Manuale per i pazienti - International Myeloma Foundation

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Manuale per i pazienti - International Myeloma Foundation
Mieloma multiplo | Tumore del midollo osseo
Manuale
per i pazienti
Edizione 2016 | A cura del dott. Brian G.M. Durie, M.D.
Una pubblicazione dell’International Myeloma Foundation
Migliorare la vita Trovare la cura
Informazioni sulla International Myeloma Foundation
La International Myeloma Foundation (IMF), fondata nel 1990, è l’organizzazione
di beneficenza più vecchia e più grande del mondo che si occupa specificamente
del mieloma. L’IMF annovera oltre 350.000 membri in 140 paesi e si rivolge ai
pazienti affetti da mieloma, ai loro familiari e alla comunità medica. L’IMF fornisce
una vasta gamma di programmi nelle aree della Ricerca, Divulgazione, Supporto
e Sensibilizzazione:
RICERCA L’IMF è leader globale nella ricerca collaborativa internazionale sul mieloma.
L’IMF sostiene la ricerca effettuata in laboratorio e, fin dal 1995, ha conferito oltre 100
sovvenzioni ai principali ricercatori junior e senior. Inoltre, attraverso l’International
Myeloma Working Group (IMWG), un’organizzazione che pubblica in prestigiose
riviste mediche, che si sforza di tracciare la rotta verso una terapia, che è alla guida
della prossima generazione di sperimentatori innovativi e che migliora le vite grazie
all’ottimizzazione delle cure, l’IMF riunisce gli esperti leader, a livello internazionale,
in maniera esclusiva e affermata.
DIVULGAZIONE Vengono organizzati, in tutto il mondo, seminari a carattere
divulgativo per i pazienti e i loro familiari, workshop nei centri medici e workshop locali
dell’IMF. Questi incontri mettono direttamente a disposizione dei pazienti e dei loro
familiari informazioni aggiornate presentate da specialisti e ricercatori leader nel campo
del mieloma. La nostra biblioteca, che contiene oltre 100 pubblicazioni per i pazienti,
coloro che si occupano della loro assistenza e per i professionisti della sanità, viene
aggiornata ogni anno ed è consultabile gratuitamente. Le pubblicazioni sono stampate
in oltre 20 lingue.
SUPPORTO I coordinatori della nostra InfoLine rispondono alle domande e
forniscono supporto e informazioni telefonicamente e via e-mail a migliaia di famiglie
ogni anno. L’IMF sostiene una rete di oltre 150 gruppi di supporto e si occupa della
formazione di centinaia di pazienti, assistenti e infermieri dedicati che svolgono attività
di volontariato alla guida di questi gruppi nelle loro comunità.
SENSIBILIZZAZIONE Il programma di Sensibilizzazione IMF gestisce la formazione
e il supporto dei soggetti interessati, al fine di sensibilizzare il pubblico in merito
ai problemi di salute che colpiscono la comunità del mieloma. Lavorando a livello
nazionale, l’IMF è alla guida di due gruppi che si occupano della sensibilizzazione
sul tema della copertura assicurativa. Migliaia di sostenitori preparati dall’IMF hanno
un impatto positivo ogni anno per quanto riguarda i problemi critici della comunità
del mieloma.
Richiedete maggiori informazioni su come l’IMF stia attualmente facilitando
il miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti da mieloma,
sforzandosi, nel contempo, di prevenire e di giungere ad una cura.
Contattateci al numero telefonico o visitate il sito web myeloma.org.
Migliorare la vita Trovare la cura
Indice
Introduzione
4
Passo 1: Sapere con cosa hai a che fare.
Elaborare una diagnosi corretta.
4
Che cos’è il mieloma?
4
Aspetti di base del mieloma
6
Perché il mieloma deve essere trattato
6
Cosa può causare problemi di carattere medico con il mieloma
6
Passo 2: Esami che dovete eseguire.
8
Diversi tipi di mieloma
8
Stadiazione del mieloma
9
Esami alla diagnosi
Passo 3: Opzioni di trattamento iniziale.
Terapia iniziale o di prima linea
Passo 4: Terapia di supporto.
11
11
11
13
Se la terapia di prima linea non funziona
15
Cosa chiedere al tuo medico
15
Termini e definizioni
17
Introduzione
L’International Myeloma Foundation
(IMF) si impegna a offrire informazioni
e supporto a pazienti e famiglie.
Uno degli aspetti più scoraggianti per i pazienti
a cui viene diagnosticato un mieloma multiplo
(MM) è imparare – e comprendere – una malattia
rara e abbastanza complicata. I pazienti e i loro
familiari spesso si sentono catapultati in un mondo
sconosciuto in cui il loro vecchio vocabolario non
serve più. L’IMF, con questo Patient Handbook
(Manuale per i pazienti), vuole offrirvi una guida per
orientarvi in questo “nuovo mondo” e fornirvi i mezzi
per meglio comprendere e gestire il vostro mieloma.
Il manuale dell’IMF è incentrato su cosa fare quando
vi viene comunicata la diagnosi per la prima volta e
quindi affronta i primi quattro dei 10 Steps to Better
Care® (10 passi per la miglior cura). Ulteriori dettagli su
altri argomenti, quali il trapianto, la terapia di supporto,
singoli farmaci, recidiva e studi clinici sono disponibili
in altri opuscoli sul sito internet myeloma.org. Per
domande o dubbi, la InfoLine dell’IMF è disponibile
via e-mail ([email protected]) o telefonicamente
al numero verde +1 800-452-2873 da Stati Uniti e
Canada, o al +1 818-487-7455 dagli altri paesi del
mondo. Dai, chiama! L’IMF è qui per aiutarti.
Passo 1:
Sapere con cosa hai a che fare.
Elaborare una diagnosi corretta.
Letteralmente il mieloma è un “oma”, o tumore,
che coinvolge il “mielo”, le cellule del sangue
presenti nel midollo osseo. Le cellule che ne sono
affette sono le plasmacellule (un tipo di globuli
bianchi), cellule che producono i nostri anticorpi
(immunoglobuline). Una plasmacellula maligna
o cancerosa viene definita cellula mielomatosa. Il
mieloma viene definito “multiplo” perché spesso
si sviluppa in diverse aree del midollo. Il mieloma
può presentarsi sia come tumore, sia come area
di perdita di osso. In entrambi i casi, il tumore
o il “buco” nell’osso sono definiti “lesioni”. Le
aree di perdita di osso causata dal mieloma si
definiscono “lesioni litiche”. L’unico caso in cui il
mieloma non è “multiplo” è il raro “plasmocitoma
solitario”, un singolo tumore che può comparire
sia nel midollo osseo che in area extramidollare.
Il mieloma colpisce le aree in cui il midollo
è normalmente attivo nell’adulto. Il midollo
si trova nelle cavità all’interno delle ossa della
colonna vertebrale, del cranio, della pelvi, della
gabbia toracica e delle aree intorno alle spalle e
alle anche. Normalmente non vengono interessate
le estremità: le mani, i piedi e le zone distali di
braccia e gambe. Questo è molto importante
perché normalmente la funzionalità di queste
aree critiche è completamente conservata.
Che cos’è il mieloma?
Il mieloma multiplo è un tumore delle
plasmacellule nel midollo osseo. In questo
manuale, il mieloma multiplo viene di seguito
indicato con il termine “mieloma”, poiché esso
coinvolge diverse aree e l’uso della parola “multiplo”
è pertanto ridondante. L’intento di questo
manuale è fornire informazioni di base e alcuni
suggerimenti su come affrontare questa malattia.
Anche se non c’è una cura definitiva per il
mieloma, si tratta di una malattia trattabile.
Molti pazienti riescono a condurre una vita piena
e produttiva per anni, persino decenni dopo la
diagnosi. Con l’incremento delle attività di ricerca,
le prospettive per i pazienti stanno migliorando
progressivamente. Saperne di più sulla malattia
e capire cosa può essere fatto per aiutare riduce
l’ansia e rende più facile fare i conti con la diagnosi.
Il mieloma è una malattia con caratteristiche
fortemente individuali. Il mieloma spesso
progredisce lentamente, ma talvolta può essere molto
più aggressivo. Uno specialista qualificato è in grado di
4
individuare il migliore approccio alla vostra situazione
specifica e può collaborare con il vostro medico di base
nel caso non fosse disponibile un esperto in mielomi
vicino a voi. Mentre il team medico valuta ogni specifica
situazione e propone l’approccio migliore, il paziente
gioca un ruolo fondamentale nell’aiutare a prendere
decisioni personali sul trattamento. È importante che
i pazienti e le famiglie siano bene informati, rivolgano
domande e prendano in considerazione le diverse
opzioni e strategie. Un messaggio chiave dell’IMF
è: “La conoscenza è potere”. Conoscere la vostra
malattia vi aiuterà a prendere le decisioni migliori.
Il mieloma può essere scoperto in uno stadio
precanceroso (vedere tabella 1). In alcuni casi le
cellule mielomatose crescono molto lentamente nel
midollo osseo. Lo stadio in assoluto più precoce è
detto MGUS, una condizione definita Gammopatia
monoclonale di incerto significato. Non si tratta
di un tumore. Nell’MGUS, le cellule mielomatose
rappresentano meno del 10 % delle cellule midollari.
Il rischio di passare da una condizione di MGUS al
mieloma attivo è molto basso: solo l’1 % di possibilità
a ogni anno di follow up. Anche se le cellule
mielomatose sono presenti in percentuali superiori
al 10 %-60 % del midollo osseo totale, la crescita
può essere molto lenta e si parla in questo caso di
mieloma multiplo asintomatico o mieloma multiplo
+1 818-487-7455 tutto il mondo • +1 800-452-2873 Stati Uniti e Canada
smoldering (SMM). Sia l’MGUS che lo SMM “a basso
rischio” possono trasformarsi molto lentamente,
nell’arco di anni, e non richiedono un trattamento
attivo. Lo SMM a basso rischio non è né l’MGUS né
lo SMM ad alto rischio. È molto importante stabilire
una corretta diagnosi distinguendo l’MGUS e lo
SMM dal mieloma attivo o dal mieloma attivo in
fase iniziale, che richiede invece un trattamento.
Di recente sono stati stabiliti nuovi eventi
che definiscono il mieloma (MDE), fra cui:
1) Chiarificazione e aggiornamento degli elementi
radiografici e di laboratorio che soddisfano
i criteri per la presenza di segni di CRAB:
—C
learance della creatinina < 40 ml/min;
— E videnza di malattia attiva emersa
dall’indagine radiologica se sono presenti
una o più lesioni osteolitiche alla radiografia
dello scheletro, alla TAC WBLD (TAC completa
a basso dosaggio), o alla PET-TAC.
2) D
efinizione di biomarcatori per l’identifica­
zione di pazienti con SMM “ad altissimo
rischio”, che richiede un trattamento:
—P
lasmacellule presenti nel midollo
osseo in percentuale > 60 %;
—R
apporto tra catene leggere coinvolte
(monoclonali) e non coinvolte (normali) > 100;
— L esione focale alla risonanza magnetica > 1.
Ciascuno di questi nuovi biomarcatori è in
grado di predire in maniera indipendente se un
paziente con SMM presenta un rischio dell’80 %
o superiore di sviluppare un mieloma attivo e i
sintomi entro due anni. Tali pazienti hanno un
mieloma in fase iniziale per cui è ora consigliato
il trattamento. I pazienti affetti da SMM “ad alto
rischio” senza MDE dovrebbero essere trattati solo
nel contesto di una sperimentazione clinica.
Figura 1. Nuove definizioni di mieloma
e mieloma in fase iniziale
MM
Mieloma
attivo
in fase
iniziale
SMM
ad alto
rischio
SMM
a basso
rischio
MGUS
Criteri CRAB
Biomarcatori di identificazione dello SMM
ad altissimo rischio
 Plasmacellule presenti nel midollo osseo
in percentuale >60 %
 Rapporto tra catene monoclonali e
normali leggere >100
 One focale alla risonanza magnetica >1
Criteri da gruppo spagnolo
Criteri da Mayo Clinic
MM Mieloma Multiplo
Mieloma attivo in fase iniziale Mieloma smoldering ad
altissimo rischio
HR SMM Mieloma smoldering ad alto rischio
LR SMM Mieloma smoldering a basso rischio
MGUS Gammopatia Monoclonale di Incerto Significato
Tabella 1. Definizione di MGUS e di mieloma
NOME
DEFINIZIONE
Gammopatia monoclonale
di incerto significato
(MGUS)
• Proteina monoclonale presente, ma in genere < 3,0 g/dl
• Assenza di CRAB o di altri indicatori di mieloma attivo
• Plasmacellule monoclonali presenti nel midollo osseo in percentuale < 10 %
Mieloma multiplo smoldering
(SMM)
• Grado di malattia più elevato rispetto all’MGUS: la componente monoclonale sierica può
essere > 3,0 g/dl e/o le plasmacellule nel midollo osseo comprese tra il 10 % e il 60 %, ma
• Assenza di CRAB o di altri indicatori di mieloma attivo
Mieloma attivo in fase iniziale
• Plasmacellule presenti nel midollo osseo in percentuale > 60 %
• Rapporto delle catene leggere libere > 100
• Lesione focale alla risonanza magnetica > 1
Mieloma attivo
• Proteina monoclonale presente, e
• Uno o più segni di “CRAB” e/o indicatori di danno d’organo*
*Danno d’organo classificato come “CRAB” o qualunque altro problema clinico correlato alla progressione del mieloma
come infezioni ricorrenti o neuropatia non riconducibile al trattamento
C – “calcium elevation”, aumento dei valori del calcio ( > 10 mg/dl)
R – “renal dysfunction”, disfunzionalità renale (creatinina > 2 mg/dl o clearance della creatinina < 40 ml/min)
A – “anemia”, (emoglobina < 10 g/dl o riduzione > 2 g/dl rispetto ai valori normali del paziente)
B – “bone disease”, danno osseo (una o più lesioni osteolitiche rilevate alla radiografia dello scheletro, alla TAC WBLD,
o alla PET/TAC)
Uno o più segni di “CRAB” o altri problemi significativi richiesti per una diagnosi di Mieloma sintomatico
myeloma.org
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Perché il mieloma deve essere trattato
Al momento non esiste una definizione
uniformemente accettata di mieloma “ad alto
rischio” ma, nella maggior parte dei casi, le
definizioni di SMM ad alto rischio pubblicate
dai gruppi spagnoli e da Mayo sono criteri di
idoneità accettabili per gli studi clinici.
