Tragedia al rally a Montemale Tre condannati e cinque
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Tragedia al rally a Montemale Tre condannati e cinque
LA STAMPA VENERDÌ 9 OTTOBRE 2015 . Cuneo e provincia .43 PROCESSO, NEL 2011 MORÌ UNO SPETTATORE Tragedia al rally a Montemale Tre condannati e cinque assolti BARBARA MORRA CUNEO Tre condannati e cinque assolti nel processo per la morte di uno spettatore al Rally delle Valli Cuneesi nel 2011 a Montemale. Per il tribunale di Cuneo i responsabili di omicidio colposo sono Alberto Isoardi, commissario di percorso e gli addetti al controllo del circuito Marco Bianchi e Salvatore Giordano. La pena è di 6 mesi con la sospensione condizionale. Sono stati assolti il presidente del Comitato organizzatore Pierluigi Capello, il direttore di gara Giuseppe Rustichelli, l’ispettore di sicurezza Fabrizio Giuggia, e i componenti degli equipaggi delle vetture apripista Antonio Multari e Massimo Sasso. Auto sul pubblico Era il 3 settembre 2011 quando un’auto in gara, sbandando, travolse due spettatori. Mario Scanavino, pensionato di Bardonecchia morì, l’altro riportò ferite gravi ma si salvò. Insieme ad altri assistevano alla gara in un punto del percorso pericoloso in cui non si poteva sostare. Per il pm, Marinella Pittaluga mancavano i cartelli di «divieto Settembre 2011 ALBERTO CUCCHIETTI La presentazione ieri pomeriggio a Cuneo SANITÀ, PRESENTATI I PIANI DI LAVORO Auto sul pubblico, tragedia al rally del Cuneese. L’incidente alle 12,35 a Montemale, morto uno spettatore di Bardonecchia L’incidente avvenne il 3 settembre 2011 d’accesso» o «zona pericolosa» e non c’erano «bandelle» orizzontali ad impedire l’ingresso a chi assisteva. In più, chi doveva notare la presenza di persone in zone vietate non lo avrebbe fatto o comunque non fece il proprio dovere imponendo loro di spostarsi. Inizialmente per la Procura erano in dieci i responsabili dell’incidente mortale ma il gup ne ha rinviati a giudizio nove, tenendo fuori l’investitore, Giacomo Costenaro, 24 anni, pilota della Citro- en che, sulla provinciale 127 uscì di strada. Il perché di condanne e assoluzioni sarà più chiaro quando il giudice depositerà le motivazioni della sentenza. Nel processo è emerso che Bianchi e Giordano, tecnici che monitoravano il percorso prima della gara a bordo di un’auto apripista, avrebbero notato la presenza degli spettatori senza però avvisare il personale a terra per farli spostare. Isoardi, invece, non avrebbe SI DECIDE SUL PASSAGGIO DA BANCA POPOLARE A «SPA» Domani al voto i soci Ubi Domani dalle 9,30, al PalaBreBanca, assemblea straordinaria dei soci del gruppo Ubi, chiamati a esprimersi su un passaggio delicato, imposto dalla legge: da banca popolare a società per azioni. L’assemblea sarà a Brescia (dove si potrà intervenire) e ci saranno collegamenti (possibilità di votare, massimo 10 deleghe per socio) con i territori dove Ubi conta più soci: Cuneo, Varese, Milano e Jesi. L’altro ieri è «passato» uno degli ostacoli più temuti: il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva del voto e fissato la discussione «di merito» a febbraio. Assemblea dei soci Ubi al Palazzetto in una foto di archivio imposto la presenza delle bandelle adeguate o, comunque, di una bandiera che segnalasse la pericolosità della posizione. Sentiti in aula, alcuni degli spettatori hanno spiegato che nessuno disse loro di spostarsi, nemmeno personale di gara che, per un po’, stazionò nella stessa area. Tutti gli imputati sono stati prosciolti