Newsletter periodica d`informazione

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Newsletter periodica d`informazione
Newsletter periodica d’informazione
Newsletter ad uso
esclusivamente
interno e gratuito,
riservata agli
iscritti UIL
Anno XV n. 4 del 07
febbraio 2017
Consultate www.uil.it/immigrazione
Aggiornamento quotidiano sui temi di interesse di cittadini e lavoratori stranieri
Migrazioni: firmato il «patto di Lampedusa»
La Uil lancia il patto tra sindacati
del Mediterraneo
Il Segretario Generale della UIL, Carmelo Barbagallo,
ha lanciato l’alleanza su “pace e lavoro” dei
sindacati del Mediterraneo, promuovendo una rete
tra forze sociali che coinvolge differenti aree
geografiche e che vuole crescere diventando un
appuntamento - su cui raccogliere nuove adesioni –
da celebrarsi il 2 febbraio di ogni anno in Paesi
diversi. Sull’isola degli sbarchi, la UIL ha riunito Paesi
e confessioni diverse con l’obiettivo di firmare un
patto di collaborazione in materia di migrazioni,
libertà e sviluppo. All’evento storico ha partecipato
l’intero
Esecutivo
nazionale,
la
Segreteria
Confederale e moltissimi esponenti delle istituzioni e
società civile, a partire dal sindaco di Lampedusa
Giusi Nicolini.
SOMMARIO
Appuntamenti
pag. 2
Barbagallo a Lampedusa
pag. 2
Sbarchi, nuovo record nel 2017
pag. 3
Vertice di Malta
pag. 4
Amnesty: illegali i rimpatri
pag. 5
Hein: l’ipocrisia sui profughi
pag. 6
Cittadinanza subito
pag. 7
Permessi: in tilt il sito del Viminale
pag. 8
Anci: più inclusione per Rom e Sinti
pag. 9
Notizie in breve
A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil
Dipartimento Politiche Migratorie
A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil
Tel. 064753292- 4744753- Fax: 064744751
Dipartimento Politiche Migratorie
E-Mail [email protected] Tel. 064753292 - 4744753 - Fax: 064744751
EMail [email protected]
pag. 10
Dipartimento Politiche
Migratorie: appuntamenti
Roma, 09 febbraio 2017, ore 13, Camera dei
Deputati
Riunione gruppo riforma T.U. Immigrazione
(Giuseppe Casucci)
Bruxelles, 13/14 febbraio 2017, sede CESE
Riunione gruppo esperti SOC 533
(Cinzia Del Rio, Giuseppe Casucci)
Roma, 21 febbraio 2017, ore 12, sede UIL, sala
Walter Tobagi
Riunione Tavolo Immigrazione
(Giuseppe Casucci, Angela Scalzo)
Prima pagina
Migranti, Barbagallo: «Accordo di
Lampedusa un evento storico»
Riuniti per la prima volta sul tema immigrazione
tutti i sindacati dei paesi del Nord Africa
Lo leggo do
Roma, 2 febbraio 2017 (AdnKronos) "Non è la solita iperbole, è un dato di fatto: l'Accordo
di Lampedusa è davvero un evento storico. Perché è
la prima volta che un sindacato riesce a riunire,
nell'isola simbolo del problema dell'immigrazione,
tutti i sindacati dei paesi del Nord Africa, di Israele e
della Palestina, insieme ai rappresentanti delle
religioni cattolica, musulmana, ebrea e buddista. E i
sette sindacati con la Uil hanno firmato questa intesa
destinata a produrre effetti importanti, e non solo
nel mondo sindacale". Ad affermarlo in una nota è il
segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo in
merito all'accordo firmato oggi che chiede alle
Istituzioni internazionali ed europee di affrontare con
più coraggio e determinazione la questione
immigrazione. Le organizzazioni sindacali firmatarie
del presente Accordo di Lampedusa, si legge
nell'intesa, "chiedono alla Confederazione europea
dei Sindacati di proporre all'Ue l'istituzione di un
Fondo in cui tutti i Paesi membri facciano confluire
risorse derivanti da forme di 'solidarietà fiscale', sul
modello del cosiddetto '8 per mille' attuato in Italia,
da destinare alla realizzazione di progetti idonei a
creare lavoro in quelle zone prostrate dall'indigenza,
dalla povertà e dalla guerra. L'Ue dovrà farsi carico
del coordinamento e della gestione di tale attività di
sostegno alla crescita". La collaborazione tra la Uil e
gli altri sindacati firmatari si concretizzerà, inoltre,
in un progetto di cooperazione: la prima si impegna
a istituire o a rafforzare uffici o punti di Patronato;
gli altri si impegnano a offrire, nelle forme possibili,
il relativo supporto logistico. L'obiettivo è quello di
limitare i casi di immigrazione clandestina offrendo
assistenza e tutela alle persone coinvolte. Strumento
principale sarebbe la realizzazione, in loco, di corsi
di formazione finalizzati all'apprendimento di
specifiche mansioni o di rudimenti e tecniche di
autoimprenditorialità che i formati potrebbero, poi,
mettere a frutto, quando le condizioni lo
consentissero, nei Paesi di origine o, secondo indirizzi
preventivamente individuati, in Paesi dell'Ue. I
sindacati firmatari daranno continuità al Meeting di
oggi istituendo un Comitato permanente di
monitoraggio e analisi del fenomeno migratorio e
delle sue implicazioni per lo sviluppo e il lavoro,
coinvolgendo in questo progetto tutti gli altri
sindacati dei Paesi che si affacciano sul
Mediterraneo, organizzando, a turno, una volta
l'anno, eventi analoghi nei loro territori nazionali.
"Non c'è solidarietà senza accoglienza - sottolinea
Barbagallo - e la Uil ha ritrovato in Lampedusa gli
stessi valori della solidarietà che ha nel proprio Dna.