I pazienti con SMM a rischio standard non
necessitano di trattamento, ma dovrebbero
essere monitorati a intervalli regolari sotto
la guida di un ematologo/oncologo.
Aspetti di base del mieloma
Sono molti i fattori che possono essere causa di
mieloma o attivare nel midollo osseo una popolazione
di cellule pre-mielomatose anomale o danneggiate.
Fra questi, l’esposizione a sostanze chimiche tossiche,
le radiazioni, tutto ciò che possa interferire o
sopprimere il sistema immunitario, nonché infezioni
da virus che possono causare il cancro, sono stati
tutti considerati come fattori che possono causare o
innescare il mieloma. Tra le sostanze chimiche tossiche
che sono state identificate in questo senso figurano
benzene, diossina (come la diossina contenuta in
un erbicida americano chiamato Agente Arancio) e
un ampio spettro di sostanze chimiche utilizzate in
agricoltura, solventi, carburanti, gas di scarico dei
motori e detersivi. L’esposizione intensa a radiazioni
è un evento abbastanza raro, ma si è verificato, per
esempio, in Giappone a seguito di test atomici e nelle
sedi dei reattori nucleari e presso strutture produttive.
Diversi virus sono stati identificati: l’HIV (virus
dell’AIDS), i virus dell’epatite e numerosi Herpes virus.
Anche alcuni retrovirus, come il SV40 (Simian Virus 40),
un contaminante nelle preparazioni per il vaccino della
polio, sono coinvolti nella patogenesi del mieloma.
C’è una certa tendenza famigliare allo sviluppo del
mieloma: circa il 5 %–7 % delle diagnosi di mieloma
riguarda un soggetto con un parente stretto con
diagnosi pregressa di MGUS o mieloma. Eventuali
esami di screening e diagnosi precoce possono essere
discussi con il vostro medico nel caso un membro
della famiglia fosse affetto da mieloma o da MGUS.
Il mieloma è una patologia dell’adulto. L’età
media di insorgenza del mieloma è tra i 60–65
anni. Solo il 5 %–10 % dei pazienti ha un’età
inferiore ai 40 anni. Il mieloma è inoltre più
frequente negli individui di sesso maschile e in
alcune razze, come gli Afroamericani. L’incidenza
varia da ~0,5–1/100000 negli Asiatici fino a
~10–12/100000 tra i maschi Afroamericani. Sembra
che l’incidenza di mieloma sia in aumento in
molte parti del mondo, soprattutto in Asia.
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Il mieloma può causare diversi problemi, tra
cui: danno osseo, alti livelli di calcio nel sangue,
bassi livelli di cellule nel sangue (soprattutto
anemia), predisposizione alle infezioni e danno
renale. Pertanto, i pazienti affetti da mieloma
attivo e/o con MDE necessitano di un trattamento
per evitare gravi complicazioni. Dal momento che
spesso vengono interessate le ossa della colonna
vertebrale e le proteine prodotte dal mieloma
possono danneggiare i nervi, è frequente avere
problemi alla colonna e neuropatie, che potrebbero
richiedere una valutazione particolarmente urgente.
All’inizio della terapia contro il mieloma, è
importante distinguere i tipi di problemi urgenti,
come il danno osseo, le infezioni, il danno renale,
la compressione dei nervi, che richiedono
attenzione immediata, dalla pianificazione della
terapia generale per trattare la malattia. A volte
le cure urgenti non possono e non devono
essere rimandate. In ogni caso, consigliamo una
consulenza immediata con un ematologo/oncologo
esperto di mieloma. Per esempio, si può discutere
l’opportunità di intervento chirurgico d’urgenza
o di una radioterapia. È importante tenere in
considerazione che tutte le opzioni terapeutiche
rimangono disponibili anche per il futuro.
Una volta risolti i problemi urgenti, la strategia
terapeutica complessiva può essere discussa più nel
dettaglio. Molto spesso c’è il tempo di richiedere
una seconda consulenza con un esperto, per essere
sicuri che tutte le opzioni siano state correttamente
prese in considerazione. Anche se i piani sembrano
essere chiari, in caso di preoccupazioni, dubbi o
domande, è meglio risolverli subito. È estremamente
importante discutere e concordare con il proprio
medico la strategia terapeutica da seguire.
Cosa può causare problemi di carattere
medico con il mieloma
Le plasmacellule sane producono immunoglobuline,
delle proteine complesse che noi chiamiamo
“anticorpi”. Le cellule mielomatose non producono
anticorpi che funzionano normalmente; al
contrario, producono immunoglobuline anomale
che costituiscono la “componente monoclonale”.
Questa alterazione del sistema immunitario
determina una ridotta produzione degli anticorpi
necessari per combattere le infezioni.
Molti dei problemi correlati al mieloma dipendono
da ciò che le cellule mielomatose producono
(vedi Tabella 2). Tuttavia, diversamente da altri tipi di
tumori, il mieloma può dare svariate complicazioni,
in quanto le cellule mielomatose rilasciano anche
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immunoglobuline e altre sostanze nel micro-ambiente
midollare e direttamente nel circolo ematico.
— Effetti sul midollo osseo. Gli effetti sul midollo
osseo includono una riduzione della produzione di
cellule del sangue e un danno all’osso circostante.
Le conseguenze di ciò costituiscono gli aspetti
più caratteristici del mieloma, come l’anemia,
la predisposizione alle infezioni, dolore osseo,
fratture e elevati livelli di calcio nel sangue.
— Effetti fuori dal midollo osseo. Gli effetti in
sede extra midollare sono dovuti soprattutto
alla componente monoclonale prodotta
dalle cellule mielomatose. Quando le cellule
mielomatose producono le immunoglobuline
specifiche del mieloma nel midollo osseo, queste
vengono rilasciate nel circolo ematico. Queste
immunoglobuline specifiche (o componenti
monoclonali) prodotte dalle cellule mielomatose
possono causare danno tissutale anche a distanza;
per esempio, il danno renale è abbastanza frequente.
La proteina può interferire con la coagulazione
e/o con la circolazione e può causare altri danni
a livello di organi o tessuti. Il trattamento per il
mieloma può ridurre le fratture ossee e la crescita
tumorale, così come questi altri effetti della
malattia. Diversamente da molti altri tipi di tumore,
il mieloma di solito non provoca perdita di peso.
Tabella 2. Problemi correlati al mieloma
EFFETTI DELLE CELLULE MIELOMATOSE CAUSA
SUL MIDOLLO OSSEO
CRITERI CRAB
EFFETTO SUL PAZIENTE
C: aumento dei valori del calcio
Rilascio di calcio nel circolo ematico da parte dell’osso
danneggiato.
• Confusione
• Disidratazione
• Costipazione
• Astenia
• Debolezza
• Danno renale (R)
R: problemi renali – danno renale
Le proteine che costituiscono la componente monoclonale
anomala prodotta dalle cellule mielomatose vengono
rilasciate nel circolo ematico e possono passare nelle urine
causando un danno renale. Alti livelli di calcio, infezioni e
altri fattori possono inoltre causare o incrementare la
gravità del danno renale.
• Circolazione rallentata
• Astenia
• Confusione
A: anemia
Riduzione del numero e dell’attività delle cellule adibite
alla produzione dei globuli rossi nel midollo osseo.
• Astenia
• Debolezza
B: danno osseo
Le cellule mielomatose attivano gli osteoclasti, che
distruggono l’osso e bloccano gli osteoblasti, che
normalmente riparano l’osso danneggiato.
• Dolore osseo
• Tumefazione ossea
• Fratture o crolli ossei
• Danno ai nervi o al midollo
Altri tipi di disfunzione
d’organo
Effetti del mieloma locali o sistemici, diversi da CRAB.
• Neuropatia
• Infezioni ricorrenti
• Sanguinamenti
• Altri problemi individuali
Alterazione dell’attività
immunitaria
Le cellule mielomatose riducono il numero e l’attività delle
normali plasmacellule in grado di produrre anticorpi contro
le infezioni.
• Suscettibilità alle infezioni
• Guarigione dalle infezioni
più lenta
• Assottigliamento osseo
(osteoporosi) o
• Aree di danno maggiore
(chiamate lesioni litiche),
fratture o crolli vertebrali
myeloma.org
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Passo 2: Esami che dovete eseguire.
Diversi tipi di mieloma
Ci sono diversi tipi e sottotipi di mieloma. Questi
dipendono dal tipo di immunoglobulina (proteina)
prodotta dalle cellule mielomatose. Normalmente, le
diverse immunoglobuline svolgono funzioni diverse
nel nostro corpo. Ogni immunoglobulina è costituita da
due catene pesanti e due catene leggere (vedi Figura 2).
Esistono cinque tipi di catene proteiche pesanti:
G, A, D, E e M. Ci sono due tipi di catene leggere:
kappa (κ) e lambda (λ). La tipizzazione del mieloma,
eseguita con un esame chiamato “elettroforesi con
immunofissazione” (IFE), identifica entrambe le
catene, sia le pesanti che le leggere. La maggior parte
dei pazienti, circa il 65 %, è affetto da mieloma IgG
con catene leggere κ o λ. L’altro tipo più comune è il
mieloma IgA, anche questo a catene leggere κ o λ (vedi
Tabella 3). I mielomi IgD, IgE e IgM sono abbastanza rari.
Tabella 3. Tipi di mieloma e malattie correlate
TIPO DI MALATTIA
DESCRIZIONE
Mieloma:
IgG κ o λ
IgA κ o λ
Sottotipi più rari:
IgD, E o M
• Tipico mieloma: maggior parte dei pazienti.
• Monitorato misurando la proteina monoclonale nel siero mediante SPEP (Elettroforesi delle
sieroproteine) (IgG) e/o mediante la misurazione quantitativa dell’immunoglobulina (QIG)
(IgA/D/E). Nel caso del mieloma IgA, la misurazione quantitativa dell’immunoglobulina è spesso
più affidabile.
Solo catene leggere
o mieloma di
Bence Jones (BJ):
Tipo κ o λ
• Mieloma di Bence Jones: circa il 15 %–20 % dei pazienti.
• Seguito misurando le catene leggere monoclonali nelle urine mediante UPEP (Elettroforesi delle
proteine urinarie) e/o mediante la misurazione delle catene leggere libere nel siero (Freelite®).
Mieloma non
secernente:
Tipo κ o λ
• Mieloma meno comune: 1 %–2 % dei pazienti.
• Siccome sia SPEP che UPEP sono negative (non c’è un picco monoclonale nel siero o nelle urine),
la malattia viene seguita con il test Freelite®.
Mieloma IgM:
Sottotipo κ o λ
• Il mieloma IgM è un sottotipo molto raro.
• Tipicamente, la produzione di IgM si verifica in una malattia chiamata macroglobulinemia di
Waldenström, che è più simile a un linfoma (tumore di un linfonodo) rispetto al mieloma,
che è un cancro del midollo osseo.
Amiloidosi:
AL o catene leggere
delle immunoglobuline
Sottotipo κ o λ
•N
ell’amiloidosi, le catene leggere si depositano nei tessuti in maniera lineare (foglietto
β-ripiegato) anziché scomporsi per poi essere escrete nelle urine.
• Esistono diverse varianti di amiloidosi, che comportano depositi di diversi tipi di proteina.
Per esempio, l’Alzheimer è caratterizzato da depositi di proteine nel cervello.
•N
ell’amiloidosi associata a mieloma, le catene leggere possono depositarsi in diversi tessuti,
come la pelle, la lingua, il cuore, i reni, il sistema nervoso, i polmoni, il fegato e l’intestino.
• I tessuti colpiti risultano positivi a un test che prevede la “colorazione rosso congo”, che è un esame
diagnostico. Potrebbero rivelarsi appropriati e necessari esami più approfonditi con spettroscopia
di massa e/o microscopia elettronica.
Malattia da deposito
• Nella LCDD, le catene leggere si depositano in forme più disordinate (random cross link).
di catene leggere (LCDD): • I tessuti risultano positivi all’immunoistochimica diretta per le catene κ o λ. La colorazione
Sottotipo κ o λ
rosso congo è di solito negativa.
• Ci sono diversi tipi di depositi a livello dei tessuti, che spesso coinvolgono i reni, il rivestimento
dei polmoni (pleura) o il peritoneo, che si trova intorno all’intestino, o a livello degli occhi.
Sindrome di POEMS:
Di solito IgG o IgA λ
(raro il sottotipo κ)
8
• L a sindrome di POEMS è una patologia complessa che comprende la polineuropatia,
l’organomegalia, l’endocrinopatia, la gammopatia monoclonale e alterazioni della cute.
La diagnosi e il trattamento sono diversi da quelli previsti per il mieloma. Per maggiori
informazioni, proseguire con la lettura del testo.
+1 818-487-7455 tutto il mondo • +1 800-452-2873 Stati Uniti e Canada
Figura 2. Struttura dell’immunoglobulina
Catena leggera
(κ o λ)
Catena pesante
(G, A, D, E o M)
Circa il 30 % dei pazienti produce catene leggere
libere (separate dalle catene pesanti) oltre alle
molecole intere costituite dalla combinazione
di catene leggere più catene pesanti. In circa il
15 %–20 % dei pazienti, le cellule mielomatose
producono solo le catene leggere e non le catene
pesanti. In questo caso, si parla di mieloma “a catene
leggere” o “di Bence Jones”. Raramente, (in circa
l’1 % o il 2 % dei pazienti), le cellule mielomatose
producono pochissime o nessuna proteina
monoclonale, di qualunque tipo; in questo caso il
mieloma è definito “non secernente”. In ogni caso, il
test Freelite® delle catene leggere libere nel siero è in
grado di determinare la conta al minuto delle catene
leggere nel sangue di circa il 70 % di questi pazienti.
Si riscontrano alcune differenze nel
comportamento delle diverse forme di mieloma.
Il mieloma IgG presenta gli aspetti tipici del mieloma.
