La Radio - ISIS "GIULIO NATTA"
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La Radio - ISIS "GIULIO NATTA"
LA RADIO Marco Sala 5 B Lst I.S.I.S Giulio Natta AS: 2013/2014 1 Indice Premessa 1.Introduzione 2.Comunicazione 2.1 Comunicazione informatica 2.2 Radiocomunicazione 3.Crittografia 3.1 Algoritmo di Vernam 3.2 Comunicazione crittata 3.3 Firma digitale 4.La radio 4.1 Come nasce 4.2 Trasmissioni fasciste 4.3 Trasmissioni naziste 4.4 Radio Londra 5.Tipologie di radio 5.1 La radio analogica 5.2 La radio digitale 5.2 La radio satellitare 5.3 La web radio 6.Composizione 7.Onde elettromagnetiche 7.1 Onde radio 8.Conclusione Bibliografia e sitografia 2 Premessa Ho scelto la radio come argomento della mia tesina perchè è uno strumento da me molto utilizzato, non solo durante i viaggi ma anche come sottofondo di intere giornate. Vengo così accompagnato dalla sua musica e da tutte le altre informazioni che trasmette. Negli ultimi tempi però, con l' avvento del computer essa viene considerata una tecnologia obsoleta e, molto spesso, dimenticata dalla gente, la stessa gente che senza di lei in macchina si sentirebbe perso ed annoiato. 1.Introduzione La tesina parte con la spiegazione della comunicazione in generale e con le due tipologie di comunicazione più utilizzate nei nostri giorni, la comunicazione informatica e quella radio. A seguire verrà affrontato il tema della crittografia, sempre presente nella comunicazione, che nella radio è una grande problematica ( verrà approfondito l'algoritmo di Vernam). Viene poi "raccontata" la storia della radio e la radio nelle storia ( utilizzo da parte dei regimi totalitari e degli alleati) per giungere alle sue diverse tipologie, al suo funzionamento e ad un collegamento con il suo mezzo di propagazione, le onde radio (onde elettromagnetiche). Tutto il percorso svolto, guardato nell' insieme, è necessario per dimostrare, ancora oggi, l' utilità della radio. 3 2.Comunicazione La comunicazione è l'insieme dei fenomeni che comportano la distribuzione di informazioni. Questo processo necessita dell' esistenza di 5 componenti: • Mittente, colui che deve trasmettere l' informazione. • Contenuto della comunicazione ovvero l' informazione stessa. • Canale, mezzo o strumento per l' invio dell' informazione. • Codice formale, linguaggio conosciuto sia dal mittente che dal ricevente, da significato all'informazione. • Ricevente, colui che riceve l' informazione. La presenza di questi cinque componenti non assicura però la riuscita della comunicazione. Bisogna infatti aggiungere un sesto elemento, il contesto, con quest'ultimo si intende qualsiasi cosa possa, o no, disturbare la comunicazione o creare dei problemi di comprensione tra i due utenti. La comunicazione ha una intrinseca natura bidirezionale e quindi ognuno dei due soggetti sarà mittente e ricevente. Anche in un monologo oppure in situazioni anonime, si otterrà sempre un feedback dall' altra parte coinvolta nel processo comunicativo. Questo avverrà solo se non vi è il rumore, qualsiasi fattore fisico o psicologico, che ostacoli il processo. Per “risolvere” il problema, oltre al feedback positivo del ricevente, il mittente dovrà essere ridondante. Nel 1967 è stata però introdotta una differenza fondamentale nello studio della comunicazione. Lo psicologo Paul Watzlawick ha aggiunto un' altra dimensione a quella del semplice contenuto dei un messaggio ossia quella della relazione, creando così il quadrato della comunicazione. 4 • Lato contenuto: di che cosa si tratta. • Lato Relazione: come definisce il rapporto con te, che cosa ti fa capire di pensare di te. • Rivelazione di sé: ogni volta che qualcuno si esprime rivela, consapevolmente o meno, qualcosa di sé. • Appello: effetti che vuole ottenere chi parla. Ciò che il parlante chiede, esplicitamente o implicitamente, alla controparte di fare, dire, pensare, sentire. 