La sorte degLi antroponimi nei voLgarizzamenti toscani deL

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La sorte degLi antroponimi nei voLgarizzamenti toscani deL
Anna Cornagliotti
La sorte degli antroponimi
nei volgarizzamenti toscani
del pentateuco
La scelta di esaminare gli antroponimi della Bibbia è dovuta all’estrema
importanza e pregnanza significativa che il nome aveva presso la civiltà
giudaica, quale tratto distintivo dell’individuo che lo portava, caratteristica
imprescindibile della sua personalità: sarebbe sufficiente ricordare i primi
capitoli di Genesi, laddove Dominus chiama il primo uomo Adam, cioè
‘uomo’, e vocavit Adam nomen uxoris suae Hava (cioè ‘donna’) eo quod
mater esset cunctorum viventium (Gn, iii, 20) e ancora la concessione ad
Adamo di ‘nominare’, nel senso di ‘nomen dare’, gli esseri viventi del creato
(Gn, i, 19-20).
Nella Bibbia l’antroponimo conosce molteplici funzioni: è l’equivalente
delle persone stesse, come già visto e come si confermerà ulteriormente; può
essere celato con vigore, per esempio nell’episodio della lotta di Giacobbe
con l’angelo (Gn, xxxii, 27-29 Cur quaeris nomen meum?); l’azione di assegnare un nuovo nome come avviene a Abramo (Gn, xvii, 5, Nec ultra vocabitur nomen tuum Abram sed appellaberis Abraham) o a Giacobbe nell’episodio citato in precedenza (Gn, xxxii, 28 At ille: Nequaquam, inquit, Iacob
appellabitur nomen tuum, sed Israhel) conferisce un nuovo stato, come quello di deprivarne una persona significa condannarla alla distruzione (Saul di
fronte a Davide esclama: iura mihi in Domino ne deleas semen meum post
me neque auferas nomen meum de domo patris mei (I Rg, xxiv, 22).
Lo stesso appellativo di Dio, dell’Essere il cui nome era ineffabile e
In
specie II, 5 sgg., 11 sgg., 23.
Cito dalla Vulgata poiché i volgarizzamenti romanzi (tranne in Spagna ove per la sua particolare situazione etnica si fece ricorso alla Bibbia ebraica e a traduttori ebrei) derivano dal testo
gerominiano.
Per quanto concerne la differenza tra i due appellativi gli studiosi dichiarano le loro perplessità. Secondo una paraetimologia Abraham veniva inteso ‘padre di una moltitudine’. La prima
forma si trova in documenti babilonesi e vale ‘il padre ama’ o ‘elevato quanto il padre’ o ‘il padre è
elevato’; la seconda, se non variante dialettale della prima, potrebbe includere un elemento affine
ad un termine arabo che vale ‘moltitudine’. Lo stesso dicasi per il nome della moglie del patriarca:
Sarai uxorem tuam non vocabis sed Sarram (xvii, 15), ove i due nomi, significanti entrambi ‘principessa’, paiono essere soltanto varianti dialettali. Il duplice mutamento dei nomi sta ad indicare il
patto eterno di El-Šaddai (nome di Dio fino a Mosè) che manterrà Israele in vita, sancito per Abramo e i suoi discendenti dal rito della circoncisione.
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pertanto impronunciabile, conosce nella Bibbia Ebraica esiti diversi: da
Elohim (che indica genericamente gli ‘dei’, quando il monoteismo non è
ancora stato affermato, o ‘Signore’), a El l’’Unico Potente, il Reggitore’,
primo elemento in El Šaddai ‘Dio Onnipotente’ con cui Dio si presenta ai
Patriarchi, in El Elihon ‘L’Altissimo’, a Adonai, dove il secondo elemento
è componente di difficile definizione che indica la relazione tra padrone
e servo o tra marito e moglie, o meglio ‘mio Signore’, fino a ritrovarlo in
Jehowa e in Hallelujah, a Jahvé ‘Colui che era, che è e che sarà’, termine
che sarà in uso fino al III secolo a.C.
Il nome di Dio non deve essere nominato invano, come si afferma nell’Esodo xx, 7 non adsumes nomen Domini Dei tui in vanum e non deve
essere ingiuriato Cumque blasphemasset Nomen et maledixisset ei adductus
est ad Mosen (Lv, xxiiiv, 11): qui il Nomen stesso, che ha sostituito Jahvé, è
Dio, l’equivalente della persona che indica, la cui conoscenza e pronuncia
dona potere sulla persona stessa, ed è il vocabolo usato nel tempio quando
ci si rivolgeva a lui. E questa è la spiegazione delle formule “Nel nome di
Dio, per il nome di Dio, ecc.”, che verrà sostituito dagli apostoli da formule parallele ancora oggi impiegate nella liturgia “Nel nome di Gesù, di
Cristo, nel nome del Padre, ecc.”.
Dio rivela enigmaticamente il suo nome a Mosè, attraverso una diafora
(Ex, iii, 14-15) Dixit Deus ad Mosen: ego sum qui sum. Ait: Sic dices filiis
Israhel: Qui est misit me ad vos. Dixitque iterum Deus ad Mosen: Haec dices
filiis Israhel: Dominus Deus patrum vestrorum, Deus Abraham, Deus Isaac et
Deus Iacob misit me ad vos, con il ricorso ad una triplice anafora, proposta
e iterata nei versetti successivi, a sottolineare che è il dio dei patriarchi, dello stesso Mosè e di Israele. Scartando l’ipotesi un po’ arrischiata che Dio
non acconsenta a rivelare il suo nome, peraltro sostenuta da alcuni biblisti,
l’esegesi di questo passo ha dato luogo a diverse interpretazioni, sebbene la
più accettata sia la seguente: nel testo ebraico da cui traduce san Gerolamo
compare il tetragramma divino, formato dalle lettere J H W H, da ricondurre alla radice semitica che indica ‘essere’, mentre dal punto di vista
morfologico può rappresentare sia la III persona singolare “egli è”, sia la
forma causativa “egli fa essere”, forma causativa che tuttavia non esiste in
ebraico. La lettura Jahvé è data per sicura, sulla base di altri libri biblici, di
commenti dei Padri della Chiesa e di testi esoterici. L’episodio vorrebbe
dunque affermare l’esistenza di Dio di fronte agli altri dei che ‘non sono’ o
Che
nelle lingue semitiche era il nome corrente per indicare ‘Dio, divinità’.
si rende ben conto della specificità delle definizioni degli appellativi divini, dai significati assai più complessi ed articolati a seconda del tempo storico in cui sono impiegati, della origine
e del gruppo religioso di appartenenza di chi li usava; per tale motivo si rinvia ai documentati articoli del Grande Lessico dell’Antico Testamento e alla loro bibliografia.
Ci
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‘sono il nulla’. Sebbene nella Bibbia ebraica il nome compaia 6823 volte ca.
(1820 nel solo Pentateuco), dopo l’esilio babilonese, gli Ebrei, per rispetto,
evitarono di pronunciarlo, cosicché la versione greca prima (la Bibbia dei
Settanta), e quelle latine successive, lo tradussero rispettivamente con
Kyrios o Dominus Deus. Così per tutti gli altri sinonimi di Dio che vengono
sempre resi da san Gerolamo con Dominus Deus.