Il mieloma IgA può a volte essere caratterizzato dalla
presenza di masse al di fuori dell’osso. Il mieloma
IgD può essere accompagnato da una leucemia
plasma cellulare e più frequentemente danneggia i
reni. Il mieloma a catene leggere e la forma di Bence
Jones sono quelli che più di frequente causano
danno ai reni e/o al sistema nervoso o ad altri
organi. A seconda delle caratteristiche dei depositi
di catene leggere, questa condizione viene definita
amiloidosi o malattia da deposito di catene leggere
(LCDD). A febbraio 2015 è stato pubblicato online,
nello European Journal of Hematology, uno studio
effettuato dal gruppo Mayo su 124 pazienti con
mieloma non secernente diagnosticato e trattato
tra il 2001 e il 2012. Dallo studio è emerso che il
tasso di sopravvivenza dei pazienti con mieloma
non secernente sembra essere superiore a quello
dei pazienti affetti da mieloma secernente.
Altre due malattie delle immunoglobuline sono la
macroglobulinemia di Waldenström, associata alla
proteina IgM monoclonale, e la sindrome di POEMS,
una malattia rara associata alla proteina monoclonale,
a neuropatia, ingrossamento degli organi, disturbi
a livello endocrino e alterazioni della cute.
myeloma.org
Stadiazione del mieloma
Quando viene fatta una diagnosi di mieloma,
lo stato di diffusione della malattia all’interno
del corpo varia molto da paziente a paziente.
Si parla quindi di stadio del mieloma. Il sistema di
stadiazione più comunemente usato, chiamato
Durie-Salmon (DSS), mostra la correlazione tra
l’estensione del mieloma e il danno causato, come il
danno osseo o l’anemia (vedi Tabella 4). La “massa di
cellule mielomatose misurata” in questo sistema di
stadiazione è stata calcolata a partire da studi in cui si
è valutata la conta delle proteine del mieloma (picco
monoclonale) per cellula mielomatosa; viene definita
“tasso di componente monoclonale”. Sono stati
condotti studi anche sul metabolismo della proteina M
che hanno permesso di determinare l’esatto numero
di cellule mielomatose nel corpo. Questo ha permesso
di comprendere che in alcuni pazienti che producono
numerose proteine, il numero di cellule mielomatose
può essere inaspettatamente piuttosto basso. Al
contrario, in pazienti con una bassa produzione
di proteine, il numero di cellule mielomatose
può essere alto. Questa relazione può essere
determinata confrontando la percentuale di cellule
mielomatose nel midollo osseo con i livelli di proteine
monoclonali presenti nel sangue e/o nelle urine.
Il sistema di stadiazione basato su fattori prognostici
più comunemente usato, l’International Staging
System (sistema di stadiazione internazionale o
ISS) è descritto in Tabella 5 ed è il risultato della
collaborazione di più di 20 centri di ricerca nel
mondo. La prognosi per i pazienti affetti da
mieloma è migliore quando il trattamento viene
cominciato precocemente e la malattia ossea o
altre complicanze possono essere prevenute.
Diversi esami possono essere usati per valutare
l’aggressività del mieloma in un dato paziente. In
generale, i risultati di esami più elevati o anomali
sono indicativi di un mieloma più attivo e, forse, con
meno probabilità di avere una risposta duratura al
trattamento (vedi Tabella 6). La beta 2 microglobulina
sierica (S β2M), l’albumina sierica (S ALB), la proteina C
reattiva (PCR) e i livelli di lattico deidrogenasi sierica
(LDH) vengono valutati con gli esami del sangue.
L’analisi citogenetica e la FISH (ibridizzazione in situ
con fluorescenza) sul midollo osseo sono esami
specifici eseguiti su un campione di aspirato midollare.
Citogenetica e FISH
L’analisi citogenetica consiste nella valutazione
dei cromosomi delle cellule mielomatose durante
la divisione cellulare successiva a una coltura di
breve durata in laboratorio. Dal momento che il
tasso di crescita attiva delle cellule mielomatose è
9
estremamente basso (solitamente si assiste a una
proliferazione < 3 % e spesso <1 % delle cellule),
questa fornisce una valutazione incompleta di
eventuali alterazioni cromosomiche. Ciononostante,
le eventuali anomalie osservate rappresentano
elementi importanti, dal momento che le cellule
mielomatose con cromosomi danneggiati
presentano una crescita attiva (come 13q[perdita del braccio inferiore, o “braccio lungo”,
del cromosoma 13] o 17p- [perdita del braccio
superiore, o “braccio corto”, del cromosoma 17]).
Tabella 4. Sistema di stadiazione di Durie-Salmon
STADIO
CRITERI
MASSA DI MIELOMA
MISURABILE
(cellule mielomatose
in miliardi/m2)*
STADIO I
Tutti i seguenti:
600 miliardi*
(massa con poche cellule) • Valore di emoglobina >10 g/dl
• Valore di calcio sierico normale o < 10,5 mg/dl
• Radiografia dello scheletro con normale struttura ossea (scala 0) o con un
singolo plasmocitoma osseo solitario.
• Basso tasso di produzione di componente monoclonale, valori di IgG < 5 g/dl;
valori di IgA < 3 g/dl
• Catene leggere della componente M nelle urine all’elettroforesi < 4 g/24h
STADIO II
(massa intermedia)
Da 600 a 1200 miliardi*
*cellule mielomatose
Criteri che non rientrano né nello stadio I né nello stadio III
nell’intero organismo
STADIO III
Uno o più dei seguenti valori:
> 1.200 miliardi*
(massa con molte cellule) • Valori di emoglobina < 8,5 g/dl
• Valori di calcio sierico >12 mg/dl
• Lesioni osteolitiche evidenti (scala 3)
• Alto tasso di produzione di componente monoclonale, valori di IgG > 7 g/dl;
valori di IgA > 5 g/dl
• Catene leggere della componente M nelle urine >12 g/24h
SOTTOCLASSIFICAZIONE • A: funzionalità renale relativamente nella norma, (creatinina nel siero
< 2,0 mg/dl)
(A o B)
• B: funzionalità renale alterata (creatinina nel siero > 2,0 mg/dl)
Esempi: Stadio IA (massa con poche cellule con funzionalità renale normale);
Stadio IIIB (massa con molte cellule con funzionalità renale anomala)
Tabella 5. Sistema di
stadiazione internazionale (ISS)
per il mieloma multiplo
Tabella 6. Fattori prognostici
TEST
SIGNIFICATO
STADIO
VALORI
β2 microglobulina sierica (S β2M)
STADIO 1
β2M < 3,5
ALB ≥ 3,5
Più il valore è elevato, più lo stadio
è avanzato
Albumina sierica (S ALB)
STADIO 2
β2M < 3,5
ALB < 3,5
o
β2M 3.5 – 5,5
Più il valore è basso, più lo stadio
è avanzato
Proteina C reattiva (CRP)
Il valore aumenta con la malattia attiva
Lattico deidrogenasi sierica (LDH)
Il valore aumenta con la malattia attiva
Alterazioni cromosomiche
alla citogenetica e alla FISH
(ibridizzazione in situ con
fluorescenza) su midollo osseo
Diverse delezioni o traslocazioni
cromosomiche sono considerate ad
alto rischio e possono associarsi a una
durata più breve della remissione
STADIO 3
β2M > 5,5
Nota: β2M = β2 microglobulina sierica in mg/l
ALB = albumina sierica in g/dl
10
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La FISH consiste nella valutazione dei cromosomi
di tutte le cellule mielomatose contenute in un
campione di midollo osseo e consente di rilevare
alterazioni indipendentemente dalla crescita delle
cellule mielomatose. Speciali sonde geniche che
utilizzano la fluorescenza vengono aggiunte al
campione di midollo osseo per verificare l’eventuale
presenza di anomalie cromosomiche che si verificano
solitamente nel mieloma. A ciascun cromosoma viene
assegnato un colore diverso. In caso, ad esempio,
di una connessione errata tra il cromosoma 4 e
il cromosoma 14, i due “punti” colorati vengono
visualizzati insieme, a indicare una traslocazione
t(4;14). Il test mediante metodica FISH consente di
rilevare la presenza di traslocazioni, elementi mancanti
e elementi aggiuntivi, nonché la perdita cromosomica.
In genere, la presenza di cromosomi anomali non
rappresenta una condizione favorevole da un punto
di vista prognostico. Sembra essere più probabile
la comparsa di subcloni resistenti, che conducono a
recidive precoci e più frequenti. Tuttavia, sebbene si
tratti di una tendenza, tale condizione non riguarda
la totalità dei quadri clinici. Ad esempio, almeno il
30 % dei pazienti che presentano i cosiddetti fattori
prognostici negativi (come t[4;14] o 17p-) può avere
un decorso clinico favorevole e registrare risultati
normali con gli approcci terapeutici standard
attuali, come la terapia basata su induzione e
il trapianto autologo di cellule staminali.
Esami alla diagnosi
La tabella 7 sintetizza gli esami che tipicamente vengono
richiesti al momento della diagnosi (esami di base).
Passo 3:
Opzioni di trattamento iniziale.
Decidere che la terapia è necessaria rappresenta
la prima importante decisione da prendere. Come
già sottolineato, sono essenziali gli esami di base,
la stadiazione e la classificazione prognostica. Il
trattamento è raccomandato nel caso di mieloma
attivo o sintomatico e per il mieloma smoldering
conforme ai nuovi criteri relativi alla malattia “ad
altissimo rischio”. L’urgenza del trattamento dipende
dai problemi che presenta ciascun singolo paziente.
Terapia iniziale o di prima linea
È importante per i pazienti riservarsi il tempo
sufficiente per discutere le varie possibilità con
il proprio ematologo o ematologo/oncologo.
Oltre ai risultati degli esami di base, ogni
paziente deve considerare una serie di fattori.
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Domande Importanti
— Attività quotidiane: il trattamento
porterà ad una riduzione della capacità
di svolgere le attività quotidiane?
— Lavoro: sarà necessario cambiare o
interrompere la propria professione?
— Età: è questo un fattore che condiziona la
scelta del trattamento e le risposte attese?
— Effetti collaterali del trattamento:
quanto saranno “gravi”?
— Altri farmaci assunti: possono influenzare le scelte
di trattamento o la tolleranza al trattamento?
— Trapianto: un’alta dose di chemioterapia
seguita da trapianto è consigliabile?
— Velocità di risposta: quanto sarà rapido
l’effetto del trattamento e come verrà
valutata la risposta alla terapia?
— Decisioni iniziali e successive: cosa
dev’essere deciso subito, al giorno 1?
È preferibile mantenersi aperta la possibilità di
eseguire un trapianto di cellule staminali, se credete
che possa rappresentare un’opzione terapeutica.
Attualmente, i membri dell’International Myeloma
Working Group (IMWG) concordano sul fatto che tutti
i pazienti idonei al trapianto dovrebbero conservare
cellule staminali per eventuali esigenze future. In
generale, i pazienti di età inferiore ai 65 anni sono
considerati candidabili al trapianto di cellule staminali.
Sebbene i risultati delle sperimentazioni randomizzate
non siano ancora disponibili, alcuni studi francesi e
italiani indicano che le risposte più approfondite e i
tempi maggiori di sopravvivenza complessiva e libera
da progressione si riscontrano tra pazienti che hanno il
trapianto autologo di cellule staminali come una parte
programmata della loro terapia iniziale per il mieloma.
Negli Stati Uniti, l’assistenza medica Medicare
garantisce un singolo trapianto autologo di
cellule staminali (escludendo trapianti tandem o
trapianti autologhi consecutivi) per pazienti idonei
di qualsiasi età, a condizione che abbiano un
mieloma allo stadio II o III secondo la classificazione
Durie-Salmon che sia stato diagnosticato di
recente o che reagisca al trattamento e che
abbiano un’adeguata funzionalità cardiaca,
epatica, polmonare e renale. Qualora il paziente
si sottoponga a trapianto coperto dall’assistenza
medica Medicare e si verifichi successivamente
una recidiva dopo una lunga remissione (due anni
o più), Medicare potrà coprire un altro trapianto al
momento necessario. L’eleggibilità per il trapianto
di cellule staminali deve essere valutata su base
11
Tabella 7. Esami di base
TEST
SCOPO
Biopsia osteomidollare
Esame eseguito per valutare la prognosi
(es. alterazioni cromosomiche,
immunoistochimica, colorazioni
per l’amiloide)
Si tratta dell’esame più importante finalizzato alla determinazione sia della presenza sia della
percentuale di cellule mielomatose nel midollo osseo. Nello stadio I della malattia o in caso di
plasmocitoma solitario, potrebbe essere necessaria la biopsia diretta della massa tumorale.
Le analisi sui cromosomi (test citogenetici) danno un’indicazione sulle caratteristiche dei
cromosomi utilizzando metodi diretti (colorazione Giemsa per il bandeggio) e/o la FISH.
Per questo tipo di esami è necessario un campione fresco (colorazione Giemsa).
Esami del sangue
Conta cellulare completa (CBC)
• Per valutare la presenza/gravità dell’anemia (bassi livelli di emoglobina)
• Per valutare il numero di globuli bianchi
• Per valutare il numero di piastrine
Esami chimici
Usati per valutare la funzionalità renale (creatinina e azoto ureico nel sangue, BUN), la funzionalità
epatica e i livelli di albumina, calcio e LDH
Test proteici specifici
Mostrano la presenza delle proteine monoclonali del mieloma (“picco monoclonale”)
Elettroforesi delle sieroproteine (SPEP)
Il valore delle proteine a catena pesante del mieloma anomale
Elettroforesi con immunofissazione (IFE) M
ostra il tipo di catena pesante (G, A, D, E e M) e catena leggera (kappa [κ], lambda [λ]) della
proteina coinvolta nel mieloma
Dosaggio Freelite®
Può essere usato per misurare i livelli delle catene leggere kappa o lambda libere se la SPEP o
l’UPEP non hanno riscontrato anomalie
Dosaggio Hevylite®
Può essere usato per misurare i livelli normali o anomali delle immunoglobuline intatte
Esame delle urine
Mostra la presenza, il livello e il tipo di proteina anomala presente nelle urine.