2.1 Comunicazione informatica Tutt'oggi la maggior parte delle comunicazioni avvengono tramite mezzi informatici, basti guardare la grande espansione dei social network. In Informatica la comunicazione (a scambio di messaggi) è una tipologia di comunicazioe tra processi senza risosrse condivise. Con l' avanzamento delle tecnologia però è ora anche possibile condividere differenti tipologie di file, anche in conversazioni multiple. Per poter inviare un messaggio il mittente deve sempre esplicare e indicare chi sia il ricevente di esso. Qui, a differenza di una semplice chiaccherata in un parco con gli amici, la comunicazione può avvenire in tre modalità: 5 • Sincrona: Il mittente dopo aver spedito il messaggio attende la risposta del ricevente. • Asincrona: Il mittente spedisce il messaggio, non attenda la risposta immediata, e continua a svolgere altre operazioni. • Remote invocation: Il mittente deve attendere che il ricevente sia disponibile a ricevere il messaggio, solo allora effettua l'invio. 2.2 Radiocomunicazione La radiocomunicazione è una forma di comunicazione wireless che si diffonde nell' etere utilizzando, come mezzo, il canale radio. E' una tipologia alternativa a quella cablata, la più diffusa, ed utilizza un mezzo trasmissivo non dedicato diminuendo così tutti i costi legati al cablaggio di tutti gli utenti e permettendone una maggior connettività. I servizi offerti hanno però una qualità minore e grosse problematiche legate alla sicurezza della trasmissione. Non si posso inoltre condividere diverse tipologie di file, la radiocomunicazione si presenta infatti come una comunicazione di tipo univoco. 3. Crittografia Con la nascita della comunicazione è nata anche la necessità di nascondere i messaggi ad occhi indiscreti. I primi cifrari utilizzati risalgono a milleni addietro, uno dei più emblematici è il Cifrario di Cesare, ritenuto oggi elementare, ma che ai tempi, con il semplice spostamento di tre lettere nella scrittura del messaggio, rappresentava uno dei più importanti algoritmi monoalfabetici mai scrittti. La nascita della crittografia moderna avvine 1400 anni dopo ad opera di Leon Battista Alberti, tramite la stesura del De cifris. Si iniziò così a cifrare per mezzo di un disco cifrante, fino all' arrrivo di Giovan Battista Bellaso il qualè utilizzò l'alternanza di alcuni alfabeti segreti formati con parola chiave e sotto il controllo di un versetto. Vigenère cifrò tramite il versetto ciascuna lettera utilizzando la sua tavola ad alfabeti, creando un 6 sistema indecifrabile per tre secoli. La svolta definitiva, che confermò la vittoria della crittografia sulla crittoanalisi, avvenne nel 1918 quando Gilbert Vernam propose l' utilizzo di chiavi segrete casuali e lunghe quanto il messaggio. A questo punto non è più necessario tenere ben nascosto il messaggio ma basta tener celata la sua chiave. La crittografia consente quindi di trasformareun messaggio in chiaro in uno illeggibile da parte di terzi che non possiedono la chiave di lettura per il ciphertext. 3.1 Algoritmo di Vernam Sistema crittografico basato sul cifrario di Vigenère con, però, una chiave lunga quanto il testo e non riutilizzabile. La sua sicurezza deriva da una dimostrazione matematica, si è guadagnato così il nome di cifrario perfetto. La sua forma più classica è quando la chiave ha la stessa forma del testo e per la lettura deve essere utilizzata l' operazione di somma circolare: ad ogni lettera è associato un numero ( Si parte dalla A=0) si crea una chiave casuale e si sommano i valori delle lettere per ottenere il messaggio in chiaro. Ad esempio: Clear Text: B U O N G I O R N O Key: K C LF MAE D E H Ciphertext: L W Z S S I S U R V In ambito informatico è molto diffusa la forma che utilizza l' operazione logica di XOR (disgiunzione esclusiva), che esegue un'addizione circolare dei singoli bit. L'apice di questa cifratura è avvenuta quando ogni singola parola era rappresentata da 4 cifre accorpate in gruppi di 5 cifre (in assenza di cifre venivano aggiunti gli zeri all'ultimo gruppo) ed in seguito sommate ad un numero casuale (senza i riporti). Per riottenere il messaggio in chiaro si sottrae al numero cifrato il numero casuale e si somma 10 in caso di valori negativi. 