Arte e Cognizione

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Arte e Cognizione
Aggiornamento2005
Unrapportosuirecentiprogressidellascienzachestudiailcervello
ArteeCognizione
Unrapportosuirecentiprogressidellascienza
chestudiailcervello
ArteeCognizione
Aggiornamento2005
THE EUROPEAN DANA ALLIANCE
FOR THE BRAIN EXECUTIVE COMMITTEE
WilliamSafire,Chairman
EdwardF.Rover,President
ColinBlakemore,PhD,ScD,FRS,ViceChairman
PierreJ.Magistretti,MD,PhD,ViceChairman
CarlosBelmonte,MD,PhD
AndersBjörklund,MD,PhD
JoëlBockaert,PhD
AlbertGjedde,MD,FRSC
StenGrillner,MD,PhD
MalgorzataKossut,MSc,PhD
RichardMorris,Dphil,FRSE,FRS
DominiquePoulain,MD,DSc
WolfSinger,MD,PhD
PiergiorgioStrata,MD,PhD
EvaSyková,MD,PhD,DSc
ExecutiveCommittee
BarbaraE.Gill,ExecutiveDirector
LaEuropeanDanaAlliancefortheBrain(EDAB)riuniscecirca150traipiu
grandispecialistidelleneuroscienzedi27paesi,compresi5premiNobel,
chesisonodaticomeobbiettivodisensibilizzareilpubblicosul’importanza
dellaricercasulcervello.Fondatanel1997,questaorganizzazioneèattiva
avarilivellidallaboratoriodiricercafinoalpubblico.
Perulterioriinformazioni :
TheEuropeanDanaAlliancefortheBrain
Dr.essa BéatriceRoth,PhD
CentredeNeurosciencesPsychiatriques
SitedeCery
1008Prilly/Lausanne
e-mail :[email protected]
Copertina :
©Keystone/SPL/Dr.JohnMazziottaetal.
Visioni del cervello :
un rapporto sui recenti progressi
della scienza che studia il cervello
Aggiornamento2005
ArteeCognizione
5
Introduzione
diStoryC.Landis,PhD
9
ArteeCognizione
diMichaelS.Gazzaniga,PhD
Iprogressidellaricercasulcervellonel2004
15
Lepatologiecheappaiononelcorsodell’infanzia
23
Idisturbidelmovimento
31
Lelesionidelsistemanervoso
39
Neuroetica
45
Idisturbineuroimmunologici
51
Ildolore
57
Idisturbipsichiatricieledipendenze
63
Idisturbisensorialiedellefunzionicorporali
71
Cellulestaminalieneurogenesi
79
Idisturbidelpensieroedellamemoria
87
Referenze
93
Immaginateunmondo...
Introduzione
di Story C. Landis, PhD
Director,NationalInstituteofNeurologicalDisordersandStroke,
NationalInstitutesofHealth
I
numerosi esempi di ricerca pionieristica
presentati in questo aggiornamento, per le
neuroscienzesonol’esordiodiunostraordinarioperiododiindagini.L’integrazionecrescente delle neuroscienze, sostenuta dalle
nuovetecnologieedallosviluppoditerapie
mirate, offrono importanti opportunità che
avrannoprofonderipercussionisullasalutee
ilbenesseredell’uomo.
Analizzandolericercheraccolteinquestoaggiornamento,sinotacomelo
spettacolaremiglioramentodeglistrumentiedelletecnichechepermettonodiesplorareilcervelloabbiapermessodirealizzareunnumeroconsiderevoledistudiescoperte,alivellimoltodifferentidistrutturaedifunzionecerebrali.Lenuovetecnichedi«imaging »permettonoperesempio
nonsolodistudiareidettaglistrutturalidelcervelloinvivo 1,2,madiseguire
conprecisioneancheicambiamentialivellodeineurotrasmettitori 3.
Lapossibilitàdiosservareemisurareglielementidelcervelloconmaggiore precisione e ricchezza di dettagli, aiuta a comprendere meglio le
causedellepatologieneurologiche.Lacomprensionedellemalattieedei
relativiprocessidivengonocosìpiùprecisieampi.Unodopol’altro,idifferentitassellidelmosaicocervello,formanounasolaimmagineall’interno
deicomplessimeccanismibiomeccanici.Questanuovavisionedell’organo
cervello permette di collegare differenti malattie con vie biologiche
comuni,laconvergenzadidatièlabaseperriuscireadimmaginarenuovi
approcci terapeutici. Per esempio, è stato evidenziato un nesso tra la
malattiadiParkinson,lacoreadiHuntingtonelademenzaacorpidiLewy.
Ilpuntocomuneconsistenellatossicitàdelleproteinechesiaccumulano
neineuroni.Comprenderelecomponenticritichedelladegradazionedelle
proteineedimparareacontrollarlasuunmodelloanimale,offriràl’opportunitàdicrearenuoviinterventiterapeuticiperalleviareisintomi,ritardare
5
oarrestarelaprogressionediquestetremalattie 4.Iprocessiinfiammatori
colleganolasclerosimultiplaallepatologiegeneratedallereazioniautoimmuninelsistemanervoso.Irecentirisultatidellaricercasullasclerosi
multiplaottenutigrazieainuoviprocessidellavisualizzazionechepermettonodiosservareindividualmentelecelluleimmunitarienell’organismo 5 e
ifarmacichearrestanolaprogressionedellamalattia 6,sonounulteriore
esempioditecnicheetrattamenticheoffrirannoampieapplicazioni.
I trattamenti per i disturbi causati dalle lesioni del sistema nervoso, ad
esempiolelesionidelmidollospinale,sonofruttodilunghiannidiricerche.Imetodicheconiuganodiversiapproccicomeitrapiantidicellule,la
somministrazionedisostanzechestimolanolaricrescitadegliassonieche
neutralizzanolemolecoleinibitrici,hannopermessodiottenererisultati
spettacolari nei modelli animali con il recupero parziale della capacità
motoriaedellacoordinazione 7.Alcuniricercatoriutilizzandolabioingegneria e le nanotecnologie, hanno costruito dei ponti biosintentici per
collegareleduepartidellalesione.Perottenereunariparazionepiùcompleta,hannoiniettatonuovecelluleefattoridicrescita 8,9.
Idisturbineurologicirappresentanounpesantecostoumanoedeconomico.Essisimanifestanosottodiverseforme :idisturbidelmovimento
(comel’atassiaelasclerosimultipla),lemalattieneurodegerative(comela
malattiadiParkinson),lelesionitraumatichedelcervelloedelmidollospinale,l’epilessia,idisturbimentali,ladipendenzadalledrogheodall’alcol,
i doloricronici.Contrastarneladiffusioneesvilupparedeitrattamentiefficacièoggiunaprioritàancheperchémoltidiquestidisturbisimanifestano
neglianziani,unapopolazioneincontinuacrescitaneipaesioccidentali.
Cometestimoniatodaiprogressipresentatiinquestorapporto,laricerca
neurologicaèperfortunaalcentrodegliinteressidiunacomunitàdiscienziatigiàmoltonumerosaeincrescita,traiqualisiannoveranoalcunidei
ricercatori più dotati delle scienze biomediche. Quotidianamente sono
pubblicate importanti scoperte sulle malattie neurologiche, grazie alle
qualicapiamosempremegliol’origine,laprogressioneeilmeccanismo
d’azionedellemalattiechecolpisconoilcervelloeilsistemanervoso.
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Prima di divenire dei trattamenti efficaci, le innumerevoli conoscenze
acquisitedagliscienziatidevonopassareattraversounlungopercorsoche
permetteditradurrelenozioniappresealivellomolecolareinterapieda
affidareaimedici.Questotipodiricerca,dettatraslazionale,trasformale
Introduzione
conoscenzefondamentaliinterapiepronteperessereutilizzatenell’uomo.
Oggiessacostituisceunaparteimportantedellaricercabiomedicasvolta
daiNationalInstitutesofHealth(NIH),chel’annoscorsohannolanciatola
Roadmap,un’iniziativaperaffinareeaccelerareilprocessodiricercaedi
conseguenzaperpermetteredipassarepiùrapidamentedaglistudiaitest
suipazienti.
Lemiericerchevertonosoprattuttosugliaspettifondamentalidellosviluppocerebrale.Peresempio,cercodicapirequalèilruolodeigeninel
cablaggio del cervello, ma anche di comprendere come la «plasticità
cerebrale »intervieneinquestomeccanismoefinoachepuntolastruttura
funzionale del cervello è predeterminata. Queste domande, che sono
state alungoalcentrodellaricercafondamentalesulcervello,oggisono
divenuteilcentrodellericerchepertrovaredeitrattamentiefficaciperle
malattieneurologiche.
I trattamenti promettenti sono stati costruiti su decenni
di scoperte fondamentali sul modo in cui il cervello si sviluppa,
costituisce le connessioni e funziona, sia esso sano sia malato.
Tuttelestrategieterapeuticheattuali,seesaminateneldettaglio,hanno
un debito verso la ricerca fondamentale. I trattamenti promettenti sono
staticostruitisudecennidiscopertefondamentalisucomeilcervellosi
sviluppa,comeessocostituisceleconnessioniefunziona,siaessosanosia
malato.Nélastimolazioneprofondadelcervello,néleprotesineuronali,
dueambitineiqualilaricercaèattualmentemoltoattiva,esisterebberose
nonsisapessecomeicircuiticerebralicontrollanoimovimentidallostadio
molecolarefinoaquellomuscolare.Senzalaperseveranzadeiricercatori
chehannoconsacratotuttalalorocarrieraallascopertadiunsologene,
ogginonavremmonélaterapiagenica,néitestperlemalattieassociate
ai geni, né i modelli animali che imitano le malattie dell’uomo. E cosa
sapremmosenzagliannidilavoroduranteiqualisiècostituitoilsapere
chepermetteairicercatoridicomprenderelecapacitàdiunacellulastaminale, del fenomenale potenziale che offre queste cellule per curare o
guarirealcunedellemalattieneurologichepiùdevastanti ?
Leneuroscienzesonoadunmomentocritico.Sappiamomapparelafunzioneel’attivitàdeigeni,siamoingradodigeneraredeineuronimaturi
a partire dalle cellule staminali e di esplorare il modo in cui il cervello
tratta lefunzionicomplesse.Perònonsiamoingradodiguarireiltremito
parkinsoniano (e ancora meno impedire la progressione della malattia),
7
nonsappiamoinsegnareadunbambinoaffettodaautismoadinteragire
conilsuoambiente,nonsappiamoriparareidanniprovocatidallasclerosi
multipla.Occorrecheglispecialistidelleneuroscienzechelavoranonei
laboratorienegliospedali,accelerinoilpassaggiodallateoriaallapratica.
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Arte e Cognizione :
L’educazione artistica
può favorire lo sviluppo di altre
competenze cognitive ?
di Michael S. Gazzaniga, PhD
N
on è recente l’idea secondo la quale
l’educazioneartisticafacilitaaltreacquisizioni
cognitive.PeripiccoliEinsteinsitrovanoin
commerciodeivideoper«intrattenereestimolarelosviluppodeibambiniimmergendoli
nellamusica,l’arte,illinguaggioelescienze
della natura ». Alcune campagne pubblicitarie dell’American Express mostrano Sheryl
Crow eStingchevantanolericadutepositive
delle lezioni di musica sull’apprendimento
dellamatematicaedellescienze.Questaconvinzionehapervasolacultura popolare.
Èvero ?Inrealtàs’ignorasel’educazioneartisticaabbiauneffettosulcervellooseinfluenzialtriambitidell’apprendimento.Idaticheindicanoun
possibilenessotral’apprendimentoartisticoecertecompetenzecognitive
nonsonomaistatiriprodottiosonopuramentecorrelativi.Questonon
significachenonpotrebbeesistereunnessocausale,iricercatoripotrebberononaverecercatonelladirezionegiusta.
Unadelleideeerrateepiùcomunisull’impattocerebraledelleattivitàartisticheprovienedalcosiddetto« effettoMozart »,lateoriasecondolaquale
unbambinocheascoltaqualcheminutodiMozartselacavameglionelle
abilitàspazio-temporali.Inaltreparole,sefateascoltareMozartaivostri
figli,sarannopiùbraviinalgebra.Pubblicatanellarivista Nature nel1993
daricercatoridell’UniversitàdellaCalifornia,questateoriaèdiventatala
referenzaperchiaffermachegrazieadellelezionidimusicaèpossibile
rinforzare le competenze in matematica e in scienze, ma nessuno dei
numerositentativiperriprodurlahaavutounbuonesito.
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Taleasserzionehatuttaviapermessod’imparareastudiareneltempo(anni)
sialerelazionitraleattivitàartisticheelaconoscenza,sialasuaripercussionesullastrutturadelcervelloedelpensiero.Orasidevecercaredistabilireunnessocausaletralostudiodellamusicaelealtrecompetenze
cognitive,nonaccontentarsididaticorrelativi.Sisapocosullaripercussione
dell’espressione artistica su altri ambiti e nulla sui meccanismi cerebrali
di trasferimentochepotrebberoessereutilizzatipermettereinrelazione
le conoscenzeacquisiteinambitoartisticoaquellodellamatematica,delle
scienze,dellinguaggioodelleinterazionisociali.
Si deve cercare di stabilire un nesso causale tra lo studio
della musica e le altre competenze cognitive, non accontentarsi
di dati correlativi.
La fondazione Dana ha costituito un fondo di due milioni di dollari in
favorediunostudioinnovativoperdeterminareglieventualieffettidell’educazioneartisticasuimeccanismicognitividibaseesulleregionicerebrali
responsabiliditaliprocessi.Èilpiùgrandestudiomairealizzatoinquest’ambito e riunisce sei eccellenti laboratori delle neuroscienze sparsi negli
USA, John Jonides, dell’Università del Michigan, Mark D’Esposito, dell’UniversitàdellaCalifornia,Berkeley,BrianWandell,dellaStanfordUniversity,
Laura-AnnPetittoeKevinDunbar,delDartmouthCollege,MichaelPosner
eHelenNeville,dell’Universitàdell’Oregon,ElizabethSpelke,dellaHarvard
University,eiostesso,esploreremonell’ambitodiquestostudiodifferenti
aspettiditregrandiquestioni:sel’educazioneartisticafacilital’acquisizione
di altre competenze accademiche, se stimola lo sviluppo di particolari
processicognitivisuscettibilidi averedeglieffettigeneralichesiestendono
adunvastoinsiemedicompiti,qualisonoimeccanismicerebraliinfluenzatidall’apprendimentoartisticoecomequestimeccanismisiriferiscono
adaltreareedell’apprendimento.
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Leduegrandiquestionicheaffronteremonellostudiosono :sel’educazioneartisticamodificalestrutturecerebralieseesisteun’etàlimiteper
l’acquisizionediquest’apprendimento.Moltitipidiallenamento–dallosport
alla fisica, fino alla musica – modellano le strutture cerebrali. Andando
spessoin bicicletta s’impara a pedalare sempre più rapidamente e suonandodifrequenteilpianosimiglioral’abilitànell’eseguireBach.Questo
è presumibilmente dovuto all’aumento della velocità d’elaborazione.
Occorreoradeterminareselelezionidipianopossonoavereuneffetto
favorevolesuambitinonartistici,comelamatematica,lescienze,lelingue
eleinterazionisociali.
Arte e Cognizione
Unodeiprincipaliobiettividellostudioèidentificareleareedelcervello
sollecitatedaun’attivitàartisticachepotrebberoessereutilizzateperaltri
compiti.Lespecifichefacoltàcognitivecheiricercatoriesaminerannoper
determinareipossibiliimpattidell’apprendimentoartisticosonoilcontrollo
dell’attenzione, la memoria di lavoro, la facoltà d’astrazione, il trasferimentodell’informazionetragliemisfericerebrali,illinguaggio,laletturae
lascrittura,l’interazionesocialeeleabilitàmatematiche.
Uno dei principali obiettivi dello studio è quello di identificare
le aree del cervello sollecitate da un’attività artistica che potrebbero
essere utilizzate per altri compiti.
Lemodernetecnichedivisualizzazionedell’attivitàcerebrale,permettono
diosservareleregionicheilcervelloutilizzapercompiereundeterminato
compito.Utilizzandodifferentimetodologie(compreselamisuracomportamentale standard delle abilità, il trasferimento verso altri ambiti del
comportamentoeletecnichedimisurazionedelcervello)elepiùrecenti
tecnichedianalisicerebrale,tralequalilavisualizzazioneperrisonanza
magneticafunzionale(fMRI),ipotenzialievocati(ERP),laspettroscopia
otticanelvicinoinfrarosso(NIRS)elavisualizzazionedeltensoredidiffusione(DTI),iricercatoripotrannoscegliereletecnichepiùadeguateailoro
studi.Peresempio,segliallievid’artedrammaticariesconoconpiùfacilità
dialtriapassaredauncompitoall’altroeadaffrontaresottoangolidifferentidellemansionichenonsonoinrelazioneconlacommedia,saranno
utilizzati la fMRI, la ERP e la NIRS. Con queste tecniche sarà possibile
determinaresequestistudentihannoacquisitodellecompetenzeparticolari,qualisonoimeccanismicerebralichesottendonoquestecompetenze
efinoachepuntoquesteultimepossonoestendersiadaltriambiti.
Ilsecondopuntofondamentaledellostudioèquellodeiperiodisensibili,le
finestre temporali durante le quali è più facile acquisire una particolare
competenza.Ènotocheesistonodeiperiodisensibiliperl’apprendimento
dellelingue.Finoa10mesiibebèsannodistinguereledifferenzefonetichedituttelelingue,questacapacitàdeclinarapidamentetra10e12 mesi.
Ci sono dei periodi specifici anche per l’acquisizione delle competenze
artistiche ?Sefosseilcaso,questopotrebbeavereunimpattosulnostro
sistemaeducativo.Lostudiocercheràdideterminareseesisteun’etàfavorevoleeseladuratadellapraticahaun’influenzasulleacquisizioni.Iricercatoritenterannodistabilireseglistudentichehannoavutoun’intensa
educazione artistica a « differenti » età del loro sviluppo presentano dei
«miglioramentimentalidifferenziati»,mantenendocostantelapraticadelle
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lorodisciplineartistiche.Essiesaminerannoiperiodisensibilinell’ambito
delladanza,dell’artedrammatica,lapitturaelamusica.Studierannol’età
allaqualeilbambinohacominciatoapraticarel’attivitàelaripercussione
sulsapereel’apprendimento.Cercherannodicapireseleregioniattivate
daidifferenticompitivarianoinrelazioneall’etàallaqualeilbambinoha
cominciatol’attivitàeiltempopiùomenolungocheconsacraaquest’attività artistica. Sarà forse possibile determinare se è più importante l’età
alla qualeilbambinocominciaun’attivitàartisticaoppureiltempocheegli
gliconsacra.
I risultati di questo studio potranno avere un impatto sulle decisioni
future sul ruolo dell’arte nei programmi scolastici.
Tale studio possiede un’importanza particolare, infatti, educatori e direzionidellescuoles’interroganosulruolodellaformazioneartisticaneiprogrammiscolastici.Perdecenni,lepersoneimplicatesisonodomandatese
un’intensaformazioneartisticaarricchisceinqualchemodolamenteose
l’unicoeffettoèquellodiprogredirenelladisciplinaartisticaprescelta.I
risultatidiquestostudiopotrannoavereunimpattosulledecisionifuture
delruolodell’arteneiprogrammiscolastici,cosìcomeoffrireun’immagine
complessivadell’impattocerebraledell’educazioneartistica.
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I progressi
della ricerca
sul cervello
nel 2004
Le patologie che appaiono
nel corso dell’infanzia
Dibattito sulle cause dell’autismo
16
Il ricablaggio del cervello migliora la lettura
nei bambini affetti da dislessia
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Le questioni fondamentali sullo sviluppo del cervello
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È
difficileimmaginarechefinoapocotempofa,siattribuival’autismo
alle incapacitàdeigenitorieladislessiaall’indolenzadelbambino.Grazie
ai progressidellagenetica,dellabiochimicaedelletecnichedi imaging,
queste ed altre malattie che appaiono nel corso dell’infanzia sono oggi
riconosciutecomeanomaliedelcervello.Ancheduranteil2004ineuroscienziatihannopubblicatodeglistudidestinatiamigliorarelacomprensionedell’originediquestepatologie.
Dibattito sulle cause dell’autismo
L’autismoèunamalattiastraziante.Quandosimanifestanoisintomi,un
bambinochesembravasvilupparsinormalmente,sirichiudeinsestesso,
regredisceemanifestadellestereotipiegestuali.
Ilpesoemotivoefinanziarioperlefamiglieèimmensoecom’ècomprensibile,igenitoridesideranoconoscerel’originedellamalattia.Unpiccolostudioapparsonel1998sullarivista Lancet, realizzatodaAndrewWakefield
e isuoicolleghidelRoyalFreeHospitalandSchoolof MedicinediLondra,
ipotizzavachecerticasid’autismopotesseroessereprovocatidalvaccino
combinatomorbillo-rosolia-parotidite(MRP) 10.Questostudiohagenerato
undibattitointensosullasicurezzadeivaccinidestinatiaibambini,discussionechenonèstataplacatanemmenodalle numerosesmentiteapparse
inseguito,cheriaffermavanolasicurezzadeivaccini.
Inmaggio,l’InstituteofMedicine(IOM)hariapertoquestodossierperla
terzavolta,ribadendochenonesisteunaprovascientificachedimostri
unarelazionetrailvaccinoel’autismo 11.Sebbeneavessegiàrealizzatoa
questo proposito nel 2001 due rapporti – uno sul vaccino MRP, l’altro
sul vaccinochecontenevailtimerosal,unasostanzacontenentemercurio
utilizzatacomeagentediconservazione–l’IOMhadecisodiriesaminare
la questione alla luce di nuovi studi epidemiologici e di laboratorio. Le
conclusioni del rapporto del 2004 raccomandano zittire l’inutile controversia sui vaccini e di consacrare tempo e soldi per studi sull’autismo
più promettenti.
16
Adoggi,nonèancoranotalacausadell’autismo,siritienechequestapatologiaderividall’interazionedipiùgeniedafattoriambientalinonancora
conosciuti.Sebbeneisintomisimanifestanodopoi2-3anni,sonosempre
piùnumerosiidaticheconvalidanolatesisecondolaqualeleanomalie
cerebraliappaionomoltoprima,inuteroopocodopolanascita.
Leregioninellequaliavvieneuneccessivocablaggiosonoimplicatenell’elaborazione sensitiva di base, ne consegue per il bambino malato un
sovraccaricodistimolisensorialiodi« rumore ».Questoprovocaunasorta
d’ingorgo che ostacola nella corteccia cerebrale la formazione dei circuiti d’integrazionealungadistanzanecessariall’acquisizionedellecompetenze d’alto livello, come il linguaggio o la facoltà di interagire con
l’ambientecircostante.Simanifestanoiclassicisintomidell’autismo :una
regressionedellinguaggio,unripiegosusestessielafissazionesudeterminati oggetti o rituali. Courchesne sostiene che questi sintomi classici
potrebberoessereinterpretaticomelareazionediunamentenormalead
unanormalecablaggiocerebrale.
Le patologie che appaiono nel corso dell’infanzia
Basandosisuunostudiopubblicatonel2003,secondoilqualelacirconferenzacranicadeibambiniaffettidaautismoaumentainmodostraordinario
duranteilprimoannodivita(mesiprimadell’apparizionedeisintomi),Eric
Courchesne e i suoi collaboratori dell’Università della California a San
Diego,hannopubblicatonel2004differentistudisullepossibilioriginidi
quest’aumentoeccessivoesullarelazionechepotrebbeavereconl’autismo.Nell’articoloapparsoinluglioin MolecularPsychiatry 12 einagosto
nellarivistaCurrentOpinionsinNeurology 13,Courchesneeisuoicollaboratorisostengonocheloschemaanormaledicrescitacranicaosservato
nei bambiniaffettidaautismo–unacrescitaimprovvisaseguitatrai5ei
12 anni,daunosviluppopiùlentodelnormale–ègeneratodaunadisfunzionenel« cablaggio »cerebrale.Inalcuneareecerebraliilcablaggiodel
cervelloètroppodenso,inaltreèdeficitario.
Unadiversateoriasull’anomaliadelcablaggiocerebraleèstatapubblicata
ingiugnosull’EuropeanArchivesofPsychiatryandClinicalNeuroscience
da Manuel Casanova, ricercatore al Medical College della Georgia 14.
Casanovahapresentatonuoviargomentiperlasuateoria(espostaindifferentiarticoliprecedenti,traiqualiunoapparsoneldicembredel2003) 15,
secondolaqualeunaparticolarestrutturaanatomicadibasedelcervello,
denominata minicolonna, potrebbe contribuire all’autismo e ad altre
malattiecomelaschizofrenia.