Esami sulle proteine simili a quelli sierici
descritti sopra:
• Elettroforesi delle proteine urinarie (UPEP)
• Immunofissazione
Esami sullo scheletro
12
Per indagare la presenza, la gravità e la localizzazione del danno osseo:
Raggi X
I raggi X sono tuttora utilizzati ai fini della ricerca del danno osseo da mieloma. Nella maggior parte
dei pazienti, i raggi X mostrano il tipico quadro di danno osseo da mieloma (lesioni litiche
o “buchi” nelle ossa). La radiografia tuttavia può essere negativa nel 25% circa dei pazienti con un
mieloma attivo e sono necessari altri esami con MRI completa, TAC completa a basso dosaggio o
PET/TAC per ricercare l’eventuale coinvolgimento osseo. Una valutazione dell’intero scheletro
mediante una serie di radiografie è necessaria per vedere la perdita ossea o l’assottigliamento
osseo (osteoporosi o osteopenia causate dalla distruzione ossea da parte del mieloma), lesioni
litiche, e/o qualunque tipo di frattura o cedimento osseo.
MRI (risonanza magnetica)
(Risonanza magnetica)
Usata quando l’Rx risulta negativa e/o per indagare più nel dettaglio alcune aree come la colonna
vertebrale e/o il cervello. Può rivelare la presenza e la distribuzione della malattia nel midollo osseo
quando l’Rx non riscontra alcun danno osseo. Può anche identificare la presenza di malattia
fuori dall’osso, che potrebbe comprimere nervi e/o il midollo spinale.
TAC
(Tomografia computerizzata)
Usata quando l’Rx è negativa e/o per avere maggiori dettagli su alcune aree particolari. Utile
soprattutto per la valutazione ottimale di piccole aree di danno osseo o di compressione dei nervi.
Scintigrafia
Esami eseguiti solitamente sulle ossa in presenza di altri tumori. Non utile nel mieloma, non deve
essere eseguita se non nel sospetto di altre diagnosi.
PET con FDG o PET/TAC
Tecnica molto più sensibile per l’analisi dell’intero organismo. Utile per monitorare la malattia,
soprattutto nella forma non secretoria. La TAC viene usata per valutare le aree risultate positive
alla PET.
Esame di densità ossea
Utile per valutare la perdita ossea diffusa nel mieloma e per misurare il progressivo miglioramento
in corso di terapia con bifosfonati.
+1 818-487-7455 tutto il mondo • +1 800-452-2873 Stati Uniti e Canada
individuale, tenendo conto dello stato di salute,
eventuali comorbilità e terapie precedentemente
somministrate. Molti dei pazienti più anziani che
godono di condizioni di salute eccellenti sono
considerati idonei e candidabili per il trapianto.
Sono disponibili protocolli sperimentali per le
terapie di prima linea (cioè le prime eseguite dopo
la diagnosi); tuttavia, dovete essere consapevoli di
poter essere assegnati a un trattamento o a un altro in
modo del tutto casuale, in base all’impostazione della
sperimentazione. Potrete inoltre rimanere “bloccati”
rispetto ad altre randomizzazioni o trattamenti futuri.
Accertatevi di aver compreso completamente lo
scopo del protocollo.
Punto chiave: Se un trattamento non funziona,
questo non vuol dire che un altro approccio
terapeutico non possa funzionare molto
bene e garantire una remissione completa.
Passo 4: Terapia di supporto.
Oltre alla gestione dei sintomi specifici, è
estremamente importante tenere in considerazione
un ampio spettro di misure di supporto:
— Attività fisica: I pazienti devono verificare
con il proprio medico se sia o meno adeguata
la pratica di un’attività fisica intensa, o se sia
invece necessario apportare delle modifiche
a causa di problemi a livello osseo e/o danni
particolari in alcune aree ossee. Normalmente,
è consentita un po’ di attività fisica, come
camminare o nuotare, esercizi per aumentare
la flessibilità e per rinforzare la muscolatura
e/o un programma di yoga personalizzato.
— Dieta: Non esiste una dieta specifica per i pazienti
affetti da mieloma. È una aspetto che è ancora
oggetto di ricerca. In generale, si può utilizzare
il modello di una “dieta sana” raccomandata
per altri disturbi, come le patologie cardiache
e i tumori in generale (es.: cancro al seno).
Bisogna prestare attenzione a due aspetti:
Sono disponibili alcuni trattamenti per
alleviare gli effetti fisici ed emotivi che
la malattia può avere sul paziente.
•V
itamina C: Alte dosi ( >1000 mg/giorno) possono
essere dannose nei pazienti affetti da mieloma e
possono aumentare il rischio di danno ai reni.
Il precoce utilizzo di terapie di supporto è importante
tanto quanto l’inizio di una terapia di prima linea.
•T
isane e integratori di vitamine: È importante
parlare con il vostro medico o oncologo se volete
Tabella 8. Obiettivi del trattamento per il mieloma
TIPO DI
TRATTAMENTO
OBIETTIVO
ESEMPI
TEMPO PER
DECIDERE
Stabilizzare Contrastare i disturbi che mettono
in pericolo l’equilibrio chimico-fisico
del corpo e il sistema immunitario
• Plasmaferesi per fluidificare il sangue ed evitare ictus
Da ore
• Emodialisi quando la funzionalità renale è compromessa a giorni
• Farmaci per ridurre l’ipercalcemia (potrebbe essere
inclusa la chemioterapia)
Palliativo
Alleviare i sintomi e aumentare la
capacità del paziente di svolgere
le normali funzioni quotidiane
• Radiazioni per interrompere la distruzione ossea
• Trasfusioni di globuli rossi per migliorare l’anemia
• Intervento ortopedico per trattare e/o rinforzare l’osso
Da giorni
a mesi
Per indurre
remissione
Miglioramento dei sintomi,
rallentamento o arresto del
corso della malattia
• Terapia per distruggere le cellule maligne all’interno
dell’organismo
• Radioterapia per distruggere le cellule maligne in
un’area tumorale
Da settimane
a mesi
Curativo
Remissione permanente*
• Trapianti di midollo osseo per poter somministrare
al paziente alte dosi di chemioterapia
Da settimane
a mesi
* Cura significa eradicazione permanente del mieloma, situazione che si verifica raramente. Il termine “cura funzionale” viene
utilizzato per descrivere una remissione completa che dura per più di 4 anni. La risposta completa (anche a livello molecolare)
può essere seguita da una recidiva, per cui è richiesto un follow-up duraturo.
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Tabella 9A. Opzioni di prima linea: pazienti idonei per il trapianto
TERAPIA DI PRIMA LINEA
COMMENTI
VANTAGGI
Velcade®
(bortezomib)
• Ottimo farmaco approvato
in prima linea
• Di solito utilizzato in
associazione al desametasone
• Benefici evidenti
• Molte combinazioni
disponibili
• Preferibile in caso
di compromissione
renale/genetica
Velcade
con desametasone
• Opzione contenente il
Velcade più semplice da
utilizzare in prima linea
VRD
(Velcade/Revlimid/
desametasone)
• Combinazione molto efficace
• Efficacia ed effetti collaterali
devono essere discussi con
il medico
• Combinazioni molto efficaci
Altre combinazioni
• È importante discutere nel
di Velcade
con Cytoxan® (ciclofosfamide) dettaglio se assumere i farmaci
in combinazione o in sequenza
+ desametasone (CyBor-d),
Doxil® (doxorubicina),
Talidomide o altri agenti
• Ottima combinazione
R o Rd *
(Revlimid® da solo o Revlimid attualmente considerata
uno standard di cura negli
con una dose settimanale
Stati Uniti e in Europa
di desametasone)
Desametasone* da solo
CRd
(carfilzomib/Revlimid/
desametasone)
SVANTAGGI
• Causa neuropatia parzialmente
o completamente reversibile
• Con la somministrazione sottocutanea
(SQ), la probabilità di neuropatia
si reduce significativamente
• La profilassi con terapia antivirale
si rende necessaria per prevenire
l’Herpes zoster
• Ottimo tasso di risposta • Somministrazione endovena
• Nuovo gold standard
(IV) o sottocute (SQ)
per la terapia
• Possibile effetto collaterale:
di induzione di
neuropatia periferica
prima linea
• La profilassi con terapia
antivirale si rende necessaria
per prevenire l’Herpes zoster
• Tassi di risposta molto • Il Velcade può essere somministrato
alti in studi di fase III
per iniezione SQ o IV; l’assunzione
• Ottimi risultati dopo
del Revlimid avviene per via orale
il trapianto
• Possibile effetto collaterale:
neuropatia periferica
• Ottimo tasso di risposta • Combinazioni IV
• Alcune combinazioni
• Possibile incremento delle tossicità
sono prive di steroidi
• Ottimo tasso di risposta • Revlimid® da solo può essere
• Per bocca
meno efficace
• Generalmente ben
• Rischio di trombi con la combinazione
tollerata e causa meno Rev/desametasone; richiede l’utilizzo
• Spesso preferita sia dal
neuropatia rispetto
di aspirina o di un altro anticoagulante
medico che dal paziente
alla talidomide
• Possibilità di riduzione della raccolta di
cellule staminali; la raccolta di cellule
staminali dovrebbe essere effettuata
dopo 4 cicli di Rd
• Opzione semplice per la
• I l desametasone
• Il desametasone ad alte dosi e
gestione della malattia
pulsato da solo induce
somministrato in modo intensivo
in stadio iniziale
una risposta rapida
può essere scarsamente tollerato
• Approvazione della National
• Terapia molto
• Può causare bassi livelli di conta
Comprehensive Cancer Network efficace con ottimo
cellulare nel sangue e astenia
(NCCN) ricevuta come terapia di tasso di risposta
• È necessario eseguire una profilassi sui
prima linea nell’ambito di uno
pazienti per episodi trombo-embolici
studio che intende determinare
l’efficacia e la sicurezza di una
sperimentazione di fase II
* P uò essere usato sia che si prevedano la raccolta e il trapianto, sia in caso contrario.
Ulteriori dettagli sul trattamento sono disponibili in altre pubblicazioni dell’IMF.
Per ordinarle, si prega di contattare l’IMF al numero +1 818-487-7455 o visitare il nostro sito internet all’indirizzo myeloma.org.
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+1 818-487-7455 tutto il mondo • +1 800-452-2873 Stati Uniti e Canada
assumere integratori mentre siete sottoposti a
trattamento chemioterapico. Alcuni integratori
possono impedire il funzionamento efficace dei
trattamenti. L’interazione tra farmaci/integratori
può anche causare gravi problemi di carattere
medico. Molte farmacie sono in grado di identificare
le eventuali interazioni con farmaci e/o integratori.
— Stato psicologico: La vostra condizione psicologica
è messa alla prova nel corso della terapia. Dovete
essere certi di sentirvi a vostro agio con il piano
terapeutico. Programmate un appuntamento
con uno psicologo o uno psichiatra se temete di
essere depressi o se i vostri parenti o amici sono
preoccupati che possiate sentirvi depressi.
— Sonno regolare: Questo è molto importante
per il vostro sistema immunitario.
— Altre accortezze: Cercate di ridurre il più possibile
o di eliminare lo stress nella vostra professione,
in famiglia e in altri contesti. Evitate contatti con
bambini in età scolare. Evitate il più possibile
i luoghi affollati. Lavatevi frequentemente
le mani. Il vostro sistema immunitario è
compromesso sia a causa della malattia che a
causa delle terapie. La gestione del mieloma è
la priorità fondamentale fino a quando non si è
ottenuta una remissione della malattia e/o fino
a quando la situazione non si è stabilizzata.
Se la terapia di prima linea non funziona
Esistono numerose opzioni terapeutiche che non
sono trattate in questo manuale introduttivo.
Sta aumentando la disponibilità di nuove terapie
che possono offrire benefici significativi.
Per maggiori informazioni e regolari aggiornamenti,
visitate il sito web dell’IMF mieloma.org o chiamate
la InfoLine al numero +1 818-487-7455.
Cosa chiedere al tuo medico
Le decisioni terapeutiche sono di fondamentale
importanza per la sopravvivenza e la qualità di
vita di un paziente affetto da mieloma. Per poter
prendere una decisione consapevole, il paziente
ha bisogno di conoscere i vantaggi e i possibili
effetti collaterali del trattamento proposto. Alcuni
pazienti desiderano discutere ogni aspetto della loro
condizione, trattamento, prognosi. Altri vogliono solo
sapere cosa fare. Molti medici sono sensibili a questo
aspetto e modificheranno il loro approccio sulla base
di quelli che riterranno essere i desideri del paziente.
Noi incoraggiamo i pazienti ad esprimere chiaramente
fino a che punto vogliono essere informati in relazione
alla terapia da definire. E, indipendentemente
da quanto il paziente si senta a suo agio con il
medico, consideriamo buona pratica chiedere un
secondo parere a uno specialista nel campo dei
mielomi prima di procedere con il trattamento.
Tabella 9B. Altre opzioni terapeutiche di prima linea – Pazienti non idonei per il trapianto
TERAPIA DI PRIMA LINEA
VANTAGGI
SVANTAGGI
Per i pazienti non idonei al trapianto, tutte le terapie illustrate nella Tabella 9A rappresentano opzioni valide,
unitamente ai regimi indicati nella sezione sottostante
MP
• Preso per bocca
(melphalan/prednisone) • Ben tollerato
• Ottima remissione in circa il 60%
dei pazienti
• I medici conoscono molto bene
il protocollo
• Può danneggiare le cellule staminali del midollo
osseo e, di conseguenza, ridurre le possibilità
di un trapianto di cellule staminali ottimale
• Il beneficio si ottiene molto lentamente, nel giro di mesi
• Non è l’ideale se è necessaria una risposta immediata
e/o se è in programma un trapianto di cellule staminali
Desametasone più
melphalan
• Benefici più rapidi rispetto alla
combinazione MP
• L’utilizzo di melphalan danneggia le cellule staminali
• Il desametasone risulta poco sopportato dai pazienti
più anziani (In caso di utilizzo, si predilige una
somministrazione settimanale)
VMP
(Velcade + MP)
• In genere ben tollerato
• Nessun rischio di trombi
• Più alto tasso di remissione rispetto alla
combinazione MP
• Come per la combinazione MP
• Il Velcade si somministra per via endovenosa (IV)
o sottocutanea (SQ)
• Elevato rischio di neuropatia
Ulteriori dettagli sul trattamento sono disponibili in altre pubblicazioni dell’IMF.
Per ordinarle, si prega di contattare l’IMF al numero +1 818-487-7455 o visitare il nostro sito internet all’indirizzo myeloma.org.
