- Rivista "Campo de` Fiori"

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Campo de’ fiori
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SOMMARIO
Editoriale:
Lettera aperta al Ministro dell’Istruzione................3
L’intervista:
SIMONA MOLINARI E’
“LA FELICITA’” .........4-5
Mai fidarsi di chi dispensa consigli senza
rifletterci troppo..............................................6
A TONI SERVILLO IL
XIV FESCENNINO
D’ORO DEDICATO A
VINCENZO CERAMI....7
ESTATE ROMANA 2013....................................8
Roma che se n’è andata:
Santa Maria in Cosmedin.
La Bocca della Verità.....................................10-11
Suonare Suonare:
Osanna & Banco del Mutuo Soccorso..............12-13
Non chiamateli anti-Google!.........................14
Per vivere il periodo estivo con serenità,
ascoltando bene!............................................15
Una “Fabrica di ricordi”:
Serenata con fuga.............................................16
Pannolini a metà prezzo!...............................17
Ecologia e ambiente:
Il Decreto del fare non mi convince... soprattutto
sui problemi ambientali......................................18
Autori Ebook. La nuova casa editrice
on line.............................................................20
La commissione invalidi civili della ASL
non è depositaria della verità........................21
Può finire il tempo?.......................................22
L’Angolo del Piacere:
La cultura e la storia del Sigaro...........................23
Come eravamo:
Mario “Gallina” - Mario Corteselli.........................24
Il Grand Tour: antiche esperienze di giovani
rampolli..........................................................25
Ass. Artistica IUNA:
L’opera d’arte di Omero Ammannato...................26
Cine Parade:
Non lo so ancora...............................................27
Se il conflitto non ci fosse stato. Niente
guerra per Coppi e Bartali........................28-29
La storia della Roma - Civita Castellana Viterbo............................................................30
Per una storia di Piazza San Clemente:
19 Aprile 1949................................................31
Abbronzare ... Mangiando... .........................32
FINNEGANS WAKE
Intervista al gruppo
muscale italiano che ama
suonare la musica
irlandese................34-35
Le auto della nostra infanzia. Fiat 500/A
“Topolino” 569 cc - 1936 .........................36-37
Il centro sociale di Civita Castellana.............38
Nel cuore........................................................38
Il Fumetto:
Manga Bomber..................................................39
LA ZANZARA IMPERTINENTE .......................39
Un tempo era... Bassanello............................40
ANPS sezione di Fabrica di Roma.
26 anni ricchi di belle iniziative....................41
Le proposte editoriali di Campo de’ fiori......42
I nostri amici..................................................44
Roma com’era................................................45
News................................................46-47-48-49
MESSAGGI.................................................50-51
Agenda.......................................................52-53
Album dei ricordi....................54-55-56-57-58-59
Annunci gratuiti........................................60-61
Oroscopo........................................................62
Selezione offerte immobiliari ..................63-64
Foto di copertina di Giorgio Biagiola
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Campo De Fiori Rivista
Campo de’ fiori
I
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LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE,
DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA.
AI LETTORI DELLE UNIVERSITA’ ITALIANE (piccole e grandi)
nizierò con una domanda: “Se al giorno d’oggi vivesse tra noi un altro Galileo Galilei, un Einstein, un Kant, un S. Agostino,
quale sarebbe il suo destino?” Io, sulla base dell’esperienza che ho accumulato, credo di poter rispondere così:
- verrebbe sistematicamente ignorato;
- non troverebbe alcuna casa editrice disposta a pubblicare i suoi lavori;
- verrebbe attaccato e sminuito sistematicamente e da più parti;
- verrebbe espulso dalle accademie (ammesso che sia riuscito ad entrarvi);
- verrebbe perseguitato dai pubblici poteri.
In poche parole, al giorno d’oggi e nella nostra società, una persona del calibro di quelle citate, verrebbe emarginata. Capita puntualmente. E mi domando: quali sono allora i progressi fatti dall’uomo se cade sempre negli stessi errori? Che cosa insegna la di Sandro Anselmi
storia? E a chi? L’emarginazione o la marginalizzazione delle menti più acute e feconde reca un grave danno per la società tutta.
Impedisce alle nuove idee di rigenerare il tessuto sociale rinnovandolo. Impedisce il progresso culturale e scientifico. Grave colpa hanno le università
in tutto questo. Già perché possiamo ammettere che l’uomo della strada, l’uomo comune, possa anche dire “non so che farmene delle idee di Galilei,
di Kant, di S. Agostino”, ma gli uomini di cultura dovrebbero sapere quali ricadute abbiano le idee buone, giuste e vere sulla intera collettività. E dovrebbero accoglierle con slancio. O almeno prestare ad esse la giusta attenzione. È di questi giorni un discorso del Presidente della Repubblica ove dice
che bisogna prestare attenzione alla cultura e rilanciarla. Ma anche i suoi appelli, non di rado, cadono nel vuoto. Già in passato e con lo stesso risultato,
menti fervide come Luigi Einaudi hanno propugnato l’importanza della cultura, asserendo che essa è il miglior investimento per uno Stato.
Qualcuno mi vorrà argomentare che almeno oggi, questi personaggi non rischiano il processo per eresia, l’indice o, come Giordano Bruno, il rogo. Al che risponderei: “Che cos’è l’emarginazione sistematica? La mancanza di riconoscimenti. Uno stipendio da maniscalco. L’impossibilità di farsi una famiglia… Non è forse tutto
questo un lento processo, un indice, un rogo?”
Aprite le università, riformatele. Riformate i criteri di reclutamento dei docenti. Vigano la ricerca svolta e documentata e il merito, quali unici criteri per l’ingresso in esse e per la permanenza. Già, perché “se trattate così
il legno verde, che ne farete del secco?”. Questa affermazione evangelica vale per tutti, credenti e non credenti.
Campo de’ fiori
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SIMONA MOLINARI È “LA FELICITÁ"
Dopo il successo di Sanremo 2013, le si prospetta un’estate ricca di appuntamenti
D
opo il successo della partecipazione al Festival di Sanremo,
Simona Molinari è richiestissima
per i concerti dal vivo e sicuramente l'estate 2013 la vedrà
come protagonista.
La incontriamo a Roma nel fantastico scenario di Villa Ada nell'ambito della manifestazione "Roma incontra il mondo". Ancora
non è calata la sera e lei ci viene incontro
nel retro palco con quel sorriso straordinario
che l'ha sempre contraddistinta. Napoletana, trasferitasi a L'Aquila, ma cittadina del
mondo: infatti Simona, scoperta la passione del canto fin
dall'età di 8 anni, ha esplorato anche i mondi confinanti quali teatro e musical
interpretando tra l'altro
"Jekyll & Hyde" nel 2007 a
cui è molto legata tanto da
cantare "Dr. JeKyll & Mr.
Hide" un brano di Sanremo
scritto da Lelio Luttazzi,
brano che ha dato il titolo
al suo 4° ed ultimo cd.
La Tua prima partecipazione al Festival di Sanremo risale al 2009 quando
fu proprio Bonolis a volerti nella categoria Proposte.
“...Quell'anno presentai il brano Egocentrica, la prima canzone scritta da me che
da quel giorno mi ha portato tanta fortuna
facendomi ricevere molti premi con partecipazioni a numerosi festival e facendomi
conoscere anche al mondo jazzistico".
E poi?
"Anche il secondo disco era improntato sul
jazz mentre per il terzo e quarto ho dirottato proprio sull' elettro-swing e quest'estate porteremo in tournee questo genere
così particolare ma che sta piacendo molto
e mi regala molte soddisfazioni".
Ma come è nato questo genere?
"Devo dire che ad un certo punto ho messo
insieme tutto quello che mi piaceva : lo
swing prima di tutto che volevo lo as-
Campo de’ fiori
coltassero le nuove generazioni... io sono
entrata in contatto con questo genere
tramite i vinili di mia nonna ed oggi vorrei
riportare tramite l'elettronica ai giovani
quella musica".
Da Egocentrica a La Felicità, a Sanremo si è notata la tua gioia nel proporre quel brano insieme a Peter
Cincotti...
"A volte il Jazz è visto un po’ come una musica di elite od una musica lenta, in realtà
c'è invece questa parte del jazz che è nata
per far ballare la gente e farla divertire ed io volevo proprio che la canzone di Sanremo in questo
momento storico portasse divertimento." Hai partecipato al Concertone
tutto
femminile
dedicato alla ricostruzione del
L'Aquila, cosa ricordi di quel periodo?
"Il momento più strano della mia
vita, difficile ma costruttivo : da una
parte c'era il dopo Sanremo, tanti
impegni nuovi e dall'altra c'era
questo grande dramma che vivevo
attraverso i miei genitori che in quei
momenti abitavano in tendopoli, e
devo dire che anche lì ero sdoppiata
come Dr. JeKyll & Mr. Hide ho imparato che l'istinto di sopravvivenza
dell'uomo è più forte di ogni cosa e
la vita è più forte di qualsiasi morte e quindi
l'uomo riesce sempre a sopravvivere..."
E' arrivata l'estate che ti vedrà protagonista...
"Un’ estate piena che devo incorniciare perché farò dei palchi che ho sempre sognato
e sono veramente gratificata in quanto tutto
quello che ho fatto mi ha portato a suonare
davanti a tanta gente che conosce e canta
con me le mie canzoni e penso questa sia
la cosa più bella del mondo".
Dopo "Egocentrica" (2009), "Croce e
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Delizia" (2010) e "Tua" (2011) con il
quarto album "Dr. Jekyll Mr. Hide" Simona Molinari sembra aver raggiunto
quella maturità artistica che porterà lei
ed il suo genere preferito, l'elettroswing, ad essere conosciuti in tutto il
mondo arrivando anche a tanti giovani
che mai avevano conosciuto lo swing e
quei tempi lontani.
Sandro Alessi
PER ASCOLTARE LINTERVISTA INTEGRALE A SIMONA MOLINARI VAI SU
http://www.spreaker.com/user/4565553/simona_molinari
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Campo de’ fiori
Mai fidarsi di chi dispensa
consigli senza rifletterci troppo
Sabato 4 Agosto a Soriano nel Cimino la presentazione del libro Non dite alla mamma
che faccio la segretaria, della giornalista Debora Attanasio
Q
uesto potrebbe essere oggi il
motto di Debora Attanasio, che
per tanto tempo si è sentita
dire da amici e parenti che doveva lasciare quel posto di
lavoro prima di rovinarsi la reputazione. Ma facciamo un passo indietro.
Siamo nel 1992 e Debora, ventenne romana
squattrinata e disoccupata, si incaponisce a
voler comprare una casa nella provincia di
Viterbo, che ama dai tempi in cui vi trascorreva le vacanze da bambina. Il mutuo le
viene concesso miracolosamente, Debora
trasloca dalla Capitale, ma la rate cominciano a incalzare da subito. La ragazza inizia
un giro di colloqui di lavoro dove riceve solo
proposte ridicole, spesso anche maliziose.
Quando un imprenditore a piazzale Flaminio, a metà colloquio, chiude la porta dell’ufficio e si cala i pantaloni davanti a lei,
Debora decide di provare anche l’ultimo
degli appuntamenti in lista, quello in
un’agenzia porno. Tanto, peggio di quello
che ha già visto e rifiutato, cosa potrà mai
accaderle? Si trova così faccia a faccia con
Riccardo Schicchi, il patron delle luci rosse
all’italiana creatore di Cicciolina, Moana
Pozzi e, più avanti, di Eva Henger. Rigorosamente dandole del lei, Schicchi le fa le
domande di rito - «Che studi ha fatto, signorina? Che lingue parla?» - poi la attira
in una stanzetta e chiude la porta. «Ci risiamo», pensa Debora indispettita. Invece,
quello che di lì a un minuto sarebbe diventato il suo capo, apre la finestra e lascia entrare ventidue gatti persiani che si
accalcano intorno alle sue gambe in cerca
di carezze. Il test finale consisteva solo nel
valutare l’amore della candidata per gli animali, un requisito che Schicchi riteneva fondamentale.
Debora rimarrà a lavorare in quell’ufficio
strampalato per nove anni che descrive
come «I più divertenti e liberi della mia
vita». Fa di tutto, nutre di quaglie il pitone
aziendale, consola le stelline innamorate, risponde alle lettere dei fan, ma mai le viene
chiesto di spogliarsi, perché come le dice un
giorno Schicchi stesso «È più facile trovare una pornostar che una brava segretaria». In breve, il suo capo si rivela
essere quello che nel modo di dire comune
viene definito “un brav’uomo”, corretto nei
pagamenti e con un indole da folletto sempre pronto allo scherzo. «Soprattutto», ricorda Attanasio, «non si prendeva mai sul
serio, nonostante da fuori lo immaginassero
come un potente ed efficientissimo manager». Come tutte le cose belle, anche
quell’avventura ebbe una fine nove anni
dopo, a causa dei tanti problemi legali e di
salute a cui Schicchi è andato incontro con
incoscienza. Ma i due non hanno mai reciso
il legame.
Tre anni fa Debora Attanasio, ormai giornalista trapiantata a Milano, ha ritirato fuori gli
undici diari scritti meticolosamente in quel
periodo «Perché sapevo di vivere qualcosa
di speciale e non volevo dimenticare nulla»,
e inizia a tradurre tutto in un libro straordi-
Da sx: Riccardo Schicchi, padron delle luci
rosse all’italiana, la giovanissima segretaria
Debora Attanasio e la pornostar Moana Pozzi
nario, comico, imprevedibile, che smonta (e
sbugiarda un po’) l’immaginario collettivo
dell’hard core rendendolo per quello che è:
un grande circo sgangherato dove si rideva
tanto e si lavorava molto, e dove ci si voleva
tutti bene come in una famigliola allargata
e disfunzionale.
Alla fine dello scorso maggio Debora ha
pubblicato il suo memoriale col titolo Non
dite alla mamma che faccio la segretaria
(Sperling & Kupfer) facendo gridare al miracolo testate come Vanity Fair, Marie Claire,
Il Fatto quotidiano, la gazzetta dello sport,
Cosmopolitan, Gioia e tante altre. Da allora,
l’autrice è in tour come una rockstar nelle
librerie di tutta Italia per incontrare i lettori,
e il 4 agosto sarà a Soriano nel Cimino,
(citato in un passaggio del libro), dove verrà
intervistata alle 18 nella sala consiliare dal
sindaco Fabio Menicacci (Piazza Umberto I,
28).
Paolo Bombara
Foto di Mario Santoro
A TONI
SERVILLO
IL XIV FESCENNINO D’ORO
DEDICATO A VINCENZO CERAMI
Sul palco, Venerdì 19 Luglio, insieme al Maestro Nicola Piovani, anche il regista Paolo Taviani
U
n temporale pomeridiano, di
quelli a cui questa estate 2013
ci ha, ormai, abituati, aveva gettato incertezza sulla XIV edizione
dell’atteso
Premio
Fescennino d’oro, istituito nel 2000 dal Comune di Corchiano e dal Maestro Nicola Piovani, originario del piccolo borgo della
Tuscia. La pioggia, caduta fino ad un paio
d’ore prima, ha causato un lieve ritardo sull’inizio della serata ed ha sicuramente scoraggiato tanti possibili spettatori che hanno
rinunciato, però, ad una piacevole ed esclusiva serata di musica firmata Nicola Piovani.
“Viaggi di Ulisse”, questo il titolo del concerto mitologico per strumenti e voci registrate scritto e diretto dal Premio Oscar, che
ha voluto musicare uno dei racconti più antichi e più noti della letteratura mondiale,
approfondendo la figura dell’eroe mitologico
Ulisse, a cui Manara a voluto dare il volto
del regista Pier Paolo Pasolini. Un Fescennino d’oro ombrato, purtroppo, dalla recentissima scomparsa del Maestro Vincenzo
Cerami, a cui è stata doverosamente dedi-
cata questa edizione, e
che tante volte, in questi
quattordici anni, aveva
calcato le tavole di quel
palco, in qualità di membro della giuria del premio. “La storia del
Fescennino d’oro è
anche la storia di Vincenzo Cerami”, così ha
detto il Sindaco Bengasi
Battisti ricordandolo affettuosamente. Anche
l’ospite d’onore della serata, il grande attore italiano Toni Servillo, al
quale è stato assegnato
questo Fescennino 2013,
Da sx: il Maestro Nicola Piovani, l’attore Toni Servillo, il regista
ha voluto rendere omagPaolo Taviani e la conduttrice Norma Martelli, al momento della
gio all’amico scomparso,
consegna del Premio.
leggendo con tutta la sua bravura di attore sta internazionale, con alcuni spezzoni tratti
di grande esperienza teatrale e cinemato- dai film più importanti ai quali ha partecigrafica, un brano tratto da “La gente” dello pato, non da ultimo Gomorra ed il recente
scrittore e sceneggiatore Cerami. Proprio La grande bellezza, attualmente nelle sale
nel pomeriggio si sono svolti i funerali nella cinematografiche italiane, Toni Servillo è
chiesa degli artisti di Piazza del stato premiato dal regista Paolo Taviani,
Popolo a Roma, a cui hanno paranche lui membro della giuria del premio,
tecipato anche lo stesso Piovani che si è rivolto all’attore definendolo uno di
e Norma Martelli, presentatrice quegli “in più” che il teatro italiano ogni
dello spettacolo, che dopo l’ul- tanto regala e che nella sua lunga carriera
timo addio commosso all’amico, ha avuto l’onore di conoscere. Nonostante
si sono precipitati a Corchiano il tempo poco favorevole, la quattordicesima
per la serata in programma. Pre- edizione del Fescennino d’oro si è dimosentato al pubblico da un bellis- strata, ancora una volta, una serata non
simo video che ha brevemente solo di grande spettacolo, ma anche e soripercorso la sua carriera di artiprattutto di grande cultura, grazie alla musica inconfondibile del maestro Piovani, che
Da sx: il Sindaco di Corchiano
ci ha tuffato in un passato ancora moderno!
Bengasi Battisti, la condutrice Norma
Martelli e il Presidente dell’Ass.
Ermelinda Benedetti
Arnies Onlus Geltrude Profili.
Campo de’ fiori
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ESTATE ROMANA 2013
Tantissimi gli appuntamenti offerti dal Comune
ai romani che restano nella capitale
O
rmai votate al risparmio le manifestazioni dell’ estate romana
non si fermano ma fa bene il
Comune a regalare ai tantissimi
romani che restano nella città
eterna serate così belle. Iniziamo a ricordarvi di una tra le più longeve: “All’ Ombra
del Colosseo”, giunta ormai al 25° anno,
la classica rassegna di comicità e cabaret in scena fino all’ 8 settembre
vedrà sul palco Antonio Giuliani, Dario
Cassini, Pablo&Pedro, Enzo Salvi e
Mariano D’Angelo, Dado, Luciano
Lembo e tantissimi altri artisti provenienti
da Zelig. Atmosfera particolare come ormai
da 10 stagioni si può provare nello scenario
del Giardino degli Aranci dove quest’anno il Maestro Paolo Gatti presenta
“All’ Osteria dei Magnaccioni“ insieme
ad un nutrito cast di attori divagando sulle
tradizioni della Roma di una volta fino al 1
Settembre ricordando che sempre nell’ambito della manifestazione è inserita la “I
Rassegna di Teatro/Varietà“ presentando tutti i lunedì testi inediti e giovani attori ed autori quali “Grazie Le Faremo
Sapere...” di e con Marco Zadra, “E’ Tutto
Femmina!... O Quasi!” con Tommaso Zevola, Monica Cetti e Paola Russo, “Napoli
E’ ‘Na Parola” con Marco Simeoli, Giuseppe Auletta e Andrea Bianchi e “Sketc ce
Frega” con Francesca Milani e Danilo De
Santis. Fino al 18 Agosto potremmo tornare
indietro nel tempo recandoci a “Roma Vin-
nova dove da alcuni anni l’imprenditore
Giuseppe Grando investe nel “Gran
Caffè Tirreno” portando il meglio del divertimento e della musica anni 60. Arriveranno Jimmy Fontana, Mal e Wilma
Goich oltre a numerose serate comiche
(Filippo Roma, il moralizzatore direttamente da Le Jene il 16 agosto) ed altre dedicate al ballo ed al karaoke.
Buona Estate a tutti !
Sandro Alessi
tage“ di Parco San Sebastiano
giunta alla V edizione contenitore
di rappresentanze teatrali, concerti
dal vivo, mostre e discoteca tutto
rigorosamente dedicato al passato.
Da segnalare i concerti di David
Knopfler, Brusco, Maurizio Solieri...
Il “Gay Village“ è giunto invece
alla 12 edizione e dopo il record di
oltre trecentomila visitatori dell’anno scorso, ospitato nel parco
del Ninfeo all’Eur terminerà il 14
Settembre ed ospiterà tra gli altri
Virginia Raffaele, Lina Wertmuller, Paolo Ruffini, Renzo
Rubino e Paola Turci. Terminiamo le nostre segnalazioni
quest’anno trasferendoci sul litorale laziale e precisamente a Cere-
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Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi
La
Santa Maria in Cosmedin
occa della Verità
B
I
n sponda destra del
Tevere, sull’antica
area del Velabro, un
luogo in cui la sua
famiglia
aveva
grandi possedimenti, Papa
Gregorio I Magno, 590 604, all’inizio del VII sedi Riccardo
colo, fece edificare una
Consoli
prima piccola chiesa.
Verso la fine del secolo successivo, Adriano
I, 772 - 795, volle ricostruirla all’interno
della struttura di quella che era stata l’antica
sede della “Statio Annonae”, istituzione che
curava la distribuzione gratuita di cibo alla
cittadinanza romana, della quale, incorporò
alcuni muri e il Colonnato. A lavori ultimati
la chiesa, già ricca di splendide decorazioni,
fu affidata alle cure di una colonia di monaci
greci che si erano rifugiati a Roma stabilendosi su questa sponda del Tevere e, proprio
da questi monaci, la chiesa prese il nome di
Santa Maria in Schola Graeca, per diventare, successivamente, Santa Maria in Cosmedin, dal greco “kosmidion”, termine
riferito allo splendore delle decorazioni.
Altri Pontefici contribuirono a modificare e
abbellire questa chiesa: Nicolò I, 858 - 867,
aggiunse Sagrestia e Oratorio; Gelasio II,
Giovanni Caetani, 1118- 1119, fece riparare
i danni subiti dalla struttura, cento anni
prima, a seguito dell’invasione dei Normanni di Roberto il Guiscardo; Callisto II,
Guido di Borgogna, 1119 - 1124, realizzò il
Portico e, sei secoli dopo, nel 1718, su progetto di Giuseppe Sardi, fu nuovamente restaurata con la trasformazione dello stile
romanico in rococò, ma nel 1899, Giovanni
Battista Giovenale, la riportò al suo aspetto
originario che la struttura, ancora oggi, conserva; nel 1715, Clemente XI, Giovanni
Francesco Albani, 1700 - 1721, fece risistemare la zona ed erigere la fontana dei Tritoni, che ancor oggi si trova davanti la
chiesa. In questo luogo furono eletti al Soglio Pontificio Gelasio II, Celestino III, Giacinto Bobone, 1191 - 1198
nonché
l’antipapa Benedetto XIII, Pietro de Luna,
1394 - 1423.
L’attuale facciata è costituita da
un Portico ad arcate, sovrastato da finestre, sulla destra
il Campanile romanico a
sette piani, uno dei più
belli di Roma, sotto il
Portico, sulla sinistra,
la celeberrima “Bocca
della Verità”, un “mascherone” in marmo
che, fin dal 1485, cominciò ad essere
identificato con l’attuale nome. Originariamente collocato
all’esterno
della
chiesa, fu spostato
sotto il portico in occasione dei lavori di restauro eseguiti nel 1631,
per volere di Urbano VIII,
Maffeo Barberini, 1623 - 1644.
Davanti a questo “mascherone”,
lunghe file di turisti e non solo, attendono il
proprio turno per farsi fotografare con una
mano dentro la
fessura. Giuseppe Gioachino Belli, nel sonetto dal titolo “La Bbocca de la Verità”,
scriveva:
In d’una cchiesa sopra a ‘na piazzetta
un po’ ppiú ssù dde Piazza Montanara
pe la strada che pporta a la Salara,
c’è in nell’entrà una cosa benedetta
Pe ttutta Roma cuant’è llarga e stretta
nun poterai trovà ccosa ppiú rrara.
È una faccia de pietra che tt’impara
chi ha ddetta la bbuscía, chi nnu l’ha
ddetta.
S’io mo a sta faccia, c’ha la bbocca uperta,
je sce metto una mano, e nu la strigne,
la verità dda mé ttiella pe ccerta.
Ma ssi fficca la mano uno in buscía,
èssi sicuro che a ttirà nné a spigne
cuella mano che llí nnun viè ppiú vvia.
Come ricordato in altra occasione, Piazza
Montanara non esiste più essendo stata
spazzata via dalle demolizioni degli anni
Trenta e dei primissimi anni quaranta del
Novecento per consentire la realizzazione
della c.d. “Via del Mare”, ma esiste ancora
oggi l’antico “mascherone” in marmo “… E’
una faccia de pietra che tt’impara / chi ha
ddetta la bbuscía, chi nnu l’ha ddetta…” fissato a una delle pareti sotto il portico della
chiesa di Santa Maria in Cosmedin.
Un volto barbuto con occhi, naso e bocca
forati per fare defluire l’acqua, al quale, nel
corso di secoli, si sono date diverse inter-
Campo de’ fiori
pretazioni, alternativamente, è stato: il volto
di Giove, quello del dio Oceano, un Oracolo
piuttosto che un Fauno.