7 Es: BUONGIORNO=7458 Clear Text: 7458 0 Ciphertext: 67003 Key: Key: 9352 3 Result 1: Ciphertext: 6700 3 93523 -34-5-20 Result: 7458 0 3.2 Comunicazione crittata Molto semplicemente in una comunicazione crittata il mittente scrive il messaggio in chiaro (clear text), un software cifratore eseguira la crittazione in base ad una chiave ottenendo così il messaggio crittato (ciphertext). Il messaggio crittato sarà poi inviato al ricevente che attuerà la decrittazione, se la crittazione avvenuta è simmetrica utilizzerà la stessa chiave, e potrà così leggere il messaggio in chiaro. Una comunicazione simile può anche essere non informatica. 3.3 Firma digitale Un altro particolare problema della comunicazione informatica è la certezza del mittente, per ovviare ciò è stata creata la firma digitale. Questa ci permette di certificare in forma univoca la provenienza del messaggio e il mittente che lo ha spedito, evitando così che esso 8 possa disconoscerlo. Il tipico schema della firma digitale si basa sulla tecnologia della chiave pubblica. Un algoritmo per la generazione della chiave produce due chiavi una pubblica (PK) e un privata (SK), la prima utilizzata per verificare la firma e la seconda invece per firmare. Ottenuto il digest dal messaggio in chiaro un algoritmo di firma utilizzerà il digest e la SK per ottenere una firma. Il messaggio verrà poi inviato al ricevente che tramite la PK e un algoritmo di verifica “controllerà” il messaggio e se la PK accetta o meno la firma presente nel documento. 4.La radio La radio è il primo mezzo di comunicazione di massa, che permette la trasmissione di contenuti sonori in tempo reale ad un elevato numero di destinatari. 4.1 Come nasce Gugliemo Marconi inizia a lavorare sulle onde elettromagnetiche e, sopratutto, sulla loro propagazione nella soffitta della casa di famiglia a Bologna. Verso la fine del 1894 il giovane scienziato era già riuscito nel suo primo intento: trasmettere segnali sotto forma di onde elettromagnetiche in modo tale da far suonare un segnalatore acustico posto dalla parte opposta della stanza, tutto premendo un semplice pulsante. L' anno seguente, con l' aiuto del fratello Alfonso, l' esperimento venne ripetuto all' aperto. Dopo un primo successo, ad una distanza inferiore di un chilometro, Marconi decise di porre i due apparecchi per l' invio di messaggi morse a due chilometri uno dall' altro,ai piedi opposti di una collina. In caso di successo, il fratello lo avrebbe avvisato con un colpo di fucile. Lo stesso Guglielmo raccontò:”Dopo qualche minuto iniziai a inviare mettendo mano all'interruttore Morse... e da lontano echeggiò uno sparo nella valle”. Fu così che avvenne la prima trasmissione telegrafica senza fili. Riconosciuto il valore della scoperta, dallo scettico padre dello scienziato, venne offerta al 9 ministero italiano di Posta e Telegrafi, che declinò.A questo punto, nel 1896, Annie Jameson, madre di Guglielmo, introdusse il figlio a Londra tramite le sue conoscenze. A Giugno dello stesso anno brevettò la sua invenzione e ne diede la sua prima dimostrazione, il 27 Luglio, ad un gruppo di ufficiali governativi e ingegneri. Da quel momento in poi arrivarono congrue sovvenzioni e nel 1987 fu istituita la Wireless Telegraph and Signal Company. Ma solo nel 1901 Marconi compì la sua più grande impresa ossia la trasmissione di segnali radio dalla Cornovaglia, in Inghilterra, a St. John's, isola canadese di Terranova. La paternità dell' invenzione fu però subito messa in discussione a causa del grande numero di scienziati che, in quegli stessi anni, lavoravano sulla trasmissione telegrafica senza fili. Il primo a sostenere e probabilmente a dimostrare la possibilità di sfruttare le onde elettromagnetiche per la trasmissione a distanza fu Nikola Tesla. La discutibilità delle scoperte di Marconi fu anche aiutata dalla sua bassa preparazione accademica. I suoi “avversari” si concentravano