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Tabella 10. Terapia di supporto
SINTOMO
TRATTAMENTO
COMMENTI
Astenia e debolezza
dovute all’anemia
• Trasfusioni di sangue (emazie concentrate prive di
leucociti, filtrate e irradiate) in caso di anemia severa
• Eritropoietina se l’anemia è lieve o moderata e
indotta dalla terapia
Le terapie sono semplici, offrono solitamente
ottimi benefici e migliorano il benessere
del paziente.
Dolore osseo
• Bifosfonati (es. Aredia® 90 mg IV per 2–4 ore al mese;
Zometa® 4 mg IV per 15–45 minuti al mese)
• Antidolorifici al bisogno (es. Tylenol®, derivati della
morfina per bocca, cerotto di Fentanyl®)
Alleviare il dolore osseo è importante anche per
migliorare l’attività fisica e, di conseguenza,
aumentare la forza ossea e migliorare il
benessere emotivo. Benché si tratti di una
condizione rara, l’utilizzo cronico di bifosfonati
può danneggiare i reni e la mandibola. La
consapevolezza è la chiave della prevenzione.
Febbre e/o
infezioni
• Antibiotici adeguati
• Neupogen® se è necessario incrementare la conta
dei globuli bianchi
• Gammaglobuline endovena per infezioni gravi
• Sarebbe utile eseguire esami specifici per conoscere
il tipo esatto di infezione in atto (escluse biopsie o
colture pericolose)
Anche se la terapia antibiotica va selezionata
e utilizzata con cura, è estremamente
importante tenere sotto controllo le infezioni.
Si raccomanda di tenere a portata di mano
un antibiotico per le emergenze, soprattutto
durante i viaggi.
Effetti collaterali
a livello
gastrointestinale
• Farmaci adeguati per contrastare la nausea, il vomito, Discutere i sintomi con i medici; sintomi gravi
la costipazione e la diarrea
potrebbero richiedere l’ospedalizzazione.
• Mantenere un’adeguata assunzione di liquidi e
un’alimentazione corretta
Disturbi della
coagulazione
ed episodi
tromboembolici
• Gli eventi trombotici sono delle vere e proprie
Il rischio si reduce con l’esercizio fisico,
emergenze mediche; il trattamento dipende dal
la perdita di peso e non fumando
tipo di evento e dai fattori di rischio del paziente
• Possono essere prescritti aspirina o altri anticoagulanti
Neuropatia
periferica
• Antidolorifici
• Aggiustamenti della dose, del programma
terapeutico e/o della via di somministrazione
• Fisioterapia, vitamine e altri integratori
Effetti collaterali
degli steroidi
• Assumere i farmaci durante i pasti al mattino
Riportare gli effetti collaterali e i sintomi
al proprio medico. Non interrompere e non
• Tenere sotto controllo segni e sintomi di infezione
modificare il dosaggio autonomamente.
e alterazione della glicemia
• Profilassi per l’Herpes zoster e per le infezioni fungine
Discutere i sintomi con il proprio medico.
Un intervento precoce può prevenire i danni
permanenti e consente di non interrompere
il trattamento. Non modificate le dosi per
conto vostro. Non assumete integratori
senza consultare il medico.
Gli opuscoli per il paziente su come prevenire gli eventi tromboembolici, controllare gli effetti collaterali associati agli steroidi, gestire
la mielosoppressione, prevenire la neuropatia periferica e contrastare gli effetti collaterali gastrointestinali sono pubblicati dall’IMF.
Per ordinarli, si prega di contattare l’IMF o di visitare il nostro sito web all’indirizzo www.myeloma.org
16
+1 818-487-7455 tutto il mondo • +1 800-452-2873 Stati Uniti e Canada
1. Ottenere una descrizione completa
del programma di trattamento:
— In che cosa consiste esattamente il trattamento?
— Quali sono gli obiettivi del trattamento?
— Per quanto tempo il trattamento
dovrà essere somministrato?
— Cosa comporta? Con quale frequenza il
paziente deve recarsi in una struttura medica?
L’ospedalizzazione è necessaria oppure è una
possibilità? Qual è l’impatto più probabile sulle
capacità funzionali del paziente (es. lavoro e svago)?
Come si sentono le persone prima, durante e
dopo il trattamento? Quale aspetto hanno? Quali
sono in genere le tempistiche di recupero?
— Quali follow-up o programmi di
mantenimento sono necessari?
— Quale sarà il costo del programma
di trattamento?
2. Quanto ha funzionato questo
trattamento in altri pazienti in
situazioni simili? L’efficacia viene
misurata in molti modi diversi:
— Quanta esperienza si ha con il trattamento?
Quanti pazienti l’hanno ricevuto? Per
quanto tempo questi pazienti sono
stati seguiti dopo il trattamento?
— Quali sono le probabilità di raggiungere una
completa o parziale remissione? Quali fattori
suggeriscono probabilità migliori o peggiori?
— Quanto durano le remissioni dei pazienti? Quali
fattori sono correlati a lunghe o brevi remissioni?
— Quali dovrebbero essere le opzioni
in caso di recidiva? (Queste opzioni
possono, nel frattempo, cambiare)
— Quanto ci si può ragionevolmente aspettare
di poter alleviare sintomi come dolori ossei,
fratture patologiche, anemia, stanchezza ed
ipercalcemia? Quali sono i fattori che predicono
quanto il trattamento avrà effetto sui sintomi?
— Qual è l’aspettativa di vita di quanti hanno
ricevuto il trattamento? Per i nuovi trattamenti,
quanti pazienti del gruppo originario sono
ancora vivi?
3. Come la maggior parte dei trattamenti
oncologici, il trattamento del mieloma
generalmente si basa sull’utilizzo di
farmaci aggressivi e altre misure allo
scopo di distruggere le cellule maligne e/o
riequilibrare la chimica corporea. In genere si
manifestano effetti collaterali. Alcuni si presentano
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durante il trattamento. Altri possono comparire
anche dopo che il trattamento è stato completato.
— Quali effetti collaterali sono stati osservati nei
pazienti che hanno ricevuto il trattamento?
In genere quando si manifestano? In quale
percentuale di pazienti si manifestano?
Quanto sono gravi gli effetti collaterali?
Espongono a pericolo di vita? Sono dolorosi?
Sono permanenti? Quanto durano?
— Esistono dei trattamenti per gli effetti
collaterali? I trattamenti contro gli effetti
collaterali hanno, a loro volta, effetti collaterali?
4. Esistono sempre delle alternative.
È importante che, per ogni alternativa,
vengano poste tutte queste domande:
— Quali sono le alternative al
trattamento raccomandato?
— Quali sono i relativi pro e contro
delle varie alternative?
— Quali sono i pro e i contro dei trattamenti
alternativi rispetto al mancato trattamento?
Poiché il mieloma è raro, solo un numero limitato di
medici e centri si specializza nel trattamento della
malattia. È molto comune, per un paziente affetto
da mieloma, richiedere un secondo parere a uno
specialista di un centro di ricerca, mentre continua a
fare affidamento sul proprio medico di fiducia per ciò
che concerne la gestione e il monitoraggio
del trattamento.
Prendere giuste decisioni riguardo a un trattamento
richiede intraprendenza, un’anamnesi accurata, una
seria riflessione e coraggio. Ma, soprattutto, richiede
che il paziente e coloro che lo aiutano supportandolo,
si facciano carico del processo. Poiché non vi è
una cura conosciuta, non esistono garanzie e ogni
individuo è diverso, l’ultima decisione dipende dalle
preferenze e dalle priorità del paziente.
Termini e definizioni
Acuto: Insorgenza improvvisa di sintomi, di malattia
o di un cambiamento.
Aferesi: L’aferesi, chiamata a volte leucaferesi, è una
procedura tramite cui dal sangue prelevato da un
paziente o da un donatore viene separata la parte
contenente plasma, globuli bianchi e piastrine. I globuli
rossi vengono poi reinfusi nel donatore. La parte
contenente i globuli bianchi contiene le cellule
staminali rare.
Agente alchilante: Agente chemioterapico, come
ad esempio melphalan o ciclofosfamide. Il termine
“alchilante” si riferisce al modo in cui questi agenti si
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legano al DNA delle cellule mielomatose e bloccano la
divisione cellulare.
Agente antiemetico: Farmaco che previene o controlla
nausea e vomito.
Agente antifungino: Farmaco utilizzato per trattare le
infezioni fungine.
Agente antineoplastico: Farmaco che previene, uccide
o blocca la crescita e la diffusione di cellule cancerose.
Albumina (ALB): Proteina semplice idrosolubile che
si trova nel siero ematico. La produzione viene inibita
dall’interleuchina-6 quando il mieloma è molto attivo.
Albuminuria: Presenza di un’eccessiva quantità di
sieroalbumina nelle urine.
Allogenico: Vedi “Trapianto”.
Amiloidosi da catene leggere di amiloide
(Amiloidosi AL): Condizione in cui le catene leggere
nel mieloma si legano le une alle altre “a foglietto beta
ripiegato” e si depositano successivamente nei tessuti
e negli organi di tutto il corpo, come il cuore, i nervi
e i reni, piuttosto che essere espulse attraverso i
reni. Questa condizione è nota anche come a
miloidosi primaria.
Amiloidosi: Termine generico per indicare un gruppo
di malattie caratterizzate da catene leggere legate.
Le catene leggere formano fibrille rigide che sono
insolubili e si depositano in vari organi o tessuti. Vari
tipi di amiloidosi presentano segni e sintomi diversi a
seconda di dove e in quali organi le proteine amiloidi si
depositano.
Analgesico: Qualsiasi farmaco che allevia il dolore.
Aspirina e paracetamolo sono analgesici leggeri.
Analogo: Composto chimico strutturalmente simile a
un altro ma leggermente diverso per la composizione.
Anemia: Diminuzione dell’emoglobina contenuta
nei globuli rossi che portano ossigeno ai tessuti e
agli organi del corpo. L’anemia, di solito, si ha quando
l’emoglobina presenta valori inferiori a 10 g/dL (valori
normali: 13–14 g/dL), e/o una diminuzione ≥ 2 g/dL dal
livello normale per un individuo.
Anestesia: Perdita di sensibilità o di coscienza.
Un’anestesia locale provoca una perdita di sensibilità
in una parte del corpo. L’anestesia generale induce una
perdita della sensibilità con o senza perdita di coscienza.
Angiogenesi: Formazione del vaso sanguigno, che
solitamente accompagna la crescita di tessuti maligni,
incluso il mieloma.
Antibiotico: Farmaco utilizzato per trattare
un’infezione.
Anticorpo monoclonale: Anticorpo artificiale creato
per individuare e legare le cellule tumorali per scopi
di diagnosi o di trattamento. Può essere utilizzato da
solo oppure per trasportare farmaci, tossine o materiali
radioattivi direttamente nelle cellule tumorali.
18
Anticorpo: Proteina prodotta dai globuli bianchi detti
plasmacellule per combattere infezioni e malattie.
Antigene: Ogni sostanza estranea (come ad esempio
batteri, virus, tossine o tumori) che induce il sistema
immunitario a produrre anticorpi naturali.
Apoptosi: Normale processo cellulare che conduce alla
morte di una cellula.
Aspirato midollare: Rimozione, attraverso un ago, di
un campione di fluido e di cellule dal midollo osseo da
esaminare.
Aspirazione: Processo con il quale si preleva un fluido
o un tessuto, o entrambi, da un’area specifica, come il
midollo osseo.
Assorbimetria a raggi X a doppia energia
(studio DXA, dual-energy x-ray absorptiometry,
precedentemente DEXA): Tecnica utilizzata per
misurare la densità ossea.
Basofilo: Tipo di globulo bianco. I basofili sono un tipo
di granulociti.
Benigno: Non cancerogeno, ovvero che non invade il
tessuto vicino e non si diffonde in altre parti del corpo.
L’MGUS è una tipica condizione benigna.
Beta-2 microglobulina (chiamata anche
β2-microglobulina, β2M, o β2M): Piccola proteina
presente nel sangue. Alti livelli di β2M si manifestano
in pazienti affetti da mieloma attivo. Livelli bassi o
normali si manifestano in pazienti in fase iniziale e/o
con malattia inattiva. Circa il 10% dei pazienti affetti da
mieloma non produce β2M. In caso di recidiva, i valori
di β2M possono aumentare prima di un eventuale
aumento dei livelli di proteina del mieloma. In recidiva,
la β2M può aumentare prima che si manifesti qualsiasi
altro cambiamento nei livelli di proteine.
Bifosfonato: Tipo di farmaco che si lega alla
superficie dell’osso, dove viene riassorbito o
distrutto, proteggendolo dall’attività osteoclastica
(fratture ossee).
Biopsia: Prelievo di una parte di tessuto ai fini
dell’esecuzione dell’esame microscopico come supporto
alla diagnosi.
Biopsia del midollo osseo: Prelievo, attraverso un ago,
di un campione di tessuto dall’osso. Le cellule vengono
controllate per verificare se ssiano cancerogene. Se si
riscontrano plasmacellule neoplastiche, il patologo
esegue una valutazione per stimare quanta parte del
midollo osseo è stata colpita. Solitamente, la biopsia
midollare viene eseguita contestualmente all’aspirato
midollare.
Calcio: Minerale che si trova principalmente nella parte
più dura della matrice dell’osso o idrossiapatite. Se
prodotto o rilasciato in eccesso, può accumularsi nel
flusso sanguigno. Vedi “Ipercalcemia”.
Cancerogeno: Qualsiasi sostanza o agente che produce
o stimola la crescita di un tumore.
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Cancro: Termine usato per malattie nelle quali le
cellule maligne si dividono senza controllo. Le cellule
cancerogene invadono i tessuti vicini e si diffondono
attraverso il flusso sanguigno e linfatico ad altre parti
del corpo.
Catena leggera libera: Porzione della proteina
monoclonale caratterizzata da basso peso molecolare.
Può essere legata a una catena pesante oppure può
essere slegata o libera. Le catene leggere libere possono
essere misurate attraverso un’analisi sensibile chiamata
test Freelite®.
