La Fiat alla radio*

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La Fiat alla radio*
La Fiat alla radio*
- Benvenuti a Verso Sud, benvenuti a Melfi, esattamente nella ormai famosissima fabbrica della Fiat Sata di Melfi, il gioiello tecnologico della Fiat dove si discute lÕutilizzo dei fondi erogati dalla legge
488 del Õ92, una legge severa, una legge che ha recentemente erogato
ben 78 miliardi alla Fiat Sata di Melfi. Oggi noi ne parliamo con il direttore del personale dellÕorganizzazione della Fiat Auto dott. Maurizio
Magnabosco, collegato con noi da Torino, ne parliamo con Pietro
Simonetti, consigliere regionale a Potenza, in Lucania, ma ne parliamo
anche con Antonio Innocenti, che • un operaio della Fiat Sata di Melfi,
esattamente rappresentante della R.S.U., cio• rappresentanza sindacale
unitaria.
- Simonetti, lei ha recentemente dichiarato che i fondi della 488,
che sta, apro un inciso, provocando una intensa discussione in Basilicata
ed in Puglia, accusata, appunto, di aver erogato per le industrie del Sud,
segnatamente quelle della Puglia e della Basilicata, troppi pochi fondi. Ha
aperto, per˜, allÕinterno di questa discussione, unÕaltra discussione colta a
contestare lÕutilizzo che la Fiat Sata di Melfi fa di questi 78 miliardi, che
per inciso credo dovessero essere di pi• di 78, la Fiat ne aveva chiesti
credo 123, allÕinterno di un intervento complessivo di circa 435. Allora,
che cosa contesta alla Fiat per quanto riguarda lÕutilizzo dei fondi della
* Lampi dÕestate ÒVerso SudÓ Radio 3 RAI 05/09/98
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488?
- Per la veritˆ alla Fiat non contesto nulla, contesto la
Confindustria, soprattutto quella locale che negli ultimi giorni ha espresso
una posizione che mette in contrasto le piccole e le grandi aziende.
Sostanzialmente Confindustria ha detto che Fiat ha rubato i soldi delle
piccole imprese lucane... questo non • vero. Per quanto mi riguarda ho
posto il problema dellÕutilizzo corretto di queste risorse. In effetti, per me
non fa nessuna differenza piccola o grande, il problema • un utilizzo
c o rretto. Ho detto, anche, che Fiat • forse lÕunica azienda nel
Mezzogiorno che negli ultimi anni ha rispettato gli impegni occupazionali a fronte di investimenti pubblici erogati. Quindi, a questo punto della
vicenda, il tema • come utilizzare bene i fondi della 488 a partire da
Melfi e quello della efficacia della incentivazione della 488, perchŽ ho
lÕimpressione che moltissime imprese nel Sud non hanno utilizzato bene
queste risorse, alcune non le hanno ancora utilizzate.
- Peraltro, mi pare che sia contestata proprio la stringatezza
dei fondi erogati, vero Simonetti?
- Sono 3000 miliardi che dovrebbero mobilitare quasi
11.000 miliardi di investimenti. Ho lÕimpressione che ci siano dati sbagliati per quanto riguarda le ricadute occupazionali immaginate dal
Governo. Il Governo parla addirittura di 50.000 posti di lavoro. Mi
paiono tanti. LÕesperienza reale, le prime due annualitˆ dice che questo
non • vero.
- Io ovviamente do la parola al dott. Magnabosco che deve
rispondere al consigliere regionale Simonetti.
- Mi pare che il consigliere Simonetti ha impostato correttamente il problema, nel senso che per quanto io ho potuto leggere sui
giornali locali pare che la polemica non fosse tanto nei confronti di Fiat.
Si diceva Fiat fa la parte del leone perchŽ si prende il 50% dei fondi
destinati alla Basilicata, per˜ questo credo che sia dovuto alla dimensio-
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ne del nostro investimento.
- Io ricordo solo agli ascoltatori una cosa dott. Magnabosco,
mi scusi, che gli impiegati della Fiat Sata di Melfi sono 6.400 e con lÕindotto raggiungono, mi pare, la cifra di 10.000. Per lÕinsediamento mi
pare uno stabilimento di notevoli dimensioni.
