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LECCE PROVINCIA Domenica 31 marzo 2013 CASARANO L’appello del sindaco dopo il sequestro alla Filanto Stefano alla magistratura: «Facciamo lavorare l’Iris» di Enzo SCHIAVANO La priorità è la salvaguardia del lavoro. Palazzo dei Domenicani interviene nella vicenda del clamoroso provvedimento della Magistratura che nei giorni scorsi ha sequestrato le aziende del Gruppo Filanto e il calzaturificio “Iris Sud”. Come tutti i soggetti sociali, le forze politiche e i cittadini di Casarano, anche il sindaco, Gianni Stefano, chiede che vengano sbloccate al più presto le produzioni per evitare che le imprese si trovino fuori mercato. Il primo cittadino del più importante centro manifatturiero del Salento lancia inoltre un appello agli organi competenti affinché trovino soluzioni alternative, previste dalla normativa vigente, al sequestro delle fabbriche. «Il maxi sequestro delle aziende calzaturiere di Casarano di questi ultimi giorni – recita la nota – aggrava la situazione di profonda crisi economica del nostro territorio. Il settore calzaturiero, ormai in difficoltà da anni, vede venire meno anche aziende che hanno fatto la storia della calzatura in Italia e non solo. Esprimo piena fiducia alla Magistratura e agli organi inquirenti, ci saranno tempi e modi per fare chiarezza sulle questioni giudiziarie. Ma è probabile che i necessari tempi richiesti dalla giustizia non coincidano con le esigenze della produzione». «Le aziende interessate avevano delle commesse e dei tempi da rispettare – ricorda il sin- Il sindaco di Casarano Gianni Stefano daco – il venire meno della produzione ed il mancato rispetto dei tempi di consegna probabilmente le porterà definitivamente fuori mercato. Sono le preoccupazioni espresse anche dalle associazioni di categoria salentine, secondo le quali è un rischio che il mercato della moda salentino non si può concedere, per le inevitabili ricadute sull’intero tessuto economico locale». «Allora, è prioritario salvaguardare il lavoro – sottolinea Stefano – è prioritario per l’economia salentina, è prioritario per quei lavoratori che si vedono venire meno l’unica fonte di reddito per portare avanti la fa- miglia. Rivolgo un appello agli organi competenti affinché, facendo ricorso agli strumenti ordinari o anche straordinari consentiti, permettano la riapertura delle aziende e la continuità delle produzioni. È necessario che la giustizia, con i suoi tempi essenziali per l’accertamento della verità, e le produzioni, che devono rispettare dei tempi imprescindibili per non uscire dal mercato, viaggino su binari paralleli». «In questo modo – conclude la nota – si coniugherebbero le esigenze di tutti, e soprattutto quelle di quei lavoratori, che al momento sono coloro che stanno subendo incolpevoli le concrete conseguenze di questa situazione». Com’è noto, martedì scorso, la Guardia di Finanza, su ordine della Procura della Repubblica di Lecce, ha sequestrato i macchinari senza facoltà d’uso di alcune aziende del settore calzaturiero del Gruppo Filanto e della “Iris Sud” dopo un’indagine che ha rivelato presunte irregolarità nei finanziamenti del bando regionale Pia. Mentre le aziende del Gruppo Filanto sono di fatto inattive, la “Iris Sud”, invece, era in piena attività e il sequestro ha mandato a casa 90 dipendenti diretti e un centinaio dell’indotto. ANNUNCI ECONOMICI OFFERTE DI LAVORO A Taranto centro assistenza ricerca candidati per piccola amministrazione, addetto/a alla clientela e gestione archivio. Anche primo impiego. Max 35 solo full-time. Tel.099/7793580. AZIENDA Nazionale, nuova filiale in Lecce, ricerca personale per diverse mansioni. Età massima 30 anni, disponibili subito full-time. Per informazione 0832/340716. AZIENDA operante commercio internazionale ricerca ambosessi per ampliamento sedi. Max 45enni, full-time per manzioni di commercio, assistenza, distribuzione. Disponibili alloggi. Per colloquio Lecce 0832/457809, Brindisi 0831/512765. MESSAGGI A.A.A.A.A. A Gallipoli Adelina, bellissima ragazza molto sexy, calma e dolce ti aspetto per passare momenti indimenticabili. Tel.345/1386091. A.A.A.A.A. 