Centonove numero 28
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Centonove numero 28
ANNO XX N. 28 19 LUGLIO 2013 EURO 1,50 centonove Settimanale di Politica, Cultura, Economia SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) L’INCHIESTA La facoltà di Economia dellʼAteneo di Messina La Procura di Messina decapita i vertici degli enti vicini a Genovese e Buzzanca. Sono accusati di aver gonfiato i costi. Truffando la Regione Formazione perdente 19 LUGLIO 2013 il punto centonove EDIT Genovese in cul-de-sac NEANCHE una settimana fa, per provare ad “eludere” le domande di Antonio Rossitto di “Panorama”, che lo aveva fatto assurgere a fama nazionale per i corsi di formazione ancor prima di “Report”, Francantonio Genovese aveva convocato una terza persona con lo scopo di distrarre il collega. Tema dellʼincontro era il Pd, ma anche i primi avvisi di garanzia dellʼinchiesta che ora è diventata una vera bomba. Unʼinchiesta su cui Genovese avrebbe una sua idea, ma non lʼha detta a Rossitto (né mai pubblicamente) perché riprende, in fondo, un adagio berlusconiano. Con dieci misure cautelari ai domiciliari e una eventuale (è già leggendaria) richiesta di autorizzazione alla Camera dei Deputati, la macchina della giustizia sta mettendo un intero sistema nel tritacarne. Che sia o meno “giustizia a orologeria”, lo dirà il tempo, che sarà comunque galantuomo: o per i detrattori, in caso di condanne, o per gli accusati, che verranno discolpati ma resteranno pieni di acciacchi. Di certo, però, è stato proprio col tempo che sono state tirate le somme, mettendo in luce, almeno secondo la Procura, un sistema dove, a coincidere, erano lʼimprenditoria e la politica. Lʼimprenditoria che già possedeva enti di Formazione e la politica che metteva un suggello simbolico conquistando anche lʼassessorato di riferimento grazie allʼapertura al governo Lombardo. Un sistema che piaceva quasi a tutti, quello che ruota attorno a via Primo Settembre, e che tanti ora rinnegheranno. A cominciare dal Pd (locale, regionale e nazionale), destinato a diventare un “piazzale Loreto” dellʼipocrisia per il suo ex segretario regionale. (ddj) Crocetta con Churchill, Roosevelt e Stalin (fotomontaggio dalla pagina Facebook “Crocetta può”) Crocetta, inarrestabile ascesa Preveggente a Report con il suo Ddl Antiparentopoli, grazie all’inchiesta della Procura di Messina il governatore rafforza il suo Megafono nel Pd. E in tutta la Sicilia INTERVISTATO DA REPORT, Rosario Crocetta era stato straordinariamente pronto e quasi preveggente: “Vareremo una legge antiparentopoli”, aveva detto ai microfoni. Una dichiarazione montata in rapida successione a unʼaltra del deputato regionale del Pd, Franco Rinaldi, che, parlando degli enti di famiglia (è cognato di Francantonio Genovese e marito di Elena Schirò, indagata dalla Procura di Messina mentre la per la sorella Chiara sono scattati i domiciliari), aveva detto schiettamente: “I voti non si prendono sulla Luna”. Ciò che più sorprende ancora, a distanza di mesi e col senno di poi, è lʼannuncio di un provvedimento che sarebbe dovuto arrivare dopo aver visto la puntata, e non prima. Adesso, grazie all'inchiesta della Procura di Messina, il ddl antiparentopoli ha avuto lʼokay dalla commissione dellʼArs e corre verso lʼapprovazione, segnando un altro punto a favore dellʼimmagine della Sicilia e altri dieci per il rafforzamento del presidente della Regione e del suo Megafono. Megafono “che molti vorrebbero fosse una corrente del Pd”, dice Crocetta, ma che invece è altro: al massimo una identità federata che proverà a farsi valere al congresso regionale e potrebbe diventare appetibile per quello nazionale,soprattutto dopo lʼannichilimento giudiziario del fronte Genovese, già forte di quasi ventimila voti. Al momento, Crocetta si dichiara “single” e nega qualsiasi corsa in accoppiata con i candidati alla segreteria nazionale, ma la scelta non mancherà, ovviamente decisa insieme a Beppe Lumia, il senatore rieletto col Megafono che fa da cerniera con le Procure e Confindustria. Lumia, il politico che è riuscito a mantenere una continuità con il governo Lombardo, ad esempio, per quanto riguarda il rapporto con gli industriali e i suoi esponenti nelle stanze dei bottoni. Come ai tempi della precedente legislatura, che fu il primo ad appoggiare, Lumia rappresenta un elemento centrale e fondamentale. Tutto ciò che era iniziato in precedenza attraverso Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore: Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax: 090/9430210 P. Iva 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11- 92 del 4 maggio 1992 Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229 Stampa: Sts Spa - Società tipografica Siciliana spa Strada 5 n. 35 - zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti via San Camillo, 8 98122 (ME), CCP n° 90443839 Copie arretrate Euro 3,00; Internet: http://www.centonove.it e-mail [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile gli uomini dellʼasse con Confindustria è proseguito. Tutto il resto, ad esempio la Formazione professionale, di competenza altrui, è stato decimato. E se, alla fine, lʼAvviso 20 per la Formazione non si è potuto eliminare, fortunatamente è arrivata lʼinchiesta che dà la stura a controlli e possibili revoche degli accreditamenti, rafforzando il Megafono dentro il Pd ma anche i già ottimi rapporti con colui che politicamente più di ogni altro, almeno a Messina, può trarre vantaggi dalla “caduta” di Genovese: il ministro udicino Gianpiero DʼAlia. A tutto il resto, a rendere mediaticamente blindato tutto, provvede Rosario Crocetta. Che sa cavalcare la comunicazione, sa come captare lʼattenzione e conquistare titoli e titoloni. Complici, ovviamente, una storia personale e una credibilità che gli permettono di essere sempre creduto. E anche di ripresentare come proprie, ad esempio, tutta una serie di misure annunciate da Raffaele Lombardo nel 2010 senza che nessuno batta ciglio. Intanto, però, non son per niente rose e fiori. Ne sanno qualcosa i 350 del Cefop in protesta da tre giorni, così come gli operatori nel settore teatrale, i dipendenti della Fiera di Messina e i tanti che attendono la concretizzazione degli annunci del Governatore. Che, grazie alla lotta alla “manciugghia” ripesca anche Antonio Ingroia per portarlo a Sicilia e-Servizi. Certo, un poʼ meglio è della delega assessoriale “improvvisa” alla sua segretaria (se lo avesse fatto Lombardo...). Ad ogni modo, Crocetta cresce, e insieme a Lumia, si assesta come perno centrale della politica e del potere siciliano. E, presto, dichiarazioni come quelle della pagina Facebook “Crocetta può”, che prende in giro il Governatore, potrebbero anche essere reali: “Mafia in Regione: abbiamo ottenuto l'ok dal commissario Cattani. Entro la fine della dodicesima serie, li cacceremo tutti”. Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62 95021 Acicastello (Ct) Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090/9430208 Fax: 090/9430211-9430210. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm3,5 x 4,5); Manchette prima pagina Euro 206, 58; Finestrella prima pagina Euro 438,99; commerciali a mod. Euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod Euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. Euro 129,11; redazionali Euro 77,47; una pagina interna Euro 1.446,08; ultima pagina Euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + Euro 387,34. Graziella Lombardo Garante del lettore Attilio Raimondi pagina 2 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 centonove Riservato 19 LUGLIO 2013 TOP SECRET CONSERVATORIO Corelli, Sirna rinuncia Tre nomi per il vertice MESSINA. La docente universitaria Concetta Sirna indicata dal ministero dellʼUniversità come presidente del Consiglio di amministratizione del Conservatorio Corelli di Messina ha rinunciato allʼincarico. In lizza per ricoprire la carica sono rimasti, Guido Signorino, economista assessore della Giunta Accorinti, Giuseppe Terranova, il presidente uscente, e Giovanni Mangraviti. RIABILITAZIONE “SENTENZE”. LA VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELLA RICERCA 2004-2010 EFFETTUATA DALL’ANVUR RELEGA L’UNIVERSITÀ AL 32ESIMO POSTO Atenei, Messina è ultima MESSINA. Lʼultimo posto, per lʼAteneo di Messina, questa volta non arriva dalle guide pubblicate dai quotidiani, ma dallʼAnvur, Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, che ha pubblicato i risultati della Valutazione della Qualità della Ricerca 2004-2010. Nella categoria “grandi università, quella dello Stretto è in ultima posizione con il numero 36. La graduatoria pubblicata elenca gli atenei che hanno avuto la migliore performance media nelle diverse aree. Le università sono state divise tra grandi, medie e piccole sulla base del numero di soggetti valutati di ciascuna struttura. La graduatoria premia le strutture che hanno lo scarto maggiore tra il numero di aree “azzurre” e “verdi” e il numero di aree “rosse”. Nei casi di ex aequo, è stato considerata come migliore la struttura che ha il numero maggiore di aree "verdi". Ecco chi cè prima di Messina: 1. Padova, 2. Milano Bicocca, 3. Verona, 4. Bologna, 5. Pavia, 6. Torino, 7. Modena e Reggio Emilia, 8. Parma, 9. Roma Tor Vergata, 10. Milano, 11. Milano Politecnico, 12. Pisa, 13. Torino Politecnico, 14. Chieti e Pescara, 15. Roma Tre, 16. Siena, 17. Milano Cattolica, 18. Napoli II, 19. Salerno, 20. Udine, 21. Perugia, 22. Roma La Sapienza, 23. Firenze, 24. Genova, 25. Calabria, 26. Bari, 27. Cagliari, 28. Napoli Federico II, 29. Trieste, 30. Catania, 31. Palermo, 32. Messina. La valutazione ha messo a confronto la produttività di ciascuna università con le sue dimensioni. Così, mentre fra le grandi Siena occupa il primo posto, con un punteggio del 35,7%, seguita da Verona (34,4%), Milano Bicocca (31,2%), Padova (30,4%) e il Politecnico di Milano (25,2%), Messina incassa un -33%, preceduta dal -31 di Bari e -30,3 di Catania (-30,3%). Per ogni struttura, la relazione Anvur cita le Aree nelle quali la struttura è attiva, vale a dire le Aree nelle quali ha presentato almeno dieci prodotti (per le università e per i consorzi) e diciannove (per gli enti di ricerca). Le graduatorie sono calcolate nell'insieme di tali strutture. GIOIOSA. IL LIBRO DI CARLO BORGOMEO MESSINA. IL SINDACO RENATO ACCORINTI AVVIA L’ORGANIZZAZIONE PER LA VARA E I GIGANTI “L’equivoco del Sud” Tre comitati per i festeggiamenti dell’Assunta GIOIOSA MAREA. “L'equivoco del Sud Sviluppo e coesione sociale” (Editori Laterza) è il libro che sarà presentato il 22 luglio allʼArena Canapè di Gioiosa Marea. Alle 21, dopo i saluti del sindaco Edoardo Spinella, interverranno lʼautore Carlo Borgomeo, Teodoro Lamonica (assessore comunale ai beni comuni), Felice Coppolino (presidente regionale Unicoop Sicilia), Sebastiano Lentini (presidente Confapi Sicilia). Coordinerà i lavori Elisabetta Raffa. Il libro di Borgomeo analizza la questione del Mezzogiorno, che, al di là di interventi sbagliati, sprechi, incapacità, è vittima di un errore di fondo: è stato condannato a inseguire il livello di reddito del Nord. MESSINA. Istutuiti con determina dal sindaco di Messina, Renato Accorinti, tre organismi per l'organizzazione e la realizzazione dei festeggiamenti della Madonna Assunta con la processione della “Vara” e la “Passeggiata dei Giganti”. Si tratta di una Commissione storicoscientifica, del Comitato tecnico-operativo e del Coordinamento tecnicoamministrativo. La Commissione storicoscientifica si occuperà delle problematiche teorico-pratiche connesse alla valorizzazione e ricostruzione filologica dei contesti festivi. È composta da Antonino Di Bernardo, Francesco Forami (delegato ai rapporti con il Comitato tecnico-operativo), Marco Grassi, Francesco Riccobono e Antonio Tavilla. Il Comitato tecnico-operativo avrà il compito di curare gli aspetti e le iniziative a carattere prevalentemente organizzativo della Vara: è composto da Giovanni Celona, Paolo Molonia e Salvatore Rigano. I componenti dei due organismi, Ssr, Taormina deposita la perizia di stima MESSINA. Corrado Taormina ha valutato in 250mila euro il valore del 51% della Società Servizi riabilitativi di proprietà dellʼAsp 5 di Messina. La stima è funzionale alla vendita della quota pubblica. La mista con 120 dipendenti eroga prestazioni di riabilitazione per 4 milioni di euro allʼanno. Nei prossimi mesi sarà avviata la vendita allʼasta. MESSINA Stop al Museo Diocesano, finiti i fondi a disposizione MESSINA. Stop ai lavori per la realizzazione del Museo Diocesano di Messina allʼinterno di Palazzo Arcivescovile. I numerosi adeguamenti della struttura hanno prosciugato i fondi a disposizione, reperiti dal precedente arcivescovo Giovanni Marra. Al suo successore, La Piana, non è rimasto altro che murare porte e finestre dellʼedificio nella parte che si affaccia su via San Filippo Bianchi. CATANIA pagina 3 all'atto del loro insediamento, sottoscriveranno con l'assessore alla cultura, Sergio Todesco, promotore della creazione dei comitati, un protocollo di legalità, in perfetta sintonia con l'indirizzo adottato dall'amministrazione comunale. Infine, il Comitato tecnico-organizzativo è composto da Santi Alligo (presidente), Ferdinando Coglitore, Salvatore De Francesco, Maria Canale ed Alfio Caminiti. Renato Stramondo nuovo amministratore di Telecolor CATANIA. II continui contrasti tra il direttore Angelo Micale e l'amministratore delegato Orlando Branca sarebbero la motivazione delle dimissioni di quest'ultimo. L'emittente del Gruppo Ciancio naviga in acque tempestose (i tecnici sono tutti in solidarietà, si prevedono ritardi per il pagamenti degli stipendi) e Branca, figura storica dell'emittente televisiva, ha deciso di alzare bandiera bianca. A sostituirlo sarà Renato Stramondo, figura sempre più rampante del palazzo di viale Odorico da Pordenone, figura di riferimento dell'editore Mario Ciancio. 19 LUGLIO 2013 CHI SALE L Carmelo Puglisi MESSINA. Già laureato in Giurisprudenza nel 1961, il messinese entra guinnes dei primati. È infatti diventato dottore in Storia con il voto di 105/110 a 85 anni. Originario di SantʼAlessio Siculo, Carmelo Puglisi ha discusso una tesi intitolata “Agli albori dellʼidentità europea: Romani e Barbari nella Germania di Tacito”. 7giorni centonove MESSINA. I SINDACATI CHIEDONO LA NOMINA AL SINDACO SOCIETA’ Un presidente per il Vittorio Salina Festival, presentazione a Palazzo Zanca Il nuovo “capo” dell’Ente autonomo regionale dovrebbe essere affiancato da un commissario al posto del consiglio MESSINA. Oggi (venerdì 19, ndr) alle 10,30, nella sala Ovale di palazzo Zanca, alla presenza del sindaco, Renato Accorinti, sarà presentata la manifestazione “Salina Festival 2013”, che si svolgerà da domenica 21 a domenica 28, a Santa Marina Salina e Malfa. L'evento, ideato e diretto da Massimo Cavallaro, proporrà un insieme di tematiche, arte, musica, cucina, poesia ed ecologia attraverso alcuni artisti che renderanno omaggio con le loro esibizioni. “Salina Festival 2013” rientra anche tra le iniziative promosse dall'Onu per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio, in particolare la creazione di nuovi processi nell'area mediterranea. Sarà infine consegnato il “Premio CineMareMusica” alla memoria di Peppino Impastato, giornalista e attivista politico ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978. MESSINA. Il “terrore” di generazioni della facoltà di Legge è diventato professore emerito. Il Ministro per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca, Maria Chiara Carrozza, su proposta unanime degli Organi competenti, ha infatti conferito il titolo a Scalisi , già ordinario di diritto privato. MESSINA. I sindacati “dettano” la linea sul futuro del Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Per lʼEnte Autonomo regionale, chiedono innanzi tutto una nuova dirigenza operativa composta da un Presidente, designato dal Sindaco, e di Per tirare la Vara basta iscriversi all’Albo un Commissario che MESSINA. Scadono il 5 agosto i termini per candidarsi a tisostituisca lʼintero consiglio, ratori della Vara di Messina. I cittadini, di età compresa tra i designato dal Presidente 18 e 65 anni, interessati ad essere inseriti nell'Albo comunaCrocetta. “Queste due figure le, possono presentare la domanda entro le ore 12. I modelli possono e devono, insieme, sono disponibili all'Ufficio Relazioni con il Pubblico, al piano affrontare le emergenze e terra di palazzo Zanca, da lunedì a venerdì, dalle ore 9 alle che facciano della 13, e scaricabili dal sito internet www.comune.messina.it o alcompetenza, il filo conduttore l'indirizzo http://www.cittadimessina.it/tiratorivara.pdf.f. dellʼazione di rinascita dellʼEnte”, scrivono in una nota Slc-Cgil (G. Di Guardo), Trasformazioni urbane a Confindustria Uilcom-Uil (A. Di Guardo), MESSINA. Il prossimo 23 luglio, alle ore 10, presso ConfinFials-Cisal (C.Tavilla) e dustria Messina, si svolgerà il seminario “Trasformazioni UrSadirs (O. Smiroldo). Per i bane: tra competenze tradizionali e modelli innovativi”, prosindacati, le priorità sono: la mosso dalla Sezione Oice di Messina. Al centro dellʼincontro, presentazione del bilancio o fenomeni di globalizzazione che stanno trasformando le città preventivo 2013 (già bocciato in veri e propri insediamenti produttivi immateriali dalla regione); la Il Teatro Vittorio Emanuele realizzazione del regolamento organico propedeutico allʼequiparazione del personale ai ruoli regionali; la redazione della Pianta Organica (coerente al progetto di rilancio e di sviluppo del teatro); la stabilizzazione del personale (precario da anni); lʼinclusione di artisti in organico (unica struttura a non avere in MESSINA. Il Museo della Fauna del Dipartimento di Scienze Veterinarie organico musicisti o artisti in genere); un dellʼUniversità degli Studi di Messina si arricchisce di risorse culturali e scientifiche progetto triennale di rilancio e di sviluppo del dedicando uno spazio museale ai resti fossili provenienti da varie località della Teatro per nuovi e sfidanti obiettivi di crescita. provincia di Messina. A seguito, infatti, di una convenzione in corso di definizione “Noi ed i lavoratori, in organico e precari con la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, fortemente voluta dal avvertono - non ci fermeremo con le proteste e Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Messina, Salvatore Scuto, e con la con le denunce, fino a quando non si creeranno collaborazione della dirigente responsabile della sezione Archeologica della stessa le condizioni che abbiamo descritto nel nostro Soprintendenza, Gabriella Tigano, in una delle sale sono stati collocati i resti fossili progetto di massima. Siamo disponibili a sedere di elefante, rappresentati specialmente da molari e difese, provenienti dalle cave di attorno ad un tavolo con dirigenti competenti e sabbia lungo la panoramica dello Stretto e recuperate grazie alla tenacia e alla capaci, per realizzare quanto abbiamo esposto. ventennale attività di ricerca di Adolfo Berdar. Moltissimi resti fossili (elementi Tocca alla politica, e non ai tanti politicanti che scheletrici di elefanti, ippopotami, iene) provengono da sistematiche campagne di abbiamo incrociato in questi mesi, mettere in scavo condotteda Laura Bonfiglio e da Gabriella Mangano ad Acquedolci e alla campo tutte le azioni necessarie a far rinascere nota Grotta di San Teodoro. il teatro Vittorio Emanuele”. L Cecilia Kyenge EVENTI. DAL 21 LUGLIO ARTISTI DI FAMA INTERNAZIONALE NON SOLTANTO SI ESIBIRANNO MA TERRANNO LEZIONI PER LA SUMMER SCHOOL UNIVERSITARIA L Pippo Trischitta MESSINA. Il ruolo da “ariete” di sfondamento del Pdl nei confronti dellʼamministrazione di Renato Accorinti ha dato i suoi frutti al consigliere riconfermato. Pippo Trischitta, infatti, è stato designato capogruppo del Pdl in consiglio comunale. L Piero Adamo MESSINA. Il neoeletto consigliere messinese non scorderà la data del 19 luglio. Di mattina si insedierà come consigliere eletto nella lista “SiAmo Messina”, di pomeriggio si occuperà degli ultimi “ritocchi” per la fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino che da anni organizza col circolo Quo Usque Tandem. L Vincenzo Scalisi AGRIGENTO. Insultata da Calderoli e premiata in Sicilia. Il ministro per lʼIntegrazione riceverà ad Agrigento il trentasettesimo premio “Telamone per la pace” il prossimo 30 novembre. La cerimonia prevede prima l'accensione del Tripode dell'amicizia davanti al tempio della Concordia, e poi, all'interno del museo archeologico, la consegna del riconoscimento. DA VEDERE Al Museo della Fauna sbarca il fossile di un elefante Conto alla rovescia per Messina Sea Jazz MESSINA. Per cinque giorni Messina è capitale del Jazz. Ha preso il via mercoledì e si chiuderà domenica 21 luglio il Messina Sea Jazz Festival. Grandi artisti di fama nazionale e internazionale si sono ritrovati nella città dello Stretto, e non soltanto per esibirsi. Il Festival, diretto dal messinese “emigrato” ed oggi affermato jazzista Giovanni Mazzarino e organizzato da Lello Manfredi, vede infatti il patrocinio dellʼUniversità di Messina, e comprende una parte didattica e formativa, rivolta agli studenti. Nel Centro Interdipartimentale di Studi sulle Arti Performative, situato nella suggestiva location di Villa Pace, si sta infatti tenendo una sorta di breve summer school: sono una quarantina gli studenti, provenienti da tutta Italia, che stanno frequentando le Master Class di alta specializzazione per la Musica Jazz, tenute dagli stessi ospiti della manifestazione, tra un Jazz Brunch (alle 13.15) e un Aperitivo Jazz (alle 19) in spiaggia, al Lido Sottovento. La sera invece è in Fiera, negli spazi dellʼex-Irrera a Mare, che si sta esibendo il Gotha del Jazz Italiano: dallo stesso Giovanni Mazzarino a Fabrizio Bosso, da Gegè Telesforo a Maria Pia DeVito, da Francesco Cafiso ad Enrico Rava che, mercoledì, a Villa Pace, è stato insignito del Premio alla Carriera dal Rettore dellʼAteneo Peloritano, Pietro Navarra. Gran finale è previsto il 2 agosto: nellʼArena dello Stretto, in Fiera, si esibirà Stefano Bollani. (V.C.) pagina 4 Enrico Rava 7giorni centonove COMMEMORAZIONI Borsellino 21 anni dopo Due grandi eventi per ricordare Paolo MESSINA. Due grandi organizzazioni parallele per commemorare Paolo Borsellino a 21 anni dalla strage di via DʼAmelio. La prima, che riguarda solo Messina, è ad opera del Comitato XIX Luglio, animato da Movimento “Vento dello Stretto”, “A.I.G.A. - Messina”, Ass. “Atreju”, Ass. “La Sicilia ai Siciliani”, Ass. “Fare Verde”, Network “ZDA-Zona dʼArte Zona Falcata”, Ordine degli Architetti, Ordine degli Ingegneri, Comitato “Messina Tricolore”, Comitato “Addio Pizzo”, Ass. “Università Eclettica”, Ass. “Nino DʼUva”, Ass. “Messina Giovane”, Comunità “SantʼEgidio”, Sindacato di Polizia “Coisp”, Ass. “Il Lanternino”, Comitato “Spazio Messina”, Ass. “Autonomisti per Messina”, Scelta Civica per lʼItalia, sindacato “U.G.L.