I nomi teofori, numerosissimi nei libri biblici, attestano ulteriormente
l’incidenza del Nomen nella vita degli uomini.
La prosecuzione dei nomi biblici si presenta dunque sviluppata in varie
fasi: la redazione primitiva, in ebraico o in aramaico, le traduzioni in greco
o in latino (e per questa seconda ci riferiamo alla Vulgata di san Gerolamo,
la più diffusa nell’Europa occidentale) e le versioni nelle lingue neolatine o
non. Senza scendere in più approfondite classificazioni che competono ai
biblisti, risulta lampante come le vicende della tradizione siano particolarmente complicate, proprio per le opposizioni diatopiche di aree non riconducibili allo stesso macrogruppo linguistico, che si succedono nei secoli e
che vedranno nel Medioevo l’ulteriore implicazione delle differenti varietà
neolatine.
Da quanto scritto finora appare chiaro come il tessuto biblico si presenti
assai favorevole all’indagine e, all’interno di esso, il Pentateuco e gli altri i
libri storici soprattutto, i quali, fitti degli eventi dei discendenti o generazioni di Adamo, raccolgono la maggior parte dei nomi propri.
Nella tradizione testuale veterotestamentaria in italiano possiamo distinguere due atteggiamenti contrastanti tra loro: il volgarizzamento e la
traduzione, secondo la fortunata e ineccepibile distinzione elaborata da
Gianfranco Folena in Volgarizzare e tradurre. Le versioni della Bibbia
appartengono ad entrambe le categorie, anche in aderenza allo sviluppo
diacronico: volgarizzamenti nei secc. XIV e XV e traduzioni nella seconda
metà del XV e nel sec. XVI.
Nel campo delle rese in volgare spicca per numero di manoscritti completi e per abbondanza di testimoni il gruppo toscano,10 cui si può agS’intende
Ma
perciò anche la Vetus Italica.
per il Pentateuco si tratta di ebraico perché all’interno vi sono pochissime parole in ara-
maico.
Cfr. G. Folena, Volgarizzare e tradurre, Torino, Einaudi 1991.
Rinunciamo per il momento all’esame delle versioni dei secoli successivi; d’altra parte,
dopo il Concilio di Trento che rifiuta le versioni in volgare e ritorna drasticamente al testo latino
(si veda in proposito il saggio di G. Fragnito, La Bibbia al rogo. La censura ecclesiastica e i volgarizzamenti della Scrittura (1471-1605), Bologna, il Mulino 1997), devono passare diversi secoli per
poter nuovamente analizzare gli antroponimi tradotti.
10 Le sigle dei manoscritti utilizzate sono elencate in un mio precedente contributo, La situa-
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giungere l’incunabolo stampato a Venezia dell’ottobre 1471. Tale gruppo
tramanda la stessa versione che vede il migliore rappresentante nel ms.
P1 (seguito da P3), ora alla Bibliothèque Nationale de France. Saranno
dunque i volgarizzamenti ad essere esaminati per primi, con l’appoggio del
testo della Vulgata secondo l’edizione approntata dai Benedettini di Beuron,11 per i capitoli X e XI:
vulgata
gn, x, 1 Hae generationes filiorum Noe: Sem, Ham, Iafeth; natique sunt eis filii
post diluvium.
2. Filii Iafeth Gomer, Magog et Madai, Iavan et Thubal et Mosoch et Thiras.
3. Porro filii Gomer Aschenez et Rifath et Thogorma. 4. Filii autem Iavan Elisa et
Tharsis, Cetthim et Dodanim. 5. Ab his divisae sunt insulae gentium in regionibus
suis unusquisque secundum linguam et familias in nationibus suis.
6. Filii autem Ham Chus et Mesraim et Fut et Chanaan. 7. Filii Chus Saba et
Hevila et Sabatha et Regma et Sabathaca. Filii Regma Saba et Dadan. 8. Porro Chus
genuit Nemrod: ipse coepit esse potens in terra…10. Fuit autem principium regni
eius Babylon et Arach et Archad et Chalanne in terra Sennaar. 11. De terra illa
egressus est Assur, et aedificavit Nineven et plateas civitatis et Chale, 12. Resen
quoque inter Nineven et Chale: haec est civitas magna. 13. At vero Mesraim genuit
Ludim et Ananim et Laabim, Nepthuim 14. et Phetrusim et Cesluim, de quibus
egressi sunt Philisthim et Capthurim. 15. Chanaan autem genuit Sidonem primogenitum suum, Ettheum 16. et Iebuseum et Amorreum, Gergeseum, 17. Eveum et
Araceum, Sineum 18. et Aradium, Samariten et Amatheum; et post haec disseminati
sunt populi Chananeorum. 19. Factique sunt termini Chanaan venientibus a Sidone: Geraram usque Gazam, donec ingrediaris Sodomam et Gomorram et Adama
et Seboim usque Lesa. 20. Hii sunt filii in cognationibus et linguis et generationibus terrisque et gentibus suis.
21. De Sem quoque nati sunt, patre omnium filiorum Eber, fratre Iafeth maiore.
22. Filii Sem Aelam et Assur et Arfaxad et Lud et Aram. 23. Filii Aram Us et Hul et
Gether et Mes. 24. At vero Arfaxad genuit Sala, de quo ortus est Eber. 25. Natique
sunt Eber filii duo: nomen uni Faleg, eo quod in diebus eius divisa sit terra, et nomen frater eius Iectan. 26. Qui Iectan genuit Helmodad et Saleph et Asarmoth, Iare
27. et Aduram et Uzal, Decla 28. et Ebal et Abimahel, Saba 29. et Ophir et Evila et
Iobab; omnes isti filii Iectan.
gn, xi, 10 Hae generationes Sem: Sem centum erat annorum quando genuit
Arfaxad biennio post diluvium. 11. Vixitque Sem, postquam genuit Arfaxad, quingentos annos et genuit filios et filias. 12. Porro Arphaxad vixit triginta quinque
zione stemmatica delle traduzione italiane della Bibbia, «la Parola del Testo», I (1997), pp. 100-40,
p. 101 n. 6. Vi sono alcuni manoscritti che per patina linguistica differiscono un poco: per es. RA
presenta all’inizio caratteristiche centro-meridionali che vanno via via scomparendo; i mss. S e S2
sono densi di senesismi, ma nel complesso la lingua dei copisti poco o nulla incide sull’insieme
della tradizione.
11 Biblia sacra iuxta latinam Vulgatam versionem ad codicum fidem: Librum Genesis ex interpretazione sancti Hieronimi, Typis Polyglottis Vaticanis, Romae MDCCCCXXVI.
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annos et genuit Sale…14. Sale quoque vixit triginta annis et genuit Eber…16. Vixit
autem Eber triginta quattuor annis et genuit Faleg… 18. Vixit quoque Faleg triginta annis et genuit Reu…20. Vixit autem Reu triginta duobus annis et genuit Sarug…22. Vixit vero Sarug triginta annis et genuit Nahor… 24. Vixit autem Nahor
viginti novem annis et genuit Thare…26. Vixitque Thare septuaginta annis, et
genuit Abram et Nahor et Aran. 27: Hae sunt autem generationes Thare: Thare genuit Abram et Nahor et Aran. Porro Aran genuit Loth. 28. Mortuus est Aran ante
Thare patrem suum in terra nativitatis suae, in Ur Chaldeorum. 29. Duxerunt autem Abram et Nahor uxores. Nomen uxoris Abram Sarai, et nomen uxoris Nahor
Melcha, filia Aran patris Melchae et patris Ieschae.
