Anteprima - Comune di Morro d`Alba
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Anteprima - Comune di Morro d`Alba
B L d’ A A O R OR In questo numero In caso di mancato recapito inviare al CMP di Ancona per la restituzione al mittente previo pagamento resi M PERI O pagina 3 Foto dal gemellaggio DI E N U L COM pagina 3 Ricordo del maggiore Stoppani I EL D O C DI L INI M M A ’ S ON I Z A TR EC NAL U M O E Anno XXX n. 102, 1° semestre 2012 pubblicazione giugno Reg. Trib. Ancona n.5 del 27.1.1976 Direttore Resp. Maurizio Toccaceli spedizione in abb. postale 70% Dir. Comm. Business Ancona Stampa TJ, Jesi Il dibattito in corso nel nostro paese sui tagli di spesa e sui modi in cui attuarli dimostra quanto sia forte il bisogno di politica nella nostra società. Ciò è tanto più vero se guardiamo alla parte, che tanto peso sembra avere nel destino dell’Italia, che riguarda l’assetto futuro degli enti locali, delle Province e soprattutto (anche se ne parlano meno) dei Comuni. Tralasciamo il dibattito, a tratti surreale, sulle Province (le aboliamo tutte, no le manteniamo, le riduciamo di numero) del quale ci sfugge la sostanza e ci concentriamo sul ruolo dei piccoli comuni che rappresentano numericamente la maggioranza degli enti locali italiani. Crediamo davvero che i problemi del governo territoriale si possano risolvere eliminando (magari accorpandoli non si sa bene ancora come) quelli più piccoli? Nessuno nega che l’esiguità delle dimensioni sia un ostacolo all’esercizio delle funzioni elementari di un ente locale. Sembra quasi che tutto si riduca ad un contenimento dei costi della politica: meno consiglieri, meno assessori, quasi per assecondare una pur legittima richiesta di morigeratezza che arriva da una società in gravi difficoltà economiche. Nessuno che si fermi un attimo a riflettere sul ruolo che quella miriade di Comuni ha nel governo del territorio, nella gestione della democrazia, nel dialogo quotidiano con i cittadini per i quali rappresentano in molti casi la prima linea della Repubblica. Se guardiamo all’Europa, ai paesi che in molti casi prendiamo a riferimento (Francia e Germania, ma l’esempio si potrebbe allargare) vediamo che il livello di “polverizzazione” degli enti locali non è molto diverso dal nostro, anzi in più casi la dimensione territoriale media è inferiore a quella italiana. Ma da quelle parti nessuno si sogna di tagliare il numero dei Comuni. Forse anziché agitare lo spettro inesistente del costo (modesto) della classe politica locale bisognerebbe cominciare a porre il problema delle forme di organizzazione che potrebbero permettere anche ai piccoli Comuni di mantenere la loro identità territoriale e di continuare a garantire un livello di servizi di base fondamentali per la collettività. Per fare questo occorre rovesciare la continua in seconda pagina 5 Incontro con Elio Tittarelli totale abitanti al 30 giugno 2012 1995 Successo dell’iniziativa che ha confermato la “vocazione fotografica” di Morro d’Alba Si è conclusa con esiti positivi la prima edizione di “Giornate di fotografia” serie di eventi che hanno animato il paese di Morro d’Alba. Molti relatori provenienti dalle maggiori istituzioni italiane si sono dati il cambio sul palco dell’auditorium di Santa Teleucania, affrontando la fotografia da diversi punti di vista a partire da quello più storico fino al più attuale. Massimo Raffaeli, Cesare Colombo, Paola Riccardi, Giorgio Marinelli sono solo alcuni tra i nomi degli autorevoli interventi che hanno fatto definire dalla stampa Morro d’Alba “città della fotografia” seppure solo per un week end. Ulteriore novità nell’evento è stato inoltre il convegno tenutosi domenica “La fotografia nelle Marche” dove, alla presenza di un attento pubblico, i rappresentanti delle più importanti organizzazioni regionali operanti nel settore si sono susseguiti sul palco per parlare della nostra realtà fotografica e di come quest’arte venga sul territorio esposta/conservata/ valorizzata. Un evento che vuole divenire annuale e che si è già dimostrato molto utile nell’agevolare e promuovere la collaborazione fra le istituzioni delle Marche. Simona Guerra e Lisa Calabrese, curatrici dell’evento, si dichiarano molto soddisfatte delle tre giornate: “Tutti gli eventi sono stati ugualmente partecipati e intensi nati...............n. 10 morti.............n. 10 matrimoni......n. 5 emigrati.........n. 37 immigrati.......n. 37 pagina 4 I Comuni esattori (dal 30 novembre 2011 al 30 giugno 2012) Giornate di fotografia Aboliamo i Comuni? QUANTI SIAMO nonostante fossero molte le iniziative sul territorio in programma nel week end. Molte le persone che ci hanno ringraziato per aver parlato in maniera non convenzionale - per queste parti - di fotografia e ciò è il nostro più grande risultato. Di certo, se siamo riuscite a dare vita a queste tre giornate lo dobbiamo, oltre che al pubblico, a chi ha sostenuto economicamente questo progetto: la Banca di Credito Cooperativo di Ostra e Morro d’Alba, la Tech-Pol, il mitico ristorante “dal Mago”, la ProMorro, l’azienda Marotti Campi e ovviamente il Comune di Morro d’Alba che ha creduto sin dal primo momento alle Giornate. L’evento si è chiuso con l’inaugurazione di una mostra del fotografo Ennio Brilli “Hulachenem. La strada della speranza” realizzata in collaborazione con il CVM – Centro Volontari per il mondo 676 fino a 30 anni 841 da 31 a 60 anni 478 oltre 60 anni pagina 6 La banda a Mirabilandia pagina 7 Il Falegname pagina 8 L’assemblea della Pro loco Foto di prima necessità “Le Organizzazioni non Governative e la fotografia come bene di prima necessità” questo il titolo della serata condotta dal fotografo e curatore Cesare Colombo. Questa occasione ha rappresentato forse il momento di dialogo e discussione più importante delle giornate per capire quale è il supporto che la fotografia riesce a dare alle organizzazioni non governative che da decenni si occupano delle emergenze nel mondo. Proiezione di filmati e di alcuni collegamenti in videoconferenza tra cui quelli con Paola Riccardi (Fotografi senza Frontiere) e Matteo Civardi (Medici senza Frontiere) e la partecipazione di Ennio Brilli (CVM – Comunità Volontari per il Mondo) e Mario Dondero che ha a lungo collaborato con la ONG italiana fondata da Gino Strada Emergency. Le ONG che essi rappresentano e con cui collaborano fanno grande uso della fotografia per documentare il loro lavoro, per diffondere notizie sulle emergenze alimentari, sulle guerre ma anche per dare una nuova speranza a chi non ne ha, attraverso l’organizzazione di corsi di fotografia nei paesi disagiati che possano aiutare i ragazzi a ritrovare speranza ed anche una nuova identità. Come si legge sul sito di Fotografi senza frontiere “La fotografia è un bene di prima necessità”; la serata che si è svolta a Morro d’Alba ha voluto rappresentare un supporto alla grande verità insita in questa affermazione. Nuova scuola: procedono i lavori 7 luglio 30 luglio I L C O M U N E D I M O Ludoteca e “Comunque genitori” R R O d’ D A L B A Due nuovi servizi del Comune per la famiglia e per i bambini Nonostante le difficoltà economiche che riguardano soprattutto i piccoli comuni, l’Amministrazione di Morro d’Alba è riuscita quest’anno a fornire alla comunità due importanti e innovativi servizi, completamente gratuiti, volti