Partiamo da qui, con i sindacati del Marocco, Algeria,
Tunisia, Libia, Egitto, Palestina, Israele per un
progetto di cooperazione con quegli stessi paesi da
cui i migranti sono costretti a fuggire per i conflitti,
la povertà e la fame. Il sindacato può e deve
assumersi le proprie responsabilità, svolgendo il ruolo
di pacificazione e di sviluppo economico. Non si
possono sperperare risorse per la costruzione di muri
e barriere - conclude il leader della Uil - ma bisogna
puntare sulla cooperazione, la partecipazione e
l'inclusione. Solo così cominceremo ad aprire una
nuova strada per la pace, la coesione e il lavoro nel
mondo".
Il testo dell'accordo
2
Uil lancia il patto di Lampedusa,
alleanza tra sindacati Med
Barbagallo promuove accordo 8 Paesi, diventerà
evento annuale
Lo leggo do
LAMPEDUSA, 2 febbraio 2017 - Una
risposta a "chi nel mondo oggi vuole alzare muri e
barriere": il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, ha
riunito a Lampedusa i sindacalisti di altri sette Paesi
del Mediterraneo organizzando il primo Meeting
internazionale "per un mare di pace e lavoro". Allo
stesso tavolo, con la Uil, sindacalisti di Israele e della
Palestina, e di Tunisia (con Hassine Abbassi, premio
Nobel 2015 per la Pace con il "National Dialogue
Quartet" tunisino), Algeria, Marocco, Egitto, Libia
(con Nermin Sharif, la prima donna segretario
generale di un Paese del Nord Africa). Con loro anche
i rappresentanti di quattro religioni. L'obiettivo è la
creazione di una rete di forze sociali che possa
rilanciare il dialogo tra Paesi che vivono "una
condizione di crisi emblematicamente e tristemente
rappresentata dall'esodo di popolazioni che,
attraversando questo mare - scrivono in un
documento congiunto i sindacati degli 8 Paesi cercano di fuggire dalle miserie e dalle persecuzioni,
affidandosi a mercanti di morte che ne sfruttano il
dolore". Chiedono insieme "più coraggio e più
determinazione", di affrontare l'emergenza migranti
con un "nuovo approccio" che non sia "basato solo
sulla sicurezza" ma "inclusivo", che integri la
dimensione economica, sociale, culturale", una
"accoglienza intelligente e solidale", a cui affiancare
il lavoro per "costruire opportunità di crescita e di
occupazione in quei territori da cui partono i flussi
migratori". Obiettivi che puntano anche a creare le
condizioni "per un efficace contrasto della
delinquenziale opera degli scafisti". Carmelo
Barbagallo vuole che il progetto che nasce oggi a
Lampedusa possa crescere nel tempo: punta ad
"allargarlo ad altri Paesi che si affacciano sul
Mediterraneo, come Spagna, Grecia, Turchia. E anche
alla Siria appena le difficili condizioni del Paese lo
consentiranno". Intanto, con l'impegno di tutti i
sindacati presenti e che hanno firmato l'accordo,
l'evento di Lampedusa si ripeterà "una volta l'anno",
"a turno" nei diversi Paesi coinvolti. "Vogliamo
ripetere questo incontro ogni anno, in tutti i Paesi del
Mediterraneo, e magari nella stessa data del 2
febbraio, all'insegna dei valori della cooperazione,
della solidarietà, e dello sviluppo". E "non è un club
esclusivo. Dobbiamo includere, coinvolgere tutti i
sindacati del Mediterraneo che oggi non ci sono, e
tutti gli altri sindacati italiani". Infine, una proposta
concreta all'Europa: creare "un fondo in cui tutti
Paesi membri facciano confluire risorse derivanti da
forme di solidarietà fiscale", alimentato "sul modello
del cosiddetto 8 per mille attuato in Italia", per
realizzare "progetti idonei a creare lavoro in quelle
zone prostrate dall'indigenza, dalla povertà e dalla
guerra".
Rifugiati
Sbarchi: da gennaio 9.359 nuovi
arrivi dal Mediterraneo
Nel 2016, al netto dei contributi della Ue, che sono
stati la vergognosa cifra di 120 milioni, sono stati
spesi 3,3 miliardi. Nel 2017 la spesa per
l’immigrazione rischia di arrivare al record storico di
4,2 miliardi di euro
Redazionale
Lo leggo do Roma, 07 febbraio 2017 - Malgrado il
recente accordo Italia- Libia per fermare l’attività
degli scafisti e malgrado il maltempo, continuano ad
ondate gli arrivi sulle nostre coste del Sud Italia.
Negli ultimi 4 giorni, le motovedette della Guardia
Costiera, tra Lampedusa e Augusta, ne hanno sbarcati
quasi 1500. Negli ultimi cinque giorni ne sono stati
soccorsi nel Canale di Sicilia, quasi 2000. La Marina
libica, ha comunque iniziato un’attività di
pattugliamento nelle proprie acque territoriali ed ha
fermato e riportato a terra qualche centinaio di
migranti caricati su barconi e gommoni di fortuna.