Catetere: Tubo situato in un vaso sanguigno la cui
funzione consiste nel fornire un accesso a farmaci o
sostanze nutritive. Un catetere venoso centrale (CVC)
è uno speciale tubo inserito chirurgicamente in una
larga vena vicino al cuore che fuoriesce dal torace
o dall’addome. Il catetere permette di eseguire la
somministrazione di medicinali, liquidi o prodotti del
sangue, nonché prelievi ematici.
Cellula: Unità base di ogni organismo vivente. Ciascun
organo e tessuto dell’organismo presenta milioni di
cellule microscopiche.
Cellule B (Linfociti B): Globuli bianchi che fanno
parte del sistema immunitario naturale. Alcune cellule
B si sviluppano nel midollo osseo trasformandosi in
plasmacellule e rappresentano la fonte degli anticorpi.
Cellule sanguigne: Strutture minuscole prodotte nel
midollo osseo; includono globuli rossi, globuli bianchi e
piastrine.
Cellule staminali (cellula staminali ematopoietiche):
Cellule immature da cui si sviluppano tutte le cellule
del sangue. Le cellule staminali normali generano
componenti ematici normali, tra cui globuli rossi,
globuli bianchi e piastrine. Le cellule staminali si trovano
normalmente nel midollo osseo e possono essere
prelevate per il trapianto.
Ciste: Accumulo di fluido o materiale semisolido
all’interno di una sacca. Una ciste può svilupparsi in
qualsiasi organo o tessuto.
Citochine: Proteine secrete dalle cellule che stimolano
o inibiscono la crescita o l’attività di altre cellule. Le
citochine sono prodotte localmente (come ad esempio
nel midollo osseo) e circolano nel flusso sanguigno.
Sono rilasciate solitamente per combattere un’infezione.
Clinico: Che implica l’osservazione diretta o l’esame
medico di un paziente.
Consenso informato: Processo mediante il quale il
medico fornisce al paziente informazioni sufficienti circa
la procedura proposta per consentirgli di prendere una
decisione consapevole relativamente all’attuazione
o meno della procedura o della strategia pianificata.
Il medico deve, in aggiunta alla spiegazione delle
procedure, illustrare i rischi, i benefici, le alternative e i
possibili costi.
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Conta sanguigna: Numero di globuli rossi, globuli
bianchi e piastrine in un campione di sangue.
Creatinina: Piccolo composto chimico normalmente
espulso dai reni nell’urina. Se i reni sono danneggiati,
il livello sierico della creatinina si accumula, con
conseguente aumento dei livelli sierici di creatinina.
Il test sulla creatinina sierica è usato per misurare la
funzione renale.
Cromosoma: Filamento di DNA e proteine nel nucleo
di una cellula. I cromosomi trasportano i geni e hanno
la funzione di trasmettere le informazioni genetiche.
Normalmente, le cellule umane contengono
46 cromosomi.
Cronico: Persistente per un lungo periodo di tempo.
Desametasone: Potente corticosteroide impiegato da
solo o in associazione ad altri farmaci.
Diagnosi: Processo di identificazione di una malattia
attraverso segni e sintomi e risultati di esami.
Dialisi: Nel momento in cui i reni di un paziente non
riescono a filtrare il sangue, la dialisi è il processo
mediante il quale il sangue viene purificato da una
macchina per dialisi.
Differenziazione cellulare: Processo durante il
quale cellule giovani, immature (non specializzate)
acquisiscono caratteristiche individuali, la loro forma
matura (specializzata) e la loro funzione.
Dose massima tollerata (MTD, maximum-tolerated
dose): Dose più alta di trattamento che può essere
sopportata dalla maggior parte dei pazienti.
Edema: Gonfiore, accumulo anomalo di liquido in una
parte del corpo.
Effetti collaterali: Effetti indesiderati causati da un
farmaco.
Efficacia: Potenza nel produrre un effetto; l’efficacia
nella ricerca oncologica corrisponde all’efficacia
del trattamento.
Elettroforesi: Test di laboratorio in cui il siero del
paziente (sangue) o le molecole presenti nell’urina
vengono separate in base alle dimensioni e alla carica
elettrica. Per i pazienti affetti da mieloma, l’elettroforesi
del sangue o delle urine permette sia di quantificare le
proteine del mieloma (proteina M), sia di identificare il
tipico picco monoclonale caratteristico di ogni paziente.
L’elettroforesi è utilizzata sia per la diagnosi che per il
monitoraggio.
Elettroforesi con immunofissazione (IFE): Test
immunologico del siero o delle urine impiegato ai fini
dell’identificazione delle proteine. Per i pazienti affetti
da mieloma, consente al medico di identificare il tipo
di proteina M (IgG, IgA, kappa o lambda). La tecnica di
“immunostaining” (immunoistochimica) più sensibile e
più comunemente utilizzata consente di identificare il
tipo esatto di catene pesanti e leggere della proteina M.
19
Ematocrito (Hct): Percentuale di globuli rossi nel
sangue. Un basso livello di ematocrito indica anemia.
Ematologico: Originato nel sangue o diffuso tramite la
circolazione o attraverso il flusso sanguigno.
Ematologo: Medico specializzato nei problemi del
sangue e del midollo osseo.
Emoglobina: Proteina dei globuli rossi che trasporta
ossigeno.
Enzima: Sostanza che aumenta la velocità con cui
avvengono i cambiamenti chimici nel corpo.
Eritrociti: Globuli rossi (RBC). Gli eritrociti trasportano
ossigeno alle cellule del corpo e rimuovono il biossido di
carbonio prodotto dalle stesse.
Eritropoietina: Ormone prodotto dai reni. I pazienti
affetti da mieloma con danno renale non producono un
livello sufficiente di eritropoietina e possono presentare
anemia. In tali situazioni, possono rivelarsi utili iniezioni
di eritropoietina sintetica. Le trasfusioni di sangue
sono un altro trattamento alternativo per l’anemia,
specialmente in situazioni di emergenza. L’eritropoietina
sintetica può essere usata come terapia di supporto
durante il trattamento antimieloma per evitare l’anemia.
Esame dello scheletro (esame metastatico): Serie di
raggi X per l’esame del cranio, della colonna vertebrale,
delle costole, del bacino e delle ossa lunghe
finalizzato all’individuazione di eventuali lesioni
litiche e/o osteoporosi.
Fattore di necrosi tumorale (TNF): Modificatore
della risposta biologica che può migliorare la naturale
risposta dell’organismo alla malattia.
Frattura patologica: Rottura dell’osso solitamente
causata dal tumore o alcune condizioni della malattia.
Si manifesta in pazienti con ossa fragili e affetti da
mieloma che non possono sopportare un peso normale.
Gammopatia monoclonale di incerto significato
(MGUS, monoclonal gammopathy of undetermined
significance): Tipo di disturbo delle plasmacellule
caratterizzato da livelli relativamente bassi di proteina
monoclonale nel sangue e/o nelle urine. I livelli di
plasmacellule nel midollo osseo sono bassi (<10%).
I sintomi correlati al mieloma (ad es. anemia,
insufficienza renale, ipercalcemia e lesioni litiche)
sono assenti.
Gene: Sequenza specifica del DNA per una particolare
proteina.
Genetico: Ereditario, che ha a che fare con informazioni
trasmesse dai genitori ai figli attraverso il DNA.
Ghiandole surrenali: Ghiandole collocate sulla parte
superiore dei reni e principali responsabili del rilascio
di ormoni sessuali e cortisolo, un ormone che aiuta gli
esseri umani a rispondere allo stress.
Globuli bianchi (WBC): Termine generico utilizzato per
indicare una varietà di cellule in grado di combattere
germi, infezioni e agenti che causano allergie. Queste
20
cellule si sviluppano nel midollo osseo e si espandono in
tutte le altre parti del corpo. I globuli bianchi includono i
neutrofili, i granulociti, i linfociti e i monociti.
Globuli rossi (eritrociti): Cellule del sangue che
contengono emoglobina, trasportano ossigeno e
prelevano anidride carbonica nelle altri parti del
corpo. La produzione dei globuli rossi è stimolata da
un ormone (eritropoietina) prodotto dai reni. I pazienti
affetti da mieloma con danno renale non producono un
livello sufficiente di eritropoietina e possono presentare
anemia, a causa degli effetti delle cellule mielomatose
sulla capacità del midollo osseo di produrre nuovi
globuli rossi.
Granulocita: Tipo di globulo bianco in grado di
distruggere i batteri. Neutrofili, eosinofili e basofili sono
tutti tipi di granulociti.
IgD, IgE: Due tipi di mieloma che si manifestano meno
frequentemente. Vedi “IgG, IgA”.
IgG, IgA: I due tipi di mieloma più comuni. La G e
la A si riferiscono al tipo di proteina prodotta dalle
cellule mielomatose. La proteina del mieloma, che
è un’immunoglobulina, è composta da due catene
pesanti (ad esempio, di tipo G) associate a due catene
leggere, di tipo kappa o lambda. Tuttavia, i due sottotipi
più comuni di mieloma presentano catene pesanti
identiche (per es. IgG kappa e IgG lambda). I termini
“pesante” e “leggero” si riferiscono alla taglia o al peso
molecolare della proteina; le catene pesanti sono più
grandi di quelle leggere.
IgM: Solitamente associato alla macroglobulinemia
di Waldenström. In rari casi, l’IgM può essere un tipo
di mieloma.
Immunodeficienza: Riduzione della capacità
dell’organismo di combattere le infezioni e le malattie.
Immunofluorescenza: Test che sfrutta la specificità
degli anticorpi rispetto ai relativi antigeni allo scopo
di individuare pigmenti fluorescenti su specifici
bersagli all’interno di una cellula e di rendere in tal
modo possibile la visualizzazione della distribuzione
della molecola bersaglio attraverso il campione. Ai fini
della visualizzazione della posizione degli anticorpi,
l’immunofluorescenza utilizza fluorocromi, ovvero
composti chimici fluorescenti in grado di riemettere
la luce assorbita se sottoposti a eccitazione luminosa.
Questi strumenti vengono utilizzati come sonde
o indicatori.
Immunoglobulina (Ig): Proteina prodotta dalle
plasmacellule; parte essenziale del sistema immunitario
dell’organismo. Le immunoglobuline si legano alle
sostanze estranee (antigeni) e collaborano alla loro
distruzione. Le classi (chiamate anche isotipi) di
immunoglobuline sono IgG, IgA, IgD, IgE e IgM. Il
termine non medico per immunoglobulina
è “anticorpo”.
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Immunosoppressione: Indebolimento del
sistema immunitario che causa una riduzione della
capacità di combattere le infezioni e le malattie.
L’immunosoppressione può essere intenzionale, come
ad esempio nella preparazione al trapianto di midollo
osseo finalizzata alla prevenzione del rigetto dei tessuti
del donatore nel ricevente, o accidentale, ovvero
causata dalla chemioterapia nel trattamento del cancro.
Immunoterapia: Trattamento che potenzia le naturali
difese dell’organismo nel combattere il cancro.
Chiamata anche terapia biologica.
Incidenza: Numero di nuovi casi di diagnosi ogni anno.
Indice di azoto ureico nel sangue (BUN, blood urea
nitrogen): Misura del livello dell’urea nel sangue.
L’urea è escreta dai reni. La BUN è un test di laboratorio
eseguito sul sangue per capire come sta funzionando
il rene. Le malattie, come ad esempio il mieloma, che
compromettono la funzione renale, causano spesso un
aumento dei livelli della BUN nel flusso sanguigno.
Infusione: Somministrazione di fluidi o farmaci nel
flusso sanguigno in un dato periodo di tempo.
Inibire: Fermare qualcosa o mantenere sotto controllo.
Inibitore del proteasoma: Qualsiasi farmaco che
interferisce con la normale funzione del proteasoma, un
complesso di enzimi responsabile della distruzione e del
riciclaggio delle proteine indesiderate sia nelle cellule
normali che in quelle tumorali.
Inibitore dell’angiogenesi: Composto che riduce
la formazione di nuovi vasi sanguigni associata alla
crescita del mieloma (cellule tumorali).
Iniezione: Pratica con cui si introduce un farmaco
all’interno dell’organismo attraverso una siringa
e un ago.
Interferone: Ormone naturale (citochina) rilasciato
dall’organismo per combattere un’infezione o una
malattia; stimola la crescita di alcune cellule ematiche
che combattano le malattie nel sistema immunitario.
Può essere prodotto artificialmente attraverso
tecniche di ingegneria genetica e utilizzato come
forma di immunoterapia, principalmente nella fase di
mantenimento (plateau) per bloccare un’eventuale
ricrescita del mieloma e, di conseguenza, ritardare o
prevenire eventuali recidive.
Interleuchina: Sostanza prodotta e rilasciata
naturalmente dall’organismo oppure sostanza utilizzata
nella terapia biologica. Le interleuchine stimolano la
crescita e le attività di alcune specie di globuli bianchi.
L’interleuchina-2 (IL-2) è un tipo di modificatore della
risposta biologica che stimola la crescita di alcune
cellule del sangue nel sistema immunitario in grado di
combattere alcuni tipi di cancro. L’interleuchina-6 (IL-6)
è una citochina in grado di stimolare enormemente le
attività degli osteoclasti e delle plasmacellule.
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Ipercalcemia: Livello di calcio nel sangue più alto
del normale. Nei pazienti affetti da mieloma, di solito
risulta dalle fratture ossee con rilascio di calcio dall’osso
nel flusso sanguigno. Questa condizione può causare
diversi sintomi, inclusi perdita di appetito, nausea,
secchezza delle fauci, stanchezza, affaticamento
muscolare, agitazione e confusione. Vedi “Calcio”.
Lattato deidrogenasi (LDH): Enzima che produce
energia ed è presente in quasi tutti i tessuti del corpo.
I livelli di LDH nel flusso sanguigno aumentano in
risposta al danno cellulare. L’LDH può essere utilizzato
per il monitoraggio dell’attività del mieloma.
Lesione: Area caratterizzata da un tessuto anomalo.
Protuberanza o ascesso che può essere causato da
una lesione o malattia, come il cancro. Nel mieloma, la
“lesione” può essere attribuita a un plasmocitoma o a un
buco nell’osso.
Lesioni litiche: Area danneggiata di un osso che si
manifesta come un punto scuro in una radiografia,
quando almeno il 30% dell’osso sano in un’area
qualsiasi è stato mangiato. Le lesioni litiche
assomigliano a dei veri e propri fori e sono conseguenza
dell’indebolimento dell’osso.