a soddisfare quelle esigenze sociali che proprio in periodi di crisi si fanno sentire maggiormente. I servizi in questione sono la “Ludoteca Comunale” e il corso di formazione “... Comunque Genitori” che nascono da progetti scritti e curati entrambi della Dott.ssa Alessandra Boldreghini, e che sono stati parzialmente finanziati rispettivamente dall’Ambito Territoriale e dalla Regione Marche. La “Ludoteca Comunale” è un sevizio rivolto alle famiglie con bambini dai 3 ai 13 anni per accogliere l’esigenza di impegnare i figli in attività ludicoricreative nelle ore pomeridiane. La Ludoteca tuttavia non consiste in un semplice baby parking ma in un luogo di incontro, in cui i bambini sono guidati in attività che rispondono ad esigenze ricreative ma anche formative, in grado di stimolare e potenziare, secondo l’età, le competenze di ciascun bambino. Le attività svolte sono legate alla scoperta del territorio, alle tradizioni locali, alla natura, al piacere della lettura, alla manipolazione, al disegno. Il servizio è stato attivato, in via sperimentale, per sole due ore settimanali (il martedì dalle 17 alle 19) a partire dalla fine di dicembre a giugno, ed ha visto progressivamente un aumento degli iscritti che sono arrivati a ben Saint-Alexandre 2012 Sul quotidiano locale francese, foto e notizia della visita della delegazione di Morro d’Alba al comune gemellato 24 bambini. In occasione della festa finale, in cui i piccoli partecipanti si sono divertiti nella “caccia al tesoro al museo” e poi nel “nutella party”, sono stati consegnati dei simpatici gadget e il diploma di partecipazione direttamente dalle mani del Sindaco Simone Spadoni. In quella stessa occasione i genitori hanno avuto modo di manifestare il gradimento per il nuovo servizio, completamente gratuito, e la richiesta per il mantenimento dello stesso anche per il prossimo autunno, magari con un potenziamento delle ore. È disponibile presso il comune, per le famiglie dei partecipanti, anche un dvd con le foto dei bambini scattate durante le attività della ludoteca e realizzato con la collaborazione di Cristiana Sbaffi, mamma di una delle partecipanti. Il corso di formazione “... Aboliamo i Comuni? dalla prima cultura del liberismo ragionieristico che sembra pervadere in maniera acritica a livello nazionale (ed anche europeo) i modelli di governo dell’attuale tempo di crisi. Proviamo a considerare i comuni non come un elemento di spreco da comprimere, tagliare, paralizzare con un patto di stabilità fatto di tagli e rinunce che poco concede alla stessa possibilità di sopravvivenza, ma come una straordinaria ricchezza storica, identitaria, democratica e anche economica. Dare a questi enti la possibilità di organizzarsi in forme nuove (magari con sostegni ed incentivi) potrebbe alla fine significare ridare fiato anche ad un circolo virtuoso di investimenti senza il quale la situazione economica italiana rischia di avvitarsi in una spirale senza fondo. Ma anche in questo caso la via da percorrere non può essere quella dell’obbligo e della costrizione senza reali certezze per il domani.Tanto per restare a quanto succede nella nostra realtà, noi potremmo anche procedere sulla via della fusione fra Comuni proseguendo, con tutte le garanzie democratiche e previa verifica del consenso delle popolazioni, un percorso in parte già avviato. Ma a questo impegno istituzionale deve corrispondere una prospettiva di finanziamenti futuri che le regole attuali proprio non sembrano garantire. Se poi riteniamo che la via del risparmio a tutti i costi sia la migliore, i Comuni al pari delle (non tutte) Province si potrebbero anche abolire a patto che prima ci dicano come e con che cosa sostituirli. Simone Spadoni Sindaco Comunque Genitori” è un corso volto a promuovere il benessere della famiglia, attraverso il sostegno delle coppie, delle famiglie e di a chi svolge la funzione di educatore, per affrontare le diverse fasi del ciclo vitale, l’esercizio della funzione genitoriale ed educativa al fine di prevenire situazioni di disagio. Il progetto è nato a seguito del bando della Regione Marche denominato “Scuola per genitori”, che ha visto il coinvolgimento di numerosi partecipanti in tutto il territorio regionale, alle iniziative dei comuni che, come la nostra Amministrazione, hanno vinto il finanziamento. A Morro d’Alba il corso si è svolto nei mesi di aprile e maggio per 6 incontri, presso l’auditorium S. Teleucania, in cui i partecipanti hanno avuto modo di discutere delle problematiche inerenti la funzione genitoriale ed educativa con un operatore esperto, la dott.ssa Alessandra Boldreghini, Mediatrice Familiare, così come richiesto dal bando regionale. Il servizio, anche in questo caso completamente gratuito, ha visto la partecipazione di genitori ed educatori provenienti dal nostro territorio ma anche da città limitrofe. Si è venuto così a costituire un gruppo che ha rappresentato il luogo di incontro e confronto tra i partecipanti che hanno affrontato tematiche quali la comunicazione genitori-figli, l’importanza del ruolo educativo della famiglia, la separazione, le risorse a sostegno della genitorialità condivisa. I partecipanti hanno dichiarato l’interesse e l’utilità delle tematiche trattate ed hanno avanzato la richiesta di partecipare ad ulteriori iniziative di questo genere. La Regione Marche, visto il successo dell’iniziativa su scala regionale, pare voglia prevedere un ulteriore finanziamento per una nuova edizione del bando. Assessorato alle Politiche sociali 2 Il primo da sinistra è Adrien Espiard (ex Segretario comunale ora in pensione è il Segretario del comitato di gemellaggio), Patrik Douhaizenet (attuale Sindaco di Saint Alexandre), Monique Espiard (Tesoriera aggiunta nel comitato di gemellaggio), Anne Marie Clement (Presidente del comitato di gemellaggio), il Sindaco di Morro d’Alba Simone Spadoni. I L C O M U N E D I M O R R O d’ D A L B A La notte di San Lorenzo a Morro d’Alba Calici di stelle: un “lacrima” per ogni stella cadente A venti anni dalla tragedia di Javello A Montemurlo cerimonia a ricordo dell’incidente nel quale perse la vita il maggiore Carlo Stoppani Il tragico incidente aereo è stata ricordato domenica 15 gennaio alla presenza delle autorità militari e civili, dei familiari e dei colleghi e degli amici delle tre vittime. Il sindaco Mauro Lorenzini e i sindaci Simone Spadoni di Morro d’Alba e Giorgio Lerda di Caraglio hanno rinsaldato il legame nato dalla tragedia con la promessa di incontrarsi presto in uno dei due comuni Una piccola folla commossa ha seguito la cerimonia del ventennale della tragedia di monte Javello, in ricordo di quell’8 gennaio 1992 quando un G222 dell’aviazione militare della 46ª Brigata Aerea di Pisa precipitò durante un volo di addestramento. L’incidente costò la vita ai tre membri dell’equipaggio: il maggiore Carlo Stoppani di Morro d’Alba (Ancona), il tenente Paolo Dutto di Caraglio (Cuneo) e il maresciallo Cesare Nieri di Pisa. Alla commemorazione davanti al monumento nei giardini di Fornacelle, promossa dall’Associazione Arma Aeronautica di Montemurlo, erano presenti uno dei figli del maresciallo Cesare Nieri e le madri del maggiore Carlo Stoppani e del tenente Paolo Dutto, insieme ai Sindaci delle loro città, Morro d’Alba (Ancona) e Caraglio (Cuneo), accompagnati