prima sulla dimostrazione teorica e poi su quella pratica mentre il giovane italiano era più pragmatico. Fu però lui stesso a riconoscere il suo appoggio alle teorie di altri scienziati,in particolar modo a Rudolph Hertz e Augusto Righi. Non gli si può però sottrarre il merito di aver messo assieme tutti i pezzi in uno strumento unico e di avergli trovato un' applicazione. Tesla e Marconi si videro quindi riconosciuta la paternità della radio: l'italiano nel 1911 dalla High Court Britannica e nel 1943 lo statunitense dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, solo in territorio USA. Altro scienziato che deve essere ricordato per la scoperta della radio è Julio Cervera Baviera, ingegnere e pioniere spagnolo. Nel 1899 egli collaborò con Marconi sulla soluzione di un problema presente in un sistema di comunicazione wirless e subito dopo iniziò a depositare brevetti su quest' ultima. Il professor Ángel Faus accreditò infatti l' invenzione della radio al pioniere spagnolo. Marconi inventò il telegrafo nel 1901 ma non ha prodotto radio fino al 1913 a differenza di Cervera che già nel 1902 10 stabilì diversi e regolari servizi radiofonici. L'intero percorso costruttivo della radio non può quindi essere attribuito ad un solo e singolo scienziato ma a molti di essi che, singolarmente, hanno permesso un miglioramento di questa ed un suo sempre più corretto e potente utilizzo. 4.2 Trasmissioni fasciste La radiofonia italiana nasce con l' istituzione dell' URI, Unione Radiofonica Italiana, nell' agosto del 1924 che il 6 Ottobre dello stesso anno inizia le prime trasmissioni radio. Ma, appena compresa dai fascisti la capacità di penetrazione dell' apparecchio nella vita degli italiani, la neonata URI si trasforma in EIAR, Ente Italiana Audizioni Radiofoniche, a novembre del 1927. Rimaneva il problema della radio come bene di lusso, causato anche dalla difficile diffusione della corrente, ma prontamente, dopo aver valutato i vantaggi propagandistici del nuovo strumento, Mussolini lanciò la campagna “Il villaggio deve avere la radio”. Agevolò dunque l' ascolto collettivo in sedi comunali di partito, caserme e scuole, aiutando con sgravi fiscali i locali pubblici con la presenza della radio. Dopo aver già irrigimentato, tramite diverse attività, i giovani, il duce ora puntava ad affiancarsi all' attività didattica con la proposizioni di programmi, trasmessi dall' Ente Radio Rurale (1933).Tutte le trasmissioni puntavano a inculcare nei giovani i valori bellici e l' amore per la Patria, oltre a miticizzare la figura del Duce. La Chiesa si pose, almeno inizialmente, contro la radio, considerata “strumento del diavolo”, utilizzata dai fascisti nel tenativo di istituzionalizzare una nuova religione. Solo più tardi, nel 1931, compresa anche dalla Chiesa la grandezza e potenza di questo apparecchio, a seguito di alcuni progammi con predicatori radio, nasce la stazione romana della Radio Vaticana.Anche questa emittente ben presto mostra il suo più che totale appoggio al regime con l' accusa alla rivoluzione bolscevica dello scoppio della guerra, causa il suo ateismo e materialismo. 11 4.3 Trasmissioni naziste “... nelle mani di chi sa farne uso è un' arma terribile”. E' con queste parole che il leader del Nazismo, Hitler, descrive la radio nel suo libro Mein Kampf. Ed è anche questo il modo in cui egli la utilizza, come una terribile arma atta a colpire i paesi stranieri reclutando seguaci che appoggino le diverse ambasciate tedesche sparse nel mondo. Sotto la progettazione di Goebbels (massimo teorico e imprenditore della propaganda) la radio diventa una delle colonne portanti del movimento nazista alla cui base vi sono l' antisemitismo, l' anticomunismo, la superiorità della razza ariana e della Germania ma, soprattutto, la saggezza e il potere di Hitler. La radio con il nazismo diventa così un potentissimo mezzo di diffusione di falsità e di bugie, che miravano a una conquista in breve termine degli ascoltatori. Essa doveva infondere sentimenti