- Bisogna anche dire unÕaltra cosa che probabilmente
lÕopinione pubblica non conosce, che questa richiesta di finanziamento
non • a fronte della vecchia iniziativa di quando • nata la fabbrica e la
Punto, ma • a fronte della nuova iniziativa della nuova Punto, quindi, •
un finanziamento chiesto per lo sviluppo futuro della fabbrica e mi pare
molto importante questo perchŽ se non si investe • chiaro che mancano
le premesse di tipo occupazionale evidentemente. Io credo che, poi, il
tema della destinazione di questi investimenti fra le piccole e le medie
imprese sia un problema tutto lucano, che deve essere tutto affrontato e
risolto in loco, con una capacitˆ che lÕimprenditoria lucana deve avere. é
chiaro che la presenza di Fiat in una dimensione cos“ rilevante, ricordo
che l“ si costruiscono circa 450.000 macchine lÕanno. é uno dei pi•
grandi stabilimenti automobilistici dÕEuropa non solo dÕItalia, fa da volano. Per˜ il colano, come dire, pu˜ aiutare un movimento che nasce.
Questi finanziamenti devono andare in questa direzione e devono
avere delle ricadute occupazionali. Noi sotto questo profilo ci sentiamo,
mi pare, a posto. I numeri parlano chiaro.
- Io torno un attimo a Simonetti prima di rivolgermi ad
Antonio Innocenti per parlare proprio di come si lavora nella fabbrica
Fiat Sata di Melfi e cio• che cosa • la qualitˆ totale vista da un operaio.
Io ho sottomano, Simonetti, un documento ufficiale del Dipartimento
Problemi del Mezzogiorno di Rifondazione Comunista, che tuttavia inizia, esordisce cos“ ÒFiat Melfi. Oltre a preparare la nuova Punto occorre
ricontrattare gli orari, ritmi, salari anche per creare nuova occupazione,
utilizzando i 78 miliardi e 34 milioni di incentivi ricevuti dallÕazienda con
la terza annualitˆ della legge 488; 1.100 lavoratori hanno lasciato lo
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stabilimentoÓ. Cio• da questo documento si evince che voi chiedete,
anche perchŽ lo dite esplicitamente alla fine di questo stesso documento,
che questi 78 miliardi incentivino lÕulteriore assunzione di 400 lavoratori,
per saturare lÕorganico prefissato a suo tempo nellÕaccordo di programma
che ha portato alla realizzazione dello stabilimento e che al contempo si
riduca lÕorario di lavoro.
- Noi riteniamo che proprio perchŽ la Fiat ha fatto un investimento nel Mezzogiorno ed ha messo su uno stabilimento di quel tipo
occorre anche innovare in termini di una diversa politica degli orari, dei
ritmi perchŽ ormai siamo ad una fase in cui questo esperimento pu˜ essere fatto. In effetti, ci sono incentivi per rimodulare lÕorario di lavoro, per
ridurlo.
- Ricordo agli ascoltatori che attualmente lÕorario di lavoro • di
37 ore e 15 minuti settimanali.
- Parlavo di incentivi nazionali dello Stato che possono essere
utilizzati. Siamo disponibili come forze politiche, come forze istituzionali
ad affrontare il discorso sullÕulteriore sviluppo delle attivitˆ occupazionali
e produttive a Melfi, utilizzando appunto gli incentivi della 488 per le
innovazioni che si stanno realizzando, ma soprattutto andando, e questo
tocca alle parti sociali ovviamente, ad una contrattazione che riveda orari
ed anche ritmi. PerchŽ un problema cÕ•.
- Qual •?
- Il problema sono queste uscite di 1.100 unitˆ lavorative in
pochi anni.
- Specifichiamo, 1.100 lavoratori hanno lasciato lo stabilimento per vari motivi.
- S“ o per dimissioni o per altri motivi, ma sostanzialmente
cÕ• un disagio che • dato da ritmi di lavoro, • dato da, anche, livelli
salariali che non sono identici a quelli del gruppo. Noi poniamo questo
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problema, poi tocca alle parti sociali affrontarlo, ovviamente.
- Ma conferma la previsione che la riduzione di unÕora alla
settimana porterebbe 2.000 occupati in pi•?
- Confermo che cÕ• questa possibilitˆ. Rimodulando gli orari,
soprattutto i turni, sei per sei per esempio, oppure unÕaltra modalitˆ che
pu˜ essere affrontata da chi contratta, questo tipo di ragionamento porta
allÕaumento dei posti di lavoro, non cÕ• dubbio. Svimez addirittura, per
quanto riguarda il Mezzogiorno, le attivitˆ industriali complessive del
Sud parla, a fronte di una riduzione del 10% di 110.000 nuovi posti di
lavoro. Quindi, cÕ• unÕesigenza da parte dei sindacati e delle aziende di
cominciare a sperimentare la riduzione di orari. La Fiat, tra lÕaltro, lo ha
giˆ fatto a Melfi, portando lÕorario a 37 ore e 15. Io penso che si possa
continuare soprattutto perchŽ ci troviamo di fronte ad unÕazienda che •
tecnologicamente avanzata e ha fatto degli investimenti robusti.