P1, f. 4r. x. 1. Ad Sem et a Cham et Jafeth.
2. Dopo il diluvio nacquero a Jafeth questi figliuoli: Gomor, Magog, Anan (RA.
Madan), Javan, Tubal, Mosoch et Tiras. 3. Poi di Gomor, figliuolo di Jafeth, nacquero questi: Asençe (RA Aseneze) e Riphat e Cogorma (RA Togorma) 4. Di Javan
nacque Helisa, Tarsis, Cetim et Dodamin. 5. Da costoro si cominciò prima a dividere l’isola, ciaschuno per sua regione et ciascuno secondo la lingua sua et le loro
famiglie ne le loro nazioni.
6. Li figliuoli di Cham fuorono questi: Cus e Mesraym et Futh (RA Fuch) et
Canaan. 7. Di Cus naque poi Saba, Cevila et Sabata, Regma et Sabatacha. Di Regma
nacque Saba et Dadan. 8. Et ne la fine Cus generò Nebroth, il quale cominciò ad
essere molto potente ne la terra…10. El principio del suo regno si fue Babilonia et
Arach et Archad et Calanne terra di Sanaar. 11. De la qual terra uscì Assur, che poi
hedificò Ninive, la gran cità et le piaçe similmente della decta cictade et Chale. 12.
Et anchora Resen la quale è posta intra Niniven et Cale: questa è la grande cittade.
13. Nasdraym12 ingenerò Ludim et Anamin et Labin et Netum (RA Necum) et 14.
Phetrusin (RA Pechusin) (om. et Cesluim): de’ quali poi sono usciti i Filistei (RA
Filisdei) et Caturimi (RA Caturi) 15. Canaam generò Sydonem: questo fue suo
primogenito, Echeum 16. et Jebuseum et Amoreum et Gergeseum (RA Gerseum)
et Eveum (RA Eneum) et Aracheum, Sineum, 18. Aradium, Samaritem, Amateum…19. Et facti sono i termini di Chanaam venendo da Sidone: Geraram infino
a Gaça, tanto che entri poi in Sodoma et in Gomorra et Adaman (RA Adama) et
Seboim infino a Lesa (RA Losa). 20. Questi sono gli figliuoli di Cham ne’ loro descendenti et lingue et generaçioni et terre et gente loro et abitarono le sopranomate
terre.
21. Di Sem nacquero i padri di tutti li figliuoli d’Eber. 22. I figliuoli di Sem, Helam, Assur, Arfasat e Lut (RA Elud), Aram. 23. Poi di Aram nacque Us, Ul, Jeter et
Mes (RA Meo). 24. Arfasat generò Sala, del quale nacque Eber. 25. Al quale Eber
nacquero due figli, i nomi loro Phaleg et Jectan, imperciò che ne’ dì di costui si
divise la terra. 26. Jectan generò Helmodad, Saleph, Arsomoch, Jare, 27. Aduram et
Ulça (RA Uzal), Teda (RA Deda), Bal, Abimad (RA Amibael), Saba, 29. Ophir, Jula
et Joab; tucti questi furono figliuoli di Jectan.
gn, xi, 10 Sem, quando era di .C. anni, ingenerò Arfasat et questo fue due
anni dopo il diluvio. 11. Poi che Sem ebbe generato Arsafat, si vivecte .v.c anni et
generò in questo tempo figliuoli et figliole. 12. Arsafat, essendo vivuto .xxxv. anni,
12
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Forte alterazione dell’antroponimo latino di cui non so dar spiegazione.
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ingenerò Sale…14. Et quando Sale ebbe .xxx. anni ingenerò Eber…16. Et quando
Heber aveva .xxxiiij. anni si generò Falech…18. Et essendo vivuto Falech .xxx.
anni si generò Reum…20. Et vivendo Reum .xxxij. anni, si generò Saruch…22.
Et avendo Saruch .xxx. anni si generò Nachor…24. Avendo Nachor .xxix. anni
generò Tare…26. Et avendo Tare .lxx. anni si generò Habraam et Nacor et Aram…
Et poi Aram generò Loth…28. Poi si morì anni (RA Aram) inançi al suo padre
Thare, ne la terra de la sua nativitade, cioè in Ur de’ Caldei. 29 Dopo queste cose
Habraam et Nacor fratelli menarono moglie. La moglie de Abraam avea nome Saray et quella di Nachor avea nome Melcha, figliuola de Aram, padre di Gesche (RA
Gresche) et di Melche.
S2,13 f. 9r, x. (= xv nel ms.) 1. Ma Sem, Cam et Iafeth doppo il diluvio nati sono.
2. Figliuoli di Iafeth nacquero questi: Gomor, Magos, Madaj, Avam, Tubal,
Mosoch, Tiras. 3. Ma ‘ figliuoli di Gomor sono questi: Asenç, Rifat, Togorma. 4. I
figliuoli di Avam: Chelisa e Tarsis, Cetim et Dodomin. 5. Da costoro si cominciaro
a dividare l’isole de le genti, ciaschuno a sua ragione, ciaschuno per (ms. servo) la
lingua sua e le famelglie ne le nationi loro.
6. I figliuoli di Cam: Chus, Mesrayn, Futh, Canaam. 7. I figliuoli di Chus: Saba,
Vila, Sabata, Rengna e Sabatacha. E’ figliuoli di Regna Saba, Dadam, 8. ma a la perfine Chus ingenerò Nebroth: questi incominciò a essere potente ne la tera…10. Et
si fu questi prima de lo rengno suo Ballom // e ‘Rath et Archat e Chalane nella terra de Senanar. 11. De la quale terra escì Auser, il quale edificò Ninivem et le piaççe
de la città e Llechal, 12. Resen intra Ninive (et Chale): et questa città grande. 13.
Ma Masfraym generò Ludim e Anamin e Luabin e Netum 14. e Pherecrusin e Chesluin: de’ quali sono esciti i Filistei et Capturj. 15 Ma Chanaam generò Sinoden,
suo primogenito, Etneum, 16. (om. et Iebusaeum et Amorrhaeum, Gergesaeum).
17. Eneam e Arecheum, Sineum 18. et Aridium, Semariten, Amateum; per costoro
diseminati sono li populi de’ Chanane’. 19. Et facti sono e’ termini Chanaanam venendo da Sidone: Geraram infino a Gaççam, tanto ch’entri in Sodoma e Gomorra
e Adamam e Soboym infino a Lbesa. 20. Questi sono figliuoli di Cham ne’ discendenti e lingue e generationj et terre e gente loro.
