catastrofi delle due guerre mondiali.\ BELLUINO Altra storia per questo lemma, che non è affatto un dim. Belluìno, dal lat BELUINUS, lo sì è rafforzato raddoppiando la L per esprimere maggiore forza emotiva e deriva da BELUA, dal quale sarebbero venuti Bèlva e Bèstia con i propri derivati: Bestiàle, Bestialità, Bestiàme (suff AME per collettivi), Bestiàrio questo in epoca romana “lottatore con le bestie” o “custode delle bestie” e Bestiàrio questo “opera medv di descrizione degli animali”, Bestìno (odore di selvatico), Bestiòla. Belluino, dunque, disumano e feroce, 1046 che è sempre più riferibile, in astratto, all’animo piuttosto che ad un reale comportamento; i prefissati Imbestialìre con Imbestialìto e Imbestiàre con Imbestiàto (IN illativo). Un’ant rad cita BELO(M) quale forza, quindi Dèbole da DEBILIS “senza forza “(pref DE privativo) con Debolèzza e la variante Dèbile fedele al lat cui Debilità, Debilitàre con Debilitànte, Debilitàto e Debilitaziòne. \ Bestemmia Bestèmmia e Bestemmiàre sono termini ereditati dall’inc del gr BLASPHEMEO con il lat BESTIA e AESTIMARE degno di essere considerato una bestia, cui il lat tardo BLASPHEMIA-BLASPHEMARE bestemmia e bestemmiare, sfociato nel volg BAESTIMIARE e, infine, nell’ital Bestemmiare. Dal tema, l’ital conta in via esplicita Blasfèma, Blasfemàre, Blasfematòre, Blasfematòrio, il desueto Blasfemìa, Blasfèmo e Blasfemamènte. Ancora, implicitamente, ci sono giunti Biasimàre col devb Biàsimo e Biasimèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, Biasimàbile, Biasimatòre, dal franc ant BLASMER, il quale è l’adattamento linguistico-fonetico di BLASPHEMARE; però esiste in complanare il percorso desueto Blasmàre “biasimare” con tutti i derivati. Non è finita, poiché l’ital conta ancora Blastèma (omn di Blastema “germe”) o Blastemìa quale sovrapposizione di Bestemmia. \ “Sia biasimato che pensa male” pronunciò Edoardo III durante un ballo, nel raccogliere una giarrettiera dal pavimento, persa chissà da chi. Da allora, il re ebbe l’ispirazione di istituire l’Ordine della giarrettiera. \ BELLICO Dal lat BELLUM guerra, modificatosi dall’ant DUELLUM scontro a due, cui Duèllo (da notare il senso collettivo del primo rispetto al secondo), è pervenuto Bèllo, che non sarebbe quindi legato a BELO di forza, tuttavia, tra BELO forza e BELLUM guerra, non è illogico supporre una primitiva rad comune. Da Bello i derivati Ballatòio in metaplasmo da BELLATORIUM galleria dei combattimenti sulla nave, omn di Ballatoio da Ballare, vrs fig sovrapposto. Bèllico, Bellicòso, Bellicìsmo con Bellicìsta, la dea Bellona (omologata a Roma dalla dea gr Enio). Il termine è utilizzato per sostantivi ed aggettivi composti e derivati relativi alla guerra, quali Belligerànte Ppres di BELLIGERARE fare la guerra con Belligerànza e Bellìgero (con il lat GERERE condurre) e Cobelligerànte con Cobelligerànza (pref COM associativo).. e i prefissati quali Debellàre (DE conclusivo, dal XIV sec) con Debellamènto, Debellatàre e Debellaziòne, Imbèlle (IN negativo), Ribellàre (RE d’opposizione, dal XIII sec) o Rebellàre o ancora Ribellàre con Ribellagiòne o Ribellaziòne, Ribellamènto, Ribellànte, l’aggettivo Ribèlle o Rebèlle o Rebèllo, Ribèllo o ancora Rubèllo, e Ribelliòne. Il Perduelliòne, nel diritto romano, è il delitto d’alto 1047 tradimento contro la sicurezza dello Stato, dalla composizione latina PER DUELLUM, indica il tradimento per fini d’interessi in guerra. Bellimbusto è semant bello in busto (impettito), ma calza perfettamente anche bellicoso. Dal lat ARREBELLARE “fare di tutto per riprendere la lotta (guerra), l’ital conta il devb fig lenito Rovèllo con il prefissato Arrovellàre cui Arrovellamènto (AD allativo). Pare che dalla sovrapposizione di DUELLUM con BELLUM sia stato cvoniato nell’onomastica Duilio “combattente valoroso in guerra” \ DE BELLO GALLICO è la cronaca della campagna di guerra contro i Galli, scritta da Giulio Cesare; non è un’opera letteraria di rilievo, ma possiede il “bello” della Diretta Giornalistica. Le grandi guerre o coloniali o mondiali non sono una prerogativa di questo secolo; la storia ci racconta dei conflitti tra l’Occidente e l’Oriente, dai