Dall`osservazione al fronteggia mento nei processi di impoverimento

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Dall`osservazione al fronteggia mento nei processi di impoverimento
Dall’osservazione al fronteggia mento nei processi di impoverimento: metodologia
e strumenti per un efficace contrasto
R. Orlich - Gli interventi economici dei Comuni
La legge regionale n. 6/06, relativa al sistema integrato di interventi e servizi sociali, evidenzia due parole
chiave per quanto riguarda l’accesso alla rete dei servizi sociali dei Comuni: valutazione e bisogno.
Tra le due si pone un legame decisivo in termini di appropriatezza e sostenibilità degli interventi, in quanto
a fronte di un determinato bisogno espresso dalla persona, il servizio sociale professionale effettua una
valutazione che si traduce nel progetto di intervento.
E’ innegabile che i bisogni espressi dalle comunità si stiano modificando, quasi ad una “velocità” maggiore
rispetto alle possibili risorse messe in campo dai servizi sociali, e quindi alla dinamicità delle richieste deve
poter rispondere anche una attenzione e sviluppo delle risorse messe in campo dal servizio sociale
professionale.
Tutto questo non può, infine, tenere conto di tutto quel complesso di fattori legati ad esperienze, storia,
cultura, economia che si può comprendere nel termine “specificità” che ogni territorio presenta.
Per questo, l’intervento intende presentare il sistema di azioni nell’area dell’inclusione sociale promosse
dalla rete dei servizi sociali territoriali dell’Ambito 6.1, come uno dei possibili esempi di contrasto alle
situazione di povertà o comunque a forte rischio di esclusione sociale.
L’Ambito 6.1 di Sacile esercita le funzioni associate ai sensi della LR 6/2006 per i Comuni di Aviano,
Brugnera, Budoia, Caneva, Fontanafredda, Polcenigo e Sacile.
Comune
Aviano
Brugnera
Budoia
Caneva
Fontanafredda
Polcenigo
Sacile
Totale
Popolazione al
31.12.2009
9.277
9.273
2.562
6.542
11.458
3.251
20.302
62.655
Tabella 1. Comuni dell’Ambito e popolazione residente al 31.12.2009.
popolazione al
31/12/2009
Aviano
Brugnera
Budoia
Caneva
Fontanafredda
Polcenigo
Sacile
AMBITO 6,1
numero
famiglie
4.049
3.430
1.197
2.640
4.652
1.445
8.346
25.759
numero medio
di componenti
2,26
2,7
2,14
2,48
2,46
2,25
2,41
2,39
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L’attuale assetto organizzativo del sistema integrato di interventi e servizi sociali dell’Ambito 6.1 è costruito
a matrice tra Servizi Sociali territoriali dei Comuni e “aree di intervento”:
- Infanzia ed adolescenza
- Giovani e Famiglie
- Anziani
- Disabilità
- Inclusione sociale
- Sviluppo di Comunità e Piano di Zona
Per ciascuna area sono stati identificati ed elaborati:
1. un orientamento portante, da assumere come indirizzo generale di riferimento;
2. i mandati, non solo normativi, da parte della Regione e dell’Assemblea dei Sindaci;
3. gli orientamenti di sviluppo del lavoro del servizio sociale professionale;
4. la ricognizione e monitoraggio di dati specifici dell’area di interventi;
5. le problematiche specifiche rilevate nelle varie comunità locali;
6. i servizi ed i progetti già in corso di realizzazione;
7. le questioni aperte e le relative piste di lavoro, intese come “prospettive di intervento” sulle quali,
in ragione di sostenibilità ed appropriatezza, individuare delle priorità trasversali per l’Ambito e
specifiche per ciascun Comune.
Di seguito, in relazione all’area “Inclusione sociale” si riprendono in dettaglio tali punti.
Orientamento portante
Sviluppare politiche trasversali di prevenzione e promozione a sostegno di percorsi di autonomia,
miglioramento della qualità della vita dei giovani e degli adulti a rischio di esclusione sociale assieme ad
azioni di sviluppo di comunità.
E’ decisivo il legame tra le persone e le comunità in cui si trovano inserite, con le esperienze locali di reti di
solidarietà che spesso però presentano momenti di fragilità.
Mandati
Il mandato regionale per gli intervento è senza dubbio la L.R. 6/2006 .”Sistema integrato di interventi e
servizi per la promozione e tutela dei diritti di cittadinanza sociale” ed in particolare quanto previsto
dall’art. 50 che ha sancito ufficialmente la promozione da parte della Regione FVG di “…politiche per le
persone a rischio di esclusione sociale, al fine di prevenire e contrastare tutte le forme di emarginazione,
nonché le situazioni di povertà economica e relazionale “.