Sembrerebbe che nell’antica Roma questo
“mascherone” non fosse altro che un semplice tombino, a quell’epoca, infatti, i tombini riportavano molto spesso l’effigie di una
divinità fluviale che aveva lo scopo dichiarato di “inghiottire” l’acqua piovana.
Quel che è certo è che questo “mascherone” a tutti noto come “Bocca della verità”,
gode di una fama tanto antica, quanto leggendaria, si presume, infatti, che in epoca
medioevale, una guida per pellegrini gli attribuisse il potere di pronunciare oracoli.
Diceva quella guida: “Ad sanctam Mariam in
Fontana, templum Fauni; quod simulacrum
locutum est Iuliano et decepit eum” “Presso la chiesa di Santa Maria in Fontana
si trova il tempio di Fauno; tale simulacro
parlò a Giuliano e lo ingannò”.
Sempre nel Medioevo si fece strada un’altra
leggenda secondo cui, tale Virgilio Grammatico, un erudito del VI secolo, con fama di
praticare la magia, avesse fatto costruire la
“Bocca della verità” ad uso di quei mariti e,
naturalmente di quelle mogli, che nutrivano
n
Vacanze roma
11
e
dubbi sulla fedeltà del proprio coniuge.
Una ulteriore leggenda che circolava nei
racconti popolari, citava una donna infedele
che, condotta dal marito sospettoso alla
“Bocca della Verità” per essere sottoposta
alla “prova”, riuscì a salvare la sua mano
grazie ad un’astuzia, la donna incriminata si
accordò, infatti, con il suo amante e questi,
il giorno della “prova”, si fece trovare sul
posto fingendosi fuori di senno e l’abbracciò
davanti a tutti. La donna, al momento in cui
infilò la sua mano nella “Bocca”, poté giurare di essere stata abbracciata in vita sua
soltanto da suo marito e, naturalmente, da
quel folle che tutti avevano potuto vedere.
In tal modo, avendo detto la verità, benché
colpevole di adulterio, la donna riuscì a ritirare indenne la sua mano dalla tremenda
“Bocca”.
Categorico, a tale riguardo il Belli che, nel
sonetto sopra ricordato afferma: “… S’io mo
a sta faccia, c’ha la bbocca uperta, / je sce
metto una mano, e nu la strigne, / la verità
dda mé ttiella pe ccerta./ Ma ssi fficca la
mano uno in buscía, / èssi sicuro che a ttirà
nné a spigne / cuella mano che llí nnun viè
ppiú vvia … “; appartenendo tale affermazione al poeta di Roma, converrai con me
che non possiamo nutrire alcun dubbio in
proposito.
Leggenda o realtà che sia, le lunghe file di
turisti, che pazientemente attendono per
poter essere fotografati con la mano nella
“magica bocca”, attestano quale curiosità e
interesse essa incuta nell’immaginario dei
molti viaggiatori.
Naturalmente, la “Bocca della verità” non
poteva sfuggire al cinema. Correva l’anno
1953, quando il regista William Wyler, girava a Roma il film “Vacanze romane”, protagonisti: Gregory Peck e Audrey Hepburn,
due indimenticabili attori. Il film racconta la
storia di una principessa di uno Stato non
meglio identificato che, sfinita dalla serie di
obblighi che il suo ruolo le impone, una
notte decide di fuggire iniziando a vagabondare per Roma. Sfinita si addormenta in una
strada dove viene trovata da un giornalista
statunitense che lavora per un’agenzia di
stampa il quale, credendola ubriaca, non ha
il coraggio di lasciarla da sola e la porta a
casa sua.
Il mattino seguente scopre la vera identità
della giovane che ha ospitato e capisce che,
inaspettatamente, gli si è presentata l’opportunità di scrivere un articolo sensazionale, un grande scoop, si direbbe oggi.
La principessa, intanto gira per le strade
della città comportandosi come una normale turista; si lascia trasportare dai suoni
e dai rumori, in un mercato acquista un paio
di sandali, compra un gelato, decide di entrare da un parrucchiere per farsi accorciare
i capelli e quando, stanca, siede sulle scalinate di Piazza di Spagna, il giornalista finge
di incontrarla per caso. I due giovani iniziano a parlare e decidono di fare un giro in
Vespa, la principessa fuma la sua prima sigaretta, visita il Colosseo e, naturalmente la
“Bocca della verità” un luogo che, da allora,
anche grazie a questo film, è entrato a far
parte dell’immaginario turistico, perchè,
come dice il Belli: “… Pe ttutta Roma
cuant’è llarga e stretta / nun poterai trovà
ccosa ppiú rrara..”
Campo de’ fiori
12
di Carlo
Cattani
OSANNA A& BANCO
DEL MUTUO SOCCORSO
P
D M
Cavea uditorium arco ella
Tutti insieme
E’
la mezzanotte di un giorno feriale e sui viali del LungoTevere
c’è traffico di “runners”, tra loro,
probabilmente, studenti universitari che svagano la mente e tonificano la
muscolatura “acciaccata” dalle lunghe sessioni di studio diurno, dedicandosi a del
sano jogging nel “cuore” della Città Eterna,
in questa notte di inizio estate sferzata da
un fresco venticello … e vorrei aggregarmi,
stare al loro passo …tum... tump... tum...
tump…. ma devo spingere sull’acceleratore
della mia “car” …vroomm… vroommm...
perché si è fatto tardi e domani si timbra!
Con la radio accesa cerco di fronteggiare
le avanguardie del sonno, gli sbadigli…
aahhhhh…, ma, a quest’ora, la programmazione è, perlopiù, loro alleata, con musica e parole che “gently & softly”…
abbassano le palpebre ….sss rrrr ssss rrrr…
attento all’albero!!!! Sono di ritorno da
una bella serata di musica che ha visto protagonisti nello spazio all’aperto della Cavea
dell’Auditorium “Parco della Musica”, due
formazioni che nei primi anni settanta con
le loro produzioni discografiche hanno fortemente contribuito ad affermare nel
mondo e a consegnare alla storia il rock
progressivo “made in Italy” gli OSANNA e
il Banco Del Mutuo Soccorso! I concerti
usica /Lunedì 24 giugno 2013
rogres
……p
sivamente !
delle due band erano inseriti nel più ampio
programma del progetto culturale “Per voi
giovani”, una rassegna di musica, cinema,
ascolti, immagini fotografiche, dibattiti, centrata, sin dal titolo, su di una storica trasmissione radiofonica diffusa dal secondo
canale radio della RAI nel decennio 19661976, con gli scopi, per quei tempi coraggiosi, di diffondere, dalle onde medie di
Radio Due Rai, musica rock “dal mondo”,
accompagnata dalle parole di personaggi
del calibro di Renzo Arbore, Paolo Giaccio,
Carlo Massarini, Mario Luzzatto Fegiz, solo
per citare quelli più presenti nel nostro immaginario collettivo, voci che, nel corso di
quel decennio, si alternarono a quelle di
altre conduttori provenienti dal mondo
della musica e del giornalismo. Nel manipolo degli animatori di quella storica trasmissione c’era anche Claudio Rocchi,
musicista milanese, membro degli Stormy
Six e autore di alcuni pregevoli album solistici, scomparso proprio alla vigilia di questa
manifestazione di cui era uno degli ideatori.
Alle 21.05, quando le mani della notte sono
ormai ben stese sulla città,fanno il loro ingresso sul palco gli Osanna, band Napoletana costituitasi nel 1971 qui condotta da
Lino Vairetti, il leader ed unico elemento
della formazione delle origini. Vairetti, voce
e chitarra, è al centro del palco, ha l’ovale
del viso dipinto di bianco e i suoi occhi si
perdono all’interno di gocce di colore nero
e rosso, un make up, il suo, portato nel
segno della continuità con il look teatrale
mostrato dai volti degli Osanna della line up
storica. Della folta capigliatura dei ’70 non
c’è più traccia ma la verve e la tenuta in
scena di Lino Vairetti, nonostante gli anni
trascorsi, tengono duro! Sul fondo della
scena, in alto, c’è uno schermo sul quale
Campo de’ fiori
sono proiettate immagini “vintage” di Claudio Rocchi e l’apertura del concerto è affidata proprio ad un ricordo
musicale di questo artista con l’esecuzione,
molto partecipata, da parte degli Osanna di
uno dei suoi brani più noti, “La realtà non
esiste”, una ballad contenuta nel lp di Rocchi “Volo Magico N° 1” del 1971; alla fine
del brano, Lino annuncia: <il nostro concerto e dedicato a Claudio Rocchi>…
ed un lungo scrosciante applauso si leva
dalle gradinate e ci sono ancora le parole di
Vairetti a marcare il commiato al musicista scomparso: <buon viaggio Claudio!
> Qualche istante per riprendersi e riprenderci e si parte in quarta con la performance degli Osanna, che infilano un
grintosissimo meedley di tre brani, ”Animale senza respiro-Mirror train e Taka
boom” , una sequenza che ”arroventa” in
pochi minuti i tanti presenti sulle gradinate.
Vicino a me siede un signore …tornato ragazzotto per l’occasione … che “batte il
tempo” con piedi e mani , canta e incita a
pieni polmoni i musicisti …temo per lui l’infarto… ma… tranquilli… sopravviverà e troverà il tempo di raccontarmi di aver visto
gli Osanna e il Banco nel 72 al Pop Festival
di Villa Pamphilj …lui aveva 16 anni e i suoi
sono ricordi precisi …senza incertezza... e
son trascorsi oltre 40 anni da quell’evento
… è un fiume in piena di aneddoti ...peggio…un vulcano in eruzione …e, sarà il venticello che sferza leggero la cavea... ma, a
me, i suoi occhi paiono “luccicare”!... La
performance è tirata tra ritmi hard rock, chitarre serrate, suoni di tastiere tipiche degli
anni settanta, linee di basso articolate e ficcanti assoli di fiati “pendenti” dalle labbra
del mitico David Jackson, si proprio lui, il
sessantaseienne… ma sembra più “pressato” dagli anni… ex Van Der Graaf Generator, che spesso raggiunge gli Osanna su
qualche palco per ripercorrere con il sax o
il flauto, quelle parti ”fiatistiche” presenti
largamente nel repertorio Osanna e originariamente affidate a Elio D’Anna. C’è spazio per altri classici del gruppo che,
immancabilmente ricevono l’ovazione ai
primi accordi da parte dei più… ”anzianianotti” tra noi… e c’è la ribalta anche per
Gianni Leone, ex di un altro storico gruppo
prog Italiano, ”Il balletto di bronzo”, già sodale di Vairetti in una formazione preOsanna, i “Città frontale”, che si scatena e
dimena come al suo solito, picchiando e
strusciando le tastiere “vintage”, inguainato
in un vestito di pelle nera e avvolto da un
foulard rosso che in più di un’occasione si
impiglierà nella paletta della chitarra del suo
vicino di palco. Davvero 45 minuti strascinanti … Osanna eh Osanna eh!
Qualora voleste
conoscere meglio gli Osanna e i loro dintorni ,acquistate il libro scritto dal giornalista
Carmine Aymone, pubblicato nel 2001 per
le edizioni Afraka e dal titolo “Osanna –
Naples in the world”. Ma torniamo alla
serata, dove, in pochi minuti, i tecnici, con
velocità e perizia da formichine operose, riconfigurano il palco per le esigenze tecniche del Banco Del Mutuo Soccorso. E’ tutto
pronto per l’avvio del secondo set e dallo
schermo posto in alto in fondo alla scena
parte il video di “Imago Mundi” un brano
scritto di recente dalla coppia Di GiacomoNocenzi che vede la partecipazione alla
voce e in video anche di Franco Battiato.
Questo pezzo è incluso in “Darwin!”, un
progetto discografico pubblicato dalla Sony
e previsto in doppio CD e triplo vinile, contenente l’album “Darwin”del 1972 re-mixato e rimasterizzato, più la registrazione
integrale di un concerto del 2012 svoltosi
all’Anfiteatro Romano di Cassino proprio
per festeggiare i 40 anni dalla pubblicazione
di quell’album e, ancora, contenente un libretto di 32 pagine con la storia del disco e
foto inedite del gruppo in quel periodo. Termina il video e salgono lentamente sul
palco Vittorio Nocenzi e (mooolto lentamente) Francesco Di Giacomo che accolti
13
da un lungo, caloroso applauso ed affettuosi incitamenti, si dilungano nei saluti sul
fronte della scena mentre il resto della band
si predispone dietro i rispettivi strumenti.
Alle 22.00 inizia il viaggio nel mondo musicale del “Banco” con l’esecuzione di brani
storici tratti da ”Darwin” del 1972, “Io sono
nato libero” del 1973, ”B.M.S.” del 1972, alternandosi le composizioni musicali caratterizzate dagli intensi interventi vocali
dell’ancor strepitoso “Big” Francesco Di Giacomo ad esecuzione di pezzi con lunghi momenti strumentali dove dominano le tastiere
di Vittorio Nocenzi. L’acme della performance si raggiunge verso la metà del concerto quando Di Giacomo invita Rodolfo
Maltese ad unirsi alla band sul palco e il
chitarrista storico del “Banco”, un grande
della chitarra, che ha diradato l’attività concertistica per motivi di salute, avvolto da un
fragoroso applauso della Cavea, imbraccia
la sua chitarra nera per dare il proprio contributo qua e là al resto del programma
musicale della serata. Sono sforate abbondantemente le 23 ma il ”Banco” è richiesto
fragorosamente in scena per deliziarci ancora con un frammento della sua arte…
Nocenzi attraversa di corsa il palco e raggiunge le sue tastiere, rimette la bandana
antisudore e si parte per “R.I.P.-Requiescant in pacem”… e la Cavea rischia il crollo
per le vibrazioni generate dall’entusiasmo di
tutti noi! Finale di concerto con la band
immersa in una strameritata “standing
ovation”… direttamente dal cuore del
migliaio di intervenuti!
Carlo Cattani©words&pics-Luglio2013
14
Campo de’ fiori
Non chiamateli anti-Google!
Non tutte le informazioni si possono trovare solo sul buon vecchio motore di ricerca,
ne sono nati anche di nuovi
Q
ualche anno
fa
avevo
scritto più di
un
articolo
sull’argomento
di come utilizzare al meglio il motore di
di Patrizia
ricerca Google e sulla preCaprioli
senza in rete di altre risorse simile a questo che
potevano essere utilizzate per la ricerca di
risorse specifiche! Oggi c’è un aggiornamento in atto riguardante questi sistemi automatici che partendo da determinate
parole chiavi consentono di trovare le relative informazioni presenti in Rete! Per domare la mole sterminata delle informazioni
presenti in rete, si calcola che ad oggi siano
presenti 600 milioni di siti e circa 3 miliardi di pagine web, alcuni specialisti
dell’Information Tecnology hanno sfidato il
buon vecchio Google ed hanno realizzato a
loro volta sistemi di recupero di risorse in
rete. Con il risultato che oggi davvero si può
dire: non è tutto su Google!
Il primo motore di ricerca di cui vogliamo
scrivere è quello sviluppato da un ricercatore italiano, Renato Soru, che ha realizzato
Istella, che si legge come si visualizza e
non aistella ( http://www.istella.it/ ), la cui
particolarità sta nel fatto che gli utenti possono incrementare le informazioni presenti
nel sistema con l’immissione di loro dati e
risorse, e lo stesso possono fare istituzioni
ed enti che inseriscono archivi digitalizzati
non presenti sul web. In effetti si presenta
diviso in tre menu ben distinti: Ricerca,
Contribuisci e Condividi!
Quag ( http://www.quag.com/ ) è un motore di ricerca che ha come particolarità
quella di metterci in contatto con altri utenti
che hanno effettuato le nostre stesse ricerche e che hanno quindi gli stessi nostri interessi relativi a determinate tematiche o
argomenti, ma le pagine non si presentano
solo come una lunga lista di links, c’è condivisione ed interazione, naturalmente nel
rispetto della privacy! L’home page si presenta con uno spazio per immettere le nostre ricerche e sotto una serie di spazi con
le ricerche effettuate dagli altri utenti dove
noi possiamo rispondere se abbiamo la soluzione giusta per loro e lo stesso può accadere con le nostre ricerche che vengono
messe in relazione con le ricerche e risposte
degli altri internauti del motore di ricerca!
Volunia ( http://www.volunia.com/ ) restituisce come risultato di ricerca una pagina che si presenta sotto forma di un vero
e proprio social network e dove si può effettuare la ricerca nel Web, per Immagini,
Video, News, Documenti e Persone!
Qwant ( http://www.qwant.com/ ) è
tutto in francese, creato da francesi e si presenta con una grafica innovativa e molto
caotica, quando andate ad effettuare la ricerca i risultati non si presentano sotto
forma di un semplice elenco ma in una
prima fila sotto forma di una serie di immagini e video, al di sotto del quale c’è una divisione in più gruppi relativi rispettivamente
a Web, Live, Social e Shopping, tanto per
gradire! Provare per credere!
Insomma, dopo queste breve carrellata
possiamo dire che oggi le informazioni sono
soprattutto condivisione, c’è tanta fratellanza nello scambiarsi informazioni a livello
mondiale e forse questo potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova e sana generazione di essere umani!
Buona ricerca con risultati a tutti!
Campo de’ fiori
15
Per vivere il periodo estivo
con serenità, ascoltando bene!
D
opo
tanta Ma allora quali sono i motivi che ancora
e oggi fanno dubitare dall’utilizzare una solupioggia
freddo final- zione per l’udito - per chi ne avesse bisogno
mente l’estate - che consenta di vivere meglio e con più
sembra arri- serenità?
vata e con la bella stagione anche il caldo
che a volte è fastidel Dott.
dioso più del
Stefano
freddo.
Tomassetti
L’estate porta
a stare fuori la sera a parlare
con gli amici in piazza, per le
strade, e a partecipare alle
bellissime feste che si organizzano nelle varie cittadine.
Sono momenti che si aspettano e che si ripetono ogni
anno con gioia perché molte
volte significano rivedere
amici e parenti che vivono in
altri.
Queste serate più lunghe fatte di
conversazioni e risate però non
sempre sono così piacevoli per i
I nuovi apparecchi
deboli di udito.
acustici sono
Spesso si dice che uno dei fatQuando si soffre di difficoltà udiinvisibili
e possono tori di non utilizzo degli appative ci si sente sempre un po’
isolati, come in una bolla, esclusi essere acquistate in recchi acustici sia il costo.
piccole rate.
Al riguardo, secondo una ree dopo un po’ ci si estranea dagli
Perchè aspettare? cente indagine internazionale,
altri con dispiacere di tutti.
È qui che allora si rimpiange di Fate un semplice il prezzo non è certo il primo
non aver provveduto, magari uti- controllo gratuito. fattore del mancato adattamento degli apparecchi aculizzando quei nuovi apparecchi
Vivere meglio si
stici,
semmai
è
al
acustici di cui si parla tanto e che
può...
settimo/ottavo posto. Prima ci
qualche nostro amico o conosono: la negazione di aver
scente già usa.
Come spesso avete letto in questo giornale bisogno di apparecchio acustico, il fate in questi articoli mi sforzo di spiegare tore estetico e la paura che qualcuno
che sentire meglio è possibile, che le noti che portiamo qualcosa all’orecpersone soddisfatte dell’acquisto di chio, e il timore che questo dispositivo
apparecchi acustici, secondo una ri- dia fastidio.
In realtà oggi tutte queste difficoltà non ci
cerca nazionale, sono il 90%.
sono più.
I nuovi apparecchi acustici sono piccolissimi e praticamente invisibili, sono
facili da usare, riescono a controllare che il
rumore non sia mai forte, non fischiano, si
regolano automaticamente, e si collegano
al telefono cellulare e alla televisione;
insomma sono dei veri gioielli tecnologici.
E il prezzo? Non è un vero
problema. L’acquisto da
noi può essere eseguito
senza finanziaria e con
piccole rate alla portata
di tutti anche in 24
mesi.
Inoltre nel periodo estivo è
particolarmente vantaggioso perché stiamo attuando particolari sconti e
agevolazioni di cui vale la
pena approfittare.
La qualità dei nostri apparecchi è altissima. Infatti sono
scelti tra le migliori marche mondiali
produttrici che ci consente sempre di
avere le ultime novità in termini di estetica
e nuovi ritrovati con una assistenza sia in
Italia sia in tutto il mondo.
Il nostro servizio di assistenza e controllo è continuo per stare vicino a chi ha
bisogno di maggiore attenzione per sfruttare al massimo il potenziale uditivo che è
rimasto.
Vivere meglio dipende dall’agire, dal coraggio e dal non rassegnarsi alle difficoltà.
Sentire bene è possibile e tornare a partecipare pienamente si può.
E allora perché non provate a fissare una visita chiamando uno dei nostri centri ai numeri di telefono in basso ora?
Forza non ve ne pentirete e la visita è gratuita!
Campo de’ fiori
16
Una “Fabrica” di ricordi
Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma
E
Serenata con fuga
rano calde le
sere
d’estate
quando le stelle,
a migliaia, trapuntavano
il
cielo, e la luna d’argento
faceva capolino da dietro
la collina. Le cicale frinidi Sandro
vano all’infinito, unisone.
Anselmi
La brezza lieve accarezzava le foglie tremule e la pelle arsa dal
sole. I vecchi, seduti in circolo davanti agli
usci di casa, ricordavano le cose passate e,
intorno alle 22:30 massimo, si ritiravano per
riposare. Anche le ragazze, che erano uscite
per una passeggiata e avevano approfittato
dell’oscurità per scambiarsi qualche abbraccio con il loro amoroso, a quell’ora dovevano, loro malgrado, rientrare. Molte erano
all’ora le ragazze di Roma che d’estate venivano a villeggiare con le loro famiglie a
Fabrica e, fra queste, ce n’era una particolarmente timida e riservata della quale s’era
perdutamente innamorato un mio amico.
Piccola ma carina, non aveva praticamente
amiche, ed usciva soltanto con i genitori. La
madre, a lei simile di fattezze e statura, doveva essere completamente
sottomessa al marito che, invece, era alto e robusto.
L’uomo doveva aver superato
di poco la quarantina e, al suo
aspetto imponente, s’accompagnava una voce stentorea,
che incuteva soggezione.
Quella sera Giorgio, questo
era il nome del mio amico,
aveva organizzato una serenata per dichiarare il suo
amore ad Angela (così si chiamava la giovane) e, per l’amicizia che ci legava e per la
mia passione nel canto, mi
aveva invitato a fare la serenata alla sua bella. S’erano
aggregati a noi anche quattro
o cinque amici, con i quali
c’eravamo, così, appostati vicino alle finestre della camera
da letto di Angela. La casa
era su alla Rocca e non era
stato difficile mimetizzarsi
negli anfratti di quei vicoli
storici.
Alla fine dei dodici rintocchi
della campana dell’orologio
del Comune, iniziavo con la mia chitarra ad
intonare, per primi, i successi del omento,
adatti ad una serenata, come “La prima
cosa bella e Chitarra suona più piano, brani
di successo del melodico Nicola Di Bari. Seguiva, poi, nel mio repertorio da serenate,
qualcosa di più ricercato come Nina, si voi
dormite e Il cielo è una coperta ricamata.
Quest’ultimo brano lo avevo imparato ascoltando un vecchietto del paese che strimpellava la chitarra, certo “Giuvanni de
Carminella”. Finivo sempre con una brevissima canzone, che ha me piaceva tanto e
che immaginavo arrivasse dritta al cuore
dell’amata, e diceva: “buonanotte mio amor
– buenas noces tanti sogni – non scordarti
mai di me – amore senza fine”.
Era andato tutto bene. Io ero soddisfatto
dell’esecuzione e gli amici si congratulavano
con me sotto voce, mentre aspettavamo, se
non un applauso, che almeno
si schiudesse, anche per
poco, la finestra dell’amata,
che immaginavamo commossa e contenta… Si udì, invece, quel vocione del padre
che riprendeva la figlia e le
intimava di andare a letto, poi, d’improvviso, si aprì la porta di casa e l’uomo, che
evidentemente non aveva gradito la sorpresa, s’avviò, così com’era vestito, in pantaloncini e canottiera, verso di noi. A quel
punto, come sincronizzati, ci precipitammo
tutti giù verso la piazza, fin dove, per fortuna, l’uomo non se l a sentì di seguirci. Ci
sciogliemmo in una risata isterica e liberatoria, ma solo allora mi accorsi di aver lascito su la chitarra, per la fretta e per la
paura. Fortunatamente la nonna di Angela,
che sicuramente intercesse in nostro favore,
la salvò e me la restituì il giorno dopo.
Solo alla fine dell’estate il padre di Angela
si convinse della sincerità dei sentimenti e
della serietà di Giorgio ed i due innamorati
poterono finalmente iniziare a frequentarsi.
In cielo c’è ‘na coperta ricamata,
la luna co’ le stelle fa la spia.
Io so’ venuto a fa’ ‘sta serenata
co’ li strumenti e co’ la compagnia.
Dormi dormi angelo mio
non so che sia sento un so che.
C’avrei ‘na smania d’averti accanto
angelo santo falla dormi’.
Co’ i suoi capelli sparsi sul cuscino
mi sembra di vedere un angiolino.
La sua boccuccia rosa addormentata
accompagna con un sussurro ‘sta serenata.
Dormi dormi angelo mio
non so che sia sento un so che.
C’avrei ‘na smania d’averti accanto
angelo santo falla dormi’.
