Eco di Bergamo – 24 luglio 2014 - Emilia Romagna in Viaggio verso
Transcript
Eco di Bergamo – 24 luglio 2014 - Emilia Romagna in Viaggio verso
44 L’ECO DI BERGAMO VENERDÌ 24 LUGLIO 2015 EcoWeekend Buona terra & buone cose in estate VIAGGIO NEL CUORE DELL’EMILIA ROMAGNA La gastronomia più buona in vista con Expo Formaggio di fossa: una delle patrie è a Sogliano sul Rubicone Formaggi, vini e sale Non c’è solo la piadina ELIO GHISALBERTI a piadina, o piada, è il pane dei romagnoli. Certo bisogna partire dal prodotto più conosciuto e popolare per raccontare quel che c’è di buon quando si parla dei valorigastronomicitipiciromagnoli. Ma sarebbe riduttivo limitarsi allo street food da farcire con i salumi o lo squaquarone (che diciamolo francamente, non è una gran formaggio ma con la piada va davvero a nozze) per descrivere una vocazione alle cose buone che come accade un po’ in tutto il Belpaese si materializza con più evidenza nell’entroterra che sul litorale. Ma to- L A4IZsmBIg998UspGXeFcwfCPhua/HL2UL3+/J0o86/4= gliamoci il pensiero della piadina e del mare segnalando che quella più sottile la si fa per tradizione nel cuore di Rimini. L’indirizzo giusto è l’Osteria del Borg in via Forzieri 12 (tel. 0541.56074; www.osteriaborg.it) dove l’impasto viene tirato amanoecottoalmomento.Epoivia per i colli destinazione Sogliano sul Rubicone, una delle patrie del formaggio di fossa. Sotto i portici, in via Pascoli 8 (tel. 0541.958687) ci sono le antiche fosse malatestiane degli «affossatori» Mengozzi. La tecnica di affinamento è nata probabilmente per la necessità di protrarre la conservazione del formaggio preservandolo anche dalle razzie degli invasori. I formaggi vaccini, ovini o misti vengono avvolti nei sacchi di tela e posti uno sopra l’altro nelle buche scavate nella terra. Vi rimangono almeno tre mesi, nei quali subiscono una profonda trasformazione causata dai processi fermentativi . Trasformazioni che determinano il gusto particolarmente intenso e piccante che chiede vini rossi generosi dal vitigno principe sangiovese e nelle versioni più stagionate anche vini dolci da uve passite di albana. Per i primi si consiglio un salto a Coriano nella cantina della comunità di San Patrignano (frazione Ospedaletto; tel. 0541.362362; www.sanpatrigna- no.org). Per i migliori passiti occorre spingersi fino allarazione Marzeno di Faenza (via Vicchio 11; tel.0546.40022; www.zerbina.com). Lo Scaccomatto e la Riserva Ar sono tra i vini dolci passiti migliori d’Italia. E quando si torna al mare una visita la merita il Parco delle Saline di Cervia (via Salara 66; tel.0544.971765). È così scontato, il sale in cucina, che spesso ci si dimentica che ne esistono diverse varietà e qualità. Tra i salini è appunto famoso quello di Cervia dove le saline sono diventate, dopo la dismissione del Monopolio di Stato, un parco con visita guidata a tema produttivo, naturalistico, storico. Ancora pochi giorni, la data ufficiale è il 30 luglio, ed in tutti gli uffici Iat dell’Emilia Romagna e nei 50 ristoranti aderenti sarà disponibile la cartoguida che contiene tutte le tappe e le informazioni utili per seguire i percorsi dell’iniziativa gastronomica «L’Emilia Romagna in viaggio verso Expo» che da qui al 20 settembre metterà in scena la migliore ristorazione di tutta la regione. Tutto il nutritissimo programma che partirà nei primi giorni di agosto proprio da Rimini lo si può tenere monitorato consultando l’apposito sito www.viaggioversoexpo.it. Non c’è che l’imbarazzo della scelta, tutte tavole eccellenti, parecchie valgono da sole un viaggio. Di sicuro quella del Povero Diavolo di Torriana, paese collinare a 20 chilometri da Rimini conosciuto dai locali con il nome di Scorticata per via delle rupe che incombe sull’antico borgo che ospita anche la locanda (pochissime camere, tantissimi libri) con ristorazione di alto profilo. Stefania e Fausto, competenti e scrupolosi padroni di casa, negli anni hanno saputo consegnare i loro fornelli a cuochi di spessore che hanno tradotto in pratica il loro ideale gastronomico. Dopo Riccardo Agostini – che ora è al Piastrino di Pennabilli, nell’entroterra marchigiano, altro indirizzo ad alto tasso di raccomandazione – da qualche tempo il protagonista è Pier Giorgio Parini, sensibilità spiccata e mano (prima ancora, testa) felicissima nel trovare la sintesi tra il gusto delle materie prime e l’equilibrio nel loro insieme. Così alle ricette della tradizione come i cappelletti ed i passatelli, si affiancano piatti di valore assoluto che hanno magari nomi minimalisti ma che celano invece sorprese di gran gusto, come il grano mantecato, stridoli e borragine, oppure la pecora, carote e cipresso. Per cogliere l’essenza menu degustazione da 3, 6 o 9 portate (rispettivamente 55, 75 e 95 euro). Durante «La Collina dei Piaceri» che si svolge il 29,30 e 31 luglio il Povero Diavolo (che è in via Roma 30; tel.0541.675060; aperto solo la sera; www.ristorantepoverodiavolo.com) apre le porte ai bravi artigiani d’Italia. A destra Pier Giogio Parisi, cuoco del Povero Diavolo (con lui i padroni di casa Stefania e Fausto)