E’ da mettere subito in evidenza l’attenzione che va posta agli ultimi due termini della norma: la povertà
non è solo economica, ma anche nelle relazioni, e sempre di più, almeno questa è l’esperienza dell’Ambito
6.1, tra le due c’è una sorta di correlazione; nelle famiglie che sperimentano situazioni di povertà e forte
disagio si accentuano momenti di forte contrasto nelle relazioni interpersonali che spingono verso la
costruzione di strumenti di sostegno non solo economici.
Il mandato di Ambito più rilevante è rappresentato dalla continuità promossa dall’Assemblea dei Sindaci, sin
dal 2005, per lo sviluppo le azioni del progetto “Realizzazione di idonee azioni per evitare l’esclusione sociale
e l’insorgere di condizioni di nuove povertà nel territorio dell’Ambito 6.1”, così come previsto dall’art.3 della
L.R. 1/04. Ciò si realizza con la presenza nel sistema di lavoro dell’Ambito del “Gruppo Inclusione Sociale”
composto da un’assistente sociale per ciascun Comune, con funzioni di valutazione di specifici progetti di
inclusione sociale.
Orientamenti
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sviluppo di politiche trasversali rispetto alle varie fasce d’età, e non più solo fasce “storicamente”
deboli: hanno speranza di efficacia contro l’esclusione sociale strumenti capaci di offrire un
pacchetto organico di risorse;
• sostegno ed educazione della persona a migliorare l’immagine e la cura di sé;
• sostegno ed educazione della persona a migliorare la propria condizione abitativa;
• impulso all’attivazione delle risorse individuali (empowerment) e sostegno per l’inserimento in
attività occupazionali della persona.
Emergono così le dimensioni portanti degli interventi: la persona, la sua abitazione, il suo lavoro.
•
Fattori prevalenti di disagio
L’esame delle situazioni sociali valutate dal Gruppo Inclusione Sociale mette in evidenza come il fattore
prevalente di disagio abbia una motivazione economica.
All’interno della voce “disagio economico” sta in realtà una fascia di utenti la cui vulnerabilità si articola
variamente, secondo situazioni che vanno dalla perdita del lavoro a un lavoro insufficientemente
remunerato, a una situazione reddituale insufficiente a coprire le necessità, a situazioni debitorie
importanti verso l’esterno (es. morosità di pagamento del canone d’affitto) o per prestiti contratti con
finanziarie, o per incapacità a gestire il budget familiare.
Seguono problemi attinenti alla sfera psicosociale, le precarietà abitative, siano esse transitorie,
difficoltose, oppure onerose.
Infine la ricerca e/o il mantenimento di una attività lavorativa o l’avvio di un percorso in tal senso.
Problematiche
specifiche dell’area
esclusione sociale in cui ad una povertà economica cronicizzata si
associano forme di emarginazione e di stigmatizzazione sociale connesse
ad alcolismo, devianza, patologie psichiatriche, fino alle povertà estreme
dei senza dimora;
povertà economica dovuta a basso reddito, come nel caso delle famiglie
numerose, degli anziani con pensioni sociali, dei disabili;
povertà temporanea dove entrano ed escono un numero crescente di
famiglie che sperimentano forme temporanee di povertà economica per
eventi negativi (malattie, infortuni, perdita del lavoro, separazioni) a cui la
rete familiare e sociale non è in grado di fornire sostegno.
Servizi e progetti dell’area
In accordo con la previsione di un pacchetto organico di “attrezzi” utili al servizio sociale professionale per
bilanciare il bisogno espresso con l’appropriatezza degli interventi, le varie iniziative si possono distinguere
nel seguente modo:
Regolamento unico di Ambito
L’Ambito 6.1 dal 1.1.2009 si è dotato di un regolamento unico per l’accesso ai servizi ed interventi sociali,
con una sezione specifica relativa al sostegno al reddito mediante la concessione di contributi economici,
ordinari o straordinari.
Come per buona parte dei servizi regolamentati, anche per questi è stato previsto l’utilizzo dell’ISEE come
strumento di valutazione socio-economica del bisogno espresso dalla persona e del suo nucleo familiare,
sviluppando il calcolo di un “ISEE integrato” che possa tenere conto anche di altre variabili.