La mia versione dell’antica serenata “Il cielo è una coperta
ricamata”, di un anonimo romano,
da me appresa da “Giuvanni de Carminella”.
Campo de’ fiori
17
PANNOLINI A META’ PREZZO!
A Civita Castellana apre “Bimbobimba.it”, il primo rivenditore ufficiale del Lazio Nord
dei pannolini Pillo, che offrono ottima qualità ad un prezzo imbattibile.
I
n questo periodo di crisi la parola
d’ordine è diventata RISPAMIO, RISPARMIO, RISPARMIO, ma non per
poter fare poi chissà cosa, ma semplicemente per cercare di arrivare a
fine mese. Ci sono alcuni prodotti, però, sui
quali non si può risparmiare, come ad
esempio quelli che riguardano i più piccini.
E ci capita spesso di sentir dire da giovani
coppie, da poco diventate genitori, quanto
sia costoso mantenere un figlio appena
nato e quanti sacrifici in più si debbano fare
per non fargli mancare nulla, ma, anzi, dargli il meglio. Oggi, però, è possibile coniugare l’irrinunciabile prerogativa della
migliore qualità a quella, divenuta altrettanto irrinunciabile, del miglior prezzo, grazie alla nuova marca di pannolini Pillo,
interamente prodotti in Italia, precisamente
a Pero (Milano). I Pillo sono facilmente acquistabili in una neonata, è il caso di dirlo,
attività commerciale di Civita Castellana,
“Bimbobimba.it”, aperta da poco più di
due mesi presso la Cittadella della salute, in
Via F. Petrarca.
A conti fatti, ogni singolo
pannolino costa esattamente la metà di uno di
quelli delle migliori marche. Allo stesso prezzo di
una confezione dei più noti
pannolini in circolazione sul
mercato, è possibile avere il
doppio della quantità di pannolini Pillo, clinicamente testati e realizzati con prodotti
naturali ed anallergici. Perché
continuare a spendere il doppio quando è possibile avere
la stessa qualità alla metà del
prezzo? Il segreto sta, ovviamente, anche nel fatto che
viene meno la trafila dei vari
importatori e rivenditori. I
pannolini Pillo, infatti, passano direttamente dalla fabbrica al negozio e “Bimbo
bimba.it” può vantare di essere il primo rivenditore ufficiale ed esclusivo per tutto il
Lazio Nord.
Ma da “Bimbobimba.it” è
anche possibile trovare tutto
l’occorrente per bambini
da 0 a 6 anni. Ottime sono
le offerte su passeggini e carrozzine. “Bimbo bimba” offre
anche la possibilità di prenotare liste di
nascita e di battesimo. Un’attività che
vuole veramente aiutare le giovani mamme
ed i giovani papà ad affrontare la crisi senza
trascurare l’importanza della qualità, indi-
spensabile soprattutto per i più piccini!
Prossimamente sarà attiva anche la vendita
on –line sul sito www.bimbobimba.it.
Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
18
Ecologia e Ambiente
Il decreto del fare, non mi convince...
soprattutto sui problemi ambientali
C
hi inquina non
zione.
dovrà più paIn poche parole, se l’azienda
gare? Si manda
coinvolta non possiede riforse a farsi besorse economiche per bonifinedire il princicare
il sito, basterà
pio su cui si fonda la
un’autocertificazione per dipolitica dell’ Unione euromostrare l’indigenza? Si ripea in materia ambiendurrà il tutto, semplicemente
di Giovanni
tale, con il decreto così
limitandosi alla diffusione
Francola
detto “del fare” che a
della contaminazione, senza
breve sarà all’esame del Parlamento?
operare per eliminare del
Ad allarmare molte associazioni ambientalitutto il rischio sanitario?
ste e non solo, è larticolo 41, una norma
Come dire se non è possibile
di modifica del Testo Unico dell’Ambiente
eliminare, occorre ridurre.
(decreto legislativo 152/2006), con conseCon questo nuovo articolo,
guenze preoccupanti in
l’azienda può
materia di bonifiche di
anche
sceStando all’articolo 41
siti contaminati, nei
gliere un’altra
del Decreto del fare, di strada econocasi in cui le acque di
falda contaminate demicamente
sostenibile,
fronte ad un elevato
terminano una situaquella del trattamento delle
rischio sanitario le
zione
di
rischio
acque di falda contaminate,
sanitario – recita l’arti- esigenze economiche di depurarle, emungerle e
colo 41 del decreto del
reimmetterle “nello stesso
una azienda (che ha
fare, che sostituisce l’
acquifero da cui sono state
articolo 243 del T. U inquinato e contaminato emunte? Non mancano
immense risorse natu- certo interrogativi di questo
dell’Ambiente – oltre
all’eliminazione della
rali) vengono prima di nuovo decreto. Insomma “si
fonte di contaminainterviene sui sintomi e non
ogni altra cosa.
zione “ove possibile ed
sulla cura della malattia”.
economicamente soIl pericolo maggiore è nel
stenibile”, si dovranno adottare misure per
fatto che di fronte ad un elevato rischio saattenuare la diffusione della contaminanitario le esigenze economiche di una
azienda (che ha inquinato e contaminato
immense risorse naturali) vengono prima di
ogni altra cosa.
Ritengo che applicare questa norma si
avrebbe su tutto il territorio nazionale un
impatto devastante, sono molti i siti inquinati, basta pensare a Taranto, Priolo, Bussi,
Marghera, ma sono più di quattromila i siti
contaminati e altri quindicimila quelli potenzialmente inquinati, come è possibile
pensare che chi li ha ridotti in quello stato,
potrebbe non essere più costretto a bonificarli?
20
Campo de’ fiori
Autori Ebook.
La nuova casa editrice on line
S
Fondata da Stefania Natalino, ha uno staff tutto al femminile under 35 anni
iamo ormai immersi in un realtà
multitecnologica, dove l’on-line ha
semplificato e, soprattutto, velocizzato molte delle nostre vecchie
abitudini. In internet si può trovare tutto o quasi, e l’e-commerce negli ultimi anni è cresciuto in maniera
esponenziale. Nemmeno l’editoria, ovviamente, poteva essere esentata dal fare i
conti con questo nuovo stile di vita ed all’acquisto on line della carta stampata si è
affiancata, negli ultimi tempi, la pubblicazione di e-book, libri elettronici da sfogliare
su pc, tablet e smartphone. Proprio di questo si occupa la neo casa editrice on line
fondata da Stefania Natalino, Autori Ebook,
presentata al pubblico venerdì 12 Luglio al
Parco della Musica di Roma, in occasione
del Fringe Festival di Roma, dedicato a tutte
le donne che ogni giorno instancabilmente
vivono con coraggio la propria vita. Lo staff
della giovane casa editrice è, infatti, composto da sole donne under 35, giovani ragazze che si affacciano al mondo del lavoro
con entusiasmo. Abbiamo rivolto qualche
breve domanda alla trentenne romana Stefania Natalino,fondatrice dell’Autori Ebook
ed impegnata a promuovere la sua lodevole
iniziativa.
Come è nata questa idea?
È nata dalla fusione
della passione per il
leggere e per il viaggiare. Qualche giorno
prima della partenza
per un mio viaggio in
Cina, infatti, mentre
preparavo le mie valige, mi sono trovata a
dover scegliere tra
quattro libri da portare
con me. Non potevo
portarli tutti e la scelta
non è stata facile.
Pensavo: “E se questo
poi non mi piace? Non
mi coinvolge?”. Quando sono arrivati a Pechino mi sono resa conto che tutti, grandi e
piccoli, leggevano in metropolitana, sul
treno, sull’autobus, al bar grazie a tablet e
smartphone. Potevano leggere ovunque
senza dover scegliere tra quattro libri!
Quando è stata fondata effettivamente la casa editrice?
Nel Gennaio del 2013.
Qual è l’obiettivo?
L’obiettivo è quello di mettere in evidenza
inediti ed esordienti di qualità e portarli all’estero, traducendo e vendendo online il
libro italiano. Opere di scrittori inglesi e
americani hanno conquistato le top ten dei
libri più venduti nel mondo…. perché non
può succedere anche ad un autore italiano?
Per il momento sicuramente abbiamo voglia
di investire sugli scrittori esordienti.
Come selezionate le opere sulle quali
si decide di puntare?
Attraverso il concorso “Uno nessuno centomila... Autori 2013”. Vincitore di questa
prima edizione, che si è svolta all’inizio di
quest’anno, è stato il libro di Giancarlo Bufacchi, “Il trio Lescano e il mistero del
gatto”, che dall’8 Luglio sarà distribuito sul
sito della casa editrice (autoriebook.com) e
su tantissime piattaforme di vendita online,
come Amazon Kindle Store, Apple IBook
Store, IBS, La Feltrinelli, Libreria Rizzoli,
Book Republic e Webster.
Che libro è questo di Bufacchi?
“Il trio Lescano e il mistero del gatto” è un
giallo facile e leggero da cui si potrebbe tirar
fuori anche una sceneggiatura. Al centro del
racconto vi è un uomo deluso, strano, preoccupato per la moglie, donna dal carattere
forte, ricca e di 20 anni più giovane di lui,
che è, invece, un debole, un uomo che non
guida la sua vita e che si ritroverà a fare i
conti con un piccolo mistero: delle telefonate anonime che stravolgeranno la sua
monotona vita quotidiana.
Qual è, secondo lei, la differenza tra
l’e-book ed il libro stampato?
L’e-book è il futuro e può arrivare davvero
in tutte le case del mondo, ma sono convinta che non riuscirà mai a cancellare la
carta stampata!
Facciamo un grosso in bocca al lupo alla Natalino ed a tutto il suo splendido team rosa
e rifacendoci a quest’ultima affermazione
dell’editrice e concordiamo sul fatto che ebook ed i libri tradizionali continueranno a
convivere ancora per molto tempo, proprio
come segno tangibile di coesistenza tra generazioni oramai abituate a consuetudini diverse fra loro.
Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
21
La commissione invalidi civili della ASL
non è depositaria della verità
Leggi a tutela del cittadino che regolano le controversie legali e medicolegali
del Prof.
Sergio
Funicello
L
dell’Avv.
Margherita
Corriere
a concessione dell’invalidità civile è
regolamentata da una serie di leggi
a tutela del cittadino e della comunità, permettendo una valutazione
precisa e severa da parte delle
commissioni senza tralasciare la possibilità
di ricorso da parte del periziato.
Dopo aver visto in un precedente articolo la
via per ottenere la visita per eventuale riconoscimento dello status di invalido civile,
vediamo, maggiormente dal punto di vista
legale e medico legale, di analizzare la controversia o le controversie.
La commissione invalidi civili della ASL
(come quella dal me presieduta) non è la
depositaria della verità e come essa, non lo
è quella dell’INPS (di verifica) potendo il cittadino ricorrere ampiamente ovviamente
contro l’INPS, essendo di secondo grado
anche laddove i giudizi della prima e della
seconda commissione non dovessero essere
in accordo tra loro.
L’ art. 38, comma 1, del d.l. 6 luglio 2011,
n. 98, convertito con modifiche nella legge
15 luglio 2011, n. 111, ha inserito nel codice
di procedura civile l’art. 445-bis, che prevede, quale condizione di procedibilità nelle
controversie in materia di invalidità civile,
cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità, nonché di pensione di inabilità e di
assegno di invalidità, disciplinati dalla legge
12 giugno 1984, n. 222, l’esperimento di un
accertamento tecnico preventivo obbligatorio. Tale disposizione è entrata in vigore dal
primo gennaio 2012.
Attualmente, pertanto, colui che vuole
agire in giudizio per il riconoscimento dei
propri diritti in materia di invalidità civile,
cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità, nonché di pensione di inabilità e di
assegno di invalidità, deve preliminarmente
proporre, ai sensi dell’art. 445 bis c.p.c .,
davanti al Tribunale del Lavoro nel cui circondario risiede, istanza di accertamento
tecnico per la verifica delle condizioni sanitarie legittimanti la pretesa fatta valere.
L’espletamento dell’accertamento tecnico
preventivo obbligatorio costituisce condizione di procedibilità della domanda proposta ed è rilevabile, come indica l’avv.
Margherita Corriere, su istanza di parte o
d’ufficio, a pena di decadenza, non oltre la
prima udienza. Il giudice del lavoro, allorché rilevi che lo stesso non è stato promosso ovvero che è iniziato e non si è
concluso, assegna alle parti il termine di
quindici giorni per la presentazione della relativa istanza o per il relativo compimento.
Al procedimento si applica l’articolo 696 bis
c.p.c. inerente la consulenza tecnica preventiva ai fini della composizione della lite,
in quanto compatibile, nonché le disposizioni che regolano l’accertamento peritale
di cui all’art. 195 c.p.c. e all’art. 10 co. 6 bis,
del d.l. 30 settembre 2005 n. 203, come
convertito dalla l. 2 dicembre 2005 n. 248.
Il magistrato, ultimate le operazioni di consulenza, con decreto comunicato alle parti,
fissa un termine perentorio non superiore a
trenta giorni, entro il quale le medesime devono dichiarare, con atto scritto
depositato in cancelleria, se intendono contestare le conclusioni del consulente tecnico
d’ufficio.
In mancanza di contestazione, il giudice,
se non intende procedere ex articolo 196
c.p.c. (rinnovazione della c.t.u. o sostituzione del consulente), entro 30 giorni dalla
scadenza del termine di cui sopra, con decreto pronunciato fuori udienza, omologa
l’accertamento del requisito sanitario secondo le risultanze indicate nella relazione
del consulente tecnico dell’ufficio, provvedendo sulle spese.
Il decreto, non impugnabile né modificabile,
è notificato agli enti competenti, che provvedono, dopo la verifica di tutti gli ulteriori
requisiti previsti dalla normativa vigente, al
pagamento delle relative prestazioni, entro
120 giorni.
Nei casi di disaccordo, la parte, che abbia
dichiarato di contestare le conclusioni del
consulente tecnico dell’ufficio, deve depositare, presso la cancelleria del giudice di cui
al comma primo, entro il termine perentorio
di trenta giorni dalla formulazione della dichiarazione di dissenso, il ricorso introduttivo del giudizio, specificando, a pena di
inammissibilità, i motivi della contestazione.
Ricordiamo che la sentenza che definisce
tale giudizio è inappellabile.
Campo de’ fiori
22
Può finire il tempo?
Scomparendo l’uomo cesserebbe anche l’idea stessa del tempo,
giacchè nessuno potrebbe più misurarlo né significarlo
T
utte le cose che
hanno un’origine hanno necessariamente
anche una fine.
Ma la domanda circa la
possibilità che il tempo fidel Prof.
nisca ha un sapore diverso
Massimo
dal momento che il tempo
Marsicola
è una dimensione immateriale che accompagna la
materia. Per potersi intendere, almeno in
parte, data la complessità della questione,
è necessario svolgere un preliminare ragionamento.
Se “un oggetto” non è presente non ha uno
spazio e non è nello spazio. I fisici direbbero
semplicemente che “non c’è”. Il “non c’è” significa che l’oggetto non è presente nel
mondo fisico insieme agli altri, non ha
una forma, non ha sostanza, non
occupa uno spazio, non ha un
tempo suo proprio, non è nel
tempo. Il che significa ancora
che l’oggetto non ha una sua
struttura atomica, né chimico
molecolare; non ha una funzione né una finalità. L’oggetto
semplicemente non c’è. Di che
stiamo parlando, allora? Del fatto
che dal non esserci potrebbe passare all’esserci. Si perché l’oggetto
può comparire. Un oggetto inesistente potrebbe, ad un certo punto,
passare all’esistenza. Passare dalla non
consistenza alla consistenza; dalla non-temporalità alla temporalità; dalla non-struttura
alla struttura, dall’immaterialità alla materialità. “Il passare” è frutto di un atto creativo dell’uomo. La prima sedia, prima di
esser tale, semplicemente non era. Ma ad
un certo punto, preso il materiale e lavorato
secondo un’idea, l’uomo l’ha portata dall’inesistenza all’esistenza. Dalla non tempo-
ralità alla temporalità, dall’immaterialità
dell’idea alla materialità dell’ente finito. Ma
dov’era la sedia prima di diventare sedia?
Era, dopo essere stata concepita, nella
mente dell’uomo presente come idea. Ora,
poichè è passata dall’immaterialità dell’idea
alla materialità, si può dire che ‘prima di
passare’, la sedia, rigorosamente, non
fosse? Ed ancora: come idea, era nel tempo
o non vi era ancora? Questo paragone mi
era necessario per suggerire al lettore che
poiché anche l’uomo è capace di creare
qualche cosa che prima non c’èra, è del
tutto plausibile supporre l’esistenza di Dio
creatore, anch’Egli, evidentemente, capace
di creare.
E’ l’uomo infatti ad esser fatto ad immagine
e somiglianza di Dio e non il contrario. Ma
detto ciò, torniamo alla domanda iniziale:
“Dov’è un oggetto qualsiasi prima della sua
comparsa nel mondo fisico?” E’, come idea,
nella mente di Dio. Lì, ha già un tempo suo
proprio? No. Vive nell’Eterno presente. Ac-
quisisce il tempo, che diventa anche un suo
limite, solo nel momento in cui diviene “oggetto fisico”; passa cioè dalla dimensione
metafisica alla dimensione fisica: acquisisce
un tempo suo proprio ed è posto nel tempo
dal momento in cui viene alla presenza nel
mondo fisico, come ‘una cosa’ accanto alle
altre.
Ma c’è un’altra questione che dev’essere
considerata: “ ha senso parlare di tempo
fintantoché c’è qualcuno in grado di misurarlo; qualcuno per il quale il tempo riveste
importanza ed ha significato”. La dimensione temporale è legata all’esistente, ma
ancor più si lega alla possibilità di dare un
senso all’esistente, senso che prende corpo
a partire dalla funzione ordinatrice cui la
temporalità dà luogo.
Adesso, alla luce di queste considerazioni,
potremo tentare di rispondere alla domanda: “il tempo è destinato a finire?” Si, il tempo può finire qualora
non ci fossero più i fenomeni. Ma
poiché i fenomeni potranno continuare ad essere anche senza la
presenza dell’uomo, il tempo sparisce se sparisce colui per il quale il
tempo è significativo. E poiché s’interroga sul tempo soltanto l’uomo
(almeno da quello che si sa), scomparendo l’uomo cesserebbe anche
l’idea stessa del tempo giacchè nessuno potrebbe più misurarlo né significarlo né localmente né a livello cosmico
generale. La questione del tempo interessa
l’uomo perché riguarda l’uomo. Se scompare l’uomo scompare anche la questione.
Si, ma il tempo dove va a finire? Nelle singolarità, nei buchi neri - come ipotizzano alcuni fisici? - Oppure torna alla sua origine,
a Colui cioè che è la matrice di tutte le cose,
all’Eterno, il cui significato, è bene qui ricordarlo, è “Colui che ha in sé tutto il tempo”.
Visita il nostro sito
www.campodefiori.biz
Campo de’ fiori
23
L’Angolo del Piacere
La cultura e la storia del Sigaro
A
nche oggi il signor Fabio ci
permetterà di
proseguire, grazie alla sua
esperienza ed alle sue conoscenze, il nostro viaggio
Fabio Ventura nell’affascinante mondo
del sigaro, portandoci all’interno delle manifatture. Terminata l’operazione del raccolto, tutte le foglie vengono
trasportate nelle case del tabacco (tipica
casa fatta di canne e paglia), dove, infilate
a due a due e appese su delle rastrelliere
che mano a mano si alzano progressivamente verso la parte superiore della casa
del tabacco, vengono mantenute ad una
costante ventilazione, luce e a variazioni naturali di temperatura ed umidità (per la durata di 25 giorni).
Completato l’affinamento delle foglie, i contadini vendono il tabacco alla Empresa de
Acopio y Beneficio del Tabaco. Le foglie
ormai secche sono legate a mazzi chiamati
gavillas, e collocate in pile coperte da tele,
segue un processo naturale di fermentazione, essenziale per eliminare le sostanze
ammoniacali e ridurre l’acidità, il catrame e
la nicotina (circa 30 giorni).
Le foglie vengono classificate in foglie di rivestimento per la capa, inumidite ed essiccate per una maggiore manipolazione, e
suddivise in più di cinquanta categorie distinte, per assicurare che solo le migliori avvolgeranno un HABANO. Quelle impiegate
per il ripieno, tripa e capote, si raggruppano
in tre categorie principali, ligero, raccolte
dalla parte superiore della pianta, che
hanno maggior forza, seco, raccolte dal
centro della pianta, hanno un buon aroma
ed una media forza e volado, raccolte nella
parte inferiore della pianta, di minor forza.
Selezionate, tutte le foglie vengono imballate nella juta e lasciate invecchiare, come
il migliore dei vini.
Le foglie da fascia subiranno una sola fermentazione in quanto più fini e delicate,
mentre le foglie da ripieno saranno prima
scostolate (despalillo), operazione che toglie la venatura centrale della foglia, e poi
sottoposte ad una seconda fermentazione.
Le pile sono alte ed il tempo di fermentazione è più lungo, la temperatura di fermentazione deve essere controllata con
attenzione e quando risulterà troppo alta,
bisognerà riordinare le pile in modo che i
mazzi che si trovano sotto arrivino in superficie e viceversa.
Tutto il fogliame viene confezionato in pacchi chiamati tercio, fatti di juta e corteccia
di palma reale, su di essi si applica un etichetta che riporta informazioni sulla misura
della foglia, sull’anno di raccolta e la data di
imballaggio. Il tempo ha realizzato il suo
compito e la foglia è ormai pronta per essere lavorata per confezionare HABANO.
Gli Habanos, costruiti interamente a mano,
con tripa formata da foglie intere (tripa
larga), ma ne esistono anche di fatti a mano
con tripa corta, ossia con spezzature di foglie nel ripieno, e tipi meccanizzati (importante conoscere le differenze produttive per
definirne le qualità).
Per i prodotti nobili, costruiti a mano, il
compito primario spetta al LIGADOR, colui
che crea la ricetta necessaria per dare vita
ad un sigaro, rispettando tradizione ed
aromi caratteristici di quel determinato marchio. Egli consegna ai TORCEDOS le quantità e le qualità esatte per il
confezionamento di un marchio e formato
specifico. Sul loro banco di lavoro è presente una tavoletta di legno, due taglierine,
una ghigliottina, una bottiglia di colla vegetale naturale senza sapore e colore, il cepo
(per verificare la larghezza del sigaro) e,
cosa più importante, l’abilità delle loro mani.
Per iniziare il TORCEDOS pone davanti a se,
due o tre mezze foglie per la sottofascia o
capote, raggruppa sapientemente le foglie
per il ripieno e le piega a fisarmonica, mettendo al centro il ligero che conferirà al sigaro forza e linearità nella combustione,
crea poi il cilindro, arrotolando la tripa nel
capote e mettendolo in compressione in
uno stampo per dare al sigaro la forma desiderata. Dopo circa trenta minuti ai cilindri
viene applicata la foglia da fascia, fase
molto delicata che determina la raffinatezza
estetica del sigaro. Un buon TORCEDOS in
un giorno, può preparare tra i 60 e i 150 sigari, a seconda della misura e della complessità della forma.
Molteplici sono i controlli di qualità, tra cui
la prova peso, la prova campione, la prova
tiraggio, da specifico macchinario ed infine
la prova degustativa, effettuata da degustatori professionisti.
Prima di collocare i sigari nelle scatole è necessario farli riposare in armadi di cedro, più
tempo restano in questo luogo, migliore
sarà il risultato. Prima dell’inscatolamento i
prodotti vengono suddivisi per colorazione,
in quanto in ogni scatola dovrà esser presente una sola tonalità di colore. Successiva
operazione è l’applicazione dell’anilla, di ciò
se ne occupa una donna, che ha il nome di
ANILLADORA.
Cuba fu la prima nazione ad introdurre la
classica scatola di sigari, le originali decorazioni sono tutte collocate a mano e prima di
chiudere la scatola c’è sempre un controllo
da parte del REVISOR. Ogni scatola deve
essere provvista del sigillo di garanzia della
Repubblica Cubana, del sigillo degli importatori locali e del sigillo di Denominazione
d’Origine Controllata. Sul fondo della scatola deve essere stampata a caldo la sigla
HECHO EN CUBA e TOTALMENTE A MANO
(per i sigari a tripa larga fatti a mano), inoltre deve essere presente una sigla che ne
identifica la fabbrica, il mese e l’anno di produzione. Una delle caratteristiche degli HABANO, è quella di avere una vastissima
gamma di scelte tra le 33 marche con più
di 240 formati differenti. DIFFIDATE DALLE
IMITAZIONI!!!
L’argomento del prossimo incontro tratterà
dei sigari caraibici extra CUBA.
“L AMORE E’ COME UN SIGARO:
SE SI SPEGNE, LO PUOI
RIACCENDERE, MA NON HA PIU’
LO STESSO SAPORE”
Il fumo nuoce gravemente alla
salute, i minori non devono fumare.
AVVISO IMPORTANTE
APERTURA DEL
CIGAR CLUB
BACCO&TABACCO
CREATO PER UNIRE APPASSIONATI
ED AMICI DEL LENTO FUMO E DEI DI
STILLATI D’ECCELLENZA.