-U.T.L.” di Messina, “U.G.L. Giovani Paolo Borsellino Sicilia”, “Rotaract Messina”. Sono stati predisposti due momenti commemorativi, entrambi il 19. il primo sarà alle 9 e trenta, con la deposizione di un “cuscino di fiori” ai piedi dellʼ “albero Borsellino” in Piazza Pugliatti. Il secondo, alle 20, inizia con il concentramento da Piazza Castronovo, dove, alle 20:30 partirà la consueta Fiaccolata-Corteo che, questʼanno, su decisione del Comitato promotore, percorrerà Via Garibaldi e, risalendo lungo il viale Giostra, giungerà alla rotatoria recentemente intitolata alle “vittime e martiri della mafia”. L’INIZIATIVA. TRE CONSIGLIERI DI QUARTIERE AVVIANO UNA PETIZIONE I Bronzi di Riace? A Messina MESSINA. I Bronzi di Riace? Portiamoli a Messina. È lʼidea lanciata sabato 13 al Comune di Messina dai consiglieri di quartiere Andrea Aliotta (III Circoscrizione), Alessio Mancuso (IV) e Paolo Barbera (V) in collaborazione con lʼassociazione EcoDem. I tre hanno proposto una campagna di raccolta firme per portare le due statue, temporaneamente accantonate in una sala del Consiglio Regionale della Calabria in attesa di lavori di ristrutturazione del Museo Magna Grecia di Reggio, a Messina, per essere ospitati in città. Spiega Barbera: «Abbiamo elaborato lʼidea “folle” di portare i Bronzi a Messina leggendo sul Corriere della Sera, a firma di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, un articolo riguardante lʼassurda situazione del Museo di Reggio Calabria. Come pochi sanno, di ritorno da unʼesposizione a Firenze, le due statue avrebbero dovuto essere collocate nel Museo della Magna Grecia: i considerevoli ritardi (oltre due anni) nel completamento dellʼopera hanno generato la situazione paradossale di destinare i due monumenti, simbolo dellʼidentità meridionale (e non solo), ad essere posti a Palazzo Campanella (sede del Consiglio Regionale della Calabria, ndr), in attesa di un “ritorno a casa”. Colpiti da questa situazione, abbiamo valutato lʼopportunità di agire per portare, a tempo determinato, i Bronzi a Messina. Da un lato si incentiverebbe il turismo crocieristico messinese, in forte crescita; dallʼaltro, una volta portato a termine il museo della Magna Grecia, la città di Reggio potrebbe trarre utilità dallʼesposizione dei suoi gioielli. In sintesi, un vantaggio economicoculturale non indifferente per tutta lʼarea dello Stretto». Come riuscirci? «Al momento della presentazione delle firme, ci aspettiamo che lʼamministrazione locale, ed eventualmente quella provinciale e regionale, ci sostengano al meglio delle loro possibilità». Al termine del corteo, come ogni anno, verranno lette alcune significative frasi tratte dal libro "Paolo Borsellino. Silenzi e Voci" realizzato dallʼAssociazione Nazionale Magistrati, sezione di Palermo. Lʼaltra grande iniziativa ha preso il via il 17 luglio e coinvolge la provincia di Messina. A portare avanti, lʼinizativa “Tre Giorni” sono lʼAssociazione SocioCulturale Peppino Impastato e il progetto culturale Aula AUT, con il supporto di Acib (Associazione commercianti imprenditori brolesi), Asam (Associazione antiracket Messina), Aciap (Associazione commercianti imprenditori artigiani di Patti), Acis (Associazione commercianti imprenditori di SantʼAgata), Fronte di Libertà (Terme Vigliatore), Movimento Città Aperta (Barcellona Pozzo di Gotto), Otto Maggio, Liberi Tutti, Associazione Antimafia Rita Atria, Centro di Documentazione Paolo Borsellino, Associazione Giovane Gioiosa, Consulta Giovanile Librizzi. Cosʼ gli appuntamenti del 19: Brolo, ore 10.30, Sala Multimediale, Cinema e Ricordo con Lorenzo Randazzo; Terme Vigliatore, ore 11.30, Municipio, Esposizione gigantografia di Paolo Borsellino; Librizzi ore, 12.00, Per tutta la città Silenzio nel ricordo, distribuzione di volantini di sensibilizzazione; SantʼAgata di Militello, ore 12.00, Piazza Falcone e Borsellino, Commemorazione con deposizione di garofani rossi; Patti, ore 17.00, Sede Aciap, inaugurazione Mostra: “Vita contro la mafia” di Salvatore Mammola sulla vita di Impastato e di Graziella Campagna; Gioiosa Marea, ore 21.00, Arena Canapè, Omaggio a Gaber – Me & Mr. G con Ivan Bertolami ed il duo Imbesi-Zangarà. ROSA E NERO Sel intitola un circolo a Pancrazio De Pasquale MESSINA. Un circolo Sel intitolato alla figura di Pancrazio De Pasquale già Consigliere e Capo Gruppo Pci al Consiglio comunale di Messina, deputato al Parlamento nazionale, al Parlamento Europeo e allʼAssemblea regionale di cui fu anche Presidente. La presentazione di questa iniziativa si è tenuta giovedì 18, alle 18.00, alla Feltrinelli Point di Messina. De Pasquale, prematuramente scomparso il 26 settembre 1992 allʼetà di 67 anni, fu figura politica di grande rilievo istituzionale in prima fila nella difesa dei diritti dei più deboli e dei lavoratori. Uomo di grande finezza intellettuale e politico di livello dedicò la sua vita per il riscatto della Sicilia e del Mezzogiorno. A Messina restano memorabili le sue battaglie per il risanamento contro la vergogna delle baracche. Allʼincontro era presente anche Simona Mafai De Pasquale, già Senatrice del Pci, e di Antonina Alberti, docente allʼUniversità di Firenze. Addio a Tonino Accolla, voce di Homer Simpson ROMA. È morto a Roma, al Policlinico Gemelli dopo una lunga malattia, Tonino Accolla, mitica voce di Eddie Murphy, Mickey Rourke, Kenneth Branagh, di Homer Simpson e di innumerevoli altri celebri personaggi, grande direttore di doppiaggio (da Titanic a Braveheart ai maggiori successi degli ultimi 30 anni) nonché attore teatrale e televisivo. Originario di Siracusa, 64 anni, era noto al grande pubblico per aver doppiato Eddie Murphy in quasi tutta la filmografia del comico afroamericano. Il connubio con lʼattore, però, si è interrotto con il film Tower Heist-Colpo ad alto livello del 2011. Accolla viene sostituito da Sandro Acerbo e Eddie Murphy perderà (in Italia) il suo marchio di fabbrica: la sua celebre risata. È stato direttore del doppiaggio della maggior parte degli episodi de I Simpson trasmessi in Italia, oltre che di vari film fra cui Borat, The Island, Gli occhiali dʼoro, Hot Shots!, Il silenzio degli innocenti, Braveheart – Cuore impavido, Crush, Titanic e Avatar. Roberto Saglimbeni pagina 5 19 LUGLIO 2013 CHI SCENDE M Nino Germanà MESSINA. Il deputato è stato freddato su Facebook dallʼex collega di partito Raimondo Burrascano, che, alla notizia di una mozione sul tonno rosso, ha commentato: “A posto ora faccio girare voce a chi sa pescare tonno rosso nei quartieri popolari e finalmente lavoreranno fossi ma chi minchia si ni futtunu i MISSINISI DU TUUNU ROSSO VONNU U TRAVAGGHU PI MANOVALE E MURATURI”. M Roberto Cerreti MESSINA. Lʼex consigliere provinciale non riesce a staccarsi dagli uffici di via Cavour. Nostalgia? Non proprio. Cerreti continua a cercare i quadri che aveva comprato a sue spese per abbellire lʼufficio del gruppo consiliare e che qualcuno ha fatto “scomparire”. M Pippo Previti MESSINA. La causa era giusta, ma qualcosa non ha funzionato. Lʼex presidente del consiglio comunale di Messina aveva lanciato una petizione online contro il Porcellum, ma, come ha scritto su Facebook, “ad oggi hanno sottoscritto l'appello solo 35 persone: vorremmo raggiungere quota 500000”. MGiovanni Frazzica MESSINA. Lʼex dirigente del Pd non sa resistere alle tentazioni. Al bar con gli amici, prima ha rifiutato il caffè, vista lʼora di pranzo, per poi cedere vistosamente a una piccola cassata siciliana: «A questa non pèosso proprio dire di no», ha spiegato. M Raffaele Lombardo MESSINA. Colpo di scena al processo che vede protagonista lʼex prsidente della Regione. Allʼudienza è stato infatti presentato il certificato che attesta come Lombardo sia stato testimone di nozze, nel 1983, insieme a Piddu Madonia, boss di Gela condannato allʼergastolo, al matrimonio di Salvatore Paternò figlio del boss di Niscemi Angelo Paternò. 19 LUGLIO 2013 primopiano centonove SODDISFATTI. Il capo della procura Lo Forte, l’aggiunto Ardita e gli altri magistrati nel corso della conferenza stampa INCHIESTA. Su richiesta dell’aggiunto della Procura agli arresti i vertici degli enti vicini al leader del Pd Genovese, formazione Ardita L’accusa: «Creato un sistema illecito di arricchimento ai danni dell casse pubbliche». Ai domiciliari la moglie Chiara Schirò, la segretaria Cannavò e altri stretti collaboratori DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Vuoi diventare proprietario di un palazzo a costo zero? Facile. Anticipa i soldi necessari a comprarlo attraverso una società appositamente costituita, crea un ente di formazione e affittaglielo per i corsi ad un canone gonfiato che norme alla mano paga a piè di lista la regione Sicilia. Vuoi invece fare la cresta su tutte le spese per pulizia, noleggio di apparecchiature e materiale didattico necessario ai corsi? Idem. Che il mondo della formazione siciliano fatto di 3mila e 200 enti, di 9mila addetti e di 400milioni di euro allʼanno di budget, non fosse solo un luogo dove assumere senza concorso e a carico delle pubbliche casse parenti, amici e fare così clientela tra gli addetti ai lavori era un dato conosciuto da anni. Lʼinchiesta della Procura di Messina che ha portato agli arresti le mogli dei due esponenti politici più importanti della storia politica di Messina degli ultimi 15 anni, entrambi sindaci della città, lo ha fatto venire con clamore alla luce, come la punta di un iceberg tutto ancora da scandagliare. Il Giudice per le indagini preliminari, Giovanni De Marco, nel firmare la misura arresti per Chiara Schirò, moglie del deputato nazionale Francantonio Genovese, leader del Pd in Sicilia, e Daniela DʼUrso, moglie di Giuseppe Buzzanca, sino ad agosto del 2012 primo cittadino e deputato regionale, non ha avuto remore a scrivere che “se ci fossero i controlli, le illecità negli affitti degli immobili e nel noleggio delle apparecchiature, divenute occasione di facile spreco di denaro pubblico e talora di arricchimento privato, si individuerebbe in gran parte degli enti di formazione”. Le indagini per il momento si sono concentrate sulla galassia degli enti di formazione riconducibili a Genovese, Lumen ed Aram, di cui però il vero motore è Elio Sauta, ex consigliere comunale del Pd uomo di fiducia del deputato e sullʼAncol guidato da Melino Capone, ex assessore della Giunta di Buzzanca, la cui consorte è stata a lungo direttrice regionale. Nellʼinchiesta risultano indagati lo stesso Genovese; il cognato Franco Rinaldi, deputato regionale; la moglie Elena Schirò, per la quale era stata chiesta la misura cautelare, però, rigettata. Alla conferenza stampa per illustrare lʼoperazione che ha privato della libertà 10 persone ai vertici dei due enti o di società satelliti, cʼera il capo della Procura, Guido Lo Forte, in lotta per essere nominato capo della Procura nazionale antimafia, un aggiunto, Sebastiano Ardita e tre sostituti. La tenuta dellʼinchiesta però, a leggere lʼordinanza di misura cautelare, si fonda per gran parte dei 54 capi di imputazione sul lavoro di due consulenti, Giuseppe Barreca, commercialista, cui è stato affidato il compito di spulciare i bilanci e i conti degli enti e delle società che fornivano servizi, e Dario Megna, ingegnere, cui è stato dato assegnato lʼincarico di valutare la congruita di affitti, e sulle conclusioni cui sono arrivati al termine di un lavoro fatto quasi esclusivamente di esame di documenti contabili e di contratti: le intercettazioni telefoniche ed ambientali, infatti, poco o nulla hanno aggiunto alle risultanze investigative. IL SISTEMA. «Le tecniche impiegate per la truffa sono per nulla sofisticate», ha osservato il gip De Marco nellʼordinanza. «Gli affitti e il noleggio di attrezzature sono stati effettuati a prezzi fuori mercato presso ditte riconducibili ai medesimi amministratori di enti, tavola attraverso interposizioni di altre società dello stesso gruppo, con intrecci di interessi sconcertanti, tanto più clamorosi in quanto trascurati dagli enti di controllo», ha sintetizzato De Marco, bacchettando gli uffici della regione Sicilia che per anni nulla hanno avuto da obiettare, provvedendo alla liquidazione delle spese rendicontate. La prassi “perversa”, fatta anche di consulenze per progettazioni ritenute dagli SOTTO ASSEDIO. Francantonio Genovese inquirenti “fittizie”, è stata declinata dalla Procura nei reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al peculato. ESEMPI MIRABILI... Dove svolge lʼattività formativa lʼAram presieduta da Sauta? E la Lumen di Elena Schirò? Nel palazzo di via Principe Umberto, accanto allʼIstituto Cristo re, a Messina. Chi ne è il proprietario? La società Centro servizi 2000 Srl. Chi ne detiene le quote sociali? Sauta e la moglie Graziella Feliciotto, Genovese e Rinaldi. Gli amministratori? Prima Feliciotto e poi, sino allʼaprile del 2010, Chiara Schirò. Il canone? 130mila euro allʼanno (157mila dal 2012) per lʼAram e 50mila per la Lumen. «Il canone secondo i prezzi di mercato rilevabili dallʼosservatorio del Mercato immobiliare doveva essere rispettivamente di 50mila e di 16mila euro», ha scritto il consulente. «Ogni anno vi era un distrazione di soldi pubblici di 120mila euro». Fatti due conti, nei 6 anni dal 2006 al 2012, Centro servizi 2000 Srl di affitti dai due enti ha incassato un milione e 328mila euro: esattamente TINTINNIO DI MANETTE “Quei 4 meritano la galera” La Procura contesta la decisione del Gip di non accogliere la richiesta per Capone e Sauta MESSINA. La procura di Messina vuole il carcere per Elio Sauta, Melino Capone, Natale Lo Presti e Salvatore Natoli. Vuole i domiciliari per Elena Schirò, moglie del deputato regionale Franco Rinaldi e per Salvatore Giuffrè, titolare della società Progetto ufficio entrata in rapporti commerciali (“truffaldini”) con lʼAncol. Sebastiano Ardita, lʼaggiunto sino ad alcuni anni fa capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria e gli altri 3 magistrati che hanno condotto le indagini, Antonio Carchietti, Camillo Falvo e Fabrizio Monaco, sono pronti a presentare appello contro la decisione del Giudice Giovanni De Marco, che pagina 6 per i sei indagati non ha disposto la misura richiesta dai pm. De Marco oltre a ritenere “sufficienti gli arresti domiciliari per soddisfare le esigenze cautelari di pericolo di reiterazione del reato per Capone, Sauta, Lo Presti e Natoli”, ha stabilito che “a carico di Elena Schirò sono emersi unicamente indizi per tre capi di imputazione ma per una frazione assolutamente modesta e il ruolo attribuito alla stessa appare, pertanto assolutamente marginale di talché da tali sole condotte non possono desumersi attuali e concrete esigenze cautelari”. Ai domiciliari oltre a Chiara Schirò, moglie di Genovese, ed a Daniela DʼUrso, moglie di Buzzanca, e ai 4 per cui era stato chiesto lʼarresto, ci sono la moglie di Sauta, Graziella Feliciotto, il fratello di Melino Capone, Natale Capone, Concetta Cannavò, segretaria di Genovese e prestanome in alcune società, oltre che Tesoriere dimissionario del Pd provinciale, Nicola Bartolone, stretto collaboratore di Sauta allʼAram, Giuseppe Caliri, dipendente di Ancol e rappresentante legale di Pianeta Verde. (M.S.) centonove primopiano 19 LUGLIO 2013 IL CASO. Il presidente dell’Aram descritto come motore del sistema fraudolento La cresta targata Sauta L’ex consigliere comunale indagato di 33 reati ha evitato il carcere per il rotto della cuffia. Il Gip: «Ha tentato di ostacolare le indagini consigliando di non dare le carte ai magistrati» con la moglie Chiara Schirò quanto la società ha speso per comprare e ristrutturare lʼimmobile. Lʼimmobile, infatti, rilevato dai Padri Rogazionisti , è costato 671mila euro. Ma lo si è dovuto ristrutturare. Chi ha fatto i lavori per 652mila euro? La Ge. Imm Srl. Ovvero la società di costruzioni di Rinaldi e Genovese. «I lavori - hanno osservato i magistrati - sono finiti nel 2008 ma la struttura è stata adibita a centro di formazione già nel 2006. Comʼè possibile?». Non solo. «La struttura ancora oggi manca di certificato di agibilità e mai è stato rilasciato il certificato di prevenzione antincendio, tuttavia ha ottenuto egualmente i finanziamenti regionali». Il legale dei coniugi Genovese, Alberto Gullino, anticipando la linea difensiva, domanda: «Come fa un perito a dire in maniera astratta se un canone è congruo?». Ma a Chiara Schirò e alla sorella Elena viene pure contestato il noleggio da parte della Lumen di apparecchiature della società Centro servizi 2000 Srl, ad un canone superiore negli anni compresi tra il 2005 e il 2011 di oltre il 50% rispetto a quello sostenuto dalla società della loro stessa galassia secondo le fatture per acquistarlo. Il Gip De Marco tuttavia ha già ridimensionato lʼipotesi accusatoria: «Il reato è configurabile solo dal 2005 e il 2008. Chiara Schirò ha sottoscritto solo il contratto di noleggio di questʼultimo anno». TRUFFA LEGALIZZATA. Ludovico Albert ex dirigente generale del Dipartimento regionale Formazione interrogato dagli inquirenti ha spiegato: «Lʼaffitto di immobili da società degli stessi amministratori degli enti di formazione non è vietato così come non è imposta con rigorosità una gara informale per la fornitura di servizi. Naturalmente i costi devono essere reali per servizi effettivamente resi», ha sottolineato il dirigente piemontese, offrendo così una ciambella di salvataggio agli indagati. MESSINA. Lʼavviso di garanzia ricevuto unitamente alla moglie Graziella Feliciotto nonostante le gravi imputazioni non aveva per nulla scalfito la sua proverbiale verve. «Eʼ tutto in perfettamente in regola», aveva assicurato. Parentopoli? «Negli enti sono stati assunti tutti: i nostri parenti, quelli dei sindacalisti e dei politici ma anche di esponenti delle forze dellʼordine e dei magistrati», aveva attaccato. Elio Sauta, 53 anni, ex consigliere comunale, delle 15 persone di cui è stata chiesta la misura cautelare dalla Procura di Messina è lʼunico ad aver rischiato di finire in carcere. Il motivo lo ha spiegato il giudice De Marco nellʼordinanza di misure cautelari: «Lʼestrema gravità delle condotte ascrivibili al Sauta, con il corollario di atteggiamenti volti ad ostacolare le indagini meriterebbe la più grave misura della custodia in carcere. Tuttavia allo stato non vi sono elementi per ritenere la misura degli arresti domiciliari non sufficiente a soddisfare le esigenze cautelari», ha scritto il magistrato. Intercettato sul telefono e nel suo ufficio, lʼuomo che il sindaco Genovese nel 2006 volle alla guida dellʼIstituzione per i servizi sociali, risulta agli inquirenti il vero motore del sistema perverso creato ad arte per fare la cresta sulla formazione e per realizzare lʼarricchimento personale. Sauta, indagato per 33 dei 53 capi di imputazione complessivi, insieme alla moglie ha creato una girandola di società, Trinacria 2001 Srl, El Fi. Immobiliare Srl, Sicilia Service Srl, che hanno finito per avere un oggetto sociale esclusivo: fornire servizi e affittare immobili al suo ente di formazione, a prezzi finali che secondo i consulenti della Procura sono gonfiati. E così, per fare degli esempi, Sauta non si limita secondo lʼaccusa, come fa con Centro servizi 2000 Srl ad affittare ad un prezzo esorbitante il palazzo di via IL REGISTA. Elio Sauta Principe Umberto (vicenda che coinvolge Genovese e la moglie Chiara, Rinaldi e moglie Elena), ma per conto proprio, con la complicità della moglie e di Natale Lo Presti e Salvatore Natoli, realizza un sistema di sovraffatturazioni di affitto mediante interposizione. In parole semplici, in varie città siciliane, sedi di corsi dellʼAram, affittava un immobile con una società intestata a prestanomi suoi complici per una somma e poi la subaffittava ad un prezzo doppio o triplo alla “sua” Aram, scaricato sulle casse pubbliche, appropriandosi così della differenza valutata in centinaia di migliaia di euro dai due consulenti. Elio Sauta è accusato di aver simulato lʼacquisto per conto dellʼAram di un immobile. La ragione? Intascare 232mila euro di soldi dellʼente di formazione. Il modo? Da presidente dellʼAram ha versato, come caparra, nelle casse dellʼEl.Fi. Srl società di sua proprietà, 232mila euro per acquistare un immobile in via Pascoli, di cui El-Fi. Srl era titolare. Lʼimmobile, in cui lʼAram effettuava corsi, non è mai passato di proprietà e anzi lʼente ha continuato a pagare la pigione pure maggiorata secondo i consulenti - di 40mila euro allʼanno. La stessa El.Fi Srl è stata usata, secondo gli investigatori, da Sauta per comprare unʼ Audi A8 per 60mila euro che è stata poi affittata a 29mila euro allʼanno allʼAram: rendicontata e dunque pagata con i fondi della regione Sicilia come se fosse funzionale alla formazione è stata usata per le esigenze personali e familiari. Dallʼesame dei movimenti bancari i consulenti hanno rintracciato lʼuso di fondi dellʼAram per pagare gioielli per 23mila euro. Quando nel 2011 sono partite le indagini e la Polizia ha chiesto documentazione, Sauta, ad un suo collaboratore ha consigliato: “Un mio amico della Finanza mi ha detto di non parlare, di prendere tempo, di dire non ricordo, non ce lʼho presente, non so ...Così da fari impazzire a iddi (...) Tanto non capiscono niente”, ha concluso con sicumera. Sottovalutando che i magistrati si potevano servire dellʼausilio di consulenti. Che lo hanno per il momento messo in croce. (M.S.) IL CORSIVO La sconfitta di un leader senza ali QUANDO NEL 2005 fu eletto sindaco di Messina la gente scese in massa per strada festante come accade quando arriva il profumo e il tepore di primavera dopo un inverno buio di malgoverno. Si disse: visto che è ricco di famiglia e non ha parenti da sistemare nè patrimonio da rimpinguare metterà le sue energie unicamente al servizio della collettività. Nipote di Nino Gullotti, democristiano 8 volte ministro della prima Repubblica, sindaco a 37 anni, deputato nazionale recordman di preferenze, rais del Pd siciliano, alle spalle un patrimonio economico notevole, Francantonio Genovese sembrava proiettato a ricoprire funzioni di Governo nazionale. Invece, non è riuscito a spiccare il volo. Le ali, però, non gli sono state tarpate, come pure certa dietrologia insinua, dalla magistratura al servizio di eminenze politiche avversarie. Eʼ stato Genovese a tarparsi le ali, incapace come ha mostrato di liberarsi dalla pagina 7 logica clientelare e familista che attanaglia come un cappa la città di Messina e di tenere fede alle speranze di chi lo sosteneva. Al di là della responsabilità penale da accertare celebrando un processo vero e non quello mediatico, ravvivato da conferenze stampa ad uso e consumo di magistrati in cerca di (vana) gloria, la vicenda giudiziaria in cui è incappato lʼesponente politico pone un tema di etica politica. Mettiamo, per ipotesi, che Genovese e company dimostrassero che il sistema perverso disvelato dalle indagini fosse penalmente irrilevante, è eticamente accettabile che chi ha avuto il consenso per fare gli interessi della collettività diventi proprietario di palazzi usando i soldi pubblici? Eʼ eticamente accettabile che il leader di un partito che sostiene il Governo o designi un assessore che poi deve porre rimedio alle storture di un sistema, quello della formazione, di cui lo stesso politico/imprenditore si avvantaggia? Le responsabilità penali si accertano nella aule del Palazzo di giustizia. Nello stadio dellʼetica, però, Genovese è già risultato sconfitto. (M.S.) 19 LUGLIO 2013 primopiano ALLA FRUTTA. Melino Capone PASSIONARIA. Daniela D’Urso CATTIVA SORTE. L’ex assessore, accusato di truffa, ai domiciliari insieme alla moglie di Buzzanca Ancol, Capone al forno Contestato a Daniela D’Urso dirigente dell’ente di aver fatto partire un corso senza gli allievi necessari. Scoperti dai consulenti della Procura subaffitti non dichiarati e spese per noleggi gonfiati MESSINA. “Eʼ venuta nel mio ufficio, ha inveito contro di me e mi ha minacciato dicendo che avrei dovuto liquidare delle somme allʼAncol. Ho saputo fosse la moglie del sindaco sindaco di Messina”. Ludovico Albert, piemontese, ex dirigente generale dellʼassessorato alla Formazione, al cospetto del temperamento siculo di Daniela DʼUrso, secondo quanto ha raccontato agli inquirenti - è rimasto senza parole e scosso. La moglie dellʼex sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, passato alla storia per aver cumulato nonostante le incompatibilità sancite dalla Corte costituzionale, lʼincarico di primo cittadino con quello di deputato regionale, si era formalmente dimessa da dirigente di Ancol Sicilia ma alla soglia dei 44 ani non aveva rinunciato a prodigarsi a favore dellʼente di formazione guidato da Melino Capone, ex assessore dellʼamministrazone comunale diretta dal marito. Un attivismo che le è costata la misura cautelare degli arresti domiciliari per il pericolo di reiterazione del reato che i suoi legali, Nino Parisi e Antonella Ventra tenteranno dinanzi al Tribunale del Riesame di mostrare che invece non sussiste. Eʼ accusata di associazione per delinquere finalizzata alla truffa: lʼunico episodio di truffa specifico che le viene contestato è quello di aver formato documenti diretti ad attestare lʼiscrizione di 15 allievi necessari per effettuare un corso di formazione nellʼanno 2012/2013 in “Operatore amministrazione segretariale” mentre in realtà 5 allievi non erano reali: il corso “quasi fantasma” è costato alla regine 125mila euro, lʼoggetto della truffa, appunto. centonove NO... LEGGI CAPONE. Della truffa mediante sovraffatturazioni di affitti e forniture di servizi è invece accusato Melino Capone in concorso con il fratello Natale Capone, direttore amministrativo dellʼAncol e per un periodo rappresentante dellʼassociazione Pianeta verde; con Giuseppe Caliri, dipendente di Ancol e al tempo stesso rappresentante di Pianeta verde e a Salvatore Giuffrè, rappresentate di Progetto ufficio srl. Tuttavia il sistema messo a punto dal presidente di Ancol rispetto a quello in voga, secondo lʼaccusa, allʼAram e alla Lumen, è ancor meno sofisticato. Melino Capone per conto dellʼAncol ha preso a noleggio apparecchiature per non da una vera e propria società ma da unʼassociazione Pianeta verde che nel proprio Statuto non prevede la possibilità di svolgere attività commerciale e che altro non è se non una costola dellʼAncol. «Il canone di affitto delle attrezzature è sproporzionato. Nel complesso di più anni è tre volte il costo delle apparecchiature sopportato da Pianeta Verde», hanno sancito i consulenti dei magistrati inquirenti, quantificando la somma di cui si è appropriata indebitamente lʼassociazione, a danno delle casse regionali, in 146mila euro. SUBAFFITTI DI QUALITAʼ. Il meccanismo per lucrare sugli affitti delle sedi - secondo gli inquirenti - era diverso, o meglio contrario, da quello organizzato da Elio Sauta: il risultato finale però era lo stesso. Se Elio Sauta faceva la cresta sulla formazione, secondo gli inquirenti, attraverso lʼinterposizione di sue società intestate a prestanomi, Melino Capone per conto dellʼAncol affittava lʼimmobile destinato ai corsi di formazione ad un canone che i consulenti hanno ritenuto non gonfiato. Tuttavia, poi lo stesso immobile pagato con i fondi regionali era subaffittato senza che ciò fosse dichiarato alla regione. Così facendo lʼAncol percepiva per intero il rimborso. Secondo il regolamento regionale avrebbe dovuto avere una decurtazione pari alle somme incassate dai subaffitti stimati in tutto 100mila euro. Allʼex assessore comunale al Lavoro e alla mobilità i 4 magistrati della Procura di Messina contestano pure contestato un noleggio di attrezzature a prezzi, secondo i consulenti - esorbitanti dalla società Progetto ufficio . (M.S.) PIOVE SUL BAGNATO Le disavventure di Melino Dalla revoca dell’affiliazione al nazionale alle irregolarità nel Servizio civile MESSINA. Dopo lʼesperienza di 5 anni di assessore al lavoro e alla Mobilità se nʼera tornato a lavorare alla Comissine tributaria di Messina cui è dipendente da anni confidando in un pò di tranquillità e riposo. Invece da mesi Melino Capone non trova pace. Eʼ lʼAncol la causa di tutti i suoi mali. Prima, nello scorso febbraio gli è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini per truffa, ora, indagato per associazione per delinquere e truffa, ha evitato il carcere solo perchè il Gip, Giovanni De Marco, respingendo la richiesta della Procura ha ritenuto i domiciliari suffi- cienti a scongiurare il pericolo di reiterazione del reato. Secondo la Procura di Messina Melino Capone oltre alle truffe attraverso le sovrafatturazione che gli vengono contesta e responsabile di una truffa ancora più grossa: “Dal 2006 l’Ancol Sicilia ha ottenuto 14 milioni di soldi della regione Sicilia euro benchè non potesse piu` usare l’etichetta dell’Associazione, sulla base di false dichiarazioni del legale rappresentante”. Il motivo? Secondo i magistrati l’ente di cui da anni era il massimo dirigente non aveva più cittadinanza. Sin dal 2005, quando Maria Vittoria Valli, presidente nazionale dell’Associazione nazionale comunità di lavoro, fondata negli anni cinquanta da un professore di Sant’Agata Militello, Angelo Currò, aveva disconosciuto la sezione siciliana dell’Associazione. La lettera era stata inviata secondo gli accertamenti della Guardia di Finanza alla regione ma era rimasta lettera morta. A farla “sparire”, secondo l’inchiesta chiusa dal sosti- pagina 8 tuto procuratore Camillo Falvo, sarebbero state due funzionarie regionali, Patrizia Di Marzo, della segreteria dell’Avvocato generale, e Anna Saffioti, responsabile dell’area Affari generali, accusate entrambe di concorso in truffa. Lʼavviso di conclusioni indagini non aveva fatto perdere lʼaplomb a Melino Capone: «I nostri legali hanno avanzato in sede civile una richiesta danni nei confronti dellʼAncol Nazionale. Dimostreremo già sul piano civile che la tesi della Procura è errata», aveva detto. LʼAncol nel 2009 fu protagonista di unʼaltra disavventura. L’Ufficio regionale per il servizio civile infatti, revocò il progetto“Dimensione Ambiente Zancle 2009”. e mando a casa 176 volontari che persero così lo stipendi di 433 euro al mese, lavorando 30 ore settimanali per 12 mesi. Il motivo del provvedimento lo spiegò Loredana Ciriminna, responsabile del Servizio civile regionale: «Nel corso dell’ispezione sono state riscontrate gravi irregolarità», disse il dirigente regionale. (M.S.) Politica 19 LUGLIO 2013 Nello Pergolizzi Andrea Consolo Carmelina David MESSINA. La prima seduta di consiglio comunale riserverà sorprese. Ecco perchè Insediamento con sorpresa Nello Pergolizzi, primo dei non eletti nell’Udc, invia al segretario Santi Alligo tre atti per “mettere in mora” i colleghi di partito Consolo, David e Perrone. Che non sono i soli DI TIZIANA CARUSO MESSINA. Sarà una mattinata incandescente quella che oggi (venerdì 19 luglio) vedrà l'insediamento del consiglio comunale di Messina. Una mattinata in cui a tenere banco saranno, in prevalenza, due questioni piuttosto “spinose”: l'elezione dell'ufficio di presidenza e le ipotesi di ineleggibilità\incompatibilità di alcuni consiglieri. “SEDUTA” CHE SCOTTA. Proprio su quest'ultimo punto, a dare in mano una vera e propria “patata bollente” al segretario generale, Santi Alligo (anche in qualità di responsabile della trasparenza e della prevenzione della corruzione del Comune di Messina), ci ha pensato anche il primo dei non eletti nella lista dell'Udc e consigliere comunale uscente, Nello Pergolizzi. Tre differenti atti stragiudiziali a firma di Pergolizzi contestano, infatti, le posizioni di Mariella Perrone, Carmelina David e Andrea Consolo (rispettivamente II, V e VI degli eletti nella lista dello scudo crociato). Fra i tre atti, a “scottare” maggiormente, sembrano quelli riferiti a Consolo e alla David, due esponenti dell'area che fa capo al ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Gianpiero D'Alia. L'atto stragiudiziale relativo alla posizione del primario di Patti e Sant'Agata Militello, è stato inviato, tra gli altri, anche al Prefetto di Messina, al Direttore generale e al Responsabile della prevenzione della corruzione dell'Asp, all'Autorità nazionale anticorruzione e alla Procura. In soldoni, facendo leva sulle normative vigenti in materia di incompatibilità e ineleggibilità in Consiglio comunale (lʼart. 