21. Ma di Sem nacquero ‘ padri di tutti i figliuoli d’Eber (om. fratre Iapheth
maiore). 22. I figliuoli di Sem Chelam, Assur, Arfasat, Luth, Aram. 23. I figliuoli di
(ms. da) Aram Su e Ul, Iete, Mes. 24. Ma Arfasat generò Sala, del quale nato (ms.
cato) è Heber. 25. Al quale Eber nati sono due figliuoli: il nome de l’uno Phalegi,
inperciò che di suoi divisi14 sia la terra, jl nome del fratello suo Jectam. 26. (om. qui
Iectan) ingenerò Elmodam, e Sacht e Asormot 27. e Jare e Aduram e Uçal e Eucaldedu e Ebal e Abimachel, Saba, Ophir, Jula, Joab; tutti questi furono figliuoli di Jettan.
xi, 10 (= xvi) Queste sono le generationj. Sem ingenerò due anni dipo diluvio Arphaxat. 11. Et visse Sem, poj che ingenerò Arphasat, .vc. anni et ingenerò
13 Le tesi sul libro della Genesi, svolte sotto la mia direzione presso l’Università di Torino,
hanno condotto a due differenti conclusioni per quanto riguarda la posizione di S e S1, da alcuni
collocati come volgarizzamenti indipendenti e da altri immessi nella medesima sottofamiglia. Pur
riportando il testo separato di S1, continuo a rimanere fedele allo stemma proposto nel mio studio,
La situazione stemmatica cit., pp. 100-40, p. 135.
14Caduta per omoteleuto, corrispondente al lat. eo quod in diebus eius divisa sit terra.
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figliuoli et figliuole in questo tempo. 12. Arphaxat visse .xxxv. annj e ingenerò
Sale…14. Sale .xxx. visse et ingenerò Eber…16. Et questo Eber visse .xxxiij. e
ingenerò Falech…18. Et essendo vivuto Falech .xxx. anni ingenerò Reu…20. Visse
poi Reu .xxxij. anni e ingenerò Saruch…22. Et visse Saruch .xxx. anni ingenerò
Nacchor…24. Et visse Nacchor .xxviiijc. anni et ingenerò Thare…26. Et visse
Thare .lxx. annj et ingenerò Abraam e Nachor e Aaram (om. Porro Aran genuit
Loth)…28. Questo Aran (om. mortuusque) inançi Thare suo padre nella terra medesima dove nacque, cioè in Chur di Caldei. 29. Doppo questo Abraam e Nachor
menarono moglie. Lo nome delle moglie d’Abraam Sara e lo nome de la moglie di
Nacor Melcha, figliuola d’Aram (om. patris Melchae) padre di Iesce.
Le prime osservazioni impressionistiche che se ne traggono consentono
di constatare un atteggiamento diffuso di rilevante rispetto verso gli antroponimi biblici in testi che erano diretti a chi non era in grado di leggere la
Bibbia in latino, al ceto mercantile o nobile soprattutto, avente la facoltà di
pagarsi la costosa opera dei copisti e del materiale scrittorio.
Se vogliamo commentare brevemente in dettaglio almeno due volgarizzamenti osserviamo che:
1) Gomor (x, 2, 3), variante di Gomer, è nella varia lectio della Genesi come il
passaggio Nephthuim (x, 13), a Netum è già della Vulgata ove compare in apparato
Neptum. Per Magos di S2 (x, 2), in luogo di Magog, è da pensare ad attrazione della -s di Thiras, sebbene il nome Magog fosse ben presente nella memoria dei copisti. L’oscillazione tra Nemrod, Nemroth, Nembroth, Nebrot, Nebrot è attestata nella
tradizione della Vulgata. Eveum subisce una banalizzazione, come avverrà anche in
altri testimoni, verso un nome più noto, Eneam.
2) Nella versione del ms. parigino si sostituisce a Madai (x, 2), Anan, senza che
lo scambio sia attestato nell’apparato critico della Vulgata. Anan è comunque nome biblico che compare in Neemia. Per Dodomim di S2 si tenga presente la variante latina Dodonim per Dodanim (x, 4).
3) Anche per Mesroym da Mesraim (x, 6) in P1 non vi sono varianti d’appoggio
nella Vulgata. Ugualmente per Hevila (x, 7), che diviene Cevila in P1 e Vila in S2,
non abbiamo varianti corrispondenti, come per Rengna di S2 dal lat. Regma (x, 7).
Riconosciamo invece come adattamenti all’italiano i tipi Filistei, i Cananei, anche
in grazia dell’uso continuo nel Nuovo Testamento (da notare la paraetimologia di
RA Filisdei, x, 14), Caturimi, Caturi e Capturi (x, 14), e l’ipercorrezione Adamam
di P1 da Adama (x, 19).
4) Banali diversificazioni dovute a cattiva copia sono da stimarsi Echeum per
Ettheum in P1 (x, 15), Masfraim per Mesraim in S2 (x, 13) e nello stesso versetto
Luabim per Laabim, oltre a Ausur per Assur in .S2 (10, 11). Inoltre P1 e S2 sono
accomunati dalla alterazione di Decla rispettivanemente in Teda e Deda15 per evidente errore del nesso -cl- in -d-.
5) Il rafforzamento velare di Cham/Cam/Acham è già nella Vulgata, indicato
con K/C o con il digamma Ch (x, 1).
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Deda compare nei codd. latini k Ωs α.
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Andiamo ora a verificare la situazione nelle redazioni accorciate di libri
biblici, quelle che si possono annoverare come Fioretti della Bibbia o che
vengono inseriti in cronache di tipo universale che iniziano appunto dalla
creazione per giungere fino all’epoca dell’autore. Ne abbiamo scelte due in
particolare, fortemente connotate dal punto di vista dialettale, l’una veneta
e l’altra genovese, proprio perché la veste vernacolare assicura il rifiuto di
una lingua aulica e il desiderio di mettere a disposizione dei dialettofoni,
non conoscitori del latino, i principali fatti della storia sacra
I testi individuati sono la versione del Pentateuco, con Giosuè e Ruth,
di veste linguistica veneta, o meglio padovana,16 conservata in due manoscritti, l’uno presso la Biblioteca dell’Accademia dei Concordi di Rovigo,
l’altro presso il British Museum di Londra. Titolo suo è la Bibbia Istoriata
Padovana, della fine del ‘300 o dei primissimi del ‘400, schiettamente patavino:
Bibbia padovana:
Adam, Eva, Cayn, Abel, Lamech, Enoch, Matusael, Ada, Sella, Jael, Lubal, Tubalcain, Noemma, Seth, Enos, Caynam, Malalehel, Jareth, Enoch, Matusalem,17
Noe, Sem, Cham, Iafeth, Nembroth, Abram, Serai/Sarai/Saray, Loth, Aran, Pharaon, Amraphel, Arioch, Chodorlaamor, Tadel, Bara, Bersa, Semeber, Melchidesech,
Agar, Ysmael/Ysmahel, Moab, Amon, (Abram >) Abraham/Habraham, (Saray >)
Sara, Ysaac/Ysaach, Abimelech, Sicol, Ephron, Rebecha, Batuel, Nacor, Labam,
Cethura, çamram, Jexam, Madan, Madian, Jesboch, Sue, Nabaioth, Cedar, Abdehel,
Maasbsam, Masma, Duma, Masa, Adad, Thema, Hur, Naphis, Cethma, Exaù/Esaù,
Jacob/Jachob, Ochoçar, Phycol, Judith, Beeri, Etheo, Basamath, Helon, Laban/Labam, Meleth, Rachel, Lia, Celfa, Ruben, Symeon, Levi, Juda, Bala, Dan, Neptalim,
Gad, Asser/Aser, Ruben, Symeon, Ysachar, çabulon, Dina, Sichem, Emor, Debora,
Rachel, Benoni/Beniamin, Gath, Elon, Etheo, Oolibama, Anae, Sebeon, Basemath,
Eliphan, Raguel, Jeus, Onam, Balach, Joab, Husan, Adad, Semla, Saul, Balaanam,
Joseph, ecc.
cui corrispondono i nomi della
Vulgata:
Adam, Hava/Havan, Cain, Abel, Lamech, Enoch, Matusahel, Ada/Adae, Sella/
Sellae, Jabel,18 Jubal, Thubalcaim, Noemma, Seth, Enos, Cainan, Malalehel, Jared,
Enoch, Mathusalam, Noe, Sem, Ham, Iafeth, Nemrod, Abram, Sarai, Loth, Aran,
Pharao/Pharaonem, Amrafel, Arioch, Chodorlahomor, Thadal, Bara, Bersa, Mel16Pubblicato dallo stesso Folena, Bibbia istoriata padovana della fine del Trecento, a c. di G.
