Come faccio a controllare la velocità in serpentina sul ripido

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Come faccio a controllare la velocità in serpentina sul ripido
I CHECK POINT
I tecnica
I
a c u r a d i V a l e r i o M a l f a t t o e d e l l o S t a f f Te c n i c o J a m S e s s i o n L e s 2 A l p e s
Bestia
nera!...
Come faccio a controllare la velocità in serpentina
sul ripido? Questa una delle domande più
frequenti... Il corto-raggio è veramente un osso duro
per molti sciatori, ma è poi così difficile?
VALERIO MALFATTO
CO-FONDATORE DELLA
JAM SESSION E AUTORE
DEGLI ARTICOLI CHECK
POINT
PAOLO MALFATTO
CO-FONDATORE DI JAM
SESSION E DIRETTORE
DELLA DELLA SCUOLA DI
SCI
ORIANO RIGAMONTI
COLLABORATORE JAM
SESSION, ISTRUTTORE NAZIONALE DEL DEMO TEAM
ITALIA
DARIO TADDEI
MAESTRO DI SCI E ALLENATORE FEDERALE DI I° LIVELLO - COLLABORA CON
JAM SESSION DAL 1990
ROBERTO PATTACINI
MAESTRO DI SCI, SKIMAN
DIPLOMATO ASS. IT. SKIMAN - COLLABORA CON
JAM SESSION DAL 1988
È
proprio così. Accade molto molto spesso che sciatori anche esperti, o ritenuti tali perché sanno tirare discretamente bene le curve in conduzione su terreni medio facili, si
trovino in difficoltà non appena devono affrontare un pendio
ripido, peggio ancora se un po’ sconnesso, peggio ancora se
con neve fresca. A questo punto, piccola imprecazione, commento sulla neve che non è bella, sugli sci che non sono adatti (balle!...) dietro front e ricerca di un rassicurante e ben battuto falso-piano dove sentirsi i re dello spigolo.... ma con la
coscienza un po’ sporca e una domanda: perché non riesco a
girare e a controllare la velocità quando mi trovo sul ripido,
sullo sconnesso o in neve fresca? Usciamo quindi dai discorsi tecnici sulle curve in conduzione, solitamente rivolti all'esecuzione di archi medi o ampi su terreni di media pendenza ed
occupiamoci di curve a raggio ridotto, sul ripido. Perché se è
vero che le belle curve sugli spigoli, le tracce a binario, l'ebbrezza delle velocità e delle centrifughe sono gli obiettivi più
gettonati dagli sciatori di livello medio-avanzato, è anche vero che il corto-raggio non può non far parte del repertorio di
un buon sciatore e non è lecito considerarsi tale se non si padroneggia questo tipo di curva su ogni tipo di terreno. In pieno periodo di settimane bianche e di piste piuttosto affollate
diventa poi una questione vitale ed un modo per godersi veramente le più belle piste. Curve strette quindi, ritmiche e con
un sicuro controllo della velocità, questi gli obiettivi. Reattività, coordinazione, rapidità di decisione, rapidità di recupero dell’equilibrio, capacità di prevenzione delle accelerazioni
sono le qualità richieste, quelle sicuramente da sviluppare per
migliorare la nostra prestazione e la nostra ed altrui sicurezza. È più facile di quanto non possa sembrare. Ognuno di noi
ha in sé delle insospettabili doti e riserve di destrezza, deve
prenderne coscienza, imparare a servirsene. Risvegliare la destrezza (se ricerchiamo su Google «destrezza» o «destrezza
nello sci alpino» si trova una grande quantità di informazioni)
deve essere l’obiettivo primario dello sciatore e del maestro,
più ancora che arrovellarsi su problemi tecnici. È una medicina che produce anche una rinnovata fiducia nei propri mezzi.