PER INFO:RIVOLGERSI ALLA TABAC
CHERIA 2000 IDEE
FB:TABACCHERIADUEMILAIDEE
EMAIL:fabio[email protected]
Campo de’ fiori
24
Come eravamo
Mario “Gallina” - Mario Corteselli
M
i trovo un po’
in difficoltà
nel parlare di
questo nostro concittadino Mario Corteselli, che
ci ha lasciato poco tempo
fa, perchè oltre ai sentidi Alessandro
menti di puro campaniliSoli
smo, ci legava una
profonda amicizia. E’ stato per anni l’araldo
del Carnevale civitonico, lo ricordo in piazza
Matteotti negli anni ‘60 aprire appunto il
carnevale, con tanto di pergamena e vestito
per l’occasione, annunciare ai civitonici quel
periodo di feste e bagordi, che da sempre
hanno caratterizzato la nostra cittadina.
Personaggio poliedrico che spaziava dal carnevale, all’azione cattolica, colonna dell’UNITALSI,
per
quarant’anni
ha
accompagnato i malati a Loreto con il treno
bianco, poeta, scrittore e ricercatore nella
città che lo ha accolto nella seconda parte
della sua vita: Tarquinia. I ricordi sono tanti,
a cominciare dalla sua partecipazione a
Campanile sera fine anni ’50, (programma
ideato da Enzo Tortora che si svolgeva sulle
piazze d’Italia), quando appunto in piazza
Matteotti, Mario imitò con movenze impeccabili una “gallina”, forse il suo soprannome
venne coniato in quella occasione. Io ero
piccolo, ma ricordo benissimo quella serata
con i civitonici protagonisti del programma,
oltre a Mario c’era Magario Nesta con i suoi
giochi di equilibrismo. Quella sera un altro
civitonico si mise in luce, quel Gianfranco
Pistola che vinse nella rubrica
“L’oggetto misterioso”, rispondendo esattamente al presentatore
Silvio
Noto.
Ma
torniamo a Mario, dipendente
dell’Ufficio delle imposte ,
venne trasferito a Tarquinia,
dove si ambientò subito, grazie Civita Castellana - anni ‘50. I ragazzi dell’Azione Cattolica.
al suo carattere, gioviale e un
Da sx: Libero Cicconi, Mario Corteselli, Alberico Tomei,
po’ burlone, che lo ha contradDomenico Ruggeri.
distinto per tutta la sua vita.
Tornava spesso a Civita a trovare i suoi pa- pubblicò con Antonio Pardi, sotto l’egida del
renti, a ritrovare le sue radici, ma soprat- comune stesso, “Memorie istoriche della
tutto ritornava a Carnevale, quando, città di Corneto” e “ I personaggi delle mequalche volta, tornava a mascherarsi e si morie istoriche della città di Corneto”.
mischiava tra i gruppi, con la speranza di Quando andavo a Tarquinia, almeno una
rinverdire gli antichi fasti di questa manife- volta a settimana, lo vedevo costantestazione. Come dicevo sopra, Tarquinia di- mente, perché abitava nel palazzo accanto
venne la sua seconda Civita, e nel 1993 a mia figlia, allora era uno scambiarsi di ricordi e buone nuove, gli consegnavo la
copia del “Campo de Fiori” (che lo rendeva
felice perché ritrovava la sua Civita, specialmente nelle vecchie foto), sempre preciso, forbito nel parlare, con in testa
l’aggraziata coppola, e al braccio l’immancabile borsello anni ’60.
Fin da giovane in Mario, ho visto sempre la
figura di un celebre personaggio televisivo,
quel Gianluigi Mariannini campione di Lascia
o raddoppia, esperto di moda e di bon ton:
stessa barba, stessi modi, stessa saccenza.
La sua scomparsa pochi mesi fa, ha lasciato
in me un senso di scoramento, ed ogni volta
che tornerò a Tarquinia, passando in quell’androne, udendo dei passi, non potrò far
a meno di voltarmi, e magari rivederlo come
in un miraggio, mentre recita le filastrocche
del suo “Anghingò”.
Campo de’ fiori
25
Il Grand Tour:
antiche esperienze di giovani rampolli
E’
arrivata finalmente la
bella
stagione e con
essa la voglia di partire in vacanza,
ma i nostri tour come li conosciamo noi, quelli che ci
di Fabiana
propongono le agenzie di
Poleggi
viaggi, hanno un’origine
antica e precisamente ci giungono dal Gran
Tour il “ grande giro” che prese piede nell’aristocrazia inglese del XXVII° secolo.
Quando i ragazzi di buona famiglia raggiungevano l’età giusta (intorno ai venti anni),
era d’obbligo che completassero la loro
istruzione con un viaggio che li portasse a
conoscere la politica, la cultura, l’arte e le
antichità dei paesi europei, dove potevano
anche liberasi del loro comportamento grossolano imparando la raffinatezza e il savoirfaire. Il Tour non durava meno di due anni,
così i giovani rampolli facoltosi si organizzavano portandosi dietro un precettore, alcuni
domestici e naturalmente una scorta armata per difendersi dai numerosi assalti dei
predoni che avrebbero potuto incontrare
lungo la strada, poi il bagaglio comprendeva
oltre i vestiti e gli effetti personali anche generi alimentari, letti e tende da campo per
sopperire all’eventuale mancanza di alberghi.
Il Tour toccava naturalmente la Francia che
rappresentava all’epoca il vertice dello stile
e della sofisticazione, qui i giovani inglesi
imparavano i comportamenti raffinati che li
avrebbero distinti poi nei salotti della Gran
Bretagna. A Parigi sotto l’occhio attento dei
tutori, aiutati dai valletti, il primo passo im-
Johann Wolfgang Von Goethe - 1775
portante dei giovani inglesi era quello
di rifornirsi di un nuovo guardaroba
completamente francese, così rimessi
a nuovo erano pronti per essere introdotti nell’alta società francese. Dopo
Parigi, le altre città della Francia inserite nel tour erano Digione, Lione e
Marsiglia. Subito dopo si passava in
Italia con la visita dei suoi tanti monumenti, Firenze, Venezia e ovviamente Roma antica che divenne la
meta più popolare da visitare. Durante il viaggio i giovani acquistavano,
secondo le loro possibilità, numerose
opere d’arte e di antiquariato, compravano quadri di paesaggi da riportare in patria, un po’ come facciamo
oggi con le cartoline, i più facoltosi si
facevano ritrarre da uno dei pittori più
in vista al momento con alle spalle
una qualche bella veduta italiana, a ricordo del viaggio come noi facciamo
oggi con le foto. Passavano il tempo
studiando e facendo acquisti, gli studenti d’arte imparavano dalle nostre
architetture, gli stili e gli antichi modelli dei grandi artisti italiani. Tra le
Preparazione del Grand Tour” dell’artista tedesco
altre città da visitare c’erano anche
Emil Brack 1860-1905.
Pompei ed Ercolano che erano state
recentemente riscoperte. Anche la Grecia e
passando anche per Civita Castellana prima
le sue antichità era una delle mete più amdi giungere a Roma e descrivendola così:
bite del Gran Tour.
“Appena passato il ponte, ci si trova su un
E’ inutile dire che durante questi viaggi i rasuolo vulcanico, che può essere sia di vera
gazzi facevano anche altri tipi di esperienze,
lava sia di minerale più antico, trasformato
diciamo pure che la loro conoscenza amoper calcinazione e fusione. Si sale lungo le
rosa e sessuale veniva inclusa nelle tante
pendici di un monte che si direbbe di lava
esperienze da riportare in patria e che angrigia; vi si trovano parecchi cristalli bianchi
dava ad arricchire il loro curriculum quando
granatiformi. La strada che dal termine
in seguito avrebbero dovuto scegliere una
della salita conduce a Civita Castellana è
sposa, l’aver avuto altre esperienza infatti
della medesima pietra, resa ben liscia dal
costituiva una garanzia di successo in
passaggio delle ruote; la città è costruita su
campo sessuale.
tufo vulcanico, nel quale m’è parso di ravviL’espressione Grand Tour, sembra aver fatto
sare cenere, pomice e frammenti di lava.
la sua comparsa sulla guida “The Voyage of
Bellissima la vista del castello: il monte SoItaly” di Richard Lassels, edita nel 1670, ed
ratte una massa calcarea che probabili tanti libri che parlarono di questi affascimente fà parte della catena appenninica, si
nanti viaggi come “Coryat’s Crudities” il
erge solitario e pittoresco, le zone vulcanigrande successo di Thomas Coryat, scateche sono molto più basse degli Appennini e
narono una vera e propria mania per questo
solo i corsi d’acqua, scorrendo impetuosi, le
viaggio. Durante il XIX secolo, la maggior
hanno incise creando rilievi e dirupi in forme
parte dei giovani istruiti fecero il Grand Tour.
stupendamente plastiche, roccioni a preciPiù tardi, divenne alla moda anche per le
pizio e un paesaggio tutto discontinuità e
donne giovani, un viaggio in Italia con la
fratture. Dunque, domani sera a Roma! Non
zia nubile in qualità di chaperon faceva
riesco ancora a crederci e se questo mio
parte della formazione della signora d’alto
voto sarà appagato, che cosa potrei desideceto. Al Grand Tour, specie verso l’Italia,
rare ancora? Null’ altro, penso, che appronon erano estranei i giovani degli altri paesi
dare felicemente a casa con la mia barca
europei, come la Germania e la Francia.
piena di faggiani e ritrovarvi tutti i miei
Anche Johann Wolfgang von Goethe effetamici sani, lieti e ben disposti.”
tuò il suo Grand Tour in Italia
Una descrizione sublime e romantica che atdal 1786 al 1788 di cui scrisse nel suo fatraverso il tempo ci ha riportato le emozioni
moso diario di viaggio: “Viaggio in Italia”
di un antico viaggiatore del Grand Tour.
26
Campo de’ fiori
Associazione Artistica Ivna
L’OPERA D’ARTE DI
OMERO AMMANNATO
O
mero
Ammannato intraprende la
sua
formazione e il suo
percorso come esperienza
personale già nella scuola
della Prof. ssa dell’obbligo che per lui,
Maria Cristina come per molti, in quel
Bigarelli
periodo consisteva nella
scuola d’arte ceramica,
parificata alla terza media. Frequenta il
Liceo Artistico, nel quale ha studiato anche
suo fratello Piero. Deciderà successivamente di trasferirsi all’Istituto d’Arte di Civita Castellana, evitando il viaggio
quotidiano verso la Capitale. Consegue il Diploma, si iscrive all’Accademia di Belle Arti
di Roma. Sicuramente alla sua formazione
hanno contribuito periodi di lavoro presso
una fabbrica di piastrelle decorate a mano,
sita a Prima Porta in provincia di Roma ed
anche le sue attività lavorative presso gli
studi di artisti, quali Meli Salvatore, ceramista e scultore, che aveva lo studio sulla
via Appia presso Brooks Mel, anch’egli ceramista e scultore il cui studio d’Arte era
ubicato a Via Margutta. Si impegna a produrre e a creare nello studio di ceramica di
Paolelli di Roma per conto terzi , diretto
dall’esperto ceramista “Leonida”. La formazione ha avuto ulteriore sviluppo nel seguire suo fratello Piero, il quale si dedica
per tutta la vita all’Arte pittorica, raggiungendo notevoli traguardi. In questi ambiti si
specializza e approfondisce la tecnica del
marmo, del bronzo, del cemento armato
(dato il costo notevole della fusione), della
formatura in gesso, spaziando dall’Istituto
alla “Scuola” di suoi amici muratori, dall’Accademia alla Fonderia, la stessa dove fa
fondere una scultura per il cimitero dopo la
morte del fratello Piero. Interessante l’affermazione “filosofica”, che per Omero Ammannato è al pari di una norma di vita, del
rapporto tra arte visiva e musica grazie al
quale si possono raggiungere le Dimensioni
e l’Armonia, che legano i volumi e le linee
costituenti l’Opera, come fosse uno spartito. L’Armonia deve essere tale, da provocare emozione all’osservatore, come la
buona musica la provoca nell’ascoltatore, ci
istruisce il Maestro d’Arte. Numerose sono
le opere di diverse espressioni che possiamo ammirare e davanti alle quali possiamo emozionarci. Uno degli esempi
eccelsi dei suoi splendidi lavori è l’Altare situato nella cattedrale di Ischia di Castro. Si
tratta della sua prima e ultima opera, cosi
grande, in pietra di Travertino, scolpito interamente a mano, senza l’utilizzo di mar-
telli o scalpelli pneumatici.
Gli stessi scalpelli sono costruiti in loco, nella fucina
di un fabbro locale, che gli
ha dato la rigorosa e fondamentale assistenza tecnica. L’Altare è scolpito su
un monoblocco del peso di
13,50 tonnellate provenienti dalla locale cava di
travertino. Il bozzetto in
gesso viene presentato
alla Curia Vescovile di Montefiascone, da cui dipende
l’ Arcipretura di Ischia di
Castro e successivamente
alla soddisfazione espressa
per tale proposta scultorea, il monoblocco
viene collocato nel Duomo e lì scolpito. L’incarico di eseguire il lavoro viene dato da
S.E. mons. LUIGI BOCCADORO all’epoca
Vescovo di Montefiascone ed il promotore
di quest’ opera è l’Arciprete di Ischia di Castro, Don Antonio Papacchini che segue
con cura la realizzazione dell’Opera per tutti
i sei mesi impiegati da Ammannato fino
alla conclusione della stessa nel giugno del
1963. L’Altare rappresenta la Redenzione
dell’umanità dal peccato originale. Il titolo
“ la Redenzione”, infatti, vede al centro la
crocefissione con ai lati Mosè che presenta
le tavole della legge verso cui tende l’umanità, incarnata da Adamo ed Eva, dall’altra
parte la Madonna che supportata dalla
Chiesa aiuta la stessa ad avvicinarsi alla
salvezza. “La Redenzione” di Ammannato
è ancora oggi inevitabilmente contemporanea, sia nella fattura,che nel suo profondo
significato umano e spirituale.
Campo de’ fiori
L
27
Non lo so ancora
evanto, mese di settembre: nel parcheggio dell’ ospedale, Giulia, una giovane donna, attraversa sovrappensiero
e viene lievemente investita dall’auto condotta
dall’80enne Ettore, il quale si offre subito di soccorrerla, e, dopo il rifiuto, almeno di accompagnarla. Giulia accetta un passaggio alla stazione ferroviaria, dove scopre,
però, che i treni della giornata sono sospesi e che è costretta
di Catello
a restare sino al giorno dopo. D’altra parte sarebbe comunMasullo
que dovuta tornare per ritirare un referto molto importante,
per dirimere i dubbi dei medici sui suoi sintomi, che potrebbero essere la desiderata gravidanza, oppure una tragica menopausa precoce. Anche Ettore
aspetta dei risultati di analisi cliniche determinanti per la sua salute. Spontaneamente i due si ritrovano a trascorrere assieme la giornata, e l’attesa...…
Opera prima di Fabiana Sargentini. Che si era distinta come pluripremiata
documentarista. Dopo la laurea in Lettere (Storia e Critica del Cinema) con
una tesi su Robert Altman, inizia a lavorare come assistente e aiuto regia nel
cinema e nella pubblicità. Dal 1994 inizia a girare vari cortometraggi e documentari sia musicali che d’arte. Nel 1998 partecipa al Sacher Festival di Nanni
Moretti con il cortometraggio in Super8 “Se perdo te”, racconto tragicomico e
autobiografico della fine di una storia d’amore. Da allora ha realizzato altri
cortometraggi e documentari musicali e d’arte per canali satellitari. Il documentario “Sono incinta” (presentato per la prima volta al Torino Film Festival
2003), ha vinto il Bellaria Film Festival 2004 ed è stato mandato in onda in
DOC3 (RaiTre). Il successivo “Di madre in figlia” (presentato al Torino Film
Festival e al Festival dei Popoli 2004) ha vinto nel 2005 Sguardi Altrove Festival
di Cinema Femminile a Milano e il Bellaria Film Festival. Proprio al festival di
Bellaria, nel 2004, fa l’incontro che ha dato origine a questo suo film d’esordio.
Con Morando Morandini , il celeberrimo critico cinematografico, che di quella
edizione era direttore. Morandini ebbe una bella impressione del modo di fare
cinema della vincitrice del festival e diede luogo con la stessa una fitta corrispondenza epistolare. Fino a proporre alla Sargentini di scrivere assieme un
film. Dopo pochi giorni di riflessioni, la giovane regista concluse che non poteva che raccontare la storia del loro incontro. Di una giovane donna con un
uomo maturo. Mandò a Morandini una mezza pagina. Morandini aggiunse
qualcosa e gliela rispedì. E così via è cresciuto questo film. Con la complicità
di una scrittura a sei mani, essendosi aggiunto alla regista ed al grande critico
anche Carlo Pizzati. Per una gestazione piuttosto lunga, circa 6 anni per la
scrittura. Un film riuscito. Con atmosfere intimiste. Doppiamente crepuscolari.
Il protagonista maschile per età. La protagonista femminile per l’incombente
menopausa precoce. Tutto giocato nello strepitoso duetto di due grandi interpreti. L’inossidabile e vitale Giulio Brogi e la deliziosa e sempre più brava
Donatella Finocchiaro. Qualche piccola sbavatura nei passaggi logici (come
ad esempio lei che ha il costume sotto il vestito e se lo porta per tutto il giorno
dopo aver fatto il bagno a mare e lui che lascia che sia lei a pagare la spesa
al supermercato) è ampiamente perdonata dalla cura pregevole della messa
in scena. Dalle inquadrature talentuose dei primi piani ravvicinatissimi, ai dettagli di sole calzature nel lungo incipit. E dalla pregevole scansione del film,
realizzato mediante bellissimi acquarelli che si materializzano sullo schermo,
ad anticipare la scena, quasi uno story board nel tempo reale della proiezione,
che esprime al meglio la magia e la poeticità della sospensione temporale di
questa giornata settembrina. Il film, nonostante abbia ben figurato al recente
festival di Pesaro, non ha ancora trovato una distribuzione italiana, e rischia
di andare ad ingrossare il novero dei film italiani invisibili. Un vero peccato.
Curiosità: i notevoli acquarelli sono realizzati da Luca Padroni, compagno
nella vita di Fabiana Sargentini, padre del loro ragazzino, che ha sorpreso,
messo in apprensione ed infine inorridito Nanni Moretti, quando ha rischiato
di sfiorare lo schermo del suo Sacher, mentre lo stesso intervistava la regista
sul palco, dopo la prima romana alla nota manifestazione di opere prime italiane “Bimbi Belli”. L’intervento risolutivo del padre pittore, che ha portato via
il recalcitrante bimbo, ha impedito il materializzarsi di una incipiente “sindrome
di Erode…” che stava per scatenarsi nel noto regista, operatore culturale e
mecenate romano…
TITOLO: NON LO SO ANCORA
REGIA: Fabiana Sargentini
INTERPRETI PRINCIPALI:
Giulio Brogi - Donatella Finocchiaro - Orietta Notari
Alessandra Frabetti - Pierluigi Pasino
ORIGINE: ITALIA
PRODUZIONE: MARCO LEDDA E GIANLUCA ARCOPINTO
PER SETTEMBRINI FILMS
DURATA: 80’
SOGGETTO: COMMEDIA AGRODOLCE E CREPUSCOLARE
FRASI DAL CINEMA: “Non si preoccupi, signora, la vita è
troppo breve per viverla di paure!
Grazie per la sensibilità!”. (il medico, fuori campo, e Donatella Finocchiaro).
“Quanti anni ha?
Non ne ho più. Li ho finiti!”. (Donatella Finocchiaro e Giulio
Brogi).
“Non c’ero mai. Tutto accadeva in mia assenza.
Lei era uno di quei padri trasparenti in technicolor!”. (Giulio
Brogi e Donatella Finocchiaro).
“Non so chiedere aiuto. È che ho sempre paura che se
chiedo aiuto a qualcuno, qualcuno che amo, magari l’aiuto
te lo da . ma poi se ne va. Come ha fatto mio padre quando
ero piccola!”. (Donatella Finocchiaro a Giulio Brogi).
“Dicono che le lacrime delle donne siano segno di fragilità.
Io dico che sono un segno di forza.
E allora io sono fortissima!”. (Giulio Brogi e Donatella Finocchiaro).
“L’heure entre le chien et le loup.
Che significa?
I francesi chiamano così il momento del tramonto : l’ora tra
il cane ed il lupo!”. (Giulio Brogi e Donatella Finocchiaro).(è
l’equivalente italiano di “tra il lusco ed il brusco”, dal latino
“luscus”, che è guercio, cieco + brusco nel senso di oscuro.
La versione francese, peraltro già presente nel tardo latino,
si riferisce ad una condizione di luminosità incerta in cui è
difficile distinguere un cane da un lupo, ndr.)
VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi) 7
Leggenda:
CAPOLAVORO ****quattro stelle: equivalente in decimi: 10
DA NON PERDERE ***tre stelle : equivalente in decimi: 8
DISCRETO
** due stelle : equivalente in decimi: 6
DA EVITARE *una stella: equivalente in decimi: insufficiente: meno di 6
Campo de’ fiori
28
Se il conflitto no
NIENTE GUERRA PER
N
essun appassionato di ciclismo
d’una
certa età non
avrà pensato,
almeno per una volta nella
sua vita, a quanti successi
di Secondiano
conseguito
avrebbero
Zeroli
Coppi e Bartali se non ci
fosse stata la seconda
guerra mondiale. L’ esercizio è retorico, lo
so bene, trasuda nostalgia, regala nient’altro che effimeri trionfi, induce a facili risolini
di supponenza, ma a me è piaciuto tentarlo
e, con buona pace di chi ci riderà su, voglio
provare a spiegarlo a chi avrà la pazienza di
seguire il filo onirico della mia “passionale
razionalità”. Siamo dunque nel 1940 con
Coppi che ha appena conquistato il suo
primo Giro d’ Italia e con Bartali che
schiuma rabbia e medita di andarsi a prendere la rivincita in terra di Francia. Al Tour
“Ginettaccio” ha sostanzialmente due avversari che gli contrasteranno il passo: il
francese René Vietto (classe 1914, la stessa
di Bartali) e lo spagnolo Julian Berrendero
(1912) scalatore dalle notevoli capacità e
già vincitore della classifica del Gran Premio
della Montagna nel Tour del ’36. Coppi è ovviamente assente per via della sua giovanissima età; per quest’anno gli dovrà
bastare di aver assaporato la gioia della vittoria nel Giro d’ Italia. Bartali si aggiudica
pertanto il Tour del 1940, superando nell’
ordine proprio il beniamino locale Vietto e
l’ iberico Berrendero. Ma a questo punto
una domanda sorgerà spontanea: chi sono
all’inizio degli anni ’40 i ciclisti più forti in circolazione? Cercherò di rispondere facendo
innanzitutto un elenco dei ciclisti migliori divisi per nazionalità. Cominciamo da casa
nostra. In Italia abbiamo: Gino Bartali(14)
Fausto Coppi(19) Fiorenzo Magni (20) Mario
Vicini (13) Ezio Cecchi (13) Giordano Cottur
(14) Vito Ortelli (21) Enrico Mollo (13) Aldo
Ronconi (18) Salvatore Crippa (14) Severino
Canavesi (11) Giovanni Valetti (13) Adolfo
Leoni (17) Alfredo Martini (21) Olimpio Bizzi
(16). Passiamo ora ai francesi: René
Vietto(14) Victor Cosson (15) Jean Robic
(21) Pierre Brambilla (19) Edouard Fachleitner (21) Guy Lapebie (16) Lucien Teissère
(19). Più numerosi sono i belgi. Abbiamo:
Stan Ockers (20) Romain Maes (13) Sylvère
Maes (09) Lucien Vlaeminck (14) Alberic
Schotte (19) Félicien Vervaecke (07) Achiel
Buysse (18)Désiré Keteleer (20) Gustaaf
Deloor (13) Marcel Kint (14) Georges Claes
(20) Richard Depoorter (15). Pochi gli svizzeri di un certo livello, se si fa eccezione per
Ferdy Kubler (19); gli altri sono : Leo Am-
Fausto Coppi
berg (12) Hans Knecht (10) e Paul Egli (11).
Si riduce a due la pattuglia d’un certo peso
degli spagnoli. C’è il già citato Julian Berrendero (12) e Dalmacio Langarica (19). Di
nessuna consistenza la rappresentanza a livello internazionale di olandesi, tedeschi ,
inglesi e portoghesi. Occorre a questo
punto notare come non siano presenti in
questo elenco avversari storici di Bartali e
Coppi come Hugo Koblet, Louison Bobet e
Rik Van Steenbergen ma la spiegazione è
semplice: essi sono troppo giovani in quel
periodo di tempo, essendo lo svizzero e il
francese del ’25 ed il belga del ’24. Sono ancora troppo giovani gli spagnoli Ruiz(25) e
Lorono (26), il belga Impanis (25) e lo svizzero Schar (26). La nostra storia può dunque riprendere dal 1941, non senza però
prima precisare che dalle mie analisi previsionali ho inserito soltanto i nomi dei possibili protagonisti delle sole due grandi corse
a tappe : il Tour de France e il Giro d’Italia.