12 del Decreto Legislativo 8 aprile 2013, n. 39 e lʼart. 9 della L.R. 24 giugno 1986 n. 31), Pergolizzi “sollecita” Alligo e i consiglieri comunali a “pronunciarsi” sull'incompatibilità tra la carica di consigliere e quella di responsabile di Unità Operativa Complessa di struttura ospedaliera appartenente allʼAsp di Messina. MA CHI ME LO HA FATTO FARE...Il segretario generale Santi Alligo in aula consiliare IL RISCHIO. Chiedendo il riconoscimento delle cause di ineleggibilità incompatibilità, l'ex consigliere comunale, avverte, inoltre, che provvederà a “denunciare alle autorità competenti la circostanza che, pur se a conoscenza del contenuto della nota, il Consiglio Comunale e i responsabili amministrativi del procedimento, Segretario Generale in particolare, non abbiano assunto le conseguenti dovute deliberazioni”. Pergolizzi “intima”, inoltre, che procederà “in via risarcitoria nei confronti di tutti i soggetti che, seppur tempestivamente e formalmente portati a conoscenza delle situazioni rappresentate, non abbiano assunto altrettanto tempestivamente i provvedimenti di competenza dovuti per centonove Mariella Perrone legge”. L'ex consigliere comunale chiama dunque alla responsabilità anche i 40 neoeletti, a cui chiede, d'ufficio, la constatazione dell'ineleggibilità. Una “condizione” che, se dovesse essere “certificata” senza la rinuncia dell'esponente dell'Udc allo scranno a Palazzo Zanca, entro 15 giorni dalla contestazione, potrebbe esautorare Consolo dal suo incarico di primario e inibirlo, per 5 anni, dalla possibilità di assumere ruoli nella pubblica amministrazione. Nonostante i punti interrogativi sull'interpretazione (restrittiva o meno) del recente decreto legge, il “rischio”, già in tutta Italia, ha condotto alla rinuncia molti neoeletti consiglieri comunali ed esponenti di giunta. NON C'E' DUE SENZA TRE. Ma non è finita quì. Perchè, se la posizione di Consolo, più che della Perrone (la quale potrebbe “correggere in corsa l'errore” relativo alla sua messa in aspettativa dal Comune di Messina) risulta “traballante”, Pergolizzi avanza dei dubbi anche sull'eleggibilità di Carmelina David, sostenendo che l'esponente dell'Udc si sia “tardivamente”dimessa dal Cda del teatro di Messina. Sembra, invece, dormire sonni tranquilli Giuseppe Santalco che si dichiara “certo di aver rassegnato le dimissioni dall'Ato Idrico entro il termine utile”. Nonostante il decreto anti corruzione, entrato in vigore lo scorso 4 maggio, abbia già fatto moltissime “vittime” nella classe medica, non temono troppo Pietro Iannello e Santi Sorrenti, entrambi dirigenti medici di Cardiologia allʼospedale Papardo, le cui posizioni tuttavia, potrebbero essere poste sotto i riflettori nella seduta di domani a causa del loro incarico di dirigenti in strutture sanitarie pubbliche. ZOOM Corsa alla presidenza a maggioranza assoluta (20 consiglieri + 1). I nomi in lizza per i democratici sono quelli di Emilia Barrile e Benedetto Vaccarino. Mentre per i due vice in pole sembrano esserci Nino Interdonato (Dr) e Libero Gioveni (Udc). Ma, all'interno della coalizione che Consigliere “numero uno” al Pd, vice ai Dr. ha sostenuto il candidato a sindaco Felice Calabrò, non pare esNel frattempo si scopre che la procedura... serci troppa “armonia”, così che a molti sembra quasi scontato l'approdo al II turno che, fino ad oggi, per statuto, è stato “erroneaMESSINA. Il clima della prima seduta del Consiglio comunale pomente” svolto a maggioranza relativa (ovvero attraverso l'ottenitrebbe “riscaldarsi” ancora di più a causa delle mamento di un numero di voti superiore a quelli conseguiti novre per l'elezione dell'Ufficio di presidenza. Il caos da ciascun'altra opzione nella stessa votazione) menin casa Pd e alcune “discordanze” in seno alla coalitre secondo la l.r. n.7 del 26 agosto 1992, dovrebbe zione di centro-sinistra relative anche all'assegnasvolgersi a maggioranza semplice (ovvero con l'ottezione della presidenza delle commissioni, potrebbenimento di un numero di preferenze superiore alla metà ro infatti “minare” la scelta compatta del presidente dei votanti). “Novità”, questa, che potrebbe complicadel Consiglio e dei due vicari. Numeri alla mano, il re ulteriormente le cose se non si dovesse arrivare in centro-sinistra, che ha eletto ben 29 consiglieri coaula già “organizzati”. Inoltre, rispetto agli anni precemunali, non dovrebbe avere problemi a piazzare i denti, quest'anno la votazione per i due vicari si doBenedetto Vaccarino suoi uomini sin dal primo turno di votazione che sarà vrebbe svolgere in maniera congiunta. (T.C.) pagina 9 Politica 19 LUGLIO 2013 centonove AMMINISTRATIVE. Alla ricerca dei cinquantanove voti perduti. Ecco come Ricorso al futuro Tre dei non eletti si rivolgono al Tar segnalando incongruenze, errori e trentaquattro seggi “sospetti”. Non è che il primo atto. Il secondo? La riapertura dei plichi DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Trentaquattro sezioni “sospette” per le quali è richiesta la verifica delle tabelle di scrutinio, un sindaco “in bilico”, tre candidati (nessuno dei quali eletto), che vogliono saperne di più su cosa è successo esattamente nei due lunghi giorni di ricontrollo dei verbali di voto del 12 e 13 giugno. Come altrove si racconta per gli esami, a Messina sono le elezioni a non finire mai. NOI RICORRIAMO. Contro la mancata elezione a sindaco del candidato del centrosinistra Felice Calabrò al primo turno, hanno deciso di rivolgersi al Tar (5 dicembre la prima udienza) tre candidati in altrettante liste del Pd: Alessia Currò, sedicesima nella lista Progressisti Democratici, Giovanna Venuti, sesta in “Felice per Messina, e Giovanni Cocivera, consigliere uscente (e già capogruppo del Pdl), primo dei non eletti nella lista principale. I cinquantanove voti che mancavano a Calabrò per raggiungere il 50% più uno delle preferenze, secondo i ricorrenti, si scoverebbero facilmente se solo le operazioni di verifica non fossero state condotte “maldestramente. Perchè? DALLI AL MAGISTRATO. In sostanza, oltre che con lʼinettitudine di parecchi dei presidenti di seggio, Silvano Martella lamenta doglianze nei confronti del presidente dellʼufficio elettorale centrale di palazzo Zanca, Giuseppe Bonfiglio. Il giudice della sezione civile del tribunale di Messina ha guidato le operazioni di ricontrollo che, secondo il ricorso presentato dallʼavvocato, “per quanto anche contestato dai rappresentati di lista, non sono state compiute in modo corretto e legittimo”, concludendone che “la volontà popolare degli elettori è stata violata”. Perchè? “Per effetto della modifica dei voti attribuiti in sede di operazioni di verifica, rispetto a quelli risultanti dalle operazioni dei singoli seggi - scrive Martella - lʼUfficio Centrale non ha nemmeno provveduto alla quadratura dei risultati corretti, necessaria per verificare il dato complessivo tra votanti, voti validi e voti non validi (comprese le schede nulle e le schede bianche)”. Cosa rimprovera il legale? Un trattamento dei dati piuttosto ambiguo: “Ad un certo punto e solo per alcune sezioni, lʼUfficio Centrale ha ritenuto di utilizzare le tabelle di scrutino, ma non ha fatto lo stesso per tutte le sezioni in cui si presentavano le discordanze tra i verbali, mantenendo fermo, per alcune di esse (senza alcuna ragione e/o motivazione) il dato Ced (centro elaborazione dati del Comune, ndr), assolutamente inattendibile”. Non solo. “lʼUfficio centrale ha proceduto ad aprire i plichi contenenti le tabelle di scrutinio soltanto per le seguenti sezioni: 40, 47, 73, 86, 121, 138, 147, 192, 228, 234, 242, 173”. Alla fine, Martella segnala lʼultima incongruenza: “Il verbale in questione, non riporta esattamente quanto poi riprodotto nel prospetto finale dei voti validi allegato al verbale medesimo”. Ricapitolando, alle maldestre comunicazioni dei seggi, secondo i ricorrenti si sarebbero aggiunte le altrettanto discutibili operazioni di ricontrollo da parte dellʼufficio centrale, col risultato che non è possibile stabilire quanti voti effettivamente hanno impedito a Calabrò di diventare sindaco al primo turno. Cosʼè successo in quei due giorni? DʼAMORE E DʼACCORDO. Pur se con momenti surreali, tipo quando uno dei presidenti di seggio è risultato irreperibile (poi regolarmente presentato a palazzo) o quando a seconda delle interpretazioni dei risultati di un seggio (se cioè dar conto ai dati Ced o al verbale) Calabrò sarebbe stato sindaco per il 50,0018%, quindi per DIATRIBE ...se il partito si ribella Per Giuseppe Grioli si rischia “perdita di credibilità”, secondo il renziano Russo serve “rinnovamento serio” Alessandro Russo MESSINA. L'ex segretario cittadino, Giuseppe Grioli, parla di “perdita di credibilità di una coalizione che ha perso al ballottaggio” e di ricorsi che “sono un errore politico enorme perchè andavano annunciati il giorno dopo il primo turno. Oggi – continua l'ex consigliere provinciale dei democratici - chi li propone fa un danno incalcolabile a Felice Calabrò e al Pd. Legittimo, ma politicamente un errore”. Ecco solo un accenno della situazione in cui versa il Pd locale. In crisi nera, spaccato e pieno di maldi pancia. Con le conseguenze di un'elezione persa e le recenti indagini della magistratura che creano ancora più scompiglio in un magma infervorato. Sulla stessa scia di Grioli anche Alessandro Russo “Il ricorso, sep- pagina 10 pur assolutamente legittimo, doveva essere annunciato immediatamente dopo l'esito del primo turno, così gestito è l'ennesimo errore politico che allontanerà ancora di più i cittadini dal Pd”. I due, in sodalizio con Francesco Palano Quero, Armando Hyerace, Giuseppe Siracusano e le altre anime “ribelli” del Pd parteciperanno al confronto “Un mare di idee” in programma alle ore 18 di venerdì 19 luglio. L'obiettivo, anche dopo i recenti risvolti dell'indagine “Corsi d'oro”, è: cercare di “fare squadra” per “rifondare il Pd”, ridare credibilità al partito, mettere da parte le divisioni e costruire insieme. “Basta farsi rubare il futuro – spiega Russo – è il momento di ripartire dal merito, dall'onestà”. Argomento caldo sarà anche l'approdo al congresso nazionale e la richiesta al “reggente” Giuseppe Lupo di un “rinnovamento serio e non il solito contentino ai capi corrente. E' necessario – continua Russo – che non ci si limiti alla sospensione degli arrestati ma che si faccia chiarezza soprattutto sulla posizione dei parlamentari, altrimenti – conclude Russo – si continuano a danneggiare tutti quei giovani che vorrebbero fare politica onestamente all'interno del Pd”. (T.C.) centonove Politica 19 LUGLIO 2013 MESSINA. Indice puntato contro Felice Calabrò. “Colpevole” di... Gli insubordinati In cerca della presidenza provinciale del Pd, non impedisce che Giovanni Cocivera disattenda il suo “accettiamo il risultato”. Una decisione che si incrocia con un primariato un solo voto, durante il ricontrollo dei verbali non cʼè stato un clima da coltello tra i denti. Patrizio Marino e Alfredo Crupi, rappresentanti di lista di Calabrò e di Renato Accorinti, hanno sempre discusso tranquillamente con lʼufficio centrale, e ne hanno ratificato le decisioni rimettendosi alle interpretazioni fornite da Bonfiglio codici alla mano. COSA ACCADRAʼ. Il 5 dicembre, il collegio della I sezione del Tar di Catania presieduto da Biagio Campanella deciderà se accogliere o rigettare il ricorso, e nel primo caso di disporre lʼacquisizione dei verbali. Come preannunciato dai ricorrenti, però, il ricorso sarà integrato con motivi nuovi, dato che la scadenza cadrà il 25 luglio. In cosa consisteranno le integrazioni? Nellʼunica circostanza che metterebbe a tacere tutte le voci: lʼapertura dei plichi. Nella pagina accanto, in alto, Alfredo Crupi, rappresentante di lista per Renato Accorinti che fa i calcoli durante il ricontrollo dei verbali. In basso Giovanni Cocivera, uno dei ricorrenti. Sopra, il presidente dellʼUfficio centrale Giuseppe Bonfiglio. Di spalle Crupi e Patrizio Marino rappresentante di lista per il Pd. A destra Felice Calabrò MESSINA. Nel giro di un mese Felice Calabrò è passato da “accetteremo il risultato delle urne qualunque esso sia e quindi non proporremo ricorso” al “Non posso fermare la sete di verità di tre ricorrenti, indipendente da come io la possa pensare”, più o meno. Un testacoda che non è stato preso bene praticamente da nessuno fuorchè dalla cerchia di militanti del Pd di stretta ortodossia, che in riva allo stretto significa principalmente dai seguaci di Francantonio Genovese, deputato nazionale i cui domiciliari alla moglie Chiara Schirò per unʼinchiesta sul mondo della formazione hanno, se possibile, ancora più infuocato il dibattito su chi, cosa e come dovrà essere il partito che è uscito con le ossa rotte dalla competizione elettorale. Come esce con le ossa rotte un partito che in aula ha la stragrande maggioranza, che ha guidato una coalizione che ha raggiunto il 66% dei consensi e che nonostante questo non è riuscito a piazzare un incolpevole Felice Calabrò sulla poltrona più alta di palazzo Zanca? Esattamente come sta facendo oggi il Pd messinese. Facendo volare gli stracci ed esacerbando i dissidi quando invece sarebbe il caso di stringersi a coorte. Titubando quando invece dovrebbe dimostrare di saper tenere la barra dritta anche nelle avversità. E presentando un ricorso che, nellʼimmaginario di una città intera, è quanto di più distante ci possa essere dalle dichiarazioni di maturità politica palesate da Felice Calabrò allʼindomani del voto. PRESIDENTE? FORSE. La zappa sui piedi, secondo parecchi, se lʼè tirata da solo, RESA DEI CONTI Litigiosi alla meta Le “fronde” chiedono revisione dei circoli e azzeramento delle tessere MESSINA. Dopo la battaglia della direzione provinciale di due settimane fa, con il 2reggente” Patrizio Marino che non le ha mandate a dire a nessuno, Liliana Modica che ha preteso la testa dei renziani, Francesco Quero che si è difeso con veemenza e gli animi che si sono surriscaldati, il Pd si lecca le ferite. Ferite che, dopo lʼinchiesta sulla formazione, sono diventate ulcere purulente. Cosa succederà adesso? Il segretario regionale Giuseppe Lupo, di fatto commissario provinciale del partito messinese, avrebbe dovuto nominare un comitato di tre membri, tante quante sono le aree del partito, che fungesse da commissione per valutare tesseramenti e circoli (oltre cinquanta in provincia, la maggior parte senza sede, senza attività, e senza che abbiano mai prodotto documenti che ne attestino lʼesistenza in vita, ma che si materializzano miracolosamente solo in occasione dei tesseramenti) e preparare il congresso. Parecchie “ali”, però, vorrebbero il “redde rationem”, e spingono per lʼazzeramento del tesseramento e per un riconteggio dei valori in campo. Con Francantonio Genovese in altre faccende affaccendato, la “guerra tra bande” è dietro lʼangolo. (A.C.) pagina 11 Felice Calabrò. Non prendendo subito le distanze dal ricorso presentato da uno ciascuno dei non eletti delle tre liste del Pd. “Eʼ possibile per un candidato sindaco che si propone per la presidenza provinciale del partito tollerare un tale atto di insubordinazione? Non era stato lui a dire che non avrebbe fatto ricorso? Ed è plausibile che tre candidati intraprendano unʼazione in contrasto con le direttive del loro presidente provinciale? Eʼ come se tre caporali non solo non eseguissero gli ordini del loro generale, ma addirittura ne sconoscessero lʼautorità facendo di testa propria”. Lʼanalisi la rilascia un tesserato del Pd che guarda agli eventi come chi dal partito in cui milita pretende chiarezza dʼintenti e coraggio delle proprie scelte. E punta il dito contro la scelta di Calabrò di rimanere a metà del guado. “Avrei preferito avesse subito detto “signori, io per cinquantanove voti non sono diventato sindaco al primo turno, quindi ho pieno diritto di conoscere se quei voti ci sono”, sarebbe stato un atto di chiarezza che nessuno avrebbe potuto contestare soprattutto dal punto di vista dellʼopportunità, visto che la legittimità comunque cʼè.La verità è che eravamo certi di vincere al secondo turno, e invece abbiamo sottovalutato lʼavversario e ci siamo fidati troppo di vipere che avevamo in seno. E a farne le spese, anche oggi, è stato Felice Calabrò, lʼunico che forse non aveva colpe. Fino a quando ha deciso di non dissociarsi dal ricorso, almeno”. A chi è servito dunque il ricorso? A qualcuno dei ricorrenti di sicuro. CORSI E RICORSI. Tolte Alessia Currò e Giovanna Venuti, entrambe un poʼ troppo indietro nelle rispettive liste per sperare in un ripescaggio in aula, Giovanni Cocivera è il primo dei non eletti nel Pd e, casomai il ricorso dovesse andare a buon fine, ne trarrebbe ottimi vantaggi. Sia per la possibilità di diventare consigliere comunale nel caso in cui uno degli eletti nella lista del Pd dovesse diventare assessore lasciando un posto libero in aula, ruolo al quale ambiscono in parecchi (Emilia Barrile, la più votata alle comunali, in primis), sia per la possibilità di una poltrona di sottogoverno in una delle partecipate del Comune, circostanza che non richiederebbe nemmeno lʼingresso in consiglio comunale e che richiederebbe “solo” lʼelezione di Calabrò a sindaco. Per Giovanni Cocivera, però, cʼè in ballo una partita ancora più importante: la nomina a primario di Ginecologia al Piemonte, ospedale in cui presta servizio da anni. Nomina che doveva arrivare prima delle elezioni e che, come altre volte, è stata posticipata. Il suo “avversario” è Cosimo Raffone, la cui moglie, Gabriella Gatto, candidata per la prima volta al consiglio comunale anche lei nelle liste del Pd, ha ottenuto un lusinghiero undicesimo posto con oltre cinquecento voti. (A.C.) Politica 19 LUGLIO 2013 SIAMO NEI GUAI. L’assessore al Bilancio Guido Signorino RICAPITOLIAMO...TRE MILIONI ALL’ATO?. Il sindaco Renato Accorinti MESSINA. Dopo quello del 2011, i Comune non rispetta neanche il patto finanziario 2012 Stabilità sforata. Ancora Un milione di parcelle dell’avvocatura, più di sei di spese di Ato3 e Atm: in tutto fanno una sanzione da sette milioni in mancati trasferimenti dal Governo. Ecco perchè DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Prima no, poi si, poi forse no, oggi è sicuro. Dopo averlo fatto nel 2011, il comune di Messina ha sforato il patto di stabilità anche nel 2012. Lo hanno annunciato congiuntamente lʼassessore alle Finanze di palazzo Zanca Guido Signorino ed il sindaco Renato Accorinti, mettendo fine ad un balletto di interpretazioni che aveva lasciato in sospeso la questione dalla fine di marzo ad oggi. La certificazione inviata a Roma a marzo certificava le carte in regola, poi un controllo da parte dei revisori dei conti faceva scattare lʼallarme rosso, una rassicurazione da parte del ragioniere generale Nando Coglitore faceva tornare il sereno, poi la doccia fredda: dopo gli svincoli del 2011, “costati” lo sforamento del patto di stabilità 2011 per 28 milioni (23 dei quali per la grande opera), oggi tocca a partecipate e avvocatura affossare il 2012. NIENTE STABILITAʼ. Un milione di euro per lʼavvocatura, due milioni e 400mila euro per lʼAto3, poco meno di quattro per lʼAtm. In totale sono sette milioni. Sette milioni che erano stati considerati debiti fuori bilancio e che invece sono diventati deficit dʼesercizio, comportando lo sforamento, per il secondo anno di seguito, del patto di stabilità. Come è stato possibile? Eʼ accaduto tutto in un giorno, quel 31 dicembre in cui, nel giro di un paio dʼore, al mattino il presidente della Regione Rosario Crocetta in visita al commissario straordinario Luigi Croce ha Nando Coglitore centonove promesso quaranta milioni di euro di provenienza regionale, nel pomeriggio quei milioni sono stati inseriti nel bilancio di previsione del 2012, ed in serata il bilancio è stato votato col fiato sospeso. Intanto da quaranta che erano, i milioni sono stati ridotti a trentadue, e da finanziamento che si era immaginato potessero essere, si sono rivelati unʼanticipazione di cassa legata allʼapprovazione del piano di riequilibrio. Il fatto che il documento di rientro dal debito proposto dal commissario Croce in realtà sia stato sostanzialmente bocciato dallʼaula ha fatto sì che la vagonata di soldi proveniente da Palermo sia rimasta ferma a palazzo dei Normanni. Problema è che nel bilancio erano stati inseriti, e “prudenzialmente” destinati ad accantonamento per un fondo rischi. Problema numero due è che il “rischio” di cui si temeva potessero essere scudo quei milioni era la copertura di spese correnti previste nel previsionale approvato qualche ora prima dei botti di capodanno. Venuti a mancare dalle casse a causa dellʼeffetto domino provocato dalla mancata approvazione del piano di riequilibrio, hanno comportato che i sette milioni e rotti considerati debiti fuori bilancio in realtà abbiano creato condizioni di deficit nella bilancia pagamenti tali da sforare il patto di stabilità. Per la seconda volta in due anni. COSA ACCADRAʼ. Il comune di Messina subirà per intero gli effetti dello sforamento. Sette milioni “mancano”, altrettanti ne saranno trattenuti dai trasferimenti statali in arrivo nelle casse di palazzo Zanca, e fanno il paio con gli altri sette ai quali il comune di Messina ha dovuto rinunciare a causa dello sforamento del 2011. “Fortunatamente la gestione in dodicesimi del comune sotto la guida commissariale ha tenuto conto dei sette milioni mancanti”, ha spiegato Guido Signorino, lasciando intendere tra le righe che altre volte le amministrazioni potrebbero non essere state così zelanti. Come sono maturati questi sette milioni? Uno tondo tondo riguarda lʼavvocatura, e non cause perse ma accantonamenti per parcelle, frutto dellʼincredibile mole di contenzioso del comune di Messina. “Un milione che crediamo possa essere riparamentrato e non rilevare ai fini del patto di stabilità”, ha spiegato Dario Zaccone, presidente dei revisori dei conti di palazzo Zanca. E gli altri sei e rotti? “Cattiva impostazione del ciclo dei rifiuti che rende incomprimibili alcuni costi per lʼAto3, e azienda con enormi potenzialità che invece di produrre utili sforna debiti per lʼAtm”, ha sintetizzato Signorino. FACCIA A FACCIA Accorinti incontra i dirigenti Squadra motivata e massima sollecitudine: ecco le richieste del sindaco. E per il futuro... MESSINA. Patti chiari, amicizia lunga. Così Renato Accorinti e la giunta che presiede si sono presentati ai dirigenti di palazzo Zanca nei giorni successivi allʼinsediamento, così, a meno di un mese di distanza, si sono espressi in sintesi nel primo “faccia a faccia” tra primo cittadino, assessori e la ventina di dirigenti di palazzo Zanca. A tutti loro, preliminarmente, Accorinti ha chiesto massima collaborazione (e sollecitudine) nel mettere a disposizione tutta la documentazione necessaria affinchè gli