Ineuroninonsonodistribuitiacasonellacortecciamasonoorganizzatia
strati lungo colonne verticali e formano delle unità fondamentali denominateminicolonne.Questestruttureanatomichesonocostituiteda80a
100neuronicheinviano,ricevonoedintegranoisegnalidaaltrineuroni.
Casanova e altri ricercatori, ritengono che le minicolonne funzionino in
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modosimileadeimicroprocessorideicomputerechesianoallabasedelle
immensecapacitàditrattamentodell’informazionechel’uomonecessità
perimparareecomunicare.
Deglistudirealizzatiinprecedenzahannorivelatochelepersoneaffette
da autismo hanno un eccessivo numero di minicolonne e che queste
strutturesonoinsufficientementesviluppate.Basandosisuunamodellizzazionealcomputerdelleminicolonne,Casanovasostienechel’autismo
provocaunariduzionedeimeccanismid’elaborazionedelleinformazioni,
perquestaragionelepersoneaffettedaautismosonomenoabilinella
discriminazionedeisegnaliinentrataed’integrazionedell’informazione.
Questo potrebbe spiegare l’ipersensibilità al rumore e ad altri stimoli
sensoriali osservati spesso nei bambini autistici, oltre alle difficoltà nell’acquisireillinguaggioenellosviluppodialtrecompetenzedialtolivello
perlequalioccorrechedifferentiregionicerebralilavorinoinsieme.
Le pubblicazioni apparse nel 2004 hanno permesso ai ricercatori
di riconsiderare i concetti di base sull’autismo.
Ancheseleloroteoriedifferisconosualcuniaspetti,CasanovaeCourchesne ritengono che la ricerca sull’autismo non dovrebbe focalizzarsi
sulla disfunzione di particolari aree cerebrali – come le irregolarità dei
neuroni,ol’areadelgirofusiforme,un’areadelcervellolacuidisfunzione
erastataassociataall’autismoechenellepersonenormaliserveperriconoscereivoltiumani–maconcentrarsisuquestionid’ordinesistemico,
comeilcablaggiodelcervelloeiltrattamentodell’informazione.Sebbene
nonesistaancoraunconsensosulladirezionechelaricercadeveassumere,lepubblicazioniapparsenel2004hannopermessoairicercatoridi
riconsiderareiconcettidibasesull’autismo.
Il ricablaggio del cervello migliora la lettura
nei bambini affetti da dislessia
18
Le tecniche di visualizzazione dell’attività cerebrale, come la risonanza
magneticafunzionale(fMRI),sonostateutilizzatedarecentistudiperidentificareleregionidelcervelloimplicatenellalettura.Questohapermesso
diidentificaredelledifferenzed’attivazionecerebralenellepersoneaffette
da dislessia, un’anormale acquisizione della lettura. Nel 2004 dei ricercatori hanno utilizzato la fMRI per determinare se un sostegno mirato
potevaaiutareibambinidislessicialeggerecomeglialtribambini.Bennett
A.ShaywitzeisuoicolleghidellaYaleUniversityhannopubblicatonel
numerodimaggiodelBiologicalPsychiatry, unarticolochedimostracome
Nel 2004 dei ricercatori hanno utilizzato la fMRI per determinare
se un sostegno mirato potesse aiutare i bambini dislessici a leggere
come gli altri bambini.
Lostudiohacoinvolto77bambini(49affettidadislessia,28lettoritipo)
d’etàcompresatra6e9anni.Trentasettebambinidislessicihannopartecipatoadunprogrammadisostegnointensivochemetteval’accentosulla
comprensionedeifonemi(cioèisuonicome« ba »e« pa »)elementidibase
essenziali all’acquisizione del linguaggio e della lettura. Dodici bambini
hannopresoparteadunprogrammadisostegnoclassicoutilizzatonelle
scuole,checombinadiversistrumenti :l’insegnamentospeciale,leistruzionisullalinguaelapronunciaedaltrerisorse.Unterzogruppodilettori
tipofungevadatestimone.TuttiibambinisonostatisottopostiadunafMRI
all’inizioeallafinedellostudioperdeterminarequaliregionidelcervello
erano attivate quando erano mostrate ai bambini delle lettere sullo
schermodiuncomputer.Infine,lecapacitàdiletturadeibambinisono
statevalutateancheconl’ausiliodialtriteststandardizzati.
Le patologie che appaiono nel corso dell’infanzia
il programma intensivo di sostegno fonologico che hanno utilizzato, ha
permessononsolounmiglioramentodellecapacitàdiletturapiùmarcato
rispettoadaltriprogrammiadoperatidallescuole,mahaancheindottoun
ricablaggiopermanentedelcervello.Inseguitoaquestariorganizzazione
siosservanoneidislessicidelleattivazionicerebralisimiliaquelleriscontrateneicervellideilettorinormali 16.
Dopo un anno, la capacità di lettura dei bambini dislessici sottomessi
al programma di sostegno fonologico era significativamente migliorata
– anchesenonparagonabileaquelladeilettoritipo–mentresinotavaun
leggerodeterioramentonelgruppochehaseguitounsostegnoclassico.
Le esplorazioni realizzate con la fMRI hanno evidenziato sia nel lettore
tipo sianeibambiniconsostegnofonologico,unamaggioreattivazione
nelleregionidellobocerebralesinistro,normalmenteassociateallinguaggioeallalettura.(Primadelsostegnofonologicoquestibambinicompensavanoleinsufficienzedelcervellosinistromobilizzandolestrutturedel
cervellodestro).
Adunannodallafinedelprogrammadiricerca,alcunibambinidelgruppo
disostegnofonologicosonoritornatiperdegliesamidicontrollo.Unesame
fMRIhadimostratochelestrutturedelcervellosinistrocontinuavanoad
essereattivatedallaletturaechequest’attivazioneerapersinoaumentata
nell’areaoccipito-temporale,unaregioneimportanteperlaformazioneeil
19
riconoscimentodelleparolelacuiattivitàaumentaconilgradualesviluppo
dellecapacitàdilettura.Sebbenealtristudiavesserogiàdimostratocheil
ricablaggiodelcervellopermetteunmiglioramentodellaletturanellepersoneaffettedadislessia,questostudioevidenziasiaperlasuaampiezzasia
perleproveportate,chel’effettodiricablaggioèduraturo.
Le questioni fondamentali sullo sviluppo del cervello
Alcunidisturbicheappaionodurantel’infanziasonodovutiadunosviluppoanormaledelcervellonelcorsodellavitaintrauterina.Nerisultano
dellesindromirare,cheprovocanounritardomentale,l’epilessiaolaparalisicerebrale,solopercitarequalcheesempio.Nel2004sonostatipubblicatideglistudiilcuiobiettivoeraidentificareigeniresponsabilidiqueste
sindromi,nellasperanzadifareprogredirelenostreconoscenzesullosvilupponormaledelcervello,inparticolaredellacortecciacerebrale.
Anchenellemiglioricircostanze,ilmeccanismoattraversoilqualesicostituiscelacortecciacerebraleècomplessoedavvienepergradi.Essoprende
avvioneiprimimesidellagravidanzaquandoiprecursorideineuroniche
siformanoneiventricolicerebralimigranoversol’alto,scalandounpo’come
lepiantedifagioli,isostegniformatidallecellulegliali.Quandoineuroni
smettonodimigrareformanoglistratiinferioridellacorteccia.Le ondate
successivedineuronisiarrampicanopiùinaltocostituendoglistraticorticalisupplementari.
Iricercatorihannoidentificatonelcorsodegliultimianniduegeni,l’ASPM
elamicrocefalina,chepartecipanoalcontrollodiquestomeccanismo(altri
quattrogenipotrebberoessereimplicati,manonsonoancorastatiidentificati).Lamutazionedell’ASPMedellamicrocefalina,provocanolamicrocefalia.Lepersoneaffettedaquestapatologiahannoallanascitauncervello
eunatestaditagliasignificativamenteinferiorealnormaleepresentanoun
ritardomentale.BruceLahneisuoicolleghidelHowardHughesMedical
Institute, Università di Chicago, hanno pubblicato nel 2004 in Human
Molecular Genetics, due articoli nei quali tratteggiano l’evoluzione
molecolaredell’ASPMedellamicrocefalinaneltempoeindifferentispecie animali 17,18.
20
Lamicrocefalinahasubitodeicambiamentispettacolariall’iniziodell’evoluzionedeiprimati(circa25-30milionidiannifa),cioèalmomentoincuiè
comparsoilramoevolutivochehaportatoinseguitoallosviluppodegli
scimpanzéedegliumani.Perl’ASPM,ilcambiamentoèstatopiùtardivo
Sempreinambitogenetico,ChristopherWalsheilsuogruppodellaHarvardMedicalSchoolhaannunciatonelnumerodimarzodiScience lascoperta del gene chiamato GPR56, che potrebbe contribuire alla suddivisione della corteccia in aree specializzate, associate a delle funzioni
particolaricomeillinguaggioelecapacitàcognitive 19.Iricercatorihanno
costatatochelemutazionidiquestigeniprovocanolapolimicrogiriabilateralefrontoparietale,unasindromeraracaratterizzatadaunadisorganizzazionedellacortecciacerebralechesitraduceconunritardomentale,dei
disturbidellinguaggio,delledifficoltàmotorieealtriproblemi.Laspecializzazionedellacortecciacerebralerisultadall’azionedeglistimolisensorialiedalleesperienzepersonalichepermettonodirinforzareeplasmare
le connessioni tra i neuroni, questo studio sottolinea che anche i geni
svolgonounruolodicontrollofondamentale.
Le patologie che appaiono nel corso dell’infanzia
(circa5-6milionid’annifa)esisituanelmomentoincuiilramodegliscimpanzéhadatoorigineallaspecieumana.Gliautoriconcludonocheicambiamentisignificatividiquestigeni,chesonocorrelaticonl’aumentoconcomitantedellatagliadellacortecciaosservatanelcorsodell’evoluzione,
mostranochesial’ASPMsialamicrocefalinacontribuisconoinmodosignificativoalnormalesviluppodellacortecciacerebraleumana.
21
I disturbi
del movimento
Test clinici nella malattia di Parkinson
24
Un nuovo modello animale della malattia di Parkinson
rinforza l’interesse per i proteasomi
25
Non dimentichiamo i mitocondri
27
Alcuni risultati per gli altri disturbi del movimento
28
23
N
elcorsodiunannochenonhaapportatoprogressiclinicidirilievo,
l’interessedegliscienziatiedellepersoneaffettedadisturbimotorisiè
concentratosuiprogressidellaricercafondamentalecapacididareorigine
anuovitrattamenti.
Test clinici nella malattia di Parkinson
Ilfattopiùrilevantedel2004apropositodellamalattiadiParkinsonèstato
l’annunciodell’insuccessodiuntestclinicoconilGDNF (glial cell linederived neurotrophic factor), un fattore di crescita che contribuisce a
nutrire e proteggere i neuroni del cervello. Secondo uno studio pilota
realizzatonel2003conunnumeroristrettodicasi,ilGDNFdisintesiintrodottodirettamenteneiventricolicerebraliharallentatolaprogressionedei
disturbidelmovimentoprovocatidellamalattia.Lostudioinquestionenon
eraindoppiociecoeipazientisapevanodiricevereilGDNF.Perescludere
l’effettoplacebo,èstatorealizzatounaltrostudioconunnumeromaggiore
dipersone,indoppiociecocontrollatoconplacebo.Irisultatidellostudio
suvastascala,comunicatiaTorontonell’ottobre2004duranteilcongresso
dell’American Neurological Association (ANA), non hanno confermato
quelliottenuticonlostudiopilota.Occorrequindiriconsiderareirisultati
positiviottenutiinprecedenzaconunnumeroristrettodicasiosuglianimali,rilevandoneilcaratterepreliminare.
IlfuturodelleterapiebasatesuifattoridineuroprotezionecomeilGDNFo
altri, è ancora poco chiaro. Molti ricercatori credono ancora nelle loro
capacità protettive sui neuroni distrutti selettivamente dalla malattia di
Parkinson(nellasostanzaneraeinaltrezonecerebrali).Alcuniscienziati,
cercanodicapireseunadiversamodalitàd’infusione(peresempioaumentandoildosaggio)potrebbemigliorareirisultati.AnthonyLang,delToronto
WesternHospital,chahaannunciatoduranteilcongressodell’ANAilfallimentodeltestindoppiocieco,harivelatodeiproblemidisicurezzanei
duestudi,oltrecheneitestrealizzatisuglianimali.Conquesti datisupplementarièlecitochiedersiseAmgen,ilproduttoredelGDNF,perseguirà
quest’approccio.Attualmentesonoallostudioaltremodalitàdisomministrazionedeifattorineuroprotettori.Risultatiincoraggiantisonostatiottenutisulmodelloanimaleutilizzandodeivettoriviraliingradoditrasportare
ifattorineurotroficiversolezonecolpitedalla malattia.
24
Unrisultatopromettenteèstatoottenutonelcorsodel2004nell’ambito
deifarmaciaggiuntiviperlamalattiadiParkinson:sièpotutodimostrare
I disturbi del movimento
che larasagilinaneiprimistadidellamalattiapuòrallentarnelaprogressione.Il trattamentoantiparkinsonianoidealerestalalevodopa(L-dopa),
somministratapercompensarelaproduzioneinsufficientedidopamina,
unneurotrasmettitoreprodottodallasostanzanera.Lalevodopamigliora
alcunecomponentimotoriedellamalattia,madopoilquintoannoditrattamentogeneragravieffetticollateralimotori.Perquestaragioneimedici
prescrivono ai primi stadi della malattia altre sostanze che agiscono
egualmentesulsistemadopaminergico.Quandolalevodopadivieneveramentenecessaria,spessosisomministrainassociazioneconlaselegilina
(Deprenyl,Eldepryl)perrinforzarneglieffetti.
Un risultato promettente è stato ottenuto nel corso del 2004 nell’ambito
dei farmaci per la malattia di Parkinson.
Irisultatiregistratidaglistudisuanimali,suggerisconochelaselegilinaeun
suoderivatodinuovagenerazione,larasagiline,nonsilimitanoacontrastareisintomidellamalattiadiParkinson,manerallentanolaprogressione.
Nelnumerodiaprile2004diArchivesofNeurology, irisultatipropostida
un consorzio clinico denominato Parkinson Study Group 20 evidenziano
che la rasagilina potrebbe avere un effetto benefico. In uno studio a
doppiociecoungruppodipazientiaiprimistadidellamalattiachenon
assumeva un trattamento sostitutivo, ha ricevuto la rasagilina quotidianamenteperdodicimesi.All’altrogruppoèstatosomministratounplaceboperi primiseimesielarasagilinaperiseimesiseguenti.Selarasagilinaavesse solamentecamuffatoisintomi,dopododicimesiiduegruppidi
pazientiavrebberodovutotrovarsialivellisimilidideclinoparkinsoniano,la
malattiaavrebbedovutoprogredireallostessomodoneiduegruppi.
Iricercatorihannoinveceosservatocheipazienticheavevanoassuntola
rasagilinaperdodicimesistavanounpo’megliodeipazientichel’avevano
presasoloperseimesi,sipuòquindidedurrechelamalattiaeraprogredita
meno rapidamente nei pazienti del primo gruppo. Se questi risultati
sarannoconfermatidaaltristudi,larasagilina,cheprovocaeffetticollaterali
minoridellaselegilina,completeràlagammadeifarmacicontrolamalattia
diParkinson.
Un nuovo modello animale della malattia di Parkinson
rinforza l’interesse per i proteasomi
Lascopertadel2004nell’ambitodellaricercasullamalattiadiParkinson
chesiricorderàpiùalungoconsisteinunnuovoepiùprecisomodelloanimaledellamalattia.Sviluppandotalemodelloiricercatorihannoricreato
25
neltopodellecondizionimoltosimiliaquelleosservatenellamalattiadi
Parkinson.Ilmodellosibasasuun’alterazionedelsistemadidegradazione
delleproteineintracellularidenominatocomplessoUPS(Ubiquitin-ProteasomeSystem).
I ricercatori hanno ricreato nel topo delle condizioni molto simili
a quelle osservate nella malattia di Parkinson alterando il sistema di
degradazione delle proteine intracellulari denominato complesso
Ubiquitin-Proteasome System.
Lecellulepossiedonodiversimodipersbarazzarsidelleproteinedifettose.
Unodeipiùingegnosièquellodiinserirenelleproteinedaeliminareuna
piccolamolecola,l’ubiquitina,chefungedasegnaleperattivarnel’eliminazione. Le proteine associate all’ubiquitina sono raccolte dai proteasomi
dovesonoscisseinframmentidaeliminare.
L’UPS ha attirato l’attenzione dei ricercatori per differenti ragioni. Una
delle caratteristiche chiave della malattia di Parkinson è l’accumulo di
ammassidiproteinenellecelluledellasostanzaneraeinaltreregionidel
cervellocheconiltempodistruggonolecellule.Un’anomalianelsistema
UPS potrebbe essere in parte responsabile di quest’accumulo. Occorre
aggiungere che numerose proteine associate alla malattia di Parkinson
sembranoavereunruolochiavenelsistemaUPSdiriciclaggio delleproteine, delle mutazioni di queste proteine possono essere all’origine di
formerare,ereditaried’apparizioneprecocedellamalattia.
Inunostudioicuirisultatisonostatipubblicatinell’edizionedel21giugno
degliAnnalsofNeurology, KevinSt.P.McNaught,C.WarrenOlanoweil
lorogruppodelMountSinaiSchoolofMedicine,NewYorkCity,hanno
provocatounapatologiamoltosimileallamalattiadiParkinsonesponendo
deitopiadegliinibitorideiproteasomi 21.
26
Circaduesettimanedopol’iniezionediuninibitoredeiproteasomi,prodottodaibatteriosintetico,sonoapparsineglianimalideisintomiditipo
parkinsonianocomelalentezzadeimovimenti,larigiditàeiltremito.Isintomisonopeggioratineimesisuccessiviepotevanoesserealleviaticonla
somministrazione di levodopa. La tomografia ad emissione di positroni
(PET)el’esameautopticodeicervellihaevidenziatodeicambiamentisimili
aquelliprovocatidallamalattiadiParkinson,compresol’accumuloanormalediproteinenellasostanzaneraeinaltreregionidelcervellocolpite
nellamalattianell’uomo.
I disturbi del movimento
Oltreadoffrireunmodellodellamalattiapiùverosimiledeiprecedenti,lo
studiodiMcNaughtedeisuoicolleghihafornitonuoveindicazionisugli
effettilegatialladisfunzionedelsistemaUPS.Inrispostaagliinibitoridei
proteasomi,lecellulenervosedell’interocervellohannointensificatol’attivitàdeiloroproteasomi,sololasostanzaneraelealtreregionicerebrali
solitamentelesedallamalattia,sonostateincapacidimantenerequesta
reazionedicompensazioneoltrequalchesettimana.Irisultaticonfermano
quindilateoriasecondolaqualelamalattiadiParkinson si manifesta a
causa di una particolare vulnerabilità dei neuroni della sostanza nera e
delleareealeiassociate.
Non dimentichiamo i mitocondri
Idatiappenadescrittiindicanocomeladisfunzionedeiproteasomiconil
conseguente accumulo di proteine difettose e probabilmente tossiche,
contribuisconoallamortedeineuronicerebralivulnerabilinellamalattiadi
Parkinson,manonspieganol’originedelladisfunzionedell’UPS.
Iprimiindizisullepossibilicausesonopervenutidaglistudigeneticirealizzatisupersoneportatricidiformerare,ereditarieed’apparizioneprecoce,
primadeiquarant’anni,dimalattiadiParkinson.Gliscienziatihannoidentificatodellemutazionisupiùgeni,moltidiquestigenicodificanoperdelle
proteinechesvolgonounruolonell’UPS.
Leproteinepossiedonoruolimoltepliciinsenoallacellula,alcunedelle
mutazioniresponsabilidellamalattiadiParkinsonsembranodisorganizzare
imitocondri,gliorganellichefornisconoallecellulel’energianecessaria
perlosvolgimentodellediverseattivitàcellulari.Ladisorganizzazionedei
mitocondri può portare alla situazione di stress ossidativo che ha un
duplice effetto negativo, si riduce la quantità d’energia disponibile e
aumentalaconcentrazionediradicaliliberi.Gliscienziatiipotizzanoche
esistaunarelazionecomplessatraquestimeccanismielamalattiadiParkinson :ladisfunzionedeimitocondrielostressossidativocontribuiscono
alla disorganizzazione dell’UPS. Ne risulta un accumulo delle proteine
difettoseetossichecheaggravaladisfunzionedeimitocondrielostress
ossidativo,finoaprovocarelamortedeineuroni.
L’importanza della disfunzione mitocondriale è stata convalidata da una
ricercapubblicatanelnumerodel21maggio2004diScience. Iricercatori
hanno identificato un nuovo gene responsabile della forma ereditaria
d’apparizione precoce della malattia di Parkinson 22. Una collaborazione
27
multi-istituzionaledicinquepaesicondottadaNicholasW.Wood,dell’InstituteofNeurologydiLondra,GeorgAuberger,dell’UniversitàJ. W.Goethe
diFrancoforte,ilcuiautoreprincipaleèEnzaMariaValente,dell’Istituto
Mendel di Roma, ha studiato una regione del cromosoma 1 sulla quale
Wood eValenteavevanoidentificatolapresenza diungenecheaumenta
il rischio della forma precoce di malattia di Parkinson. Combinando le
analisigeneticheinSicilia,incentroItaliaeinSpagnasufamiglieconforme
precocidimalattiadiParkinson,iricercatorihannodimostratochealcuni
di questi casi erano stati generati dalla mutazione di un gene denominato PINK1.
I ricercatori hanno dimostrato che alcuni di
questi casi erano stati generati dalla mutazione di un gene
denominato PINK1.
StudiandolaproteinaPINK1sucelluleinvitro,Valenteeisuoicolleghi
hanno costatato che essa si accumulava sulla superficie dei mitocondri,
doveprobabilmentecontribuisceallasopravvivenzadeimitocondriincaso
di stress molecolare. Gli autori hanno dimostrato che le mutazioni del
PINK1responsabilidelleformeprecocidimalattiadiParkinson,rendonoi
mitocondridellecelluleinvitropiùvulnerabiliallostressindottosperimentalmente.AumentandoilivellidellaproteinanormalePINK1siampliala
protezionecontrolostressindottoartificialmente.
InunostudioprospetticopubblicatonelnumerodisettembredegliAnnals
ofNeurology, ilgruppoitalianodiValentehafornitoqualcheindicazione
preliminaresecondolaqualelemutazionidelPINK1aumentanoilrischio
disviluppareanchelaformacomune,nonereditariaed’apparizionetardivadellamalattiadiParkinson 23.
28
Unaltroimportanteesempiosullenumerosefunzionisvoltedalleproteine
nellamalattiadiParkinsonèstatofornitodaJieShen,JamesJ.Palacinoei
suoicollaboratoridellaHarvardUniversity 24.Inunarticolopubblicatoil
30 aprilenelJournalofBiologicalChemistry, iricercatorihannostudiatole
conseguenzedellasoppressionedelgenechecodificaperlaproteinaparkinaneltopo,lecuimutazioniprovocanolaformadiapparizioneprecoce
dellamalattiadiParkinson.Iricercatorihannoscopertocheitopiprivati
dellaparkina,hannoimportantiperturbazionidellafunzionemitocondriale
edellostressossidativo,ciòsuggeriscechequestaviaenonilsistema
ubiquitina-proteasomipotrebbeesserelacausadellaneurodegenerazione
osservatanellamalattiadiParkinson.
Nel2004sonostatiregistratideiprogressisperimentaliperglialtridisturbidel
movimentoesonoiniziatideitestclinicichecontinuerannoneiprossimianni.
Nellasclerosilateraleamiotrofica(SLA)ineuronimotorisubisconounprocessodegenerativo,imuscoliricevonosempremenoimpulsinervosi.In
uno studio pubblicato in Experimental Neurology a febbraio, Jonathan
Glass e i suoi colleghi dell’Emory University evidenziano – grazie a del
materialeprovenientedall’esameautopticodeitessutiumaniedeimodelli
murinidellaSLA–cheladegenerazionepotrebbecominciareallaconnessionetrainervieimuscoli,nonalivellodelcorpodelneurone 25.Iricercatoridovrannoconfermarequesteosservazioniperstabilirelanaturaela
causadiquestalesionealivellodellegiunzionineuromuscolari.
I disturbi del movimento
Alcuni risultati per gli altri disturbi del movimento
Lastimolazioneprofondadelcervello,ottenutacondeglielettrodiminiaturizzatiimpiantatinelcervello,hapermessounsollievosintomaticoperi
pazientiadunostadioavanzatodellamalattiadiParkinsonedelladistonia.
I risultati preliminari presentati nell’ambito di congressi medici, hanno
dimostratochelastessatecnicapotrebbeessereutilizzataconsuccesso
anchepercontrollareisintomimotoridellamalattiadiGillesdelaTourette,
unapatologiacomplessacheassociaallelesionineurologichedeidisturbi
delcomportamento.Iricercatoristannoelaborandodeiprotocolliperitest
cliniciaffinchésipossavalutarelasicurezzael’efficaciadellastimolazione
profondadelcervello,laprudenzaèd’obbligo.