da gruppi di concittadini. Tra i partecipanti, il vicecomandante della 46ª Brigata Aerea di Pisa, colonnello Michele Mapelli; il comandante del 2° Gruppo cui appartenevano i caduti, maggiore Antonio Grillo, insieme al suo pari grado nei giorni della tragedia, Ennio Greco. Numerosi anche i colleghi delle tre vittime, arrivati da Pisa. Dall’Istituto di Scienze Aeronautiche di Firenze sono giunti il comandante della 2E, colonnello Balducci, insieme a 6 giovani allievi in alta uniforme. In rappresentanza dell’arma dei Carabinieri, il comandante della Tenenza di Montemurlo Clemente Errico e il maggiore Elia Alioto. Il sindaco di Montemurlo, Mauro Lorenzini, rivolgendosi ad amici e familiari dei tre caduti a nome della città, ha voluto ricordare che “ora come allora, siamo loro vicini nel dolore e nel ricordo dei loro cari. Un ricordo che il tempo non potrà cancellare, come non potrà cancellare il legame tra Montemurlo, Morro d’Alba e Caraglio, tre comunità che la tragedia ha unito”. Tra i sindaci delle tre città è stato rinnovato un impegno di amicizia, con l’accordo di ritrovarsi presto a Caraglio, nel cuneese, o a Morro d’Alba, il piccolo comune marchigiano famoso per il vino Lacrima di Morro d’Alba doc. La delegazione di Morro d’Alba era composta dal Sindaco, dalla madre del maggiore Stoppani, Giuseppina Pacenti, dallo zio, Renato Stoppani e dal presidente di “Albanostra, Cesare Cuicchi. Nella foto: (da sinistra) il sindaco di Morro D’Alba Simone Spadoni, il sindaco di Montemurlo Mauro Lorenzini, il sindaco di Caraglio Paolo Dutto Anche quest’anno il castello di Morro d’Alba è tornato a risplendere con le stelle cadenti di San Lorenzo. Dalle 19.30 fino a tarda notte, ad accogliere gli ospiti c’erano tutti i produttori del vino Lacrima di Morro d’Alba e molti altri espositori di prodotti tipici con degustazioni di cibo e vino gratuite. Per la degustazione era possibile anche acquistare l’esclusivo calice firmato in originale da Enzo Cucchi, il grande maestro morrese della Transavanguardia, in tiratura limitata di 50 pezzi. Musica dal vivo e, presso i torrioni del castello, osservazione delle stelle cadenti e con l’assistenza degli astrofili della associazione “Astrofabriano. Il Museo “Utensilia” si è rinnovato per l’occasione con due grandi sorprese: la novità delle audioguide con la splendida voce di Luca Violini, ideate e prodotte dal Sistema Museale della Provincia di Ancona, che accompagneranno i visitatori nel loro percorso attraverso le sale del museo. Oltre a queste, sullo scherno della sala grande è stato proiettato il documentario dedicato al Museo Utensilia anch’esso realizzato dal Sistema Museale della Provincia di Ancona. 3 Bene arrivata Vittoria! Il 20 luglio è nata Vittoria Andreoli, figlia di Alessandra Boldreghini. Ai genitori e alla piccola gli auguri e le felicitazioni della Redazione del periodico. I L C O M U N E D I M O R R O d’ D A L B A I Comuni esattori per conto dello Stato Con l’Imu non ci sono benefici per le casse del Comune A Sant’Amico il concerto per l’Assunta Alla vigilia di ferragosto musica e degustazione nell’antica cantina La Tenuta S. Amico, il 14 agosto, è stata il luogo di ritrovo di illustri ospiti provenienti da varie regioni di Italia, per una giornata all’insegna della cultura, organizzata in collaborazione con l’Associazione “Bichi Reina Leopardi Dittajuti”, e con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Morro d’Alba. Dopo il drink di benvenuto all’Orangerie S. Amico gli ospiti hanno potuto ascoltare una interessante conferenza del professor Stefano Papetti sulle ville e le proprietà nobiliari marchigiane nel 1700. A seguire un’affascinante concerto di musica da camera sui prati di Villa Sant’Amico, organizzato dal Maestro Carradori con Giacomo Coletti al violino, Enea Cavallo all’arpa e Roberto Jachini come tenore. Dopo il tramonto l’evento si è concluso con una degustazione molto apprezzata dei vari vini dell’Antica Cantina Sant’Amico. Festa di fine corso con i partecipanti al corso di lingua italiana per stranieri La consegna degli attestati di partecipazione durante la seduta consiliare del 26 luglio. Un particolare ringraziamento a Miria Magni insegnante volontaria del corso. Con l’IMU - Imposta Municipale Unica, la nuova ICI, non ci sarà alcun miglioramento dei servizi comunali: si prende i soldi lo Stato. La ferocia di questa imposta, partorita dal Governo dei tecnici, si potrà rilevare soltanto il 17 dicembre prossimo quando dovremo pagare il saldo, con le nuove aliquote applicate dai Comuni. Alla vecchia ICI è stata aggiunta un’imposta patrimoniale statale, per far cassa in maniera semplice ma senza equità; sono stati colpiti tutti gli immobili compresa la prima casa, con rendite catastali approssimative e aumentate del 60%, senza tener conto del reddito dei contribuenti. Secondo l’avv. Guido Castelli (sindaco di Ascoli Piceno e responsabile nazionale dell’ANCI per la finanza locale), poiché i Comuni stanno deliberando quasi tutti le aliquote al massimo livello consentito, si ipotizza che l’IMU possa valere il 233% dell’ICI mentre nelle casse dei Comuni andrà soltanto il 27% della vecchia imposta (intervista a Radio RAI1 del 4 giugno 2012, ore 16,15 circa). Con la manovra “salva Italia” è stata anticipata al 2012 l’entrata in vigore dell’imposta municipale prevista dal federalismo fiscale. Nel disegno di legge originario sarebbe dovuta avvenire nel 2014, assieme a quella dell’imposta municipale secondaria, nell’ottica di semplificare il farraginoso catalogo delle imposte locali (ben 18 diverse forme di entrata: dall’ICI alla tassa sull’ombra). Con l’operare combinato delle due imposte il quadro si semplificava in 10 forme impositive, permettendo una nuova tracciabilità dei tributi. Se è, infatti, corretto imporre la tracciabilità dei pagamenti dei privati per contrastare l’evasione, è simmetricamente altrettanto fondamentale che le istituzioni pubbliche facciano la loro parte, grazie a imposte tracciabili che permettano (come ribadiva spesso Luigi Einaudi) al contribuente di conoscere il perché delle imposte, verificando le finalità pubbliche finanziate. Se evadere è un “delitto”, lo è anche sprecare le imposte; l’elettore deve quindi poter verificare e sanzionare con il voto chi commette sprechi. L’anticipo al 2012 dell’imposta municipale non comporta particolari problemi, come nemmeno la sua estensione alla prima casa, 4 che anzi rafforza il legame fra l’elettore residente e la politica locale rendendo maggiormente efficace il controllo democratico. Un problema grave, invece, deriva dalla soluzione, adottata nella manovra, di riservare allo Stato metà del gettito dell’imposta municipale sulle seconde case (9 miliardi). Peraltro, i Comuni perdono di fatto anche il gettito derivante dall’estensione alle prime case (3,8 miliardi), dal momento che il decreto prevede un taglio al fondo di riequilibrio destinato ai Comuni per 1,45 miliardi (cui si aggiunge il taglio di un miliardo derivante dalla manovra di luglio 2011) e una riduzione compensativa per altri 3,2 miliardi. Insomma, quest’anno è arrivata un’imposta che si chiama municipale, che i cittadini vedranno più che raddoppiata rispetto alla vecchia ICI (soprattutto, come già detto, per effetto delle rivalutazioni catastali e dell’inclusione della prima