E la destrezza acquisita in situazioni difficili e sequenze di curve strette predisporrà ad essere destri e rapidi nelle reazioni
anche quando faremo conduzione. Nello sci abbiamo un po’
tutti il vizio di preoccuparci troppo della tecnica e poco dello
sviluppo e dello sfruttamento massimo delle nostre qualità motorie, accade così che in molte situazioni basterebbe tirar fuori un po’ di grinta, di determinazione, insomma... darsi una
bella sveglia. Detta così sembra voler farla un po’ troppo facile, ma dato che la destrezza è il trovare soluzioni adeguate
per risolvere rapidamente e coerentemente problemi contingenti, «darsi una sveglia» può essere il termine giusto. Ad
esempio, proviamo su un terreno non difficile ed in uno spazio definito ad eseguire il massimo numero di piccole curve;
cerchiamo di migliorare ogni volta il nostro record, diamoci
un obiettivo sempre più ambizioso e scopriremo che nello stesso breve tratto di pista dove abitualmente facciamo quattro cur-
In apertura: Paolo Malfatto e Oriano
Rigamonti in un corto-raggio sincronizzato e
incrociato; è un esercizio efficacissimo per
mettere in atto quei meccanismi di controllo
necessari per ottenere un ritmo preciso
adattandosi in ogni istante la presa di
spigolo e la fluidità dei movimenti
Qui sopra: Oriano Rigamonti alla guida di
una magica serpentina in neve fresca dove
ritmo, sensibilità e coordinazione sono gli
elementi che determinano l’armonia
dell’insieme
I CHECK POINT
I tecnica
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Foto 1_Il corto-raggio «pizzica» il terreno tra la metà e 3/4 di curva, zona di massimo carico su cui non ci si deve «addormentare ed accanire», i piedi
«chiudono» con presenza e reattività mentre, spalle avanti il tronco anticipa l’uscita fuggendo verso il vuoto in direzione avanti/basso/interno... Foto 2_ …
è proprio il «voler venir via» che ha provocato il giusto carico per chiudere la curva rapidamente ed avviato nello stesso tempo l'inversione...il corpo infatti
ha già annullando la vecchia angolazione per entrare nella nuova... Foto 3_ … fase di ingresso in relax dove è importante continuare a lasciar avanzare
spalle/testa verso il vuoto e verso la zona di metà/due terzi di curva in cui ci servirà il massimo equilibrio per una presa rapida e precisa...
ve riusciremo a farne otto, poi dodici, poi quindici, poi ancora di più. Non ci siamo preoccupati della tecnica, ci siamo dati una sveglia e spontaneamente, sicuramente abbiamo migliorato anche gli aspetti tattici: per migliorare il record invece di
partire veloci siamo partiti più lenti, invece di accelerare sulla massima pendenza prima di curvare siamo partiti con una
breve diagonale, invece di iniziare la prima curva dopo dieci
metri l’abbiamo iniziata quasi subito, i piedi hanno cercato più
rapidamente la direzione e la presa di spigolo, i muscoli hanno reagito più prontamente, il bastoncino lo abbiamo preparato più rapidamente con un movimento più preciso, abbiamo
cercato ad ogni curva di prevenire gli arretramenti, ecc. ecc.
Insomma abbiamo innalzato il livello di attenzione e cercato
in tutti i modi di darci da fare per raggiungere l’obiettivo. Tirando fuori un po’ di destrezza e migliorando la tattica abbiamo anche sicuramente ottimizzato l’esecuzione utilizzando al
massimo le nostre abilità tecniche. Se fossimo partiti dal voler migliorare la tecnica senza tirar fuori le unghie ed un po’
di intelligenza tattica non avremmo raggiunto lo stesso risultato. Ora, giunti alla nostra soglia massima di rendimento, possiamo ragionare nuovamente su uno o più aspetti tecnici da
mettere a punto, capire, provare, interiorizzare le modalità di
un’esecuzione più corretta, prima lentamente per poi applicarle di nuovo a situazioni che esigono il richiamo della destrezza e l’adattamento tattico. Nel corto-raggio possiamo concentrarci principalmente su tre elementi: essere più rapidi e reattivi a livello di piede-spigolo-caviglia-contrazioni/decontrazioni muscolari, abbinare a questa maggiore rapidità-reattività una contemporanea rapidità-scioltezza-solidità del polso
nella preparazione ed appoggio del bastoncino, mantenere il
busto flesso in avanti e le spalle rivolte costantemente verso il
fondo della discesa lasciandoli «fuggire» verso il vuoto prima
ancora di avvertire il momento di massima presa a livello dei
piedi-spigoli. Questo ultimo aspetto è importantissimo: non
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dobbiamo aspettare di capire se gli sci «hanno tenuto o meno», dobbiamo essere certi e convinti che gli sci tengono nel
momento in cui si va via dalla curva, in avanti, non dormendoci sopra in attesa che finiscano di grattare e di «scalinare».