Vedremo a breve se i nuovi impegni presi dai leader
europei nel recente vertice di Malta (Dichiarazione
di Malta) darà qualche risultato in termini di
3
controllo dei flussi migratori. Secondo dati del
Viminale sono – dal ° gennaio e fino la data di oggi –
9359 le persone soccorse dalla nostra Marina e
sbarcate in Italia. Rispetto allo stesso periodo del
2016, l’incremento è del 55%. Se il trend di crescita
dovesse continuare anche quest’anno si avrebbe un
nuovo record negli arrivi, rispetto i 181.436 migranti
e profughi sbarcati nel 2016. Attualmente sono
175.220 le persone ospitate nel sistema di
accoglienza, di cui 136.711 presenti nelle strutture
temporanee, 23.107 negli Sprar, 13.977 nei centri di
prima accoglienza e 1.425 negli hotspot. In termini di
ospitalità nelle regioni, un plauso va alla Lombardia
con 23.212 persone accolte, seguita dal Lazio
(14.722), Campania (14.430), Sicilia (14.150, Veneto
(13.587). I porti maggiormente interessati dagli arrivi
sono in ordine: Augusta, Catania, Trapani, Reggio
Calabria, Lampedusa, Messina, Vibo Valentia,
Pozzallo, Porto Empedocle e Taranto. Trapani,
Lampedusa, Pozzallo e Taranto sono sedi dei 4
hotspot finora esistenti. In termini di provenienza
degli sbarcati abbiamo al primo posto la Guinea (965
arrivi dal 1° gennaio), Costa d’Avorio (933), Nigeria
(526), Senegal (470), Gambia (395), Mali (330),
Marocco (257), Bangladesh (242), Iraq (131), Camerun
(139). Considerando la provenienza, si tratta di
persone che probabilmente migrano per ragioni
economiche, anche se ogni vicenda dovrà essere
verificata individualmente, come vuole la legge. In
un rapporto inviato dal ministero dell’Economia alla
Commissione Europea sui fattori rilevanti che
influenzano l’andamento del debito pubblico, si
evidenzia come, quest'anno,
la spesa per
l’immigrazione potrebbe arrivare al record di 4,2
miliardi di euro. Nel 2016, al netto dei contributi
della Ue di 120 milioni di €, sono stati spesi 3,3
miliardi. Per il 2017 sono già stati stanziati 3,8
miliardi, oltre ai 200 milioni del "Fondo per l’Africa"
per investire nei Paesi da cui partono i flussi di
immigrazione più importanti. Ma quella prevista in
bilancio, si legge nel rapporto, è una cifra che se il
trend degli ultimi mesi dovesse continuare, potrebbe
crescere
di
altri
quattrocento
milioni.
Secondo il ministero dell’Economia, dal 2014 a fine
2017 lo Stato avrà speso tra gli 8 e gli 8,4 miliardi di
euro in più rispetto al periodo 2011-2013. L’Italia
chiede che questa spesa sia considerata "eccezionale"
e, pertanto, non conteggiata nel calcolo del
disavanzo annuale monitorato per verificare il
rispetto degli impegni di bilancio.
Vertice di Malta: sostegno Ue
all’accordo con la Libia sui migranti
(com.unica, 4 febbraio 2017) Durante il vertice
informale di Malta i leader dell’Ue hanno assicurato il
loro pieno sostegno all’accordo Italia-Libia sulla
gestione dei migranti (Ansa). “Ho ripetuto ai colleghi
che dobbiamo essere tutti consapevoli che si tratta di
una primo passo – ha detto Gentiloni. Il governo libico
riconosciuto a livello internazionale non ha lo stesso
controllo di Erdogan, per fare un paragone. Non si
può aspettarsi che all’improvviso la situazione
cambi”, ha aggiunto il presidente del consiglio. L’Ue
è determinata ad agire in materia di immigrazione
“nel pieno rispetto dei diritti umani, delle leggi
internazionali e dei valori europei”. Lo si legge nella
dichiarazione congiunta sull’immigrazione stilata dai
leader europei. I leader hanno intenzione di
rafforzare “le capacità della Ue per i rimpatri, nel
rispetto della legge internazionale”. Intervistato da
La Stampa il presidente tedesco Joachim Gauck
avverte: “Non dobbiamo rifiutare l’ingresso ai
rifugiati ma i flussi vanno regolati”. Quanto alle
polemiche sulla manovra aggiuntiva il premier
italiano ha chiarito di non temere la procedura
d’infrazione e si dice fiducioso sul negoziato con
Bruxelles. Intanto il ministro dell’Economia Padoan
lavora sugli interventi richiesti dalla Commissione:
1,5 miliardi, scrive Repubblica, dovrebbero arrivare
dall’aumento di accise e imposte indirette. Per
Angela Merkel “l’Europa può avere un futuro a
diverse velocità”. La cancelliera vorrebbe che l’idea
di un’Unione a due velocità fosse inserita nel
documento che dovrebbe uscire dal vertice di Roma
del prossimo 25 marzo (Corriere). “Abbiamo imparato
dalla storia degli ultimi anni — ha detto ieri sera la
cancelliera tedesca al termine vertice — che ci
potrebbe essere un’Europa a differenti velocità e che
non
tutti
parteciperanno
ai
vari
passi
dell’integrazione europea”. Dichiarazione di Malta
dei membri del Consiglio europeo sugli aspetti esterni
della
migrazione:
affrontare
la
rotta
del
Mediterraneo centrale
4
Migranti: Viminale; boom domande
asilo, +41% a gennaio
Sistema in sofferenza, calo richieste esaminate,
status al 5%
Lo leggo do
(ANSA) - ROMA, 31 GEN - Impennata
delle richieste di asilo in Italia in questo primo mese
del 2017: +41% rispetto al gennaio 2016. E, nello
stesso tempo, sono in calo dell'11% le domande
esaminate dalle Commissioni. A fornire i numeri di un
sistema "in sofferenza" è il prefetto Angelo Trovato,
presidente della Commissione nazionale per il diritto
di asilo, in audizione alla Commissione parlamentare
d'inchiesta sull'accoglienza dei migranti. La costante
pressione migratoria è confermata anche dai dati
sugli sbarchi. A gennaio sono arrivate 4.504 persone
via mare, di cui 395 minori non accompagnati. Ed in
tanti fanno domanda di protezione in Italia. Si tratta
di numeri sempre più imponenti, non semplici da
gestire per la macchina messa in piedi dal Viminale.
Dalle 26mila richieste del 2013 si è infatti passati alle
64mila del 2014, alle 83mila del 2015 fino alle
123mila del 2016. Ed il dato di gennaio 2017 indica un
ulteriore aumento del 41%. Delle 123.600 domande di
asilo del 2016 (+47% rispetto al 2015), 11.656 sono
state presentate da minori. La grande maggioranza
delle richieste (105mila) è arrivata da uomini. La
Nigeria è la nazione più rappresentata, con 27mila
richieste. A gestire questo fiume di istanze sono le 20
Commissioni territoriali per l'asilo, cui si aggiungono
28 sezioni, sei delle quali con presidente a tempo
pieno. Ciascuna Commissione costa 314mila euro
all'anno. Sull'esame delle richieste, ha rilevato
Trovato, "si stanno accentuando i problemi, dovuti
soprattutto alla necessaria presenza di uomini delle
forze di polizia, che sono oberati da altri impegni. E
così invece di fare 4-5 audizioni al giorno, si è scesi a
3. Nel 2017 si è registrato un calo del 10% delle
domande esaminate e ciò è preoccupante". A
conclusione dell'iter, lo status di rifugiato è stato
concesso per il 5% delle domande esaminate; al 14% è
stata assegnata la protezione sussidiaria, al 21%
quella umanitaria e nel 56% dei casi c'è stato il
diniego. I tempi medi di esame delle richieste nel
periodo 2014-2016 sono stati di 257 giorni, con una
tendenza all'accelerazione. Si è infatti passati dai 347
giorni del 2014 ai 261 del 2015 ai 163 del 2016. Le
richieste ancora pendenti ammontano a 110mila.