tempi dei Greci contro i Persiani, dei Greci-Macedoni (Alessandro Magno) in espansione verso l’India, l’Africa; e poi le mire di Roma, della Turchia... l’aggettivo mondiale, sovente enfatizzato, è pressoché riferibile alle terre conosciute. \ \ Pugna Guerra Dalla rad indoeur PEUG colpire, dal gr PYKS col pugno, cui Pùgno con i dim Pugnèllo e Pugnètto, l’aggettivo Pugnàce combattivo, il vog Pugnètta “masturbazione maschile”, Pùgile con Pugilàto, Pugilatòre, Pugilìsta, Pugilìstico, Pugillàre, successivamente semant in pungere, cui Pùgio “pugnale”. Un pugno ben sferrato dal basso verso l’alto è definito fig Sommòmmolo o Sommòmolo nel toscano, snm del glb Uppercut, e vale anche quale frittella di riso; l’origine è dall’onomatopeico Mòmmo “cosa da succhiare” cui l’alterato Mòmmolo. I padri latini coniarono PUGNA combattimento e PUGNARE combattere, sopravvissuto immutato in Pugnàre con Pùgna o Pùnga e Pugnatòre; il Pugnàle, infatti, s’impugna, ma è anche un’arma per pugnare, con il percorso Pugnalàre, Pugnalàta, Pugnalatòre. PUGNA rispetto a BELLUM aveva una sfumatura meno nobile, come una scazzottata rispetto ad un duello in epoca romantica. Con i prefissati, il percorso conta Espugnàre (pref EX fuori) “obbligare da fuori a cedere” cui Espugnatòre e Espugnaziòne, Impugnàre (IN illativo) questo sta sia per “prendere col pugno” sia “osteggiare” cui i complanari, Impugnàbile, Impugnabilità, Impugnànte, Impugnatìva, Impugnatòre, Impugnatùra, Impugnaziòne; eppoi, metaf o meno, Oppugnàre (pref OB contro) “contestare” con Oppugnàbile, Oppugnabilità, Oppugnatòre e Oppugnaziòne, Propugnàre (pref PRO avanti) cui Propugnàcolo “opera fortificata per la difesa”; in questo caso il suff COLO è inteso idealmente quale suff dim rispetto a una vera e propria fortificazione di un’intera area. Il percorso prosegue con Propugnatòre, Propugnaziòne nel significato di “combattere in linea avanzata”, Repugnàre cui Repugnatòrio in complanare con Ripugnàre (pref RE d’inversione) con Ripugnànza e Ripugnànte nel significato originale di “rifiuto (del combattimento)”. 1048 Termine pseudoetim Spugnàre questo da Spugna. Attraverso il franc BISTOURI (pron bisturì) pugnale, ma questo dall’ital Pistoièse tratto dalla locuzione Coltello pistoiese, dal toponimo Pistoia, città famosa per la produzione di coltelli, l’ital ha adottato il chirurgico Bìsturi dal 1771, ma già in uso dal XVI sec. Attraverso il malese KRIS o KIRIS o il giavese KRES, attraverso l’ingl CREES, l’ital conta l’omologismo Kris o Krìss “pugnale a due lame”. La variazione di Pungere (inv dal lat PUNGERE) per Pugnere è avvenuta come in Spengere per Spegnere questa motivata da una consolidata preferenza toscana, così come Piagnere per Piangere. Spègnere è il derivato metaforizzato della composizione lat EX PINGERE scolorire sul calco di EX TINGERE, EX TINGUERE. Spègnere, allora, sta per annullare ogni colore, cui il Pp Spènto. \ In avestico esiste il termine SPENTA con valore di santo, benefico e che ritroviamo nel persiano ESFAND che indica la botanica Ruta, la quale viene ritualmente arsa per allontanare le disgrazie. Il termine pare sia connesso con l’indoeur ingl BOUNTEOUS benefico.\ I Franchi portarono il termine WERRA guerra, attestatosi nel lat medv in GUERRA, successivamente riversatosi inv nell’ital in Guèrra, cui Guerraiòlo, Guerreggiàre con Guerreggiànte, Guerreggiàto e Guerreggiatòre, Guerrièro o Guerrière e Guerrèro, Guerrèsco, Guerrìglia attraverso lo sp GUERRILLA quale dim di GUERRA con Guerriglièro e Guerrigliòso, i prefissati Agguerrìre con Agguerrimènto e Agguerrìto (A allativo), Anteguèrra e Dopoguèrra. \ Colombia 2 luglio 2008, viene liberata dalle forze regolari, la franco-colombiana Ingrid Betancourt, intellettuale, già senatrice e candidata alla presidenza, tenuta sei anni prigioniera dai rivoluzionari delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane), il cui rapimento aveva scosso le coscienze di tutto il mondo.