Folena - G.L. Mellini, Venezia, Neri Pozza Editore 1962.
17Nella Vulgata compare la lezione Matusalem.
18Nella Vulgata è presente la lezione Jahel.
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chisedech, Agar, Ismahel/Ismahelem, (Abram >) Abraham, (Saray >) Sarra/Sarai/
Sarram, Isaac, Abimelech, Phicol,19 Ephron/Ephronis, Rebecca, Bathuel/Bathuelis,
Nahor, Laban, Cetthuram, Zamram, Iexan, Madan, Madian, Iesboch, Sue, Nabaioth,
Dein Cedar, Abdeel, Mabsam, Masma, Duma, Massa, Adad, Thema, Itur, Naphis,
Cedma, Esau, Iacob, Ochozath, Fichol, Iudith, Beeri, Basemath, Helon, Laban, Maeleth, Rahel, Lia/Liae/Liam, Zelpha/Zelpham, Symeon, Levi, Iudam, Bala/Balam,20
Dan, Nepthalim, Gad, Aser, Ruben, ecc.
Come si può constatare pochissimi sono gli adattamenti: Havan già nelle
varianti della Vulgata presenta la forma alternativa Hevam, da cui Eva del
testo padovano.
Il secondo testo, tuttora inedito, è un cronaca in genovese, ascrivibile
alla seconda metà del sec. XIV, in cui si alternano gli accadimenti biblici
a quelli storici; in essa si legge una serie di antroponimi, ripresi a partire
dalla Genesi, sebbene non presentati nella stessa sequenza biblica e con
omissioni, dovute alla esposizione sintetica:
Cronaca genovese:
Adam, Caym/Chaym, Abel, Lamech, Seth, Enos, Caynam, Maulael, Jareth, Enoch, Matusalem, Noè, Ada, Sella, Iabel, Tubal, Enachim, Goliath, Ionito, Tubalchaym,
Jubal, Sem, Melchisedech, Abraam, Arphaxath, Arphaxà, Cham, Japheth/Jaffet,
Chus, Suphence, Nemrot/Neroth, Nemroth, Sale/Salem, Caynam/Cayna, Heber, Plalech/Falech, Reu, Nachor, Saruch, Oçia, Sardanapalum, Thare, Asur, Nino, Nachor,
Hus, Huç, Batuel, Job, Ballam, Laban, Labam , Rebecha, Abram, Melcha, Sarra,
Moab, Loth, Amon, Cetura, Mada, Madia, Agar, Ysmael, Nabayot, Cedar, Job, Jobab, Batuel, Elyezer, Ysaac, Esaù, Jacob, Aram, Sarray, çesene, ecc.
Anche in questo caso si verifica l’atteggiamento non interventista delle
sintesi bibliche, presente anche nei volgarizzamenti, nelle quali la fedeltà
alla versione di san Gerolamo potrebbe apparire meno o più giustificata
(cronaca storica o racconto piacevole?) a causa della diversa committenza
e destinazione. Nella Cronaca, a parte Arphaxà ed Esaù, vengono rispettati
pochissimi casi di declinazione talora già reperibili nella fonte latina, per
es. Sale/Salem, Cayna/Caynam, ma nulla si può aggiungere quanto ad un
eventuale adattamento dei nomi all’italiano.
Per contro la verifica sistematica e minuta degli antroponimi su tutti i
manoscritti recanti il Pentateuco porta ad individuare dei casi, che potrem19Ovviamente
per scambio tra f e s lunga.
due nomi si riferiscono a personaggi diversi: Bala (dall’ebraico Bilhâh) è il nome della serva di Rachele e di un altro personaggio femminile, Balaam (dall’ebraico Bile’am) è il figlio di Beor,
celebre indovino.
20I
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mo quantificare nel 20% dell’insieme, di nomi che hanno subito adeguamento all’italiano. Vediamo alcuni libri in dettaglio:
genesi:
Abel, Abell, Abello; Adam, Adan, Adann, Ada, Adam, Adamo; Caim, Caym,
Cayn, Chaim, Chain, Chaym, Chayn, Cayno, Cchayno, Chaino, Chayno; Enos,
Enosi, Honosi; Henoch, Etnoch, Enocho; Iafeth, Iafeth, Jafeth, Jafet, Jaffet,
Jaffeth, Japhet, Iachet, Giafet, Gianfet, Giafetj; Irad, Jrad, Jorad, Iradi; Lamech,
Lamec, Lamechim; Seth, Sech, Septt, Setch, Setec, Sett, Sette, ecc.21
Dell’Esodo e di Giosuè forniamo per contro tutti i nomi dei primi capitoli e degli ultimi, a mo’ di campionatura, con le loro varianti
esodo:
Pharaone, Faraone; Ruben, Symeon, Levi, Juda, Jsachar, Ysachar; çabulon,
Zabulon; Beniamin, Dan, Neptalim; Gad, Ghad; Aser, Asser; Neptalim, Heptalim;
Jacob, Joseph, Joseppo; Sephora, Phua; Moyses, Moysè, Moisè (di gran lunga prevalente); Raghuel, Raguel; Elieçer, Eliezer; Abraam, Aaron, Aron; Isdrael, Jsrael;
Ruben, Enoch, Esron; Phallu, Phalu; Fiom, Carmi, Carimi; Ruben, Simeon; Jamuel,
Januel; Giamin, Iamin, Janin; Aoth, Adod, Jachim, Soer, Saul, Canathadi, Cananide;
Jerson, Gersen; Caath, Chaat; Merari, Lebeni, Lobin, Semei, Amram, Jesuar, Ysuar;
Ebron; Oçiel, Ociel; Micoli, Moli, Musi, Mariam, Helisabeth, Aminadab, Naason;
Radaad, Radab; Nadab, Abiud; Eleaçar, Eleazar, Leaçar, Eleaççar; Jtamar, Tamar,
Jsamar, Ichamar; Core, Napheg, çechri, Misael, Elisaphan, Elcana, Abiasap, Phatuel,
Phatiel;…Josuè, Iosuè, Giosuè, Giesuè; Amalech, Amalec, Amelech, Adamalech;
Hur, Jethro, Jetro, Ietro; Gersan, Giersan; Eliçer, Eliger, Elieçer; Jacob; Amoreon,
Amorreo, Amorrej; Achananeum, Acaneo, Chananei; Iebuseum, Jebuseo, Jebusey;
Etheo, Fereçeo, Cananeo, Eveo, Gergesseo, Abum, Chalin, Abuen, Habiu, Abiu;
ecc.
giosuè:
Ascharonitae, Acatoniti, Acactoniti, Acatanici, Chatenati; Adam, Adamo;
Amorrei, Amorei, Amorrej, Amorej, Amorreo, Amoreo, Amorea; Açoti, Aççeti;
Calef (da Caleb), Caleff, Galef, Chalef, Chaleph, Calepho, Calefo, Caleffo, Chaleffo;
Chananeo, Cananeo, Chananei, Cananei, Cananej; çeneç, çenef, Jener, çeneçeo;
Eleaçar, Eleaççar, Leaçar, Leaççar, Eleazaro, Eleaçaro, Leaçaro; Esaù (costante),
Gabaoniti, Ghabaoniti, Ghaboniti, Gabaoni, Gabaotini, Glabaonitj, Chabaoniti;
Gadditi, Gergeseo, Gergesseo, Giergeseo, Giergiesei, Gerseo; Eveo, Evei, Leveo,
Levei; Etheo, Eteo, Ettheo, Ectheo, Etteo, Ettei, Lethei; ecc.