casa). Sarà il Comune a metterci la faccia di fronte agli elettori (l’imposta si chiama appunto “municipale”), ma questi elettori non vedranno alcun miglioramento nei servizi munici- pali, perché il Comune non riceverà nemmeno un euro aggiuntivo: il maggior gettito lo incassa lo Stato. La tracciabilità del tributo a questo punto è gravemente compromessa (peraltro in un contesto dove inizieranno a diventare operativi i fabbisogni standard sulla spesa locale). Avere riservato una grossa fetta del gettito allo Stato (che potrà spenderlo a prescindere da ogni controllo della democrazia locale) di un tributo proprio comunale rappresenta una soluzione che compromette la responsabilizzazione politico-amministrativa dei Sindaci e delle Giunte municipali, che si può giustificare solo in via transitoria data l’emergenza fronteggiata dal decreto “salva Italia” ma che non può essere definitiva, pena l’alterazione di un principio fondamentale del federalismo fiscale. È utile quindi che questa distorsione venga corretta già dall’anno prossimo. (Fonte: prof. Luca Antonini). Franco Fava Consigliere comunale di opposizione Cena per l’accoglienza Una cena, in Piazza Barcaroli, con tutti coloro che si sono adoperati, anche dei comuni limotrofi, per accogliere a Morro d’Alba, i bambini durante il mese di luglio. Erano Presenti il parroco Don Marco Mazzarini i rappresentanti dell’associazione ARCA, il sindaco e tutti i volontari. I L C O M U N E D I M O R R O d’ D A L B A L’ultimo mezzadro La civiltà del “patto arcaico” nel colloquio con Elio Tittarelli Quando arrivo a casa sua, accompagnato dal nipote Nicola, Elio Tittarelli, classe 1923, mi sta già aspettando. Non faccio in tempo ad accendere il registratore che mi trovo già immerso in una narrazione fluente e lucidissima. È una storia di vita, quella di Elio, che attraversa il Novecento, ma soprattutto si intreccia e si confonde con la vicenda sociale del “patto arcaico”. Studiosi di storia e di economia hanno chiamato così il patto mezzadrile che, nelle Marche, per secoli, ha plasmato i rapporti sociali, le dinamiche della produzione, la stessa conformazione del paesaggio. Di quel mondo, Elio Tittarelli, l’ultimo mezzadro di Morro d’Alba, è stato testimone e protagonista. fabbrica e, magari, si sono trasferiti nelle grandi città del Nord. Noi siamo rimasti. Prima stavamo a Jesi, poi ci siamo trasferiti a San Marcello e infine a Morro d’Alba. Abbiamo cominciato anche ad acquistare attrezzature, macchine e trattori e la situazione è progressivamente migliorata. È aumentata la produzione, siamo passati da 150 a 300 quintali di grano, la nostra stalla era piena di animali, i proprietari erano soddisfatti di noi, non c’era conflittualità. Facciamo un passo indietro e torniamo agli anni precedenti la guerra, com’era la situazione in campagna a quel tempo? Era dura e difficile. In campagna c’era la miseria. Non per noi che Nelle nostre interviste ai “diver- avevamo un terreno esteso. samente giovani” (come si definiscono oggi) di Morro partiamo Quali colture praticavate sul vostro molte volte dai ricordi della guerra, terreno oltre ai cereali? ma lei da bambino avrà sentito Piantavamo i cavoli, ma anche il parlare anche della Prima Guerra tabacco, il lino, la canapa... a quel Mondiale, della Grande Guerra... tempo non c’erano trattori... i primi Certo... c’era una famiglia che ave- “motori” non erano un granché... va avuto tre caduti al fronte, ma Elio chiede al nipote Nicola di annon solo... Nelle serate d’inverno, dare a prendere una vecchia foto. È quando fuori era cattivo tempo, le una scena di una trebbiatura, risadonne stavano al piano di sopra a le ai primi degli anni Trenta... lavorare al telaio, gli anziani porta- Io sono questo piccolo con il capvano noi più piccoli di sotto, nella pello... questa è la “capoccia”, (la stalla e lì ci facevano vedere come moglie del capofamiglia) che sta si faceva la guerra... mimavano portando dell’acqua all’operaio le azioni, gli attacchi... Oggi si sa addetto alla trebbiatrice. Erano tutto in poco tempo, allora anche macchine a vapore, avevano bisole informazioni che riguardavano i gno di molta acqua per funzionare. morti in guerra si conoscevano solo L’acqua l’andavamo a prendere con dopo molto tempo. una grossa botte che poi trasportavamo con un carro trainato dai buoi. E veniamo alla esperienza della mezzadria... La “battitura” era tradizionalA quel tempo c’erano grandi pos- mente un momento di fatica ma sedimenti terrieri, anche con oltre anche un’occasione di festa... cento famiglie mezzadrili. Il nostro Quando - ormai eravamo nel dopoterreno era di proprietà dei marche- guerra, terreno ancora più grande e si Giurati. Il padrone ci ha trattato macchine più moderne - si finiva sempre bene, tutto era regolato dal andavamo tutti a cena. C’erano patto, dal contratto di mezzadria trentacinque operai addetti alle in base al quale il proprietario ci varie fasi della trebbiatura. E arriaffidava il terreno e noi mezzadri vava anche il proprietario del terlo coltivavamo. Una parte di tutto reno, il conte... un tavolo tutto per quello che veniva prodotto era di lui, accompagnato da dodici perspettanza del proprietario del terre- sone, c’era anche la parrucchiera di no, non solo il grano, ma anche le fiducia della sua famiglia. galline, le uova, i conigli... La per- Era una festa... avevamo un forno centuale poi è cambiata nel corso grande si cucinavano anche nove del tempo... teglie di carne. mesi in un deposito. L’isola è stata occupata dagli Americani senza combattere e noi ci siamo accorti del loro arrivo quando abbiamo cominciato a vedere in giro soldati di colore. A questo punto - la situazione era ormai profondamernte cambiata ci siamo trovati a proseguire il conflitto a fianco degli Americani, fra i quali c’erano anche molti soldati di origine italiana. Noi eravamo addetti a scaricare i rifornimenti dalle navi. Dei miei fratelli io sono forse quello a cui è andata meglio... Un mio fratello è stato colto dall’armistizio mentre era in Russia. È riuscito fortunosamente a salire sui mezzi in fuga ed è arrivato fino a Trieste. Da Trieste a Morro è venuto a piedi. Un altro fratello è stato fatto prigioniero dai Tedeschi in una caserma di Alessandria dove era stato inviato per l’arruolamento. Rimasto ferito nelle fasi della cattura è stato poi mandato in Germania dove ha lavorato in una fabbrica di scatolette. È tornato in precarie condizioni di salute e quando arrivato era irriconoscibile. fattore. C’era più gente da noi che alla festa di San Giuseppe a Jesi! Come era organizzata la vita del mezzadro? Io ero il cantiniere e mi occupavo dei “motori”, un altro faceva il “bufararo”, era l’addetto al bestiame. Doveva curare che i vitelli venissero allattati regolarmente e che i tori fossero nutriti adeguatamente. Fra le donne c’era quella che controllava la “fiocca” (la chioccia), un’altra andava dai conigli. Al mattino quando la squadra era pronta si andava tutti sui campi. Noi arrivavamo poco dopo con i “motori”... glia numerosa, anche più di venti persone, nessuno si azzardava ad entrarti furtivamente in casa. Oggi la gente divorzia... ma è anche giusto che sia così se moglie e marito non vanno più d’accordo. Cosa si sente di dire ai giovani d’oggi per quella che è stata la sua vita secondo la sua