- Ecco io vengo, appunto, ad Antonio Innocenti. 1.100 lavoratori hanno lasciato lo stabilimento. Che vuol dire? PerchŽ lo hanno
lasciato? Che succede? Quali sono i ritmi di lavoro e la qualitˆ di lavoro
alla Fiat Sata di Melfi?
- Punto uno abbiamo dei disagi proprio con il sistema di turnazione che • stato firmato allÕepoca, nel Õ93.
- Cio•?
- Noi abbiamo un sistema di turnazione obbligatorio sia per
gli uomini, che per le donne di 1¡, 2¡, 3¡ turno, cio• mattina, pomeriggio
e terzo.
- Quindi, si lavora 24 ore su 24 a Melfi?
- S“, si lavora anche il sabato.
- Anche la domenica?
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- S“, la domenica per la manutenzione. Il disagio ancora pi•
grosso • che noi facciamo addirittura due o di pi• ancora, tre settimane
di notti consecutive; • un grosso disagio. Per non parlare poi dei carichi
di lavoro che a Melfi abbiamo circa un 18%, 20% di carichi di lavoro pi•
alti a differenza di Mirafiori. Un carico di lavoro pi• alto che, forse, se
andiamo a controllarlo meglio arriviamo pure molto pi• alto fino al 30%.
Un carico di lavoro pi• alto che poi alla fine porta, secondo me, disagio
pure sulla qualitˆ del prodotto. PerchŽ se mettiamo un lavoratore che
dovrebbe fare pi• lavoro, pi• operazioni sulla linea a differenza di un
lavoratore di Mirafiori, non so la qualitˆ come potrebbe andare.
- Lei • soddisfatto del salario che le viene dato?
- S“, volevo parlare pure di quello, del salario, ma volevo
aggiungere unÕaltra cosa, scusate. Il fatto che abbiamo lÕaumento linea, il
10% di aumento linea.
- Si faccia capire.
- Gli aumenti di linea che ad ogni guasto tecnico, di qualsiasi tipo, si pu˜ fare lÕaumento linea del 10%, cio• • consentito proprio
come accordo. Oltre al disagio che cÕ• delle condizioni di lavoro, dei
carichi di lavoro alti si aggiunge pure lÕaumento linea. Poi, vediamo il
salario.
- Lei quanto guadagna? Mi scusi la domanda diretta.
- Mediamente, facendo turni, notti una media di 1.550.000,
1.600.000, diciamo.
- Compresi gli straordinari?
- No, no, non faccio straordinari.
- Per˜, cÕ• un ricorso mi pare agli straordinari a Melfi.
- A Melfi cÕ• molta gente che fa straordinari pure per il siste-
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ma di riposo che si ha. Si fanno tre giorni di riposo che vanno, diciamo,
ad occupare i sabati che si va a lavorare.
- Ma lei Innocenti ritiene che la disciplina che si mantiene in
fabbrica alla Fiat Sata di Melfi sia eccessiva, cio• che ci sia un modello
autoritario in fabbrica?
- S“, un modello autoritario, non • un modello come la Fiat
presuntuosamente sostiene. Dice che cÕ• stato lÕabbassamento della scala
gerarchica, anzi secondo me si • alzata ancora di pi• perchŽ ci sono
delle figure ancora intermedie, delle figure che vanno ad allungare ancora di pi• la scala gerarchica e vanno, diciamo, pure al colpire un poÕ la
dignitˆ del lavoratori.
- Dott. Magnabosco che cosa • questo disagio in fabbrica?
- Non voglio fare una contestazione punto per punto
delle cose dette perchŽ alcune mi sembrano persino quasi presuntuose.
Qui noi abbiamo fatto in Melfi una organizzazione completamente
nuova, un sistema di relazioni industriali completamente nuovo, concordato con il sindacato, che partiva non tanto da rapporti di forza o da
condizioni eccezionali come il prato verde, ma partiva da una constatazione di base, cio• di un livello tecnologico e di qualitˆ degli impianti di
fabbrica, del prodotto, dellÕorganizzazione del lavoro completamente
diversi proprio perchŽ assolutamente nuovi rispetto alle altre iniziative
industriali nel campo delle automobili nostre e dei nostri concorrenti in
tutta Europa. Questa • la pi• grande fabbrica di automobili fatta in
Europa negli ultimi venti anni ed • chiaro che • un enorme passo avanti
rispetto a quelle precedenti.
- Cio•, adotta i sistemi cosiddetti della qualitˆ totale e del
toiotismo.