di esitazione e panico che trovavano soddisfazione quando venivano annunciate le conquiste e le vittorie.Tutto questo complesso meccanismo era atto a imprimere negli ascoltato l' impressione di unità e forza della nazione e quindi di una sicura vittoria alla fine del conflitto. Il regime utilizza quindi una tecnica basata su teorie psicologiche: semplificazione dell' ideologia, ripetizione continua e l' utilizzo di slogan. Ovviamente anche qui, come nel regime fascista, bisognava affrontare la diffusione di massa di un apparecchio molto costoso. La campagna utilizzata fu nominta:”La radio in ogni casa”, questo perchè si puntava ad un ascolto individuale e non collettivo delle trasmissioni.Venne così prodotto il modello radio VE301, facimelte abbordabile per le masse, presente in due versioni: con il cavo o a batteria. 12 4.4 Radio Londra Con la radio la comunicazione presenta un mittente e più riceventi. E' quindi possibile a chiunque, in possesso di un apparecchio idoneo, ascoltare qualsiasi trasmissione radio. Come ogni mezzo di comunicazione però si è cercato di rendere private alcune informazioni trasmesse. Uno dei primi esempi di tutto ciò è Radio Londra che, durante la seconda guerra mondiale, trasmetteva messaggi, in particolar modo in Italia, su ciò che avveniva in guerra. Tutti questi messaggi erano ovviamente ascoltati dagli oppositori ai regimini totalitari, i quali avevano ovviamente vietato l' ascolto di questa stazione e preseguito penalmente i trasgressori. Ascoltati dai non alleati questi messaggi non significavano però nulla: “La gallina ha fatto l’uovo”, “La mucca non dà latte”, “Le scarpe mi stanno strette”, “Felice non è felice” per i partigiani avevano invece un significato ben preciso. Da ricordare particolarmente è la frase, trasmessa nel 1945,“Aldo dice ventisei per uno” che fece iniziare l'insurrezione partigiana in Italia. Questa tipologia di comunicazione non possiede però alti livelli di sicurezza, basta infatti conoscere il significato delle frasi tramite altri mezzi per poter comprendere tutti i discorsi. Nasceranno in seguito i canali crittati. 5.Tipologie di radio 5.1 La radio analogica Si può considerare la forma classica della radio, tuttora presente e prevalente rispetto a tutte le altre. Si basa sull' utilizzo delle tecniche di modulazione di ampiezza (AM) e modulazione di frequenza (FM), si tratta di servizi di diffusione di dati a bassa capacità. Con l' introduzione del RDS (Radio Data System) è stato poi possibile inviare piccole quantità di informazioni digitali ( identificativo delle stazioni radio, cambio frequenza a segnale debole, ricevere segnale orario, autore e titolo brano). 13 5.2 La radio digitale Questo tipo di radio si basa sul DAB+ (Digital Audio Broadcasting) ovvero il sistema di radiodiffusione digitale, non più analogico, che permette l' ascolto ad una qualità audio pari a quella dei CD. Se si è in possesso di un ricevitore con un discreto display è anche possibile ricevere immagini e testi inviati dalla trasmittente, ciò aiuta molto coloro che compiono lunghi viaggi e vogliono restare aggiornati su strade e traffico. Oltre a questo vantaggio, che si presenta o meno in base al tipo di ricevitore utilizzato, la radio digitale non presenta, o presenta in maniera leggera, interferenze sul segnale, attua una ricerca automatica della stazione in base alla nostra posizione e permette la multiplazione (condivisione di un canale da parte di più segnali). Ovviamente tutto ciò che è migliore costa di più e la gran maggioranza di informazione che può portare causa un maggior numero di impianti trasmittenti rispetto alla tecnologia analogica. In italia nonostante la qualità superiore della radio digitale essa non è ancora presente poiché le trasmissioni DAB e DAB+ sono iniziate solamente nel 2013 e hanno interessato solo la regione del trentino. Non è ancora possibile quindi, per la nostra nazione, parlare di un passaggio definitivo da sistema analogico a digitale, cosa che invece avverrà in Norvegia nel 2017. 