Cenerentola - Comune di Buccinasco

Transcript

Cenerentola - Comune di Buccinasco
COMUNE DI BUCCINASCO
Servizio Cultura e Comunicazione
Associazione Culturale Teatrale
GLI ADULTI
in collaborazione con l’Associazione Culturale “Gli Adulti”
CINEMA, MON AMOUR
16 dicembre 2016
ore 21.00 - Auditorium Fagnana
via Tiziano, 7
“Cenerentola”
di Kenneth Branagh
Lily James è Cenerentola, Cate Blanchett è la matrigna di Cenerentola,
Hayley Atwel è la madre di Cenerentola,
Helena Bonham Carter è la fata madrina e anche la voce narrante della storia,
Stellan Skarsgard è il Gran Duca, consigliere del Re,
Holliday Grainger e Sophie McShera sono le due perfide sorellastre di Cenerentola,
rispettivamente Anastasia e Genoveffa, Richard Madden è “kit” il Principe Azzurro,
Ben Chaplinè il padre di Cenerentola, Derek Jacob è il Re, il padre del Principe Azzurro.
La più bella battuta su Cenerentola, circa le implicazioni di una storia nella quale Lui salva Lei, è
dell’amica parrucchiera di Julia Roberts in Pretty Woman. Sembra passato un secolo da quel
film, quando ancora le favole sembravano avere, seppure in modo molto sottile, un
collegamento con la vita reale.
Julia Roberts (Vivian nel film, di professione bella di notte) allorché pensa di essersi illusa sulle
possibilità amorose con Richard Gere, chiede all’amica, con tono di sfida: “Quando capita
davvero? Per chi ha funzionato? Tu fammi un solo esempio di una che conosciamo a cui è
andata bene».
La risposta è: «Quella gran culo di Cenerentola!».
“Quella gran culo di Cenerentola” è il simbolo universale della possibilità di redenzione e
salvezza di una ragazza sfortunata e piuttosto passiva attraverso soggetti esterni: i topolini, la
fata, un uomo. Cenerentola non deve fare niente, solo piangere ed essere bionda e virtuosa: a
farla diventare una principessa, a farla vivere felice e contenta, ci pensano gli altri. Nemmeno il
vestito per la festa si cuce, non le viene in mente nemmeno un’idea su come liberarsi della
matrigna. Cenerentola, favola antichissima di Charles Perrault, rivisitata in chiave splatter dai
fratelli Grimm (con le sorellastre che si mozzano le dita dei piedi per entrare nella scarpetta di
cristallo, e le colombe che cavano gli occhi ai cattivi per punirli), ha resistito nei secoli, come le
buone cose di pessimo gusto di Guido Gozzano, è stata disprezzata dalle femministe, studiata
dagli psicanalisti, ha accompagnato le bambine fino al limitare dell’adolescenza.
Tutte hanno avuto una Cenerentola come favola della buonanotte, hanno ammirato l’abito
celeste con cui va al ballo nel castello del re, hanno guardato la carrozza ridiventare zucca
dopo i dodici rintocchi della mezzanotte. Ma hanno mai immaginato di comportarsi come lei?
Anche se c’è una versione minore della favola in cui finalmente Cenerentola si dà una
svegliata e lotta per recuperare quello che è suo (non dimentichiamo che la padrona di casa
sarebbe lei, mentre la matrigna e le sorellastre delle miracolate ospiti), l’immagine archetipica
di Cenerentola è quella di una ragazza in lacrime, nera di fuliggine, vessata da tutte le
ingiustizie del mondo e incredula di poter anche solo andare al ballo. Anche una fanciulla
piuttosto ingenua, che si lascia chiudere a chiave in soffitta dalla matrigna proprio mentre i
messi del principe stanno girando di casa in casa per provare la scarpetta a tutte le ragazze
del regno.
Certo è consolante la sensazione che qualcuno verrà a salvare la derelitta sopra un cavallo
bianco (anche la Bella Addormentata e Biancaneve erano piuttosto imbranate), ma non è
divertente. E le bambine se ne sono accorte.