Sarebbe ancora più impossibile voler ipotizzare vincitori e piazzati nelle grandi classiche internazionali, come ad esempio la
Sanremo o la Roubaix. E a questo proposito
c’è da rilevare come le cosiddette “ classiche-monumento” di oggi non corrispondano
a quelle dell’ epoca di Coppi e Bartali, perché non si spiegherebbe altrimenti come lo
stesso Fausto non abbia mai partecipato al
Giro delle Fiandre, una sola volta alla Freccia Vallone (ha vinto nel ’50) e una sola
volta alla Liegi(ritiro per una caduta). Di
fatto in quegli anni rivestivano una grande
importanza le classiche italiane, come il Giro
dell’Appennino, la Tre Valli Varesine, il Giro
del Piemonte, della Toscana e perfino la
Roma- Napoli- Roma che si correva in parte
dietro motori. Sulla Vuelta di Spagna occorre essere molto chiari. A quei tempi non
valeva nulla ed oltretutto veniva disputata
a singhiozzo. Debuttò nel 1935 e si corse
anche l’anno successivo ma si fermò per
quattro anni in coincidenza con la guerra
civile, riprese nel biennio ’41-’42, ma si
Gino Bartali
fermò ancora nel ’43 e nel ’44 per poi arrivare al ’48. Non si corse nel ’49 e per altri
quattro anni dal ’51 al ’54. Riprese regolarmente con cadenza annuale soltanto dal
1955. Ecco perché mi fa rabbia quando
sento dire che soltanto tre atleti( Hynault,
Merckx e Gimondi) hanno vinto le tre grandi
corse a tappe… Ma lasciamo perdere e ritorniamo piuttosto nel mio stravagante
sogno. Nel 1941 Gino Bartali è letteralmente scatenato. JACQUES Goddet gli ha
appena detto che lui sarà il più grande della
storia del Tour ed il toscano che cosa fa?
Comincia col vincere il Giro, profittando di
un improvviso calo di forma del suo giovane
rivale Fausto Coppi e della superiorità palesata sulle grandi montagne nei confronti dei
belgi Sylvère Maes e Félicien Vervaecke. I
due fiamminghi non sono tanto teneri da
domare. Il primo ha già vinto due Tours,
con nove vittorie di tappa e vestendo per
ben 26 giorni la maglia gialla, il secondo,
scalatore puro, si è imposto per due volte
nella classifica del Tour quale miglior scalatore, imponendosi anche in sei tappe. Al
Tour del ’41 Ginettaccio appare letteralmente scatenato e domina la classifica finale vincendo con oltre dieci minuti sul
francese Victor Cosson, un passista già
giunto terzo al Tour del ’38, mentre è ancora terzo l’inossidabile belga Vervaecke.Il
1941 è dunque ricordato come l’anno in cui
un ciclista, cioè Bartali, sia riuscito a conquistare per la prima volta nella storia e la
maglia rosa e quella gialla nello stesso
anno. L’ anno successivo un ritrovato Fausto
Coppi, al pieno d’una rivalità con Bartali che
spacca in due la penisola, ormai nella maturità dei suoi 23 anni, vince il Giro superando proprio Bartali ed il talentuoso belga
Sylvère Maes che all’età di 33 anni è ancora
in grado di dire la sua in una grande corsa
a tappe. Al tour del ’42 l’armata “italienne”
è inarrestabile. Vince Coppi ancora su Bartali, mentre al terzo posto troviamo Ezio
Cecchi “lo scopino di Monsummano”, abile
Campo de’ fiori
29
on ci fosse stato
ER COPPI E BARTALI
Julian Berrendero
René Vietto
scalatore, già secondo al Giro del ’38 e sempre ben piazzato nella grande corsa italiana.
Il 1943 non è un buon anno per gli italiani.
Lo svizzero Ferdy Kubler, che ha vestito la
maglia gialla che ha la stessa età di Coppi,
vince il Giro su Giovanni Valetti, già vincitore dei Giri del ’38 e del ’39 ed in grado di
contrastare, soprattutto in salita, il forte
corridore elvetico. Al terzo posto si affaccia
sulla ribalta internazionale Fiorenzo Magni,
discesista provetto, buon passista e discreto
cronomen. Il Tour ’43 torna dopo qualche
anno a parlare francese perché René Vietto,
tenace scalatore-passista che ha già vinto
otto tappe al Tour e che ha vestito la maglia
gialla per ben otto giorni nel 1939, riesce a
frenare le ambizioni di Bartali, comunque
indomito fino a Parigi, mentre al terzo posto
troviamo uno sgraziato scalatore, appena
ventiduenne che si chiama Jean Robic.
L’anno successivo segna la consacrazione di
Fiorenzo Magni che supera all’ultimo tuffo
il sorprendente svizzero Hans Knecht, vincitore sei anni prima d’un campionato mondiale dilettanti su strada, ottimo passista e
buon sprinter. Un belga, Stan Ockers si
piazza al terzo posto dopo aver vinto tre
tappe. Nella “Grande Boucle” Fausto Coppi
non ha rivali e sia Kubler che Schotte giungono a distanze siderali dall’ormai consacrato “Campionissimo”. Il 1945 certifica la
indiscussa caratura internazionale dei nostri campioni. Il Giro lo vince Coppi su Bartali e Magni, mentre il Tour e appannaggio
Félicien Vervaecke
d’un Bartali dominatore assoluto della montagna ed in grado di mettere tra se e Kubler,
ancora secondo un ampio margine di minuti. Sulla parte bassa del podio di Parigi si
posiziona il belga Ockers, mai domo anche
se poco competitivo sulle grandi salite. Il
Giro del ’46 non è un sogno giacché Bartali
ha realmente superato Coppi, mentre le
braccia di Morfeo mi riprendono per qualche
istante con il Tour vinto da un Coppi desideroso di rivalsa, sul belga Schotte ed il redivivo francese René Vietto, ormai al
classico canto del cigno. E a proposito di
Vietto, ricorderete come il transalpino sia
nato lo stesso anno di Gino Bartali, ma a
marcare la differenza tra i due c’è da rilevare che Vietto si ritirò appena passata la
guerra mentre Bartali iniziò proprio dal
primo dopoguerra la sua titanica battaglia
con Coppi. Nel ’46 il toscano aveva infatti
già 32 anni, guarda caso la stessa età di
Eddy Merckx e di Bernard Hynault, quando
i due campioni decisero di attaccare la biciletta al classico chiodo…La grandezza di
Bartali è davvero incommensurabile e nella
sua leggendaria ed interminabile sfida con
Coppi certamente il peso dell’età ha giocato
negativamente solo per lui. Comunque ora
che siamo arrivati al termine di questa “carrellata onirica” io credo che di una cosa si
possa essere certissimi e che cioè, senza la
guerra, Bartali e Coppi avrebbero profittato
d’un quinquennio senza grandissimi avversari sul proscenio internazionale. Non sa-
rebbero certamente stati i vari Vietto, i
Robic, gli Ockers, i Maes, i Kubler ad impedire ai due nostri fuoriclasse di fare incetta
di Giri e di Tours e magari anche di cogliere
affermazioni in certe classiche belghe e
francesi e (soltanto per Coppi) di aggiungere altri titoli mondiali di inseguimento su
pista. Ma sarebbe viceversa da superficiali
non considerare che se la guerra non ci
fosse stata davvero difficilmente Bartali
avrebbe potuto vincere il Tour anche nel ’48
dieci anni dopo la sua prima affermazione
nella “Grande Boucle” e anche Coppi probabilmente non avrebbe vinto il Giro del ’53,
tredici anni dopo il suo esordio vittorioso del
1940. Ipotesi sicuramente, giacché senza il
grande conflitto mondiale le carriere dei due
assi italiani non sarebbero potute durare,
come sono invece durate nella realtà, ben
venti anni. Ma è fantastico poter pensare
che Fausto Coppi avrebbe potuto vincere 7
Giri d’Italia e 5 Tours de France e Gino Bartali 4 Giri e 5 Tours…Tra i due si inserirebbero in una ipotetica classifica senza tempo
Eddy Merckx con 5 Giri e 5 Tours e Bernard
Hynault con 3 Giri e 5 Tours. Dalla voce mitica di Mario Ferretti sarebbe davvero incredibile poter udire (con il cognome detto
prima del nome, come ascoltavo alla radio
da bambino) questo ordine d’arrivo : 1°
Coppi Fausto 2° Merckx Eddy 3° Bartali
Gino 4° Hynault Bernard… Nel sogno si ha,
talvolta, la possibilità di evocare tante belle
e commoventi verità.
Campo de’ fiori
30
LA STORIA DELLA ROMA CIVITA CASTELLANA - VITERBO
Civita Castellana. Anni ‘40. La tramvia passava per via V. Ferretti. In questa cartolina originale dell’archivio del Sig. Roberto Felicetti, si vede bene
il vecchio Ospedale Andosilla sulla sinistra, ed un piccolo, ma ben curato, giardino nell’edificio di fronte, oggi attuale sede delle scuole elementari.
... continua dal numero 104
N
el 1928 la
S.R.F.N. presentò il progetto definitivo
per l’adozione
di Francesca
delle scartamento ordinaPelinga
rio sull’intera linea e nel
1930 ci fu l’autorizzazione
per l’esecuzione dei lavori di allargamento
della sede stradale. Con l’entrata dell’Italia
in guerra, vennero emanate le norme da rispettare in caso di allarme aereo e impartite
disposizioni in merito alla riduzione dell’illuminazione sui treni e nelle stazioni.
Generi alimentari e abbigliamento furono
razionati e fu quindi abolita la distribuzione
di divise al personale che si ridussero al solo
berretto, ci fu il divieto di allontanarsi dal
posto di lavoro in caso di incursione aerea
e i treni in arrivo a Viterbo si dovevano fermare a Bagnaia, ritenuta più sicura.
Venne poi disposta la militarizzazione di
tutto il personale della ferrovia ad eccezione
delle donne e dei minori di 17 anni: lo stato
di militarizzazione era quello di indossare un
bracciale azzurro.
Il servizio era comunque assicurato, ma nel
1944, data la scarzezza dei carburati, le
corse furono ridotte a solo tre giorni la settimana. Ai soldati tedeschi, su alcuni treni,
venivano riservati otto posti in prima classe
e quattordici in classe terza.
A causa dei bombardamenti aerei nel 1944
e delle distruzioni effettuate dalle truppe tedesche, la linea ferroviaria subì notevoli
danni: i fabbricati di Civita e l’officina di Ca-
talano furono distrutti.
Nel 1946 fu dato l’avvio alla loro ricostruzione. Nel 1953 fu inaugurata la nuova stazione di Viterbo poiché nel 1944 i ripetuti
bombardamenti aerei avevano raso al suolo
il fabbricato, erano stati feriti cinque agenti
e la signora della biglietteria era stata colpita a morte sul posto di lavoro.
La ferrovia ha compiuto un secolo di vita e,
nonostante tutti gli interventi di ammodernamento, dimostra abbastanza gli anni che
ha.
Molti di noi, me compresa, hanno dei ricordi
bellissimi legati al tempo della scuola
quando, per andarvi, prendevamo il treno.
Purtroppo, poi, lo sviluppo dell’automobile
ha relegato il servizio ferroviario a funzioni
secondarie condannandolo ad un lento declino.
Campo de’ fiori
31
PER UNA STORIA DI PIAZZA
DI SAN CLEMENTE: 19 APRILE 1949.
del Prof. Architetto Enea Cisbani
N
... continua dal numero 103
el 1957 l’amministrazione comunale guidata dal Sindaco e
Senatore Enrico MINIO, dà
l’avvio ad una serie di importanti opere pubbliche – illuminazione stradale, rifacimento delle principali
arterie cittadine, fognature, acqua potabile
nelle abitazioni, scuole rurali e scuola media
- che modificheranno totalmente l’immagine
urbanistica della città, tra cui i Bagni Pubblici in largo Cavour, al piano terra del palazzo comunale e in piazza di San Clemente,
quest’ultimo demolito verso la fine degli
anni’80.
In quel periodo non tutte le abitazioni del
centro storico disponevano del servizio igienico e non tutti i locali pubblici allora esistenti erano dotati del bagno.
Oggi tutte le abitazioni del centro antico dispongono del locale igienico e come da normativa vigente tutti i locali commerciali ne
sono provvisti, quale requisito fondamentale per ottenere il permesso di agibilità e
l’autorizzazione per la vendita al consumo.
Il 18 febbraio 1957 la ditta incaricata dei lavori, nelle operazioni di scavo del manufatto
- in quanto totalmente interrato e con terrazzo superiore al livello della piazza a
quota +50 cm. - rinviene un ossario e numerosi resti scheletrici: praticamente un Cimitero, legato alla presenza nella piazza,
anche se non più officiata dal 1833, della
chiesa di San Clemente.
Alcuni bambini, per gioco, prendono alcune
ossa e le portano in Cattedrale a Don Gino
CONTI, allora Vicario Parroco, il quale relaziona immediatamente l’accaduto al Vescovo Mons. Roberto MASSIMILIANI.
Il giorno seguente, il Vescovo scrive una circostanziata lettera circa l’accaduto sia alla
Prefettura di Viterbo che alle Belle Arti di
Roma.
E’ anche l’avvio ad una nutrita serie di lettere tra lo stesso Vescovo e il Senatore
Minio.
Mons. Roberto Massimiliani ed Enrico Minio:
due titaniche e gloriose figure della storia
moderna di Civita Castellana.
Diversi per formazione culturale e politica:
Mons. Massimiliani si forma a Roma nell’importante Collegio Capranica, successivamente nell’Università Gregoriana e infine
parroco di San Gregorio e insegnante di Religione nell’Istituto Industriale “Montani” di
Fermo, mentre Minio, essenzialmente
un’autodidatta, è dapprima operaio e poi attivista politico negli anni ’30 nelle file del
Partito Comunista d’Italia dopo la scissione
di Livorno del 1921.
Un elemento li accomuna: entrambi gli zii
paterni erano Monsignori.
Mons. Massimiliani aveva una zio Vescovo a
Falerone, mentre Enrico Minio era il nipote
di Mons. Filippo MINIO, Rettore per 25
anni del Seminario Vescovile di Civita Castellana e poi del Seminario Romano.
Oggi, a livello locale, i rapporti tra potere civile e religioso sono improntati alla cordialità e al reciproco rispetto, ma nel 1957 – in
piena guerra fredda – con la città roccaforte
del Partito Comunista Italiano e dominata
dal Sindaco Minio, ogni avvenimento è motivo di contrasto e aspra lotta politica.
Il Vescovo Massimiliani invia a Minio due lettere: la prima del 20 febbraio e la seconda
del 4 marzo 1957.
Nella lettera del 4 marzo 1957, leggiamo:
On. Sig. Sindaco di Civita Castellana, rispondo alla sua del 2 scorso, mandatami a
mano, circa i lavori della piazza San Clemente per i quali avevo scritto la mia del 20
febbraio: Ella si lagna della mia lettera perché ho scritto che si sta facendo un cesso a
Civita C., nella piazza di San Clemente,
senza riguardi a sentimenti di pietà e religione e mi accusa di ingiuria e calunnia: ciò
che io chiami Cesso, ella più sotto Gabinetto, il che se io comprendo qualcosa del
suo italiano, è l’equivalente; ma senza voler
discutere sulla parola, è certo che ivi si costruisce un gabinetto di decenza. Nella mia
lettera, più che a parlare a mio nome, io mi
feci eco delle lamentele e proteste della popolazione del quartiere e del Clero, che vivamente disapprovano quella iniziativa. E la
pregavo di desistere. Il motivo: perché nello
scavare era stato rinvenuto un cimitero.
Erano state rinvenute molte ossa umane:
tombe e un ossario. Difatti ivi era l’antica
chiesa di San Clemente ed è noto che nelle
chiese o presso di esse, per molti secoli, si
sono seppelliti i morti. Come Lei osa dire
che non vi era cimitero, né tombe, né ossario?Ragazzi che giocavano con le ossa
umane sono giunti fino alla Cattedrale e il
Parroco venne a notificarmi la cosa. Per
questo mi recai la mattina dopo sul posto.
Ov’è la calunnia? Ov’è l’ingiuria?Fare un gabinetto di decenza lì, a me e non a me solo,
è sembrato atto che offende sentimenti di
pietà e religione. Ella si lagna che io avrei
preso e conservato verso l’Amministrazione
Comunale una posizione di ostilità, malgrado quanto si è fatto per il benessere del
paese e il progresso. Quando Ella nell’aprile
1953, il 22 precisamente, in pubblica piazza
si permise di dire che manifestazioni religiose onorate anche della presenza di un
Cardinale erano manifestazioni politiche, le
disapprovò e giunse a boicottarle, fu quella
una manifestazione di rispetto e deferenza
verso la mia persona? Giacchè mi preme
dire che io non sono qui per me e la mia privata persona: io sono qui a rappresentare
la Chiesa...
... continua sul prossimo numero
ERRATA CORRIGE
Sul precedente numero di Campo de fiori (104, Giugno 2013), nellarticolo del Prof. Enea Cisbani,
a pagina 31, è stato erroneamente riportato il nome dellartista Viola Cima in luogo di VIOLA
CARABELLI. Ci scusiamo con la protagonista dellequivoco per quanto accaduto e con tutti
i nostri lettori che hanno prontamente segnalato lerrore. Abbiamo immediatamente cercato
di porre rimedio al fatto, pubblicando correttamente sul notro sito www.campodefiori.biz, larticolo
con il cognome corretto.Chiediamo nuovamente venia a tutti.
32
ABBRONZARE… MANGIANDO…
Campo de’ fiori
Si può, grazie alle vitamine antiossidanti che si trovano in frutta e
verdura, ma non solo! Scoprite quali... per avere una abbronzatura facile e duratura!
N
on c’è solo un
bel
cappellino,
una
buona crema
abbronzante
e quant’altro per proteggersi dal sole e dai …colpi
di Josiane
di sole! Potete abbronMarchand
zarvi senza rischi con l’alimentazione, un certo tipo
Naturopata
di alimentazione, che aiuterà la vostra pelle a resistere al meglio al
sole cocente e che la preparerà ad acquistare un colore invidiabile.
E’ ovvio che occorre prediligere i buoni alimenti …
Allora, fate il pieno di anti ossidanti! Voi
sapete che i raggi ultravioletti del sole vi
fanno abbronzare attivando la produzione
di melanina, ma nello stesso momento attivano lo sviluppo dei radicali liberi proprio
all’interno delle cellule della pelle. Da qui,
un invecchiamento accelerato di quest’ultima e il rischio di cancro della pelle.
Ma se consumate abbastanza vitamine
antiossidanti: A, C e E, la vera arma contro i danni dei radicali liberi, siete a posto.
Aumentando anche l’apporto di selenio,
altro antiossidante molto efficace e rinforzando il consumo di beta-carotene e pro-vitamina A, la vostra pelle resisterà meglio ai
raggi solari e comincerà a colorarsi leggermente senza danni!
Dove trovare le vitamine pro-sole?
Vitamina C e Beta-carotene in frutta e
verdura fresche dell’estate. Consumatele
preferibilmente crudi o sotto forma di succhi, per avere un valore vitaminico ottimale.
Le migliori fonti di Vit. C: fragole, peperoni, crescione, pomodori.
Per il beta-carotene: il mango, albicocche, melone, carote, pesche gialle, spinaci,
crescione, anguria.
Per la Vitamina A: fegato, uovo (tuorlo)
pesce grasso, burro e formaggi.
Per la Vitamina E: oli vegetali (girasole e
mais) da utilizzare per cucinare e per condire. Presente anche nelle mandorle e le
nocciole (perfette per l’aperitivo) e le verdure fresche.
Il Selenio: crostacei, frutti di mare, e i
pesci, ma anche nei funghi, aglio e cipolla
e nei cereali integrali.
Attenzione al finocchio e al sedano: contengono psoraleni che sensibilizzano la pelle e
favoriscono i colpi di sole!
Dovete pensare anche ad idratare la vostra
pelle dall’interno. Come? Bevendo!
Quando ci si espone regolarmente al sole,
gli acidi grassi della membrana cellulare cutanea vengono aggrediti e distrutti. La pelle
perde morbidezza e si disidrata. Allora? Be-
vete, bevete, fino ad arrivare ad una idratazione sufficiente dell’organismo. Apportate all’organismo anche sufficienti corpi
grassi come l’olio vegetale e pesci ricchi in
acidi grassi essenziali alfa-linoleici della famiglia degli Omega-3.
L’acqua è la migliore bevanda. La più adatta
per reidratare, soprattutto quando fa caldo.
Acqua liscia o gassata, di rubinetto e in bottiglia, naturale o aromatizzata ma non zuccherata, da bere ben fresca (ma non
ghiacciata!) Berne almeno 1  litro al
giorno, senza aspettare di avere sete.
Se volete sapere come reintegrare l’acido
alfa-linoleico, sappiate che da 1 a 2 cucchiai
da minestra di olio di noce, di colza o di soia
con una porzione di pesce grasso (salmone,
sardine, tono, maccarello) vi basteranno. Gli
altri oli vegetali, le noci, l’avocado, i germi
di grano possono completare l’apporto così
come le verdure “ a foglie” come spinaci,
crescione, cavoli…
Ricordate però che tabacco e alcool sono i
nemici della buona salute della pelle: la rendono fragile e spenta. Non dimenticate che
l’alcool porta calorie… Se ne consumerete
troppo, rischiate di non poter più indossare
il vostro costume già nel bel mezzo delle vostre vacanze! Ricordatevi di aver cura di
voi...sempre
Foto An
to
neta
34
Campo de’ fiori
Finnegans Wake
Intervista al gruppo musicale italiano che ama suonare la musica irlandese
L
tutto nasce 5/6 anni fa da lui, appunto, chitarrista, da un altro ragazzo, Francesco (che ora non fa
più parte del gruppo), appassionato di letteratura Irlandese e da
Jacopo, violinista; il nome del
gruppo, deriva dall’opera più famosa di Joyce ma evoca anche
una canzone comica irlandese in
cui viene raccontata la storia di un
tizio che ubriaco, durante il suo
turno di lavoro, cade da una impalcatura di un palazzo, tutti credono che sia morto, ma lui grazie
ad alcune gocce di whisky che gli
cadono sul viso mentre è deposto
(J.R.R. TOLKIEN, Il Signore degli Anelli) nella bara, si risveglia durante la
veglia per il suo funerale.
Da qualche anno fa parte di queangolo del colsto gruppo anche Mirko, come elemento di
lezionista, la
supporto alla chitarra, che ricorda così il suo
rubrica
che
“esordio”:« Ho ascoltato un po’ di canzoni
sono solita cuda Jacopo, il quale mi ha proposto di andare
rare sulle paa vedere le loro prove e di provare a fare
gine di questa rivista, in
musica e così, quasi senza volerlo, ho iniquesto incontro estivo laziato questo cammino!». Recentemente alla
di
scia merletti e naftalina in
“Compagnia” si sono uniti un altro Paolo
che suona il Bodhran e il Cajon, Marta che
Letizia Chilelli soffitta per vestirsi, di
Verde!
suona il contrabbasso e Gabriele che suona
Verde come la meravigliosa Irlanda che ci
il flauto traverso Irlandese e il Tin Whistle.
viene descritta e “raccontata” dai Finnegans
Dove reperite testi e musiche?
Wake, un gruppo composto da 6 ragazzi
«Le musiche ed i testi sono di origine reche suonano musica folk irlandese, tradiziomota e non hanno autori, anche se quello
nale e acustica.
che proponiamo noi oggi è una rivisitazione
Ho scelto di aprire questo nostro appuntadi musiche che si suonavano negli Anni Sesmento con i versi raccontati da Frodo, prosanta».
tagonista de “Il Signore degli Anelli”, poiché
Suonate molti strumenti “inconsueti”,
è proprio questa l’atmosfera che si respira
quali studi avete fatto, musicalmente
incontrando Paolo, Jacopo e Mirko, tre dei
parlando?
sei componenti di questo gruppo così spePaolo:« Io suono la Mandola e sto cominciale nel loro genere. La loro può essere
ciando lo studio del Banjo da autodidatta,
considerata una piccola “Compagnia delho preso lezioni di chitarra e non nascondo
l’Anello”soprattutto per quanto riguarda la
che faccio molta fatica poiché sono mancino
loro amicizia e le atmosfere che evocano
e quindi, spesso trovo parecchia difficoltà a
con la loro musica.
reperire gli strumenti, che sono pensati,
quasi sempre, per i destrorsi».
Come è nato questo gruppo?
Jacopo:« Suono il violino da quando sono
Paolo, il “saggio” del gruppo ci racconta che
bambino, sto imparando a suonare il Tin
a Via prosegue senza fine
Lungi dall’uscio dal quale parte.
Ora la Via è fuggita avanti,
Devo inseguirla ad ogni costo
Rincorrendola con i piedi alati
Sin all’incrocio con una più larga
Dove si uniscono piste e sentieri.
E poi dove andrò? Nessuno lo sa.
L’
Whistle, il Bouzouki e l’Armonica a bocca».
Mirko:« Io ho preso lezioni base di chitarra,
anzi colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente il mio maestro Fabrizio Mancini,
detto “Marietto”, che mi ha fatto innamorare
di questo strumento e del “metal estremo”,
negli ultimi tempi, sono migliorato tecnicamente e questo grazie al fatto che sono entrato nel gruppo e per non farmi mancare
nulla, canto!».
Marta frequenta il conservatorio, Gabriele è
diplomato in clarinetto, l’altro Paolo studia
da autodidatta e suona musica Irlandese
con alcune delle band più importanti del
Centro Italia e anche dell’estero.
Da come ho potuto finora capire, il vostro è un genere molto particolare,
avete molto seguito?
Paolo:« In generale, quando suoniamo,
siamo apprezzati, anche se possiamo dire
che la nostra musica è un po’ di nicchia»,
interviene Jacopo:« Confermo ciò che dice
Paolo, la differenza però la fa l’ambiente in
cui suoni, un conto è girare per i locali, un
altro è partecipare ad eventi importanti
come i Festival di Guidonia, Montelago e
Casperia dove ci sono molti gruppi che arrivano da tutto il mondo».