- Non solo, ma cÕ• anche molta automazione quindi
nelle quattro fasi di lavorazione di questa fabbrica che sono: lo stampag-
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gio, la saldatura della lamiera, la verniciatura e il montaggio finale,
mentre nelle fabbriche tradizionali e gli accordi sindacali che si riferivano a quelle fabbriche prendevano atto di quelle condizioni, erano fabbriche Òlabour intensiveÓ con forte attivitˆ lavorativa, quindi con una forte
prescrittivitˆ. Nel momento in cui cÕ• alta automazione ed • la fabbrica
che lavora, specialmente nelle tre fasi iniziali, • chiaro che mancano
quelle condizioni di fatica, di intensitˆ che ci sono nella fabbrica tradizionale. Ecco perchŽ il sindacato che conosce queste cose, concorda con
noi queste condizioni.
- Le posso rispondere?
- No, aspetti un attimo, mi consenta perchŽ... Poi dopo
cÕ•, come sempre, perchŽ abbiamo analizzato a fondo il problema di
Melfi noi, i ricercatori, il Censis e quanti altri, lÕUniversitˆ, • chiaro che
cÕ• sempre un disagio legato al passaggio dallÕattivitˆ rurale allÕattivitˆ
industriale e dal non lavoro al lavoro. é chiaro che cÕ• un problema di
organizzazione scientifica del lavoro che deve rispondere a dei parametri. Non • come lavorare nellÕagricoltura dove se uno vuole pu˜ fermarsi.
L“ • chiaro che non ci si pu˜ fermare, ci si ferma nei tempi definiti e cos“
via. Io non credo ad un sindacato arrendevole nei nostri confronti, che
accetta condizioni impossibili. Queste di Melfi sono le condizioni della
competizione, che ci sono in tutte le fabbriche pi• moderne del mondo.
Tutte stanno andando in questa direzione, anzi Melfi • un riferimento per
tutti quanti i costruttori mondiali dellÕautomobile. Il turnover di Melfi, quello vero, quello legato al fatto che si abbandona il lavoro • molto pi•
basso di quello che cÕ• al Nord ed • molto pi• basso delle precedenti iniziative Fiat fatte al Sud perchŽ delle 1.000 persone bisogna ricordare
che circa 400 sono state da noi portate in altre fabbriche Fiat, proprio
come persone che hanno acquisito competenze che si possono utilizzare..., hanno fatto carriera per intenderci. Altre 300 persone che si sono
messe in proprio sul posto, hanno fertilizzato le competenze, poi gli altri
sono persone che sono andate via, ma sono di meno di quelle che esco-
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no dalla fabbrica al Nord o nelle nostre precedenti esperienze.
- Facciamo replicare ad Antonio Innocenti.
- Non sono dÕaccordo con lei dott. Magnabosco perchŽ il
turnover le posso dire che la maggior parte delle persone che se ne sono
andate di lˆ e poi non mi dica che • lo stabilimento dove sono state
licenziate meno persone in percentuale agli anni di lavoro dello stabilimento perchŽ, forse, • quelli pi• alti.
- Io conosco i dati degli stabilimenti di Termini-Imerese,
di Cassino, di Termoli.
- La gente se ne sta andando di lˆ per le condizioni di lavoro e la dignitˆ calpestata, che viene messa sotto i piedi.
- Mi pare eccessivo.
- é cos“. Poi, lei ha parlato di prato verde, qualitˆ totale,
tutte quelle belle parole che la Fiat si sta vantando, fabbrica snella. Allora
lÕunica cosa di vero che • rimasta lˆ • il prato verde perchŽ, poi allÕestetica ci crede la Fiat. Le altre cose sono tutte parole rimaste sulla carta,
rimangono lˆ.
- Mi pare eccessivo.
- Non voglio fare una critica eccessiva allora, se lei viene,
lei sarˆ giˆ venuto a vedere lo stabilimento, lo venga a rivedere. Venga a
parlare con i lavoratori..., ma allora non mi dica... lei va a parlare di
ricercatori. Fine secolo non penso che • un libro che ha parlato cos“ bene
della Sata di Melfi.
- Fine secolo, ricordo agli ascoltatori, • una rivista che ha
dato anche luogo ad una inchiesta operaia. Io, purtroppo devo interrompere qui il dibattito. Simonetti, unÕultimissima parola.
- Credo che si possa prendere atto del confronto e continuar-
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lo adottando misure e realizzando interventi che risolvono i problemi.
LÕorario • un problema, i ritmi sono un problema. CÕ• una fabbrica e
questo • positivo, ma bisogna passare oltre, adesso, risolvere i problemi.