29
Le lesioni
del sistema nervoso
Combinazioni ingegnose per ridurre il danno
33
Bloccare la proteina Nogo
35
Costruire ponti
36
31
L
aricercasullelesionidelsistemanervosoèproseguitanelcorsodel
2004concentrandosisullosviluppoditrattamentiingradodistimolarela
rigenerazionedeltessutonervosoleso.Gliscienziatiperseguonodifferenti
strategieperattivareimeccanismidiautoriparazionedelsistemanervosoe
persuperaregliostacolichesioppongonoaquestariparazione,cosìda
aiutare le persone vittime di incidenti cerebrovascolari (ICV), di lesioni
traumatichedelmidollospinaleodeitraumicerebraliarecuperarelefunzioniperse.Irisultatiottenutipermettonodicomprenderemegliolevie
molecolariimplicatenellacascatadireazionichesiinnescanoinseguitoad
unalesioneacutadelsistemanervosocentrale(SNC).Lacomprensionedi
questi meccanismi aprirà nuove piste per lo sviluppo di trattamenti in
gradodilimitareidanniemigliorarelecapacitàrigenerative.
Ildoppioobbiettivo–lalimitazionedeidanniacutieilristabilimentodelle
capacitàfunzionali–fadeltrattamentodellelesionitraumatichedelSNC
unproblemacomplesso,impossibiledarisolvereconstrategiesemplici.
Ciascunodeidueobiettivicomprendeunnumeroelevatissimodifattori
in gioco,lepossibilitàdiraggiungerel’obiettivoterapeuticoconunsolo
trattamentosonolimitate.Latendenzaattualeconsistenelmettereinatto
unaseriediinterventiterapeuticiochirurgiciattentamentecoordinati,fin
dalprimoistantecheseguel’episodiotraumatico.Piùgruppidiricercatori
sono riusciti stimolare il processo di rigenerazione ottenendo benefici
combinando due o tre terapie che si erano dimostrate promettenti nel
corsoditestrealizzatiinprecedenza.Ancheseleterapierigenerativenon
hannoancoradatoprovadellaloroefficacianell’uomo,irisultatiregistrati
nell’animaledilaboratoriosonoincoraggiantieattiranograndeattenzione
siadapartedegliscienziatisiadallepersonecheconvivonoconleconseguenzeditraumidelSNC.
32
Neitraumimidollari,unodeiprincipaliostacoliallariabilitazionestanell’incapacitàdeineuronidifarricresceregliassoniediristabilireleconnessioni
conlepartidelsistemanervosoegliorganipostioltrelalesione.Dopouna
lesione completa o una contusione del midollo spinale convergono sul
luogodellalesionedellecelluledisostegnodenominatecellulegliali,illoro
ruolo dovrebbe essere quello di limitare i danni. Tuttavia nella lesione
l’accumulodicelluleglialiportaallaformazionediunacicatriceglialeche
impedisce ogni tentativo di ricrescita degli assoni. Il trattamento di una
lesionemidollareperessereefficacedevequindiagirecontemporaneamente su più fattori; annullare gli effetti della cicatrice, neutralizzare le
Solo intervenendo su questi differenti fronti sarà possibile tentare di
recuperare la motorietà e le percezioni sensoriali perse in seguito ad
una lesione.
Combinazioni ingegnose per ridurre il danno
Datalanaturadegliostacoli,iprogressisonolenti.Unatralescopertepiù
notevolièstataquelladeiricercatoridelMiamiProjecttoCureParalysis,
riportatain NatureMedicine digiugno 26 daMaryBartlettBungeeisuoi
colleghi.Iricercatorihannodimostratocheuntrapiantodicelluleassociato
a due farmaci sperimentali ha permesso di ottenere un miglioramento
significativoneitopiparalizzatiinseguitoadunalesionemidollare.Perla
primavoltairicercatorihannocombinatotrestrategiecheavevanodato
esistipositiviintestrealizzatiinprecedenza.Gliscienziatihannodapprima
gettatounapasserellaattraversolalesioneutilizzandounatecnicasviluppatanellorolaboratoriogiàmoltianniprima.Lapasserellaèstataottenuta
trapiantandodellecelluledisostegnodelsistemanervosoperifericochiamatecellulediSchwann.InseguitohannoinnalzatoiltassodiAMPciclico
(cAMP),unmessaggeromolecolaremoltoimportante,iniettandoaitopi
unaformadiquestasostanzaassociataadunfarmacocheneimpedivala
degradazione,ilrolipram.
Le lesioni del sistema nervoso
molecoleinibitricicosìdapermetterelaricrescitadegliassoni,sostenerele
cellulelesemaancorainvita,costituireattraversoilluogodellalesioneuna
sortadipasserellaaffinchégliassonipossanoutilizzareeinviaredeisegnali
chimiciperristabilireleconnessioninervose.
Dopoquestatriplaterapiasiècostatatoneglianimaliunmiglioramento
spettacolaredellamarciaedellacoordinazionemotoria.Glispecialistiritengonochequest’approcciopotrebbeessereutilizzatonell’uomoesperano
cheiprimitestclinicipossanoavvenirealpiùpresto.
L’interessesuscitatodall’articolodiMaryBartlettBungeèstatorinforzato
daunostudiopubblicatoingiugnodaMarieFilbineisuoicolleghidel
HunterCollegediNewYorkedelGeorgetownUniversityMedicalCenter
diWashington,D.C.27.Perpromuoverelarigenerazioneassonaleneiroditorigliscienziatihannoutilizzatoilrolipramassociatoaduntrapiantoditessutomidollareembrionale.Questotrattamentosomministratoadeitopi
conunalesionedelmidollospinaleindottasperimentalmentehapermesso
dibloccarelaformazionedellacicatriceglialeemigliorareilrecuperofunzionaleneglianimali.
33
L’elevazionedeitassidicAMPèstataalcentrodiunostudiodellaboratorio di Mark Tuszynski 28, ricercatore all’Università della California a San
Diego.GliscienziatihannoiniettatoilcAMPadeitopiprimadipraticare
unalesionedelmidollospinale.Immediatamentedopolalesioneiricercatorihannoutilizzatodellecellulestromalidelmidolloosseoperformare
unasortadiponteall’internodellalesionetrattandolecelluletrapiantate
conlaneurotrofina-3,unfattoredicrescitachesostieneineuroni.
Una settimana dopo hanno iniettato la neurotrofina-3 direttamente nel
midollospinalenellazonadeltrapianto,perstimolarelecellulenervosead
emetteredeiprolungamentioltrelalesione.Dopotremesi,gliassonineitopi
trattatisonoricresciutiinmodosignificativo,estendendosioltrelalesione.
Questo trattamento profilattico non è utilizzabile per nuove lesioni, gli
autorisuggerisconochepotrebbeessereutilenellelesionicronichedel
midollospinale.
Altri studi confermano il ruolo centrale del cAMP nella
rigenerazione della cellula nervosa.
AltristudihannoconfermatoilruolocentraledelcAMPnellarigenerazione
dellacellulanervosa.DimpleBhatteisuoicolleghidellaStateUniversity
of NewYorkat StonyBrookhannopubblicatonellarivista Science 29 uno
studiochedimostra buoni risultati rigenerativi sui nervi del pesce zebra
trattaticonilcAMP.SempresuScience, JamesM. Harpereisuoicolleghi
delJohnsHopkins 30, hannopubblicatounostudiochedimostralacapacità
del cAMP di indurre la ricrescita degli assoni in «neuroni promotori»
trapiantati, precedentemente derivati dalle cellule staminali embrionali.
DongYaZhueisuoicolleghidell’UniversitàdiCalgaryhannocostatato
cheilcAMP attivaunaproteinadenominataCREB,l’attivazioneerastrettamentecorrelataconl’apparizionedinuovineuroninell’ippocampo 31,evidenziandol’esistenzadiunmeccanismoattraversoilqualeilcAMPagisce
sullarigenerazionedeineuroni.
34
Conunaltrotipod’approccio,gliscienziatidelBaylorCollegeofMedicine
direttidaStephenDavieshannocercatodiimpedirelosviluppodellacicatricegliale,chefadabarrieraallaricrescitadegliassoni,somministrandoun
antiinfiammatorionaturalechiamatodecorina 32.Dopolasomministrazione
continuadiquestasostanzaperottogiorniconsecutiviadeitopiportatori
diunalesionedelmidollospinale,iricercatorihannocostatatochelemolecoleinibitricidenominatecondroitinsolfatiproteoglicanieranodiminuite
del90 %echelaricrescitaassonaleeratriplicata.
La ricerca continua a consacrare numerose attenzioni allo studio della
proteina Nogo e a come la famiglia di queste proteine impedisce la
ricrescita degli assoni. Nel 2000 quando è stata scoperta la prima proteina Nogo, gli scienziati speravano di avere trovato la molecola che
impedisselaricrescitaassonaleechefossesufficienteinibirlaperpromuoverelarigenerazioneassonale.Inmolticredetterodipoterrisolvereuno
dei grandi problemi della ricerca sul midollo spinale. Nel 2001 è stato
scopertoilrecettoreNogo,l’annoseguenteèstatoidentificatounpiccolo
peptide che vi si lega. Nel 2004 una dozzina di pubblicazioni hanno
ampliato le conoscenze su questa famiglia di proteine, dettagliando la
struttura e la funzione dei differenti sottotipi, la modalità di interazione
tra lemolecole,ilruolocheessesvolgononellacrescitaenell’inibizione
degliassonieilruolodeglieventisegnalatidallecelluleoltrelalesione
nella ricrescita assonale. Questo intenso e minuzioso lavoro sulla Nogo
comincia a portare i frutti sul piano clinico : nel 2005 dovrebbe prendere avvioilprimotestconunanticorpoumanizzatochebloccalaproteina Nogo.
Una nota particolare va fatta a tre studi che nel corso del 2004 hanno
presentatodegliapproccidifferentidell’inibizionedelrecettoreNogo.In
questi tre studi i ricercatori hanno ampliato il possibile approccio terapeuticointeragendononsolocontrolaproteinaNogomaancheconaltre
molecoleinibitricipresentinellamielina,laguainaprotettricecheavvolge
lecellulenervose.DegliscienziatidellaboratoriodiStevenStrittmatter,
dellaYaleUniversity,hannoannunciatoinlugliochedopoaverebloccato
il recettore Nogo si è constatata una gemmazione degli assoni a livello
della corteccia, migliorando il recupero funzionale nei due modelli sperimentali di ICV 33. Alcuni ricercatori della società di biotecnologie BiogenIdecdirettidaWeiweiLi,hannoannunciatoinagostodiaveremesso
a puntounanticorpomonoclonalechebloccailrecettoreNogo 34.Applicato a dei neuroni di ratto in vitro, questo anticorpo ha promosso lo
sviluppo degli assoni. In febbraio dei neurochirurghi del Children’s
Hospital di Boston diretti da Dietmar Fischer hanno utilizzato la terapia
genica contro il recettore Nogo 35. Gli scienziati hanno costatato che la
terapia aveva una ricaduta positiva sulla rigenerazione degli assoni del
nervo ottico unicamente se le cellule bersaglio erano allo stadio di
« crescita attiva », cioè se il loro programma intrinseco di crescita era
stato attivato condeifattoristimolantisintetizzatidacelluleimmunitarie
chiamatemacrofagi.
Le lesioni del sistema nervoso
Bloccare la proteina Nogo
35
Costruire ponti
La bioingegneria e la nanotecnologia sono entrate a fare parte della
ricerca suitraumimidollaridaquandogliscienziatitentanodiaiutaregli
assoni a farsi strada attraverso il territorio ostile nella lesione. Oltre ad
offrireagliassoniunastrutturadisostegno,ipontipossonoessereutilizzati
perimmagazzinareoattrarrelecellule,opercontribuirealladifferenziazionedellecellulestaminaliinspecificitipidineuroni.Numerosigruppi
accademicieindustrialigareggianopersviluppareunasortad’impalcatura
biosinteticadestinataadessereimpiantatanelsistemanervosopercostituiredasupportoallacrescitanervosa.Idifferentimetodiincludonodei
materialibiodegradabili,deitubimicrofabbricaticostituitidageldicollageneodipolimerisinteticineiqualigliassoniinviadiricrescitafanno
la spola.
Una volta nel midollo, il liquido iniettato si assembla e costituisce
un reticolo tridimensionale di nanofibre posizionate in modo
da interagire con le cellule.
Ingennaio,ungruppodiricercatoridellaNorthwesternUniversitydiretto
da Samuel Stupp ha messo a punto un’«impalcatura per la gemmazione neuronale »allostadioliquidochepuòessereiniettatanelmidollo
spinale 36. Una volta nel midollo, il liquido si assembla e costituisce un
reticolo tridimensionale di nanofibre posizionate in modo da interagire
con lecellule.L’impalcaturaeraarricchitacondeipeptidichestimolano
la differenziazione cellulare e «disseminata » di progenitori neuronali, i
precursorideineuroni,chesisonorapidamentedifferenziatiinneuroni.
In testrealizzatinelratto,lasoluzione–chesipresentacomeungel–si
è trasformata in un’impalcatura solida a contatto con i tessuti midollari
od oculari.
36
Un altro esempio di ponte biofabbricato è stato presentato in maggio
durantelaconferenzadell’AmericanAcademyofNeurology,dadeiricercatoridellaMayoClinic 37.UngruppodiscienziatispecializzatiiningegneriadeitessutidirettidaMichaelYaszemskihaconcepitoemicrofabbricato,
conl’ausiliodimodelliinformatici,un« trapiantodimidollospinalebiodegradabile », un condotto polimerizzato nel quale sono state formate
dellescanalaturedicellulediSchwannperguidaregliassoni.Dopoessere
stato impiantato nel midollo spinale, gli assoni hanno cominciato a
crescerelungolescanalatureesonouscitidall’altraestremità.Ilgruppo
dellaMayo Clinicstaoratestandodifferentifattoridicrescitaealtrecellule
disostegnoperottimizzarelecondizionidellaricrescitanervosa.Sispera
Le lesioni del sistema nervoso
chelacombinazionediquestimetodipossaportarelascienzaafareun
passoavantiversoilrecuperodellefunzionidelsistemanervosopersein
seguitoaduna lesione.
37
Neuroetica
Le iniziative del governo americano
40
Le iniziative delle università e delle istituzioni private
40
Neuroetica clinica
41
Gestione etica delle scoperte fortuite
42
Etica e « ottimizzazione »
43
39
N
egliultimianni,glisbalorditiviprogressitecnologicidelleneuroscienze
hannopermessodiosservareeinterveniresulcervelloumanoconuna
precisioneedun’efficaciasenzaprecedenti.Lenuoveopportunitàsollevanodomandedinaturaeticasuquestioniconsideratefinoadoggicome
puramente cliniche o scientifiche. Questo nuovo campo di riflessione,
denominatoneuroetica,datalarapidaevoluzionedelleneuroscienzeela
responsabilitàchenederiva,ciobbligaadunconfrontocontinuo.
Come giudicare equamente un ragazzo diciassettenne con un’infanzia
segnatadallaviolenzaedatraumi,accusatodiavereuccisounvicinodi
casachenongliavevafattonulla ?Checosapensaredell’usodifarmaci,da
partedipersoneinbuonasalutechedesideranomigliorareleprestazioni
dellorocervello ?Chièingradodideciderequalitrattamentimedicisono
necessariadunadonnacondellelesionicerebraliirreversibilichelaconfinanoadunostatovegetativo ?Mentrel’opinionepubblicasicommuove
perisingolicasi,gliintellettuali,iricercatorieicliniciriflettonoinsiemeper
proporreconsiderazioniteoricheepossibilisoluzionipratiche.Disciplina
seriaecontroversa,laneuroeticaentranell’etàadulta.
Le iniziative del governo americano
Laneuroeticahaottenutoperlaprimavoltailriconoscimentoufficialedal
governo federale nel gennaio 2004, quando il Comitato di Bioetica del
Presidente Americano si è occupato di questo soggetto durante una
riunioneintitolata«Neuroscience,NeuropsychiatryandNeuroethics :An
Overview » 38.Numeroseagenziefederalihannopartecipatoaglistudie
all’analisi critica dei differenti aspetti di questa disciplina. La diffusione
dellaneuroeticaètestimoniatadainumerosidibattitipresentisuisitiWebe
dallepubblicazionidinumerosienti,tracuilaNationalBioethicsAdvisory
Commission,ilNationalHumanGenomeResearchInstituteel’Officefor
HumanResearchProtection.IlComitatodiBioeticadelPresidentemonitoraeriportaiproblemidellabioeticamedicasollevatidaambiticomela
ricercasullecellulestaminalielaprospettivadellaclonazioneumana.
Le iniziative delle università e le istituzioni private
40
Il dipartimento di bioetica della Case Western Reserve University di
Cleveland,proponecorsidineuroeticaneimastereneicorsididottorato.
NelmesedisettembreiNationalInstitutesofHealth(NIH)hannopromosso
questo dipartimento a centro d’eccellenza per la ricerca in ambito dell’etica,deldirittoedellescienzesociali.NegliUSAesistonoaltritrecentri
Neuroetica
d’eccellenzainquestocampo.APaloAltoinCalifornia,laStanfordSchool
ofMedicinehacostituitoungruppomultidisciplinareinteramenteconsacrato alle questioni etiche sollevate dalle tecniche di visualizzazione
dell’attivitàcerebrale.Intuttoilpaesenasconoprogrammidineuroetica
che spesso s’inseriscono in strutture di bioetica preesistenti all’interno
delleuniversità.
Leassociazioniprofessionali,consideranolaneuroeticacomeunambito
di discussione della massima importanza i cui sviluppi giungono in un
momentocruciale.Nelsettembredel2004laDanaFoundationel’AmericanAssociationfortheAdvancementofSciencehannopubblicatoun
librointitolato NeuroscienceandtheLaw, basatosuundibattitodiuna
trentinadigiuristispecializzatinelleneuroscienze.LaSocietyforNeuroscience ha riconosciuto alla neuroetica una priorità strategica e le ha
consacrato ampio spazio nel suo rapporto annuale del 2004 39. Infine
l’HastingsCenternelsuorapportodimaggio,sièoccupatodiunadelle
questioni bioetiche più complesse :ilcontrolloelamanipolazionedelle
funzionidei geni 40.
Neuroetica clinica
James Bernat, professore di neurologia, in un articolo pubblicato sul
numerodimaggiodi Neurologic Clinics, esaminalaquestionedelconsenso informato passando in rassegna le problematiche più recenti. In
particolare, egli si sofferma sul problema delle decisioni « per sostituzione »,cioèiprovvedimentichedevonoesserepresidalrappresentante
delpazienteprima,duranteodopounintervento.Bernataffermacheil
neurologodeveconoscereidirittieticiegiuridicideipazientiedeiloro
rappresentanti,oltrecheleprocedurestabilitenelcasodipazientineurologicamentedebilitati 41.
Conl’avventodellerecentitecnicheperdeterminarlo,ancheilconcetto
medicodimortecerebrale,suscitanuoviinterrogativicherichiedonola
definizionedinormegenerali.Èquantoemersodaunostudiochehaparagonatoledirettivesullamortecerebralein106ospedaliamericani.Irisultatihannoevidenziatodelledifferenzesignificativesudiversipunti :laqualificaeilnumerodeimediciabilitatiadichiarareunpazientecerebralmente
morto ;iteststandardrichiesti ; quali test sono riconosciuti, dall’elettroencefalogrammaall’ecografiaDopplertranscranica.Sebbenefosselecito
aspettarsidelledifferenzedovutealladimensionedeglistabilimentiealle
risorsemateriali,gliautoridellostudiosonoallarmatidall’ampiezzadelle
41
variazioni osservate nelle direttive emanate dai diversi ospedali. Essi
suggerisconodiconvocareungruppodiesperti,peresempiosuiniziativa
del American College of Critical Care Medicine e di certe associazioni
professionali, per elaborare una norma nazionale secondo la quale sarà
pronunciatalamortecerebrale 42.
Qual è la relazione tra la morte cerebrale e
il dono degli organi ?
Anchesegliospedaliamericaniavesserogiàadottatounanormacomune
in quest’ambito, esisterebbe già un altro dilemma neuroetico ;qualèla
relazionetralamortecerebraleeildonodiorgani ?Negliultimianniè
emersounconsensochestabilisceunadistinzionetrailipotenzialidonatori.Ilprimogruppodidonatorinonpresentaun’attivitàcerebraleesono
quindi dichiarati cerebralmente morti anche se hanno ancora il sistema
cardiovascolareinfunzione.Ilsecondogruppoècostituitodapazientiche
nonpossonoesserepiùsalvatimachepossiedonoancoraalcunisporadici
gruppidineuronicheemettonodeisegnaliintermittenti.Ipazientiche
fannopartedelprimogruppo,possonodonareorganietessuti,mentregli
appartenentialsecondogruppo,ancheseadempionoquasituttiicriteridi
mortecerebraleenonpossonoesseredichiaratimortifinquandoilcuore
batteancora,possonodonareunicamenteitessuti 43.
Gestione etica delle scoperte fortuite
Durante lo svolgimento di studi clinici è emersa un’altra particolare
questione neuroetica : come devono comportarsi i medici davanti alle
scoperte fortuite, evidenziate nel corso di uno studio clinico ? Accade
frequentementeneglistudicheutilizzanolafMRI,laqualitàfotograficae
l’altarisoluzionedelleimmaginipermettonotalvoltadiscopriredatinon
ricercati,chepotrebberosegnalarelapresenzadipatologiesconosciute
al soggetto.
42
Nell’ambitodiunostudioeffettuatoalloStanfordCenterforBiomedical
Ethics,JudyIlleseisuoicollaboratorihannoesaminato151scanfMRI :in
10 casi (6,6 %) sono state evidenziate delle situazioni che richiedevano
accertamentiemisurecliniched’importanzavariabilesenzarelazionecon
ilsoggettodellaricerca 44.Laformuladiconsensoinformatoutilizzataa
Stanfordrichiedecheipartecipantiallaricercaclinicaindichinoilnomedi
unmedicogenerico,precisandochesarannoilpazienteeilmedicoadecideresucomeintervenireincasodiscopertefortuiteottenutenelcorsodi
unostudio.
Neuroetica
AltristudisugliscanfMRI,mostranounaprevalenzadellescopertefortuite
dell’ordinedel1a2 %,menoelevatadiquellaregistratanellostudiodi
Stanford, ma la problematica etica non cambia sostanza. L’editorialista
Alex Mamourian, ospite sul numero di aprile dell’American Journal of
Neuroradiology, affermacheinunprogettodiricerca,iruoliabitualitra
medicoepazientenonsonoapplicabilienonesistonodalledirettivelegali
allequaliriferirsi.Ognicentromedicodovrebbepredefinireunaprocedura
comuneallascopertadidatifortuiti,Mamourianraccomandachenelcorso
dellaricercasianoaffiancatiairicercatoridegliespertidellaletturadelle
immaginiprovenientidallavisualizzazionecerebrale 45.
Un’osservazione pubblicata nell’ambito dello studio
di Stanford richiede che i ricercatori che utilizzano degli scan
cerebrali siano meglio informati sulla questione delle
scoperte fortuite.
Taleprecauzionehaunamaggiorerilevanzasesiconsiderachespessoi
ricercatorisonopiùabituatiacercarenelleimmaginifMRIdeicontenuti
scientificipiùcheclinici.InseguitoallostudiodiStanfordèstatoprecisato
cheiricercatoricheutilizzanodegliscancerebralisianomeglioinformati
sullaquestionedellescopertefortuiteechenelconsensoinformatosiano
evidenziateleeventualilimitazioninellaletturadegliscan 46.Ilconsenso
informatodovrebbespiegarechiaramentecheognipartecipazionevolontariaadunostudiodifMRIsulcervelloimplicatretipidirischio :lostress
emotivodisapersiaffettidaunapatologiacerebrale,ilcostodiulteriori
esami e le complicazioni mediche che potrebbero derivarne. Gli autori
concludonochenonsipuòveramenteparlarediconsensoinformato,se
questipuntinonsonomenzionati.
Etica e « ottimizzazione »
Larapiditàconlaqualelediversetecniche,laproduzionedifarmaciei
nuovi apparecchi convergono le une verso le altre è testimoniata dalla
nascitadiunanuovadisciplinaconprefissoNBIC :leNano-Bio-Info-Cogni
tecnologie. L’etico Wrye Sententia, direttore del Center for Cognitive
LibertyandEthics,osservanelnumerodimaggiodegliAnnalsoftheNew
York Academy of Sciences che le recenti scoperte nelle neuroscienze
cognitiveimpongonoallanostraculturaeaisistemigiuridicidiconsiderare
l’acquisizionedinuoveconoscenzesulcervelloesullapsiche.Aquesto
propositoeglicitailparalleloconlaleggesulcopyrightdigitale,cheha
cambiatocompletamenteidatidellaleggesullaproprietàintellettuale 47.