"Siamo - ha spiegato il prefetto - il secondo Paese
europeo, dopo la Germania, per numero di pratiche
esaminate". Quanto ai ricorsi contro il diniego dello
status, dal 2014 al 2016 ne sono stati sottoscritti
53mila, il 18% definiti (70% accolti) e l'81% pendenti.
Critiche al Governo arrivano dalle opposizioni.
"Dall'audizione del prefetto - rileva Gregorio Fontana
(Fi) - viene l'ennesima conferma della pesante e
ingestibile eredità lasciata dal Governo Renzi. La fase
della
prima
definizione
dello
status
del
migrante/richiedente
asilo
è
nella
diretta
responsabilità dell'Esecutivo, che ha il dovere di
garantire una procedura rapida ed efficace. Abbiamo
sollecitato decine di volte Governo su questo fronte,
ma senza risultato". Per il governatore leghista del
Veneto, Luca Zaia, i dati forniti da Trovato danno
conto di "un sistema completamente in tilt. Chi
voleva un ritratto drammatico del caos che ha
accompagnato
e
accompagna
la
gestione
dell'immigrazione in Italia è accontentato".
MIGRANTI: AMNESTY, RIMPATRIO
IRREGOLARI LECITO, VIOLAZIONE
LORO DIRITTI NO
Ong esprime preoccupazione dopo telegramma.
Viminale su nigeriani
Lo leggo do
Roma,
3 febbraio 2017 (AdnKronos) - "Dei cittadini nigeriani
potrebbero essere tra le prime vittime di nuove
pratiche di polizia ad alto rischio di violazioni dei
diritti umani". Amnesty International ha appreso con
preoccupazione di un telegramma datato 26 gennaio
2017 diramato dal Ministero dell'Interno alle questure
di Roma, Brindisi, Caltanissetta e Torino in cui si
richiede alle autorità competenti di liberare posti nei
Centri di identificazione ed espulsione (Cie) delle
rispettive città per la detenzione di 50 donne e 45
uomini di nazionalità nigeriana, anche attraverso il
rilascio di cittadini di altre nazionalità se necessario;
nonché di procedere al rintraccio di migranti
nigeriani in posizione irregolare ai fini di eseguirne il
rimpatrio. "Gli aspetti del telegramma che destano
allarme sono numerosi. La richiesta di rintracciare e
detenere migranti irregolari di una specifica
nazionalità fa temere che verranno o siano già state
5
poste in essere attività di polizia discriminatorie per
raggiungere simile obiettivo, in violazione di
numerosi trattati internazionali. Nell'esperienza di
Amnesty International - sottolinea - simili pratiche
portano alla stigmatizzazione ed isolamento di interi
gruppi etnici o religiosi". "È inoltre elevato il rischio
che le attività richieste nel telegramma sfocino in
un'espulsione collettiva, senza tenere conto delle
circostanze individuali dei migranti - continua l'ong -.
Le espulsioni collettive sono vietate dal diritto
internazionale. Grave è anche il rischio che venga
violato il divieto di refoulement, ovvero di espellere
una persona verso un paese in cui potrebbe essere
esposta a violazioni ed abusi. Il divieto di
refoulement tutela ogni straniero indipendentemente
dal fatto che sia regolarmente presente sul territorio
o che abbia fatto o meno domanda di asilo".
"L'ampiamente documentato assoggettamento di
cittadine nigeriane in Italia a fenomeni di tratta
solleva ulteriori preoccupazioni in relazione al loro
rimpatrio forzato", sottolinea Amnesty International.
Che esprime particolare allarme "anche rispetto al
riferimento nel telegramma alla presenza di
personale dell'ambasciata nigeriana nei Cie,
apparentemente prima che un provvedimento di
espulsione sia convalidato. Il rischio è che potenziali
richiedenti asilo vengano identificati dalle autorità
del paese in cui potrebbero essere a rischio".
"Sorprende infine il suggerimento a rilasciare dai Cie
ove necessario cittadini di altra nazionalità per far
posto a migranti nigeriani, in quanto fa supporre che
la detenzione dei primi non fosse assolutamente
necessaria e possa essere stata arbitraria", aggiunge
Amnesty International. E poi: "la detenzione non può
essere adottata come regola per un'intera categoria
di persone senza riguardo alle circostanze individuali,
come invece sembra fare il telegramma, in violazione
del diritto alla libertà e sicurezza personali". Amnesty
International ricorda al ministro dell'Interno che
l'Italia è stata criticata dal Comitato per la
prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa (CPT)
lo scorso dicembre proprio in relazione al rimpatrio di
alcuni cittadini nigeriani effettuato il 17 dicembre
2015. Chiede, quindi, che riconsideri con urgenza le
direttive impartite con questo telegramma e assicuri
che qualunque attività tesa al ritorno di migranti in
posizione irregolare sia fatta nel rispetto
degli obblighi di diritto internazionale.
Profughi. Hein : «Buoni propositi e
ipocrisia. In Libia migranti a rischio»
«Francamente è difficile trovare qualcosa di positivo
nell’esito del vertice di Malta, anche se non tutto è
da buttare»
Christopher Hein è anche consultore del Pontificio consiglio
dei migranti
Lo leggo do
Roma, 5 febbraio 2017 «Fancamente è difficile trovare qualcosa di positivo
nell’esito del vertice di Malta, anche se non tutto è
da buttare». Quando negli ultimi due giorni duemila
persone sono state salvate in mare Cristopher Hein,
consigliere del Cir, il Consiglio Italiano rifugiati, e
consultore del Pontificio consiglio dei migranti, prova
comunque a trovare uno spiraglio positivo nelle
politiche dell’Ue.