Per riuscire in questo intento, ad ogni ingresso-curva, mentre
gli sci si dirigono sulla massima pendenza dobbiamo dirci
«scappo via»: il tempo che passa tra il pensiero anticipato e
l’attuazione dello stesso sarà il tempo giusto per agganciare
gli spigoli realizzando la tenuta e la chiusura curva per quel
brevissimo attimo necessario e trovarsi già con le spalle avanti in proiezione verso la nuova curva, con il bastoncino che appoggia al momento giusto. Un espediente per il controllo della velocità, che di solito si tende a perdere tra la seconda e la
terza curva è quello di affrontare la seconda terza curva con
l’intenzione di quasi fermarsi alla sesta-settima; in questo modo attueremo spontaneamente un controllo della centralità, dell’intensità della presa di spigolo e dell’appoggio del bastoncino nella terza-quarta-quinta curva che ci faranno prendere il
giusto ritmo e ci daranno la fiducia necessaria per proseguire
all'infinito con cadenza costante. Un consiglio su nevi dure e
pendii ripidi: partiamo con una brevissima diagonale, svincoliamo rapidamente i piedi-spigoli lasciando avanzare subito le spalle-testa verso il vuoto e le punte verso la discesa,
chiudere intensamente scappando via e con un solido appoggio del bastoncino la cui punta, in fase di preparazione si mantiene vicina al terreno. Un consiglio in neve fresca, anche sul
ripido, anche se può far paura: partire sulla massima pendenza, gambe lunghe, testa-spalle molto avanti, sci piatti, dopo
due-tre metri chiudere sull’abbrivio la «mezza curva» sfruttando l’inclinazione laterale dei piedi come alla ricerca di una
marcata presa di spigolo e lasciar fuggire le spalle nel vuoto,
in avanti verso la nuova curva mentre si appoggia delicatamente il bastone... sensazione di leggerezza da rinnovare di
curva in curva... una goduria!
III
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Foto 4_...già al passaggio sulla massima pendenza i piedi devono sentire con efficacia lo spigolo e la mente deve già essere volta al «venir via da quella
curva» mentre l'avambraccio esterno alla curva sta preparando il bastoncino... Foto 5_ ...l'idea di «venir via dalla curva» (e non la preoccupazione di dover
tenere) produce l'azione che determina i carichi necessari per una chiusura rapida e dinamica, busto che anticipa la direzione di uscita mentre il polso
perfeziona l'oscillazione del bastoncino ... Foto 6_ ...nuova fase di svincolo con il corpo e gli sci che si avviano ad incrociare le rispettive traiettorie, appoggio
del bastoncino a tempo giusto per supportare fini aggiustamenti dell'equilibrio e della velocità di transizione da un'angolazione alla successiva
Roberto Pattacini
(Patta) in uno
splendido e difficile
passaggio nel
fantastico fuoripista
che dalla cima del
ghiacciaio delle 2
Alpes (3600m.) porta
ai 2800m. Della
seggiovia del «Signal»
Jam Session
rganizzazione al 100% italiana, Jam Session svolge la sua attività a Les 2 Alpes (Francia), in estate come in inverno. Scelta da Sciare Magazine
per parlarvi di tecnica, è il punto di riferimento per i moltissimi sciatori italiani che frequentano la nota località francese. Specialità della casa
sono i corsi di sci in formula «Full Immersion», programmi intensivi e molto ben strutturati dedicati agli sciatori decisi a migliorare in modo significativo
la propria tecnica. Il gruppo tecnico Jam Session di maestri italiani, allenatori federali, istruttori nazionali, sviluppa ogni anno i propri programmi
introducendo le ultime novità tecniche e innovando costantemente la didattica. Jam Session propone agli appassionati anche la sistemazione
alberghiera alle 2 Alpes in hotel a gestione diretta, con cucina italiana e personale italiano.
Programmi Jam autunno-inverno 2009/10 - Ponti, Settimane bianche, Corsi Full immersion:
Ghiacciaio dello Stelvio 7-18 ottobre - Ghiacciaio dello Stubai (Austria) dal 28/10 al 1/11; Les 2 Alpes Ponte di S. Ambrogio dal 4 all’8 dicembre; Les
2 Alpes dal 20 dicembre 2009 al 24 aprile 2010
Informazioni e prenotazioni: [email protected] - T 0033 6 744 55211 I Potete richiedere l’invio gratuito in formato pdf degli articoli Check
Point all’indirizzo [email protected]
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