L’autoreinsistesullanecessitàdicrearedeimodellianaliticigrazieaiquali
43
potràessereprotettala« libertàcognitiva »dell’individuo,valeadireilcontrollocheegliesercitasuisuoistaticerebralieprocessimentali.
UnadiscussionepubblicatasuVirtualMentor, larivistadieticadell’American Medical Association, ha identificato tre grandi soggetti di preoccupazione in merito all’ottimizzazione « chimica » delle facoltà cognitive.
Dapprimalasicurezza :ifarmacicheagisconosulcervellosonospessostati
concepitiperunutilizzotemporaneo,s’ignoranoirischidiun’assunzionea
lungotermine.Laresponsabilitàpersonale :unfumatorecherifiutadiassumereunfarmacoantitabaccoriconosciutocomesicuroedefficace,deve
essereritenutoinqualchemodoresponsabiledellasuascelta ?Infinela
libertàpersonale,soggettopiùastrattomanonmenoimportantedeiprimi
due.Lapossibilitàdiinterveniresullalibertàpersonalediunindividuo,sia
perreprimereicomportamentipericolosisiaperaltriscopid’utilitàpubblicaesistegiàcondellesostanzechepossonoagireinquestosenso(gli
psicofarmaci), ma non c’è ancora una legge che protegge l’uomo da
eventualiabusi 48.L’articolononproponeunasoluzioneaquestiproblemi
mainsisteaffinchésenetengacontoneldibattitosull’ottimizzazionedelle
funzionicerebrali.
SecondoquantoscrittoinunarticolopubblicatoinNatureNeuroscience, è
possibileintavolareunadiscussioneeticautileedefficace,acondizione
checisiachiarezzaeconsensosuduepuntifondamentali :iprincipietici
sollevatidalladiscussioneeifattisuiqualisidiscute 49.Pocoallavoltai
principi etici assumono forma grazie all’enorme lavoro di riflessione e
all’intensodibattitodiidee,mentreifattisuiqualisidiscutecontinuanoa
cambiare strattonati dalla velocità alla quale avanzano le neuroscienze.
44
I disturbi neuroimmunologici
Recenti progressi della ricerca nella sclerosi multipla
46
Gli altri disturbi neuroimmunologici
47
La neuroprotezione
49
45
A
nche nel 2004 la sclerosi multipla (SM) è stata una priorità per la
ricercaneuroimmunologica.Iricercatorihannocontinuatoilloropercorso
dicomprensionedellecauseedeimeccanismiperscoprireopportunità
terapeutiche innovative. Nel contempo, hanno identificato dei disturbi
neuroimmunologicioneuroimmuniinunnumerocrescentedialtrepatologiecheimplicanolapartecipazionesiadelsistemanervososia diquello
immunitario.Nelcorsodel2004ineuroimmunologihannocompiutosignificativiprogressinellacomprensionedell’originedialcunemalattieneuroimmunologicheesonoriuscitiaprepararedellestrategieperprevenirne
ocurarnealcune.
Recenti progressi della ricerca nella sclerosi multipla
Lasclerosimultipla(SM)simanifestaquandocertielementidelsistema
immunitarioattaccanoilsistemanervosocentrale(SNC),interrompendola
comunicazione tra i neuroni. Non è del tutto chiaro il meccanismo che
conduceallalesionedeineuroni,maèevidentecheconoscernel’origine
eziopatogenicafaciliterebbelosviluppodiefficacistrategieterapeutiche.
Questoèl’obiettivodiStasiaAndersonedeisuoicolleghideiNational
InstitutesofHealth(NIH)diBethesdanelMaryland,ilcuistudioèstato
pubblicato negli Annals of Neurology di maggio 2004 50.Iricercatoriin
questionehannoutilizzatounmodelloanimalediSMdenominatoencefalomieliteautoimmunesperimentale(EAS)perstudiarecomelecellule
immunitarieattaccanoilSNC.
Percomprendereilprocessoinfiammatorioiricercatorihannoiniettatoagli
animalidellecelluleTmarcatemagneticamente.LecelluleTsonocellule
delsistemaimmunitariosospettatediessereall’originediunapartedei
dannineuraliosservatinellaSM.Utilizzandolavisualizzazioneperrisonanzamagnetica(MRI)gliscienziatihannoavutomododiseguirelamigrazione delle cellule T verso il midollo spinale, dove hanno provocato le
lesionineuronali.
46
Sebbenelarisonanzamagneticasiaspessoutilizzatapervalutarelaprogressionedellasclerosimultipla,lostudioinquestionehadimostratoperla
primavoltachequestatecnicapuòessereimpiegataperseguireildivenire
delle cellule immunitarie in seno all’organismo vivente. Forseilmetodo
appenadescrittopermetteràdiosservareiprocessiautoimmunianchein
altre patologie e magari anche di ottimizzare gli effetti delle terapie di
immunomodulazioneancorasperimentali.
I disturbi neuroimmunologici
AncheilgruppodiscienziatidirettodaKennethSmith,delGuy’s,King’s&
St.Thomas’SchoolofMedicine,aLondra,hautilizzatoilmodelloanimale
dell’encefalomieliteautoimmuneperstudiarelasclerosimultipla 51.Iricercatorihannocercatodicapireseilflecainide,unfarmacochebloccaparzialmenteicanalialsodio,riduceladegenerazionedegliassoniosservata
nellamalattia.Gliassonisonoiprolungamentideineuroniattraversoiquali
lacellulanervosasicollegaconlealtrechelestannoaccanto.Inpassatola
ricercasullasclerosimultiplaerafocalizzatasullademielinizzazione,valea
dire la distruzione progressiva della mielina, una sostanza che avvolge
come una guaina protettrice gli assoni nervosi. Recentemente è stato
scopertocheanchegliassonipossonoesseredistruttinellaSM,questo
dannocontribuiscealdeficitfunzionaleirreversibileosservatonellaforma
progressivadellamalattia.
L’originedelladegenerazioneassonalenonènota,iricercatorihannoipotizzatocheessapotesseessererallentatadaunbloccoparzialedeicanalial
sodiograzieaiqualisiformal’influssonervoso.Irisultatidellericerche
hannoconfermatol’ipotesi :neglianimalitrattaticonilflecainidesiosserva
unaumentodellapercentualediassonirimastiintatti(da83a98 %)rispetto
aglianimalidicontrollo(62%).Èquindilecitosupporrecheilflecainidee
le molecolesimiliproteggonogliassonidallasclerosimultiplaedaaltri
disturbineuroinfiammatori.
Uno dei mezzi per ridurre la frequenza delle crisi nelle persone affette
da sclerosi multipla consiste nel ridurre lo stress psicologico.
Molti altri farmaci si sono dimostrati promettenti nel trattamento della
sclerosimultipla.BibianaBielekovaeisuoicollaboratoridelNIHhanno
riportatonelnumerodigiugnodiProceedingsoftheNationalAcademyof
Sciences cheildaclizumab,unimmunosoppressorecheimpedisceilrigetto
dopountrapiantodiorgani,haridottodicirca80 %l’attivitàinfiammatoria
neipazientichenonavevanorispostoall’interferonebeta,iltrattamento
standarddellaSM 52.Ildaclizumabèstatoinoltrebentolleratodaipazienti.
Nessunodeinumerositentativivoltiacontenerelasclerosimultiplapuò
considerarsiveramenteefficaceeall’oraattualenonesisteunvalidotrattamentocurativo.Èquindiimportanteinvestirenellaricercaditrattamentiin
gradodiridurreilnumeroel’intensitàdellecrisi.Inquestosenso,secondo
una metanalisi pubblicata nel British Medical Journal dimarzo,unodei
mezziperottenerequestirisultaticonsistenelridurrelostresspsicologico
nellepersoneaffettedasclerosimultipla 53.
47
Gli autori hanno valutato 14 studi accuratamente controllati costatando
che lo stress psicologico influenza il decorso della malattia. Questi dati
potrebberoaprirenuoveopportunitàperiltrattamentodellasclerosimultipla,checombinalagestionedellostressallasomministrazionedifarmaci
percontrollarelepotenzialirisposteimmunitarieindesiderabili.
Gli altri disturbi neuroimmunologici
Nelcorsodel2004sièdimostratal’implicazionedelsistemaimmunitarioin
differentidisturbineurologiciepsichiatrici.Ungruppodiricercatoridell’InstituteofMolecularMedicinediOxford,Inghiltera,direttodaAngela
Vincenthaevidenziatodeglianticorpidiretticontroicanalidelpotassio(un
segnod’infiammazione)inungruppodipazienticolpitidaencefalitelimbica,
un’affezioneneurologicacaratterizzatadadisturbidellamemoria,confusioneedellecrisi 54.L’immunoterapiaharidottoiltassodiquestianticorpiin
circalametàdeipazientieilmiglioramentodellostatodisalutedellepersone
hapotutoessereevidenziatocondeitestneuropsicologici.Imeccanismi
infiammatorisembranosvolgereunruoloimportanteanchenellaschizofrenia.
TaniaBordaeisuoicolleghidell’UniversitàdiBuenosAireshannodimostratocheunmeccanismoautoimmuneèpresenteinquestagravemalattia
mentale.Illorolavorohaevidenziatolapresenzadianticorpidiretticontro
unasostanzachimicacerebraleneipazientiaffettidaschizofreniaparanoie 55.
Dei meccanismi autoimmuni sembrano implicati anche nella sindrome
neurologica paraneoplastica (SPN), uno stato neurologico molto debilitanteassociatoaitumori.LaSPNpotrebbemanifestarsipoichéilsistema
immunitario,oltreaitumorimaligni,attaccherebbeanchealcunepartidel
sistema nervoso centrale. I tentativi realizzati nel 2004 per ricreare dei
modelliautoimmunidiSNPsonofalliti.
Tuttavianell’ambitodiunostudiopubblicatonelnumerodiagostodiBrain,
HannahPellkofereisuoicolleghidell’UniversitàdiMonacoinGermania,
iniettandoadeirattidellecelluleT–chenormalmenteattaccanolecellule
cancerogene–hannoprovocatounareazioneinfiammatoriacheinteressavaleregionidelSNCabitualmenteleseneipazientiaffettidaSPN 56.Il
modelloinquestioneconfermal’ipotesidellapresenzadiunacomponente
autoimmuneacelluleTnellagenesidellesindromiparaneoplasticheneurologicheosservatenegliuomini.
48
UngruppodiscienziatidellaStateUniversityofNewYorkdirettidaSheldonRothenberghaidentificatodeglianticorpidiretticontroilrecettore
La neuroprotezione
Unodeinuovi,emozionatiecontroversiambitidellaneuroimmunologiasi
occupadellaneuroprotezione,ladifesadellecellulenervosedadanniirreversibiliconl’ausiliodelsistemaimmunitario.Alcunistudidimostranoche
la neuroprotezione potrebbe essere possibile grazie a delle molecole
immunitariecheoltreadessereinnocueperilsistemanervoso,sembrano
capacidiproteggerlo.
I disturbi neuroimmunologici
dell’acidofolicoinun’elevatapercentualedidonnechehannopartorito
bambiniaffettidaanomaliedeltuboneuralecomelaspinabifida ol’anencefalia (delle malformazioni secondarie ad uno sviluppo incompleto del
sistemanervoso) 57.Lapresenzadeglianticorpicheimpedisconoall’acido
folico di legarsi al relativo recettore ed inibiscono l’assorbimento dalla
placenta, potrebbero spiegare per quale ragione la somministrazione di
acidofolicoriduceilrischiodimalformazioniancheindonnesenzauna
carenzaevidentediquestamolecola.
Nell’ambito della neuroprotezione, gli sviluppi incoraggianti sono
accompagnati da delusioni.
IrisultatidellostudiodirettodaSusannaByramedaisuoicolleghidellaLoyola
University,aChicago,sonostatipubblicatinelnumerodel5maggiodelJournalofNeuroscience 58.Ungruppodiricercatoriavevaprecedentemente
dimostratochecertecelluledelsistemaimmunitario(lecelluleT CD4+)mantengonoinvitatemporaneamentelecellulenervoselese,sitrattavaquindi
dideterminarelecircostanzenellequaliesseesercitanoquestaneuroprotezione.LostudioinquestionehadimostratocheperattivarelecelluleTCD4+,
occorrelapresenzadellecellulechepresentanol’antigene(CPA).Èlaprima
volta,fannonotaregliautori,chesidimostrainvivocheilmeccanismodi
neuroprotezionerichiedeleCPAall’internodelsistemanervosocentrale.
Nell’ambitodellaneuroprotezione,glisviluppiincoraggiantisonoaccompagnatidalledelusioni.Alcunistudiavevanoindicatochele« celluleTreattiveallamielina »,proteggevanolecellulenervosesperimentalmenteesposteadellesostanzenocivesumodelloanimale.Per confermare questa
osservazione,T.BuckyJoneseisuoicolleghidelMedicalCenterdell’Ohio
StateUniversity,hannoutilizzatoquestotipodicelluleTper«immunizzare »deirattiportatoridilesionisperimentalidelmidollospinale 59.
Consorpresairicercatorihannocostatatouna«esacerbazionedellalesione,
un’elevata perdita di neuroni rubrospinali, un accumulo di cellule T nel
49
midollospinaleeun’attivazionedeimacrofagipiùpronunciata »neglianimalitrattatirispettoaglianimalitestimone.Contrariamentealleattese,le
celluleTreattiveallamielinainvecediproteggerelecellulenervose,le
hannoulteriormentelese.
Anchesemoltistudinonhannopotutoevidenziarelecapacitàneuroprotettricidicertemolecoledelsistemaimmunitario,ungruppodiricercatori
direttodaCharlesHowepressolaMayoClinicaRochester,èriuscitoa
dimostrare che certe cellule immunitarie oltre a proteggere le cellule
nervoseinduconounarigenerazione 60.Secondoirisultatineglianimalidi
laboratorio,unamolecoladelsistemaimmunitariodenominatarHIgM22
inducelarimielinizzazionedeineuroni,lacuiguainamielinicaèstatalesa
nell’ambitodiunmodellosperimentaledellasclerosimultipla.Gliautori
suggerisconochequestirisultatipossonoaveredelleimplicazioniterapeuticheimportantinonsoloperlasclerosimultipla,maanchepermoltealtre
patologieneurologiche,inclusigliincidenticerebrovascolarielamalattia
di Alzheimer.
50
Il dolore
La deplezione neuronale per controllare il dolore
52
Misura del dolore nelle persone affette dalla
malattia di Parkinson
53
Combattere l’emicrania con i triptani
54
Le differenze uomo-donna nella percezione
del dolore e dell’ansia
55
Dolore ed effetto placebo
55
51
U
nfilosofoanonimohaaffermatoche«ildoloreèinevitabilemalasofferenzaèunascelta».Iricercatorisiinteressanodalungotempoaldolore,
allasuaorigine,alperchésimanifesta,masoprattuttoacomecombatterlo
egestirlo.Neglistudipubblicatinel2004iricercatorihannoutilizzatola
delezione dei neuroni nocicettivi, i neuroni che rispondono agli stimoli
dolorosi, somministrando un analogo della capsaicina. Per sconfiggere
l’emicraniagliscienziatihannoutilizzatodeifarmacicheattenuanol’infiammazioneneurogenalegandosiairecettoridellaserotonina.Unaltrostudio
hamisuratolasensazionedolorosapercepitadallepersoneaffettedalla
malattiadiParkinsonscoprendounapossibilealterazionedellevieneurali
inpiùregionidelcervello.Ungruppodiricercatorihacostatatoconsorpresacheseledonneeranopiùsensibiliaglistimolidolorosidegliuomini,
dei dolori di debole intensità ma persistenti, potevano avere un effetto
ansiogenopiùpronunciatonegliuomini.Daevidenziareinfine,traimolteplicistudisull’effettoplacebo,lascopertadiunaregionedelcervelloin
gradodimodificarelemanifestazionifisichedeldolore.Questaregioneè
associataall’effettoplaceboeall’affettività.
La deplezione neuronale per controllare il dolore
Spessoildoloredacrampo,ildoloreneuropaticoeidoloripostoperatori
oltre ad essere controllati in modo inadeguato sono accompagnati da
effetti collaterali devastanti. Gli oppiacei sono somministrati per i dolori
fortiemoderatiancheseèrisaputochequestifarmacinonsonoefficaciin
tuttelecircostanze.Altremodalitàditrattamentodeldolorepossonoprovocaredellecomplicanzetalidarendereinefficaceiltrattamentoaldolore.
DeiricercatoridelNationalInstituteofDentalandCraniofacialResearch
hannocostatatocheladeplezionedicertineuroninocicettivipermettedi
controllareidoloriseveriediattenuareglieffettisecondarisullefunzioni
sensorialiemotorie.Ladeplezionenervosapuòessereutilizzatapercurare
ildoloreprovocatodallanevralgiadeltrigemino,dall’artrite,daineurinomi
perifericiedaformeavanzatedimalattiemetastatiche.
52
IricercatorisisonoconcentratisulruolosvoltodalcanalecationicoTRPV1
(Transient Receptor Potential, sottofamiglia V, membro 1), o recettore
vanilloide,neineuroninocicettividellaradicedorsaleedelganglionedel
trigemino.Questineuronisonoresponsabilidellapercezionedeldolore
secondaria all’iperalgia infiammatoria, (esagerazione della percezione
algica),all’osteoartrite,alcancro.Iricercatorihannocostatatochelasomministrazione di resiniferatoxin (RTX),associandosipotentementeconil
Il dolore
TRPV1induceunatossicitàcalcicachedistruggeselettivamenteineuroni.
Questotrattamentosperimentalehabloccatol’iperalgiainfiammatoriadei
nervineirattieildoloreartriticonelcane.InoltreiricercatorihannocostatatocheincolturailRTXaumentailtassodicalciointracellularedeineuroni
sensibiliallavanilloidedeigangliumanidellaradicedorsalesenzacoinvolgereineuronivicini.Inrelazionealletecnicheutilizzate,glieffettidelRTX
sisonomantenutiperunperiodochevariavada20giorniaunanno.
Lostudio,direttodaLaszloKaraipubblicatonelnumerodifebbraiodel
JournalofClinicalInvestigation 61,suggeriscecheladeplezioneselettiva
deineuroninocicettivicontrollaildoloreinmodoefficacerisparmiandoi
neuronichenonesprimonoirecettorivanilloide.
Misura del dolore nelle persone affette dalla
malattia di Parkinson
QuasilametàdeipazienticolpitidallamalattiadiParkinsonèaffettada
dolori, ma raramente esso è identificato come una componente della
malattia.Ildolorepuòesseregeneratodalladistonia(untonomuscolare
anormalo),dallarigiditàdellemembra,daidisturbigastrointestinali,cefalee
o sintomi sensoriali che talvolta precedono l’apparizione dei disturbi
motori.Ildoloreparkinsonianoprimarioimplicaleviesensorialideigangli
dellabaseeleviedopaminergiche.
Quasi la metà dei pazienti colpiti dalla malattia di Parkinson
è affetta da dolori, ma raramente esso è identificato come una componente della malattia.
Nelnumerodi Neurology 62 del22giugno,deiricercatoriisraelianidiretti
daRuthDjaldettihannoriportatounresocontosullavalutazionedellapercezione dolorosa in pazienti affetti dalla malattia di Parkinson a esordio
unilaterale,dolorosainalcunicasi,indoloreinaltri,oltrecheinpazienti
che presentavano una risposta fluttuante ai farmaci. I ricercatori hanno
studiato36personeaffettedaParkinsonaesordiounilaterale,15persone
conunarispostafluttuanteaifarmacie28casicontrolloinbuonasalute
di etàcorrispondenteaquelladeipazienti.Essihannovalutatoildolore
soggettivoperlesoglietattili,perlasensazionealcaldoelesogliealdolore
provocatodalcalore(heatpainthresholds,HPTs).
Djaldettieisuoicollaboratorihannoscopertocheipazientiaffettidalla
malattiadiParkinsonhannodelleHPTsignificativamentepiùbassedeicasi
controllo ;leHTPsonosignificativamentepiùbassenelleformedolorose
53
dellamalattiarispettoalleformeindolori;sonoegualmentesignificativamentepiùbasseselemembrasonolesedallamalattiasiasequestaèin
forma dolorosa sia indolore ; non c’è differenza nelle HPT tra i periodi
« on » oppure« off »dellamalattianeipazientichepresentanodellerisposte
fluttuantiaifarmaci.
Altristudihannodimostratochelaviainibitricedeldolorechediscendedal
mesencefalo,èparzialmentedopaminergica(nellamalattiadiParkinsonle
celluledelcervellocessanodiprodurreladopamina,cosìchelepartidel
cervellochecontrollanoimovimentimuscolarinonricevonopiùisegnali).
Uneffettodirettodeineuronineiganglibasalisuineuronidopaminergici
delmesencefalosuggerisceunapossibilealterazioneinquestavia.Sebbenel’esattomeccanismodiquestascopertanonsiaancorachiaro,alcuni
datineuroanatomicieneuropsicologicisuggerisconocheleanomaliedei
ganglidellabasesonoimplicatinellapercezionedeldolorenellepersone
affettedallamalattiadiParkinson, l’ipotesi più verosimile è l’alterazione
dellaviacheconducelostimolodoloroso.
Combattere l’emicrania con i triptani
SecondoiricercatoridellaHarvardMedicalSchool,lepersonecheoltre
all’emicraniasoffronodiallodiniacutanea,un’ipersensibilitàdellapelleagli
stimolinondolorosi,dovrebberoutilizzareprontamentedeifarmacidenominatitriptani,senzaiqualil’emicraniarischiadipeggiorareediventare
semprepiùdifficiledacurare.Itriptanisonodegliagonistiselettividella
serotonina, legandosi ai recettori serotoninergici del cervello, inducono
unavasocostrizionedeivasisanguigniextracerebralieriduconol’infiammazioneneurogena.Paragonandoglieffettideitriptaniin34crisidiemicraniaaggravatadaallodiniacutaneaalmomentodeltrattamentoe27crisi
privediallodinia,iricercatorihannocostatatocheseitriptanisonosomministratiprimadellamanifestazionedell’allodinia,ildoloreemicranicoscompareduranteiltrattamento.Seifarmacisonosomministratiquandol’allodiniaègiàpresente,laloroazioneèlimitataenonriesconoabloccareil
doloreemicranico.
54
RamiBursteineilsuogruppohannoosservatocheitriptanibloccanola
comunicazionetraineuronicentralieperiferici,essenzialeperlaformazione
dell’allodinia. Taleosservazioneèstataconfermatadall’esamesulratto :
dopolastimolazionedelladuramadre(lamembranafibrosachericopreil
cervelloeilmidollospinale)ineuroninocicettividelmidollospinalehanno
sviluppatoun’ipersensibilitàaglistimolisullapelleesulladuramadre.
Il dolore
PubblicatenegliAnnalsofNeurology 63 digennaiolescopertediBurstein,
risultati di ricerche condotte nella fine degli anni ‘90, dimostrano che
durante le crisi d’emicrania certi gruppi di neuroni cerebrali hanno una
sensibilitàesacerbataerisentonocomealgicideglistimolinormalmente
indolori,dacuiidoloripulsatilidelvisoedelcorpochespessoaccompagnanol’emicrania.
Le differenze uomo-donna nella percezione
del dolore e dell’ansia
Recentistudidimostranocheuominiedonnenonpossiedononélastessa
sensibilitàaldolorenélastessapercezione.DeiricercatoridellaMcGill
Universityhannoscopertonel2004cheundoloredideboleintensitàedi
lungadurata,puòesserepiùansiogenopergliuomini,ancheseerapercepitod’intensitàinferiorerispettoaquellopercepitodalledonne.
PubblicatonelnumerodiaprilediPain 64,lostudiodellaMcGillUniversity
vertevasu10uominie10donne.Aquestisoggettièstataapplicatalocalmentelacapsaicinasulvisoesullecaviglie.Essidovevanoannotarel’intensitàdeldolore,lamancanzadiconfortel’ansiaprovocatidapprimadall’applicazioneeinseguitodallarimozionedicapsaicina.Ledonnehanno
notatopiùintensamentedegliuominil’intensitàdeldoloreelaspiacevolezza,tuttaviagliuominihannosegnalatopiùintensamentel’ansialegataal
dolore.Occorreaggiungerechegliautorihannorilevatonegliuomini,ma
nonnelledonne,unacorrelazionepositivasignificativatral’ansiael’intensitàoltreallaspiacevolezzadeldolore.
Recenti studi mostrano che le sostanze placebo inducono dei cambiamenti dell’attività cerebrale analoghi a quelli prodotti dai farmaci.