Cosa
salva
del
'Documento
di
Malta'?
L’unico spunto degno di considerazione è l’impegno a
investire affinché la Libia, insieme ad altri Paesi del
Nordafrica, divenga una terra nella quale i migranti
possano trovare garanzie e diritti. Ma si tratta di
intenzioni e staremo a vedere se avranno seguito e in
quale modo, attualmente è tutto molto vago, ma
comunque un impegno è stato preso. Si tratta di un
processo lungo e incerto e siamo già molto in ritardo,
ma è un bene che si cominci. Per il resto, non mi
aspetto alcuno sviluppo positivo. Perché? La Libia,
oltre ad essere un Paese in guerra e ancora lontano
dal trovare una qualche stabilità, è l’unico Paese africano a non avere mai ratificato la Convenzione
internazionale sui rifugiati e i richiedenti asilo.
Inoltre non c’è alcuna norma interna sui migranti di
qualsiasi genere e meno che mai sui profughi e i
richiedenti asilo. Perfino paesi come Sudan e Somalia
hanno una loro legislazione ed hanno accettato i
trattati internazionali. Naturalmente anche lì ci sono
6
problemi, ma almeno ci sono delle norme di
riferimento e a cui fare appello. In Libia no.
E cosa possono fare, ad esempio, i richiedenti
asilo?
Nulla. Non c’è traccia di una qualsiasi procedura
stabilità dalle autorità e dunque non ci sono garanzie
per queste persone che vengono recluse in centri di
identificazione che violano i più elementari diritti.
Non è un caso che di recente l’ambasciatore tedesco
in Niger abbia dichiarato che le condizioni di vita dei
centri per migranti libici sono peggiori dei campi di
concentramento nazisti.
Come valuta le modalità operative concordate con
Tripoli?
L’Unione europea sostiene che i barconi intercettati
in acque libiche verranno riportati sulla costa dalla
Guardia costiera locale senza l’ausilio di altri Paesi.
Tutto, dunque, si svolgerà su delega. L’Ue fornirà
natanti, armi e l’addestramento. Ma la domanda è:
una volta intercettati, cosa accadrà ai migranti?
Verranno riportate in Libia e poi cosa gli accadrà? Chi
esaminerà la loro posizione?
Nella dichiarazione di Malta e nell’accordo
bilaterale Italia- Libia si fa cenno al coinvolgimento
dell’’Alto commissariato Onu per i rifugiati e
all’Oim, l’agenzia onu per i migranti. Non è una
garanzia
sufficiente?
È una indicazione molto vaga e non sono state
stabilite le modalità della loro presenza. Oggi sia
l’Oim e che l’Acnur per ragioni di sicurezza non
dispongono di personale internazionale in Libia e i
responsabili per la Libia sono costretti a lavorare
dagli uffici di Tunisi.
E
cosa
invece
andrebbe
fatto?
L’obiettivo dichiarato di ridurre il numero delle
vittime nel mare, e contrastare il traffico di esseri
umani è sacrosanto, ma il modo con cui si vuole
arrivare a questo è del tutto fuorviante. Quello che
serve sono i corridoi umanitari e i canali di accesso
legale. E poi, a medio e lungo termime, investiore
nella Libia per creare condizioni che permettano ai
migranti di scegliere se restare liberamente in Libia,
dove si spera possa esserci necessità di manodopera
per la necessaria ricostruzione del Paese.
Società
La legge sulla cittadinanza subito in
aula al Senato per l’approvazione
Non vogliamo più aspettare!
L’Italia sono anch’io e il movimento
#italianisenzacittadinanza promuovono Sit-in e flash
mob a Piazza del Pantheon Roma, martedì 7
febbraio, ore 15.30
Lo
leggo
do
Roma, 6 febbraio 2017 - Nonostante gli impegni
assunti dal presidente del Senato e le dichiarazioni
della presidente della Camera perché si arrivi
all’approvazione della riforma della legge sulla
cittadinanza prima della fine della legislatura,
ancora
non
si
hanno
notizie
sulla
sua
calendarizzazione. Chiediamo che il testo, approvato
alla Camera più di un anno fa, venga presentato
direttamente in aula saltando il passaggio in
commissione Affari Costituzionali, tuttora priva di
presidente dopo lo spostamento della senatrice
Finocchiaro al governo. Questo accelererebbe i tempi
e rappresenterebbe finalmente il segno di un
impegno concreto verso quel milione di giovani di
origine straniera italiani di fatto ma non di
diritto. Favorirebbe i processi d’inclusione delle loro
famiglie ed eviterebbe di approfondire la distanza già
grande tra le istituzioni italiane e i cittadini.
L’Italia
sono
anch’io
e
il
movimento
#italianisenzacittadinanza hanno deciso di indire una
mobilitazione permanente fino a che non verranno
stabiliti tempi certi per l’approvazione della legge.
Ogni martedì, fino alla fine di febbraio, quando verrà
organizzata una manifestazione nazionale, verranno
7
organizzati presidi e flash mob per ribadire l’urgenza
della riforma. La Campagna L’Italia sono anch’io è
promossa da Acli, Arci, Asgi, Caritas Italiana, Centro
Astalli, Cgil, Cnca, Comitato 1° Marzo, Comune di
Reggio
Emilia,
Comunità
di
Sant'Egidio,
Coordinamento Enti Locali Per La Pace, Emmaus
Italia, Fcei, Legambiente, Libera, Lunaria, Migrantes,
Il Razzismo è Una Brutta Storia, Rete G2 - Seconde
Generazioni , Tavola Della Pace, Terra del Fuoco,
Ugl,
Uil,
Uisp.