dall’accusa di lesioni gravi colpose nei confronti dello spettatore ferito perché i familiari, risarciti dall’assicurazione, hanno ritirato la querela. A fine settembre i vertici di Ubi erano stati al «Toselli» di Cuneo per spiegare ai soci della grande banca popolare (terzo gruppo in Italia) il passaggio attraverso il voto: se aderiranno, diventeranno azionisti. Per la trasformazione in «spa» dovranno votare «sì» due terzi dei soci: oggi sono 81 mila, di cui 5.500 nella Granda. Chi non approverà la delibera potrà ottenere 7,288 euro per ogni azione. La votazione riguarda da vicino anche la Fondazione Crc, oggi seconda azionista di Ubi (ha il 2,278%, seconda solo al 4,9% di Silchester International Investor Llp). Finora il suo voto contava per uno, come qualsiasi altro socio. Se avvenisse il passaggio a «spa», il «pacchetto» in mano alla fondazione cuneese diventerà, invece, determinante nelle decisioni del gruppo. [L. B.] “Collaborazione e servizi integrati tra Asl Cn1 e S. Croce” CAMILLA PALLAVICINO CUNEO Collaborazione e integrazione di servizi: sono queste le parole d’ordine con cui i direttori generali dell’Asl Cn1 Francesco Magni e dell’Aso S. Croce e Carle Corrado Bedogni hanno redatto i rispettivi piani di lavoro, gli atti aziendali, presentati ieri. Obbligate dalle direttive regionali alla riduzione delle strutture complesse e alla razionalizzazione di alcuni servizi, le due aziende hanno accorpato i settori legale, informatico e personale. Alla Asl andrà la direzione del legale (che lavorerà anche per l’Asl Cn2) e del personale, mentre all’Aso andrà il servizio informatico. Ci saranno anche tre Dipartimenti interaziendali gestionali: salute mentale e materno infantile (a guida Asl) e dipartimento dei servizi di supporto, laboratori, anatomia patologica, centro trasfusionale (a guida S. Croce). Posti di dialisi «Basta parlare di singoli ospedali e di primariati - ha precisato il direttore Magni -. La sede dell’ufficio del primario non cambia nulla dal punto di vista del servizio al cittadino. Mi interessa la facilità di accesso ai servizi. Trasferire i pazienti di dialisi da Mondovì a Ceva non tiene conto del disagio e costa 200mila euro l’anno». Quindi via alla redistribuzione dei posti di dialisi, inserendoli a Mondovì e aumentandoli a Savigliano e Saluzzo e trasferendo parte dell’attività di ortopedia su Ceva. Mondovì è un ospedale cardine e tale resterà, con il Pronto Soccorso di I livello. A Saluzzo verrà ampliata la mensa che servirà 2000 pasti anche per Savigliano, che fra non molto dovrebbe avere la sua risonanza magnetica. E per facilitare l’accesso dei cittadini ai servizi sanitari, le case di riposo adeguatamente attrezzate, potrebbero diventare dei punti di prelievo per esami del sangue. Liste d’attesa «Le risorse sono scarse - ha ricordato il direttore del S. Croce Corrado Bedogni - La gestione unificata del laboratorio analisi al S. Croce, (entro l’anno sarà centro di analisi anche per l’Asl Cn2 e Asti per un totale di 7 milioni di esami all’anno), ci consentirà di bandire l’appalto per l’alta automazione per i prossimi 9 anni, da 38 milioni anziché di 50 milioni di euro». Da migliorare sicuramente la gestione delle liste di attesa, «Risonanze e TAC sono sicuramente sopra lo standard – hanno detto i due direttori – sulla possibilità di aumentare le prestazioni; ci rivolgeremo al privato convenzionato, o cercheremo lo spazio per qualche investimento, come è stato fatto sulla cardiologia di Savigliano con una nuova assunzione».