Numerosistudidimostranocheglistatipatologicicomeadesempiol’emicraniaeidolorimuscoloscheletrici,tendonoadesserepiùdolorosinella
donnarispettoall’uomo.Altrilavorisuggerisconochelapropensionedegli
uominineltrovareildolorepostoperatoriomenointensodiquelloche
temevano,potrebbespiegarsiconunlivellodiansiaediapprensioneparticolarmenteelevatoprimadell’intervento.
Dolore ed effetto placebo
L’effettoplacebo,lacapacitàdiunasostanzasenzaun’azionefarmacologicadimiglioraredeisintomigrazieall’impattopsicologico,incuriosisceda
moltotempoimedici.Recentistudidimostranochelesostanzeplacebo
induconodeicambiamentidell’attivitàcerebraleanaloghiaquelliprodotti
55
daifarmaci.Deiricercatoridell’universitàdellaCaliforniaaLosAngeles,
riportanonelnumerodimarzodi NeuroImage 65 diavereidentificatouna
vianervosaattraversolaqualeilfattodiessereconvintidell’efficaciadiun
placebomodificalapercezionedeldolore.
Iricercatorihannostudiatoleimmaginidelcervelloottenuteconlatomografiaademissionedipositroni(PET)di52pazientichepresentavanola
sindrome del colon irritabile, una patologia frequente caratterizzata da
doloreaddominalecronico.Dei52pazienti,23ricorrevanoaunplacebo
somministratoquotidianamentepertresettimane.Tuttiipazientihanno
tenutoundiariodeisintomi.
LeimmaginiPET,hannoevidenziatounaridottaattivitànell’ariacingolare
anterioredorsale,areasituataalcentrodelcervellochesiattivainpresenza
didoloreedianalgesia.Iricercatorichehannoanalizzatoegualmentel’attivitàdellacortecciaprefrontaleventrolateraledestra,lazonadelcervello
associataall’inibizionedelcomportamento,degliimpulsi,delpensieroe
delleemozioni,hannonotatosottoplacebounincrementodell’attivitàdi
questastruttura.
Iricercatoriritengonochequestirisultatisiaccordanoconla« teoriadel
disturbo » ;rifletteresugliaspettiaffettivideldolore(adesempiol’inconfort)hacomeconseguenzainvolontarial’abbassamentodell’attivitàdelle
regionicerebraliassociateadeglistimolinegativicomeildolore.
Matthew D. Lieberman e i suoi colleghi hanno costatato che il fatto di
crederenell’efficaciadiunplaceboattivalacortecciaprefrontaleventrolaterale,cheasuavoltabloccal’attivitàdell’areacingolareanterioredorsale.
Questostudioèilprimoadevidenziareunavianervosachecollegauna
regionedelcervelloassociataalplaceboeall’affettivitàadunaregionecon
deirapportistretticonlapercezionedeldolorevalutatamenoinconfortevolesottoplacebo.
56
I disturbi psichiatrici
e le dipendenze
La schizofrenia
58
La depressione
59
I nuovi sviluppi della farmacoterapia
60
Le dipendenze
62
57
P
er tradizione, la salute mentale è stata trascurata dai servizi americani
della salute, i ricercatori stanno ora concentrando i loro sforzi in alcuni
ambitidellanostrasocietàincuilasituazioneèinquietante.Secondouno
studiopubblicatoinaprilenellarivista ArchivesofGeneralPsychiatry, la
sindromedastresspost-traumatico(post-traumaticstressdisorder,PTSD)
provoca gravi danni nei giovani detenuti. In un’indagine realizzata su
900 giovani(uominiedonne,ispanici,bianchieafroamericani)arrestatied
imprigionati nella prigione di Cook County nell’Illinois, più del 11 %dei
prigionierimanifestaisintomidellostresspost-traumatico 66.Iricercatori
chesioccupanodialtridisturbimentalichevannodallaschizofreniafino
alladipendenzaallanicotina,cercanotrattamentiemezzidiprevenzione
efficaci,peroffrireprospettivediguarigionepiùsicure.
La schizofrenia
Nellungopercorsodellacomprensionedeimeccanismicerebralicheinduconolaschizofrenia,glistudigeneticiefarmacologicievidenzianol’importanzadeirecettoriNMDA.Secondoun’analisidellaletteraturarealizzata
daDanielWeinbergeredaP.J.Harrison,pubblicatanelnumerodilugliodi
MolecularPsychiatry, latrasmissionedelglutammato,mediatadalrecettore NMDA, potrebbe essere disturbata dai prodotti di differenti geni
implicati nella plasticità sinaptica e nello sviluppo del cervello 67. Nel
numerodigiugnodiPsychopharmacology, JosephCoyleeGuochuanTsai,
psichiatri di Harvard, indicano che il sito della glicina, una particolare
regionedelrecettoreNMDAimplicatanellasuamodulazione,èunpotenzialeobiettivoperifarmacichemiglioranolecompetenzecognitiveeche
agisconosuldelirioesull’isolamentosociale 68.Altristudirealizzatiperconfermarel’esistenzadialcunigeniassociatiallaschizofrenianonhannodato
irisultatisperati :èilcasodiungrandestudiomulticentricoaustralianodi
linkagegenetico,icuirisultatisonostatipubblicatinelnumerodiagostodi
MolecularPsychiatry. Questolavorononhapermessodiconfermareun
possibileruolodialcunigenidelcromosoma22q,chesiritenevanosuscettibilidiprovocarelaschizofrenia 69.
58
LerecentiricerchenonsifocalizzanoesclusivamentesulrecettoreNMDA
elareteditrasmissionedelglutammato.Deigenetistidell’Universitàdi
Creta, hanno dimostrato la partecipazione di altri due sistemi di neurotrasmettitori–laserotoninaeladopamina–nellosviluppodellaschizofreniarispettivamenteattraversoigenideirecettori5-HTR2aeDRD3 70.
NegliStatiUniti,unostudiodelNationalInstituteofMentalHealth(NIMH)
Gliscienziaticontinuanoastudiareancheifattoridirischionongenetici.
L’interesseinquestoambitodiricercaèstatorinvigoritodaunrecente
studiorealizzatodallopsichiatraAlanBrownedeisuoicollaboratori.Pubblicatoinagostoin ArchivesofGeneralPsychiatry, èilprimostudioche
conferma con delle prove sierologiche la ben nota teoria secondo la
quale, un’influenzanelcorsodeiprimitremesidigravidanzaaumentasensibilmente il rischio che il bambino sia affetto da schizofrenia 72. Esaminandouncampionedi189siericongelatimoltianniinprecedenza,dicui
alcuni erano stati raccolti durante i primi tre mesi di gravidanza e altri
provenivanodasoggetticontrollod’etàcorrispondente,ilgruppodiAlan
Brown ha costato che la presenza del virus dell’influenza nei campioni
moltiplica di un fattore sette il rischio di schizofrenia nel nascituro. Se
questirisultatifosseroconfermati,illavorodiBrownavràcontribuitoin
modo incisivo sia alla comprensione dei meccanismi che sottintendono
la schizofrenia sia alla messa in atto di ulteriori strategie preventive di
ordinepubblico.
I disturbi psichiatrici e le dipendenze
hastabilitocheilrischiodischizofreniaeraaggravatodalgeneGRM3,
che come il gene del recettore NMDA disorganizza la trasmissione del
glutammato 71.
La depressione
Sebbene fino ad oggi non siano state identificate chiaramente le cause
specifichedelladepressione,iricercatoriconcordanonell’implicazionedi
fattorigeneticieambientali.Siconfermal’ipotesicheunostressparticolarmenteintensonelcorsodell’infanziapuòsvolgereunruolodeterminante.
Gli autori ipotizzano che ciascuno dei sottotipi di depressione
risponda differentemente ai farmaci, lasciando sperare per il futuro
lo sviluppo di trattamenti più mirati.
NelnumerodiaprileNeuropsychopharmacology, CharlesNemeroffeisuoi
colleghi,hannopropostodidistinguereuncertonumerodisottotipididepressionedistinguibilil’unodall’altrodalpuntodivistabiologicoedacomegli
individuihannovissutoimomentidistressneiprimiannidivita 73. Unatale
ipotesiaprenuoveprospettivesuilavoriscientificisvoltinegliannipassati,
suggerendocheleprecedentiindaginipossonoesserestateconfusedalla
tendenzaaraggrupparesemplicementeconununicotermine« depressione »differentisottotipinosologicibendistinti.Gliautoriipotizzanoche
ciascunodeisottotipididepressionerispondadifferentementeaifarmaci,
lasciandosperareperilfuturo,losviluppoditrattamentipiùmirati.
59
Il laboratorio di Helen Mayberg, all’Università di Toronto, ha utilizzato
la visualizzazione medica per monitorare gli effetti di una terapia particolare per la depressione, la terapia cognitivo comportamentale. Come
descritto nel numero di gennaio degli Archives of General Psychiatry,
man manochelostatodisalutedeipazientimiglioravagrazieaquesto
trattamento,la PETharivelatodeicambiamentiin alcunicircuiticerebrali,
inparticolarenellacortecciaenelsistemalimbico 74.Gliscienziati,hanno
costatatoegualmentecheleareeincuisiproducono questicambiamenti
corrispondonoaquellezonecerebralisoggettea dei cambiamentidopo
untrattamentoconilparoxetin(Paxil),unantidepressivo.
I nuovi sviluppi della farmacoterapia
In due pubblicazioni apparse nel numero di agosto di Molecular
Psychiatry, H.K.ManjiealtriricercatoridelNIMHrilevanolanecessitàdi
svilupparenuovifarmaciperidisturbibipolari.Inuovifarmacidovrebbero
basarsisullecrescenticonoscenzedeimeccanismifisiopatologicidiquesti
disturbi.Invecedeimedicinalianticonvulsivantieantipsicoticiatipiciutilizzatiperiltrattamentodiquestapatologia,gliscienziatidelNIMHchiedono
nuovicompostifarmaceuticichepossiedanoglistessimeccanismid’azione
diquelliutilizzatifinora,maconeffettipiùmirati 75.Gliscienziatiraccomandanolosviluppodifarmaciingradodiincrementarelaplasticitàcellulare
(lafacoltàdelcervellodiadattarsiaicambiamenti)ediinterferireconlo
stressneurochimicochedanneggiaicircuiticerebraligiàvulnerabili 76.
Mentreeraincorsounroventedibattitosullarelazionetraantidepressivie
ilsuicidioneigiovani,ungruppodiricercatoridell’UniversitàdiBostonha
pubblicatonelJournaloftheAmericanMedicalAssociation del21luglioi
risultatidiunvastostudiocheparagonavailtassod’ideazioneedicomportamento suicidali rilevati nei giovani utilizzatori di tre antidepressivi
d’usocorrente 77.HershelJickeisuoicollaboratorihannoriportatodeitassi
disuicidiosimilineigiovanicheassumevanodegliinibitoriselettividella
ricaptazionedellaserotonina–fluoxetina(Prozac)oparoxetina(Paxil)–
e quellicheassumevanol’amitriptilina(Elavil,Endep),unantidepressivo
triciclico. (Il tasso inferiore è stato registrato in un quarto gruppo, che
assumeva un altro antidepressivo triciclico, la dotiepina, Prothiaden o
Dosulepin.)Illivelloeraunpo’piùelevatoperlaparoxetina,maladifferenzanoneraindicativa.
60
Interminidisicurezza,iricercatoridell’UniversitàdiBostonhannocostatato
cheilrischiodisuicidio,valutatoconiltassod’ideazioneeicomportamenti
I clinici, i ricercatori e i politici si dicono preoccupati per la crescente
tendenzanelprescrivereaigiovanidegliantipsicoticisenzapreciseindicazioni. Un gruppo di ricercatori della Vanderbilt University diretti dal
pediatraWilliamCoopersegnalanelnumerodiagostodegli Archivesof
Pediatric and Adolescent Medicine che dal 1996 al 2001 il numero di
utilizzatori degli antipsicotici è quasi raddoppiato tra i bambini e gli
adolescentinelprogramma« ManagedCare »dellostatodelTennessee 78.
Gliautoriaffermanochequest’aumentoriguardaingranparteigiovani
ai qualièstatapostaladiagnosidialterazionedell’umore,didisturbida
deficit di attenzione/iperattività (ADHD) o altre anomalie che comunque non rientrano nelle precise indicazioni per l’uso degli antipsicotici.
Gli autorimettonoinguardiacontrol’abusodiquestesostanzeericordano
gli imprevedibili effetti collaterali con conseguenze gravi nei pazienti
più giovani.
I disturbi psichiatrici e le dipendenze
suicidali,perciascunodeiquattrogruppistudiatieramaggioreneiprimi
novegiorniditrattamento.Inquestoperiodolavigilanzadella famigliae
degliamici,maanchedeiprofessionistidellasalute,deveesseremassima.
In un piccolo studio della durata di sei settimane, i ricercatori
hanno somministrato quotidianamente delle
deboli dosi di mefipristone ottenendo un miglioramento
misurabile dell’umore, del flusso verbale e di due forme di
memoria spaziale.
Sempre in ambito farmacologico, da segnalare un interessante studio il
cui obiettivo era la verifica dell’esattezza di un concetto teorico pubblicato inagostonellarivista Neuropsychopharmacology. IlneurologoAllan
Youngeisuoicolleghidell’UniversitàdiNewcastleuponTyne,presentano irisultatipreliminarisecondoiqualiilmifepristonemiglioralefunzioni neurocognitivenellepersonecheassumonodeifarmacipercurareil
disturbobipolare 79.Datochedeitassicostantementeelevatidicortisolo,
l’ormonedellostress,alteranolefunzionicognitiveeaggravanoisintomi
delladepressione,iricercatorihannoipotizzatochebloccandonelcervello
un tipo di recettori al cortisolo fosse possibile attenuare o eliminarne i
sintomi. In un piccolo studio della durata di sei settimane, i ricercatori
hanno somministrato quotidianamente delle deboli dosi di mefipristone
(molecolanotaancheconilnomediRU-486,lapillolaabortiva),ottenendo
unmiglioramentomisurabiledell’umore,delflussoverbaleedidueforme
dimemoriaspaziale.Questirisultatidovrannoessereconfermatidastudi
piùampi.
61
Le dipendenze
Ifattorineurotroficigiànotiperillororuolofondamentalenellasopravvivenzaeladifferenziazioneneuronale,sembranounelementochiavenello
sviluppodelledipendenze.Nell’articolopubblicatoinfebbraioinHumana
Press, EricNestlereC.A.Bolanosdimostrano,fattiallamano,cheifattori
neurotroficirimodellandoicircuiticerebralilegatiall’apprendimento,alla
memoriaeall’umore,sonoinparteresponsabilideicambiamentimolecolaricellulariecomportamentaliosservatinelledipendenze 80.
Per quel che concerne la dipendenza all’alcol, Norman Spear ed Eric
Truxell,ricercatoriaBinghamtonUniversity,riportanonelnumerodiagostodiAlcohol:ClinicalandExperimentalResearch deidatiinteressanti.Se
sidàaccessoadeicucciolidiratto(conmenodi18giorni)adelleconcentrazioni di etanolo del 30 %, gli animali ne consumano spontaneamente
considerevoliquantitàsenzalanecessitàdiintrodurreparticolariprocedureperabituarlialconsumo.Quandolaconcentrazioneèridottaal10o
al20 %,irattiappenanatisidimostranopiùgolosirispettoailorocongeneri
di18giorniopiù.Alcontrarioirattichehannoilloroprimocontattocon
l’etanolo in età adulta, lo rifiutano a tutte le concentrazioni 81. Sembra
quindicheimeccanismicerebralidacuidipendel’accettazionedell’alcol
e di conseguenza la potenziale dipendenza, siano presenti fin dalla più
giovane età e che subiscano cambiamenti importanti passando all’adolescenza.Questaparticolaritàpotrebbedivenireunnuovoobiettivoperlo
sviluppodinuoveterapie.
62
Nuoviinteressantidatisonoemersiperiltrattamentodelladipendenzaalla
nicotinanegliadolescenti.L’interesseènatoinseguitoallapubblicazione
sulnumerodiagostodi ConsultingandClinicalPsychology diuntestclinicorandomizzatoconilbupropionerealizzatodaJoelKilleneisuoicolleghi 82.Iricercatorihannocostituitoduegruppicompostidauncentinaiodi
adolescenti ciascuno, al primo gruppo i ricercatori hanno applicato un
cerottoconnicotinaesomministratounadosequotidianadibupropione,
alsecondogruppouncerottoconplacebo.Sebbenedopo26settimanedi
trattamento,iltassod’astinenzaerasolamentedell’ordinedel25 %neidue
gruppi,lamaggiorpartedeipartecipantiharidottoilconsumoefumava
solamentequalchesigarettaalgiorno.Moltiavevanosmessodifumare
quotidianamente,dimostrandoperlomenouneffettoparzialeenuove
pisteperfuturericerche.Questostudiorappresentailprimotestrandomizzato,controllatoconplacebo,diunfarmacoperlaterapiaalladipendenzadanicotinanegliadolescenti.
I disturbi sensoriali
e delle funzioni corporali
Aumento del peso e neurosviluppo
64
Oltrepassare la barriera ematoencefalica
65
Lo stimolo della fame
66
Il ciclo sonno-veglia e la sua regolazione
67
Il controllo delle crisi epilettiche
68
63
I
disturbisensorialiedellefunzionicorporalisonouncampodiindagine
riccodisfideperlaricercasulcervello.Pensiamoaduegrandisoggetti :
l’obesitàeidisturbidelsonno.Duepatologiechecolpisconomilionidiindividuienonseneconosconoancoraimeccanismifondamentali.Studiare
questiealtridisturbidellefunzionicorporeeinrelazioneconilcervello,
come l’epilessia, significa cercare innovative opportunità terapeutiche.
Inambitodiobesità,nel2004iricercatorisisonointeressatiallaleptina,un
ormonesintetizzatodaltessutoadiposocheinfluenzailpesoattraverso
l’azionesull’ipotalamo.Scopertanel1994,laleptinacontinuaadessere
oggettodimoltericerche.Gliscienziatistudianocomepuòessereattivata
oppure bloccata, come essa interviene nel mantenimento dell’equilibrio
energeticodell’organismool’importanzachepotrebbeaverenelladeterminazionedelpeso.Importantiricerchesonostaterivolteallarelazionetra
itrigliceridieilpeso,eacomeilsegnaledellafamearrivaalcervello.
Glistudisulsonnohannopermessodiscoprirequellochepotrebbediventareunobiettivofarmacologicoperiltrattamentodellanarcolessiaehanno
evidenziatounneurotrasmettitorechepotrebbeessereutilizzatopercombattereuncertonumerodidisturbidelsonno.Nell’ambitodell’epilessiai
ricercatorihannoesploratol’efficaciadeitrapiantidicelluleecomeicambiamentideidendritipossonooriginaredellecrisi.
Aumento del peso e neurosviluppo
Laleptinacontrollalasensazionedellafameagendosulcervello.Maqual
èl’effettosuicircuitineuronali?Alcunistudipubblicatinel2004esaminanoalcuniaspettidiquestocomplicatomeccanismo.
64
Lepochissimepersoneaffettedalladeficienzageneticadellaleptina,presentano un’obesità patologica. La maggior parte degli individui in forte
sovrappesononsonocarentiinleptina,masonoresistentiallafunzionedi
controllo ponderale che essa esercita. Visto che i topi reagiscono alla
leptinainmodosimileagliuomini,deiricercatoridell’OregonHealthand
ScienceUniversitydirettidaRichardB. Simerlyhannostudiatoneitopi
carentidileptinaleviediproiezionedelnucleoarcuatonell’ipotalamo 83.
Essihannocostatatochequestevienervoseeranodisorganizzateinmodo
irreversibile,lasomministrazionedileptinaaglianimaliadultinonha prodottonessuneffetto.Alcontrario,seisupplementidileptinasono somministratiallostadioperinatale–cioèquandoquest’ormoneaumentalasua
Ilrisultatoevidenziailpotenzialeneurotroficodellaleptinasullacreazione
delle strutture ipotalamiche che a loro volta inviano dei segnali che
regolanol’assunzionediciboel’usodienergia.Questidatipotrebbero
cominciareachiarirelepossibilirelazionitracerteformediobesitàel’alimentazionedellamadreolosvilupponeonatale.Sembrainoltrecheuna
sovralimentazione o una sottoalimentazione ad uno stadio critico dello
sviluppocerebralepossaaveredeglieffettiimportantiedilungadurata.
Questi dati potrebbero cominciare a chiarire le possibili relazioni
tra certe forme di obesità e l’alimentazione della madre o lo
sviluppo neonatale.
Un’altraricercarealizzatadaJeffreyM. Friedmaneisuoicollaboratorialla
RockefellerUniversity,eTamasL. Horvath,dellafacoltàdimedicinadella
YaleUniversity,haanalizzatoinessitraalimentazioneeneurosviluppo.I
ricercatorihannoscoperto,neitopiaffettidallacarenzadileptina,degli
input sinapticialteratiperduetipidineuronidell’ipotalamocheregolano
l’equilibrioenergetico 84.Utilizzandodeitopicheesprimevanounaparticolareproteinafluorescenteverdeneineuronistudiati,iricercatorihanno
notatocheitopiadultiavevanopiùconnessioninervoseconineuroniche
stimolavanolafamerispettoaquellichestimolavanoilsensodisazietà.
Dopolasomministrazionedileptina,gliscienziatihannorilevatoneicircuiti
cerebrali una normalizzazione delle connessioni neurali. Il ribaltamento
dellasituazione,attestatodaicambiamentielettrofisiologicieultrastrutturali,èoccorsorapidamente,nelleseioresuccessiveallasomministrazione
dileptina.
I disturbi sensoriali e delle funzioni corporali
concentrazioneneiroditori–idannidellevienervosesonocompletamente
ristabiliti.(Negliuominiillivellodellaleptinaaumentanellafaseprenatale.)
I risultati dimostrano che la leptina agisce sulla plasticità dell’ipotalamo
adultoeinpartespiegaimeccanismichesottendonoil setpoint, ilpeso
cheilcorpocercadimantenerecostantepurconleggerevariazioni.Una
strategiaefficacecontrol’obesitàpotràforsederivaredallacomprensione
deifenomenidiricablaggiodelcervelloedaimezzichesipotrannoutilizzareperprovocarloopermodificarlo.
Oltrepassare la barriera ematoencefalica
Datochelaleptinasopprimel’appetito,èlecitopensarechelepersone
sovrappeso od obese, abbiano delle deboli concentrazioni tissutali di
quest’ormone.Maèunerrore.Quasituttigliindividuiobesihannoalti
65
livellidileptinacheèsintetizzatadallecelluleadiposepresentiinabbondanza negli individui obesi. Nei soggetti sovrappeso essa non funziona
normalmenteenondàalcervellol’ordinedicessaredimangiare.
L’originedellaresistenzaallaleptinapotrebbeesseremolteplice,unatrale
differentipossibilità,lasuaincapacitàdioltrepassarelabarrieraematoencefalica.UngruppodiricercatoridelVeteransAffairsMedicalCenter,della
facoltàdimedicinadell’universitàdiSt.Louis,hastudiatocomequesta
barrierainvisibilecheproteggeilcervellodagliagentipatogeniedaaltri
pericoli,bloccalaleptina.WilliamA. Bankseisuoicolleghihannosomministratoadeitopidellatteintero,moltoriccointrigliceridi,ilipidipresenti
nelsangueenociviallasalute.Illatteinibisceimmediatamenteiltrasporto
di lipidi verso il cervello, ma se è impoverito dalle materie grasse non
generaquest’effetto.
Dopolasomministrazionediunfarmacocheriduceiltassosanguignodi
trigliceridi,neitopinutriticonlatteintero,iltrasportodellaleptinariprende
edessaricominciaasvolgereilsuoruolo.Iricercatorihannoconclusoche
itrigliceridipossiedonounruolonellaresistenzaallaleptina,questirisultati
potrebberoaprirenuovepisteterapeuticheperl’obesità.Ècomunquegià
possibiletrarreunaprimaconclusioneperlepersoneobese,riducendoi
livelliditrigliceridicondeicambiamentialimentari,laleptinapotràregolare
meglioilpeso.
Lo stimolo della fame
Laghrelinèunormonecheinviaalcervellolostimolodellafame.Negli
adultilasuaconcentrazionesanguignaaumentaprimadeipasti,quandoè
piùfortelasensazionedellafameediminuisceconl’assunzionedicibo.
66
Degliscienziatidell’UniversitàdellaCaliforniaaLosAngelesedellostato
dellaLouisianaaBatonRouge,hannoanalizzatoitassicircolantidighrelin
inuominigiovani,magriedobesi,ogni7minutiper24ore 86.Irisultati
di questostudiopubblicatidaJulioLicinioeisuoicolleghihannorilevato
unfenomenofinoadorasconosciuto :durantelanotte(tramezzanotte
e le sei), nei soggetti magri la ghrelin raggiunge dei tassi ancora più
elevati cheprimadeipasti.Iricercatorinonhannoosservatoquestopicco
nellepersoneobese,icuilivellirestanopressochécostantinelle24ore.