Il
movimento
#Italianisenzacittadinanza
è
stato
fondato
nell'ottobre 2016 da giovani cresciuti in Italia. In
occasione dell'anniversario del voto della Riforma
della legge sulla cittadinanza alla Camera il
movimento ha organizzato i flash mob "fantasmi per
legge" a Roma, Palermo, Reggio Emilia, Padova,
Napoli e Bologna.
www.facebook.com/italianisenzacittadinanza/
Ufficio stampa: Andreina Albano tel. 3483419402
Ancora problemi per cittadinanze e
ricongiungimenti,
il
sito
non
funziona
Disservizi da due mesi. I patronati del Ce.Pa.:
“Situazione insostenibile. Intanto i documenti del
Paese d'origine scadono, un danno per i cittadini
stranieri”
Lo leggo do
(www.stranieriinitalia.it) Roma – 2
febbraio
2017
–
La
gestione
quotidiana
dell’immigrazione in Italia è fuori servizio da due
mesi. Ricongiungimenti
familiari,
domande
di
cittadinanza, ingressi per lavoro e prenotazione ai
test di italiano passano tutti per un sito del ministero
dell’Interno, che però dallo scorso dicembre è in tilt.
I cittadini stranieri e quanti li aiutano a compilare le
domande si scontrano con impossibilità di
accesso, interruzioni, salvataggi che non vanno a
buon fine e che quindi costringono a ricominciare
tutto da capo. All’inizio di gennaio il sito è stato
chiuso
per
tre
giorni
di
“manutenzione
straordinaria”, ma a quanto pare i tecnici del
Viminale non sono riusciti a risolvere i problemi. Oggi
i patronati del Ce.pa. (Inca Cgil, Inas Cisl, Ital Uil e
Acli) tornano infatti a denunciare “una situazione
ormai insostenibile” e chiedono al ministero di
“provvedere al più presto alla soluzione dei
malfunzionamenti
per
evitare
l’interruzione
prolungata dell’unico accesso della Pubblica
Amministrazione per l’inoltro delle domande”. “Il
disservizio informatico si è trasformato in un
problema ben più serio – segnala il Ce.pa. - per i
molti cittadini stranieri che hanno in mano
documentazione che è già scaduta o rischia di
scadere senza aver potuto inoltrare le domande:
documenti questi prodotti con fatica, tempi lunghi e
costi significativi che devono essere riprodotti
daccapo nel paese di origine”. È il caso, ad esempio,
dei certificati di matrimonio penali indispensabili per
chiedere la cittadinanza italiana.
“Se non si risolve velocemente questa impasse
tecnologica, oltre ai problemi derivanti dal
consistente accumulo di istanze da inviare si
danneggiano i richiedenti stranieri e i loro familiari”
segnalano Inca, Inas, Ital e Acli e chiedono quindi
“considerare neutro ai fini della scadenza della
documentazione il periodo dal 1/12/2016 fino al
ripristino della piena funzionalità del sistema”.
Intercultura
Capodanno cinese a Roma. Fra
inserimento lavorativo ed
intercultura.
Lo leggo do
Il Capodanno Cinese, o festa della primavera o
capodanno
lunare
-letteralmente
“capodanno
agricolo” è, ormai da alcuni anni, una celebrazione
sempre più conosciuta e partecipata a Roma. Esso
viene organizzato dalla forte comunità cinese nella
Capitale e viene caratterizzato da una serie di
spettacoli e iniziative. L’anno della Scimmia è finito
aprendo le porte all’anno del Gallo, simbolicamente
considerato
quale emblema di laboriosità,
aspirazione e dinamismo imprenditoriale. “Si tratta
proprio di quelle qualità che sono espresse al meglio
dal popolo cinese e dalla sua comunità che abbiamo il
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piacere di ospitare a Roma». ha detto la sindaca di
Roma Virginia Raggi intervenendo alle celebrazioni
del Capodanno cinese, sabato 27 gennaio, in Piazza
del Popolo. In Occidente questa festa è generalmente
nota come capodanno cinese, è una delle più
importanti e maggiormente sentite festività
tradizionali cinesi, e celebra per l’appunto l’inizio del
nuovo anno secondo il calendario cinese. Essendo
quello tradizionale cinese un calendario lunisolare, i
mesi iniziano in concomitanza con ogni novilunio; di
conseguenza la data d’inizio del primo mese. Quindi
il capodanno, può variare di circa 29 giorni, venendo
a coincidere con la seconda luna nuova, dopo il
solstizio d’inverno, evento che può avvenire fra il 21
gennaio e il 19 febbraio del calendario gregoriano.
A partire da questa data, le festività durano per
quindici giorni, concludendosi con la tradizionale
festa delle lanterne. Ogni anno è legato ad un segno
animale seguendo cicli di 12 anni, il 2017 è ,
appunto, l’anno del Gallo. La Festa della Primavera,
il Capodanno cinese prende in considerazione la
successione ciclica dello zodiaco cinese che conta 12
segni di animali (Topo, Bufalo, Tigre, Coniglio, Drago,
Serpente, Cavallo, Capra, Scimmia, Gallo, Cane e
Maiale). Anche i cinesi, proprio come noi italiani,
sono persuasi che iniziare bene il nuovo anno porti
fortuna e provvidenze. In questa giornata ci si
scambiano buste rosse contenenti denaro e, con la
Danza del Leone, si allontano gli spiriti maligni. Nella
tradizione cinese si celebra, generalmente, con un
nutrito banchetto che viene chiamato “Cena della
riunione” dove le famiglie per l’occasione sono
riunite nelle proprie case. Le dimore, così come le
strade, sono adornate con nastri, lanterne e messaggi
di buona fortuna, tutto obbligatoriamente di colore
rosso. Ed è proprio di queste tradizioni che la
conduttrice della festa Hu Lanbo, presidente della
rivista “la Cina in Italia”, ha parlato domenica 28
gennaio, in Piazza Vittorio, luogo scelto a chiusura
del capodanno cinese/ romano. Una piazza, simbolo
per la comunità cinese della capitale che con il
supporto di ben 18 associazioni, ha organizzato i
festeggiamenti.
Presenti, fra gli altri, alla
manifestazione anche il Dipartimento Politiche
Migratorie della UIL e l’associazione antirazzista SOS
Razzismo Italia, oltre a molti media locali.