21Sono stati elencati soltanto i nomi che hanno subito italianizzazione, pari a circa il 30%
dell’indice onomastico.
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Anche libri che esulano dal Pentateuco offrono risultati analoghi, sebbene si possa verificare un atteggiamento più incline all’adeguamento
alla lingua della versione, per es. nel I Libro dei re dove rileviamo, pur con
trasposizioni, confusioni, incroci e influssi di altri nomi biblici o classici, i
seguenti antroponimi:
Il libro dei Re:
Abinadab, Minadab, Mindabin, Aminadolo; Abimelech, Abimalec, Echimelech,
Abimaleche; Achinoem, Achileem, Antinoe, Alchino; Agag, Agar, Agrag, Agage; Baalim, Baalaim, Abalan, Balavei, Balauti; Cynaeo, Cineo, Cieneo; Eleaççar,
Eleaçaro, Leaççaro; Eliu, Ely, Elcie; Ariel (per Hadriel), Arieli; Heli, Chelim, Eliu;
Gemini (da Jeminis), Gienimi, Gieminj, Giaminj; Jesui, Jesuj, Gielsay, Jesue; Gionatan, Gionatam, Gionactam, Ionatha, Gionata; Giuda; Levite, Leviti, Eleviti; Michol, Micol, Michil, Micoli; Ner, Nere; Falti (per Phaltis), Falchia; Filistei, Filistey;
Salomone, Salamone; Suffe (da Suph), Cusfete, ecc.
Sarà risultato evidente ormai come i nomi più sottoposti ad italianizzazione siano quelli etnici, forse per la loro uscita in -eum intesa come accusativo o come genitivo plurale.
Nel campo delle traduzioni vere e proprie si devono annoverare il ms.
P85, codice della Bibliothèque Nationale de France, fonds italien 85, di
autore definitosi ‘Oriente senese’,22 ovvero Ghinazzone da Siena, vissuto
verosimilmente alla corte d’Aragona e ascrivibile agli anni posteriori al
1447, e la traduzione molto letterale contenuta in un altro incunabolo,
stampato a Venezia nell’agosto 1471.23
P85 f. 29r. x.1.24 Queste sono le generationj de’ figlioli di Noé: Sem, Cam et Jaffeth et a loro sono nati figluoli dappo‘l diluvio.
2. Li figluoli di Jaffet Ghomer et Maghohg, et Maday, Javan, Tubal et Mosoch
et Thiras. 3. Ma li figluoli di Ghomer Asseneç et Rifat (om. et Maday) et Togorma. 4. Ma li figluoli di Javan, Helissa et Tharsis, Cethim et Dodanim. 5. Da questi
son divise l’isole de le genti ne le sue regionj, ciaschuno sicondo la lingh[u]a et le
famigle sue ne le loro nationi.25 6. Ma e’ figluoli di Cham, Chus et Mesrain et Fut
et Canaam. 7. Ma li figluoli di Chus, Saba et Evila et Sabacha et Reghma et Saba-
22Per maggiori informazioni rinvio al mio studio Il volgarizzamento della Bibbia di Ghinazzone da Siena: una fonte lessicale da acquisire, in Italica e Romanica, Fetschrift für Max Pfister zum 65.
Geburstag, a c. di G. Holtus - J. Kramer - W. Schweickard, Niemeyer, Tübingen 1987, pp. 265-81.
23In altra occasione ho avuto modo di dimostrare come l’incunabolo dell‘ottobre dello stesso
anno attinga talora all’edizione agostana.
24Il testo è trascritto direttamente dal ms. originale, tuttora inedito.
25Il cambiamento di nome è intenzionale e prescritto da Dio: Gn, xvii, 5 nec ultra vocabitur
nomen tuum Abram, sed appellaberis Abraham…Sarai uxorem tuam non vocabis Sarai sed Sarram
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thacha. Li figluoli di Reghma Saba et Dadan. 8. Per certo Chus generò Nemroth: 26
esso incominciò esser potente in terra et era robusto in terra…10. Ma el principio
del regno suo fu Babylonia / et Arath et Archad et Chalanne ne la terra Semnart.
11. Di quella terra è uscito Assur et edificò Ninive et le piaçe de la città et Chale.
12. Et ancora Resen intra Ninive et Chale: questa è la città grande. 13. Ma Mesraim generò Ludim et Ananim et Laabim, Neptuim 14. et Fetrusim et Cesluim, de li
quali sono usciti Filistim et Chaturim. 15. Ma Canaam generò Sidonem primogenito suo, Etheo 16. et Jebuseo et Amorreo, Gergesseo, 17. Etveo et Aradio, Cineo
et Arateo, Samaritem et Amateo, et per questi è diseminato el seme del populo de
li Cananey. 19. Et fatti sono li termini de’ Cananey venendo da Sidone a Geraram
insino a Ghaça, per insino che entrj a Sodoma et Ghomorra et Adamam et Seboym
per insino a Sela.27 20. Questi son li figluoli di Cam ne’ parentadi et linghue et generationj et terre et gentj loro.
21. Di Sem, fratel magiore di Jaffet, ancora nati sono li padrj di tutti li figluoli
di Heber. 22. Li figluoli di Sem Elam et Assur et Arfaçat et Lud et Aram. 23. Li figluoli d’Aran Us et Hul et Gether et Mes. 24. Ma Arfaçat generò Sale, del quale // è
nato Heber. 25. Et ad Heber sono nati due figluoli, l’uno ebe nome Falegh, imperò
che ne’ suoi dì fu divisa la terra, et el nome del fratel suo Jectan. 26. El qual Jectan
generò Elmodad et Salef et Asarmoth, Jare 27. et Aduram et Uçal et Deda 28 et Ebal
et Abimael, Saba 29. et Offir et Eiula29 et Jobab; tutti questi figliuoli di Jectan.
xi. f. 29v. x, 10. Queste sono le generationj di Sem: Sem era di cento annj quando generò Arfaçat due annj doppo’l diluvio…12. Et Arfaçat visse trentacinque annj
et generò Sale…14. Sale ancora // visse trentacinque annj et generò Eber…16. Ma
Eber visse trentatré annj et generò Falegh…18. Et Falegh visse trenta annj et generò Reu…20. Reu visse trentadue annj et generò Saruch…22. Saruch visse trenta
annj et generò Nachor…24. Visse Nachor vintinove annj et generò Thare…26. Et
visse Thare settanta annj et generò Abram et Nacor et Aram. 27. Et Aram generò
Loth. 28. Et morto è Aram innançi che Thare, padre suo, ne la terra de la sua nativitade nel fuocho30 de’ Caldej. / 29. Abram et Nacor menaron mogli. El nome de
la moglie d’Abram Saray, el nome de la moglie di Nacor Melcha, figliola d’Aram,
padre di Melcha e di Jesche.
