1991-92: fine dell` urss, nascita della csi / annunciato

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1991-92: fine dell` urss, nascita della csi / annunciato
FINE URSS – CRONOLOGIA 1991 Gennaio 7: Vengono inviati rinforzi dell'esercito nelle Repubbliche baltiche che vogliono la secessione dall'Urss. 11­13: Intervento di esercito e truppe del ministero dell'Interno a Vilnius (Lituania): il bilancio e’ di14 morti e 150 feriti. 14: Valentin Pavlov e' nominato primo ministro dell' Urss al posto di Nikolai Ryzhkov, convalescente dopo un infarto. 20: Intervento delle truppe a Riga (Lettonia): 6 morti. Febbraio 9: Referendum popolare in Lituania conferma indipendenza. 19: Il presidente del Parlamento russo Boris Ieltsin chiede le dimissioni del presidente sovietico Mikhail Gorbaciov. Marzo 1: Comincia nei principali bacini carboniferi uno sciopero dei minatori, contro la crisi economica, che durera' circa due mesi. 3: Referendum in Estonia e Lettonia conferma indipendenza. 17: Referendum popolare pansovietico sul mantenimento dell'Unione (boicottato da Repubbliche baltiche, Armenia, Georgia, Moldavia) oltre il 75% di si' a una 'federazione rinnovata di Repubbliche sovrane'. 17: Parallelamente al referendum sull'Unione, in Russia se ne svolge un altro per l' introduzione del regime presidenziale voluto da Ieltsin: circa il 70 per cento di si'. 31: Referendum popolare in Georgia esprime si' a indipendenza. Il deficit di bilancio dell' Urss per il primo trimestre supera quello preventivato per l' intero 1991. Aprile 2: Entra in vigore un aumento dei prezzi. 9: La Georgia, dopo il referendum, dichiara l' indipendenza. 14: Zviad Gamsakhurdia e' proclamato presidente della Georgia. 24: Gorbaciov e i dirigenti di nove Repubbliche raggiungono un accordo di massima su un programma di risanamento economico. Giugno 12: Boris Ieltsin e' eletto a suffragio universale presidente della Russia. A Mosca e Leningrado, si vota anche per eleggere il sindaco: si affermano rispettivamente Gavril
Popov e Anatoli Sobciak. Gli elettori di Leningrado decidono anche il ritorno all' antico nome della citta' (San Pietroburgo). Luglio 5: Il Parlamento russo approva una bozza del Trattato dell'Unione emendata in senso anti­ centralistico. 12: Il Parlamento sovietico approva una bozza del Trattato dell'Unione con emendamenti che ampliano il potere centrale. 24: Gorbaciov annuncia l' accordo di nove Repubbliche sul testo del Trattato dell'Unione. Firma prevista il 20 agosto. 29: Inizio della visita del presidente degli Stati Uniti George Bush per un vertice con Gorbaciov. Il 31, i due firmano il trattato Start per la riduzione delle armi nucleari strategiche. Agosto 19­21: Tentativo di colpo di stato di forze conservatrici del Pcus e dell'apparato militare­ industriale. Assume il potere una giunta di emergenza guidata dal vicepresidente dell'Urss Ghennadi Ianaiev e comprendente tra gli altri il ministro della Difesa Dmitri Iazov e il capo del Kgb Vladimir Kriuchkov. A Mosca la resistenza popolare e' guidata da Ieltsin. Gorbaciov, segregato in Crimea per tre giorni, rientra a Mosca la notte tra il 21 e il 22. I putschisti vengono arrestati. Il 20­21 Estonia e Lettonia dichiarano l'indipendenza. Nell'epurazione che segue il fallito putsch, Boris Pankin viene nominato ministro degli Esteri, il maresciallo Ievghieni Shaposhnikov ministro della Difesa, Viktor Barannikov ministro dell' Interno. 24: Gorbaciov si dimette da segretario generale del Pcus, chiede l' autoscioglimento del Comitato centrale e un congresso straordinario per decidere la sorte del Partito. ­L'Ucraina proclama l'indipendenza. 25: La Bielorussia proclama l'indipendenza. 27: La Moldavia proclama l'indipendenza. I Dodici riconoscono l'indipendenza degli stati baltici. 29: Il Parlamento sospende l'attivita' del Pcus in tutta l'Urss e revoca a Gorbaciov i poteri speciali in campo economico. 30: L'Azerbaigian proclama l'indipendenza. 31: Kirghizistan e Uzbekistan proclamano l'indipendenza. Settembre 2: Gli Stati Uniti riconoscono l'indipendenza dei tre stati baltici. 5: Il Congresso dei deputati del popolo dell' Urss adotta una legislazione per la fase transitoria, fino alla creazione di un nuovo Stato confederale. Vengono istituiti un Consiglio di Stato (Gorbaciov e presidenti Repubbliche), un comitato economico interrepubblicano e altri organi provvisori. 6: L'Urss riconosce l'indipendenza delle tre repubbliche baltiche, che dopo una decina di giorni sono ammesse all'Onu 9: II Tagikistan proclama l'indipendenza. 21: Referendum in Armenia esprime si' a indipendenza, ratificata dal Parlamento il 23. 30: Gorbaciov minaccia di dimettersi se non si riuscisse a prevenire una “disgregazione” dell'Unione.