Durantelostudiosonostatimisuratiancheitassidileptinaediadiponectina,degliormonichepartecipanoallaregolazionedelconsumodienergia
dell’organismo.
Il ciclo sonno-veglia e la sua regolazione
I ricercatori che lavorano sul sonno hanno realizzato dei progressi nell’ambitodellanarcolessiaedellaregolazionedelsonno.
Studiandoneicomplessimeccanismimolecolari,gliscienziatihannoscopertoneitopichedeitassibassionullidiunparticolareneuropeptidechiamatoorexina,provocadeisintomiprossimiallanarcolessiaumana :glianimalisiaddormentanoimprovvisamente,sonoestremamentesonnolentida
svegli e presentano degli accessi improvvisi di debolezza muscolare o
manifestazionicatalettiche.L’orexina,chiamataancheipocretinaèsintetizzatadaineuronidell’ipotalamo,senemisuraillivellonelliquidocerebrospinalesianell’uomosianeltopo.
I disturbi sensoriali e delle funzioni corporali
Èpossibileipotizzare,cheilsovrappesosioppongaallefluttuazionideitassi
dighrelinoppureinterferiscaconlostimolodellafamecheaiutailcervello
aregolareilpeso.Questostudiopermettedicomprenderemeglioilruolo
chequestoormonesvolgenell’obesitàenerilevailpotenzialescientifico.
I ricercatori hanno concluso che i farmaci con un effetto
agonista sui recettori dell’orexina potrebbero essere utili per
il trattamento della narcolessia.
UngruppodelHowardHughesMedicalInstitutedelSouthwesternMedical Center dell’Università del Texas diretto da Masashi Yanagisawa ha
costatatocheneitopisperimentalmenteresicarentidineuroniproduttori
diorexinaechepresentanodeisintomidinarcolessiaedicatalessi,lasomministrazionediorexinaaumentalavigilanzaefascompariregliaccessidi
debolezza muscolare 87. I ricercatori hanno concluso che i farmaci con
un effettoagonistasuirecettoridell’orexinapotrebberoessereutiliperil
trattamentodellanarcolessia.Questotipoditrattamentopotrebbeessere
utileancheperlenumerosepersonechesoffronod’insonnia.
Unaltroneurotrasmettitoreharecentementedimostratodiavereunruolo
importantenellaregolazionedelsonno.Iricercatoridell’Universitàdella
California,aIrvine,edelScrippsResearchInstitutehannodimostratoche
il neuropeptide S (NPS), una proteina presente nel cervello, aumenta
moltolavigilanzaepermettedigestiremegliolarispostaallostressnei
roditori 88. Il gruppo in questione, diretto da Rainer K. Reinscheid ha
evidenziatochel’NPSèprodottodaineuronidiunaregionedeltronco
cerebralesituatatraillocuscoeruleus eilnucleodiBarrington,dovesono
modulatelereazionidivegliaed’ansia.Gliscienziatihannolocalizzatoi
67
recettoridelNPSanchenell’amigdalaeneltalamo,delleregionicerebrali
associateallostress.
Nuovifarmacipotrebberoagireamplificandooinibendol’azionedelNPS,
edessereutilizzatipercurareunavarietàdidisturbidelsonnochevanno
dallafaticaallanarcolessia,passandodaunlivelloanormalmenteelevatodi
vigilanzadiurna.L’NPSpotrebbeoffrireimportatitrattamentiancheperl’ansia.
Il controllo delle crisi epilettiche
Nel corso del 2004 alcuni ricercatori hanno compiuto un importante
passo avanti nello studio sull’epilessia studiando l’acido gamma aminobutirrico (GABA), un neurotrasmettitore che inibisce le crisi epilettiche
spontanee tipiche di questa malattia. Sebbene esistano dei farmaci che
rinforzanol’azionedelGABA,sonoancoranumeroselecrisiresistentiad
ogni trattamento. Persuperarelaterapiaclassicaedotteneredeinuovi
risultatiKerryW.Thompson,ricercatorealVAGreaterLosAngelesHealthcare System e all’Università della California, a Los Angeles, e Lucie
M. Suchomelova,ricercatriceall’AccademiadellescienzedellaRepubblica
ceca,aPraga,hannotrapiantatonellasostanzaneradeirattiaffettidacrisi
epilettichespontanee,dellecellulegeneticamenteriprogrammateperla
produzionediGABA 89.Lecrisieipicchiepilettiformisonostatimonitorati
pertregiornidopoiltrapiantoeunasecondavoltadopounasettimana.
LecelluleproduttricidiGABAtrapiantateairattihannoavutounchiaro
effettoinibitoresullecrisiesuipicchiepilettiformi,unrisultatomaiosservato fino ad ora. Occorre ricordare però, che il trapianto cellulare nel
troncocerebraleimplicaunatecnicacomplessacheperilmomentonon
puòessereutilizzatainclinica.Piùdellametàdeglianimalisonomortinel
corsodell’esperienza,sarannoquindinecessarinuovistudiperprecisare
alcuniaspettidellaliberazionedelGABA.Irisultatisembranotuttaviaindicarecheitrapiantidicelluleottenutetramitel’ingegneriagenetica,lacui
utilitàèstatatestatainrapportoconaltremalattieneurologiche,potrebbe
ungiornoessereutilizzataancheperiltrattamentodell’epilessia.
68
Altrericerchesull’epilessiahannoevidenziatodelleperturbazionialivello
deicanaliionicipostisullemembranecellularideineuroni.Questicambiamenti potrebbero spiegare uno dei meccanismi delle crisi e della loro
propagazione 90. Un’epilessia sperimentale del lobo temporale ha permessodievidenziarealivellodellecelluledendritiche,deicambiamenti
deicanalidelpotassiocheaccresconol’eccitabilitàel’attivitàdeineuroni.
I disturbi sensoriali e delle funzioni corporali
Ilgruppodiricercatoriamericaniedeuropeiall’originediquestostudio
direttodaChristopheBernard,delBaylorCollegeofMedicine,hastabilito
chequesticambiamentichealteranoleproprietàelettrichedell’input-output deidendritidellecellulepiramidalidell’ippocampo,aggravailrischiodi
iniziazionedellecrisi.
69
Cellule staminali
e neurogenesi
Cellule staminali di denominazione d’origine
non controllata
72
Traumi precoci riducono la neurogenesi in età adulta
73
Le cellule cerebrali giovani imparano più rapidamente
74
Nuove cellule staminali con spettacolari abilità
74
Le cellule staminali neuronali possono
cambiare destinazione
75
I vasi sanguigni incoraggiano la crescita
delle cellule staminali
75
Una molecola di RNA induce la differenziazione
delle cellule staminali in neuroni
76
Le cellule staminali embrionali favoriscono
la rigenerazione dei tessuti
76
Scoperta una nuova fonte di cellule staminali
77
71
S’
ipotizzaval’esistenzadellaneurogenesi,laformazionedinuovineuroninelcervello,dallametàdegliannicinquanta,maneèemersalacertezzasolonel1998.Gliscienziaticercanooradicapireilruolodiqueste
cellule. Nel 2004, è stato dimostrato che esse sono determinanti per
l’apprendimentoelamemoria,probabilmentecontribuisconoallaprotezionedelcervellodallelesionisecondarieallostress.
Lecellulestaminalineuronali,versatiliedindifferenziate,dannoorigineai
neuroni. Esse costituiscono la speranza per il trattamento di numerose
malattiecheledonoilcervello,inparticolarelemalattieneurodegenerative, caratterizzate dalla progressiva morte delle cellule indispensabili al
suobuonfunzionamento.Sipresumechelecellulestaminalipresentinel
cervelloadultositrasforminoinunagrandevarietàdicellule,programmate
perlosvolgimentodideterminaticompiti.Questaparticolaritàdellecellule
staminalipotrebbeaprireinnovativeopportunitàterapeutiche.Lecellule
staminali indifferenziate potrebbero essere trattate in coltura con delle
sostanzecosìdaorientareillorosviluppoversounospecificotipodineurone,utilizzabileperrimpiazzarequellilesi.Taleapprocciopermetterebbe
dievitareilproblemaeticopostodall’usodellecellulestaminaliembrionali
eirischid’infezionegeneratidaitrapiantidicelluled’origineanimale.
Le opinioni divergono sul potenziale delle cellule staminali adulte. Esse
sono considerate pluripotenti, cioè in grado di dare origine a differenti
tipi di tessuti. Diversi studi apparsi nel 2003 avevano ipotizzato che le
cellulestaminaliadultenongenerasserodifferentitessuti,masifondessero con le cellule già presenti. I più recenti studi pubblicati nel 2004
mostrano invece che le cellule staminali adulte possiedono un elevato
gradodiversatilità.
Cellule staminali di denominazione d’origine non controllata
72
Si distinguono classicamente due tipi di cellule cerebrali : i neuroni, in
gradoditrasmetteregliimpulsinervosielecellulegliali,lecelluledisostegno che adempiono numerose importanti funzioni. Recenti studi dimostranochecertecellulestaminalineuronalidannoorigineacelluleadulte
concaratteristichegliali.Neirisultatipubblicationlineil3dicembre2004in
ProceedingsoftheNationalAcademyofSciences, ArturoAlvarez-Buylla
e i suoi colleghi dell’Università della California a San Francisco, hanno
dimostratochelecelluleglialisonoiprogenitoridinumerositipidicellule
cerebrali,neuronicompresi 91.Iricercatorihannoutilizzatonellorolavoro
Questa importante scoperta sull’origine delle cellule staminali e
la nuova tecnica sarà utile per successive ricerche.
nonsololecelluleglialimaancheilorodiscendenti.Perfarquestohanno
utilizzatolatecnicaclassicacheconsistenel«contrassegnare »lecellule
glialiconunvirusmodificato,aggiungendoalvirusungenechepuòessere
ritrovatonellecellulegliali.Questosegnodiriconoscimentopermettedi
osservareildiveniredellecelluleglialiedellecellulecheessegenerano
(dapprimaneitopimodificatieinseguitoneglianimalinormali).Conquesto
metodoiricercatorihannocostatatochelecellulegliali,oltreasvolgereil
lororuolodisostegnoabituale,produconotuttiiprincipalitipidicelluledel
cervello, neuroni compresi. L’importante risultato ottenuto offre nuove
provesull’originedellecellulestaminalieunanuovatecnicachesaràutile
perulterioriricerche.
Cellule staminali e neurogenesi
diricercalecelluleglialiradiali,cheservonodaguidaesostegnoainuovi
neuroniquandomigranoversolalorodestinazione.Gliscienziatihanno
sviluppatounnuovometododimarcaturachepermettedicontrassegnare
Traumi precoci riducono la neurogenesi in età adulta
Deglistudieffettuatisull’animaledalaboratoriodimostranochelostress
cronico inibisce la neurogenesi nell’ippocampo, la regione del cervello
associataallamemoriaeallavitaemotiva.NelnumerodiagostodiNature
Neuroscience, deiricercatoridellaPrincetonUniversitydirettidaElizabeth
Gouldhannodimostratocheneirattidigiovaneetà,separatipermolto
tempodallamadresiriscontrainetàadultaunaneurogenesiinferiorealla
media 92. Questi ratti mostrano inoltre un’altra anomalia. Solitamente il
cervellosiproteggedallostressimprovvisointerrompendotemporaneamentelaneurogenesi,neirattiprivatidellamadreprecocemente,daadulti
inpresenzadiunasituazionedistressintenso(comeilcontattoconl’odore
divolpe),ilcervellononèingradodiattivarequestarisposta,probabilmenteacausadellamancanzadicellulegiovani.
Tali risultati confermano quelli ottenuti precedentemente che dimostravanoglieffettialungoterminedellostresssulcervello.Grazieallenuove
tecnichedivisualizzazionedell’attivitàcerebrale,sièevidenziatochele
personeaffettedastresspost-traumatico(SPT),ledonnevittimediabusi
sessualinelcorsodell’infanziaoledonnechesoffronodialcuneforme
di depressione cronica, hanno un ippocampo di taglia inferiore alla
media. Secondoaltristudiidannisubitiall’ippocampoprovocavanodelle
alterazionialivellodellamemoriaedellefunzionicognitive.L’ipotesidegli
73
autoridell’articolopubblicatoinNatureNeuroscience, ècheigiovanineuronisonopiùimportatirispettoaineuroniadultiperilbuonfunzionamento
echeunariduzionedellaneurogenesipotrebbeesseresecondariaaidanni
provocatidallostresscronico.
Le cellule cerebrali giovani imparano più rapidamente
Altrericerchedimostranocheigiovanineuronipotrebberocontribuirein
modo ancor più marcato ad altre funzioni dell’ippocampo : l’apprendimentoelamemoria.Inunostudiopubblicatonelnumerodel13maggiodi
Nature, Christoph Schmidt-Hieber e i suoi colleghi in Germania, hanno
dimostratocheneirattilamembranacellularedeinuovineuronidifferisce
sostanzialmentedaineuroniadulti.Unadellediversitàrilevatesonoleproprietàelettrichechedeterminanolanascitadinuovesinapsi,meccanismo
fondamentalenell’apprendimentoenellamemoria.Inoltre,lapotenzializzazionealungotermine–unparticolarecomportamentoelettrofisiologico
considerato come una possibile spiegazione cellulare della formazione
dellamemoria–èpiùpronunciataneigiovanineuroni.Gliautoriritengono
quindicheinuovineuronipossiedonodellecaratteristicheuniche,ideali
performarenuoviricordi 93.
Nuove cellule staminali con spettacolari abilità
74
Numerose prove sulla pluripotenza delle cellule staminali adulte sono
emersenegliarticolipubblicatinelnumerodel24marzodel Journal of
Neuroscience, dairicercatoridirettidaPaskoRakic,dellaYaleUniversitye
FredGagedelSalkInstitute.Perlaprimavoltadeiricercatorichelavorano
su animali adulti, in particolare dei ratti, hanno identificato delle cellule
staminali o dei loro « precursori » nell’ipotalamo. La sorpresa di questa
scopertaècollegataalfattochequestaregionedelcervello,asviluppo
concluso,nonmostranessunsegnodineurogenesi.Quandolecelluledell’ipotalamosonostateposteincolturaincontattoconunapopolazionedi
neuronidell’ippocampo,iduetipidicelluleimmaturesisonodifferenziate
inneuronicapacidiprodurrediversitipidimessaggerichimici.Questa
scopertaattestaperentrambiitipidicellule,purdifferentileunedalle
altre,lanotevoleversatilità.Ineuronidell’ippocampohannoprodottounicamente dei neurotrasmettitori che agiscono direttamente sui neuroni
adiacenti.Imessaggerichimiciprodottinell’ipotalamo,percontro,sonosia
deineurotrasmettitorisiadeifattoriendocrini.Attraversolacircolazione
sanguignaessiraggiungonol’ipofisicheasuavoltastimolanumerosealtre
ghiandole.Gliautoriritengonocheisegnalicheorientanolosviluppodelle
cellulenonsianopresentinellecellulestesse,manell’ambientecircostante.
Le cellule staminali neuronali possono
cambiare destinazione
Lecellulestaminalineuronalisidifferenzianoinneuronididifferentitipi,
mapossonoancheoriginaredellecellulecheappartengonoadellelinee
completamentedifferenti.Nelnumerodel15lugliodiNature, FredGagee
isuoicolleghidelSalkInstituteedell’UniversitàgiapponesediKumamoto
hannodimostratochequandolecellulestaminalineuronalisonopostein
colturainpresenzadicelluleendoteliali,lecellulechecostituisconoivasi
sanguigni,circail6 %dellecellulestaminalimostradei«markers »proteinicicaratteristicidellecelluleendoteliali.Approfondendolostudio,iricercatorihannocostatatochequestotipodicelluleendotelialidavaoriginea
vasi sanguigni ; quando erano trapiantate nel cervello di topo a livello
embrionale,lecellulemostravanodellecaratteristicheendoteliali,male
proporzioni erano inferiori a quelle osservate in vitro (circa l’uno per
cento).Iricercatorihannoanchecercatodicapireselecelluleneuronali
esprimevanounapluripotenzaeffettivaolaloroapparentetrasformazione
incelluleendotelialierasolounartefattodovutoallapossibilefusionedelle
staminaliconlecellulegiàpresenti.Aquestoscopogliautorihannoaccuratamente cercato, senza trovarli, dei segni di fusione cellulare, come i
cromosomisoprannumerarioidoppinuclei.Gliscienziatihannoconcluso
cheselecellulestaminalineuralisisonotrasformateincellulediuntipo
radicalmente differente, non vi era stata fusione ma avevano effettivamenteoperatouncambiamentodidestinazione 95.
Cellule staminali e neurogenesi
Lo studio dimostra che le staminali nel cervello adulto possono essere
messeincoltura,riprodotteedifferenziateindiversisottotipidineuroni,
come dimostrato dalla moltitudine di messaggeri chimici prodotti. Dato
cheineuronipossonoessereanchequellilesidapatologiecomelamalattiadiAlzheimeroquelladiParkinson,èlecitopensarecheungiornosi
riusciràacoltivaredellecellulestaminaliascopoterapeutico 94.
I vasi sanguigni incoraggiano la crescita
delle cellule staminali
Unaltrogruppodiricercatorihacoltivatoinvitrodellecelluleendotelialie
deineuroni,perstudiareipossibiliinflussidelleprimesulleseconde.Risultatiprecedentiavevanodimostratochelecellulestaminalineuronalisono
attorniatedavasisanguigni ;secondounarticolodiSallyTempleeisuoi
colleghidell’AlbanyMedicalCollegeapparsonelnumerodi Science del
28 maggio,questivasinonformanounasemplicestrutturacircostante,ma
costituisconounasortadi« incubatrice »chefavoriscelamoltiplicazione
75
dellecellulestaminalibloccandoleallostadiodiimmaturità.Iricercatori
hannopostoincolturacontemporaneamentedellecellulestaminaliprovenientidacervelliditopiedellecelluleendoteliali,iduetipidicelluleerano
Oltre alla tecnica che permette di ottenere rapidamente grandi
quantità di cellule, questo studio potrebbe avere chiarito una tappa
cruciale nello sviluppo delle cellule staminali.
separatedaunastrutturaporosachepermettevadegliscambidisegnali
biochimici. Con questo metodo si sono formati grandi lembi di cellule
staminali indifferenziate che una volta estratte dalla loro «incubatrice »
hannooriginatodeitipispecificidineuroni,adeitassimoltopiùelevati
rispettoallecellulestaminalichenonsonostateincontattoconlecellule
endoteliali.Oltreallatecnicachepermettediottenererapidamentegrandi
quantitàdicellule,questostudiopotrebbeaverechiaritounatappacrucialenellosviluppodellecellulestaminali 96.
Una molecola di RNA induce la differenziazione
delle cellule staminali in neuroni
Cisonoduemetodipertrasformarelecellulestaminaliimmatureinneuronifunzionali :ilprimoconsistenellostimolarleconvarifattorichimicio
conlapresenzadialtrecellule,comenellericercheappenadescritte.Il
secondometodoconsisteneltogliereilsistemadibloccodicuiessesono
provviste.SecondounostudiopubblicatonelnumerodiCell del19marzo,
un altro gruppo di scienziati diretto da Fred Gage ha identificato nelle
cellulestaminalineuraliumaneadulteunRNAadoppiofilamentoinusuale
(dsRNA). Quando esso si attacca alla proteina NRSF/REST, grazie alla
qualeigenineuralisonoespressiunicamenteneineuronieridottialsilenzionellealtrecelluleimmature,sitoglieilfrenocheimpediscel’espressionedeigenielecelluleimmaturedivengonodeineuroniperfettamente
funzionali. Contrariamente al dsRNA, scoperto in precedenza, questo
dsRNAguidalosviluppodellacellulaattaccandosiadunaproteinaenon
allamolecoladiDNA.Talescopertapotrebberivoluzionareimetodiutilizzatidagliscienziatichelavoranosullecellulestaminali 97.
Le cellule staminali embrionali favoriscono
la rigenerazione dei tessuti
76
Promettentimamoltopiùcontroverse,lecellulestaminaliembrionali(SE)
continuanoadareprovadellorovalore.NelnumerodiScience del8ottobre,
RobertBenezraeungruppodelMemorialSloan-KetteringCancerCenter
edellaCornellUniversityhannodimostratocheleSEoltrearicostituire
Cellule staminali e neurogenesi
delle popolazioni di cellule decimate dalla malattia, sintetizzano delle
sostanzesimiliacertifarmacichefavorisconolarigenerazionedeineuroni.
Iricercatorihannoutilizzatoperillorostudiounaparticolarerazzaditopi
portatori di una malattia cardiaca e hanno iniettato alle femmine non
ancorafecondatedellecellulestaminaliembrionali ;ipiccoli,chesarebberomortiprimadellanascitaacausadellamalformazionecardiaca,sono
naticonuncuorenormale.VistocheleSEnonattraversanolaplacenta,i
ricercatorihannopotutostabilirechelarigenerazionedeltessutocardiaco
osservataneineonatierastatastimolatadaunfattoredicrescita(l’insulinlikegrowthfactor)edaun’altramolecoladenominataWNT5a 98.Anchese
questolavorononimplicadirettamentedeineuroni,essopuòesserecollegatoadunostudiodiJohnGearhartedeisuoicolleghidellaJohnsHopkins
Universitypubblicatonel2003.Inquellostudiolecellulestaminaliembrionalihannoprodottodeifattoridicrescitacheavevanopermessoadeiratti
paralizzatidibeneficiarediunrecuperopiùcompleto 99.Questistudiconfermanoilpotenzialeterapeuticodellecellulestaminaliembrionaliperle
patologiecerebrali.
Scoperta una nuova fonte di cellule staminali
Deglistudiprecedentiavevanodimostratolapresenzanellaretinaumana
dicelluleprecursoriconcapacitàdireplicazioneeversatilitàridotta.Iricercatorihannoorascopertounapiccolapopolazionediverecellulestaminali.
Dei ricercatori hanno ora scoperto una piccola popolazione di vere
cellule staminali nella retina dell’uomo.
Nell’ambitodiunostudiopubblicatoin ProceedingsoftheNationalAcademyofSciences del2novembre,DerekvanderKooyeisuoicolleghi
dell’UniversitàdiTorontohannocoltivatodellecelluleretinicheprelevate
post mortem da donatori d’età compresa tra zero e settant’anni 100.Le
celluleinquestionesisonoriprodottesenzaesserestatemanipolatedai
ricercatori (a parte l’aggiunta di fattore di crescita che ha permesso di
accrescerneilnumero)edifferenziandosihannodatoorigineatuttiitipidi
cellule retiniche, fornendo in questo modo un bell’esempio di pluripotenza,indipendentementedall’etàdeldonatore.Trapiantateadeitopidi
ungiorno,lecellulestaminaliumanesisonoincorporateallaretinadegli
animali. Per la prima volta delle staminali sono state trovate nell’occhio
umano,forsequestascopertacomporteràinfuturodelleimplicazioniperil
trattamentodeidisturbiallavista.
77
I disturbi del pensiero
e della memoria
La vaccinoterapia per la malattia di Alzheimer
80
Un cambiamento di rotta per gli inibitori
della colinesterasi
81
Gli estrogeni sempre attuali
82
Comprendere meglio il funzionamento della memoria
83
Emozioni e memoria
84
79
L
a ricerca sul pensiero e sulla memoria è contraddistinta da un’evoluzione contrastante : il 2004 è stato un anno segnato da incertezze
cliniche, ad esempio le esitazioni legate all’efficacia degli inibitori della
colinesterasiedegliestrogeninellaprevenzioneeneltrattamentodella
malattiadiAlzheimer.Invecelaricercasull’immagazzinamentodeiricordie
isuoimeccanismi,hannoevidenziatoimportantipassiavanti.
La vaccinoterapia per la malattia di Alzheimer
NegliultimianniirisultatineitrattamentivaccinaliperlamalattiadiAlzheimerhannoavutoaltiebassi ;glieffettiosservatiinunprimomomentonon
sonostaticonfermatieil2004nonhafattoeccezione.Deglistudirealizzati
su modello animale della malattia, hanno dimostrato che gli anticorpi
possonodissolvereleplacchedisostanzabetaamiloide,segnocaratteristiconelcervellodellepersoneaffettedamalattiadiAlzheimer.Nonè
statopossibiledeterminareinvece,seglianticorpihannouneffettosul
groviglio di neurofibrille (costituite principalmente dalla proteina tau),
secondoindicatoredellamalattia.(L’unicotestconglianticorpirealizzato
sull’uomoèstatointerrottoprematuramenteinseguitoallecomplicanze
apparseneipazienti.)
Supponendo che gli anticorpi siano un rimedio
per i danni diretti, occorre determinare se questa terapia
arresta o rallenta il declino cognitivo una
volta incominciato.