Negli anni Settanta si cestinano le favole in cui le donne sono subalterne a un uomo, in cui
donne legano il loro destino a lui con una scarpetta o un bacio, ma poi, non potendo fare a
meno delle favole, queste si recuperano in modo politicamente corretto - alla Pretty Woman.
Cenerentola è superata dalla storia, ma non del tutto perché Cenerentola è stata sostituita da
altri modelli esistenziali. Nessun di noi, è vero, ha in mente una Cenerentola nella vita di tutti i
giorni, anzi sempre più spesso noi uomini osserviamo ammirati e sgomenti una superdonna con
mille braccia come la dea Kalì, tuttavia il fascino della principessa non è ancora andato
perduto. La moda non si stanca di celebrarla (dai gioielli di Chopard a Louboutin, che le
dedica una preziosissima scarpetta) e, siamo sinceri, è stata anche infilata in quelle famose
Cinquanta sfumature che hanno acceso l’estate e reso ricchissima una madre di famiglia
inglese: Anastasia è una versione moderna ed erotizzata della brava ragazza docile e il signor
Gray è il suo principe azzurro. Anastasia non fa nulla, è lui che si occupa di farla mangiare, di
comprarle una macchina, un telefono, un computer, le organizza la vita. Così è per la
Cenerentola della favola di Perrault, sono i topolini, la fata e il principe che le pianificano
l'esistenza. A sua volta, Kenneth Branagh, senza stravolgere l'intreccio, reinterpreta una
Cenerentola che non smette di rientrare a mezzanotte, un principe che non smette di cercarla
con una scarpetta di cristallo, ma in modo più intelligente e moderno fornisce i suoi personaggi
di una psicologia sfumata ed evoluta, mai passivi, anzi pienamente consapevoli: i protagonisti
arrivano al lieto fine dopo essersi riconosciuti, scelti e voluti. Cenerentola non sogna di un
principe, Cenerentola incontra il suo principe.
A cura di Pino Nuccio
IL REGISTA
Sir Kenneth Charles Branagh è un attore, regista e sceneggiatore nordirlandese.
È stato candidato a 5 Premi Oscar, 5 Golden Globe e 3 Screen Actors Guild,
Nel 1988 ha diretto ed interpretato il film Enrico V, con cui riceve la candidatura all'Oscar al miglior regista e al
miglior attore protagonista. Nel 1991 dirige Il canto del cigno, ricevendo la candidatura all'Oscar al miglior
cortometraggio. Successivamente dirige e interpreta in Frankenstein di Mary Shelley e in Hamlet con cui riceve
la quarta candidatura ai Premi Oscar alla migliore sceneggiatura non originale. Ha ricevuto una quinta
candidatura ai Premi Oscar come miglior attore non protagonista per il film Marilyn. Nel 2015 è il regista
dell'acclamato film Disney Cenerentola.
Secondo di tre figli, Kenneth Charles Branagh nasce il 10 dicembre 1960 a Belfast, Irlanda del Nord, da una
famiglia protestante della classe operaia. Si trasferiscono a Reading, Inghilterra quando ha nove anni. Da
giovane si dedica allo sport, capitanando le squadre di rugby e calcio della sua scuola, e al giornalismo,
scrivendo recensioni di libri per bambini per il giornale locale. Quando, però, a quindici anni vede Derek
Jacobi recitare Amleto, decide di diventare un attore.
PROSSIMO FILM
13 gennaio 2017 - ore 21
“Assolo”, secondo film scritto, diretto e interpretato dall’attrice Laura Morante.
Nel cast della nuova commedia tra gli altri
Angela Finocchiaro, Marco Giallini, Carolina Crescentini, Francesco Pannofino, Lambert Wilson,
Donatella Finocchiaro, Gigio Alberti, Emanuela Grimalda
con la partecipazione straordinaria di Piera degli Esposti,
David di Donatello migliore attrice non protagonista