Sui contributi concessi dall’Ambito nel secondo semestre 2009 ed il primo semestre 2010 è stata realizzata
un’azione di monitoraggio delle richieste presentate dai cittadini tenendo conto dei seguenti parametri:
- Composizione del nucleo familiare
- Tipologia dell’aiuto richiesto
- Tipo di utilizzo dei fondi nei vari Comuni dell’Ambito
- Eventuale peggioramento della situazione sociale tra un periodo e l’altro
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- Motivi di tale peggioramento
Anche se l’analisi quanti-qualitativa non è ancora conclusa, si può anticipare che delle 391 schede –
situazioni analizzate, 190 rappresentano quadri di persone o nuclei in forte disagio economico.
Un “Isee integrato” particolare.
Con una deliberazione dell’Assemblea dei Sindaci del 30 marzo 2009 è stato inserito nel vigente
regolamento unico per l’accesso ai servizi sociali un sistema di calcolo dell’ISEE integrato, utilizzato per
l’accesso anche alla parte relativa alla contribuzione economica, che tiene conto anche di fattori relativi alla
diminuzione della situazione reddituale quali:
- lo stato di disoccupazione
- la cassa integrazione
- la chiusura dell’attività (per imprese artigiane e commerciali)
Per tali situazioni, al momento, il calcolo del quoziente familiare utilizzato per la formulazione dell’ISEE
prevede:
- maggiorazione della scala di euquivalenza di 0,50 per ciascun componente del nucleo familiare che
risulti disoccupato da almeno tre mesi;
- maggiorazione della scala di equivalenza di 0,50 per ciascun componente la cui attività artigiana o
commerciale sta stata chiusa da almeno tre mesi;
- maggiorazione della scala di equivalenza di 0,30 per ciascun componente collocato in cassa
integrazione da almeno tre mesi;
- nel caso il nucleo familiare risulti proprietario dell’abitazione in cui risiede e per uno o più dei
componenti si verifiche una delle situazione sopra indicate, si porta a 100.000,00 euro (anziché a
51.645,69) la franchigia relativa all’abitazione principale;
- nel caso il nucleo familiare risulti in locazione nell’abitazione in cui risiede e per uno o più dei
componenti si verifiche una delle situazione sopra indicate, si porta a 10.000,00 euro (anziché a
5.164,57) l’importo massimo del canone di locazione da sottrarre per ottenere l’indicatore della
situazione reddituale;
- nel caso in cui per uno o più componenti si verifichi una delle situazioni di cui sopra, si porta a euro
30000,00 la franchigia relativa al patrimonio mobiliare.
I ticket service
Ulteriore opportunità messa in campo per meglio articolare gli interventi di tipo economico è stata
l’erogazione di ticket-service, voucher per l’acquisto di generi di prima necessità presso alcuni esercizi
convenzionati con l’Ambito.
Convenzione con la Caritas.
All’interno di una intesa quadro in atto tra Ambito e Caritas Diocesana Concordia Pordenone, è prevista la
collaborazione di questa in caso di particolari situazioni segnalate dai Servizi sociali territoriali dell’Ambito.
L’intesa comprende anche collaborazione in interventi di “small economy” .
Interventi della Croce Rossa Italiana.
Accordo informale con la sezione locale della CRI per la fornitura di generi alimentari o vestiario a fronte di
situazioni di prima emergenza.
Ricerca o mantenimento di un’attività lavorativa
collaborazione con lo IAL FVG di Pordenone per tradurre le azioni promosse dal servizio sociale in forme
anche innovative di inserimento lavorativo (n.28 borse attivate nel corso del 2009 su circa 30 richieste
pervenute ai SST).
Problemi afferenti all’emergenza abitativa:
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E’ in atto dal 2007 la collaborazione con Caritas per la gestione del progetto “Cerco Casa”;
complessivamente i fruitori del servizio da allora sono stati 105, ripartiti in interventi di orientamento ed
accompagnamento, inserimenti abitativi, aiuti economici.
Nel 2009 è inoltre avviata una convenzione con la cooperativa sociale Abitamondo per un progetto relativo
alla disponibilità di alloggi di emergenza sociale, che ha permesso di dare una risposta anche temporanea a
4 nuclei familiari.
Altri interventi di inclusione sociale.
Progettazione partecipata assieme alla Caritas provinciale ed associazioni come “Nuovi Vicini” per azioni in
favore di richiedenti asilo e rifugiati politici (progetto “Terre d’accoglienza”), e contro la tratta ed in favore
delle donne vittime di violenza e sfruttamento (progetto“ Contro la tratta. Articolo 18”).