AG71 f 16r x, 1 Queste sonno le generationi de li figliuoli de Noè: Sem, Cham
et Japhet et a quelli nascerono i figlioli doppoi el diluvio.
2. I figluoli de Iaphet: Gomer et Magog et Madai et Iavan et Thubal et Mosoch
et Thiras. 13. Certe a li figluoli de Gomer: Assenem et Riphat et Thogorma. 4. Et
li figlioli de Iavan: Helisa et Tharsis, Tethim et Dodanim. 5. Da questi son divise le
insule de le genti ne le suoe regioni, ciaschadun secundo la sua lingua et le famiglie suoe et le suoe nationi. 6. Et li figlioli di Cham: Chus et Mesfraim et Phuth et
26Ms.
Nembroth con b annullato da un tratto obliquo.
Sela è attestato nella Vulgata in G cum quibusdam codd. graecis.
28Il nome Deda appartiene alla varia lectio della Vulgata, nella famiglia Ws.
29Nella Vulgata tra le varianti compare Eiula nella famiglia ΛH.
30Nel ms. Ur è soprascritto a fuocho e a lato compare la glossa Altri dicono ne la città chiamata Ur.
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Chanaam. 7. Et li figluoli di Chus: Saba, Evila31 et Sabatha et Regma et Sabathaca.
Li figluoli de Regma: Saba et Dadan. 8. Ma Chus generò Nemroth: esso comenzò
ad esser potente ne la terra et era robusto cacciatore dinanzi al Signore; da questo nacque il proverbio “Nemroth, robusto cacciator dinanzi al Signor”. 10. Et il
principio del suo regno fue Babilonia et Arach et Achat et Chalanne ne la terra de
Sennaar. 11. Da quella terra uscì Assur et edificò Ninive et le piaze della cittade et
Chale: questa è la gran cittade. 12. …13. Ma Mesraim generò Ludim et Anamim et
(om. di Laabim) Neptuim et Phe/trusim et Cellui, de li quali sono usciti Philistiim
et Capturim. 15. Et Chanaam generò Sydonem suo primogenito, Etheo 16. et Jebuseo et Ammorreo et Gergeseo 17. et Aveo et Aracheo, Syneo et Aradio, Samrithen
et Amatheo, et per questi sono disseminati li populi de’ Chananei. 19. Et li termini
de Chanaam son facti venendo da Sydone, Ieraran insino a Gaza, per insino che tu
entri a Sodoma et Gomorra et Adamam et Seboim insin a Iesa. 20. Questi sono li
figlioli de Cham ne le suoe cognationi et lingue et generationi, terre et genti sue.
21. Et de Sem, patre de tutti li figluoli de Heber, fratre de Japhet maziore, 22.
sono nati: Helam et Assur et Arphasat, Lud et Aram. 23. Li figluoli de Aram: Hus
et Hul et Gether et Mes. Arphaxat generò Sale, del quale è nato Heber 24. Sono
nati ad Heber dui figluoli, l’uno se chiamò Phaleg, perhò che nelli suoi dì fue divisa la terra, et il nome di suo fratello Iectan. 26. El quale Iectan generò. Elmodad et
Saleph et Asarmoth, Iare et Aduram et Iazal et Dedda et Hebal et Abimahel, Saba et
Iophir et Evila et Iobab; tutti questi sono figluoli de Iectan…
xi, 10 Era Sem de cento anni quando generò Arphaxat duo anni doppoi al diluvio…12. Et Arphaxat etiam vivette trentacinque anni et generò Sale…14. Sale
anchora visse trenta anni et generò Haber ..16. Heber visse trentaquattro anni et
generò Phalech…18. Phalech visse trent’anni et generò Reu…20. Reu visse trentacinque anni et generò Saruch…22. Saruch visse trent’anni et generò Nachor…24.
Nachor visse vintinove anni et generò Thare…26. Thare generò Abram, Nachor et
Aram. 27. Et Aram generò Loth. 28. Et mortuus est Aram inanzi Thare, suo padre,
ne la terra de la sua nativitade, in Hur de Cal/dei. 29. Dove Abram et Nachor tolsero mogliere. El nome de la mogliere de Abram Sarai et il nome de la mogliere de
Nachor Melcha, figluola de Aram, patre di Melche et patre de Iesche.
Interessante è a questo punto collazionare un volgarizzamento con una
traduzione per vederne comparativamente l’aspetto. A tal scopo scegliamo
il capitolo x del libro di Giosuè che in un primo tempo faceva parte del
Pentaeuco, anteriormente alla sua espulsione per far posto ad un altro libro.
giosuè
P1, f. 77v., x.1
La qual cosa con ciò sia cosa che l’udisse Adonibeçech (RA Adombecçeth, S
Adonjsedet, FL2 Adonsedech, P85 Adomsedech) re d’Ierusalem, che ciò fosse che
31 Qui e in seguito la lettura potrebbe essere Eiula: nella Vulgata tra le varianti compare Eiula
nella famiglia ΛH.
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Josuè (S Giesuè) avesse presa la città da Chay et avessela disfacta et come avea
facto a Iericho et al re suo et che i Gabaoniti (RA Gabaotini, S Ghabaonitj, FL2
Ghaboniti, P85 Ghabaoniti) se ne fossono andati ad Israel et fossono patteggiati
co· loro 2. ebbe grande paura. Jmperciò che Gabaon era grande cictade et una delle cittadi reale et maggiore che’l castello da Chai et tutti i suoi combattitori fortissimi. 3. Et mandò Adonisedech (RA Adomsedech, S Adonjsedech, FL2 Adansedech,
P85 Adonisedech) re d’Ierusalem ad Horam (FL2 Oran, P85 Joan) re d’Ebron et a
Faran (RA Fharanre, FL2 Faraim) re de Bermoch et a Giasis (RA Giasse, S Giesuè,
FL2 Josuè, P85 Ramfie) re de Laccis et a Dabor (FL2, P85 Dabir) re de Eglon, dicendo...
xvii. 1. Cadde la sorte a la schiatta di Manasse (S Manasses) (imperciò ch’egli
è il primogenito, cioè il primo figliuolo di Joseph (RA, FL2 Iosep, S Giosep, P85
Josef) e Machir (FL2 Macchir ), primogenito (om. Manasse patri) di Galaad (RA
Ghalaad), il quale fu huomo combattitore et ebbe la possessione di Galaad et di
Balan (S Basan, P85 Bassan), 2. et di tucti gli altri de’ figliuoli di Manasse secondo
le loro famiglie, a’ figliuoli d’Aabiager (RA, FL2 Abiaçer, S Abiaççer, P85 Abieçer)
et a’ figliuoli d’Elech (RA, FL2 Leth) et a’ figliuoli d’Esnel (RA Esriel, FL2 Effriel,
S Eunel, P85 Enel), et a’ figliuoli di Sechen (FL2 Secchen) et a figliuoli d’Asser (RA,
S Effer, FL2 Deser, P85 Sefer) et a’ figliuoli di Semidai (S Semeda, P85 Semida).