InunostudioinnovatoredirettodaFrank LaFerla presso il laboratorio
dell’Università della California ad Irvine, i ricercatori hanno testato la
capacità degli anticorpi d’interagire sia con le placche sia con i depositi neurofibrillari in topi che presentavano il modello animale della
malattia 101,102.Tregiornidopol’iniezionedianticorpinell’ippocampodei
topi,leplacche eranoridottesignificativamente,duegiornipiùtardigli
scienziati hanno osservato una riduzione significativa anche dei grovigli
neurofibrillari.
80
Per la prima volta è stato evidenziato il nesso tra la diminuzione delle
placchedibetaamiloideegliammassidineurofibrille.Lasequenzadei
due fenomenisuggeriscechelacostituzionedineurofibrilleèinqualche
modo indotta dalle placche stesse. Una terapia vaccinale innocua per i
pazienti che permetta di eliminare le placche, potrebbe rallentare la
progressionedellamalattiadiAlzheimeroarrestarlacompletamente.
Un cambiamento di rotta per gli inibitori
della colinesterasi
Il2004èstatounannoimportantepergliinibitoridellacolinesterasi.Irisultati
ottenutihannoconvintoilpubblicodell’efficaciadegliinibitoridellacolinesterasineltrattamentodellamalattiadiAlzheimer,macomedimostranoi
risultatididuestudi,èancoratroppoprestoperpronunciarsiinmododefinitivo.
I disturbi del pensiero e della memoria
Mancano tuttavia degli elementi importanti. I ricercatori hanno notato
per esempiochegliammassineurofibrillariscompaionosolosel’animale
è trattato ad uno stadio relativamente precoce della malattia, una volta
istallati solidamente gli ammassi sono insensibili al dileguamento delle
placche.Inoltre,supponendocheglianticorpisianounrimedioperidanni
diretti,occorredeterminaresequestaterapiaarrestaorallentaildeclino
cognitivounavoltacheèincominciato.
Nell’ambitodiunostudiocomunitariorealizzatonelRegnoUnito,deiricercatoridelAD2000CollaborativeGrouphannosomministratoquotidianamenteinmodorandomizzatoa565pazientiaffettidaunaformadaleggera
amoderatadellamalattiadiAlzheimerdeldonepezil(Aricept)oppureun
placebo, la durata del trattamento è stata lasciata alla discrezione dei
medicicuranti 103.Dopodueanni,ipazientichehannoricevutoildonepezil presentavano un leggero miglioramento delle capacità cognitive e
delleabilitànelleattivitàquotidiane,rispettoaipazientichefacevanoparte
delgruppoplacebo.Nonèstataevidenziata,tuttavia,unadifferenzasulle
prospettived’istituzionalizzazioneosuldeterioramentoglobaleinseguito
allaprogressionedellamalattia.
Iricercatorihannoconclusocheilfarmacoassicuraqualchebeneficio,ma
nonèsufficientepergiustificarneilcostointerminidisalutepubblica.
Inopposizione,unsecondostudiohadatorisultatipiùincoraggianti,anchese
conunacasisticadifferente.LostudioèstatorealizzatodaRonaldPeterson,
ricercatoreallaMayoClinicaRochesternelMinnesota,membrodelconsorzioamericanodeglistudicollaborativisullamalattiadiAlzheimer,egline
ha presentato i risultati nell’ambito della giornata internazionale sulla
malattiadiAlzheimer.Unadosequotidianadi10mgdidonepezilhaavuto
una certa efficacia sui pazienti affetti da disturbi cognitivi leggeri (mild
cognitiveimpairment,MCI) 104.IpazientiaffettidaMCI hannodeiproblemi
dimemoriamagodonodibuonasaluteanchese essisviluppanolamalattia
inunaproporzioneinusualmenteelevatadi casi.
81
Il test includeva 769 pazienti ai quali è stato somministrato il farmaco
oppureunplacebo.Nelcorsodiciascunodeitreannidellostudio,lamalattiaharaggiuntoilsuoapicenel13 %deipartecipanti,nellapopolazione
generalelapercentualeèinvecedel1a2%.Neiprimi18 mesi,laprogressioneèstatapiùlentaneipazientichehannoricevutoil donepezil
rispetto a quelli che assumevano il placebo. Dopo 24 mesi tuttavia la
percentualedeipazientichepresentavanolatotalitàdeisintomieraidenticaneiduegruppi.
Unaquestioneancorainsospesoèsapereseibeneficiprecociindottidal
donepezilsiprotraggononelcorsodellamalattia.Occorreproseguiregli
studi ed osservare se i pazienti che all’inizio del trattamento sembrano
trarreuncertobeneficiodalfarmacoechesviluppanolamalattia,neconservanouncertofavoredopo36mesiditerapiaoppureseildeclinocognitivoèidenticoaquellodeipazientichenonhannomaiassuntoilfarmacoe
chehannosviluppatopiùrapidamentelamalattia.
Dinnanziairisultaticontraddittorieinparteincompleti(leanalisideidatinon
sonoancoraterminateegliultimirisultatipotrebberoapportaredelleprecisazioniinteressanti),iricercatoriritengonocheoccorronodeglistudirandomizzati,controllaticonplacebosupopolazionipiùvaste,perchiarirel’efficacia
degliinibitoridellacolinesterasineltrattamentodellamalattiadiAlzheimer.
Gli estrogeni sempre attuali
L’effettodegliestrogenisulcorsodellamalattiadiAlzheimerèstatostudiatoconalcunistudiepidemiologici.Inquestistudièstatotestatol’effetto
diunfarmacosuunadeterminatapopolazionemasenzailcontrolloconun
placebo.Nonostanteilimitimetodologici,iprimirisultatihannodimostrato
apiùripresechedeisupplementidiestrogenipermettonounariduzione
delrischiodisvilupparelamalattiadiAlzheimernelledonne 105.Laricerca
fondamentale aveva già dimostrato che gli estrogeni contribuiscono a
rinforzareleconnessioniinterneuronali,taleprocessopotrebbespiegarei
risultatiottenutiinquestistudi,maleosservazionirichiedonotuttaviadelle
confermeconstudirandomizzatiecontrollaticonplacebo.
82
Nelgiugnodel2004,la«Women’sHealthInitiative(WHI)»,unostudioche
hatestatoglieffettidegliestrogeniequiniconiugati(prividicomponenti
progestiniche)sullamemoriadi5000donne,haconclusononsolochegli
ormoninonriducevanoilrischiodidemenzamacheesacerbasserolaperdita
dellefunzionicognitive 106.Risultatisimilieranogiàstatiregistratinel2003,
Irisultatisonocontradditori,occorrecapirecomemaiglistudiepidemiologicimostranorisultatipositivimentreitestrandomizzaticonplacebonon
evidenziano nessun beneficio e addirittura suggeriscono un potenziale
incrementodelrischiodidisturbidellamemoria.Nell’ottobre2004iNational
InstitutesofHealth(NIH)hannoorganizzatounmeetingnelcorsodelquale
unaquarantinadiespertihannocercatodicapirequestoparadosso.Una
possibilitàconsistenelcampionamentodeisoggetti,nellostudiodelWHI,
le donne erano troppo anziane per beneficiare dalla terapia ormonale.
Secondocertiricercatorilafinestraditrattamentofavorevoleperlasomministrazione di supplementi ormonali si situa attorno alla menopausa,
nellostudiodelWHIl’etàmediadellepartecipantieradi71anni.Un’altra
ipotesiècheneldeclinodellefacoltàcognitivemisuratonelcorsodicinqueanni,fossegiàpresentelamalattiadiAlzheimersenzapresentarne
ancoraisegni.Terzaipotesi,gliestrogeniutilizzatiperlostudiononerano
abbastanzasimiliagliormoniumaniperavereuneffettobenefico.Infine,
quartaipotesi,èforsenecessariocheiltrattamentomimiilcicloormonale
delladonnaperessereefficace,mentreilfarmacoèstatosomministrato
sempreconlostessaposologia.
I disturbi del pensiero e della memoria
nell’ambitodiunostudiocontrollatoconplacebochetestavaun’associazione
diestrogeniequiniconiugatieunprogestinicodisintesi(Prempro) 107.
IlgruppodilavorodelNIHhainsistitosullanecessitàdisvilupparedei
« markers »biologicichepermettonodisapereseunfarmaco,peresempio
degli estrogeni, previene o rimedia i danni provocati dalla malattia di
Alzheimer.Degliindicatoribiologicicheriflettonoilcorsodellamalattia
permetterebberodiosservarel’impattodeifarmacieperestrapolazione
potrebberoevidenziareuneventualemiglioramentosenzaessereobbligatiatestarlipercinqueodiecianni.Saràunobiettivocherichiederàtempi
lunghieulterioriricerche,maversoilqualetendonogliscienziati,èquanto
affermanogliespertichehannopartecipatoallariunionedelNIH.
Comprendere meglio il funzionamento della memoria
Mentre i ricercatori clinici s’ingegnano a combattere con ogni mezzo il
declinocognitivo,gliscienziatidibasestudianoalivellomolecolareecellulareimeccanisminormalidellamemoriaedelrecuperodeiricordi.
Gli studi realizzati nel 2004 si sono concentrati sull’identificazione delle
regionidelcervelloresponsabilidellaformazione,dell’immagazzinamento
edelrecuperodeiricordi.Jian-ZhongXiangeMalcolmBrown,ricercatori
83
pressolafacoltàdimedicinadell’UniversitàdiBristolhannopubblicatouna
ricerca fondamentale che dimostra il ruolo di tre regioni della corteccia
prefrontale (il girus cingolato ventromediale, orbitofrontale e anteriore)
nellamemoriadelriconoscimentovisivoalungotermine 108.Utilizzandola
risonanza magnetica funzionale (fMRI), i ricercatori hanno studiato la
circolazionedelsanguenelcervellodellescimmiementresvolgevanodei
compiti di memorizzazione. I risultati mostrano che certi neuroni della
cortecciaprefrontalesiattivanoquandoglianimaliguardanodelleimmagini viste in precedenza. Per osservare l’attivazione di questi neuroni
bastava aver mostrato in precedenza l’immagine anche solo una volta.
Alcunistudieffettuatiprecedentementenell’uomoeidatiprovenientida
pazienticheavevanosubitodeitraumicerebrali,avevanogiàpermessodi
stabilirechelacortecciaprefrontaleintervienenelriconoscimentoalungo
termine.Lostudioinquestionesièinvecefocalizzatosullamemoriaacorto
termineeilriconoscimentod’immaginiappenaviste,dimostrandocheil
riconoscimento è preso a carico dai neuroni situati nelle regioni della
cortecciaprefrontalementrequandolescimmievedonoperlaprimavolta
un’immaginesiattivaprincipalmenteillobotemporale.
In un altro studio, i ricercatori dell’University College London diretti da
RaymondDolanhannocombinatountestdimemoriaconlafMRIperlocalizzareleregionidelcervelloimplicatenell’evocazionedeiricordiassociata
agliodori 109.Iricercatorihannomostratoadeivolontaridelleimmagini
associateadunodore,poihannorimescolatoleimmaginiconaltremai
visteehannostudiatotramiteunoscannercosaaccadevanelcervellodelle
persone durante l’osservazione di immagini conosciute (associate agli
odori)eimmaginisconosciute(nonassociateagliodori).Quandolepersoneosservanoleimmaginiassociateagliodori,siattivalacortecciapiriformeimplicatanell’olfattoanchesel’aromanonèpresente.
Lostudioconfermaquantogiàscoperto :iricordiassociatiadaltreattività,
comeleattivitàmotorieosensazioniuditiveovisive,attivanoleregioni
dellacortecciaimplicateneltrattamentodiquesteinformazioni.Iricercatoripensanoquindichel’immagazzinamentodeiricordiimplicadifferenti
zonecerebrali,questofattoforseattribuisceairicordilaqualitàtattilee
l’impattosensorialechespessopossiedono.
Emozioni e memoria
84
Da molto tempo è noto che non tutti gli eventi vengono ricordati con
la stessa intensità, spesso sono i momenti emotivamente intensi che
I ricercatori hanno trapiantato in ratti anestetizzati, un sistema che permettediosservarecosaaccadequandosonostimolatecontemporaneamentel’amigdala,unazonalegataaltrattamentodelleemozioniedelle
regionidell’ippocampochepartecipanoalprocessodimemorizzazione.
Altrigruppidiscienziati,compresoquellodiIkegaya,hannodimostrato
che l’attività dell’amigdala basolaterale influenza la potenzializzazione a
lungoterminedelgirodentatodell’ippocampoattraversounaconnessione
della via perforante mediana. Per capire esattamente come avveniva
l’influenzadell’amigdalasull’ippocampoiricercatorihannoimpiantatonell’amigdalabasolateraleenellaviaperforantemedianadeglielettrodiche
permettonodistimolarequesteduestrutture.Poihannosistematonelgiro
dentatounelettrodoingradodiregistrarel’output dellostimolo.Perattivare i neuroni dell’ippocampo avevano la scelta se stimolare la regione
dellaviaperforantemedianaoppurel’amigdala.
I disturbi del pensiero e della memoria
ricordiamomeglio.YujiIkegayaeisuoicolleghidell’UniversitàdiTokyo,
hannoidentificatolebasineuronalidiquestomeccanismo 110.
Stimolandovigorosamentel’amigdalaelaviaperforantemedianacontemporaneamente,siosservavaunarispostapiùintensadell’ippocampoeun
aumentodellapotenzializzazionealungoterminedeineuroni.Ciòsignifica
chequandoèattivatal’amigdala,comeaccadeinpresenzadiunafortecarica
emotiva,aumentanolepossibilitàcheuneventosiatrasformatoinricordo.
La possibilità che un evento si trasformi in ricordo è maggiore
se è attivata l’amigdala, una struttura cerebrale che si attiva nelle
situazioni con una forte carica emotiva.
Unostimolodeboledell’amigdalahaprodottoinveceilmeccanismocontrario :essoinibiscelarispostadelgirodentatoeinduceunadepressione
durevoledeineuroni,perrenderlidinuovoattivièstatonecessariostimolarlipiùintensamente.L’identicofenomenoèstatoosservatoquandosi
applicalostimoloallaviaperforantemediana.Iricercatorihannoconcluso
chel’amigdalahalacapacitàdisegnalareall’ippocampoquandounevento
nonèabbastanzaimportantedaesserericordato,anchesehageneratoa
livello della via perforante mediana un’attività neuronale simile ad un
eventoafortecontenutoemotivo.
Un altro studio diretto da Gregory Quirk e i suoi colleghi della Ponce
SchoolofMedicine,aPortoRico,hadimostratocheleproteinesintetizzate
dallacortecciaprefrontalemedianasononecessariealladissipazionedella
85
pauracondizionata 111.Lapauracondizionataèunfenomenofrequente,è
prodottadasituazionidivitanormaleegeneradifficoltàtalvoltagravi.Per
esempio,unapersonachetemeilvuoto,vivràdellepaureintenseogni
voltachesarànecessariooltrepassareunpontealvolantedellasuaauto.
I ricercatoriconosconobeneimeccanismiattraversoiqualisiformanoi
riflessicondizionatinelcervello,marimangonomisteriosiiprocessineuronaliimplicatinellalorodissipazione.
Lasintesidinuoveproteineènecessariaallaformazioneeall’estinzione
d’altri tipi di apprendimento, ma non era ancora stato determinato se
questofenomenofossenecessarioperl’annullamentodeiricordilegatial
sentimento della paura. PerchiarirequestopuntoilgruppodiGregory
Quirkhacondizionatodeirattiastabilireunnessotraunsegnaleacustico
bendeterminatoeunascaricaelettrica.Normalmenteglianimalidisimparanoquestotipodiriflessodopouncertonumerodivoltecheilsegnale
nonèseguitodallascarica.Iricercatorihannoiniettatoairattiunasostanza
cheimpediscelasintesidelleproteinenellaregionedelcervellonecessaria
alla dissipazione dei ricordi, poi hanno esposto più volte gli animali al
segnalesonorosenzaunascaricaelettrica.Glianimalisimostravanomeno
paurosiduranteleseduted’allenamento,malapauraerapresenteancheil
giornoseguente.Questaesperienzasuggeriscechelasintesidelleproteineènecessariaperconsolidareilricordochedissipalapaura.
Gliscienziatiritengonocheinfuturoidatisulmododidisperdereiricordi
dellapaurapermetterannodiproporredeitrattamentipiùefficaciperle
personechesoffronod’ansia.
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Immaginate
un mondo . . .
…
incuilamalattiadiAlzheimer,lamalattia
di Parkinson, la sclerosi laterale amiotrofica,
la retinite pigmentosa e le altre cause di
cecità, saranno facilmente diagnosticate ad
unostadioprecoceeimmediatamentecurate
conmedicinalicheneimpedisconoildeterioramento prima che le lesioni divengano
troppogravi.
… in cui saranno noti i fattori ambientali
e genetici che predispongono le persone
allemalattiementali.Doveesistonodeiprecisi test diagnostici e dei trattamenti mirati
–medicinali,sostegnopsicologico,interventi
preventivi – disponibili e utilizzati su vasta
scala.
… incuilenuoveconoscenzesullosviluppo
del cervello permetteranno sia di trarre un
maggiorbeneficiodaiprimiannidiapprendimentosiadicombatterelepatologieassociate
all’età.
…
incuilelesionidelmidollospinalenon
sarannopiùsinonimodiparalisiavita,poiché
saràpossibileprogrammareilsistemanervoso
cosìdaricostruireicircuitineuralieristabilire
l’attivitàmuscolare.
… in cui gli individui non saranno più
schiavi delle tossicodipendenze e dell’alcolismo, perché esisteranno dei trattamenti
facilmente accessibili, che agendo a livello
dellevienervosepermetterannod’interrompereifenomeniresponsabilidellecrisidiastinenza e il bisogno impellente di consumare
dellesostanzegeneratricididipendenza.
…
in cui la vita delle persone non sarà
più in balia della depressione e dell’ansia
perché per curarle disporremo di efficaci
medicinali.
94
Anchesetalevisionepuòsembrareirrealeed
utopica, stiamo vivendo un momento della
storia delle neuroscienze straordinariamente
promettenteefecondo.Iprogressirealizzati
dalla ricerca nel corso dell’ultimo decennio,
oltrepassano le nostre aspettative. Le conoscenzesuimeccanismifondamentalidelfunzionamentocerebralesisonoampliateeoggi
possiamo cominciare a trarre un beneficio
praticodalloropotenziale.
Abbiamo già cominciato a concepire delle
strategie,dellenuovetecnicheedelleterapie
per combattere differenti malattie e disturbi
neurologici.Fissandodegliobiettiviterapeutici e applicando le conoscenze attuali, sarà
possibile sviluppare dei trattamenti efficaci
che,inalcunicasi,permetterannodiottenere
laguarigionecompleta.
Igrandiprogressidelleneuroscienzecipermettonoinoltredivalutarel’entitàdiciòche
ancora non conosciamo. Questo fatto costituiscesenzadubbiounostimolochesprona
la ricerca fondamentale ad esplorare questioni più ampie sul funzionamento della
materiavivente,performulareledomandedi
ordinecomplessocheportanoallescoperte
scientifiche.
La ricerca clinica e fondamentale svolta in
modocoordinatodamigliaiadiscienziati,ha
generato un insieme di conoscenze nelle
diverse discipline, che variano dagli studi
dellestrutturemolecolariedeimedicinali,alla
visualizzazionecerebrale,allescienzecognitiveeallaricercaclinica,chepossonoessere
messealserviziodellalottacontrolemalattie
eidisturbineurologici.
Come scienziati continueremo a progredire
siaindividualmenteneinostririspettiviambiti,
sia cooperando con i nostri colleghi di altri
campiscientifici,moltiplicandoleoccasionidi
collaborazioniinterdisciplinari.
LaDanaAllianceforBrainInitiativeselaEuropeanDanaAlliancefortheBrainriuniscono
degli specialisti nelle neuroscienze pronti
ad intraprendere progetti ambiziosi, come
abbiamo potuto osservare nel 1992 a Cold
SpringHarbor,NewYork,dovefustabilitoun
vero e proprio calendario di ricerca per gli
Stati Uniti e una seconda volta nel 1997,
quandosiècostituitoilgruppoeuropeocon
isuoipeculiariobiettiviemete.Sitrattaora,
daunaparteedall’altradell’Atlantico,difissarenuoviscopiperorientareiprogressiche
possono essere realizzati a corto e a medio
termine.Provandoadimmaginareifuturibenefici, cerchiamo di accelerare l’andamento di
questa nuova era delle neuroscienze, per
riuscire a raggiungere più rapidamente gli
obiettiviprefissati.
Gli obiettivi
Combattere gli effetti devastanti della
malattiadiAlzheimer. Inquestapatologiasi
osserva il deposito cerebrale di una piccola
frazione proteica denominata proteina amiloide, estremamente tossica per le cellule
nervose.Grazieallasperimentazioneanimale
oggisiconosceilmeccanismobiochimicoe
genetico di quest’accumulo. Utilizzando il
modello animale sono stati sviluppati nuovi
medicinalieunvaccinopotenzialmenteefficace,siaperprevenireildepositodellaproteinaamiloidesiapercercaredirimuoverlo.
Taliterapiechesarannoprossimamentesperimentate nell’uomo, offrono la speranza
di combattere efficacemente questo meccanismopatologico.
Scoprirelamigliorterapiaperlamalattiadi
Parkinson.Imedicinalicheagisconosullevie
dopaminergiche del cervello, hanno dato
buoni risultati nel trattamento dei disturbi
motorinellamalattiadiParkinson. Sfortunatamenteinmoltipazienti,dopo5a10anni
questoeffettoterapeuticotendeadiminuire.
Attualmente sono in via di sviluppo nuove
molecolechecercano,daunlatodiprolungarel’azionedeimedicamentidopaminergici,
dall’altrodifrenarelaselettivaperditaneurale
cheèall’originedellamalattia.Peripazienti
chenonrispondonoallaterapiamedicamentosa,esistelapossibilitàditrarreunbeneficio
dall’approccio chirurgico denominato stimolazionecerebraleprofonda.Nuoveformedi
visualizzazione cerebrale permetteranno di
determinaresequestitrattamentiriesconoa
salvareineuronidalladistruzioneearistabilire
ilnormalefunzionamentodeicircuitineurali.
Immaginate un mondo ...
Lafiduciadelpubbliconellascienzaèessenzialeperadempierelanostramissione.Ildialogotrairicercatorielagentesaràbasilare
soprattutto in considerazione delle conseguenze etiche e sociali del progresso della
ricercasulcervello.
Diminuirel’incidenzadegliictuscerebralie
perfezionare il trattamento degli episodi
acuti.Smetteredifumare,mantenereiltasso
dicolesteroloeilpesocorporeoalivelliragionevoliconun’alimentazioneeun’attivitàfisica
appropriate,sono,associatialdepistaggioeal
trattamentodeldiabete,imodiperottenere
unadiminuzionespettacolaredelnumerodegli
incidenticerebrovascolariedellemalattiecardiache.Nelcasodegliictus,conunadiagnosi
eduninterventoprecoce,ilpazientemigliora
rapidamenteeipostumidellamalattiasono
minori.Infuturoesisterannonuovitrattamenti
voltiaridurrel’impattoacutodegliincidenti
cerebrovascolarisullecelluledelcervello.Le
nuovetecnichediriabilitazione,chetraggono
profitto dalle conoscenze sulla capacità del
cervellodirecuperaredopountrauma,permetterannodiprogredireinquestavia.
Svilupparetrattamentipiùefficaciperidisturbi dell’umore come la depressione, la
schizofrenia,idisturbiossessivieildisturbobipolare.Graziealladeterminazionedella 95
sequenza del genoma umano, saranno scopertiigenichepredispongonoadalcunedi
questemalattie.Lerecentitecnichedivisualizzazione cerebrale offriranno l’opportunità
diosservarel’azioneesercitatadaquestigeni
nelcervello.Saràquindipossibileesaminare
la disfunzione dei circuiti neurali nelle personecolpitedallepatologiedell’umore.Disporremodiunadiagnosipiùsicura,l’usodi
medicinaligiàesistentisaràpiùefficaceela
ricercaporrànuovebasiteorichepersviluppareagentiterapeuticiinnovativi.
Scoprirelecausegeneticheeneurobiologiche dell’epilessia e migliorarne il trattamento.Comprenderel’originegeneticadell’epilessia e i meccanismi neurologici che
scatenano le crisi, fornirà l’opportunità per
una diagnosi preventiva e per trattamenti
mirati. I progressi realizzati nel campo delle
terapiechirurgicheoffrirannoinfuturodelle
alternativeterapeutichemoltopreziose.
Scoprire vie innovative per prevenire e
curarelasclerosimultipla.Perlaprimavolta
disponiamodimedicinalichemodificanoilde
corsodiquestamalattia.Questenuovemolecolealteranolerisposteimmunitariedell’organismo, riducendo il numero e la gravità
delle crisi. Nuovi metodi permetteranno di
arrestare la progressione a lungo termine
della sclerosi multipla, che è dovuta alla
distruzionedellefibrenervose.