esperti contabili dellʼAnci (lʼassociazione dei comuni italiani) che verranno a Messina durante la prossima settimana possano finalmente certifi- care se i debiti ai quali palazzo Zanca deve far fronte sono gli ottanta scarsi certificati dallʼarea economico-finanziaria o i quasi cinquecento che hanno messo assieme lʼex commissario straordinario Luigi Croce ed i suoi quattro esperti. O se cʼè una cifra intermedia che possa finalmente far venire a capo della questione, puramente aritmetica, che da sei mesi non si riesce a dirimere. Una volta sciolto il nodo dei debiti, lʼamministrazione Accorinti metterà mano alla rimodulazione del piano di riequilibrio, e poi affronterà una questione altrettanto spinosa che a Nino Mantineo, assessore al Personale, sta parecchio a cuore: chi farà parte del progetto della giunta Accorinti deve essere adeguatamente motivato, altrimenti si cercherà altrove, in entrambi i Giovanni Di Leo sensi. Il primo ginepraio da supera- pagina 12 re è la successione di Nando Coglitore, che va in pensione a settembre, alla segreteria generale. Il sostituto naturale, Giovanni Di Leo, di occuparsi dei conti perennemente in rosso di palazzo Zanca non ne ha più alcuna voglia, e lo ha impresso nero su bianco in una lettera in cui chiede di essere spostato dal settore, lui che da anni è dirigente allʼarea economica da anni, per “incompatibilità ambientale”. Il più accreditato a reggere le sorti finanziarie del Comune è quindi Antonino Cama, che oggi dirige le Partecipate, anche se di ottime referenze gode anche Giovanni Bruno, che ha lasciato ottimi ricordi qualunque dipartimento abbia diretto. Problema è che Giovanni Bruno è uno, e non sembra godere del dono dellʼubiquità che i suoi ruoli oggi richiederebbero. Bruno è infatti dirigente del gabinetto del sindaco a palazzo Zanca, dirigente ai tributi allʼisolato 88 di viale san Martino e pure dirigente ai Servizi sociali i cui uffici si trovano al palazzo Satellite. Inconvenienti che capitano quando s hanno cinquanta dipartimenti e venti dirigenti. (A.C.) centonove Politica 19 LUGLIO 2013 MESSINA. Il commissario straordinario Filippo Romano svela i suoi programmi «Così guiderò la Provincia» Mantenere i conti economici in ordine, riorganizzare il personale, rilanciare l’enoteca di San Placido Calonerò. E avvisa: «Non mi interessano le magagne dei predecessori» DI GIANFRANCO CUSUMANO MESSINA. «Non sono un commissario liquidatore. Fino a quando la Provincia regionale di Messina non sarà ufficialmente chiusa, o sostituita da consorzi, cercherò di farla funzionare al meglio». A mettere i puntini sulle “i” è il commissario straordinario di palazzo dei Leoni, Filippo Romano, nominato dalla Regione fino al 31 dicembre in attesa di capire che fine faranno i nove enti intermedi siciliani. Romano si muove da amministratore, forte anche della esperienza di commissario in numeri comuni difficili come Taurianova e Platì. Chi pensava che questi mesi dovessero essere solo un periodo di limbo si dovrà ricredere. «Molti mi domandano se ho trovato magagne. Ma questo è compito dei magistrati, io non faccio indagini, non emetto giudizi sui precedenti amministratori e non sono qui per fare lʼispettore: sono qui per lavorare. Io sono solo un burocrate. Ogni tanto viene la polizia giudiziaria a fare fotocopie di atti, ma questo è avvenuto in tutti i comuni in cui ho fatto il commissario in passato, non la vedo una cosa straordinaria». Romano ha le idee chiare. Specialmente sui conti che ha snocciolato nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche dirigenti e semplici impiegati. Negli ultimi tre anni si è passati da 30 milioni di euro di trasferimenti a 700 mila. «La situazione è paradossale - ha spiegato il commissario - i conti sono in ordine ed il bilancio potrebbe essere chiuso tranquillamente, ma tuttavia i tagli operati dallo Stato e dalla Regione impedisce alla Provincia regionale una sopravvivenza serena e ne compromette la stabilità economica». Il vice prefetto, intanto, sta lavorando sui bilanci. «La legge mi impone di redigere e approvare un bilancio pluriennale (non solo del 2013 ma anche del 2014). Dunque, programmare compatibilmente con le risorse a disposizione. Se poi il bilancio rimane inattuato è un altro problema. Non posso pensare di non prendermi carico dei problemi o, addirittura, non adempiere ai criteri di legge perchè so che poi non ci sarà più lʼente. Se poi, entro il 31 dicembre, la Regione ci trasformerà in commissari liquidatori o “traghettatori” è un altro discorso». Tra i punti principali anche la riorganizzazione del personale. «Può sembrare inutile ma non lo è. Eʼ importante perchè anche se lʼente “muore” lʼeredità dovrà passare a qualcuno ed è giusto che trovino una macchina efficente e i conti in ordine. Lo dobbiamo fare anche nellʼinteresse dei consorzi se la Regione perseguirà questa strada». Romano non ha gradito le accuse, più o Filippo Romano lʼapprovazione del regolamento della enoteca provinciale a San Placido Calonerò. «Vorrei avviare il regolamento per la vendita di prodotti locali in un corner. A cominciare da quelli prodotti dallʼAgrario Cuppari. Poi lo metteremo su Trip Advisor per farlo conoscere ad un turismo di nicchia». A coordinare il tutto potrebbe essere la cooperativa di Lsu che gestisce lʼenoteca. «Noi sorveglieremo sulla qualità dei prodotti con una commissione di docenti esperti in materia», assicura. Tempi di magra per le strade provinciali. Non solo sono finiti i tempi delle progettazioni faraoniche, ma anche della semplice manutenzione. «Potremo Il commissario Filippo Romano (di spalle) parla a giornalisti e dipendenti della Provincia fare solo il minimo indispensabile a causa dei tagli dei meno velate, rivolte alla sua apertura Rimangono il motore della macchina». trasferimenti. Situazione spinosa perchè allʼattuale dirigenza, la stessa in passato In attesa di capire se le competenze del in caso di danno a causa di una contestata da più consiglieri provinciali. trasporto degli alunni disabili iscritti mancata manutenzione so bene che «La provincia aveva molte competenze negli istituti superiori passerà alle Asp, non verranno fatti sconti nè sulle mie ma poi sono state erose anche con la facendo risparmiare allʼente 4 milioni di responsabile nè su quelle dei dirigenti creazione di nuovi enti intermedi come euro, il vice prefetto Romano sta della Provincia». Ato rifiuti, in realtà dal successo non studiando anche il capitolo Prima della scadenza del mandato esaltante. Credo che la Provincia abbia “Partecipate”. «Le società partecipate? Romano vorrebbe lasciare un piccolo fatto un buon lavoro con le scuole, si è Terremo conto del lavoro svolto. Per la segnale anche allʼinterno del palazzo. riusciti a garantire un certo livello. San Sogas, che gestisce lʼaeroporto di «In questo ente manca un elenco dei Placido Calanerò (il convento che ospita Reggio Calabria di cui la Provincia presidenti che si sono susseguiti dalla lʼistituto agrario Cuppari, ndr) è una mantiene quote, il consiglio provinciale nascita fino ad oggi. Vorrei fare una perla. Evidentemente la Provincia una ha già deliberato lʼuscita. Ho pieni “galleria dei presidenti” nellʼufficio di struttura burocratica capace di fare tutto poteri, ma non è giusto invertire le presidenza, e invitarli tutti per una questo ce lʼha. In ogni caso la struttura politiche decise prima di me. Cʼè anche cerimonia dʼinaugurazione. Che senso deve essere per principio valorizzata, da dire che a livello nazionale la ha in un ente che va a chiudere? Quello sono i dipendenti i nostri “soldati”, non tendenza è quella di tagliare quote non di chiudere la storia, definirla e mi piace leggere che per partito preso strategiche e limitare lʼesternalizzazione consegnarla alla collettività» conclude bisogna tenersi distante dai dirigenti. dei servizi». Tra i progetti imminenti sorridendo. MAZZARRA’ SANT’ANDREA Bucolo presenta i conti di Tirreno Ambiente Il primo cittadino fa chiarezza sugli incassi versati dalla società che gestisce la discarica di rifiuti MAZZARRAʼ SANTʼANDREA. A Mazzarrà SantʼAndrea i conti tornano. Ad assicurarlo il sindaco Salvatore Bucolo che replica ad accuse lanciate dagli oppositori in un manifesto. «Già nel 2003 il comune di Mazzarrà era creditore della Società Tirreno Ambiente per quasi un milione e mezzo di euro», precisa Bucolo che con una nota vuole fare chiarezza sullʼimporto vantato dal comune viste le notizie - a suo giudizio fuorvianti - diffuse nei giorni scorsi. «Affinché il principio della verità venga salvaguardato- pagina 13 si legge nel comunicato- si precisa che il comune di Mazzarrà SantʼAndrea, già dallʼanno 2003 era creditore della Società Tirreno Ambiente, per la quota di opera di mitigazione ambientale, di 1.437.543,10 euro. Già dal mio insediamento, ho richiesto un piano di rientro che è stato concordato in rate costanti mensili di 120 mila euro e dal maggio 2012 la Tirreno Ambiente ha versato - escluso la rata del piano di rientro - la somma di 931.404,43 euro. Inoltre le precedenti amministrazioni hanno avuto la disponibilità da parte di Tirreno-Ambiente di 10.750.360,03 euro e di altre somme erogate da un mutuo pari a 3.544.093 euro di cui lʼattuale amministrazione ha dovuto sopportare il costo del pagamento del rateo pari a 857.840,61 euro». Nonostante ciò lʼamministrazione Bucolo ci tiene a precisare che in un solo anno ha realizzato diversi lavori tra cui i servizi igienici del centro civico, il rifacimento della copertura delle scuole elementari, la ristrutturazione e riqualificazione del campo sportivo e ha concesso contributi economici alle famiglie bisognose con cui sono stati eseguiti lavori manuali per migliorare il decoro. Politica 19 LUGLIO 2013 SANTA TERESA DI RIVA. Scontro all’ultimo voto per gli uffici di presidenza. Ecco i papabili MISTRETTA Lotta senza quartiere Megafono, sirena per l’ospedale Fissato l’insediamento degli eletti nei sei distretti, i consiglieri dovranno votare i vertici. A Baracca - Catalmo incertezza sul segretario. Tutto scritto nella zona Misserio DI MASSIMO FERRARO SANTA TERESA DI RIVA. A movimentare la vita politica - facendo da contraltare ad un consiglio comunale sin troppo “ ingessato” - irrompono i comitati di quartiere, pronti allʼinsediamento. Superato lo stadio della proclamazione dei sei presidenti si procederà alla nomina dei vice presidenti e dei segretari. Sono state così fissate le assisi costitutive dei sei quartieri nelle quali per regolamento il sindaco Cateno De Luca procederaʼ alla nomina dei consiglieri eletti (nove per ogni comitato) e gli stessi procederanno alla elezione delllʼufficio di presidenza. Nei vari quartieri la corsa alle nomine non è per niente scontata e cominciano ad intrecciarsi ammiccamenti alla ricerca del voto in più per ottenere lʼinvestitura. Insomma i neo “politici in provetta “ cominciano a calarsi nei panni ed hanno dato vita a vere e proprie consultazione prima di procedere alla votazione. Poi allʼinterno dei sub-organi territoriali cʼè chi già studia da “candidato” per le prossime comunali. Nel quartiere Centro Torre Varata il neo presidente Domenico Trimarchi, figlio dʼarte col papaʼ negli ultimi anni vicino alle posizioni dellʼonorevole Carmelo Briguglio, gode di un ottimo rapporto con lʼattuale presidente del consiglio Danilo Lo Giudice. La vice presidenza dovrebbe essere a favore di Mariella Di Bella che ha raccolto una messe di consensi (154 ), mentre il ruolo di segretario vede in pole position Graziella Ascensione. Sparagonà – Bucalo ha forse espresso la candidatura più forte con Saro Pasquale che ha raccolto ben 206 preferenze e che è già al lavoro in collaborazione costruttiva allʼattuale esecutivo municipale. Un personaggio deciso che va dritto per la sua strada e che potenzialmente potrebbe essere un candidato per le prossime comunali. Per centonove Il circolo davanti a Lucia Borsellino per chiederne il potenziamento MISTRETTA. Il “Megafono” mistrettese continua la battaglia per il potenziamento dellʼospedale SS. Salvatore del centro nebroideo e con un pubblico manifesto ha reso noto alla cittadinanza lʼimpegno della Regione per il presidio ospedaliero mistrettese, in seguito alle determinazioni della riunione del 10 luglio scorso con lʼassessore regionale alla Salute Lucia Borsellino, alla presenza della delegazione dei cittadini accompagnata da Sebastiano Adamo e composta da Rino Andreanò, Vincenzo Oieni, Antonino Testa e Giuseppe La Via. “Dopo unʼapprofondita disamina delle criticità e delle istanze rappresentate dalla delegazione della comunità locale e delle soluzioni organizza- Rino Andreanò I presidenti di quartieri con il sindaco Cateno De Luca la vicepresidenza e la segreteria girano i nomi di Giovanni Remato e Rossella Sturiale. Ciumaredda-Cantidati ha espresso la più votata nel nome di Annalisa Miano (area Danilo Lo Giudice), suo vice dovrebbe essere Carmelo Frazzica , come segretario Filippo Oneri ha più di una chance. A Baracca-Catalmo dopo la battaglia allʼultimo voto (secco ) che ha visto primeggiare Agatina Saglimbeni per poche preferenze su Sebastiano Leo, sembra essere tornato il sereno con questʼultimo che dovrebbe fare il vice, mentre per il segretario tutto è possibile, eccezion fatta per Antonella Aliberti che ha già comunicato di non voler ricoprire alcuna carica. A Misserio tutto sembra scritto col presidente Patrizia Triolo , vicina al consigliere comunale di minoranza Santino Veri, che sarà affiancata da Franco Chillemi come vice e Salvatore Stopo come segretario. A Giardino- Quartarello- S. Gaetano la serenità è di casa con le cariche che saranno decise collegialmente con i residente così per come accaduto per la presidenza con la predestinata Maria OLIVERI L’opposizione si fa a mare al consiglio comunale per una questione di serietà e responsabilità - dichiara Lembo - In unʼassemblea per esserci democrazia, ogni punto all' ordine del giorno deve essere dibattuto da una maggioranza consiliare ed una minoranza eletta per fare l'opposizione. Ritengo l'opposizione debba essere fatta nell' aula consiliare OLIVERI. «Ai consiglieri comunali di minoranza non interessa lʼate non in piazza o sotto l' ombrellone». Non sono dʼaccordo su quetività amministrativa». Queste le considerazioni fatte dal sindaco ste accuse gli altri consiglieri di minoranza i quali sostengono di Michele Pino riguardo alla quasi totale assenza dei conessere sempre attenti. «Non eravamo presenti solo per siglieri di opposizione in occasione dellʼultimo consiglio motivi di lavoro - dichiara il capogruppo Salvatore Bercomunale in cui si è discusso del piano di lottizzazione tino - Inoltre, durante un consiglio comunale precedenin località “Marina”. Atteggiamento, questo, che per Pite, avevamo ampiamente discusso degli argomenti e, no è sintomo di “irresponsabilità e mancanza di senso a proposito del piano di lottizzazione, avevamo manidel dovere che, invece, dovrebbe fare loro da stimolo festato la nostra contrarietà a realizzare la strada di acper prendere parte ad incontri che interessano tutta la cesso alla struttura alberghiera in un posto non previcomunità». Ad essere presente alla seduta consiliare, sto dal piano regolatore generale. Per quanto riguarda infatti, era solo il consigliere di minoranza Sergio Lemil collega Lembo – conclude Bertino –, ritengo che debbo il quale sembra che non abbia nemmeno gradito il ba stabilire da che parte stare invece di dichiarare, ogni comportamento dei colleghi: «Ho deciso di partecipare Sergio Lembo tanto, di voler lavorare in autonomia». (P.A.) La minoranza diserta l’aula. A resistere Sergio Lembo pagina 14 tive da attuarsi nel brevissimo termine - si legge nel documento trasmesso dallʼassessore Borsellino al Commissario straordinario dellʼAsp di Messina Manlio Magistri - si è convenuto sulla necessità indifferibile di assicurare interventi prioritari”. Si tratta di interventi sul personale di anestesia, chirurgia, pediatria e del potenziamento con almeno due unità si autisti soccorritori del servizio di trasporto con ambulanza, attraverso lʼimmediato raccordo con Sues 118, con particolare riguardo alle necessità legate al trasporto sangue. Per gli interventi sulla rete dei servizi il documento tratteggia precisi impegni per la riabilitazione, la lungodegenza, lʼattivazione dei posti letto Suap previsti, entro dicembre 2013 in sinergia con lʼIrccs Bonino Pulejo di Messina, e per il punto nascita, ovvero “rendere conforme - si legge ancora nella missiva - il nuovo assetto di rete alle previsioni di riattivazione del punto nascita per i parti a basso rischio”. Rino Andreanò, consigliere di minoranza, giudica tardiva la richiesta urgente avanzata dal sindaco Iano Antoci, che comunque il giorno dopo la riunione palermitana ha chiesto la convocazione urgente di un tavolo tecnico allʼassessore regionale alla Salute, specificando però di fare “seguito alle mie precedenti, insistenti e reiterate richieste”. Antoci scrive pure che “nella qualità di presidente del Comitato dei sindaci del Distretto d29, mi vedrò costretto a recarmi, in delegazione istituzionale, attendendo presso codesto Assessorato di essere ricevuto”. Francesco Pinizzotto Sicilia centonove 19 LUGLIO 2013 A sinistra il generale Mario Mori Sopra il legale Fabio Repici A destra Saro Cattafi PALERMO. Il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu assolti Mafia, la trattativa traballa Erano accusati di aver favorito la latitanza del boss Provenzano. Inferto un duro colpo allo scenario di una patto scellerato. Sostenuto dal legale Fabio Repici e dal collaboratore Saro Cattafi DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Lʼassoluzione è dallʼaccusa, infamante per due ufficiali di vertice dei carabinieri, di aver favorito la latitanza del boss della mafia Bernardo Provenzano. Ma la sentenza del Tribunale di Palermo che ha ritenuto non colpevole perchè il fatto non costituisce reato il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu fa traballare lo scenario nellʼambito del quale la mancata cattura nel 1995 del latitante sarebbe avvenuta: la trattativa Stato mafia intavolata da pezzi dello Stato tra il 1992 e il 1993 per scongiurare attraverso la concessione di misure di attenuazione del carcere duro per i mafiosi in carcere, la stagione del terrore culminata con le stragi di Capaci, in cui venne ucciso Giovanni Falcone (la moglie e la scorta) e via Dʼamelio, in cui fu ammazzato Paolo Borsellino (e trucidati gli uomini della scorta). Uno scenario suggestivo che ha preso corpo a 20 anni dai fatti, grazie ad un campagna mediatica fatta di articoli e di libri, che la Procura di Palermo ha tradotto in un processo a carico degli stessi due ufficiali, di esponenti politici, di boss della mafia ed esponenti politici. Un processo iniziato il 4 luglio scorso. Il Tribunale di Palermo, presieduto da Alberto Fontana nel mandare assolti i due ufficiali ha disposto la trasmissione delle carte alla Procura per Michele Riccio, ufficiale dei Ros che aveva saputo del luogo del nascondiglio del boss dal confidente Gaetano Ilardo e seconda le sue accuse è stata “sabotato” dai due ufficiali, e Massimo Ciancimino, figlio dellʼex esponente della Dc Vito Ciancimino, che ha rivelato di essere in possesso di un papello confezionato dalla mafia (ma poi rivelatosi falso) con le richieste allo Stato. La Procura dovrà valutare se le dichiarazione dei due principali testi di accusa non integrino i reati di calunnia. Il processo e la creazione dello scenario sulla Trattativa Stato mafia si tiene a Palermo ma ha molto di messinese. A partire dal legale del teste dʼaccusa, per finire allʼultimo dei collaboratori che ha portato acqua al mulino della Lʼavvocato di Michele Riccio già condannato a 10 anni per traffico di droga è Fabio Repici, legale di Sonia Alfano, europarlamentare figlia del giornalista ucciso lʼ8 gennaio del 1993 a Barcellona. Sebbene per lʼomicidio di Beppe Alfano siano stati condannati con sentenza definitiva il boss di Barcellona Pippo Gullotti e Antonino Merlino, Alfano e Repici hanno sempre denunciato che il padre è morto perchè aveva scoperto che a Barcellona si nascondeva il boss catanese Nitto Santapaola che i Ros di Mori e di Obinu invece, iu nome della trattativa Stato mafia dovevano proteggere. Saro Cattafi lʼavvocato di Barcellona arrestato dal luglio del 2012 con lʼaccusa di essere un boss della mafia, ha fornito linfa a questa tesi e più in generale a quella della Trattativa Stato mafia raccontando di essere stato contattato a maggio giugno del 2003 da parte di Ciccio Di Maggio, capo del Dap, per trovare un ponte con Nitto Santapaola. LA STORIA. Nitto Santapaola fu arrestato a maggio del 1993, proprio nel periodo in cui Di Maggio affidava la missione a Cattafi. Quest’ultimo l’esperienza di inviato di Ciccio Di Maggio se l’era tenuta per oltre 20 anni per se stesso. O quasi. “Intorno agli anni duemila, quando ero con lui in buoni rapporti ed era mio legale, avevo raccontato di questa mia vicenda al legale Fabio Repici”, ha spiegato Cattafi ai quattro magistrati palermitani. Fabio Repici successivamente divenuto suo grande accusatore è il legale di Carmelo Bisognano, il boss che con le sue dichiarazioni lo ha fatto arrestare. Prima di essere arrestato Cattafi aveva denunciato Repici come autore di un complotto ai suoi danni ed è finito sotto processo per calunnia. Mario Mori, nel corso lunghe ed articolate difese prima della sentenza, oltre a spiegare il perchè Riccio, sentito scaricato dai vertici dellʼArma nellʼambito dellʼinchiesta che lo ha portato alla condanna per traffico di droga, ha, senza peli sulla lingua accusato tra gli altri Fabio Repici e Sonia Alfano di fare parte della schiera di coloro che volevano accreditare surrettiziamente allʼopinione pubblica una tesi infondata: quella della trattativa che mai cʼè stata. Mori ha puntato lʼindice anche contro Giuseppe Lumia, Antonio Di Pietro, Fabio Granata, Luigi Li Gotti, Leoluca Orlando e Rosario Crocetta) e vari professionisti: Gioacchino Genchi, giornalisti alla Marco Travaglio, Sandra Aurri, Saverio Lodato, Giuseppe Lo Bianco, Concita De Gregorio. Sostenuti dalle associazioni antimafia delle agende Rosse, Antimafia Duemila, La Rete, Libera, associazione nazionale familiari vittime di mafia, Quinto potere. SCIVOLONI Cattafi, vane collaborazioni L’avvocato al 41 bis sentito al processo contro il generale sarà riascoltato a Palermo MESSINA. «Mi chiese se, attraverso il boss Salvatore Cuscunà che avevo frequentato a Milano nell’autoparco di via Salomone, potevo cercare un contatto con Nitto Santapaola, che non ho mai conosciuto, per tentare di aprire un dialogo». E’ questa in sintesi la missione che secondo le rivelazioni di Saro Cattafi, lʼavvocato di Barcellona in carcere al 41 bis da un anno con lʼaccusa di essere il capo della mafia della città del Longano, Ciccio Di Maggio, magistrato originario di Barcellona all’epoca vice direttore del Dipartimento amministrazione penitenziaria, gli aveva affidato tra gli inizi e la fine del 1993. Ad inchiodare Saro Cattafi erano state le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmelo Bi- pagina 15 sognano, difeso proprio da Fabio Repici. Cattafi ha ribadito le sue dichiarazioni nel corso del processo a Mori e Obinu dopo che ad ascoltare i racconti dell’avvocato nel penitenziario di Gazzi dove è recluso dal 24 luglio 2012 sono arrivati i 4 magistrati della Procura di Palermo, Antonio Ingroia, Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Lia Sava che si occupano dell’inchiesta sulla trattativa Stato-Mafia. Se ne sono tornati a Palermo soddisfatti. Il racconto di Cattafi, infatti, puntella l’inchiesta che i magistrati stanno conducendo da tempo e che ha provocato tensioni con la Presidenza della Repubblica: fornisce, infatti, secondo la loro valutazione, un’altra prova che i vertici delle Istituzioni hanno intavolato con i vertici mafiosi una trattavia per arginare la strategia del terrore fatta di omicidi eccellenti e bombe che la mafia pose in essere tra il 1992 e il 1993. Saro cattafi verrà ora sentito nellʼambito del processo appana iniziato che vede alla sbarra per la trattativa tra gli altri l'ex presidente del Senato Nicola Mancino, l'ex ministro democristiano Calogero Mannino, il senatore del Pdl, Marcello Dell'Utri, il capomafia Riina. (M.S.) Sicilia 19 LUGLIO 2013 centonove TENDENZE. Scuole e associazioni artistiche alle prese con i “saggi consuntivi” Danze di fine stagione Negli spettacoli proposti anche sui grandi palcoscenici emergono i nuovi talenti Venusia Grillo:”L’obiettivo è quello di proporre gli allievi ai concorsi nazionali” DI FRANCESCO PINIZZOTTO MESSINA. Dalle emozioni da "Notte da Oscar" al Palacultura di Messina per lʼassociazione Art Ballet di Rometta al “Piccolo Principe” dellʼassociazione “Danzanima” di Milazzo che si esibisce al Teatro “Vittorio Emanuele”. E tante altre associazioni sui palcoscenici solenni di fine stagione. Per coronare una stagione di sacrifici, le scuole e le associazioni artistiche scelgono lʼinizio estate per mettere in vetrina i nuovi talenti e coinvolgere allievi e famiglie. Art Ballet ha concluso lʼannata di impegno sul palco della struttura cittadina. Il balletto classico era ispirato ai film storici e ai cartoni Disney che hanno ricevuto l'Oscar. I corsi di danza contemporanea si sono esibiti, poi, in due coreografie a tema. Una dal titolo "Notte prima degli esami", ha visto le ballerine danzare, tra i banchi di scuola, sulle note della colonna sonora del famoso film e delle canzoni che hanno fatto sognare i giovani degli anni ʻ80. L'altra coreografia, intitolata "Vita", è quasi un inno alla vita di Madre Teresa di Calcutta, ha voluto rappresentare la voglia e la forza di vivere, Venusia Grillo al “Vittorio Emanuele” insieme agli allievi di “Danzanima” nonostante tutto. Medley emozionante e suggestivo di canzoni e poesie, poi, dedicate all'amore unico che si prova verso i figli. Conclusione con due scatenate coreografie di danza hip hop. La direzione artistica, curata dalle insegnanti Venusia