Mirko:« Concordo anche io sul genere di
nicchia, non ci sono molti gruppi che fanno
questo genere di musica! Per la nostra
esperienza possiamo però dire che essere
ragazzi, fa sì che la nostra musica venga ap-
Campo de’ fiori
prezzata anche dai giovani
che, curiosi, vengono volentieri a sentirci per la
prima volta e che poi ci
chiedono dove potranno di
nuovo venire a vederci;
non nascondiamo però che
il piacere di ascoltarci è
condiviso da persone di
ogni età, ed è bello vedere
la gente che ci ascolta con
interesse,
partecipando,
anche se non capisce i testi
delle canzoni a causa della
lingua!».
Avete un sito o una pagina facebook dove è possibile seguirvi?
«Abbiamo la nostra pagina Facebook:
https://www.facebook.com/finneganswakeirishmusic e un profilo su Youtube:
http://www.youtube.com/channel/UC5px2h
pT0T7dDWVJaSA1O8A».
Ora un pochino di pubblicità: perché i
nostri lettori dovrebbero venire ad
ascoltarvi?
Jacopo:« Per ascoltare la musica! Perché
suoniamo musica allegra e divertente, abbiamo una buona carica, tanto entusiasmo
e non per ultimo i ragazzi della nostra età
hanno la possibilità di venire a vedere e
sentire strumenti che non si vedono e non
si sentono tutti i giorni!».
Paolo:« Possiamo dire che la nostra musica
è diversa dal panorama che c’è in giro ed è
proprio per questo che ci accontentiamo di
fare qualche serata in meno, ma non vogliamo essere uguali a nessuno!». Mirko:«
Per passare una serata in allegria, con una
musica che ti prende subito come sottofondo!».
Parlando con voi traspare che tra di
voi c’è anche una bella amicizia, cosa
apprezzate l’uno dell’altro?
Paolo:« Di Jacopo apprezzo una la sua sincerità, anche se a volte essere troppo di-
35
Jacopo:« Tengo a precisare
che ci frequentiamo anche
quando non suoniamo, non
amiamo la discoteca, preferiamo vederci in ambienti
più intimi come i pub , le
enoteche e spesso ci portiamo dietro gli strumenti
con i quali “accompagniamo” le nostre serate».
retto diventa un difetto! E poi è eclettico e
disponibile. Mirko è caparbio, infatti anche
se suona da poco, si è buttato a capofitto
in questo progetto; anche di lui apprezzo la
sincerità. Mi faccio portavoce di Jacopo e
Mirko anche per ciò che apprezziamo di Gabriele, molto preparato ed un vero avventuriero, che si è dedicato anima e corpo al
nostro gruppo anche con tutte le difficoltà
logistiche che può incontrare una persona
che non vive nel tuo stesso paese, infatti lui
è di Roma; e di Marta che si è inserita con
molta facilità nel gruppo. Paolo è disponibile
e ci ha aperto al genere (ci fa da coach) ha
molta pazienza ed è una persona che anche
se ha suonato davanti a pubblici vasti non
si è montato la testa».
Jacopo:« Paolo, il saggio, ha un carattere
mite e funge spesso da mediatore, riesce a
mitigare anche le situazioni più spigolose,
ha molta esperienza, è la persona a cui
diamo più retta! Mirko, anche essendo l’ultimo arrivato, come abbiamo già detto ha
puntato molto sul gruppo».
Mirko:« Con Paolo, il saggio, mi trovo bene
anche se lo conosco da poco, apprezzo
molto il suo carattere! Con Jacopo ci “sopportiamo” da tanto tempo! Ho sempre apprezzato la sua sincerità e il fatto che mi ha
chiesto di entrare nel gruppo».
Progetti futuri?
Paolo:« Incidere demo e
fare pezzi nostri».
Mirko:« Migliorare sempre
di più l’esecuzione dei pezzi
in modo da avvicinarsi al modo di suonare
degli Irlandesi, soprattutto per quello che
mi riguarda nel suonare la chitarra e poi c’è
il sogno di poter un giorno suonare in Irlanda».
Siete nell’ “angolo del collezionista”,
la domanda viene da se, collezionate
qualcosa?
Paolo:« Colleziono vinili, mi piacciono la
musica anni ’70 e i cantautori italiani».
Jacopo:« Adoro e colleziono libri»
Mirko:« Colleziono le locandine delle nostre
serate».
Ragazzi, siamo in chiusura, c’è qualcuno che volete ringraziare pubblicamente?
Mirko:« Tutte le persone che ci supportano
durante le nostre serate».
Jacopo:« I nostri amici che ormai ci chiedono di loro spontanea volontà, quando potranno risentirci, mentre prima eravamo noi
a dover “sponsorizzare” le nostre serate!».
Paolo:« Gli Shire, un gruppo di Roma che
suona musica Irlandese, una vera e propria
guida per noi!».
Lasciamo quindi Paolo, Jacopo, Mirko,
Marta, Gabriele e Paolo sulla Via descritta
da Frodo in apertura, con l’augurio più
grande di uno splendido futuro ricco di successi!
Campo de’ fiori
36
LE AUTO DELLA NOSTRA INFANZIA
Fiat 500/A “Topolino” 569 cc - 1936
Q
uesta piccola
automobile
fu progettata
da un allora,
giovane ma
già apprezzato ingegnere della Fiat:
di Arnaldo Ricci l’ing. Dante Giacosa (lo
stesso ingegnere che
[email protected]
vent’anni dopo progettò
la nuova Fiat 500, centrando finalmente
l’obiettivo della motorizzazione di massa).
Le autorità di quei tempi, avevano già tentato di far costruire alla Fiat un’ auto di
massa (nel 1932 con la Balilla) come scritto
negli articoli precedenti; il prezzo di vendita
però, fece fallire l’intenzione di dare un’auto
alla maggioranza degli italiani! Nel 1936 con
la 500/A Topolino si tentò di nuovo; sulla
falsa riga di quello che l’Ing. Porsche stava
realizzando in Germania (alcuni storici affermano che erano i tedeschi che stavano
copiando gli italiani!). Infatti l’Ing. Porche
realizzò quanto richiesto dal Reich; la famosa Maggiolino del 1936, la quale venne
messa in vendita a 1000 marchi che corrispondeva a 5 stipendi medi di un operaio
specializzato tedesco.
Anche il governo italiano di allora (considerando fra l’altro la capacità produttiva della
Fiat, di gran lunga inferiore alla Porsche,
che la materia prima non la doveva importare!) chiese alla Fiat di contenere il costo
della Topolino entro le 5.000 lire! (circa 12
stipendi medi di un operaio italiano di quei
tempi ). La direzione della Fiat convocò tutti
i suoi progettisti più bravi per discutere il
problema; dopo mesi di discussioni e riunioni, alla fine l’incarico di capo progetto fu
assegnato al giovanissimo Ing. Dante Giacosa.
Giacosa sapeva che doveva risparmiare su
tutto! E trovò delle geniali soluzioni, per eliminare alcune parti meccaniche nonchè
della carrozzeria; fra l’altro eliminò da questa vetturetta, sia la pompa dell’acqua che
quella dell’olio. Il radiatore venne posizionato al di sopra del motore, consentendo la
circolazione dell’acqua con il principio del
termosifone, l’acqua fredda va in basso e
quella calda in alto; la lubrificazione venne
ottenuta invece per sbattimento dell’olio,
senza la necessità di avere una pompa; i
posti dell’abitacolo compreso il conducente
ridotti a due.
Anche nella realizzazione del telaio vennero
ottenute semplificazioni impiegando meno
materiale possibile.
munque anche se ancora lontana, si stava
lentamente avvicinando.
Questa vetturetta era però adatta solo a
brevi viaggi, la sua affidabilità era di lunga
inferiore alla Balilla e sui lunghi percorsi in
salita era soggetta irrimediabilmente a surriscaldamento, considerando la non perfetta
lubrificazione e raffreddamento del motore.
La Topolino fu acquistata anche dalle forze
armate che la impiegarono solo in percorsi
cittadini; essa non fu costruita in versione
militare proprio per la sua scarsa affidabilità
in percorsi fuori strada.
Allo scoppio della 2° guerra mondiale, la
produzione della Topolino iniziò a rallentare,
fino a fermarsi completamente dopo i disastrosi bombardamenti di Torino; inoltre ovviamente, la capacità produttiva della Fiat
nonché dell’Alfa Romeo e della Lancia, fu
maggiormente concentrata verso autocarri,
aerei ed armamenti in genere!
Nel 1948, a tre anni dalla fine della guerra,
riprese con slancio la produzione automobilistica; fu realizzata anche la versione familiare della Topolino, il cui nome ufficiale
era Fiat 500/B ma da tutti chiamata Giardiniera a 4 posti, con le portiere in legno.
Questa vettura familiare ebbe molto successo per l’aumentato spazio interno disponibile.
Fiat 500/B chiamata Giardiniera
1938 - L’ing. Dante Giacosa appoggiato
ad una Topolino
Quando il 15 giugno del 1936 fu presentata
al salone di Torino la Fiat 500/A chiamata
anche Topolino, essa costava al pubblico
ben 9.800 lire! (26 stipendi medi di un operaio di allora!) circa il doppio di quanto avevano richiesto le autorità governative. La
motorizzazione di massa auspicata in Italia,
non fu raggiunta neanche questa volta! Co-
Una Fiat 500/A presso l’officina Camponi
di Civita Castellana nel 1950
(la foto è stata messa gentilmente
a disposizione dalla famiglia Camponi)
Campo de’ fiori
Cartelli pubblicitari della Fiat 500/ C presso
autoricambi Camponi a Civita Castellana
nel 1950 (la foto è stata messa gentilmente
a disposizione dalla famiglia Camponi)
Questa Nuova Topolino
ebbe un notevole successo, anche perché furono
introdotti
accorgimenti meccanici al
motore che ne aumentarono notevolmente l’affidabilità rispetto alla versione
precedente. Anche la
500/C fu costruita in versione familiare chiamata
sempre Giardiniera ma alcuni la chiamarono Giardinetta; al momento di
presentazione al salone di
Torino, essa costava al
pubblico circa 750.000 lire.
Nel 1952 terminò la produzione della Giardinetta con portiere in legno ed iniziò quella
con portiere metalliche.
La 500/A nonché la B, rimasero in produzione fino al 1949; in questo stesso anno la
Fiat rivoluzionò completamente il progetto,
modificando radicalmente lo stile ed il design. Esattamente nel marzo del 1949
venne presentata al pubblico la cosidetta
Nuova Topolino con nome ufficiale Fiat
500/C.
37
La produzione della Topolino nata nel 1936
e modificata negli anni successivi rimase in
essere fino al 1954 (ben 18 anni); quando
essa terminò, ne erano state prodotte circa
500.000 unità (comprese tutte le versioni)…
Si stava profilando la motorizzazione di
massa!
Civita Castellana 1950 – alcune Topolino
posteggiate in Piazza Matteotti
Campo de fiori è su
facebook!
Fiat 500/C Giardiniera del 1950
portiere in legno
Rimani aggiornato sulle
novità della rivista
che ami di più...
Fiat 500/C
del 1952
Giardiniera
con portiere
metalliche
Fiat 500/C del 1949 Nuova Topolino
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Campo de’ fiori
38
Il centro sociale di Civita Castellana
Tante opportunità per i soci, nel cuore della cittadina...
D
a
qualche
mese, sto frequentando il
centro sociale
anziani di Civita Castellana, sito proprio in piazza Matteotti,
di Sergio Piano detta anche Piazza del Comune, in pieno centro storico.
La struttura comprende al piano terra una
sala adibita a bar, due stanze ed un bagno,
oltre a due magazzini per il deposito delle
merci. Al piano superiore si accede tramite
una scala posta tra l’ingresso ed il bar, che
immette in un grandissimo salone con
bagno annesso, dove troviamo anche un
piccolo ufficio che funge da segreteria.
Naturalmente il mio giudizio non può che
essere positivo, perché oltre alle varie attività che si svolgono nel centro, come giochi
di carte e tombolate varie, per le signore, il
Presidente Arnaldo Picchetto ed i suoi collaboratori, hanno stipulato delle convenzioni con molte ditte locali che
propongono sconti interessanti per tutti i
soci tesserati.
Il programma delle attività per il 2013 è
molto ricco e prevede anche corsi di ginna-
stica dolce (presso il centro) e di acqua gym
(presso la piscina comunale).
Dal 24 Gennaio sono iniziati i sei incontri salute con medici specialisti in cardiologia,
urologia, neurologia, ortopedia, alimentazione, psicologia e oncologia.
E’ stato attivato anche il corso di informatica
- posta elettronica e facebook.
L’8 Marzo (festa della donna) è stato organizzato un bellissimo prando al ristorante
per festeggiare degnamente tutte le iscritteil pranzo al ristorante. Ad Aprile si è svolta
una seguitissima estemporanea di pittura.
Tra Maggio e Giugno, invece, i soci hanno
avuto l’opportunità di spostarsi con varie
gite e soggiorni, tra cui quello marino, sia
in Italia che all’estero.Nel mese di Agosto si
svolgerà la cena di fine estate e nel mese
di Settembre ci sarà una gita di fine estate
con tour in Sicilia o in Puglia. Ad Ottobre ancora una gita di un giorno in una località da
stabilire e l’8 Dicembre cena sociale in un
ristorante del posto.
Come potete vedere tantissime iniziative
per i soci e non solo! Devo riconoscere che
sono rimasto piacevolmente sorpreso dai
tanti riguardi che il presidente Arnaldo Picchetto ed il suo staff riservano ai soci ma
anche a tutte quelle persone che, anche se
non soci, frequentano il centro.
Devo inoltre dire che mi ha colpito molto
l’integrazione di diverse nazionalità con culture e religioni diverse.
Un altro degli aspetti positivi di questo centro sono la professionalità, la disponibilità,
la simpatia delle due bariste che si alternano nel servire i soci e tutti i clienti.
Tirando le somme, insomma, questa mia
esperienza presso il centro anziani di Civita
Castellana è più che positiva, anche se tutto
può essere migliorato, ma siamo sulla
buona strada.
Nel cuore
Franco Simoni
n. 22.7.1935 - m. 31.5.2013
I familiari
ringraziano
di cuore
tutti coloro
che si
sono uniti
al dolore
per la
scomparsa del proprio caro
Franco e che hanno contribuito
generosamente alla raccolta di
fondi devoluta dai familiari stessi
allAssociazione Italiana Ricerca
Cancro.
Campo de’ fiori
“Il Fumetto”
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA
MANGA BOMBER
I
di Kazuhiko Shimamoto
edito da Starcomics – 13 volumi, conclusa
l mestiere più pericoloso del mondo? Disegnare fumetti in
Giappone! Assolutamente sconsigliato vecchi barbogi, musi
lunghi e a chiunque sia privo di ironia: MANGA BOMBER – IL
PENNINO DI FUOCO racconta le pazzesche vicende di un autore di manga che combatte la sua battaglia contro date di
consegna impossibili, famelici redattori, editori assassini, cacciatori
di autografi, rivali che ne insidiano la popolarità, massacranti fiere
del fumetto e, non ultimo, parenti e collaboratori! A completare il
di
Daniele Vessella tutto, in fondo a ogni volume, i consigli per imparare le migliori tecniche di disegno e sceneggiatura! Sicché volevate diventare fumettisti, eh? Ah ah ah! Avrete modo di ripensarci! (Trama tratta dal sito dell’editore).
Esilarante e demenziale. Una commedia parodiata all’ennesima potenza. Il protagonista sembra uno di quei piloti alla guida di un robottone degli anni 70-80 e non si può
che patteggiare per lui nel seguire le sue (dis)avventure per portare a termine un numero di un manga. È una guerra da vincere ad ogni costo, se si vuol sopravvivere nel
mondo dei fumetti. Ogni volume di quest’opera racconta un aneddoto che porta alla
creazione di un manga, esasperando i toni della demenzialità, ma anche nelle scene
più assurde c’è un fondo di verità e questo fa riflettere il lettore sul fatto che la vita di
un fumettista non è così semplice, come molti pensano. Per chi volesse conoscere
come passa le giornate un fumettista, facendosi due risate, questo manga fa per voi.
Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/
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c
va
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40
Campo de’ fiori
Un tempo era ... Bassanello
Nostalgie di un modo di vivere ormai scomparso
L
a vita nel piccolo
paese di Vasanello, quando io
ero ancora piccolo, era segnata
da piccole ed usuali abitudini che cadenzavano le
di Piero
stagioni e gli anni.
Mecocci
Le campane suonavano
tutti i giorni, al vespro, dei
lenti rintocchi solo per avvertire gli stanchi
contadini che la loro giornata lavorativa era
terminata e che potevano raccogliere i loro
arnesi, caricarli sul somaro o sul cavallo, ma
solo per quelli che se lo potevano permettere, e tornare lentamente a casa. A parte
le domeniche pomeriggio, dove nelle sere
d’estate si andava a ballare nel pergolato
dietro al bar di Torquato ed al suono della
fisarmonica, c’erano i giorni di festa, ma
erano pochi: il Natale, la Pasqua e la festa
di S. Lanno, ma in quei giorni sì che si era
tutti uniti. La mattina non ci si alzava molto
più tardi del solito, solo mezz’ora dopo l’ora
abituale, perché non c’era l’abitudine a restare nel letto dopo le sei del mattino d’inverno e dopo le cinque d’estate. Si resisteva
(con il materasso fatto con le scorze delle
pannocchie) quei trenta minuti in più , ma
era per lo più un “dovere” e valeva quel piccolo sacrificio, altrimenti che giorno di festa
era!
All’inizio della primavera i prati si vestivano
di papaveri rossi e di margheritine bianche
che, con l’erba folta del prato, formavano
una bandiera tricolore. Era un bello spettacolo e credo che i Vasanellesi ne andavano
fieri perché sicuramente erano i prati più
belli del circondario, sicuramente più festosi
di quelli di Orte. Non poteva che essere così
perché quello, che poi sarebbe stato chiamato anche il paese dei balocchi, cominciava a nascere all’insaputa di tutti, ed era
normale, perché l’indole festaiola era già insita anche nel paesaggio. I girasoli lo testimoniavano, sorridevano e si riposavano di
notte per essere poi splendenti durante il
giorno molto assolato e così cocente da
creare delle crespe nel terreno arido. E sì,
asciutto perché i pozzi erano solo piovani e
se non pioveva da un mese, si prosciugavano perché, nonostante il parlarne tutte le
sere in piazza invocando San Lanno ed il
vice San Rocco, la pioggia quando non gradiva di arrivare non c’era verso di farla atterrare, non come oggi che giunge
regolarmente, potenza del benessere!
La giornata iniziava dal mattino presto che
principiava con una robusta colazione formata dai residui della cena della sera prima.
Ma che non era avanzata, perché la nonna
Vasanello 1958 - 1959. Archivio fotografico Giuseppe Purchiaroni.
aveva cucinato abbondantemente poiché
doveva essere sufficiente anche per la colazione del mattino. La colazione era una
cosa seria, non come quella di oggi, fatta di
cappuccino che sa tanto di chiericato, e del
cornetto asciutto ed indigeribile. Era costituita della pasta asciutta all’uovo e rigorosamente fatta in casa, sempre al ragù, e
con una robusta fetta di pane; o dalla minestra con i quadrucci che si erano riposati
nel tegame di coccio nella vecchia madia.
Poi un bolo (tazzone per i cittadini) colmo
di latte cremoso che era stato munto la sera
prima (non pietosamente scremato o reso
non intollerante come si usa oggi) e con un
po’ di orzo che era chiamato caffè per tacito
accordo. Si sistemava il pane nel latte e si
usava il cucchiaio da minestra perché i cucchiaini, quelli detti da caffè, erano roba da
città, la gente di campagna aveva la bocca
grande e affamata.
Alla fine della colazione si svuotava della
mollica la mezza pagnotta di pane casareccio e si riempiva con il cibo disponibile, e
questo era il pranzo che sarebbe stato consumato in campagna al rintocco del mezzogiorno che giungeva dalla chiesa di Santa
Maria.
Quando cresceva il grano era già segno di
festa, perché le spighe nuotavano nell’aria
e suonavano una musica da violino, ma così
dolce e sottile che la poteva ascoltare solo
chi aveva seminato a che avrebbe provato
la gioia del raccolto. La raccolta era la vera
festa, era sempre abbondante, i carri trai-
nati dai buoi, procedevano lenti ma con un
passo costante, non una spiga di grano poteva essere sprecata, tutta la fatica era su
quei carri. Dopo la macina, la farina doveva
essere portata dal fornaio Gianmaria che
per tutto l’anno, giornalmente, ci aveva
dato il pane segnandone la quantità sul
quaderno di colore grigio, fidandosi di noi e
del buon raccolto. C’era molta festa nell’aria
e tutti aspettavano il pranzo, all’aperto nel
campo, con l’arrivo delle donne che recavano enormi cesti sulla testa in perfetto
equilibrio e grandi boccioni di vino. Non
aveva importanza se faceva molto caldo
perché quel vinello fresco ed anche troppo
abbondante ripagava di tanta fatica e ritemprava le membra. Anche gli uccelli avevano
la loro parte di cibo, per ringraziarli di aver
lasciato crescere il grano senza consumarne
troppo. Gli spaventapasseri andavano riposti nel deposito degli attrezzi per entrare nel
meritato letargo e per ritornare efficienti
nella primavera successiva. Quando nel
cielo c’erano le nuvole, queste assumevano
delle forme precise: visi di persone, animali
di campagna, prodotti campestri. Restavano
solo per poco perché poi si mettevano in
cammino ed in fila, dirigendosi nei paesi vicini per farsi ammirare anche dagli abitanti,
poiché ne avevano anche diritto. Se il buon
Dio, pressato anche da Don Mario, non
avesse concesso finanche a loro qualche
specchio di bellezza, credo che probabilmente sarebbero diventati miscredenti.
... continua sul prossimo numero
Campo de’ fiori
41
ANPS sezione di Fabrica di Roma,
26 anni ricchi di belle iniziative
L
a cittadina di Fabrica di Roma
vanta una assai attiva sezione locale dell’Associazione Nazionale
della Polizia di Stato, che ha festeggiato, quest’anno, il suo XXVI
anniversario. La sezione, intitolata al Prefetto Vincenzo Parisi, infatti, è stata fondata
il 24 Maggio del 1987, per volontà di alcuni
ex poliziotti fabrichesi. La sua sede iniziale
era sita in Via San Rocco e venne, poi, spostata in quella attuale, grazie a Nicola Caparucci, che mise a disposizione un locale
di sua proprietà in quella che è stata, conseguentemente, nominata Via Lanari Scravaglieri, due ex poliziotti uccisi dalle Brigate
Rosse a Roma il 14 Febbraio del 1986.
La sezione, grazie al suo Presidente Mariano
Mariani, al Segretario Massimo Ricci ed a
tutti i membri del direttivo, soprattutto negli
ultimi anni, ha promosso una serie di iniziative molto importanti, rivolte, in particolar
modo, agli alunni delle scuole elementari e
medie di Fabrica di Roma. Tra il 13 e 14
Febbraio di quest’anno, ad esempio, circa
cento studenti hanno avuto la possibilità di
visitare il museo delle auto della Polizia di
Stato. I ragazzi sono stati accompagnati
dagli autobus della Polizia stessa in Via Arcadia a Roma, dove il personale del museo
ha illustrato loro i mezzi vecchi e nuovi del
corpo militare. I giovani sono rimasti particolarmente affascinati dalla Ferrari nera guidata dal poliziotto Spadafora, che al volante
di quell’auto riuscì ad arrestare, in maniera
rocambolesca, un ladruncolo fuggito in
moto, attraversando i vicoli intorno a Piazza
Campo de’ fiori. Nelle due giornate del 5 e
7 Marzo, invece, presso l’aula magna della
scuola media locale, è stata organizzata, a
cura dell’Ispettore Pietro Corinti della Questura di Viterbo, un’interessante lezione
sulla legalità, in cui è stata focalizzata l’attenzione sul fenomeno del bullismo nelle
scuole. A distanza di una settimana, nello
stesso luogo, si è tenuta una conferenza
sul Codice della strada per gli alunni delle
classi III medie, argomento nel quale si
sono cimentati anche gli alunni delle classi
II elementari, che hanno messo in pratica
le regole del codice attraverso un percorso
stradale disegnato su di un tappeto in
p.v.c.. Idea molto originale che è stata riproposta dalla Polizia di Stato anche nell’ultima edizione di Caffeina Cultura a
Viterbo. Di grande interesse per i ragazzi
delle scuole di Fabrica di Roma è stata, inoltre, la visita all’Istituto di Polizia reparto cinofilo di Nettuno e alla Polizia marittima di
Anzio, a cui è stato legato un piccolo concorso, attraverso il quale sono stati premiati
i tre temi che hanno saputo meglio raccon-
Fabrica di Roma - Rappresentanti croati e della Polizia di Stato italiana, davanti al monumento
di San Michele. Tra loro Donato Fersini, Consiliere Nazionale dell’ANPS.
tare questa esperienza. Ai vincitori Mirko Cencelli, Alice Bobini e Alessandro Culotta è
stato assegnato dalla sezione
ANPS di Fabrica di Roma un
piccolo riconoscimento in denaro.
Nella prima settimana di Giugno, la sezione è solita festeggiare
l’anniversario
della
fondazione, per il quale vengono proposte varie iniziative.