Svilupparedeitrattamentipiùefficaciperi
tumori del cervello. Molteformeditumori
cerebrali sono difficili da curare, soprattutto
quellemaligneosecondarieatumoridiorigine non cerebrale. Le tecniche di visualizzazione, la radioterapia mirata, i differenti
metodi che trasportano le sostanze medicamentose al tumore, così come l’identificazionedimarkergenetici,faciliterannoladiagnosi e permetteranno di sviluppare nuove
96 pisteterapeutiche.
Migliorareilrecuperodopolesionitraumatichealcervellooalmidollospinale.Attualmente sono allo studio dei trattamenti che
limitanoidanniaitessuticonsecutiviaitraumi
esisperimentanosostanzechepromuovono
il ristabilimento delle connessioni nervose.
Benprestoalcunetecnichedirigenerazione
cellulare che permettono la sostituzione dei
neuroni morti oppure lesi, passeranno dallo
stadio della sperimentazione animale ai test
clinici sull’uomo. Da segnalare anche il trapiantodimicrochipminiaturizzatichecontrollano i circuiti nervosi e ridanno una certa
mobilitàagliartiparalizzati.
Trovaresoluzioniinnovativeperlagestione
deldolore.Ildolorenondeveesserepiùsottovalutato. La ricerca sulla sua origine e sui
meccanismineurologicichelomantengono,
fornirà agli specialisti delle neuroscienze gli
strumenti di cui necessitano per sviluppare
deitrattamentiantalgiciefficaciemirati.
Combattere la tossicodipendenza all’origine,nelcervello.Iricercatorihannoidentificatoicircuitinervosiimplicatiinognunodei
differentitipididipendenzaehannoclonato
alcuni dei recettori più importanti di queste
sostanze.Iprogressirealizzatinellavisualizzazione cerebrale, identificando i meccanismi
neurobiologici che trasformano un cervello
normaleinuncervellosottomessoalladipendenza,permetterannodisvilupparedeitrattamentiperannullareocompensaretalialterazioni.
Comprendereimeccanismicerebraliimplicatinellarispostaallostress,all’ansiaealla
depressione.Lasalutementaleèilrequisito
indispensabileperunabuonaqualitàdivita.
Lostress,l’ansiaeladepressione,oltreaperturbarelavitadellepersone,possonoavere
un effetto devastante sulla società. Se capiremomeglioimeccanismidellarispostaallo
stresseicircuitineuraliimplicatinell’ansiae
La strategia
Trarre vantaggio delle conoscenze fornite
dalla genomica. Disponiamo oggi della sequenzacompletadeigenichecostituisconoil
genomaumano.Nelcorsodeiprossimi10a
15anniavremolapossibilitàdistabilirequali
genisonoattiviinogniregionedelcervello,in
tuttiglistadidell’esistenzadallavitaembrionaleaquellaadulta,passandodall’infanziae
dall’adolescenza.Saràallorapossibileidentificare nelle diverse patologie neurologiche o
psichiatriche,igenialteratieleproteineassenti
o anormali. Questo approccio ha già permessoagliscienziatidistabilirel’originegeneticadimalattiecomelacoreadiHuntington,
l’atassiaspinocerebellare,ladistrofiamuscolareelasindromedelcromosomaXfragile.
Leconoscenzefornitedallageneticaelesue
applicazioni nella diagnosi clinica, promettono di rivoluzionare la neurologia e la psichiatria e rappresentano una delle maggiori
sfide delle neuroscienze. La disponibilità di
unnuovoepotentestrumento,imicrochipdi
DNA, accelererà notevolmente questo processoaprendonuovevieperladiagnosiclinicaelaconcezionedinuovitrattamenti.
Applicare le nostre conoscenze sullo sviluppo del cervello. Dal concepimento alla
morte, il cervello passa attraverso differenti
stadidellosviluppoconperiodidivulnerabilitàedicrescitachepossonoesserefavoriti
oppure ostacolati. Per migliorare il trattamentodeidisturbidellosviluppocomel’autismo,idisturbidadeficitdiattenzioneeledifficoltà dell’apprendimento, le neuroscienze
dovrannoelaborareunquadropiùdettagliato
dellosviluppocerebrale.Siccomeilcervelloè
l’unicoorganoadaveredeiproblemispecificamente collegati agli stadi dello sviluppo
comel’adolescenzaolavecchiaia,capirnele
trasformazioniinquelleprecisefasi,permetteràdisvilupparetrattamentiefficaci.
Utilizzarel’enormepotenzialeoffertodalla
plasticità cerebrale. Traendo profitto dalla
neuroplasticità, cioè dalla capacità del cervellodiadattarsiedimodellarsi,ineuroscienziatifarannoprogredireleterapieperlemalattieneurodegenerativeeoffrirannometodi
per migliorare la funzione cerebrale sia nei
soggetti sani sia nelle persone malate. Nei
prossimidiecianni,leterapiedisostituzione
cellulareedipromozionedellaformazionedi
nuove cellule neurali, daranno l’opportunità
di ottenere nuovi trattamenti per gli ictus
cerebrali, i traumi del midollo spinale e la
malattiadiParkinson.
Immaginate un mondo ...
nella depressione, sapremo sviluppare delle
strategiepreventiveedeitrattamentiefficaci.
Comprenderel’essenzadell’essereumano.
Comefunzionailcervello?Oggiglispecialisti
nelleneuroscienzesonoingradodiporrele
grandidomandesulfunzionamentodelcervellodell’uomoedifornireleprimerisposte.
Qualisonoimeccanismiequaliicircuitinervosichepermettonoall’essereumanodiformare dei ricordi, di prestare attenzione, di
percepire ed esprimere delle emozioni, di
prendere delle decisioni, di utilizzare il linguaggio, di essere creativo ? Lo sforzo per
sviluppare una teoria del funzionamento
cerebrale, offrirà importanti opportunità per
massimizzareilpotenzialedell’essereumano.
Gli strumenti
La sostituzione cellulare. I neuroni adulti
non possiedono la facoltà di riprodursi per
sostituirelecelluleperseinseguitoatraumio
amalattie.Letecnichecheutilizzanolacapacitàdellecellulestaminalineurali(iprogenitorideineuroni)didifferenziarsiinneuroni,
potrebberorivoluzionareiltrattamentodelle
patologieneurologiche.Iltrapiantodellecellule staminali neurali, correntemente usato 97
nellasperimentazioneanimale,saràbenprestoapplicatoall’uomo.Controllarelosviluppo
di queste cellule, dirigerle verso le precise
regioni del cervello e indurle a stabilire le
connessioni appropriate, sono le mollèterie
questioni sulle quali la ricerca lavora senza
sosta.
Imeccanismidiriparazioneneurali. Utilizzandoimeccanismidiriparazionepropridel
sistemanervoso,cheinalcunicasirigenerano
ineuronieinaltriristabilisconoicircuiti,ilcervello ha la capacità di «riparare se stesso ».
Rinforzarequestacapacitàsignificaridareuna
speranzadiguarigioneallepersonevittimedi
traumicraniciodilesionidelmidollospinale.
Delletecnicheperarrestareoprevenirela
neurodegenerazione.Moltepatologiecome
lamalattiadiParkinson,lamalattiadiAlzheimer,lacoreaHuntingtonolasclerosilaterale
amiotrofica,sonolaconseguenzadelladegenerazionediunaspecificapopolazionedicellule in una determinata regione cerebrale. I
trattamenti attuali agiscono unicamente sul
sintomo,nonalteranolaperditaprogressiva
deineuroni.Lenuoveconoscenzesuimeccanismichesottendonolamortecellulare,offrirannometodiperprevenireladegenerazione
cellulareequindiarrestarelaprogressionedi
questemalattie.
Le tecniche che modificano l’espressione
geneticanelcervello. Nell’animaledalaboratorioèpossibilerinforzareoppurebloccare
l’azionechecertigenispecificiesercitanosul
cervello.Attualmentelemutazionigenetiche
cheprovocanonell’uomomalattieneurologichecomelacoreadiHuntingtonelasclerosi
laterale amiotrofica, sono sperimentate nei
modelli animali per scoprire dei trattamenti
capacidiprevenireifenomenidineurodegenerazione.Questetecnichehannofornitotra
l’altro dati interessanti sul normale funzio98 namento del cervello durante lo sviluppo,
l’apprendimentoelaformazionedeiricordi.
La modulazione dell’espressione dei geni è
unodeglistrumentipiùefficaciperstudiarei
fenomeninormaliepatologicidelcervello,in
futuro potrà essere utilizzata per curare
numerosidisturbicerebrali.
I progressi delle tecniche di visualizzazione.Sonostatieffettuatinotevoliprogressi
nella visualizzazione strutturale e funzionale
delcervello.Sviluppandodelletecnicheincui
l’immaginedellafunzionecerebraleèdettagliata e rapida quanto le funzioni stesse,
avremo a disposizione delle immagini in
tempo reale. Queste tecnologie permetteranno allora ai ricercatori di osservare le
regionidelcervelloimplicatenellariflessione,
nell’apprendimentoenelleemozioni.
Dispositivielettronicicapacidisostituirele
vie cerebrali non funzionali. Nel prossimo
futuro sarà certamente possibile aggirare le
vie cerebrali non funzionali utilizzando dei
microelettrodi capaci di registrare l’attività
cerebrale.Illorocompitosaràquellodiconvertirel’attivitàdelcervelloinsegnalielettrici
chesarannoinviatialmidollospinale,ainervi
motoriodirettamenteaimuscoli.Deitrapianti
costituitidabatteriediquestielettrodicollegati a dispositivi informatizzati e miniaturizzati, ridaranno speranza alle persone che
hanno subito una lesione permettendo il
recuperodell’integritàfunzionale.
Inuovimetodidellaricercafarmaceutica.I
progressi realizzati nel campo della biologia
strutturale, della genomica e della chimica
computerizzata, permettono ai ricercatori di
creareunaquantitàdimolecolesenzaprecedenti,moltedellequalipossiedonoungrande
interesseclinico.Indeterminaticasilenuove
tecnichediscreeningadaltoflusso,utilizzate
inparticolaredalle«genechips»edaaltre
tecnologie,potrannodiminuireiltempocheintercorretralascopertadiunnuovoprincipio
Il nostro obiettivo,
il malato
Oggi le neuroscienze hanno a disposizione
opportunitàsenzaprecedenti.Abbiamoampliatoleconoscenzesulfunzionamentocerebrale, sull’origine delle malattie e sulla loro
evoluzione. Un sofisticato arsenale di strumentieditecniche,cipermettediapplicarele
nozioniacquisiteediaccelerareilprogresso
nellaricercacerebrale.
Gliscienziaticontinuerannoadesseregliartigiani del progresso. Non è possibile affrontare patologie cerebrali come la malattia di
Alzheimer,lamalattiadiParkinson,ogliincidenti cerebrovascolari, senza che la ricerca
fondamentale fornisca ai clinici gli elementi
necessariperconcepiretrattamentiinnovativi
eterapierivoluzionarie.Abbiamolaresponsabilitàsiadiproseguirelericerchesiadipromuovereilsostegnodelpubblico.
Inserirelaricercainuncontestodivitaquotidiana è sempre stata un’impresa ardua. Il
pubblicononvuolesolamentesaperecomee
perché si ricerca, desidera sapere in che
misuraeglistessoèimplicato.Nell’interesse
dellepersonechesoffronodimalattieneurologicheopsichiatriche,èindispensabiledissipare la paura che la ricerca sul cervello
possa essere utilizzata a fini nocivi o eticamentedubbi.
Immaginate un mondo ...
attivo e la sua valutazione clinica. In alcuni
casilariduzioneditempopasseràdadiversi
anniaqualchemese.
Lanostramissionecomeneuroscienziatinon
si limita alla ricerca propriamente detta,
abbiamolaresponsabilitàdispiegareinmodo
chiarodovecicondurrannoinuovistrumenti
elenuovetecnologiescientifiche.Imembri
della Dana Alliance degli Stati Uniti e della
DanaAllianceEuropasiassumonovolentieriil
compitodiaffrontareunnuovodecenniodi
speranzaediintensolavoroincollaborazione
conilpubblico.
Occorredivulgarequegliambitidellaricerca
scientificacheprestofornirannodelleapplicazioniinteressantiperl’essereumano.Incollaborazione con il pubblico, dobbiamo percorrerelefasiclinichecheseguonoglistadidi
laboratorio. I progressi scientifici dovranno
tradursiconautenticibeneficiperilmalato.
Inostrimezzielenostretecnichediventano
sempre più sofisticate, il pubblico potrebbe
credere che vi siano degli abusi e che la
ricercasulcervellodiaagliscienziatilapossibilitàdialterareciòchecostituiscelaspecificitàumana,ilcervelloeilcomportamento.È
moltoimportantechelagentenondubitidell’onestà degli scienziati, della sicurezza dei
testclinici–pietraangolaredellaricercaapplicata–edellariservatezzadeidatimedici.
99
Members of EDAB
YvesAgid*, HôpitaldelaSalpêtrière,Paris,France
MilkaCulic, UniversityofBelgrade,Yugoslavia
AdrianoAguzzi, UniversityofZurich,Switzerland
KayDavies*, UniversityofOxford,UK
PerAndersen*, UniversityofOslo,Norway
JoseMariaDelgado-Garcia, UniversidadPablo
deOlavide,Seville,Spain
JoãoLoboAntunes, UniversityofLisbon,Portugal
DominqueAunis, INSERMStrasbourg,France
CarlosAvendaño, UniversityofMadrid,Spain
AlanBaddeley, UniversityofYork,UK
Yves-AlainBarde*, UniversityofBasel,Switzerland
CarlosBelmonte, InstitutodeNeurosciencias,
Alicante,Spain
YehezkelBen-Ari, INSERM-INMED,Marseille,
France
MichaelBerger, UniversityofVienna,Austria
GiovanniBerlucchi*, UniversitàdegliStudidi
Verona,Italy
GiorgioBernardi, UniversityTorVergata-Roma,
Italy
AlainBerthoz*, CollègedeFrance,Paris,France
KonradBeyreuther*, UniversityofHeidelberg,
Germany
AndersBjörklund*, UniversityofLund,Sweden
ColinBlakemore*, MedicalResearchCouncil,
London,UK
JoelBockaert, CNRS,Montpellier,France
AlexanderBorbély, UniversityofZurich,
Switzerland
ThomasBrandt, UniversityofMunich,Germany
PatrikBrundin, UniversityofLund,Sweden
HerbertBudka, UniversityofVienna,Austria
JanBureš*, AcademyofSciences,Prague,Czech
Republic
IrinaBystron, UniversityofStPetersburg,Russia
ArvidCarlsson, UniversityofGothenburg,Sweden
Jean-PierreChangeux, InstitutPasteur,Paris,France
JohannesDichgans, UniversityofTübingen,
Germany
RayDolan, UniversityCollege,London,UK
YadinDudai*, WeizmannInstituteofScience,
Rehovot,Israel
KárolyElekes, HungarianAcademyofSciences,
Tihany,Hungary;PresidentoftheHungarian
NeuroscienceSociety
UlfEysel, Ruhr-UniversitätBochum,Germany
AlbertoFerrus*, InstitutoCajal,Madrid,Spain
CesareFieschi, UniversityofRome,Italy
RussellFoster, ImperialCollegeofScienceand
Technology,London,UK
RichardFrackowiak*, UniversityCollege,
London,UK
Hans-JoachimFreund*, UniversityofDüsseldorf,
Germany
TamásFreund, UniversityofBudapest,Hungary;
PresidentofFENS
LuisGarcia-Segura, InstitutoCajal,Madrid,Spain
WillemGispen*, UniversityofUtrecht,The
Netherlands
AlbertGjedde*, UniversityofAarhus,Denmark
JacquesGlowinski, CollègedeFrance,Paris,
France
SusanGreenfield, TheRoyalInstitutionofGreat
Britain,London,UK
StenGrillner*, KarolinskaInstitute,Stockholm,
Sweden
RiittaHari*, HelsinkiUniversityofTechnology,
Espoo,Finland
MarinaChernisheva, UniversityofStPetersburg,
Russia
NuranHariri, UniversityofEge,Izmir,Turkey
FrançoisClarac, CNRS,Marseille,France
NorbertHerschkowitz*, UniversityofBern,
Switzerland
FrancescoClementi*, UnversityofMilan,Italy
GrahamCollingridge*, UniversityofBristol,UK
MichelCuénod*, UniversityofLausanne,
Switzerland
AntonHermann, UniversityofSalzburg,Austria
FlorianHolsboer*, Max-Planck-Instituteof
Psychiatry,Munich,Germany
PeterHolzer, UniversityofGraz,Austria
SirAndrewHuxley*, UniversityofCambridge,UK
GiorgioInnocenti, KarolinskaInstitute,Stockholm,
Sweden
LeslieIversen, UniversityofOxford,UK
SusanIversen*, UniversityofOxford,UK
JulianJack*, UniversityofOxford,UK
MarcJeannerod*, InstitutdesSciencesCognitives,
Bron,France
BarbroJohansson, UniversityofLund,Sweden
MarkkuKaste, UniversityofHelsinki,Finland
AnnKato, CentreMédicalUniversitaire,Geneva,
Switzerland
RichardMorris*, UniversityofEdinburgh,
Scotland;PresidentelectFENS
ErwinNeher, Max-Planck-InstituteforBiophysical
Chemistry,Göttingen,Germany
ManuelNieto-Sampedro*, InstitutoCajal,
Madrid,Spain
AlexanderNozdrachev, StateUniversityof
StPetersburg,Russia
WolfgangOertel*, Philipps-University,Marburg,
Germany
JesOlesen, GlostrupHospital,Copenhagen,
Denmark;ChairmanEuropeanBrainCouncil
GuyOrban*, CatholicUniversityofLeuven,Belgium
ChristopherKennard, ImperialCollegeSchoolof
Medicine,London,UK
ArpadParducz, InstituteofBiophysics,Szeged,
Hungary
HubertKerschbaum, UniversityofSalzburg,
Austria
GonulPeker, UniversityofEge,Izmir,Turkey;
PresidentofTurkishNeuroscienceSociety
HelmutKettenmann, Max-Delbrück-Centrefor
MolecularMedicine,Berlin,Germany
ChristinePetit, InstitutPasteuretCollège
de France,Paris,France
MalgorzataKossut*, NenckiInstituteof
ExperimentalBiology,Warsaw,Poland
RolandPochet, UniversitéLibredeBruxelles,
Belgium
EliasKouvelas, UniversityofPatras,Greece
WernerPoewe, UniversitätsklinikfürNeurologie,
Innsbruck,Austria
OlegKrishtal*, BogomoletzInstituteofPhysiology,
Kiev,Ukraine
TheodorLandis*, UniversityHospital,Geneva,
Switzerland
LarsLannfelt, UniversityofUppsala,Sweden
MartinLauritzen, UniversityofCopenhagen,
Denmark
DominiquePoulain, InstitutFrançoisMagendie,
Bordeaux,France
AlainProchiantz, CNRSandEcoleNormale
Supérieure,Paris,France
ElzbietaPyza, JagiellonianUniversity,Krakow,
Poland
MartinRaff*, UniversityCollege,London,UK
WillemLevelt*, Max-Planck-Institutefor
Psycholinguistics,Nijmegen,TheNetherlands
GeoffreyRaisman, InstituteofNeurology,
London,UK
RitaLevi-Montalcini*, EBRI,Rome,Italy
DeolindaLima, UniversityofPorto,Portugal
JoaquimAlexandreRibeiro, UniversityofLisbon,
Portugal
JoséLopez-Barneo*, UniversityofSeville,Spain
GiacomoRizzolatti*, UniversityofParma,Italy
PierreJ.Magistretti*, UniversityofLausanne,
Switzerland
StevenRose, TheOpenUniversity,MiltonKeynes,UK
RafaelMalach, WeizmannInstituteofScience,
Rehovot,Israel
DameNancyRothwell, UniversityofManchester,UK
PaulMatthews, UniversityofOxford,UK
BertSakmann, Max-Planck-InstituteforMedical
Research,Heidelberg,Germany
WilliamMcDonald*, RoyalCollegeofPhysicians,
London,UK
JacquesMehler*, CNRS/EHESS,Paris,France
EldadMelamed, UniversityofTelAviv,Israel
HannahMonyer*, UniversityHospitalof
Neurology,Heidelberg,Germany
SirMartinRoth*, UniversityofCambridge,UK
SirMichaelRutter, UniversityofLondon,UK
MartinSchwab*, UniversityofZurich,Switzerland
MenahemSegal, WeizmannInstituteofScience,
Rehovot,Israel
IdanSegev, HebrewUniversity,Jerusalem,Israel
TimShallice*, UniversityCollege,London,UK
WolfSinger*, Max-Planck-InstituteforBrain
Research,Frankfurt,Germany
BarryEveritt, EuropeanBehaviouralPharmacology
Society,UniversityofCambridge,UK
DavidSmith, UniversityofOxford,UK
AaseFrandsen, DanishSocietyforNeuroscience,
CopenhagenUniversityHospital,Denmark
HenkSpekreijse*, UniversityofAmsterdam,
GüntherSperk, UniversityofInnsbruck,Austria
DieterHeiss, EuropeanFederationofNeurological
Societies,UniversityofKöln,Germany
MichaelStewart, TheOpenUniversity,Milton
Keynes,UK
Klaus-PeterHoffmann, GermanNeuroscience
Society,Ruhr-UniversitätBochum,Germany
PetraStoerig*, Heinrich-HeineUniversity,
Düsseldorf,Germany
FerdinandHucho, EuropeanSocietyfor
Neurochemistry,FreieUniversitätBerlin,Germany
PiergiorgioStrata*, UniversityofTurin,Italy
SimonKhechinashvili, GeorgianNeuroscience
Association,BeritsashviliInstituteofPhysiology,
Tbilisi,RepublicofGeorgia
TheNetherlands
EvaSykova, InstituteofExperimentalMedicine
ASCR,Prague,CzechRepublic
HansThoenen*, Max-Planck-Institutefor
Psychiatry,Martinsried,Germany
JózsefToldi, UniversityofSzeged,Hungary
EduardoTolosa, UniversityofBarcelona,Spain
MerabTsagareli, BeritashviliInstituteofPhysiology,
Tbilisi,RepublicofGeorgia
JerzyVetulani, InstituteofPharmacology,
Krakow,Poland
SylvesterVizi*, HungarianAcademyofSciences,
Budapest,Hungary
LordWaltonofDetchant*, Universityof
Oxford,UK
HansWinkler*, UniversityofInnsbruck,Austria
SemirZeki*, UniversityCollege,London,UK
KarlZilles*, Heinrich-Heine-University,Düsseldorf,
Germany
*originalsignatorytotheEDABDeclaration
IviciaKostovic, CroatianSocietyforNeuroscience,
Zagreb,Croatia
JulienMendlewicz, EuropeanCollegeofNeuropsychopharmacology,ULBErasmeHospital,Brussels,
Belgium
AdaMitsacos, HellenicSocietyforNeuroscience,
UniversityofPatras,Greece
KatarzynaNalecz, PolishNeuroscienceSociety,
NenckiInstituteofExperimentalBiology,Warsaw,
Poland
GenevièveRougon, SociétédesNeurosciences,
UMR-CNRS,Marseille,France
EricM.Rouiller, SwissSocietyofNeuroscience,
UniversityofFribourg,Switzerland
TerjeSagvolden, NorwegianNeuroscience
Society,UniversityofOslo,Norway
SusanSara, EuropeanBrainandBehaviourSociety,
UniversitéPierreetMarieCurie,Paris,France
AnaSebastião, PortugueseSocietyfor
Neuroscience,UniversityofLisbon,Portugal
FederationofEuropeanNeuroscienceSocieties
Presidents/TermMembers
WernerSieghart, AustrianNeuroscience
Association,MedicalUniversityVienna,Austria
FrancescArtigas, SpanishSocietyof
Neuroscience,UniversityofBarcelona,Spain
JosefSyka, CzechNeuroscienceSociety,Academy
ofSciences,Prague,CzechRepublic
FabioBenfenati, ItalianNeuroscienceSociety,
UniversityofGenova,Italy
ZviWollberg, IsraelSocietyforNeuroscience,
UniversityofTelAviv,Israel
GeraldBoer, DutchNeurofederation,Netherlands
InstituteforBrainResearch,Amsterdam
LeonZagrean, NationalNeuroscienceSociety
ofRomania,CarolDavilaUniversityofMedicine,
Bucharest,Romania
EeroCastrén, BrainResearchSocietyofFinland,
UniversityofHelsinki,Finland
ErikdeSchutter, BelgianSocietyfor
Neuroscience,UniversityofAntwerp,Belgium
MaraDierssen, InternationalBehavioural&Genetic
Society,Barcelona,Spain
June2005
ADanaAlliancefortheBrainIncPublicationpreparedbyEDAB,
theEuropeansubsidiaryofDABI
StampatoinSvizzera6.2005