5.3 La radio satellitare Si parla ancora di radio digitale ma, questa volta, il segnale è trasmesso da satelliti geostazionari. In questo modo la copertura garantita è maggiore, a livelli continentali. Per poter ricevere il segnale è necessario l' utilizzo di un apposito decoder ed è richiesto un abbonamento.Non è economico utilizzarlo nelle nazioni con una grande densità di popolazione, dove è più comodo l' utilizzo delle radio terrestri. 14 5.4 La web radio Web radio è il termine utilizzato per indicare tutte le emittenti che, utilizzando il formato digitale, trasmetto i propri messaggi attraverso internet. E' così possibile accedere al sito ed ascoltare la radio tramite qualsiasi apparecchio con una connessione internet, potendo così raggiungere qualsiasi parte del mondo. A differenza delle precedenti tipologie di radio questa è alla portata di tutti. I requisiti minimi sono: un Pc, una scheda audio, un buon numero di file musicali (se li si vuole trasmettere), delle cuffie e un microfono. Infine basta scaricare uno dei tanti software presenti gratuitamente in rete ed il gioco è fatto. Questo ha causato infatti una comparsa, in numero elevato, di trasmettitori amatoriali, oltre che a quella delle già grandi radio. Inizialmente tutto ciò ha causato l' ira delle grandi radio le quali dovevano pagare tutti i diritti d' autore, a differenza delle piccole radio web. Ben presto, però, le case discografiche, in accordo cn le grandi trasmittenti, hanno sottolineato il potenziale economico della nuova tecnologia, che contribuisce allo sviluppo e al busisness sul nuovo medium, e ideato la licenza unica. 6. Composizione Una radio “base” è composta da tre parti fondamentali: un circuito sintonizzatore, un rilevatore e un trasduttore acustico. Il primo è costituito da un solenoide, un condensatore e da tutte le resistenze intrinseche del circuito. Questi componenti, a seconda delle loro grandezze principali ( induttanza, resistenza e capacità) entrano in risonanza ad una determinata frequenza. La suddetta frequenza è quella di ricezione del segnale, per variarla basta agire sulla capacità del condenzatore, tramite l' apposita manopolina.Il rilevatore invece è composta da un diodo e un condensatore ed ha il compito di discriminare la componente del segnale che vogliamo ascoltare, in modo da non avere sovrapposizioni con altri segnali e, se possibile, evitare i rumori. 15 L' ultimo elemento, il trasduttore acustico, ha il compito di convertire il segnale elettrico in sonoro. 7. Onde elettromagnetiche Le onde elettromagnetiche non sono altro che configurazioni di campi elettrici e magnetici, strettamente correlati, che presentano una variazione sinusoidale nel tempo e nello spazio, propagandosi alla velocità della luce. Il primo esperimento di produzione ed osservazione di tali onde venne eseguito, nel 1887, da Heinrich Hertz. Lo scienziato si servì di un circuito LC per generare corrente alternata e scoprì che si poteva trasferire energia da questo ad un altro circuito.Ma solo dopo diversi anni (1901) si riusci nell' applicazione delle suddette onde per la comunicazione senza fili, questo grazie a Guglielmo Marconi. Le onde erano però già state previste, e analizzate le loro proprietà, sul piano teorico una ventina di anni prima da Maxwell. 7.1 Onde radio Le onde radio fanno parte dello spettro elettromagnetico, posizionandosi alla frequenza più bassa, da 106 Hz a 109 Hz. La varizione di frequenza, tra questi due estremi, è proporzionale con la quantità di informazioni trasportate dalle onde. Nonostante ciò esse vengono ancora utilizzate nella radio e tele comunicazione per ragioni storiche. 