Grillo e Katya Tomasello, cura corsi di danza classica, modern jazz, danza contemporanea, hip hop. “Obiettivo è la preparazione degli allievi alla partecipazione ad audizioni e concorsi di danza nazionali ed internazionali - afferma Venusia Grillo - Affiliata allʼInternational Dance Association e alla Federazione pagina 16 Nazionale Scuole di Danza, lʼArt Ballet ha ottenuto prestigiosi piazzamenti, tra gli altri, allʼAmerican Gran Prix, nel Concorso Nazionale di Danza Città di Cosenza, a Danza in Fiera a Firenze e al Catania Ballet Competition”. Alcune allieve hanno pure superato la selezione per il Corpo di Ballo del progetto “Leggere per ballare” con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero dellʼIstruzione, dellʼUniversità e delle Ricerca, il balletto “Il Piccolo Principe”. La Grillo è tornata in città con lo spettacolo organizzato dall'associazione che dirige “Danzanima” di Milazzo, stavolta al “Vittorio Emanuele”. Venusia ha cominciato per passione, sulla scia dellʼeducazione sportiva da piccolissima al pattinaggio artistico, ma adesso della danza ne ha fatto una professione. Lo spettacolo si apre con la danza classica, con un brano eseguito a pianoforte dal vivo dall'allieva Eleonora La Malfa. Sono seguite le performances emozionanti dell' artista di send peinting Stefania Bruno, ed ancora Tango, le piu' piccole si sono esibite con “Guardia e ladri”, ma sono stati toccati anche temi profondi come il maltrattamento dei bambini, e la Divina Commedia. centonove Sicilia 19 LUGLIO 2013 pagina 17 Sicilia 19 LUGLIO 2013 centonove LA STORIA. L’ex pro rettore dell’università di Venezia difende il centro storico di Venetico Un professore contro Terna Maurizio Scarpari, docente di Cinese classico, è a capo del comitato che si oppone alla costruzione di un pilone dell’elettrodotto “Sorgente - Rizziconi”. «Non era previsto nel progetto originario». Si era trasferito in Sicilia dopo per godersi la pensione DI PAMELA ARENA VENETICO. «Faremo una lotta di civiltà». Maurizio Scarpari, già docente ordinario di lingua cinese classica dellʼUniversità Cà Foscari di Venezia, nonchè pro rettore vicario dellʼateneo, non vedeva lʼora di andare in pensione per trasferirsi in quella che riteneva il suo “paradiso terrestre”. Il docente, trasferitosi a Venetico Superiore per potersi godere tranquillamente la pensione in un posto che gli era sembrato subito meraviglioso, non immaginava che avrebbe dovuto capeggiare una rivolta (civile) per difendere il territorio dal passaggio del nuovo elettrodotto di Terna. A Venetico Superiore il professore (che è stato anche prorettore vicario), circa 10 anni fa aveva acquistato unʼabitazione che gli era stata segnalata da alcuni amici di Mestre che da sempre ne decantavano le bellezze: «Eravamo entusiasti perché si tratta di uno scorcio di paradiso – dichiara Scarpari – inoltre, io e mia moglie siamo stati accolti bene dai nostri nuovi concittadini. In questo posto trascorro circa 5- 6 mesi lʼanno durante i quali mi rilasso e mi dedico a scrivere libri. Un mese fa, però, appena arrivato a Venetico Superiore, ho visto, con mia grande sorpresa, che vicino al centro abitato era stato posizionato un pilone dellʼalta tensione a causa di una variante al progetto di Terna, la società che gestisce la rete elettrica italiana, proposta dal comune di Roccavaldina. Ciò mi preoccupa molto e debbo dire che non me lʼaspettavo anche perché ero a conoscenza della concessione di 2 milioni di euro della Comunità Europea per la trasformazione urbana del centro storico in parte per la realizzazione del progetto “Urban Center”, e in parte per la realizzazione di una passeggiata panoramica lungo le mura esterne dellʼantico Castello che domina il paese. Insomma, pensavo si guardasse alla valorizzazione dei luoghi e, invece, ho trovato una realtà opposta che penalizza per sempre il territorio». Anche Venetico, dunque, si unisce al coro di proteste che da Pace del Mela a Villafranca da anni accompagna il progetto di Terna che dovrebbe portare al raddoppio dei collegamenti elettrici con la terraferma. «Il recente posizionamento nei pressi del centro storico di Venetico Superiore del pilone dellʼelettrodotto “Sorgente – Rizziconi” - continua il docente veneziano danneggia, infatti, questa parte del paese visto lʼenorme danno che si arreca alla salute e allʼambiente. Tutto ciò penalizza anche i giovani che, oltre ad essere svantaggiati per gli effetti della crisi, non possono nemmeno pensare di investire sul proprio territorio per avviare unʼeventuale attività turistica». Queste alcune considerazioni fatte dal professore Scarpari che, oltre ad essere rammaricato per non poter più vivere serenamente in quello che considerava un “paradiso terrestre”, è sconcertato dal fatto che i suoi Il centro storico di Venetico superiore. In alto il pilone che sovrasta l’abitato concittadini non erano consapevoli degli effetti negativi che comporta la vicinanza dellʼelettrodotto a Venetico Superiore: «Dialogando con i miei concittadini ho capito con quale poca trasparenza è stato realizzato tutto ciò – continua Scarpari – Per questo, spinto dallʼamarezza e dalla voglia di cercare una soluzione, abbiamo scritto una petizione per denunciare il problema. Aspetto, questo, che renderò noto anche su riviste nazionali perché tutto ciò è stato fatto sulla pelle della gente. Inoltre, è sconcertante anche che lʼamministrazione dellʼepoca abbia permesso che venisse deturpato il proprio territorio per soli 327 mila euro di opere compensative. Ma lʼaspetto più ridicolo di tutti è che il progetto originario, che prevedeva la collocazione del pilone ad una distanza adeguata dal centro storico, contiene diversi paragrafi dedicati al rispetto degli uccelli così come aveva previsto il Ministro allʼambiente Stefania Prestigiacomo nel suo decreto per lʼimpatto ambientale, mentre non esistono rilievi tecnici che potevano mettere in condizione chi di dovere di fare delle scelte consapevoli. A tal proposito – conclude il professore - lo scorso 20 giugno ho chiesto al comune una copia di tutta la Maurizio Scarpari documentazione, ma fino ad oggi non ho ricevuto nessuna risposta. In ogni caso, faremo un esposto alla Procura della Repubblica e con il Comitato porteremo avanti tutte le iniziative necessarie per continuare questa nostra lotta di civiltà». Intanto, continua la raccolta di firme per la petizione in cui i cittadini chiedono allʼamministrazione comunale di attivarsi per sospendere i lavori di posa dei cavi dellʼalta tensione da parte della Società Terna e di intervenire con determinazione presso dette società e i Ministeri competenti per far spostare il pilone 24 al di fuori del paese come previsto nel progetto originario. Inoltre, il comitato chiede al sindaco e al consiglio comunale di revocare con procedura dʼurgenza la delibera del 30 settembre 2010 e di rivedere il giudizio di compatibilità ambientale espresso nel luglio 2009. Lʼelettrodotto ha una potenza di 380.000 Volt (380 kV). Lʼinduzione magnetica che produce – si legge nella petizione - è impossibile da schermare con edifici o alberi, come avviene invece nel caso dei campi elettrici, e si esplica su distanze ragguardevoli. Anche lʼOrganizzazione Mondiale della Sanità suggerisce un atteggiamento di massima attenzione nei confronti dellʼinquinamento magnetico». Alle richieste presenti nella petizione lo stesso sindaco Francesco Rizzo risponde che purtroppo non cʼè nulla fa dare: «Durante la passata legislatura – dichiara Rizzo - abbiamo lottato per evitare che accadesse lʼirreparabile. Al sindaco dellʼepoca, Carlo Lamberti, avevamo fatto presente che permettendo lʼavvicinamento dellʼelettrodotto non tutelava la salute dei cittadini e che da medico avrebbe dovuto saperlo, ma lui, in quellʼoccasione, mi rispose che non cʼerano problemi. Purtroppo non è servita nemmeno la raccolta di firme che avevo fatto dopo essermi insediato per evitare che si portasse a compimento la posa del pilone. Non mi resta che essere solidale con i cittadini di Venetico Superiore». MILAZZO Se le centraline spaccano Ambientalisti divisi sulla rete bocciata dalla Regione MILAZZO. Si dividono gli ambientalisti di Milazzo davanti al tentativo di revoca da parte della Regione di due milioni di euro necessari alla realizzazione di una rete di centraline di monitoraggio ambientale. Si tratta di un “pezzo importante” del progetto di parco urbano che dovrebbe sorgere nellʼarea Tribò, a ridosso dela Raffineria di Milazzo. Da un lato il coordinamento ambientale Milazzo – Valle del Mela che diffida la regione a tagliare le somme, dallʼaltro i Verdi Ecologisti che invitano il sindaco a non fare demagogia e a dimostrarsi interessato ai tempi della salute e ambientali con gesti concreti. “L'inquinamento industriale non si combatte solo con la riduzione del CO2”, scrivono i Verdi. “Un sindaco che è la massima autorità sanitaria dovrebbe mettere in campo ogni giorno le azioni correttive a tutela della salute pub– continua la nota - pagina 18 noi Verdi ecologisti abbiamo raccolto in piazza centinaia e centinaia di reclami esposti sugli odori molesti della Raffineria di Milazzo che sono stati consegnati al signor sindaco che in qualità di massima autorità sanitaria aveva il dovere di presentare in procura determinate denunce mirate e cautelative per la tutela della salute pubblica. Non abbiamo mai visto il sindaco Carmelo Pino chiedere aiuto alla Regione, allo Stato, non lo abbiamo mai visto in piazza al fianco dei cittadini che chiedevano disperatamente soccorso». Il coordinamento ambientale Milazzo – Valle del mela, invece, appoggia la posizione del primo cittadino. «Non riusciamo a comprendere perché la Regione Siciliana vuole rivedere il finanziamento – dichiara Peppe Maimone, presidente del Coordinamento e dellʼAssociazione Adasc - visto che questo progetto è stata già finanziato. Riteniamo utile il progetto perché sono state “sottratte” delle aree alla Raffineria di Milazzo, evitando anche ulteriori espansioni, la realizzazione, anche se di piccole proporzioni, di un sistema di monitoraggio ambientale per la qualità dellʼarea, la realizzazione di una sede dellʼArpa Sicilia sul territorio». centonove Sicilia 19 LUGLIO 2013 GIARDINI NAXOS. I comuni del comprensorio taorminese regolano la movida D’estate è un’altra musica Il sindaco Lo Turco consente la diffusione di “sottofondo” fino alle 3 di notte. Ma i gestori rilanciano: «Troppo presto». Letojanni anticipa alle 2. Nella perla dello jonio il regolamento rimane fermo DI ENRICO SCANDURRA TAORMIN. Musica fino a notte tarda e polemiche da parte dei residenti. La calda estate taorminese, che sta passando lentamente tra i pienoni registrati nei week-end e le paralisi durante il resto della settimana, è anche questo. Una stagione un poʼ particolare, quella che si sta vivendo questʼanno, con la crisi che fa da padrone e i turisti che si trasformano in pendolari. E tra i tanti problemi che lʼestate porta con sé, quello della regolamentazione degli orari nei locali notturni è sicuramente uno dei più importanti. Ma come si stanno comportando le amministrazioni locali a riguardo? E soprattutto chi si lamenta e chi, invece, gongola sulle decisioni degli amministratori? A Giardini Naxos, il sindaco Nello Lo Turco ha firmato unʼordinanza per disciplinare questo tipo di attività dʼintrattenimento musicale negli esercizi pubblici e nelle discoteche, dislocati su tutto il territorio comunale. Nel centro naxiota i bar, i ristoranti, i pub e le discoteche potranno diffondere musica fino alle 3.00 del mattino. Un orario che, per molti, potrebbe sembrare normale, ma non per i parecchi residenti della zona del centro e anche delle periferie. Da Recanati, terra di conquista per gli appassionati discotecari, fino a Piazza San Pancrazio, meta di giovani che amano trascorrere le serate in compagnia di uno shortino e di un cocktail, ascoltando buona musica, la situazione è quasi la stessa. E chi si lamenta sono sempre gli operatori del comparto turistico che vorrebbero per prima cosa evitare denuncie e polemiche con una parte dei cittadini, e secondariamente cercare di allargare gli orari di emissione di musica. «Siamo davvero stanchi di combattere una battaglia contro chi, involontariamente, ci Musica dal vivo in un locale del comprensorio taorminese danneggia. – spiega il proprietario del “Marrakech”, la discoteca di Recanati che un tempo si chiamava “Marabù” – Sto parlando degli abitanti vicini che cercano sempre di ostacolare lo sviluppo di un turismo di qualità, fatto di sano divertimento. Ormai lʼordinanza del sindaco è stata emanata, ma per il prossimo anno propongo musica almeno fino alle 4.30 del mattino. Non è unʼesagerazione, ma semplicemente un modo per animare i centri urbani». Spostandoci al centro, sul lungomare, ecco una serie di locali dove il divertimento dovrebbe essere assicurato. Il titolare del “Lo Cura”, che organizza eventi anche dʼinverno, invitando ospiti del mondo dello spettacolo, parla di una Giardini che, a causa del regolamento firmato dal primo cittadino, sta perdendo molto terreno. «Non ricordo mai un luglio così terribile. – sostiene – Anche se abbiamo avuto un incremento, qualcosa non va. Colpa sicuramente delle restrizioni che ci condannano a lavorare male. Sogno una Giardini vivissima. Polo della movida di tutto il comprensorio. Ma solo con la collaborazione delle istituzioni si potranno avere risultati importanti». A Letojanni la situazione non è poi tanto diversa. Il primo cittadino, Alessandro Costa, ha emesso unʼordinanza che permette a tutti i locali comprese le discoteche di poter emettere musica fino alle 2.00 di notte. Anche qui le lamentele sono parecchie. Stavolta, però, ad essere inviperiti sono gli abitanti che promettono guerra soprattutto nel mese di agosto. «Abbiamo il diritto di non essere disturbati. – tuona una residente – Che suonassero da unʼaltra parte. DʼAltronde bisogna avere rispetto anche per le persone che vengono in paese per rilassarsi e riposare almeno un mese lʼanno. Questo non significa, comunque, che i locali non debbano fare musica dal vivo. Cʼè unʼordinanza. Rispettiamola». Mentre Letojanni sembra quasi una Giardini Naxos “in miniatura”, ma con qualche differenza, a Taormina, invece, complici anche le elezioni avvenute da poco con lʼinsediamento del neo sindaco Eligio Giardina e lo scandalo dellʼassessore De Vita, tutto tace. O meglio, la nuova Amministrazione comunale non ha ancora redatto un piano di regolamentazione che disciplini le attività dʼintrattenimento musicale. Lʼordinanza dovrebbe essere emessa a breve, e anche qui potrebbero nascere inconvenienti. Intanto luglio sta per finire, tra la speranza di chi di notte “vive unʼaltra vita”, e chi invece “dorme e non piglia pesci». REITANO Si ritorna a ballare al Naja Il lido incendiato su mandato di un concorrente Alcuni dei soci del Naja REITANO. Si ritorna a fare musica al lido Najia, sul litorale di Villa Margi a pochi passi della mega scultura “Finestra sul Mare” di “Fiumara dʼArte”. Il popolo della notte lunedì sera è ritornato in pista per il “Chupito Party”. Il lido Najia non era stato ancora aperto al pubblico in quando lo scorso 21 maggio era stato preso di mira da ignoti attentatori incendiari, che lʼhanno completamente distrutto. La notte del 7 luglio, alla vigilia della riapertura dellʼattività, altro attentato, con gli autori colti in flagranza di reato dai carabinieri. Gli otto proprietari del Najia, appartenenti alla società Nord Sud, sono tutti ritornati al lavoro per rispettare e dopo cinque giorni la riapertura del Lido, mentre per i tre balordi di SantʼAgata Militello il processo per direttissima ha convalidato il loro arresto e in successione quel- pagina 19 la del mandante, un barista di Santo Stefano di Camastra e di altri due uomini, anche loro della cittadina delle ceramiche. A quanto pare temevano la concorrenza visto che il popolo della notte si era spostato per altri...lidi. «La nostra mente - constata ancora incredula Tecla Cupane, una delle socie della “Nord - Est” che da due mesi aveva rilevato la gestione del lido di località Villa Margi - è stata liberata dallʼ incubo del racket malavitoso, ma nel nostro cuore è rimasto un lutto, è crollata ogni buonafede, nel venire a conoscenza che il responsabile e mandante dei ripetuti attentati incendiari al lido estivo “Najia” sarebbe un insospettabile imprenditore della nostra città, titolare del bar più frequentato del territorio, lavoratore instancabile in una attività artigianale di antica tradizione familiare». Ringraziando i carabinieri per aver portato a conclusione lʼindagine che li ha liberati da un incubo, i proprietari hanno rimosso le ceneri per fare rinascere il Najia, un segnale positivo anche per gli altri imprenditori che volessero investire sul territorio. (Nino Dragotto) Sicilia 19 LUGLIO 2013 centonove La cittadela (Principato - facebook) L’assessore ai Beni Culturali Dario Russo fotografato al’interno del castello di Milazzo MILAZZO. Con la riapertura del Mastio parte lo sfruttamento turistico del bene Un Castello di euro A breve saranno aperti all’interno musei, bar, ristorante e allestite grandi manifestazioni. L’accesso sarà consentito solo con una card a pagamento. A rivelare il progetto l’assessore Dario Russo. Che lancia l’idea di un Trust DI GIANFRANCO CUSUMANO MILAZZO. Una card a pagamento per entrare alla cittadella fortificata, lʼapertura di musei, una libreria, ristoranti e bar. E a regime un indotto che sfiorerà i 100 lavoratori tra diretti ed indiretti con oltre diecimila visitatori annui grazie a convegni, flussi scolastici e grandi manifestazioni. Quello che sembrava fantascienza, in realtà, sta per diventare il presente del Castello di Milazzo. Il monumento, dopo 15 sopralluoghi della Commissione di Collaudo tecnico-amministrativo, ha rilasciato il nulla osta integrale alla fruizione della cittadella fortificata. Questo consentirà di aprire anche la parte attualmente chiusa, a cominciare dal mastio e dalla Sala del parlamento che rimanevano off limits ai visitatori dal 2008. Secondo i piani dellʼamministrazione Pino, che ha affidato il progetto nelle mani dellʼassessore ai Beni culturali Dario Russo - lʼanima di questa rinascita - la cittadella restaurata dovrebbe diventare il fulcro attorno al quale far ruotare lʼeconomia turistica di Milazzo. «Lʼidea spiega lʼassessore Russo che con i volontari dellʼassociazione “La compagnia del Castello” da mesi organizza iniziative al suo interno - è quello di far mantenere al Comune la “golden share” decisionale, cioè lʼultima parola sulla sua gestione, ma dopo avere tracciato le linee guide e posto paletti a tutela del bene, affidare il tutto ad un ente terzo che potrebbe essere una fondazione, un trust, o una società mista. Nel lungo periodo, infatti, il bene non lo può gestire il comune, troppe le pastoie burocratiche. Ma per attrarre capitali il progetto deve mostrare le sue potenzialità e diventare credibile. Il Castello deve cominciare a produrre “ricchezza” per il territorio». Secondo Russo migliaia di presenze nel primo anno saranno garantite da convegni e scolaresche in gita dʼistruzione. Già da settembre vi sono le prime prenotazioni. «Non appena definiremo il contratto che ufficializza la concessione demaniale del bene al Comune, potremo cominciare a far pagare una card dʼingresso annuale - anticipa lʼassessore - Lʼentrata al castello, infatti, non sarà più gratuita, ma non faremo pagare il singolo biglietto che affosserebbe lʼidea di parco urbano da fruire quotidianamente, ma una card che consentirà lʼaccesso per tutto lʼanno (probabilmente del costo di 5 euro) . Una scelta che si rende necessaria per patrimonializzare il bene e pagarne in parte la manutenzione e la gestione». Allʼinterno, quando si giungere il regime, si potrà usufruire di altri servizi come un ristorante, due bar, una libreria, botteghe artigiane. Servizi che hanno sempre fatto storcere il naso ai puristi, ma anche a chi teme strategie “occulte” per favorire gli amici. «Questi servizi sono stati condivisi con la Soprintendenza attraverso lʼapprovazione del “Piano di valorizzazione” del bene. Gli affidamenti verranno dati nel massimo della trasparenza. Le speculazioni le lasciamo fare ad altri». Al Borgo (lʼarea attorno al Castello) è stato costituito un centro commerciale naturale riconosciuto dalla Regione che riunisce 27 attività. Lʼamministrazione ha già proposto ai vertici del centro di prendere in gestione il settore “beverage & food”, ma per fare questo devono individuare una impresa capofila che si rapporti con il Comune, e poi faccia da raccordo con gli altri soci. «Dovranno firmare ed accettare il contenuto di un disciplinare secondo i dettami di slow food - conclude Russo in modo da assicurare una offerta unica e differenziata rispetto ai propri locali. Se gli operatori del Borgo si mostreranno maturi, e comprendono che si tratta di un treno che passa una volta sola, va bene, in caso contrario il 15 settembre bandiremo una gara pubblica e a questo punto la gestione potrebbe andare a finire a chiunque, compreso le grandi aziende di ristorazioni nazionali», conclude lʼamministratore. LA MANIFESTAZIONE Ad inaugurare il mastio musiche rinascimentali Sabato 20 luglio verranno rese fruibili le aree restaurate. Previsto un corteo di garibaldini e un concerto barocco MILAZZO. Sabato 20 luglio lʼAmministrazione riconsegna alla città la Cittadella fortificata: si conclude così lʼultimo restauro, iniziato nel 2008, dopo numerose operazioni di collaudo. La giornata, in cui ricorre lʼanniversario della battaglia del 20 luglio 1860, prevede unʼintenso programma. Si inizia alle ore 18 con la celebrazione del 153° anniversario della battaglia garibaldina del 1860, organizzata da Filippo Lo Schiavo, in occasione della quale verrà donata alla città una pagina 20 pregevole riproduzione della Carta di Garibaldi e saranno letti dei brani risorgimentali ed i proclami di Garibaldi dopo la battaglia. Un contributo solenne verrà dato dalla banda Musicale “Città di Milazzo”. Per proseguire giungerà al Maniero il gruppo di ASD AMA Camminare che, con una passeggiata culturale, seguirà le orme di Garibaldi fino ad arrivare alla Cittadella fortificata, dove il prof. Bartolo Cannistrà ci racconterà le vicende garibaldine a Milazzo. I momenti salienti della mitica battaglia garibaldina saranno interpretati con lettura e recitazione da Gimmy Coppolino. Il corteo sarà aperto da “Garibaldi a cavallo” interpretato da Nicola DʼAmico. A quel punto il cancello della Cinta Aragonese sarà aperto a tutti e sarà possibile rivedere aree del Castello da tempo chiuse alla cittadinanza a causa dei lavori di restauro. Infine, alle 22,30 nel Duomo Vecchio è previsto un concerto di musiche Rinascimentali e barocche e coreografie storiche in costume a cura a cura del Maestro Ata Virzì e del Conservatorio A. Corelli di Messina. 