“La cosa chiamata poesia” Jiří Orten tra parole e musica
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“La cosa chiamata poesia” Jiří Orten tra parole e musica
“La cosa chiamata poesia” Jiří Orten tra parole e musica 3 settembre 2013 ore 21.00 Museo Ebraico di Bologna Pavel Piekar, Ritratto di Orten introduce: Fabio Vicari letture: Federica Rotelli e Gajané Kirinovičová pianoforte: Monika Fenyešová soprano: Marzia Baldassarri musiche: Pavel Haas, Šest písní v lidovém tónu opus 1| Sei canti in stile popolare opera 1 (1918) Il poeta di origine ebraica Jiří Orten (Kutná Hora 1919 – Praga 1941) è stata una figura emergente nel panorama letterario europeo; ebbe una vita brevissima, poiché morì a soli 22 anni in seguito a un incidente stradale; fu seppellito nel Nuovo Cimitero Ebraico di Praga. A 17 anni, nel 1936, inizia a scrivere in giornali e riviste, e dal 1939 a causa delle leggi razziali si servì degli pseudonimi Karel Jílek e Jiří Jakub. Appartiene al gruppo dei giovani artisti Ohnice, che operò negli anni dell'occupazione nazista. Nella sua breve opera letteraria riuscì ad esprimere la sua concezione negativa dell'esistenza, il senso di dolore e angoscia e la coscienza di una morte imminente. Una concezione della vita emblematica per tutta la sua generazione costretta a vivere in una condizione storicamente difficilissima, minata da pericoli imminenti, priva di prospettive di futuro, di normalità e serenità. Della sua produzione poetica pubblicò le raccolte Čítanka jaro, Crestomazia primavera del 1939; Cesta k mrazu, Viaggio verso il gelo del 1940; Ohnice, Malerba del 1941; rimasero invece inedite altre due raccolte: Zcestí, Disvio e Elegie pubblicate solo nel 1947 nel volume Opere curato da V. Černý. Nonostante al centro della sua opera ci sia la poesia, si cimentò anche nella prosa e nel teatro, scrisse recensioni e saggi letterari. Si conservano anche tre quaderni di circa 1500 pagine manoscritte ai quali dava nome a seconda della copertina (Libro azzurro, Libro zigrinato, Libro rosso). Questi diari furono pubblicati nel 1958, gettando nuova luce sulla poesia di Orten. Fabio Vicari, docente di lettere negli istituti superiori, dottore di ricerca in storia, ha all’attivo numerose pubblicazioni di ambito universitario e scolastico presso prestigiose case editrici, collabora con diverse associazioni culturali con l’obiettivo di consolidare i legami culturali tra diversi paesi europei, in particolare nei settori della musica e della poesia. Monika Fenyešová è nata a Česká Lípa in Repubblica Ceca. Ha iniziato gli studi di pianoforte all'età di sette anni presso l'Istituto Musicale della città natale, proseguendoli in seguito presso il Conservatorio di Teplice. Nel 1998 ha completato gli studi all'Università “J. E. Purkyně” a Ústí nad Labem, conseguendo la laurea in pianoforte, musica e pedagogia. Ha partecipato a vari concorsi nazionali (Concorso Nazionale del Conservatorio, Concorso Nazionale “B. Smetana”, Concorso Nazionale di Musica da Camera, ecc.) ottenendo ottimi risultati. Ha insegnato pianoforte presso l'Istituto Musicale di Česká Lípa, Duchcov, e presso il Conservatorio di Teplice (Repubblica Ceca). Attualmente si esibisce in numerosi concerti da solista e in differenti formazioni cameristiche e insegna pianoforte presso la Scuola di musica “Il Temporale” di Bentivoglio. Marzia Baldassarri inizia il suo percorso musicale come violinista, dedicandosi poi alla sua grande passione, il canto. Diplomata con il massimo dei voti, ha seguito i corsi di perfezionamento dell’Accademia Filarmonica di Bologna e studiato il repertorio vocale con grandi interpreti come Elizabeth Norberg-Schulz, Luciana Serra, Susanne Danco, Lella Cuberli. Affianca un’intensa attività concertistica in Italia e in Europa ad un attento lavoro di divulgazione della musica curando la Direzione Artistica del “Festival di Bentivoglio” e coordinando le attività della Scuola di musica “Il Temporale”. Si esibisce in Duo con il Maestro Jolando Scarpa, musicologo e organista, insieme propongono nei loro concerti un raffinato repertorio sacro, riportando alla luce preziose partiture inedite ed eseguendo numerose prime assolute. Federica Rotelli, dottore di ricerca in bioeconomia – economia dell’ambiente, dopo aver frequentato diversi corsi presso il Teatro delle Moline si dedica all'attività di attrice. Recita stabilmente con la compagnia “Il Ramo d'Oro”. Gajané Kirinovičová, traduttrice e insegnante di lingua ceca, coordina le attività dell’Associazione culturale italo-ceca “Lucerna”. Pavel Haas (1899-1944), originario di Brno, in Moravia, appartenente a una ricca famiglia ebrea, divenne in giovinezza uno dei favoriti allievi di Leoš Janáček, il maggiore compositore ceco del Novecento. Padrone della tecnica compositiva, seppe usare materiale sonoro della tradizione morava ed ebraica, imponendosi negli anni ’30 come uno dei maggiori compositori del suo paese, ottenendo grandi successi come autore di musiche per il cinema, il teatro e l’opera. Al termine degli anni ’30, con l’invasione nazista della Cecoslovacchia, le sue condizioni divennero precarie, finché fu internato nel ghetto di Terezín, dove continuò a comporre opere di primaria importanza. Nell’ottobre 1944, insieme ad altri importanti musicisti boemi di origine ebraica, venne trasferito ad Auschwitz, trovandovi la morte nelle camere a gas. Il ciclo delle Sei canzoni su temi popolari (1918-19), un lavoro giovanile ma ricco di fascino e maestria, prende spunto dal patrimonio folclorico moravo, sia per quel che riguarda i testi che le melodie. Sui testi delle canzoni, semplici melodie del mondo contadino, Haas costruisce una partitura contraddistinta da elementi poliritmici, una delle caratteristiche che saranno proprio del suo stile negli anni seguenti. I testi delle canzoni, nella versione italiana, sono stati tradotti da Andrea Louis Ballardini. Ingresso gratuito