esperienza? Non penso di essere all’altezza perché non ho studiato. Oggi è cambiato tutto, i giovani hanno la macchina non si va più in giro con il trattore o con il carro tirato dai buoi. Quando è arrivata la trebbiatrice ci siamo accorti che era in grado di fare il lavoro di cento opeCom’era il rapporto con il fattore? rai. E c’era anche lo scannello. Il nostro rapporto con il fattore è Elio mi chiede se so cos’é lo scanstato sempre buono. C’era un clima nello... di fiducia reciproca. Era una per- Quando si mieteva il grano con la sona esperta e ci invitava a seguire i falce una mano teneva l’attrezzo e suoi consigli soprattutto per quanto l’altra metteva... si prendeva una riguarda l’allevamento delle bestie canna, un laccio e si costruiva una alle quali teneva in modo partico- specie che serviva a proteggere la lare. Vedeva subito se un vitello era mano mentre si mieteva. Prima di adatto all’ingrasso e ci faceva com- mietere si mettevano via le canne portare di conseguenza. Dovevamo e si preparavono gli scannelli. fare i conti anche con i prodotti Ricordo le prime seminatrici, erano per l’alimentazione degli animali, macchine pesanti non potevano a volte bastavano quelli del nostro andare dappertutto e su alcuni terSi ricorda del giorno in cui è finita terreno, in altri casi no perché, reni difficili era necessario semila guerra? magari nascevano più vitelli del nare ancora a mano. Quando è finita la guerra io avevo previsto. Il tempo della vita nostra è stato per già ripreso a lavorare in campagna, certi versi un po’ tribolato, ma un potavo la legna. A quel tempo il Quando si è sposato? pezzo di pane non ci è mai mancato. lavoro non mancava. I prodotti c’e- Nel 1949. Ho tre figli... Elio dà libero corso ai suoi ricordi... rano, c’era anche un po’ di mercato (Elio mi fa vedere le foto dei figli) Ricordo quando da piccoli si dornero. miva sul materasso fatto con le Come avete vissuto il passaggio foglie del granoturco... e per quanto riguarda le condizioni dalla tradizionale vita mezzadrile di vita quotidiana... i divertimenti? alla civiltà del consumo di massa? Finiamo l’intervista con Elio con Il nostro terreno era il più grosso di Intanto è cambiata a poco a poco l’immagine del barbiere... tutta la zona e, quindi, i giorni di la legislazione sulla mezzadria ed è C’era uno che aveva imparato a festa o di veglia ci si riuniva tutti andata aumentando la quota di pro- fare il barbiere e, dopo la guerra, a casa nostra. Si giocava a bocce, duzione di spettanza del mezzadro veniva a fare barbe e capelli a a carte, un bel fiasco di vino non a scapito di quella del proprietario domicilio... casa nostra era il punto mancava mai. A volte venivano del terreno. di riferimento e lì il barbiere lavoanche il proprietario del terreno e il Poi è arrivata la televisione, la rava per tutti fino a tarda sera... In radio.. cucina c’era la sala d’attesa noi gli reggevamo il lume mentre lavorava. Quanti eravate in famiglia? Cosa pensa della televisione? Dal tempo della festa torniamo Il pagamento avveniva in natura il Avevo quattro fratelli e tre sorelle. ancora al tempo della guerra... Ci sento poco però devo dire la barbiere era un mezzadro anche lui Più mia moglie e qualche altro Sono stato arruolato nel 1942 e verità: tante cose è meglio saperle, e si scontava abbonandogli qualche parente. In tutto quindici o sedici inviato a Cesena per l’addestratante cose è meglio non saperle. giornata di lavoro. persone. Nella stalla avevamo mento. Poi ci hanno mandato in Una volta potevi uscire di casa trenta bestie. Dopo la Seconda Africa, ma non abbiamo fatto nemtranquillamente.... oggi devi stare Una foto per illustrare l’intervista? Guerra Mondiale è iniziatio lo meno in tempo a scendere dalle navi, attento che ti può entrare gente in ... ma non ho nemmeno la cravatta... spopolamento delle campagne. In gli Americani stavano avanzando. casa e ti ammazza per portarti via molti hanno abbandonato l’agricol- Siamo finiti in Sardegna dove ho qualcosa. Una volta con la famiIntervista tura, hanno preferito il lavorio in contratto la malaria e sono stato tre di Maurizio Toccaceli 5 I L C O M U N E D I M O R R O d’ D A L B A Stili di vita e stili di abuso Un convengo promosso dal Servizo dipendenze patologiche di Jesi Pompieri per un giorno Il primo giugno esercitazione degli alunni della Scuola primaria con i vigili del fuoco in pensione Gli attrezzi della memoria Gli studenti di Monte San Vito in visita al museo “Utensilia” Lunedì 16 aprile 2012 ci siamo recati a visitare il “Museo Utensilia”di Morrò d’Alba. Qui ci ha accolto la guida di nome Federica, che ci ha accompagnato in diverse stanze del museo dove erano esposti tanti oggetti che si usavano al tempo dei nonni, come il tagliafieno, la falce, il forcone, numerosi rastrelli di diverso tipo, l’aratro e l’assolcatore che venivano usati nel lavoro dei campi. Nella sala dedicata alla filatura ed alla tessitura abbiamo visto il vecchio telaio, che si adoperava per fare i tessuti di lana, canapa e cotone. La nostra guida ci ha fatto immaginare che al telaio vi erano sedute le nostre nonne e bisnonne, le quali ci trascorrevano gran parte dei mesi invernali, visto che non potevano andare a lavorare nei campi. Siamo andati anche a vedere la stanza adibita a cantina dove si trovano un antico torchio e le botti fatte con il legno di quercia. Successivamente ci siamo diretti nella sala dedicata alla cucina dove abbiamo potuto osservare tanti attrezzi come il macinapomodoro, i setacci per la farina, le pale da forno, le stoviglie di legno e le ciotole con dei buchini sul fondo che servivano per fare il formaggio. Ci hanno colpito, in modo particolare, il vaglio e la trappola per topi. Il vaglio era uno strumento di legno destinato a pulire i chicchi di grano prima di essere macinati con un piccolo mulino a mano fatto di pietra ed utilizzato dalle donne. La trappola per topi serviva per tenere questi animali lontano dal cibo. La guida ci ha detto che i topi catturati non venivano uccisi, ma liberati fuori dalla casa. Alla fine della visita era previsto un laboratorio didattico che consisteva nell’arredare una vecchia casa colonica. Federica ha dato a ciascuno di noi diversi oggetti che dovevamo collocare nella stanza giusta. È stata un’uscita molto interessante perché abbiamo potuto vedere molti arnesi che ora non ci sono più ed ascoltare tante cose che ci hanno fatto immaginare meglio la vita al tempo dei nonni. Classe IIA - “De Amicis” Venerdì 8 giugno si è svolto a Jesi il Convegno dal titolo” Nuovi stili di abuso di sostanze - Emergenze clinico-comportamentali e strategie organizzativo-trattamentali” organizzato dal Servizio Territoriale Dipendenze Patologiche di Jesi. Negli ultimi venti anni l’incremento massivo e la cronicizzazione delle condotte di abuso e dei trattamenti correlati, l’abbassamento dell’età critica di contatto con le sostanze, il mutamento di composizione delle sostanze stesse d’abuso, con una maggiore diffusione tra le varie fasce sociali e soprattutto reperibili dalla popolazione giovanile anche sul circuito web on line, sono stati solo alcuni dei fattori che hanno contribuito al viraggio di una cospicua quota di tossicodipendenti “classici” verso l’area sintomatologica della psichiatria clinica, con manifestazioni cliniche di urgenza