Presentazione alla regione FVG del progetto denominato “Nuove opportunità”, a favore di persone a
rischio di esclusione sociale, nonché detenute o ex detenute, in attesa di approvazione e finanziamento
Fondi e fonti di finanziamento
Con riferimento al conto consuntivo dell’anno 2009, i fondi messi in campo per i vari interventi sopra
indicati ammontano a euro 943,806,23, pari a circa il 10% delle spese complessive del bilancio di Ambito.
Alcuni dati relativi all’applicazione del Fondo di solidarietà regionale nell’Ambito 6.1.
Interventi fondo solidarietà attivati dall’inizio 249
dell’applicazione della misura al 30.9.10
Durata media degli interventi (massimo di 6 mesi)
4,5 mesi
Interventi fondo di solidarietà prorogati dall’inizio 138
dell’applicazione della misura al 30.9.10
Durata media delle proroghe (massimo di 6 mesi)
5 mesi
Totale fondi 2009 impegnati (euro)
298.734,29
Totale fondi 2009 liquidati (euro)
298.734,29
Totale fondi 2010 già erogati (euro)
205.051,49
Questioni aperte
Le azioni del servizio sociale vanno attentamente monitorate in ragione della variabilità molto rapida delle
situazioni di disagio presenti nei vari territori comunali, anche in ragione della specificità che i vari tessuti e
le comunità presentano.
I fattori su cui il servizio sociale è chiamato a prestare massima attenzione sono:
- quantità delle risorse ed equità della loro distribuzione;
- attenzione all’accesso, per evitare che proprio i più deboli non possano arrivare alle risorse;
- necessità di aiutare le persone a trasformare le risorse (non solo in denaro) in “funzionamenti”. Il
solo aumento delle risorse non è di per sé garanzia di miglioramento dell’accesso e dei
funzionamenti.
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E’ presente una crisi economica che ha aumentato le situazioni di reddito familiare non più sufficiente e,
contemporaneamente, all’allargamento della forbice esistente tra domanda e offerta (di servizi e
interventi) anche a fronte di una diminuzione degli stanziamenti a disposizione.
il rapporto con il cittadino utente non si snoda più solo sui binari dell’accoglimento del bisogno e la
formulazione di un progetto di intervento, ma si trova oggi ad affrontare elevati livelli di sofferenza che
vengono portati all’assistente sociale, la quale, a sua volta, si trova con meno strumenti, o addirittura senza
strumenti per intervenire su questi aspetti psicologico – relazionali.
Stanno aumentando le problematiche relazionali all’interno dei nuclei familiari più colpiti dalle situazioni di
disagio e di pressione.
Lo strumento borsa-lavoro è andato evolvendosi nel tempo, perdendo in parte le caratteristiche di
intervento finalizzato alla valutazione delle capacità residue e non lavorative e la loro tenuta nel tempo, per
divenire molto spesso l’unica opportunità di esperienza “lavorativa” per persone che in questo periodo di
crisi, essendo uscite dal mercato del lavoro, non riescono a rientrarvi.
Piste di lavoro e prospettive aperte
Proseguire i lavori del Gruppo Inclusione Sociale per attività di condivisione (supervisioni, incontri con
comunità professionale, …), per superare l’isolamento dell’operatore assistente sociale con una doppia
ottica:
- su di un piano metodologico, anche per monitorare/analizzare i bisogni espressi a livello locale
- su di un piano di sviluppo di comunità attraverso la condivisione di buone pratiche realizzate
dai singoli Comuni che consentano oltre all’interscambio tra operatori, anche l’individuazione di
strategie da realizzare a livello di ambito per l’attuazione di nuove collaborazioni con le
associazioni e con il terzo settore
Portare a termine la valutazione della sperimentazione del regolamento unico dell’Ambito, in
collaborazione con il gruppo professionale, al fine anche di individuare/strutturare nuove risorse/strumenti
per rispondere ai bisogni emergenti;
Ripensare allo strumento “borsa lavoro” nelle sue finalità, individuando anche una sorta di doppio binario
di interventi, uno rivolto al sostegno e all’approfondimento delle capacità lavorative, l’altro che possa
costituire una sorta di fondo-risorsa di opportunità per avviare nuove occasioni di inserimento lavorativo.
Intensificare le azioni di sistema con i vari soggetti delle comunità locali che possono contribuire e
sostenere anche con proprie risorse i progetti personalizzati a favore delle persone o nuclei familiari in caso
di difficoltà.
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