Quest’anno gli ex poliziotti fabrichesi si sono gemellati con
la Polizia di Stato della Croazia,
Delegazione croata presso il Comune di Fabrica di Roma.
grazie all’arrivo di una delegazione di Funzionari croati, ed
hanno allestito una mostra
delle divise storiche della Polizia di Stato, nel salone parrocchiale, che ha riscosso grande
successo. Anche per questa
occasione, un occhio di riguardo è rivolto ai più giovani,
con l’ormai consueto Trofeo di
Calcio Agenti Lanari Scravaglieri, una quadrangolare patrocinata dal Presidente della
Repubblica.
Un plauso ed un incoraggiamento vanno a tutti i membri
della sezione ANPS di Fabrica
Da sx: Mariano Mariani, Presidente della sezione ANPS di
di Roma, per quanto sono riuFabrica di Roma, Maria Rosaria Parisi, moglie del Prefetto
sciti a fare e per quanto faranno in futuro, perché siamo a cui è intitolata la sezione e Massimo Ricci, Segretario della
sezione.
certi che con il loro impegno
organizzeranno ancora tante belle iniziative.
sostengono nella realizzazione dei loro proDa parte loro un ringraziamento sentito è
getti.
rivolto alla Questura di Viterbo, all’AmminiErmelinda Benedetti
strazione Comunale di Fabrica di Roma ed
alla Polizia di Stradale, che li affiancano e li
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Campo de’ fiori
LE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORI
ARRIVA “LA PORTA DEL FUTURO”
Q
Così si chiude la trilogia di Massimo Marsicola
uesto libro contiene idee innovative, di svolta. Sono tenuti a conoscerle
tutti coloro che hanno a cuore il futuro e che vorranno dare il loro contributo all’edificazione di una nuova civiltà.
Si tratta di una filosofia che dopo aver interpretato la realtà nella quale viviamo,
indica la strada universale da percorrere per uscire da ogni tipo di crisi.
Vostro a soli 5,00  - Info e prenotazioni 0761.513117 - [email protected]
IDENTITA’ E VALORE
IL SECONDO TASSELLO DELLA TRILOGIA DEL
PROF. MARSICOLA
Perché si nientifica? Perché si sminuisce? Perché si tende sempre a sottovalutare
quello che l’altro pensa, dice o fa? Perché vogliamo apparire più intelligenti, più ricchi,
più importanti ed influenti degli altri? Prima risposta: “perché nonostante gli sforzi che
ciascuno fa, non approda che difficilmente a un’idea dell’intero”. Stabilire le motivazioni
di questi comportamenti che, peraltro, sono assai diffusi, almeno nel nostro Paese, è
certamente propedeutico al discorso che ho voluto affrontare e svolgere, ma è anche
decisivo per aiutare tutti e ciascuno a fare il punto della situazione. La prima cosa che
mi viene da rispondere a tutte le domande che sopra ho posto è la seguente: si vuole
apparire quel che non si è perché si teme comunque di essere inadeguati....
SOLO 1 
Un dialogo filosofico-politico sulla crisi, che può anche essere
rappresentato a teatro (commedia in atto unico).
Il primo di una serie di discorsi volti a dare un nuovo impulso al
dibattito culturale nel nostro Paese, giusto viatico per una ripresa in ogni
campo e settore produttivo.Utile per chi avesse a cuore un reale
rinnovamento della Politica e delle Istituzioni.
OMAGGIO
Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo
è un libro unico nel suo genere.
Un manuale guida per cercare di arginare questo male dilagante!
E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie della zona, nelle edicole o presso la nostra redazione. Potete anche ordinarlo versando l’importo di
 10.00,
sul c/c postale n. 42315580, intestato ad Associazione Accademia Internazionale d’Italia. E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli insegnanti, che
possono inserirlo nel P.O.F. d’Istituto e nella programmazione educativa annuale del docente, ma anche per i genitori e per tutti gli educatori sociali.
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Campo de’ fiori
BELLA nata a Maggio 2012... Salvata dalla
catena quando ancora era piccola, non
riusciva a camminare, non sapeva giocare,
era terrorizzata... Adesso è una cagna
allegra e socievole, educata e ubbidiente e
come vera amica da la zampa, naturalmente vaccinata, sterilizzata e avrà
microchip. Taglia media, 16 kg. T
el. 0761.574291 Franco o 393.3120915
Tania. Attualmente si trova a Ferrara in
stallo (in zona non c’era posto!).Negativa
a leishmania. Da tre mesi sta in gabbia e aspetta... ASPETTA!!!!!!
LEON MASCHIO INCROCIO
MAREMMANO di pochi mesi....
Questo sguardo racconta un
MONDO, un mondo fatto di
privazione, di NON carezze. Il
non conoscere una palla con
cui giocare o cibo “buono” da
mangiare. Dopo la segnalazione alle Autorità Competenti
sono stati recuperati. Sono in un recinto di fortuna, certo
sono quattro pali infilati in un terreno e una cuccia usata.
Non li lasciamo marcire lì! Si affidano con regolare preaffido, firma moduli di adozione e OBBLIGO alla sterilizzazione. Per info e adozione Anna 347/6113511
AMBER FEMMINA INCROCIO
MAREMMANO
Amber e Leon TRE mesi e una
paura che dura da una vita!!
Sono stati trovati legati ad un
palo della luce nelle campagne di
MAGLIANO SABINA. Il loro de
stino?? Nella migliore delle ipo
tesi a guardia delle pecore. Attualmente sono in un recinto di
fortuna, certo sono quattro pali infilati in un terreno e una cuc
cia usata. Ma per loro inizia la VITA , quella vita che ogni essere
senziente ha diritto di avere. Si affidano con regolare preaffido ,
firma moduli di adozione e OBBLIGO alla sterilizzazione. Per
info e adozione Anna Garrioli 347/6113511
ROMA
Lei è Asia 5 anni. Boxer PURA...
dolcissima!!
SANA e socievole con TUTTI.
NON sappiamo come va con i gatti.
Per info
Valeria 333/2123282
GRAZIE!
Siamo una “famiglia” di
taglia piccola piccola:
Mamma Lady (quella
bianca) Papà Balù lo York,
e Nanetto il loro figlioletto...Presto non avremo
più una casa e il canile è
impensabile...Siamo abituati agli umani e vogliamo anche noi una famiglia
DEFINITIVA. Certo non pretendiamo di essere adottati
insieme...Siamo in provincia di Viterbo. 339.1123663
Tolti da chi voleva
privarli della vita!
Mamma maremmana con la
zampa anteriore
sinistra amputata
ospitata gentilmente da un signore in un casale, tra
poco avranno 40 giorni... Futura taglia medio-grande.
Fabrica di Roma. Federica 327.6645195
Roma. Primi del ‘900.
Una veduta di Piazza Madama prima che venissero demoliti i palazzi sullo sfondo a destra.
Il nuovo assetto ha concesso una ben più ampia visione della chiesa di Sant’Andrea della Valle,
di cui, da questa prospettiva, all’epoca, si poteva scorgere solo la cupola.
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
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Roma com’era
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Campo de’ fiori
EWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS
Scuola materna Collodi: primo impianto fotovoltaico in funzione
Civita Castellana ha il primo impianto fotovoltaico pubblico. Con l’allaccio alla rete
Enel è entrato ufficialmente in funzione, infatti, l’impianto fotovoltaico della scuola
materna “Collodi” della potenza di 20 KW, il primo vero impianto pubblico del Comune
di Civita Castellana dopo quello sperimentale del “Sole a Scuola”: una pensilina presso
la media Dante Alighieri della potenza di 1,38 KW. Il fotovoltaico della Collodi fa parte
di un progetto che coinvolge ulteriori due scuole: elementare “Gianni Rodari” e media
“Dante Alighieri”. Anche su questi edifici i lavori sono in fase di completamento.
Gli impianti sono stati finanziati con fondi del POR FESR Lazio 2007/2013 e finalizzati
all’attivazione di un “programma di interventi” nel campo delle energie rinnovabili,
con caratteristiche di omogeneità nella realizzazione e accomunati dalla finalità di migliorare l’ efficienza energetica degli edifici scolastici.
La soluzione scelta, segue due principi fondamentali: il primo è quello di non operare stravolgimenti architettonici prospettici dell’immobile;
mentre il secondo opera una drastica soluzione di nuova copertura, in questo caso anche fotovoltaica, che vada a coprire e proteggere
definitivamente il solaio. Il bando pubblico ha previsto un cofinanziamento pari all’ 80% da parte di Sviluppo Lazio mentre l’amministrazione comunale ha coperto il 20% residuo. Il progetto esecutivo è stato approvato ad ottobre 2012 ed appaltato a novembre 2012 alla
Ingegneria Solare srl di Fabrica di Roma con un ribasso del 15%.
LE MAJORETTES DI FABRICA DI ROMA AL 3° RADUNO BANDISTICO
CITTA’ DI MENTANA
Un’esperienza di sfilata importante e ricca di emozioni: questo il
positivo bilancio per il Gruppo Folcloristico Majorettes di Fabrica di
Roma dopo la recente trasferta a Mentana, in provincia di Roma.
Domenica 23 giugno, infatti, il gruppo di ragazze fabrichesi ha partecipato con successo al 3° raduno Bandistico città di Mentana. All’iniziativa, patrocinata dal comune di Mentana – Ass. alla Cultura e
dalla locale Associazione Bandistica, hanno aderito numerose bande
musicali accompagnate dalle coreografiche esibizioni di Majorettes.
Per il giovane gruppo folcloristico, formato solamente un anno fa
per volere dell’Amministrazione Comunale di Fabrica di Roma, l’esibizione di Mentana è stata
un’importante occasione
per acquisire tecniche e migliorare il coordinamento dei movimenti. “E’ stato bellissimo – commenta una majorettes fabrichese – perché abbiamo potuto confrontarci con altri gruppi che
hanno esperienza di sfilate nazionali e internazionali. All’inizio della passerella per vie cittadine
eravamo composte ed eleganti ma anche emozionate: il calore e gli applausi del pubblico alle
nostre coreografie presentate in piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa, ci ha reso particolarmente
felici e soddisfatte. Desidero ringraziare – termina la ragazza – il Sindaco Mario Scarnati e il
Cons. Gianni Celeste che hanno fondato e sostengono questa nostra attività di sport e spettacolo”. Il raduno bandistico “Città di Mentana”, dopo le esibizioni delle Bande Musicali e dei gruppi
Majorettes, è terminato a tarda serata sulle emozionanti note dell’inno di Mameli eseguito dalla
Fanfara Bersaglieri in Congedo “M.O. Fascetti” di Guidonia Montecelio.
La pittura telepatica di Pietro Sarandrea varca l’ oceano
Il giorno 7 Luglio, presso il centro culturale ‘“CASA BIANCA’’ a Bracciano, diretto dal musicista Roland
Ricaurte e da sua moglie Katerina Peric, l’artista Pietro Sarandrea si è cimentato in una nuova strabiliante
performance di pittura telepatica, questa volta a distanza. Si è infatti collegato via internet con una sua
amica Irene Mirci, nell’ Ohio, in America, che attraverso la web cam poteva comunicare in tempo reale
(nonostante le 5 ore di differenza del fuso orario). Con un grande schermo collegato al computer le
persone presenti potevano vedere e sentire la conversazione e una postazione per la pittura era stata
collocata al centro della sala. Dopo la connessione e un breve dialogo Pietro chiede alla sua amica di
concentrasi su una immagine di suo gradimento, contemporaneamente comincia a dipingere al centro
della sala con una tranquilla musica di sottofondo, dello stesso Roland Ricaurte, e con il pubblico che
assisteva all’evento. Dopo circa 30 minuti Pietro Sarandrea finisce il quadro e inizia tramite web cam la
nuova comunicazione con la sua amica in America, dalla quale si deduce che il quadro dipinto altro non
è che il momento psicologico che Irene stava vivendo. La comunicazione continua tramite chat (era caduta la linea web cam), Pietro e
Irene cominciano a scriversi, domande e risposte che si susseguono fino a giungere ad una soluzione finale. Posso così concludere che
l’artista Pietro Sarandrea non smette mai di regalarci nuove e sensazionali prove del suo talento.
Dott. Paola Lamonica
8.000  per le nuove attvità commerciali del centro storico di Civita Castellana
La giunta comunale di Civita Castellana ha confermato anche per l’anno 2013 il contributo da destinare a nuove attività nel centro storico,
aperte da giovani sotto ai 35 anni. Le domande per un contributo economico per nuove attività economiche nel settore “pubblico esercizio
per la somministrazione di alimenti e bevande, cocktails- aperitivi- caffetteria- sala da tè, nonché nella attività di pinacoteca, negozio di souvenir
di artigianato locale” con localizzazione nel centro storico si possono presentare fino al 31 luglio. Possono partecipare persone fisiche, società
e cooperative, fermo restando che sia i soggetti fisici che quelli componenti una società o una cooperativa abbiano una età anagrafica compresa
tra i 18 e i 35 anni e che risiedano nel Comune di Civita Castellana. L’attività può assumere, tra le altre, le seguenti denominazioni: ristorante,
trattoria, osteria con cucina, esercizi con cucina tipica laziale, pizzerie, bar gastronomici, bar-caffè, bar pasticceria, bar gelateria, cremeria, creperia, wine bar, birrerie, pub, enoteche, caffetterie, sala da the, picanoteca, negozio di souvenir di artigianato locale. La domanda dovrà pervenire
in busta chiusa e sigillata all’Ufficio Protocollo generale ubicato in Via SS. Marciano e Giovanni 4/6. Sul sito è pubblicata come d’uso Deliberazione
di Giunta Comunale n. 142 del 27.05.2013, con cui la giunta comunale ha approvato l’iniziativa anche per il corrente anno, si trova nella sezione
albo pretorio.
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WS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS
“CUCCIO’ E LA PIETRA FILOSOFALE” - PRESENTATO A RONCIGLIONE
IL ROMANZO DI ROBERTO RAGONE
Sabato 22 giugno, alle ore 17,30, a Ronciglione, nella suggestiva cornice
del Palazzo delle Maestranze, Presenti il sindaco Giovagnoli e gli assessori
alla Cultura Sangiorgi e al Turismo Troncarelli, si è tenuta la presentazione
al pubblico del romanzo di Roberto Ragone, dal titolo ‘Cucciò e la Pietra
Filosofale’ , editore Meligrana. L’autore, affiancato da Silvano Boldrini, presidente del Centro Ricerche e Studi che ha patrocinato l’evento, e dalla
bravissima Stefania Marcelli, che ha letto alcuni passi scelti, ha raccontato
la genesi della storia di Cucciò, un adolescente che si trova a fare una
scelta di vita che lo trasformerà e gli consentirà, in età avanzata, di diventare lui stesso guida spirituale di altri. “Ma insomma, cosa c’è di te nel
romanzo?” è stato chiesto all’autore. “Tutto” ha risposto questi “E’ il racDa sx l'autore Roberto Ragone, Silvano Boldrini,
conto della mia vita parallela, quella che ognuno di noi vive per sottrarsi
Stefania Marcelli
alle cure della vita quotidiana e contingente, per non rimanerne soffocato.
Naturalmente è narrata in modo allegorico. Lo strano è che mi sono reso conto a posteriori del fatto che raccontando la storia di Cucciò,
una storia di fantasia, in realtà avevo raccontato la mia storia, e che Cucciò ero io.”
Ragone ha precisato che non bisogna confondere questa Pietra Filosofale con quella di racconti magici da cui l’autore rifugge.
“Non esiste una magia buona e una cattiva” dice Ragone “La magia, per la sua genesi, è tutta cattiva, ed è un inganno volerla trasformare
in gioco. La festa di Halloween, per esempio, deriva dalla celebrazione, ogni anno in quei giorni, di un sabba infernale, in cui ‘dolcetto o
scherzetto’ era in realtà ‘dammi o ti lancio una fattura’. Dalla storia di Cucciò sarà presto tratta la sceneggiatura di un lavoro teatrale indirizzato ai bambini. Il libro è disponibile nelle librerie o in versione e-book on line.
UNA PALA D’ALTARE DI ANNIBALE CARRACCI NELLA CHIESA DELLA
MADONNA DELLA CONSOLAZIONE A CAPRAROLA
La scoperta ad opera di due storici locali, Esposito e Passini. In un’intervista a Claudio Strinati tutte le fasi del lavoro
Una pala d’altare di Annibale Carracci della fine del Cinquecento nella chiesa della Madonna della
Consolazione a Caprarola (VT). L’eccezionale scoperta è stata fatta da Gennaro Esposito e Luciano
Passini, due storici locali che, seguiti dal professor Claudio Strinati - uno degli storici dell’arte più importanti d’Italia ed esperto del Carracci - hanno approfondito gli studi fino ad arrivare allo straordinario
risultato. Lo stesso Strinati, tra l’altro, ha pubblicato un’intervista ad Esposito e Passini sul sito specializzato News-art.it (http://www.news-art.it/news/una-nuova-pala-d-altare-di-annibale-carracci.htm) in
cui i due rivelano alcuni degli aspetti più salienti emersi durante lo studio del dipinto. Si tratta di una
pala d’altare che rappresenta un episodio poco noto della vita di San Francesco: quello detto del Perdono di Assisi. Al centro del dipinto è raffigurato San Francesco in ginocchio, accompagnato da un angelo mentre implora Cristo, apparsogli insieme alla Madonna, affinché conceda le indulgenze ai
pellegrini che si fossero recati a visitare la Porziuncola. La scena è collocata in uno splendido paesaggio.
Il dipinto seppur integro, versa in precarie condizioni conservative; sotto uno strato di sporco e vernici
ossidate si percepiscono tuttavia gli splendidi toni della pittura carraccesca. Annibale Carracci, nato a
Bologna nel 1560 e morto a Roma nel 1609, iniziò la sua carriera proprio a Bologna lavorando insieme
al fratello Agostino e al cugino Ludovico creando la famosa Accademia degli Incamminati. Furono suoi
allievi artisti del calibro di Guido Reni, Francesco Albani, Domenichino. Si trasferì a Roma nel 1595 chiamato da uno dei più potenti mecenati dell’epoca: il cardinale Odoardo Farnese, a cui rimase legato nel bene e nel male fino al termine
della sua vita. Ci ha lasciato una delle opere più importanti e maestose della pittura italiana: la famosa decorazione della volta della
Galleria di Palazzo Farnese a Roma, opera che si colloca in scia ai capolavori del Rinascimento italiano di Raffaello e Michelangelo e che
costituirà un punto saldo per lo sviluppo del nuovo classicismo seicentesco. Carracci rappresentò uno dei riferimenti più importanti per
la cultura pittorica del Seicento in Italia insieme a Caravaggio, con il quale imbastirà un dialogo a distanza caratterizzato, pur nella diversa
cultura pittorica, da reciproci rimandi. Sepolto al Pantheon, fu definito, già subito dopo la sua morte, “il nuovo Raffaello”, pittore accanto
al quale volle essere sepolto. Esposito e Passini, mentre studiavano i dipinti della chiesa al fine di ultimare la monografia sull’artista maceratese Giuseppe Bastiani, anche lui pittore di corte di Odoardo Farnese (l’opera è in corso di pubblicazione) si erano resi conto di
essere di fronte ad un’opera eccezionale e avevano ipotizzato che potesse trattarsi di un dipinto di Annibale Carracci, ma non essendo
in possesso della prova regina in grado di confermare tale ipotesi, si erano astenuti dal rendere pubblica la loro tesi. Finalmente, circa
un anno fa, presso il museo del Louvre, Esposito ha ritrovato il disegno della pala, attribuito proprio ad Annibale Carracci. I due hanno
inoltre manifestato l’intenzione di presentare pubblicamente, probabilmente a luglio, l’opera e le conclusioni a cui sono giunti nel corso
del loro lavoro, presso il Palazzo Farnese di Caprarola, in occasione di uno specifico evento appositamente organizzato. Questa scoperta
testimonia ancora un a volta la ricchezza del territorio e nello specifico di Caprarola, per certi aspetti ancora da esplorare, in grado di riservare grosse soddisfazioni a chi ha il coraggio di rischiare nell’affrontare lo studio di settori del patrimonio ancora inesplorati.
Civita Castellana. Contributi per neo mamme: fino a 300  al mese per sei mesi.
Il Comune di Civita Castellana aderisce alla misura sperimentale introdotta dalla Legge sulla riforma del mercato del lavoro, al fine di sostenere la genitorialità. Per questo l’asilo nido comunale è stato iscritto nell’elenco delle strutture eroganti servizi per l’infanzia istituito dall’INPS. L’Inps pubblica, sul sito www.inps.it, un bando nel quale sono stabiliti tempi e modalità di presentazione della domanda da parte
delle lavoratrici madri, e tutte le informazioni relative alla procedura concorsuale. La presentazione delle domande sarà consentita
dalle ore 11:00 del giorno 1 luglio 2013 fino al giorno 10 luglio 2013. La domanda va presentata all’INPS in modo esclusivo attraverso il canale WEB servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN attraverso il portale dell’Istituto (www.inps.it) attraverso il seguente percorso: Al servizio del cittadino – Autenticazione con PIN – Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito –
Voucher o contributo per l’acquisto dei servizi per l’infanzia. L’Inps redigerà una graduatoria delle lavoratrici ammesse. La graduatoria è definita tenendo conto dell’ISEE con ordine di priorità per i nuclei familiari con ISEE di valore inferiore e, a parità di ISEE, secondo l’ordine di
presentazione della domanda.
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Campo de’ fiori
S NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NE
Comuni Ricicloni 2013. 10 Comuni nel Lazio superano il 65% di differenziata.
Bene i piccoli centri, nessun capoluogo laziale e Roma ferma al 24%. Menzione speciale per 3 comuni laziali “Rifiuti Free”
Sono Castelnuovo di Porto (VT), Oriolo Romano (RM), Sermoneta (LT), Gallese (VT), Alatri (FR),
Nepi (VT), Allumiere (RM), Cave (RM), Canepina (VT) e Campodimele (LT) i Comuni Ricicloni 2013
di Legambiente, quelli che nel 2012 hanno superato il 65% di raccolta differenziata. Non c’è nessun
capoluogo nel Lazio e nel centro Italia che abbia raggiunto questa soglia, richiesta per legge entro il 2012.
Roma altra grande assente, rimane ferma al 24%. Riconoscimento speciale per Castelnuovo di Porto, Oriolo
Romano e Sermoneta che si aggiudicano anche il nuovo prezioso titolo di questa XX edizione come comuni “Rifiuti Free”, per essere riusciti a ridurre di circa il 90% la quantità di rifiuti da smaltire. Cresce lentamente nel
Lazio il numero dei ricicloni, che passa da 6 a 10 Comuni che hanno intrapreso una corretta gestione dei rifiuti. Dei 378 Comuni totali, rappresentano appena il 2,6% ma sono in crescita di un +1,06% rispetto allo scorso anno. Sono i piccoli e medi comuni a tenere alto il valore
nel Lazio, con metà dei comuni che è sotto i 5.000 abitanti, 8 su 10 sotto i 10.000 e tutti comunque sotto i 30.000 abitanti. Tra i comuni
del Centro Italia sopra i 10.000 abitanti che hanno intrapreso una corretta gestione dei rifiuti troviamo Alatri, new entry
di quest’anno, al 14° posto nazionale con una percentuale di raccolta differenziata pari al 65,7% e un indice di buona gestione
-non legato solo alla differenziata, ma l’azione a tutto campo nella gestione dei rifiuti, dalla produzione, a riduzione e riciclo- di 54,07 punti.
Due posizioni più in basso troviamo Cave, il secondo comune laziale nella classifica, con una differenziata che raggiunge il 66% e un
indice pari a 52,49. Castelnuovo di Porto, già incoronato il migliore della Provincia di Roma nell’edizione locale del premio,
occupa la seconda posizione fra i comuni del Centro Italia con meno di 10.000 abitanti con il 79,3% di differenziata e un
indice di buona gestione di 70,27. In 8° posizione Oriolo Romano che differenzia il 72,4% dei rifiuti e ha un indice pari a 67,68. Sermoneta si piazza in decima posizione con una differenziata dell’81,3% e con un indice di 63,64, seguita da Gallese (22° posto) che raccoglie
in maniera differenziata il 67,5% dei materiali dopo il consumo e ha un indice di 58,39. Nepi al 35° posto, raggiunge quota 65,4% di differenziata e ha un indice di 53,90. Allumiere ha raccolta differenziata pari al 65,4% e indice 53,63. Infine al 41° posto troviamo Canepina
con differenziata pari a 62,2% e un indice di 51,62 e subito dopo Campodimele con differenziata al 66,2% e indice di 51,10.
La Goletta dei Laghi sul Lago di Vico
Stato di salute del LagoFaggeta, bonifiche e alga rossa: tre battaglie da vincere.
Lasciare integro il patrimonio naturale che circonda le sponde del Lago di Vico, preservarne la biodiversità, mettere in campo azioni per ridurre il livello di eutrofizzazione delle acque, monitorarne la qualità ed effettuare i necessari interventi di bonifica del territorio. Sono queste le tre priorità ambientali evidenziate oggi a Caprarola da
Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente, realizzata con il contributo di Coou e Novamont e per le tappe
romane con il contributo della Provincia di Roma. I rappresentanti del cigno azzurro hanno fatto il punto sullo
stato di salute del bacino lacustre, coinvolgendo volontari, istituzioni e cittadini in una giornata ricca di iniziative.