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E’ questa, in estrema sintesi, la sentenza della III Sezione del Tar di Lecce (presidente Luigi Costantini; estensore Enrico D’Arpe) che si è espressa nei giorni scorsi contro il ricorso della “Cogea”, azienda che sarebbe di fatto amministrata da Gianluigi Rosafio e dalla moglie, Tiziana Luce Scarlino, figlia di Giuseppe, detto “Pippi calamita”, boss della Scu, ergastolano. La vicenda si svolse tra il 2 e il 5 marzo di un anno fa. La commissione per l’assegnazione del servizio di raccolta dei rifiuti per il Comune di Casarano assegnò l’appalto alla “Cogea srl”, la prima della graduatoria. L’amministrazione comunale, però, allora gestita dal Commissario straordinario Erminia Ocello, ricevuto parere negativo dalla Prefettura sulla ditta vincitrice, decise di sovvertire la graduatoria, assegnando l’appalto alla “Igeco”, ditta seconda classificata. Il 3 marzo 2012 (era un sabato), la “Cogea” presenta un ricorso urgente al Tar contro il provvedimento di Palazzo dei Domenicani, chiedendone la sospensiva. Con decreto presidenziale il Tribunale riaffidò l’appalto alla “Cogea”, rimandando l’approfondimento del contenzioso alla prima data utile in Camera di consiglio. La vicenda sembrava chiusa, e invece quella sera stessa ci fu un altro colpo di scena: la com- missaria Ocello, ricevuta un’altra interdizione dal Prefetto nei confronti della società di Rosafio, riaggiudicò l’appalto alla ditta seconda classificata. Questi i fatti che hanno portato all’apertura del contenzioso della “Cogea” con l’intento di dimostrare che l’impresa non ha nessun legame con i Rosafio e gli Scarlino e che il provvedimento interdittivo antimafia era illegittimo. La sentenza del Tar conferma invece l’impianto delineato dalle indagini delle forze dell’ordine, sancito dall’interdittiva antimafia della Prefettura di Lecce, e cioè che Rosafio, di fatto proprietario e amministratore della “Cogea”, è in vario modo contiguo agli ambienti criminali, non solo per la parentela stretta con il boss di Taurisano. I legali della “Cogea”, Pietro e Luigi Quinto, hanno immediatamente annunciato ricorso al Consiglio di Stato. E. Sch. PARABITA Sorge in zona Carbone Rifiuti in strada La “rotatoria del sindaco” scatena l’opposizione: «Gestione personalistica» di Daniela PALMA Sarà l’ennesimo rondò ricadente nel tratto Parabita-Alezio della strada provinciale 361. Ma questa volta, si tratterebbe di “una rotatoria ad personam”, perché fatta costruire a pochi passi dall’abitazione del primo cittadino Alfredo Cacciapaglia. L’accusa parte dai gruppi consiliari dell’opposizione cittadina, Bene Comune, Parabita Domani, Udc e Destra di Base, pronti a dare battaglia contro la nuova grande opera pubblica sponsorizzata dal Comune e finanziata dalla Provincia di Lecce. La “rotatoria del sindaco”, com’è stata ribattezzata, sorgerà in contrada Carbone e servirà a mettere in sicurezza tutte le strade vicinali che si affacciano su quel punto della s.p. 361, viaggiando in modo separato rispetto al più ampio intervento provinciale sulla stessa arteria. Il progetto definitivo-esecutivo, già alle battute finali con l’ultima conferenza dei servizi prevista per il 24 aprile, è stato redatto dal geom. Antonio Stefanelli e dall’ingegner Federico De Giorgi e prevede la realizzazione di un rondò di 40 metri di diametro e 4 rami per l’immissione e l’uscita. Giovedì prossimo anche il passaggio in consiglio comunale, che per approvarlo dovrà far passare una variante al piano di fabbricazione vigente. Qualche perplessità in merito era stata espressa, intanto, dalla Regione Puglia. A parere del Servizio Urbanistico, l’operazione «comporterà un significativo impatto paesaggistico in un contesto prettamente rurale, caratterizzato dalla presenza di alberature e fabbricati tipici dell’identità agricola salentina, come ad esempio Villa Contursi». Obiettivo della colata di cemento, l’eliminazione delle pericolose intersezioni a raso oggi esistenti, causa di diversi incidenti, spesso anche mortali. E’ importante far notare, però, evidenziano le minoranze, quello non è l’unico tratto pericoloso del percorso che, qualche centinaio di metri più avanti in direzione di Collepasso, all’altezza di contra- Alfredo Cacciapaglia da Paro, presenta un altro tratto killer, da anni oggetto di lamentele e preoccupazioni. «Abbiamo segnalato più volte le criticità della Alezio-Collepasso, ma la maggioranza non ha mai accettato di redigere un apposito piano di messa in sicurezza della zona, limitandosi alle attività di rilevamento dei limiti di velocità per brevi periodi», ha dichiarato il consigliere Alessandro Tornesello (gruppo Parabita Domani) in commissione. Per Udc-Destra di Base, solo l’ennesimo frutto di una “gestione personalistica del potere”. Per Marco Cataldo (Bene Comune), «un’azione amministrativa incompetente, superficiale e nepotista che va incontro alle esigenze dei singoli e non della collettività, una vergogna che deve finire al più presto».