Leucociti: Cellule che aiutano l’organismo a combattere
le infezioni e altre malattie. Anche chiamati globuli
bianchi (WBC).
Leucopenia: Basso numero di globuli bianchi.
Linfociti: Cellule B, cellule T e cellule NK che, insieme,
costituiscono il 30% dei globuli bianchi. I linfociti B e i
linfociti T sono responsabili della risposta immunitaria
adattativa, che consente alle cellule del sistema
immunitario di legarsi ad antigeni specifici sulle
superfici cellulari di organismi infettivi, tumori e altre
sostanze estranee.
Macroglobulinemia di Waldenström: Raro tipo
di linfoma indolente che colpisce le plasmacellule,
caratterizzato dalla produzione di un livello eccessivo di
proteine IgM. Non si tratta di mieloma.
Malattia del trapianto contro l’ospite (GVHD, graftversus-host disease): Reazione delle cellule del midollo
osseo del donatore verso il tessuto del paziente.
Malattia in progressione: Mieloma che peggiora o
recidivante, in base a quanto documentato dai test.
Definito come aumento ≥ 25% del livello di proteine del
mieloma e/o nuova evidenza di malattia.
Malattia stabile: Condizione caratterizzata da
una specifica risposta al trattamento, ma con un
miglioramento o progressione del livello di proteine
< 25%. Nel mieloma a progressione lenta, la
stabilizzazione può durare molti anni.
Maligno: Cancerogeno; in grado di invadere il tessuto
vicino e di espandersi ad altre parti del corpo.
Marker tumorale: Sostanza nel sangue o altri liquidi
corporei che può suggerire la diagnosi di cancro in
una persona.
21
MDR (resistenza a diversi farmaci): Resistenza al
trattamento standard, tipicamente associata alla
resistenza ad Adriamycin® (doxorubicina) e vincristina,
entrambi farmaci chemioterapici. La resistenza è
causata da un accumulo della glicoproteina P sulla
membrana esterna delle cellule mielomatose. Ciò
determina una repulsione dei farmaci da parte delle
cellule mielomatose, senza possibilità di aggressione.
Melanoma: Cancro delle cellule che formano i pigmenti
della pelle o della retina dell’occhio. Non associato al
mieloma nonostante la similitudine del nome.
Metastasi: Diffusione del tumore in varie parti
dell’organismo. Quando le cellule cancerogene
metastatizzano e formano tumori secondari, le cellule
del tumore metastatico sono simili a quelle del tumore
originario (primario). Questo termine è comunemente
utilizzato per descrivere il processo della malattia nei
tumori solidi (es. seno, prostata) e non nel mieloma, che
è un cancro delle cellule del sangue.
Midollo osseo: Tessuto molle e spugnoso situato
all’interno delle ossa che produce globuli bianchi,
globuli rossi e piastrine e all’interno del quale si assiste
alla crescita di plasmacellule anomale che causano
il mieloma.
Mieloide: Riferito ai mielociti, tipo di globuli bianchi.
Detto anche mielogeno. Il mieloma è un cancro non
mieloide.
Mieloma asintomatico: Mieloma che non presenta
segni o sintomi di malattia (ad es. anemia, insufficienza
renale, ipercalcemia e lesioni litiche). È chiamato anche
mieloma multiplo smoldering (SMM) o mieloma in
fase iniziale.
Mielosoppressione: Diminuzione della produzione
di globuli rossi, piastrine e alcuni globuli bianchi del
midollo osseo.
Molecola: La più piccola particella di una sostanza che
possiede le stesse proprietà della sostanza stessa ed è
composta da uno o più atomi.
Monocita: Tipo di globulo bianco presente nella
circolazione. Chiamato anche macrofago se presente
nei tessuti.
Monoclonale: Clone o duplicato di una singola
cellula. Il mieloma deriva dallo sviluppo di una singola
plasmacellula maligna (monoclone). Anche la proteina
prodotta dal mieloma è di tipo monoclonale ed è
caratterizzata da una forma singola piuttosto che da
diverse forme (policlonale). Un importante aspetto
pratico della proteina monoclonale è il tipico picco M
che viene rilevato con l’elettroforesi sierica.
Neoplasia: Crescita anomala di cellule.
Neoplasma: Crescita anomala di tessuto o di cellule che
crea un tumore.
Neutropenia: Livelli ridotti di neutrofili.
22
Nome del farmaco generico: Il nome del farmaco
generico si riferisce alla composizione chimica di un
farmaco piuttosto che al nome del marchio. Un nome
generico viene dato a un farmaco prima che questo
sia approvato e gli venga dato un marchio. Dopo che
un farmaco è andato fuori brevetto, altri produttori
possono creare versioni generiche di tale farmaco. Ad
esempio: l’ibuprofene è il nome generico per farmaci a
marchio come Advil® e Motrin®.
Oncogene: Gene o sequenza di DNA che regola
normalmente la crescita delle cellule, ma che, se
mutata per esposizione a carcinogeni ambientali o se
danneggiata o mancante a causa di un difetto genetico,
può anche promuovere o permettere una crescita
incontrollata del cancro. Ha la capacità di trasformare
una cellula normale in una cellula cancerogena.
Oncologo: Medico specializzato nel trattamento
del cancro. Alcuni oncologi sono specializzati in un
particolare tipo di cancro.
Ormoni: Agenti chimici prodotti da varie ghiandole
che regolano le azioni di determinate cellule o organi
nel corpo.
Osteoblasti: Cellule ossee associate alla produzione di
tessuto osseo. Gli osteoblasti producono osteoidi, che
si mineralizzano con il calcio per formare una nuova
struttura ossea compatta.
Osteocalcina sierica: Proteina prodotta e secreta dagli
osteoblasti durante la produzione di sostanza osteoide.
Un basso livello è sintomo di mieloma attivo. Un livello
più alto del normale è sintomo di mieloma stabile.
Osteoclasti: Cellule che si trovano nell’osso e nel
midollo osseo alla giunzione tra i due. Sono responsabili
della distruzione o del rimodellamento del vecchio
tessuto osseo. Nel mieloma, gli osteoclasti sono
sovrastimolati, mentre l’attività degli osteoblasti è
bloccata. La combinazione tra riassorbimento accelerato
dell’osso e blocco della formazione di nuovo tessuto
osseo causa lesioni litiche.
Osteoide: Proteina prodotta dagli osteoblasti che si
mineralizza con il calcio per formare strutture ossee
compatte.
Osteonecrosi della mandibola (ONJ): Problema della
mandibola che si verifica in una piccola percentuale
di pazienti che assumono bifosfonati. La condizione
causa dolore, gonfiore e danno osseo intorno
all’alveolo dentario a livello delle ossa mascellari ed
è caratterizzata da necrosi ossea o perdita ossea che
possono determinare perdita dei denti, presenza di
esposizioni ossee con bordi acuminati, speroni ossei
e distaccamento di spicole ossee o osso morto. Si
definisce tale nel caso in cui si abbia per più di 3 mesi
esposizione ossea non in via di guarigione. Nella fase
iniziale della malattia, i sintomi potrebbero non essere
evidenti oppure potrebbero verificarsi dolore, gonfiore,
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intorpidimento o una sensazione di “mascella pesante”
o allentamento di un dente.
Osteoporosi: Malattia ossea progressiva caratterizzata
da una diminuzione della densità e della massa ossea,
con un conseguente aumento del rischio di frattura.
Nel mieloma, il diffuso coinvolgimento delle ossa
produce quello che sembra osteoporosi ai raggi X e
alla densitometria.
Patologia: Studio della malattia attraverso esami su
tessuti e fluidi corporei analizzati al microscopio. Un
medico che si specializza in una determinata patologia
è denominato patologo.
Piastrine: Una delle tre principali componenti del
sangue, insieme ai globuli rossi e ai globuli bianchi. Le
piastrine si dispongono nelle pareti dei vasi sanguigni
danneggiati e rilasciano sostanze in grado di stimolare
la formazione di coaguli nel sangue. Le piastrine sono le
maggiori difese contro i sanguinamenti. Sono chiamate
anche trombociti.
Placebo: Sostanza inerte (inattiva) spesso utilizzata
nelle sperimentazioni cliniche per la comparazione
con un farmaco sperimentale. Negli Stati Uniti nessuna
sperimentazione clinica per i pazienti malati di
cancro può eticamente o legalmente randomizzare i
pazienti per ricevere solo un placebo quando questi
necessitano un trattamento. Nel braccio placebo di
una sperimentazione per la cura del cancro, i pazienti
ricevono il trattamento con la terapia approvata più un
placebo.
Plasma: Parte liquida del sangue in cui sono sospesi
globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.
Plasmacellule: Particolari globuli bianchi che
producono anticorpi (immunoglobuline). Il mieloma è
un tumore delle plasmacellule. Le plasmacellule maligne
prendono il nome di cellule mielomatose. Nel mieloma,
le plasmacellule maligne producono una grande
quantità di anticorpi anomali che non sono in grado
di combattere le infezioni. Tali anticorpi anomali sono
rappresentati dalla proteina monoclonale, o proteina
M, che funziona da marker tumorale per il mieloma. Le
plasmacellule producono anche altre sostanze chimiche
che possono causare danno d’organo o di tessuto
(anemia, danno renale, e danneggiamento del nervo).
Plasmaferesi: Processo di eliminazione di alcune
proteine dal sangue. La plasmaferesi può essere
utilizzata per eliminare alti livelli di proteina
monoclonale nel sangue dei pazienti affetti da mieloma.
Plasmocitoma extramidollare: Tumore formato da
plasmacellule monoclonali che si trova nei tessuti molli
al di fuori del midollo osseo ed è separato dall’osso.
Plasmocitoma solitario dell’osso (SPB): Massa singola
di plasmacellule monoclonali in un osso. La diagnosi
di SPB prevede la presenza di una lesione solitaria
dell’osso, la cui biopsia mostra un’infiltrazione da parte
myeloma.org
delle plasmacellule; assenza di evidenza radiologica
di lesioni ossee; assenza di plasmacellule clonali in un
campione casuale di midollo osseo; e nessuna traccia di
anemia, ipercalcemia o di coinvolgimento dei reni che
suggeriscano un mieloma sistemico.
Pompa di infusione: Dispositivo che stabilisce
la quantità di liquidi o di farmaci infusi nel flusso
sanguigno per un periodo di tempo.
Port-a-cath: Catetere connesso a un dischetto che
viene chirurgicamente inserito sottocute nel torace
o nell’addome. Il catetere viene inserito in una grossa
vena o arteria direttamente nel flusso sanguigno.
L’infusione può riguardare liquidi, farmaci o prodotti del
sangue e il sangue può essere prelevato attraverso un
ago inserito nel disco.
Precanceroso: Termine utilizzato per descrivere una
condizione che può o meno trasformarsi in cancro.
Prognosi: Risultato previsto o corso di una malattia.
Probabilità di recupero. Può significare anche
aspettativa di vita.
Proliferazione cellulare: Crescita nel numero di cellule
come conseguenza di sviluppo o divisione cellulare.
Proteina di Bence Jones: Proteina monoclonale
nel mieloma. La proteina è composta da otto catene
leggere libere kappa o lambda. Date le loro dimensioni
ridotte, le catene leggere di Bence Jones passano
facilmente nelle urine. Il valore della proteina di Bence
Jones nelle urine è espresso in grammi per 24 ore.
Normalmente, nelle urine può essere presente un valore
molto basso di proteina (< 0,1 g/24 h), ma in questo caso
si tratterà di albumina anziché della proteina di Bence
Jones. La presenza di qualsiasi proteina di Bence Jones
nelle urine è una condizione anomala.
Proteina monoclonale (proteina M): Proteina anomala
prodotta dalle cellule del mieloma che si accumula e
danneggia l’osso e il midollo osseo. Un elevato livello
di proteina M indica che le cellule del mieloma sono
presenti in grande quantità.
Proteine M (picco M): Anticorpi o parti di anticorpi
presenti in quantità insolitamente grandi nel sangue
o nelle urine in pazienti affetti da mieloma multiplo. Il
picco M si riferisce al tipico tracciato elettroforetico che
si ottiene quando è presente una proteina monoclonale.
Sinonimo di proteina monoclonale e di proteina del
mieloma. Vedi “Monoclonale”.
Proteine: Sostanze composte da aminoacidi. Le
proteine sono una parte essenziale di tutti gli organismi
viventi, soprattutto come componenti strutturali dei
tessuti corporei come i muscoli, i capelli, il collagene e
così via, nonché enzimi e anticorpi.
Protocollo: Piano di trattamento dettagliato che
include la dose e la programmazione dei farmaci
utilizzati.
23
Radiologo: Medico specializzato nella creazione e
nell’interpretazione di immagini delle aree interne del
corpo. Le immagini sono prodotte con raggi x, onde
sonore, campi magnetici o altri tipi di energia.
Radioterapia: Trattamento con raggi x, raggi gamma
o elettroni finalizzato al danneggiamento o alla
distruzione delle cellule maligne. Le radiazioni possono
giungere dall’esterno dell’organismo (radiazioni esterne)
o da materiali radioattivi posizionati direttamente nel
tumore (radiazioni impiantate).
Raggi x: Radiazioni elettromagnetiche ad alta energia
usate a basse dosi per la diagnosi di malattie e in alte
dosi per il trattamento del cancro.
Recidiva: Ricomparsa di segni e sintomi della malattia
dopo un periodo di miglioramento o scomparsa della
stessa.
Recidivo o refrattario: Il termine recidivo riguarda i
pazienti affetti da recidiva e sottoposti a trattamento
che hanno sviluppato segni e sintomi di mieloma
almeno 60 giorni dopo il termine della cura. Il termine
refrattario riguarda i pazienti affetti da mieloma
refrattario che hanno manifestato una malattia in
progressione durante il trattamento o entro 60 giorni
dall’esecuzione del trattamento. La maggior parte delle
sperimentazioni cliniche relative alla malattia avanzata
riguarda pazienti affetti da mieloma in recidiva e/o
refrattario.
Reclutamento: Processo di arruolamento dei pazienti
in una sperimentazione clinica (studio di ricerca) o
numero di pazienti già arruolati o che si prevede di
arruolare in una sperimentazione.
Refrattaria: Malattia che non risponde più ai
trattamenti standard.