16 Bande radio Banda ELF Frequenza Lunghezza d'onda < 3 Hz > 100.000 km 3–30 Hz 100.000 km – 10.000 km (Extremely low Principali impieghi Comunicazione radio con i sottomarini, ispezione tubazioni, studio del campo magnetico terrestre frequency) SLF 30–300 Hz 10.000 km – 1.000 km (Super low frequency) ULF Comunicazione con i sottomarini, per es. la radio russa ZEVS 300–3000 Hz 1.000 km – 100 km utilizzate per le comunicazioni in miniera 3–30 kHz 100 km – 10 km Marina, comunicazione con sommergibili in (Ultra low frequency) VLF (Very low frequency) LF emersione 30–300 kHz 10 km – 1 km Trasmissioni radio intercontinentali in AM, (Low frequency) trasmissione del segnale di tempo standard per gli orologi radiocontrollati. MF 300–3000 kHz 1 km – 100 m Trasmissioni radio in AM 3–30 MHz 100 m – 10 m Radioamatori, Banda cittadina, trasmissioni (Onde corte) intercontinentali in codice Morse 10 m – 1 m Radio commerciali in FM, Aviazione, Marina, Forze (Medium frequency) HF (High frequency) VHF 30–300 MHz (Very high frequency) UHF dell'ordine, Televisione, Radioamatori, Radiofari 300–3000 MHz 1 m – 100 mm Radio PMR, Televisione, Telefonia cellulare, WLAN 3–30 GHz 100 mm – 10 mm Radar, Satelliti, WLAN 30–300 GHz 10 mm – 1 mm Trasmissioni satellitari e radioamatoriali 300-3000 GHz 1 mm - 100 micrometro Trasmissioni satellitari (onde submillimetriche o (Ultra high frequency) SHF (Super high frequency) EHF (Extremely high frequency) THF (Tremendously high banda submillimetrica 300 GHz 3 THz tera Hertz) frequency) e radioamatoriali Per comprendere meglio le onde elettromagnetiche, e quindi anche le onde radio, basta osservare un' antenna collegata ad un generatore. Supponiamo che a un tempo t=0 il generatore fornisca ad un estremo del' antenna una carica positiva e all' altro una negativa ,posizionando una carica positiva di fronte all'apparecchio essa sarà soggetta ad una forza diretta verso l' estremo negativo. Dopo un breve lasso di tempo, con la diminuzione della carica sull' antenna, il campo elettrico diminuirà non facendo però svanire il campo prodotto all'istante t=0, che si sarà invece allontanato 17 dall' antenna.Arrivati a t=T/4 l' antenna sarà scarica e il campo si annulla per un istante, prima di invertire le due cariche sugli estremi dell'antenna. Ora il tutto si ripete ma verso l' estremo opposto, il campo elettrico si propagherà cos' allontandosi dalla sua sorgente. Abbiamo così però descritto solamente metà delle onde elettromagnetiche, per ricavare il campo magnetico basterà utilizzare la regola della mano destra applicata al filo dove scorre la corrente. E' così possibile notare che il campo magnetico è perpendicolare e in fase a quello elettrico in ogni istante. Molto semplice quindi il suono viene registrato, codificato e inviato tramire un trasmettitore. Se necessario viene attuata la modulazione, imprimere un segnale elettromagnetico su di un altro con frequenza maggiore, ciò è attuato solo se le informazioni da trasmettere sono di natura bassa ma il canale ha una frequenza maggiore.Il suono verrà poi ricevuto da un ricevitore il quale eseguirà la discrimiazione e la conversione. 8.Conclusione Nonostante la radio abbia avuto un passato molto importante nella storia dell' uomo, la sua tecnologia sia semplice, accessibile e permetta una grande diffusione dell' informazione è considerata il parente povero della comunicazione. Tutto ciò ne ha causato un suo forte impoverimento, basta pensare alla sua non "evoluzione" da analogica a digitale in molti paesi del mondo, cosa che deve essere invece attuata il più presto possibile. La causa è la sovrapposizione, da parte della gente, 18 dell'immagine dell'apparecchio al suo impalpabile prodotto senza pensare a tutte le volte che lo si utilizza. La radio si può infatti miniaturizzare ed è presente in tutti i nostri altri prodotti elettronici ( cellulare, tablet, tv e computer). Aggiornata a dovere essa potrebbe quindi ricostruire la sua vecchia gloria, "concorrere" con le tecnologie più moderne e forse, un giorno, a seguito di altri miglioramenti ritornare il nostra primo mass media. Bibliografia e sitografia Sistemi operativi, reti, basi di dati SQL (Bigatti, Picca e Castro) Corso di fisica (Walker) www.raiway.rai.it www.wikipedia.it www.leo-alberto.it www.repubblica.it www.anpi.it www.radiopage.altervista.org www.instoria.it 19