“Già dal 2006, da quando si è iniziato l’iter per l’approvazione del dibattuto Piano di Gestione e Assestamento Forestale di tutti i boschi all’interno della caldera del Lago di Vico, siamo stati in molti a farci avanti contro qualsiasi intervento che andasse ad impattare l’integrità
del patrimonio boschivo – dichiara Roberto Scacchi, direttore di Legambiente Lazio. E’ prioritario puntare su una tutela sostenibile, per
tanto ci fa ben sperare l’impegno preso da un gruppo di consiglieri regionali al fine di evitare operazioni che possano in qualsiasi modo
compromettere questo prezioso presidio di biodiversità.” Un’ulteriore criticità per il Lago di Vico è rappresentata dalla presenza nello specchio d’acqua della temuta alga rossa, o alga tossica, che costituisce un pericolo per la salute dell’ecosistema del lago ed un potenziale
rischio per quella degli abitanti. A tal riguardo, dei significativi passi avanti sono stati fatti grazie all’approvazione dei novi PUA, Piani Urbani
Agricoli, grazie ai quali si è riuscito a minimizzare l’uso dei fertilizzanti nei terreni adiacenti al Lago, riducendo così l’apporto si sostanze
chimiche che aumentano il processo di eutrofizzazione e di conseguenza la presenza delle alghe. Se per il momento quest’ultimo problema
sembra essere contenuto, rimane aperta la spinosa questione delle bonifiche del territorio, che ha sollevato numerose polemiche. Al lago
di Vico c’era infatti uno dei più importanti bunker-laboratorio dove, nel corso dell’ultima guerra, il regime fascista aveva concentrato le ricerche sugli ordigni NBC, (Nucleare, Batteriologico, Chimico) mettendo in piedi un magazzino per materiale di difesa.
Passati più di sessanta anni, nel marzo 2010, un documento del Centro Tecnico Logistico Interforze NBC del Ministero della Difesa, attestava
ancora “la presenza di masse metalliche e non metalliche”, ma anche che in un paio di campioni di terreno si riscontrava la presenza di
livelli di arsenico superiori ai valori di Concentrazione Soglia di Contaminazione. Lanciamo un appello al Ministero della Difesa, alla Prefettura
e all’ARPAL, affinché si forniscano in tempi brevi informazioni certe sullo stato di avanzamento delle operazioni di monitoraggio e bonifica,
rispetto ai progetti poco trasparenti, iniziati e non portati a termine che fino ad oggi sono stati condotti senza l’opportuna comunicazione
alla cittadinanza.”
FLASH MOB E ZUMBA PER LE VIE DI CIVITA CASTELLANA
Impazza la moda dello zumba ed anche quella dei flash mob. Che c’è
di meglio, allora, se non unire le due cose? Ci hanno pensato le Zin
(Zumba instructor network) Eleonora Comite, Jeannette Andrea Righi,
Silvia Agostini, Norma Mariani, Federica Lupino e Cristina Antonaci,
che sabato 6 Luglio, al Parco Ivan Rossi di Civita Castellana hanno improvvisato un flash mob contro l’abbandono estivo degli animali domestici, problema
che, purtroppo, si
ripropone
ogni
anno. Subito dopo
il flash mob, il
gruppo di giovani istruttrici di zona si è spostato nel centro storico della cittadina, in
Corso Bruno Buozzi, dove si erano appena aperte le porte della lunghissima ed affollata
notte bianca. Su di un palco, messo completamente a loro disposizione, hanno animato
la serata con una lezione aperta di zumba. Tanti i curiosi che, divertiti, si sono fermati
a guardare la ragazze in preda all’euforia che la zumba infonde.
E.B.
Foto di Giorgio Biagiola
Campo de’ fiori
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IV° MEMORIAL OSVALDO PROSPERI. COMITE SPORT SI CONFERMA CAMPIONE
Domenica 14 luglio presso la palestra comunale di Corchiano si è concluso il
IV° MEMORIAL OSVALDO PROSPERI. Vincitrice del torneo per il secondo anno
consecutivo è il COMITE SPORT ,squadra ben attrezzata ma soprattutto affiatata, che ha dimostrato di adeguarsi a qualsiasi situazione. Le sette squadre
partecipanti sono state divise in due gironi. Le prime due di ogni girone sono
approdate alle semifinali. Il COMITE SPORT, arrivata prima nel girone B, superando per 7 a 2 QUELLI DEL MERCOLEDI, arrivati secondi nel girone A,
mentre l’altra finalista, TRUCK SERVICE, arrivata seconda nel girone B, ha
prevalso sulla MASA GROP con un sofferto 3 a 2. Le perdenti delle semifinale,
MASA GROUP e QUELLI DEL MERCOLEDI, hanno disputato la finale per il 3°
e 4° posto, terminata 7 a 1 in favore della MASA GROUP; mentre TRUCK
SERVICE e COMITE SPORT si sono affrontate per il 1° e 2° posto. E’ stata
una finale intensa, dove non sono mancati momenti di tensione, con il risultato sempre in bilico. Solo a 10 minuti dalla fine, grazie al goal di AZIZ, la
squadra COMITE SPORT ha prevalso sugli avversari. Al triplice fischio è coIl Comite Sport, vincitore del torneo e la famiglia di Osvaldo
minciata la festa. Le squadre partecipanti sono state premiate dalla famiglia
di Osvaldo Prosperi, alla quale vanno i più sinceri ringraziamenti per il sostegno dato all’organizzazione. Riconoscimenti extra sono stati assegnati a Igor Giurato, capocannoniere ed a Federico Angeletti, miglior giocatore, entrambi della MASA GROUP, la quale si è aggiudicata
anche il premio fairplay. A Michael Boccia, del TRUCK SERVICE, è andato il premio di miglior portiere.
Una serata emozionante che ha voluto tener vivo il ricordo di un ragazzo che purtroppo la morte ha strappato prematuramente al nostro
affettoi…. Grazie a tutti i partecipanti e a tutte le persone che hanno contribuito allo svolgimento della manifestazione.
Massimo Benedetti
Paternesi inaugura il Civitafestival 2013. Tripudio per Lina Sastri e Giovanni
Tommaso con il Consonanti quartet.
Ha avuto inizio ufficialmente il venticinquesimo Civitafestival, la manifestazione artistica di
maggior rilievo della bassa Tuscia, con la vernice della mostra di Alessio Paternesi. Nella
Cappella Papale del Forte Sangallo di Civita Castellana erano presenti per l’inaugurazione
oltre al noto artista Paternesi, la direttrice del Museo, dott.ssa Marinella De Lucia, il direttore artistico del Civitafestival, Fabio Galadini, l’assessore Giancarlo Contessa e il sindaco,
Gianluca Angelelli. All’inaugurazione della mostra molti presenti che hanno voluto omaggiare l’artista nato a Civita Castellana. La direttrice del Forte Sangallo, dott.ssa De Lucia
ha espresso la sua soddisfazione per il fatto che anche il Museo Archeologico dell’Agro Falisco abbia iniziato a proporre un’offerta più ampia ospitando mostre come quelle di Giorgi
e Paternesi. La mostra inaugurata giovedì 11 luglio sarà aperta tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 presso il Forte Sangallo. Una piazza Duomo gremita ha fatto da cornice alla splendida interpretazione
di Lina Sastri nel suo recital “Appunti di viaggio” per la serata di apertura del Civitafestival
2013. Nella sua esibizione in prima nazionale Lina Sastri ha raccontato la sua vita di attrice, autrice
e cantante attraverso le canzoni e i personaggi interpretati nel corso della sua carriera.
Dopo il grande jazz di Giovanni Tommaso con il Consonanti quartet di venerdì 12 alle 21,30
in Piazza Matteotti, il Civitafestival si apre all’Open Space nella serata di sabato 13 luglio.
A partire dalle 21 il festival entra nelle vie e nelle piazze con lo spirito della street music:
Titubanda, Refectory Brass Band e Funkallisto sono le street band di area romana, che meglio
rappresentano il panorama nazionale di questo genere, che si esibiranno nelle vie e piazze del centro
storico. Il repertorio va dal funky, alla musica balcanica, alla klezmer, alla musica di tradizione romana.
Domenica 14 luglio, in piazza del Duomo la lezione- spettacolo “Le Cattive Strade”, scritta
e interpretata da Giulio Casale e Andrea Scanzi. In cento minuti, si è ripercorsa la carriera di
Fabrizio De André. Scanzi, giornalista e scrittore, ha raccontato gli snodi del percorso artistico del
poeta e cantautore ligure. Alla sua narrazione si sono alternate le interpretazioni del cantautore e attore Giulio Casale, capace di personalizzare - con rispetto ed eclettismo – il repertorio di Faber.
Gli appuntamenti proseguono fino al 27 Luglio, tutti da non perdere.
LA LIBRERIA DELLA LOGGIA DI S. TOMMASO A PIAZZA DELLA MORTE, VITERBO
A Viterbo, nel cuore del caratteristico quartiere di S. Pellegrino – lo scenario che si offre al turista
o al passante curioso appare irreale nella sua bellezza e autenticità, quasi una scenografia da film
gotico – sono da poco approdati Enza e Claudio, giovane coppia romana, già esperti librai, con una
iniziativa tanto lodevole quanto coraggiosa. Aprire una libreria di questi tempi, un negozio che
vende cultura a tutto tondo, è di sicuro una iniziativa controcorrente. Particolare è anche la scelta
della sede, in Piazza della Morte, nello stesso edificio in cui aveva il suo indirizzo la Confraternita
della Buona Morte. Nell’ambito dell’attività si inquadrano attività collaterali, volte a creare movimento di interesse letterario e culturale in genere. Il 6 di luglio, in concomitanza con la manifestazione di Caffeina, è stato presentato al pubblico il libro di Marco Guglielmi - eclettico artista e
coniatore viterbese – ‘Ecce Agnus Dei. Ho trovato il Santo Graal’, pubblicato da Albatros – Il Filo.
Da sx a dx l’artista Marco Guglielmi,
Durante la presentazione, l’autore, con l’ausilio di diapositive, ha potuto svolgere un ampio excursus
Claudio Bombelli e la moglie Enza.
relativo alla sua fatica letteraria. Guglielmi non è nuovo a fatiche del genere, avendo già pubblicato
un interessante fantaromanzo dal titolo ‘La Panata di S. Rosa’, vincitore del primo Concorso Letterario indetto dalla Casa Editrice Archeoares
di Viterbo. Dal 12 al 18 luglio, in libreria, nell’ambito delle varie iniziative culturali che si svilupperanno in modo complementare alla vendita
di libri, mostra delle opere fotografiche di Filippo Patrese.
Roberto Ragone
Campo de’ fiori
50
LA REDAZIONE DI CAMPO DE FIORI SI ASSOCIA A TUTTI GLI AUGURI!!!
Il 31 Luglio compio
50 anni...
Orgogliosissima di
festeggiare questa
data con amici e parenti e condividerla con
voi miei compaesani...
Il giorno 7 Giugno ho
ricevuto il Sacramento
del Battesimo, accompagnata dai miei genitori, i
padrini, i nonni, gli zii ed
il mio cuginetto
Alexandru Catalin
Tantissimi auguri alla classe 1953 di Civita Castellana che ha festeggiato i suoi splendidi 60 anni.
Claudio Chiodi, Ettore Racioppa, Erminio Magnanti, Vasco Menichelli, Silvano Giuliani,
Angelo Castellucci, Alberto Cossio, Marco Granatelli, Claudio Bruziches, Vittorio Tronti,
Franco Manzorin, Ivo Angeletti, Tonina Piermaria, Ornella Ricci, Andreina Sciarrini, Rosanna
Del Priore, Luciana Valeriani, Fabrizio Maiolati, Ilia Melone, Danilo Alessandrini, Maria Rita
Scardocci, Lucia Valentini, Ivana Soli, Marcella Colopardi, Stefania Mariani, Paola Mezzanotte,
Franco Finesi, Nanda Smargiassi, Tonino Parroccini, Mario Piatesi, Carlo Gioacchini, Rossana Di
Niccola, Angelo Basilotta, Sandro Tribolati, Gianna Coracci, Mauro Chiodi, Rita Cirioni,
Maria Mancini, Viviana Bravini, Nando Carvetti, Patrizia Filippetti.
Alla piccola Marta che il
22 Luglio compie 5 anni,
un forte abbraccio e
tantissimi auguri dai
nonni Tonino e Lilla e dal
cuginetto Flavio.
Tanti auguri per il suo
primo compleanno alla
piccola Ginevra... da
mamma Silvia, papà
Patrizio, dai nonni e da
tutti gli zii... con tanto,
tanto affetto.
INVIATE I VOSTRI MESSAG
AL NOSTRO INDIRIZZO DI POSTA ELET
Campo de’ fiori
Buon compleanno al
nostro piccolo
angioletto Sau
Matia Nicola. Che tu
possa crescere sano
e forte, con tanto
amore, come quello
che hanno i genitori
per te... Auguri da
mamma e papà
51
Auguri alla mia Sister
Samanta che il 13 Agosto
compie 22 anni!
Ti voglio bene!
Nadia
Tantissimi auguri al piccolo
Valerio Papini, che il
10 Agosto compie 2 anni!!! Dalla
mamma Sonia, il papà Aldo, i
nonni, gli zii e tutta la redazione di Campo de’ fiori
Lei è la mia
splendida nipotina
di 4 anni e mezzo:
uno dei più bei
regali che la vita
mi ha donato...
Tanti auguri di buon anniversario al mio grande
amore Palmiro da Tatiana
Tanti auguri a
Manuela Petroni
che compie gli anni
il 24 Agosto
da Antonietta,
Tania, Luana,
Daniel ed David
A Emma Pisani che il
17 Luglio
ha compiuto 3 anni.
Tanti auguri dai nonni,
gli zii, e da mamma e
papà
Tanti auguri a Tiziano
che il 13 Luglio ha compiuto
3 anni, dalla mamma, il papà, i
nonni e i cuginetti.
Tantissimi
auguri alla
piccola Giulia
Morelli che il
4 Agosto
festeggia il
suo primo
compleanno!
Con affetto
zia Flavia, e i
nonni
Costanza e
Giancarlo
AGGI DAUGURI SPECIALI
ETTRONICA [email protected]!
Tantissimi
auguri di
buon
compleanno
a Flavia
Cascioli che
l’11 Agosto
compie 23
anni.
Un caloroso
abbraccio dal fidanzato Cristian e
dai suoi suoceri Silvano e Paola.
52
Campo de’ fiori
AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
Campo de’ fiori
AGENDA
53
Tutti gli appuntamenti più importanti
Centro Donna Comunale Bracciano: a settembre nuove attività
La segreteria del Centro Donna comunale di Bracciano chiuderà il 9 Luglio per riaprire a settembre. Anche quest’anno sono state molteplici
le attività svolte all’interno del Centro che, definitivamente, ha la sua sede in Piazza Mazzini,5 al secondo piano nell’aula intitolata a Giuliana
Serano vignettista e collaboratrice del Centro, recentemente scomparsa e dove all’interno è stata allestita una mostra permanente dei suoi
disegni. La collaborazione tra l’Associazione Pandora e la Banca del Tempo Trova il Tempo è stata proficua: 236 ore di attività formative, culturali, informative e di consulenza da Gennaio 2013 a Giugno 2013,più 60 ore di attività linguistica proposte dal Comitato di Gemellaggio per
i propri associati. In particolare è stata attivata una biblioteca permanente per i soci della Banca del Tempo e postazioni internet utilizzabili
su richiesta. La struttura aprirà nuovamente i suoi battenti a settembre con il nuovo programma che sarà consultabile dopo la metà di settembre sul sito del Comune e sul sito dell’Associazione Pandora. L’Associazione di donne Pandora onlus ringrazia tutte le volontarie e le professioniste.
Campo de’ fiori
In basso da sx: Rossi, Orizio, Di Niccola, Angeletti, Mancini, De Antonis, Belfi, Romano.
In piedi da sx: Sanna, Cimarra, ..., Scopetti, Scatolini, Alessandrini, Carluccio, Cipriani, Meloni, Rossetti, Caon.
Civita Castellana. Squadra di Rugby - anni 1976/’77.
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Campo de’ fiori
Album de
Campo de’ fiori
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dei ricordi
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Civita Castellana. Anno 1961. Scuola elementare - classe I.
1. Antonio Matteucci, 2. Marco Basili, 3. Giuseppe Rossetti, 4. Giancarlo Contessa, 5. Franco Morselli, 6. Antonio Mossi,
7. ... Gorini, 8. ... Costantini, 9. ... Menichelli, 10. Sergio Tontoni, 11. Sandro Andreucci. Foto del Sig. Franco Morselli.
Campo de’ fiori
Civita Castellana. Anno 1965. Squadra di calcio di don Giacomo Pulcini.
In piedi da sx: Marco Millozzi, ..., Danilo Manocchio, Marco Fasoli, Ermanno Giordani, Piero Dobboloni.
In basso da sx: Claudio Placidi, ... Fiorani, Roberto Mancini (Guaiolino), Domenico Pressi (Beccacciò), Domenico Gemma (Mego).
Campo de’ fiori
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Album de
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Anni ‘50 - Pranzo di matrimonio presso il Ristorante 5 Stelle di Fabrica.
Si riconoscono da sinistra: Lucia Anetrini, Piramo Scorcella, Vittoria Bedini, Domenico Ceccarelli, Vinicio Francola.
Foto dalla Sig.ra Ornella Scorcella,
L’Album dei ricordi fa rivivere ogni mese
tante belle emozioni del passato!
Buone
ze!
n
a
c
a
v
Inviateci le vostro vecchie foto allindirizzo
[email protected]
oppure recapitatele presso la nostra redazione in
Piazza della Liberazione, 2 a Civita Castellana,
vi verranno immediatamente restituite.
Campo de’ fiori
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dei ricordi
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Cresima di Massimo Ricci. Anno 1961. Da sx: Dante Ricci, Luigi Ricci, Marisa Ianni, Sante Ricci,
Elide Stefanucci, Giuseppa Tabacchini, Marinella Stefanucci, Roberto Stefanucci, Pierino Stefanucci, don Mario Mastrocola.
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Anno 1935. Scolaresca in divisa da Balilla con il maestro Luigi Lotti.
Francesco Pancotti è il primo da sinistra nella seconda fila.
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Campo de’ fiori
Album de
Campo de’ fiori
Carbognano,
anno 1911.
Cesare e Regina
Nardocci con i figli
Emerenziana
(Mirina)
Filippo, Abbondio,
Silio (Tarquinio),
Ennio, e Quirino
Foto della Sig.ra
Verena Baldassi.
Campo de’ fiori
Carbognano. Piazza S. Filippo. 1962. Foto scattata durante le riprese del film “Gli eroi del doppio gioco” di Camillo Mastrocinque.
dei ricordi
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Civitavecchia.
Anni ‘60.
Corchianesi in gita.
Foto del Sig.
Prospero Prosperi.
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Corchiano.
Anni ‘70. Da sx: Giovanna Ridolfi e Maria Nardone
sulla mitica Vespa Piaggio.
60
LAVORO
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No motorizzato. Tel. 339.1120529.
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turistico, cerca lavoro come baby sitter, cameriera, commessa, o segretaria, nella zona di Corchiano, Civita Castellana, Fabrica di Roma e
dintorni! Tel. 327.7574774
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con vitto e alloggio come Badante-colf, assistenza-familiare. Zona Roma. Ha frequentato un
corso di assistenzia familiare di Base. Cell.
3470925013
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cerca lavoro a ore o a lungo orario in Civita Castellana o nei d'intorni. Tel. 3295668345
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aiuto cuoca, baby sitter, badante di giorno, o
altro simile. Tel. 0761.971834.
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cava, o come barista. Automunito. Tel.
388.8035216.
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Fabrica di Roma e dintorni. Arianna
380.2877169.
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giorno e notte, baby sitter, aiuto ristorante o
pizzzeria, pulizie, presso case di cura. Referenziata. Urgente. Tel. 329.7755636
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come assistenza anziani, infermieristica, baby sitter, anche giorno e notte. Con referenza. Max
serietà. Zona Lazio. Tel. 329.6203754 - [email protected]
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giorno e notte, per pulizie, aiuto ristorante e pizzeria, baby-sitter, come sarta o in case di cura.
URGENTE. Tel. 329.7755636
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anziani, lavori domestici. Automunita. Zona Civita Castellana e paesi limitrofi. Massima serietà
e con referenze. Tel.330.635744
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cerca lavoro per pulizie, aiuto cuoca etc. Zona
Corchiano, Fabrica di Roma, Civta Castellana.
Daniela 327.5745259.
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cerca lavoro come assistente per anziani, babysitter o stiratrice, anche orari lunghi. Zona Nepi,
Oriolo, Bracciano. Angela 329.8427385.
- UOMO 59ENNE cerca lavoro come giardiniere, ortolano, pittore e piccole riparazioni in
muratura. Tel. 331.8753786.
- SIGNORA 54ENNE cerca lavoro come badante ad ore o intera giornata. Tel.
328.3151913.
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Campo de’ fiori
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lizie, aiutante pizzeria, donna di compagnia per
anziani e lavori simili. Max serietà. Tel.
388.8078033.
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lungo orario. Cell. 338.4394101
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medie e superiori, latino, italiano e filosofia).
Eserienza pregressa. Tel. 327.3667841.
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62
Oroscopo di Agosto
Campo de’ fiori
Ariete Il mese annuncia
folate di novità, forse un
matrimonio, una promozione, un nuovo amore.
Chissà! Non ci sono ostacoli o barriere insormontabili ma solo discese dalle alte vette. Il periodo in salita è
finito, le stelle sono dalla tua parte. Coraggio, la fortuna aiuta gli audaci!
Toro Un vertice di emozioni contrastanti ti fa
oscillare. Questo è il mese
della passione incontrollata,
dell’estate
che
esplode e porta calore, vigore ed energia fisica anche per un pigrone
come te! Una bella corsetta sulla spiaggia
di prima mattina è un vero toccasana!
Nuovi incontri in vista.
Gemelli Un agosto capriccioso, ti fa dondolare su e
giù. Ami le altalene o preferisci i cavalli a dondolo
dell’infanzia?
Sei in balia delle tempeste
ormonali, un amore non corrisposto o semplicemente
una
bella
sbronza.
Suvvia, capita a tutti di perdere la testa talvolta! Cerca di dimostrare tutte le qualità
in campo lavorativo... i successi arriveranno
presto.
Cancro Un mese carico di
romanticismo, di tenera
complicità, di un nuovo
amore finalmente. Un’amicizia si trasforma in un
sentimento più forte. Coraggio! Buttatevi
se non volete perdere l’occasione di una
brillante vita di coppia. Al calar del sole non
sono sole le lucciole che sfavillano nella
notte.
Leone Estate, caldo, sole,
mare…Il tuo sguardo felino si perde nel suo! Finalmente l’amore vero dopo
una lunghissima attesa?
Prima però devi fare i conti con il
passato che ancora ti intristisce. Ma il libro
della vita ti attende con un nuovo capitolo.
Il sole ti riscalda finalmente dopo un anno
di duro lavoro.
Vergine Ti fai rincorrere
e non ti fermi mai. Una
breve sosta a volte è necessaria per riflettere e
fare il punto della situazione. Forse la persona che ti rincorre è migliore di quello che appare, a volte
l’apparenza inganna. Se cerchi la verità il
cristallo di rocca può portare la luce nei tuoi
pensieri e guidare il tuo cammino.
Bilancia Il profumo della
lavanda ti circonda e ti
porta verso lidi lontani. Il
cuore non cessa di battere per l’ultimo indimenticato amore. Forse è
giunto il momento di guardare avanti e
pensare al futuro con più ottimismo. Si presenteranno opportunità di lavoro da valorizzare, mentre tutti sono in vacanza.
Scorpione Forse ti ci
vuole una bella doccia
fredda per sbollire la
passione incontrollata.
Agosto, il mese delle vacanze al mare in campeggio o nelle rinfrescanti vette alpine. Non
badare troppo però vicini di ombrellone, la
gelosia è una brutta malattia. Negli affari
rimanda a settembre, con la mente fresca
si pensa meglio.
Buone vacanze
o
Foto di Pa
lo Antonin
i
by Cosmo
Sagittario Attendi prima
di colpire con il tuo languido sguardo un nuovo
amore. Il sole d’agosto a
volte fa prendere degli abbagli. Lontano dal lavoro
finalmente respiri aria nuova. Se sei sposato, una vacanza al mare con i bimbi ci voleva proprio anche se in compagnia della
suocera. Cerca quindi di tener lontano i
battibecchi famigliari.
Capricorno Forse è il caso
di far decidere al partner
quest’anno dove andare in
vacanza. Per alleggerire la
tensione accumulata durante l’anno una settimana
in una romantica baita di montagna o in un
rilassante centro termale potrebbe essere
ideale. Attenti ad emicrania e gambe gonfie.
Acquario Gli screzi con il
partner si sono appianati
per ora. E’ tempo di pensare al futuro e programmare un nuovo lavoro per
l’autunno, una trasferta o un trasloco. Una
gita al lago può decidere le sorti di un
nuovo amore o rinsaldare le coppie spente
riaccendendo il fuoco della passione.
Pesci Un amore dimenticato o un’amica d’infanzia
con qualche segreto da
svelare bussano alla tua
porta. Sei sempre stato
molto romantico, non dimenticare però che a volte l’empatia può
essere pericolosa. Qualcuno potrebbe approfittare della tua gentilezza. Cerca quindi
di valutare attentamente la situazione.
a tutti i nostri lettori
dalla redazione di
Campo de’ fiori...
Arrivederci
a Settembre
Campo de’ fiori
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edito dall’
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del 2/6/89
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