Ottobre 3: La Moldavia decide di non partecipare piu' al rimborso del debito estero dell'Urss. 16: La Russia assume il controllo delle sue ricchezze in oro, diamanti e materiali preziosi. 18: Gorbaciov firma con i dirigenti di otto Repubbliche (Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan) un accordo economico quadro, che istituisce un mercato comune e un coordinamento gestionale. Georgia e Azerbaigian si rifiutano di firmare. 22: Il Parlamento ucraino di pronuncia per la creazione di un esercito nazionale. 27: Il Turkmenistan proclama l' indipendenza, dopo un referendum. 29: Il governo moldavo decreta la nazionalizzazione di tutte le imprese sovietiche. Novembre 1: Il Congresso dei deputati del popolo russo concede a Ieltsin poteri eccezionali per un anno, per avviare le riforme. Il giorno dopo si pronuncia per la promulgazione di una nuova Carta Costituzionale. 6: Il sindaco di Mosca annuncia l'introduzione di tessere di razionamento per i prodotti alimentari. ­Ucraina e Moldavia firmano accordo economico del 18 ottobre. 14: sette Repubbliche (Russia, Bielorussia, Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan) concordano in linea di principio di dar vita a un nuovo Stato confederale. 16: Una commissione parlamentare definisce fallimentare la situazione della Gosbank,la banca di Stato sovietica. 19: Gorbaciov richiama Eduard Shevardnadze alla guida del ministero degli Esteri. 21: Otto Repubbliche (Russia, Bielorussia, Armenia, Moldavia, Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan) e G7 si accordano a Mosca sul rimborso del debito estero dell'Urss. 25: Riuniti a Novo Ogarievo (Mosca), i leader delle sette Repubbliche che avevano accettato il 14 di dar vita a un nuovo Stato non firmano il Trattato dell'Unione, ma lo inviano per l'esame ai Parlamenti dell'Urss e delle Repubbliche. 29: In un colloquio telefonico col presidente americano George H. Bush, Gorbaciov affema che un referendum sull'indipendenza in programma in Ucraina il primo dicembre non va considerato un “atto separatista”. ­ La Russia si dichiara pronta a garantire il bilancio dell'Unione. Dicembre 1: Referendum ed elezioni presidenziali in Ucraina. Massiccio si' all' indipendenza, Leonid Kravciuk e' eletto presidente: annuncia che non firmera' il trattato dell'Unione. 3: Gorbaciov dichiara che la disgregazione dell'Urss rischia di condurre alla guerra civile. ­Svalutato il rublo turistico: perde circa il 50% del valore. 5: L'Urss, per la carenza di riserve valutarie, sospende parzialmente il rimborso del debito estero. ­Il Parlamento ucraino denuncia l'accordo del 1922 che fondava l'Urss e proclama l'incompatibilita' dell’intesa con la Costituzione della Repubblica. 8: Riuniti a Viskuli (Brest, Bielorussia), i presidenti di Russia, Ucraina e Bielorussia ­ Ieltsin, Ravciuk e Stanislau Shushkevic ­ dichiarano che l'Urss non esiste piu' e decidono di dar vita a una 'Comunita' di Stati indipendenti' (Csi), priva di potere centrale e aperta alle altre Repubbliche. 13: Le Repubbliche centroasiatiche decidono l'adesione alla Csi.
16: Il Kazakhstan proclama l' indipendenza. 17: Gorbaciov e Ieltsin decidono che le strutture dell'Urss cesseranno di esistere entro la fine del 1991. 21: In un vertice ad Alma Ata, altre otto Repubbliche (Armenia, Azerbaigian, Moldavia, Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan,Turkmenistan, Uzbekistan) aderiscono alla Csi, che raggruppa cosi' tutte le ex sovietiche tranne le baltiche e la Georgia. 25: Gorbaciov si dimette da presidente dell'Urss, passa tutti i poteri a Ieltsin e consegna a Ievghieni Shaposhnikov, comandante provvisorio delle Forze armate della Csi, i codici delle armi nucleari. La bandiera sovietica viene ammainata al Cremlino. 26: Nella sua ultima riunione, il Soviet supremo ratifica la fine dell' Urss e la nascita della Csi. 30: A Minsk, i presidenti degli undici Stati della Csi si accordano sul comando congiunto delle forze nucleari, ma non su quelle convenzionali e sugli eserciti repubblicani, ne' sull'economia. (ANSA) ZN 10­DIC­91 18:21 NNNN DIG 1­GEN­92 16:08 NNNN KUI 20­DIC­06 00:00