Questi sono i figliuoli di Manasse (del) figliuolo di Joseph, maschi per ceppo et
parentado loro. 3. Ma Salfaad (RA Salfaath, FL2 Salfach, S Safath, P85 Salfaat) il
figliuolo d’Effer (FL2 Esser, P85 Efer) del figliuolo di Galaad, che fu figliuolo di
Nachir (P85 Machir), del figliuolo di Manasse non avea figliuoli ma figliuole, delle
quali questi sono i nomi: Maala e Nua, Egla (RA M. e Lia e M. e Corser, FL2 M. e
Mia ed Eglia, P85 Malaal), Melcha et Tersa (RA Chersa, FL2 Tersa, P85 Dersa)…
Da notare in questo libro, come in tutti i libri successivi del resto, la
considerevole diffrazione degli antroponimi che porta a varianti anche
assai lontane dalla lezione dell’originale, per es. Iaphia diviene Ramfie, Ioab
diviene Anibal, Noa diviene Miglia, Thersa diviene Corser, ecc., senza che
si possa individuare una regolarità di trattamento, per es. dal nome ignoto
al più noto, come succede in Anibal, o dal nome biblico poco frequente
a quello più ricorrente, per es. da Sidonii a Soddoma, dal non-significante
(apparente) al portatore di significato, per es. da Recen a Re. Ovviamente
non è il caso a determinare i mutamenti, o meglio le alterazioni, ma è evidente che la complessità della tradizione, che si rinnova e varia per ogni
libro, la pluralità di testimoni e di copisti, il grande numero di antroponimi
presenti soprattutto nei primi libri del canone, agevolarono l’oscillazione
dettata dalla percezione, dal livello culturale, dalle associazioni di pensiero,
dalle interferenze linguistiche e dalle assonanze a distanza dei singoli trasmettitori dei testi sacri.
È appurato dunque che le traduzioni, forse anche in misura maggiore,
perché spesso affidate a tecnici quali umanisti, maestri, operatori culturali
come si definirebbero oggi con un’espressione di attualità, sono egualmen-
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te conservativi nei riguardi degli antroponimi (ma lo stesso si potrebbe
affermare per i toponimi).
È doveroso premettere alcune osservazioni sulla condotta di san Gerolamo di fronte al testo ebraico: egli conosceva la lingua, ma è attestato
che non era in grado di introdurre le vocali non marcate in modo giusto.32
Un secondo notevole scoglio incontrò il traduttore della Vulgata quanto
ai nomi terminanti in -im: tale uscita indica il plurale, per es. in Genesi
X, 14 Philisthim et Capthurim (e questi furono correttamente riconosciuti
per collettivi dai volgarizzatori e dai traduttori); i nomi propri di persona
terminanti con la stessa uscita (per es. Cetthim, Mesraim, Anamim, Laabim,
ecc.) sono dovuti al fatto che la lingua latina è ‘lingua emme’ e che san Gerolamo non era in grado di distinguere l’originaria uscita in -n (che è parte
della radice, es. Beniamin) e quindi conguagliò tale terminazione secondo
l’uso latino (per es. Caynan nella Bibbia Padovana portato a Caynam). Ciò
ovviamente rendeva difficile non solo al santo ma a qualsiasi volgarizzatore
o traduttore di livello medio, e certamente ignaro dell’ebraico, rendere in
italiano in modo soddisfacente i vocaboli in -im, costringendolo a lasciarli
intatti e a desistere da interventi italianizzanti.
Ma altri fattori determinanti a spiegare il mantenimento sono: 1) la
complessità intrinseca di adattare nomi che già san Girolamo aveva con
difficoltà trasportato dall’ebraico in latino; 2) a parte pochi nomi declinati
in latino (es. Hava/Havam (che poi diventerà Eva nel volgare), Lia/Liam,
i nomi maschili in -a e i nomi di II declinazione in -eum), tutti gli altri si
presentavano con uscite a stento riconducibili alle categorie latine, poiché
uscenti in consonante (in -d, -g, -l, -r, -s, -m, -n, -ch, -th, -z.); 3) la serie di
nomi in -im non poteva essere associata fruttuosamente ai pochi accusativi
in -im della III declinazione, anche perché nel contesto biblico spesso il caso assunto da questi nomi era il nominativo (per es. x, 4, 6, ecc.); 4) ancor
più tortuoso dotare di un’uscita italiana gli antroponimi in -an o similari
(per es. Chanaan, Dadan, ecc.); 5) la presenza di monosillabi (Sem, Chus,
Fut, Ham, Loth, Reu, Us, Hul, ecc.) per i quali in linea di massima risultava
arduo individuare una radice paragonabile ad una latina, a parte qualche
eccezione, come nel caso visto di Sette.
Neppure gli antroponimi in -e, facilmente assimilabili alla III declinazione, quali Thare, Sale, vennero adattati da san Gerolamo al latino, tranne
in sporadici casi, come Sidonem (x, 15), probabilmente per influsso dell’omografo toponimo ben noto fin dall’antichità. Per tale motivo e poiché
32Per es. il Monte Ararat, a nord-ovest del lago di Van, ove l’arca si sarebbe arrestata, risente
dell’immissione del Dottore della Chiesa che, di fronte alla sequela consonantica r-r-t, avrebbe inserito le vocali a casaccio; in realtà il suo vero appellativo è Urartu.
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una uscita in -e poteva essere legittimamente accettabile per l’italiano, gli
antroponimi con tale terminazione rimasero intatti
Quali saranno dunque le cause che hanno indotto a tale conservatività?
Come mai non ci imbattiamo raramente nei nomi come Giobbe, Davide,
Matusalemme, ecc., mentre per lo più vengono conservati nella forma della
Vulgata, quando gli studi di onomastica toscana di Arrigo Castellani33, e
prima ancora di Meyer-Luebke,34 ci attestano con sicurezza che agli inizi
del volgare non esistevano né primi né secondi nomi uscenti in consonante? Anche la grammatica storica della lingua italiana di Gerhard Rohlfs35
sostiene che il toscano, contrariamente al castigliano e al francese, aborre
dalle uscite consonantiche, a tal punto che viene apposta una e paragogica,
anche nei dialetti meridionali. Tale opinione contrasta con la realtà ora
esaminata.
Si deve pertanto concludere che, oltre alle complessità pratiche di resa
in italiano già esposte, il testo sacro per eccellenza dovette esercitare sui
volgarizzatori e traduttori una particolare forma di reverenza tale da indurli a non compromettere una traduzione già di per sé difficile con accanimento sulla trasformazione di nomi in volgare, operazione forse giudicata
inutile dato che comunque l’uso liturgico del latino aveva abituato al riconoscimento dei personaggi, il cui valore antroponimico semantico e fonetico era secondario rispetto al contenuto e al messaggio dei versetti biblici.
33Cfr. A. Castellani, Onomastica, in “Saggi di linguistica e filologia italiana e romanza”
(1946-1976), I, Salerno Editrice, Roma 1980, pp. 457-67.
34Cfr. W. Meyer-luebke, Grammatica storica della lingua italiana e dei dialetti toscani, Torino, Loescher 1972, § 88.
35Cfr. G. rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, Torino, Einaudi
1966, § 335.
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