19 LUGLIO 2013 Economia NOMINE. Il presidente sceglie l’ex magistrato come commissario di Sicilia e-Servizi Crocetta Ingroia la spa In primo piano la verifica delle fatture recatate alla Regione e delle assunzioni fatte negli ultimi anni. E l’assessore Luca Bianchi annuncia: «Rivedremo il sistema della gestione informatica» PALERMO. Un ex magistrato alla guida della società più chiacchierata della Regione Sicilia, Sicilia e-Servizi. È Antonio Ingroia, il commissario che esauterà di fatto lʼultimo amministratore in ordine di tempo, quellʼAntonio Francesco Vitale, docente universitario, avvocato di fiducia dellʼex presidente della Regione, Raffaele Lombardo e vicino allʼex senatore del Mpa (oggi Udc), Giovanni Pistorio. La nomina è stata annunciata dal governatore Rosario Crocetta, che al secondo tentativo è riuscito a riportare il magistrato al servizio della sua regione. Adesso l'ex pm ripartirà da un incarico politico non semplice. La società e-Servizi, che doveva servire a informatizzare la Regione, si è rivelata, secondo Crocetta, solo una partecipata mangia-soldi. LA CHIUSURA. «Chiudiamo Sicilia eServizi e rivediamo il sistema di gestione dell'informatica della Regione siciliana», è stata la decisione presa da Palazzo d'Orleans e annunciata dall'assessore Luca Bianchi. La società che è partecipata al 51% dalla Regione, e per il restante da soci privati, ha gestito decine di milioni di euro costando alla Regione quasi 25 milioni di euro all'anno per la manutenzione di software e hardware. Senza contare i fondi europei appaltati direttamente almeno 150 milioni, sui quali Bruxelles ha aperto un'indagine. L'Olaf, l'Ufficio europeo per la lotta antifrode, ha chiesto “chiarimenti in merito alla congruità degli importi e di eventuali contratti di subappalto stipulati dal 2005 in poi, oltre che a dettagliate informazioni circa il bando di gara pubblico e le convenzioni stipulate con il socio privato”, scrive il capo degli ispettori Eddy Weyns. «Rivedremo il settore informatico - assicura Bianchi, chiudendo e-Servizi e dando garanzie occupazionali ai 15 dipendenti nell'ambito del riordino delle partecipate: ma sempre nel rispetto dei reali fabbisogni, senza assunzioni in bianco». In che modo? «Creeremo un ufficio speciale che gestirà gli appalti e sarà alla dipendenze del dipartimento Funzione pubblica». LA RELAZIONE. Nel 2012, a puntare il dito contro la spa era stata la Commissione speciale di indagine dellʼArs, che aveva parlato dei compensi dei dirigenti “sproporzionati se non illegali”, a cui si aggiungono la totale incertezza sulla natura dei rapporti contrattuali del personale (5 dirigenti, 4 quadri e 3 impiegati) comprese le modalità di reclutamento, debiti per circa 76 milioni e soprattutto “gravi irregolarità”, come la mancata strutturazione della società, che mettono “a repentaglio non solo la continuità aziendale ma probabilmente anche l'utilità di gran parte del piano di informatizzazione realizzato fino a questo momento”. Nelle 39 pagine del rapporto, i commissari ricostruiscono la storia dellla Sicilia e-Servizi Spa (Sise), la società che IL COMMISSARIO. Antonio Ingroia gestisce l'informatizzazione, costituita nel 2001 con procedura a evidenza pubblica e partecipata dalla Regione per il 51% e per il restante 49% dal socio privato Sicilia eServizi Venture Scrl (Sisev), a sua volta controllata da Engineering Spa (già Atos Origin Italia Spa) e Accenture Spa. Secondo la commissione, che ha passato al setaccio gli affidamenti della Regione alla società partecipata, “è possibile tracciare una linea di demarcazione temporale molto netta: se fino al 2008 il modello societario e il conseguente regime degli affdiamenti poteva configurarsi conforme al piano normativo comunitario e nazionale, lo stesso non può dirsi per le attività affidate e svolte dal 2008 fino al 31 dicembre 2010”. Sono due gli elementi di maggiore criticità evidenziati dai commissari: “la mancata tempestiva individuazione dell'ufficio dell'amministrazione competente a svolgere la direzione dei lavori relativi alla piattaforma telematica integrata (Pti) e la mancata strutturazione della Sise Spa”. A parte i rapporti tra i soci, per la commissione ci sono stati “comportamenti omissivi e inerzie nella realizzazione complessiva del piano” da parte della società: emblematici i disservizi registrati nel progetto “Sic” (gestione dei mandati di pagamenti attraverso la firma digitale). I DIPENDENTI. Riguardo alle assunzioni, scrive la commissione: “Altro personale è stato utilizzato facendo ricorso a tipologie contrattuali diverse, tra cui principalmente le collaborazioni a progetto. A queste figure vanno aggiunte 9 unità di personale centonove della Regione assegnato alla Sise. La maggior parte del personale, tuttavia, è stato utilizzato attraverso altri tipi di contratto (apprendistato, interinale, dirigenziale, consulenti a partita Iva) con risorse umane fornite da Sisev”. Proprio quest’ultimo era finito nel mirino dell’interrogazione dei deputati del Pdl che, nel 2011, avevano puntato il dito sulle retribuzioni. Teoricamente, tutti gli assunti temporaneamente sarebbero stati il pole position per il popolamento, non fosse che il cambio delle norme sull’accesso ai posti pubblici ha fatto saltare tutto. E, all’interno di Sicilia e- Servizi, sono passati (o rimasti) molti parenti, con un elenco che ha seguito lʼandamento dei governi regionali: Giuseppe D'Orsi (figlio dellʼex presidente della Provincia di Agrigento, Mpa), Giuseppe Storniolo (pargolo della responsabile del cerimoniale della presidenza della Regione), Giovanni Di Stefano (ex segretario dei giovani dell' Mpa), Vincenzo Lo Monte (fratello del Senatore tabacciano, già capogruppo alla Camera del Mpa, Carmelo, e già nel cda), Nicola Barbalace ( ex consigliere del Pd al Comune di Messina), Deborah Civello (cognata del miccicheiano ex assessore Francesco Scoma), Nicola Calderone (vicino a Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma), Mario Parlavecchio (cugino omonimo del deputato), Urania Papatheu (già commissario della Fiera di Messina), Filippo Fraccone (ex consigliere comunale a Palermo), Pietro Cammarata (figlio del dellʼex sindaco di Palermo e già stabilmente assunto). Una delle ultime assunzioni, ma a tempo (due mesi) è stata quella dell'ex segretaria di Raffaele Lombardo. Agata Rosano era stata incaricata di occuparsi della segreteria della società e, prima delle regionali, era entrata a far parte del consiglio di amministrazione di Riscossione Sicilia. SOLDI IN BALLO. Un anno fa era iniziato un braccio di ferro tra Engineering e la Regione. Sul piatto, milioni finiti oggetto di un arbitrato per definire i rapporti col socio privato, per il quale si tratta di somme per servizi erogati e non ancora pagati. Dalle verifiche fatte, sarebbero complessivamente 83. Le acque si sono calmate quando Engineering ha ricevuto rassicurazioni dalla Regione attraverso un piano triennale di rientro delle somme, dovute alle società, uscendo dallʼarbitrato. In totale, però, il contenzioso complessivo si basava su richieste pari a 500 milioni di euro. LA SCHEDA Tutto iniziò nel 2006 Dall’evidenza pubblica alla convenzione SICILIA E-SERVIZI SPA è una società mista partecipata per il 51% dalla Regione e per il restante 49% da Sicilia e-Servizi Venture scrl, a sua volta partecipata da Engineering spa - già Atos Origin Italia spa - e da Accenture spa. Sicillia e-Servizi ha per oggetto sociale la “progettazione, la realizzazione e la gestione di sistemi e servizi informatici e telematici, l’esecuzione di attività connesse, nonché la reingegnerizzazione di sistemi e servizi già in esercizio presso le amministrazioni regionali, con particolare riferimento a quanto specificato nella misura 6.05 - Reti e servizi per la Società dell’informazione del Por Sicilia 2000-2006”. La spa è stata costituita in seguito allo svolgimento di un’apposita procedura ad evidenza pubblica nel 2005 assimilabile al modello dell’appalto concorso finalizzata alla “scelta di un socio per la pagina 21 costituzione di una società per azioni avente ad oggetto lo svolgimento delle attività informatiche di competenza delle Amministrazioni regionali ed al quale affidare la realizzazione della Piattaforma telematica integrata della Regione siciliana”. A prevalere, il raggruppamento temporaneo di imprese composto da Engineering. it (già Atos Origin Italia e Accenture), chiamato a realizzare e fornire alla Regione una Piattaforma Telematica Integrata. Il raggrupamento doveva anche assumere la veste di socio di minoranza della costituenda società mista, svolgere, in qualità di socio (operativo), attività di gestione e conduzione della Pti e realizzazare nuovi progetti per il raggiungimento degli obiettivi di informatizzazione dell’Amministrazione. All’atto della costituzione, il capitale sociale di Sicilia e-Servizi era stato sottoscritto da Sicilia e-Innovazione spa e da Sicilia e-Servizi Venture, la quale, contestualmente, aveva sottoscritto con la Regione il contratto di appalto misto di forniture, servizi e lavori per la realizzazione della Piattaforma oggetto della gara. Nel 2006, viene firmata la convenzione. Economia 19 LUGLIO 2013 CONSUNTIVI. La provincia si piazza al primo posto in Sicilia per le esportazioni INIZIATIVE Messina, export d’oro È quanto emerge dal “Rapporto camerale 2013” realizzato da Matteo Caroli e presentato alla Camera di Commercio. Buoni risultati, con Trapani e Palermo, per l’economia del mare MESSINA. Nonostante la profonda crisi economica, Messina occupa una posizione quanto meno stabile, confermandosi il terzo polo dellʼeconomia siciliana. Questo è quanto emerge dal “Rapporto camerale 2013”, realizzato da Matteo Caroli, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese internazionali all'Università “Luiss Guido Carli” di Roma e presentato il 12 luglio alla Camera di Commergio nellʼambito dellʼundicesima “Giornata dellʼeconomia”. Il numero complessivo delle imprese registrate nella provincia peloritana al 31 dicembre 2012 è pari a 59.987 unità, praticamente stabile rispetto al 2011. Le attive sono 46.123, anchʼesse stabili come numerosità rispetto allʼanno precedente. Sembra, quindi, almeno interrotta la contrazione in atto da alcuni anni che aveva ridotto il numero delle imprese di circa il 10% rispetto al picco raggiunto nella seconda metà dello scorso decennio. Le imprese in crisi conclamata, invece, sono quasi 4.300. In termini di numerosità delle imprese attive, il tessuto produttivo della provincia di Messina è caratterizzato da una netta prevalenza numerica delle Matteo Carolli imprese del commercio. Relativamente alta anche la consistenza numerica del comparto “costruzioni” e “agricoltura”. La presenza di imprese femminili è abbastanza in linea con la media nazionale; al di sopra, quella delle imprese giovanili; inferiore, quella delle imprese “straniere”. Tutti gli indicatori relativi allʼinnovazione mostrano che Messina ha una discreta posizione a livello regionale, ma modestissima sul piano nazionale. Per lʼinternazionalizzazione, dal 2009 le esportazioni sono aumentate a tassi molto consistenti e ampiamente maggiori a quelli di tutte le altre province siciliane. Oltre il 70% delle esportazioni sono generate dal comparto della chimica, gomma e plastiche; rispetto al totale regionale è anche molto rilevante il valore delle esportazioni alimentari. Nel complesso, Messina si conferma la prima provincia per esportazioni, dopo Siracusa. Insieme con Trapani e Palermo, è uno dei tre poli dellʼeconomia del mare in Sicilia. La provincia di Messina, è la principale area di attrattività turistica della Sicilia con circa il 25% del totale delle presenze e, addirittura, un terzo di quelle straniere. Rispetto allo scorso anno, le presenze sono aumentate di circa il 4%. « “Il nostro sistema produttivo – ha detto Caroli – da circa quindici anni, ha un deficit di produttività rispetto agli altri. Si registra un forte ritardo sullʼinnovazione e lʼinternazionalizzazione: i due fattori di sviluppo su cui è essenziale, invece, puntare per uscire da periodo di crisi». pagina 22 centonove Una rete per il cibo Nasce a Catania “Eat Sicily” CATANIA. Aggregarsi per aumentare capacità innovativa e competitività, superare la dimensione locale e aprirsi a nuovi orizzonti. Con questa filosofia nasce “Eat Sicily. Fine Food, Wine & Drink”, il primo contratto di Rete avviato con il supporto operativo di Confindustria Catania, che punta su qualità e tipicità dei prodotti alimentari del territorio per conquistare nuovi mercati in Italia e all'estero. Protagonisti della neonata Rete, presentata nella sede di Confindustria Catania e che avrà come partner bancario Banca Carige, sono tre marchi storici dell'agroalimentare, Dolfin (Giarre), Sibat Tomarchio (Acireale) e Gruppo Mangiatorella (Reggio Calabria con stabilimenti a Belpasso), insieme a Officine Dolciarie (Paternò), che avrà il ruolo di capofila. La formula del contratto di Rete consentirà ai retisti di condividere competenze e know-how pur conservando la propria autonomia operativa e gestionale e di acquisire alcuni vantaggi strategici tipici della Rete: migliori rapporti con gli istituiti di credito; possibilità di ottenere prezzi più bassi nell'acquisto di materie prime; accesso alle agevolazioni fiscali che consistono nella sospensione d'imposta relativamente a una quota degli utili reinvestiti. centonove Economia 19 LUGLIO 2013 INIZIATIVE. Il comune tirrenico promuove un convegno sulle possibilità del settore ittico Gioiosa per il pesce Dal 26 al 28 luglio “tre giorni” di degustazioni di prodotti tipici locali e spettacoli collaterali Ma l’inaugurazione è riservata al confronto tra esperti per valorizzare la piccola pesca DI FRANCESCO PINIZZOTTO GIOIOSA MAREA. Degustazioni sempre gradite da turisti e appassionati della gita fuori porta, ma anche confronto sulle strategie e sulle possibilità di sviluppo della pesca sostenibile. La manifestazione enogastronomica “Gioiosa Gustosa” organizzata dal comune, dal 26 al 28 luglio, questʼanno mette ancora una volta in vetrina le varie delizie nostrane, ma punta alla promozione dei prodotti tipici locali ma soprattutto accende i riflettori sul settore pesca e sulle problematiche del comparto, anche grazie alla presenza di esperti che daranno il loro propositivo contributo. Obiettivo del dibattito saranno le soluzioni da proporre su come aggiungere valore ai prodotti della pesca, in in contesto di concorrenza dove quasi tutti i progetti locali cercano di colmare il divario tra le attività della pesca e i consumatori e di migliorare i legami verticali tra i soggetti nei diversi passaggi della filiera della pesca. E la tradizione marinara siciliana va rinvigorita soprattutto nei suoi aspetti che possono proporre contenuti e speranze economiche rispetto alla pescaturismo o alla possibilità di nuove ricadute occupazionali. Il debutto della manifestazione avverrà alle 18,30 di venerdì 26 con il convegno dal titolo: “Pesce sostenibile- la piccola pesca”. pagina 23 Dopo i saluti del sindaco Eduardo Spinella e del suo vice Teodoro La Monica (che modererà anche i lavori) interverrà lʼassessore regionale delle Risorse Agricole e Alimentari Dario Cartabellotta. Relatori saranno Franco Andaloro, dirigente dellʼIstituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale di Palermo; Rosario Gugliotta, fiduciario di Slow Food Valdemone nella sua qualità di biologo marino; Silvio Greco, responsabile scientifico di Slow Fish; Giuseppe Lembo del Gac (Gruppo di azione locale) del Golfo di Patti. A fine seminario la degustazione guidata sul tema della pesca sostenibile. Le tre giornate saranno allietate anche da spettacoli collaterali. Lo spettacolo musicale del venerdì prevede lʼesibizione dei “Nuova formula”. Il secondo giorno, dalle ore 19,00 alle 20 in programma il “Laboratorio su Presidi Slow Food” a cura di Saro Gugliotta. E a seguire la curiosità sarà incentrata sui “Racconti del cantastorie a cura dellʼassociazione “ Pane e gelsomini” a ancora a seguire lʼintrattenimento non mancherà grazie allo spettacolo musicale con i “Meliuso”. Anche domenica 28 luglio lʼapertura della manifestazione enogastronomica sarà ininterrottamente a disposizione di degustatori e visitatori dalle 19 alle 24. E dalle 19 alle 20 il “ Laboratorio su Presidi Slow Food” a cura di Saro Gugliotta concederà il bis. Mentre dalle ore 21,30 alle ore 23 è stato ancora previsto lo spettacolo musicale a cura dellʼorchestra dei “Meliuso”. Anche la presentazioni di particolari piatti tipici locali arricchirà la tre giorni gioiosana dedicata alla promozione del gusto. Economia 19 LUGLIO 2013 FONDI UE. LA LEGACOOP CREA UN DIPARTIMENTO AD HOC, AFFIDATO A PINO GULLO Vai con la Green Economy PALERMO. Un dipartimento dedicato alla Green Economy. È questa la nuova idea di Legacoop Sicilia. La decisione è stata presa il 16 luglio durante la direzione regionale. La nuova struttura sarà affidata a Pino Gullo, già responsabile del settore agroalimentare e attualmente a capo di Legapesca Sicilia. Tutto è nato dalla discussione intorno alle linee dei Paes, i Piani di Azione Energia Sostenibile in corso di redazione in Sicilia, nellʼambito del cosiddetto Patto dei Sindaci. «Si tratta ha detto il presidente regionale Elio Sanfilippo - di unʼopportunità importante di sviluppo anche per il rilancio dellʼeconomia isolana che potrà creare nuova occupazione e la nascita di nuove cooperative». Da qui, la scelta di rafforzare lʼattenzione di sulla Green. Nella sua relazione, Pino Gullo, oltre ad snocciolare «le notevoli occasioni di lavoro per le coop esistenti in direzione della qualificazione ambientale ed energetica nellʼambito dei Paes», ha illustrato le connessioni di questi Piani con la programmazione europea 20142020 e le risorse comunitarie ancora disponibili sulla programmazione 20072013». «Solo per i Paes – ha spiegato la Bei, Banca Europea per gli Investimenti, ha messo a disposizione la possibilità di accendere mutui decennali per oltre 5 miliardi di euro, mille euro per ogni abitante dellʼisola. Risorse che vanno ad aggiungersi ai cinque fondi comunitari che costituiscono la dotazione finanziaria della prossima programmazione europea». Alla direzione hanno preso parte come relatori esterni: Antonello Pezzini, componente del Cese (Comitato economico sociale europeo e responsabile della Task Force per le Energie Rinnovabili della Presidenza della Regione), Salvo Lupo (referente della Presidenza della Regione per il Patto dei Sindaci) e lʼIngegnere Salvatore Cocina, Energy Manager della Regione Sicilia. La direzione ha deciso di lavorare per lʼelaborazione di alcuni Paes di specifico interesse delle cooperative siciliane: riqualificazione e risparmio energetico delle Coop di Abitazione; filiera delle biomasse, da residui agricoli e della forestazione produttiva; formazione di nuove figure professionali quali Energy Manager e Secem (certificatori di qualità energetica); diffondere attraverso la rete cooperativa nuove tecnologie finalizzate da un lato alla sostenibilità ambientale dallʼaltra al risparmio energetico e allʼefficientamento dei servizi alla persona attraverso metodi come la telemedicina. PALERMO NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Se l’impresa è legale Familiari al lavoro con parametri certi CON LETTERA CIRCOLARE n.10478/13 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha emanato le proprie direttive al personale ispettivo circa le collaborazioni meramente occasionali rese dai familiari dellʼimprenditore, cioè quelle rese in virtù di unʼobbligazione di natura morale, basata sulla c.d. affectio vel benevolentiae causa, ovvero sul legame solidaristico ed affettivo del contesto familiare. In linea generale lʼoccasionalità della prestazione lavorativa porta allʼesclusione dellʼobbligo di iscrizione alle apposite Gestioni previdenziali Inps. Il Ministero sottolinea come possano considerarsi occasionali le prestazioni rese da pensionati o da familiari impiegati full-time presso altro datore di lavoro. Il Ministero prosegue, poi, con lʼintento di uniformare i comportamenti del personale ispettivo sul territorio nazionale per tutte le collaborazioni occasionali in genere. Un parametro utile è quanto previsto per il settore dellʼartigianato, che fissa in 90 giorni nel corso dellʼanno il limite temporale massimo della collaborazione occasionale gratuita. Tale parametro potrà, quindi, essere esteso anche al settore commercio ed agricolo, in ragione dei comuni aspetti di carattere previdenziale. Come evidenzia il Ministero “nei diversi contesti settoriali, appare opportuno legare la nozione di occasionalità al limite quantitativo di 90 giorni, intesi come frazionabili in ore, ossia 720 ore nel corso dellʼanno solare. Nel caso di superamento dei 90 giorni, il limite quantitativo si considera comunque rispettato anche laddove lʼattività resa dal familiare si svolga soltanto per qualche ora al giorno, fermo restando il tetto massimo delle 720 ore annue”. Il mancato rispetto di tale parametro quantitativo dovrà essere dimostrato dal personale ispettivo. In conclusione merita richiamare come siano assoggettabili a tali previsioni le collaborazioni occasionali instaurate tra il titolare dellʼazienda ed il coniuge, i parenti e gli affini entro il terzo grado. Unica deroga è prevista per il settore agricolo che contempla rapporti di parentela e affinità di quarto grado. Alla luce di queste novità interpretative merita porre in essere un'attenta analisi della situazione aziendale di concerto col proprio Consulente del lavoro, al fine di gestire nel modo corretto le prestazioni rese dai propri familiari ed affini. PALERMO. Continua il progetto “Right Economy. Lʼimpresa legale patrimonio sociale” con la manifestazione “Fiera di essere legale” in programma fino al 20 allʼex Deposito delle Locomotive SantʼErasmo. Dal 17, sono stati giorni di dibattiti per promuovere le imprese che hanno fatto scelte coraggiose di denuncia e che hanno fondato la loro attività sul rispetto delle regole. Lʼiniziativa rientra nellʼambito del progetto ““Right Economy. Lʼimpresa legale patrimonio sociale” promosso dalla Provincia Regionale di Palermo e finanziato dal ministero dellʼInterno in collaborazione con la Prefettura di Palermo nell'ambito del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo Sviluppo Obiettivo Convergenza 2007/2013”. Il costo complessivo del progetto ammonta a € 700.000,00, gestiti direttamente dal Ministero dellʼInterno e dalla direzione provinciale Attività Produttive. La “tre giorni” rappresenta il primo passo per diffondere la “Right economy”. La seconda fase del progetto invece partirà a settembre e si concentrerà sulla formazione, articolata in dieci seminari di 50 ore ciascuno. Lʼelaborazione di un piano formativo mira a fornire azioni e strumenti di lavoro per agevolare la comprensione degli aspetti economici connessi alla legalità. pagina 24 centonove UOMINI&BISINESS CATANIA Unicoop, riconferma per Contarino ROMA. Nel corso del secondo Congresso provinciale di Unicoop Catania, che si è tenuto presso lo Yachting Palace Hotel in Riposto, è stato riconfermato Presidente provinciale, Rosario Contarino, che ha così commentato: «Proseguiamo nel nostro lavoro a fianco delle cooperative. Oggi ne rappresentiamo più di 200, che possono contare su una struttura associativa ormai consolidata e sempre vicina alle loro problematiche e a quelle dei soci». AREOPORTI Giambrone presidente della Gesap PALERMO. Fabio Giambrone è il nuovo presidente della Gesap, la società di gestione dellʼaeroporto di Palermo Falcone e Borsellino. La nomina, allʼunanimità, è arrivata nel corso del Consiglio di amministrazione che si è tenuto il 12 luglio alla Camera di commercio. 48 anni, laureato in scienze politiche, Giambrone ha ricoperto la carica di senatore per due legislature. “Assieme lavoreremo per il rilancio dellʼaeroporto in unʼottica di internazionalizzazione e di sviluppo del territorio”, ha detto. Il neo presidente, cooptato nel Cda di Gesap nella scorsa seduta, subentra a Giuseppe Modica. CONSUMATORI Incidenti stradali LʼARTICOLO 189 del codice della strada prevede e descrive il comportamento da tenere in caso di sinistro stradale e, gli obblighi riguardano qualsiasi automobilista il cui comportamento, anche lecito, sia collegato al sinistro. Lʼinteressato allʼincidente è tenuto a fermarsi e a prestare assistenza a coloro che avessero subito danni alla persona . In caso di allontanamento dopo un sinistro il Codice della strada distingue due situazioni giuridiche: danni materiali oppure che ci siano persone ferite. Nel primo caso è prevista una semplice sanzione amministrativa, nel secondo si può secondo i casi trasformare in reato penale per due distinti delitti: la fuga e lʼomissione di soccorso. Lʼallontanamento dal luogo dovʼè avvenuto lʼincidente è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre anni con la possibilità per la polizia giudiziaria, di procedere allʼarresto in flagranza di reato del responsabile. Il conducente può evitare i rigori di legge se si presenta spontaneamente alle forze dellʼordine entro le 24 ore successive alla fuga. Inoltre lʼarticolo 189 del Codice della strada prevede lʼobbligo di prestare soccorso ai feriti. Questo non significa che si debba intervenire materialmente, con il rischio di aggravare ulteriormente la situazione delle persone da soccorrere ma, è sufficiente allertare i soccorsi e prendere le comuni precauzioni per evitare che si verifichino altri incidenti. Francesco Sabatino Adoc Uil Messina poster centonove 19 LUGLIO 2013 MURALES DI UMANITA VARIA MESSINA. La poetessa Costa ospite del secondo appuntamento di “Sguardi sul Mediterraneo” CATANIA Se Maria va all’Horcynus Orca Custode di una lingua antica e di un dialetto sopravvissuto al terremoto del 1908, definito la voca del mare, la signora delle Case Basse ha vinto nel 1992 il premio intitolato a Buttitta MESSINA. Secondo appuntamento, sabato 20 luglio, della nuova edizione di “Sguardi sul Mediterraneo”. Nella Torre degli Inglesi del Parco “Horcynus Orca” di Messina, la cooperativa sociale “Scirin” promuove una rassegna di incontri letterari e filosofici . Il secondo incontro organizzato in collaborazione con la Casa Editrice Mesogea, la Cattedra di Filosofia Teoretica dell'Università di Messina (Dicam), l'Associazione culturale Terraceleste e lʼHorcynus Orca - vedrà ospite Maria Costa (1926), poetessa popolare del rione della Case Basse, a Messina, custode della memoria collettiva della città dello Stretto. Interverrà l'assessore alla Cultura del Comune di Messina, Sergio Todesco. Lʼingresso è libero. “Maria Costa è custode soprattutto sottolineano gli organizzatori - di una lingua antica, un dialetto sopravvissuto al terremoto, definito "la voce del mare". La poetessa ha vinto nel 2012 il premio Buttitta e, recentemente, la Regione Sicilia le ha riservato un posto nel Rei, il Registro delle eredità immateriali istituito nel 2005, alla voce Tesori umani viventi, in quanto detentrice di particolari conoscenze e abilità da preservare. Ha pubblicato: “Farfalle serali” (1978), “Mosaico” (1980), “'A prova 'i/l'ou” (1989), “Cavaddu 'i coppi” (1993), “Scinnenti e muntanti”, “Ventu cavaleri”, “Palamidara”, “Mare e Maretta”. A lei hanno dedicato migliaia di interviste, anche da parte di televisioni straniere (Francia e Russia), e tesi di laurea presso le università di Palermo, Messina, Udine, Catania e Siena, e il cortometraggio “Come le onde” del regista messinese Fabio Schifilliti. A partire dalle 19.30, potremo ascoltare dalla sua voce "la voce del “NonsoloClassica”, al via l’edizione 2013 Maria Costa mare" e della nostra città”, concludono gli organizzatori. Al termine dellʼincontro, chi vorrà potrà gustare un piatto di assaggini siciliani (prenotazione all'ingresso, 5 euro). La rassegna continua il 27 luglio con Giancarlo Alfano, professore di Letteratura italiana all'Università di Napoli e autore del libro “Gli effetti della guerra. Su Horcynus Orca di Stefano D'Arrigo” (Sossella, 2000). Le attività di educazione ambientale e di promozione culturale, artistica e sociale della cooperativa sociale Scirin riprendono dunque, con questa nuova edizione, organizzata negli anni passati in collaborazione con il dottorato in Metodologie della Filosofia (Università di Messina), il Cesv Messina, la Casa editrice Mesogea e l'Associazione culturale Terraceleste. La rassegna, che ha avuto come ospiti, tra altri, Massimo Cacciari, Franco Cassano, Danilo Zolo, Frank Mermier, si è tenuta fino allʼanno scorso presso il Parco ecologico San Jachiddu. CATANIA. Apertura in grande stile per la seconda edizione di “NonsoloClassica International 2013”, la rassegna musicale, organizzata dallʼassociazione culturale Agimus, che lo scorso anno, nellʼambito di Etnafest, aveva registrato sempre il tutto esaurito e ottime recensioni in occasione di ogni spettacolo. Voluta fortemente dalla Provincia regionale di Catania, che ha dato il patrocinio gratuito e la suggestiva location del Chiostro dei Minoriti (per continuare a valorizzarla, aumentando nel contempo le opportunità di svago culturale dei catanesi), la