psicopatologica nonché internistica, infettivologica e complicanze polidistrettuali d’organo. Con il termine di Doppia Patologia o Doppia Diagnosi (Dual Diagnosis), nella letteratura scientifica recente, si intende definire quei casi clinici affetti da una condizione di comorbilità o compresenza, nello stesso soggetto e nello stesso tempo, di due patologie gravi e croniche. Il soggetto affetto da Doppia Patologia non è solo un tossicodipendente o solo un malato mentale, ma configura il quadro di una personalità gravemente destrutturata e disturbata sui cui deficit si sono andate ad insediare in modo pervicace e pervasivo le sostanze d’abuso. Questi sono pazienti che non rispondono né ai classici trattamenti di disassuefazione né alle classiche terapie psicofarmacologiche. Si presenta, spesso, più che come una sindrome chiaramente definibile, come un insieme fluttuante ma al tempo stesso pervasivo di esperienze deliranti, allucinatorie e di alterazione dell’umore. Oppure, in mancanza di questo, cioè di una sintomatologia coglibile dall’esterno in maniera distinta, nosograficamente operazionalizzabile secondo il DSM IV TR, essa si configura, più spesso, come l’imbalsamazione in una psicosi di base, ovvero un’invasione di sintomi di base che rendono la vita del soggetto completamente disfunzionale da un punto di vista sociale e personale. Di fronte a tali emergenze cliniche e sociali, gli STDP, ex Ser.t, si trovano di fronte a l’ennesima necessità di ridefinire la propria identità e i propri profili di intervento, adottando nuove strategie organizzative. L’implementazione di un Servizio specialistico ad hoc per questa fascia 6 multiproblematica di utenza attraverso la messa in opera di procedure e di metodologie adeguate, ha la finalità del recupero e del reinserimento sociale o, almeno, del contenimento territoriale di questi utenti ritenuti, all’unisono, “pazienti impossibili e intrattabili” e per tanto soggetti al continuo “scarico” o “ping-pong” di competenze tra vari servizi (pronto soccorso ospedaliero, reparti internistici e infettivologici, spdc, comunità terapeutiche ecc..). Le caratteristiche di un Servizio del genere devono essere improntate ad alta professionalizzazione dell’intervento, a velocità e precisione, motivazione elevatissima del personale. L’approccio uti- lizzato è definito come multimodale e di rete. Cioè sempre più centrato sulla clinica e sulla psicopatologia dell’esperienza vissuta della persona, con l’utilizzo di una farmacoterapia razionale e riparativa, psicofarmacologica, sostitutiva e avversativa, di una psicoterapia duale, gruppale e di intervento sulla famiglia e i contesti socio-relazionali; ed è multicontestuale e multisistemico, nel senso che abbraccia più mondi, più ambiti, più linguaggi ricercando le connessioni di senso ancora possibili e funzionanti tra le macerie e la farraginosità di un meccanismo assistenziale spesso burocratizzato, miope e rigido. Asur Jesi La banda a Mirabilandia Grande successo della gita promossa dal corpo bandistico Domenica 27 maggio la Banda Musicale Cittadina di Morro d’Alba ha partecipato al raduno nazionale indetto dall’Anbima (l’Associazione Nazionale delle Bande italiane musicali autonome) presso il parco di divertimento di Mirabilandia. La gita, attesa con tanta impazienza soprattutto dai ragazzi più piccoli del corso di orientamento musicale, ha riscosso un notevole successo. Dopo esserci disposti in ordine con i vari strumenti, alle 10 in punto, siamo entrati nel parco e abbiamo sfilato suonando le nostre caratteristiche marcette. Per l’occasione, insieme ai musicanti più grandi, si sono uniti al gruppo per la prima volta alcuni ragazzini dei corsi: Alessandro, Betim, Elisa, Emma, Giulia, Manuel, Marta. Pian piano le varie Bande si sono radunate nel piazzale di “Scuola di Polizia” situato vicino alla caratteristica ruota panoramica. In un mosaico di colori, suoni, scenografie composte da 34 Bande (oltre 1300 musicanti) e gruppi di Majorettes, dopo il saluto del Presidente nazionale dell’Anbima Giampaolo Lazzeri, i complessi Bandistici hanno eseguito due vivaci marcette (di cui una dedicata proprio al parco di Mirabilandia) e l’Inno di Mameli. Di fronte alle autorità e al pubblico degli accompagnatori è risuonato all’unisono il nostro inno nazionale creando un momento molto emozionante anche perché il Presidente ha voluto dedicare l’esecuzione alle vittime del terremoto in Emilia Romagna. Al termine dei brani d’assieme i gruppi sono usciti dal parco, hanno riposto gli strumenti musicali e in abiti civili sono rientrati per divertirsi con le varie attrazioni. Le più gettonate dai ragazzi più grandi sono state quelle mozzafiato (non consigliate per i deboli di cuore!): Katun, I-speed, Columbia e Discovery. I più piccoli hanno preferito la panoramica ruota Eurowheel, le mitiche miniere di Pakal, i gommoni di Rio Bravo e la canoa di Niagara uscendone completamente bagnati. A fine pomeriggio, ormai esausti e appagati, ci siamo ritrovati tutti al punto di raccolta per il rientro in pullman. Non è mancata, durante il viaggio di ritorno, la consueta frase del maestro : “Domani … prove!!!” Il Presidente dell’Associazione Raniero Romagnoli I L C O M U N E D I M O R R O d’ D A L B A Il Falegname Intervista a Romano Trillini Dio lo ha scelto come padre e Maria come sposo. Lui era un semplice falegname di nome Giuseppe… Non so perché, ma ogni volta che si parla dei falegnami mi viene in mente il padre di Gesù, come ci e stato descritto nelle Sacre Scritture… Un gran lavoratore, un uomo di poche parole, un uomo che crea e protegge la sua famiglia… Il falegname Trillini, che ho intervistato questa volta non ha la pretesa di essere paragonato al Falegname… Anche se anche lui è un gran lavoratore, un uomo di poche parole che racconta poco di sé stesso ma che si illumina e diventa un altro quando parla dei suoi nipoti… Si racconta con parole semplici e modeste. Sono nato in una famiglia semplice. Mio padre faceva il muratore, mia madre “la materazzara”. Ho un altro fratello ed a dire il vero non stavamo poi così male... I miei hanno sempre lavorato e ci hanno fatto passare una bella infanzia tranquilla. Ci rendevamo conto che intorno a noi c’era molto peggio. Tutto questo grazie al lavoro dei miei, ma anche noi abbiamo iniziato a lavorare presto. Io, a 13 anni ho finito la scuola, ho fatto “Il Secondo avviamento industriale” (si chiamava così quella volta) e ho iniziato subito a lavorare. Mi piaceva fare il falegname. Non il muratore come suo padre? No, nessuno di noi due fratelli ha scelto il mestiere del padre. A me piaceva tanto fare il falegname. Un bel lavoro dove puoi mischiare arte e fantasia. Hai davanti un pezzo di legno, una materia che prima era viva ed alla quale devi ridare vita. Con la tua fantasia e le tue mani, quel pezzo di legno diventa, porta, finestra, tavolo... Quei tempi, quando finivi la scuola ti mandavano in bottega a imparare un mestiere, I calzolai, i fabbri, le sarte, i falegnami ecc. hanno trasmesso così il loro mestiere da generazione in generazione. Quando poi, finivi l’apprendistato avevi acquisito un mestiere. Oggi invece lavori per anni in fabbrica e se questa chiude o fallisce non sai fare quasi niente. C’era un amico di famiglia, Luciano Fradeani, che faceva il falegname, ed io sono