Regressione: Riduzione delle dimensioni di un cancro
o tumore.
Remissione o risposta: Scomparsa completa o parziale
dei segni o sintomi del cancro. Remissione e risposta
sono termini utilizzati indistintamente.
• Remissione completa (CR) – Immunofissazione
negativa nel siero e nelle urine, scomparsa di
plasmocitomi dei tessuti molli e percentuale minore o
uguale al 5% di plasmacellule nel midollo osseo. La CR
non è sinonimo di cura.
• Risposta completa stringente (sCR) – Una sCR consiste
in una risposta completa (CR), come definito nel
paragrafo successivo, accompagnata da un rapporto
FLC normale e dall’assenza di cellule clonali nel midollo
osseo attraverso esami di immunoistochimica o
immunofluorescenza.
• Remissione Parziale (PR) – La PR è un livello di risposta
in cui si verifica una riduzione di almeno il 50% della
proteina M e una riduzione della proteina M urinaria
con urine delle 24 ore di almeno il 90% (o inferiore a
200 mg/24 ore).
24
•R
emissione parziale molto buona (VGPR) – La VGPR è
inferiore alla CR. La VGPR corrisponde alla proteina M
sierica e urinaria rilevabile mediante immunofissazione
ma non con elettroforesi, oppure a una riduzione
minima del 90% della proteina M sierica accompagnata
da livelli di proteina M urinaria <100 mg/24 ore.
Resistenza al farmaco: Riduzione dell’efficacia di uno
specifico farmaco nella cura di malattie e disturbi. Nel
trattamento del cancro, le cellule tumorali possono
diventare resistenti alla terapia in diversi modi, per
esempio tramite geni, proteine e pathway (e vie
di trasmissione) alterati, al fine di garantire la loro
sopravvivenza.
Ricorrenza: Ricomparsa di una malattia dopo un
periodo di remissione.
Rimodellamento osseo: Normale coordinamento
(accoppiamento) tra osteoclasti (che riassorbono o
distruggono l’osso) e osteoblasti (che creano una
nuova matrice dell’osso) per mantenere in equilibrio la
produzione e la distruzione ossea.
Risonanza magnetica (MRI, magnetic resonance
imaging): Test diagnostico per immagini che utilizza
campi magnetici e onde radio, anziché radiazioni
ionizzanti, per produrre immagini dettagliate
bidimensionali o tridimensionali degli organi e delle
strutture interne del corpo. Questo esame offre una
buona risoluzione del tessuto molle, specialmente delle
alterazioni nel midollo spinale, ma è meno accurato
nelle lesioni dell’osso.
Scheletro appendicolare: Ossa lunghe (braccia e
gambe) collegate alla colonna vertebrale, al torace e
alla pelvi.
Scheletro assile: Colonna vertebrale, pelvi, costole e
cranio. Nel mieloma, vengono più comunemente colpiti
lo scheletro assile insieme alle estremità superiori delle
ossa lunghe delle braccia e delle gambe.
Sindrome mielodisplastica (MDS): Condizione in
cui il midollo osseo non funziona normalmente e
non produce sufficienti cellule del sangue. Questa
condizione può occasionalmente progredire e
trasformarsi in leucemia acuta.
Sistema immunitario: Gruppo complesso di organi
e cellule che producono anticorpi, vale a dire risposte
cellulari per difendere l’organismo contro sostanze
estranee, come batteri, virus, tossine e tumori.
Sopravvivenza libera da malattia: Periodo durante il
quale i pazienti sopravvivono senza presentare segni di
patologia oncologica.
Sopravvivenza libera da progressione (PFS,
progression-free survival): L’aumento della
sopravvivenza del paziente può essere direttamente
attribuito al trattamento somministrato per il mieloma.
Periodo durante il quale i pazienti sopravvivono al
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mieloma senza progressione di malattia o recidive. Vedi
“Malattia in progressione”.
Sperimentazione clinica: Studio di ricerca di un
nuovo trattamento che coinvolge i pazienti. Ogni
studio è concepito allo scopo di trovare soluzioni
migliori finalizzate alla prevenzione, scoperta, diagnosi
o trattamento del cancro e alla ricerca di risposte a
questioni scientifiche.
• Gruppo di controllo – Braccio di una sperimentazione
clinica randomizzata che riceve il trattamento standard
o il placebo (assenza di trattamento).
• Gruppo sperimentale – Braccio di una sperimentazione
randomizzata che riceve il nuovo trattamento.
• Obiettivo finale – Ciò che una sperimentazione clinica
cerca di misurare o scoprire, l’obiettivo dello studio.
Un tipico obiettivo finale include la valutazione delle
tossicità, dei tassi di risposta e sopravvivenza.
• Sperimentazione clinica randomizzata – Studio di
ricerca nel quale i soggetti sono assegnati, tramite
randomizzazione (assegnazione casuale), a ricevere o
meno un particolare trattamento.
• Sperimentazione di fase I – Sperimentazione
concepita allo scopo di determinare la MTD (dose
massima tollerata) di un nuovo farmaco o una nuova
combinazione di farmaci. Solitamente costituisce il
primo test su esseri umani di un nuovo trattamento.
Tuttavia, nelle sperimentazioni di fase I relative alle
terapie combinate, i singoli elementi potrebbero
già essere stati efficacemente testati. I pazienti
arruolati nelle sperimentazioni di fase I presentano
generalmente un tumore in stadio avanzato
refrattario a tutti i trattamenti standard. In una tipica
sperimentazione di fase I, gruppi successivi (“coorti”) di
3-6 pazienti vengono sottoposti al trattamento. Tutti i
pazienti in una coorte ricevono la stessa dose. La prima
coorte solitamente riceve una dose molto bassa, che
viene aumentata in ogni successiva coorte fino a che
un determinato numero di pazienti sperimenta la DLT
(tossicità limitante la dose). La dose utilizzata per la
precedente coorte è considerata la MTD (dose massima
tollerata). Questa dose viene quindi utilizzata in una
sperimentazione di fase II.
• Sperimentazione di fase II – Sperimentazione
concepita allo scopo di determinare il tasso di risposta
di una nuova terapia che è già stata testata in una
sperimentazione di fase I. Tipicamente vengono
trattati dai 14 ai 50 pazienti con un determinato tipo di
tumore, per analizzarne la risposta. Di solito, i pazienti
devono avere un tumore in stadio avanzato refrattario
a ogni trattamento standard, oltre che una malattia
quantificabile. Se i risultati di una sperimentazione di
fase II sono abbastanza promettenti, il trattamento
può essere testato in una sperimentazione di fase III.
Se i risultati sono obiettivamente migliori rispetto a
myeloma.org
quelli di un trattamento standard, può non essere
necessario testarli in una sperimentazione di fase III e
il trattamento può diventare standard sulla base dei
risultati ottenuti nella sperimentazione di fase II.
• Sperimentazione di fase III – Sperimentazione
concepita allo scopo di comparare due o più
trattamenti per un determinato tipo e stadio di
tumore. L’obiettivo finale in una sperimentazione di
fase III è di solito la sopravvivenza o la sopravvivenza
libera da malattia. Le sperimentazioni di fase III sono
solitamente randomizzate: ciò significa che i pazienti
non scelgono quale trattamento ricevere. Una tipica
sperimentazione di fase III viene eseguita su un
numero di pazienti che varia da 50 a svariate migliaia.
Alcune sperimentazioni di fase III comparano un
nuovo trattamento che ha dato buoni risultati nella
sperimentazione di fase II con un trattamento standard
precedente e ben conosciuto. Altre sperimentazioni
di fase III mettono a confronto trattamenti che sono
già usati comunemente. Alcuni trattamenti nelle
sperimentazioni di fase III possono essere disponibili al
di fuori della regolazione della sperimentazione clinica.
Stadiazione: Esecuzione di esami e di test finalizzati
all’individuazione dell’estensione del tumore all’interno
dell’organismo.
Stadio: Diffusione del cancro nell’organismo.
Steroide: Particolare tipo di ormone. Gli steroidi
vengono spesso somministrati ai pazienti affetti da
mieloma insieme a uno o più farmaci antitumorali
e di solito aumentano i vantaggi del trattamento
anti-mieloma.
Terapia di induzione: Trattamento iniziale utilizzato
con lo scopo di migliorare la remissione in pazienti con
nuova diagnosi di mieloma.
Terapia di mantenimento: Farmaci somministrati ai
pazienti in remissione per ritardare o prevenire
la recidiva.
Terapia di supporto: Trattamento somministrato per
prevenire, controllare o alleviare complicazioni ed effetti
collaterali e per migliorare il comfort dei pazienti e la
qualità della loro vita.
Terapia genica: Trattamento che altera l’attività dei
geni. Di solito implica l’aggiunta o la rimozione di un
gene o più geni.
Test di antigene leucocitario umano (HLA, human
leukocyte antigen): Test sanguigno utilizzato per
trovare sangue o midollo osseo compatibile per
trasfusioni o trapianti.
Tomografia a emissione di positroni (PET): Test
diagnostico che utilizza una telecamera e un computer
sofisticati per riprodurre immagini del corpo. L’esame
della PET mostra la differenza tra tessuti sani e malati
sulla base dell’assorbimento del glucosio radiomarcato
da parte delle cellule tumorali attive.
25
Tomografia assiale computerizzata (TAC): Test che
utilizza i raggi X computerizzati per creare immagini
tridimensionali di organi e strutture all’interno del
corpo, usato per individuare piccole aree di ossa
danneggiate o il coinvolgimento dei tessuti molli.
Tossicità limitante la dose (DLT, dose-limiting
toxicity): Effetti collaterali gravi abbastanza da
impedire un’ulteriore somministrazione della terapia.
Tossine: Veleni prodotti da alcuni animali, piante
o batteri.
Trapianto: Esistono numerosi tipi di trapianto.
• Trapianto di cellule staminali da sangue periferico
(PBSC) – I medici prelevano le cellule staminali sane
dal sistema sanguigno del paziente (non dal midollo
osseo) e le conservano prima che il paziente riceva
chemioterapia ad alte dosi al fine di distruggere
le cellule tumorali. Le cellule staminali vengono
quindi reintrodotte nell’organismo del paziente,
dove possono produrre nuove cellule ematiche che
sostituiranno le cellule distrutte dal trattamento. Il
trapianto PBSC consente una raccolta più semplice
e più sicura delle cellule staminali e un recupero
più rapido dopo l’intervento rispetto al trapianto di
midollo osseo.
•T
rapianto autologo – Procedura con cui le cellule
staminali vengono prelevate dal sangue del paziente
e reinfuse nel paziente stesso dopo un trattamento
intensivo.
• Trapianto del midollo osseo – Questo termine si
riferisce al processo di raccolta delle cellule staminali
dal midollo osseo e all’infusione delle stesse nei
pazienti. Questo termine è utilizzato oggi meno
frequentemente nel mieloma poiché le cellule
staminali vengono ora raccolte dal sangue periferico o
circolante.
• Trapianto allogenico (allotrapianto) – Infusione di
midollo osseo o di cellule staminali da un individuo
(donatore) a un altro (ricevente). Un paziente può
ricevere midollo osseo o cellule staminali da un
donatore compatibile, sebbene non geneticamente
identico. Viene effettuato un esame del sangue HLA
per stabilire se il paziente ha un potenziale donatore
compatibile. Un donatore può essere un familiare
oppure può essere scelto attraverso un registro dei
donatori come il National Marrow Donor Program
(NMDP). Raramente, le cellule del donatore possono
essere ottenute da una banca del sangue del
cordone ombelicale. .
• Allotrapianto con condizionamento a intensità ridotta
(RIC) – Tecnica più innovativa e, per il mieloma, più
sicura rispetto al trapianto allogenico. Il RIC è un “mini
allotrapianto” a ridotta intensità, non mieloablativo
che viene eseguito entro 180 giorni da un trapianto
autologo standard.
26
• Trapianto in tandem – Termine utilizzato per indicare
un doppio trapianto. Può trattarsi di due trapianti
autologhi oppure di un trapianto autologo seguito
da un trapianto allogenico (donatore). I trapianti in
tandem di solito vengono pianificati a intervalli da tre
a sei mesi tra i trapianti.
• Trapianto da donatore non consanguineo (MUD,
matched unrelated donor) – Procedura di trapianto di
cellule staminali in cui le cellule staminali del paziente
e del donatore sono geneticamente identiche, ma
il donatore non è un familiare del ricevente. Questa
procedura non è consigliata per pazienti affetti da
mieloma in quanto comporta un tasso di mortalità
inaccettabilmente alto.
• Trapianto singenico – Infusione di midollo osseo o di
cellule staminali da gemelli geneticamente identici.
• Trapianto del sangue del cordone ombelicale – Cellule
staminali ottenute dai cordoni ombelicali dei neonati.
Questi vengono congelati e conservati in banche del
sangue del cordone ombelicale.
Trasfusione: Trasferimento di sangue o di prodotti del
sangue.
Trattamento palliativo: Trattamento mirato a
migliorare la qualità della vita alleviando il dolore e i
sintomi di una patologia ma senza alterare il corso di
quest’ultima.
Trombocitopenia: Basso numero di piastrine nel
sangue. I livelli “normali” variano da laboratorio a
laboratorio. Per esempio, il livello normale della
Mayo Clinic è pari a 150.000–450.000. Se il numero di
piastrine è inferiore a 50.000, potrebbero verificarsi
problemi emorragici. La maggior parte delle emorragie
è solitamente associata a un livello di piastrine inferiore
a 10.000.
Tumore: Massa anomala di tessuto risultante da
un’eccessiva divisione delle cellule.
Vaccino: Preparato di microrganismi uccisi o
indeboliti oppure di organismi virulenti vivi che
viene somministrato per produrre o incrementare
artificialmente l’immunità verso una particolare
malattia.
Vertebra: Uno qualsiasi dei 33 segmenti ossei della
spina dorsale.
Virus: Piccola particella vivente che può infettare le
cellule e modificarne il funzionamento. In un individuo,
l’infezione virale può causare lo sviluppo di sintomi. La
malattia ed i sintomi dipendono dal tipo di virus e dal
tipo di cellule infettate.
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4. Terapia di supporto.
5. Trapianto: è necessario?
6. Valutazione della risposta: il trattamento funziona?
7. Consolidamento e/o mantenimento.
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