Fra lanterne rosse, danze in costume di donne e
bambini e tanta musica, la comunità cinese ha
coinvolto
i romani intervenuti, sottolineando la
volontà di abbattere stereotipi e pregiudizi legati al
fatto che non si tratta di una comunità “chiusa” ma
aperta all’interscambio culturale ed ad una
convivenza pacifica e rispettosa delle regole legate
all’inserimento socio/lavorativo.
Rom e Sinti
ANCI: “Servono più risorse per i
progetti di inclusione dei ROM”
Lo
leggo
do
ROMA, 6 febbraio 2017 (ITALPRESS) - "La mancanza di
dati affidabili sulla presenza di Rom, Sinti, e
Caminanti nel nostro paese costituisce ancora oggi un
limite al dibattito approfondito su questo tema.
Ancora oggi gravano incertezze sul numero in Italia e
a livello europeo, c'è la necessità di disporre di dati
su queste comunità per valutare l'efficienza per le
politiche e gli strumenti di integrazioni". Lo ha detto
Giorgio Alleva, presidente dell'Istat, nel corso della
presentazione dei dati della ricerche Anci-Istat
nell'ambito della strategia Rom, Sinti e Caminanti.
"Vanno trovate nuove tecniche per monitorare questa
realtà - ha aggiunto Alleva - il nostro paese è
chiamato a fare di più per mettere a sistema gli
indicatori, per colmare il gap informativo, grande e
ambiziosa è la sfida che ci attende". Secondo i dati
della ricerca in 206 comuni, il 34% su 606 analizzati,
si registra la presenza di comunità Rom, Sinti, e
Caminanti, con diverse concentrazioni e forme
residenziali: a livello nazionale, la maggior parte
delle realtà che ne dichiara la presenza si trova al
Nord, con il 46% nei comuni del nord-ovest
e il 40% del nord-est ritiene di avere RSC sul proprio
territorio, mentre al centro risultano circa il 32%, al
Sud il 23% e nelle isole il 24%. Sempre secondo i dati
della ricerca si legge che la presenza di RSC risulta in
42 comuni solo in abitazioni civili, in 94 solo in
insediamenti e in 69 sia in abitazioni civili che in
insediamenti. "Questa ricerca è fondamentale per
iniziare a fotografare l'evoluzione del paese anche
dal punto di vista dell'ospitalità, per tutti coloro che
pensano che il nostro non sia un paese di
passaggio. Stiamo iniziando a parlare degli invisibili,
tra questi rientrano i Rom, Sinti e Caminanti - ha
detto la presidente della Commissione Immigrazione
Anci, Irma Melini . Sono tanti anni che affrontiamo
questi temi, ma dando una mappatura reale della
presenza di queste comunità forse si faranno grandi
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passi in avanti. Su questi temi gli enti locali non
vanno lasciati soli, e noi comuni siamo veramente
l'avamposto ma abbiamo bisogno di risorse, i comuni
italiani hanno saputo mettere a punto progetti di
inclusione reale, ma senza risorse è veramente
difficile". Sono quasi 163 i comuni che ospitano
insediamenti autorizzati o spontanei per complessivi
516 insediamenti tra loro molto diversi per
distribuzione territoriale e densità abitativa. Gli
insediamenti censiti sono per lo più presenti al nordovest e al centro, quasi il 60%, concentrati, per
oltre il 72% in 5 regioni: Lombardia, 88, Emilia
Romagna, 88, Lazio, 79, Piemonte, 65 e Toscana 52.
Roma si registrano 6.559 presenze in 71 insediamenti,
567 presenze in 7 insediamenti a Bari, 2.279 presenze
in 9 insediamenti a Torino, 574 presenze in
40 insediamenti a Reggio Emilia. (ITALPRESS).
ror/sat/red
Notizie in breve
A cura del Consiglio italiano per i rifugiati
CIR - Libia e Unione Europea, non si può
contrattare sulla protezione dei rifugiati
https://goo.gl/wCQ08i
Il Consiglio Italiano per i Rifugiati - CIR è
estremamente preoccupato per le conclusioni
adottate nella Riunione informale dei Capi di Stato
dell'Unione Europea tenutasi a Malta.
Avvenire.it - Profughi. Hein : «Buoni propositi e
ipocrisia. In Libia migranti a rischio»
https://goo.gl/FSjVVx
«Fancamente è difficile trovare qualcosa di positivo
nell'esito del vertice di Malta, anche se non tutto è
da buttare». Quando negli ultimi due giorni duemila
persone sono state salvate in mare Cristopher Hein,
consigliere del Cir, il Consiglio Italiano rifugiati, e
consultore del Pontificio consiglio dei migranti, prova
comunque a trovare uno spiraglio positivo nelle
politiche dell'Ue.
SIR - Consiglio Ue: Cir, no a "contrattare sulla
protezione dei rifugiati" e a "travestire"
respingimenti
https://goo.gl/gPZo1h
"Non si può contrattare sulla protezione dei rifugiati".
Il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) esprime
preoccupazione per le conclusioni dell'odierno
summit informale dei capi di Stato e di governo
dell'Ue a Malta.
7Gold - Aria Pulita "#WallsofEurope. L' Europa
come Trump?"
https://goo.gl/AKQQZG
Valeria
Carlini
interviene
nel
programma
televisivo "Aria Pulita - #WallsofEurope. L' Europa
come Trump?" su 7Gold. Dal minuto 3:15.
ITALIA, UE E LIBIA
Presidenza del Consiglio dei Ministri . Testo
memorandum d'intesa Italia - Libia
https://goo.gl/668fcx
Avvenire - Jaquemet: "Siamo delusi. Rifugiati senza
protezione in un Paese in guerra"
https://goo.gl/9W21W9
"Quanto emerso dal vertice di Malta non è poi così
differente dall'accordo tra Italia e Libia e perciò
abbiamo molte perplessità su questo genere di
interventi". Steph ane Jaquemet è il delegato
dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati del Sud
Europa. «Quello che è emerso - dice - non ci convince
molto».