manifestazione alzerà il sipario il prossimo sabato 20 luglio con la lirica. Il direttore artistico, Giovanni Cultrera, presenta un cartellone che, articolandosi tra luglio e agosto con unʼappendice invernale, alterna momenti culturali per tutti i gusti: dalla lirica, colonne sonore, jazz ai concerti multimediali, orchestre e rock. “Daniela Schillaci Opera Recital” sarà lo spettacolo inaugurale della rassegna, che proseguirà domenica 21 luglio, con un altro evento di grande attrazione, “La vita è bella - Note da Oscar”. Entrambe le serate avranno inizio alle ore 21.00 ma sarà possibile prender posto nella corte del Chiostro a partire dalle 20.30. Lo spettacolo di sabato 20 ha una predominante connotazione operistica, con una protagonista dʼeccezione già affermata in tutto il mondo. Daniela Schillaci è gia stata “Norma” al Teatro Antico di Taormina. ALTRE ISOLE LampedusaInFestival “Migrare: Le ragioni di una ‘scelta’” LAMPEDUSA. “Migrare: Le ragioni di una ʻsceltaʼ” è il tema del concorso giunto alla sua quinta edizione e organizzato dallʼassociazione culturale Askavusa di Lampedusa, con il patrocinio del comune di Lampedusa e Linosa. Oltre 80 i titoli presentati da artisti di varie nazionalità. Le opere finaliste, selezionate dal regista etiope Dagmawi Yimer e da Askavusa, saranno proiettate al pubblico dal 20 al 23 luglio e valutate da una giuria internazionale coordinata da Silvestro Montanaro e composta da Ubax Cristina Ali Farah, Mohamed Arafat, Emily Jacir e Filippo Pucillo. Durante il festival saranno proiettati alcuni film fuori concorso che si caratterizzano per l'attinenza a temi sociali di forte impatto: Omaggio a Silvestro Montanaro con la proiezione dei tre film documentari La mia famiglia; Vi ho tanto amato; Sankara e quel giorno uccisero la felicità. Sarà presente l'autore; Rassegna “Lampedusa dagli anni 40 ai nostri giorni”, curata dall'Archivio storico di Lampedusa, sulla rappresentazione di Lampedusa attraverso documentari e servizi televisivi dagli anni '40 ai giorni nostri; Armageddon: cinquant'anni di guerra, dal Vietnam al Medioriente, dal '68 ai No Tav, di Fulvio Grimaldi; Questo vento, di Gilles Reckinger; Once the sea was covered with water, di Lorenzo Sibiriu e Giacomo Orsini; La primavera siamo noi e Cristina Mastrandrea intervista Amina Tayler, di Cristina Mastrandrea; No MUOS film, di Enzo Rizzo. «Nella quinta edizione del LampedusaInFestival si parlerà delle cause che spingono migliaia di persone a lasciare la propria casa. Si parla spesso di immigrazione come un fatto acquisito pagina 25 e inevitabile, noi pensiamo invece che sia un effetto delle politiche estere delle nazioni ʻoccidentaliʼ e di un sistema finanziario internazionale fondato sulla mercificazione dei beni come degli esseri umani. Bisogna distinguere le differenti motivazioni di chi emigra da un paese ad un altro; sono tante e diverse, ma ciò che accomuna chi viaggia dalle zone del sud del mondo a quelle del nord è la limitazione e in molti casi la negazione della libertà di circolazione». Continuano i ragazzi dell'associazione Askavusa che organizza il festival: «Vedendosi limitare la libertà di movimento, i migranti diventano merce per le organizzazioni criminali e da quel momento si avvia un circolo infernale. I barconi spesso si trasformano in bare, i migranti diventano merce per i centri di accoglienza che fanno profitti sulla loro pelle, merci per chi li sfrutta nei campi o nelle fabbriche, merce per i politici che usano l'immagine stereotipata dell'immigrato per i propri fini elettorali». posterinterventi 19 LUGLIO 2013 centonove Nella foto a sinistra Andrea Reitano con il cane Jack. Lʼartista surrealista ha arrichito la sua “panchina dʼarte” con una poesia di sua composizione. Nella foto accanto, in alto, lʼarchitetto Teresa Cammara, 43 anni, ideatrice del “Giardino degli aquiloni”. Sotto, unʼimmagine di Antonello Longo, architetto e direttore artistico di “Archinotte 2013”, lʼevento organizzato negli spazi della Fiera dallʼOrdine degli Architetti di Messina. Nella foto grande al centro, gli artisti Rosamaria Crupi e Simone Caliò MESSINA. Alla scoperta del parco urbano ideato dall’architetto Teresa Cammara Fiera, un giardino di aquiloni Realizzato dall’Autorità Portuale, sorgerà negli spazi esterni dell’ex Campionaria e sarà impreziosito da “panchine artistiche” dipinte da ventotto pittori messinesi DI VALENTINA COSTA MESSINA. Un posto pensato per i bambini e legato a un gioco, lʼaquilone, che si rifà allʼelemento caratterizzante della città di Messina: il vento. Un percorso emozionale in cui lʼarte si lega alla funzionalità, agendo sullʼoggetto più semplice e vissuto dellʼarredo urbano: la panchina. Cʼè unʼidea forte di riappropriazione e, allo stesso tempo, di narrazione dello spazio pubblico, nel “Giardino degli Aquiloni”. Progettato e donato dallʼarchitetto Teresa Cammara, 43 anni, messinese, si tratta di un parco urbano che «rappresenta un piccolo, ma significativo contributo di arredo, in unʼarea simbolo della città, ma ancora tutta da riqualificare». Il Giardino degli Aquiloni, realizzato dallʼAutorità Portuale sotto la direzione della stessa Cammara, sorge infatti in Fiera, ed è una promenade posta al centro degli spazi esterni della ex-Campionaria. Il suo “completamento” è stato lʼevento di punta di “Archinotte 2013”. ARTE, ARCHITETTURA. Il binomio è stato il concept che ha ispirato la “notte bianca” organizzata la scorsa settimana dallʼOrdine degli Architetti di Messina, proprio negli spazi della Fiera. Giunta alla sua terza edizione, la manifestazione «in cui gli architetti si presentano alla città e raccontano cosa vorrebbero e potrebbero fare per essa», per usare le parole del presidente Giuseppe Falzea, è stata per la prima volta un vero e proprio incontro con i messinesi. «Non più e non solo un evento per addetti ai lavori - spiega lʼarchitetto Antonello Longo, Direttore Artistico - ma un successo, una festa a cui in tantissimi hanno partecipato con entusiasmo. Un grazie particolare va però agli artisti e alla loro adesione, volontaria e gratuita». Musicisti, attori, fotografi e, ovviamente, artisti delle arti figurative, in tanti hanno contribuito al programma dellʼevento. Cʼè stato spazio anche per lʼurban art: otto i writers presenti, che hanno lavorato su una tela lunga 60 metri. Il momento in cui maggiormente si è coniugato il binomio arte-architettura è stata proprio la performance in estemporanea di ventotto tra i migliori artisti messinesi, contattati e selezionati da Antonella Bambino, responsabile grafica di Archinotte. Gli artisti sono intervenuti su altrettante panchine a supporto, anonimi parallelepipedi bianchi già presenti in Fiera, che adesso sono stati disposti in modo da rappresentare il filo dellʼimmaginario aquilone progettato da Teresa Cammara. Questʼultimo è uno spazio romboidale, con un tocco di verde, realizzato al centro della Fiera. «Quando ho discusso con gli artisti il tipo di lavoro che avevo in mente, ho parlato loro di tutte le suggestioni che hanno ispirato il mio progetto: lʼidea di creare Il grande aquilone progettato da Teresa Cammara proprio al centro dellʼex Campionaria. Si tratta di uno spazio romboidale, con un tocco di verde, che è simbolicamente sorretto dagli anonimi parallelepipedi bianchi trasformati in opere dʼarte dai 28 pittori messinesi contattati e selezionati dalla responsabile grafica di Archinotte Antonella Bambino pagina 26 uno spazio per i bambini e per i loro giochi, che tuttavia non fosse anonimo e slegato dal contesto in cui si va a inserire: il panorama dello Stretto; la città di Messina - spiega la progettista Teresa Cammara - Ma, dovendo lʼarchitettura coniugare arte e funzionalità, li ho pregati anche di interpretare la panchina e i suoi usi: si tratta pur sempre di uno spazio che deve essere fruito dalle persone, non solo ammirato». PANCHINE DʼAUTORE. Così, su delle tele tridimensionali di eccezione, cʼè chi si è fatto suggestionare dai luoghi: Sara Teresano e Concetta De Pasquale, ad esempio, hanno preso ispirazione dal centonove posterinterventi 19 LUGLIO 2013 IDEE Lo Stretto? È Necessario Al via l’esposizione del Fai Nella foto in alto Carmelo Pugliatti alle prese con la sua panchina dʼarte, concepita come un “letto azzurro per i senzatetto”. In basso lʼopera di Guglielmo Bambino, ispirata alle acque dello Stretto mare; Antonella Lanese ha dipinto il profilo del porto e della Madonnina; Guglielmo Bambino ha invece rappresentato, con unʼintensità pittorica fortissima, le acque dello Stretto, con i suoi vortici, i suoi pesci, le sue feluche. Cʼè chi ha preso alla lettera il tema del giardino, incentrando la propria rappresentazione sullʼaquilone: attraverso delle geometrie lineari e coloratissime (Stello Quartarone ad esempio); immaginandolo in volo sopra la città (Claudio Militti). Interessanti alcune interpretazioni basate sulla funzionalità della panchina: Carmelo Pugliatti la trasforma in un letto azzurro, luogo di rifugio per gli “ultimi”, i senzatetto. Scelta simile, con un riferimento esplicito alla crisi e alla povertà, fa Giuseppe Pittaccio, che pone accanto alla propria panchina una ventiquattrʼore e sopra di essa un cuscino, e scrive “Siamo tutti candidati”. Più concettuali altre rappresentazioni, come quella del surrealista Andrea Reitano, che su due facciate ha scelto di dipingere un enorme molletta colorata, sulle altre due ha inserito una poesia di sua composizione: «Ho voluto immaginare la panchina come un oggetto in sé - spiega - Ho scelto il colore forte, perché cattura lʼattenzione dei bambini, a cui è dedicato il Giardino”. Originalissima poi la scelta di Mauro Cappotto, che ha inciso la sua panca, inserendovi un cuore bianco, come a voler simboleggiare lʼanima dellʼoggetto stesso. ABBATTERE LE BARRIERE. «Ho curato la disposizione delle panchine in modo da inserire in primo piano i colori più tenui, e in fondo i colori più forti: è un invito affinché il passante arrivi fino alla fine del percorso, che inizia, idealmente, dalla Passeggiata a Mare, e continua dentro la Fiera», spiega Teresa Cammara. «Un simbolo anche di una città che inizia a liberarsi delle barriere, per riacquisire i propri spazi. Il Giardino degli Aquiloni è un luogo da vivere: per passeggiare, correre, giocare, pattinare, fare skate”. E ovviamente far volare gli aquiloni: sono infatti stati installati dei porta-aquiloni nella struttura. Prossimo passo sarà lʼilluminazione. «Verranno installate delle semisfere che conterranno una resina luminescente, che catturerà la luce del sole durante il giorno e la rilascerà la sera. Niente elettricità. Saranno un poʼ come le palle magiche che di notte illuminano le stanze dei bimbi piccoli». MESSINA. Verrà inaugurata oggi, alle 18, la mostra “Lo Stretto Necessario”, organizzata dal Fondo Ambiente Italiano con la collaborazione dellʼAutorità Portuale di Messina. Ma tutto è partito da una conversazione avvenuta in riva al mare tra alcuni giovani, nei giorni dellʼoccupazione del Teatro in Fiera. “Volevamo organizzare una mostra che “spiegasse” lo Stretto di Messina, da molteplici punti di vista”, racconta Alessandra Passini, giovane biologa marina messinese. “Cʼeravamo io, Alessandro Genitori, giornalista, e Pietro Cefali, biologo come me. Abbiamo coinvolto Andrea Amato, grafico messinese che lavora a Milano, e Luca Marini, biologo marino che viene dal Nord Italia che si è offerto come vignettista. Abbiamo proposto lʼidea al FAI e “Lo Stretto Necessario” ha preso vita”. La location scelta non poteva che essere il Lungomare della Fiera, simbolo di quel “Waterfront”, foriero di possibilità, di cui la città sta lentamente riappropriandosi. I lavori realizzati sono 12 cartelloni illustrati, dalla grafica accattivante e dal carattere divulgativo, dedicati allo Stretto di Messina. Diversi i piani di lettura proposti: un piano scientifico, legato alla biologia marina, per scoprire la flora e fauna delle sue acque; un piano informativo, che racconta tradizioni, miti e leggende messinesi, senza dimenticare un focus sulla riserva naturale e sulle attrattive subacquee dello Stretto; un piano poetico, con i versi della poetessa messinese Maria Costa, e un piano ludico, grazie alle vignette umoristiche a tema (una per ogni cartellone). I pannelli saranno bilingue, in italiano e in inglese: “la mostra è pensata principalmente per informare i turisti in visita in città, che il più delle volte non conoscono nulla di Messina”, spiega Passini. “Ma invito anche i cittadini a dare unʼocchiata: potrebbero scoprire qualcosa in più del posto in cui abitano, imparare ad apprezzarlo e sentire una maggiore esigenza di proteggerlo”. (V.C.) SOTTO LA LENTE Irrera a Mare, è Tempo di mostre La collettiva di Schipani, Teresano, Biviano e Galipò Alcune opere di Linda Schipani MESSINA. Non ci saranno gli eventi iper-sponsorizzati della Campionaria, come due anni fa la mostra di Andy Warhol. Eppure, nellʼanno Zero della nuova Fiera, quella concessa temporaneamente a privati per il periodo estivo, la Fiera in cui associazioni ed enti si propongono per lʼorganizzazione di eventi assolutamente eterogenei tra loro, ma tutti accomunati dalla voglia di vivere a pieno un grande spazio situato in pieno centro, ci sarà spazio anche per gli artisti locali. Così è stata inaugurata mercoledì sera, nella sala sullo Stretto dellʼIrrera a Mare, “Il Tempo e il Mare”, prima di una serie di mostre che comporranno lʼArte in Fiera 2013. Quattro sculture e installazioni di altrettanti noti artisti messinesi, accompagnate dalla voce del mare sapientemente custodita nelle poesie di Maria Costa e spiegate da Linda Schipani, artista e inge- pagina 27 gnere ambientale specializzata nella creazione di elementi di arredo da materiali di scarto. La sua installazione, lampade ricavate da vecchie plafoniere, rappresenta due suggestive conchiglie che si dischiudono, rivelando una perla, e una medusa. Sempre dalle influenze del mare si è fatta ispirare anche Sara Teresano. La sua installazione pone al centro dellʼattenzione non tanto quanto rappresentato, ma il materiale utilizzato: il sale, elemento cardine della vita, ma foriero anche di morte. Antonio Biviano e Pippo Galipò, nei propri lavori, esprimono invece lo scorrere inesorabile del Tempo. Così Biviano, nella sua scultura, rappresenta il passaggio del tempo, che logora tutto quello che tocca. Galipò, invece, già autore dellʼangelo “in gabbia” collocato allʼentrata di piazza Cairoli (il titolo dellʼopera è in realtà “Non sono stato, forse sarò”), si focalizza sul rapporto dellʼessere umano con il tempo: lʼuomo che passa dalla spensieratezza della giovane età, al disincantato provocato dalla durezza della vita adulta, e che si ritrova prigioniero dello scorrere dei giorni. La mostra “Il Tempo e il Mare” sarà visitabile fino al prossimo 28 luglio. (V.C.) posteranniversari 19 LUGLIO 2013 NOVITA’. Un omicidio nella “Nebbia sullo Stretto” Cusumano in giallo Edito da “La Feluca Edizioni”, il libro è scritto da un docente che conosce bene il tratto di mare che separa Calabria e Sicilia DI FELICE IRRERA MESSINA. Tra i tanti libri usciti recentemente cʼè un romanzo giallo, la cui ambientazione è proprio la nostra città, “Nebbia sullo Stretto” (La Feluca Edizioni, Messina 2013, pp. 157, € 12,00) di Vitaliano Cusumano, calabrese di nascita, ma da sempre residente qui dove ha insegnato Microbiologia Clinica allʼUniversità. La nebbia di cui si parla nel titolo è quella che, di tanto in tanto, cade fisicamente sulla città dello Stretto e che costituisce lo sfondo ideale per lʼomicidio su cui sʼincentra la vicenda: “Si alza dalle acque dello stretto una densa foschia, che progressivamente copre come un mantello ogni cosa. Sparisce la costa calabra, il porto, la città, le colline alle sue spalle e anche gli alberi del giardino che circonda la villetta si sottraggono allo sguardo. Lʼaria risuona delle sirene delle navi (…)”. È certamente la pregnante metafora della vicenda narrata e delle difficoltà delle indagini condotte da due vecchi amici che, incontratisi dopo lungo tempo rivestono i panni dʼinvestigatori, lʼuno per professione, lʼaltro per il desiderio di scoprire il complicato mistero che avvolge lʼomicidio di un loro amico comune. Ma non solo. Annotazioni sparse qua e là nel diario di Andrea alludono a tante storture presenti nella vita di ogni giorno in questa meravigliosa città, che sembra avvolta, appunto, in questa cappa, impermeabile ai cambiamenti, che pure sono assolutamente necessari. Il romanzo scorre piacevolmente senza intoppi narrativi: ne emergono personaggi anche complessi, come Veronica, la figlia del notaio ucciso; o la signorina Pina, sua segretaria, che tenta a lungo di nascondere una pesante vicenda personale. Il tutto è caratterizzato dallʼemergere A CURA DI CARMELO CELONA TRAGUARDI Lustro per “Terzo millennio” Le riviste di natura culturale nate in ambito locale, si sa, spesso non hanno vita lunga: nascono dallʼiniziativa di una o più persone, che si pongono lo scopo di diffondere idee, di proporre problematiche e dibattiti; si trovano spesso in difficoltà economiche non riuscendo a fronteggiare i costi di stampa, resistono per un poʼ di tempo per poi morire quasi di morte naturale. Quando qualcuna di esse riesce a raggiungere un lustro di pubblicazione è davvero il caso di festeggiare. È questo, appunto, il traguardo raggiunto dalla Rivista di Letteratura e di Cultura varia “Terzo Millennio”, fondata e diretta da Carmelo Aliberti, che si è conquistata molta stima negli ambienti culturali non solo locali, grazie alla pubblicazione di saggi di approfondimento e alla scoperta di nuovi aspetti esegetici delle opere di grandi maestri della letteratura e delle scienze, ad opera dei suoi collaboratori, docenti universitari e studiosi come Giorgio Barberi Squarotti, Giuseppe Rando, Antonino Grillo, Lucio Zinna, lo stesso Aliberti, (ben noto oltre che come poeta come critico letterario e autore di recente di un poderoso volume sulla Sicilia del Novecento, con il supporto di unʼampia antologia di testi, che sta riscuotendo ampio successo). Lʼimpegno della Rivista si rivolge alla diffusione e allʼanalisi (oltre che di grandi autori italiani come Pavese, DʼAnnunzio, De Libero, Saba, Magris) di autori siciliani del Novecento: da Quasimodo, a Cattafi, da Beniamino Joppolo a Camilleri, da Consolo a Collura, ad Andrea Genovese e a tanti altri, senza trascurare voci nuove di poeti, come i messinesi Antonino Grillo, Mimmo Distefano, Mirella Genovese ed altre affermatesi anche allʼestero, come quelle di Paolo Ruffilli, Dante Maffia, lo stesso Giorgio Barberi Squarotti. Da notare pure come non manchi in “Terzo Millennio” lʼattenzione per gli studi storico-archeologici e quelli scientifici. Insomma, si tratta di una rivista (di cui è direttore responsabile Santo Coiro) che merita di continuare a vivere sia per lʼimpegno dei redattori che per la qualità del Comitato scientifico ad essa preposto e che offre al lettore una non comune qualità di contenuti. (F.I.) LA CLASSIFICA della complessità della natura umana alle prese con sentimenti di unʼoscurità insondabile, ma anche con quelli classici dellʼamore e dellʼamicizia, che accomuna gli investigatori Andrea e Luigi tra loro e con lʼucciso Domenico, il cui testamento, e in particolare una lettera ad Andrea Aloisi svelerà il mistero, nella sua contorta complessità. E il romanzo si chiude con lʼimmagine del cielo che si squarcia, mentre un timido sole fa capolino: il riferimento è allʼamore tra Veronica e Luigi, ma lʼauspicio dellʼautore è, probabilmente, anche quello della necessità che si apra per la città una nuova stagione. LACERTI DI LETTURE Mai! Maria UN POPOLO senza alternative che crede di scegliere. “Preferisci un caffè? Preferisco a cosa? Non mi viene proposto nullʼaltro; quale è, dunque, la mia scelta.” Pratiche con le quali i siciliani sacralizzano i rapporti sociali. “Schiticchio: sollazzevole cibarsi di persone di buon umore con bibita, sia di sera, sia di giorno, e in città, o in villa o per rata o a spese di uno solo.” Quellʼofferta copiosa che qualifica lʼospitalità. “<Che ti hanno offerto?><La qualunque! ”Ti dico, la qualunque..>” La pratica dellʼincerto è lʼunica certezza dei siciliani. “Siamo maestri indiscussi del probabile, dellʼindeciso, di soluzioni che non sono soluzioni, in quanto aperte ad ogni possibile altra soluzione, espresse con frasi come:<un domani..><Ora vediamo..><Col tempo, cù centonove di Felice Irrera Vincenzo Cerami, Un borghese piccolo piccolo, Garzanti, € 7,00 Con la scomparsa di Vincenzo Cerami, morto qualche giorno fa, torna alla ribalta uno dei suoi scritti più conosciuti. Così Calvino: “Dalla prima pagina il romanzo di Vincenzo Cerami ti prende obbligandoti a fissare uno sguardo spietato su un campione di società italiana quanto mai rappresentativo: il mondo di un impiegato di ministero, che passa la vita a mandare avanti pratiche di pensione attendendo di andare in pensione lui stesso” Khaled - E lʼeco rispose Joël Dicker - La verità sul caPiemme so Harry Quebert - Bompiani 1-Hosseini 4 Camilleri - Un covo di Violetta - Fashion book - Walt vipere - Sellerio Disney Company Italia 2Andrea 5 Dan Brown - Inferno - MonVioletta - Il mio diario - Walt Disney Company Italia 3dadori 6 wuz.it frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore tempicieddu><Ma noi che premura abbiamo?>.” I siciliani sono un popolo che si sente padrone del tempo. “<Perdo un altro poʼ di tempo e poi vengo>. Ma se davvero abbiamo ancora qualcosa da fare, perchè <perdiamo> il nostro tempo?” Lʼorgano più vitale, quale contenitore metaforico degli affetti più cari. “Se colui o colei che ci è <entrato nel cuore> ci delude o ci inganna- che amarezza- allora <ci cade dal cuore>.” Chissà perché la coerenza e i valori morali debbono essere accreditati dal sacro per rafforzarne lʼeticità. “<Mai! Maria> è il diniego totale e assoluto senza ritorno. Chiamare la Madonna a testimone delle nostre decisioni e procedura che ci rende inflessibili.” Riconosciamo gli spazi comuni solo in funzione di nostri usi privati. “Non preoccuparti, la tovaglia la <scotolo> io, disse dirigendosi verso il balcone, con in animo un progetto del tutto siciliano, usare la strada come appendice della casa.” pagina 28 La parola che indica lʼazione più efferata di un uomo possa è strage; in tutte le lingue si esprime con onomatopee dure che ne sottolineano gravità. In siciliano è un vez-zeggiativo. “<Ammazzatina> diminutivo carezzevole come <scannatina>. Eʼ inquietante. Perché tanta te-nerezza? ” Condividere il pasto è la liturgia dellʼamicizia. “<Vengo stasera già mangiato> è diventato un colloquismo molto usato. Mah.. peggio per lo-ro.” Quellʼeterno dominio spagnolo. “<Capuliatu> viene da <capolar>: tritare; <comarca> da <comaca>: associazione di persone con intenti equivoci; <cannavazzu> da <canhamaco>: straccio; <curria> da <correa>: cintura; <passiari> da <pasear>; tampasiare> da estan paseando>; ” Lʼindifferenza spesso è più offensiva di un insulto. “<Né schì, né passà dà!>, lo sapevate che uno è un modo per cacciare i maiali e lʼaltro i cani?”