\ Il lemma Guerrafondàio, diversamente da quanto si possa immaginare, non indica chi ideologicamente è propenso a fondare una guerra, ma fu coniato nell’Ottocento, durante le guerre d’Africa (italoabissina), dalla locuzione Guerra a fondo, ovvero Guerra ad oltranza. Sarebbe stupendo, però, coniare per le generazioni future il termine d’attualità Pacefondàio. Dalla guerriglia cubana dell’eroe argentino Che Guevara (1928/1967), detto El Che, propugnatore nel 1959 per l’emancipazione del Terzo Mondo, l’ital conta l’omologismo Guevarìsmo con Guevarìsta (pron ghe), in complanare storico con Castrìsmo e Castrìsta relativi al suo leader Fidel Castro, il futuro presidente di Cuba, il quale solo nel 2008, per malattia e vecchiaia, ha dovuto lasciato la carica a favore del fratello Raul. In omologismo, l’ital conta Garibaldìno, questo relativo a Giuseppe Garibaldi (1807/1882), l’eroe guerrigliero per l’Unità e l’Indipendenza nazionale, in complanare risorgimentale con Mazzinianèsimo o Mazzianianìsmo e Mazziniàno attinenti al coetaneo Giuseppe Mazzini (1805/1872) ideologo ed apostolo. \ Bombardamento La guerra moderna è prevalentemente assordata dalle bombe. Bòmba è ispirato al lat BOMBUS ronzio già gr BOMBOS, cui Bombàrda, Bombardamènto, Bombardàre, Bombardàta, Bombardatòre, Bombardièra, 1049 Bombardière, Bombardièro, il dim Bombardìno e l’accr Bombardòne, il dim Bombètta “petardo”. Bombàre “tuonare” (omn di Bombare “bere” e Bombare “arrotondare”) con un Bòmbito “rimbombo”, Bombaròlo. A Ferdinando II di Borbone (1810/1859) fu assegnato l’epiteto di re Bomba. Il percorso conta le locuzioni Bomba molotov o Bottiglia molotov coniata da combattenti finlandesi durante la seconda guerra mondiale, Tornare a bomba. Il percorso conta il prefissato Rimbombàre col pref RI iterativo adattato cui Ribombànte e il devb Ribòmbo. Ancora, l’esot Bòmber dall’ingl BOMBER bombardiere, fig il giubbotto tipo militare attraverso l’ingl BOMBER JACKET o “cannoniere calcistico”. Bomber, semant è in snm con Bombarolo, cui il tragicamente famoso l’imprendibile Unabomber veneto che da oltre dieci anni (oggi 2008) terrorizza vigliaccamente la gente; il prefissato Unabomber sta giornalisticamente per “bombarolo che colpisce una volta tanto” sul calco di “Una (volta) tantum” dalla corrispondente locuzione lat, attestatasi in ital quale “tassa straordinaria”. Bombìsta e Bombòne stanno anche per “fanfarone” da Bomba fig “notizia- bomba”. Eppoi i fig Bombàre “arrotondare come una bomba” (omn di Bombare “bere”) con Bombàggio, Bombàto, Bombatùra e il dim Bombètta questa volta “cappello” stanno per “a forma di bomba” cui il glb franc Bombè (corretto Bombé) con l’omologismo Bomberìna, ancora Bòmbola con Bombolètta, i fig Bòmbolo con Bombolòne e Bombolòtto, questo al plur Bombolòtti in gastronomia (primo piatto); il volg fig Bombare nel senso di “menare”. In connessione, fig o meno, l’ital conta Bòmbo (omnn di Bombo bevanda”) sia “rumore cupo-ronzio” sia “insetto” cui Bombìre e Bombìto, un Bòmbero “sciocco” (omn di Bombero “vomere”), Bombòne “fanfarone” omn di Bombone “beone”, ed ancora Bòmbice “sorta di farfalla” dal lat BOMBYX BOMBICIS insetto ronzante cui la locuzione Bombice del gelso “baco da seta” e Bombìcidi (Famiglia di Lepidotteri) con Bombicìllidi (Famiglia di uccelli), Bombìlio dal gr BOMBYLIOS insetto ronzante svoltosi in “vasetto d’unguento”. Da Bombice svoltosi in Bòmbico cui l’ipocoristico Bico e, in pron sett, Bigo, l’ital conta un Bìghero o Bìgaro già dal XSVIII sec coin valore di “trina, merletto” cui Bigherìno e Bigherinàia; famosa la tela Le bigherinaie (1881) del macchiaiolo Telemaco Signorini (1835/1901). L’omn Bombòne e Bombonièra sono i termini alieni nel percorso transitati dal franc BONBONNIERE da BONBON questo da voce onomatopeica infantile per dolciume e che vale buono buono (notare la norma ital di mutare la n in m ove preceda le consonanti b e p). Bombànza, poi, è dal prvz BOBANSA già franc BOBANCE con epentesi eufonica della lettera m. Certamente fuori percorso è il termine mer Bombìno “sorta di vitigno” che sta per “buon vino” (metaplasmo dialettale), così anche per Bombicìno “sorta di carta”, detto erroneamente anche Bambagìna o Bambagìno (poiché si credeva fatta di bambagia), dal toponimo ar Bambice oggi el-Mambi dove veniva prodotta. \ Diminutivo latino - Diminutivi italiani COLO UNCOLO ATTOLO ICIATTOLO ICINO 1050