ASGI - Accordo Italia -Libia, ASGI all'Italia e all'UE :
Così si tradisce lo spirito europeo
https://goo.gl/aZCxVv
Al Summit informale della Valletta del 3 febbraio
2017 l'Unione Europea conferma la politica degli
accordi per la chiusura delle frontiere. L'Italia
asseconda le richieste UE e stipula un vergognoso
accordo con la Libia.
L'Unità - "Diritti umani ancora una volta
dimenticati"
https://goo.gl/UchSbS
Il memorandum ltalia-Libia, fatto proprio a Malta dai
leader dell'Unione europea, e Il tema, cruciale, del
rispetto dei diritti umani. L'Unità ne discute con
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International
Italia.
Avvenire - Caritas: non accettiamo questa politica
dello scaricabarile
https://goo.gl/nBXrgP
"Si è siglato un accordo con un Paese, la Libia, che è
al di fuori del contesto europeo come in qualche
modo poteva essere la Turchia; che non dà garanzie;
che potrebbe semplicemente spostare gli sbarchi da
Tripoli a Bengasi, territorio che non è sotto il
controllo di Al Sarraj». Ne è convinto monsignor
Giancarlo Perego, direttore generale di Migrantes.
La Stampa - Serraj inizia a fermare i barconi.
Bloccati 500 migranti in tre giorni
https://goo.gl/tp3NY1
L'ultimo è stato intercettato a venti miglia nautiche a
Nord- Est di Tripoli. Il barcone trasportava 120
migranti, tra cui dieci donne e un bimbo piccolo,
provenienti da vari Paesi africani. È il quinto fermato
in mare dalla Guardia costiera del governo di Tripoli
da venerdì.
La Stampa - "L'Ue si scandalizza per il bando USA
ma con i migranti fa la stessa cosa"
https://goo.gl/Mmtc9a
"L'Europa si è scandalizzata per il bando di Trump e il
muro al confine con il Messico, ma quello che stiamo
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facendo in Europa non è poi così diverso. Un Paese, la
Libia, viene pagato perché metta un "tappo" per
trattenere tutti i migranti di qualunque nazionalità.
Un piano che qualcuno ha definito "Trump soft",
simile a quello già applicato in Turchia". L'ex ministro
degli Esteri Emma Bonino commenta il risultato del
vertice di Malta con un occhio a ciò che accade
dall'altra parte dell'Atlantico.
La Repubblica - Donald chiama Gentiloni: patto
sulla Libia
https://goo.gl/TV7sHB
Donald Trump e Paolo Gentiloni si sono parlati per la
prima volta al telefono: una breve conversazione,
mezz'ora circa, per conoscersi e avviare la
discussione su alcune questioni di interesse comune.
Il tema più sentito, che ha occupato un terzo della
telefonata, è stato 1a Libia, anche in chiave di lotta
al terrorismo.
Il Sole 24 Ore - Sbarchi, soccorsi 1.600 nel canale
di Sicilia
https://goo.gl/Lh3tfc
Non si arresta l'arrivo di profughi dalle coste
nordafricane,
all'indomani
del
piano
varato
dall'Europa per chiudere la rotta dei migranti dalla
Libia verso l'Italia. A poche ore dal vertice di Malta
tra i leader dei Paesi Ue e dal via libera all'accordo
firmato a Roma da Gentiloni e dal premier libico
Serraj, le operazioni di soccorso proseguono senza
sosta.
Il Secolo XIX - Nuova tragedia a Ventimiglia:
migrante investito dal treno
https://goo.gl/u3Efd0
Un'altra tragedia al confine. Ieri mattina poco prima
delle 7, nell'ultima galleria prima della frontiera con
la Francia, un migrante è morto investito da un treno
che proveniva da Cannes ed era diretto a Ventimiglia.
EUROPA
La Repubblica - Così l'Europa cambia faccia
https://goo.gl/rzWaAz
L'Europa a due velocità esiste già. Dalla moneta unica
a Schengen alla tassa sulle transazioni finanziarie,
sono molti i campi in cui i Ventotto (presto Ventisette
con l'uscita del Regno Unito) marciano in ordine
sparso sulla base delle cosidette "cooperazioni
rafforzate". A che cosa pensa dunque la cancelliera
Merkel quando propone di formalizzare questa
distinzione per gli sviluppi futuri della Ue?
richiesta dei ministri della Giustizia degli Stati di
Washington e del Minnesota, ha valutato la
costituzionalità del "bando" decidendo che deve
essere sospeso su tutto il territorio nazionale.
La Repubblica - 48 ore di speranza
https://goo.gl/z2YiEm
Dal bambino yazida rimasto solo in ospedale ad
aspettare i genitori al ricercatore bloccato in Italia,
le storie di chi in questi giorni ha visto i progetti di
una vita andare in fumo per le restrizioni decise da
Trump
APPROFONDIMENTI
La Repubblica - Addio empatia per i profughi, torna
la paura per la sicurezza
https://goo.gl/mo9ujr
La questione dell'immigrazione continua ad essere al
centro del dibattito politico. Non potrebbe essere
diversamente. Il tema intreccia aspetti importanti
della vita pubblica. Rimanda alla problematica della
sicurezza e dell'accoglienza.
L'Espresso - Fuga dalla Somalia
https://goo.gl/sGUCbV
Attentati, bombe, una guerra senza fine. Eppure il
Paese è stato incluso nel "muslim ban" di Trump. Che
colpisce un popolo stremato.Insieme ai profughi in
arrivo
a
Mogadiscio
dallo
Yemen.
Filippo
Casini
Consiglio Italiano per i Rifugiati - Onlus
Via
del
Velabro,
5/a
00186
Roma
+
39
06
69200114
www.cir-onlus.org
ESTERI
Avvenire - Giudice riapre le porte degli USA
https://goo.gl/osyzOu
Un giudice federale americano ha bloccato l'ordine
esecutivo del presidente Donald Trump che impedisce
per 90 giorni l'ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di
sette Paesi a maggioranza islamica: Iran, Iraq, Libia,
Somalia, Sudan, Siria eYemen. Il giudice è di Seattle,
si chiama James L. Robart e, accogliendo una
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