andato a lavorare con lui. Sono stati anni bellissimi. Sono cresciuto nella sua bottega ed ho imparato. Lui è stato un ottimo maestro. Poi il fatto che lavoravo, portavo a casa i soldi ed avevo due soldini in tasca, me faceva fare “il galletto” con gli amici ed i miei cugini che ancora non lavoravano. Poi nel ’58 sono andato a lavorare in una fabbrica di mobili, la “Mobil Crome” a Falconara che già a quell’epoca fabbricava le cucine componibili. Lavoravo come falegname nel reparto legno. Allora c’avevo qualche soldino in più. Si prendeva circa ventiduemila lire al mese ed era un bello stipendio. Così nel 1960 mi sono fatto il motorino, un BM 4 marce. Mi è costato 100mila lire. Era caro molto be’ per quella volta, ma i soldi me li guadagnavo e babbo non me lo poteva negare... Poi ho comprato la macchina nel ’63 ma non avevo ancora la patente. Perciò il mio vecchio maestro, Fradeani, che nel frattempo aveva chiuso la bottega e lavorava vicino a me, faceva da autista, fino all’anno successivo quando ho preso la patente. Mi sono sposato nel 1968, con Milvia e dopo sono nati i nostri tre figli che adesso mi hanno fatto diventare nonno di 5 splendidi nipoti. Il merito della famiglia lo devo dare tutto a mia moglie. è stata lei a far crescere i figli, a seguirli nella scuola, lo sport ecc, e ora lo facciamo anche con i nipoti con grande soddisfazione. Nel 1972 sono tornato a lavorare in paese. Ho rilevato il locale di un vecchio falegname, Morresi Pietro, in via Roma e mi sono messo a lavorare per conto mio. Ci sono stato fino al 1980 quando sono venuto in questo locale dove sono adesso, o meglio dire, dove mio figlio Costantino lavora adesso. Perché io sono andato in pensione ed ho passato tutto a lui. Ovviamente gli dò una mano anche perché non gliela faccio a stare senza fare niente Che cosa fa un falegname in un paese piccolo come Morro? Un falegname fa di tutto, dalle porte e finestre, ai mobiletti d’arredo e accessori di uso quotidiano, come la tavola per tirare la pasta, la conca ecc. Nella creazione dei mobili, si basava a dei modelli già visti o ne creava di sua fantasia? Di solito il cliente che arriva dall’artigiano ha già un’idea di come deve essere il mobile che stà ordinando. A volte ti porta una foto, un disegno. La tua creazione si deve basare sulla richiesta del cliente aggiungendo poi il tuo tocco creativo nelle modifiche o migliorie che proponi... Una volta non c’erano i mobili “ usa e getta “ si faceva tutto in legno che poi veniva ristrutturato, rielaborato... Ma erano tutti pezzi quasi unici... Adesso la produzione industriale, in truciolato, delle grandi catene, fa che trovi gli stessi mobili in tante case... L’industrializza- zione ha fatto morire l’artigianato. E l’artigiano si riduce a fare solo riparazioni.. Una volta intorno alla scarpa c’erano le botteghe degli artigiani, i fabbri, i falegnami, i calzolai adesso ci sono solo negozi dove trovi gli stessi prodotti... Quali sono, secondo lei, i mobili più belli, il lavoro più bello che ha creato? Ho arredato la villa di un medico a Roma. Mobili in stile Lugi XV, disegnati da sua figlia che era un architetto. Tutto in legno pregiato, castagno, noce, rovere... È venuto fuori un bellissimo lavoro che mi ha procurato altri clienti a Bologna, Foggia, l’Aquila. Ora c’è suo figlio che porta avanti la baracca, ma le piacerebbe che qualcuno dei nipoti continuasse la tradizione di famiglia? Ne sarei felice. Mi piace vederli sfaccendare nella falegnameria, darsi da fare con gli attrezzi, creare i loro giocattoli, ma poi bisogna vedere quanto dura questa passione... L’importante che facciano quello che gli piace perché quando il lavoro è fatto con passione è sicuramente fatto bene. Cosa pensa dei giovani di oggi? Ma penso che non sono tanto diversi da noi quand’eravamo giovani. Le nostre cavolate le abbiamo fatte pure noi... Gli scontri con i genitori, le serate che tornavi a casa tardi e trovavi la porta chiusa, (fortuna che c’era nonna vicino e mi faceva dormire da lei, altri amici miei dormivano in macchina ). La differenza sta nel fatto che lo stile di vita ed il livello economico delle famiglie è cambiato e trascinano altre problematiche... 7 Cosa le piace fare, oltre al lavoro? Mi piace molto viaggiare... Gli ultimi 10-12 anni ho viaggiato molto, Mosca, San Pietroburgo, Paesi Scandinavi... tantissimi posti meravigliosi... Ho lavorato tanto, adesso qualche piccola soddisfazione me la posso togliere... Devo dire anche che io amo Morro d’Alba. Ci sono nato, ci sono nati i miei figli ed i miei nipoti e tutto sommato si vive bene... Sarebbe bello far rinascere l’artigianato con le botteghe e tutto il resto perché la tradizione non deve morire la dob- biamo trasmettere ai nostri figli e nipoti.. Sarebbe bello far rinascere l’artigianato, ribadisce anche Costantino, il figlio, che ha preso in mano l’attività di suo padre, e con tanta dedizione cerca di mandare avanti la tradizione di famiglia. Ma non è facile. Con i tempi che corrono... Anche lo Stato deve incentivare un po’ di più l’artigiano per salvaguardare le nostre radici... Intervista di Antoneta Alia Solidarietà a scuola Un valore importante per vivere insieme Solidarietà è una parola che comprende tanti significati … e i bambini della Scuola Primaria hanno provato in questo anno scolastico a riflettere e a sperimentarne alcuni aspetti. Gli alunni in un primo momento hanno posto l’attenzione sulle loro esperienze personali per poi ampliare il discorso e conoscere in modo approfondito e “da vicino” alcune Associazioni locali di Volontariato: Avis, Croce Gialla, Protezione Civile, Caritas. I Volontari hanno dimostrato subito grande disponibilità e interesse a questa iniziativa: sono intervenuti a Scuola per divulgare alle classi 4a e 5a le finalità e le attività svolte da ciascuna Associazione, evidenziando l’importanza del loro operato e la passione con cui lo svolgono. Per conoscere un altro aspetto della Solidarietà i bambini hanno incontrato in aula un ospite della Casa di Riposo di Morro d’Alba: il Signor Camillo Rinaldoni, grande appassionato ed autore di poesie. Spontaneo e significativo è stato lo scambio di vissuti ed emozioni tra le due generazioni lontane tra loro per l’età, ma non per i valori. Nell’ambito del Progetto educativo “Crescere nella Cooperazione” promosso dalle BCC Marche, i ragazzi si sono cimentati nella costituzione di una Cooperativa Scolastica (“La Cooperativa delle Favole”). È stata un’ulteriore occasione per capire l’importanza del confrontarsi, collaborare, condividere problemi e trovare soluzioni in modo democratico per raggiungere un fine comune. E per concludere questo anno ricco di esperienze, gli allievi hanno preparato e poi proposto alle famiglie un Saggio Attitudinale per “giovani” Vigili del Fuoco organizzato dai Volontari dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco di Ancona, al fine di conoscere i comportamenti corretti da adottare in presenza di calamità naturali e di collaborare nel gruppo con senso di responsabilità e attenzione verso gli altri. Tutte le attività sono confluite nella realizzazione di un “Calendario della Solidarietà” e di una raccolta di poesie per il concorso “Immagini di Solidarietà” - Premio Carlo Stoppani, organizzato da Albanostra, dalla BCC locale, con il patrocinio del Comune e