lega nazionale per la difesa del cane - Lega del Cane

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lega nazionale per la difesa del cane - Lega del Cane
LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE
Sezione di Genova PRESIDENZA
Sede Legale : Via Alla Fornace del Garbo, 11 – 16159 Genova
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Presidente:
Dott. PIER LUIGI CASTELLI
Cell. 347.8244518
COMUNICATO STAMPA
È accaduto tutto così, in una rocambolesca fuga di mezzanotte, una fuga disperata da chi la voleva
uccidere, una corsa forsennata nelle alture di Quezzi, tra le ignare case dormienti, un goffo tentativo di
mimetizzarsi all’interno di un gregge di pecore, per poi essere raggiunta dai suoi aggressori ed essere
freddata, come era già scritto nel suo destino. Non è la solita trama sbiadita di un cop movie seriale e
pertanto non è arrivata la squadra degli eroi a salvarla all’ultimo istante, mentre anzi, l’intero apparato
pubblico cittadino si è rallegrato dell’operazione così conclusa. Sono invece gli ultimi momenti della vita
di una mucca straordinaria, una che più di molte altre colleghe di specie, ha avuto non solo la percezione
netta di quanto le stava per accadere, ma ha saputo reagire al terrore non con immobile rassegnazione,
ma mettendo in atto una vera e propria strategia evasiva alla disperata salvaguardia della propria
sopravvivenza, ahimè fallendo nell’impresa. C’è da chiedersi dove questa creatura - che appartiene ad
una specie dall’intelligenza razionale così limitata rispetto a quella dei suoi aguzzini - abbia attinto gli
strumenti fenomenologici per comprendere la sua reale situazione e si potrebbe rispondere forse per
una traccia genetica tramandatale per via filogenetica, oppure per una sorta di memoria genetica locale,
come accade in tutti i luoghi in cui si sono perpetrati orrori reiterati. Ma anche senza rispondersi a
questa domanda, chi assistendo a questi fatti ieri notte e conoscendone i dettagli, non tanto quelli
zootecnici umani, ma quelli esistenziali
di lei, di questa mucca che per
assonanza psicologica a tante eroine
della letteratura vogliamo chiamare
Anna, non avrebbe tifato per lei, per
sostenerla nella sua paura, incoraggiarla
nella sua disperata fuga per la vita e
magari aiutarla nascondendola o
invocando il sacrosanto diritto alla vita
di ogni essere che vive?
E ci sarebbe ancora da dire che Anna
meritava di vivere non solo perché era la
vita stessa a connotarla come peraltro
connota ogni vivente, tanto che la spinta
all’autoconservazione è quanto di più
connaturato e naturale per ognuno, e il
suo ostacolo o peggio, la sua
interruzione volontaria il peggiore dei
crimini, proprio perché fra tutti il più
contro natura, ma meritava la vita,
perché in quella sua fuga disperata, in
quella folle corsa, con quel gesto forte e vitale, ce lo ha chiesto.