. Lacerti da: Trenta e due ventotto (2002) Renata Pucci di Benisichi posteranniversari centonove MANIFESTAZIONI. Al via la terza edizione della kermesse artistica Naskers, l’arte è un gioco Dal 20 al 21 luglio, giocolieri, attori ballerini, acrobati e clown trasformeranno il centro storico di Naso in un grande teatro a cielo aperto. Fra spettacoli circensi, magia e l’impegno sociale di Lucia Sardo Nella foto accanto e nellʼimmagine in basso a sinistra due momenti della scorsa edizione del Festival. In basso a destra la “madrina” della kermesse, lʼattrice siracusana Lucia Sardo DI MARINO RINALDI NASO. Sono giocolieri, attori, ballerini, acrobati e clown. Artisti di strada, giunti da ogni parte dʼItalia e dʼEuropa, che trasformeranno le piazze e le stradine caratteristiche di Naso in un gigantesco teatro sotto le stelle durante il “Naskers - Naso Buskers Festival”, la kermesse artistica che si svolgerà il 20 e il 21 luglio nel centro storico del comune nebroideo. Fra gioco, divertimento, magia, suggestione e tematiche sociali. GLI ARTISTI. Dedicata all'arte di strada, la manifestazione, che negli anni scorsi ha divertito, commosso e fatto ballare migliaia di persone, accorse da ogni parte della Sicilia, vedrà il coinvolgimento di alcuni dei più importanti buskers e artisti circensi del panorama internazionale, fra i quali Anita Bertolami, “fantasista” svizzera che creerà davanti al pubblico una galleria di personaggi che si muovono in unʼatmosfera silenziosa e immaginifica, la giocoliera ferrarese Poppy Juggler, detta “Poppi dai malanni”, e il comico ed equilibrista argentino Marcos Masetti, clown e virtuoso della “corda a molle”. Grandi protagonisti del festival, che si svolgerà nel corso delle due giornate in un percorso itinerante nel “cuore antico” del borgo, saranno anche le compagnie, fra le quali “Circolia”, duo composto dagli italiani Agostina Recinella e Luca Dotti, specializzati in giocoleria, acrobazia, tecniche aeree e danza; lʼassociazione culturale “Inerzia”, nata nel 2009 con lʼobiettivo di divulgare la Flow Art, le arti circensi e in particolare l'arte del fuoco; e infine lʼOrchestra Cumbia Mela, gruppo di musicisti circensi e non, che, uniti dallʼesperienza dellʼarte di strada, danno vita ad una band che propone un repertorio di Cumbia y Porros “con mucho sabor latino-americano”. DALLA PARTE DELLE DONNE. Ospite dʼeccezione e madrina della manifestazione sarà lʼattrice siracusana Lucia Sardo, che nel pomeriggio di sabato 20 luglio inaugurerà Naskers con lo spettacolo “La Nave delle Spose”, una rappresentazione teatrale, andata in scena per la prima volta nel 2012 allo Stabile di Catania, che racconta le storie di donne siciliane sposate per procura e imbarcate in America. Spalleggiata da unʼelegante acrobata che metterà in scena le diverse spose raccontando le loro emozioni attraverso tre attrezzi circensi (tessuti, trapezio e cerchio aereo), lʼattrice presterà la sua voce alle donne che popolano la nave, fra gioie, passioni, tensioni e paure. Emozioni enfatizzate da due performer che accompagneranno le letture con tamburi, suoni e danze. Prodotto da “Agenzia Famoso”, che si occupa del festival fin dalla sua prima progettazione, lo spettacolo, il cui testo è firmato a quattro mani da Lucia Sardo ed Elvira Fusto, è una sorta di paradigma di unʼancestrale sottomissione femminile e intende mettere in scena “un viaggio dentro lʼanima della Donna”, il racconto emblematico di un inestinguibile processo di emancipazione. DE GUSTIBUS di Massimo Lanza Francia da apprezzare NON HO MAI nascosto il mio apprezzamento sulla professionalità dei francesi nel condurre i loro ristoranti, gestirli e promuoverne lʼimmagine, convinzione rafforzata ad ogni mio ritorno in Francia. Sono stato di recente a Bordeaux per il Winexpo, il venerdì a fiera finita, dopo una passeggiata in centro città e la visita alla pinacoteca comunale, mi sono recato per pranzare da Gabriel, ristorante dotato di una stella Michelin e molto apprezzato dai gourmet locali. Bene a pranzo in questo bel locale in una delle piazze più belle della città, si può mangiare spendendo da 20 € scegliendo tra un piatto e un dolce, con 25 € si possono prendere due piatti, mentre con 29 € la scelta comprende due piatti ed un dolce. Locale ovviamente pieno, ho dovuto attendere un buon quarto dʼora un tavolo, lʼaperitivo offertomi nel frattempo ovviamente non me lo sono ritrovato in conto e posso garantirvi che le porzioni erano assolutamente normali e non da lente dʼingrandimento. La carta dei vini offriva tante etichette al bicchiere ma si poteva anche scegliere una bottiglia intera partendo da soli 13 €. Posso assicurarvi che non si tratta di unʼeccezione la quasi totalità dei ristoranti francesi noti e meno noti offre la possibilità di un pranzo di lavoro a cifre contenute senza abbassare ne qualità del cibo e dei servizi ne il confort del locale. Mentre pranzavo mi è venuto da pensare che di recente ha chiuso un notissimo e premiatissimo ristorante del centro Italia, ci ero stato di recente proprio a pranzo, oltre alla carta, dove con tre piatti si superavano e di molto i 100 € si poteva scegliere tra un insipido menù di 5 piatti banali a 90 € o un altro menù molto più interessante a 120 €, inutile dirvi che lʼunico triste cliente nella sala deserta in modo surreale ero io, inutile aggiungere che il noto chef non ha avuto neanche la bontà di salutare lʼunico cliente del giorno a fine pasto nonostante i quasi 200 € spesi. E ridendo ho pensato che sempre lui, il noto chef, intervistato non si spiegava il perché neanche i suoi stessi concittadini lo avessero sostenuto. pagina 29 19 LUGLIO 2013 MUSICA di Cesare Natoli Due “itinerari” sui Nebrodi È FISSATO per sabato 3 agosto, il primo dei due appuntamenti di “Nebrodi itinerari musicali per Villa Piccolo”, promossi dallʼassociazione “Parthenia” di Messina, in collaborazione con lʼassociazione Darshan di Catania. Risuoneranno in Prima assoluta in Sicilia le note del "Norwegian wood ensemble". Il progetto è realizzato insieme allʼIstituto Superiore di studi musicali “Vincenzo Bellini” di Caltanissetta, e si ispira al celebre romanzo di Haruki Murakami. Nasce, inoltre, dallʼidea di una collaborazione internazionale tra lʼassociazione Darshan e il Johan Halvorsen Musikkfest di Drammen (Norvegia). Ne saranno protagonisti Birgitte Staernes (violino), Martin Haug (chitarra), Davide Galaverna (contrabbasso) e un quintetto dʼarchi. In programma brani di di Piazzolla, Granados, Albeniz, Bottesini. Venerdì 13 settembre, invece, sarà la volta dello “Himmerland Ensemble” (Danimarca/Polonia/Ghana), alle prese con unʼoriginale proposta di new folk e jazz scandinavo. Sul palco Ditte Fromseier Mortensen (violino e voce), Andrzej Krejniuk (basso), Ayi Solomon (percussioni),Morten Alfred Høirup (chitarra e voce),Eskil Romme (sax). In entrambi i casi inizio ore 21.15 e prezzo di ingresso cinque euro. NUOVEVISIONI di Marco Olivieri Il tocco di Salvatores UNO SGUARDO lontano da uno stereotipato stile italiano. È questo un punto di forza del cinema di Gabriele Salvatores, confermato dallo stile europeo (anche se la produzione è dellʼitaliana “Cattleya”) di “Educazione siberiana”, tratto dall'omonimo romanzo di Nicolai Lilin e con attori del calibro di John Malkovich. Candidato a 11 David di Donatello, il suo ultimo film ha come sceneggiatori Rulli e Petraglia, raccontando unʼeducazione criminale dal sapore profondamente amaro. Eppure, pur confermando la sua bravura, il regista premio Oscar di “Mediterraneo” e di un bel film come “Io non ho paura” appare spesso discontinuo. Un autore sempre in procinto di raggiungere una profondità della visione che sfugge nello sviluppo delle storie. Coraggioso nello spaziare tra commedie, drammi e sperimentazioni come “Denti” e “Nirvana”, Salvatores non si è mai accontentato dei suoi successi, da “Marrakech Express” a “Turné”, ma non ha espresso tutte le sue potenzialità. (“Educazione siberiana” allʼUci Cinemas di Messina) posterlettere&... 19 LUGLIO 2013 TRA SERIO E FACETO di Giovanni Frazzica MESSINA DRASTICA di Fabio Amato QUELLI CHE AL MARE, telefonano con quattro I-IPhone, mandano e-mail con l'Ipad, twittano su facebook, e non si fanno il bagno! Quelli che per partire devono prendere il traghetto per Villa San Giovanni, il treno per Reggio Calabria e poi il treno per Roma, Milano, Firenze.... Quelli che “leggono” gli audio libri, e mentre “leggono”, chattano, navigano, e poi condividono tutto su Facebook! Li farei diventare ciechi e sordi, cosi la finiscono! Quelli che, invece di andare al mare, sono collegati in Wi-Fi, con tutto il mondo, ma cenano da soli, perché non hanno nessuno con cui condividere fisicamente, neanche una birra o un caffè. Quelli che vogliono andare al mare, ma non hanno la macchina, e l'autobus non passa mai.... Quelli che si vogliono isolare, ma non possono perché c'è sempre qualcuno che gli rompe i coglioni.... Quelli che vorrebbero vedere delle Mostre di Pittura, ma non possono, perché le uniche mostre, sono le ragazze che fanno le fiche, ed allora si isolano ancora di più! Quelli che vogliono partire con l'aereo dalla Sicilia, ma l'aereoporto di Catania è chiuso, quello di Reggio è in sciopero e quindi restano isolati a Messina! Quelli che vorrebbero andare in bicicletta sulla pista ciclabile, ma li ci passano i motorini, le macchine, quelli che fanno footing, e quindi nonostante tutto lo isolano.... Quelli che vorrebbero fare in Sicilia, la raccolta differenziata e quindi sono Isolati ed Isolani. Quelli che sono sempre in riunione, sono sempre di corsa, parlano con tutti, telefonano a tutti, conoscono tutti, salutano tutti, poi vanno a casa, dove vivono da soli e per mangiare ordinano una pizza. Quelli che vanno alle Isole Eolie e quindi sono Due volte Isolani! Quelli che... “Sono a dieta!” e quindi si isolano e non dimagriscono mai.... Quelli che si isolano perché fanno un figlio e non escono più e non vanno neanche a lavorare, perché non sanno a chi lasciare i figli... e quindi cosi dovrebbero lavorare solo quelli che non hanno i figli.... pensate quanti soldi di assegni familiari risparmierebbero le aziende ed i datori di lavoro!!! Quelli che si commuovono e sono felici quando il traghetto “si stacca” da Villa e va verso la Sicilia e si ridiventa Isolani! Quelli che... Quelli che... quelli che si affittano la casa a Torre Faro ed ogni mattina di Luglio e di Agosto, vanno a Messina, nella casa di città a prendere qualcosa e nelle mattine di Settembre la riportano indietro, questi sono Isolati oppure Isolani ? Niente di tutto ciò... sono solo esauriti!!! P. S. Un ringraziamento al Dott... Jannacci per l'ispirazione datami ECOLOGIA&AMBIENTE HERITAGE di Sergio Bertolami Sale Scajola, Scende Cencelli Messina, Quelli che al mare con quattro I-Phone centonove SCAJOLA NELLE CLASSIFICHE delle citazioni dellʼestate 2013 ha certamente battuto Cencelli, lʼinventore del noto manuale per la ripartizione dei posti di governo e di sottogoverno in base al peso elettorale. Negli ultimi giorni le quotazioni del “metodo scajola” hanno subito una impennata pazzesca, essendo moltiplicati i titolari di funzioni pubbliche che dichiarano che alcuni fatti importanti avvenuti in una sfera di loro competenza si sono verificati a loro insaputa. "Non sono stato informato. Nessun collega del governo è stato informato e così è stato anche per il Presidente del consiglio", ha detto il ministro dell'interno Angelino Alfano nel corso della sua informativa al Senato sul caso dell'espulsione della cittadina kazaka Alma Shalabayeva, moglie del dissidente Ablyazov. Anche se "Lʼinsistenza dei diplomatici kazaki imponeva che il ministro sapesse" ha aggiunto Alfano. A gettare benzina sul fuoco ci pensa Matteo Renzi, che, dopo la visita alla Merkel, sembra lanciato alla conquista di Palazzo Chigi e, su una vicenda così imbarazzante, non esita a cercare di coinvolgere colui che considera ormai il suo rivale, Enrico Letta: "Immagino andrà in aula egli stesso – dice il sindaco di Firenze – a prendere posizione sulla vicenda, dovrà dire se le considerazioni di Alfano lo avranno convinto o no". Ma la debolezza e la confusione regna anche nel Pd: Guglielmo Epifani, reggente provvisorio del Partito, nellʼambito di una stessa intervista si contraddice e non si capisce se lo fa perché non ha le idee chiare o perché è ossessionato da alcune paure: "Aspettiamo la relazione del capo della Polizia, sarà fondamentale leggerla e trarne le conseguenze - premette Epifani, che poi cambia tono - Quello che è accaduto è di straordinaria gravità. Sono stati violati diritti umani. Il fatto che si sia dimesso Giuseppe Procaccini, il capo di gabinetto del Ministero dellʼInterno, non è usuale. Se ci sono responsabilità vanno colpite - sottolinea ancora Epifani - Se Alfano sapeva va da sé... Se non sapeva è ancora più inquietante. Un passo indietro del Ministro dell'Interno lascerebbe comunque poche speranze di vita all'esecutivo. Questo è un governo di servizio, Letta ha indicato un tragitto, si riescono a fare le cose se non ci sono ostacoli ogni giorno". Il riferimento è diretto a Matteo Renzi che ha pronosticato che l'accordo Pd-Pdl non durerà molto, ma non si capisce se le precarietà del quadro politico lo preoccupino o lo esaltino, essendo la sua insperata reggenza proprio il frutto delle complicazioni del Pd. Ed anche il caso Calderoli attenua, ma non distoglie, questa è una crisi vera, con tanti fari accesi e con tante figure deboli che si muovono sul palcoscenico, mentre si intuisce che figure forti stanno operando dietro le quinte. Il premier, che chiede, anche da Londra, le dimissioni e Calderoli che non si dimette, non è una prova di forza e di credibilità di questo Governo, che, tra lʼaltro, dice di voler combattere la disoccupazione giovanile, giunta al 53%, usando la sola arma della defiscalizzazione contributiva. E non si può non aggiungere la vicenda giudiziaria del Cavaliere, che incombe, ed il cui epilogo condizionerà le sorti del Governo e del Paese. Messina, 13° Città dʼItalia, in cui il candidato sindaco sconfitto alle elezioni dice di non saper nulla del ricorso presentato da tre esponenti della coalizione che lo sosteneva contro il Sindaco eletto, è perfettamente in linea con lʼandamento della politica nazionale. PUNTINI SULLE “I” SONO DANIELA PELLICANOʼ, ho letto un articolo su me ed il libro che ho scritto (a firma Augusto Cavadi ) pubblicato sul vostro giornale il 5 luglio. Scrivo a Lei per invitare il suo collaboratore a documentarsi bene e, di conseguenza, non emettere giudizi e condanne leggibili da un pubblico senza possibilità di replica. La vita è bella nell’Orto in musica SOLO POSTI in piedi, perché la piccola Cavea dellʼOrto Botanico è affollata allʼeccesso. Non è il pubblico dei cultori di musica classica che vedi dʼinverno ai concerti delle nostre filarmoniche. Sono intere famiglie, con i bambini a scaletta seduti lʼuno accanto allʼaltro, nonni compresi. Tante giovani coppie da far tenerezza. Si esibisce l'ensemble "Afflatus", orchestra di flauti e non solo, composta dai migliori allievi del M° Francesco Bruno, usciti a pieni voti dal Conservatorio di Musica “Arcangelo Corelli”. A tratti una lieve brezza. Porta le arie di autori conosciuti. Brahms, Faurè, Verdi, Mascagni. Quando lʼorchestra, impegnata nelle melodie più recenti, conclude “La vita e bella” di Piovani, un fine intenditore, non più di sei anni, mormora soddisfatto: «Questo pezzo mi piace proprio». Il M° Bruno scherza col pubblico partecipe e concede quattro bis. Una bambinetta saltella canticchiando tra foglie più alte di lei. Se lasci correre la fantasia potresti trovarti un tardo pomeriggio tra il verde lussureggiante dello Chalet a Mare di fine Ottocento, fra la moltitudine che attornia il palco della musica. Invece è lʼOrto che si riempie di note. Porta il nome del grande Pietro Castelli, rammagliando la memoria con quellʼHorto dei semplici, di piante officinali, ormai perduto. L'ira spagnola rase lʼantica struttura seicentesca dopo la rivoluzione del 1674. «Luogo opportuno perché a ridosso di tutti i venti – scriveva Giuseppe Grosso Cacopardo nel 1826 – di cui per dolorosa memoria ce ne resta la descrizione, ed il catalogo di tutte le rarissime piante, nell'opera di Pietro Castelli titolata: Hortus Messanensis». Un altro brano di memoria collettiva che i cittadini colgono quando le Istituzioni aprono i cancelli. Come lʼUniversità, in questa serata, col suo spettacolo sensoriale di suoni e profumi. Seguendo un percorso tattile e olfattivo scopri difatti, nellʼoscurità rischiarata da fievoli lumi, i pelargoni che sprigionano fragranze di limone, menta, resine e sentori dʼoriente…. [email protected] diAnna Giordano Un volo per la libertà LA LIBERTAʼ E SACRA. E cosa cʼè di più bello del restituire la libertà a chi lʼha perduta, qualunque sia stato il motivo? oppure di fare ciò che è possibile perché chi è nato libero, non debba morire per mano umana. Ecco, lʼaltro giorno abbiamo liberato diversi uccelli, li abbiamo visti arrivare chi con lenze che strozzavano arti, chi intossicato dai veleni nostrani, chi con ala rotta per urto con uno dei tanti ostacoli inutili che poniamo lungo il loro volo, chi buttato fuori dal nido. Abbiamo dedicato tempo infinito per recuperarli, sotto le cure del dotto Fabio Grosso, a turno, volontari ogni giorno che dedicano parte del loro tempo a chi per mille motivi, non è più libero di volare, correre, strisciare. Poi in voliera, a recuperare il tono muscolare, lʼabilità al volo, ed infine, la libertà, autorizzata dalla Ripartizione Faunistico Venatoria di Messina, diretta dal dottor DellʼAcqua. E al di là delle carte, dei permessi e dei via libera, il momento più bello, che ripaga dei tanti, spesso troppi sacrifici affrontati, è quando chi liberi, che sia una poiana, un cardellino,un airone, una cicogna, un gabbiano, o volpe o biacco che sia, capisce che non cʼè più un confine con il cielo, è spazio senza reti, è libertà, quella che sognavi ogni giorno e che pensavi perduta per sempre. Ogni liberazione è diversa, cʼè chi fugge via, chi volteggia beato, chi si nasconde nel canneto o nel bosco, a seconda della specie, dellʼhabitat, dellʼetologia. Magia pura, come quella Garzetta arrivata con tutte le penne tagliate dal bastardo che la deteneva illegalmente, un anno e 4 mesi prima che ricrescessero tutte. Pensavo, erroneamente, che appena liberata, alla foce del Simeto, si sarebbe posata tra le tamerici. Invece è diventata un puntino bianco, per poi dirigersi direttamente verso nord, un giorno di marzo. Rimasi pagina 30 a bocca aperta, senza parole. Ecco che tutto ciò che può provocare la morte di chi vola o corre o striscia, ma soprattutto di chi ha la sventura di volare da e per lʼAfrica lungo la rotta dello Stretto di Messina, mi porta a continuare a lottare nonostante i dileggi e i nemici vigliacchi. Leggo del grattacielo che vorrebbero fare a Messina, penso a quanti uccelli morirebbero sbattendoci, in nome di nuovi appartamenti di cui siamo saturi oltre misura. Forse ha ragione un bravissimo Tenente Colonnello dei Carabinieri che stimo tantissimo, in fondo, chi ha una passione è suo prigioniero, perché ti impedisce, soprattutto quando è una passione profonda e difficile, di essere libero. Diventi prigioniero. Perché non cʼè momento in cui puoi regalarti del tempo senza pensieri, pensando invece, costantemente, che se non fai qualcosa, un animale morirà, un altro pezzo di terra scomparirà. Nel frattempo rivedo il volo libero di chi abbiamo restituito alla sua vita di sempre, prima che lʼuomo la rendesse impossibile, e penso a quanto sia bella la libertà. poster...commenti centonove 19 LUGLIO 2013 ALFABETO MINIMO di Giovanni Merenda ELIODORO Cosa pensa un italiano di Calderoli La mossa del cavallo C COME CALDEROLI L'onorevole Calderoli, che da sempre fa danni immensi all'Italia (vedi il caso della maglietta antiislami e la legge elettorale "Porcellum") dice di pensare a un orango quando vede il ministro Kyenge. Indovinate a quale animale pensano 9 italiani su 10 quando vedono Calderoli. C come cannabis Gli studiosi dell'Imperial College di Londra dopo anni di ricerche hanno scoperto che la cannabis rende pigri, alterando la produzione di dopamina. Ma cosa credevano che uno si facesse le canne prima di affrontare un lavoro faticoso e impegnativo? Bastava che chiedessero in giro. Uno si fa le canne per risalassarsi mica per essere attivo e scattante. Gli studiosi britannici se cercavano segni di attività frenetica dovevano studiare un'altra droga. C come cattolici area Pdl Con un duro editoriale, Famiglia Cristiana torna sulla visita di Papa Francesco a Lampedusa, per non far passare sotto silenzio l'imbarazzante mutismo dei cattolici di area Pdl di fronte alle bordate scaricate sul Pontefice dagli esponenti del partito rappresentativi della destra. Ma secondo me per papa Francesco essere criticato da figuri come Cicchitto. Gasparri e Santanchè è un buon segno, vuol dire che è sulla strada giusta. D come disabili Diversi disabili in carrozzina sono rimasti bloccati nei piani alti del Centro Congressi di Bologna durante i lavori della "Conferenza Nazionale sulle politiche della disabilità" in corso a Bologna. A denunciarlo è il presidente della Onlus Fiaba (Fondo italiano abbattimento barriere architettoniche), Giuseppe Trieste. In una telefonata all'ANSA, Trieste ha spiegato che già questa mattina uno dei due ascensori che conducono ai piani alti del Palacongressi di Piazza Costituzione era rotto. E nessuno è intervenuto per sistemarlo. Nel pomeriggio, al termine, della riunione dei gruppi di lavoro, si è bloccato anche l'altro ascensore. E un certo quantitativo di persone in carrozzina, c'è chi ha detto una cinquantina, sono rimaste in attesta o della riparazione o di essere accompagnate a braccio all'uscita. Normale, siamo in Italia. Questa la prima parte della notizia. Roberto Calderoli "La notizia è falsa - ribatte il giorno dopo il viceministro del Lavoro Maria Cecilia Guerra. - Risponde a verità che un guasto che ha interessato uno dei tre ascensori funzionanti e a cui si è posto rimedio in circa un'ora e mezza ha determinato un disagio, di cui mi dispiaccio e scuso, in un orario per fortuna di scarsa affluenza in quanto i lavori dei gruppi erano ancora in corso. Ma neppure per un secondo - precisa Guerra - il piano terra è risultato inaccessibile alle persone con disabilità, non essendo mai venuto meno il funzionamento di due ulteriori ascensori collocato a qualche decina di metri dalle sale dedicate alla conferenza". Ora se è vero che non funzionava soltanto un ascensore su cinque l'altra notizia è che è spiacevole ma può succedere e non è il caso di gonfiare i disagi. I come Imu e Iva Tutti compatti quelli del Pdl nel chiedere l'abolizione dell'Imu e lo stop all'aumento dell'Iva. Ma ce ne fosse uno che ci spiegasse dove trovare i soldi per questi provvedimenti... R come Roswell Sono passati 66 anni dallo schianto di un presunto ufo in un ranch a Roswell nel New Mexico e ancora gli ufologi e gli scienzati sono divisi sull'accaduto. Noi invece sappiamo con certezza come sono andate le cose perchè abbiamo visto tutti gli X-files e la verità ce l'hanno detta Fox Mulder e Dana Scully. Intanto Google ha postato un divertente "doodle" con tanto di alieno che recupera i pezzi del suo disco volante e se riparte per le stelle. R come royal baby Sinceramente non potrebbe fregarcene di meno... P come Pdl Il Pdl presenta una legge anticontestatori che prevede fino a 3 anni di carcere e multe fino a 2500 euro. Visti i fischi che accompagnano ogni apparizione del Berlusca loro la definirei l'ennesima legge ad personam. S come Saronno Al comune di Saronno per determinate pratiche richiedono una autocertificazione di morte. E hanno stampato pure i moduli adatti. Che i defunti si sbrighino a presentarli. Altrimenti li ammazzano. ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano Addio, Stefano QUALCHE GIORNO fa la serenità del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise è stata improvvisamente infranta. All'interno dell'area è stato ritrovato un corpo senza vita. Il corpo senza vita di Stefano. Ha trovato la morte mentre passeggiava tra le bellezze della natura. Bellezze che però celavano una trappola fatale, perché è stato raggiunto da tre colpi di fucile, uno alla testa, uno all'omero ed uno al corpo. Tre spari hanno spezzato una vita ed infranto la quiete e la tranquillità di un piccolo paradiso terrestre. Una vera e propria esecuzione ha insanguinato il Monte Marrone, nel versante molisano. Stefano era un animale, un orso per la precisione e le prime analisi sono state condotte dall'Istituto Zooprofilattico. Subito dopo la LAV si è detta pronta a mettere a disposizione la somma di 2000 euro come ricompensa per trovare i colpevoli e ha chiesto di condurre indagini veloci ed efficaci al Corpo Forestale dello Stato e coinvolgere anche l'Istituto di Medicina forense veterinaria. Stefano era uno dei pochissimi orsi marsicani che ancora costituiscono la popolazione di questo plantigrado ormai rarissimo. Si muoveva nel suo habitat e gli uomini con questa esecuzione hanno confermato la loro presenza prepotente e prevaricante. Con la morte di Stefano è stato inferto un duro colpo alla sopravvivenza di una specie che rischia di sparire. Un altro capitolo scritto dall'abile mano di Madre Natura potrebbe essere cancellato dalla rozza mano dell'uomo. Le responsabilità di questo grave gesto sono non solo di chi ha alzato i fucili, puntato e fatto fuoco, ma pure di chi non alza la propria voce per dire basta al delirio di onnipotenza della specie umana. pagina 31 CATANIA. La processione per la Madonna del Carmelo, assai partecipata in città, non permette deroghe all'arte, come invece è accaduto a Palermo pochi giorni fa per il festino di Santa Rosalia. Il cavallo non rampante ma arrapato di Francesco Messina, esposto in piazza Vittorio Emanuele, suscita sempre la disapprovazione e l'invidia dei fedeli e dopo le mutande di latta di qualche anno fa, per coprirne la manifesta virilità, stavolta hanno escogitato un pudico drappo rosso che ha trasformato la sfortunata statua in altarino improvvisato, con tanto di Madonna in preghiera. Il comune senso del pudore è salvo. Quello dell'arte anche. 150 PAROLE DA PALERMO Il giardino? È cosa nostra I PALERMITANI meno giovani ricordano senzʼaltro Letizia Battaglia: alla fine degli anni ʼ80, assessore di una delle prime giunte della “primavera” guidate dallʼattuale sindaco di Palermo. Letizia Battaglia era impegnata per una città più verde e vivibile: piantava alberi e palizzate di legno nei vari quartieri. Sono passati 30 anni: adesso cʼè lo splendido parco del Foro italico, ma a Palermo gli spazi verdi rimangono ancora pochi e poco curati. Ad esempio, chi passa per corso Tukory, a due passi da porta SantʼAgata, vede un giardinetto con palme in buona salute e splendide jacarande, ma deturpato dai rifiuti e con i pochi sedili ridotti a brandelli. Allora chiediamo ai nostri amministratori un impegno: mantenere in buone condizioni i pochi spazi verdi che abbiamo. Magari educando e coinvolgendo gli abitanti in questʼopera. Perché avremo a cuore la pulizia dei nostri giardini solo quando li sentiremo davvero un bene comune, “cosa nostra”. Maria DʼAsaro ANTIBUDDACI di Dino Calderone Non solo film RICORDARE CON ALCUNE iniziative i 50 anni del Cineforum “Don Orione” mi sembra una delle cose non solo più belle, ma anche più utili e giuste che si possono fare oggi a Messina. Il Cineforum “Don Orione” ha segnato in maniera significativa la vita culturale di non pochi messinesi che cercavano nel linguaggio cinematografico uno strumento di conoscenza della realtà e di impegno, non solo pura evasione. Conservo ancora diverse locandine e libretti risalenti agli anni 70 con i programmi delle proiezioni caratterezzati fortemente sul piano sociale. Il programma di anni particolarmente turbolenti (1977/78) prevedeva, tra l'altro: Maestri italiani scomparsi (Il Messia di Rossellini, Morte a Venezia di Visconti, Il Decameron di Pasolini) Maestri in attività (Adele H di Truffaut, Dersu Uzala di Kurosawa) una personale dedicata al regista Anghelopulos, con dibattito sulla Grecia libera, una sezione “Esempi di cinema politico italiano dopo il '68 (Partner di Bertolucci, Escalation di Faenza, Blow Up di Antonioni, La classe operaia va in paradiso di Petri) con dibattito sull'Europa. E poi come dimenticare i preziosi opuscoli critici e informativi? Per esempio, nel 1977 si tenne una splendida “Settimana del cinema ungherese”. Nella presentazione del programma 1974/75 (ciclostilato!) si faceva riferimento ai decreti delegati per la scuola che sarebbero entrati in vigore a breve, alla riforma sanitaria (così necessaria e così dilazionata) ai condizionamenti dei mass media (riforma RAI e concentrazione delle testate). Era un altro mondo o quello italiano di sempre? [email protected]