la partecipazione della famiglia Stoppani. Con grande soddisfazione le classi Quarta e Quinta si sono aggiudicate il secondo premio. In conclusione gli alunni hanno preso coscienza che il “darsi una mano”, il sostenersi e il rispettarsi aiutano a crescere insieme per creare un mondo migliore. Per cui: fai del bene agli altri … fai del bene a te stesso! Classi 4a e 5a Scuola Primaria “Don Bosco” I L C O M U N E D I M O La Pro Morro al lavoro Anche per il 2012 un fitto calendario di iniziative promosse dalla associazione Il 18 marzo, presso l’Auditorium Santa Teleucania, si è tenuta l’assemblea dei soci dell’Associazione “Pro Morro - Pro loco di Morro d’Alba”. Anche quest’anno il sig. Enzo Animobono, Presidente della Pro loco di Castelplanio nonché Presidente provinciale UNPLI, (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia), cui l’associazione aderisce, ha risposto all’invito della Pro Morro ed ha partecipato all’Assemblea. Il Presidente Animobono ha colto l’occasione per ringraziare la Pro Morro per la disponibilità e la collaborazione in riferimento alla partecipazione dell’UNPLI alla manifestazione Nazionale Borsa Italiana del Turismo tenutasi a Milano e che ha avuto notevole successo. Il Presidente Benito Cingolani, per detta collaborazione, ha ricevuto a nome della Pro Morro una targa a memoria dell’evento. L’Assemblea dei soci ha poi approvato il Bilancio consuntivo dell’anno precedente e il Direttivo ha illustrato il programma delle iniziative per l’anno in corso. La Pro Morro, anche per l’anno 2012, intende continuare la propria attività di organizzazione e collaborazione con l’Amministrazione Comunale, delle manifestazioni che maggiormente trovano adesione da parte della cittadinanza e partecipazione turistica nel nostro territorio e che hanno come denominatore comune il prodotto locale di eccellenza: il vino Lacrima. In particolare l’Associazione si è già impegnata nell’organizzazione degli eventi “Cantamaggio” (organizzato dal Comune di Morro d’Alba, la Pro loco collabora per la realizzazione degli stands enogastronomici) il 19, il 20 e il 31 maggio; e sta già lavorando per l’organizzazione delle manifestazioni “Calici di stelle” il 10 agosto, nonché la nuova edizione della “Festa del Lacrima e Tartufo di Acqualagna” che si terrà, come di consueto, il terzo fine settimana di ottobre. L’Associazione sta lavorando anche per la proiezione, il 28 luglio, del quarto DVD che raccoglie immagini del paese e dei suoi protagonisti impiegando filmini amatoriali e che riguarderà in questo caso gli anni ’80. Oltre a queste iniziative, segnaliamo che la Pro Morro, anche quest’anno, garantirà per tutto il periodo estivo da giugno a settembre, il servizio di degustazioni presso la sede, e la possibilità di prenotare anche visite guidate al nostro paese, in modo da accogliere piacevolmente i turisti che vorranno farci visita. Non mancheranno poi le numerose occasioni di collaborazione nell’accoglienza turistica per le varie manifestazioni organizzate dal Comune di Morro d’Alba come nel caso del raduno di mezzi di trasporto d’epoca avvenuto lo scorso aprile. A seguito della convenzione con il La neve a Morro nelle foto di Pierfrancesco Mingo Comune per la gestione del Museo Utensilia, l’Associazione si propone di svolgere una serie di iniziative, alcune già realizzate: le aperture straordinarie per “La Notte dei Musei” in collaborazione con il Comune e la “Settimana della Cultura” in collaborazione con l’Archeoclub, vari laboratori didattici, e il prossimo autunno “Halloween al Museo” e la mostra “Piccoli Presepi e Alberi di Natale”. Ricordiamo che anche per l’anno in corso l’ingresso al Museo sarà gratuito per i residenti. La Pro Morro collaborerà altresì con l’Associazione Sportiva dilettantistica M&M Racing Team di Morro d’Alba (referente Mauro Marchetti) per la realizzazione di un raduno di auto rally che si terrà a settembre. L’Associazione rende noto poi che, al fine di garantire al meglio lo svolgimento dei compiti di promozione e accoglienza turistica, ha provveduto all’acquisto di un ulteriore tendone, per completare la tensostruttura già acquistata l’anno scorso. La Pro Morro coglie infine l’occasione per ringraziare le persone e le associazioni che, spinte da un sentimento di amicizia e collaborazione, partecipano e collaborano alle numerose iniziative promosse sul territorio a vantaggio a di tutta la comunità locale. Il Consiglio direttivo IL COMUNE DI MORRO D’ALBA Periodico d’informazione della Amministrazione comunale REDAZIONE Maurizio Toccaceli (Direttore responsabile) Simone Spadoni (Sindaco) Antoneta Alia Alessandra Boldreghini Marta Cingolani Ilaria Fava Alessandra Romagnoli Jacopo Maria Tiranti Nicola Tittarelli 8 R R O d’ D A L B A Cinque anni insieme Dall’insegnante Manuela Cinti una poesia creata dagli alunni della classe Quinta della Scuola Primaria di Morro d’Alba Eccoci qua... in quinta siamo arrivati e già cinque anni son passati! Sono trascorsi ... in un battibaleno, davvero veloci... più di un treno! Il primo giorno di scuola, nel 2007, appena arrivati ci sentivamo felici e tanto emozionati: nei nostri grembiulini eravamo così piccini da sembrare dei teneri pulcini. Dalle maestre dell’Infanzia e dai genitori nel nuovo plesso siamo stati accompagnati ed i bambini di quinta, quelli “grandi”, in classe ci hanno guidati. L’“ABC” non sapevamo e più su di 20 non contavamo, ma in poco tempo abbiamo imparato ... quasi quanto un grande scienziato! All’inizio ci son stati dei cambiamenti: oltre la caduta di alcuni denti, una compagna ci ha lasciato e qualcun altro in classe è arrivato. In Italiano, tra verbi, corsivo e stampatello abbiamo preso più di un voto bello; molte filastrocche da noi sono nate e con esse anche tante risate. In Matematica le operazioni sappiamo fare con il x, il :, il – , ed il facile addizionare; la memoria serve soprattutto per le tabelline che sono, a dir la verità, un po’ “difficiline”. Le regioni italiane in Geografia ora ci accingiamo a studiare e tutte le province a memoria dobbiamo imparare. In Storia, con tutte le civiltà stiamo conoscendo le lontane antichità. A Londra potremmo “tranquillamente” andare perché l’Inglese sappiamo “ben” parlare! Anche le Scienze bisogna studiare ... le ossa umane, però, son difficili da ricordare! Tante canzoni in classe intoniamo e, un po’ da stonati, qualche timpano disturbiamo. A far Motoria si va alla palestra di San Marcello e... anche se si suda... è proprio bello! In Religione di solito conversiamo ed insieme ci divertiamo. Alcuni bambini non seguono questa lezione e preparano qualche cartellone. La ricreazione è una “materia” speciale perché non ci sono compiti da fare ed in qualche giornata primaverile andiamo pure a giocare in cortile. Il prossimo anno, qui più non saremo, e la Primaria sicuramente rimpiangeremo. Insieme abbiamo trascorso momenti ricchi di emozioni, di giochi e di tante interessanti lezioni. La Scuola Media, di certo, più difficile sarà e dovremmo metterci tanta buona volontà. Ma, senza dubbio, noi ci impegneremo e con un bel “10”, all’esame, ne usciremo! Gli alunni della Classe Quinta Scuola Primaria “Don Bosco” (Alessandra, Aurora, Betim, Diane, Elisa, Emanuel, Ennour B., Eva, Francois, Giulia, Ilenia, Lorenzo, Lucia, Richard, Sara, Susanna A., Susanna P.)